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Informativa al pubblico sulla situazione al 31/12/2011 · l’operatività stessa sia coerente con...

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pagina 1 di 41 Informativa al pubblico sulla situazione al 31/12/2011 (Circolare N°263 del 27 dicembre 2006 Banca d’Italia)
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Informativa al pubblico sulla situazione al 31/12/2011

(Circolare N°263 del 27 dicembre 2006 Banca d’Italia)

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INDICE DEI CONTENUTI

1. INTRODUZIONE 3

2. TAVOLA 1 - REQUISITO INFORMATIVO GENERALE 4

3. TAVOLA 3 - COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO DI VIGILANZA 14

4. TAVOLA 4 - ADEGUATEZZA PATRIMONIALE 16

5. TAVOLA 5 - RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONIGENERALI RIGUARDANTI TUTTE LE BANCHE 20

6. TAVOLA 6 - RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI RELATIVE AI PORTAFOGLI ASSOGETTATI AL METODO STANDARDIZZATO 28

7. TAVOLA 8 - TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO 30

8. TAVOLA 9 - RISCHIO DI CONTROPARTE 32

9. TAVOLA 12 - RISCHIO OPERATIVO 34

10. TAVOLA 13 - ESPOSIZIONE IN STRUMENTI DI CAPITALE:INFORMAZIONI SULLE POSIZIONI INCLUSE NEL PORTAFOGLIO BANCARIO 35

11. TAVOLA 14 – RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE SULLE POSIZIONI INCLUSE NEL PORTAFOGLIO BANCARIO 37 12. TAVOLA 15 – SISTEMA E PRASSI DI REMUNERAZIONE E INCENTIVAZIONE 40

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1. INTRODUZIONE

La disciplina prudenziale sulle banche emanata da Banca d’Italia prevede l’obbligo di pubblicazione periodica di informazioni riguardanti l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei sistemi preposti all’identificazione, alla misurazione ed alla gestione di tali rischi. Le informazioni pubblicate, così come richiesto dal titolo IV della Circolare n. 263 di Banca d’Italia, sono articolate in tavole contenenti l’informativa di carattere qualitativo e quantitativo. Le tavole prive di informazioni non sono state pubblicate. Le informazioni quantitative sono rappresentate in migliaia di euro. La Banca Passadore & C. S.p.A. pubblica la presente informativa e i successivi aggiornamenti sul sito internet www.bancapassadore.it/la banca/bilanci.

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2. TAVOLA 1 - REQUISITO INFORMATIVO GENERALE

INFORMATIVA QUALITATIVA

Il Consiglio di Amministrazione, nella riunione del 19 Aprile 2012, ha approvato l’ICAAP (Resoconto sul processo interno di determinazione dell’adeguatezza patrimoniale) redatto come da Circolare n. 263 del 27 dicembre 2006 della Banca d’Italia, Titolo III, Sezione II .

Secondo quanto prescritto dalla normativa, la Banca è quindi tenuta a definire in piena autonomia un processo per determinare il capitale complessivo adeguato in termini attuali e prospettici a fronteggiare tutti i rischi rilevanti. Il processo deve essere formalizzato, documentato, conosciuto e condiviso dalle strutture aziendali, sottoposto a revisione interna e approvato dagli organi societari. Esso è proporzionato alle caratteristiche, alle dimensioni e alla complessità dell’attività svolta.

Il processo ICAAP è imperniato su idonei sistemi aziendali di gestione dei rischi e presuppone adeguati meccanismi di governo societario, una struttura organizzativa con linee di responsabilità ben definite, efficaci sistemi di controllo interno.

In coerenza con i già citati principi di proporzionalità è stata individuata una struttura di governo dei rischi aziendali, suddivisa in diverse entità separate con ruoli definiti e formalizzati nel “Regolamento Interno” della Banca. La rispondenza di tale struttura alle necessità aziendali è costantemente oggetto di esame al fine di monitorarne l’adeguatezza e disporre, se del caso, gli interventi correttivi sulla struttura stessa.

La funzione di supervisione strategica è ricondotta al Consiglio di Amministrazione che, nell’ambito di valutazione dell’adeguatezza del capitale interno complessivo, definisce e approva le linee generali del processo, ne assicura l’adeguamento tempestivo in relazione a modifiche significative delle linee strategiche, dell’assetto organizzativo, del contesto operativo di riferimento e promuove il pieno utilizzo delle risultanze dell’ICAAP a fini strategici e nelle decisioni d’impresa.

A tale organo compete, tra l’altro, definire le politiche di gestione dei rischi, le modalità attraverso le quali i rischi sono rilevati e valutati, nonché l’assetto del sistema dei controlli interni.

In particolare, il Consiglio di Amministrazione stabilisce la “propensione al rischio strategica” della Banca e fissa il profilo di rischio atteso sull’orizzonte temporale considerato, dopo aver approvato il processo di identificazione dei rischi ritenuti rilevanti e la conseguente capacità di assorbimento dei rischi. Emana, quindi, le linee guida per il raggiungimento degli obiettivi fissati.

La Direzione, composta dal Direttore Generale, dal Condirettore Generale, dal Vice Direttori Generale e dai Direttori Centrali e che rappresenta l’organo con funzione di gestione, dà attuazione all’ICAAP, curando che lo stesso sia rispondente agli indirizzi strategici e soddisfi i seguenti requisiti: consideri tutti i rischi rilevanti, anche con valutazioni su base prospettica; utilizzi appropriate metodologie; sia conosciuto e condiviso dalle strutture interne; sia adeguatamente formalizzato e documentato; individui i ruoli e le responsabilità assegnate alle funzioni e alle strutture aziendali; sia affidato a risorse quali-quantitativamente adeguate e dotate di autorità, sia parte integrante dell’attività gestionale.

L’organo con funzione di controllo è identificato nel Collegio Sindacale che ha il compito di vigilare sull’adeguatezza e sulla rispondenza del sistema di gestione e controllo dei rischi, nonché del Processo ICAAP, ai requisiti stabiliti dalla normativa.

Nello svolgimento delle proprie funzioni, il Collegio Sindacale si avvale della collaborazione delle altre funzioni di controllo aziendali.

Il Servizio Controllo Rischi e Conformità, come da Regolamento Interno, svolge una attività di controllo, sia generale che specifico, sui rischi connessi all’operatività posta in essere dalla Banca, accertando anche che l’operatività stessa sia coerente con gli obbiettivi di rischio definiti dall’organo di supervisione strategica e riportando alla Direzione eventuali incongruenze. Ove necessario il Servizio fornisce anche supporto all’attività di controllo svolto dal Servizio Ispettorato.

Il Servizio Controllo di Gestione, ai fini dell’ICAAP, conduce le attività di misurazione dei singoli rischi e del relativo capitale interno; provvede alla determinazione del capitale interno complessivo ed alla sua riconciliazione con il patrimonio di vigilanza.

Il Servizio Ispettorato è responsabile della funzione di internal audit ed è deputato alla verifica dell’adeguatezza e della funzionalità del modello organizzativo e dell’intero sistema dei controlli interni.

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Il Servizio vigila sulla adeguatezza e rispondenza del processo ICAAP ai requisiti stabiliti dalla normativa, esegue la revisione del Resoconto e redige apposita relazione per la Banca d’Italia.

Rischio di credito e rischio di controparte

Il rischio di credito (o rischio di insolvenza) è il rischio che nell'ambito di un'operazione creditizia il debitore non assolva anche solo in parte ai suoi obblighi di rimborso del capitale e di pagamento degli interessi; comprende il rischio di controparte, ossia il rischio che la controparte di un’operazione risulti inadempiente prima del regolamento definitivo dei flussi finanziari di un’operazione.

L’assunzione del rischio creditizio nella Banca è disciplinata dall’apposita policy deliberata dal Consiglio d’Amministrazione che definisce anche un articolato livello di deleghe operative e livelli di autonomie deliberative, definite in termini di esposizione nei confronti della controparte da affidare che considerano, tra l’altro, i rischi diretti e indiretti, di gruppo economico, la tipologia delle forme tecniche e la durata dei finanziamenti.

Il rischio di controparte è il rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto determinati strumenti finanziari (quali derivati OTC, operazioni SFT e operazioni con regolamento a termine), risulti inadempiente prima del regolamento della transazione.

Si tratta quindi di una particolare fattispecie del rischio di credito che genera una perdita se le transazioni poste in essere con una determinata controparte hanno un valore positivo al momento dell’insolvenza.

a) Gestione, misurazione e controllo

La policy di gestione dell’erogazione del credito, approvata annualmente dal Consiglio di Amministrazione della Banca, identifica anche i soggetti coinvolti nel processo di gestione del rischio di credito, con relativi ruoli e responsabilità.

Al Consiglio di Amministrazione compete di definire le linee generali di gestione e di controllo dei rischi in materia di erogazione del credito, nonché le autonomie delegate per la concessione degli affidamenti.

Il Servizio Crediti che presidia l’erogazione del credito dall’istruttoria della pratica al suo monitoraggio fino all’eventuale estinzione, con una finalità prevalente di controllo del merito creditizio attraverso una periodica revisione degli affidamenti e con controlli di linea volti ad accertare il regolare utilizzo dei fidi.

La Rete commerciale (Filiali e Agenzie) concorre col Servizio Crediti al monitoraggio delle posizioni affidate al fine di individuare quelle che presentano segnali di degrado; in caso di anomalia, di concerto con gli uffici centrali, mette in atto, nei confronti della controparte, gli opportuni interventi.

Il Servizio Controllo Rischi e Conformità in generale verifica che l’attività dell’area crediti sia coerente con le linee guida e i limiti indicati dagli Organi Amministrativi della Banca nel perseguimento degli obiettivi prefissati. In particolare, svolge ad integrazione dei controlli di linea attuati dalle strutture produttive, un’attività di misurazione e controllo dei rischi connessi all’erogazione del credito, segnalando eventuali anomalie.

Al Servizio Controllo Rischi e Conformità compete di effettuare, in collegamento con il vertice aziendale ed in collaborazione con il Servizio Ispettorato, verifiche, quotidiane o periodiche, circa la correttezza formale e sostanziale nella concessione dei crediti e circa le anomalie in sede di utilizzo. Nell’ ipotesi che, in sede di gestione del rapporto affidato o nell’ambito degli accennati controlli, emergano fatti o andamenti anomali che comportino un deterioramento del rischio, questi devono essere prontamente comunicati alla Direzione Intermediazione Creditizia affinché siano valutate con tempestività le eventuali azioni cautelative o di recupero, informandone immediatamente anche il vertice operativo aziendale. Se necessario viene richiesta l’assistenza del Servizio Legale.

La politica creditizia è caratterizzata da un estremo rigore nella selezione della clientela da affidare ed è orientata, principalmente al sostegno della piccola e media impresa, privilegiando l’erogazione di finanziamenti di tipo commerciale, senza far ricorso, di norma, ad operazioni di derivati su crediti.

Per la valutazione del merito creditizio e per la gestione del rischio, specialmente nelle aree di tradizionale insediamento della Banca, è significativo il supporto offerto dalla approfondita conoscenza delle realtà economiche locali. Le valutazioni si basano non solo sulla analisi di elementi qualitativi e quantitativi riguardanti la situazione e l’andamento del soggetto richiedente il fido, ma anche sulla conoscenza delle sue capacità e, in caso di affidamento ad una azienda, del management dell’azienda medesima.

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Alla valutazione del merito creditizio si affianca l’attenzione, cui è tradizionalmente improntata la politica creditizia della Banca, ad evitare una concentrazione dei crediti in singoli settori economici nonché verso singole controparti o controparti collegate, con l’obiettivo principale di aumentare il grado di frazionamento del rischio di credito mediante adeguata diversificazione settoriale e territoriale. Inoltre, la selezione dei rapporti deve privilegiare dimensioni coerenti con le caratteristiche della Banca e la componente commerciale degli utilizzi.

Oltre al rischio di concentrazione, i principali fattori di rischio che la Banca monitora, sia in fase di erogazione sia nel prosieguo del rapporto, sono:

- l’andamento delle condizioni economiche generali o relative a specifici settori produttivi,

- i cambiamenti strutturali e tecnologici all’interno delle imprese debitrici,

- il peggioramento della posizione competitiva delle controparti,

- l’eventuale cattiva gestione delle imprese o delle controparti affidate,

- fattori macroeconomici strutturali e

- altri fattori esterni quali le modifiche al regime legale e regolamentare vigente.

Viene inoltre analizzata la solidità delle garanzie eventualmente presentate.

Il rispetto dei limiti di affidamento e gli sconfinamenti vengono rilevati e segnalati alla Direzione con frequenza giornaliera.

Gli affidamenti sono assoggettati ad un riesame periodico (almeno una volta all’anno) volto ad accertare la persistenza delle condizioni di solvibilità del debitore, la validità delle eventuali garanzie, la movimentazione collegata, l’elasticità degli utilizzi, nonché la remuneratività delle condizioni applicate in relazione alla rischiosità del rapporto. Le modalità di gestione dei rapporti consentono un monitoraggio costante tale da permettere normalmente di percepire con tempestività eventuali segnali di deterioramento della rischiosità e quindi intervenire, quando possibile, per il recupero del credito e/o per l’acquisizione di garanzie.

