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Industria & Ambiente

Date post: 06-Aug-2015
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Periodico di Rifiuti , Recupero, Ambiente ed Energia Consorzio [email protected]
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L a cultura ambientale do- vrebbe formarsi con la consapevolezza che è necessa- rio uno sviluppo eco-sostenibile sostenuto da logiche ambientali che non siano pura demagogia ma attività degne del rispetto dell’ambiente e del mondo pro- duttivo. Oggi la “cultura del disfarsi” rischia di diventare prioritaria rispetto al confronto di idee e progetti che le impre- se mettono in atto per risolvere il problema ambientale per una corretta gestione dello stesso. Diventa sempre più frequente il disfarsi di un bene o prodotto o scarto di produzione, senza pensare al ciclo di vita dell’og- getto di cui ci stiamo disfacen- do. Per una corretta gestione dei rifiuti, si dovrebbe analizzare e conoscere a fondo il processo di gestione di quel rifiuto dal momento che si è prodotto il bene che lo ha originato. Solo conoscendo il preciso processo di produzione, possiamo gestire meglio il rifiuto generato. Ma questo succede ancora poche volte. Il cittadino conosce ben poco del ciclo di vita di un ri- fiuto sino al suo completamen- to, sia che si tratti del recupero, che dello smaltimento. Ecco che la cultura del disfarsi dovrebbe essere affiancata sempre dalla cultura ambientale a tutti i livel- li. La sindrome di NIMBY, Not In My Back Yard, diventa così puro egoismo. Proponiamoci, dunque, tutti di combattere la cecità culturale ed adottiamo una nuova cultura ambientale diversa da quella del “disfarsi”. Ed è questo lo spirito che ani- ma Industria&Ambiente Italia, attore principale per il secon- do anno consecutivo a EcoBiz Expo che si terrà a Tirana dal 29 aprile 2010 al 02 maggio 2010. Presidente Consorzio Creta La cultura del disfarsi EDITORIALE Iscritto nel Registro della Stampa presso il Tribunale di Bari al n. 35/07 - N9 Aprile 2010 EDITORE Consorzio Creta Via Cappuccini 21, 70017 Putignano (Ba) www.consorziocreta.com - [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE Tommaso Forte [email protected] SEGRETERIA DI REDAZIONE Andrea Miccolis [email protected] STAMPA Tipografia Mariani via Firenze, 1 70019 Triggiano (Ba) REDAZIONE Tel. 080.4913845 Fax 080.4051761 E-mail: [email protected] GRAFICA EDITORIALE ALL TIME S.r.l www.alltime.it grafi[email protected] Vigilare sulla filiera dei rifiuti per monitorarne la tracciabilità Le attività di contrasto sono affidate al Nucleo Ecologico Carabinieri Il sistema sarà interconnesso con l’Albo Nazionale Gestori Ambientali LA SCALA A PAGINA 13 Periodico di Rifiuti, Recupero, Ambiente, Energia Italia & Ambiente Industria DI GIUSEPPE DALENA
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La cultura ambientale do-vrebbe formarsi con la

consapevolezza che è necessa-rio uno sviluppo eco-sostenibile sostenuto da logiche ambientali che non siano pura demagogia ma attività degne del rispetto dell’ambiente e del mondo pro-duttivo. Oggi la “cultura del disfarsi” rischia di diventare prioritaria rispetto al confronto di idee e progetti che le impre-se mettono in atto per risolvere il problema ambientale per una corretta gestione dello stesso. Diventa sempre più frequente il disfarsi di un bene o prodotto o scarto di produzione, senza pensare al ciclo di vita dell’og-getto di cui ci stiamo disfacen-do. Per una corretta gestione dei rifiuti, si dovrebbe analizzare e conoscere a fondo il processo di gestione di quel rifiuto dal momento che si è prodotto il bene che lo ha originato. Solo conoscendo il preciso processo di produzione, possiamo gestire meglio il rifiuto generato. Ma questo succede ancora poche volte. Il cittadino conosce ben poco del ciclo di vita di un ri-fiuto sino al suo completamen-to, sia che si tratti del recupero, che dello smaltimento. Ecco che la cultura del disfarsi dovrebbe essere affiancata sempre dalla cultura ambientale a tutti i livel-li. La sindrome di NIMBY, Not In My Back Yard, diventa così puro egoismo. Proponiamoci, dunque, tutti di combattere la cecità culturale ed adottiamo una nuova cultura ambientale diversa da quella del “disfarsi”. Ed è questo lo spirito che ani-ma Industria&Ambiente Italia, attore principale per il secon-do anno consecutivo a EcoBiz Expo che si terrà a Tirana dal 29 aprile 2010 al 02 maggio 2010.

Presidente Consorzio Creta

La culturadel disfarsi

EDITORIALE

Iscritto nel Registro della Stampa presso il Tribunale di Bari al n. 35/07 - N9 Aprile 2010

EDITOREConsorzio CretaVia Cappuccini 21, 70017 Putignano (Ba)www.consorziocreta.com - [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILETommaso [email protected]

SEGRETERIA DI REDAZIONEAndrea [email protected]

STAMPATipografia Marianivia Firenze, 170019 Triggiano (Ba)

REDAZIONETel. 080.4913845Fax 080.4051761E-mail: [email protected]

GRAFICA EDITORIALE ALL TIME [email protected]

Vigilare sulla filiera dei rifiutiper monitorarne la tracciabilità

Le attività di contrasto sono affidate al Nucleo Ecologico CarabinieriIl sistema sarà interconnesso con l’Albo Nazionale Gestori Ambientali

LA SCALA A PAGINA 13

Periodico di Ri�uti, Recupero, Ambiente, Energia

Italia& AmbienteIndustria

di GiUSEPPE dALENA

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4 ItaliaAmbienteIndustria

Questo è l’anno dieci di Fiera del Levante in Albania: l’istituzione

italiana che ha segnato la storia fieri-stica di un Paese giovane e dinamico, che non si è affatto stancato di cresce-re e di individuare nell’Italia e negli Italiani i partner ideali per lo sviluppo dell’economia.Eco Biz Expo: oltre il mediterraneo. Tirana è ormai la capitale del business ecologico, declinato in comparti di grande attualità: il ciclo dell’acqua, la gestione dei rifiuti, le energie rinno-vabili e l’edilizia sostenibile. La scel-ta dei temi non è causale, bensì legata alle reali possibilità presenti in questi settori per le imprese italiane che vo-gliono esplorare il mercato albanese in termini di commercializzazione e d’investimenti. Agli operatori dei comparti delle tecnologie delle ener-gie rinnovabili e dell’ambiente, Fiera del Levante in Albania propone la nuo-va edizione di Eco Biz Expo. La ras-segna, nella storica sede del Palazzo dei Congressi, quest’anno si presenta ancora potenziata grazie alla colla-borazione con Alb-Konfindustria, la maggiore associazione delle imprese albanesi. Questa alleanza consente agli espositori italiani di incontrare in fiera i maggiori operatori economici locali, e di sviluppare piani di coope-razione e di integrazione economica anche nel corso dei seminari tecnici e degli incontri d’affari programmati nel corso dei quattro giorni di Fiera.“Eco Biz Expo - spiega Antonio Ciuffreda, Presidente di Fiera del Levante Servizi - non è un appunta-mento come tanti, ma il vero appun-tamento di riferimento del settore am-

bientale dell’area del Mediterraneo e dei Balcani. Un incontro tradizionale, rafforzato dalla qualità di ciò che le aziende mettono in campo. Una quali-tà internazionale, che dimostra come tutto ciò che riguarda l’ambiente non è solo ideologico, ma anche fortemen-te concreto, tanto da aver dato vita a quella green economy sulla quale oggi si concentrano tante aspettative per il rilancio dell’economia globale. La manifestazione dedicata al sistema ambiente ha confermato la forte pre-senza di espositori pugliesi e italiani in un periodo complicato per tutto il sistema industriale ed economico mondiale. Eco-Biz Expo è una grande kermesse con l’obiettivo di contribui-

Promuovere le impresenel settore delle acque,dei rifiuti e dell’energiaLa rassegna, promossa da Fiera del Levante Servizi, nella storica sede del Palazzo dei Congressi, quest’anno si presenta ancora potenziata grazie alla collaborazione con Alb-Konfindustria, l’organizzazione delle maggiori imprese albanesi. Molte le aziende presenti in fiera

re a diffondere una nuova cultura del vivere etico e del rispetto dell’ambien-te, ricercare nuove strade per uno svi-luppo economico, sociale e ambienta-le sostenibile, scoprire nuovi modelli produttivi e di consumo, attraverso la condivisione delle conoscenze, delle energie, delle esperienze e delle buo-ne pratiche di esperti, cittadini, asso-ciazioni, istituzioni e imprese locali e nazionali. Eco-Biz Expo, dunque - conclude Ciuffreda - rappresenta una vera e propria sfida. La novità consiste nell’aver coinvolto direttamente non solo le istituzioni ma anche le impre-se medio e grandi, capaci di proporre tecnologie e prodotti sostenibili a por-tata di mano”.

ECOBIZ-EXPO

di ANNA MARiA MACCHiA

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5ItaliaAmbienteIndustria

È stato presentato nel Centro Direzionale della Fiera del Levan-

te, il programma “AMICO”, il nuovo progetto finanziato dal Ministero per lo Sviluppo Economico. Il nome del progetto è un acronimo per “Albania, Macedonia, Italia: Collaborazioni Operative”, ed è mirato a rafforzare il processo di penetrazione e di radica-mento delle piccole e medie imprese italiane nei Paesi dei Balcani occiden-tali.Il partenariato internazionale del progetto “AMICO” vede la collabo-razione di cinque partner italiani, rap-presentanti istituzionali del sistema dell’associazionismo imprenditoriale - Confindustria, Confapi, CNA, Con-fartigianato, Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue, dell’Ente Fiera del Levante, e di due partner este-ri, Alb-Konfindustria (Associazione delle Imprese albanesi) e dell’Unione delle Camere di Commercio di Mace-donia. “Abbiamo creato un partenariato di progetto – spiega Antonio Ciuffreda, presidente di Fdl Servizi - in grado di rappresentare con autorevolezza il sistema imprenditoriale dei nostri tre Paesi. Di conseguenza, un punto di forza di “AMICO” sta nell’essere sta-to ideato dalla parte delle aziende: in quest’ottica sono state pianificate tut-

Progetto “Amico”per investirenell’area dei balcaniPartenariato di progetto per rappresentare le impreseitaliane in Albania, Macedonia e sviluppare business

te le azioni di sostegno alle imprese, mirando alla concretezza ed all’effica-cia degli interventi”. “In sintonia con gli orientamenti del nostro Ministero dello Sviluppo Eco-nomico – aggiunge Massimo Lupis, amministratore delegato di Fdl Servizi - è attraverso la creazione di rapporti di cooperazione tra piccole e medie imprese italiane, albanesi e macedoni che intendiamo sostenere un processo di penetrazione e di reale radicamen-to in quei mercati, che mostrano tassi di sviluppo di grande interesse e che devono essere considerati con grande attenzione da tutti i nostri imprendi-tori interessati al processo di interna-zionalizzazione”.

I mercati delle energie rinnovabili e delle tecnologie per l’ambiente han-no un ruolo strategico per lo sviluppo di Albania e Macedonia: a sostegno delle imprese italiane attive in questi settori saranno presto attivati servizi di informazione specializzata, che consentiranno ai nostri imprendito-ri di cogliere, analizzare e valutare le opportunità offerte del mercato. Di conseguenza, “AMICO” attiverà inoltre, presso gli uffici di Bari, Tira-na e Skopje, un servizio di assistenza per la ricerca di partner esteri, insie-me ai quali costruire alleanze com-merciali ed industriali. “Attraverso la cooperazione costante con le imprese locali i nostri imprenditori potranno davvero radicarsi in questi merca-ti – conclude Ciuffreda – e a questo scopo, Alb-Konfindustria e l’Unione delle Camere di Commercio di Mace-donia offrono garanzie di competenza e funzionalità”.Il progetto “AMICO” svolge, inoltre, un’attività di supporto alla collabo-razione istituzionale transnazionale, riconfermando Fiera del Levante Ser-vizi nel ruolo di Segretariato tecnico del Corridoio VIII e sostenendo la re-alizzazione di eventi di confronto e di collaborazione tra il Governo italiano, il Governo della Repubblica di Alba-nia ed il Governo della ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. (g.l.)

