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Insieme ricostruiamo il teatro del borgo file- 1° memorial Marco Lucci - historia in pillole PAGINA...

Date post: 17-Feb-2019
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anno 4 - n° 1 del 28/07/10 tiratura 1000 copie ne di vivere la piazza così come non avevano mai fatto prima, è stata la carta vincente. La novità della musica dal vivo sotto il porti- cato della chiesa ha creato una valida alternativa al solito ballo li- scio e poi il percorso gastronomico è stata un’idea ge- niale, da un lato per valorizzare i prodotti tipici locali e l’artigia- nato e dall’altro per favorire il dialogo e l’aggregazione. Non possono lamentarsi neanche i bambini, visto che gran parte delle attività sono state rivolte proprio a loro. Sbriciolando i numeri dell’evento, sono sta- ti 400 i biglietti ven- duti per il percorso gastronomico per un totale di 4000 €. Il bingo in piazza ha reso circa 900 € e dalle iscrizioni alla marato- na non agonistica (70 sono stati i partecipanti) sono stati raccolti 140 €. Insomma, tolte le spese, il netto ricavato dalla due giorni è pari ad € 4120,00. “Questi soldi - dice ancora il parro- co don Luigi - verranno accantonati per la sistemazione del palco della sala parrocchiale che necessita di un intervento di ristrutturazione totale. Entro la fine dell’estate cer- cheremo di individuare i capitoli di spesa e di utilizzare al meglio i frut- ti di questa manifestazione.” Si ringraziamo tutti gli sponsor, tutte le associazioni aderenti all’ini- ziativa, la sesta circoscrizione “Latina Sud” nella figura del presi- dente pro tempore Paolo Frison, la parrocchia e tutti i gruppi intratteni- tori, con l’auspicio che l’evento possa diventare un appuntamento fisso e caratteristico dell’estate del borgo. (segue alle pagine 4 e 5) Insieme ricostruiamo il teatro del borgo... domenica 4 luglio con la maratona non agonistica e aperta a corridori di tutte le età. E poi l’agility dog, il trucca bimbo e la rappresentazione dei modellini con motore a scop- pio. E per finire, la chiusura delle strade del centro del borgo e l’istal- lazione di una serie di stand “gastronomici” ed espositivi. I visi- tatori, acquistando un biglietto a soli 10 €, hanno avuto accesso al percorso e, soffermandosi nei vari stand, hanno potuto degustare i prodotti tipici e di produzione loca- le. Il tutto allietato dall’ottima musi- ca del gruppo di Francesco Lucci. Tutti i prodotti distribuiti durante le serate e gran parte dei materiali utilizzati, sono stati gentilmente offerti dagli sponsor della manife- stazione (che ringraziamo viva- mente) e tutte le esibizioni sono state eseguite a titolo gratuito dai vari gruppi invitati (ringraziamo an- che loro). Lo scopo principale è stato quello di racimolare più introi- ti possibile, così da dare un impor- tante contributo alla rinascita di un veicolo di aggregazione importante per i giovani del borgo: il teatro. La festa ha registrato un successo senza precedenti sia a livello di partecipazione che di gradimento: l’aver dato la possibilità alle perso- SOMMARIO PAGINE 2 e 3 - 1° memorial Marco Lucci - historia in pillole PAGINA 4 e 5 - festa per la ricostruzione del teatro del Borgo! PAGINA 6 - bonifica argine del fiume Linea PAGINA 7 - intervista a Giovanni Macchia PAGINA 8 - storia a puntate (all’amico Ceciola) “Si ringraziano tutte le associazioni di borgo Faiti per la bellissima fe- sta organizzata il 3 e 4 luglio scor- si, durante la quale il borgo si è animato in un clima festoso e con- viviale. Un sentito ringraziamento va anche a tutti coloro che pur non facendo parte di nessu- na associazione hanno contribuito all’ottima riu- scita dell’evento”. Que- ste le parole del parroco don Luigi Venditti a po- chi giorni dalla conclu- sione della prima festa per la ricostruzione del teatro del borgo, orga- nizzata e promossa da tutte le associazioni di borgo Faiti con la colla- borazione della VIª Cir- coscrizione “Latina Sud”. Il comitato parroc- chiale, Casal Traiano, I Faiti Vostri, Progetto Faiti, a.s. Faiti 2004, il Centro Sociale e la Liber- tas Ronin si sono unite per un pro- getto comune: la ristrutturazione del piccolo teatro del borgo. La due giorni di festa è iniziata sabato 3 Luglio con uno spettacolo di im- provvisazione teatrale e, a seguire, bingo in piazza. Ma il clou è stato
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anno 4 - n° 1 del 28/07/10 tiratura 1000 copie

ne di vivere la piazza così come non avevano mai fatto prima, è stata la carta vincente. La novità della musica dal vivo sotto il porti-cato della chiesa ha creato una valida alternativa al solito ballo li-scio e poi il percorso gastronomico

