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INSIEME NEL NOME DEI SANTI MONACIvani dell’Ora-torio e per tutti i pre-senti; una serata...

Date post: 31-Jan-2021
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Oratorio San Franco 2 Feste dei Santi 3 Vita Parrocchiale 5 Vita Parrocchiale 6 La Via Crucis ha coinvolto i nostri ragazzi Una ricca agenda di feste tra maggio e giugno Settimana Santa vissuta tra fede e devozione Il ricordo di padre Alfredo Pantalone sacerdote l’editoriale T anti impegni comunitari nel mese di maggio. Abbia- mo cominciato con la festa di san Franco nostro Patrono. E quest’anno, il valore aggiunto è sta- to senz’altro il pellegrinaggio di san Nicola Greco, compatrono di Guar- diagrele e confratello di monastero del nostro amato Santo. Per sottolineare l’evento e solen- nizzarlo come si conviene, abbia- mo allestito un ricco programma di manifestazioni di alto spessore cul- turale – la mostra del Tesoro di san Franco, il convegno sulla comuni- tà dei monaci di Prata – e di gran- de valore spirituale – le celebrazio- ni della Penitenza, dell’Unzione de- gli infermi, la catechesi biblica, la li- turgia delle ore e le Messe solenni – non fatto solo di fuochi pirotecnici e di feste di piazza. Ora ci prepariamo a vivere le due solennità che chiudono la Pasqua: l’Ascensione e la Pentecoste. Con- testualmente, in queste due do- meniche i nostri bambini e ragaz- zi vivranno la prima Comunione e la Cresima. E per fine mese la festa della Mamma Nostra. A giugno, poi, la Tredicina a Sant’Antonio con la festa del 12 e 13 in onore del Santo di Padova e per fine mese le Olimpiadi delle parrocchie a Francavilla che apri- ranno l’estate. Insomma, tanti appuntamenti unici per la nostra comunità che vogliamo vivere in pienezza. Tempo di festa e di amicizia di mons. Michele Masciarelli Docente di Teologia al Seminario Regionale di Chieti La vocazione alla gioia L a gioia c’è quando Dio ci tocca con le sue mani, come dice il poeta: «Quando mi sfioreranno le tue mani immortali, il mio piccolo cuore si smarrisce dal - la gioia e sgorgano parole ineffabi - li» (R. Tagore) . Gli uomini possono essere collaboratori della loro gio- ia, non gli autori. Noi cristiani, poi, sappiamo che la gioia è una grazia pasquale, che deve essere accolta e nutrita, ma, di nuovo, con altri do- ni che vengono dall’alto: il Vangelo, il pane eucaristico, le ispirazioni, i doni dello Spirito. (continua a pag. 7) La Pasqua è un ossimoro: è morte e vita, umiliazione e vittoria, dolore e gioia. È sull’ultima parola che vale la pena fermarsi in riflessione som- messa e raccolta, perché la gioia è il culmine della Pasqua. Sarebbe di- sastroso non arrivare a quel culmi- ne, ma fermarsi alla tristezza del- la Croce: il nostro vero problema è quello di salire fino alla cima del colle pasquale. La gioia è grazia prima d’essere impegno: è grazia pasquale soprattutto. Anzi, la gioia non la si può avere senza un umi- le riconoscimento della propria po- chezza e della propria insufficien- za: la pace non è un prodotto delle mani dell’uomo, ma di Dio. D al 3 al 6 maggio la no- stra comunità parroc- chiale ha vissuto un evento unico e straordina- rio: la “peregrinatio” di san Nicola Greco, compatrono di Guardiagrele e confratel- lo di san Franco. L’urna con le spoglie del Santo monaco basiliano ha sostato anche nella nostra chiesa in occa- sione dell’Anno Nicolaiano indetto per celebrare il pri- mo millenario del suo transi- to al cielo. (cronaca a pag. 3) Parrocchia Matrice Santa Maria Maggiore Piazza San Franco, 1 66023 FRANCAVILLA AL MARE (CH) tel: 085 817338 - fax: 178 222 9768 web: http://www.santamariamaggiore.net e-mail: [email protected] Il parroco don Rocco D’Orazio è disponibile al numero: 338 485 3607 e-mail: [email protected] - [email protected] Anno IV, n° 3 - Maggio - Giugno 2012 Pro-Manuscripto - Stampato in proprio (Non in vendita) INSIEME NEL NOME DEI SANTI MONACI la peregrinatio San Nicola pellegrino Chiamati alla gioia
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  • Oratorio San Franco 2 Feste dei Santi 3 Vita Parrocchiale 5 Vita Parrocchiale 6La ViaCrucis hacoinvoltoi nostriragazzi

    Una riccaagendadi festetra maggioe giugno

    SettimanaSantavissutatra fede edevozione

    Il ricordodi padreAlfredoPantalonesacerdote

    l’editoriale

    T anti impegni comunitari nel mese di maggio. Abbia-mo cominciato con la festa di san Franco nostro Patrono. E quest’anno, il valore aggiunto è sta-to senz’altro il pellegrinaggio di san Nicola Greco, compatrono di Guar-diagrele e confratello di monastero del nostro amato Santo.

    Per sottolineare l’evento e solen-nizzarlo come si conviene, abbia-mo allestito un ricco programma di manifestazioni di alto spessore cul-turale – la mostra del Tesoro di san Franco, il convegno sulla comuni-tà dei monaci di Prata – e di gran-de valore spirituale – le celebrazio-ni della Penitenza, dell’Unzione de-gli infermi, la catechesi biblica, la li-turgia delle ore e le Messe solenni – non fatto solo di fuochi pirotecnici e di feste di piazza.

    Ora ci prepariamo a vivere le due solennità che chiudono la Pasqua: l’Ascensione e la Pentecoste. Con-testualmente, in queste due do-meniche i nostri bambini e ragaz-zi vivranno la prima Comunione e la Cresima. E per fine mese la festa della Mamma Nostra.

    A giugno, poi, la Tredicina a Sant’Antonio con la festa del 12 e 13 in onore del Santo di Padova e per fine mese le Olimpiadi delle parrocchie a Francavilla che apri-ranno l’estate.

    Insomma, tanti appuntamenti unici per la nostra comunità che vogliamo vivere in pienezza.

    Tempo difesta e diamicizia

    di mons. Michele MasciarelliDocente di Teologia al

    Seminario Regionale di Chieti

    La vocazione alla gioia

    L a gioia c’è quando Dio ci tocca con le sue mani, come dice il poeta: «Quando mi sfioreranno le tue mani immortali, il mio piccolo cuore si smarrisce dal-

    la gioia e sgorgano parole ineffabi-li» (R. Tagore). Gli uomini possono essere collaboratori della loro gio-ia, non gli autori. Noi cristiani, poi, sappiamo che la gioia è una grazia pasquale, che deve essere accolta e nutrita, ma, di nuovo, con altri do-ni che vengono dall’alto: il Vangelo, il pane eucaristico, le ispirazioni, i doni dello Spirito.

    (continua a pag. 7)

    La Pasqua è un ossimoro: è morte e vita, umiliazione e vittoria, dolore e gioia. È sull’ultima parola che vale la pena fermarsi in riflessione som-messa e raccolta, perché la gioia è il culmine della Pasqua. Sarebbe di-sastroso non arrivare a quel culmi-ne, ma fermarsi alla tristezza del-la Croce: il nostro vero problema è

    quello di salire fino alla cima del colle pasquale. La gioia è grazia prima d’essere impegno: è grazia pasquale soprattutto. Anzi, la gioia non la si può avere senza un umi-le riconoscimento della propria po-chezza e della propria insufficien-za: la pace non è un prodotto delle mani dell’uomo, ma di Dio.

    D al 3 al 6 maggio la no-stra comunità parroc-chiale ha vissuto un evento unico e straordina-rio: la “peregrinatio” di san Nicola Greco, compatrono di Guardiagrele e confratel-lo di san Franco. L’urna con le spoglie del Santo monaco basiliano ha sostato anche nella nostra chiesa in occa-sione dell’Anno Nicolaiano indetto per celebrare il pri-mo millenario del suo transi-to al cielo.

    (cronaca a pag. 3)

    Parrocchia Matrice Santa Maria MaggiorePiazza San Franco, 1

    66023 FRANCAVILLA AL MARE (CH)

    tel: 085 817338 - fax: 178 222 9768web: http://www.santamariamaggiore.net

    e-mail: [email protected] parroco don Rocco D’Orazio

    è disponibile al numero: 338 485 3607e-mail: [email protected] - [email protected]

    Anno IV, n° 3 - Maggio - Giugno 2012 Pro-Manuscripto - Stampato in proprio (Non in vendita)

    INSIEME NEL NOMEDEI SANTI MONACI

    la peregrinatio✎

    San Nicolapellegrino

    Chiamati alla gioia

  • 2 Camminiamo INSIEME

    Anno IV, n° 3 - Maggio - Giugno 2012 Oratorio San Franco

    Commovente rievocazione della Via Crucis vivente quella di sabato 31 marzo a piazza Porta Ripa presso il Paese alto a Francavilla. A proporla gli oltre cinquanta ragazzi dell’Ora-torio San Franco, tra cui i cresiman-di, molto bravi e soprattutto consa-pevoli del ruolo e del momento. L’at-mosfera, come sempre suggestiva, ha coinvolto tutti i fedeli presenti nella meditazione e nella preghiera

    U na bella espe-rienza per i gio-vani dell’Ora-torio e per tutti i pre-senti; una serata bel-lissima, con tanta gente che ha prega-to intensamente e apprezzato la perfor-mance dei nostri at-tori in erba.

