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INSIDE - Numero #10

Date post: 06-Apr-2016
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Tempo di bilanci per questo 2014 che volge al termine: anno intenso per noi di MOTOASI.IT e per i nostri ragazzi, ma l'anno prossimo possiamo e faremo di meglio
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TEMPO DI RACCOGLIERE INSIDE#10
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TEMPO DI RACCOGLIERE

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INDICEEditoriale 3Almost Over 6Il mio primo primo 16Made it 28L’ultima fatica 40Premiati Pitbike Motard 42Pont de Vaux for dummies 45Un anno di soddisfazioni 51Memorial Colombo 543 domande a bruciapelo 57Focus On - Crescere 60Contattaci 64

Copertina: Studying math, di Steven S.

Quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0/

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EditorialEdi RobeRto CoRtese

Siamo agli sgoccioli di questa stagio-ne 2014. Tempo di raccogliere ciò che abbiamo seminato: sia per noi di MOTOASI.IT che ci impegniamo co-stantemente a seminare tante nuove idee e di qualità, ma altrettanto per voi piloti che dopo un anno di sacrifici, sie-te qui a tirare le fila di ciò che avete ot-

tenuto.Non sempre avremo vinto, ma ciò non significa che abbiamo perso. Io sono un positivista e rifiuto in bloc-co il concetto di sconfitta. C’è una massima inglese che amo particolarmente ed è di John Maxwell, scrittore ancora in vita, la quale recita “Sometimes you win, sometimes you learn”. Ecco, in questa semplice frase è racchiuso tutto ciò che voglio dirvi.Quante volte siete stati tacciati di aver perso una gara solo per il fatto di non essere arrivati primi? E se non è stato qualcuno, magari è stato proprio il vostro orgo-glio a dirvelo. Entrambi si sbagliano di grosso. Ogni volta che non riusciamo ad ottenere quello che ci era-vamo preposti, la vita ci mette di fronte ad una lezione

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che possiamo scegliere se imparare oppure rimanda-re; in ogni caso, la dovremo acquisire se pensiamo di voler proseguire nel nostro percorso. Questo vale per una gara andata male, ma vale altrettanto per noi che coordiniamo tutti i campionati e cerchiamo di offrire sempre qualcosa di nuovo ai nostri ragazzi.Ogni anno tiriamo fuori dal cilindro più idee possibili per poter stare al passo coi tempi, innovare e soprat-tutto venire incontro a chi le nostre gare le vive ogni settimana. Purtroppo non sempre ce la facciamo: la nostra forza sta però nella consapevolezza che non tutto il lavoro alle spalle di questo presunto fallimen-to sia da buttare. Ogni volta è come se costruissimo qualcosa di più grande, pure con i nostri sbagli. Stia-mo costruendo un castello per approssimazioni suc-cessive: proviamo a mettere in piedi una nuova sala e la testiamo. Se funziona, la utilizziamo, altrimenti la buttiamo giù. Quello che resta dopo la demolizione è un patrimonio di know how che ci aiuterà a costruire qualcosa di ancora più complesso la volta successiva.Ecco perché credo che “perdere”, in senso figurato, debba essere eliminato dai nostri vocabolari. L’unico utilizzo che ammetto è quello letterale, cioè quando accade di smarrire un mazzo di chiavi, per esempio. Finisce un anno ma la strada davanti è ancora lunga: non lasciamoci sopraffare dai pensieri negativi.Cosa leggerete questa volta su INSIDE? Ci sono, come sempre, i nostri report di gara, conditi con le miglio-ri foto scattate in occasione delle ultime gare dei vari campionati. Spazio poi alle premiazioni dei campio-

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nati PitBike Motard del Triveneto, le quali si sono già tenute qualche settimana fa; anche le ragazze di MX Girls ci faranno un breve resoconto di com’è andata la loro annata. Vi daremo alcune informazioni sulle premiazioni dell’attività del Nord Ovest ed anche del Memorial Colombo che si terrà il 9 novembre a Riva-rolo Canavese. Di novità dell’anno prossimo ne par-leremo nelle tre domande a bruciapelo ed una, invece ve la proponiamo su questo numero: sono le vignette di Lorenzo Shiva Napoli, uno dei nostri piloti (della Young), che ci strapperà un sorriso con i suoi schizzi. A noi sono piaciuti molto, speriamo anche a voi. Chiu-deremo con un’analisi a freddo della gara di Quad di Pont de Vaux, di cui abbiamo anticipato qualcosa nel numero scorso ed anche di alcuni buoni propositi per crescere nel futuro.Insomma, l’ultimo numero dell’anno ha davvero mol-to da dire. A nome di tutta la redazione, vi auguro buone feste ed anche un buon inizio di 2015.

Buona lettura!