è stata un’idea ge-niale, da un lato per valorizzare i prodotti tipici locali e l’artigia-nato e dall’altro per favorire il dialogo e l’aggregazione. Non possono lamentarsi neanche i bambini, visto che gran parte delle attività sono state rivolte proprio a loro. Sbriciolando i numeri dell’evento, sono sta-ti 400 i biglietti ven-duti per il percorso

gastronomico per un totale di 4000 €. Il bingo in piazza ha reso circa 900 € e dalle iscrizioni alla marato-na non agonistica (70 sono stati i partecipanti) sono stati raccolti 140 €. Insomma, tolte le spese, il netto ricavato dalla due giorni è pari ad € 4120,00. “Questi soldi - dice ancora il parro-co don Luigi - verranno accantonati per la sistemazione del palco della sala parrocchiale che necessita di un intervento di ristrutturazione totale. Entro la fine dell’estate cer-cheremo di individuare i capitoli di spesa e di utilizzare al meglio i frut-ti di questa manifestazione.” Si ringraziamo tutti gli sponsor, tutte le associazioni aderenti all’ini-ziativa, la sesta circoscrizione “Latina Sud” nella figura del presi-dente pro tempore Paolo Frison, la parrocchia e tutti i gruppi intratteni-tori, con l’auspicio che l’evento possa diventare un appuntamento fisso e caratteristico dell’estate del borgo. (segue alle pagine 4 e 5)

Insieme ricostruiamo il teatro del borgo...

domenica 4 luglio con la maratona non agonistica e aperta a corridori di tutte le età. E poi l’agility dog, il trucca bimbo e la rappresentazione dei modellini con motore a scop-pio. E per finire, la chiusura delle strade del centro del borgo e l’istal-

lazione di una serie di stand “gastronomici” ed espositivi. I visi-tatori, acquistando un biglietto a soli 10 €, hanno avuto accesso al percorso e, soffermandosi nei vari stand, hanno potuto degustare i prodotti tipici e di produzione loca-le. Il tutto allietato dall’ottima musi-ca del gruppo di Francesco Lucci. Tutti i prodotti distribuiti durante le serate e gran parte dei materiali utilizzati, sono stati gentilmente offerti dagli sponsor della manife-stazione (che ringraziamo viva-mente) e tutte le esibizioni sono state eseguite a titolo gratuito dai vari gruppi invitati (ringraziamo an-che loro). Lo scopo principale è stato quello di racimolare più introi-ti possibile, così da dare un impor-tante contributo alla rinascita di un veicolo di aggregazione importante per i giovani del borgo: il teatro. La festa ha registrato un successo senza precedenti sia a livello di partecipazione che di gradimento: l’aver dato la possibilità alle perso-

SOMMARIO PAGINE 2 e 3 - 1° memorial Marco Lucci - historia in pillole PAGINA 4 e 5 - festa per la ricostruzione del teatro del Borgo! PAGINA 6 - bonifica argine del fiume Linea PAGINA 7 - intervista a Giovanni Macchia PAGINA 8 - storia a puntate (all’amico Ceciola)

“Si ringraziano tutte le associazioni di borgo Faiti per la bellissima fe-sta organizzata il 3 e 4 luglio scor-si, durante la quale il borgo si è animato in un clima festoso e con-viviale. Un sentito ringraziamento va anche a tutti coloro che pur non facendo parte di nessu-na associazione hanno contribuito all’ottima riu-scita dell’evento”. Que-ste le parole del parroco don Luigi Venditti a po-chi giorni dalla conclu-sione della prima festa per la ricostruzione del teatro del borgo, orga-nizzata e promossa da tutte le associazioni di borgo Faiti con la colla-borazione della VIª Cir-coscrizione “Latina Sud”. Il comitato parroc-chiale, Casal Traiano, I Faiti Vostri, Progetto Faiti, a.s. Faiti 2004, il Centro Sociale e la Liber-tas Ronin si sono unite per un pro-getto comune: la ristrutturazione del piccolo teatro del borgo. La due giorni di festa è iniziata sabato 3 Luglio con uno spettacolo di im-provvisazione teatrale e, a seguire, bingo in piazza. Ma il clou è stato

anno 4 - n° 1 del 28/07/10

2 Il giornale di borgo Faiti

COMUNICATO IMPORTANTE DELLA REDAZIONE

Vista l’oggettiva difficoltà riscontrata nel reperire fondi per il presente giornale che, ricordiamo, viene stampato in 1000 copie e distribuito gratuitamente con la formula del porta a porta a tutte le famiglie di borgo Faiti residenti nel rettangolo compreso tra la via migliara 41 e la via migliara 45 e tra il fiume Sisto ed il fiume Linea, ci vediamo co-stretti a sospenderne la stampa su carta. La stampa di un numero (1000 copie) ci costa, attualmente, circa 300 €, ma siamo fortemente convinti del fatto che il valore aggiunto dato al borgo da questo strumento sia di gran lunga superiore al costo sostenuto per la rea-lizzazione. Un’azienda o un privato che volessero dare un contributo, anche parziale, per la stampa dei prossimi numeri, posso-no contattarci via mail a questo indirizzo: [email protected] o telefonicamente a questo numero: 349.0585868. Sarà loro riservato uno spazio della dimensione di quello che contiene questo comunicato. Salvo positivi risvolti, i prossimi numeri del giornale saranno pubblicati soltanto on-line, in formato pdf, sul sito www.borgofaiti.it.