    “Questi nostri ra-gazzi – è stato scrit-to a commento del-le foto pubblicate sul profilo facebook, nuovo canale di in-formazione giovane – stanno sboccian-do alla vita in un am-biente di amicizia e di spiritualità”.

    E la particolare com-mozione nel vede-

    re continuare questa manifestazione con il passaggio di testimo-ne alla nuova gene-razione: i protagoni-sti di oggi, alla prima edizione, erano bam-binetti, molti di essi, i più grandicelli, par-teciparono vestiti tra la folla dei figuranti, c’erano anche le loro mamme.

    Giunta alla IX edizio-ne, la Passione di Ge-sù è stata raccontata in cinque scene: l’ulti-ma cena, la preghiera del Figlio all’orto de-gli ulivi e la cattura di Gesù, l’interrogatorio nel Sinedrio, il dialo-go con Ponzio Pilato e poi su fino al Golgota

    per la crocifissione.A fare da cornice so-

    no state piazza Porta Ripa, il giardino di Vil-la Perenich e la gran-de scalinata che ha reso ancora più sug-gestiva tutta la rap-presentazione.

    I ragazzi-attori han-no anche prestato le loro voci ai personag-gi interpretati e il ri-sultato, mixato con alcune colonne sono-re scelte tra le più co-nosciute, è stato ec-cellente; complice an-che la calda serata primaverile.

    Ad arricchire la Via Crucis, la tradiziona-le partecipazione del coro del Miserere di-retto dal M° Fausto Esposito, che ha in-terpretato i canti del-la Passione rendendo ancora più solenne la serata.

    Un grazie particola-re va ai catechisti per il grande lavoro: so-no suor Giovanna Or-sini, Tiziana Di Peco e

    Fiorenzo Di Giacomo (non erano presenti alla serata perché in quei giorni è nata lo-ro Irene... tanti augu-ri!), Fabrizio Russo e Giovanna Matricardi, Tommaso la Selva e Francesco Di Quinzio che si è prestato an-che come attore.

    Un grazie since-ro anche a tutti i col-laboratori che han-no reso materialmen-te possibile la riusci-ta della rappresenta-zione: Alfonso Lamo-naca, Rocco Caval-lucci, Rocco Di Quin-zio, Carlo Storto, Pie-ro Piattelli per l’as-semblaggio delle sce-ne, con la sempre va-lida collaborazione di Gaetano Marinelli che ha anche preparato le suggestive fiaccole.

    Grazie ad Aristide Di Cosmo e Giorgio Scocco per la parte elettrica e audio a Ni-co D’Aviero alle luci e Marika Russo al mi-xer voci.

    La Via Crucisdell’Oratorio

    Sabato 24 marzo con tutti i bambini del catechismo

    Tra immagini e preghiereper imitare il Crocifisso

    O gni venerdì di Quare-sima nella nostra par-rocchia si è svolto il pio esercizio della Via Crucis, partecipato da un gran nu-mero di fedeli.

    Anche i bambini del cate-chismo, guidati dal parroco don Rocco e dalle catechi-ste, quest’anno hanno vissu-to un pomeriggio dedicato al-la preghiera, alla riflessione e alla spiegazione delle stazio-ni della Via Crucis.

    E così, il 24 marzo, con la vi-sione di alcune slides e con la lettura dei relativi brani, don Rocco ha illustrato ai picco-li il cammino di Gesù verso il Calvario.

    Un clima di partecipazione e di silenzio ha contraddistin-to l’esperienza di fede. Così i bambini hanno espresso con entusiasmo la voglia di rivi-vere momenti simili che aiu-tano la formazione e la cre-scita nell’amicizia con Gesù.

    Siamo al rush finale della scuo-la. Inconbono scrutini ed esa-mi. Quale migliore occasione per studiare di più. Vi invitiamo, per-tanto, a voler approfittare del servizio di aiuto allo studio che con fatica ab-biamo organizzato assieme alle Istitu-zioni scolastiche e l’associazione “Gli amici di Marco Lorito”. Vi comunichia-mo che alcuni insegnanti hanno spo-stato il giorno di lezione: il prof. Mor-gia (Fisica e chimica) va al mercole-dì; la prof.sa D’Alessandro (Matema-tica) va al martedì; la prof.sa Monaco (Inglese per le Superiori) passa da ve-nerdì a martedì lasciando il lunedì per i ragazzi delle medie. Quindi vi chie-diamo di avvisarci sempre con la mail [email protected] per prendere le prenotazioni e av-visare per tempo i docenti.

    ■ RUSH FINALEAiuto per lo studioda cogliere al volo

    DOPOSCUOLA

    Dal 9 al 14 luglio proponiamo un campo scuola formativo per i ragazzi di scuola media e superiore. Il campo si svolgerà a Musellaro di Bolognano (PE) presso l’ostello LaCrus. Si vivrà anche una forte esperienza di crescita umana e cristiana. Non man-cheranno momenti di gioco e di contatto con la na-tura incontaminata. Il costo del campo ammonta ad € 100,00 comprendete alloggio, uso della struttura e vitto quotidiano. Le iscrizioni e l’acconto (€ 30,00) devono essere consegnati entro il 27 maggio.

    Mercoledì 20 giugno rivolgiamo a tutti l’invito a partecipare all’udienza del Papa in piazza San Pie-tro a Roma. Dopo l’udienza avremo modo di visita-re la basilica dell’Apostolo e la tomba del beato Gio-vanni Paolo II. Questo il programma in dettaglio: ore 5.00 partenza dal belvedere san Franco; ore 8.00 ar-rivo a Roma e sistemazione in piazza san Pietro; ore 12.30 pranzo al sacco; ore 14.00 visita alla basili-ca di san Pietro e tempo libero; ore 16.00 partenza per il santuario della Madonna del Divino Amore; ore 17.00 santa Messa nel santuario e tempo libero; ore 18.00 partenza per Francavilla al Mare; ore 21.00 ri-entro a Francavilla al Mare. La quota di partecipazio-ne ammonta ad € 18,00 pro capite.

    ■ IL CAMPOSCUOLAGrande occasione di amiciziae forte esperienza di crescita

    ■ L’UDIENZA A ROMADa Papa Benedetto per essereconfermati nella fede comune

    GLI APPUNTAMENTI

    L’annuale assemblea diocesana dei catechisti, tenutasi a Vasto il 22 gennaio 2012, ha avuto come tema “Porta fidei” (La porta della Fe-de), ripreso dalla lettera apostolica di Benedetto XVI con la quale ha indetto per l’ottobre 2012 l’anno della Fede.

    I lavori assembleari hanno avuto riguardo innanzitutto a tre fondamentali quesiti posti ai catechisti.

    Perché un anno della Fede?La risposta è duplice. La prima ragione nasce dal cuo-

    re della Chiesa e cioè il bisogno di riscoprire la centrali-tà della Fede. C’è la necessità di trovare nuovo slancio e la purezza della Fede. La seconda nasce da una ragio-ne socio-culturale. Questa è la prima generazione nella storia recente (almeno a partire dagli anni ’80) per cui è naturale non credere.

    Quali sono le finalità dell’anno della Fede?Innanzitutto ravvivare la Fede in chi già crede. Accen-

    dere, quindi, di nuovo l’esperienza del primo incontro con Dio e vivere la propria vita cercando di piacere a lui solo. Infine annunciare l’amore di Dio a chi non crede.

    Come vivere l’anno della Fede?La vera risposta a questa domanda sta nel titolo: “La

    porta della Fede”. È questa la chiave. Occorre vivere l’anno della fede come l’attraversamento di una porta. La soglia di incontro-scontro di due realtà: luce-tenebre, conoscenza-non conoscenza, ecc. In particolare le so-glie da varcare sono di due tipi: quella varcata da chi ha fatto il passo verso Dio, da chi crede e che nuovamente deve rinnovarsi; quella, poi, di chi non ha esperienza di Dio, pensa di non credere e non ha fatto questo passo.

    Ma, in concreto, come vivere l’anno della Fede nella vita parrocchiale?

    • Incrementando gli itinerari di spiritualità, che ci fanno vivere l’amore di Dio; la Lectio Divina, l’ado-razione, gli esercizi spirituali.

    • Incrementando i percorsi di riflessione in cui co-noscere meglio la nostra fede. Riscoprire il Conci-lio Vaticano II ed il Catechismo della Chiesa.

    • Incrementando le esperienze di dialogo e di an-nuncio attraverso le quali crescere.

    In sintesi, il modo migliore per vivere l’anno della Fede è svegliarsi ogni mattina e ricominciare a credere.

    l’assemblea diocesana dei catechisti✎

    Crescere nella fede

  • 3Camminiamo INSIEME

    Anno IV, n° 3 - Maggio - Giugno 2012Feste dei Santi

    Sabato 19 maggio, il comitato di quartie-re di san Bernardino ha pensato di organiz-zare una giornata di festa in onore del San-to. Così, tra mercatini, musica e fuochi d’ar-tificio è previsto un momento di fede. Al mattino, alle ore 10.30, nella chiesa di san Bernardino si celebra la santa Messa. A se-guire, la processione eucaristica nelle stra-de intorno al quartiere fino alla casa delle suore con rientro in chiesa per la benedi-zione e la conclusione. Nel pomeriggio e fi-no a sera la festa continua con musica e di-vertimento.

    Il 30 maggio concludiamo insieme il me-se mariano. Per questo, piuttosto che rifar-ci a devozioni nate di recente, intendiamo recuperare l’antica festa della Mamma No-stra che da secoli si venera a Francavilla al Mare.

    Si pensi che, nel giorno della festa, era sta-ta concessa dalla Santa Sede persino l’indul-genza plenaria a significato dell’importanza della ricorrenza. E noi abbiamo richiesto al-la Penitenzeria Vaticana l’autorizzazione a ripristinare tale prassi di fede.