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almost ovErdi MiChael Motta, iMMagini di RobeRto CoRtese

Sabato mattina finito di lavorare, dopo una settimana a dir poco traumatica, carico il mio bel furgone, moto, borsa con il cambio, stivali, tanica di benzina, la mia inseparabile ragazza e si parte alla volta di Rivarolo.La trasferta, per me che sono lombardo, è piuttosto lunga e quindi preferisco partire il sabato e dormire in qualche alberghetto. La sera mangio qualcosa sen-za abbuffarmi, so già che, tra ansia del lavoro e del pre-gara, si dormirà poco, quindi meglio non infieri-re.Domenica mattina sveglia alle 7.30, poi colazione e si va in pista.Si vedono le facce di tutta una stagione: amici, cono-scenti e anche qualche volto nuovo. Tutti pronti a sa-lutare con un sorriso, finche’ non si mettono l’armatu-ra e diventano piloti.Ore 9 chiuse le iscrizioni e, mentre percorro il cir-cuito con altri due o tre piloti, ci viene comunicato il programma di giornata: categoria sport per primi alle qualifiche. Non ci voleva, la pista è stata preparata molto bene, però il fango, soprattutto nella parte verso il bosco, è tanto, quindi ci sarà da sporcarsi per bene.

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Entro in pista per le qualifiche, decido di aspettare pri-ma di cercare il tempo. Al mio secondo passaggio la mia “segnalatrice” mi espone il ventottesimo tempo, quindi è ora di spingere. Mezza pista, arrivo nel bosco fuori da un salto appena atterro perdo la moto e mi trovo per terra!Niente da fare, devo ricominciare tutto, però ora il traffico è tanto e il tempo non salta fuori: sono solo diciottesimo al settimo passaggio! Arrabbiato e un po’ amareggiato torno ai box, la gara andrà meglio, o al-meno lo spero!Ore 11.50 ci si schiera dietro il cancello per la prima batteria.La tensione è alta come sempre, il cancello che scelgo sembra buono, in posizione centrale rispetto alla pri-ma curva ma se scatto bene posso infilarmi tra i primi.Scende il cancelletto, salto fuori bene ma appena la gomma dietro oltrpassa il blocco la moto si gira ed è la fine. Rimango attardato ed al primo passaggio sono ventunesimo, ho un pezzo di fango in un occhio e gi altri scappano veloci come saette.Al terzo giro mi torna la vista all’occhio destro e ini-zio a spingere: la rimonta è lunga, nove giri a Rivarolo sono tanti, però alla fine chiudo undicesimo.Seconda manche: sono le 4 e la pista ora è asciutta ma bella bucata. Decido di cambiare postazione al cancel-lo di partenza dando retta al mio amico holeshot man e mi posiziono un po’ più interno rispetto al mattino.Ci siamo: infilo la seconda e aspetto che cada il can-

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cello. Parto fortissimo questa volta. A metà rettilineo credo di essere tra i primi, ho un attimo di esitazione alla prima curva e mi faccio infilare da tre o quattro moto. Al primo giro sono ottavo però mi sento bene: la testa è sgombera dai pensieri della settimana e ora voglio solo andare a prendere quello davanti. Ne pas-so uno, due, tre e al penultimo giro sono quarto!Affronto la curva che porta ai tre salti consecutivi e sbaglio una marcia, diamine ho Branca con il 311 che mi brucia sui salti. Non posso finire quinto così: gli re-sto incollato e lo seguo come un ombra. Sono stanco ma lui lo è più di me. Transitiamo sul traguardo quasi appaiati, alla curva lo affianco, cambio traiettoria e mi preparo a passarlo all’interno nella curva successiva! Niente da fare bandiere gialle e devo chiudere il gas lasciandolo sfilare. Torniamo nel pezzo veloce dove mi aveva passato il giro precedente, lui fa il bob ester-no, io vado all’interno e sono più veloce di lui. Affron-to la sequenza di salti in apnea: non so a che distanza si trovi dietro di me ma non mi giro per guardarlo, non voglio assolutamente sbagliare. Arrivo in stacca-ta curva a sinistra e sento il suo motore vicino, però è dietro! Ora basta non fare stupidate. Lo tengo dietro per mezza pista e poi arriva il traguardo: sono quarto ma è come se avessi vinto un mondiale!

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il mio primo primodi Fabio bosio, iMMagini di RobeRto CoRtese

Domenica 12 ottobre mi trovavo a Salmour per par-tecipare alla gara interregionale MX2, come in tutte le gare sono arrivato nella notte dopo la chiusura del mio ristorante.Il mio risveglio è stato abbastanza brusco perché, in-torno alle otto del mattino, avevo già il “simpaticissi-mo” Cristian Sola che mi prendeva a pugni il furgone per darmi il buongiorno! Mi sono dunque alzato e sia-mo andati a fare l’iscrizione. Nel frattempo ci raggiun-ge anche il mitico zio Magnino e Cinci per mangiarci una bella colazione di panini e focacce. Ecco come ha avuto inizio un gran giornata per me! Verso le nove e mezza iniziano le prime manche di gara ed io sono entrato attorno alle dieci e trenta: es-sendo della categoria interregionale, mi sono ritrova-to a girare anche con piloti più sgamati di me, ovvero expert e master. Per me è stato un grande onore poter partire al fianco di gente del calibro di Gianluca Cal-legaro e tutti gli altri! Le qualifiche vanno abbastanza bene, il terreno mi piaceva molto; dopo solo un paio d’ore era ora di disputare la prima manche di gara.Ero concentratissimo e cercavo di guidare sciolto, pu-

