informainformasanità Settembre 2018Settembre 2018Settembre 2018
PERIODICO d’informazione dell’Azienda Ospedaliera di Padova
Settembre 2018
DIRETTORE RESPONSABILE Luisella Pierobon
DIRETTORE GENERALE AZIENDA OSPEDALIERA DI PADOVA Luciano Flor
HANNO COLLABORATO Camillo Aliberti, Piero Amodio, Silvia Baggio,
Giulio Barbiero, Michele Battistel, Lorenzo Calò,
Eliana Camporese, Giovanni Comacchio,
Giustina De Silvestro, Mirto Foletto, Gino Gerosa,
Luisella Pierobon, Federico Rea, Marco Senzolo,
Vincenzo Tarzia.
Servizi fotografici: Ufficio Stampa,
Gianluca Ferraresso dell’Information Technology
Consulenza Legale: Luisa Longhini
DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE Via Giustiniani 1— Padova tel. redazione 049.8213923 fax redazione 049.8218283 [email protected]
Registrazione del Tribunale di Padova n. 1553 del 21.01.97 Registro Stampa
In copertina:
Immagine di sala operatoria durante un intervento chirurgico
Eccezionale intervento al cuore: rimossa massa nella parte
sinistra. Cardiochirurgia: primi al mondo pag. 3
TANDEM: nuovo trattamento emodialitico combinato pag. 6
Nefrologia, nuovamente ai vertici mondiali pag. 9
Chirurgia Bariatrica Centro di Eccellenza pag. 11
Procedura d’avanguardia mininvasiva per ripristino
funzioni mentali pag. 12
Ricerca clinica premiata a Los Angeles pag. 14
Chirurgia Toracica: l’attività pag. 15
informasanità
IndiceIndice
Di norma si sarebbe dovuti intervenire con un’operazione a cuore aperto per salvarle la vita, ma l’equipe cardiochirurgica dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova diretta dal Prof. Gino Gerosa che conta una nutrita e-sperienza di interventi eccezionali e pionieri-stici, non poteva non optare per un intervento,
ancora una volta d’avanguardia, che contri-buirà alla diffusione della conoscenza cardio-chirurgica. L’eccezionale operazione è stata eseguita su una donna con una massa di 3 cm. al cuore, scoperta grazie ad un ecocardiogramma che le aveva diagnosticato la presenza di
un’anomalia intraventricolare sinistra. La si-gnora già sottoposta recentemente ad inter-vento a cuore aperto, sarebbe stata ad alto rischio per un nuovo intervento cardochirurgi-co tradizionale. Il team cardiochirurgico diretto dal Prof. Gino
Gerosa del Centro Gallucci di Padova dopo aver studiato attentamente il caso, sceglie una soluzione del tutto innovativa e mai at-tuata prima d’ora. L’intervento è stato pianificato nei minimi det-tagli vista la delicatezza della situazione ed è
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INTERVENTO DA PRIMATO MONDIALE
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stata valutata la tecnica più idonea e micro-invasiva per l’asportazione della massa evi-tando l’intervento tradizionale a cuore aperto. Informata dovutamente, la paziente accon-sente e fiduciosa si affida al team multidisci-plinare diretto dalla Cardiochirurgia, conscia dei rischi in cui sarebbe incorsa utilizzando
invece la tecnica a cuore aperto con la riaper-tura dello sterno e l’arresto cardioplegico del cuore per asportarle la massa intracardiaca. A dirigere ed eseguire la delicata operazione, il Prof. Gino Gerosa direttore della Cardiochi-rurgia dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova coadiuvato da un team multidiscipli-
nare composto dai cardiochirurghi Dott.i Vin-cenzo Tarzia, Augusto D’Onofrio, Lorenzo Bagozzi; anestesista ed esperto di ecocar-diografia transesofagea tridimensionale De-metrio Pittarello; perfusionista Fabio Zanella; e personale infermieristico al completo.