    Questo il programma: nella chiesa di sant’Antonio, alle ore 9.00 del mattino si celebra l’ufficio delle letture e le lodi.

    In serata, alle ore 18.30 l’esposizione del SS.mo Sacramento e il canto dei vespri so-lenni. A seguire la santa Messa, quindi la processione aux flambeaux con il quadro della Mamma Nostra nel Paese alto. A con-clusione, alle ore 21.00, il concerto di mu-sica sacra del coro “Moti armonici” diretto dal M° Maria Gabriella Ciaffarini.

    Il 12 e 13 giugno prossimi, si celebra la tradizionale festa di sant’Antonio nella chie-sa del convento Michetti.

    Così, dal 31 maggio al 12 giugno si ce-lebra la tradizionale “Tredicina” in onore di sant’Antonio. Alle ore 18.30 esposizione del SS.mo Sacramento, canto dei vespri e benedizione eucaristica. A seguire, si cele-bra la santa Messa.

    Il 12 giugno alle ore 12.00, l’apertura dei festeggiamenti con salve di bombe. In se-rata, alle ore 19.00 la santa Messa durante la quale ci sarà la benedizione dei bambini battezzati nell’ultimo anno; alle ore 20.30 in piazza Michetti stand gastronomici e mu-sica con i “Pentagramma”.

    Il 13 giugno alle ore 8.00 è prevista l’aper-tura dei festeggiamenti con salve di bombe e giro per le vie del quartiere della banda di Ripa Teatina. Alle ore 8.30 la santa Messa e la benedizione del pane dei poveri. Altre Sante Messe alle ore 10.30 e 19.00. Al ter-mine di quest’ultima segue la processione con l’effigie del Santo per le vie del quartie-re con incendio di fragorose batterie.

    In serata, alle ore 20.30 in piazza Michet-ti musica e divertimento con l’orchestra “Rapsodia” e la performance dello show man Tony Russi.

    ■ LA MAMMA NOSTRAA chiusura del mese marianoil recupero dell’antica festa

    ■ SANT’ANTONIOIl 12 e 13 giugno la festa preceduta dalla Tredicina

    ■ SAN BERNARDINOIl mattino di sabato 19 maggiola Messa e la processione

    LE ALTRE FESTE

    U n ricco programma ha ca-ratterizzato i giorni di fe-sta. Giovedì 3 maggio, al-le 20.30, sul sagrato della chiesa di sant’Antonio è stata accolta solen-nemente l’urna di san Nicola Greco dal parroco don Rocco, dalla Confra-ternita, dalle autorità civili e militari e da tanti fedeli.

    Da piazza Michetti si è snodata la processione verso la chiesa parroc-chiale dove don Nicola del Bianco, parroco di Guardiagrele, ha celebra-to la santa Messa solenne, animata dal coro dei ragazzi dell’Oratorio san Franco.

    Le parole del parroco, condivise da don Nicola – “sono visibilmen-te commosso perché dopo mille an-ni san Nicola Greco e san Franco si sono incontrati di nuovo” – sono sta-te il filo rosso della celebrazione eu-caristica.

    Venerdì 4 maggio, poi, al matti-no, la recita dell’ufficio delle letture e delle lodi; è seguito un incontro nella chiesa madre con bambini, ragazzi e giovani delle scuole di Francavilla assieme ad un gruppo di studenti te-deschi che, dopo una presentazione bilingue e la visita all’urna di san Ni-cola Greco, hanno visitato la mostra del Tesoro di san Franco, sapiente-mente allestita dall’avvocato Antonio D’Argento.

    Guide speciali della mostra, i ra-gazzi dell’Oratorio, che opportuna-mente preparati da D’Argento, han-no illustrato le caratteristiche dei pezzi in esposizione, e specialmente il preziosissimo Ostensorio di Nicola da Guardiagrele datato 1413.

    Nel pomeriggio, poi, l’adorazione eucaristica con i vespri solenni e la Santa Messa, durante la quale è sta-to conferito il sacramento dell’Unzio-ne degli Infermi agli anziani e amma-lati presenti, accompagnati dal grup-po locale dell’Unitalsi. La serata si è conclusa con la celebrazione comu-nitaria delle confessioni.

    Sabato 5 maggio, dopo la recita dell’ufficio delle letture e delle lodi, si è svolto un convegno nella sala con-siliare del Municipio francavillese al termine del quale è stata sancita la volontà di ratificare ufficialmente un gemellaggio tra i Comuni di Franca-villa al Mare e Guardiagrele nel no-me della fede, della cultura e dello

    sviluppo socio-economico del nostro territorio.

    Nel pomeriggio, oltre agli incon-tri di catechismo regolarmente svol-ti, e la visita dei ragazzi alla mostra del Tesoro di san Franco, è stato ce-lebrato un altro importante evento: l’intitolazione delle nuove stanze del nostro oratorio parrocchiale ai sette Santi monaci basiliani, confratelli di san Franco (sant’Ilarione, san Nico-la Greco, san Giovanni, san Rinal-do, sant’Orante, san Falco) e il ge-mellaggio con i ragazzi dell’oratorio di Guardiagrele.

    Per l’occasione, Michele De Lu-ca, presidente dell’oratorio di Guar-diagrele, a nome di tutti gli iscritti, ha voluto lasciare alla nostra comu-nità un crocifisso in ferro dell’artista guardiese Di Prinzio. Quindi, i nostri ragazzi, gioiosi ed entusiasti, hanno animato la santa Messa solenne in-sieme agli amici ospiti.

    La serata si è conclusa con una fe-sta in piazza dedicata ai giovani con balli di gruppo e karaoke fino a tar-da serata: insomma divertimento al-lo stato puro per tutti i nostri amici.

    Domenica 6 maggio, programma delle celebrazioni quasi regolare. Durante la santa Messa delle 10.30 il piccolo Enrico ha ricevuto il Batte-simo, e nel pomeriggio sono state accolte le confraternite della diocesi per solennizzare il saluto a san Nico-la Greco che è rientrato a casa.

    I confratelli presenti, dopo la visi-ta alla mostra del tesoro, hanno par-tecipato ad una catechesi biblica te-nuta da don Rocco su un brano del Vangelo di Giovanni (15,1-8). Alle ore 19.00, la santa Messa solenne.

    Al termine, il commosso ringrazia-mento del prof. Altorio, a nome del parroco e del comitato dell’Anno Ni-colaiano.

    Quindi, è partito il corteo. Usciti in piazza san Franco, a ricordo delle giornate trascorse, è stata svelata la lapide marmorea apposta sulla pare-te sinistra della chiesa di Santa Ma-ria Maggiore, sulla quale è impres-so il ricordo di questi giorni di grazia. Poi un corteo ha riaccompagnato sul sagrato della chiesa di sant’Antonio l’urna di san Nicola Greco che ha ri-preso la via per Guardiagrele.

    Dopo le celebrazioni religiose, la serata ha visto protagonista una piazza visibilmente divertita dallo spettacolo musicale de “L’Angelo e i birbanti”.

    Lunedì 7 maggio, alle 7.45 il fe-stoso richiamo dei fuochi d’artifi-cio ha ricordato a tutti la festività del santo Patrono francavillese. Come tradizione, dall’abitazione di Rocco Cappelletti in contrada Piane è par-tita la processione con il “dono”: tan-ti bambini vestiti da angioletti intor-no al quadro di san Franco. All’arri-vo, nella chiesa parrocchiale la cele-brazione della santa Messa solenne con i parroci della zona pastorale.

    In serata, dopo la celebrazione eu-caristica, la processione con l’effigie di san Franco per le vie del paese al-to. È seguita la festa in piazza con lo spettacolo di Gigione e Jo Donatel-lo che hanno coinvolto un pubblico davvero numeroso e molto divertito. A conclusione della serata, i fuochi pirotecnici dal pontile a mare.

    A conclusione dei cinque giorni di festa, il ringraziamento del parro-co a Rocco Cappelletti e al Comitato per il grande impegno profuso: per il prossimo anno si è reso disponibile a coordinare la festa di maggio Vin-cenzo Di Peco.

    Grazie anche ai collaborato-ri dell’oratorio per il notevole lavo-ro nello stand gastronomico che ha contribuito, pur se il ricavato è sta-to minimo, al sostegno della festa; ai ragazzi per l’impegno nell’alle-stimento e nella gestione della mo-stra del tesoro di san Franco; a co-loro che hanno preparato, animato e reso solenni le liturgie e a tutti quelli che hanno dato il loro contributo.