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lito, senza commettere errori e sopratutto senza sci-volare. Ad ogni mio movimento sulla moto cercando di studiare l’avversario per poi passarlo con qualche cambio di traiettoria. Le partenze sono state migliori delle volte passate: nella prima manche c’è stata una grande battaglia fino all’ultimo giro con Andrea Del Santo. Per fortuna ce l’ho fatta a passarlo, arrivando così sesto, ovvero primo negli sport e mettendo die-tro anche due expert. Quando sono uscito dal trac-ciato c’erano tutti i miei amici a farmi i complimenti per come ero andato ed ovviamente mi ha fatto molto piacere.Tutto questo mi ha caricato a molla per la seconda manche! Tra una risata e l’altra è trascorsa anche l’ul-tima manche, in cui sono arrivato dietro a Paolo Bel-tramo e Andrea Del Santo; grazie al mio primo posto di prima, però, mi sono portato a casa la vittoria!Ero davvero incredulo e non riuscivo a credere di po-ter salire sul gradino più alto del podio! Questo è stato il frutto di questi primi tre mesi di duro allenamento, chissà un altr’anno cosa combinerò! E’ stata una giornata fantastica tra risate e allegria: sono davvero giorni indimenticabili al di là del risul-tato che ti porti a casa. Questo è il motocross: uno sport meraviglioso dove ogni pilota gareggia per se stesso ma con tanti amici intorno che hanno una gran voglia di divertirsi e passare giornate in allegria!

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madE itdi eldeR FiRino, iMMagini di RobeRto CoRtese

E’ da un po’ che aspetto questa gara perché ero primo nel campionato Regionale MX2 e tutto si decide all’ul-tima prova, dato che la classifica era molto corta.Arrivo a Fara Novarese sabato pomeriggio, preparo tutto per la cena ed anche per il giorno dopo. Un po’ di agitazione c’è sempre e cerco di andare a dormire abbastanza presto per essere attivo presto la domeni-ca.Entriamo per il turno di prove cronometrate: la pista è bella e tutto sembra andare per il verso giusto. Fac-cio il primo tempo in qualifica e mi rendo conto che oggi si può fare se resto concentrato.Nonostante questo vado al pre-parco per la prima manche con un bel po’ di agitazione. Mi metto dietro il cancelletto aspettando che tutti i piloti si schierino. Si abbassa il cancello ed alla prima curva riesco a gira-re secondo: bene così! Neanche il tempo di fare mezzo giro che in fondo al primo discesone succede tutto ciò che all’ultima gara di campionato ti auguri non suc-ceda mai: super cappotone per i primi tre (mentre io ero secondo). Un pandemonio. Mi rialzo subito, per fortuna nessuno si è fatto male. Accendo la moto e riparto ma noto evidenti danni alla moto: passando

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dalla zona segnalatori ho segnalato alla mia fidanzata e al mio team manager di darmi un altra moto perché ho subito capito che non ce l’avrei fatta ad andare fino in fondo con la mia. Finito il giro, effettuo un velocis-simo cambio di transponder e senza pensare troppo alla posizione riprendo la gara concludendo quindi-cesimo.Con un nervoso al limite, risistemo la mia moto nel-la pausa e mi preparo psicologicamente per l’ultima manche dell’anno.Partenza non bella come prima, però con un buon recupero sono riuscito a chiudere quarto. Grazie a questo risultato ed ai denti stretti che ho tenuto nella prima manche, sono riuscito a vincere il campionato Regionale nella categoria Expert MX2 2014.E’ stata una splendida annata ed un complimento sen-tito va a tutti i miei avversari che mi hanno dato pa-recchio filo da torcere fino alla fine. Ne riparleremo l’anno prossimo nella Master!

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l’ultima faticadi RobeRto CoRtese

Novembre, tempo di premiazioni. Ormai l’annata vol-ge al termine ed è il momento di raccogliere i frutti del lavoro fatto durante l’anno. E’ stato un anno duro come sempre ed è proprio per questo motivo che lo ricorderemo. Come ogni fine stagione, ci prendiamo una giornata per festeggiare tutti assieme le lotte, le cadute, i podi e tutti i bei ricordi che ci porteremo die-tro quando questo 2014 finirà.Dove lo faremo? Nella nostra location consolidata del ristorante “Il Mago” di Caluso (TO), in via Belvedere 58. La cerimonia di premiazione ed il pranzo si ter-ranno domenica 30 novembre a partire dalle dieci in-dicativamente.Lo scorso anno abbiamo sperimentato la divisione delle premiazioni in due: una al mattino per i Mini, Young, Epoca e Quad, ed un’altra al pomeriggio su-bito dopo il pranzo, di tutte le altre categorie. Sicco-me abbiamo avuto dei riscontri positivi dai presenti, abbiamo deciso di rinnovare questa formula ed uti-lizzarla anche per quest’anno. L’unica aggiunta per il mattino sarà l’Endurance Scootercross (una delle no-vità dell’anno) ed i Side by Side, i quali seguiranno i

