+ All Categories
Home > Documents > InformaCaritas Ottobre2007

InformaCaritas Ottobre2007

Date post: 27-Jun-2015
Category:
Upload: segn123
View: 135 times
Download: 1 times
Share this document with a friend
32
informa Caritas informa Caritas P a l e r m o www.caritaspalermo.it 17 OTTOBRE · GIORNATA DELLA POVERTÀ NON RASSEGNARSI ALLA POVERTÀ Spedizione in abbonamento postale - Legge 662/96 - CMP Palermo ottobre duemilasette anno 7 - numero 8
Transcript
Page 1: InformaCaritas Ottobre2007

informaCaritasinformaCaritasP a l e r m o

www.caritaspalermo.it

17 OTTOBRE · GIORNATA DELLA POVERTÀ

NON RASSEGNARSIALLA POVERTÀ

Sped

izio

ne in

abb

onam

ento

pos

tale

- Le

gge

662/

96 -

CMP

Pale

rmo

ottobre duemilasette anno 7 - numero 8

Page 2: InformaCaritas Ottobre2007

EditorialeFame di casa a Palermo ............................................................................................................................................... 3

Il PuntoNell’amore si va verso l’amore ....................................................................................................................... 5

Caritas DiocesanaUna formazione di competenze, una formazione del cuore......................... 6Il coraggio di educare..................................................................................................................................................... 6La Caritas Diocesana a servizio delle Parrocchie ....................................................... 7Palermondo: “racconto sulla multiculturalità” ................................................................. 8Corso di alfabetizzazione per immigrati ...................................................................................... 9Riapre il centro di accoglienza per anziani “S. Carlo” ......................................... 9Tutti insieme solidali con tutti ..................................................................................................................... 10

In ParrocchiaIniziative di carità nella Parrocchia di Villagrazia .................................................... 11

Caritas RegionaleNotizie dalla Caritas di Catania .................................................................................................................. 12

In ItaliaBene comune e beni comuni: per un sistema di qualità ................................. 13

RiflessioneAiutare gli altri ci aiuta ............................................................................................................................................. 14

Speciale/Giornata della povertàUn piano di lotta contro la povertà ....................................................................................................... 16La spesa per assistenza sociale ................................................................................................................... 18La famiglia povera con figli come priorità ............................................................................... 19Uno studio sulle povertà all’Albergheria ....................................................................................... 20“Albergheria e Capo insieme” contro l’emarginazione .......................................... 22Marginalità narrate .......................................................................................................................................................... 23Lotta alla povertà nell’esperienza di tre Caritas diocesane......................... 24La Locanda del Samaritano ............................................................................................................................... 25Fuori dal labirinto ............................................................................................................................................................... 26

AttualitàDue esemplari figure presbiterali nel 50° di ordinazione............................... 27Centri giovanili in rete ................................................................................................................................................ 28Vivere in positivo. Ridere aiuta a guarire .................................................................................. 28Con gli amici di Nyololo ............................................................................................................................................ 29Dio è di tutti e tutti siamo di Dio ............................................................................................................. 29Una Chiesa povera e serva dei poveri .............................................................................................. 30

Appuntamenti ............................................................................................................................... 31

indiceottobre duemilasette

Arcidiocesi di Palermo

Caritas Diocesana90134 Palermo - Via Matteo Bonello, 2

www.caritaspalermo.it

Direttore responsabile:diac. Pino Grasso

Condirettore:Giuseppe Sclafani

Direttore editoriale:mons. Benedetto Genualdi

Redazione:Giovanni Basile, Vincenzo Bozzo,Gianluca Capone, Katia Mammana,Fabrizio Mocciaro

Collaboratori:Francesco Conigliaro, Ièsus Dominguez,Mariella e Michele Fricano, MargheritaGallotti, Salvina e Giovanni Genualdi,Marilena Guccione, Maria Aurelia Macaluso,Irene Pizzo, Rosalba Raja, Giorgio Rodonò,Rossella Maria Russello, Zelmira MarzioSchiera.

Foto:Gianni Profeta

Progetto grafico e impaginazione:Tony Aiello

[email protected]

Redazione e Amministrazione:Via M. Bonello, 2 - 90134 PalermoTel. 091.6077261 - Fax 091.335437

Stampa:Officine Tipografiche Aiello & ProvenzanoBagheria (Palermo)

Spedizione in Abbonamento Postale

Registrazione Tribunale di Palermon. 12 del 2001, decreto 6/12-6-2001

Per dare un tuo contributo:c.c.p. 11297900 - Palermooppure:C/C BANCARIO S. PAOLO IMIAG. N. 8 - Via E. Restivo, 8590041 PalermoConto Corrente n. 961Coord. Banc. ABI 1025 - CAB 4608Specificare la causale del versamento

Page 3: InformaCaritas Ottobre2007

3ottobre duemilasette InformaCaritas

La Chiesa in questo nostro tempo sta sperimentando inmodo nuovo alcune sfide culturali e sociali che la sol-lecitano a richiamare l’attenzione di tutti a quella che

viene definita la “questione antropologica”, che rivolge lasua attenzione ad alcune problematiche emergenti cheriguardano i beni della vita e della famiglia, sottoposti a uncrescente logorio a causa di una visione laicista dell’agiremorale e sociale. Ma anche sul versante dell’impegno socio-politico dobbiamo registrare non pochi sbandamenti. A con-clusione di una fase storica ben precisa che significò la finedel collateralismo politico dei cattolici, il consolidarsi delpluralismo politico dei cattolici, di fatto ha portato a unacrescente diaspora non solo dei cattolici in partiti di con-trapposti schieramenti, ma ha finito per registrare una con-fusione di valori che però non possono essere in alcun modo“negoziati”. E mentre spirano venti di “antipolitica”, va cre-scendo anche il desiderio di una maggiore coscienza socialee di un nuovo impegno democratico nella vita del paese.

A questo proposito giova riprendere alcuni passaggi delCompendio della Dottrina sociale della Chiesa. “Benconsapevole della forza rinnovatrice del cristianesimoanche nei confronti della cultura e della realtà sociale, laChiesa offre il contributo del proprio insegnamento allacostruzione della comunità degli uomini, mostrando ilsignificato sociale del Vangelo” (n. 521). “L’antropologiacristiana anima e sostiene l’opera pastorale di incultura-zione della fede, tesa a rinnovare dall’interno, con la forzadel Vangelo, i criteri di giudizio, i valori determinanti, lelinee di pensiero e i modelli di vita dell’uomo contempo-raneo” (n. 523).

La pastorale sociale comporta l’elaborazione di appro-priati itinerari di formazione e di catechesi, promuove ildialogo tra le comunità cristiane e la comunità civile e poli-tica, richiede l’impegno dell’azione pastorale del Vescovo instretta collaborazione con i Presbiteri e si serve dello spe-cifico apporto delle persone consacrate. Ma è soprattutto ailaici che viene richiesta una particolare testimonianza inquesto ambito. “La presenza del fedele laico in camposociale è caratterizzato dal servizio, segno ed espressionedella carità, che si manifesta nella vita familiare, cultu-rale, lavorativa, economica, politica, secondo profili spe-cifici” (n. 551). Gli ambiti verso i quali è indirizzata la testi-monianza del fedele laico sono ben chiari: il servizio allapersona umana, il servizio alla cultura, il servizio all’econo-mia, il servizio alla politica.

In questo contesto sarebbe auspicabile una nuova rifles-sione ecclesiale a partire da “La Chiesa italiana e le pro-

spettive del Paese” sul problema nazionale del Mezzogior-no d’Italia, e nello stesso tempo una forte ripresa del temadella pastorale sociale collegato ai 60 anni dello Statutodella Regione Siciliana, che nel 1996 aveva visto i Vescovidella nostra Isola impegnati nell’offrire la Riflessione “Fin-chè non sorga come stella la sua giustizia” nel suo 50° anni-versario.

Un nuovo impegno di servizioal “bene comune” viene richiestoalla Chiesa italiana a conclusio-ne della celebrazione della45.ma Settimana dei cattoliciitaliani, tenutasi a Pistoia e aPisa nel centenario della primaSettimana che era stata ospitataproprio a Pistoia nel 1907 sotto la presidenza del venerabi-le Prof. Giuseppe Toniolo. In questa Settimana sono stateindicate alcune prospettive di impegno che devono coinvol-gere anche le Chiese locali, e quindi anche la nostra Chie-sa di Palermo: creare reti tra le molteplici esperienze diservizio sociale e politico, favorire la nascita e la crescita diluoghi di incontro e di riflessione sull’impegno socio-politi-co, monitorare la evoluzione normativa sul Terzo Settore,sensibilizzare localmente a una coerente azione ammini-strativa, sollecitare e sostenere iniziative volte ad alcunefasce deboli quali i giovani, gli anziani, i disoccupati, gliimmigrati, i diversamente abili, prestare particolare atten-zione a quella che può essere definita una vera e propria“emergenza educativa”. Il prof. Giuseppe Dalla Torre, aconclusione della Settimana, così si è rivolto ai mille dele-gati provenienti da tutta Italia: “L’auspicio è che vi sia unacordiale ricezione dell’invito a non rimanere spettatoriinerti del volgere delle cose, ma attivi e responsabili par-tecipi alla costruzione di una società migliore, secondogli insegnamenti di Toniolo e di quanti – nel corso di unsecolo – si sono succeduti in queste assemblee e nella vitadel Paese”. Nella stessa direzione si era espresso Mons.Arrigo Miglio, presidente del Comitato della Settimana:“Possa la Settimana del Centenario diventare il punto dipartenza per una nuova stagione di feconda riflessione edi rinnovato impegno dei cattolici profondamente radica-to nel Vangelo”.

La Caritas Diocesana di Palermo intende accogliere taliappelli e condividerli nello spirito della comunione eccle-siale e con lo stile di una autentica pastorale integrata, pertrasferire le riflessioni che hanno animato la Settimanasociale nel cammino della nostra Chiesa particolare per un

Editorialedi Benedetto Genualdi

FAME DI CASA A PALERMOAppello della Caritas alle autorità

Page 4: InformaCaritas Ottobre2007

InformaCaritas ottobre duemilasette4

più proficuo lavoro educativo e pastorale che raggiunga iterritori delle nostre parrocchie.

“La parrocchia deve progressivamente aprirsi alle pro-blematiche sociali ed essere sempre più strumento che rea-lizza l’evangelizzazione del sociale e la promozione umana.Una comunità parrocchiale che evangelizza il sociale formacristiani adulti e responsabili, interagisce con le istituzionisociali e politiche presenti nel territorio, non può non avereun progetto di pastorale sociale, utilizzando ampiamentel’apporto della dottrina sociale della chiesa… E’ auspicabi-le che i Consigli pastorali parrocchiali si facciano carico,con fraterna ed evangelica solidarietà, di tutti quei proble-mi sociali che spesso tormentano la vita delle persone edelle famiglie della parrocchia, con un’attenzione partico-lare alle famiglie che sono angustiate da gravissimi proble-mi” (C.E.I., Evangelizzare il sociale, n. 85).

È su questa linea che deve crescere anche la capacità dianimazione della pastorale da parte di ogni caritas parroc-chiale, per potere meglio adempiere a quel mandato che ilnostro arcivescovo ci ha consegnato per il cammino dellanostra Chiesa: rivolgere lo sguardo alla famiglia, intercetta-re i volti e le storie delle famiglie maggiormente gravate,coinvolgere la comunità parrocchiale ad essere sempre piùuna famiglia di famiglie, dentro cui in particolare le fami-glie che fanno un cammino di fede si aprono alla solidarietàverso altre famiglie in stato di bisogno materiale, morale espirituale.

La Chiesa, a ogni livello, parrocchiale, diocesano, regio-nale, nazionale, europeo e internazionale, non può “rasse-gnarsi alla povertà”. È proprio questo il tema del VII Rap-porto su povertà ed esclusione sociale in Italia, presentatoa Roma da Caritas Italiana e dalla Fondazione Zancan.Anche i dati dei nostri centri di ascolto diocesani e parroc-chiali sono in linea con le analisi presentate nel Rapportonazionale. Le cause principali della povertà restano la man-canza di lavoro, l’insufficienza o la mancanza di reddito, le

difficoltà abitative. Le categorie di soggetti fragili e mag-giormente esposti a rischio di povertà sono le famiglie conproblemi di divorzio o separazione, quanti hanno uno scar-so livello di istruzione, le persone che vivono da sole, quan-ti sperimentano una grave precarietà abitativa, quanti sitrovano in situazione di disoccupazione. Si registra unaumento di richiesta di lavoro, di sussidi economici, di benie servizi materiali per necessità quotidiane. Nel Rapporto sievidenzia che “se la povertà non è aumentata, è cresciutal’insicurezza delle famiglie italiane per la preoccupazionedi non essere in grado di far fronte a eventi negativi comeper esempio l’improvvisa malattia, associata a non autosuf-ficienza di un familiare, o l’instabilità del rapporto di lavo-ro, o gli oneri finanziari sempre maggiori (ad esempio,mutui a tasso variabile)”.

L’attualità della cronaca ripropone nella nostra città ilproblema dei senza casa, i quali hanno occupato la salaconsiliare, per fare emergere la gravità della loro condizio-ne alla città e al paese. Si tratta di famiglie che non posso-no più godere della temporanea collocazione in alberghidella città o a cui non è stato assegnato più il beneficio delsussidio comunale continuativo. Dentro queste famiglie cisono bambini e persone malate. Palermo, assieme ad altrecittà, continua a soffrire di “fame di casa”. E mentre atte-stiamo la nostra umana e cristiana prossimità a questefamiglie attraverso l’offerta di soccorsi immediati e quantomai necessari, rinnoviamo il nostro appello a quanti hannoresponsabilità amministrative a trovare al più presto rispo-ste possibili e idonee alla soluzione di questo problema.

Anche la Caritas di Palermo si associa all’appello diCaritas italiana e della Comunità di S. Egidio sull’emergen-za casa: “chiedono al Governo la proroga degli sfratti,immediata, e immediati segnali di una nuova politica per lacasa, disattesa da molte legislature” e “ricordano che ildiritto ad una abitazione decorosa è un diritto inviolabile ditutti, che deve tornare al centro della politica”.

Saranno sei e non più tre i Vicari Episcopali territoria-

li dell’Arcidiocesi di Palermo. Quattro per le zone urba-

ne della città di Palermo e due per le zone extraurbane

dei paesi di cui uno per la zona marina ed uno per la

zona montana. Al 1° vicariato è stato nominato mons.

Giovanni Oliva, al 2° vicariato padre Roberto Zambolin

msc, al 3° vicariato mons. Giuseppe Oliveri, al 4° vica-

riato don Michele Polizzi, al 5° vicariato mons. Carlo Di

Vita e al 6° vicariato don Antonio Todaro.

6 NUOVI VICARI EPISCOPALI

Nella foto: alcuni dei 6 nuovi vicari

Page 5: InformaCaritas Ottobre2007

5ottobre duemilasette InformaCaritas

“In questo nostro cammino annuale, sarà importanteriscoprire la ricchezza e le responsabilità della Chiesalocale nell’accompagnare la famiglia perchè sia sogget-

to attivo che promuova il Vangelo al suo interno”. E’ stato que-sto l’invito rivolto da mons. Paolo Romeo, alla comunità dioce-

sana, riunita lo scorso 3ottobre in Cattedrale inoccasione dell’Assem-blea Pastorale con cui sisono aperte ufficial-mente le attività del-l’anno pastorale2007/2008. Un cammino

che introdurrà la Comunità Diocesana all’interno dell’approfon-dimento di un tema della famiglia, che verrà sviluppato, conmodalità ed espressioni diverse, durante tutto l’anno pastorale.Lo stesso Arcivescovo, nella circostanza, ha annunciato chequesto tema sarà al centro del Piano pastorale non soltanto diquest’anno, ma anche di quelli futuri proprio perché di fonda-mentale importanza nell’azione pastorale dell’Arcidiocesi.

Ricca di spunti la relazione illustrata da mons. GiuseppeAnfossi, Vescovo di Aosta e Presidente della Commissione Epi-scopale della Conferenza Episcopale Italiana per la famiglia e lavita che ha tenuto una riflessione sul tema: “Il Vangelo del matri-monio e della famiglia: un progetto per il nostro tempo. Fami-glia, comunità evangelizzata ed evangelizzante”.

“Nell’amore si va verso l’amore. Questo concetto nellafamiglia è un tratto tangibile di Dio nella sua trascendenza. Lafamiglia è il luogo all’interno del quale si impara un tasto dellacorda che non si conosceva prima”. Per il Vescovo il Vangelodel Matrimonio e della famiglia sono un progetto unitario peril nostro tempo, la famiglia infatti, evangelizza ed al tempostesso è evangelizzante.

Prima di addentrarsi nella relazione, mons. Anfossi ha fattoun significativo passaggio con cui ha citato Michel Quoist: “L’a-mour dépasse l’amour. L’amour est consentement de l’Homme,au souffle qui invite pour qu’habité par lui, traversé par lui, ils’envole ver les autres, vers l’Autre”, e successivamente, il gran-de papa Giovanni Paolo II: “L’uomo rimane per se stesso un esse-re incomprensibile, se non gli viene rivelato l’amore, se non s’in-contra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio…”.