    Comunità unitenel nome dei Santidalla prima

  • 4 Camminiamo INSIEME

    Anno IV, n° 3 - Maggio - Giugno 2012 Calendario

    19 Sab (matt.) Festa di san Bernardino da Siena 10.30 Santa Messa (chiesa san Bernardino) 11.30 Processione eucaristica fino alla casa delle suore domenicane

    (pom.) Vigilia della solennità dell’Ascensione del Signore – B 19.00 Santa Messa e conferimento del sacramento della Confermazione (chiesa parrocchiale)

    20 Dom Solennità dell’Ascensione del Signore – B 8.00 Santa Messa (Madonna delle Grazie) 10.30 Santa Messa con prime Comunioni (chiesa parrocchiale) 11.30 Processione con l’immagine del Cristo Risorto 19.00 Santa Messa (chiesa parrocchiale)

    26 Sab Vigilia della solennità di Pentecoste – B La Santa Messa delle ore 19.00 non sarà celebrata 21.00 Veglia di Pentecoste e consegna del sale e della luce ai nuovi cresimati (chiesa sant’Antonio)

    27 Dom Solennità di Pentecoste – B 8.00 Santa Messa (santuario Madonna delle Grazie) 10.30 Santa Messa con prime Comunioni (chiesa parrocchiale) 19.00 Santa Messa (chiesa parrocchiale)

    30 Mer Festa della beata Vergine Maria, Mamma nostra Conclusione comunitaria del mese mariano 9.00 Ufficio delle letture e Lodi mattutine (chiesa sant’Antonio) 18.30 Vespri e benedizione eucaristica (chiesa sant’Antonio) 19.00 Santa Messa (chiesa sant’Antonio) 20.00 Processione con il quadro della Mamma Nostra

    31 Gio Festa della Visitazione della beata Vergine Maria Inizio della tredicina in onore di sant’Antonio di Padova 18.30 Vespri e benedizione eucaristica (chiesa sant’Antonio) 19.00 Santa Messa (chiesa sant’Antonio)

    2 Sab Vigilia della solennità della SS.ma Trinità – B 19.00 Santa Messa (chiesa sant’Antonio)

    3 Dom Solennità della SS.ma Trinità – B 8.00 Santa Messa (santuario Madonna delle Grazie) 10.30 Santa Messa e celebrazione del sacramento del Battesimo (chiesa parrocchiale) 19.00 Santa Messa (chiesa sant’Antonio)

    9 Sab Vigilia della solennità del SS.mo Corpo e Sangue di Cristo – B 19.00 Santa Messa (chiesa sant’Antonio)

    10 Dom Solennità del SS.mo Corpo e Sangue di Cristo – B 8.00 Santa Messa (Madonna delle Grazie) 10.30 - 19.00 Sante Messe (chiesa parrocchiale) 20.00 Processione eucaristica

    12 Mar Vigilia della festa di sant’Antonio di Padova 19.00 Santa Messa e benedizione dei bambini battezzati nell’ultimo anno (chiesa sant’Antonio)

    13 Mer Festa di sant’Antonio di Padova 8.30 Santa Messa e benedizione del pane dei poveri (chiesa sant’Antonio) 10.30 Santa Messa (chiesa sant’Antonio) 19.00 Santa Messa (chiesa sant’Antonio) 20.00 Processione con l’effige del Santo per le vie della Città

    15 Ven Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù – B 19.00 Santa Messa (chiesa sant’Antonio)

    16 Sab Vigilia della XI domenica del tempo Ordinario – B 19.00 Santa Messa (chiesa sant’Antonio)

    17 Dom XI del tempo Ordinario – B 8.00 Santa Messa (santuario Madonna delle Grazie) 10.30 - 19.00 Sante Messe (chiesa parrocchiale)

    20 Mer Feria del tempo Ordinario Partecipazione all’udienza generale del Santo Padre, Papa Benedetto XVI in piazza san Pietro al Vaticano

    23 Sab Vigilia della solennità della Natività di san Giovanni Battista 19.00 Santa Messa (chiesa sant’Antonio)

    24 Dom Solennità della Natività di san Giovanni Battista 8.00 Santa Messa (santuario Madonna delle Grazie) 10.30 Santa Messa (chiesa parrocchiale) 19.00 Santa Messa (chiesa parrocchiale)

    29 Ven Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo 19.00 Santa Messa (chiesa sant’Antonio)

    30 Sab Vigilia della XII domenica del tempo Ordinario – B 19.00 Santa Messa (chiesa sant’Antonio)

    MAGGIO GIUGNO

    Sabato 12 maggio i bambini che ricevono la prima Comu-nione e i ragazzi della Cresi-ma hanno vissuto una giornata di ri-tiro presso il santuario di san Gabrie-le ad Isola del Gran Sasso. Una gior-nata molto impegnativa che ha visto i due gruppi lavorare molto con i ri-spettivi catechisti.

    Partiti dal belvedere san Franco al-le 8.30 del mattino, il gruppo è giun-to alle pendici del Gran Sasso intorno alle 10.00. Subito merenda e quindi al lavoro. Il pellegrinaggio della dio-cesi di Spoleto ha impedito una siste-mazione nella struttura dei padri pas-sionisti, ma lo spirito di adattamento e la voglia di stare insieme hanno fat-to superare il piccolo inconveniente.

    Così, i bambini si sono sistema-ti nel campo sportivo mentre i più grandi nell’area attrezzata con i tavo-li e le panche. E hanno lavorato so-do, i primi rispondendo a domande riguardanti l’Eucaristia, gli altri riflet-tendo sul brano del vangelo di Mat-teo che li invitava ad essere sale e luce del mondo.

    Dopo il pranzo, la visita sulla tomba di san Gabriele per una breve spie-gazione e una preghiera e poi tem-po per le confessioni. Un pomeriggio molto intenso. Tutti si sono accostati al sacramento del perdono.

    Sulla via del ritorno, sosta a Pineto per una passeggiata in riviera e un ge-lato in amicizia. In prima serata il rien-tro a Francavilla al Mare, felici per la bella giornata trascorsa insieme e ca-

    richi di amore per Gesù che verrà ad abitare nel loro cuore e darà lo Spirito Santo per la missione nella Chiesa.

    Questi i ragazzi che ricevono la prima Comunione nei due turni del 20 e 27 maggio: Camilla Acerra, Massimo Baldassarre, Andrea Bru-netti, Noemi Catena, Francesca De Marco, Giovanni Di Rito, Andrea Do-natelli, Andrea Di Domenica, Mattia Di Marcantonio, Lorenzo Farioli, Ro-berto Giaquinto, Martina Marinaccio, Mirko Moretta, Domenico Musinskis; Emanuele Piattelli, Ludovica Piattel-li, Matteo Piccioni, Emanuele Rapi-no, Alisia Sprecacenere, Lorenzo Sprecacenere, Fabrizio Stella.

    E poi, Valentina Campli, Nancy D’Alleva, Giorgia De Luca, Eleono-ra De Marco, Andrea Di Giacomo, Benedetta Falcone, Giulia Gianpie-tro, Aurora Lamonaca, Luca Leon-zio, Desiree Medoro, Emily Pantalo-ne, Gabriele Perpetuo, Lorenzo Per-petuo, Aurora Sciamanda, France-sca Scocco, Elena Squicciarini, An-drea Zappacosta.

    Questi i ragazzi della Cresima: Be-atrice Baldassarre, Giorgia Ballone, Giorgia Casoraro, Pierluigi Ciofani, Debora De Luca, Paolo Di Quinzio, Silvio Luciani, Alessandro Macera, Chiara Mangifesta, Francesco Ma-rinaccio, Antonio Marinucci, Andrea Miccoli, Aurora Miccoli, Giulia Micco-li, Silvia Miconi, Francesco Perfetti, Chiara Ranieri, Alessandro Rapino, Stefano Rapino, Marika Russo, Da-vide Silvestri.

    Lunedì - Venerdì (sant’Antonio)ore 18.45 Vespri - ore 19.00 Santa Messa

    Giovedì (sant’Antonio)ore 18.00 Adorazioneore 18.45 Vespri - ore 19.00 Santa Messa

    Sabato e vigilie (sant’Antonio)ore 18.45 Vespriore 19.00 Santa Messa

    Domenica e solennitàore 8.00 Santa Messa (Madonna delle Grazie)

    ore 10.30 - 19.00 Sante Messe (chiesa parrocchiale)

    ORARIO DELLE LITURGIE

    Prime Comunioni e Cresime nel mese di maggio

  • 5Camminiamo INSIEME

    Anno IV, n° 3 - Maggio - Giugno 2012Vita Parrocchiale

    S ettimana Santa, centro di tutto l’anno liturgico. È iniziata con la domenica delle Palme. La celebrazione ci ha fatto rivivere le due tra-dizioni che vengono a confluire in questa domenica: quella “ge-rosolimitana”, che ricorda l’in-gresso trionfale di Gesù a Geru-salemme, e quella romana che ha come centro la meditazione della Passione del Signore.

    Numerosi i fedeli riuniti nel-la piazza antistante il Conven-to Michetti che dopo la benedi-zione dei rami d’ulivo e l’ascol-to del vangelo che raccontava appunto l’ingresso di Gesù in Gerusalemme, insieme al par-roco si sono diretti in proces-sione verso la chiesa parroc-chiale tra canti e salmi di festa per la celebrazione della Santa Messa solenne.

    A fare da cornice la Confrater-nita del Santissimo Sacramen-to e un vivace gruppo di bam-bini con i loro ramoscelli d’uli-vo in mano.

    Durante l’ascolto del raccon-to della Passione del Signore tratto dal Vangelo di Marco, la comunità è stata in orante si-lenzio, quasi stesse vivendo quei fatti e ha accolto con gio-ia l’invito del parroco: “Fermia-

    moci in questi giorni di grazia in ginocchio davanti alla Cro-ce, lasciamoci guidare da Lei e viviamo da santi questa set-timana che culminerà con la ri-surrezione del Signore”.

    le Palme✎ Meditata la passione del Signore

    C on la recita dell’ufficio delle letture e delle lo-di si è aperta la mattina del venerdì Santo.

    Alle 18.30 la comunità si è riunita per la solenne Azione Liturgica, vertice della gior-nata, che è strutturata in tre momenti forti: l’ascolto del vangelo della Passione del Si-gnore e la grande preghiera universale, l’adorazione del-la Croce e la santa Comunio-ne come partecipazione al-la morte del Signore in attesa della sua risurrezione.

    Anche questa celebrazio-ne di forte intensità spiritua-le è stata animata dal coro dei ragazzi dell’oratorio san Franco, che quest’anno han-no anche prestato le loro voci al “Coro del Miserere”, magi-stralmente diretto dal M° Fau-sto Esposito.