Il Ministero della Salute autorizza la Cardiochi-rurgia di Padova a procedere con la nuova tec-nica di intervento. La procedura viene eseguita a cuore battente, senza l’ausilio del bypass cardiopolmonare to-tale, senza aprire il cuore con il minor numero
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RIMOZIONE DI UNA MASSA NELLA PARTE SINISTRA DEL CUORE
INTERVENTO DA PRIMATO MONDIALE
di incisioni possibili. Si è intervenuti partendo da una mini-toracotomia sinistra di soli 4 cm. e, vista la grande esperienza di questo Centro con interventi con piccole incisioni dalla punta del cuore, inferiori ad 1 cm., si è riusciti ad inserire il catetere attraverso l’apice del cuo-re al cui interno è stata fatta passare una cannula di aspirazione collegata ad una pompa centrifuga e ad un filtro che ha per-messo come un’aspirapolvere l’aspirazione ad alto flusso del materiale estraneo, inviato poi agli anatomo-patologi. Il sangue aspirato dalla punta del cuo-re durante l’intervento chirurgico è stato fil-trato e re-immesso nel circolo arterioso at-traverso un’altra cannula posta all’altezza
dell’arteria femorale mentre l’Ecmo garanti-va la stabilizzazione della paziente. Le immagini dell’interno del cuore du-rante l’operazione, arrivavano direttamente ai chirurghi dall’ecocardiografia transesofa-gea in formato tridimensionale e permette-vano la visione completa, ingrandita e ma-gnificata del cuore, durante tutto l’intervento. Il delicato intervento chirurgico è dura-to circa 3 ore e il dispositivo utilizzato in questo caso specifico è un by-pass extra-corporeo artero-arterioso: sistema Angio-VAC.
Il sistema AngioVAC, indicato fino ad oggi solo per l’asportazione di masse intra-cardiache di destra e nel trombo-embolismo venoso sistemico e polmonare, era stato utilizzato nel nostro Centro, maturando un’esperienza fin dal 2016, in ben 11 casi. Per la prima volta al mondo, ora, que-sto sistema è stato utilizzato anche per l’asportazione di masse ventricolari sini-stre, sempre a cuore battente per via tran-sapicale. L’intervento è riuscito e la paziente di 70 anni ha avuto un rapido recupero.
Si conferma il livello di qualità di cura della filiera di attività rivolta alla salute che grazie al rinnovamento organizzativo e tec-nologico associato all’eccezionale esperien-za pionieristica dei cardiochirurghi padovani, ha permesso di raggiungere con successo questo nuovo traguardo.
Il Prof. Gino Gerosa dopo l’intervento chirurgico al cuore
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RIMOZIONE DI UNA MASSA NELLA PARTE SINISTRA DEL CUORE
INTERVENTO DA PRIMATO MONDIALE
TANDEM: TRATTAMENTO EMODIALITICO COMBINATO
A SCAMBIO PLASMATICO IN TRAPIANTO DI RENE DA DONATORE VIVENTE - ABO INCOMPATIBILE
Per la prima volta, presso
l’Azienda Ospedaliera di Padova, è stata attuata la procedura combinata - tecnica TANDEM di due trattamenti extracorpo-rei nell’ambito del programma di trapian-to di rene da donatore vivente ABO in-compatibile.
Le unità operative coinvolte sono: Immunotrasfusionale - Dott. Piero Mar-son, Dott.ssa Tiziana Tison, Dott.ssa An-na Colpo, direttore dott.ssa Giustina De Silvestro; Nefrologia - Dott.ssa Barbara Rossi, Dott.ssa Marianna Alessi, diretto-
re Professor Lorenzo Calò; Trapianti Re-ne e Pancreas - Dott.ssa Lucrezia Furian, Dott.ssa Cristina Silvestre, Dott.ssa Fla-via Neri, direttore Prof. Paolo Rigotti.
Il programma di trapianto di rene da donatore vivente ABO incompatibile prevede un approccio multidisciplinare al paziente e, in particolare, le U.O.C. sono coinvolte nel trattamento emodialitico - Nefrologia 2 e nella determinazione e mo-nitoraggio del titolo delle isoemoagglutini-ne e trattamento di desensibilizzazione pre-trapianto-Immunotrasfusionale.
il team sanitario che ha ideato e applicato la tecnica TANDEM
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La desensibilizzazione viene attua-ta con terapia aferetica: scambio plasma-tico o immunoadsorbimento selettivo/superselettivo, in associazione alla som-ministrazione di farmaci immunosoppres-sori, allo scopo di ridurre il titolo delle iso-emoagglutinine e di superare così la bar-riera immunologica dell’incompatibilità A-BO.