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Quad.Dalle 12.30 alle 14, invece, avremo il pranzo e colgo l’occasione per invitare tutti gli interessati a prenotar-si facendolo presente a Daniela (347 0837040). Dalle 14 in poi, proseguiremo con le categorie 2T, Veteran, MX1, MX2, Over e Femminile.Se volete sapere se sarete premiati, potete consultare il nostro sito e, nelle graduatorie finali, verificare di es-sere tra i nomi evidenziati in giallo. Nel caso vi dove-ste dimenticare di farlo, provvederemo noi ad inviare una missiva direttamente a casa vostra con l’invito a partecipare alla manifestazione. Per tutti coloro che hanno disputato il campionato Endurance, data la vi-cinanza con le premiazioni, vi invitiamo caldamente a consultare la classifica finale per verificare se sarete premiati, in quanto le missive potrebbero non arriva-re in tempo.Speriamo di vedervi in tanti perché ci teniamo a su-gellare l’anno nel migliore dei modi. Ci vediamo al Mago il 30 Novembre!

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pitbikE motard, i prEmiati

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pont dE vaux for dummiEs

testo ed iMMagini di andRea de beni

Raccontare il Mondiale Quad di Pont de Vaux è sem-plice se si conosce la materia. Diverso è cercare di spiegarlo a chi di quad se ne interessa fino ad un cer-to punto, peggio ancora a chi i quad magari stanno sullo stomaco come tre donuts di fila a metà matti-na. Eppure PDV, come lo chiamiamo “noi” quaddisti,

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è qualcosa di talmente unico che non basterebbe un tatuaggio a raccontarne l’affetto che nutrono per lui i suoi seguaci. Che in tutta Europa sono centinaia e non sono solo francesi.Quello che vorrei raccontare, perciò, non è limitato alla parte puramente agonistica, legata al quad fatto e finito, ma qualcosa in più. Qualcosa che possa andare bene per ogni occasione o, come in questo caso, per ogni palato motoristico: a due o quattro ruote, non fa differenza. PDV è un insieme di tante cose: un hap-pening di appassionati come per i motociclisti è l’Er-zberg Rodeo, o l’Hell’s Gate o, ancora, il Motocross delle Nazioni.E’ una gara, sì, ma in realtà si resta affascinati da tutto quello che non per forza è gara. La parata, ad esem-pio, è uno di quei momenti in cui ci si rende conto di quanto i francesi siano diversi da noi: la via centrale della graziosissima cittadina di Pont de Vaux viene in-vasa da centinaia di quad, tutti ordinati in file rigorose e strutturate. Si sale sul podio, si viene presentati dallo storico speaker della manifestazione - un uomo sui cinquanta, brizzolato e atletico, che parlerà ininterrot-tamente per quattro giorni senza mai perdere la voce, fino all’ultimo secondo - e si viene trattati come dei numeri uno, anche se si è degli amatori: l’attenzione è uguale per tutti perché a PDV tutti sono importanti. Niente di eticamente pazzesco: tutti sono clienti, tutti pagano, tutti meritano, tutti possono ritornare l’anno dopo e quindi tutti non vanno trattati come pezze da piedi ma come esseri umani unici, univoci, campio-ni e principianti. Si scende la rampa e si raggiunge la

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propria postazione: guai a non avere il casco, anche se in tutto si percorrono cento metri a passo d’uomo. Il centro si riempie e la gente, a frotte, si accatasta l’una sopra l’altra man mano che le tenebre calano. Quan-do arrivano le dieci di sera, i motori di tutti i mez-zi si accendono e la cittadina trema, nel vero senso della parola. Anche gli uomini, tremano. Di emozio-ne. Qualche minuto e si parte, percorrendo un paio di chilometri in direzione del paddock, dove i mez-zi verranno lasciati fino all’inizio delle ostilità. Ed è in quei due chilometri, che avviene la magia: migliaia di famiglie ha ormai invaso la città, tutti vogliono un piccolo assaggio del mondiale e se lo prendono dan-doti il cinque al tuo passaggio o chiedendoti di aprire il gas al limitatore mentre passi accanto a loro. E’ festa vera, è il carnevale di Rio, trasportato nel motorsport, è l’apoteosi della gioia. Al punto che già solo la parata vale il prezzo del biglietto.La pista è qualcosa di sensazionale: potresti percor-rerla in moto, in quad, con un side-by-side, con un sidecar, con un’autocross, con un pullman, con la bici... Resterebbe sempre e comunque qualcosa di ec-cezionale. Il percorso del PDV nasce in una zona pa-ludosa: d’inverno intravedi le cime dei salti emergere dall’acqua, che allaga tutto il percorso e lo trasforma in un’immensa risaia. D’estate, al mattino, la nebbia si taglia col machete, e capisci che l’umidità, da quelle parti, regna sovrana. Quasi settecento metri di rettili-neo, il marchio di fabbrica del PDV. Una roba che se non la vivi non la comprendi fino in fondo: seicento di quegli stessi metri li percorri in pieno, te ne servo-

