DISTRETTO di VIADANA
INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI
Piano di zona 2002 – 2003 - 2004
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
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indice
Premessa …………………………………………….. pag. 3
Percorso metodologico e caratteristiche del piano … pag. 6
Servizi esistenti – prestazioni ed interventi offerti … pag. 12
Analisi dei bisogni …………………………………… pag. 26
Obiettivi strategici – priorità d’intervento ………… pag. 34
Azioni di sistema ……………………………………. pag. 34
Modalità organizzative della struttura amministrativa pag. 44 e tecnico gestionale per l’attuazione degli interventi
Modalità organizzative e di gestione dei servizi …… pag. 44
e degli interventi previsti
Risorse finanziarie, strutturali ed umane …………. pag. 46
Modalità di integrazione tra prestazioni offerte ….. pag. 48
Modalità di collaborazione e coordinamento tra …. pag. 49 pubblico e terzo settore
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
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1. Premessa
La legge quadro per la “realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” (legge
8/11/00 n. 328) ha aperto una nuova e diversa prospettiva per le politiche sociali nella quale tutti i livelli
istituzionali competenti, le formazioni sociali, le categorie professionali, i cittadini, sono titolati ad
intervenire con un nuovo protagonismo, a partecipare ai processi decisionali, ed ha configurato un
diverso ruolo del settore pubblico oltre che prevedere nuovi spazi per il “terzo settore” nel suo insieme.
Tale provvedimento legislativo ha creato le condizioni favorevoli alla costruzione e/o al
rinnovamento di un sistema di “welfare” locale, che individua nei Comuni i principali attori
dell’operatività del sistema stesso.
Perciò, mentre da un lato il provvedimento definisce una chiara e forte competenza legislativa e
programmatica delle Regioni, attribuendo loro ampia facoltà di effettuare scelte di fondo nella materia,
dall’altro si assume il livello istituzionale più vicino ai cittadini come quello in grado di promuovere
reti, partecipazione e risorse, indicare priorità in ordine al livello di bisogno e alle risorse disponibili,
stringere patti e collaborazioni per dare concretezza al principio di sussidiarietà orizzontale e verticale.
Lo strumento operativo strategico per attuare questa nuova politica in campo assistenziale è il
Piano di Zona, “piano regolatore (per usare un termine proprio alle scienze urbanistiche) dei servizi alle
persone”, che ha il compito di definire “gli obiettivi strategici e le priorità di intervento nonché gli
strumenti e i mezzi necessari per la relativa realizzazione”, esplicitando le modalità di organizzazione
dei servizi, le risorse finanziarie, strutturali e professionali necessarie.
Il Piano di zona in altri termini, è finalizzato a favorire l’individuazione di forme di integrazione
dei servizi e di concertazione con l’ASL e la definizione delle caratteristiche delle prestazioni e dei
livelli essenziali, delle priorità, degli indicatori per la verifica, a qualificare la spesa e definire i criteri
per la sua ripartizione, a prevedere iniziative di formazione ed aggiornamento degli operatori, ed infine
a pianificare le risorse che ogni singolo Ente mette a disposizione.
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
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In questo nuovo contesto assume particolare rilievo, al fine di rafforzare la rete dei servizi e
degli interventi esistenti ed un migliore utilizzo delle risorse, la formazione di sistemi locali
intercomunali in area sufficientemente omogenea da un punto di vista sociale ed economico. L’ambito
territoriale di riferimento per i Piani di Zona coincide, nella Regione Lombardia, con i distretti sanitari,
indicando con questo una precisa rotta verso l’integrazione socio sanitaria.
Il presente Piano di Zona rappresenta per il distretto di Viadana (Comuni di Bozzolo,
Commessaggio, Dosolo, Gazzuolo, Marcaria, Pomponesco, Rivarolo Mantovano, San Martino
dall’Argine, Sabbioneta, Viadana) un’importante occasione per fare il punto dello stato della rete dei
servizi del proprio territorio, del sistema di relazioni costruito in questi anni, delle caratteristiche di una
nuova realtà sociale che in virtù di due grandi fenomeni, invecchiamento della popolazione e
immigrazione, si sta profondamente modificando. Può indicare piste di lavoro, strumenti nuovi, percorsi
comuni da attivare e sperimentare fin da subito.