Fino ad ora il paziente in emodialisi cronica candidato a trapianto di rene da donatore ABO incompatibile veniva sotto-posto, a giorni alterni, ad emodialisi e ad aferesi, con conseguente disagio per il paziente stesso, soprattutto in caso di ti-toli elevati di isoemoagglutinine, che ri-chiedeva anche 7-8 procedure aferetiche, che andavano a sommarsi al programma di emodialisi cronica effettuata tre volte a settimana. Al fine di consentire al paziente un periodo pre-trapianto meno stressante e di ottimizzare le risorse di spazio e di per-sonale coinvolto nella procedura di de-sensibilizzazione, è stato creato un grup-po di lavoro che ha coinvolto diverse figu-re professionali: medici, infermieri e tecni-
ci, allo scopo di mettere a punto il tratta-mento TANDEM anche presso la nostra Azienda Ospedaliera. Il paziente candidato al trapianto ABO incompatibile era in trattamento e-modialitico cronico presso altra Struttura. In seguito alla visita di idoneità prelimina-re e ad adeguata informazione, il pazien-te è stato avviato al trattamento TAN-DEM, dopo averne espresso il proprio consenso.
Nel corso dei trattamenti TANDEM non si sono verificati eventi avversi e non sono state riscontrate differenze signifi-cative nell’efficienza delle procedure. Il paziente trapiantato da donatore vivente ABO incompatibile è tornato alle sue nor-mali funzioni.
Sulla base di questa esperienza,
dopo opportuna valutazione del paziente, il trattamento TANDEM può essere appli-cato, con efficacia. Inoltre può garantire una migliore qualità di vita ai pazienti candidati a trapianto di rene ABO incom-patibile, riducendone significativamente il numero di accessi ospedalieri durante la fase di preparazione al trapianto.
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chirurghi all’opera durante il trapianto di rene
Anni fa il trapianto di rene poteva essere eseguito solo se il donatore e il ricevente appartenevano allo stesso gruppo san-guigno: questa barriera era chiamata “barriera immunologica ABO” ed era con-siderata insuperabile. Questa non è la sola barriera immunologica del trapianto: l’altro ostacolo è rappresentato dal siste-ma HLA, cioè dall’insieme delle caratteri-stiche presenti sulle cellule del nostro or-ganismo che fanno sì che ciascuno di noi sia un individuo diverso da tutti gli altri.
Oggi è possibile superare questi ostacoli, grazie ai progressi delle tecnolo-gie assistenziali e dei farmaci immuno-soppressivi: così, già da tempo, anche in Azienda Ospedaliera è partito il program-ma di trapianto di rene da donatore vi-vente incompatibile, prevalentemente per il gruppo ABO. Al paziente quindi, viene mantenuto un adeguato bilancio: è una specie di ri-cambio del sangue, che però mantiene inalterata la quota cellulare. Il malato che affronta questo pro-gramma, per un periodo prima del tra-pianto dovrebbe recarsi tutti i giorni in o-spedale per fare un giorno la dialisi e un giorno la plasmaferesi, in alternanza: e qui sta la novità.
E’ chiaro che il paziente deve es-sere adeguatamente preparato a ricevere un organo con diverso gruppo sanguigno e quindi, nel programma di preparazione il candidato a ricevere un nuovo organo deve continuare a fare la dialisi, che per lui è salvavita, ma sottoporsi anche a nuovi trattamenti tra i quali la plasmafere-si terapeutica. E’ questa una procedura che preve-de la rimozione del plasma del paziente, in cui sono presenti quegli anticorpi che potrebbero rigettare il nuovo organo, so-stituendolo con un pari volume di liquidi e proteine. E’ stata messa a punto questa tec-nica TANDEM per fare in contemporanea i due trattamenti: nello stesso tempo e nella stessa sede.