Ti devi fidare dei tuoi compagni... di Riccardo Colabattista

Quando Fausto mi ha chiesto di scrivere un articolo che raccontas-se la storia del I° Memorial Marco Lucci né sono rimasto subito con-tento. È stata un’esperienza forte, coinvolgente e, nello stesso tempo, spen-sierata. Alla felicità di poter scrivere qualco-sa sul torneo si è su-bito accostato il dub-bio su come buttar giù il testo. Avrei po-tuto descrivere le par-tite, dare spazio ai risultati, fare un arti-colo in ricordo di Mar-co, oppure mettere tutto insieme in ma-niera confusionaria e distaccata. Alla fine ho deciso di raccontare questo Memorial in prima persona. Scriverò quindi le mie sensazioni e le mie emozioni personali. Spero si possa ripetere l’esperienza di una canzone. Quando, cioè, un cantan-te scrive un testo strettamente per-sonale in cui milioni di persone si riconoscono ed emozionano ascol-tandolo alla radio. Quest’anno, per la prima volta da quando si fa il torneo al Borgo, ho giocato con gli amici di sempre. Persone con le quali ho condiviso l’asilo, le vacanze e mille esperien-ze. Amici con cui ho litigato per un posto in squadra ma che basta guardarsi negli occhi per capire come la pensano. Una squadra messa in piedi lasciando da parte il valore tecnico ma evidenziando quello affettivo. Una scelta rischio-sa che, nelle prime partite, rischia-va di farci perdere il torneo e rovi-nare qualche rapporto personale.

Pian piano i risultati sono arrivati. La felicità di partecipare come gruppo all’evento ha prevalso sulla volontà dei singoli di guadagnarsi i minuti da giocare sul campo. Si è

compreso che la partecipazione è una condivisione di emozioni e si-tuazioni. Non è la lotta per un po-sto tra i titolari. Lo spirito del torne-o, per me, è racchiusa in questo e in tanti altri piccoli episodi. Da Gio-vanni che fa i panini a Ezio che

ogni giorno è sempre in mezzo al campo con il sorriso sulle labbra, dai ragazzi del Bar incontro che abbiamo tanto preso in giro scher-zando, alle famiglie che ogni sera

lasciavano i propri figli scorrazzare per la tribuna senza alcuna preoc-cupazione. Il torneo è stato tutto questo. Alla fine per la mia squa-dra è arrivata un’insperata vittoria. Nessuno di noi, prima di alzare la coppa, avrebbe mai pensato di raggiungere questo risultato. Noi saremmo stati felici di passare semplicemente il girone. E nono-stante la vittoria finale restiamo consapevoli che non eravamo la squadra più forte. Questo bellissimo risultato, però, è stato la testimonianza concreta che l’amicizia e il gruppo sono prin-cipi inscindibili per portare avanti qualsiasi progetto. Ci possono es-sere qualità ed eccellenze ma sen-za una vera condivisione d’intenti non si raggiunge molto. Credo an-che che la società Faiti 2004 insie-me agli splendidi Amici di Marco non abbiano solamente organizza-to un torneo per ricordare un ami-co. Secondo me hanno fatto molto

di più. Hanno aiutato a formare la squadra di Borgo Faiti. Una squadra di centinaia di persone che, senza rendersene conto, hanno giocato insie-me per tutta la durata del torneo. Una squa-dra di tante persone diverse che, per meri-to loro, ha condiviso spazi, sorrisi e piccole delusioni. Hanno gio-

cato insieme per costruire un per-corso comune. Quello di far rivive-re il ricordo di un Amico e di contri-buire attivamente alla crescita del-l’identità di un’intera comunità.

anno 4 - n° 1 del 28/07/10

3 Il giornale di borgo Faiti

E' stato bello , emozionante, e dav-vero sentito il primo memorial “Marco Lucci”. Essere stato un gio-catore ed aver partecipato è stato come per un attimo vede-re quel sorriso, vedere quelle espressioni di un grande amico che sfortu-natamente non c'è più. Ma la cosa più bella è sta-to vedere la gente parteci-pare assiduamente ad ogni serata, vedere i gio-catori giocare con la tran-quillità tipica delle partite tra amici. Ed a rendere il tutto perfettamente indi-menticabile, c’è stata an-che la partecipazione di Marco Di Vaio, un nome eccellente per un torneo eccellente. Chi ha conosciuto Marco sa che amico e persona solare e semplice era e

1° memorial Marco Lucci: quante emozioni! di Paolo Scapin

quindi era inevitabile che il torneo, dedicato completamente a lui, u-scisse così splendidamente. Il suo ricordo è vivo al borgo e tutto il

borgo ha fatto in modo che lui, da lassù, guardasse ciò che ha lascia-to. Mi permetto di dire che la sua amicizia ed il suo sorriso sono

stampati nel mio cuore come nel cuori di tutti coloro che hanno avu-to la fortuna di essere suoi amici o addirittura di aver semplicemente

passato una serata con lui. Il memorial è finito con l a v i t t o r i a d e l l a CO.SAL.OIL, che ha avu-to la meglio sulle altre 11 partecipanti. Colgo l'occa-sione per ringraziare sia l’a.s. Faiti 2004 sia coloro che hanno contribuito a farlo diventare un'ottimo torneo, ma il più grande GRAZIE va a Marisa e Maurizio che ci hanno permesso di ricordare il loro figlio e nostro grande

amico con una manifestazione riu-scita benissimo. Si sta già lavoran-do per l'edizione 2011... Che vinca il migliore!