L’attivazione del processo di definizione del Piano di Zona del distretto di Viadana ha fatto
emergere necessità di interventi strutturali nel “welfare” locale, anche se le politiche sociali del territorio
non sono agli albori del sistema, in quanto, seppur con forti disuguaglianze, disomogeneità e differenze,
i Comuni hanno cercato di dare risposte ai servizi di sostegno alle famiglie e ai cittadini in difficoltà, ai
programmi su aree di disagio acuto e per segmenti di popolazione, a collaborazioni con le Istituzioni ed
a convenzioni con il privato sociale.
Come più avanti evidenziato nelle rielaborazioni di schede e tabelle della spesa sociale 2001, la
spesa sociale a carico dei bilanci comunali del distretto per lo stesso periodo (al netto delle entrate) è
stata di 2.430.544 Euro (4,706 miliardi delle vecchie Lire), per una spesa per abitante pari ad €. 53,71,
valore che nel tempo dovrà trovare un’equa integrazione per fornire risposte adeguate alla comunità del
territorio più svantaggiata e bisognosa di interventi sociali.
La legge 328/00 rappresenta un forte elemento di innovazione nel quadro delle politiche sociali
(promozione dell’azione sociale a Sistema integrato , carattere di universalità , nuova responsabilità al
terzo settore, livello essenziale delle prestazioni sociali, individuazione di risorse finanziarie), e
dovrebbe favorire più alti livelli di attenzione e di innovazione sia nel merito dei problemi (dalla povertà
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
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e dal disagio conc lamato alla zona grigia dei bisogni nella normalità difficile), sia nei processi di
programmazione e di progettazione (processi di integrazione, ecc.)
Con questa legge e le conseguenti disposizioni normative emergenti dal Piano socio sanitario
della Regione Lombardia diventano più praticabili alcune prospettive:
• lavorare insieme, pubblico, privato, famiglie per un bene comune attraverso processi fondati sulla
condivisione delle responsabilità,
• fare leva sulle risorse delle persone e delle famiglie, e di conseguenza riconoscere competenza ai
saperi sociali oltreché ai saperi professionali,
• avere luoghi e persone in grado di risultare reale punto di riferimento per chi è in difficoltà,
• riconoscere ed ascoltare i disagi della normalità,
• assumere l’equità e la solidarietà come criterio di partecipazione dei cittadini al costo dei servizi,
• operare in una logica integrata con altri sistemi fondamentali per il benessere delle persone, a partire
da quello sanitario.
Nella definizione e per l’applicazione del P.D.Z., i Comuni del Distretto si sono inoltre ispirati alle linee
di principio riportate nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dalla Assemblea
Generale delle Nazioni Unite con risoluzione n. 217 A del 10/12/48 e nella Convenzione internazionale
sui Diritti dell’Infanzia approvata dall’ONU il 20/11/89.
I Comuni, inoltre, nell’adottare il piano ribadiscono l’utilità che lo stesso viene ad assumere quale
riferimento ideale per l’attività del distretto, bacino d’utenza con connotati specifici per la sua vasta
estensione territoriale, per la posizione geografica (al confine con tre provincie diverse, di cui due di
altra Regione) ma soprattutto per la sua identità storica.
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
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2) PERCORSO METODOLOGICO DI ELABORAZIONE E CARATTERISTICHE DEL PIANO
Il piano di zona 2002 – 2004 nasce nel rispetto di alcuni principi fondamentali che da tempo sono
alla base dell’attività sociale dei Comuni del distretto, vale a dire:
o riconoscimento della famiglia quale luogo privilegiato per la formazione ed il benessere
delle persone e per la coesione sociale,
o promozione di politiche sociali di libertà e di crescita della solidarietà,
o riconoscimento dell’importanza della funzione educativa degli adulti e delle responsabilità
genitoriali,
o valorizzazione delle autonomie e delle differenze connesse con le fasi della vita,
o riconoscimento delle pari opportunità tra i sessi e della solidarietà tra le generazioni
L’elaborazione del piano di zona 2002 – 2004 del distretto di Viadana è avvenuta, inizialmente,
scontando alcune difficoltà imputabili soprattutto alla scarsa esperienza dei Comuni di lavorare in modo
sinergico ed associato ed all’introduzione da parte della legge 328/00 di principi innovativi nella
gestione del “welfare” locale che ha allargato la partecipazione ed il coinvolgimento di soggetti diversi
da quelli istituzionali, in particolare soggetti del terzo settore oltre all’Azienda Sanitaria locale.