In Italia la tecnica TANDEM è se-gnalata in casi pediatrici e la letteratura internazionale riporta alcune esperienze all’estero.
Ora la tecnica TANDEM emodialisi
+ scambio plasmatico viene effettuata a Padova anche nel paziente adulto e l’Azienda Ospedaliera rientra tra i princi-pali Centri di trapianto a livello europeo grazie all’ottimale collaborazione e spirito d’iniziativa di tutti gli operatori sanitari.
TANDEM
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La Nefrologia riconfermata nel 2018 ai vertici mondiali
per il 5° anno consecutivo
Il Prof. Lorenzo Calò dell’Azienda
Ospedaliera/Università di Padova è stato confermato anche per il 2018 e per il quinto anno consecutivo, primo al mon-do nell’ambito delle malattie renali, in particolare nelle malattie genetiche rare del trasporto tubulare renale come la Sin-drome di Gitelman e la Sindrome di Bar-tter.
La classifica dei più importanti e-sperti del mondo nei vari settori della Me-dicina che viene pubblicata ogni anno si può visionare su:
www.expertscape.com/ex/gitelman+syndrome www.expertscape.com/ex/bartter+syndrome
Questa classifica è basata su un’estesa revisione delle pubblicazioni scientifiche in Nefrologia degli ultimi dieci
anni dando notevole prestigio alla Nefro-logia italiana e contribuendo notevolmen-te al primato europeo ottenuto dall’Azienda Ospedaliera di Padova nel campo delle malattie rare. Il Professor Lorenzo Calò, nefrolo-go, ipertensiologo e internista opera presso la Nefrologia di Padova di cui è il Direttore nonché Direttore della Scuola di Specializzazione in Nefrologia dell’Università di Padova. Da oltre trent’anni segue in partico-lare la Sindrome di Gitelman e la Sindro-me di Bartter, malattie renali genetiche rare che compromettono il riassorbimen-to tubulare renale di potassio e di magne-sio.
al centro il prof. Lorenzo Calò con i collaboratori della struttura
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La conseguente riduzione nel san-gue di potassio e magnesio può indurre l’insorgenza di aritmie cardiache che nei casi più gravi possono anche essere fa-tali e, seppur raramente, anche evolvere verso l’insufficienza renale cronica.
L’analisi genetica identifica la mutazione nel gene che codifica per la proteina re-sponsabile del trasporto tubulare renale del potassio permettendo la diagnosi di certezza.
Un aspetto peculiare di queste malattie genetiche renali rilevato dal Prof. Calò, riguarda poi lo studio delle basi cel-lulari e molecolari dell’ipertensione arte-riosa, per il quale ha fatto di queste ma-lattie un riconosciuto modello umano uni-co portandolo alla ribalta mondiale. I pa-zienti con queste malattie, infatti, pur possedendo molte caratteristiche biochi-miche ed ormonali tipiche dell’ipertensione arteriosa, non hanno l’ipertensione.
Il Prof. Lorenzo Calò è riconosciu-
to punto di riferimento non solo nel Trive-neto ma anche a livello nazionale per la gestione clinica e la diagnosi di queste malattie, oltre ad essere il referente per Padova di queste tubulopatie genetiche rare renali nell’adulto nell’ambito del network europeo ERKNet (European Re-ference Network for Rare Kidney Disea-ses).
Un ambulatorio dedicato al com-
pleto iter diagnostico, al trattamento tera-peutico ed al follow-up dei pazienti con Sindrome di Gitelman e Sindrome di Bar-tter è stato istituito da qualche anno pres-so l’Azienda Ospedaliera/Università di
Padova, uno dei pochi a livello nazionale, che il Prof. Calò segue personalmente ed a questo ambulatorio si rivolgono pazienti provenienti da tutta Italia che effettuano l’indagine genetica presso l’UOC di Ge-netica Clinica dell’Azienda Ospedaliera/Università di Padova diretta dal Prof. Maurizio Clementi.
Pertanto, sostiene Calò, “capire
perché questi pazienti non diventano ipertesi pur possedendo caratteristiche ormonali e biochimiche dell’ipertensione arteriosa, può essere di grande importan-za per capire le basi cellulari e molecolari dell’ipertensione arteriosa stessa”.