All’inizio degli anni settanta, comincia il mio percor-so scolastico a Latina, nella scuola media Giovanni Cena. Nei 3 anni che ho frequentato questo istituto, mi sono chiesto chi fosse questo signor Cena, an-che perché non ricordo di aver visto una targa o una foto che potesse dare qual-che indicazione del personaggio, allora decisi di chiedere alla pro-fessoressa d’Italiano, che con un tono dimesso mi disse che era un poeta e un maestro dei primi del novecento. Con il passar de-gli anni e leggendo libri di storia locale; ho capito che G. Cena per il nostro territorio, non era un semplice poeta maestro, ma molto di più, oserei definirlo qua-si un missionario per decine di persone che vivevano nell’isola-mento della palude. G. Cena ar-riva a Roma nel 1901, come vice direttore della rivista Nuova An-tologia; sempre a Roma farà la conoscenza con un altro grande uomo, Angelo Celli, da sempre impegnato a combattere la mala-ria. A. Celli aveva avuto una grande intuizione; che l’alleato più pericoloso della malaria era l’ignoranza e quindi per combatterla bisognava creare delle scuole. Per risanare l’Agro Pontino occorreva perciò il maestro. Questi due grandi personaggi, insieme ad Anna Celli moglie di

Angelo e Alessandro Marcucci, nel 1907 iniziarono ad aprire le prime scuole rurali nell’ Agro Pontino, sempre in capanne, chiese, ovunque si poteva. Nel 1913 la prima scuola nell’Agro Pontino era un loca-le messo a disposizione di G. Cena a Casal delle

Palme, già sede della Croce Rossa Italiana. Quel forte lega-me con le nostre terre purtroppo si scioglierà nel 1917 con la sua morte, a soli 47 anni. A Casal delle Palme, che prese il nome delle palme che la du-chessa Caetani fece mettere a dimora nel 1912, don Gelasio Caetani donò il suolo per la co-struzione di un vero edificio sco-lastico che fu dedicato a G. Ce-na. Inaugurato il 20 novembre del 1921, nelle parte antistante era composto da due aule, una per le classi elementari e una per l’asilo, comunicanti su un ampio porticato rivolto verso la via Appia con una torretta cam-panaria. Il retro del fabbricato a due piani, ospitava al pian terre-no la direzione, cucina e bagni,

al piano superiore l’alloggio per l’insegnante, sala da pranzo e bagni. La scuola G. Cena di Casal del-le Palme, fu resa celebre anche per gli affreschi di un altro grande personaggio, l’artista Duilio Cam-bellotti.

Historia in pillole: Giovanni Cena! di Maurizio Ferriccioni

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4 Il giornale di borgo Faiti

Ci sembrava giusto e doveroso intervistare tutti i rappresentanti delle associazioni che con impe-gno e dedizione si sono prodigate nell’-organizzazione della bellissima festa per la raccolta fondi da destinare alla ristrut-turazione del teatro del borgo. A ciascu-no abbiamo chiesto quali sono state le impressioni matura-te durante i due giorni di attività... Paolo Frison (Circoscrizione) Abbiamo tutti condiviso l'opinione che si sia concretizzata una condi-zione eccezionale. Le serate sono state piacevoli, sicuramente ap-prezzate dalla gente che ha visto "vita" tra le vie del borgo in un am-biente diverso e caratteristico. Personalmente ritengo che il mes-saggio che è stato trasmesso (la solidarietà fine a se stessa) sia stato raccolto non solo da noi orga-nizzatori ma anche dagli sponsor e dalla popolazione locale. Il fatto di aver raccolto intorno ad un tavolo per mesi tutte (o quasi) le associazioni e comitati locali a par-lare di un evento da condividere è stato già per se un grande risultato. Sono stati commessi sicuramente errori organizzativi (pochi in verità) ma con l'esperienza matura-ta sicuramente pos-siamo migliorare. Bisogna incrementa-re l'impegno e la responsabilità e di-minuire i personali-smi. Franco Civerchia (comitato par-rocchiale) Siamo veramente soddisfatti per la riuscita dell’iniziativa. Forse il sa-

bato sera ci si aspettava un afflus-so maggiore ma poi abbiamo recu-perato con la domenica. A mio av-

viso siamo andati oltre le aspettati-ve: la prevendita dei biglietti è an-data alla grande e se dovessi quantificare direi che hanno parte-cipato oltre mille persone. Nono-stante il grande impegno e la fatica sono contento per come sono an-date le cose e ringrazio non solo tutti coloro che hanno dato un con-tributo economico ma anche coloro che hanno collaborato material-mente e fisicamente al buon esito della festa. Fausto Nardi (i faiti vostri) Con questa festa abbiamo lanciato un segnale importante: dalla sana e sincera collaborazione possono

nascere grandi cose per il borgo. La formula innovativa e “colorita” con cui è stata pensata questa ma-nifestazione racchiude in se un po’ tutto: rivalutazione e riqualificazio-ne del centro storico del borgo,