Il modello organizzativo adottato per la predisposizione del piano ha privilegiato le professionalità
interne dei Comuni del distretto, sfruttando l’esperienza e le capacità professionali di coloro che da
tempo operano nel settore specifico, quotidianamente a stretto contatto con le problematiche dei bisogni
sociali e soprattutto quale incentivo a sviluppare le capacità di progettare insieme, condizione essenziale
per raggiungere obiettivi di qualità e di efficacia e per favorire condizioni future di sviluppo.
L’innovazione ha bisogno di conoscenze e competenze maturate in contesti professionali e
relazionali diversi, in quanto il dialogo e la collaborazione favoriscono il negoziato e il consenso, ed
anche perché il fare insieme sviluppa il senso di appartenenza (ad un progetto, ad un gruppo, ad un
ambiente di vita).
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
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Affinchè il Piano di Zona potesse sviluppare tutte le potenzialità in esso insite e tradursi in uno
strumento operativo capace di promuovere politiche di integrazione è stato necessario definire fin dal
principio alcuni aspetti metodologici del processo decisionale del Piano di Zona quali:
1) modello organizzativo e ruolo dei vari attori;
2) ruolo del terzo settore;
3) interdipendenza degli obiettivi prescelti e delle risorse professionali, organizzative ed
economiche necessarie;
4) introduzione nel Piano di adeguati strumenti di flessibilità;
5) criteri di coordinamento e di coerenza degli obiettivi
Modello organizzativo e ruolo dei vari attori
Sono stati attivati due organismi interni:
- il Comitato dei Sindaci quali soggetti sottoscrittori dell’accordo di programma attuativo del
piano;
- il Gruppo di lavoro tecnico (tavolo tecnico composto da 1 componente per ogni Comune)
formato prevalentemente dai responsabili degli uffici preposti al servizio sociale ed allargato a
rappresentanti politici per i Comuni di minori dimensioni.
Si è voluta attuare in tal modo una distinzione fra il ruolo politico ed il ruolo tecnico,
attribuendo:
- al primo, il potere e la responsabilità di definire le strategie, di scegliere le priorità, di
precisare gli obiettivi, di allocare le risorse necessarie, di approvare il Piano di zona e di
sottoscrivere l’Accordo di programma,
- al secondo, il compito di fornire le indicazioni e gli inputs necessari a decisioni coerenti coi
principi di efficacia, efficienza ed equilibrio economico.
L’attività sviluppata in particolare dal “tavolo tecnico” è stata intensa ed articolata, con diversi
incontri di gruppo, ed il suo contenuto è sintetizzabile come segue:
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
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§ determinazione linee guida per stabilire le modalità di rilevazione della
domanda/offerta/risorse/bisogni facendo riferimento in particolare per questi ultimi ai livelli minimi
essenziali di cui all’art. 22 della legge 328/00, vale a dire:
a) servizio sociale professionale e segretariato sociale
b) pronto intervento sociale
c) assistenza domiciliare
d) strutture residenziali e semiresidenziali
e) centri di accoglienza residenziali o diurni;
§ elaborazione dei dati relativi alle schede di rilevazione della domanda/offerta/risorse/bisogni;
§ piano per la consultazione dell’ASL, delle RSA e del Terzo Settore;
§ definizione delle modalità di elaborazione del Piano di Zona;
§ raccordare la proposta progettuale del “tavolo tecnico” con gli indirizzi politici del Comitato dei
Sindaci.
§ presentazione della proposta progettuale e dell’accordo di Programma relativo;
§ stabilire le modalità di valutazione del Piano di Zona
Ruolo del terzo settore e delle organizzazioni sindacali. Al fine di incentivare la partecipazione alla realizzazione del sistema integrato di interventi e
servizi sociali, la consultazione è avvenuta a più livelli coinvolgendo diversi soggetti (Responsabili dei
servizi sanitari dell’ASL, rappresentanti politici, operatori del settore sanitario) ed in particolare le
Associazioni del terzo settore e le RSA, alle quali, a seguito specifico incontro, è stato fatto recapitare
speciale questionario.