I suoi studi, pubblicati su prestigio-
se riviste scientifiche internazionali, negli ultimi anni hanno permesso di delineare nell’uomo nuovi meccanismi biochimici e identificare nuove proteine che possono svolgere un importante ruolo nella cono-scenza della fisiopatologia dell’ipertensione arteriosa, nell’efficacia del suo trattamento e di quello delle com-plicanze cardiovascolari e renali dell’ipertensione.
La Nefrologia riconfermata ai vertici mondiali
il prof. Calò durante una presentazione
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RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE AL CENTRO DI ECCELLENZA:
CHIRURGIA BARIATRICA
Atene, in occasione dell’VIII Con-
gresso IFSO-European Chapter, la
Week Surgery dell’Azienda Ospeda-
liera di Padova ha ricevuto
l’Accreditamento Internazionale co-
me Centro di Eccellenza di Chirurgia
Bariatrica.
Importante punto di riferimento a
livello territoriale, come Centro Hub per
la cura e il trattamento dell’obesità
nell’ambito della Rete Regionale Vene-
ta, l’Unità Week Surgery diretta dal
Dott. Mirto Foletto dal 2013 (in foto a
destra) si avvale della collaborazione di
altri due Dirigenti Medici (Dott. Roberto
Nistri e Dott. Luca Prevedello) e dei
Medici in formazione Specialistica della
Scuola di Specializzazione in Chirurgia
Generale dell’Università di Padova.
Ogni anno, il Centro eroga circa
300 interventi di chirurgia bariatrica tra
cui: Bendaggio Gastrico, Sleeve Ga-
strectomy, Bypass gastrico, Mini-
Bypass Gastrico, Diversione biliopan-
creatica con “switch” duodenale, al fine
di garantire al paziente un approccio
chirurgico il più possibile personalizza-
to. Qui vengono assicurate tutte le tec-
niche chirurgiche riconosciute dalle
linee guida italiane e internazionali.
Peculiarità del Centro è l’approfondito
studio pre-operatorio del paziente obeso
che comprende, oltre alla valutazione spe-
cialistica, chirurgica e medica, un pattern di
esami ematochimici volti a indagare
l’assetto metabolico ed endocrinologico, u-
na valutazione dietistica con visite periodi-
che e un moderno approccio psicologico
con la somministrazione di test.
La Week Surgery è inserita all’interno
del percorso clinico-assistenziale del pa-
ziente obeso dell’Azienda Ospedaliera di
Padova, a cui afferiscono altre unità operati-
ve che si occupano della diagnostica, del
trattamento medico e chirurgico del pazien-
te in sovrappeso: Medicina Interna ad indi-
rizzo endocrinologico, Nutrizione Clinica,
Psicologia.
il riconoscimento ricevuto dal Dr. Mirto Foletto
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PROCEDURA D’AVANGUARDIA MININVASIVA RIPRISTINA FUNZIONI MENTALI
L’intervento:
Affetto da gravi conseguenze neu-
rologiche della cirrosi epatica, un pazien-
te è stato sottoposto alla chiusura per via
venosa della comunicazione anomala
che si era aperta fra la vena renale sini-
stra e la vena proveniente dalla milza.
L’operazione è stata eseguita da
un’equipe interdisciplinare di clinici
dell’Azienda Ospedaliera/Università di
Padova; radiologi interventisti: Dott. Giu-
lio Barbiero e Dott. Michele Battistel della
Radiologia diretta dal Prof. Diego Miotto,
gastroenterologi: Dott. Marco Senzolo
dell’Unità Trapianti Multiviscerali diretta
dalla Prof.ssa Patrizia Burra, con il coor-
dinamento clinico del Prof. Piero Amodio
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Da sinistra il Prof. Piero Amodio che ha seguito il coordinamento clinico dell’intervento.
In foto ripreso con alcuni medici della Clinica Medica a Orientamento Epatologico
e della Dott.ssa Sara Montagnese del-
la Clinica Medica a Orientamento Epa-
tologico diretta dal Prof. Paolo Angeli
dell’Azienda Ospedaliera/Università di
Padova.