“La vocazione della famiglia – ha proseguito Anfossi – e lavocazione alla vita cristiana coincidono; la loro pienezza èvocazione alla santità: lo sanno molte mamme di ieri e di oggi,ma occorre anche dirlo: va detto perché soltanto grazie al Con-cilio Vaticano II è diventato più chiaro che la chiamata almatrimonio e alla famiglia è chiamata alla santità: non è chie-sto di imitare i celibi, i preti, i monaci, le monache, i religiosi ele religiose, è sufficiente la loro vita vissuta bene, gli sposi, igenitori e i figli sono nella condizione migliore per diveniresanti, là dove sono. Si comprende allora perché nella Chiesa esolo negli ultimi cinquant’anni o poco più sia nata una vera epropria spiritualità degli sposi”.

Quindi ha citato il Direttorio di Pastorale Familiare per laChiesa in Italia, documento della Conferenza Episcopale Ita-liana (25 luglio 1993), il quale afferma che sono due i vangelidel matrimonio e della famiglia, tutti e due sono necessari euno ha bisogno dell’altro. Il primo è dato dalla Scrittura e daiDocumenti della Chiesa; il secondo dalla vita quotidiana efestiva degli sposi, dei genitori e dei figli.

Concludendo il Vescovo di Aosta ha affermato che il temadella famiglia protagonista e responsabile, e quindi “soggettoattivo”, chiede di essere completato mettendo più chiaramen-te in luce la sua missione nella Chiesa e nella società. Innanzi-tutto nella Chiesa: la famiglia infatti “è vitalmente inserita nelmistero della Chiesa e chiamata a partecipare, nel modo suoproprio, alla vita e alla missione della Chiesa”.

Nell’amore si va verso l’amoreLa famiglia al centro della riflessione dell’Assemblea pastorale diocesana

il Puntodi Pino Grasso

“Ricordo la zia nel momenti più belli della sua vita, inspecial modo le feste in famiglia. Il suo sorriso era amma-liante e la gioia che trasmetteva coinvolgeva tutti”. Sonostate le parole con cui Teresa Villa, nipote di Santa Gian-na Beretta Molla ha descritto la zia nel corso del concer-to di chiusura della “Prima rassegna di Musica sacra eliturgica” organizzata dall’associazione culturale “DeMusica”. Il concerto di chiusura è stato eseguito nellachiesa Madrice, alla presenza dell’Arciprete Giovanni LaMendola, dalla Cappella musicale “Santa Gianna” direttadal maestro Carlo Tunesi e dalla corale cittadina “SancteJoseph”, che hanno dato vita ad un gemellaggio. “Mi hasempre colpito la sua voglia di vivere e il suo sorriso, eradisponibile con tutti e non si risparmiava mai”. Nel set-tembre del 1961, verso il termine del secondo mese diuna nuova gravidanza (la santa ha avuto quattro figli),Gianna fu raggiunta dalla sofferenza e dal mistero deldolore. Le si presentò un voluminoso fibroma, tumorebenigno, all’utero e prima dell’intervento operatorio diasportazione del tumore benigno, eseguito nell’OspedaleSan Gerardo di Monza, pur ben sapendo il rischio cheavrebbe comportato il continuare la gravidanza, supplicòil chirurgo di salvare la vita che portava in grembo e siaffidò alla preghiera e alla Provvidenza. Gianna ringraziòil Signore e trascorse i sette mesi che la separavano dalparto con impareggiabile forza d’animo e con immutatoimpegno di madre e di medico. “Se dovete decidere frame e il bimbo, non dovete avere nessuna esitazione – èstato ricordato dal racconto del marito Pietro, 95 anni –che la moglie con tono fermo e al tempo stesso serenodisse: scegliete e lo esigo il bimbo. Salvate lui”. All’albadel 28 aprile, Gianna morì alle ore 8 del mattino, nellasua casa di Ponte Nuovo all’età di appena 39 anni.

S. GIANNA BERETTAGemellaggio a Bagheria

Page 6: InformaCaritas Ottobre2007

InformaCaritas ottobre duemilasette6

Caritas diocesanadi Vincenzo Bozzo

di Marilena Guccione

L’8 ottobre si sono riuniti i referenti delle Caritas Par-rocchiali che si sono incontrati per il nuovo annopastorale 2007/2008 al Centro Diocesano Agàpe

della Caritas di Palermo.Si sono delineate le strategie di aiuto che non possono

essere realizzate senza un’adeguata preparazione dei varioperatori; anche quest’anno è la formazione l’obiettivo prin-cipale della Caritas diocesana a cominciare dalla sua “Scuo-la per la Formazione al Ministero della Carità” il cui biennioè appena iniziato; a novembre partiranno dei corsi settima-nali curati da operatori dell’area legalità che spiegherannocome acquisire competenza in materia legale; a febbraioinvece vi saranno altri incontri settimanali per gli operatoridei centri di ascolto per l’approfondimento del proprio mini-stero. Maggiore attenzione sarà riservata inoltre ai vicariatiextraurbani (tra Villafrati e Bagheria): la formazione verràassicurata attraverso un incontro mensile.

“Oltre alla formazione a cui tutti gli operatori sonochiamati” ha ricordato il Direttore, “è necessario un con-fronto continuo con le parrocchie, confronto che potràavvenire quest’anno attraverso la novità dei gemellaggitra opere segno e parrocchie” aggiungendo che “è impor-tante che si gemellino parrocchie all’interno dello stessoterritorio per elaborare un percorso comune condividendorisorse, figure professionali, percorsi comuni per aiutareal meglio chi ha più bisogno. La parrocchia deve quindicollegarsi a quelle vicine per mettere insieme le sinergie,

evitare di chiudersi ‘ nel proprio guscio’: questo richiedepiù apertura e meno campanilismi.”

La formazione è fondamentale per rendere le risorsedisponibili più efficaci perché frutto di una maggiore com-petenza, consapevolezza e sinergia; inoltre “non bisognafare mancare nella propria formazione anche quella chia-mata ‘formazione del cuore’, cioè quella spirituale e nonsolo quella fatta di competenze”.

Sono anche previsti degli incontri in cui si rifletteràsu temi della Dottrina Sociale della Chiesa per favorireuna pastorale integrata: si viene a delineare il ruolo dicoordinamento pastorale che la Caritas esercita nel terri-torio. Ecco perché è previsto un tavolo su tematiche inmateria di minori, giovani, senza fissa dimora, per la pro-mozione del volontariato; quest’ultimo sarà incentivatograzie alla collaborazione della Pastorale Giovanile Sale-siana e la Pastorale del Lavoro che insieme avvicineran-no i giovani nelle scuole, nelle associazioni territoriali edel vicariato per una condivisione, per affrontare un per-corso comune.

Infine don Benedetto ha evidenziato quanto sia prezio-so il servizio civile che ha visto da questo mese l’inserimen-to di 20 ragazzi e ragazze tra i vari centri e servizi Caritasdistribuiti nel territorio indispensabili nel contribuire,insieme agli operatori, ad aiutare “i piccoli”: bambini,anziani, disabili, i soggetti ai quali sono indirizzati i proget-ti di quest’anno.

Una Formazione di competenze, una Formazione del Cuore“La formazione non è completa se non si alimenta anche quella spirituale”

L’iniziativa si inserisce in un ciclo di seminari sul“coraggio di educare” ormai avviato per il secondoanno. Il progetto prevede quattro incontri, tutti

incentrati sul tema “Educare ed educarsi a comunicare tragenerazioni diverse”. Di volta in volta, viene individuato etrattato un tema specifico. Il primo ad essere affrontato hariguardato “Le parole della comunicazione”. Ad organizza-re il laboratorio sono stati diversi uffici diocesani (pastora-le giovanile, cultura, scuola, università, famiglia, insegnan-ti della religione cattolica), insieme alla Caritas diocesanae a diverse associazioni e movimenti cattolici (Azione Cat-tolica, Age, Centro pedagogico P.Povera, Aimc, Agesci,Uciim, Cpedi, Mec, Scsf).

Il percorso pedagogico, iniziato lo scorso anno con unariflessione sul bisogno di prendersi cura prima di tutto di sestessi in maniera propedeutica al prendersi cura degli altri,nei quattro incontri di quest’anno si propone la conoscenzadel linguaggio della comunicazione: le parole, il modo di

pronunciarle, proferirle, di porle dinanzi ai giovani. Lariflessione del laboratorio si fermerà ancora sui due luoghidella comunicazione tra generazione - la famiglia e la scuo-la - e, infine, ci sarà spazio per la comunicazione comescambio di valori. “Il problema dei giovani sono gli adulti,gli adulti che mancano”, dice Alfio Briguglia, responsabiledella pastorale scolastica, che sottolinea la necessità di“rianimare tutti gli educatori, perché tutte le difficoltà chesi evidenziano di continuo sui giovani, sulla loro formazioneglobale, sul rapporto tra generazioni sono spesso giustifica-zioni di un’assenza fondamentale, quella cioè degli educa-tori”. La cosiddetta “emergenza educativa” diventa nell’e-sperienza della Chiesa palermitana “una sfida: quella deldire innanzitutto agli adulti che educare è possibile. Lenumerose firme apposte al progetto del laboratorio pedago-gico ci fanno ben sperare. Perché se non si riesce a cammi-nare insieme, se non ci si sente tutti coinvolti, la sfida edu-cativa è persa in partenza”.

IIll ccoorraaggggiioo ddii eedduuccaarree Un laboratorio pedagogico rivolto a docenti, genitori e studenti

Page 7: InformaCaritas Ottobre2007

7ottobre duemilasette InformaCaritas

Da quattro anni la Caritas Diocesana ha avviato laScuola Diocesana per la Formazione al Ministerodella Carità, una scelta consolidata che offre, duran-

te il biennio, un livello di formazione di base rivolta inmodo particolare ai laici. Ma il biennio di formazione com-prende diversi livelli e destinatari con metodologie diversi-ficate: vi saranno dei seminari tematici con accompagna-mento in almeno un’esperienza di carità sul campo; eccoperché si tratta di un “percorso teorico-pratico” in cui sivedrà la collaborazione del Laboratorio diocesano per laPromozione e l’Accompagnamento delle Caritas parroc-chiali che offriranno in questi due anni due momenti di for-mazione sull’identità e i compiti della Caritas parrocchialenei vicariati extraurbani, vi saranno anche momenti di for-

mazione per animatori dei Centri di ascolto e per presbite-ri, diaconi permanenti e seminaristi.

Anche per questo biennio la Scuola si avvale di unaequipe di “Assistenti sociali missionarie” e della presenzadi alcuni docenti della Facoltà Teologica “S. Giovanni Evan-gelista”, della LUMSA corso di laurea in Servizio Sociale “S.Silvia” e di altri esperti della nostra comunità diocesana edelle istituzioni civili della città.

Questo tipo di diversificazione e di sinergia nell’ambitodella formazione è necessaria per sensibilizzare la Parroc-chia nel suo insieme, con i parroci ed i Consigli pastorali ei propri operatori, per la preparazione di base al fine di aiu-tare in modo più efficace i più “piccoli” all’interno del mini-stero della carità.

La Caritas Diocesana a servizio delle ParrocchieLa formazione: scelta consolidata

QUALI OBIETTIVIObiettivi prevalenti del progetto sono:

• Formare operatori pastorali capaci di saper dare ragionedella speranza che è in loro e offrire le motivazioni cheportano la Chiesa a servire il mondo.

• Fornire alcuni elementi teorici e alcuni strumenti che abi-litino gli operatori pastorali alla ministerialità della carità.

DESTINATARI · Persone che vogliono approfondire i fondamenti teologi-

ci, sociali, giuridici della spiritualità del servizio· Persone che operano in ogni ambito della pastorale

(catechesi, liturgia, famiglia, giovani,…)· Persone che operano nell’area della carità (volontariato,

caritas parrocchiali, pastorale regale,…)· Persone che vogliono impegnarsi a favore dei più “picco-

li”, col desiderio di fare un percorso vocazionale in ordi-ne al ministero della carità.

ORGANIZZAZIONE• Il Coordinamento della Scuola è affidata al Servizio For-

mazione della caritas Diocesana• La Segreteria della Scuola è presso il Centro Agàpe, piaz-

za S. Chiara, 10 - Palermo• Le iscrizioni possono essere fatte o direttamente o telefo-

nicamente presso la Segreteria della Caritas in Curia (dalunedì a venerdì dalle 9,30 alle 12,30 - tel. 091.6077261oppure tel e fax 091.335437) o presso la Segreteria dellaScuola (dalle 9.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 19.00 - tele fax 091.327986

• Sede della Scuola è lo stesso Centro Diocesano Agàpe, dovevengono svolte le lezioni, in giorno di venerdì, con cadenzasettimanale, con tre ore pomeridiane, dalle ore 16 alle ore19, secondo il calendario delle lezioni di ogni anno. Sonoprevisti momenti di tirocinio e momenti di spiritualità.

• La Scuola ha durata biennale (con ulteriore anno supple-tivo di approfondimento). La frequenza è obbligatoria. Sirilascia un attestato di partecipazione e di merito.

• La partecipazione è gratuita.

Caritas Diocesanadi Vincenzo Bozzo

Il 16 novembre alle ore 18:00presso la sala Lavitrano della Curia Arcivescovile di Palermo(Via Matteo Bonello, 2)si terrà la prolusione della Scuola di formazione socio-politicae della Scuola di formazione al Ministero della carità.

Tema della prolusione:“IL BUON GOVERNO ESIGE BUONA CULTURA:IL SERVIZIO ALL’UOMO ED ALLA FAMIGLIANEL PENSIERO DI DON LUIGI STURZO”

Relatore: Dott. Giovanni Palladino - Direttore Centro Internazionale Studi Sturziani

Page 8: InformaCaritas Ottobre2007

Sempre più gente ci contatta per avere informazioni sulConcorso, che procede abbastanza bene. Sono già arri-vate le prime buste presso la sede del Centro Agape e

non vediamo l’ora di visionarle, ma questo sarà possibilesolo dopo il 30 novembre, quando la giuria si riunirà. A talproposito pubblichiamo i vari componenti della Giuria:

Mons. Benedetto Genualdi (sacerdote)Direttore della Caritas Diocesana di Palermo

Giuseppe Calabrese (fotografo) Ha cominciato a fotografare appena quindicenne, conuna Bencini Comet, da allora non ha più smesso di gira-

re per Palermo senza una macchina fotografica al collo. Oggi èconsiderato tra i maggiori fotografi professionisti della città eprovincia. Innumerevoli i suoi viaggi per il mondo, ha diretto corsidi fotografia, ed è stato instancabile fotoreporter del quotidianoL’Ora. Si è imposto anche nel campo della fotografia industrialepubblicitaria, essendo pioniere nell’uso del banco ottico in città.

Salvatore Ferro (giornalista) Laureato in Giurisprudenza, ma da sempre interessa-to all’attività giornalistica, ha lavorato a Toronto per

Il Corriere Canadese e per l’agenzia di stampa Trentarighe.Oggi lavora all’agenizia giornalistica Ser.Gio., scrive per ilGiornale di Sicilia e per il mensile Cult (è il titolare dellarubrica Scult). Si occupa anche di fotografia, promuovendo,attraverso i suoi scritti, autori emergenti palermitani.

Alessandro Locatelli (scrittore) Ha esordito, nel 1999, con la raccolta di racconti Topo-grafia delle storie passate (Gaefra editore); del 2002

è il thriller Tutti questi edifici in costruzione (Tyita edizioni).Nel 2003 assieme ad altri 10 scrittori ha pubblicato la raccoltadi racconti Duri a morire (Dario Flaccovio editore). Altri suoiracconti sono comparsi sulla rivista Margini. Attualmente colla-bora con il free-magazine Anteprima. Tutte le sue narrazionihanno come sfondo Palermo e le sue molteplici sfaccettature.

Concetta Nigrelli (funzionario Provincia di Palermo)Concetta Nigrelli, funzionario Diritti Umani e Civilidella Provincia di Palermo. E’ laureata in Scienze del

Servizio Sociale e specializzata in Programmazione e Gestionedelle Politiche Sociali con una la tesi su Diritti Umani tra Tute-la Giuridica e Multiculturalità – Dalle “Origini” alle “Azioni”.Per la Provincia Regionale di Palermo, di cui è dipendente dal1997, si è occupata di Immigrazione ed intercultura, dell’ inte-grazione dei portatori di disabilità e del laboratorio Antiusuraed Antiracket. Attualmente si occupa di implementare la linead’attività per i Diritti Umani e Civili.

Laura Purpura (assistente sociale)Coordinatrice dell’U.O. Nomadi ed Immigrati delComune di Palermo. Si è laureata in scienze del servi-

zio sociale alla Libera Università Maria S.S. Assunta, sezione S.Silvia di Palermo dove insegna dal 1989 Organizzazione deiServizi Sociali. Ha partecipato al progetto di formazione ItacaSud organizzato dalla Caritas. E’ rappresentante per il Comunedi Palermo al Coordinamento Immigrati, Rifugiati e Rom.