Fermo restando che il costante contatto con il cliente affidato ed il conseguente scambio di informazioni sono alla base della gestione delle posizioni di rischio (c.d. modello di “relationship lending”), la Banca presta anche attenzione, sia nella fase di acquisizione dei rapporti che in quella di gestione, all’esame dei mercati locali in cui operano le imprese, disponendo revisioni speciali delle aziende affidate operanti in settori ritenuti a rischio di recessione; a fronte di analisi prospettiche o di particolari eventi negativi che possono caratterizzare specifici settori economici, sono tempestivamente disposte, a livello centrale, le opportune azioni correttive.

Inoltre, per il controllo e la misurazione della qualità del credito, la Banca adotta un sistema di rating interno, basato sul controllo andamentale, controllo che è esteso anche alla clientela non affidata. Il sistema di rating della Banca, in ogni caso, viene integrato con le informazioni non strutturate che derivano dalla prossimità col cliente.

Nel processo di produzione dei rating, aggiornato mensilmente, vengono presi in esame ed elaborati diversi indici di tipo patrimoniale/economico (informativa di bilancio), andamentale interno (movimentazione, sconfinamenti, insoluti, etc.,) e di sistema (centrale dei rischi, iscrizioni pregiudizievoli). Per ogni cliente, mediante un calcolo combinato di tali indici, gli algoritmi della procedura forniscono un punteggio (“score”), che a sua volta esprime quattro classi di rischio.

Le posizioni cui il rating attribuisce un punteggio di rischiosità significativo vengono sottoposte ad analisi approfondita e, nei casi in cui vengano confermati i segnali di deterioramento, vengono intraprese le azioni del caso volte a ridurre il rischio.

Gli affidamenti riconducibili a gruppi di clienti connessi costituenti la categoria dei “grandi rischi” sono accordati con particolare cautela, valutando con rigore il merito creditizio e seguendo con attenzione l’andamento economico dei clienti e sono riservati agli operatori che si caratterizzano per profilo di rischio estremamente contenuti, tra cui quelli che vantano proficue e consolidate relazioni di lavoro con la Banca, oppure alle aziende a prevalente matrice bancaria; in quest’ultimo caso gli affidamenti vengono concessi in genere a società con cui la Banca ha in essere convenzioni di collaborazione per l’erogazione dei servizi alla clientela (es. leasing, factoring), anche al fine di consolidare gli esistenti legami operativi.

La valutazione delle posizioni riconducibili a parti correlate o sottoposte alla disciplina dell’art. 136 del T.U.B. viene condotta con particolare attenzione dal Consiglio di Amministrazione, nell’ambito della sua competenza esclusiva in materia.

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Per la valutazione delle esposizioni con controparti bancarie vengono utilizzati, laddove disponibili, i rating emessi da primarie agenzie; in mancanza vengono esaminati i consueti indicatori qualitativi e quantitativi necessari per la valutazione dell’affidamento.

La Banca non utilizza modelli di portafoglio per la misurazione del rischio di credito.

b) Tecniche di mitigazione del rischio di credito

La concessione del credito, in prima istanza, si basa esclusivamente sulla capacità del debitore di generare flussi finanziari adeguati a far fronte agli impegni assunti.

Tuttavia le esposizioni creditizie, quando per il profilo di rischio o per le caratteristiche dell’operazione, non sono pienamente accettabili, possono essere assistite da garanzie.

In questo caso, la Banca acquisisce le tipiche garanzie relative all’attività bancaria: le garanzie reali su immobili o su strumenti finanziari nonché quelle di natura personale.

Alla stima di valore delle garanzie reali offerte dalle controparti vengono applicati “scarti” prudenziali che variano in base alla tipologia di garanzie prestate; per quanto attiene alle garanzie ipotecarie, il rapporto medio fra il finanziamento e il valore dei cespiti immobiliari offerti in garanzia presenta margini adeguatamente cautelativi ed in grado di assorbire un eventuale ribasso del mercato immobiliare.

Il valore delle garanzie reali su strumenti finanziari quotati, viene aggiornato, sulla base dei prezzi di mercato, con cadenza giornaliera in modo da verificare costantemente il permanere della situazione di copertura dell’affidamento accordato.

Le garanzie personali sono per la maggior parte costituite da fideiussioni o lettere di “presa d’atto” rilasciate da privati o da società per le quali viene effettuata una specifica valutazione del merito creditizio.

In ogni caso in sede di acquisizione delle garanzie e di revisione degli affidamenti garantiti, con l’ausilio del Servizio Legale, viene posta particolare attenzione alla validità giuridica delle garanzie stesse affinché esse siano efficaci e vincolanti per il garante, e che le stesse siano opponibili a terzi in tutte le sedi giurisdizionali, anche in caso d’insolvenza dell’affidato.

Rischio di Mercato

Il rischio di mercato è il rischio legato all'andamento non prevedibile delle variabili macroeconomiche. Rientra nella categoria dei rischi speculativi e ricomprende il rischio inflazionistico (rischio che variazioni nel livello generale dei prezzi portino ad una perdita del potere d'acquisto della moneta detenuta), il rischio di cambio (rischio che variazioni dei tassi di cambio portino ad una perdita del potere d'acquisto della moneta detenuta), il rischio di interesse sul trading book (rischio legato alle variazioni dei tassi di interesse sulle attività finanziarie detenute nel portafoglio della Banca), rischio di variazione di prezzo degli strumenti finanziari detenuti.

I livelli di rischio di interesse sul portafoglio di negoziazione sono caratterizzati da un’esposizione orientata esclusivamente sul segmento a breve della curva dei tassi di interesse, con una particolare e consolidata predilezione verso investimenti a tasso variabile.

La Banca ha limitate esposizioni riferite a prodotti finanziari complessi funzionali all’operatività richiesta dalla clientela svolge limitata attività in derivati finanziari.

Per quanto sopra esposto il rischio di mercato può essere considerato non rilevante per la Banca.

Gestione, misurazione e controllo

Nell’ambito del quadro regolamentare interno, le politiche inerenti la gestione dei rischi di mercato, tradizionalmente improntate a criteri di rigorosa prudenza, sono disciplinate dal Consiglio di Amministrazione che delibera gli indirizzi strategici.

Il Regolamento deliberato dal Consiglio di Amministrazione definisce inoltre gli organi della Banca incaricati del controllo e del relativo monitoraggio dei rischi.

Alla Direzione sono assegnate le responsabilità relative ai criteri ed alle metodologie da adottare per la puntuale definizione del rischio nell’ambito delle linee guida stabilite, con funzioni di coordinamento ed indirizzo per la gestione finanziaria della Banca e, di conseguenza, per il controllo dei rischi correlati, analizzando i risultati delle politiche finanziarie adottate e gli eventuali scostamenti rispetto alle previsioni.

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In generale, i limiti agli investimenti sono stabiliti nell’ambito delle “Linee Guida e Autonomie Operative per la liquidità ed il portafoglio titoli della Banca” in allegato alla Policy di gestione della liquidità deliberata dal Consiglio di Amministrazione della Banca, che attribuisce alla Direzione le relative deleghe operative in materia di tasso di interesse nell’ambito del rischio di posizione generico previsto dalla Vigilanza prudenziale.

Oltre ai riferiti limiti operativi di tasso di interesse sono inoltre applicati limiti di volatilità nonché limiti qualitativi di dettaglio relativi al rating minimo degli emittenti ed allo standing creditizio di questi ultimi.

Il Servizio Controllo Rischi e Conformità svolge un’attività di monitoraggio che consente di identificare, misurare e controllare l’esposizione alle singole fattispecie di rischio con riferimento, nell’ambito dell’area finanziaria, ai rischi di mercato (posizione, tasso, cambio, emittente, concentrazione, controparte) e di prodotto finanziario.

Quotidianamente vengono prodotti specifici report che forniscono tutte le informazioni (tra cui duration, volatilità, prezzi, rendimenti, ecc.) necessarie alla gestione del portafoglio ed al relativo controllo dei rischi; tali elaborati sono forniti alla Direzione della Banca, alla Direzione Finanza ed agli organismi di controllo interno.

Rischio Operativo

Il Rischio operativo è il rischio di subire perdite derivanti dall'inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure, risorse umane e sistemi, oppure da eventi esogeni.

Il Rischio Operativo è considerato un “rischio puro”, ossia non caratterizzato dal binomio rischio/rendimento; per la sua stessa natura pervade tutta la struttura della Banca, essendo strettamente connesso all’esercizio di un’attività imprenditoriale e non direttamente collegato quindi al settore bancario/finanziario.

Rientrano in tale tipologia, tra l’altro, le perdite derivanti da frodi, errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali, catastrofi naturali. Nel rischio operativo è compreso il rischio legale, mentre non sono inclusi quelli strategici e di reputazione.

Gestione, misurazione e controllo

Tale rischio, pur potendo essere parzialmente trasferibile è caratterizzato da un insieme di strumenti di “copertura” prevalentemente rientranti nel sistema dei controlli interni.

L’insieme dei rischi operativi della Banca è presidiato, nel suo complesso, dal “sistema dei controlli interni”; il Servizio Ispettorato ne valuta i livelli di efficacia ed efficienza attraverso un costante monitoraggio effettuato a distanza ed in loco sull'attività svolta dalle singole unità operative.

Il Servizio Controllo Rischi e Conformità svolge una attività di controllo, generale e specifico, ad integrazione degli usuali controlli di linea svolti dalle strutture produttive, con riferimento ai rischi operativi connessi all’attività posta in essere dalla Banca; per quanto attiene ai risvolti normativi e regolamentari la funzione opera in collaborazione con l’attività di revisione interna effettuata dal Servizio Ispettorato.

Il Servizio, in particolare, monitora lo stato di efficienza dei processi organizzativi e contabili, verificando l’adeguatezza dei controlli di linea, la possibilità di errori umani e tecnici e/o eventi imprevisti nelle varie fasi di lavoro.

Il Servizio provvede altresì al monitoraggio dell’adeguatezza dei presidi finalizzati alla mitigazione del rischio derivante da eventi criminosi, vandalici, eventi naturali, controllando lo stato delle difese attive e passive in essere nonché l’adeguatezza delle polizze assicurative finalizzate al trasferimento del rischio.

Con riferimento alle procedure informatiche/telematiche, attua una costante e attenta vigilanza sul rispetto della normativa interna soprattutto in materia di sicurezza logica e fisica, con particolare riferimento alle disposizioni contenute nel “Documento Programmatico sulla Sicurezza”. I rischi informatici sono limitati tramite l’adozione di procedure e prodotti atti a tutelare i dati aziendali e ad impedire accessi non autorizzati al Sistema Informativo della Banca. La protezione da attacchi ed intrusione nei sistemi informatici è presidiata attraverso opportuni apparati e procedure che controllano e verificano le credenziali di accesso; l'adeguatezza e la funzionalità di tali apparati viene verificata periodicamente anche mediante simulazioni di intrusione.

Relativamente al mantenimento dell’operatività a fronte di eventuali emergenze, in linea con quanto disposto dalla vigente normativa in materia, è stato effettuato lo studio dei processi aziendali che ha portato alla stesura del Piano di Continuità Operativa. Tale documento contiene le indicazioni circa le modalità di intervento differenziate per tipologia di emergenza.

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Per il mantenimento del servizio, qualora l’eventuale emergenza dovesse coinvolgere il Sistema Informatico, nell’ambito del predetto Piano, è stato approntato un Piano di Disaster Recovery mediante un accordo con un primario fornitore esterno specializzato. Sono svolte con regolare periodicità i test sulla funzionalità del sistema e delle relative procedure.

Viene prestata particolare attenzione alla formazione e all’informazione del personale della Banca sia per quanto riguarda gli aspetti inerenti la sicurezza sia per quelli inerenti l’operatività bancaria.

In merito a quanto disposto dalla vigente normativa in materia di salute e protezione dai rischi negli ambienti di lavoro, vengono periodicamente verificati i vari livelli di rischio presenti in Banca e la rispondenza dei presidi atti alla eliminazione e/o alla mitigazione degli stessi.

Rischio di Concentrazione

Il Rischio di concentrazione è il rischio derivante da esposizioni relativamente importanti rispetto al capitale di cui si dispone verso controparti, gruppi di controparti connesse e controparti del medesimo settore economico che esercitano la stessa attività o appartenenti alla medesima area geografica.

La politica creditizia della Banca è tradizionalmente improntata ad evitare una concentrazione dei crediti in singoli settori economici nonché verso singole controparti o controparti collegate, con l’obiettivo principale di aumentare il grado di frazionamento del rischio. In ogni caso, le fasce di finanziamento più elevate e che possono maggiormente determinare l’insorgere del rischio di concentrazione, sono come sempre riservate agli operatori che si caratterizzano per profili di rischio contenuti, tra cui quelli storicamente in rapporto con la Banca, oppure alle aziende a prevalente matrice bancaria; in quest’ultimo caso gli affidamenti sono in genere concessi a società con cui la Banca ha in essere convenzioni di collaborazione per l’erogazione di servizi alla clientela, anche al fine di consolidare gli esistenti legami operativi, con vantaggi rappresentati soprattutto in termini di movimentazione appoggiata alla Banca e sono caratterizzati da un basso livello di rischio.

Gestione, misurazione e controllo

Per la gestione, misurazione e controllo del rischio di concentrazione si rimanda a quanto già descritto per il rischio di credito.