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no cinquanta per arrivarci e altri cinquanta di spazio d’arresto. Anche meno se poi il tuo nome lo vedi in cima alla classifica. Capogiro: passare a centotrenta all’ora con il proprio quad accanto al paddock è qual-cosa di incredibile, di assurdo, di immaginifico. Vedi le cose che si sciolgono al tuo passaggio, immagini e colori che svaniscono prima che ne realizzi l’esistenza e il significato.Ora, io non vado forte: sono più le persone che mi doppiano di quelle che mi sorpassano, per intender-ci sui significati. Anche perché quelle che sorpasso io, praticamente non ci sono proprio. Ecco, in questo baillamme di piloti, che a volte mi fanno sentire un birillo del biliardo, raramente mi è capitato di incon-trare qualcuno che, con un gesto del piede, del casco, della mano, non mi abbia ringraziato per il fatto di

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averlo fatto passare o anche solo per non avergli in-tralciato la strada. A PDV tutto diventa più soggetto al fair-play, sarà che tanto di tempo per recuperare ne hai, sarà che non ci sono motivi per rendere gretto qualcosa di gioioso, sarà che ci sono tanti stranieri - e in mezzo, ci siamo anche noi - fatto sta che non puoi non respirare un’aria di rigoroso, eterogeneo, sport.E poi c’è il pubblico. Che si diverte grazie a te, che è lì per te e con te, che ti spinge e ti supporta. Che dopo due giri non capisce più chi è davanti e chi è dietro e allora tifa e basta, per il piacere di vedere delle moto a quat-tro ruote andare forte. E, si badi bene, non per forza si tratta di quaddisti: a Pont de Vaux, ventimila persone pagano il biglietto per vedere i quad e non sempre sono possessori di quad, magari non sono manco motoci-clisti. Sono famiglie, sono ragazzi e ragazze giovani, sono ex piloti, sono harleyisti incalliti oppure hanno appena parcheggiato il loro Honda Goldwing dotato di autoradio nel parcheggio antistante la pista. C’è, in-somma, di tutto un po’. Perché il tifoso del PDV è un amante dello sport punto e basta e tendenzialmente bada più al concetto di pilota che a quello dell’oggetto che viene pilotato. E’ una festa del quad? Di più, è una festa del motorsport ma è anche una festa della Regio-ne in cui la pista si trova e, in definitiva, è una festa di Francia. E il francese, orgoglioso come pochi abitanti della Terra, si vanta di avere una gara del genere in casa sua e la va a vedere, anche se magari gli interessa fino ad un certo punto del quad e tutto il resto.L’ultimo capitolo lo dedico a noi. A noi piloti. Gente comune, gente che il pilota non lo è ma lo fa. Ma che

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per quattro giorni l’anno, lo diventa. Gli italiani che conosco vanno a correre a PDV - vedi l’articolo, bellis-simo, di Roberto Percoco sul numero scorso - perché lo intendono come una vacanza. E in vacanza ci vado con gli amici, per divertirmi e stare bene. E siccome ci piace giocare, in vacanza faccio un gioco con il mio quad, un gioco che si chiama “pondevò”. In vacanza, poi, conosco i miei eroi del quad: quando si attacca la pista in ogni millimetro, non si fanno sconti a nessuno, ma fuori l’atmosfera è miracolosa. Puoi parlare con i tuoi eroi e li trovi sempre rigorosamente disponibili: tutti sanno, anzi tutti sappiamo, che questo è un gio-co, un gioco preso molto seriamente, ma pur sempre un gioco. E non c’è gioco che si faccia volentieri senza sorriso, senza divertimento, senza goliardia e un po’ di sano sfottò. No, decisamente, non la tua solita gara. Ogni disciplina di qualsiasi sport al mondo, dovrebbe avere un Pont de Vaux come quello che noi quaddisti, fortunatamente, abbiamo da ventotto anni.

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un anno di soddisfazionidi Violetta CaValleRi, adele innoCenzi,

MaRy giRotti, ylenia giansanti

Il 2014 è stato per MX GIRLS un anno ricco di soddi-sfazioni. La nostra attività ha avuto un buon riscontro sia nel panorama femminile del fuoristrada, sia come ritorno dagli operatori del settore, sia dalle piste che hanno chiesto di aderire a Piste in Rosa.La Festa della Donna Motocrossista l’8 marzo a Ot-tobiano (PV) ha sancito l’inizio della nostra attività 2014 e ha ottenuto un grande successo in termini di partecipazione (circa una trentina di girls) e di ritor-no d’immagine tramite Social Network.In generale, tutti i campionati femminili quest’anno hanno avuto dei lievi aumenti di partecipazioni; ad esempio, la tappa di Faenza del Trofeo Centro Italia Uisp ha visto al cancelletto ben 20 ragazze.Il Campionato Regionale Piemonte Motoasi quest’an-no ha scoperto volti nuovi, per un totale di 13 parte-cipanti (seppure non a tutte le gare), e per la prossima stagione si prevedono altre new entry a rimpolpare il cancelletto di partenza (nel 2013 il numero di parteci-