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La città di Bari ha un nuovo impianto di bio-stabilizzazione dei ri-

fiuti. L’impianto, gestito dall’Amiu, è in grado di trattare circa 400 tonnel-late al giorno di materiale, pari al 90% dei rifiuti indifferenziati prodotti in città. Realizzato in tempo da record, in meno di un anno con finanziamento regionale Por 2000-2006, l’impianto di biostabilizzazione di cui si è dotato il Comune di Bari, sorge all’interno del complesso aziendale di Amiu Spa nella zona industriale dell’area metro-politana di Bari. L’impianto sarà in grado di trattare 400 tonnellate di rifiuti, i quali, tri-turati ed igienizzati, saranno ridotti in peso con un calo complessivo, a valle dell’impianto, pari al 30%. Di pari passo, si abbatteranno i costi di trasporto e di smaltimento in discari-ca e, elemento essenziale, si allonta-nerà il pericolo dell’emergenza rifiuti conseguente al rapido esaurirsi delle discariche e si riduranno gli impatti ambientali. L’impianto è composto da 24 biocel-le, simili a grandi stanze di circa 100 metri cubi di volume, sul pavimento della quali sono presenti una grande quantità di fori; è da questi, infatti, che viene insufflata l’aria che, spinta

da potenti ventilatori, investe le com-ponenti organiche e le ossida. Queste componenti, di origine vegetale, sa-ranno, dopo una permanenza a 65° per tre giorni, in questo modo igie-nizzate e senza odore. Una trasfor-mazione, dunque, che si risolve in due settimane; l’identica trasformazione che la natura processa e completa in moltissimi anni in una discarica.Alla fine di questo processo il mate-riale così trattato giungerà, attraver-so un nastro trasportatore, all’attuale impianto di trito-vagliatura; dopo un ulteriore ripasso nei trituratori ed un successivo passaggio sotto un separa-tore magnetico, si dividerà attraverso un vaglio rotante, in una frazione di sottovaglio, ottima per produrre ma-teriale di copertura per le discariche, ed un sopravaglio da destinare alla produzione di Cdr (combustibile da rifiuto). “L’impianto di biostabilizzazione - spiega Giuseppe Savino, presidente

dell’Amiu - rappresenta un punto di svolta per la chiusura del ciclo dei rifiuti nella città di Bari. Tutto il tal quale che rimane a valle della raccolta differenziata potrà infatti essere trat-tato qui, senza più girovagare per l’in-tera provincia alla ricerca di impianti in grado di accoglierlo”. Questi spazi, dotati di particolari sistemi di moni-toraggio delle temperature oltre che di speciali filtri di aerazione, sono in grado di accelerare il naturale decadi-

mento della parte organica della spaz-zatura, che invece di venti anni im-piegherà solo sedici giorni a deperire. Dopo questo trattamento la frazione secca e la frazione umida verranno separate, recuperando i rifiuti ferro-si. I sistemi di trattamento biologico delle biomasse si basano sul processo della degradazione della componente organica che fermenta producendo gas metano e hanno come obiettivo la riduzione fisica dei rifiuti, del per-

di ANNA MARiA MACCHiA

colato e dell’impatto ambientale sulle discariche. L’indice respirometrico è un parametro fondamentale per la valutazione della stabilità di una bio-massa. Dai dati rilevati dall’Arpa per il collaudo dell’impianto dell’Amiu, i campioni prelevati dopo il trattamen-to indicano che l’indice respirometri-co è intorno a 300 microgrammi, di molto inferiore al limite di legge per la salvaguardia della salute (pari a 800 microgrammi).

Un nuovo impiantodi biostabilizzazioneper l’area metropolitanaRealizzato in tempo da record, in meno di un anno con finanziamentoregionale Por 2000-2006. I rifiuti urbani saranno igenizzati e trattati

L’IMPIANTO E’ COMPOSTO DA 24 BIOCELLE E TRATTERA’ 400 TONNELLATE DI RIFIUTI ●

AMIU BARI

Giuseppe Savino

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7ItaliaAmbienteIndustria

Energia pulitadalla gassificazioneMaggiore efficenza energetica rispetto alla combustione

Pirolizzatori, impianti di dissociazione moleco-lare, convertitori, o più

comunemente detti gassificatori, ter-mini diversi per descrivere lo stesso medesimo processo termo-chimico, ovvero trasformazione della sostanza organica in gas combustibile, chiamato nel caso specifico SYN-GAS (gas di sintesi). Nulla di nuovo, direbbe qual-cuno, la tecnologia è arcinota, meglio definita come “pirolisi” ed utilizzata in passato per produrre gas partendo dal carbone o altri prodotti di sintesi. Eppure la terminologia elencata è ri-tornata attuale più che mai, da quando qualcuno ha avuto la brillante idea di applicare la gassificazione ai rifiuti. In effetti le recenti applicazioni, in campo internazionale, dimostrano che non solo la tecnologia sembra essere la migliore soluzione, in termini di tutela ambientale, per la termodistru-zione dei rifiuti, ma è anche quella che consente le massime rese energetiche a costi contenuti, soprattutto quando la percentuale di sostanza organica, nel senso chimico del termine, è signifi-cativa, basti pensare alle biomasse, ai rifiuti solidi urbani, alle plastiche ed al CDR. Del resto è piuttosto logico pensare ad una tecnologia superiore rispetto all’attuale incenerimento dei rifiuti o biomassa, se consideriamo che il combustibile utilizzato per produrre energia è un gas omogeneo principal-mente composto da metano, idrogeno, monossido di carbonio e anidride car-bonica, e non un rifiuto solido etero-geneo difficile da controllare. Quindi l’idea di fondo è di pensare al rifiuto/biomassa non come qualcosa da bru-ciare e quindi fonte di calore, difficile da preservare, ma come fonte energeti-

combustione tenderebbe a bloccare il cloro sottoforma di acido cloridrico limitando fortemente la formazione di Diossine, si evita così la necessità di aumentare notevolmente le temperatu-re, come succede nei tradizionali ince-neritori, riducendo quindi la formazio-ne di particolato ultrafine ed anche il dispendio energetico (sono disponibili in letteratura gli esiti di numerosi test effettuati su impianti di gassificazione di rifiuti attivi all’estero dal 1998 al 2006 –fonti EPA “Enviromental Pro-tection Agency”); separazione e recu-pero dei metalli, vetro e inerti dalle ceneri con possibili semplificazioni del sistema della raccolta differenziata; i gassificatori sono impianti modula-ri di piccole dimensioni ed offrono la possibilità di realizzare sistemi di ca-pacità da 1 ton/giorno fino a 300 ton/giorno in spazi notevolmente ridotti rispetto agli impianti tradizionali (più del 50% in meno); i gassificatori bru-ciando solamente del gas combustibile (syngas) non necessitano di impianti di abbattimento fumi o ciminiere, i ca-mini, da cui fuoriesce principalmente vapor acqueo, sono di dimensioni mol-to ridotte. Questo consente di avere costi molto contenuti di costruzione, gestione e materiali di consumo. La gassificazione per definizione ha una maggiore efficienza energetica (basse temperature, conservazione dell’ener-gia) rispetto alla combustione, inoltre la gestione e conservazione del syngas è estremamente più flessibile rispetto al calore prodotto dai consueti processi di incenerimento. I dati di letteratura ri-portano un 20-40% di rendimento elet-trico e 50-90% di rendimento termico contro rispettivamente il 10-15% e 40-50% ottenibile dalle attuali tecnologie di Termovalorizzazione dei rifiuti.

*Chimico

La tecnologia avanzata sembra essere la migliore soluzionedi NiCLA RENdiNA

Nell’Unione Europea il 40% dei rifiuti urbani nel 2008 sono stati riciclati (23%). Lo rileva Eurostat, l’ufficio eu-

ropeo di statistica, secondo il quale la media dei rifiuti urbani prodotti è stata pari a 524 chili a persona. In Italia, i rifiuti riciclati sono stati pari all’11% mentre quelli compostati sono saliti al 34%, raggiungendo così complessivamente una me-dia del 45%. Nel nostro Paese finiscono in discarica ancora il 44% dei rifiuti, contro una media Ue del 40%, quelli inceneriti sono invece il 20% nell’Ue e l’11% in Italia.

I DATI

In discarica ancora il 44% dei rifiuti

All’Unione europea serve un’agenzia incaricata di sor-vegliare l’applicazione della normativa comunitaria sui

rifiuti. “Il rispetto della normativa Ue - spiega il commissario all’Ambiente, Stavros Dimas - è fondamentale se vogliamo conseguire l’obiettivo principale della legislazione sui rifiuti, ossia proteggere la salute dei cittadini europei e preservare l’ambiente”. Secondo le ultime stime, nell’Ue si producono ogni anno 2,6 miliardi di tonnellate di rifiuti, circa 90 milioni dei quali classificati come pericolosi.

EUROPA

Vigilare sulla normativa comunitaria

ca da trasformare, al momento oppor-tuno, in gas combustibile, sfruttando al massimo la sua riserva energetica: la sostanza organica. Questa differenza sostanziale si esplicita in una notevo-le tutela ambientale che sintetizzo nei seguenti punti: le basse temperature di esercizio (400-500°C) non permettono

l’evaporazione e addirittura la fusione della maggior parte dei metalli, del ve-tro ed altri inerti, limitando quindi la produzione di particolato contenente metalli pesanti; vi è la possibilità di gestire una combustione completa del syngas (tecnicamente più controllabile rispetto alla combustione dei rifiuti so-

lidi) e quindi produzione praticamente trascurabile di NOx e CO; la gassifica-zione dei rifiuti non produce Diossine e Furani per le particolari condizioni termochimiche presenti: la tempera-tura di reazione sarebbe compatibile con la formazione di diossine ma la presenza di idrogeno nella camera di

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8 ItaliaAmbienteIndustria

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema di de-creto legislativo che recepi-

sce la direttiva europea 98 del 2009 sui rifiuti. Il decreto era molto atteso dagli operatori ambientali perché finalmen-te riordina e semplifica tutto il sistema della gestione dell’intera filiera dei ri-fiuti introducendo vantaggi ed elementi di modernizzazione per le imprese, per i cittadini e, in generale, per il sistema paese.“Con questo provvedimento – spiega il Ministro dell’Ambiente, Stefania Pre-stigiacomo - si inverte una prassi che voleva il recepimento delle direttive eu-ropee da parte del nostro paese con am-pio ritardo, anche di anni. Prassi che ci è valsa non poche condanne da parte del-la Corte di Giustizia Europea. In questo caso il recepimento è avvenuto con sei mesi di anticipo rispetto ai termini fis-sati dall’UE ed inoltre l’Italia è il primo paese europeo a recepirla. Un primato rafforzato dall’inserimento organico nel decreto del SISTRI, in sistema elettro-nico di tracciabilità dei rifiuti speciali, varato nei mesi scorsi, già apprezzato in sede europea e che è allo studio da parte di altri paesi per eventuali implementa-zioni”.I punti salienti del decreto sono: la de-finizione di materia seconda. Ad esem-pio: rottami ferrosi o la carta usata fino ad oggi erano considerati rifiuti, ora

Rifiuti: Approvato lo schemadi decreto che recepisce la direttiva EuropeaPrestigiacomo: “Un primato rafforzato dall’inserimento del Sistri”

MINISTERO DELL’AMBIENTE

potranno essere riutilizzati secondo le regole non più dei rifiuti ma, appunto, delle “materie seconde”. La definizio-ne di sottoprodotto (i trucioli della la-vorazione del mobile, gli sfridi della lavorazione del metallo, etc). Anche in questo caso il nuovo decreto stabilisce regole più semplici e più concrete per il riuso evitando tutta la trafila di adem-pimenti e costi legati al rifiuto. Il riuti-lizzo di terre e rocce da scavo. Sino ad ora tutte le imprese che realizzavano infrastrutture (strade, autostrade, im-

mobili, metropolitane) erano costrette a smaltire il materiale scavato come rifiuto (con adempimenti e ancora one-ri annessi, come portarlo in discarica) e acquisire nuovo materiale per le attività di costruzione delle opere. Oggi invece se il materiale di risulta non è contami-nato verrà considerato un sottoprodotto e potrà essere riutilizzato in loco. La Definizione di CDR. Viene reintrodotta la nozione corretta di Combustibile da Rifiuti. Ciò consentirà all’Italia, analo-gamente a quanto già fatto a Fusina e a

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quanto accade normalmente nei distretti industriali del nord Europa, di produrre energia dai rifiuti, considerando quin-di il rifiuto non più uno scarto ma una risorsa economica, con vantaggi sia in termini ambientali che di bolletta ener-getica. Tracciabilità dei rifiuti - SISTRI. Inquadra nell’ambito normativo euro-peo il recente provvedimento istitutivo del sistema di tracciabilità elettronica dei rifiuti speciali, pericolosi e non, su-perando in termini di affidabilità e con-trolli gli stessi paletti fissati dall’UE. Il decreto definisce inoltre le sanzioni per l’inosservanza delle previsioni relative al Sistri che non potevano essere con-tenute nel decreto ministeriale istitutivo

del sistema. Fissa target di recupero di alcuni materiali. Per vetro, carta, pla-stica e metalli viene fissata al 2020 una soglia tassativa minima di recupero, il 50%, nell’ambito di una pratica che deve diventare sempre più diffusa e stringen-te di raccolta differenziata, orientando stili di vita e meccanismi di produzione sempre più verso la cosiddetta “società del recupero. Consente risparmi indivi-duali e collettivi. Il decreto definendo un sistema basato sul recupero e riutilizzo dei prodotti permetterà di realizzare sostanziali economie in materia di: bol-letta energetica nazionale; costi per le famiglie sia in termini energetici che di beni di consumo; costi per le imprese.