Rischio di tasso di interesse sul banking book

Trattasi del rischio legato alle variazioni dei tassi di interesse applicati alle attività presenti nel “banking book”, ossia diverse da quelle allocate nel portafoglio di negoziazione.

Il rischio di tasso di interesse che la Banca sostiene relativamente al proprio portafoglio bancario deriva principalmente dall’attività caratteristica esercitata in qualità di intermediario impegnato nel processo di trasformazione delle scadenze e nasce, in particolare, dallo sbilancio fra le poste dell’ attivo e del passivo in termini di importo, scadenza, durata finanziaria e tasso.

Gestione, misurazione e controllo

Le modalità di gestione del rischio di tasso di interesse del “banking book” riflettono la medesima impostazione prudenziale che caratterizza l’intera operatività della Banca. Per pressoché tutte le attività e passività non a vista, la Banca è esposta al rischio di tasso per un orizzonte temporale di regola pari o inferiore ai 6 mesi e solo in casi eccezionali pari all’anno.

Per la maggioranza delle voci patrimoniali, le attività e le passività con scadenze di tasso non a vista trovano sostanziale copertura in poste di bilancio corrispondenti di segno opposto. La Banca, di regola, non detiene esposizioni in prodotti finanziari complessi e non effettua operazioni in “derivati finanziari”, se non esclusivamente per finalità di copertura del rischio di tasso sui mutui a tasso fisso.

Le modalità di gestione e la reportistica - particolarmente tempestiva ed articolata - che viene sistematicamente fornita alla Direzione sono ritenuti presidi validi per assicurare una corretta gestione del rischio.

Rischio di liquidità

Il Rischio di liquidità è il rischio che la Banca non sia in grado di adempiere alle proprie obbligazioni alla loro scadenza.

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Il rischio di liquidità ricomprende la possibilità che la Banca non riesca a mantenere i propri impegni di pagamento alla loro scadenza a causa dell’incapacità di reperire fondi (funding liquidity risk) e/o della presenza di difficoltà nello smobilizzo delle attività (market liquidity risk).

Le due forme di rischio sono spesso fortemente correlate e possono manifestarsi a fronte dei medesimi fattori scatenanti. Il market liquidity risk viene classificato tra i rischi di mercato (rischio di prezzo) e pertanto i processi e i regolamenti volti a misurare, controllare e mitigare il rischio di liquidità si focalizzano sull'aspetto del funding liquidity risk e sulla parte di market liquidity risk legata alla posizione di datore di fondi sul mercato interbancario.

Nel contesto del funding liquidity risk si distingue tra:

- Mismatch liquidity risk, ovvero il rischio di liquidità implicito nella struttura stessa delle attività e passività della Banca per via della trasformazione delle scadenze operata tale per cui la sequenza dei flussi di cassa in uscita non risulta perfettamente compensato da quella dei flussi di cassa in entrata (con riferimento sia alle scadenze contrattuali che a scelte della clientela);

- Contingency liquidity risk, ovvero il rischio che eventi futuri possano richiedere un ammontare di liquidità significativamente superiore a quanto precedentemente pianificato dalla Banca; in altri termini il rischio di non riuscire a far fronte ad impegni di pagamento improvvisi ed inattesi a breve e brevissimo termine.

Il rischio di liquidità viene governato attraverso un adeguato processo di gestione, definito nell’apposita policy nella quale, fra l’altro, sono determinati limiti operativi generali e specifici, è definita la soglia di tolleranza al rischio, sono identificati indicatori di early warning

Gestione, misurazione e controllo

Il rischio di liquidità inteso come sfasamento temporale tra i flussi di cassa in entrata e in uscita è gestito, nell’ambito delle sue funzioni, dalla Direzione che è responsabile di dare applicazione alle regole stabilite nella Policy di gestione della liquidità e di rispettare i limiti prefissati avendo particolare cura di garantire la diversificazione e la stabilità delle risorse disponibili, tenendo in considerazione anche l'evoluzione dei mercati e possibili situazioni di stress. Inoltre, deve tenere in considerazione i legami fra il rischio di liquidità e quelli di credito, di mercato, operativi e reputazionali, nonché gli impatti, anche potenziali, che significativi cambiamenti interni o esterni alla Banca possono portare.

La Banca segue da sempre la politica di reperire i fondi per la propria attività di intermediazione creditizia facendo ricorso pressoché esclusivamente alla raccolta da imprese e privati; il livello degli impieghi alla clientela è di norma mantenuto ad un livello adeguatamente inferiore a quello della raccolta da clientela; la raccolta da controparti bancarie non viene abitualmente effettuata, ed è consentita come risorsa di ultima istanza cui ricorrere solamente in casi eccezionali, a fronte di specifiche e motivate necessità temporanee. La Banca si trova pertanto nella posizione di costante liquidity provider sul mercato interbancario dei depositi.

Il monitoraggio e la misurazione del rischio di liquidità è effettuato mediante l’acquisizione puntuale e sistematica di tutte le informazioni relative alle operazioni di incasso e pagamento, all’attività di investimento in strumenti finanziari effettuata nell’ambito del portafoglio di proprietà e a tutti gli ulteriori flussi di tesoreria.

Gli elementi su cui si basa la misurazione del rischio di liquidità sono di seguito elencati: - la gestione del rischio di liquidità a breve termine (operativa) ha lo scopo di gestire gli eventi che impattano

sulla posizione di liquidità nell'orizzonte temporale da 1 giorno a 1 mese, con l'obiettivo primario del mantenimento della capacità di far fronte agli impegni di pagamento ordinari e straordinari, minimizzandone i costi. La liquidità a breve è monitorata attraverso una maturity ladder che evidenzia i cash flows con scadenza su singole fasce temporali, in particolare per la valuta di regolamento degli investimenti/disinvestimenti in titoli della clientela e della proprietà. Rilevanza ha anche il sistema dei preavvisi per movimentazioni di rilievo da parte della clientela e per scadenze dei riversamenti delle imposte;

- la gestione del rischio di liquidità di medio/lungo termine (strutturale), ossia degli eventi che impattano sulla posizione di liquidità nell'orizzonte temporale oltre un mese, ha l'obiettivo primario del mantenimento di un adeguato rapporto dinamico tra passività ed attività a medio/lungo termine, incluse le posizioni fuori bilancio (potenziale "tiraggio" delle linee di credito concesse, garanzie, margin calls, ecc), evitando pressioni sulle fonti di liquidità a breve termine e prospettiche ed ottimizzando contestualmente il costo della provvista.

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La liquidità strutturale è monitorata incorporando, in un'ottica dinamica, la previsione di budget delle masse di impieghi e di raccolta con i relativi scostamenti rilevati a consuntivo, tenuto anche conto dell'orizzonte temporale di vita residua contrattuale o presunta. La misurazione del rischio è fatta con riferimento alle scadenze utilizzate per la misurazione del rischio di interesse. In questo contesto, particolare rilevanza assume l’indicatore dei “giorni di sopravvivenza”, il quale viene periodicamente calcolato e valutato (Time To Survive – TTS ).

Gli strumenti principali di attenuazione del rischio di liquidità che la Banca adotta sono: - la detenzione di un ammontare di riserve di liquidità sufficiente non solo a garantire il rispetto delle

regole prudenziali, ma anche adeguato in relazione alla soglia di tolleranza al rischio prescelta. L’insieme delle riserve viene costantemente monitorato dalla Direzione che controlla anche che siano costituite in linea con quanto stabilito nella policy di gestione della liquidità;

- la fissazione di limiti operativi sia a breve termine (fino a un mese) sia strutturale (oltre il mese). Questi sono fissati dal Consiglio d’Amministrazione in coerenza con la soglia di tolleranza al rischio di liquidità (al momento definita bassa dal Consiglio d’Amministrazione), commisurati alla natura, agli obiettivi e alla complessità operativa della Banca;

- la diversificazione delle fonti di investimento e delle scadenze di rinnovo. Infatti, la Banca adotta strategie, politiche e procedure per limitare l'eccessiva concentrazione delle fonti e dei canali di finanziamento e delle controparti con cui opera, e assicurare un'adeguata diversificazione per scadenza residua delle passività coerente con la complessità dell'attivo.

Rischio Strategico

Il rischio strategico è il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, da attuazione inadeguata di decisioni, ovvero da scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo

Il contesto entro cui deve essere valutato il rischio strategico per la Banca si riferisce principalmente al mercato dei servizi e prodotti bancari nonché alle relative variabili sia endogene (preferenze della clientela, concorrenza di prezzo, qualità dell’offerta, innovazione tecnologica, ecc.) che esogene (tassazione, novità normative ecc.), che ne possono alterare l’andamento atteso; oltre a tale aspetto, il rischio strategico è connesso anche alle conseguenze di decisioni aziendali errate o della loro errata attuazione. In questo caso il rischio ha quindi origini interne alla Banca, ma l’oggetto è indeterminato, potendosi riferire sia ad azioni di breve termine sul mercato dei servizi, sia al posizionamento complessivo, all’assetto organizzativo, alla governance, a investimenti innovativi ecc.

Gestione, misurazione e controllo

La base per una stima di massima del rischio è costituita principalmente dalla pianificazione strategica aziendale (il “Piano Operativo” triennale) per le componenti progettuali di dimensione significativa, soprattutto per quelle che presentano innovazioni rispetto a politiche già collaudate e che impattano sulla relazione con i mercati di riferimento. Infatti rispetto a progetti innovativi la Banca non può disporre di esperienza diretta e di evidenze storiche (volumi, costi, ricavi, stime di rischio ecc.).

In ogni caso, pur considerando che i rischi strategici sono da considerarsi come i più tipici rischi imprenditoriali, la Banca li valuta - anche in prospettiva - in una logica prudenziale, verificando che le proiezioni progettuali ed i budget contengano ragionevoli accantonamenti a fronte di perdite inattese.

Per una valutazione di larga massima della coerenza dei piani industriali aziendali rispetto a eventuali dinamiche di contesto avverse si ritiene che sia necessario:

- il costante monitoraggio dell’andamento del mercato di riferimento e della gestione aziendale;

- l’adozione di un processo di pianificazione strategica esplicito e rigoroso;

- l’adozione di regole interne volte a rendere razionale ed efficiente il processo decisionale.

Nell’ambito della stesura dei dati economici e patrimoniali previsionali del “Piano operativo” della Banca le ipotesi formulate sono: a) livello di prudenzialità dello scenario macroeconomico alla base del piano industriale; b) in particolare, il grado di conservatività dello scenario bancario e finanziario; c) attendibilità delle variabili di mercato utilizzate (soprattutto per l'elaborazione dei progetti più innovativi); d) proattività decisionale e gestionale rispetto a tendenze avverse manifestate dal mercato di riferimento.

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Rischio reputazionale

E’ definito come reputazionale il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca, investitori o autorità di vigilanza.

Per la Banca, in forza delle proprie peculiari caratteristiche, l’immagine aziendale risulta essere determinante per lo sviluppo del proprio business e pone il rischio reputazionale ai massimi livelli di attenzione.

Gestione, misurazione e controllo

La Banca provvede al presidio del rischio reputazionale con particolare attenzione in quanto risulta evidente che (anche se non è dimostrabile in termini quantitativi) quanto più una banca, per caratteristiche proprie e del settore-mercato in cui agisce, fa strategicamente affidamento a valori immateriali quali l’immagine, la fiducia e la coerenza gestionale nel tempo, tanto maggiore sarà l’entità di eventuali danni di reputazione. Pertanto le perdite conseguenti saranno presumibilmente più consistenti per le banche che offrono un prodotto o un servizio a elevata “personalizzazione” in cui la forza del marchio o dell’immagine aziendale risultano determinanti.

Alla luce di queste premesse, è stata fatta una approfondita analisi delle possibili metodologie che potessero consentire alla Banca di avere una percezione più precisa della rilevanza di tale rischio.

Peraltro, le metodologie qualitative basate su interviste ed indagini (es. riguardanti: qualità di prodotti e servizi, innovatività, caratteristiche del posto di lavoro, qualità della gestione e governance, performance finanziaria, talento delle risorse umane, ecc.) non sembrano efficaci per la Banca, considerate le sue ridotte dimensioni e la conseguente difficoltà di coinvolgere un campione statistico significativo.

Anche i metodi quantitativi di misurazione del rischio di che trattasi presentano limiti non facilmente superabili in quanto dipendono dai criteri di valorizzazione e/o contabili utilizzati. Le soluzioni di misurazione di una sorta di fair value delle attività intangibili (es. il goodwill) rimangono infatti molto discrezionali anche perché, in ogni caso, non considerano elementi decisivi come ad esempio, per gli intermediari finanziari, la componente reputazionale legata alla fiducia.

Anche i tentativi di valutazione quantitativa del rischio basati su un approccio più di mercato - ad esempio quello della stima del valore del “marchio” della Banca, dipendente dai ritorni economici che è in grado di generare - presentano problematiche rilevanti in quanto la reputazione è un valore sicuramente più ampio del brand della Banca.

A prescindere quindi da una puntuale misurazione dei rischi reputazionali la Banca – date le sue caratteristiche - ha da sempre perseguito una attenta gestione di tali rischi mediante azioni volte a ridurre la probabilità di accadimento degli eventi che possano peggiorare la reputazione della Banca.