    È seguita, quindi, la tradizio-nale processione composta e orante che si è snodata per le vie della città.

    Tanti i fedeli con i ceri, tanti i ragazzi, struggenti i brani ese-guiti dal coro.

    Al rientro nella chiesa par-rocchiale una folla di fedeli ha pregato davanti alle due effi-gi sacre, la statua del Cristo Morto e quella della Madonna Addolorata.

    ■ CRISTO MORTOFede e tradizionedavanti al sepolcro

    VENERDÌ SANTO

    I segni delsacerdozioe del pane

    Giovedì santo: le Messe del Crisma e della Cena del Signore

    I l sabato Santo, dopo la pre-ghiera mattutina dell’ufficio delle letture e delle lodi e la visita al sepolcro del Signore, la comunità si è riunita nella chiesa parrocchiale alle 22.30 per la so-lenne Veglia Pasquale.

    La Santa Messa solenne, anima-ta dal coro dei ragazzi dell’ora-

    torio, è stata scandita da alcuni momenti forti: la liturgia della Lu-ce con la benedizione del fuoco, simbolo di Gesù risorto che vin-ce le tenebre del male; l’Annun-cio pasquale; la liturgia della Pa-rola, per ricordare gli eventi fon-damentali della storia della sal-vezza e i valori essenziali della vi-ta nuova dei figli di Dio.

    Dopo la lettura del brano trat-to dal Libro del profeta Ezechie-le, il parroco ha intonato il “Glo-ria” e sono state “sciolte” le cam-pane che hanno annunciato nel

    cuore della notte la resurrezione di Cristo.

    Quindi, rinnovate le promesse battesimali, è stato celebrato il Battesimo della piccola Vittoria.

    La gioia del Cristo risorto ha ca-ratterizzato tutta la celebrazione e si è protratta fino al mattino se-guente, domenica di Pasqua.

    Numerosi, infatti, sono stati i fedeli che hanno hanno parteci-pato alla Santa Messa in questo giorno solenne in cui Cristo ha vinto la morte e ci ha fatto dono della salvezza.

    La grande vegliadella Risurrezione

    L a giornata del giovedì santo è iniziata a Chie-ti nella Cattedrale, do-ve l’arcivescovo ha ce-lebrato la Santa Mes-sa Crismale con tutti i suoi sacerdoti e i fe-deli che vi hanno pre-so parte.

    La benedizione de-gli Oli Santi – l’Olio de-gli Infermi, l’Olio dei Catecumeni e il Sacro Crisma – e il ricordo dell’istituzione del sa-cerdozio che è occa-sione per i preti di rin-novare le promesse della loro ordinazione sacerdotale, sono sta-ti questi i momenti più intensi della mattinata teatina.

    Il pomeriggio, inve-ce, nella chiesa par-

    rocchiale è stata cele-brata la Santa Messa in Coena Domini. Anima-ta dal coro dei ragaz-zi dell’Oratorio, sono stati rivissuti i gesti e le parole di Gesù nella Cena pasquale come la Lavanda dei piedi.

    Al termine della ce-lebrazione eucaristi-ca, la solenne proces-sione dentro la chiesa con Gesù eucaristia, accompagnata dal-le note del Pange Lin-gua, e la reposizione nell’altare.

    Da quell’istante in poi, un susseguirsi di fedeli che ininterrot-tamente hanno prega-to davanti al Taberna-colo nella chiesa par-rocchiale, e anche nel-le chiese di sant’Anto-

    nio, di san Rocco, di san Bernardino e della Madonna delle Grazie.

    Nella chiesa parroc-chiale la preghiera è stata arricchita da un

    momento di adorazio-ne comunitaria che don Rocco ha animato con la proclamazione di alcuni salmi e con al-cuni canti eucaristici.

    Altare della reposizione nella chiesa di sant’Antonio

  • 6 Camminiamo INSIEME

    Anno IV, n° 3 - Maggio - Giugno 2012

    L o scorso giovedì 19 aprile, a Firenze, dove si trovava a riposo dal-le fatiche pastorali, nella ca-sa all’Annunziata dell’Ordine dei Servi di Maria è morto pa-dre Alfredo Maria Pantalone.

    Nativo di Francavilla, era entrato nell’Ordine dei serviti accogliendo la vocazione del Signore. Dopo il periodo della formazione, veniva ordinato sacerdote e inviato nelle mis-sioni dei Servi di Maria in Sud America. È stato in Paraguay e per diversi anni in Venezue-la spendendo nel continente sudamericano oltre venti an-ni della sua vita.

    Rientrato in Italia, è sta-to parroco al SS.mo Crocifis-so in Chieti Scalo. Quando l’Ordine decise di lasciare la

    parrocchia scalina per tene-re quella di Santa Liberata a Francavilla al Mare, padre Al-fredo accettò di essere parro-co nella sua città natale. E fi-no a che la salute lo ha assi-stito, ha svolto il suo ministe-ro nella cittadina adriatica.

    Da diversi anni si era ritira-to dall’attività pastorale par-rocchiale e aveva accettato con libera obbedienza l’indi-cazione dei superiori di esse-re trasferito a Firenze. Lì è sta-to accolto, appunto, nel con-vento dell’Annunziata fino a che il Signore lo ha richiama-to a sé nei giorni scorsi.

    Alla notizia della dipartita del religioso, la parrocchia di Santa Maria Maggiore, dove padre Alfredo è nato e ha ri-cevuto il battesimo, si è mos-

    sa – come richiesto dai fami-liari – per organizzare l’acco-glienza del feretro, la preghie-ra comunitaria di suffragio e la messa funebre.

    Dopo i funerali celebrati in mattinata a Firenze dai supe-riori dell’Ordine dei Servi di Maria, nel tardo pomeriggio di venerdì 19, la salma è giun-ta a Francavilla; lì è stata ac-colta dal parroco don Rocco D’Orazio e dalla comunità ra-dunata per un breve momen-to di preghiera.

    Alle ore 21.00, poi, dopo la recita del rosario dell’Addo-lorata, tipica preghiera dei Servi di Maria, si è tenuta una veglia funebre. Il parro-co ha tracciato un breve pro-filo del religioso scomparso ricordandone soprattutto la grande passione missionaria e l’amore per gli ultimi.

    Sabato 21, alle ore 10.00, è stata celebrata la Messa fune-bre in suffragio del sacerdo-te scomparso. Erano presen-ti anche alcuni sacerdoti del-le zone pastorali di Francavil-la al Mare e di Chieti Scalo do-ve padre Alfredo ha svolto il ministero.

    Nell’omelia, don Rocco ha innanzitutto letto il messag-gio dell’arcivescovo, impos-sibilitato a partecipare per la vista pastorale, e ha quindi ri-cordato il confratello a partire dalla propria personale espe-rienza di contatto con lui.

    La solenne cerimonia è sta-ta vissuta in un clima di ge-nerale commozione e gran-de partecipazione. All’Ordine dei Servi di Maria e ai familia-ri di padre Alfredo Pantalone le condoglianze più sincere.

    C i fermiamo ora alcuni istanti di fronte alle spoglie mortali del nostro fratello Alfredo, sacerdote; voglia-mo lasciarci illuminare da questa parola di speran-za che abbiamo ascoltato per aprirci al mistero della vita nuo-va che Cristo risorto ci dona e che, oggi, padre Alfredo vive in pienezza. E proprio la fede pasquale e il ricordo di questa ca-ra figura di sacerdote consola il dolore dei suoi cari e di tutti noi e alimenta la speranza dell’eternità beata.

    Anzitutto, la pagina degli Atti degli apostoli. Ci presenta la Chiesa nella sua dimensione di servizio materiale e spi-rituale. Allora, il servizio fu affidato ai diaconi. Padre Alfredo era sacerdote eppure non ha mai dismesso il grembiule del-la diakonia, del servizio; si è chinato sui fratelli più poveri ed ha offerto loro la gioia dell’incontro con Dio e la consolazio-ne che viene da Lui. Ha condiviso con loro, assieme alle sof-ferenze e difficoltà, anche la forza di lottare per costruire un mondo nuovo. E quel mondo nuovo lo ha annunciato con la parola e con la vita parlando di Cristo, sforzandosi di vivere di Lui ogni giorno.

    Spesso raccontava le sue esperienze missionarie. Traspa-riva quella passione irrefrenabile; si sentiva che la sua vita era qui – ed era contento di esserci perché amava la sua Co-munità, la sua famiglia, i suoi amici – ma il suo cuore era tra i poveri delle missioni. Un uomo che ha dato tutto se stesso per gli ultimi. Un uomo consumato per Cristo e per i fratelli.

    Ricordo la sua libertà di cuore: obbediente a Dio e ai suoi superiori, fino alla fine. Era evidente il suo distacco dalle cose materiali: sempre sobrio ed essenziale nel parlare e nel vive-re conscio che tanti nel mondo non hanno il necessario. Ap-prezzato da molti per quella sua capacità di tessere rapporti di amicizia, di accogliere, di perdonare, di amare. Ha lasciato una buona testimonianza di sé e la presenza di tanti sacer-doti e tanti amici ne è la prova tangibile.

    Del resto, quando gli operai del Signore si consacrano inte-ramente alla preghiera, alla cura delle anime e all’insegnamen-to del Vangelo, il Regno di Dio fa dei progressi sorprendenti e conquista a Gesù gli animi più restii ed i cuori più riottosi.

    Non posso dimenticare anche il suo carattere vigoroso, la sua schiettezza, specie nei confronti di quelle situazioni in cui le persone, e talvolta anche quelle a lui più vicine appari-vano – mi si passi il termine forte – “insincere” o inopportu-namente rigide.