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9ItaliaAmbienteIndustria

Fra gli istituti previsti dal nostro ordinamento giuri-dico per la tutela dell’am-

biente il legislatore ha assegnato alla Valutazione di Impatto Ambientale un ruolo di primaria importanza, avente particolare valenza strategica e desti-nato a coordinare o sostituire gli altri procedimenti tesi alla salvaguardia dell’ambiente.L’art. 26, comma 4 del codice dell’am-biente dispone, invero, che il provve-dimento di VIA sostituisce o coordina tutte le autorizzazioni, intese, conces-sioni, licenze, pareri, nulla osta o as-sensi comunque denominati in materia ambientale, inclusa l’autorizzazione integrata ambientale. Oltre all’AIA, espressamente richiamata dalle disposi-zioni del codice, a titolo esemplificativo si indicano, fra i provvedimenti destina-ti ad essere inglobati nella VIA, la VAS, la valutazione d’incidenza ambienta-le, l’autorizzazione per gli impianti di smaltimento e recupero di rifiuti, l’au-torizzazione unica per la costruzione e l’esercizio di centrali elettriche ali-mentate da fonti rinnovabili ed impianti eolici, l’autorizzazione per gli insedia-menti di attività produttive alle quali si è aggiunta un’autorizzazione unica di recente previsione (legge 23.07.09 n.99) concernente la costruzione e l’esercizio di impianti per la produzione di energia nucleare.La previsione di forme di coordinamen-to procedurale risponde all’evidenza all’intento del legislatore di perseguire semplificazione e certezza dei tempi dei procedimenti, evitando duplicazioni o sovrapposizioni istruttorie con inutili aggravi procedimentali.Tuttavia, nella prassi applicativa sono emersi molteplici elementi di criticità e non sempre la gestione di detti procedi-menti è risultata conforme alle soluzio-ni prospettate dal legislatore.

Integrazione tra i procedimenti Via, Vas e Aia per la salvaguardia dell’ambiente e del territorio

La normativa coinvolge gli impianti di smaltimento, recupero rifiuti e l’esercizio di centrali elettriche da fonti energetiche

Ruolo di primaria importanza per coordinare e snellire i procedimenti amministrativi

NORMATIVA

Va in proposito rimarcato che la natu-ra composita e complessa dei procedi-menti da coordinare e l’articolazione degli stessi in sequenze procedimentali caratterizzate da tempi spesso incom-patibili con i termini di conclusione del procedimento di VIA ha reso, di fatto, inoperante il proposito della semplifica-zione e obliterato l’esigenza di celerità auspicata dalla novella.A ciò si aggiunge la considerazione che anche nelle ipotesi in cui il coordina-mento sia stato previsto in via obbliga-

La Valutazione d’Impatto Ambientale è una procedura tecnico-amministrativa di verifica

della compatibilità ambientale di un progetto, intro-dotta a livello europeo con la Direttiva CEE 337/85 e integrata recentemente con la Direttiva 11/97CE. Essa è finalizzata all’individuazione, descrizione e quantificazione degli effetti che un determinato progetto, opera o azione, potrebbe avere sull’am-biente, inteso come insieme delle risorse naturali di un territorio e delle attività antropiche in esso presenti. La V.I.A. è uno strumento di supporto de-cisionale tecnico-politico finalizzato a migliorare la trasparenza delle decisioni pubbliche consenten-do di definire un bilancio beneficio-danno, inteso non solo sotto il profilo ecologico-ambientale, ma anche sotto quello economico-sociale; realizzare la sostenibilità sull’ambiente e prevenire il danno ambientale.

V.I.A.

La Valutazione d’Impatto Ambientaleè una procedura tecnico-amministrativa

Tra gli aspetti innovativi della politica am-bientale europea, particolare rilevanza assu-

mono le iniziative legislative finalizzate al con-seguimento di un elevato livello di protezione ambientale coadiuvato da un approccio integrato alle tematiche ambientali sommato ad una sem-plificazione delle procedure di autorizzazione. Tra queste normative merita particolare attenzione la direttiva n. 96/61/CE sulla prevenzione e riduzio-ne integrate dell´inquinamento, meglio conosciuta come direttiva IPPC (Integrated Pollution Preven-tion and Control).Tale direttiva è stata recepita nell ordinamento italiano con il D.Lgs. 372/1999 e successivamente abrogato dal D.Lgs. 59/2005, disciplina la prevenzione e riduzione integrate dell´inquinamento di fonte industriale prevedendo una nuova procedura finalizzata al rilascio di una “Autorizzazione Integrata Ambientale”.

A.I.A.

L’Autorizzazione Integrata Ambientaleè stata recepita per la riduzione dell’inquinamento

toria dal legislatore, non sono state for-nite utili indicazioni circa le modalità e i tempi di acquisizione dei diversi pareri e nulla osta, sebbene la giurisprudenza abbia chiarito che i termini previsti ex lege per la conclusione dei procedimenti debbano ritenersi perentori e che la pre-visione degli stessi risponda ad esigenze di tutela di alcune attività economiche oltre che posta a presidio del principio di semplificazione da garantire in ma-niera uniforme a livello nazionale.Considerato altresì che per i procedi-

menti di competenza regionale l’inte-grazione è stata demandata alla ini-ziativa del legislatore regionale, ne consegue che, in assenza di disposizio-ni di riferimento, il coordinamento fra procedure in materia ambientale risulta spesso inattuabile, vanificando in tal modo i meritori intenti di semplifica-zione, efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa, frustrando le esigenze di certezza dei tempi istruttori auspica-ti dall’utenza, anche a detrimento delle esigenze di sviluppo economico con-

nesse agli interventi da valutare.Per il superamento di detti profili critici sarebbe auspicabile, pertanto, un nuovo intervento del legislatore per rendere omogenee disposizioni stratificatesi in maniera disorganica ed evitare che il perseguimento dell’intento di semplifi-cazione risulti un’opzione rimessa alla sagace e spesso ancor più disorganica iniziativa del legislatore regionale.

*AvvocatoFunzionario Provincia di Bari

di MAGdA MiCCOLiS*

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10 ItaliaAmbienteIndustria

UNIVERSITàImposizione fiscaleper favorire le impresealla tutela ambientaleL’obiettivo dell’Unione Europea è di promuovere agevolazionial fine di sensibilizzare la ricerca di nuovi modelli ambientali

Il legislatore fiscale, nella ricerca e sperimentazione di nuovi modelli di prelievo,

deve necessariamente tenere conto del-le profonde trasformazioni intervenute nelle modalità di produzione della ric-chezza, non potendo restare indifferen-te rispetto alle emergenze ambientali. Cambiamenti climatici, inquinamento dei mari, dell’aria, del suolo e del sot-tosuolo, progressiva riduzione delle risorse naturali, incremento dei tumori provocati da alimentazione non sicura e dalla diffusione di sostanze canceroge-ne appaiono, infatti, disastri ambientali rispetto ai quali occorre intervenire con tutti gli strumenti possibili, compresi quelli di carattere tributario. L’espor-tazione delle emergenze ambientali in-duce a ritenere indifferibile l’adozione di scelte condivise da parte di tutti gli Stati del mondo, sia ricchi, che poveri, non potendo dare risposte locali a pro-blemi globali.Se fondamentale appare la definizione di programmi integrati di intervento all’interno dei quali adottare, accanto a limiti, divieti, controlli (c.d. politica del

command and control), incentivi, anche misure di “fiscalità verde” su scala mon-diale o quanto meno dall’Unione euro-pea, non possono nemmeno escludersi interventi da parte degli Stati nazionali nella materia tributaria. Gli orizzonti della materia ambientale appaiono, in-fatti, così compositi e complessi che anche procedendo con piccoli passi pos-sono essere raggiunti traguardi impor-tanti, nel breve, medio e lungo termine.

Tributi ambientali, anche minori, pos-sono comunque concorrere a contrasta-re guasti ambientali o il consumo di risorse naturali scarse (petrolio, gas, altri prodotti energetici non rinnovabili, acqua, ecc.), e, assicurando comunque un gettito che può comunque essere impiegato a fini ambientali proprio per rimuovere o attenuare i danni prodotti o per prevenirne di altri. Come eviden-ziato dalla Commissione europea, “per

sollecitare la modifica dei comporta-menti dei produttori e dei consumatori in senso favorevole all’ambiente, gioca un ruolo cruciale e si potrebbe dire di-rimente, la fiscalità ecologica, la quale rappresenta, a ben vedere, lo strumento più efficace rimasto in capo agli stati nazionali”, Il tributo ambientale, pur non dismet-tendo il proprio fine “fiscale” di procu-rare entrate (utilizzabili anche per fini

di ANtONiO URiCCHiO*

ambientali), appare ispirato da valori che ne orientano la disciplina (tutela dell’ambiente, della salute, del paesag-gio), perseguendo anche fini extrafi-scali di promozione di comportamenti o processi produttivi ecocompatibili o di disincentivazione di produzioni in-quinanti o di consumo di risorse scarse ovvero addossando su chi inquina i co-sti delle azioni di eliminazione dei dan-ni all’ambiente, di bonifica e ripristino dei siti inquinati. Affiora, quindi, la distinzione tra tributi ambientali in sen-so stretto e tributi ambientali in senso lato. Nei primi, la fattispecie imponibile è costituita da un’unità fisica (o un suo sostituto o derivato) di qualcosa di cui si abbia prova scientifica di effetti negativi sull’ambiente quando è usato o rilascia-to. Nei secondi, l’ambiente, inteso come valore, bene, diritto e fine, si colloca all’esterno della fattispecie, rilevando quindi su un piano extrafiscale. Resta fermo che, nel caso di imposte ambientali in senso stretto, la produzio-ne, il consumo, l’attività inquinante o la risorsa naturale scarsa assunte come fattispecie imponibili dovranno deno-tare capacità contributiva. A maggior ragione poi le imposte con finalità am-bientali assumeranno come fattispecie imponibili tradizionali indici di capaci-tà contributiva pur se sorrette da una destinazione ambientale. A sua volta, poi, l’effetto inquinante del prodotto o dell’attività sottoposta a tassazione po-trà assurgere a propria volta al ruolo di parametro di commisurazione dell’im-posta. La base imponibile potrebbe essere così determinata non solo sulla base del valore economico del bene pro-dotto o consumato (come per le comuni accise) ma dell’effetto inquinante gene-rato.

*Preside Facoltà di GiurisprudenzaUniversità di Taranto

Il mercoledì come giorno nazionale di blocco del traffico nelle aree urbane di tutta Italia con problemi di inquina-

mento, con l’eccezione dei veicoli “puliti”. E poi una politi-ca di fiscalità ambientale sui carburanti per incentivare il metano e il gpl. Queste le proposte lanciate, nel corso della conferenza interistituzionale Anci-Ministero dell’Ambiente che si è aperta a Roma per affrontare in una logica non emer-genziale, ma strutturale e preventiva, il problema dell’inqui-namento da traffico. Un contributo importante da parte del Governo per indirizzare la conversione del parco veicolare verso l’uso di carburanti meno inquinanti, quali il metano e il gpl, può essere rappresentato dall’adozione di una politi-ca di fiscalità ambientale che consenta anche di reperire le risorse mancanti per gli interventi a favore di una mobilità sostenibile. Ed è questa la richiesta rivolta al governo: una manovra di fiscalità ambientale che aumenti la pressione fi-scale sui carburanti inquinanti, e diminuisca quella sui car-buranti da incentivare, come il metano e il gpl.

INCENTIVI

Fiscalità ambientale sui carburanti

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11ItaliaAmbienteIndustria

Cattiva gestione dei rifiuti:La Corte di Giustizia Europeaboccia l’operato dell’ItaliaA nulla sono valse le argomentazioni dello Stato italiano per aver intrapresoiniziative straordinarie di raccolta differenziata e della bonifica dei siti inquinati

SANZIONE PER L’INADEGUATO AVVIAMENTO DEL CICLO AMBIENTALE ●

La Repubblica italiana, non avendo adottato, per la regione Campania, tut-

te le misure necessarie per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza recare pregiudizio all’ambiente e, in particolare, non avendo creato una rete adeguata ed integrata di impianti di smaltimento, è venuta meno agli ob-blighi ad essa incombenti in forza degli artt. 4 e 5 della direttiva del Parlamen-to europeo e del Consiglio del 5/4/06, 2006/12/CE, relativa ai rifiuti e traspo-sta nell’ordinamento giuridico italiano per mezzo del d.lgs. 152/06. Così ha statuito la Corte di Giustizia Europea con sentenza pubblicata il 4/3/10, espri-mendosi su ricorso della Commissione delle Comunità europee. Deve ad onor del vero ammettersi che tale condanna, come conferma la stessa sentenza, de-riva direttamente dall’inadempimento al parere inviato il 1/2/08 dalla Com-missione all’Italia che nel termine di un mese avrebbe dovuto conformarvisi, e non tiene conto di tutte le iniziative suc-cessivamente intraprese alla scadenza del parere, tra cui il lavoro di elimina-zione dalle strade di ingenti quantitativi di rifiuti, e che, tra il 14 gennaio ed il 1 marzo 2008 sarebbero state raccolte e messe in sicurezza ben 348.000 tonnel-late di rifiuti. La Corte, chiarisce, quin-di che per poter ritenere che uno Stato membro abbia creato una rete integrata ed adeguata di impianti di smaltimento, occorre che esso disponga di un appa-rato di strutture tecniche volte a con-sentire, da un lato, che i rifiuti impossi-bili da recuperare e/o riutilizzare siano smaltiti senza pericolo per l’ambiente e la sanità pubblica e, dall’altro, che, ai fini del rispetto dei principi di autosuf-ficienza e di prossimità, le capacità di assorbimento degli stabilimenti desti-nati allo smaltimento dei rifiuti, come inceneritori e discariche, corrisponda-no ai quantitativi di rifiuti suscettibili di smaltimento nella regione interessata. Orbene, a tale riguardo, il sistema isti-tuito nella regione Campania avrebbe presentato indubbie carenze, sia in ter-

mini di raccolta differenziata (pari solo al 10,6% dei rifiuti prodotti, contro una media comunitaria del 33% e una me-dia nazionale che oscilla dal 19,4% per le regioni del centro Italia al 38,1% per le regioni settentrionali), sia in termini di sovrautilizzo delle discariche, pur rappresentando la soluzione peggiore per l’ambiente, sia in termini di inade-guatezza degli impianti di produzione di CDR che si limiterebbero, in realtà, a trattare i rifiuti da dover necessaria-mente inviare ad altre strutture per lo smaltimento definitivo. A nulla sono

valse le argomentazioni dell’Italia, la quale ha osservato di aver intrapreso iniziative straordinarie di raccolta con un aumento del livello di raccolta dif-ferenziata nella regione Campania, di aver aperto due discariche e costruito altri inceneritori, adducendo inoltre che, inadempimenti contrattuali delle imprese aggiudicatarie dei loro impe-gni contrattuali di realizzare gli im-pianti di trattamento dei rifiuti, i com-portamenti criminali nella zona de qua, l’opposizione della popolazione all’in-stallazione di discariche sul territorio

dei loro comuni costituiscono cause di forza maggiore indipendenti dalla sua volontà e che in realtà non ci sarebbero state conseguenze pregiudizievoli per la salute dei cittadini, non tenendo però conto che gli obblighi derivanti dall’art. 4 della citata direttiva hanno natura precauzionale per cui gli Stati membri dovrebbero adottare le misure adegua-te ad evitare situazioni di pericolo per l’ambiente, quali anche odori molesti e danni al paesaggio.