Erminia Scaglia (storico dell’arte e della fotografia)Ha pubblicato Appunti per una storia della fotogra-fia a Palermo nell’Ottocento (in Pianeta H, 2000);

Gli Interguglielmi, una dinastia di fotografi (Sellerio, 2003)assieme a Michele Di Dio; Paesaggio e veduta nella Siciliadell’Ottocento, alcune riflessioni tra pittura e fotografia (Stu-dium, 2003); Palermo in Bianco e Nero in Sicilia n. 7 (Flac-covio, 2004). Dal 2000 si occupa di intercultura, è socio delVIS, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, la ONG sale-siana, grazie alla quale ha conosciuto da vicino paesi come ilBrasile ed il Madagascar.

Ferdinando Amedeo Veneziani (console onorarioCosta D’Avorio a Palermo)Deve la sua nomina alla personale conoscenza della

comunità ivoriana che si è sviluppata a Palermo nell’arco di 12anni. Oltre il regolare disbrigo di pratiche burocratiche deicittadini ivoriani presenti nel territorio, sta attuando unaserie di progetti volti ad un maggiore dialogo con il loro paesedi provenienza, dove sono ancora forti le tensioni politiche el’instabilità sociale. Ha inoltre preso contatti con diverse uni-versità siciliane per sviluppare iniziative di carattere cultura-le volte all’integrazione.

“Palermondo: Racconto sulla multiculturalità” è un concorsodi fotografia che mira a promuovere sul territorio nazionaleed internazionale Palermo e il suo territorio come luogo dipace ed intercultura. Partner istituzionale è la ProvinciaRegionale di Palermo – Assessorato ai diritti umani e civili –che ha deliberato una compartecipazione all’iniziativa. Ilconcorso si propone di documentare da un lato la Palermomulticulturale ed i processi di integrazione tra i diversi popo-li presenti nel territorio e dall’altro di denunciare tutte quel-le situazioni che ancora oggi ne ostacolano la piena attuazio-ne. Nella consapevolezza che l’accoglienza dell’altro, ilrispetto e lo scambio culturale creano le premesse per lapace, tanto minacciata da più fronti, il concorso fotograficoè finalizzato a creare un collegamento costruttivo fra ilnostro mondo e i paesi cosiddetti in via di sviluppo. Le imma-gini selezionate saranno raccolte in un libro/catalogo cheverrà presentato agli 81 comuni del territorio della Provinciadi Palermo nell’ambito dei percorsi di educazione alla mon-dialità e alla multiculturalità. Il primo premio assoluto è unviaggio in Tanzania presso la missione di Nyololo – diocesi diIringa; si tratta di una realtà che la Diocesi di Palermosostiene in modo continuativo da alcuni anni attraverso lapresenza di missionari, di volontari nonché curando la realiz-zazione di progetti per lo sviluppo del territorio.

InformaCaritas ottobre duemilasette8

Caritas diocesanadi Vincenzo Bozzo

PALERMONDO: “RACCONTO SULLA MULTICULTURALITA’CONCORSO INTERNAZIONALE DI FOTOGRAFIA

Page 9: InformaCaritas Ottobre2007

9ottobre duemilasette InformaCaritas

Caritas Diocesanadi Nadia Sabatino

Un pomeriggio di gioiosa allegria ha caratterizzatol’inizio delle attività del centro di accoglienza peranziani “S. Carlo” dopo la pausa estiva. L’accoglien-

za dei nuovi e vecchi frequentatori del “S. Carlo” e la pre-sentazione dei giovani del servizio civile che affiancheran-no i volontari nello svolgimento delle attività ed iniziativedel centro così anche la comunicazione del programmaricco di innovazioni, sono stati svolti, con amorevole cura,dal direttore della Caritas mons. Benedetto Genualdi.La formazione di un coro sarà affidata a Nino Di Maggio chesempre ha curato l’attività canora del centro.Avremo la collaborazione della signora Zanetti Lucia pereffettuare esercizi di ginnastica .

Per il laboratorio di taglio e cucito siamo nelle mani dellasignora Giovanna Calvaruso.La partecipazione a spettacoli teatrali, da parte dei fre-quentatori del centro, sarà curata dalla signora BongiornoPinella.Data la veneranda età dei frequentatori del centro, nel pro-grammare le visite guidate, abbiamo cercato luoghi rag-giungibili con tragitto breve.Far conoscere il nostro impegno ad altri centri per anzianie rafforzare i legami con quelli con i quali siamo già venutia contatto, continua ad essere uno degli scopi fondamenta-li del centro con l’intento di avviare, in un prossimo futuro,un cammino tutti insieme a livello diocesano.

Riapre il centro di accoglienza per anziani “S. Carlo”

Il 2 Ottobre è ricominciato in Caritas il corso di alfabe-tizzazione per immigrati. Questo ormai è il quinto annoche vede diversi volontari impiegare il loro tempo a ser-

vizio di quelle persone che chiedono di imparare l’italiano.Quando parliamo di integrazione ciò che ci viene in mentein primis è l’integrazione di tipo linguistico. Il corso si pro-pone di fornire agli immigrati delle strategie riguardo lapossibilità di comunicare nella loro vita quotidiana. Ilnostro obiettivo è quello di ascoltare quelle che sono le esi-genze dei ragazzi che partecipano al corso al fine di rispon-dere alle loro richieste più imminenti. I nostri volontarisanno bene che molto spesso la lezione non viene program-mata, in quanto l’insegnante gestisce il proprio tempotenendo in considerazione il numero dei ragazzi, i livelli acui appartengono e le loro richieste.

Il grande limite e nello stesso tempo il grande punto diforza del corso è il fatto che accogliamo tutte le persone chedesiderano partecipare in qualsiasi periodo dell’anno. Illimite è che se non si è pronti si rischia di fare confusione edi non seguire tutti i ragazzi nella stessa maniera, vistoanche il fatto che si tratta di persone che magari apparten-gono a livelli diversi. Il punto di forza è dato dal fatto che ilprincipio cardine del nostro corso è l’accoglienza in qualsia-si momento. E’ per questo motivo che i volontari sono pron-ti a gestire le diverse situazioni. Già da qualche anno provia-mo a garantire la presenza di due volontari in uno stessogiorno al fine di riuscire a rispondere a tutte le esigenze.

Infine desidero sottolineare l’importanza fondamentaledi tale corso nei termini di possibilità di incontro per gliimmigrati. Molto spesso essi richiedono un posto in cuipotersi confrontare, un luogo in cui poter condividere le pro-

prie esperienze, in cui potere semplicemente interagire. E’per questo motivo che cerchiamo sempre di creare questispazi durante il corso della lezione e di coinvolgere i ragaz-zi anche in altre occasioni (ad esempio una signora rumenal’anno scorso ha partecipato ad un incontro di preghiera traoperatori e volontari in Caritas). Negli anni scorsi sono stateanche organizzate delle feste in cui i ragazzi venivano coin-volti preparando una specialità del proprio Paese.

Sono dei piccoli gesti che ci fanno intendere, in un corsod’italiano, il termine integrazione non solo dal punto divista linguistico.

La sede del corso è il Centro Agape Caritas inpiazza Santa Chiara n. 10 e si tiene nei giorni dimartedì, giovedì e venerdì dalle 18 alle 19:30.

Corso di alfabetizzazione per immigrati

di Giorgio Rodonò

Page 10: InformaCaritas Ottobre2007

InformaCaritas ottobre duemilasette10

Caritas Diocesanadi Rita Li Vigni

In occasione dell’inizio del nuovo anno pastorale, giorno27 settembre memoria di San Vincenzo dei Paoli, alCentro Caritas “MARIA SS. ASSUNTA” sono stati invi-

tati i Parroci delle Parrocchie del I° vicariato zona pastora-le A e B insieme ai volontari delle Caritas parrocchiali ed aivolontari del Centro stesso.

Tra i presenti Don Benedetto Genualdi, direttore Cari-tas diocesana, il Prof. Pino Sclafani, responsabile del Cen-tro Maria SS. Assunta, Padre Carmelo Scellato, Parrocodella Parrocchia S. Sergio I Papa, don Giovanni Bondì, Par-roco della Parrocchia Maria SS. Immacolata ed alcunivolontari del Centro e delle Parrocchie.

Don Benedetto Genualdi, dopo aver ringraziato gli inter-venuti per il servizio che svolgono al Centro, ha presentatoil nuovo responsabile, nominato su proposta del diaconoGiovanni Di Simone ed ha dato una breve spiegazionesulla presenza della Caritas diocesana nel territorio.

Ha ricordato, altresì, l’importanza della presenza dellesuore nel territorio durante l’episcopato del Cardinale Pap-palardo che con la “Missione Palermo” e con lo slogan“Tutti insieme solidali con tutti” operarono per lunghi annia favore delle famiglie del quartiere. In questo periodo,prima della nascita della Caritas diocesana ( luglio ’73), sisvilupparono dei Centri pilota e tra questi il Centro Spero-ne-Roccella con cui si diede inizio ad attività con servizi,

gestiti da volontari, rivolti a minori, anziani ed altro.Padre Benedetto ha ricordato Padre Pino Puglisi che

dedicò molto spazio ai giovani ed ai minori.Il nuovo responsabile, Pino Sclafani, ha comunicato che,

nello spirito della continuità, le attività del Centro riprende-ranno dalla prima settimana di Ottobre così articolate:

CENTRO ASCOLTOMartedì ore 15,30 – 17,30LABORATORIO DI RICAMOMercoledì ore 9,30 – 12,30SERVIZIO DI PEDIATRIAMercoledì ore 15,30 – 17,30SERVIZIO DI GINECOLOGIA ed OSTETRICIAGiovedì ore 15,30 – 17,30LABORATORIO DI STENCIL e DECOUPAGE Venerdì ore 9,30 – 12,30

Inoltre, i laboratori di Canto e di Strumento rivolti aiminori, che si svolgono nelle Parrocchie San Sergio e MariaSS. Immacolata, inizieranno dalla seconda settimana diOttobre.

Si avvieranno, inoltre, una serie di attività promozionalinelle Parrocchie e nelle scuole del territorio dove verrannoproposte delle mostre e la costituzione della “Banca delTempo”. In quest’ultima verranno raccolti i nominativi di tutticoloro che desiderano mettere a disposizione della comunitàun po’ del proprio tempo e della loro professionalità.

Su richiesta di alcuni giovani verrà presto attivato unCentro di ascolto ad essi rivolto.

Alcuni volontari hanno fatto presente che molti abitan-ti del territorio richiedono per i figli un sostegno per le atti-vità scolastiche (organizzazione doposcuola) e riferisconole difficoltà incontrate per reperire persone competenti pertale settore.

Al termine dell’incontro Padre Benedetto ha auguratoai volontari una proficua ripresa delle attività chiedendo aPadre Giovanni di dare assistenza spirituale agli operatoridel Centro.

TUTTI INSIEME SOLIDALI CON TUTTI“Banca del tempo” al Centro “MARIA SS. ASSUNTA” dello Sperone

La Caritas Diocesana ha ricordato il quarantesimo anniversario di matri-monio di Piera e Fortunato Onorato che con la figlia Marcella dedicano illoro tempo libero quotidianamente al servizio dei poveri e degli ultimi.La celebrazione eucaristica presieduta da don Benedetto si è svolta il 21settembre nella parrocchia Stella Maris.Al termine è stato offerto in dono un quadro ed un orologio.

Page 11: InformaCaritas Ottobre2007

11ottobre duemilasette InformaCaritas

La creazione di un movimento parrocchiale laicale chesi occupasse dei problemi sociali alla luce del magi-stero della chiesa e della dottrina Sociale; la rifonda-

zione del bollettino parrocchiale e la creazione di unabiblioteca parrocchiale.

Queste alcune delle iniziative portate avanti dallacomunità parrocchiale “Maria SS. delle Grazie” del quartie-re palermitano di Villagrazia-Falsomiele guidata da padreAngiolino Di Lizia, degli Oblati di Maria Immacolata.

Che cos’è il Movimento parrocchiale per i problemisociali?

“E’ un movimento cristiano nato all’interno della nostracomunità che ha avvertito in maniera molto forte la necessitàdi far sorgere all’interno della nostra parrocchia un movimen-to cristiano per i problemi sociali. Sui laici, infatti, grava unagrande responsabilità nell’attuazione del ‘Progetto culturale’della Chiesa Italiana a partire dal IVConvegno ecclesiale di Verona. Lacomunità parrocchiale non può estra-niarsi dai problemi della vita e dellafamiglia, della pace e della giustizia.Occorre che la parrocchia facciaesperienza e testimoni la fiducianella forza innovatrice e trasformatri-ce del Vangelo. Oggi, purtroppo, vivia-mo in un mondo scristianizzato. Difronte alla crisi della post-modernitàè necessario che la fede diventi cultura, perché altrimenti sarà‘una fede non pienamente accolta, non interamente pensata,non fedelmente vissuta’ come diceva Giovanni Paolo II”.

Quali gli scopi?“Pensare, coordinare e suscitare iniziative di formazio-

ne che hanno il compito di formare i fedeli all’eserciziodelle responsabilità civico-politiche attraverso i valori ispi-rati alla Dottrina Sociale della Chiesa. E’ sua cura, nell’or-ganizzare questi percorsi formativi, di qualificarli sul pianospirituale e di affiancarli con la proposta di itinerari e diesperienze che possono educare a vivere la radicalità delVangelo, con la coerenza richiesta al cristiano impegnato inpolitica o in ruoli di responsabilità civile ed ecclesiale”

Formazione e azione, dunque, ma non solo“Formazione e azione sui temi riguardanti la dottri-

na sociale della Chiesa secondo le direttive del suoMagistero. Il movimento ha anche il difficile compitodi interloquire con i politici, per ascoltarli e farsiascoltare affinché promuovano iniziative che salva-guardano la vita umana, la famiglia, i valori riguardan-ti il bene di ogni singolo individuo e il bene comunedella borgata”.

Quali sono i prossimi impegni che vedrà coinvolto ilmovimento?

“ Stiamo organizzando per il prossimo 25 novembre unaconferenza sulla famiglia mentre per il 2008 abbiamo incantiere altri due incontri di formazione: nel primo, che siterrà il 3 febbraio affronteremo lo spinoso tema dell’eutana-sia cercando di analizzarlo in tutti i suoi aspetti; nel secon-

do, previsto per il 4 maggio, trattere-mo le sette sataniche”.

Ma il dinamico parroco di Villa-grazia sta lavorando ad altre dueiniziative: creare una biblioteca erimettere in piedi il giornalino par-rocchiale.

Per quanto riguarda la bibliote-ca, attualmente in fase di allesti-mento, chi volesse donare dei libri oriviste può farlo comunicandolo al

parroco attraverso la e-mail [email protected].

L’altra iniziativa, come detto, è il giornalino parrocchialeche, se tutto va bene, dovrebbe rivedere la luce presto.

Si chiamerà ‘Cerchi nell’acqua’, vedrà coinvolta per lasua realizzazione tutta la comunità parrocchiale e, oltre apubblicizzare tutte le iniziative della parrocchia sarà,secondo le intenzioni del direttore responsabile, editorialee di tutta la redazione, la ‘voce ufficiale’ del movimento par-rocchiale per i problemi sociali.

Iniziative di carità nella Parrocchia di Villagrazia

In Parrocchiadi Fabrizio Mocciaro

DISTRIBUZIONE DI DERRATE ALIMENTARI AGEAED ENTE RISI A ORGANISMI CARITATIVI

La Caritas Diocesana, nel corso dell’anno, fornisce a Strutture Caritative associate (Parrocchie, Associazioni di volon-tariato ecc.), site nel territorio della Diocesi di Palermo, derrate alimentari destinate ad essere distribuite agli indigenti.Tali derrate pervengono alla Caritas da AGEA ed Ente Risi, le stesse che riforniscono Banco Alimentare e Croce Rossa.La AGEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) è un Ente pubblico non economico con sede a Roma che, ai sensidel Reg. CEE n.3149\92 e succ. modifiche, fornisce annualmente agli Enti Caritativi riconosciuti (tra questi le CaritasDiocesane), derrate alimentari in quantitativi rapportati al numero complessivo di indigenti assistiti dagli Organismicaritativi associati. Analoga operatività svolge l’Ente Risi.

www.parrocchiavillagrazia.org.

Page 12: InformaCaritas Ottobre2007

InformaCaritas ottobre duemilasette12

Caritas Regionalea cura di Irene Pizzo

La Caritas diocesana di Catania ha organizzato unCorso di formazione per volontari del centro d’aggrega-zione: Talità kum nella zona di [email protected]

TALITÀ KUME’ un centro di aggregazione di stile oratoriano rivoltoa sviluppare processi di integrazione e prevenzione perminori e donne.Il centro è gestito dalla Caritas diocesana di Catania eanimato da volontari

Le attività del Centro:Sostegno e recupero scolastico:per sostenere bambini e adolescenti con difficoltà del-l’apprendimento e/o demotivati allo studio a recupera-re i percorsi di studio

Attività sportive:squadra calcio, pallavolo, ballo e pattinaggio.

Laboratorio espressivo-creativo:attraverso la realizzazione di oggetti:carta pesta, pastadi sale, das,acquarelli, decoupage,oggetti di materialepovero

Laboratorio di musicapercussioni e chitarra.