Festa ricostruzione teatro: i pareri delle associazioni... promozione delle realtà locali e poi aggregazione, dialogo e confronto generazionale. Sicuramente è un evento da riproporre anche il pros-simo anno, magari coinvolgendo anche i cittadini e le associazioni che in questa edizione non hanno dato il loro importante contributo in termini di organizzazione. Davide Corelli (progetto faiti) Penso che l’evento organizzato in collaborazione tra tutte o quasi le associazioni del borgo al fine di rac-cogliere fondi per sistemare la sala del teatro parrocchiale abbia avuto certamente un successo al di la di ogni più rosea aspettativa da parte degli organizzatori anche a sentire i commenti dei numerosissimi parte-cipanti del borgo e non solo e che certamente può diventare una tap-pa fissa per gli anni a venire. Sicu-ramente ci sarà da affinare qualco-sa ma credo che questo sia lo spiri-to giusto per fare le cose, coinvol-gendo tutti e per riaccendere quello spirito di appartenenza e partecipa-zione collettiva che forse è andato, nel tempo, un po’ scemando. Colgo l’occasione per ringraziare, infine, anche a nome di Federica Ferrari e Stefania Manzolli, rispettivamente vice presidente e segretario dell’as-sociazione “progetto Faiti - onlus” che sono onorato di presiedere, tutti coloro che ci hanno dato diretta-mente una mano sotto qualsiasi forma per la splendida riuscita della manifestazione. Andrea Miranda (casal traiano) L’iniziativa è ben riuscita e se do-vessi darle un voto sarebbe sicura-mente molto positivo. Certo, ci sono alcuni dettagli organizzativi del per-corso gastronomico da rivedere e migliorare ma, essendo la prima edizione, credo di poter affermare che siamo stati bravi e soprattutto che la risposta, in termini di parteci-pazione, sia stata al di sopra delle più rosee aspettative. Sicuramente il prossimo anno faremo meglio.

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5 Il giornale di borgo Faiti

Giuliano Nardozzi (centro socia-le) Eravamo abituati a concentrare i festeggiamenti in uno spazio limita-to e invece, stavolta, vedere ani-marsi tutto il borgo è stata una bel-la novità. Durante la festa, in molti ci hanno fatto i complimenti e son-dando le opinioni abbiamo riscon-trato molti pareri favorevoli. E chia-ro che, essendo la prima volta, c’è stato qualche piccolo intoppo ma sicuramente avremo modo di mi-gliorarci nelle prossime edizioni. Siamo molto soddisfatti e ci preme ringraziare tutti coloro che si sono lasciati coinvolgere dall’iniziativa. Ezio Favaretto (a.s. faiti 2004) Finalmente siamo riusciti ad unire tutto il borgo attraverso l’impegno di tutte le associazioni. Vedere tut-te quelle persone impegnarsi per un unico obbiettivo è stato davvero bello. Una festa riuscitissima e strutturata anche molto bene che ha dato al borgo un aspetto molto più bello.del solito. La scelta di di-slocare la festa in tutto il borgo è stata azzeccata perché abbiamo ridato vita alla sua piazza ed alle sue strade. Sicuramente si può fare meglio e di più ma credo che come inizio dobbiamo ritenerci soddisfatti. Partire da quello che abbiamo fatto di buono in questa edizione per continuare a miglio-rarci. Rino Molina (Libertas Ronin) “La privatizzazione degli spazi pub-blici, di cui l’automobile è il simbo-lo, logora i quartieri e le comunità che formano la metropoli. Gli sche-mi stradali, i parcheggi aziendali e le aree destinate allo shopping contribuiscono alla frantumazione

delle comunità e all’appiattimento di intere località. Ogni luogo è u-guale agli altri. La comunità diven-

ta un bene di consumo, un villag-gio per lo shopping, soggiogato e sempre sotto controllo. Il desiderio di comunità viene soddisfatto altro-ve, con spettacoli che ci vengono venduti in forma contraffatta. Stra-de o piazze di soap televisive ripro-ducono le aree che il cemento sta distruggendo. Le strade reali, in un tale contesto, sono inutili, luoghi attraverso cui muoversi ma che non devono essere vissuti e che

esistono solo in funzione di qualco-s’altro, come vetrine di negozi, car-telloni o distributori di benzina.” Ci siamo imbarcati nell’iniziativa di raccolta fondi per il restauro del Teatro di Borgo Faiti. Nobile inizia-

tiva, perché, in ogni comunità che abbia soddisfatto i propri bisogni primari, ciò che ha a che fare con

la cultura deve avere la priorità su tutto. Non abbiamo avuto molto tempo, qualco-sa di più e di meglio si può fare, ma l’o-biettivo è stato rag-giunto. Leggendo il passo che ho riportato all’i-nizio, mi sono accor-to però che avevamo avuto un altro e for-se maggiore risultato

a cui pochi avevano pensato. Per due giorni noi di Borgo Faiti siamo stati attori in uno spazio che da sempre e per sempre dovrebbe essere nostro: e “nostro” non signi-fica “del nostro club”, “del nostro gruppo”, “del nostro partito”, ma “di noi persone, di tutte le persone”. Abbiamo avuto per le strade, nella piazza, nel campo sportivo, bambi-ni, adulti, anziani che “vivevano” la serata partecipando alle iniziative

organizzate: passeg-giata per il Borgo, Bingo, esibizioni di Associazioni Sporti-ve, interventi di ani-matori, musica e percorso gastrono-mico. Siamo tra i fortunati che non abitano in una grande metropo-li dove iniziative del genere sono forse improponibili; faccia-

mo in modo che ciò che è stato il 3 e il 4 luglio non rimanga un evento isolato. Insomma, ci sembra di poter dire che si siano create le basi per una proficua collaborazione futura!