*Avvocato

Il Parlamento ha adottato defini-tivamente una direttiva che, per

proteggere l’ambiente e la salute umana, fissa misure per ridurre la produzione di rifiuti, anche incen-tivando l’eco-design, e impone il ricorso a regimi di raccolta diffe-renziata entro il 2015 per aumen-tare di almeno il 50% il riutilizzo e il riciclaggio nel 2020. Prevede poi la definizione di programmi di gestione e prevenzione dei rifiuti e norme in materia di autorizzazioni, responsabilità, sanzioni e ispezione degli impianti. Gerarchia dei rifiu-ti: prima di tutto la prevenzione e la riduzione. In testa alla gerarchia figura la prevenzione, ossia misure - prese prima che una sostanza, un materiale o un prodotto sia diventa-to un rifiuto - che riducono la quan-tità di rifiuti, anche attraverso il ri-utilizzo dei prodotti o l’estensione del loro ciclo di vita, gli impatti ne-gativi dei rifiuti prodotti sull’am-biente e la salute umana oppure il contenuto di sostanze pericolose in materiali e prodotti. Segue poi la preparazione per il riutilizzo, ovvero le operazioni di controllo, pulizia e riparazione attraverso cui prodotti o componenti di prodotti diventati rifiuti sono preparati in modo da poter essere reimpiegati senza altro pretrattamento.Viene poi il riciclaggio, ossia qualsiasi operazione di recupero attraverso cui i materiali di rifiuto sono ritrat-tati per ottenere prodotti, materiali o sostanze da utilizzare per la loro funzione originaria o per altri fini. Esso include il ritrattamento di materiale organico ma non il recu-pero di energia né il ritrattamento per ottenere materiali da utilizzare quali combustibili o in operazioni di riempimento. Segue poi il recu-pero diverso dal riciclaggio, come il recupero di energia o altre opera-zioni il cui principale risultato sia di “permettere ai rifiuti di svolgere un ruolo utile sostituendo altri ma-teriali”. (a.m.m.)

UNIONE EUROPEA

Ridurre i rifiutiincentivandol’eco-design

DIRETTIVA

di ROSSANA BALiCE*

Congelati i fondi. Restano, dunque, congela-ti i fondi comunitari destinati alla Campa-

nia e bloccati dalla Commissione Europea dopo l’avvio della procedura d’infrazione. In ballo ci sono circa 500 milioni di euro, secondo i dati della Regione, di cui 300 della programmazione 2007-2013. L’argomento è stato affrontato giorni fa a Bruxelles nella riunione della commissione petizioni del Parlamento Europeo, presieduta da Erminia Mazzoni (Pdl), a cui hanno partecipato rappresentanti delle autorità regionali e nazionali e dei cittadini firmatari di sedici petizioni rela-tive ai problemi ambientali e dei rifiuti a Napoli e in Campania. “Siamo pronti - ha spiegato Pia Bucella, direttrice alla dg Ambiente della Com-missione - a riconsiderare la decisione quando la situazione sarà cambiata definitivamente”.

PROGRAMMAZIONE 2007-2013

Congelati i fondi europeidopo la procedura d’inflazione

Ritorno alla normalità. In commissione è toc-cato a Raimondo Santacroce per la Campania

e ad Ettore Figliolia per il governo illustrare i prov-vedimenti presi dall’Italia. La Regione ha assicu-rato che è in dirittura d’arrivo un piano capace di consentire il ritorno alla normalità e ha citato un aumento significativo della raccolta differenziata che si attesta al 22%. Di “obiettivi raggiunti” ha parlato anche il rappresentante del governo secon-do cui il termovalorizzatore di Acerra sarà in grado di assorbire il 40% della produzione di rifiuti della Regione. “Siamo pronti a documentare quello che diciamo” hanno precisato i rappresentanti italiani. La presidente di commissione Erminia Mazzoni si è detta convinta della necessità di cercare e ve-rificare le soluzioni per scongiurare il pericolo di perdere fondi comunitari.

EMERGENZA CAMPANIA

Verificare la progettualitàper scongiurare la perdita dei fondi

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12 ItaliaAmbienteIndustria

Dopo le voci che si rincor-revano nelle ultime ore, la proroga è arrivata:

con DM 15 febbraio 2010, pubblicato sulla G.U. n. 48 del 27 febbraio 2010. Nel caso del SISTRI, si sarebbe po-tuto aspettare di avviare il sistema, magari effettuando dei test prelimina-ri, confrontandosi con le imprese, gli organi di controllo, i settori della PA coinvolti, per definire meglio una se-rie di aspetti che hanno fatto perdere il sonno a tanti; si poteva creare una struttura in grado di dare risposte ce-leri e certe: ancora oggi il call center arranca nel dare risposte agli utenti e le richieste di modifica o integrazioni alle iscrizioni già effettuate tardano ad essere evase. Il Dm 15 febbraio 2010 ha chiarito al-cuni aspetti relativi alle modalità di iscrizione, ma tanti altri ne ha trascu-rato.Innanzitutto sono stati prorogati di trenta giorni i termini per l’iscrizione previsti dal Dm 17 dicembre 2009: pertanto, i soggetti che erano obbligati ad iscriversi entro il 28 febbraio, po-tranno farlo entro il 30 marzo 2010; i soggetti che erano tenuti ad iscriversi entro il 30 marzo, dovranno farlo entro il 29 aprile 2010.E’ stato esteso anche agli incenerito-ri il sistema della videosorveglianza (art 2) inizialmente previsto solo per le discariche, mentre viene chiarito (art. 3) che le imprese e gli enti che effettuano operazioni di recupero e di smaltimento di rifiuti e che risultino produttori di rifiuti di cui all’art. 184, comma 3, lettera g) del decreto legisla-tivo 152/2006, sono tenuti ad iscriversi al SISTRI anche come produttori indi-pendentemente dal numero dei dipen-denti, entro i termini del 1 marzo ex DM 17 dicembre 2009 e, quindi, ora entro il 30 marzo.Per le attività di raccolta e trasporto rifiuti (art. 4), si precisa che le impre-

se di cui all’articolo 212, comma 5 del Dlgs 152/2006, che raccolgono e trasportano rifiuti speciali (prodotti da terzi, quindi), possono dotarsi del dispositivo Usb relativo alla sola sede legale o, in alternativa, di un ulteriore dispositivo Usb per ciascuna unità lo-cale (versando il contributo per ognuna di esse); rimane fermo l’obbligo di do-tarsi di un dispositivo per ciascun vei-colo a motore adibito al trasporto dei rifiuti. Le imprese che alla data del 1° marzo 2010 (giorno di entrata in vigore del Dm 15 febbraio 2010) risultano già

Prorogati i terminid’iscrizione al SistriPer le attività di trasporto rifiuti le imprese possono dotarsi del dispositivoUsb relativo alla sola sede legale o, in alternativa per ogni unità locale

iscritte al Sistri, ma intendono usufru-ire dalla nuova facoltà concessa dello stesso, devono richiedere i dispositivi per unità locale rivolgendosi al numero verde 800 00 38 36All’art. 5 sono state definite le modalità di pagamento dei contributi, attraverso l’inserimento di un nuovo paragrafo dedicato alla fine dell’allegato II del Dm 17 dicembre 2009. Invero si tratta, salvo qualche aggiunta, di quanto già riportato nella nota presente sul sito del SISTRI.All’art 9 comma 2 viene chiarito che

RIFIUTI

di PASQUALE FiORE*

Il tema della gestione dei rifiuti ha assunto una rilevanza sempre maggiore, che riguarda non solo

la tutela dell’ambiente ma anche la difesa della legalità. Questo vale in special modo per i rifiuti pericolosi che sono spesso oggetto di lucrosi traffici da parte delle organizzazioni criminali che causano gravi danni al territorio e possono mettere in peri-colo la salute pubblica. Per tali motivi il Governo ha deciso di varare il SI-STRI, un sistema elettronico che con-sente la tracciabilità dell’intera filiera dei rifiuti speciali, nonché, dei rifiuti urbani in Campania, sfruttando le più

avanzate tecnologie. D’ora in poi ogni rifiuto speciale potrà essere seguito in qualsiasi fase della filiera produttiva, senza possibilità di occultamento.Grazie al SISTRI, finalmente potre-mo contare su un apparato di control-lo adeguato, affidato al Comando Ca-rabinieri per la Tutela dell’Ambiente. Saranno, inoltre, sostituite procedure obsolete, inefficienti e onerose e sarà possibile rispondere in maniera più efficace alle istanze sociali e ambien-tali. E soprattutto, con questo nuovo strumento, lo Stato può dare un ulte-riore forte segnale nella lotta contro l’illegalità, confermando la scelta

della tolleranza zero nei confronti dei crimini ambientali. Il SISTRI inoltre potrà agevolare l’attività degli ope-ratori del settore riducendo costi e passaggi burocratici a tutto vantag-gio della sicurezza e della legalità, e senza gravare sulla spesa della Pub-blica Amministrazione, né su quella dei contribuenti. Le stesse modalità di accesso alla fase operativa, nono-stante la sua complessità, sono state concepite per semplificare la vita agli utenti: nel periodo di avviamento in particolare, sarà messa a disposi-zione una vasta rete di supporti per informare, assistere e agevolare tutti

coloro che ne sono interessati. E in quest’ottica ringrazio l’Unioncamere e le organizzazioni imprenditoriali per quanto hanno fatto e faranno per il positivo avvio del SISTRI. L’Italia è la prima nazione a dotarsi di un ap-parato simile e ciò costituisce anche l’opportunità di offrire un modello a livello europeo. Un modello capace di coniugare, grazie alla tecnologia, efficienza, controlli e rigorosa tutela della salute e dell’ambiente.

Stefania PrestigiacomoMinistro dell’Ambiente

e della Tutela del Territorio

SISTRI/ ● L’ITALIA E’ LA PRIMA NAZIONE A DOTARSI DI UN APPARATO TECNOLOGICO

Coniugare ambiente, efficenza e legalitàD’ora in poi ogni rifiuto speciale potrà essere seguito in qualsiasi fase

gli impianti comunali o intercomu-nali ai quali vengono conferiti rifiuti urbani e che effettuano, in regime di autorizzazione, unicamente operazioni di messa in riserva R13 e deposito pre-liminare D15, si iscrivono al SISTRI nella categoria centro raccolta/piatta-forma e versano il contributo annuo di 500 euro indipendentemente dalla quantità di rifiuti urbani gestiti.L’art. 10 introduce la modifica dei mo-duli di iscrizione 1 e 2 allegati al DM 17 dicembre 2009, chiarendo aspetti legati: al numero di unità locali (sotto-sezione 1.5), alle modalità di richiesta delle chiavi USB (sottosezione 2.4) e del loro numero per unità locale (sot-tosezione 2.5). Importante la modifica introdotta alla sottosezione 2A.3 ine-rente le categorie di recupero/smalti-mento (R5, R10, R11, R12, R13) e (D2, D3, D4, D6, D7, D13, D14, D15). Lo stesso articolo 10, al comma 2, spe-cifica, inoltre che “sono fatte salve le iscrizioni effettuate, fino all’entrata in vigore del presente decreto, sulla base dei moduli allegati al decreto ministe-riale 17 dicembre 2009”.Tralasciando le modifiche che riguar-dano alcuni aspetti operativi, sembra utile segnalare quella relativa alla de-finizione della figura del delegato che, continua a tenere in fibrillazione molti operatori. L’art. 12 del DM 15 febbraio 2010, infatti sostituisce la precedente definizione con la seguente “Delega-to”: il soggetto che, nell’ambito dell’or-ganizzazione aziendale, e’ delegato dall’impresa all’utilizzo e alla custodia del dispositivo USB, al quale sono as-sociate le credenziali di accesso al Si-stema ed e’ attribuito il certificato per la firma elettronica.” Resta fermo che qualora l’impresa non abbia indicato, nella procedura di iscrizione, alcun “Delegato”, le credenziali di accesso al SISTRI e il certificato per la firma elettronica verranno attribuiti al rap-presentante legale dell’impresa.