Laboratorio arti e mestieri antichi: cucito, ricamo(rivolto ad adulti);

Laboratorio di informatica:giochi interattivi per i più piccoli, informatica per igrandi, ricerche guidate su internet.

Attività ricreative e di relazione:Giochi, feste, cineforum.

Animazione di strada

www.caritascatania.it

NotizieCaritas di Catania

dalla

GIORNATA DIOCESANA DEL VOLONTARIATO

Il 27 settembre la Consulta Diocesana delle Aggrega-zioni Socio-Assistenziali, composta dai rappresentantidi tutte le Associazioni, Gruppi, Comunità di Vita Con-sacrata impegnati nei servizi di prossimità a favoredelle persone più fragili, ha celebrato la prima Giorna-ta Diocesana del Volontariato con una Tavola Rotondasul tema “Uno sguardo sulla città. Come coniugare l’im-pegno della carità con quello della giustizia in una cittàcome Catania, che vive ancora forme indegne di ingiu-stizia e di illegalità. La tavola rotonda, moderata Padre Valerio Di Trapani,direttore della Caritas Diocesana diCatania, ha visto l’intervento dello psi-cologo (già sindaco di Ragusa ) Antoni-no Solarino e Felice Lima, giudice deltribunale di Catania.

GIORNATA MONDIALE CONTRO LA POVERTA’:OPERE E SEGNI PER NON RASSEGNARSI

Il 16 ottobre nei locali dell’Help Center di Piazza Gio-vanni XXIII, PadreValerio Di Trapani,direttore della Cari-tas Diocesana diCatania, ha presen-tato alla Città il set-timo Rapporto nazio-nale su povertà edesclusione sociale dal titolo “Rassegnarsi allapovertà?”, dando una lettura locale del problema. Tragli intervenuti: Dino Barbarossa presidente del Consor-zio “il Solco”, Giuseppe Maccarrone, presidente dell’As-sociazione “Ronda dell’Amicizia”, Nicoletta Accardodella Croce Rossa Italiana e Biagio Mertoli Presidentedella Società San Vincenzo de’ Paoli. In occasione dellaGiornata Mondiale di lotta contro la Povertà, è statainoltre proposta una serata di festeggiamenti, animatadai volontari di diverse associazioni.

Page 13: InformaCaritas Ottobre2007

Le Settimane Sociali sono una riflessione finalizzataall’impegno. Quali, le prospettive di impegno? diffon-dere e continuare ad approfondire - nelle nostre

chiesa locali, nelle associazioni e nei movimenti, ecc. – letematiche di questa Settimana, evi-tando che questa possa rimanereuna “bella parentesi”, ma si collo-chi nel solco del percorso dellaChiesa italiana che passa attraver-so una molteplicità di eventi, come il Convegno ecclesialedi Verona;- creare reti tra la molteplicità ricca di esperienze di variotipo che caratterizzano il cattolicesimo italiano: le reti sonoanche forme di solidarietà che aiutano ciascuno a persegui-re meglio le proprie finalità;- favorire la nascita e la crescita di luoghi di incontro e diriflessione che possono giovare all’impegno nel sociale edanche nel politico; da notare il bisogno che i cattolici impe-gnati in politica hanno dei contributi di riflessione e di pro-gettazione;- monitorare con attenzione - ed intervenire nei modi ed ailivelli a ciascuno possibili – la evoluzione normativa inmateria di Terzo settore: dalla revisione della legge del1991 sul volontariato alla legge sulle ONG, passando alledisposizioni sulle associazioni, onde uscire dalla logica diuna sussidiarietà rovesciata e di una società civile in posi-zione servente rispetto allo Stato. In questo contesto occor-re sviluppare tutte le potenzialità della nostra Carta Costi-tuzionale, in particolare quelle contenute nella riforma delTitolo V, rimaste per lo più una bella promessa. Le riformeche si stanno annunciando non devono ledere i principi diautonomia e di sussidiarietà;- sollecitare la sensibilità locale – anche delle istituzionipubbliche – ad una coerente azione amministrativa, rispet-to al principio della sussidiarietà orizzontale; un allarga-mento delle forme di partecipazione democratica; maanche la sottolineatura di diritti ormai non più ignorabili,come ad es. l’accesso al credito; - sollecitare nella nostra realtà, ma anche sostenere, inizia-tive sociali che si inseriscano nella prospettiva del TerzoSettore, con attenzione ai punti deboli della nostra società:giovani, anziani, disoccupati, immigrati, diversamenteabili. Un impegno in forme diverse: nel privato, nel pubbli-co, nello statale;- ma soprattutto occorre un forte impegno nel campo edu-cativo. Per la prima volta una Settimana Sociale si occupadell’educazione. E’ stato lanciato l’allarme sull’emergenzaeducativa nel nostro Paese. Occorre intervenire con inizia-tive nuove, oltre che rafforzare quelle di più antica espe-rienza.

Settimana sociale. Dalle conclusioni di Giuseppe Dalla Torre

IMPEGNO SOCIALE PER IL BENE COMUNE

13ottobre duemilasette InformaCaritas

In Italia

SCHEDA

Le Settimane Sociali dei cattolici italiani nascono nel1907 per iniziativa di Giuseppe Toniolo. La prima sitenne a Pistoia. Si svolsero ogni anno fino alla Primaguerra mondiale. I temi affrontati furono soprattutto illavoro, la scuola, la condizione della donna, la famiglia.La celebrazione della Settimana ha avuto quest’anno unparticolare significato ed ha suscitato un largo interesse:oltre 1400 presenti (1000 nella precedente di Bologna);160 diocesi presenti (112 a Bologna); una partecipazionenumerosa ed ampia di delegati di associazioni, movimen-ti, istituzioni cattoliche.

www.settimanesociali.it

www.caritasitaliana.it

BENE COMUNE E BENI COMUNI:PER UN SISTEMA DI QUALITÀ

Una delegazione di Caritas Italiana – guidata dal diret-tore mons. Vittorio Nozza - e alcuni membri delle equipedelle Caritas diocesane ha partecipato alla Settimanasociale che riporta l’attenzione della Chiesa e dellasocietà italiana sul bene comune.Entrando nelle attese e nelle preoccupazioni dei poverioggi, il tema del bene comune richiama alcune questionidi fondo ancora aperte: il benessere, non solo inteso come risposta ai bisogni, macome ricerca di qualità dell’ambiente, delle relazioni, deiconsumi, dei servizi (cfr. Giovanni Paolo II, Centesimusannus, 36); il cambiamento dello Stato sociale, che non lasci lontanoda pianificazione e progettazione mondi e persone invisibili,in mobilità, ai margini (nomadi, carcerati, senza dimora…); la preoccupazione che l’aziendalizzazione dei servizi nondeprivi famiglie e persone di beni che sono comuni: l’ac-qua, la salute, la casa…; l’attenzione a sviluppare il tema e le azioni di cooperazio-ne e sviluppo a livello internazionale come dimensioneessenziale per interpretare la globalizzazione nella logi-ca della solidarietà.Questa riflessione accompagnerà il lavoro preparatorioper il Convegno nazionale delle Caritas del prossimo giu-gno, all’interno del quale l’attenzione alla dimensionedelle opere-segno si coniugherà con la prospettiva delbene comune, come valore da costruire e pratica socialeda agire all’interno della quotidianità dei territori.

Page 14: InformaCaritas Ottobre2007

InformaCaritas ottobre duemilasette14

Alla luce delle ricerche e degli studi nel campo dellapsicologia della salute vi sarebbe una stretta relazio-ne che lega i comportamenti prosociali, di aiuto

verso gli altri e la possibilità di conservare più a lungo ilbenessere globale dell’individuo.Il comportamento prosociale è quel comportamento col qualesi intende beneficiare l’altro o gli altri. Alla base del comporta-mento prosociale altruistico vi sarebbero principi morali inte-riorizzati e soprattutto la capacità di provare empatia, ossia lacapacità di immedesimarsi negli stati d’animo degli altri. Negli ultimi anni è stato ampiamente dimostrato il pesodelle variabili sociali e ambientali per il benessere globaledell’individuo e per il conseguente miglioramento dellecondizioni di salute, anche alla luce del cosiddetto modellobiopsicosociale, per il quale è di fondamentale importanzal’interazione degli aspetti biologici, psicologici e sociali nelvalutare lo stato di salute globale delle persone.Quanto più spesso infatti adottiamo uno stile comportamen-tale improntato al sostegno dell’altro, all’aiuto di chi ha biso-gno, quanto più noi stessi siamo inclini a percepirci comeefficaci e ottimisti, adottiamo comportamenti protettivi, conuna maggiore resistenza allo stress e utilizzando strategie didifesa più adeguate. Sembra addirittura che tali dinamichepossano diminuire i fattori di rischio per la depressione. Alla luce di queste informazioni l’individuo effettua, duranteuna situazione definita di aiuto, una serie di valutazionicognitive e personali, che lo porteranno alla messa in atto

della condotta di aiuto in relazione a una serie di variabili, frale quali il proprio ambiente e gruppo sociale di riferimento.Attraverso il confronto sociale infatti, si realizza l’influenzasociale all’interno dei gruppi di persone, e ciò può favorirela comparsa dei comportamenti di salute. Se il soggetto è facilmente incline al comportamento posi-tivo, alle condotte altruistiche e d’aiuto, riceverà più facil-mente aiuto per se stesso nei momenti in cui ne avrà neces-sità, in quanto più forte sarà il sostegno sociale su cui potràcontare nella vita quotidiana e nei momenti di bisogno. Sipercepirà come oggetto di amore e di cure, e sarà sicuro diessere apprezzato e stimato. Questo renderà l’individuo piùforte, con un maggior livello di autostima, maggiormentesoddisfatto e ben inserito all’interno del gruppo sociale diriferimento. Ci si troverà quindi ben collocati all’internodella propria rete sociale, ottimamente disposti nella retedi relazioni centrate sulla persona. Tale aspetto permettecosì una maggiore integrazione sociale perché può aumen-tare la presenza e la quantità di legami sociali.Si può affermare allora che aiutare gli altri ci aiuta, nelsenso che questo aspetto relazionale che si traduce poi inun dovere e vocazione per il Cristiano, ha da un punto divista psicologico una funzione adattiva, è una delle piùgrandi possibilità per percepirci completi, soddisfatti e pie-namente inseriti nel contesto sociale nel quale operiamo.

* Psicologo

AIUTARE GLI ALTRI CI AIUTAL’importanza dei comportamenti prosociali e di aiuto per la psicologia della salute

Riflessione di Francesco Greco*

SUSSIDI DI AVVENTOPER LE CARITASPARROCCHIALIIl 21 novembre al Centro Agape alle ore16.00 durante l’assemblea delle Caritasparrocchiali verrano illustrati i sussidi diAvvento. Coloro che desiderano averli perla propria parrocchia possono prenotarli alpiù presto in Caritas Diocesana.Tutti i sussidi sono studiati per essereaccessibili anche a chi è meno abituato allinguaggio liturgico, per proporre un cam-mino a chi si riaffaccia alla fede o deside-ra iniziare una riflessione su se stesso esu Dio. La loro semplicità consiste nelfatto che sono composti da persone “qua-lunque”, che vivono una quotidanità fattadi mille fatiche.

Page 15: InformaCaritas Ottobre2007

S p e c i a l eInformaCaritas

In questo SPECIALE, servizi di: Tommaso Calamia, Vincenza Capursi, Maria Del Gaudio, Ornella Giambalvo, Salvo Pizzo, Rossella Maria Russello, Pino Sclafani, Tiziano Vecchiato

Il cibo della veritàe l’indigenza dell’uomo

Non possiamo rimanere inattivi di fronte acerti processi di globalizzazione che non dirado fanno crescere a dismisura lo scartotra ricchi e poveri a livello mondiale. Dob-biamo denunciare chi dilapida le ricchezze

della terra, provocando disuguaglianze che gridano versoil cielo (cfr Gc 5,4). Ad esempio, è impossibile tacere difronte alle « immagini sconvolgenti dei grandi campi diprofughi o di rifugiati – in diverse parti del mondo – rac-colti in condizioni di fortuna, per scampare a sorte peggio-re, ma di tutto bisognosi. Non sono, questi esseri umani,nostri fratelli e sorelle? Non sono i loro bambini venuti almondo con le stesse legittime attese di felicità degli altri?».(246) Il Signore Gesù, Pane di vita eterna, ci sprona e cirende attenti alle situazioni di indigenza in cui versa anco-ra gran parte dell’umanità: sono situazioni la cui causaimplica spesso una chiara ed inquietante responsabilitàdegli uomini. Infatti, « sulla base di dati statistici disponibi-li si può affermare che meno della metà delle immensesomme globalmente destinate agli armamenti sarebbe piùche sufficiente per togliere stabilmente dall’indigenza lo

sterminato esercito dei poveri. La coscienza umana ne èinterpellata. Alle popolazioni che vivono sotto la sogliadella povertà, più a causa di situazioni dipendenti dai rap-porti internazionali politici, commerciali e culturali, che nona motivo di circostanze incontrollabili, il nostro comuneimpegno nella verità può e deve dare nuova speran-za».(247)Il cibo della verità ci spinge a denunciare le situazioni inde-gne dell’uomo, in cui si muore per mancanza di cibo acausa dell’ingiustizia e dello sfruttamento, e ci dona nuovaforza e coraggio per lavorare senza sosta all’edificazionedella civiltà dell’amore. Dall’inizio i cristiani si sono preoc-cupati di condividere i loro beni (cfr At 4,32) e di aiutare ipoveri (cfr Rm 15,26). L’elemosina che si raccoglie nelleassemblee liturgiche ne è un vivo ricordo, ma è anche unanecessità assai attuale. Le istituzioni ecclesiali di beneficen-za, in particolare la Caritas a vari livelli, svolgono il prezio-so servizio di aiutare le persone in necessità, soprattutto ipiù poveri. Traendo ispirazione dall’Eucaristia, che è ilsacramento della carità, esse ne divengono l’espressioneconcreta; meritano perciò ogni plauso ed incoraggiamentoper il loro impegno solidale nel mondo.

Da “Sacramentum Caritatis”, 90

17 ottobre Giornata della povertàPERCHÉ

La ricorrenza della Giornatamondiale di lotta alla povertàdel 17 ottobre ricorda ognianno ad ogni persona nelpianeta che la povertà non èun destino, ma è conseguen-za di meccanismi economi-co-sociali rispetto ai quali sipuò sviluppare un’azione dicontrasto efficace e duraturo.Questo SSppeecciiaallee,, attraversola presentazione del settimoRapporto Caritas-Zancan edalcune esperienze locali,vuole offrire dei contributi diriflessione su questa realtàche offende la dignità dellapersona umana.

L’emarginazione di un solo cittadino

rende più povera l’intera società.

Page 16: InformaCaritas Ottobre2007

Specialea cura di Pino Sclafani

Dalla Presentazione di Vittorio Nozza e Giuseppe Pasini

La collaborazione, ormai decennale, tra Caritas Italia-na e la Fondazione «E. Zancan» ha consentito di for-nire all’opinione pubblica italiana, alle Chiese locali,

alle Caritas diocesane, agli operatori sociali informazioniutili sulle caratteristiche, la consistenza e l’evoluzione dimolti fenomeni di povertà, disagio, emarginazione, esclu-sione sociale e le relative politiche messe in atto per con-trastarle.

Il Rapporto è divenuto nel corso degli anni uno stru-mento di riferimento per molte realtà impegnate nellostudio dei bisogni sociali, nella formulazione di linee e diprovvedimenti in materia di politiche sociali e nei servizialla persona. In particolare con il Sesto Rapporto è inizia-ta – e proseguirà annualmente – la valorizzazione delProgetto «Rete Caritas», che ha lo scopo di sostenere losviluppo delle Caritas sul territorio, a partire dalla pro-

mozione e crescita dei tre luoghi/strumenti pastoraliessenziali per esprimerne l’identità: il Centro di Ascolto,l’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse, il Laboratoriodiocesano per la promozione delle Caritas parrocchiali.L’obiettivo è quello di connettere strettamente le funzio-ni dell’ascoltare, dell’osservare e del discernere per arri-vare ad animare comunità e territori.

DatiDai dati raccolti presso i luoghi dell’incontro, dell’a-scolto e della relazione con i poveri emerge, purtroppo,che la povertà nel nostro paese continua ad essere for-temente presente, sempre più strutturale. Come silegge all’interno del Rapporto, anche l’Istat segnalache le persone in condizione di povertà relativa sono il13,1% dell’intera popolazione. Ma le valutazioni piùdrammatiche riguardano le regioni meridionali, dove il26,5% della popolazione è sotto la soglia di povertà.