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panti era 9).Il Campionato Italiano ha visto anch’esso un aumento (seppur moderato) di iscritte, nonostante la partenza sfortunata a Montalbano Ionico e i costi di partecipa-zione piuttosto elevati.Il 5 Ottobre a Città di Castello (PG) si è tenuto il 2° Raduno Mx Girls presso il Crossodromo G. Ceccari-ni. Circa una ventina di ragazze hanno partecipato già dal sabato pomeriggio: il sabato sera infatti si è svolta una festa presso i locali del MC Baglioni.La domenica le ragazze hanno potuto migliorare la tecnica di guida mettendo in pratica tutti i consigli impartiti dai due Istruttori Federali, Simone Bassini e Stefano Parrini.Gli istruttori erano supportati da quatto piloti d’eccel-lenza : Riccardo Celesti (Campione Regionale Enduro Umbria), Tiziano Peverieri (Campione Italiano Vete-ran Motocross), Floriana Parrini (Vice-Campionessa Italiana di Motocross Femminile) e Fabio Carizia (ot-tavo all’Italiano di Enduro e quinto al Regionale En-duro Marche) che hanno dato spettacolo in pista.Novembre sarà il mese del Rider4Riders, una compe-tizione benefica che si terrà sul circuito di Ottobiano a cui MX GIRLS parteciperà come squadra (motocross e motard).Il 7 Novembre, inoltre, Mx Girls sarà presente all’ EI-CMA nella giornata del “woman friday”: potrete tro-varci presso lo Stand “Gibi Racing” PAD 10 STAND L60.Per Piemontesi e Lombarde il 2 Novembre è in pro-

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gramma un “allenamento collettivo” presso il circuito di Vercelli, una giornata di allenamento per tutte le ragazze che partecipano al Regionale Piemonte e per-chè no, anche ragazze nuove o che non partecipano alle gare.A Dicembre siamo state invitate da Fx Action all’MX RAVE che si terrà presso il circuito di Ottobiano (PV), dove avremo la possibilità di allestire uno stand, gira-re e divertirci in compagnia!Per il 2015 abbiamo in pentola alcune novità che svele-remo più avanti. Ci saranno collaborazioni con i pro-moter dei vari Campionati femminili e alcuni nostri Eventi dedicati solo al gentil sesso.Lo staff di Mx Girls vuole ringraziare MOTOASI.IT per la grande ed importante possibilità di pubblicare ad ogni uscita su INSIDE un nostro articolo, permet-tendoci di parlare un po’ di chi siamo e di che cosa facciamo.Un grazie va anche alle ragazze che hanno parteci-pato ai Campionati Femminili 2014, alle veterane ed alle nuove leve; alle Piste, che ospitano le gare dando sempre il massimo; ai fotografi che immortalano le ragazze e fanno vedere che anche le donne praticano questo meraviglioso sport; a tutti coloro che ci hanno supportato quest’anno e che, speriamo, lo continuino a fare nel futuro! Grazie, da tutto lo staff di Mx Girls Italia: Mariangela Girotti, Martina Beltrandi, Violetta Cavalleri, Adele Innocenzi, Ylenia Giansanti, Monica Fantin e Linda Liverani. Ci vediamo nel 2015!

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mEmorial colombo

di RobeRto CoRtese

E’ passato un anno da quella maledetta ultima prova di Regionale MX2 che non è mai cominciata. Ricordo come se fosse ieri il clima di festa tipico di ogni gara di MOTOASI.IT. La sera prima mi ero concesso di fare un po’ più tardi del solito, infatti sono arrivato in pista con qualche minuto di ritardo rispetto al solito. Nonostante questo intoppo, si percepiva la solita vo-glia di fare, quella voglia di dare tutto perché all’ultima di campionato ti puoi giocare tutto: non puoi correre sulla difensiva perché se cadi rovini tutto. In ogni caso devi attaccare per difendere la tua posizione, nessuno ti regala niente. Le solite chiacchiere di fronte al bar e i consueti riti scaramantici del pre-gara. Programma di gara quasi pronto, il tempo di sistemare le ultime cose e si parte.Poi all’improvviso vedo alcune persone correre verso l’ambulanza chiedendo soccorso in maniera confusa. Non so bene se avessero percepito la portata di ciò che stava accadendo ma si sono buttati a rotta di collo per chiamare medico e volontari della croce rossa. In