*Apulia Systemwww.apuliasystem.it

Page 13: Industria & Ambiente

13ItaliaAmbienteIndustria

Le attività di contrasto sono affidate al Coman-do dei Carabinieri per la

tutela dell’ambiente, che presterà par-ticolare attenzione al trasporto e alla fase finale di smaltimento, con l’uti-lizzo di sistemi elettronici in grado di dare visibilità al flusso in entrata e in uscita degli autoveicoli nelle discari-che. Il sistema sarà interconnesso tele-maticamente con l’Albo nazionale dei gestori ambientali, tramite il Ministero dell’Ambiente, per fornire i dati relati-vi al trasporto dei rifiuti e con l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e altresì per fornire, attraverso il catasto telematico, i dati sulla produzione e la gestione dei rifiuti anche alle agenzie regionali protezione ambiente e alle competenti autonomie locali. Per garantire la tracciabilità dei rifiuti speciali pure nei trasporti ma-rittimi e ferroviari sarà interconnesso con i sistemi informativi della Guardia Costiera e delle imprese ferroviarie. Inoltre, il funzionamento del Sistri sarà monitorato da un comitato di vigilan-za e controllo, che sarà istituito senza oneri per il bilancio dello Stato. Avendo riguardo alle fonti, del Sistri, richiamando le disposizioni normative alle quali si è data attuazione col d.m. 17 dicembre 2009, abbiamo: l’art.189, comma 3-bis del d.lgs. 152/2006 ss.mm. e int.; l’art.1, comma 1116, del-la legge n. 296/2006 (legge finanziaria 2007); l’art.14-bis del decreto-legge n. 78/2009.Non si comprende perché dai compiti di controllo siano esclusi (si veda an-che la questione dell’accessibilità dei dati da parte di soggetti pubblici) altre forze di polizia che non appartengono ai Carabinieri Tutela Ambientale ma che rivestono pari dignità e specialità nella lotta alla criminalità ambientale (Guardia di Finanza, Corpo Forestale dello Stato, Polizia di Stato, Agenzia dogane, eccetera); L’esclusione del ruolo delle altre forze di polizia, dal sistema di gestione del SISTRI oltre ad essere un fatto estre-mamente negativo, proprio per il rag-giungimento degli obbiettivi che si pre-figge il presente intervento normativo, introduce un elemento di confusione in ordine a quelli che sono i compiti e le funzioni di polizia giudiziaria degli ap-partenenti alle altre forze dell’ordine.Il d.m. del 17 dicembre 2009 nell’af-fidare ai Carabinieri per la tutela dell’ambiente i compiti di gestione dell’intero sistema del SISTRI non ha escluso quelli che sono i compiti di polizia giudiziaria affidati ai vari cor-pi di polizia. Infatti, rimangono fermi gli obblighi degli agenti e ufficiali di polizia giudiziaria imposti oltre che da leggi speciali anche dal codice di pro-cedura penale. Questi ultimi, infatti, come operatori di P.G. sono obbligati, in presenza di una notizia di reato a riferire alla’autorità giudiziaria (ovve-ro al Pubblico Ministero) delineando gli elementi essenziali del fatto e in-dividuando le fonti di prova (art. 347 c.p.p.).

Obbligo delle impresea monitorare la gestione dei rifiuti con i sistemi on-lineLe attività di contrasto sono affidate al Nucleo Ecologico CarabinieriIl sistema sarà interconnesso con l’Albo Nazionale Gestori Ambinetali

Come appare quindi evidente, il pre-sente decreto ministeriale di fatto non ha raggiunto quella unità di coordina-mento, nell’ambito delle attività di con-trasto ai fenomeni di gestione illecita dei rifiuti, delle forze di polizia, obbiet-tivo che lo stesso intervento normativo si prefiggeva. A questo punto bisogna interrogarsi sui possibili rischi derivanti dalla mancata realizzazione di sinergie di intervento tra le forze dell’ordine nella repressio-ne dei fenomeni criminali: due appaio-no i principali pericoli. La prima attiene all’adeguatezza del livello di conoscenza del fenomeno negli operatori. Va considerato, infat-ti, che a causa dell’assenza di poteri di coordinamento investigativo, i fatti-reato rimangono spesso nell’esclusivo patrimonio conoscitivo di un singolo organo di polizia, rimanendo pertan-to disancorati - nella percezione degli investigatori - dal contesto criminale

complessivo del quale, viceversa, è espressione significativa. Ne consegue una visione assolutamente parziale di un fenomeno criminoso caratterizzato, viceversa, da una dimensione opera-tiva spesso nazionale se non transna-zionale e un’attività repressiva sovente non adeguatamente incisiva. La seconda attiene al livello di coin-volgimento di tutti gli organi investi-gativi, alla capacità di innescare utili sinergie fra gli stessi, nel rispetto delle peculiarità professionali di ciascuno. L’assenza di soggetti muniti di poteri di coordinamento ed impulso, capaci di raccogliere, analizzare e mettere in circolo le informazioni relative alle singole attività di indagine, priva gli organi investigativi di quel necessario quadro organico valutativo che è pre-messa indispensabile per indirizzare al meglio le attività di investigazio-ne. Ciò, a voler tacere del fatto che la mancata previsione di una funzione di

di ANtONiO LA SCALA

raccordo informativo ed operativo fa si che organi aventi competenze solo indirettamente incidenti nel settore dei rifiuti (si consideri, ad esempio, il caso delle Capitanerie di Porto o delle Autorità Doganali) rimangano di fatto esclusi dalla possibilità di fornire im-portanti contributi conoscitivi in am-biti nevralgici (qual è, rimanendo nell’ esempio sopra indicato, quello del traf-fico marittimo e transnazionale). Il quadro complessivo che ne viene fuori descrive una condizione di strut-turale inferiorità degli organi deputati al contrasto delle condotte illecite. La scena vede contrapposti, da un lato, soggetti criminali che sfruttano al me-glio la propria struttura organizzativa, diversamente modulandola a seconda delle esigenze tecniche e normative e, dall’altro, una compagine repressiva con le strategie criminali più avanzate.

*Avvocato

IN AUMENTO I CONTROLLI AL CONTRASTO DELLO SMALTIMENTO ILLECITO DEI RIFIUTI

Antonio La Scala

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14 ItaliaAmbienteIndustria

Le applicazioni spaziali pervadono ormai la vita dei cittadini, dalla mete-

orologia, alle telecomunicazioni, alla navigazione terrestre e marittima, ai sistemi di tracciabilità, agli antifurti, in modo così naturale da dimenticare gli sforzi di ricerca compiuti a livello nazionale ed internazionale. Le poten-zialità d’innovazione nel settore fanno si che i risultati sinora raggiunti rappre-sentino solo la punta dell’iceberg delle applicazioni ancora ipotizzabili ed, in tale direzione, la Regione Puglia ha deciso di accettare la sfida approvando lo schema di Convenzione con l’Agen-zia Spaziale Italiana (ASI) con propria deliberazione di Giunta Regionale n.4 dell’11 gennaio 2010, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Pu-glia n. 26 del 09-02-2010 e finalizzata ad avviare un rapporto strutturato di collaborazione che contempla attività di ricerca, studi e sviluppi per attivi-tà pre-operative, in relazione all’inte-grazione fra navigazione satellitare ed Osservazione della Terra (sia da rile-vatori in situ che da satellite). Tra le ipotesi di collaborazione in via di definizione è incluso anche l’im-piego delle immagini acquisite dalla costellazione di satelliti COSMO-Sky-Med: prima costellazione europea di satelliti di osservazione della Terra ad alta risoluzione con applicazioni duali, che include un segmento spaziale ed un segmento di terra. In particolare il segmento spaziale è costituito da una

RETI DI LABORATORI PUBBLICI

Progetto di ricercacon le applicazionispaziali e meteo Rinnovata la convezione tra Regione Puglia e l’Agenzia Spaziale Italiana

costellazione di 4 satelliti equipaggiati con sensori SAR (Radar ad Apertura Sintetica) ad alta risoluzione operanti in banda X e dotati di un sistema di acquisizione e trasmissione dati alta-mente flessibile ed innovativo, poiché operante in qualsiasi condizione me-teorologica (con qualsiasi copertura nuvolosa) e di illuminazione (giorno/notte). Tale Sistema per le sue caratteristiche di flessibilità e di integrabilità è in gra-do di operare sinergicamente sia con altri sistemi spaziali che con sistemi da piattaforma aerea quali quelli im-plementati dalla Rete di Laboratori Pubblici di ricerca “RIVONA” - Ridu-zione dei rischi di volo e nowcasting aeroportuale - che oltre agli obiettivi direttamente collegati con il miglio-ramento della navigazione aerea in zona di avvicinamento al sedime ae-roportuale, attraverso la riduzione di alcuni rischi di volo e la gestione della previsione meteorologica aeroportuale (nowcasting aeroportuale), si pone im-

portanti finalità di osservazione della terra da piattaforma aerea con sensori iperspettrali e termici.Infatti in tale progetto sarà allestita una piattaforma aerea idonea ad ospi-tare strumentazione per la ricerca nel settore del telerilevamento attraverso la collaborazione diretta di tre Istituti del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) aventi sedi operative in Puglia: l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC-Lecce), l’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA-Bari) e

l’Istituto di Studi sui Sistemi Intelli-genti per l’Automazione (ISSIA-Bari). Le sinergie rese possibili dalla dispo-nibilità delle immagini satellitari ac-quisite dall’Agenzia Spaziale Italiana e dai sensori iperspettrali e termici della Rete dei Lavoratori Pubblici “Rivona” consentono numerose applicazioni tra cui: rilevazione delle discariche e degli smaltimenti abusivi di rifiuti – attività che potrà fornire ulteriore valore aggiunto alle azioni realizzate nell’ambito dell’Accordo di Program-

ma Quadro per la Tutela Ambientale che coinvolge la Regione Puglia, la Guardia di Finanza, il Comando Tute-la Ambiente dei Carabinieri, il Corpo Forestale dello Stato, l’ARPA Puglia ed il CNR-IRSA; rilevazione delle at-tività estrattive abusive – in coerenza con le azioni in corso che coinvolgono la Regione Puglia, il Comando Tutela Ambiente dei Carabinieri, l’ARPA Pu-glia ed il CNR-IRSA; individuazione di abusi edilizi da realizzarsi attraver-so un’azione sinergica che coinvolge-rà la Regione Puglia, Innovapuglia, il Politecnico di Bari, il CNR-IRSA e le Forze dell’Ordine; il controllo delle coste e dei fenomeni di erosione co-stiera – in prosecuzione rispetto alle attività realizzate dal il Politecnico di Bari-Laboratorio di Ingegneria delle coste, il Dipartimento di Geologia e Geofisica dell’Università di Bari ed il CNR-IRSA; il controllo delle risorse agricole e forestali – per la classifica-zione dei terreni ed il monitoraggio delle colture durante il ciclo di cresci-ta, anche al fine di ottimizzare le pro-duzioni agricole e contrastare attacchi parassitari; attività di protezione civile – da realizzarsi con la Protezione Ci-vile della Regione Puglia e finalizzate al monitoraggio di eventuali disastri naturali anche in condizioni estreme (legate alla potenzialità dell’osserva-zione continua di giorno e di notte ed in qualsiasi condizione di copertura nuvolosa), nonché ad effettuare azioni di prevenzione sulla base dello studio delle cause e dei fenomeni precursori, con particolare riferimento ai dissesti idrogeologici, alle alluvioni ed agli in-cendi.

*Consiglio Nazionale delle Ricerche

di VitO FELiCE URiCCHiO*

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15ItaliaAmbienteIndustria

Le evidenze statistiche te-stimoniano che una quo-ta preponderante (80%)

degli incidenti sul lavoro dipende da comportamenti inadeguati piuttosto che da inefficienze strutturali ed infra-strutturali.Un approccio organico ed efficace alla sicurezza, quindi, non può trascurare i comportamenti, rassegnandosi a consi-derarli una variabile incontrollabile.La Behavior Analysis è una discipli-na che studia i comportamenti umani come fenomeni naturali, relazionan-doli alle contingenze ambientali che li determinano, agli stimoli fisici che li evocano ed alle conseguenze cui ven-gono associati.Le ricerche sperimentali condotte in USA negli anni 70 hanno identificato la possibilità di prevedere e controlla-re i comportamenti, definendo precisi metodi per farlo.E’ possibile, perciò, estendere al cam-po della prevenzione e protezione gli approcci dettati dall’analisi compor-tamentale, che già trovano impiego in altri settori organizzativi. La BBS rappresenta un’applicazione dei principi della Behavior Analysis, utilizzando in particolare nell’ambito

della sicurezza sul lavoro il paradig-ma di Skinner del “condizionamento operante”, cioè la possibilità di influire sui comportamenti osservabili dei la-voratori con stimoli e contingenze che li “rinforzano” e consolidano.Perciò si sposta l’attenzione dal com-portamento “pericoloso” a quello “sicuro”, individuando e gli elementi ambientali che lo sostengono, aumen-tandone la frequenza di manifestazio-

ne.Questo approccio di valutazione in po-sitivo, naturalmente, determina riflessi rasserenanti, migliorando quel clima aziendale nel quale il comportamento corretto del lavoratore assume la dovu-ta ed adeguata importanza per l’ope-ratività “sicura”; tale comportamento, con le opportune azioni strategiche, è sistematicamente incentivato ed in-tensificato ottenendo, oltre ai successi

nella prevenzione, motivazioni produt-tive.La BBS porta, così, ad effettiva ma-turazione una cultura della sicurezza dove i valori aziendali, enunciati e con-divisi, plasmano e modellano i compor-tamenti, educano oltre ad informare, traducendosi in azioni concrete, buone prassi e, quindi, in risultati oggettivi e quantificabili.La natura scientifica del metodo con-

Infortuni sul lavoro:Arriva la Behavior Analysis

L’80% DEGLI INCIDENTI SUL LAVORO E’ CAUSATO DA COMPORTAMENTI INADEGUATI

La BBS analizza l’onere della prova e il modus operandi dei lavoratoridi MARCO PELLEGRiNiE GiOVANNi CANdURA

I consumatori domestici potranno godere di maggiori garanzie e di ulteriori coperture

assicurative in caso di incidenti provocati da fughe di gas. Le nuove proposte dell’Autorità riguardano il rinnovo, per il periodo 1 ottobre 2010-31 dicembre 2013, dell’assicurazione già in vigore. In effetti, con la delibera 152 del 2003, l’Autorità per l’energia ha da tempo stabilito che chiunque utilizzi gas metano o altro tipo di gas fornito tramite reti di distribuzione urbana o reti di trasporto, possa automaticamente godere di un’assicurazione automatica contro incidenti da gas. L’assicurazione copre la responsabilità civile nei confronti di terzi, gli incendi e gli infortuni, che abbiano origine a valle del contatore negli impianti e negli apparecchi a valle del punto di consegna del gas. Beneficiano circa 20 milioni di famiglie. (a.m.m.)