Il VII rapporto sulla povertà e l’esclusione sociale,“Rassegnarsi alla povertà?”, nasce da esperienze e ipo-tesi di lavoro che Caritas Italiana e Fondazione Zancanhanno maturato e condiviso in questi anni. Il volume fasintesi di un percorso che parte dai tentativi che hannocaratterizzato il secondo Novecento di ridurre lapovertà nel nostro Paese. Evidenzia le risorse oggidisponibili, per capire se e in che misura esse potreb-bero essere investite in un Piano (nazionale, regionalee locale) di lotta alla povertà. Entra nel merito dellestrategie per renderlo attuabile. Lo fa anche richia-mando esempi di esperienze civili ed ecclesiali, chevedono impegnati enti pubblici, amministrazioni priva-te, Caritas diocesane, associazioni di volontariato, par-rocchie, persone e famiglie ecc., cioè diversi soggettiche a livello regionale e locale potrebbero insieme farela differenza per conseguire risultati efficaci. Nel Rap-porto sono anche documentate le dimensioni quantita-tive e qualitative del fenomeno, i profili di esclusione(anche attraverso i dati dei 264 Centri di ascolto dellarete Caritas riferiti a oltre 30.000 utenti nel periodoluglio-settembre 2006 nonché esperienze di alcuneCaritas diocesane e percorsi di uscitadalla povertà, chetestimoniano come sono possibili percorsi concreti

UN PIANO DI LOTTA C

InformaCaritas ottobre duemilasette16

BREVE SINTESI DEL VII RAPPORTO SU POVERTÀ ED ESCLUSIONE SOCIA

Page 17: InformaCaritas Ottobre2007

CONTRO LA POVERTÀ

17ottobre duemilasette InformaCaritas

ALE IN ITALIA AD OPERA DI CARITAS ITALIANA E FONDAZIONE ZANCAN

Lottare contro la povertà nel nostro paese, vuole dire moltodi più che dare qualcosa a chi ha meno, ma:

- sottrarre ad un destino sociale prevedibile di precarietà emarginalità tanti ragazzi e bambini che hanno avuto lasfortuna di nascere nel posto sbagliato, nel quartiere sba-gliato, nella contrada sbagliata;

- contrastare il predominio di una economia criminale inmolte regioni del sud, che trova nella povertà di alcuniterritori – la possibilità di poter disporre di una “armatadi riserva” per il proprio mercato del lavoro;

- costruire coesione sociale a partire innanzitutto da unsenso di appartenenza sociale che le politiche di contra-sto alla povertà contribuiscono a creare.

Il civismo non è un valore astratto, il senso di appartenen-za ad una comunità non è solo un’idea, ma prende corpo

anche nel livello di solidarietà concreta percepito da ognu-no di noi; una scuola che accoglie anche chi fa più fatica,un ente locale capace di farsi carico dei bisogni delle fami-glie, servizi alla persona capaci di accompagnare le perso-na nei momenti difficili della propria vita, non sono soloefficienti, ma producono un enorme valore aggiunto in ter-mini di coesione e appartenenza sociale.Serve certamente studiare la costituzione italiana a scuola,ma serve ancora di più rinvenire i valori costituzionali nel-l’esperienza di vita di ognuno di noi, vederli incarnati nelleleggi, nelle strutture sociali, nello stile di lavoro delle isti-tuzioni sociali e civili, nella passione e nell’impegno civiledi ogni operatore.Coltiviamo insieme questo sogno, di un paese che si assumel’impegno di lottare contro la povertà perché è giusto,ragionevole e possibile.

Francesco MontenegroPresidente Caritas Italiana

Page 18: InformaCaritas Ottobre2007

InformaCaritas ottobre duemilasette18

Considerando la spesa riguardante l’assistenzasociale, osserviamo anzitutto due elementi: il volu-me complessivo e il suo peso specifico. Il volume

complessivo è di 44miliardi e 540milioni di euro (dato2006). Quello specifico è di circa 750 euro pro capite. Sitratta di un impegno non indifferente, in armonia conaltri paesi (Grecia, Regno Unito, Finlandia) e significati-vamente inferiore a Belgio, Austria, Francia, Germania,Danimarca e Svezia.

Tuttavia il nostro profilo si basa su squilibri interni evi-denti: più della metà della spesa (56,1%) è destinato allavoce “Pensioni in senso stretto e Tfr”. Il resto è ripartito trale voci “Assicurazioni del mercato del lavoro” (6,6%), “Assi-stenza sociale” (11,9%), “Sanità” (25,4%). Gran parte dellerisorse vanno all’ultima fase della vita e molto meno allaprima e al sostegno delle responsabilità familiari.

In dieci anni sono aumentate le voci “Pensioni in sensostretto e Tfr” (dal 55,7% al 56,1%) e la voce “Sanità” (dal20,8% al 25,4%). Sono diminuite le voci “Assicurazioni delmercato del lavoro” (dal 9,0 al 6,6%) e “Assistenza sociale”(dal 14,6% al 11,9%), che ha subito la contrazione maggiore.

I due principali centri di responsabilità che si occupanodel governo della spesa sociale sono lo Stato e i Comuni. Daqui una domanda: chi gestisce questa spesa o meglio anco-ra quanto di questa spesa è gestita direttamente dallo Statoe quanto dagli Enti locali?

La spesa dei Comuni per assistenza sociale al nettodella multiutenza è di 5 miliardi e 11 milioni di euro, con unpro capite medio di 86,15 euro.

Di conseguenza, dei 750 euro, i comuni ne gestiscono solo 86euro pro capite, mentre la parte restante, pari a circa 664 euro,sono gestiti dallo Stato o da amministrazioni da esso controllate.

Inoltre degli 86 euro di spesa procapite comunale circa,pari a 21 euro pro capite è destinato a ulteriori trasferimen-ti monetari mentre circa 65 euro pro capite è per servizi(dati medi nazionali).

Indicativamente soltanto l’8,6% dei 750 euro è erogatain servizi e ben 91,4% in trasferimenti monetari. È questol’enorme problema che ci consegna la non attuazione del-l’art. 24 della L. 328/2000, cioè l’incapacità istituzionale esociale di mettere mano alla questione dei trasferimentisulla base dei bisogni effettivi e non solo per diritti acqui-siti.

Un’ulteriore domanda che possiamo porci riguarda lerisorse destinate a contrastare la povertà. Si tratta di unadomanda che trova solo una parziale risposta: i comunidestinano all’area della povertà il 6,8% della loro spesasociale, cioè poco più di 363 milioni di euro.

Specialedi Tiziano Vecchiato

Momento della Presentazione del Rapporto

LA SPESA PER ASSISTENZA SOCIALE

Page 19: InformaCaritas Ottobre2007

19ottobre duemilasette InformaCaritas

Le famiglie che vivono in condizioni di povertà sono 2milioni 585 mila (l’11,1% delle famiglie e il 13,1%della popolazione). Sono cioè tante persone: 7 milio-

ni e 577 mila e tra queste molti sono i bambini.Troppo spesso la responsabilità di crescere i figli si

scontra infatti con le difficoltà economiche di molte fami-glie a basso reddito. Il 26,2% delle famiglie con cinque o piùcomponenti vive in condizioni di povertà; nel mezzogiornoquesto dato sale al 39,2%. Avere tre figli da crescere signifi-ca un rischio di povertà pari al 27,8% (quindi quasi tre voltesuperiore all’11,1% prima indicato) e nel sud questo valoresale al 42,7%.

Le differenze tra nord e sud si contano in decimi dipercentuale anziché in unità: ad esempio la difficoltàdi sostenere spese impreviste di 600 euro riguarda il16% delle famiglie trentine e oltre il 50% di quelle sici-liane.

La povertà delle famiglie è quindi una grande sfida checi trova impreparati, anche perché nel nostro paese questasfida non ha avuto nel corso degli anni risposte adeguatealle dimensioni del problema.

Il problema interessa le famiglie in generale e, inmodo crescente, anche una nuova tipologia di famiglie,quelle ricostituite a seguito della rottura di altre fami-glie (per separazione, divorzio o altra causa). Tra lefamiglie ricostituite il 59,4% ha figli, il 10,7% di questeha figli di uno dei partner, il 39,1% ha solo nati nell’at-tuale unione, il 9,6% ha figli nati dall’unione attuale eprecedente.

Secondo l’Istat (2005), in Italia, almeno 5.362.000persone vivono in famiglie che sono libere unioni, infamiglie ricostituite coniugate, in famiglie con un sologenitore. Dal 1994 al 2003 l’incremento nelle separazio-ni e nei divorzi è stato continuo: si è passati da 51.445separazioni nel 1994 a 81.744 nel 2003, con un aumentodel 59% in 10 anni e un incremento del 2,6% delle sepa-razioni e del 4,8% dei divorzi rispetto al 2002. Una partedei figli interessati da queste esperienze rischia di entra-re in una condizione di povertà, in particolare quando lafamiglia diventa monogenitoriale e quindi molto spessomonoreddito. Il fenomeno interessa quasi sempre madrisole con figli.

Il deficit di solidarietà intergenerazionale è un pro-blema sempre più evidente e stridente. La distribuzionee l’orientamento della spesa sociale lo amplifica, visto losbilancio di risorse destinato a favore dell’ultima fasedella vita. La quasi inesistente capacità di rappresentan-

za delle nuove generazioni rispetto alla generazioneanziana rende questo problema scarsamente presentenel dibattito civile e politico. Malgrado il vuoto di rappre-sentanza, i segnali di sofferenza e di insofferenza sonosempre più forti, non solo nel nostro paese ma anche suscala europea.

La sperimentazione del Reddito minimo di inserimento(RMI) ha messo in evidenza come avrebbe più senso par-lare di “Piano di inserimento con sostegno al reddito”(PISR), enfatizzando il fine principale (l’inserimentosociale) e non il mezzo temporaneo (il reddito minimo). Ècioè necessario superare gli approcci per “misure” e sosti-tuirli con l’approccio per “problemi”. Nel caso delle fami-glie povere con figli l’agire per problemi significa avereuna mappa di opzioni da utilizzare e da integrare nel pro-getto personalizzato di inclusione sociale con sostegno alreddito.

Un piano nazionale di lotta alla povertà equivale inol-tre a una “prenotazione” dei livelli essenziali di assisten-za sociale riconducibili a questa area di bisogni. È quindiuna operazione che ha conseguenze sulle infrastruttureorganizzative, professionali e di processo operativo fina-lizzate alla presa in carico efficace della condizione dipovertà.

Ha quindi conseguenze rilevanti e potenzialmente posi-tive sul nostro sistema di welfare, sulla sua evoluzione sullasua capacità di governare il difficile rapporto tra bisogni,risorse, risposte e indici di efficacia. Pertanto la povertà èun banco di prova per un sistema di welfare sostanzialmen-te fermo e incapace di modificare i propri determinantistrutturali.

Ma il blocco costituito da una gestione immobiledelle risorse, e la non volontà politica di riorientarle(per evitare la crisi di consenso di alcuni gruppi interes-sati a mantenere le cose come sono) ci porta a lavorarecon i “resti”, i finanziamenti ad hoc, che nascono da unafinanziaria e sperano di essere incrementati dalla suc-cessiva.

Un piano condiviso di lotta alla povertà può rappre-sentare una grande occasione per il nostro paese peraffrontare i principali nodi, non risolti, del nostro siste-ma di welfare. Va quindi visto non solo per il suo valorein sé (etico, culturale e politico) ma anche come occasio-ne per rimetterci in corsa, per contrastare la crisi difiducia che nega, soprattutto alle nuove generazioni, lasperanza di futuro. È “una grande opera inattuata” equindi da realizzare.

LA FAMIGLIA POVERACON FIGLI COME PRIORITÀ

Page 20: InformaCaritas Ottobre2007

InformaCaritas ottobre duemilasette20

Chi è povero? Povero di cosa? Povero perché? Comevive un povero? Se si vuole rispondere a queste e atante altre domande che spontaneamente sorgono

quando si parla di povertà occorre definirla. Il tentativo didefinire il concetto di povertà ha, negli ultimi anni, visto unacceso dibattito da parte di economisti e/o, in generale, discienziati sociali. Recentemente un programma di ricercainterdisciplinare dal titolo “Standard di vita a Palermo –Indicatori ed Interventi” dell’Università degli Studi diPalermo ha voluto indagare sugli stili di vita di un quartie-re del Centro Storico di Palermo, l’Albergheria.

Il progetto è stato un primo tentativo di conoscenza delquartiere finalizzato alla “misurazione” del disagio, socialeed economico, al fine di fornire strumenti ai decision makerper un’efficace programmazione degli interventi in modo dagarantire equità fra famiglie e bisogni e, soprattutto, inmodo da suscitare la voglia di riscatto dalle condizioni didisagio attraverso operazioni ad hoc, indirizzate e persona-lizzate a singoli, a gruppi omogenei o all’intera collettività.

Gli esiti dello studio sono stati pubblicati nel volume AlCentro del Margine. Standard di vita in un quartiere delcentro storico di Palermo (ed. Franco Angeli).

Il libro muove dalle considerazioni teoriche dell’econo-mista Amartya Sen che mette in relazione la povertà, ledisuguaglianze e la conseguente marginalizzazione, con ibisogni della “persona” e con le attitudini (capability)spesso non indagate di chi, con modalità e possibilità diffe-renziate, potrebbe emergere dal proprio stato di necessità.Il Centro e il Margine sono due concetti che, nello studiodelle aree urbane, assumono certamente un significato col-lettivamente condiviso, ma all’interno del quale le sfumatu-re declinano modi diversi di essere “al centro” e “al margi-ne”. Così succede anche a Palermo, dove marginalità socia-le e centralità spaziale e storica coesistono.

I risultati dell’indagine svolta nel 2002, che ha visto ilcoinvolgimento di statistici, architetti, sociologi, economi-sti, giuristi, ecc., hanno permesso di fotografare il quartie-re nelle sue sofferenze ma anche nelle sue opportunità. Le159 famiglie intervistate (formate sia da italiani sia da stra-nieri) hanno risposto a domande sul nucleo familiare, sullavoro, sulle relazioni familiari, parentali e di vicinato, sullecondizioni di salute, sul comportamento al voto, sulle abita-zioni, sulle aspettative, su opinioni riguardanti alcunetematiche di forte interesse (condizione femminile, minori-le, religione, ecc.).

In sintesi, volgendo un primo sguardo alla strutturafamiliare, vi è una percentuale superiore alla media nazio-

nale di famiglie monocomponenti costituite sia da stranie-ri sia da anziani soli, soprattutto da vedove. Al di sotto dellamedia comunale e nazionale è la presenza di famigliemonogenitoriali e di coppie senza figli. Nel 48% delle fami-glie coniugali sono presenti minori. Le condizioni di disagiofamiliare, tengono conto delle condizioni abitative, del red-dito disponibile, del livello di istruzione, delle connessionisociali all’interno del quartiere, delle condizioni di salute. Idati mettono in luce che l’elemento cardine per decidere sela famiglia è “in sofferenza” è il reddito o meglio la condi-zione occupazionale dichiarata ed effettiva (vi è un 22% dicapifamiglia “falsi occupati”, ovvero che dichiarano di nonessere occupati, ma che in realtà lavorano e percepisconoun reddito da lavoro). Chi ha un lavoro più o meno stabile,anche se non regolare, vive in famiglie che nella graduato-ria interna si collocano nelle prime dieci posizioni. Lesituazioni peggiori si identificano per le famiglie i cui com-ponenti sono senza lavoro e con capofamiglia con un livellodi istruzione non adeguato. Le famiglie che soffrono dalpunto di vista economico, soffrono anche per le altredimensioni scelte, tranne che per le connessioni sociali.Ciò potrebbe significare che le positive o negative connes-

Specialedi Vincenza Capursi e Ornella Giambalvo

UNO STUDIO SULLA POVERTÀALL’ALBERGHERIA

Page 21: InformaCaritas Ottobre2007

21ottobre duemilasette InformaCaritas

sioni sociali non sono legate né alla salute, né alle abitazio-ni in cui si vive, né al reddito percepito, bensì ad un siste-ma di auto-aiuto che nelle dinamiche di quartiere “in soffe-renza”, evidentemente, è molto presente. Le famiglie chestanno “meno peggio” dal punto di vista economico vivonouna situazione “quasi” normale anche per gli altri aspetticonsiderati. Nel primo caso si tratta di famiglie assistiteche hanno come unica fonte di sostentamento il reddito dapensione e hanno un capofamiglia non occupato in età lavo-rativa. Nel secondo caso si tratta di famiglie con figli (ilcapofamiglia è coniugato, non occupato in cerca di lavorocon un’età compresa fra 45 e 65 anni nella cui famiglia sirilevano oltre ai minori anche altri componenti che lavora-no) o di doppie famiglie (con capofamiglia divorziati oseparati con lavoro stabile e con età inferiore a 45 anni).

Le condizioni abitative mettono in luce che le famiglie,costituite in media da tre persone, vivono in abitazioni ditre vani (sup. media di 56 mq), per lo più in affitto (la per-centuale è oltre il doppio di quella nazionale) anche se vi èun 4,5% di famiglie in case non assegnate. Più del 25% delleabitazioni è provvisto di bagno con vasca o doccia, ma senzawc che risulta posto in una delle altre stanze dell’abitazio-ne non adibite ad uso di bagno. Oltre un terzo degli intervi-stati dichiara di sentire il bisogno di maggiore spazio nellacasa, mentre il 22% sente il bisogno di luce.

Il modo in cui si consuma il tempo libero, fortementecaratterizzato per genere, la buona dotazione di elettrodo-mestici o di beni materiali mettono in evidenza come lapopolazione dell’Albergheria sia anch’essa vittima di bisogniindotti le cui quantità rende più importante la propria vita.