E le immagini di un fine settimana da ricordare!

Interventi manutenzione manto stradale

Ripristino vecchia

toponomastica

Nuovo campo sportivo

Piano sviluppo razionale del

borgo

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6 Il giornale di borgo Faiti

Quello in corso è un intervento di manutenzione stra-ordinario ma non si tratta di quello da me annunciato nel novembre scorso. Per il restyling del canale Linea manca soltanto l'invio in Regione, da parte della Pro-vincia, del progetto definitivo e poi si potrà passare alla fase di affidamento dei lavori. La Regione Lazio, di fatto, ha approvato il progetto preliminare ed ora attende quello definitivo e per la liquidazione del fi-nanziamento. Le somme in Regione per la realizza-zione dell'opera sono impegnate ed anche in giunta abbiamo deliberato la realizzazione del progetto defi-nitivo. Nei prossimi giorni il settore ambiente affiderà l'incarico per la stesura dell'elaborato finale ad un tec-nico che dovrà predisporre il progetto definitivo da sottoporre all’approvazione della regione; in pratica si tratta dell'ultimo passaggio per ottenere il finanzia-mento regionale e per poter procedere all'affidamento dei lavori. La regione, ricevuto il l’elaborato, dovrà va-lutarlo ed approvarlo - salvo eventuali richieste di inte-grazione - per poi poter procedere alla liquidazione e

Bonifica fiume Linea: qualche dubbio c’è... della Redazione

In occasione dello scorso numero del giornale abbia-mo ricevuto e pubblicato un comunicato stampa relati-vo allo stanziamento di un certo quantitativo di fondi regionali (200 mila euro per l’esattezza, finanziati sulla base dei contributi previsti dalla legge regionale n. 22/09) per la riqualificazione dell’argine del fiume Li-nea nel tratto antistante bor-go Faiti. “Gli interventi previ-sti – si diceva – consistono in un vero e pro-prio restyling anni 30, ovvero nel consolida-mento e ripristi-no delle spon-de del canale, così come rea-lizzato con la tipologia previ-sta per i manu-fatti per le ope-re realizzate ai tempi della bo-nifica, median-te il ripristino della muratura con l’impiego di pietra naturale, e prevede inoltre opere di miglioramento della qualità e fruizione urbana compresa la piantu-mazione che renderanno fruibili il canale agli abitanti. Con questo intervento si intende riqualificare una zo-na del nostro territorio tra le più caratteristiche, che si collocherà in perfetta armonia con la navigabilità del fiume Cavata”. A quel comunicato – che era del consigliere provincia-

le Tomeo – sono seguiti circa 6 mesi di silenzio fino alla seconda decade del giugno scorso, quando il consigliere regionale Di Giorgi ed il presidente di cir-coscrizione Frison proclamavano l’inizio delle opere di bonifica a cura del Consorzio dell’Agro Pontino. Opere che effettivamente sono iniziate ed hanno ri-

guardato, sin ora, la potatura della siepe al monumento dedicato alle vittime del ter-rorismo con il relativo consoli-damento del cordolo di cinta e poi il taglio dell’erba sulle due sponde dell’argine lun-go tutto il tratto che va dalla cantoniera al primo ponte di accesso al bor-go. Ora la questio-

ne non è del tutto chiara: gli interventi in corso sono quelli che porteranno al “restyling anni 30” o trattasi di tutt’altra cosa? Dobbiamo ringraziare la regione che con quei 200 mila euro sta finanziando l’opera, oppu-re è il Consorzio di Bonifica che si sta facendo carico dei costi? Qualora si avvalorasse la seconda ipotesi, allora vorrebbe dire che quei famosi 200.000 euro potrebbero essere utilizzati per altri progetti di riqualifi-cazione del borgo?

consentire l’affidamento dei lavori tramite gara d’ap-palto. Auspico pertanto un solerte lavoro da parte de-gli uffici per sbrigare queste ultime procedure ammini-strative, anche perché la consegna del progetto defi-nitivo dovrà avvenire entro il mese di Agosto, altri-menti i 200.000 € andranno perduti. E’ sottointeso che seguirò in prima persona la conclusione di questo iter. L'intervento da me voluto su proposta del presidente dell'associazione “Progetto Faiti” Davide Corelli, e fatto finanziare dall'ex cons. regionale Fabrizio Cirilli, ricade nel tratto urbano del borgo tra i due ponti di accesso dello stesso dalla via Appia e consiste in un vero e proprio restyling anni 30, ovvero nel consolida-mento e ripristino delle sponde del canale, così come realizzato con la tipologia prevista per i manufatti per le opere realizzate ai tempi della bonifica, mediante il ripristino della muratura con l’impiego di pietra natura-le, e prevede inoltre opere di miglioramento della qua-lità e fruizione urbana, compresa la piantumazione, che renderanno fruibile il canale agli abitanti.