La minimizzazione delle cause di rischio reputazionale è strettamente collegata all’ efficienza e alla profittabilità della gestione ordinaria della Banca nell’ambito di un orientamento strategico di lungo periodo definito e lineare, con il supporto di una politica di comunicazione coerente con le caratteristiche di immagine della Banca.

Inoltre, come è evidente, l’affinamento ed il potenziamento del processo di mappatura dei meccanismi di controllo degli altri fattori di rischio contribuisce indirettamente ad un miglior presidio anche del rischio reputazionale.

In particolare, individuate le aree maggiormente esposte al rischio reputazionale, è previsto il coinvolgimento della funzione di auditing (Servizio Ispettorato) anche nel controllo dei processi che alimentano la pubblicità esterna delle azioni della Banca. Un ruolo determinante in tal senso è anche svolto dalla Direzione Relazioni Esterne e dal Servizio Marketing.

Le principali attività legate alla gestione del rischio reputazionale possono concretamente essere sintetizzate come segue:

- il controllo della natura dei reclami inoltrati presso l’Ufficio Reclami

- l’attivazione di specifici progetti organizzativi per il controllo della qualità dei servizi erogati alla clientela;

- il mantenimento e l’affinamento delle tecniche comportamentali, sia interne (esempio: “Codice Etico”) che di sistema (esempio: “Codici di Autodisciplina”), dei soggetti le cui azioni possono condizionare la reputazione aziendale;

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- assenza di meccanismi incentivanti o sistemi premianti del personale laddove questi possano anche in minima misura portare a comportamenti lesivi del valore aziendale e del giudizio esterno.

Rischio residuo

Viene definito come il rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla banca risultino meno efficaci del previsto .

Le funzioni di auditing e di controllo svolgono in via continuativa un’attività finalizzata non solo a cogliere la rilevanza dei rischi aziendali già oggetto di valutazione, ma anche a cogliere i segnali del manifestarsi di eventuali altri rischi nell'ambito di categorie già monitorate o di nuova tipologia. Oggetto dell'attività di individuazione sono anche eventuali relazioni tra rischi non considerate in precedenza (ad esempio i rischi associati a strumenti innovativi o a nuovi prodotti/servizi).

In tale ambito, le funzioni di controllo della Banca effettuano la verifica dell’efficacia dell’utilizzo di strumenti di mitigazione del rischio (“CRM”). Tra le attività assegnate può essere menzionata, ad esempio, l’ individuazione delle anomalie dovute all’utilizzo di garanzie personali prive dei requisiti di riconoscibilità ovvero il monitoraggio sistematico degli scostamenti del valore delle garanzie reali o immobiliari.

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3. TAVOLA 3 - COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO DI VIGILANZA

INFORMATIVA QUALITATIVA

Il patrimonio di vigilanza è determinato seguendo i principi previsti dalla normativa emanata dalla Banca d’Italia e tiene conto dei valore patrimoniali ed economici rivenienti dall’applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS.

Il Patrimonio di Vigilanza è composto dal Patrimonio di Base (tier 1) dal Patrimonio supplementare (tier 2) al netto delle relative detrazioni e dal patrimoni di terzo livello (tier 3); in particolare per la Banca il patrimonio di vigilanza è così formato:

Patrimonio di Base (tier 1)

Il patrimonio di base è formato da elementi positivi ed elementi negativi, tra gli elementi positivi vi sono:

• il capitale sociale, interamente versato,

• la riserva sovraprezzo azioni, alimentata dal risultato netto della negoziazione delle azioni proprie, così come previsto dai principi contabili di riferimento,

• le riserve di utili che comprendono sia le riserve legali e statutarie costituite nel corso degli esercizi mediante la destinazione dell’utile, sia le riserve che si sono generate in sede di prima applicazione degli IAS/IFRS,

• la quota dell’utile del periodo destinata ad essere patrimonializzata.

Gli elementi negativi comprendono:

• l’ammontare delle azioni proprie in portafoglio,

• le altre immobilizzazioni immateriali

• i filtri prudenziali che hanno la funzioni di rettificare l’ammontare alcune valutazioni derivanti dall’applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, in particolare tra gli elementi negativi dal patrimonio di base della banca vi sono le riserve negative su titoli classificati nel portafoglio disponibile per la vendita.

Patrimonio supplementare (tier 2)

Il Patrimonio supplementare include tra gli elementi positivi le riserve da valutazione derivanti dalle rivalutazioni di legge delle attività materiali e i saldi positivi delle riserve di valutazione positive e negative riferite alle attività finanziare disponibili per la vendita. Gli elementi negativi del patrimonio supplementare comprendono i filtri prudenziali che hanno la funzioni di rettificare l’ammontare di alcune valutazioni derivanti dall’applicazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, in particolare tra gli elementi negativi dal patrimonio supplementare della banca vi è il 50% delle eventuali riserve positive su titoli classificati nel portafoglio disponibile per la vendita.

Dalla somma del Patrimonio di base e del Patrimonio supplementare viene detratto l’ammontare delle partecipazioni in società assicurative.

Patrimonio di terzo livello

Non vi sono elementi relativamente al Patrimonio di terzo livello.

Nel Patrimonio di Vigilanza non sono presenti strumenti innovativi di capitale.

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INFORMATIVA QUANTITATIVA

Elementi positivi del patrimonio di base

Capitale 50.000

Sovrapprezzi di emissione 450

Riserve 75.037

Utile del periodo 3.358

Filtri prudenziali : incrementi del patrimonio di base:

Totale elementi positivi del patr imonio di base 128.845

Elementi negativi del patrimonio di base

Azioni proprie 5

Altre immobilizzazioni immateriali 299

Filtri prudenziali : deduzioni del patrimonio di base

Riserve negative su titoli disponibili per la vendita: 8.913

- Titoli di capitale e quote di O.I.C.R. 416

- Titoli di debito 8497

Totale degli elementi negativi del patrimonio di base 9.217

Elementi da dedurre dal patrimonio di base -

PATRIMONIO DI BASE (“Tier 1”) 119.628

Elementi positivi del patrimonio supplementare

Riserve da valutazione: 7.429

- Attività materiali 7429

Totale elementi positivi del patr imonio supplementare 7.429

Elementi negativi del patrimonio supplementare 10

- Altri elementi negativi 10

Filtri prudenziali : deduzioni del patrimonio supplementare: -

Totale elementi negativi del patrimonio supplementare -

Elementi da dedurre dal patrimonio supplementare -

PATRIMONIO SUPPLEMENTARE (“Tier 2”) 7.419

Elementi da dedurre dal patrimonio di base e dal patrimonio supplementare 1.129

TOTALE PATRIMONIO DI VIGILANZA 125.918

PATRIMONIO DI VIGILANZA

Si evidenzia che a seguito del Provvedimento di Banca d’Italia del 18 maggio 2010 relativo al trattamento delle riserve da rivalutazione dei titoli di debito detenuti nel portafoglio “Attività finanziarie disponibili per la vendita”, la Banca ha optato per l’approccio simmetrico e quindi, ai fini del calcolo del patrimonio di vigilanza, le plusvalenze e le minusvalenze dei titoli emessi da Amministrazioni centrali di Paesi appartenenti all’Unione Europea e presenti nel portafoglio AFS vengono neutralizzate.

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4. TAVOLA 4 - ADEGUATEZZA PATRIMONIALE

INFORMATIVA QUALITATIVA

Per capitale interno si intende il “capitale a rischio”, ovvero il fabbisogno di capitale, relativo ad un determinato rischio che la Banca ritiene necessario per coprire le perdite inattese.

Per capitale interno complessivo si intende il capitale interno riferito a tutti i rischi che la Banca valuta come rilevanti. In esso devono essere ricomprese anche le eventuali esigenze di capitale rivenienti da decisioni di carattere strategico.

Conformemente al quanto stabilito dalla normativa di vigilanza per le banche di Classe 3, per la misurazione dei rischi attenuabili con “capitale interno” è stato utilizzato l’approccio “building block” semplificato, che consiste nel sommare ai requisiti regolamentari a fronte dei rischi del Primo Pilastro l’eventuale capitale interno relativo ai rischi del Secondo Pilastro.

Il capitale complessivo rappresenta gli elementi patrimoniali che la Banca ritiene possano essere utilizzati a copertura del “capitale interno complessivo”

In considerazione della specificità della Banca e della natura delle poste attive e passive che ne compongono lo Stato Patrimoniale, nella determinazione del capitale complessivo, si è ritenuto di assimilare quest’ultimo al capitale regolamentare (o Patrimonio di Vigilanza) che attualmente comprende: il “patrimonio di base” (tier 1) e il “patrimonio supplementare” (tier 2) - la Banca non possiede patrimonio di terzo livello (tier 3).

Il capitale complessivo assicura la copertura del capitale interno e del requisito regolamentare per tutte le classi di rischio misurabili; esso permette, inoltre, un’adeguata copertura a fronte dei rischi non misurabili di secondo pilastro ed assicura il mantenimento di un’adeguata disponibilità di mezzi patrimoniali da utilizzare a fronte della crescita operativa e dimensionale.

La Banca ha posto in essere procedure che prevedono il monitoraggio costante dell’andamento delle principali grandezze economiche che costituiscono il Patrimonio di Vigilanza tenendo conto anche della futura evoluzione delle stesse al fine di anticiparne possibili variazioni. Tali procedure consentono pertanto di rilevare prontamente variazioni rilevanti del Patrimonio di Vigilanza.

Ai fini regolamentari l’ammontare del Patrimonio di Vigilanza viene determinato a consuntivo su base trimestrale e comunicato all’Organo di Vigilanza nel rispetto delle attuali normative. Il Servizio Controllo di Gestione provvede a ricalcolare il Patrimonio di vigilanza ogni qual volta si verifichi un evento che ne provochi una variazione significativa e comunque ogni mese e ne comunica l’ammontare ai Servizi interessati.

La Banca, in conformità ai principi del Secondo Pilastro per l’autovalutazione del capitale interno segue il criterio di proporzionalità; il capitale regolamentare del Primo Pilastro viene integrato per i rischi di concentrazione e di tasso, basandosi sulle regole semplificate descritte negli allegati alla normativa; per i rischi non misurabili rilevanti la valutazione è qualitativa.

A seguito della mappatura e delle conseguenti analisi e valutazioni dei singoli profili di rischio effettuate dalla Banca, si è stabilito che per i rischi di credito, di mercato e operativo il capitale interno possa essere determinato di ammontare pari ai relativi requisiti regolamentari.

A fronteggiare i rischi del II Pilastro è nel suo complesso convenzionalmente posta l’eccedenza del patrimonio di vigilanza rispetto alla quantificazione dei requisiti regolamentari.

Il rischio di concentrazione, calcolato utilizzando elaborazione interne basate sull’indice di Herfindal, ha prodotto un ulteriore requisito di “capitale interno” pari a € 3.473.116.

Il rischio di tasso è stato quantificato sulla base dell’’elaborazione dei dati al 31 dicembre 2011 secondo le linee guida metodologiche fornite dalla Banca d’Italia con l’11° aggiornamento della Circolare 263/2006 del 31 gennaio 2012. L’applicazione dell’attuale metodologia rispetto a quella in vigore fino al 31 dicembre 2009, ha determinato un significativo aumento del rischio “teorico” per le banche non particolarmente esposte dal lato dell’attivo al rischio di tasso d’interesse ed aventi una cospicua presenza di poste a vista anche dalla parte passiva (situazione in cui tradizionalmente opera la Banca).

L’esposizione complessiva al rischio di tasso di interesse risulta pari a € 23.307.118,74 con un indice di rischiosità del 18,51% (a fronte di una soglia d’attenzione del 20%).

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Appare evidente come tale risultato si discosti notevolmente rispetto alla realistica esposizione al rischio di tasso della Banca, portando addirittura l’indice di rischiosità prossimo alla soglia d’attenzione a seguito di una variazione ipotetica di tassi pari a 200 punti base.

Calcolando il fabbisogno di capitale con la metodologia vigente nel 2009 (ovvero i c/c e i depositi liberi vengono classificati tra le poste a vista fino a concorrenza dell’importo dei c/c attivi, mentre il rimanente importo viene inserito nelle successive quattro fasce temporali fino ad un anno, in misura proporzionale al numero dei mesi in esse contenuti), l’esposizione al rischio di tasso d’interesse ammonta a € 783.649,74, a conferma che la nuova metodologia provoca effetti molto discosti dai precedenti e – quanto meno per l’operatività della Banca – distorsivi per una corretta valutazione del rischio di tasso d’interesse.