La scarsa partecipazione al voto è l’effetto di una scar-sa fiducia nelle istituzioni che non hanno un volto, nonhanno parola e non esercitano potere.

Il quadro che emerge non è confortante! Ma se ci si sof-ferma sugli atteggiamenti la popolazione dell’Albergheriasembra comprendere la differenza fra opulenza e dotazionedi risorse utili. In primo luogo il cittadino dell’Albergheriaesprime il desiderio di godere più al lungo possibile dellostato di salute e di conservare gli affetti. Segue il lavoroche, a giudicare dalle risposte, senza i primi due non serve.La maggior parte degli intervistati ritiene che per viverebene sia meglio accontentarsi, che debba prevalere la posi-zione solidaristico-relazionale piuttosto che utilitaristica eche avere bisogno degli altri può avere una connotazionesia positiva che negativa.

I risultati appena tracciati e quelli più analitici pubbli-cati nel volume, disegnano un quartiere che vive agli estre-mi dello spazio sociale, con difficoltà non solo economiche,ma anche abitative, nell’accesso ai beni/servizi e ai dirittiacquisiti. Il sistema di asimmetrie e disuguaglianze in cuii residenti sono costretti a vivere amplifica in molti casi ladistanza centro-periferia e spesso anche la distanza cen-tro-centro che diventa centro-margine. Date le condizioniemerse occorre rassegnarsi o si può fare ancora qualcosa ?I dati in nostro possesso ci consentono di sperare: ma perfarlo è necessario il coinvolgimento di tutti. Spetta ai ricer-catori e agli analisti sociali continuare a studiare la pre-senza di situazioni marginali e analizzarne le relazioni, masoprattutto spetta alla classe politica locale proporre erealizzare linee di intervento che possano far sentire i resi-denti sotto i riflettori dell’interesse e dell’attenzione isti-tuzionale. Solo così è possibile accrescere la circolazionedi fiducia dei cittadini nei confronti dell’Istituzione, oltreche fra la popolazione stessa. E probabilmente la fiduciapuò invertire mentalità e dinamiche che possono dare frut-ti inaspettati.

Nel prossimo numero sarà ampiamente approfonditoil Dossier Statistico Immigrazione presentato nelsalone della parrocchia Stella Maris al Porto il 30

ottobre. Il corposo dossier (512 pagine) alla cui stesurahanno partecipato oltre 100 redattori ha lo slogan: “Annoeuropeo del dialogo interculturale”. Precede una schedariepilogativa e conclude un inserto speciale dedicato airifugiati.

La struttura usuale è stata arricchita con nuoviapprofondimenti riguardanti il soggiorno e la residenzadegli immigrati, gli indici di integrazione, il collegamentocon il mercato del lavoro e una articolata analisi compara-tiva delle leggi regionali sull’immigrazione. A livello territo-riale grande attenzione è stata dedicata all’area dell’Euro-pa allargata e ai contesti regionali (cui si aggiunge unapprofondimento sulla Capitale), arricchiti da tabelle eschede anche a livello provinciale.

Nell’introduzione, in prospettiva dell’Anno europeo del dialo-go interculturale 2008, mons. Vittorio Nozza (Caritas Italiana),mons. Piergiorgio Saviola (Fondazione Migrantes) e mons. Gueri-no Di Tora (Caritas diRoma) sottolineano che«l’immigrazione è unfenomeno tutt’altro chemarginale e si configuracome un aspetto innovati-vo e qualificante dellasocietà italiana che si vacostruendo, maggiormen-te imperniata sull’equili-brio delle differenze, dellequali l’Anno europeo deldialogo interculturalesprona a occuparci».

DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE CARITAS MIGRANTES

NEL PROSSIMO NUMERO

Page 22: InformaCaritas Ottobre2007

InformaCaritas ottobre duemilasette22

Se rileggiamo la storia dei quartieri Capo ed Alberghe-ria ci accorgiamo che fin da quando furono fondatidagli Arabi sono stati i luoghi destinati agli “ultimi”,

quelli che una società opulenta cercava di tenere da seseparati. Non un ghetto, ma quasi. Sono stati anche luoghidi deportazione. Ciò è testimoniato dal gran numero di isti-tuzioni benefiche a favore dell’infanzia, delle donne e deidisagiati che qui sono nate ed hanno operato.

Oggi il degrado urbano, percepibile camminando per levie dei due quartieri, anche se è stata avviata una intensaattività di recupero urbanistico, e i dati statistici ufficiali,che conferiscono a questo territorio il triste primato del mag-gior tasso di povertà assoluta e relativa, di dispersione scola-stica e di disoccupazione, ci dicono che poco è cambiato.

Sono questi anche i luoghi in cui trovano prima “preca-ria” sistemazione i tanti extracomunitari che arrivano incittà in cerca di fortuna.

Da questa storia fatta di stenti e di privazione, di offesealla dignità della persona umana nasce quella cultura dellarassegnazione e della irresponsabilità che generano queldeficit culturale che da effetto diventa causa prima del degra-do umano e sociale nei due quartieri.

Devianza giovanile, disoccupazione,lavoro in nero e mal retribuito sono altrieffetti e cause di esclusione sociale.

Vien da chiedersi se lo stato di indi-genza e di degrado umano e sociale chesi vive in questa parte della città sia undestino ineluttabile, quasi un castigodivino a cui piegarsi e sottomettersi.

Occorre dirlo forte e chiaro: lapovertà, qui quasi sempre, è il risultato di comportamentiindividuali improntati all’egoismo e comportamenti socialitesi alla difesa di privilegi di casta che si articolano e si orga-nizzano in sistema, che Giovanni Paolo II, nella Enciclica “Sol-lecitudo rei socialis (37)” ha definito essere un male moralefrutto di molti peccati, che portano a «strutture di peccato».

La povertà è frutto di un ingiusto salario, di diritti di lavoronon riconosciuti, di affitti e di costo di generi e di servizi diprima necessità disarticolati dai livelli di retribuzione e spintiin alto da fenomeni speculativi non controllati da nessuno, dinegazione dell’accesso alla cultura, della illegalità, dello spre-co e del non rispetto delle risorse pubbliche, di atti politici edamministrativi utili all’arricchimento di pochi in spregio al per-seguimento del bene comune, ecc. Ognuno di noi, con il suovissuto, può esser responsabile della povertà. In questo conte-sto le comunità ecclesiali dei due quartieri Albergheria e Capohanno maturato l’esigenza di dover esser uniti in un percorsodi ascolto, conoscenza, progettazione e condivisione di unaazione pastorale di promozione umana ed hanno dato vita ad“Albergheria e Capo insieme”, cui hanno aderito molte Asso-ciazioni del volontariato sociale che operano nel territorio.

In una situazione, che appare irreversibile tant’è che ven-gono richiesti ai Centri di assistenza, pubblici e privati, e daloro erogati interventi “tamponi”, utili a superare l’emergen-za ma inefficaci a produrre un processo di emancipazione,!”Albergheria e Capo insieme” si propone di porre in esserecomportamenti utili e virtuosi per attivare processi di eman-cipazione sociale. Innanzi tutto con l’impegno personale e digruppo a riscoprire il Vangelo quale scelta di vita vissuta,quindi con l’essere dentro la società, non solo luogo dellaComunità dei credenti, ma anche segno e strumento dicomunione per tutti coloro che credono nel rispetto dellapersona umana, dei suoi diritti e dei suoi doveri, nei veri valo-ri dell’uomo e tra questi la giustizia e la solidarietà. Ciò si tra-duce nel chiedere comportamenti individuali che non ubbi-discano a logiche di mercato esasperate ed ingiuste, ma rea-lizzino nel rispetto della persona umana i principi che la ric-chezza deve esser prodotta per esser distribuita e che la suaequa distribuzione è funzionale alla sua produzione.

Ciò si traduce nel rapporto con la Pubblica amministrazio-ne, a non chiedere favori o favoritismi ma politiche dei diritti,a disconoscere tutte quelle richieste e prebende ad iniziative

che, motivate dall’attenzione alla culturadevozionale dei nostri quartieri, si tradu-cono in uno spreco di risorse se riferitealla soddisfazione dei bisogni primaridella gente. Ai politici si chiede, cosìcome si è richiesto ai candidati a sindaconelle recenti elezioni comunali, che gliinterventi di assistenza ai bisognosi,oltre ad essere tempestivi, puntuali erispettosi della dignità della persona,

siano erogati con metodologia assolutamente diversa daquanto fatto finora, collegando l’aiuto economico ad unprocesso di emancipazione culturale e lavorativa per tuttiquei componenti della famiglia assistita in grado di intrapren-dere un percorso che conduca all’autosufficienza. L’impegnooperativo degli Enti che danno vita ad “Albergheria e Capoinsieme” è dedicato all’ascolto (centri di ascolto parrocchialie delle Associazioni) dei bisogni e delle esigenze dei singoliindividui e famiglie propedeutico a realizzare, nei limiti delpossibile, un cammino di emancipazione, ed è dedicato ad ini-ziative utili a colmare il deficit culturale cui all’inizio si è fattoriferimento. Queste sono condotte dai Centri di aggregazionedei bambini, dei ragazzi e dei giovani. E’ un processo che vienecondiviso con le famiglie e con le scuole e che ha tra gli obiet-tivi primari la lotta al fenomeno della dispersione scolastica.Luogo dell’impegno comune a promuovere la cultura qualefattore di sviluppo e di promozione umana è la “Biblioteca deibambini e dei ragazzi”, che si è aperta lo scorso marzo neilocali della ex chiesa delle Balate nel quartiere Albergheriadata in uso dalla Diocesi di Palermo e realizzata con il patro-cinio ed il sostegno concreto di Caritas Diocesana.

Specialedi Tommaso Calamia

“ALBERGHERIA E CAPO INSIEME” CONTRO L’EMARGINAZIONE

Page 23: InformaCaritas Ottobre2007

23ottobre duemilasette InformaCaritas

MARGINALITÀ NARRATERacconti di povertà nella seconda circoscrizione

Marginalità narrate è il rapporto finale di una ricer-ca svolta fra il 2004 e il 2006 da un’equipe multidi-sciplinare diretta da p. Gianni Notari – curatore

del volume e direttore dell’Istituto di Formazione politicaPedro Arrupe di Palermo – in quella che è stata definita l’a-rea cittadina con la minore dotazione di servizi: la secondacircoscrizione. Questa si estende nella parte meridionaledella città e comprende i quartieri Corso dei Mille, S. Era-smo, Settecannoli, Sperone, Bandita, Roccella, Acqua deiCorsari, Brancaccio, Conte Federico e Ciaculli-Croce Verde.

Oggetto della ricerca è la realtà associativa attiva su que-sto territorio, ma l’osservazione sul campo e l’interazione congli abitanti hanno consentito di fare emergere anche lenumerose sacche di marginalità e di povertà che caratterizza-no la vita quotidiana delle famiglie residenti in questo spaziourbano periferico. La ricerca, infatti, ha dato voce a uomini edonne che abitano il territorio e si relazionano con questoattraverso un misto di sentimenti contrastanti, in cui la spe-ranza cede il passo alla rassegnazione, in cui il degrado soffo-ca la passione. È importante osservare che Palermo è unacittà sostanzialmente monocentrica e plurimarginale, in cuiun centro produttivo e terziarizzato, vive circondato da realtàperiferiche differenziate per caratteristiche demografiche,sociali e urbanistiche. Queste rappresentano delle realtà“altre”, diverse dalla città “ufficiale”, separate da confini sim-bolici, costituiti quotidianamente e riprodotti dalle rappre-

sentazioni condivise, dagli stereotipi. È la città marginale,abbandonata, dimenticata, stigmatizzata, in cui vivere diven-ta difficile e in cui il mancato riconoscimento sociale condi-ziona la percezione identitaria del sé e incide sugli standarddi vita. Qui, ogni giorno ci si confronta con carenze infrastrut-turali che limitano la mobilità e impediscono la fruizione deipiù elementari servizi: mancano spazi di gioco, luoghi diincontro e di scambio. Al contrario, il degrado contribuisce adalimentare processi di svalutazione degli immobili situatinella zona, stabilizzando fenomeni di segregazione.

Popolazione giovane, elevato numero dei componenti perfamiglia, limitata presenza di separati o divorziati sono alcunedelle caratteristiche socio-demografiche peculiari della circo-scrizione dalle quali è possibile desumere la prevalenza di unmodello familiare tradizionale e patriarcale in cui la donnadifficilmente svolge attività extra-domestiche (come confermail tasso di disoccupazione femminile più alto della città). Pertali famiglie diventa difficile il mantenimento dei figli chesono costretti ad abbandonare precocemente gli studi e inse-rirsi sul mercato del lavoro. Si tratta di famiglie per cui lapovertà è uno spettro con cui confrontarsi giorno dopo giorno.

Il discorso sulle povertà, però, non deve svilupparsi esclu-sivamente in una prospettiva economica. Le povertà, infatti,risiedono soprattutto nella deprivazione di quelle capacitàfunzionali che non afferiscono solamente al reddito ma riguar-dano il diritto al benessere, alla dignità, al riconoscimento

Specialedi Maria Del Gaudio

Page 24: InformaCaritas Ottobre2007

InformaCaritas ottobre duemilasette24

altrui. Sulla base di tali carenze può leggersi il rapporto di cir-colarità che connette povertà, emarginazione, percezione diabbandono da parte delle istituzioni politico-amministrative ecomportamenti criminali. Un nesso che non è genetico nétanto meno ineludibile, ma risiede nelle scelte razionali cui isoggetti locali sono vincolati, sulla base delle concrete possibi-lità loro disponibili. Allora, come ha lucidamente espresso unodegli operatori sociali intervistati nel corso della ricerca, «ci sirifugia nell’illegalità quando la legalità non ha più nulla daoffrire». Dinanzi alla legalità debole di uno stato che non dàbenessere e certezze, ci si rifugia in un contesto di relazioniche svolgono la funzione di un di ammortizzatore sociale,come quelle dei reticoli mafiosi, assumendo gli unici atteggia-menti che il contesto legittima come vincenti, quelli della vio-lenza e della prevaricazione. Quando il rispetto delle leggiviene quotidianamente eluso e non punito, quando il crimina-le diventa “quello più furbo”, allora la scelta dell’illegalitàdiventa aspettativa verso future opportunità, agevole occasio-ne di auto-realizzazione. Tali comportamenti sociali non sonoimputabili, tout court, a un destino di devianza ed emargina-zione cui si è condannati dall’appartenenza, ma anche a valu-tazioni degli attori. Questi sono innanzitutto delle persone chesi trovano a gestire una realtà complessa, caratterizzata daelementi variegati, spesso contraddittori e sfuggenti, da inse-rire all’interno di un proprio progetto di vita.

Politiche sociali adeguate, ma anche nuove politichepartecipative, appaiono come uno strumento per romperel’isolamento e i circoli viziosi, consentendo anche ai sogget-ti disagiati di esercitare i diritti di libertà ed uguaglianza ediventare parte del gioco democratico. In questo percorso,la ricerca ha mostrato il rilevante ruolo svolto dalle associa-zioni di cittadini, dal volontariato, dal privato sociale, cheoperano quotidianamente sul territorio e ne riescono acogliere le istanze più profonde. Queste istituzioni, che affe-riscono alla cosiddetta società civile, riescono ad accedereall’intimità del disagio quotidiano, raccogliendo confidenzee analizzando da una prospettiva privilegiata i reali bisogni.

È necessario, adesso, passare dall’idea all’azione, dall’a-nalisi al rilancio del territorio. La seconda circoscrizione pre-senta oggi una realtà composita ma in cui la povertà apparecome leitmotiv, compagna solidale del degrado urbanistico,architettonico, culturale, sociale. A queste famiglie, per cui lasopravvivenza è la sfida quotidiana, bisogna dare risposte enon limitarsi ad isolare il problema, aumentando la distanzasociale rispetto al centro e relegandole in un destino di mise-ria. Le soluzioni ci sono, ma sono certo difficili da attuare,necessitano di onesta applicazione delle norme, di correttoutilizzo dei fondi pubblici, di efficacia ed efficienza nellagestione delle politiche, ma anche di impegno da parte deicittadini. Da una parte non si deve isolare e stigmatizzare maaccogliere ed aiutare. Dall’altra bisogna comprendere edapprendere un nuovo modo di rapportarsi alle istituzioni e albene pubblico, perché, per richiamare p. Pino Puglisi, ognu-no deve responsabilmente fare qualcosa in prima persona enon delegare ad altri la risoluzione dei problemi.

LOTTA ALLA POVERTÀnell’esperienza

di tre Caritas diocesane

Gli interventi promossi dalla Caritas diocesana diPrato si inseriscono in una lunga tradizione diazioni in favore dei senza dimora e di persone in

stato di grave marginalità sociale. In questo caso, una sto-rica sensibilità al tema, nonché la presenza di un’altret-tanto storica tradizione di collaborazione tra i servizisociali, la Caritas diocesana, le associazioni di volontaria-to e il privato sociale hanno consentito di progettare azio-ni nella logica del consolidamento della rete territoriale.In tal modo la Caritas finisce con svolgere una funzione diraccordo e “smistamento” delle situazioni di bisognointercettate opportunamente, intessendo attorno a sèuna fitta trama di collegamenti operativi da attivare aseconda dei casi.