    Tutto questo, senza dimenticare che, come ogni uomo, co-nobbe il limite della natura umana: il peccato. Per questo ci ri-volgiamo alla misericordia di Dio dicendo: Padre infinitamen-te buono, accoglilo nelle grandi braccia della tua misericor-dia, perché possa cantare in eterno il tuo sconfinato amore, il tuo dolcissimo perdono.

    La pagina del Vangelo, poi, ci racconta un episodio partico-lare. Gesù ha appena moltiplicato i pani per cinquemila uomi-ni. Conclusa la giornata, tornano a casa attraversando il ma-re di Tiberiade. Il buio e il mare mosso sono il segno del male che tenta la stabilità della Chiesa. Ma la presenza del Signo-re restituisce fiducia ai cuori.

    Oggi, padre Alfredo ha concluso la sua traversata nel ma-re burrascoso della vita. Talvolta le onde lo hanno sballotta-to, il buio lo ha sopraffatto, il timore lo ha vinto. Ma Gesù è stato sempre al suo fianco a sostenerlo, a rialzarlo, a guarir-lo, a salvarlo.

    E noi preghiamo che questo nostro fratello, incorporato per il Battesimo a Cristo morto e risorto e configurato con l’Ordi-ne sacro a Cristo sacerdote, passi con Lui dalla morte alla vita e, debitamente purificato nell’anima, venga accolto con i santi e gli eletti nel cielo, mentre il corpo attende la beata speranza della venuta di Cristo e la risurrezione dei morti.

    È per questo che offriamo per lui il Sacrificio eucaristico, memoriale della Pasqua di Cristo, e innalziamo preghiere di suffragio; nel contempo, siamo vicini ai familiari testimonian-do la nostra fede pasquale, perché trovino nel Signore con-solazione e speranza.

    Vergine Santa, questo tuo figlio e nostro fratello Alfredo, sacerdote in Cristo, ti ha amato e seguito nell’esperienza dell’Ordine dei Servi di Maria, alimentando una autentica de-vozione alla tua persona e confidando sempre nella tua ma-terna intercessione. Ti invochiamo: vienigli incontro, introdu-cilo nella casa del Padre, presso il trono di Gesù tuo Figlio e nostro Signore.

    E tu caro Alfredo, padre, fratello, amico, dal cielo prega per noi perché non cadiamo nella tentazione e nel peccato ma camminiamo sempre nelle vie che il Signore ci ha tracciato. Accompagna i tuoi figli, quelli che hai servito nel tuo ministero di padre e pastore e tutti noi nel cammino verso il regno eter-no di Dio dove ci ritroveremo un giorno insieme a vivere la vi-ta nuova per i secoli dei secoli. Amen!

    ■ L’ULTIMO SALUTOUn uomo che si è consumatoper il Signore e per i fratelli

    OMELIA DEL PARROCO

    Vita Parrocchiale

    Carissimi,ho appreso dell’ultima Pa-squa terrena di padre Alfre-do Pantalone, che avevo ben cono-sciuto nel Suo ministero a Francavil-la al Mare e che ricordo con gratitudi-ne e affetto. So che era stato missio-nario in Venezuela e altri Paesi del Sud America per diversi anni. Rien-trato in Italia, aveva svolto il ministe-ro di parroco al SS.mo Crocifisso a Chieti Scalo e poi a Santa Liberata a Francavilla. Sono certo che il Signo-re – che Egli ha amato e servito con slancio e generosità – Lo abbia ac-colto ora nelle Sue braccia e mi af-

    fido alla Sua preghiera presso il Pa-dre. L’amore che nutriva per Maria gli ha poi certamente aperto le brac-cia della tenerissima Madre di Dio e nostra. In questo abbraccio Lo sen-to vicino, fraterno intercessore pres-so Dio, mentre a mia volta prego per la Sua anima benedetta e per i frutti del Suo lungo e generoso ministero. Da Montazzoli – dove sono in visita pastorale – mi unisco a tutti Voi nel-la preghiera della Messa esequiale. Benedico i confratelli e i parenti di padre Alfredo e tutti coloro che par-tecipano al loro dolore.

    Bruno Forte, Arcivescovo

    IL MESSAGGIO DEL VESCOVO

    Il saluto del parroco al Generale Dalla ChiesaD i fronte alle spoglie mortali del nostro fratel-lo Romolo, servitore dello Stato, vogliamo la-sciarci illuminare da questa parola di speran-za che abbiamo ascoltato per aprirci al mistero della vi-ta nuova che Cristo risorto ci dona e che, oggi, questo fratello nella fede vive in pienezza. E proprio la fede pa-squale e il ricordo della cara figura del Gen.le Romolo Dalla Chiesa consola il dolore dei suoi cari e di tutti noi e alimenta la speranza dell’eternità beata.

    Non ho avuto l’onore e il piacere di conoscere perso-nalmente il Gen.le Dalla Chiesa, ma ho raccolto diverse testimonianze che mi hanno permesso di capire la gran-dezza e la nobiltà d’animo di questo fratello. Mi permet-to per questo di dire qualche parola alla luce della Paro-la di Dio, per onorarne la memoria.

    Il primo spunto ce lo offre la pagina del Vangelo che ci presenta Gesù che invita i suoi interlocutori ad una fe-de autentica: per fare le opere, la volontà di Dio, biso-gna credere in Gesù. Egli è il Salvatore del mondo. E il fratello Romolo ha creduto davvero. Aveva un forte sen-

    so di fede e lo testimoniava con l’assidua presenza alla Messa domenicale, con il continuo riferimento a Dio nel-la preghiera. Il suo sguardo rivolto al cielo, però, non gli ha fatto dimenticare di guardare la terra e di servire gli uomini nel modo giusto.

    Questa ulteriore dimensione di servizio che il fratello ha vissuto la troviamo esposta nella esperienza di fede di Stefano, raccontata dagli Atti degli apostoli. Il giova-ne diacono della Chiesa apostolica ha servito il Signore nei fratelli. Come santo Stefano, anche il fratello Romolo ha servito anzitutto la sua famiglia. Sposo fedele e padre amorevole, ha amato la sua sposa Gabriella nostra con-cittadina – che lo ha preceduto nel Regno della vita im-mortale – e i suoi figli. Ha mostrato fino alla fine, insom-ma un forte attaccamento alla famiglia. Ce lo testimonia-no anche le sue continue visite al cimitero di Francavilla per onorare le spoglie mortali della sua sposa. E ora si riunisce a lei in attesa della risurrezione finale.

    Ma il legame alla famiglia non è stato il solo orizzonte di servizio del fratello Romolo. Egli ha servito lo Stato in

    maniera straordinaria. Come santo Stefano, e ancor più come Gesù, ha speso la sua vita per la verità e la giu-stizia, per la legalità e il bene. E ha sperimentato tutta la crudezza e la violenza del male che lo ha privato degli affetti più cari. Il suo amato fratello il Gen. Carlo Alber-to e i congiunti di lui. Nonostante tutto, quale Generale dell’Arma dei Carabinieri, ha lottato contro ogni forma di violenza. E ha vinto, con la sua vita esemplare.

    Vogliamo allora pregare il Signore perché dia la ri-compensa dei giusti a questo nostro fratello Romolo. In-corporato per il Battesimo a Cristo morto e risorto e nu-trito del suo Corpo e Sangue, passi con il Signore dalla morte alla vita e, debitamente purificato nell’anima, ven-ga accolto tra i santi e gli eletti nel cielo, mentre il corpo attende la beata speranza della venuta di Cristo e la ri-surrezione dei morti.

    È per questo che innalziamo preghiere di suffragio; nel contempo, siamo vicini ai familiari testimoniando la nostra fede pasquale, perché trovino nel Signore conso-lazione e speranza.

    Per ricordarepadre Alfredo

  • 7Camminiamo INSIEME

    Anno IV, n° 3 - Maggio - Giugno 2012Catechesi e Spiritualità

    L a gioia è il fine ultimo dell’esistenza. È una delle cose più universali: tutti gli uomini vogliono avere gioia. Essi han-no sete di felicità, di sviluppo, di potenziamen-to, di crescita, di elevazione, di pienezza, di un approdo all’autenticità e alla beatitudine. Tutto questo ci dice che l’uomo è un essere itineran-te, un nomade e – in termini biblici e cristiani – un pellegrino. La definizione dell’essere umano è, perciò, “colui che migra”: egli più che un abi-tatore di case, è un abitatore di tende.

    Il suo destino è l’itineranza: egli è nato per partire, ma anche per tornare. Il punto comu-ne è la condizione dell’uomo che cerca sempre e in questa continua ricerca mostra la sua vo-cazione alla gioia, che, da questo punto di vi-sta, è esperienza di povertà e non di pienezza: per avviarsi verso la gioia occorre infatti sradi-carsi, uscire da molti gusci, soprattutto da quel-lo squallido del peccato. Per il viaggio verso la gioia la prima grande cosa è iniziare a cammi-nare, anche se l’ora non piace; l’esperienza dei ricercatori di gioia dice che quando s’arriva al-la soglia della gioia, l’ora sarà comunque gradi-ta e benedetta. Ancora dalla loro testimonianza sappiamo che già il viaggiare verso la gioia è premiato dalla visita della stessa gioia.

    Comunque, la nostra verità è questa: non si tratta di amministrare la gioia, ma di partire alla sua ricerca a mani aperte, sapendo che men-tre la cerchiamo, Dio ce la dona con generose misure anche se spesso sotto vesti non sem-pre riconoscibili. Davvero è da credere che si giudicherà di noi seguendo le orme dei passi dati per cercare la gioia nella nostra vita. Ma nell’incamminarsi verso di essa non è indiffe-rente scegliere l’una o l’altra strada, perché so-lo una è quella buona: la strada di Pasqua, an-che se siamo così spesso stolti e incuranti da sceglierne una sbagliata.