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INFORMATIVA QUANTITATIVA

Requisito patrimoniale regolamentare

REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA

RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE 79.870

RISCHI DI MERCATO 527

1. Metodologia standard 3072. Modelli interni - 3. Rischio di concentrazione 220

RISCHIO OPERATIVO 8.333 1. Metodo base 8333

2. Metodo standardizzato - 3. Metodo avanzato -

ALTRI REQUISITI PRUDENZIALI -

ALTRI ELEMENTI DEL CALCOLO

TOTALE REQUISITI PRUDENZIALI 88.730

PATRIMONIO DI VIGILANZA 125.918

ECCEDENZA 37.188

COEFFICIENTE PATRIMONIALE DI BASE (Tier 1) 10,79%

COEFFICIENTE PATRIMONIALE TOTALE (Total capital rat io) 11,35%

ADEGUATEZZA PATRIMONIALE REQUISITO

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Il rischio di credito e di controparte può essere dettagliato nella seguente tabella:

RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTEIMPORTI NON PONDERATI

IMPORTI PONDERATI

REQUISITO

RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE METODOLOGIA STA NDARDIZZATA 2.705.108 998.380 79.870

Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali 276.554 - -

Esposizioni verso o garantite da enti territoriale - - -

Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico 8.394 3.827 306

Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali di sviluppo - - -

Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali - - -

Esposizioni verso o garantite da intermediari vigilati 647.753 147.069 11.766

Esposizioni verso o garantite da imprese 1.244.078 613.007 49.041

Esposizioni al dettaglio 314.859 117.511 9.401

Esposizioni garanti te da immobili 114.761 42.316 3.385

Esposizioni scadute 9.180 12.189 975

Esposizioni ad alto rischio - - -

Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garanti te - - -

Esposizioni a breve termine verso imprese - - -

Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) - - -

Altrre esposizioni 89.529 62.461 4.996

Posizioni verso la cartolarizzazione - - -

Il rischio operativo è determinato seguendo la metodologia standard sulla base del 15% del Margine d’Intermediazione medio dell’ultimo triennio. Nella tabella che segue sono riportati gli elementi utilizzati per la determinazione di tale rischio.

RISCHI OPERATIVIMARGINE

D'INTERMEDIAZIONEREQUISITO

ANNO 2009 56.161

ANNO 2010 53.907

ANNO 2011 56.595

MEDIA ULTIMO TRIENNIO 55.554 8.333

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5. TAVOLA 5 - RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI GENERAL I RIGUARDANTI TUTTE LE BANCHE

INFORMATIVA QUALITATIVA

La banca ha posto in essere delle procedure di ricognizione dei crediti volte ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di eventi occorsi dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di andamenti anomali.

Tali crediti sono classificati come segue nel rispetto delle attuali regole previste dalla Banca d’Italia:

• sofferenze - sono ricondotti i crediti nei confronti di soggetti in stato d’insolvenza anche non accertata giudizialmente, indipendentemente dall'esistenza d’eventuali garanzie o dalle previsione di perdita;

• partite incagliate - si riferiscono a crediti nei confronti di soggetti la cui situazione obbiettiva di difficoltà sia ritenuta solo temporanea e quindi risolvibile in un congruo periodo di tempo;

• crediti ristrutturati - vi rientrano le esposizioni per le quali la banca (o un pool di banche), a causa del deterioramento delle condizioni economico-finanziarie del debitore, acconsente a modifiche delle originarie condizioni contrattuali (quali ad esempio riscadenzamento dei termini, riduzione del debito e/o degli interessi) che diano luogo ad una perdita;

• crediti scaduti - riguardano le posizioni debitorie scadute e gli sconfini continuativi, per periodi superiori a 90/180 giorni, nonché le posizioni scadute da oltre 270 giorni, denominate “incagli oggettivi” .

Ad ogni chiusura di bilancio detti crediti deteriorati sono oggetto di un processo di valutazione analitica o collettiva. In particolare, i crediti in sofferenza, i crediti incagliati e ristrutturati se di importo unitariamente significativo o per i quali sussistono elementi oggettivi di perdita, vengono valutati analiticamente, mentre per le altre posizioni deteriorate vengono determinate delle previsioni di perdita per categorie omogenee sulla base di una serie storica delle perdite pregresse rilevate per ciascuna categoria. Tali previsioni di perdita vengono allocate analiticamente ad ogni posizione. L’ammontare della rettifica di valore di ciascun credito è pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso di interesse effettivo originario. I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell’esposizione creditizia. I flussi di cassa relativi a crediti il cui recupero è previsto entro breve durata non vengono attualizzati. La rettifica di valore è iscritta a conto economico in diminuzione del valore iscritto nell’attivo dello stato patrimoniale sulla base dei criteri sopra esposti. Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengano meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica, purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. La ripresa di valore è iscritta nel conto economico e non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche.

I crediti non deteriorati (crediti in bonis) sono sottoposti a valutazione collettiva. Tale valutazione avviene determinando il rischio di default per categorie di crediti omogenei e applicando ai default latenti una percentuale stimata di perdita. Il modello adottato prevede i seguenti passaggi: il portafoglio crediti viene dapprima segmentato in categorie ritenute omogenee per rischio di deterioramento della qualità del credito; le categorie sono determinate sulla base della qualità e ammontare del fido concesso, della tipologia di forma tecnica di utilizzo e del settore di attività del debitore. La probabilità di default è calcolata, per ogni categoria omogenea, sulla base dell’osservazione storica degli effettivi default registrati nell’anno in esame e nei nove anni precedenti. Analogamente, la percentuale di perdita attesa sui default è stimata sulla base dell’osservazioni storiche delle perdite definitive registrate sulle posizioni deteriorate generatesi nell’anno oggetto di esame e nei nove anni precedenti. I crediti sono cancellati dal bilancio per effetto dell’estinzione, della cessione o del passaggio a perdita in quanto sono stati estinti o trasferiti tutti i rischi e i benefici connessi con tale attività.

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INFORMATIVA QUANTITATIVA

Esposizioni creditizie lorde totali e medie relative al periodo di riferimento

Esposizione lorda

Esposizione media

Esposizione lorda

Esposizione media

Esposiz ione lorda

Esposiz ione media

Esposizione lorda

Esposizione media

A. Esposizioni per cassaa) Sofferenze - - - - - - b) Incagli - - - - - -

c) Esposizioni ristrutturate - - - - - - d) Esposizioni scadute - - - - - - f) Altre attività 6.180 7.126 167.074 173.410 55.106 186.662

Totale A 6.180 7.126 167.074 173.410 55.106 186.662 B. Esposizioni fuor i bilancio

a) Deteriorate - - - b) Altre - 3.964 10.330

Totale B - 3.964 10.330

Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso bancheTipologia di esposizione/Portafoglio

contabile

Consistenze al: 31/12/2011

Esposiz ioni per cassa

Esposizioni fuori bilancioAttività finanziarie di negoziazione

Attività finanziarie disponibil i per la vendita

Crediti verso banche

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Esposizione lorda

Esposizione media

Esposizione lorda

Esposizione media

Esposizione lorda

Esposiz ione media

Esposizione lorda

Esposizione media

A. Esposizioni per cassaa) Sofferenze - - - - 5.132 4.071 b) Incagli - - - - 3.176 1.709

c) Esposizioni ristrutturate - - - - - - d) Esposizioni scadute - - - - 672 3.774 e) Rischio Paese - - - - - - f) Altre attività 1.115 912 93.881 100.245 1.146.787 1.045.226

Totale A 1.115 912 93.881 100.245 1.155.767 1.054.780 B. Esposizioni fuor i bilancio

a) Deteriorate 18 31

b) Altre 91.881 102.890 Totale B 91.899 102.921 TOTALE A+B 1.115 912 93.881 100.245 1.155.767 1.054.780 91.899 102.921

Rischio di credito: informazioni per cassa e fuori bilancio verso cl ientela

Tipologia di esposizione/Portafoglio contabi le

Consistenze al: 31/12/2011

Esposizioni per cassa

Esposizioni fuori bilancioAttività finanziarie di negoziazione

Attivi tà finanziarie disponibili per la vendita

Crediti verso cl ientela

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Italia

Altri Paesi Europei America Asia

Resto del mondo

Esposizione lorda

Esposizione lorda

Esposizione lorda

Esposizione lorda

Esposizione lorda

A. Esposizioni per cassaa) Sofferenze - - - - - b) Incagli - - - - - c) Esposizioni ristrutturate - - - - -

d) Esposizioni scadute - - - - - f) Altre esposizioni 216.496 2.085 2.750 124 63

Totale A 216.496 2.085 2.750 124 63 B. Esposizioni fuori bilancio

a) Sofferenze - - - - - b) Incagli - - - - - c) Altre att ivita deteriorate - - - - -

d) Altre esposizioni 2.527 - - - - Totale B 2.527 - - - -

TOTALE A+B 219.023 2.085 2.750 124 63

Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso bancheTipologia di esposizione/Aree

geografiche

Consistenze al: 31/12/2011

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Italia Altri Paesi America Asia Resto del Esposizione

lordaEsposizione

lordaEsposizione

lordaEsposizione

lordaEsposizione

lordaA. Esposizioni per cassa

a) Sofferenze 5.132 - - - - b) Incagli 3.176 - - - - c) Esposizioni ristrutturate - - - - - d) Esposizioni scadute 672 - - - - f) Altre esposizioni 1.244.582 2.818 335 - 66

Totale A 1.253.562 2.818 335 - 66

B. Esposizioni fuor i bilanc ioa) Sofferenze - - - - - b) Incagli 8 - - - - c) Altre att ivi ta deteriorate 9 - - - - d) Altre esposizioni 100.130 14 - - -

Totale B 100.147 14 - - - TOTALE A+B 1.353.709 2.832 335 - 66

Distribuzione ter ritoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientela

Tipologia di esposizione/Aree

geografiche

Consistenze al: 31/12/2011

pagina 25 di 41

Esposizione lorda

Rettifiche di valore

complessive

Esposizione netta

Esposizione lorda

Rettifiche di valore

complessive

Esposizione netta

Esposizione lorda

Rettifiche di valore

complessive

Esposizione netta

A. Esposizioni per cassaa) Sofferenze - - - - - - 929 841 88

b) Incagli - - - - - - - - - c) Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - -

d) Esposizioni scadute - - - - - - 1 - 1 f) Altre esposizioni 81.460 - 81.460 41 - 41 328.490 45 328.445

Totale A 81.460 - 81.460 41 - 41 329.420 886 328.534

B. Esposizioni fuori bilancioa) Sofferenze - - - - - - - - -

b) Incagli - - - - - - - - - c) Altre att ivi ta deteriorate - - - - - - - - -

d) Altre esposizioni 300 - 300 11 - - 2.166 - 2.166 Totale B 300 - 300 11 - - 2.166 - 2.166 TOTALE A+B 81.760 - 81.760 52 - 41 331.586 886 330.700

Esposizione lorda

Rettifiche di valore

complessive

Esposizione netta

Esposizione lorda

Rettifiche di valore

complessive

Esposizione netta

Esposizione lorda

Rettifiche di valore

complessive

Esposizione netta

A. Esposizioni per cassaa) Sofferenze - - - 11.216 7.661 3.555 2.712 1.223 1.489

b) Incagli - - - 3.430 1.008 2.422 872 118 754 c) Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - -

d) Esposizioni scadute - - - 70 4 66 644 39 605 f) Altre esposizioni - - - 663.074 1.965 661.109 177.081 341 176.740

Totale A - - - 677.790 10.638 667.152 181.309 1.721 179.588

B. Esposizioni fuori bilancioa) Sofferenze - - - - - - - - -

b) Incagli - - - 8 - 8 - - - c) Altre att ivi ta deteriorate - - - - - - 9 - 9

d) Altre esposizioni 83 - 83 91.255 - 91.255 6.851 - 6.851 Totale B 83 - 83 91.263 - 91.263 6.860 - 6.860 TOTALE A+B 83 - 83 769.053 10.638 758.415 188.169 1.721 186.448

Distribuzione settoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio verso clientelaConsistenze al: 31/12/2011Tipologia di esposizione/Aree

controparti

Governi e Banche Centrali Altri Enti Pubblici Societa Finanziarie

Tipologia di esposizione/Aree

controparti

Imprese di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggettiConsistenze al: 31/12/2011

pagina 26 di 41

A vistaDa oltre 1 giorno a 7

giorni

Da oltre 7 giorni a 15

giorni

Da oltre 15 giorni a 1

mese

Da oltre 1 mese a 3

mesi

Da oltre 3 mesi a 6

mesi

Da oltre 6 mesi fino a

1 anno

Da oltre 1 anno fino a

5 anni

Oltre 5 anni

Durata indetermin

ata

Attività per cassaa) Titoli di stato - - - - 111,00 - 9.650 63.303 8.396 - b) Titoli di debito quotati - - - 19.025 30.091 15.705 38.036 64.347 18.758 c) Altri titoli di debito - - - - - - - - - d) Quote O.I.C.R. - - - - - - - - - - e) Finanziamenti

- Banche 26.476 2.330 1.546 - 24.755 - - - - - - Clientela 489.569 95.188 70.324 89.329 183.672 6.763 18.585 89.514 103.082 -

Operazioni fuori bilancioa) Derivati finanziari con scambio di capitale

- posizioni lunghe 42 3.634 929 33.359 33.568 5.602 799 225 75 - - posizioni corte 42 3.633 928 33.356 33.553 5.600 799 225 75 -

a) Derivati finanziari senza scambio di capitale

- posizioni lunghe 125 - - - - - - - - - - posizioni corte - - - - - - - - - -

b) Depositi e finanziamenti da ricevere

- posizioni lunghe - - - - - - - - - - - posizioni corte - - - - - - - - - -

c) Impegni irrevocabili ad erogare fondi

- posizioni lunghe - - - - 1.408 10.274 964 3.920 3.946 - - posizioni corte 20.512 - - - - - - - - -

d) Garanzie finanziarie rilasciate - - - - - - - - - -

Categorie/Scaglioni temporali

Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attivita finanziarie

Consistenze al: 31/12/2011

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Causali /Categorie Sofferenze Incagl iEsposiz ioni ristrutturate

Esposizioni scadute

Totale

A. Rettifiche complessive iniziali 9.851 387 - 45 10.283

- di cui: esposizioni cedute non cancellate- - -

B. Variazioni in aumento 1.016 987 - 31 2.034 B.1 rettifiche di valore 549 987 - 31 1.567 B.2 trasferimenti da altre categorie di

esposizioni deteriorate 143 - - - 143

B.3 altre variazioni in aumento 324 - - - 324

C. Variazioni in diminuzione 1.142 249 - 33 1.424

C.1 riprese di valore da valutazione 186 32 - - 218 C.2 riprese di valore da incasso 224 - - - 224

C.3 cancellazioni 732 107 - - 839 C.4 trasferimenti ad altre categorie di

esposizioni deteriorate - 110 - 33 143 C.5 altre variazioni in diminuzione - - - -

D. Rettifiche complessive finali 9.725 1.125 - 43 10.893

- di cui: esposizioni cedute non cancellate- - - -

Esposizioni per cassa verso Clientela: dinamica delle rettifiche di valore complessive

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6. TAVOLA 6 - RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI RELATIV E AI PORTAFOGLI ASSOGGETTATI AL METODO STANDARDIZZATO

INFORMATIVA QUALITATIVA

Rischio di credito - metodologia standardizzata

Relativamente al “metodo standardizzato” previsto dalla normativa per il calcolo delle esposizioni ponderate, la Banca ha scelto di avvalersi delle valutazioni del merito creditizio (rating) fornite dalla società Moody’s Investor Services.