Il Comune di Pordenone in collaborazione con l’Asso-ciazione Nuovi Vicini – Onlus ha creato un servizio diorientamento e consulenza economica con la possibilitàdi effettuare, in aggiunta, microprestiti sociali. Si ritieneinfatti che laddove si diano situazioni di difficoltà econo-mica, preliminarmente a qualunque intervento di trasfe-rimento o erogazione di fondi, si debba attivare un per-corso strutturato di consulenza e di accompagnamentocon lo scopo di rendere le persone consapevoli dei propribisogni e della propria capacità di spesa, responsabiliz-zandoli nella gestione del loro budget economico.

Infine la terza esperienza presa in esame, quella dellaCaritas diocesana di Messina, è un esempio di presa incarico globale della persona ma, a differenza del casopratese, in un contesto di scarsa disponibilità e collabo-razione da parte degli enti locali, che ha costretto la Cari-tas ad internalizzare, inizialmente, la maggior parte dellefunzioni svolte in termini di servizi e attività.

Pur nella loro diversità, le esperienze analizzatehanno dimostrato che, nella pratica, l’adozione di unalogica sistemica, in cui ciascun organismo è chiamato asvolgere la funzione che gli è propria in un contesto diforte interrelazione reciproca con gli altri enti e diprofonda condivisione delle finalità da raggiungere, nonsolo è possibile, ma è uno dei presupposti per qualunqueintervento di contrasto alla povertà che si voglia definireefficace ed adeguato. Ed è dunque un’indicazione opera-tiva per la programmazione e realizzazione di modelli diazione di contrasto alla povertà. A dimostrazione delfatto che non solo non si possa ma soprattutto non ci sidebba “rassegnare” alla povertà.

Page 25: InformaCaritas Ottobre2007

25ottobre duemilasette InformaCaritas

Specialedi Rossella Maria Russello

Ètrascorso ormai un anno dall’ apertura del Centro diPrima Accoglienza per persone fragili e senza fissadimora denominato “Locanda del Samaritano”,

attraverso il quale la gestione della Cooperativa sociale “LaPanormitana” ha voluto rispondere ad alcuni bisogni prio-ritari delle persone.

Oggi le persone senza fissa dimora sono quasi esclusi-vamente rappresentate da persone adulte gravementeemarginate, per motivi psichici, familiari o economici; acostoro si sono aggiunti negli ultimi anni, i cittadini stra-nieri immigrati che non hanno la possibilità di avere unaabitazione. L’obiettivo dell’apertura di questa nuova strut-tura è stato per l’appunto quello di incidere in manierasignificativa sulla problematica dei senza fissa dimora, dicerto non risolvendo il disagio esistenziale di queste perso-ne, ma cercando di intervenire su segmenti di tale soffe-renza.

Il centro di accoglienza è stato ubicato presso il cen-tro S.Rosalia, struttura della Caritas Diocesana di Paler-mo; aperto sette giorni su sette, ha garantito la presenzadi operatori specializzati ed ha fornito: servizio notturno(dalle ore 20.00 alle ore 8.00), servizio diurno ( sportellodi ascolto e segretariato sociale, supporto e sostegno allapersona), servizio mensa (fornitura completa dei trepasti giornalieri), servizio docce, servizio lavanderia, for-nitura vestiario e materiale igienico-sanitario; oltre alsupporto psicologico, l’accompagnamento in strutturespecialistiche, il sostegno economico per l’avvio di uninserimento sociale, la ricerca di una casa e un lavoro.

Sicuramente il tempo di accoglienza previsto, per 1 set-timana o qualche giorno in più si è riscontrato essere moltostretto in quanto le problematiche rilevate non permettonodi trovare soluzioni immediate. Infatti per coscienza e pro-fessionalità è difficile, là dove la persona non riesce in untempo breve a costruire un suo percorso di autonomia,rimandarla per la strada.

Le persone ascoltate fin ora sono circa 100 con proble-matiche differenti e di diverse culture ed etnie, tutte con ilbisogno di avere un luogo dove rivalorizzare la loro vita eprendersi cura di se stessi e, nello stesso tempo, riuscire ariequilibrare la propria vita verso una progettualità checostruisca un percorso di autonomia.

Le situazioni di bisogno sono molto legate a problemati-che inerenti alla perdita del lavoro, allo sfratto di casa, alleseparazioni familiari ed alle difficoltà inerenti alla com-prensione della lingua italiana, ad ottenere il permesso disoggiorno, alla cultura diversa per gli extra comunitari.

Ci si rende sempre più conto che le problematiche diPalermo sono così grandi che non basta un centro di primaaccoglienza per risolverle. Ad un anno dall’avvio della strut-tura, il clima che si è costituito tra l’equipe di lavoro e glistessi ospiti è caratterizzato da un ambiente familiare dovesi condividono le difficoltà e ci si racconta in relazione allediverse situazioni di vita.

Spontaneamente nascono tra le persone ospitate legamidi amicizia e di solidarietà, così forti da sostenersi vicende-volmente nelle situazioni difficili che si sono verificateall’interno della struttura per problemi di salute gravi.

Il servizio si è avviato molto bene, naturalmente ci si èmessi in gioco giornalmente, sicuramente ottimi risultatisono stati raggiunti, ma bisogna ancora lavorare molto permigliorare il servizio che viene reso agli utenti.

Ad un anno dall’apertura del Centro di Accoglienza

LA LOCANDA DEL SAMARITANO

Page 26: InformaCaritas Ottobre2007

Nel rapporto sulla povertà di Caritas sono 124 gli ex-utenti delle Caritas diocesane in Italia (53 italiani e71 stranieri) che hanno raccontato il modo in cui

sono usciti da situazioni “acute” di povertà. Per gli stranie-ri, il “punto di svolta” è il lavoro, l’essere riusciti ad “avvia-re una attività imprenditoriale in proprio”. Segue la risolu-zione dei problemi alloggiativi: essere finalmente riuscitia trovare un’abitazione stabile, all’interno della quale svi-luppare una dimensione familiare o personale. Quindi ladimensione della famiglia: si tratta di eventi lieti (es.: l’ar-rivo in Italia dei figli per ricongiungimento familiare) maanche di eventi negativi (es., il momento del distacco dallafamiglia o dalla patria di origine).

Per alcuni immigrati, il momento di svolta è stato indi-viduato nel momento di un viaggio di ritorno nel propriopaese di origine: il confronto tra le dure condizioni di vitain patria e la situazione italiana ha determinato la decisio-ne di rimanere nel nostro paese ed impegnarsi più a fondonel processo di integrazione e inserimento sociale.

Per gli italiani, il punto di svolta nella propria vita non èmai rappresentato dal solo fattore economico; è importanteinvece esser riusciti a trovare un lavoro, oppure essereriusciti ad avviare un’attività produttiva/lavorativa auto-noma (tale elemento andrebbe considerato adeguatamentedalle politiche sociali locali). Gli eventi familiari che hannoinciso sono la fuga da casa, la separazione dal partner, lamorte di un genitore o di un altro familiare, ecc. Paradossal-mente, tali eventi hanno rappresentato per alcuni testimonil’inizio di “una nuova fase di consapevolezza”.

Importante il “sostegno morale” e la “fiducia ricevuta”dagli operatori Caritas. La risoluzione del problema abitati-vo (soprattutto l’ottenimento di una casa) ha rappresentatoun momento di reale svolta. Ma non manca il riferimento asituazioni negative, come la perdita della casa o lo sfratto,che hanno avviato un processo di riscatto sociale (maggioredeterminazione nel voler risolvere i propri problemi e un piùelevato livello di coinvolgimento della rete sociale esterna).

Lo specifico sostegno ricevuto dalla Caritas, con riferi-menti espliciti al “rapporto di amicizia” venutosi a crearecon alcune figure specifiche (un sacerdote, un operatoreparticolare, un determinato volontario, ecc.). La possibilitàdi sviluppare un rapporto affettivo, oltre la stretta dimen-sione assistenziale, si conferma quindi come il principaleelemento distintivo del modello di aiuto Caritas rispetto adaltre organizzazioni/servizi socio-assistenziali.

L’aiuto più importante, è stato il “non sentirsi abbando-nati”, “non essere lasciati soli”, elementi di sostegno chehanno aiutato il soggetto lungo il percorso di recupero delladimensione affettiva e motivazionale delle propria vita.

Spicca comunque l’importanza dell’aiuto nel trovarelavoro e gli aiuti materiali ricevuti, in momenti di forteemergenza, tra cui l’aiuto alimentare e l’intervento di tipoeconomico (non solo da parte della Caritas).

Nel complesso, il valore aggiunto individuabile nelmodello di intervento Caritas risiede nel coniugare l’aspettoconcreto e materiale dell’aiuto con il sostegno psicologico eaffettivo della persona in difficoltà. E’ significativo infattiche gli intervistati abbiano evidenziato il significato e lavalidità dell’aiuto ricevuto dalla Caritas, non tanto in funzio-ne della sua efficacia in sé, quanto piuttosto per la valenzamotivazionale, relazionale e morale ad esso associata.

Va inoltre rilevata l’importanza degli aspetti motivazio-nali e psicologici: accanto ad alcuni tipi di interventi assi-stenziali che sono apparsi decisamente risolutivi (il reperi-mento dell’alloggio e la disponibilità di risorse economiche,in primis), si evidenziano una serie di situazioni ed eventibiografici (anche drammatici) che hanno consentitocomunque al soggetto di cambiare rotta, verso il supera-mento della situazione di disagio. Tale aspetto evidenzia lanecessità di accostare alle tradizionali misure assistenzialie strutturali di contrasto alla povertà economica delle azio-ni di rimotivazione, ri-socializzazione e di ricerca del sensodella vita, come già in atto presso alcune Caritas diocesanedella nostra penisola.

FUORI DAL LABIRINTO

InformaCaritas ottobre duemilasette26

Specialea cura di Salvo Pizzo

Invia la quota del tuo abbonamento a: Caritas Diocesana Palermo - c.c.p. 11297900Causale: Abbonamento a InformaCaritas Quote:Ordinario € 10,00 - Straordinario € 20,00 - Sostenitore € 50,00 - Benefattore € 100,00oppure:C/C BANCARIO S. PAOLO IMI - AG.N.8 - Via E. Restivo, 85 - 90041 PalermoConto Corrente n. 961 - Coord. Banc. ABI 1025 - CAB 4608

Abbonati alla nostra rivista

Page 27: InformaCaritas Ottobre2007

Due esemplari figure presbiteralinel Cinquantesimo della loro Ordinazione

27ottobre duemilasette InformaCaritas

Attualità di Gianluca Capone

Mons. Giacomo D’Amico, un “accattone di Dio”.

Fu ordinato sacerdote dal Card. Ernesto Ruffini il 27ottobre 1957 insieme con il confratello SalvatoreSapienza. Padre Giacomo da subito venne riverito dai

bambini e dagli adulti. Altruista per natura, lo si trova sem-pre, a completo servizio dei meno fortunati. Sempre gioiosolo ricordano gli anziani confratelli che lo videro attivo pres-so il Convitto ecclesiastico della nostra città, quanto maidisponibile i fedeli di Sferracavallo, Belmonte Mezzagno,Addaura-Roosvelt, Pomara, Bandita e Romagnolo che loebbero come viceparroco.

Nella sua povertà - inesistente allora la perequazionedel clero - riuscì ad alleviare i bisogni di tanti disagiati; dilui mai alcuno potrà dire che non abbia aiutato il prossimoin necessità. Nessuno ci potrà riferire del bene che egli haoperato, neppure lui, perché secondo l’invito evangelico:“La tua destra non sappia quello che fa la tua sinistra”dimentica subito chi lo ha avvicinato. Per essere “tutto atutti”, ritrovandosi senza stabile dimora, preferì entrarecome cappellano nell’Ordinariato Militare.

Si portò a Roma e a Bari, poi tornò a Palermo dove glifurono affidate tutte le caserme dell’Esercito, e da pensio-nato, anche quelle della Polizia.

Alle mancate gratificazioni, a volte si aggiunsero gli“insulti” non della soldatesca con cui divideva la giornata madegli stessi beneficiati che reclamavano maggiore assistenzamateriale. “Il prete vagabondo” mai ha fatto mancare la suapresenza e il suo aiuto materiale e spirituale ai figli dei car-cerati, ai disoccupati, alle suore di vita contemplativa tra cuile Visitandine e le Carmelitane. P. Giacomino lo si trova pres-so i malati, gli agonizzanti, nei funerali e nei matrimoni, sem-

pre pronto a confessare e a predicare sebbene il timbro dellavoce non l’assista convenientemente. La gente che conosce-va la sua dedizione verso i meno fortunati gli si accostava insilenzio e tramite lui, povero, raggiungeva i suoi assistiti.

Monsignor Salvatore Sapienza

Monsignor Salvatore Sapienza nasce nel 1935 a Venti-miglia di Sicilia. Giovanissimo entra in Seminario;nel 1957 alla fine degli studi teologici viene ordina-

to presbitero della Chiesa di Palermo. Immediatamentedopo venne chiamato per due anni a svolgere le mansioni divice parroco nel suo paese di origine, carica che poi rivestìper tre anni nella Cattedrale di Palermo. Trascorse, inoltre,otto anni come Economo del Seminario. Per le sue dotivenne eletto parroco a Santa Maria della Pietà, chiesa cele-brata dalla storia dell’arte ma anche dall’attività apostolicadel nostro presbitero, apprezzato perché attento per diecianni alle necessità materiali e spirituali dell’antico ma sem-pre difficile quartiere, la Kalsa. Da ventisette anni lo acco-glie la parrocchia Maria SS.ma Mediatrice.

Qui ha voluto il centro delle Opere Sociali dove fannobella figura la scuola materna, la scuola di danza e un cal-cetto. L’obiettivo del suo sacerdozio egli lo ha sempreincentrato sulla fedeltà all’insegnamento della Chiesa esullo spirito del Concilio Vaticano II da cui ha preso slancioper l’attuazione in parrocchia della riforma liturgica e delcanto sacro. Da mezzo semplice e disponibile per la gloriadi Dio, speciale attenzione la dedica quotidianamente aipoveri della parrocchia e alle sofferenze dell’uomo delnostro tempo.

Page 28: InformaCaritas Ottobre2007

Attualità di Rosalba Salierno

InformaCaritas ottobre duemilasette28

Vivere in positivo. Ridere aiuta a guarire

Da diversi anni il Centro per la Giustizia Minoriledella Sicilia e l’Ufficio di Servizio Sociale per i Mino-renni ( USSM ) in collaborazione con l’Associazione

Inventare insieme, presieduta da Francesco Di Giovanni,attraverso l’attivazione di progettazioni comunitarie eregionali ha promosso l’attivazione di servizi e reti finaliz-zati al reinserimento sociale dei giovani presi in carico daiServizi della Giustizia minorile o a rischio di devianza.

Il Centro di Iniziativa “Sole Giovani”, nato nel 2003 nel-l’ambito del progetto Equal – S.O.L.E. ( Sistema Orienta-mento Lavoro Esclusi ) sta proseguendo le sue attività conil progetto R.I.S.E. per il reinserimento socio-esconomico.

Il Centro di Iniziativa esplica servizi di accoglienza,orientamento ed inserimento lavorativo attraverso le atti-vità del SISL ( Servizio di inclusione socio-lavorativa ) ed ilSAL ( Servizio di accompagnamento al Lavoro ). Oltre allagestione dei servizi è prevista l’attivazione di Reti territo-riali e settoriali finalizzate al reinserimento sociale e lavo-rativo dei giovani segnalati dai Servizi ed esiste già una reteterritoriale di Centri di aggregazione giovanile.

A conclusione del progetto “Un posto al Sole” il 28 set-tembre scorso, una delle ultime attività realizzate è stato ilcampo laboratorio dal tema “Centri giovanili per un proget-to comune” al quale hanno partecipato 12 Centri di aggre-gazione giovanile provenienti da Palermo, Belmonte Mezza-gno e Piana degli Albanesi per un totale di 38 giovani e 24operatori.

Il campo, tenutosi a Città del mare di Terrasini, è riusci-to a creare un’occasione di conoscenza e scambio tra i gio-vani, gli operatori dei Centri e le istituzioni che operano afavore delle nuove generazioni.

I giovani hanno espresso il desiderio di continuare adincontrarsi e promuovere attività in comune.

Il Centro di Iniziativa “ Sole Giovani” non vuole delude-re questa aspettativa e sosterrà lo sviluppo della rete deiCentri giovanili del Distretto 42 finalizzata ad attivare ini-ziative di scambio tra i Centri ed i giovani che ne fruiscono.

CENTRI GIOVANILI IN RETE

Dal 31 dicembre 2006 gli istituti che ospitano i bam-bini abbandonati non dovranno più esistere. Questoè quanto prescrive la legge del 28 marzo 2001 n. 149

(pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 96 del 26 aprile2001). La normativa, pur riconoscendo al minore il dirittodi crescere ed essere educato nell’ambito della propriafamiglia, affronta anche i casi in cui le condizioni di indi-genza dei genitori sono un ostacolo al ricongiungimento. Inquesta evenienza i fanciulli possono essere affidati ad unafamiglia diversa da quella di origine. Il senso della norma-tiva è dunque quello di dare una famiglia ad ogni bambino.