SICUREZZA IMPIANTI

Autorità per l’Energiapiù garanzie per i consumatori

Sono tanti i tumori causati dall’inalazione del gas Radon. Anche in questo caso la preven-

zione diventa indispensabile. Con semplici ac-corgimenti, applicabili in alcune situazioni, si può ridurre notevolmente il rischio. “Il Radon – spiega Mario Mariani, direttore del dipartimento dell’Ispesl, Installazioni di Produzione e Insedia-menti Antropici - è l’isotopo più significativo per il rischio cancerogeno da inalazione dell’uomo. Essendo un gas, ha la capacità di attraversare la porosità del terreno, le fessure e le crepe dei pavi-menti, le giunture delle mura oltre a fluire dai pori dei materiali da costruzione. E’ un gas radioattivo e la sua inalazione può procurare effetti cancero-geni sui polmoni. Di qui la necessità assoluta di “bonificare” gli ambienti chiusi di vita e di lavoro quando in essi la concentrazione di radon supera il valore di guardia”. (a.m.m.)

SICUREZZA DAI GAS

Prevenzione indispensabiledei tumori causati dal gas Radon

sente, infatti, di assumere l’onere della prova; la riproducibilità del protocollo permette di prevederne gli esiti con grande attendibilità e di produrre in-controvertibili dati numerici, elabora-zione delle corpose rilevazioni, che ne misurano i risultati.La già consistente base storica delle applicazioni realizzate ormai in tutto il mondo ed in svariati settori merceolo-gici, infatti, evidenzia la capacità della BBS di intervenire in modo drastico ed efficace su quei comportamenti prima considerati ingestibili e di conseguire, in tempi contenuti, riduzioni del 60% degli infortuni, adottando metodi e strumenti propri del performance ma-nagement.L’intervento di BBS ha, quindi, un significativo connotato gestionale, es-sendo caratterizzato da quei cruciali elementi di coinvolgimento aziendale, di analisi e valutazione, di monitorag-gio ed azione, che la stessa evoluzione legislativa ha portato alla ribalta.

*Ingegneri associati

Page 16: Industria & Ambiente

16 ItaliaAmbienteIndustria

Saranno applicate agli edifici di nuova costruzione e a quelli da ristrutturare, ad eccezione degli immobili conside-rati beni culturali e di quelli che se-condo le norme urbanistiche possono essere sottoposti al solo restauro con-servativo.Tra le eccezioni si annoverano anche i fabbricati industriali, artigianali e agricoli non residenziali nei quali gli ambienti sono mantenuti a temperatu-ra controllata per esigenze del proces-so produttivo. Allo stesso modo sono esclusi box, cantine, autorimesse, par-cheggi multipiano, depositi.Il nuovo iter procedurale sarà il seguen-

te: un tecnico accreditato dalla Regio-ne valuta le prestazioni energetiche di un edificio e compila il certificato. Il documento sarà trasmesso alla Regio-ne (Assessorato allo Sviluppo econo-mico) che lo valuterà e gli assegnerà un numero, redigendo un attestato che sintetizza i dati della certificazione energetica.Da quel momento, cioè dalla data di emissione, l’attestato ha validità di die-ci anni a meno che non vengano realiz-zate altre modifiche sull’immobile, che ne variano la prestazione energetica. In questo caso l’attestato dovrà essere aggiornato.

L’ufficio energia dell’assessorato allo sviluppo economico darà vita al catasto energetico degli edifici che classificherà gli immobili

mq l’anno.Il Regolamento, pertanto, è di rilevan-te importanza, in quanto gli edifici pu-gliesi dell’immediato futuro dovranno essere più efficienti sotto il profilo energetico, cioè contenere le emissioni ed utilizzare fonti energetiche alter-native alle attuali. Avremo pertanto l’attestato di certificazione energetica, un documento obbligatorio che la Re-gione rilascerà su avvallamento di un soggetto certificatore, in maniera tale gli edifici siano classificati secondo una scala dalla quale dipenderà, come logica conseguenza, anche il valore dell’immobile.

Regolamento regionaleper i certificatori energetici degli edifici

ENERGIA

Sono ben 6.993 i comuni italiani dove è installato almeno un im-

pianto di produzione energetica da fonti rinnovabili (5.580 nel 2009 e 3.190 nel 2008). Le fonti pulite oggi sono presenti nell’86% dei comuni: 6.801 sono i comuni del solare (83,9% del totale), 297 quelli dell’eolico, 799 quelli del mini idroelettrico e 181 quelli della geotermia, 788 quelli del-le biomasse. E’ questa, in sintesi, la mappatura delle fonti rinnovabili nel territorio italiano che emerge dal rap-porto “Comuni rinnovabili 2010” di Legambiente, realizzato in collabora-zione con il GSE (Gestore dei servizi

elettrici) e Sorgenia, presentato nei giorni scorsi a Roma. Per il solare fo-tovoltaico, il comune di Craco (Mt) è in testa alla classifica - che premia la diffusione per numero di residenti - di diffusione con una media di oltre 542 kW (chilowatt) ogni 1.000 abitanti. Nel solare termico a vincere è il pic-colo comune di Fiè allo Sciliar (Bz) con una media di 1.152 metri quadra-ti ogni 1.000 abitanti. Con il solare sono 51 i comuni che hanno già rag-giunto l’obiettivo fissato dall’Unione Europea di 264 mq/1.000 abitanti (15 in più rispetto al 2009). I comuni dell’eolico sono 297 per una potenza

installata pari a 5.148 MW (mega-watt) - 1.287 MW in più rispetto al 2009 - che soddisfa il fabbisogno elet-trico di oltre 4.100.000 famiglie (192 municipi sono autonomi dal punto di vista elettrico). I comuni del mini-idroelettrico sono 799 (impianti fino a 3 MW) in grado di produrre ogni anno oltre 2.860 GWh (gigawattora) pari al fabbisogno elettrico di oltre 1.100.000 famiglie. I comuni della ge-otermia sono 181 con una produzione di circa 6.600 GWh all’anno di ener-gia elettrica per un fabbisogno di più di 2 milioni 640 mila famiglie. I co-muni della biomassa sono 788 con cui

si producono 7.161 GWh l’anno pari al fabbisogno elettrico di oltre 2 mi-lioni 860 mila famiglie. Sono in cre-scita gli impianti di teleriscaldamento (355), mentre sono 286 i comuni in cui gli impianti utilizzano biomasse “vere”, e 825 i comuni che grazie a una sola nuova fonte rinnovabile pro-ducono più energia elettrica di quanta ne consumano le famiglie. “Nel 2009 - dichiara Vittorio Cogliati Dezza - la crescita delle fonti rinnovabili è stata fortissima, con un più 13% di produ-zione, e dimostra quanto oggi queste tecnologie siano affidabili e competi-tive”. (a.m.m.)

LEGAMBIENTE/ ● SONO OLTRE 7000 I COMUNI ITALIANI DOVE E’ INSTALLATO UN IMPIANTO DI ENERGIA

Crese la cultura delle fonti rinnovabiliSono in crescita gli impianti di teleriscaldamento e gli impianti che utilizzano biomasse

La Regione Puglia ha fi-nalmente emanato il Re-golamento Regionale n.

10/2010 di disciplina dei criteri e delle procedure in materia di certificazione energetica degli edifici, secondo le di-sposizioni fissate dal Decreto Legisla-tivo n.192/2005 e s.m.i.Il provvedimento è finalizzato al mi-glioramento delle prestazioni energe-tiche degli edifici, esistenti o di nuova costruzione, in relazione al contesto ambientale e climatico locale, in modo da valorizzare le fonti di energia rinno-vabile e la diversificazione energetica, privilegiando le tecniche con minore impatto ecologico.Il testo normativo cita anche le mo-dalità di rilascio, da parte dei soggetti accreditati, dell’attestato di certifica-zione con validità temporale di dieci anni, suscettibile di aggiornamento in relazione ad eventuali modifiche.Anche la Puglia, pertanto, si allinea ad altre Regioni che avevano iniziato il percorso istituzionale energetico. A fare da apripista, con una esperien-za consolidata già da diversi anni, è stata la Provincia di Bolzano con lo standard CasaClima - obbligatorio dal gennaio 2005 - che assegna agli edifici una classe in base al consumo di ener-gia: classe A, quando l’indice termico è inferiore ai 30 kwh/mq l’anno; classe B, quando l’indice termico è inferiore ai 50 kwh/mq l’anno; classe C, quando l’indice termico è inferiore ai 70 kwh/

Nuovoregolamento

di dANiLO LAttANzi

L’Ufficio Energia dell’Assessorato allo Sviluppo Economico darà vita al cata-sto energetico degli edifici che classi-ficherà gli immobili in relazione alle prestazioni in materia di energia.Inoltre, istituirà l’elenco dei “certifi-catori energetici” del quale potranno far parte professionisti che oltre al possesso dei titoli tecnico-scientifici e alle relative abilitazioni, devono do-cumentare di aver svolto per almeno tre anni attività in alcuni settori lega-ti all’energia. In alternativa dovranno seguire un corso di formazione della durata di 80 ore col superamento di un esame finale.

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17ItaliaAmbienteIndustria

Basta scorrere la docu-mentazione nel sito della Corte Costituzionale per

rendersi conto come il tema dell’ener-gia sia la nuova frontiera della giuri-sprudenza amministrativa italiana. La pubblicazione di due recenti ordinanze (relative a due rispettivi atti di promo-vimento del Tribunale Pugliese) attrag-gono l’attenzione del lettore: riguarda-no entrambi la normativa adottata dalla Regione Puglia in materia di impianti alimentati da fonti rinnovabili e hanno determinato la rimessione degli atti alla Suprema Corte ai fini della definizione dei giudizi promossi.La prima ordinanza, la n. 148/2009, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del-la Repubblica Italiana, I Serie Speciale, n. 5 del 3 febbraio 2010, ha ritenuto ri-levanti e non manifestamente infondate le questioni relative alla legittimità co-stituzionale dell’art. 3, co. 16 della l.r. 40/2007 e degli artt. 4, 5, 6, 7, 8, 10, 13 e 14 del regolamento regionale pugliese sull’eolico, denunziando sostanzial-mente due profili di incostituzionalità delle norme applicate dalla Regione nella materia de quo.La prima attiene alla presunta violazio-ne dell’art. 117 co. 2 lett. s) che sancisce la competenza legislativa statale esclu-siva in materia di tutela dell’ambiente della quale, a tenore dell’ordinanza di rimessione del TAR Puglia, sarebbe espressione l’art. 12 del d.lgs. 387/2003 che prevede lo svolgimento di una con-ferenza unificata ai fini del rilascio dell’autorizzazione unica alla costru-zione e all’esercizio degli impianti da fonti rinnovabili, sulla base delle linee guida statali in materia che però, ad oggi, non sono state ancora emanate. Pertanto secondo i giudici rimettenti la prevalenza della tutela paesaggistica perseguita da tale disposizione legisla-tiva non esclude che essa incida anche su altre materie attribuite alla compe-tenza concorrente (quali produzione, trasporto e distribuzione nazionale di energia). “Tanto giustifica il rinvio alla conferenza unificata, ma non consente alle Regioni … di provvedere autono-mamente alla individuazione di criteri per il corretto inserimento nel paesag-gio degli impianti alimentati da fonti di energia alternativa. A tanto ha invece provveduto la Regione Puglia, introdu-cendo le ampie e tassative fattispecie di divieto di installazione degli impianti eolici”. Ma, rifacendosi a granitica giu-risprudenza formatasi in materia (Corte Cost., 26.07.2002, n. 407; Corte Cost., 14.11.2007, n. 378) che delinea l’am-biente come un ‘valore’ costituzional-mente protetto che eleva tale ambito del diritto a ‘materia trasversale’, in ordine al quale si manifestano competenze di-verse che ben possono essere regionali, è facile replicare che il limite invali-cabile a cui è soggetta la legislazione regionale (di tipo sia concorrente che residuale) è costituito dagli “standard di protezione uniformi validi su tutto il territorio nazionale”, dettati dalla legi-slazione statale, che vanno considerati “non derogabili in senso peggiorativo”

da parte delle Regioni. La ratio dunque della riserva statale ex art. 117 co. 2 lett. s) risiede nell’esigenza di assicura-re l’uniformità, sull’intero territorio na-zionale, degli standard minimi di tutela ambientale e paesaggistica, non esclu-dendo a priori che le Regioni possano esercitare le proprie prerogative anche, eventualmente, dettando prescrizioni

di tutela ambientale più restrittive ri-spetto alla disciplina statale.Il secondo profilo di sospetta incostitu-zionalità evocato dal giudice rimettente attiene alla presunta violazione dell’art. 117 co. 3 Cost. per contrasto con i prin-cipi dettati dalla legislazione nazionale nelle materia “produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia” e