La patologia:
La cirrosi epatica può causare
saltuari disturbi mentali come
l’encefalopatia epatica. Questi disturbi
possono divenire persistenti, simili a
una condizione di demenza alla quale
si alternano momenti di incertezza
dell’espressione verbale con comporta-
menti bizzarri e inadeguati che rendo-
PROCEDURA D’AVANGUARDIA MININVASIVA RIPRISTINA FUNZIONI MENTALI
i Radiologi Interventisti dell’A.O. di Padova
schema della nuova procedura
La manovra si è conclusa positivamen-
te e il paziente di 70 anni ha ripreso la
sua vita di prima, riacquistando buona
parte delle sue funzioni mentali.
La multidisciplinarietà ha per-
messo di realizzare a Padova e per la
prima volta in Veneto, con successo,
questa nuova procedura d’avanguardia
effettuata in pochi centri al mondo.
no il paziente disabile, costringendolo ad
una condizione di completa dipendenza.
Ciò talvolta è causato da alterazioni della
circolazione del sangue all’interno
dell’addome: si aprono nuove comunica-
zioni che sottraggono il sangue dei visceri
all’azione depuratrice del fegato e lo river-
sano, non depurato, nella circolazione ge-
nerale.
La tecnica applicata:
Un catetere è stato introdotto per
via percutanea mini-invasiva attraverso la
vena femorale, spinto fino alla vena rena-
le sinistra e introdotto nella comunicazio-
ne anomala con la vena proveniente dalla
milza. Quindi, è stato introdotto del mate-
riale pro-coagulante che ha impedito il
passaggio di sangue nella vena renale e
lo ha re-diretto verso il fegato per essere
depurato.
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A LOS ANGELES PREMIATA LA MIGLIORE RICERCA CLINICA DELL’ANNO
Dr. Camillo Aliberti Direttore dell’UOC Radiologia
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la targa ricevuta
Il Dr. Camillo Aliberti direttore dell’Unità
Operativa Complessa di Radiologia
dell’Azienda Ospedaliera di Padova, nel
corso di una cerimonia tenutasi a Los
Angeles nell’ambito del Congresso an-
nuale della Society of Interventional Ra-
diology (SIR), è stato insignito del pre-
mio quale migliore ricerca clinica
dell’anno.
Tale prestigioso ed ambito riconosci-
mento, da tempo non attribuito ad un
gruppo di lavoro italiano, arriva a coro-
nare un impegno durato 4 anni che è
stato condotto, oltre che dal Dr. Camillo
Aliberti e dal Dr. Riccardo Carandina,
Radiologo Interventista dello IOV, dal
Prof. Umberto Cillo - coautore - diretto-
re dell'UOC Chirurgia Epatobiliare A.O.
Padova, nonchè dalla sua equipe.
Ha riguardato 421 pazienti affetti da
epato carcinoma trattati con terapie loco-
regionali intrarteriose epatiche ablazioni
e resezioni, parte dei quali trapiantati.
Il lavoro che vanta la casistica più am-
pia al mondo per un singolo centro, ha
dimostrato come l’approccio vincente per
il trattamento di questa tipologia sia quel-
lo integrato sinergico e combinato tra
Chirurgo Epato Biliare e Radiologo con il
coinvolgimento ed il supporto clinico
(epatologo-oncologo).
I risultati sono stati pubblicati sulla rivi-
sta JVIR - Journal of Vascular and Inter-
ventional Radiology che ha avuto un ele-
vatissimo numero di link e citazioni da cui
l’attribuzione del prestigioso riconosci-
mento consegnato a Padova.