Si riporta il dettaglio dei rating esterni utilizzati nelle classi regolamentari di attività.

Portafogli ECA/ECAI Caratteristiche del rating 1

Esposizioni verso Amministrazioni centrali e banche centrali

MOODY’S INVESTOR SERVICES solicited/unsolicited

Esposizioni verso organizzazioni internazionali

MOODY’S INVESTOR SERVICES solicited/unsolicited

Esposizioni verso enti territoriali, enti senza scopo di lucro e del settore pubblico

MOODY’S INVESTOR SERVICES solicited/unsolicited

Esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo

MOODY’S INVESTOR SERVICES solicited/unsolicited

Esposizioni verso imprese ed altri soggetti MOODY’S INVESTOR SERVICES * ----------

Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR)

------- ----------

Posizioni verso cartolarizzazioni aventi un rating a breve termine

------- ----------

Posizioni verso cartolarizzazioni diverse da quelle aventi un rating a breve termine

------- ----------

* solo per emittenti di titoli detenuti in portafoglio di proprietà e per emittenti di titoli posti a garanzia di cerditi verso clientela.

Limitatamente ai portafogli regolamentari “Amministrazioni centrali e banche centrali”, “Intermediari vigilati”,” enti territoriali”,” Enti del settore pubblico” la ponderazione dipende dal rating assegnato allo stato di appartenenza della controparte.

1 - solicited rating: il rating rilasciato sulla base di una richiesta del soggetto valutato e verso un corrispettivo. Sono equiparati ai solicited rating, i rating rilasciati in assenza di richiesta qualora precedentemente il soggetto abbia ottenuto un solicited rating dalla medesima ECAI; - unsolicited rating: il rating rilasciato in assenza di richiesta del soggetto valutato e di corresponsione di un corrispettivo.

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INFORMATIVA QUANTITATIVA

Valore dell’esposizioni con e senza attenuazione del rischio di credito

Amministrazioni Centrali e Banche Centrali 276.554 276.554 -

- esposizioni per le quali la banca non si è avvalsa di valutazioni esterne del

merito creditizio 160.000 160.000

- classe di merito creditizio A2 116.554 116.554 -

Enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico 8.394 7.767 -

- esposizioni per le quali la banca non si è avvalsa di valutazioni esterne del

merito creditizio 8.394 7.767

Intermediari vigilati 651.753 651.753 -

- esposizioni per le quali la banca non si è avvalsa di valutazioni esterne del

merito creditizio 368.214 368.214

- classe di merito creditizio Aaa 39.528 39.528 - classe di merito creditizio Aa1 34 34 - classe di merito creditizio Aa3 4.433 4.433 - classe di merito creditizio A1 2 2 - classe di merito creditizio A2 168.174 168.174 - classe di merito creditizio A3 8 8 - classe di merito creditizio Baa1 47.088 47.088 - classe di merito creditizio Baa2 17.355 17.355 - classe di merito creditizio Baa3 6.902 6.902 - classe di merito creditizio Ba2 15 15

Imprese 1.244.077 1.199.763 -

- esposizioni per le quali la banca non si è avvalsa di valutazioni esterne del

merito creditizio 1.229.299 1.184.985

- classe di merito creditizio A3 11.218 11.218

- classe di merito creditizio Baa3 3.560 3.560 -

Esposizioni al dettaglio 314.859 295.416 -

- esposizioni per le quali la banca non si è avvalsa di valutazioni esterne del

merito creditizio 314.859 295.416

Esposizioni garantite da immobili 114.761 114.761 -

Esposizioni scadute 9.180 9.154 -

Altre esposizioni 89.529 89.529 1.225

Totale 2.709.107 2.644.697 1.225

Metodologia standardizzata delle attività di rischio

Portafogli Valore della esposizione

Esposizioni dedotte dal Patrimonio di

Vigilanza

Valore della esposizione con attenuazione del rischio di credito

Consistenze al: 31/12/2011

Le esposizioni verso Amministrazioni e Banche Centrali per le quali la Banca non si è avvalsa di valutazioni esterne del merito creditizio si riferiscono ad operazioni overnight con la Banca Centrale Europea.

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7. TAVOLA 8 - TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO

INFORMATIVA QUALITATIVA

Politiche e processi in materia di compensazione in bilancio e “fuori bilancio” con l’indicazione della misura in cui la Banca ricorre alla compensazione

La Banca non ha posto in essere con le controparti specifici accordi di compensazione di posizioni in bilancio attive e passive oltre alla normale compensazione legale. Pertanto ai fini del calcolo dei requisiti patrimoniali, non sono state considerate attenuazioni del rischio per tale fattispecie.

Politiche e processi per la valutazione e la gestione delle garanzie reali

La Banca ha adottato una normativa interna in materia di gestione delle garanzie, in linea con quanto previsto dalla Circolare della Banca d’Italia n. 263 del 2006 ed in particolar modo con lo scopo di:

• ottimizzare la gestione delle garanzie, definendo le regole per la valutazione e il monitoraggio delle stesse;

• ottenere un effetto positivo sui requisiti patrimoniali.

Posto che la concessione del credito si basa esclusivamente sulla capacità del debitore di generare flussi finanziari adeguati a sostenere il servizio del debito, le garanzie reali e personali possono essere acquisite solo come supporto del fido e non come sostitutive della capacità di rimborso del debitore.

Le garanzie vengono prese in esame soprattutto in relazione ad una clientela cui è associata una probabilità di insolvenza più elevata.

In questo caso la Banca acquisisce le tipiche garanzie relative all’attività bancaria: le garanzie reali sugli immobili o su strumenti finanziari, nonché quelle di natura personale.

La valutazione delle garanzie reali è basata sul valore di mercato o sulla stima di valore al quale il bene può essere realizzato.

Alla stima di valore delle garanzie reali offerte dalle controparti vengono applicati adeguati “scarti” prudenziali, in base alla tipologia delle garanzie prestate.

Se la garanzia non è denominata in euro, ovvero, seppur denominata in euro, è diversa da quella del credito garantito, o in presenza di strumenti finanziari a tasso fisso con durata residua oltre i 5 anni, vengono applicati ulteriori “scarti” prudenziali.

Per quanto attiene alle garanzie ipotecarie sono stati definiti i processi per la valutazione degli immobili, che prevedono una perizia redatta da un professionista indipendente con adeguati titoli e competenze, ad un valore non superiore a quello di mercato, ovvero il valore del bene posto a garanzia è determinato con una prudente valutazione, che tenga conto delle condizioni dell’immobile, del mercato locale, dell’uso attuale ed eventualmente alternativo, nonché della sua commerciabilità a medio – lungo termine, escludendo valutazioni speculative. Nel continuo la Banca monitora con cadenza annuale il permanere del valore degli immobili a garanzia utilizzando, per le fattispecie consentite dalle disposizioni della Banca d’Italia, il database O.M.I. relativo ai valori immobiliari dei comuni italiani.

Il valore delle garanzie reali su strumenti finanziari viene invece aggiornato sulla base del relativo valore di mercato al fine di verificare costantemente il permanere della situazione di copertura dell’affidamento accordato.

In particolare modo, gli strumenti finanziati quotati vengono valutati giornalmente al loro prezzo di borsa, mentre i titoli non quotati in mercati di borsa ufficiali sono valutati al prezzo di realizzo più probabile, in base ai valori espressi da Bloomberg attraverso i contributori; le quote di OICR sono valutate alla quotazione fornita dalle società di gestione.

Le garanzie personali sono per la maggior parte costituite da fideiussioni, mandati di credito o lettere di “presa d’atto”, rilasciate da privati o da società per le quali viene effettuata una specifica istruttoria del merito creditizio.

In ogni caso, in sede di acquisizione delle garanzie, con l’ausilio del Servizio Legale, viene posta particolare attenzione alla validità giuridica delle stesse affinché siano efficaci e vincolanti per il garante e che le stesse siano opponibili ai terzi in tutte le sedi giurisdizionali, anche in caso di insolvenza dell’affidato.

Le verifiche fatte in sede di acquisizione delle garanzie vengono controllate nella revisione degli affidamenti.

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Il parere del Servizio Legale viene richiesto in ogni situazione di acquisizioni di garanzie che presentano difformità rispetto agli schemi contrattuali o operativi consolidati.

Il Servizio Legale svolge altresì una revisione costante della contrattualistica per verificare che la Banca rispetti i requisiti previsti dalla normativa di Vigilanza prudenziale.

Descrizione dei principali tipi di garanzie reali accettate dalla Banca

Le garanzie reali pignoratizie includono depositi in denaro e strumenti finanziari quali titoli di debito, azioni, quote di fondi comuni di investimento.

La normativa interna stabilisce quali tipologie di strumenti finanziari sono accettate in garanzia, nonché gli “scarti” di valore da applicare ad ogni tipologia.

Le garanzie ipotecarie sono costituite da ipoteca su immobili residenziali, commerciali, ed in misura marginale industriali; lo “scarto” minimo applicabile rispetto al finanziamento garantito è del 20% sul valore di mercato.

Le garanzie costituite da pegno su merci o su polizze assicurative, pur previste dalla nostra banca, costituiscono un’attività occasionale, gestita con estrema cautela e con l’applicazione di “scarti” molto ampi.

Principali tipologie di garanti e di controparti in operazioni su derivati creditizi e il loro merito di credito

La banca non ha acquisito derivati creditizi a copertura del rischio di credito.

Informazioni sulle concentrazioni del rischio di mercato o di credito nell’ambito degli strumenti di attenuazione del rischio di credito adottati

Esiste il rischio di concentrazione quando una parte significativa degli strumenti finanziari acquisiti in garanzia è rappresentata da titoli aventi le stesse caratteristiche, ovvero quando è prestata da un numero ristretto di garanti.

Il rischio di concentrazione delle garanzie costituite da strumenti finanziari. viene analizzato, con cadenza periodica dalla Direzione Finanza Titoli, utilizzando i dati forniti dal Servizio Controllo Rischi e Conformità.

INFORMATIVA QUANTITATIVA

Classe di attività di rischio

Valore dell'esposizione non coperte da garanzie

real i finanziarie

Valore dell'esposizione

coperte da garanzie reali

finanziarie

TOTALE

Amministrazioni Centrali e Banche Centrali 276.554 - 276.554

Enti Territoriali - - - Enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico 7.767 628 8.395

Banche multilaterali di svi luppo - - - Organizzazioni internazionali - - -

Intermediari vigilat i 647.753 - 647.753 Esposizioni verso o garantite da imprese 1.199.764 44.314 1.244.078 Esposizioni al dettaglio 295.416 19.443 314.859

Esposizioni garanti te da immobili 114.761 - 114.761 Esposizioni scadute 9.154 26 9.180

Esposizioni ad alto rischio - - - Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garanti te - - -

Esposizioni a breve termine verso intermediari vigilati e imprese - - - Esposizioni verso organismi di investimento collettivo del risparmio (oicr) - - - Altre esposizioni 89.529 - 89.529

TOTALE 2.640.698 64.411 2.705.109

VALORE DELLE ESPOSIZIONI COPERTE DA GARANZIE REALI AL NETTO DEGLI SCARTI PRUDENZIALI

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8. TAVOLA 9 - RISCHIO DI CONTROPARTE

INFORMATIVA QUALITATIVA

Il rischio di controparte è il rischio che la controparte di una transazione, avente ad oggetto determinati strumenti finanziari (quali derivati OTC, operazioni SFT e operazioni con regolamento a termine), risulti inadempiente prima del regolamento della transazione.

Si tratta quindi di una particolare fattispecie del rischio di credito che genera una perdita se le transazioni poste in essere con una determinata controparte hanno un valore positivo al momento dell’insolvenza.

Il requisito patrimoniale riferito al rischio di controparte viene determinato utilizzando i fattori di ponderazione per controparte previsti dalla normativa in materia di rischio di credito.