“governo del territorio”. In particolare, vi sarebbe illegittimità della normativa (relativamente all’art. 14 co. 1 ultimo periodo del regolamento regionale) in riferimento al decorso di 180 giorni di transitorio individuati dal regolamento regionale, decorsi i quali “si potran-no realizzare impianti eolici solo se le amministrazioni comunali saranno

di GiORGiA BARBiERi dotate dei PRIE”, anche in riferimento a quanto stabilito già dalla Corte Co-stituzionale nella sentenza n. 364 del 9 novembre 2006 quale termine massimo per la conclusione del procedimento di autorizzazione unica. Infine il giudice a quo sospetta della legittimità costitu-zionale, sempre per violazione dell’art. 117, denunziandone un presunto con-trasto con un principio fondamentale della materia “governo del territorio”, ovvero quello della “indifferenza urba-nistica” della costruzione di impianti eolici. Tale principio sarebbe ricavabi-le dal disposto dell’art. 12 sopra evo-cato nella parte in cui “stabilisce con chiarezza che l’autorizzazione unica regionale, che scaturisce dalla confe-renza di servizi, ha effetto di variante urbanistica, ove occorra” (co. 3) e nella parte in cui “dispone che gli impianti eolici possano essere in ogni caso ubi-cati nelle zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici” (co. 7). Tale principio risulterebbe violato dalla nor-mativa regionale che ha “congegnato un livello di pianificazione di settore, con effetti vincolanti, che presenta i tratti tipici degli strumenti urbanisti-ci generali e che, come tale, confligge con il principio generale ricavabile dall’art. 12 del d. lgs. 387 del 2003”. Tale questione è agevolmente superabi-le laddove si consideri che recente giu-risprudenza sul punto (TAR Umbria, Sez. I, 15.06.2007, n. 518) ha affermato l’astratta compatibilità dei parchi eolici con tutto il territorio comunale in rela-zione al profilo urbanistico, nonché il concetto di “compatibilità preferenzia-le” degli impianti de quibus con le zone agricole.La seconda ordinanza cui si faceva cenno nel prologo (la n. 155/2008, I Sezione in data 24.09.2009, non anco-ra pubblicata in G.U.), sempre del TAR Puglia, ha rimesso alla Corte gli atti relativi alla L.R. 1/2008 (in particolare dell’art. 27) che ha ridisegnato (restrin-gendolo) l’ambito di applicazione della D.I.A. agli impianti a fonti rinnovabili di potenza inferiore ad 1 MW, amplian-do in questo modo la competenza dei Comuni in senso opposto alla scelta operata dal legislatore statale che as-segna a Regioni e Province il compi-to di autorizzare la costruzione degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. La medesima or-dinanza specifica che la disposizione in contestazione risulta abrogata ad opera dell’art. 6 della L. R. 31/2008 8anch’essa al vaglio della Corte…), la cui impugnativa non incide però sulla questione rimessa alla Consulta posto che “la prima norma (l.r. 1/2008) è ap-plicabile alla fattispecie in esame per effetto della disposizione transitoria di cui all’art. 7 della legge regionale n. 31 del 2008, sicché è proprio la previsione di cui all’art. 27 della legge regionale n. 1 del 2008 (pur se ormai abrogata) a fungere, ratione temporis, da para-metro del sindacato di legittimità cui è chiamato il giudice rimettente”. In-somma, l’energia come nuova frontiera della giurisprudenza (nel Far West del-le regole!).

*Avvocato

Energia alternativanuova frontiera giuridicaallo studio della Suprema CorteLa Corte Costituzionale dovrà esprimersi sulla legittimità della normativa regionale

GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA/ LE LEGGI REGIONALI PUGLIESI AL VAGLIO DELLA CONSULTA

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18 ItaliaAmbienteIndustria

La depurazione delle ac-que viene condotta con tecniche diverse a se-

conda del tipo di acqua trattata e delle finalità che si vogliono raggiungere: l’acqua può essere infatti destinata a usi potabili e igienici, a usi industria-li o all’irrigazione. Inoltre, mentre in passato il problema degli scarichi in-dustriali e urbani non preoccupava, oggi il trattamento delle acque riveste un’importanza basilare. Le esigenze della società attuale, infatti, hanno determinato una crescente richiesta di acqua per di più con particolari re-quisiti di purezza, tanto che le fonti che precedentemente assicuravano il rifornimento idrico non solo risultano insufficienti, ma in parte sono rese inu-tilizzabili dall’inquinamento. Quest’ul-timo è imputabile prevalentemente allo scarico, senza alcun trattamento depu-rativo, nei bacini idrici, nel sottosuolo e in mare delle acque di rifiuto, sia smal-tite dalle industrie, che utilizzate dalla popolazione per usi potabili e igienici, in quanto ormai, a causa delle sostanze chimiche impiegate per usi domestici, le acque luride municipali hanno una composizione simile a quella degli ef-fluenti industriali. La quantità di acqua altamente inquinata scaricata nei corsi d’acqua è tale ormai da non consentire in molti casi l’auto-depurazione degli

Costruzioni di impiantitecnologici e innovativiper la depurazione civileL’azienda opera nel campo del trattamento degli scarichi civili con impianti completi di grigliatura automatica e di ossidazione

stessi, con conseguente riduzione delle possibilità di prelievo dai medesimi di acque direttamente utilizzabili. La Depureco Spa è un’azienda che opera per la difesa dell’ambiente e la conservazione delle sue risorse con la realizzazione di impianti di depura-zione scarichi civili ed industriali. Dal 1975, anno di sua costituzione, in coe-renza con i suoi programmi e con gli obiettivi prefissati, ha sviluppato tec-nologie sempre più avanzate e sempre rispondenti alle richieste e ciò grazie ad un’intensa attività di ricerca finaliz-zata all’affinamento delle proprie capa-cità di progettazione e costruzione di macchinari.Trattamento delle acque meteoriche. In questo ambito la Depureco Spa

fornisce diverse soluzioni tecniche standard, flessibili e su misura per le diverse tipologie di attività per cui le norme regionali e nazionali discipli-nano il trattamento delle acque mete-oriche che dilavano le superfici imper-meabili. In particolare, la società offre supporto tecnico ai progettisti degli impianti di trattamento a servizio dei centri urbani o zone industriali, dove la componente ingegneristica risulta fondamentale per superare il problema dell’estensione dei bacini tributari e di superfici sulle quali sono movimentate

sostanze pericolose, che rivestono un serio problema di carattere ambienta-le, proponendo soluzioni tecniche effi-caci dal punto di vista depurativo, in conformità ai limiti restrittivi imposti dalla legislazione vigente in funzione del corpo ricettore dello scarico (per esempio, nel caso di attività quali au-todemolizione, centri raccolta rifiuti, stazioni di carburante, officine, cen-trali di betonaggio, sansifici). Inoltre, particolari soluzioni innovative ed economiche vengono proposte anche per superfici sulle quali non si movi-

mentano sostanze pericolose, superfici per le quali è prevista un ampia gamma economica di manufatti in CAV e in po-lietilene monoblocco, opportunamente progettati in funzione dell’estensione delle superfici di raccolta.Depurazione acque reflue industria-li. Per gli scarichi industriali, con un continuo lavoro di ricerca svolto su impianti pilota presso il proprio labo-ratorio e direttamente nelle industrie, la Depureco Spa si avvale delle tecno-logie più avanzate. Principali settori di intervento sono: industrie ortofrut-ticole, caseifici, centrali del latte, con-servifici, cantine, distillerie, oleifici, salumifici, birrerie, allevamenti, mat-tatoi, concerie, industrie galvaniche, industrie chimiche, petrolchimiche e meccaniche, stazioni di servizio, au-tofficine, lavanderie, vetrerie, segherie marmo e cementerie.Medie e grandi comunità. La Depure-co Spa è presente nel campo del tratta-mento degli scarichi civili con impian-ti completi di grigliatura automatica, ripresa, disabbiatura e disoleazione, sedimentazione primaria, ossidazione a fanghi attivi, sedimentazione secon-daria, disinfezione, trattamento terzia-rio per la rimozione dell’azoto e del fo-sforo, stabilizzazione e disidratazione fanghi.Piccole comunità. Per questi scarichi la Depureco Spa fornisce impianti com-patti monoblocco in ferro, prefabbrica-ti in officina od in cemento armato.

DEPURECO SPA

di ANNA MARiA MACCHiA

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19ItaliaAmbienteIndustria

VIA OGNISSANTI N.C. - 70010 CAPURSO (BA) - TEL/FAX 080.4672460 - E-mail: [email protected]

SERVIZI ECOLOGICI

RACCOLTA E TRASPORTO DI RIFIUTI URBANI

Il Gruppo Longo azienda le-ader nel settore della metal meccanica evoluta, con una

presenza decennale sul mercato degli allestitori per autoveicoli nel settore ambiente-ecologia, nei suoi anni di attività nella costruzione di veicoli ha curato in modo particolare la ricerca, la progettazione e la produzione di nuove soluzioni tecnologiche che hanno con-sentito al Gruppo Longo di porsi nei primissimi posti come allestitori sul

Il Gruppo Longoconquista i mercatidegli Emirati Arabi Il gruppo produce compattatori, spazzatrici, canal jet,lavastrade, lavacassonetti e combinate per i rifiuti liquidi

mercato italiano ed estero.Grazie all’esperienza nel settore ha completato la propria gamma di attrez-zature per i veicoli nel settore ambiente con la produzione di ulteriori allesti-menti come ad esempio Lavacassonet-ti, Lavastrade, Compattatori per rifiuti urbani idraulici e rotanti e altre pic-cole attrezzature dedicate al settore dell’ecologia come i veicoli per i Bagni Chimici e Multibenna. L’ultima novità riguardante gli alle-

stimenti del Gruppo Longo è la Spaz-zatrice Stradale, un mezzo con gran-de flessibilità d’uso che consente un agevole impiego sia in città, su strade extra-urbane ed in grosse aree quali autostrade, piazzali ed aeroporti. Un efficiente sistema di umidificazione ed un accurata canalizzazione dell’aria garantiscono una bassissima emissione di polveri in atmosfera. La gamma de-gli allestimenti parte da un mezzo con capacità di 4 mc. sino a al 7 mc. da alle-

stire su qualsiasi tipo di autoveicolo.Ad oggi un altro risultato importan-te è stato raggiunto dal Gruppo Lon-go ed è l’avvio del progetto di messa in sicurezza delle strade dopo sinistri stradali grazie ad un veicolo progettato e costruito esclusivamente per questo utilizzo.In diverse province d’Italia ed anche in Spagna le amministrazioni Comunali e Provinciali hanno firmato accordi bilaterali con nostri clienti per la mes-sa in sicurezza delle strade creando un servizio di assoluta utilità ai cittadini cercando di abbassare la soglia del 8% di sinistri dovuti alla mancata pulizia del manto stradale post-sinistro. Inol-tre, questo progetto è assolutamente gratuito per il cittadino in quanto le spese del servizio vengono rimborsate dalle assicurazioni e nulla tocca alle amministrazioni comunali o provin-ciali.Il Gruppo Longo oggi è suddiviso in due società: Longo Veicoli Industriali srl e la Longo Euroservice srl.Insieme, in sinergia tra di essi, produ-cono oltre 100 allestimenti per veicoli industriali per anno nei vari comparti in una moderna struttura di mq.15000 coperti e mq. 30000 scoperti con un

team di circa 50 dipendenti a Conversa-no (Bari) garantendo sempre ai propri clienti la massima qualità che è inoltre attestata dalle Certificazioni ISO 9001 e ISO 14001 in possesso dalle società del Gruppo Longo.Grazie ad una grande professionalità e a mezzi adeguati, le aziende del Grup-po Longo oggi affrontano i mercati nazionali e internazionali attraverso anche Fiere Internazionali come quel-la di Monaco di Baviera, Bucarest e Barcellona, offrendo ai propri clien-ti allestimenti di altissima qualità e rivolgendo la massima attenzione al servizio post-vendita attraverso una rete di Dealer e Punti di assistenza in grado di garantire interventi rapidi in caso di manutenzione ed due magazzi-ni ricambi di oltre 1500 mq. di pronta disponibilità.Oggi il Gruppo Longo ha clienti in di-versi Paesi del mondo come la Spagna, Portogallo, Romania, Grecia, Russia, Francia, Germania, Dubai, Qatar, USA ma, l’attenzione rivolta da clienti inter-nazionali all’ultimo prodotto (Spazza-trici) nato in casa Longo, vedrà espan-dersi in maniera esponenziale i mercati che sino ad oggi rientrano nella rete di vendita del Gruppo Longo.