    La gioia, frutto pasquale

    La gioia autentica ci viene sempre solo co-me dono; è la partecipazione alla gioia del Cristo pronto a celebrare la sua Pasqua: «Ma ora ven-go a te Padre, e dico queste cose nel mondo, affinché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia», pregò Gesù, prima di lasciare questo mondo (cfr. Gv 17,13). Il battesimo, sacramen-to squisitamente pasquale, riempie i credenti di una gioia che viene dallo Spirito (cfr. At 13,52) e che fa perfino cantare gli apostoli in mezzo alle prove della missione (cfr. At 16,22-25).

    Ed è in specie la carità come servizio al pros-simo che procura una gioia costante, e che, nella durezza della povertà e nelle persecuzio-ni, conduce ad una letizia perfetta, alla para-dossale gioia della Croce pasquale. È signifi-cativo che la Chiesa della prima ora, fresca di Pasqua, si sia distinta per la testimonianza al-la gioia. Scrive san Paolo: «Afflitti», i ministri di Dio sono «sempre lieti» (2Cor 6,10) e lui stesso sovrabbonda di gioia nelle sue tribolazioni (cfr. 2Cor 7,4). La comunità cristiana vive in una leti-zia semplice (cfr. At 2,46) e la predicazione del-la buona novella è dovunque fonte di grande gioia (cfr. At 8,8).

    Stante così l’inizio del cristianesimo, anco-ra ora esso ha il suo distintivo nella gioia. Per-ciò, siccome Dio non può essere trovato se non nell’uscire da se stessi e nel darsi all’altro, l’al-truismo è l’unica via alla gioia autentica. La gio-ia è il frutto di un’armonia che noi abbiamo con noi stessi, con gli altri, con le cose che ci cir-condano. Quest’armonia è percepita allo stes-so tempo come dilatazione e compimento del nostro “io” personale, alla cui attuazione mai può mancare una gioia vera e autentica.

    Ed è qui che l’esperienza pasquale può nutri-re la gioia specie con l’eucaristia che trasmette nel modo più concreto e più di ogni altro mezzo cristiano, la gioia di Gesù risorto. Questa gioia è completa soltanto quando questa realizzazione armonica della nostra vita è attuata nell’apertu-ra a Dio, grembo santo dal quale la nostra esi-stenza è fiorita, e che ora è nutrita con la «forza della risurrezione» (Fil 3,10): questa consente al cristiano di sperare e di operare attivamente in direzione della pace, che sarà totale e defini-tiva solo nel Regno di Dio.

    Liberare la gioia pasquale

    Dobbiamo liberare la gioia e questo è pos-sibile se demoliamo gli ostacoli ad essa e se liberiamo qualcosa nel nostro cuore dall’im-prigionamento della tristezza. Nella misura in cui cerchiamo di scioglierci dai lacci della me-diocrità, nella stessa sentiremo rinascere in noi una vivacità nascosta, come il resto d’una brace a lungo nascosta, che di nuovo prende ad ardere, non appena lo liberiamo dalla col-tre di cenere che lo copre e non appena gli diamo un po’ d’aria.

    Questo avviene quando ci apriamo al fra-tello, quando ci spendiamo per lui e diven-tiamo il suo custode, quando lo preferiamo a noi, gli diamo il primo posto nel nostro cuore e gli dimostriamo di credere davvero che la nostra fede in Dio Padre è sincera se è sin-cera la nostra carità, che è la condizione pre-liminare della gioia: si conquista la gioia, nel-la misura in cui la comunichiamo agli altri nel-la forma della carità.

    Noi cristiani abbiamo una missione specia-le da compiere: quella di ricordare il fascino del Vangelo, il carattere festivo del cristianesimo, la bellezza della sequela di Cristo. Tuttavia, i di-scepoli e gli apostoli non s’improvvisano: essi vanno formati. Potremo diffondere la gioia in-torno a noi se la possederemo in modo stabile e in misura sovrabbondante, se porremo in es-sa profonde radici. In concreto, la costruzione della gioia e il suo esercizio passano per alcuni necessari percorsi formativi.

    Valorizzare i beni che Dio vi ha dati. La fedel-tà alla Pasqua richiede la sapienza di scoprire e sfruttare tutto ciò che c’è di buono in noi. Non aspettiamo d’incontrare un cieco per scoprire quale bene prezioso siano i nostri occhi. Usia-mo nella gratitudine e nella gioia i beni che Dio ci ha donato.

    Accettare serenamente i limiti dell’esisten-za. La letizia pasquale non permette che ci ri-pieghiamo malinconicamente sul nostro dolo-re, quando questo viene a visitarci. Pensiamo a chi ha meno di noi, a chi soffre più di noi. Se siamo saggi e virtuosi nell’accettare le prove della vita, la gioia non ci abbandonerà mai, ma sarà più che a fianco a noi, dentro di noi.

    Credere all’efficacia dell’amore. Se voglia-mo che la gioia non invecchi in noi e soprattutto che non muoia, dobbiamo entrare nella logica del dono pasquale, preoccupandoci più di ama-re che di essere amati e sforzandoci di avere un’anima sempre aperta a nuove esperienze. Ci occorre soprattutto impegnarci ad acquisire una più fondata e più vasta speranza, senza la quale non è possibile la gioia.

    Rivedere costantemente la scala di valori. La serietà della Pasqua, data dal suo lato martiria-le, contesta in modo radicale ogni scelta che voglia idolatrare l’effimero, mentre invita a con-siderare più ciò che resta che ciò che passa, a valutare più ciò che non si vede che ciò che è esteriore, a tenere sempre in buona classifi-ca l’amicizia, la bellezza della natura, l’avventu-ra culturale, l’esperienza artistica e quant’altro serve a nutrire la gioia dello spirito, che s’eleva al massimo con i doni dello spirito.

    Essere costruttori di ponti. Con la sua ope-ra pasquale il Cristo ha costruito un arco di fiamma caritativa fra noi e il Padre e fra noi e noi. Questo spinge a costruire, a nostra volta, ponti di preghiera, di carità, di pace nelle due direzioni della Croce pasquale: in alto, verso Dio, e in orizzontale, verso gli uomini, ram-mentando sempre che il creare ponti è un’im-presa molto dura. La Pasqua, come evento di riconciliazione, chiede di essere un ponte o di costruire ponti. Questo evoca la sapienza di saper essere fedeli a due sponde, allude alla capacità d’essere uomini di comunione, sim-boleggia la genialità di saper suscitare ricon-ciliazione e reciprocità. Resto un po’ di più su quest’ultimo punto.

    L’ascesi del Crocifisso ricorda che essere ponte vuol dire rinunciare alla propria libertà personale: comporta il sopportare il peso di tutti coloro che passano sul ponte stesso, le cui ‘vir-tù’, per così dire, sono la resistenza, la soppor-tazione, la solidità. Un ponte, in più, vive nell’in-gratitudine; nessuno si ferma a viverci: esso serve solo per essere attraversato, per essere superato, per arrivare all’altra sponda. È questa la rinuncia che Gesù ci insegna con la sua Cro-ce pasquale: egli è un ponte (… è Pontefice) messo a disposizione per andare al Padre.

    «Regina coeli, laetare…»

    Una grande esperta della gioia è Maria, la prima destinataria dell’annuncio della Risurre-zione. La Chiesa ne è consapevole e, per que-sto, intona nel periodo pasquale il suo convinto «Regina coeli, laetare, alleluia…».

    Maria è la madre della gioia, e lo è perché è la creatura più spirituale, la più piena di Dio, la più invasa della gioia pasquale, perché è colei che, con la sua umiltà, s’è svuotata maggior-mente per fare più spazio alla grazia che è un

    nome proprio della gioia. Maria ha avuto la vo-cazione alla gioia, segno ne è il saluto angelico all’Annunciazione: «Gioisci, o piena di grazia. Il Signore è con te» (1,28). «Con questo saluto – annotava il card. Ratzinger – ha inizio in senso proprio l’evangelo; la sua prima parola è “gioia”: la nuova gioia che ha origine da Dio, che irrom-pe nell’antica e infinita tristezza del mondo».

    Parola d’inizio, la gioia è anche parola fina-le del Vangelo e della stessa storia della sal-vezza: in cielo ci sarà la gioia eterna e a quel-la mira Cristo con la sua Pasqua e la Chiesa con la sua missione. La domanda seria allora è come fare a dire la gioia oggi, in un tempo nel quale c’è un’indisponibilità evidente alla gioia, solo malcelata dalla febbre di piacere che lo surriscalda: disamore, finitezza, mor-te, dolore, male, menzogna sono fili neri che intessono la terribile tela della tristezza, una delle tante rughe che segnano il volto della cultura contemporanea.

    Ma, se la gioia, come affermava Paolo VI, «viene d’altronde», da dove viene la tristez-za all’uomo d’oggi? La risposta del Ratzinger è molteplice: «Il motivo della nostra tristezza è la vanità del nostro amare, la tirannia del-la finitezza, della morte, del dolore, del ma-le, della menzogna; il nostro essere lascia-to solo in un mondo contraddittorio, nel qua-le gli enigmatici segnali luminosi della bontà divina, che penetrano attraverso le sue fendi-ture, sono rimessi in questione da un potere delle tenebre, che ricadono su Dio o lo fanno comunque apparire come impotente».