LA CHIRURGIA TORACICA
l’équipe di Chirurgia Toracica con al centro il direttore, il prof. Federico Rea
DATI SULLA CHIRURGIA TORACICA
⇒ 1 sala operatoria giornaliera
⇒ 20 posti letto ordinari degenze:
+ 5 posti per pazienti trapiantati e
follow-up trapianti
⇒ 1 ambulatorio giornaliero medicazioni
2 ambulatori settimanali prime
visite e controlli
⇒ Personale Medico: 7 medici struttu-
rati, 14 medici in formazione specia-
listica
⇒ Professioni Sanitarie: 19 infermieri e
4 OSS di reparto + personale sala
operatoria (con la Cardiochirurgia)
⇒ Psicologi e personale amministrati-
vo: 1 psicologo e 3 amministrativi
INTERVENTI CHIRURGICI ⇒ Trapianto polmonare
⇒ Pneumonectomia
⇒ Lobectomia e bilobectomia polmo-nare-tecniche mininvasive e open
⇒ Resezioni polmonari segmentarie e atipiche-tecniche mininvasive
⇒ Chirurgia endoscopica trachea e bronchi
⇒ Chirurgia trachea
⇒ Chirurgia ricostruttiva vie aeree e vascolare polmonare
⇒ Chirurgia mediastino-tecniche robotiche
⇒ Chirurgia mesotelioma pleurico
⇒ Chirurgia ricostruttiva parete toracica
⇒ Chirurgia pneumotorace
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LA CHIRURGIA TORACICA
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Nel 2017:
- N. 768 interventi (vs 659 del 2016,
+16,5%); la lista d’attesa è costituita per
circa il 70% da pazienti provenienti dalla
Regione Veneto (35% dalla provincia di
Padova) ed il restante 30% da pazienti
residenti in altre Regioni. La degenza me-
dia dei pazienti sottoposti ad intervento
chirurgico presso questo Reparto è di 5-6
giorni e dipende da molti fattori, tra cui la
tipologia di intervento chirurgico (chirurgia
maggiore, chirurgia minore, trapianto), la
situazione clinica del paziente prima e do-
po l’intervento chirurgico e le possibili
complicanze dovute all’operazione.
Il Centro di Chirurgia Toracica rappresen-
ta il 4° centro italiano come numero di ri-
coveri per tumore al polmone (unico cen-
tro rispetto ai tre che lo precedono che
esegue però anche attività trapiantologi-
ca) e uno dei centri con minore mortalità
a 30 giorni dall’intervento, nonostante
l’elevata complessità degli interventi ese-
guiti (Fonte Programma Nazionale Esiti
2017).
ECCELLENZE:
⇒ Trapianto polmonare
⇒ VATS lobectomy (571 pro-
cedure dal 2012, 2° centro
in Italia per numero di pro-
cedure eseguite)
⇒ Chirurgia demolitiva e rico-
struttiva tracheo-bronchiale
e vascolare per neoplasie
interessanti il polmone e/o il
mediastino
⇒ Chirurgia della trachea per
patologie benigne come la
stenosi tracheale post-
intubazione o le fistole eso-
fago-tracheali, ma anche
per la patologia maligna del-
la trachea
⇒ Chirurgia del timo con tecni-
ca robotica
Trapianto di polmone
N. 23 trapianti bilaterali di polmone nel 2017. 3° Centro in Italia (vs 27 del 2016, 1° centro in Italia) con 0% mortalità intra-ospedaliera. Primo trapianto di polmone monolatera-le nel 1995, primo trapianto bilaterale nel 1996. Totale trapianti dal 1995: n. 424 trapian-ti, di cui 2 cuore-polmone, 111 singoli e 311 bilaterali.
OCS - ORGAN CARE SYSTEM
Il trapianto di polmone rappresenta il gold
standard per la cura di pazienti affetti da
alcune patologie polmonari terminali. Con il
perfezionarsi delle cure e delle tecniche di
diagnosi si è assistito ad un progressivo
aumento dei pazienti iscritti in lista d’attesa
per tale procedura, tuttavia il numero di or-
gani idonei al trapianto non corrisponde mi-
nimamente alla richiesta.
Solo il 17% dei donatori multiorgano
in USA ed il 15% in Inghilterra presentano
polmoni idonei al trapianto, questi dati risul-
tano molto lontani rispetto al tasso di prelie-
vo di altri organi solidi quali il rene (86,1%)
o il fegato (77,9%).