Le attrezzature “Combinate” Longo sono pro-gettate e realizzate per garantire al meglio i

lavori di aspirazione e trasporto di fanghi e polveri, di stasamento canali e travaso di liquami ed acque reflue. La tecnologia Longo, applicata alle piccole dimensioni, ha dato vita alla gamma delle “Mini-combinate”, Le attrezzature sono caratterizzate da una estrema manovrabilità nei piccoli centri urbani e nei centri storici, funzionali alle diverse esigenze di disintasamento, aspirazione di materiali fangosi e operazioni antincendio. Le cisterne e tutti gli ele-menti dell’attrezzatura delle “Combinate” e delle “Minicombinate” possono essere fornite in diverse varianti a seconda dell’esigenze del cliente.

MINICOMBINATE

Manovrabilità e prestazioni per i centri urbani,adatte anche ad operazioni antincendio

Per il 40° anniversario dalla fondazione, la Lon-go Veicoli Industriali S.r.l. entra nel campo dei

compattatori. E sulla base delle richieste pervenute dai tradizionali clienti che operano nella raccolta di RSU (Rifiuti Solidi Urbani), la Longo Veicoli Indu-striali S.r.l. ha progettato e realizzato una serie di compattatori con tecnologie innovative. Lo staff tec-nico, nel progettare il compattatore, ha privilegiato il rendimento globale, adottando accorgimenti speci-fici nella geometria del gruppo di compattazione, al fine di eliminare l’usura periodica grazie all’utilizzo di materiali autolubrificanti. Inoltre, è stato studiato un sistema di presa cassonetti di tipo universale, per permettere un agevole lavoro agli operatori.

COMPATTATORI

Tecnologia, innovazione e ricercaper ridurre l’usura periodica dei veicoli

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Il secondo e definitivo ri-conoscimento, intervenuto con la delibera di Giunta

Regionale Nr.837 -2010, un attimo pri-ma della conclusione della legislatura, ha posto felicemente fine al lungo e fa-ticoso iter procedurale previsto dalla Legge Regionale nr. 23 / 2007.Si passa ora ad una fase organizzativa, già prefigurata nel Regolamento di Di-stretto, che vedrà la costituzione delle Commissioni tematiche a presidio dei principali indirizzi strategici del Pro-gramma di Sviluppo e la nomina del Comitato Tecnico Scientifico del Di-stretto.Ancor più significativa è la program-mata costituzione dell’Associazione, che definisce la forma aggregativa pre-scelta dal Comitato di Distretto, che darà finalmente a quest’ultimo anche una indispensabile identità ammini-strativa.Ovviamente quelli appena elencati sono solo adempimenti propedeutici alle attività del Distretto più proprie e caratterizzanti, che dovranno espletar-si soprattutto nella concretizzazione del Programma di Sviluppo, già ap-provato dalla Regione.In particolare si dovrà sovrintendere e

coordinare l’avvio dei 15 progetti, in-seriti in prima fascia dal Programma, curando che il loro sviluppo sia esem-plificativo della messa in atto di quei principi di sinergia tra imprese, e tra le imprese ed il mondo della ricerca pu-gliese, posti con diffusa condivisione alla base delle strategie distrettuali. Parallelamente verrà avviata la fase (per certi versi,la più attesa) di incontro e confronto tra imprese e sistema della

Dipar: 15 progettiper svilupparel’eco-businessIn cantiere la fase organizzativa, che vedràla costituzione di commissioni tecniche per l’avviodegli indirizzi strategici del Programma di Sviluppo

Il Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola, di concerto con il Mi-

nistro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, e il Ministro dell’Ambiente Stefa-nia Prestigiacomo, ha firmato il decreto at-tuativo che definisce le modalità per la con-cessione degli incentivi per complessivi 300 milioni su ciclomotori, cucine ed elettrodo-mestici, case ecosostenibili, abbonamenti a internet veloce per i giovani fino a 30 anni e i prodotti industriali come inverter e motori elettrici, gru, rimorchi, macchine agricole che aumenteranno la sicurezza sul lavoro. “Grazie agli incentivi – spiega il Ministro

Scajola – favoriremo l’acquisto di prodotti innovativi e a basso consumo energetico per più di un milione di famiglie, oltre a miglio-rare la sicurezza del lavoro per agricoltori e imprese. Accedere allo sconto sarà sempli-cissimo: basterà una telefonata o un click del computer del rivenditore. Gli incentivi al consumo sono un ulteriore passo della poli-tica industrialedel governo Berlusconi, che ha puntato sull’innovazione, sullo sviluppo di energie rinnovabili e infrastrutture energetiche, sull’internazionalizzazione e l’aggregazio-ne delle imprese. Complessivamente, nei 20

mesi di governo, abbiamo stanziato 9,5 mi-liardi per l’economia reale: oltre agli incenti-vi al consumo, 1,9 miliardi di incentivi agli investimenti e alla produzione, 2,6 miliardi di incentivi all’innovazione, 2,2 miliardi di incentivi energetici e alle fonti rinnovabili e 1,6 miliardi al Fondo di Garanzia, che ha assicurato il credito a oltre 25 mila piccole e medie imprese. Buona parte di questi in-centivi sono stati già erogati o sono in corso di erogazione e stanno contribuendo a far uscire l’Italia dalla crisi, sostenendo l’occu-pazione, la crescita delle imprese e la lotta all’inquinamento”.

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Disponibili 300 milioni di euro per la concessione di incentiviper l’acquisto di ciclomotori, case ecosostenibili ed elettrodomestici

ricerca regionale per la individuazione di nuovi temi e, di conseguenza, la de-finizione di nuovi progetti, da candida-re all’inserimento nella prima revisio-ne del Programma di Sviluppo. Non è un percorso ipotetico, bensì basato su precise ed innovative istanze, già per-venute all’attenzione del Distretto, ma, allo stato non ancora compiutamente definite a livello progettuale.Assolutamente essenziale sarà poi,

nei prossimi mesi, sviluppare azioni di marketing distrettuale a livello re-gionale ed extra-regionale, finalizzate alla crescita del Distretto, sia in ter-mini di numero di aziende associate, sia di peso politico istituzionale da conquistare attraverso la presenza nei territori, l’azione propositiva e la col-laborazione con tutti gli stakeholders coinvolti, sia pubblici che privati.In quest’ottica, la prossima presenza

del DIPAR alla 10° edizione della Fie-ra del Levante in Albania, propiziata dalla iniziativa della Regione Puglia e dall’Ente Fiera.A meno di un anno dalla prima parte-cipazione, il Distretto dell’Ambiente e del Riutilizzo insieme con alcune delle più importanti imprese associate, sarà presente nuovamente a Tirana.Mi preme sottolineare in quest’occa-sione la vitalità manifestata dal nostro comparto produttivo, che vuole guar-dare al futuro oltre la crisi ed oltre l’Adriatico, investendo, oggi, con pre-senze e testimonianze, che non mirano certo a cogliere risultati immediati, ma evidentemente si pongono in una pro-spettiva di medio e lungo periodo, per traguardare obiettivi imprenditoriali più consoni ed ambiziosi.Si coglie così, ancora una volta, lo spi-rito distrettuale, che pone alla base e come precondizione irrinunciabile delle nostre attività imprenditoriali e del nostro business, un’azione mirante a creare una cultura diffusa e condi-visa della salvaguardia ambientale, libera da pregiudizi e dogmatismi ideologici, quale giusto presupposto per una virtuosa crescita imprendito-riale in Puglia, come nei territori oltre Adriatico.

*Presidente Dipar Puglia

di LORENzO FERRARA

LA REGIONE PUGLIA HA RICONOSCIUTO IL DISTRETTO DEL RIUTILIZZO E DELL’AMBIENTE

L’obiettivo è quellodi mirare

alla creazionedi una cultura diffusa

e condivisadella salvaguardiaambientale, libera

da pregiudizi ideologici

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21ItaliaAmbienteIndustria

La provincia di Bari ha re-alizzato un progetto che pone il territorio barese

all’avanguardia nazionale sul tema del-la tutela ambientale, della raccolta dif-ferenziata e del trattamento dei rifiuti.A Bari e provincia nasceranno i negozi che compreranno i rifiuti dai cittadini: l’assessore Barchetti ha spiegato che “questo progetto è il punto d’arrivo del lavoro che abbiamo intrapreso dall’ini-zio della legislatura. Abbiamo fatto tantissimo sul campo della sensibiliz-zazione e dell’educazione ambientale, e abbiamo stimolato comportamenti civili e consoni a una società rispettosa dell’ambiente. Ci siamo soffermati so-prattutto sulla problematica dei rifiuti, che è la più seria e importante a livello internazionale, e abbiamo trasmesso l’idea di considerare i rifiuti come ri-sorse”.Il progetto Ecopunto si riferisce pro-prio alla raccolta dei rifiuti: tutti i cit-tadini che faranno la raccolta differen-ziata di vari materiali (carta, plastica, ferro, acciaio, alluminio, legno, piccoli

elettrodomestici e vari materiali) inve-ce di buttare i rifiuti nei classici casso-netti potranno recarsi presso gli Eco-punto e, alla consegna del materiale da smaltire riceveranno un pagamento in denaro.L’obiettivo del progetto è quello di sgravare i cittadini dalla tarsu, la tas-sa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Secondo gli studi e i calcoli effettuati sulle simulazioni, infatti, in un anno si potrebbe recuperare oltre la spesa della tassa sui rifiuti. Il guadagno economico medio per una famiglia di quattro persone potrebbe raggiungere i 250 euro l’anno. “Si tratta di un’operazione geniale

– spiega ancora Giovanni Barchetti, assessore provinciale all’ambiente - perché concretizza due vantaggi sullo stesso tema, e cioè la valorizzazione ambientale e il vantaggio economico dalla raccolta dei rifiuti, sempre con-siderata un problema ma adesso vis-suta come una risorsa. Da sempre il mio assessorato prova a conciliare gli aspetti ambientali con quelli economi-ci perchè solo un riscontro anche eco-nomico può sensibilizzare la cultura del rispetto nei confronti dell’ambien-te. Questo progetto favorirà la raccolta differenziata ed è un passo importante anche perchè avremo modo di fare un monitoraggio della sensibilità del ter-

ritorio. Non ci si potrà certo arricchire con la vendita dei materiali ma si può ottenere un forte impatto persuasivo nei confronti della cittadinanza perché in ogni casa si attui la raccolta diffe-renziata. Considerato che il prezzo non potrà che essere modesto, la gestione della consegna agli Ecopunto dei vari materiali sarà sopratutto dei ragazzi e dei giovani. Questi, da un lato, avran-no interesse e cura acchè in famiglia i rifiuti siano raccolti e riposti in manie-ra differenziata e così operando pro-

Al via i centri Ecopuntiper promuoverela raccolta differenziataA Bari e provincia nasceranno i negozi che acquistanoi rifiuti e cointribuiranno a sensibilizzare le nuove leve

muoveranno il principio della raccolta differenziata; dall’altro lato, attesa la loro giovane età, assimileranno più agevolmente tale basilare principio, che faranno proprio e conformeranno la propria condotta anche in età adulta. L’augurio è che l’iniziativa abbia suc-cesso anche nella provincia di Bari e contribuisca a sensibilizzare i cittadini sulla necessità e opportunità che prov-vedano a differenziare sin dall’origine i lo i loro rifiuti, concorrendo, quindi, a raggiungere gli obiettivi di legge”.

PROVINCIADI BARI

L’augurio è che l’iniziativa abbia successo anche nella provincia di Bari e contribuisca a sensibilizzare i cittadini sulla necessità e opportunità che provvedano a differenziare sin dall’origine i lo i loro rifiuti, concorrendo, quindi, a raggiungere gli obiettivi di legge”.

L’INIZIATIVA MIRA A COINVOLGERE I RAGAZZI

all’isola ecologica avendo già differenziato con attenzione la propria spazzatura, e consegna la scheda elettronica del proprio nucleo familiare. Un addetto del comune la inserisce in un com-puter. L’incaricato pesa ogni sin-golo sacchetto, “informando” il computer, attraverso un monitor touch screen, se si tratta di vetro, plastica o altro. Al termine della “pesa”, il cittadino ritira la pro-pria carta elettronica sulla quale sono stati “caricati” i punti otte-nuti. Nulla di più semplice.Quando il nucleo familiare avrà accumulato 1200 punti, potrà ot-tenere dal comune un buono-spe-sa pari a 75 euro per l’acquisto in negozi e supermercati conven-zionati. Così risparmiano tutti: il cittadino può fare un’abbondante spesa gratis, il comune riduce i costi di raccolta per le strade o porta a porta, e la spazzatura è finalmente differenziata. (p.r.)

CITTA’ DI LOCOROTONDO

Differenziando si guadagnanoi punti per i buoni pasto e la spesa

di ANNA MARiA MACCHiA

A Locorotondo, comune della Valle d’Itria, nell’entroterra

pugliese, non lontano dai famosi trulli di Alberobello, il comune ha deciso di istallare un’isola eco-logica un po’ particolare. Carta, vetro, alluminio e plastica vengo-no portati, già differenziati, dagli stessi cittadini e raccolti in ap-positi container dopo essere stati pesati. Diversamente da quanto accade nelle isole ecologiche tra-dizionali, a Locorotondo differen-ziando si guadagnano dei punti, che potranno essere trasformati in buoni-spesa. La carta e la pla-stica hanno un valore di 2 punti al chilo, il vetro 0,5, mentre l’allumi-nio ben 3 punti.L’idea, nata in Danimarca, era già stata messa in pratica, in via sperimentale, da alcuni comuni italiani del centro-nord. Quello di Locorotondo è, però, proba-bilmente il primo caso al sud. Il cittadino residente si presenta

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via Cappuccini, 21 - 70017 Putignano (Ba)Tel.: 080/4931341 - Fax: 080/4051761

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