L’operatività in strumenti derivati OTC che determinano un rischio di controparte è sostanzialmente limitata a:

- contratti IRS stipulati in corrispondenza di mutui a tasso fisso concessi alla clientela, al fine di effettuare una copertura gestionale sul rischio di tasso;

- contratti a termine in valuta stipulati in corrispondenza di operazioni commerciali con la clientela.

Si fa presente che le principali controparti sono primarie banche italiane come indicato nell’Informativa quantitativa.

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INFORMATIVA QUANTITATIVA

Gov

ern

i e

Ba

nch

e C

ent

rali

Altr

i en

ti pu

bbl

ici

Ba

nche

So

cie

fina

nzia

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So

ciet

à d

i a

ssic

ura

zion

e

Impr

ese

non

fin

anzi

arie

Altr

i so

gg

etti

1) Titoli di debito e tassi d'interesse- valore nozionale - - 2.434 - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - 125 - - - -

- esposizione futura - - 12 - - - -

2) Titoli di capitale e indici azionari

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

3) Valute e oro

- valore nozionale - - 39.308 27.267 - 5.237 6.631

- fair value positivo - - 401 311 - 29 88

- fair value negativo - - 414 45 - 259 90

- esposizione futura - - 390 273 - 52 66

4) Altri valori

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

Gov

ern

i e

Ba

nch

e C

ent

rali

Altr

i en

ti pu

bbl

ici

Ba

nche

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cie

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So

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ura

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e

Impr

ese

non

fin

anzi

arie

Altr

i so

gg

etti

1) Titoli di debito e tassi d'interesse- valore nozionale - - 4.114 - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - 265 - - - - - esposizione futura - - 26 - - - -

2) Titoli di capitale e indici azionari

- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

3) Valute e oro- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - - - fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

4) Altri valori- valore nozionale - - - - - - -

- fair value positivo - - - - - - -

- fair value negativo - - - - - - -

- esposizione futura - - - - - - -

Derivati finanziari OTC - portafoglio di negoziazione di vigilanza: volori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione

Contratti non rientranti in accordi di compensazione

Derivati finanziari OTC - portafoglio bancario: volori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti - contratti non rientranti in accordi di compensazione

Contratti non rientranti in accordi di compensazione

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9. TAVOLA 12 - RISCHIO OPERATIVO

INFORMATIVA QUALITATIVA

Il Rischio Operativo è considerato un “rischio puro”, ossia non caratterizzato dal binomio rischio/rendimento; per la sua stessa natura pervade tutta la struttura della Banca, essendo strettamente connesso all’esercizio di un’attività imprenditoriale e non direttamente collegato quindi al settore bancario/finanziario.

Tale rischio, pur potendo essere parzialmente trasferibile e potenzialmente anche cartolarizzabile (cfr. ad esempio, i c.d. “bond catastrofali”) è caratterizzato da un insieme di strumenti di “copertura” prevalentemente rientranti nel sistema dei controlli interni.

In considerazione alle caratteristiche dimensionali e della complessità operatività della banca nella determinazione della metodologia da utilizzare per il calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio operativo si è privilegiato il “Metodo Base - (BIA – Basic Indicator Approach)” in base al quale il requisito patrimoniale è calcolato applicando un coefficiente regolamentare (15 % ) ad un indicatore del volume di operatività aziendale, individuato nel margine di intermediazione.

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10. TAVOLA 13 - ESPOSIZIONE IN STRUMENTI DI CAPITALE: I NFORMAZIONI SULLE POSIZIONI INCLUSE NEL PORTAFOGLIO BANCARIO

INFORMATIVA QUALITATIVA

Gli strumenti di capitale presenti al 31 dicembre 2011 sono costituiti da:

� partecipazioni di minoranza (inferiori al 10%) in società non quotate, per un ammontare complessivo di 3.825 mila euro, tramite le quali la Banca in genere sviluppa parte della propria attività;

� partecipazioni in società con finalità di private equity, per un ammontare complessivo di 3.418 mila euro, detenute per realizzare plusvalori in linea capitale.

L’iscrizione iniziale di tali attività avviene alla data di regolamento nella categoria Attività finanziarie disponibili per la vendita.

All’atto della rilevazione iniziale gli strumenti di capitale sono iscritti al fair value che di norma corrisponde con il corrispettivo d’acquisto dello strumento, comprensivo di eventuali costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso.

Successivamente alla rilevazione iniziale, le Attività finanziarie disponibili per la vendita continuano ad essere valutate al fair value, in contropartita ad una specifica Riserva di patrimonio netto.

Al momento della dismissione, ovvero, nell’ipotesi in cui venga accertata una perdita per riduzione di valore, l’utile o la perdita cumulati vengono riversati a conto economico.

I titoli di capitale, per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile, sono mantenuti al costo e svalutati nell’eventualità in cui siano riscontrate perdite durevoli di valore.

La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione durevole di valore viene effettuata ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale. Qualora i motivi della perdita durevole di valore vengano meno a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione, per i titoli di capitale la ripresa non è contabilizzata in contropartita al conto economico, ma della specifica riserva di valutazione in patrimonio netto. La ripresa di valore per i titoli di debito è invece iscritta nel conto economico.

Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando le attività finanziarie vengono cedute trasferendo sostanzialmente tutti i rischi/benefici ad essa connessi.

INFORMATIVA QUANTITATIVA

ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE - PORTAFOGLIO BANCARIO

Valori/Voci Livello 1 Livello 2 Livello 3 Totale

ATTIVITA' DISPONIBILI PER LA VENDITA voce 40

Titoli di capitale valutati al fair value 4.643 4.643

Titoli di capitale valutati al costo 2.600 2.600

Quote di OICR - -

TOTALE - - 7.243 7.243

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ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE - PORTAFOGLIO BANCARIO

Valori/VociUtili (perdite)

realizzati nel periodo

Plus (minus) rilevati nello Stato

Patrimoniale

Plus (minus) rilevati nel patrimonio di

base/supplementare

ATTIVITA' DISPONIBILI PER LA VENDITA voce 40

Titoli di capitale valutati al fair value - (45) 61

Titoli di capitale valutati al costo - - -

Quote di OICR 279 (201) (201)

TOTALE 279 (246) (140)

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11. TAVOLA 14 - RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE SULLE POSIZIONI INCLUSE NEL PORTAFOGLIO BANCARIO

INFORMATIVA QUALITATIVA

Nell’ambito del portafoglio bancario il rischio tasso è concentrato all’interno del portafoglio delle “attività finanziarie disponibili per la vendita” ed è costituito da titoli di Stato nonché da obbligazioni di primari emittenti bancari e societari.

Non si segnalano posizioni nel portafoglio delle “attività finanziarie detenute fino alla scadenza”.

Il rischio di tasso di interesse che la Banca sostiene relativamente al proprio portafoglio bancario deriva principalmente dall’attività caratteristica esercitata in qualità di intermediario impegnato nel processo di trasformazione delle scadenze e nasce, in particolare, dallo sbilancio tra poste dell’ attivo e del passivo in termini di importo, scadenza, durata finanziaria e tasso. Costituiscono fonti di rischio di tasso di interesse da fair value l’emissione di prestiti obbligazionari a tasso fisso, l’erogazione di mutui e impieghi commerciali a tasso fisso e la raccolta mediante conti correnti a vista; costituiscono inoltre fonte di rischio di tasso di interesse da flussi di cassa l’emissione di prestiti obbligazionari a tasso variabile.

Le posizioni del portafoglio bancario sono, di norma, a tasso variabile e rappresentate da titoli di emittenti aventi un alto standing creditizio. Risultano pertanto molto limitati, in normali condizioni di mercato, i rischi relativi al tasso di interesse e di prezzo.

In misura molto marginale, per la parte relativa al rischio prezzo, si segnalano posizioni in quote di partecipazione in società non quotate il cui acquisto è, per specifica disposizione regolamentare, singolarmente e specificatamente deliberato dal Consiglio di Amministrazione. Tali posizioni sono detenute con finalità di investimento durevole.

I titoli del “Portafoglio delle attività finanziarie disponibili per la vendita” possono essere impegnati a cauzione e/o a garanzia a favore di terzi ed utilizzati per operazioni di Pronti contro termine di finanziamento con la clientela.

I limiti agli investimenti sono stabiliti nell’ambito delle “Linee Guida e Autonomie Operative per la liquidità ed il portafoglio titoli della Banca” in allegato al Regolamento Interno deliberato dal Consiglio di Amministrazione della Banca, che attribuisce alla Direzione le relative deleghe operative in materia di tasso di interesse nell’ambito del rischio di posizione generico previsto dalla Vigilanza prudenziale.

Oltre ai riferiti limiti operativi di tasso di interesse sono inoltre applicati limiti quantitativi di portafoglio nonché limiti qualitativi come la duration, volatilità ed il rating minimo degli emittenti ed allo standing creditizio di questi ultimi.

Il controllo dei vari limiti, volto alla valutazione ed alla misurazione delle diverse tipologie di rischio, è in capo al Servizio Controllo Rischi e Conformità, che in tale ambito provvede anche all’informativa relativa all’eventuale evoluzione del rischio di tasso di interesse; il monitoraggio dei rischi è effettuato con frequenza giornaliera e si avvale di indicatori deterministici quali la volatilità del portafoglio sia per singola esposizione che nel suo complesso. Quotidianamente vengono prodotti specifici reports che forniscono tutte le informazioni (tra cui duration, volatilità, prezzi, rendimenti, ecc.) necessarie alla gestione del portafoglio ed al relativo controllo dei rischi; tale elaborati sono forniti alla Direzione della Banca, alla Direzione Finanza, ed agli organismi di controllo interno.

Inoltre, ai fini di vigilanza, il calcolo del rischio di tasso viene effettuato semestralmente secondo la metodologia prevista dalla Circolare 263 di Banca d’Italia (allegato “C” Titolo III – Capitolo 1).

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INFORMATIVA QUANTITATIVA

Esposizione Complessiva al Rischio di Tasso di Interesse – dati al 31/12/2011

Dati al: 31/12/2011

FASCE DI VITA RESIDUA

CLASSE

ATTIVITA' POND.ATTIVITA'

PONDERATE (A)

PASSIVITA' POND.PASSIVITA'

PONDERATE (B)POSIZIONI

NETTE (A)-(B)

A VISTA E A REVOCA 10 640.425.777,60 0,00% - 392.750.328,79 0,00% - - FINO A UN MESE 35 390.298.110,75 0,08% 312.238,49 487.644.059,51 0,08% 390.115,25 - 77.876,76DA 1 A 3 MESI 40 334.191.763,26 0,32% 1.069.413,64 89.193.263,16 0,32% 285.418,44 783.995,20DA 3 A 6 MESI 50 246.954.752,19 0,72% 1.778.074,22 51.308.858,24 0,72% 369.423,78 1.408.650,44DA 6 A 12 MESI 60 13.111.064,44 1,42% 186.177,12 60.802.761,49 1,42% 863.399,21 - 677.222,10> 1 ANNO-FINO 2 ANNI 80 2.786.356,00 2,76% 76.903,43 121.596.926,98 2,76% 3.356.075,18 - 3.279.171,76>2 E <= 3 ANNI 160 1.993.511,00 4,50% 89.708,00 121.486.868,98 4,50% 5.466.909,10 - 5.377.201,11>3 E <=4 ANNI 170 1.722.043,00 6,14% 105.733,44 121.133.299,98 6,14% 7.437.584,62 - 7.331.851,18>4 E <=5 ANNI 180 1.634.307,00 7,70% 125.841,64 121.032.496,98 7,70% 9.319.502,27 - 9.193.660,63>5 E <=7 ANNI 310 947.784,58 10,16% 96.294,91 433.552,00 10,16% 44.048,88 52.246,03>7 E <=10 ANNI 330 6.197.430,60 13,26% 821.779,30 56.496,00 13,26% 7.491,37 814.287,93>10 E <=15 ANNI 430 2.110.605,00 17,84% 376.531,93 65.135,00 17,84% 11.620,08 364.911,85

>15 E <=20 ANNI 460

OLTRE 20 ANNI 490 - 26,02% - - 26,02% - - 1.642.373.505,42 5.038.696,10 1.567.504.047,11 27.551.588,19 - 22.512.892,09

Esposizione al rischio di tasso di interesse: somma algebrica di tutte leposizioni nette Raggr. Val. Non Rilev. - 794.210,65TOTALE ESPOSIZIONE - 23.307.102,74

2) PATRIMONIO DI VIGILANZA: 125.918.040,00

18,51%

Fasce Di Vita ResiduaShock

Ipotizzato

Ponderazione

A VISTA E A REVOCA 200 0,00%FINO A UN MESE 200 0,08%DA 1 A 3 MESI 200 0,32%DA 3 A 6 MESI 200 0,72%DA 6 A 12 MESI 200 1,42%> 1 ANNO-FINO 2 ANNI 200 2,76%>2 E <= 3 ANNI 200 4,50%>3 E <=4 ANNI 200 6,14%>4 E <=5 ANNI 200 7,70%>5 E <=7 ANNI 200 10,16%>7 E <=10 ANNI 200 13,26%>10 E <=15 ANNI 200 17,84%>15 E <=20 ANNI 200 22,42%OLTRE 20 ANNI 200 26,02%

Valuta: 242 EURO

3) INDICE DI RISCHIOSITA' 1) / 2):

Banca Passadore & C. Rischio Tasso Interesse:

Il rischio al tasso d’interesse del portafoglio bancario espresso in valute diverse dall’ Euro non è significativo.