Il punto del consigliere provinciale Tomeo

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7 Il giornale di borgo Faiti

Allora Giovanni, come nasce questa passione? Tanti anni fa, è cominciata con l’-acciaio, per poi trasferirsi al legno. Nel 74 mi trasferisco qui al Borgo ed entro all’Aviointeriors; nel 76 prendo il patentino R.A.I, registro aeronautico italiano, un ente stata-le indipendente, per la specializza-zione nelle saldature di acciaio e alluminio; sono il 65° in Italia, e lo rinnovo ogni anno. Con gli scarti di lavorazione inizio i primi lavoretti (me li mostra) per regalarli ai ni-poti e agli amici: questi rami degli alberi sono colature di saldatura; guarda il particolare del nido, ogni mio lavoro ha un piccolo particolare. Poi passi al legno? si, e li inizia il difficile, per-ché con l’acciaio se sbagli recuperi, con il legno invece, o cambi forma nel migliore dei casi, o fai una cosa più piccola, tipo quell’ani-male la sopra. scusa, che animale è? doveva essere un maiale sdraiato; poi quando sono arrivato al volto ho sbagliato e ho dovuto modificare, ed è venu-to così! il corpo è del maiale pe-rò! La testa del cane? no, la testa é di un non animale, è niente. Con l’acciaio però, non solo arte, an-che utensili quotidiani: vedo prendi ghiaccio, pinze per ver-dura e questo bellissimo coltel-lo… le cose fatte con l’acciaio so-no eterne; questa è tutta roba che ha più di 20 anni. Tutto dovrebbe essere fatto con l’acciaio, si spen-de un po’ di più, ma poi non si spende più… io però voglio arri-vare all’invenzione che al Faiti conoscono tutti: la taglia-cocomeri: come ti è venuta? guardando mia sorella che, paraliz-zata ad un braccio, non riusciva a

tagliare la mela; il primo prototipo è per le mele di mia sorella, poi ho allargato l’idea a meloni e cocome-ri. Ho provato a brevettarlo; sono andato all’ufficio brevetti e mi han-no detto che serviva una laurea oppure doveva presentarlo un in-gegnere. Poi, l’impiegato in confi-denza mi dice: “l’ufficio brevetti è aperto a tutti; se lo brevetti dopo una settimana te lo copiano, lo mo-dificano di una briciola per stare in regola, e hai solo buttato 800.000 lire. Proponilo ad un azienda”. Ho

lasciato cadere la cosa lì, però ne ho fatti girare talmente tanti, che sono arrivati ugualmente ad una grande azienda: li ho visti girare in plastica a 5 euro. Il mio, solo per la materia prima ce ne vogliono 15 di euro; però come ti dicevo, è eter-no. Un desiderio legato a questa passione? Una stanza qui al borgo, dove far nascere un laboratorio di artigiani, per non perdere certe esperienze e certi mestieri che stanno scompa-rendo. Oggi la scuola riempie di nozioni e non lascia spazio alla pratica; creiamo laureati pieni solo di teoria; uno si diploma geometra, e non hai mai visto una livella. Giovanni, la creazione alla quale

sei più affezionato esiste? ( mentre ci rimugina sopra, Mari-sa sussurra“ sono tutti figli suoi”. E dopo un po’ di riflessio-ne) Ci sta, ci sta, vieni che te la faccio vedere… e nella credenza del salotto mi mostra due dra-ghi… questi due… e allora, la fo-tografia per il giornalino te la faccio con loro… va bene! Il primo lavoro in assoluto, inve-ce? Quel mazzo di rose in acciaio là sopra, per mia moglie (Marisa si alza, e le porta fuori con orgo-

glio, insieme ad un altro oggetto dello stesso periodo) questi sono di fine anni set-tanta, hanno più di tren-ta anni, e guarda? Cosa bisogna fare per non perdere queste attitudini, in modo che rimangano patri-monio della collettivi-tà? Bisogna riportare i rapporti tra le persone a come erano un tem-po: la solidarietà che c’era una volta, oggi non c’è più; bisogna tornare indietro. Ti fac-

cio un esempio: quando ero bam-bino, al mio paese… A proposito, non mi hai detto di dove sei di preciso: Nettuno? No, Nettuno è stato un posto di passaggio, io so-no abruzzese, di Carsòli. Da picco-lo, al mio paese, quando era tem-po di castagne, si facevano delle grosse buche coniche alte un paio di metri e le si riempivano di acqua per conservarci le castagne. Tutti quelli che avevano le castagne le andavano a buttare li dentro, sen-za contarle; quando era tempo di riprendersele, ognuno andava e si riprendeva le castagne sue, mi-schiate con le altre… ricordi una litigata per il quanti-tativo di castagne prese? no, mai successo.

Incontro con Giovanni Macchia di Loris Cascone

Nel nostro impegno per far conoscere il Faiti e le persone che lo abitano, questa volta ci siamo dedicati ad un eccellenza del Borgo; chiamarlo artista è forse troppo, ma artigiano è troppo poco; diciamo un buon mix tra ge-nio e razionalità, visione e concretezza. Sono andato a trovarlo una sera di questo torrido luglio, nella sua casa al centro del Borgo, fuori la sua veranda; ci siamo fatti una chiacchierata. C’eravamo visti l’ultima volta quando ha esposto le sue opere durante la festa delle associazioni, sotto la statua di Padre Pio; gli avevo chiesto quel giorno, se il parroco era al corrente di quelle sculture un po’ troppo profane, e lui mi aveva risposto: “è il lin-guaggio delle mani”.