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un primo momento si parlava di un signore vittima di infarto nel paddock.Poi sono arrivati altri ragazzi a chiamare Ivo di per-sona. Quello che gli ho sentito dire non potrò mai di-menticarlo purtroppo. “Ivo, vieni per favore. Sembra che ci siano tre ragazzi morti nel loro camper”. Ho sen-tito il sangue gelarsi nelle mie vene e i volti increduli dei pochi che erano attorno alla cabina cronometristi.Nei primi minuti mi sentivo come in una sorta di lim-bo: non potevo credere a ciò che avevo appena udito ed allo stesso tempo mi auguravo che avessero frain-teso le condizioni.La persona che ho visto tornare dalla roulotte era scu-ra in volto e non ci ha dato scampo. Era tutto vero. Tre decessi durante la notte. Una famiglia intera, quella di Luca Colombo, uno dei nostri ragazzi della Young, il quale si era rotto diverse ossa di un braccio durante una caduta in una prova di settembre. Era presente a quello che doveva essere l’ultimo appuntamento im-portante dell’anno solo perché voleva stare in compa-gnia dei suoi amici. Ovviamente assieme all’insepara-bile fratellino Martino ed al papà Fabrizio.Sono stati dei momenti infiniti. Non è affatto sempli-ce affrontare quel genere di situazione perché la pista crea un legame indissolubile tra tutti coloro che la cal-cano: a partire dai piloti, per arrivare ai gestori, agli sbandieratori, agli amici e parenti, arrivando anche ai fotografi come me. Arrivano tante di quelle domande dal tuo lato razionale che cerca di spiegare cosa sia accaduto perché il tuo lato emotivo è in preda al dolo-

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re e allo sconforto. Com’è possibile che persone tanto buone e semplici debbano fare una fine del genere?Non scorderò mai neanche le lacrime che ho visto sui volti di tutti quelli che lentamente abbandonavano il paddock. Un senso di impotenza mi ha costretto a sta-re seduto per diverso tempo prima di riuscire a torna-re alla realtà.Era una situazione davvero difficilmente sostenibile: anche il banale stare lì era un peso davvero difficile da gestire, soprattutto nella consapevolezza che non c’era proprio nulla da fare. Sono quindi tornato a casa e sentire la notizia in tutti i telegiornali locali e nazio-nali è stato un altro colpo duro da buttare giù.Ora è passato un anno. Non so quanti pensino ancora a quel giorno e non so, soprattutto se abbiano avuto una risposta alle proprie domande. Quello che conta è che torneremo a Rivarolo il nove novembre a cele-brare il primo Memorial Colombo in nome di quei tre ragazzi che resteranno per sempre nel nostro cuore. Non ci saranno cancelletti, si girerà come in allena-mento. Il nostro è solo un modo semplice di ricordar-li. Ci sarà, quella si, una breve funzione religiosa alla quale invitiamo tutti a partecipare.La somma che raccoglieremo dalla giornata sarà in-teramente devoluta alla ONLUS fondata dalla signora Licia Colombo, mamma e moglie di Luca, Martino e Fabrizio. Facciamo sentire che noi non dimentichiamo facil-mente.

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3 domandE a bruciapElo

di luCa loMbaRdi

Sta ormai diventando consuetudine quella di raccon-tarvi con discreto anticipo ciò che MOTOASI.IT in-tende implementare per la nuova stagione in arrivo: ecco perché oggi cominciamo a farci dire qualcosa da Yves Valenza, Coordinatore Nazionale dell’attività.

Cominciamo da un bilancio: quali sono state le no-vità di quest’anno e come sono andate?Dal punto di vista dell’attività, nel 2014 siamo stati i primi in Italia a portare in pista i SidebySide; al di là dei numeri registrati, è un passo importante perché ci teniamo a stare al passo coi tempi che cambiano. Ci rivolgiamo da sempre a tutto il pubblico del fuoristra-da e quest’anno abbiamo aggiunto un tassello molto importante a nostro modo di vedere.A parte questo, un’altra novità davvero notevole è sta-ta l’introduzione del monitoraggio dei tempi sul giro in real time da parte del pubblico. Sono davvero po-che le manifestazioni sportive che possono vantarsi di

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un sistema di distribuzione dei risultati in un tempo così ridotto e meno ancora sono gli eventi motoristici che possono dare sfoggio a tale sistema, ovviamente a meno di essere a livello professionistico. Questa è si-curamente una delle pietre miliari dell’annata.Poi ovviamente ci sono un sacco di riconferme che non sto ad elencare ma che sono sotto gli occhi di tut-ti. Come sempre, non stiamo a crogiolarci nei risultati ottenuti ma continuiamo a guardare oltre.

Ora invece spostiamoci sull’anno prossimo, quali news ci sono?Diciamo che per il 2015 ci saranno delle innovazioni strutturali al sistema di attribuzione punti per le gare, sebbene questo sia ancora in fase di test. Contiamo di finire entro anno, di modo da poter annunciare tutto sul prossimo numero di INSIDE. L’idea che sta dietro a questa novità è che vorremmo privilegiare tutti co-loro che partecipano ad una gara, pur finendola fuori dalla zona punti. Non ci sembra corretto che un piloti che resta a casa, prenda gli stessi punti di uno che in-vece viene a correre diligentemente. Su questo faremo qualcosa.Ci saranno anche altre modifiche più piccanti, se mi concedete il termine, ma ne parleremo ampiamente sul prossimo numero che è in uscita il primo di gen-naio 2015. Ah, attenti anche sul versante di INSIDE perché ci sono novità in arrivo anche da lì!