    A Pasqua la madonna del Sabato santo di-viene la Madre del Risorto e vive questa tipica condizione materna nella gioia, come ha senti-to la Chiesa con la sua alta percezione creden-te: la Vergine Madre con la Pasqua fu riempi-ta di «ineffabile letizia» per la vittoria del Figlio sulla morte. Maria, a Pasqua, mostra che «la speranza non delude» (Rm 5,5): ella si qualifi-ca come donna di speranza, come donna che, con la sua fede, ha motivato la speranza e ne ha potuto vedere anche la vittoria.

    L’eco della gioia materna di Maria per la ri-surrezione del Figlio non si è ancora spenta nel tempo, ma rivive nella Chiesa: «la gioia eccle-siale per la risurrezione di Cristo e per il dono dello Spirito è come il prolungamento del gau-dio di Maria di Nazaret». Maria ha interiorizzato la Pasqua e ci invita a farlo a nostra volta. Que-sto comporta che l’evento pasquale sia assun-to anche quale principio d’umanesimo, in quan-to, avendo trasformato l’umanità in nuova uma-nità, rimane un misterioso fermento in grado di far lievitare salvificamente la storia.

    Maria ci chiede d’arrivare e di portare alla Pasqua, come all’unico evento capace di fon-dare la speranza. Non possiamo rischiare di non arrivare alla Pasqua: «Il grande pericolo nostro è fermarsi prima di arrivare a Pasqua. [...] Fermarsi a metà cammino, non salire fino alla Pasqua, non arrivare a Gerusalemme e là riuscire a morire e a resuscitare, questo è il no-stro grande pericolo».

    Maria è la convincente apologeta del Saba-to santo e la credibile testimone della Pasqua: la sua apologetica e la sua testimonianza pa-squali c’interpellano ancora chiedendoci di fare della risurrezione l’evento distintivo del cristia-nesimo e, alla luce della risurrezione, di anda-re alla ricerca del significato e del fine della sto-ria, con la certezza di poterli trovare. Maria ha saputo credere e sperare oltre il Sabato santo ed ha intuito e meritato la grazia pasquale inse-gnando ora a tutti di salire fino alla Pasqua e di essere un ponte fra la Pasqua di Cristo e la sto-ria degli uomini.

    Chiamati alla gioiadalla prima

  • 8 Camminiamo INSIEME

    Anno IV, n° 3 - Maggio - Giugno 2012 Varie

    D omenica 13 maggio è sta-ta una giornata di festa per la nostra comunità: in una commovente celebrazione pomeri-diana i ventidue bambini della terza classe del catechismo hanno rice-vuto per la prima volta il Sacramen-to della Riconciliazione. Durante la bellissima cerimonia i bambini han-no potuto ripercorrere le tappe che li hanno portati alla consapevolez-

    za del peccato e del per-dono. I segni del Battesi-mo hanno ricordato loro il perdono dal peccato ori-ginale; il racconto evan-gelico di Zaccheo, li ha invitati a riflettere sul te-ma della chiamata di Dio ad ogni uomo e sulla per-sonale disponibilità di ciascuno alla conversione. Poi, i bambini emozio-natissimi, hanno affrontato la Con-fessione. Tornati ai loro posti, hanno condiviso la loro gioia con i genito-ri. Al termine, dopo aver bruciato le

    foglie secche che simboleggiavano i peccati e dopo aver librato nell’aria bianchi palloncini, tutti in oratorio, davanti al grande buffet organizzato dalle famiglie stesse. Infine, insieme a Messa per concludere bene una giornata davvero speciale.

    LE PRIME CONFESSIONICome Zaccheoperdonati da Dio

    Una testimonianza del pellegrinaggio a santa Rita da Cascia

    Chiese all’Amore una penae il Cristo le donò la spina

    I l pellegrinaggio a Cascia dello scorso 25 aprile si è svolto nel solco delle più recenti e riuscite esperienze di Pompei e Assisi, con una grande partecipazione da parte dei ragazzi dell’orato-rio e del catechismo, dei fa-miliari e di tanti amici. In tut-to due autobus con oltre cen-to persone.

    La mitezza del tempo, la dolcezza del paesaggio, la vi-sita a luoghi così ricchi di spi-ritualità hanno contribuito a rendere davvero unica la giornata.

    Cascia, dunque, la basilica di santa Rita ci accoglie, bian-chissima fuori e coloratissi-ma all’interno. Che emozione partecipare alla santa Messa, concelebrata dal nostro par-roco, avendo a pochi passi il corpo della Santa “delle api e delle rose”.

    L’attiguo monastero agosti-niano, dove Rita ha vissuto la seconda parte della sua vita, quella da consacrata, conser-va molte testimonianze della sua santità.

    In quel luogo il pellegrino è chiamato ad interrogarsi sul-la propria esistenza, a riflet-tere e a confrontare gli avve-nimenti della vita quotidia-na, le piccole e grandi preoc-

    cupazioni di ogni giorno con l’esempio di Rita. E già! Riper-correndo la sua vita trava-gliata, funestata da terribili avvenimenti, le nostre “ango-sce” appaiono ben poca co-sa e svaniscono davanti alla Santa del perdono.

    Appellativo questo che me-ritò perché pur conoscendo gli assassini del marito, li per-donò, invece di denunciar-li o fare propositi di vendet-ta. Poi, in un estremo gesto di amore pregò il Signore af-finchè chiamasse a se i suoi due figli, piuttosto che veder-li macchiarsi del sangue della vendetta.

    Rimasta sola, si recò nel convento agostiniano di Ca-scia e lì, per essere accetta-ta, una nuova prova. Quella

    dell’ubbidienza. A Rita fu chie-sto di innaffiare ripetutamen-te un tralcio secco, un “arido legno”. Gesto alquanto inuti-le e umiliante. Ma lei lo fece e quello germogliò – chiaro se-gno della benevolenza del Si-gnore – ed oggi è ancora lì, vi-sibile ai visitatori.

    Ancora una volta il pelle-grino è chiamato confrontar-si ed a pensare a quante vol-te per indolenza o per pigri-zia ci si sottrae alle nostre re-sponsabilità; risposte come: “poi lo farò!” o “perché pro-prio io!”, ci allontanano dal-lo spirito di servizio che do-vrebbe contraddistinguere il nostro impegno nella comu-nità.

    Roccaporena, poi, con la vi-sita alla casa natale della San-ta e all’orto dove avvenne il miracolo dei “fichi e della ro-sa”, infine la Via Crucis su per lo “scoglio” di preghiera di santa Rita.

    Sulla strada del ritorno la visita a Norcia, città natale di san Benedetto, patrono d’Eu-ropa. Dal centro della bellis-sima piazza, la grande statua del Santo ci ricorda la sua re-gola che è anche lo stile di vi-ta del buon cristiano: “ora et labora”.

    L o scorso 18 maggio 2011 la Prefettura di Chie-ti per conto del Ministero dell’Interno – Fondo Edifici di Culto ha concesso l’uso della chie-sa di Sant’Antonio di Padova alla parrocchia di com-petenza: Santa Maria Maggiore. Per l’occasione ci ha consegnato una chiesa quasi del tutto ristrutturata nel-la parte interna ma ancora senza interventi nella por-zione esterna.

    La comunità ha sostenuto gli sforzi per rendere fun-zionale il culto nella chiesa con offerte liberali consi-derevoli. Sono stati acquistati i banchi, i candelieri per sette altari, il magnifico organo meccanico, i libri litur-gici, le vesti sacre, gli arredi e le suppellettili necessa-rie. Inoltre, la struttura è stata dotata di impianto elet-trico a norma, sistema videosorveglianza, impianto di riscaldamento (non è utilizzabile perché siamo in atte-sa che si possa realizzare il potenziamento della forni-tura di energia elettrica), impianto audio.

    La parrocchia ha investito una considerevole som-ma: oltre €uro centocinquantamila (€ 150.000,00) di cui meno di un terzo già pagato, il resto ancora in fase di rateizzazione che comporta sacrifici enormi.

    Nel frattempo, è nata l’esigenza improrogabile di si-stemare le sale dell’oratorio san Franco per le attivi-tà pastorali e socio-culturali per un impegno di oltre €uro cinquantamila (€ 50.000,00) di cui solo un mini-mo coperto dalle risorse finora in possesso. La som-ma è relativa all’acquisto di materiali e all’impiantisti-ca (impianti elettrico e idro-termo-sanitario) poiché il grosso della manodopoera edile è stata resa gratuita-mente dai volontari collaboratori dell’oratorio che rin-graziamo di vero cuore.

    Da ultimo, si è pesantemente aggravata anche la si-tuazione della chiesa di san Rocco. A seguito delle ab-bondanti nevicate, si sono aperte nuove lesioni sul-la parete nord-ovest e la facciata si è ulteriormente di-

    staccata. Risulta così improrogabile un intervento per salvare la bellissima chiesetta del Santo pellegrino.

    Si capisce, altresì, che una comunità così esposta, con entrate effettive appena sufficienti solo per la ge-stione ordinaria, non può permettersi ulteriori interven-ti prima di aver coperto tutte le pendenze. E da sola non riesce a risolvere entro breve termine tutto quan-to. C’è bisogno, pertanto, dell’aiuto di tutti.

    Ci permettiamo di bussare ancora alle porte del vo-stro cuore per chiedervi una mano. Purtroppo questo è tempo di grandi sacrifici su più fronti, lo capiamo. Ma con l’aiuto di Dio possiamo farcela. Sosteneteci, per favore, perché la situazione è sempre più difficile. Cer-to, attendiamo tempi migliori, ma, per adesso, solo voi potete aiutarci nelle necessità per superare il delica-to momento. Grazie per tutto quello che già fate e che ancora vorrete fare per la vostra chiesa.

    ■ AIUTIAMO LA CHIESALa situazione di Sant’Antonio e il grave degrado di San Rocco

    IL SOSTEGNO


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