La motivazione di questo importante
divario va ricercata nelle caratteristiche pro-
prie dell’organo polmone che è, per sua na-
tura, molto delicato e può essere danneg-
giato da diversi eventi che caratterizzano
sia il momento della morte cerebrale che
quello della gestione in terapia intensiva.
La modalità del decesso, le manovre di ria-
nimazione, l'edema polmonare neurogeni-
co, la polmonite da aspirazione o la polmo-
LA CHIRURGIA TORACICA
nite da agenti nosocomiali rappresentano
alcuni dei fattori che possono deteriorare il
polmone rendendolo non idoneo alla dona-
zione. Il polmone ritenuto idoneo ad essere
prelevato per trapianto viene, comunemen-
te, trasportato in un frigo portatile e conser-
vato per un tempo che non deve essere su-
periore alle 6 ore. Oltre questo tempo mas-
simo, detto ischemia fredda, l’organo va in
contro ad importante deterioramento dovuto
alla necrosi cellulare indotta dalla privazio-
ne dell’afflusso sanguigno e, quindi,
dell’ossigenazione.
Il sistema OCS, simulando ciò che
accade normalmente nel corpo, permette
non solo una conservazione molto più lun-
ga, ma anche un certo grado di ricondizio-
namento degli organi in sofferenza, margi-
nali o non idonei, poiché l’apparecchiatura
mantiene un continuo monitoraggio e aggiu-
stamento dei parametri, con la possibilità di
valutare completamente e continuamente la
funzionalità e la salute degli organi preleva-
ti, di ritardare l’impianto per poter scegliere
il ricevente più idoneo, di diminuire lo svi-
luppo di complicanze perioperatorie.
La Chirurgia Toracica di Padova è
stata la prima in Italia a munirsi del sistema
OCS dal 2011 e ad oggi è stato utilizzato in
28 casi in cui altrimenti l’organo non sareb-
be stato giudicato idoneo e quindi non tra-
piantato. Il Centro di Padova ha partecipato
come unico centro in Italia al trial internazio-
nale INSPIRE per valutare l’efficacia del
sistema OCS.
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ROBOT
Il Centro di Chirurgia Toracica di Pa-dova è uno dei più importanti centri Italiani per la diagnosi e cura del Timo-ma, patologia neoplastica rara del ti-mo, che richiama un gran numero di pazienti da tutta Italia e per la quale viene adottato uno specifico approccio multidisciplinare, che prevede la figura dell’oncologo e del radioterapista oltre a quella del chirurgo.
Dal 2002 l’unità di Chirurgia To-racica dispone del sistema DaVinci per eseguire interventi di chirurgia ro-bot-assistita, in particolare per la pato-logia timica benigna e maligna. Il siste-ma consiste di una console compute-rizzata, di un sistema di visione tridi-mensionale e di un carrello che sup-porta i bracci robotici.
Il chirurgo opera lontano dal pa-ziente seduto alla console, che rappre-senta l'interfaccia tra il chirurgo e il si-stema robotico. Il chirurgo vede il cam-po operatorio attraverso un visore tridi-mensionale localizzato nella parte su-periore della console e opera agendo con le dita su dei comandi; il sistema
traduce i movimenti di mani e dita in movimenti precisi e identici degli stru-menti chirurgici all'interno del paziente.
Tale sistema consente di realizzare ma-novre precise degli strumenti chirurgici all’interno del paziente, impossibili con le comuni tecniche toracoscopiche. Tutto ciò permette di operare in sicurezza in aree anatomiche estreman-te delicate, come il mediastino, con i vantaggi della tecnica mininvasiva. Dal 2002 presso la Chirurgia Tora-cica di Padova sono stati eseguiti quasi 300 interventi di timectomia robotica, di cui 75 per timoma. Il Centro di Padova rappresenta inoltre un riferimento per il trattamento robotico delle patologie timiche, avendo pubblicato una delle prime esperienze di timectomia robotica nei pazienti affetti da miastenia gravis e avendo partecipa-to a studi europei sul trattamento roboti-co delle neoplasie timiche, oltre a nu-merose pubblicazioni sull’argomento su riviste specialistiche internazionali.
INFORMASANITA’ SETTEMBRE 2018 | 18
LA CHIRURGIA TORACICA
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