Nel contesto della giornata nazionale dell’”affido” tenutesi invarie piazze d’Italia, a Mondello sono stati allestiti diversi standsdel Comune di Palermo allo scopo di sensibilizzare la gente,accorsa numerosa, alla solidarietà ed all’affido dei bambini.

L’importante iniziativa, volta a creare una cultura del-l’affidamento familiare nei suoi vari aspetti organizzativi,legislativi ed affettivi, è stata affiancata e sostenuta daivolontari clown dell’Associazione VIP (Viviamoinpositivo)che nelle corsie degli ospedali intrattengono con diverten-

ti gag i bambini malati cercando di strappare loro un sorri-so che li aiuti a guarire.

Per l’occasione hanno allestito divertenti spettacoli concui hanno intrattenuto genitori e bambini che affollavanola piazza.

Il messaggio è stato ben veicolato dai due principali slogan:“ Affidati ad un bambino” e “ Un bambino ti aiuta a crescere”.

Attualità di Daniela Mirabello

Page 29: InformaCaritas Ottobre2007

29ottobre duemilasette InformaCaritas

Attualitàdi Rosario Calò

Attualitàdi Domenica Gullo

Dopo un tempo di discernimento e preparazione, ini-ziato nel 1994, per la presenza della chiesa diPalermo in Tanzania, nel 1999 è stato dato l’avvio,

con la parrocchia “S. Giovanni Evangelista” a Nyololo, Dio-cesi di Iringa. Abbiamo chiamato questo nostro andare“Una presenza per servire nella condivisione in terra d’A-frica”, intendendo privilegiare il “con loro” piuttosto che il“per loro”.

Ci siamo posti in questa prospettiva: rivolgerci a tuttol’uomo e a tutti gli uomini nella dimensione della fraternitàche ci ha consegnato il Signore Gesù. L’azione pastorale,radicata nel Vangelo, illumini, ispiri e raccordi tutto quelloche facciamo.

Ci muove la consapevolezza che nel Vangelo abita il semedella giustizia, della pace, della solidarietà, della fraternitàuniversale, perché il Vangelo indica la “via” della vita e puntaa tutto campo sulla dignità e libertà della persona. Con que-sta forza l’umanità possiede le risorse e le capacità per orien-tare e gestire tutto nella prospettiva del bene per tutti.

Con questa consapevolezza ci stiamo sforzando di indi-viduare il continuo “che cosa fare”, in modo organico eaperto alle esigenze dettate dalla verifica sul campo, com-prese situazioni d’emergenza o impreviste. Si tratta dellacooperazione tra la Chiesa di Palermo e la Chiesa di Iringa.

La presenza della Chiesa di Palermo nel 1999 è stataavviata da un gruppo costituito da don Mariano Passamon-te, che si trova ancora lì, dalla dott.ssa Angela Aurilio (rien-trata) e dal prof. Gandolfo Sausa (rientrato). In seguito cisono state le presenze della sig.ra Maria Carlotta Di Vita, disuor Marina (Anna Cuticchio) e per periodi più brevi (quat-tro mesi) il sig. Enzo Gueci. Vi si sono recati diversi gruppi

più volte, per un’esperienza ed anche un servizio breve.Mettendo a fondamento di tutto l’evangelizzazione,

abbiamo cercato di curare la formazione degli operatoripastorali, in particolare dei catechisti che nei villaggi svol-gono un servizio rilevante.

Il servizio sanitario, sia con la presenza del medico(Angela Aurilio) che con i presidi sanitari nei villaggi, oggiha il punto forte, per un territorio ampio, nel Centro sani-tario (ospedale) che abbiamo costruito ed è operativo. L’ab-biamo realizzato attraverso una convenzione con il COPE eil Vescovo di Iringa, e dopo cinque anni di nostra gestionecon il COPE, sarà consegnato alla Diocesi di Iringa cheprovvederà a gestirlo.

Pure con una convenzione come la precedente abbiamorealizzato la casa famiglia per bambini e un progetto cheopera anche per bambini denutriti e per bambini sieropo-sitivi.

Insieme alla costruzione di alcune scuole primarie (perle quali poi lo stato locale provvede agli insegnanti), perquanto riguarda le scuole superiori stiamo operando attra-verso borse di studio.

Vorrei precisare che questa mia comunicazione, permotivi di brevità, non descrive tutto ma indica soltanto ilsenso dell’impostazione ed esemplificazioni operative.

Un’altra cosa vorrei precisare: le offerte della GiornataMissionaria Mondiale sono esclusivamente e totalmente dadestinare alle Pontificie Opere Missionarie e non possono,pertanto, essere utilizzate, neppure in parte, per le nostresingole “missioni”, siano esse di Chiese particolari che diIstituti religiosi. Per queste esigenze occorre provvedere inaltri momenti e in altri modi.

Con gli amici di Nyololo

DIO È DI TUTTI E TUTTI SIAMO DI DIOGiubileo della Parrocchia S. Agata. Giornata dell’accoglienza

Il 15 Ottobre la Parrocchia “S. Agata La Pedata” diPalermo ha vissuto la Giornata dell’Accoglienza. Alleore 21 una Veglia Ecumenica, presieduta da Don Pietro

Magro, delegato arcivescovile per l’ecumenismo, ha visto lachiesa riempirsi di tanti fratelli provenienti dall’Africa, dal-l’America Centrale e Meridionale, oltreche di parrocchiani del territorio. E’ statobello pregare lo stesso Dio in lingue diver-se (Italiano, Francese, Spagnolo, Arabo),con stili diversi, colori diversi, musichediverse. E’ stato bello vedere la Parroc-chia piena di volti felici e vogliosi di comu-nicarsi l’Amore che percepivano. Il dialo-

go tra le culture può portare ad una civiltà dell’amore edella pace e sono testimone del fatto che non è un’utopia.Sono tornata a casa con queste parole nel cuore: Dio è ditutti e tutti siamo di Dio. La Veglia Ecumenica si inseriva inuna serie di eventi straordinari, pensati per festeggiare il

75° anniversario della fondazione dellaparrocchia, dalla Giornata del Perdono edella Riconciliazione a quella della Fami-glia, dalla Giornata Mariana a quelladedicata a S. Agata ed a tutti i parrocchia-ni defunti, dalla Giornata Eucaristica aquella del malato, della Comunità e dellaMissione.

Page 30: InformaCaritas Ottobre2007

InformaCaritas ottobre duemilasette30

Attualitàdi Maria Teresa Falzone

Dopo un mese di intenso studio (192 ore, dal 20 ago-sto al 27 settembre ) si è conclusa la prima fase delcorso intensivo di spiritualità cusmaniana, che ha

visto la partecipazione di circa 115 corsisti, tra Servi eServe dei Poveri, Associati e simpatizzanti dell’Opera: 67 diloro hanno alla fine conseguito l’attestato di partecipazio-ne, consegnato dal Preside della Facoltà teologica, mons.Antonino Raspanti, nell’Aula Magna della stessa Facoltà.

Nei primi dieci giorni, sono state offerte dai vari docen-ti illuminanti delucidazioni sulla teologia della vita consa-crata e del laicato, sulla vita spirituale, sulla storia dellaChiesa e della spiritualità cristiana dell’Ottocento italianoe siciliano in particolare, sulla carità ecclesiale e sui cari-smi di vita consacrata della Sicilia contemporanea; ed altriinteressanti temi di ordine pastorale e pedagogico in gene-re, quali entroterra per una maggiore comprensione deicontenuti che le lezioni più propriamente cusmanianeavrebbero dato;

In un secondo momento si è passato ad approfondire laconoscenza del Cusmano, la sua spiritualità ed il suo cari-sma. Qui la ricchezza degli apporti è stata notevole ed ampia.Il Cusmano e la sua opera sono stati illustrati attraverso temidi studio offerti da biblisti, teologi, storici, molti dei qualiprovenienti dalla stessa Facoltà teologica; altri dalla Fami-glia cusmaniana, italiani ed esteri, e da amici dell’Opera.

Le lezioni si sono articolate in tre aree: teologico-spiri-tuale, storica e pastorale. E’ stato approfondito lo studiocusmaniano nei suoi fondamenti biblici; nel suo carismaspecifico che si impernia soprattutto su quel nucleo centra-le che è la “sacramentalità del povero”, nella linea di quel-la che vien detta “teologia eucaristica cusmaniana”; nellapenetrazione dell’itinerario e del vissuto spirituale cusma-niano; nella illuminante intuizione della santità del Cusma-no; definito “teologo e santo”, in una equivalenza che simisura sulla sua profonda conoscenza d’amore, l’esperien-za di Dio cioè che rende prossime, coestensive e cooperan-ti, teologia e santità: quella che, con la felice intuizionebalthassariana, vien detta “teologia in ginocchio”.

Si è approfon-dita la “grandiosae c c l e s i o l o g i ac u s m a n i a n a ” ,come è stata defi-nita, che superadi molto certeanguste visionidel tempo, làdove soprattuttoafferma che sca-turigine dellaChiesa è la

carità, ipotizzando una Chiesa povera e serva dei poveri,tutta incentrata nel culto del povero - “rappresentante diGesù Cristo”, una Chiesa agapica che si nutre e nutre tutti,ricchi e poveri, attorno alla mensa del “boccone”, eucaristi-co e materiale. Così pure si è individuata la precorritriceintuizione cusmaniana, con alcune conseguenti attuazioni,di alcune mete della dottrina sociale della Chiesa. Si èapprofondita la tipicità dell’Opera cusmaniana: il “bocco-ne” e la “carità cittadina”, la “missione doppia”, la sua mis-sionarietà ad ampie proporzioni; si è evidenziata inoltre laricca eredità raccolta dai suoi figli e dalle sue figlie, coltaanche attraverso la presentazione di alcune figure di mis-sionari servi dei poveri, di suore e laici cusmaniani.

Il tutto interpretato nel quadro di una puntuale e nutri-ta ambientazione storica, civile ed ecclesiale, interiorizza-to e condiviso con una serie di pertinenti esercitazioni sulletematiche offerte in studio; allargando ancora l’orizzonteall’attenzione ad altri carismi della storia della Chiesa otto-centesca e della vita consacrata, di Sicilia e fuoi: il carismavincenziano, il salesiano di san Francesco di Sales e di donBosco, di sant’Annibale di Francia, di Nunzio Russo; l’avvi-cinamento ancora ad altri autori spirituali variamente rap-portantisi al Cusmano; nella convinzione che è del tuttoriduttivo, e per tanto insufficiente, fermarsi a studiare unsingolo autore o carisma senza spaziare nella conoscenzadegli altri che in vario modo vi si relazionano.

Non sono mancati, ovviamente, i momenti distensivi eculturali in senso ampio, quali le visite guidate ai luoghicusmaniani ed altre realizzazioni di più vasto interesse cul-turale ed artistico.

Il Corso avrà il suo seguito l’anno 2007-2008 con la realiz-zazione di alcune esercitazioni e, l’anno ancora successivo,con la stesura di una tesi a scelta del corsista, in vista del con-seguimento del Diploma di spiritualità cusmaniana, sempre acura della Facoltà teologica di Sicilia. Auspichiamo ancorache questa collaborazione tra istituti di vita consacrata eFacoltà teologica di Sicilia prosegua e si rinsaldi sempre più,in vista di una maggiore prosecuzione della formazione deimembri dellevarie famiglie reli-giose o di vita con-sacrata in genere,affinché questisiano in grado diprestare un servi-zio sempre piùrispondente edattuale alla Chie-sa dei nostri gior-ni, in Italia comeall’estero.

Famiglia cusmaniana: Corso di spiritualità cusmaniana

una Chiesa povera e serva dei poveri

Page 31: InformaCaritas Ottobre2007

31ottobre duemilasette InformaCaritas

Appuntamenti

Parrocchia S. Sergio 26 – 28 Novembre

26 Novembre, ore 16.00Tavola Rotonda “Il disagio minorile, oggi”Intervengono: Dott.ssa Salierno Rosalba, Responsabile USSM

Prof. Tripodi Roberto, Dirigente Scolastico “A. Volta”Dott. Pino Pulvirenti, Responsabile Servizio sociale II Circoscrizione

Moderatore: Don Benedetto Genualdi, Direttore Caritas Diocesana

ore 17.00 Saluti Autorità e Comunicazioni di alcune Associazioni del territorioDIBATTITO

ore 21,00 Spettacolo di Cabaret dell’Associazione “Quelli della rosa gialla”

27 Novembre ore 16.00Tavola Rotonda “E’ più bello insieme. Il centro aggregativo e l’oratorio per l’accompagnamento educa-

tivo dei minori”Intervengono: Dott. Francesco Di Giovanni, Coordinatore Assoc. “Inventare insieme”

Don Giovanni D’Andrea, Oratorio S. ChiaraDon Rosario Francolino, Responsabile Past. Giov. DiocesanaAmbra Agnello, Assistente sociale USSM

Moderatore: Pino Sclafani, Responsabile Caritas Maria SS Assunta

ore 17.00 Saluti Autorità e Comunicazioni di alcune Associazioni del territorioDIBATTITO

oorree 2211,,0000 Cineforum

28 Novembreoorree 1155..3300 Manifestazione sportiva giovanile: Triangolare di calcetto

ore 21.00 Tavola Rotonda “ I minori e la famiglia”DIBATTITO

“STATE BUONI SE POTETE…”.I MINORI NEL NOSTRO TERRITORIO

CONVEGNO

Convegno Comunità Missionarie del VangeloLe comunità missionarie del Vangelo, guidate da Nino Trentacoste, organizzano l’an-nuale convegno all’Hotel Costa Verde dal 15 al 18 novembre.Tema del convegno che si realizza in collaborazione con la Pro Civitate di Assisi:“Quando la coscienza è addormentata…”. Il programma prevede l’intervento di illu-stri relatori che, tra l’altro, tratteranno anche problematiche sociali sulla fame nelmondo, l’economia solidale, il carcere e le disabilità.

Page 32: InformaCaritas Ottobre2007

UFFICIO CARITASCuria Arcivescovile di PalermoVia Matteo Bonello, 2 - 90134 PalermoTel. 091.6077262 - Tel e fax 091.6077261Direzione e Segreteria

CENTRO DIOCESANO AGAPEPiazza Santa Chiara 10 - 90134 Palermo - Tel. e fax 091.327986Direzione e Segreteria amministrativa - Tel. e fax 091.335437

- Scuola Diocesana di Formazione al Ministero della Carità- Centro di ascolto diocesano- Corsi di formazione per operatori pastorali della carità dei Centri di ascolto- Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse- Laboratorio diocesano per la promozione

e l’accompagnamento delle caritas parrocchiali- Osservatorio delle Povertà e Progetto Rete Caritas- Servizi dell’Area Comunicazione- Servizi dell’Area Studi, Ricerca e Documentazione- Servizi dell’Area Internazionale e dell’educazione alla Mondialità- Servizio “AGEA ed Ente RISI”- E.R.R.I.P.A. “Achille Grandi” - Servizi di patronato e fiscali- Fondazione Antiusura “SS. Mamiliano e Rosalia”- Centro di ascolto per le dipendenze patologiche

UFFICIUfficio per il coordinamento Servizio Civile e VolontariatoUfficio Immigrati- Centro di ascolto immigrati- Poliambulatorio sanitario- Sportello giuridico- Servizio docce- Corsi di alfabetizzazione di 1° e 2° livello- Progetto “Emmaus” per i Nomadi

CENTRO S. ROSALIAVicolo S. Carlo 62 - 90133 Palermo - Tel. 091.6173607 - Fax 091.6167338

- Centro diurno per anziani S. Carlo- “Locanda del Samaritano”: Centro di prima accoglienza per senza fissa dimora- Cooperativa “La Panormitana” - Palermo

Tel. 091.6174075 - Fax 091.6174656- Mensa Diocesana- M.A.C. (Movimento Apostolico Ciechi)- Communio con gli extramoenia per l’accoglienza di detenuti in prova

CENTRO KOINONIAPiazza Origlione 18 e Via Saladino 12 - 90134 Palermo - Tel. 091.6513444

- “Il giardino di Madre Teresa” - Centro Anch’io 1 per disabili minori- Centro Anch’io 2 per disabili giovani e adulti- Associazione/Cooperativa “Apriti Cuore” e Progetto “Ne vale la pena”

CENTRO CARITAS MARIA SS. ASSUNTA - SPERONE-ROCCELLACorso dei Mille, 1080/a - Palermo

Caritas Diocesanawww.caritaspalermo.it

Felice chi trova il tempoda dedicare al Signore,nella fede in lui è la sua forza.Felice chi sa essere liberoda persone e da cose:sarà sempre capace di amare.Felice chi nella vita sa accettareanche la sofferenza:ha così imparato l’artedi saper vivere sulla terra.Felice chi guarda sempre al beneche vi è in ogni uomo:troverà sempre motiviper meravigliarsi ancora:Felice chi è trasparente e retto.sarà amato e ben voluto da tutti.Felice chi nella vita compieopere di misericordia:Dio gli userà molta misericordia.Felice l’uomo che sa vederesempre ciò che unisce:è il miglior modo per costruire la pace.


Recommended