La tabella sopra riportata rappresenta il rischio di tasso d’interesse calcolato secondo la metodologia prevista dalla Circolare 263 di Banca d’Italia (allegato “C” Titolo III – Capitolo 1). Tale metodologia determina un significativo aumento del rischio “teorico” per le banche non particolarmente esposte dal lato dell’attivo e aventi una cospicua presenza di poste a vista anche dalla parte passiva, situazione in cui tradizionalmente opera la Banca.

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Infatti l’esposizione complessiva al rischio di tasso di interesse risulta in base ai nuovi calcoli pari a € 23.307.118,74 con un indice di rischiosità del 18,51% (a fronte di una soglia di attenzione del 20%).

Nella tabella seguente si riporta l’esposizione complessiva al rischio di tasso calcolata con la metodologia vigente nel 2009, che sembra riflettere con maggiore accuratezza l’effettiva esposizione temporale al rischio di tasso di interesse della Banca sia per le poste attive che per quelle passive.

Dati al: 31/12/2011

FASCE DI VITA RESIDUA

CLASSE

ATTIVITA' POND.ATTIVITA'

PONDERATE (A)

PASSIVITA' POND.PASSIVITA'

PONDERATE (B)POSIZIONI

NETTE (A)-(B)

A VISTA E A REVOCA 10 640.425.777,60 0,00% - 599.177.608,89 0,00% - - FINO A UN MESE 35 390.298.110,75 0,08% 312.238,49 510.680.862,50 0,08% 408.544,69 - 96.306,20DA 1 A 3 MESI 40 334.191.763,26 0,32% 1.069.413,64 135.226.869,13 0,32% 432.725,98 636.687,66DA 3 A 6 MESI 50 246.954.752,19 0,72% 1.778.074,22 120.359.267,20 0,72% 866.586,72 911.487,49DA 6 A 12 MESI 60 13.111.064,44 1,42% 186.177,12 198.903.579,40 1,42% 2.824.430,83 - 2.638.253,71> 1 ANNO-FINO 2 ANNI 80 2.786.356,00 2,76% 76.903,43 939.698,00 2,76% 25.935,66 50.967,76>2 E <= 3 ANNI 160 1.993.511,00 4,50% 89.708,00 829.640,00 4,50% 37.333,80 52.374,20>3 E <=4 ANNI 170 1.722.043,00 6,14% 105.733,44 476.071,00 6,14% 29.230,76 76.502,68>4 E <=5 ANNI 180 1.634.307,00 7,70% 125.841,64 375.268,00 7,70% 28.895,64 96.946,00>5 E <=7 ANNI 310 947.784,58 10,16% 96.294,91 433.552,00 10,16% 44.048,88 52.246,03>7 E <=10 ANNI 330 6.197.430,60 13,26% 821.779,30 56.496,00 13,26% 7.491,37 814.287,93>10 E <=15 ANNI 430 2.110.605,00 17,84% 376.531,93 65.135,00 17,84% 11.620,08 364.911,85>15 E <=20 ANNI 460OLTRE 20 ANNI 490 - 26,02% - - 26,02% - -

1.642.373.505,42 5.038.696,10 1.567.524.047,12 4.716.844,42 321.851,69Esposizione al rischio di tasso di interesse: somma algebrica di tutte leposizioni nette Raggr. Val. Non Rilev. 461.798,05

TOTALE ESPOSIZIONE 783.649,74

2) PATRIMONIO DI VIGILANZA: 125.918.040,00

0,62%

Fasce Di Vita ResiduaShock

Ipotizzato

Ponderazione

A VISTA E A REVOCA 200 0,00%FINO A UN MESE 200 0,08%DA 1 A 3 MESI 200 0,32%DA 3 A 6 MESI 200 0,72%DA 6 A 12 MESI 200 1,42%> 1 ANNO-FINO 2 ANNI 200 2,76%>2 E <= 3 ANNI 200 4,50%>3 E <=4 ANNI 200 6,14%>4 E <=5 ANNI 200 7,70%>5 E <=7 ANNI 200 10,16%>7 E <=10 ANNI 200 13,26%>10 E <=15 ANNI 200 17,84%>15 E <=20 ANNI 200 22,42%OLTRE 20 ANNI 200 26,02%

3) INDICE DI RISCHIOSITA' 1) / 2):

Banca Passadore & C. Rischio Tasso Interesse: Valuta: 242 EURO

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12. TAVOLA 15 – SISTEMA E PRASSI DI REMUNERAZIONE E INC ENTIVAZIONE

INFORMATIVA QUALITATIVA

� Le politiche portate all’approvazione dell’Assemblea sono frutto di un processo decisionale che vede coinvolto il Consiglio di Amministrazione a seguito di proposte, valutazioni e analisi di supporto fornite dalla Direzione della Banca; tali valutazioni tengono anche in debita considerazione gli standard retributivi di mercato e i benchmark di riferimento per i vari profili, ruoli e settori di attività. Il Consiglio, sulla base di tali indicazioni e tenuto anche conto delle proposte dei consiglieri indipendenti e/o di singoli consiglieri eventualmente incaricati, definisce le politiche di remunerazione in coerenza con le linee strategiche, con la cultura aziendale e con gli obiettivi della Banca. Ad oggi non è presente un Comitato per le remunerazioni.

� Secondo le politiche di remunerazione ad oggi vigenti, il collegamento tra le remunerazioni ed i risultati è attualmente assicurato mediante un sistema di remunerazione incentivante di lungo periodo riservato ai componenti della Direzione. I parametri e gli obiettivi, al raggiungimento dei quali il Consiglio delibera di erogare 1'eventuale parte variabile della retribuzione della Direzione, sono corrispondenti alle previsioni formulate nel piano operativo strategico triennale 2010 – 2012, rettificate in misura tale da renderle “sfidanti”. Per il restante personale, la spinta motivazionale ai vari livelli è assicurata mediante l’attuazione di progressioni di carriera, la corresponsione di specifici compensi “ad personam” commisurati al livello di professionalità e al ruolo rivestito, ovvero, in via residuale, di “bonus una tantum” individuali a fronte di un particolare impegno profuso. Inoltre, come previsto dal vigente C.C.N.L. e con i criteri stabiliti nel contratto integrativo aziendale, a tutti i dipendenti, esclusi i membri della Direzione, viene annualmente erogato il “Premio Aziendale”, in stretta correlazione ai risultati conseguiti nella realizzazione di programmi.

� La Banca adotta un sistema di remunerazione coerente con la propria consueta prudente gestione del rischio e con le strategie di lungo periodo; le politiche adottate sono finalizzate ad assicurare una struttura dei compensi equilibrata e correttamente proporzionata al ruolo ricoperto, alla responsabilità assegnata, alla capacità individuale ed ai risultati ottenuti, orientando la motivazione dei soggetti al medio e lungo termine. Il sistema di incentivazione riservato ai soli componenti della Direzione opera su base triennale ed è basato su criteri oggettivi di valutazione dei risultati desunti dal piano operativo strategico 2010-2012, fermi restando stringenti prerequisiti di rischio complessivo. L’importo di tali incentivi, da corrispondere in sede di approvazione del bilancio 2012, ha carattere residuale rispetto alla retribuzione fissa ordinaria annua (circa 8% o 15% annuo a seconda dei risultati raggiunti) e può anche essere nullo.

� Gli indicatori di performance presi come riferimento per la remunerazione variabile testé citata si riferiscono all'andamento complessivo della Banca e sono costituiti da n. 4 parametri di tipo economico (margine di interesse, ricavi da intermediazione mobiliare, ricavi da altri servizi, utile netto), n. 4 parametri di tipo patrimoniale (raccolta diretta e indiretta, impieghi e patrimonio netto) e n. 2 indici di efficienza (rapporto costi/ricavi e indice sofferenze/impieghi), fermo restando il non superamento di n. 2 indici di rischio complessivo (indice “core tier 1” e leva finanziaria). Il Consiglio di Amministrazione, in casi particolari adeguatamente motivati, può inoltre, al termine del triennio 2010-2012, rettificare parzialmente gli obiettivi previsti escludendo quelli non oggettivamente conseguibili a causa di circostanze di carattere straordinario, ovvero rettificare l’ammontare di singoli incentivi qualora si valutasse che tali incentivi possano comportare effetti non equi o non desiderati. Non sono previsti piani basati su azioni, opzioni o altri strumenti finanziari.

� Le ragioni sottostanti le scelte del sistema di remunerazione variabile adottato si riassumono nella volontà di ottenere la fidelizzazione alla Banca dei soggetti interessati, promuovendo contestualmente la continuità nel tempo di performances positive e la creazione di valore per gli azionisti, nel tradizionale contesto di contenimento del rischio

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INFORMATIVA QUANTITATIVA

Le remunerazioni totali effettivamente erogate dalla Banca nel 2011 ammontano a euro 18.103.551, suddivise in euro 3.025.774 per il personale direttivo, in euro 456.753 per il personale con funzioni di controllo e in euro 14.621.023 per il restante personale.

Il compenso per i Membri del Consiglio di Amministrazione per l’esercizio 2011 ai sensi dell’art. 24 dello statuto è stato sottoposto all’approvazione dell’Assemblea odierna in sede di proposta di riparto dell’utile netto in ragione del 5% dello stesso; il Consiglio di Amministrazione stabilisce anno per anno la ripartizione del compenso predetto tra i suoi Membri e quelli del Comitato Esecutivo; il compenso per i Membri del Collegio Sindacale per l’esercizio 2011 ammonta a complessivi euro 116.735 ed è stato determinato con i criteri deliberati dall’Assemblea del 26 maggio 2009 valevoli fino all’esercizio 2011.

Il compenso riconosciuto nel 2011 agli Amministratori indipendenti per il loro particolare ruolo (per complessivi euro 120.000 annui) è stato determinato il 23 giugno 2009 dall’Assemblea in misura fissa annua fino alla data di approvazione del bilancio dell’esercizio 2011.

Il Consiglio di Amministrazione, nella sua riunione del 23 giugno 2009, ha determinato i compensi annui spettanti al Presidente, nonché al Vice Presidente ed ai n. 3 Amministratori cui sono stati conferiti particolari incarichi, per complessivi euro 680.000; Con delibera del 15 settembre 2011è stato attribuito un compenso aggiuntivo di euro 30.000 annui ad uno dei predetti tre consiglieri a fronte di un ulteriore specifico incarico portando pertanto l’importo complessivo dei compensi ad euro 710.000 annui; a seguito della scomparsa del Presidente, Dott. Agostino Passadore, avvenuta il 4 settembre 2011, il Consiglio di Amministrazione, nella sua riunione del 15 settembre successivo, ha nominato in tale carica il Sig. Augusto Passadore attribuendo allo stesso (nella successiva riunione del 29 novembre 2011) il medesimo compenso precedentemente deliberato per la carica il questione; sempre nella riunione del 15 settembre 2012 il Consiglio di Amministrazione ha cooptato il Dott. Edoardo Fantino al quale, per l’incarico di amministratore, spetterà pro-rata, analogamente agli altri amministratori, il compenso di cui all’art. 24 dello Statuto.

Il Consiglio di Amministrazione, sempre nella riunione del 23 giugno 2009, dopo una preventiva disamina dei benchmark di riferimento, ha determinato le remunerazioni annue spettanti al Direttore Generale, al Condirettore Generale ed agli altri componenti della Direzione della Banca, ad oggi costituita complessivamente da n. 5 soggetti, per un importo totale di euro 1.450.000, con singoli compensi che risultano di fatto allineati con le prassi retributive di mercato.

A fine 2011, per le Aree Professionali, i Quadri Direttivi ed i Dirigenti (ad esclusione dei membri della Direzione), le retribuzioni annue lorde ammontano complessivamente ad euro 15.804.295 di cui euro 1.686.826 a titolo di trattamenti “ad personam”.

A fine 2011 erano vigenti n. 8 contratti di collaborazione a progetto (ex art. 62 e seg. Dlgs 176/2003) configurabili come rapporti di lavoro parasubordinati. Tali collaboratori sono remunerati con retribuzioni correlate all’impegno quali-quantitativo relativo al loro specifico progetto ed al profilo professionale individuale per un importo complessivo ammontante a euro 766.159; salvo marginali eccezioni tali retribuzioni sono fisse e non sono legate a performance od al raggiungimento di risultati predeterminati.

Non sono stati corrisposti ai membri della Direzione nell’esercizio 2011 elementi variabili delle predette retribuzioni, né in forma di “bonus” né in altra forma, ai sensi del sistema incentivante su base triennale; sono stati deliberati, dagli organi preposti, erogazioni di “bonus una tantum” per complessivi euro 38.000 a favore di altro personale a fronte di particolari ed eccezionali situazioni di performances specifiche o di disagio logistico

Nel corso dell’esercizio hanno cessato il rapporto di lavoro per dimissioni n. 6 dipendenti (di cui 4 per maturazione dell’età pensionistica) con l’erogazione del T.F.R. spettante; si sono altresì verificati n. 3 casi di incentivazioni all’esodo o di corresponsioni conseguenti a specifici accordi, comunque di importo non rilevante, per un totale di euro 46.000 circa e con un importo massimo erogato di euro 20.000.


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