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E per quanto riguarda la sicurezza?Anche da questo lato non siamo stati fermi e ci siamo arrovellati anzi per fornire nuove soluzioni in caso di necessità: come anticipavamo già nel numero scorso, è al vaglio la possibilità di introdurre una sorta di sa-fety car, che nel nostro caso sarà una safety bike, die-tro la quale si dovrà ricompattare il gruppo nel caso di pilota che resti a terra dopo una caduta. L’idea è molto semplice però avrà bisogno di una serie di accorgi-menti dal punto di vista organizzativo che stiamo cer-cando di risolvere al momento.Anche di questo vi parleremo sul prossimo numero, per ora non mi resta che invitarvi alla cerimonia di premiazione del 30 novembre, ci vediamo al Mago!

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focus on - crEscErE

di RobeRto CoRtese

Fine stagione, inevitabilmente tempo di bilanci. E’ un po’ come i compleanni dopo che superi i venticinque anni di età: pensi che sia un giorno come un altro però arrivi la sera a pensare se la tua vita sta davvero andan-do nel verso in cui tu ti sei preposto. Analisi abbastan-za inclemente perché, a meno che non sia stato il tuo anno fortunato, tipicamente ti manca ancora qualcosa per allinearti alla direzione che vorrai prendere. Do-vrai ancora crescere per arrivare al tuo traguardo.In buona sostanza, dovrai ancora acquisire una serie di competenze, esperienze e botte di culo (in quantità variabile), prima di poterti addormentare al prossimo compleanno in santa pace dicendo: “si, ce l’ho fatta”. Io non so voi, ma ancora non ce l’ho fatta. Quello che penso, però, è che non sempre il risultato finale è da valutare come attendibile in sede di riesame dell’anno appena trascorso. Certo, puoi avere vinto il campiona-to nella tua categoria, ma se eravate in tre e due hanno saltato la metà delle gare, hai davvero ottenuto qual-cosa? Parimenti, non aver vinto niente ma aver abbas-

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sato di dieci secondi i propri tempi rispetto all’anno precedente è da contare come sconfitta?Ovviamente no, perché sei cresciuto nel frattempo. Non vi sorprenderà sapere che crescere ha la stessa radice di creare, entrambi i verbi fanno riferimento all’aumento di qualcosa. Sia essa esperienza, altezza, maturazione agonistica, qualunque cosa. Se, dunque, il nostro bilancio è negativo in termini di premi vinti, in parte ci possiamo consolare pensando che siamo migliorati se non altro.Esistono poi una serie di situazioni nelle quali, pur stando fermi, si è creato del valore aggiunto. Non so quanti di voi lo sanno, ma il protocollo WWW, cioè quello su cui si poggia internet, è stato sviluppato al CERN, l’istituto di ricerca che ha sede a Ginevra. Nel-lo sviluppo di un progetto, si sono trovati nella situa-zione di sviluppare un nuovo protocollo di comuni-cazione: questo protocollo non li ha spostati verso il loro obiettivo se non in senso lato. Questo stesso pro-tocollo ha influenzato positivamente il mondo intero qualche anno dopo. Dunque bilancio negativo solo perché a fine anno non ha prodotto risultati apprez-zabili? Non direi.E se non ricadiamo neanche in quest’ultima categoria? Ancora meglio, allora. Non dimentichiamo mai che il motivo vero che ci spinge ogni domenica mattina ad alzarci presto per gareggiare o allenarci (così come in settimana) è ciò che proviamo quando siamo in sella alla moto. Che poi è la stessa calamita che ci riporta indietro dopo un infortunio o dopo un periodo diffi-

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cile. Andare in moto (o quad) è ciò che ci rende felici, ergo, anche da ultimi, il bilancio è pienamente posi-tivo. E’ chiaro che se siete dei tipi competitivi come me, non esperirete una sensazione di soddisfazione, ma in fin dei conti essere felici non significa sorridere sempre.La cosa bella è avere delle difficoltà da affrontare e superare in qualche modo, non tanto superarle in se. Quello che conta è il viaggio, non la meta, è per que-sto che noi siamo fieri di voi, comunque sia andata. Siamo tutti cresciuti in questo anno ed abbiamo crea-to qualcosa di buono.L’anno prossimo faremo anche di meglio, ne siamo certi!

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calEndario novEmbrE

06-09 Cintano (TO)Endurance Scootercross

07-09 Casale Monferrato (AL)Reg. MX1 - Over40 - Femminile - Reg. 2T

13-09 Fara Novarese (NO)Corso Minicross Willy School

14-09 Fara Novarese (NO)Trofeo ASI MX1-MX2-Mini - Reg. 2T

21-09 Rivarolo Canavese (TO)Reg. MX2 - Over50

28-09 Salmour (CN)Regionale Endurance MX- Quad + SidebySide

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Team di Redazione:

Roberto Cortese - Direttore Editoriale/Fotogiornalista

Luca Lombardi - Caporedattore

Andrea De Beni - Redattore

Lorenzo Napoli - Vignettista

Ylenia Giansanti - Redattore

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Special thanks to:

Fabio Bosio - Il mio primo primo

Elder Firino - Made it

Michael Motta - Almost Over

INSIDE#10 Novembre-Dicembre 2014un progetto editoriale di

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