anno 4 - n° 1 del 28/07/10

8 Il giornale di borgo Faiti

Giornale non periodico

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Un posto chiamato… Faiti! di Isacco Lorens Roils continuò: ”ricordi quella sera che ho provato a far notare la tra-scuratezza alla quale è abbando-nato il borgo? Eravate presenti?” vide lo sguardo perso di Missomà e Ludiaco e quindi virò verso gli altri. Le espressioni, più o meno convergenti, manifestavano condi-visione. Anche solo quel piccolo declinare il collo di alcuni, fu per Roils una piccola vittoria etica e morale. Non che i suoi sentimenti non fossero condivisi dai suoi ami-ci e colleghi; quello sfogo, era lo sfogo di tutti. La questione però, rimaneva sempre la solita; tanto in quell’occasione, come in tutti i con-testi riguardanti i rapporti interper-sonali nella società civile del tem-po: la consapevolezza delle pro-prie idee, la forza nell’esporle, e il coraggio di manifestarle. L’eterno dilemma dell’uomo?! Saper parlare in maniera chiara in faccia al pro-

prio interlocutore; che sia un fratel-lo o un amico, una persona cara o un perfetto sconosciuto. È tutta lì la radice dei rapporti: l’essere chiari. Questo concetto, che dovrebbe essere alla base di tutti i rapporti, che siano tra popoli o semplici indi-vidui, vale ancor di più nelle picco-le comunità. Perché è proprio al loro interno che le singole persone fanno circolare pensieri, idee e concetti, in maniera più rapida, sbrigativa e confidenziale. In una piccola comunità, è impossibile dare un opinione in confidenza ad un amico, un fratello, un cugino, senza che questa diventi di domi-nio pubblico nel volgere di pochi giorni. I rapporti sono troppo stretti; ci si conosce tutti troppo bene, per non poter pronunciare l’atavica frase “che rimanga tra noi”, senza sapere che quella confidenza farà il giro del paese in un tempo bre-vissimo. Tanto vale allora, essere diretti; prendere il problema di pet-to, e far arrivare il proprio pensiero al diretto interlocutore. È cosa diffi-cile, vero; prerogativa di pochi, ma bisogna cercare di sforzarsi; ne guadagnerebbe la convivenza civi-le, patrimonio di tutti e prerogativa delle società più avanzate. Le chiacchiere da bar e i pettegolezzi da condominio non aiutano la cre-scita sociale e la maturazione dei rapporti. Era sulla base di queste convinzio-ni che si basavano le delusioni e le disillusioni di Roils. Proprio per quel motivo, una volta pronunciata quell’ultima frase, lasciò cadere il discorso lì, senza aggiungere trop-po, senza rinverdire frasi alle quali aveva fatto riferimento. Rievocare le vecchie discussioni, avute con i sostenitori dei governanti, non a-vrebbe aggiunto niente alla discus-sione; e recitare sempre la parte del polemico e del logorroico, era un ruolo che non gli si addiceva più da tempo. La serata quindi, scivolò giù più veloce e distratta: dopo aver spo-stato la data del proseguo degli scavi, i temi sul tavolo del Botti Piene, virarono sul frivolo: e quan-do un gruppo di uomini intorno ad

un tavolo, virano sul frivolo, gli ar-gomenti sono solo due: il Football e le donne. Quella sera toccò alle donne, e la parte del leone, toccò come al solito a Caul, vecchio Don Giovanni ormai ammogliato e con prole. Spostati gli scavi alla settimana successiva, non rimaneva che prendere di mira l’archivio catasta-le di New-Fait; rimettere il naso in tutte quelle carte falcidiate dal tem-po, vera memoria storica del vec-chio borgo sepolto, e fare molta attenzione alle date. A distanza di pochi anni, a cavallo del secondo conflitto mondiale, il borgo aveva subìto una lunga serie di trasfor-mazioni: se le prime, quelle vicine al conflitto, erano state lente ma lineari, in linea con la tipica struttu-ra di un borgo di fine ventesimo secolo, le ultime invece, quelle po-co prima dell’abbandono, erano state veloci e confusionarie. Roils era convinto ci fosse un filo con-duttore dietro quell’intreccio di inte-ressi immobiliari e politici, e lo sgombero coatto del borgo, dopo il terribile incidente. La mattina seguente la serata al Botti Piene, nonostante il tasso alcolico avesse raggiunto il livello di guardia, verso le nove, era già davanti l’entrata dell’archivio che attendeva Caul, ormai refrattario alla puntualità. Si presentò alle no-ve e venticinque, con la borsa in una mano e l’altra impegnata con il finale della colazione iniziata al Bar Bluc: un maxi cornetto ripieno di crema al cioccolato. Più che man-giarlo, era intento a sodomizzarlo; dopo mesi di strenua dieta, la sua vecchia voracità, come sempre, era tornata a galla; e come i più accaniti fumatori quando decidono di smettere, nel momento in cui tornano schiavi del vizio, consuma-no anche le quantità sospese la-sciatesi alle spalle. Non appena Rolis lo vide arrivare, allargò le braccia esclamando:“ stasera dob-biamo giocare! Non puoi iniziare la giornata in questa maniera! Hai voluto farti tesserare? Quindi la mattina, succo e cereali; butta quel cornetto e …” e Caul: (segue...)

Storia a puntate (all’amico di una vita: Ceciola)

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