Hanno ritornato il questionario, debitamente compilato con specifiche sulle attività
proprie, informazioni e dati significativi in merito alla domanda sociale ed ai bisogni, le
seguenti associazioni:
Soggetti pubblici, privati e Terzo settore Attività di intervento PUBBLICA ASSISTENZA VOLONTARIA CROCE VERDE socio-sanitaria ASSOCIAZIONE PORTA APERTA socio-terapeutiva CULPA – COMITATO UNITARIO PENSIONATI LAVORO AUTONOMO segretariato sociale COOP. L’INCONTRO socio-lavorativa SANTA LUCIA COOPERATIVA SOCIALE socio-lavorativa
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Soggetti pubblici,privati e Terzo settore Attività di intervento ASSOCIAZIONE LA MERIDIANA ONLUS socio-ricreativa SUCAR DROM – ASSOCIAZIONE SENZA SCOPO DI LUCRO socio-culturale AVIS CIZZOLO socio-sanitaria ASSOCIAZIONE ATLETICA INTERFLUMINA sportiva DIOCESI DI CREMONA sociale COMITATO VIADANESE DI SOLIDARIETA’ ONLUS socio-assistenziale ASS. ANDOS OGLIO PO sociale AVULSS – ASSOCIAZIONE VOLONTARI NUOVE UNITA’ LOCALI socio-assistenziale GIS VIADANA sportiva A.S. VOLLEY VIADANA sportiva AS. GINNASTICA ARTISTICA LONGONI VIADANA sportiva SEZ. AVIS socio-sanitaria ASS. ITALIA NOSTRA ambientalista ASS. SPORTIVA KARATE VIADANA sportiva TENNIS VIADANA sportiva ASS. NAZIONALE CARABINIERI socio-ricreativa ASS. SPORTIVA MOTOCROSS VIADANA sportiva I.R.A.B. “CARLO LOUISA GRASSI” Casa di Riposo CASA DI RIPOSO “CONTE Dr.CARLO CARACCI” Casa di Riposo C.A.G. DOSOLO socio-educativa SANITHAD SERVIZI SOCIALI COOP. SOC. R.L. ONLUS socio-lavorativa CIRCOLO ARCI VILLASTRADA socio-ricreativa CIRCOLO ACLI DOSOLO socio-culturale AVIS COMUNALE VILLASTRADA sanitaria ASS. SCOLASTICA SPORTIVA “A. DE GIOVANNI” sportiva GRUPPO NATURAL DI CAMPITELLO naturalistica AVIS CAMPITELLO “G.CASTAGNA” sanitaria AGENDA SCUOLA scolastica AGORA’ COOPERATIVA SOCIALE socio-lavorativa CSI MANTOVA sportiva CASA DI RIPOSO DI RIVAROLO MANTOVANO Casa di Riposo IST SAN GIUSEPPE COMUNITA ALLOGGIO socio terapeutica CASA DI RIPOSO DI POMPONESCO Casa di Riposo PARROCCHIA “SANTA MARIA ANNUNCIATA” sociale CASA DI RIPOSO “BAGUZZI DASSU” Casa di Riposo AVIS COMUNALE socio-sanitaria CENTRO SOCIALE “L’INCONTRO” socio-culturale-ricreativa
Poiché le scadenze istituzionali hanno sollecitato ed imposto tempi contenuti, la concertazione
si è limitata in questa fase al semplice monitoraggio delle necessità della situazione esistente e delle
proposte , rinviando ad un periodo successivo lo sviluppo di metodi di lavoro partecipativi più ampi ed
adeguati sia con riferimento alla progettazione delle politiche sociali sia nell’implementazione ed
attivazione degli interventi.
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
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Con l’approvazione del piano viene in ogni caso ribadito il ruolo importante per le forze sociali, il
terzo settore, i Sindacati che pur avendo assunto in sede di predisposizione del Piano solo un ruolo
consultivo mantengono un potere di proposta e di attuazione a tutti i livelli.
.
Interdipendenza degli obiettivi prescelti e delle risorse professionali,
organizzative ed economiche necessarie
Lo sforzo è stato quello di operare scelte di obiettivi sui quali convogliare le risorse attivate e/o
attivabili tenendo conto del rapporto inscindibile tra bisogni, organizzazione ed equilibrio economico ed
avendo presente una domanda sociale in evoluzione, con vecchie e nuove connotazioni.
Al progressivo invecchiamento della popolazione si accompagna sempre più il bisogno di una
cultura “domiciliare” delle risposte, alla significativa e progressiva presenza di stranieri conseguono
problemi di integrazione sociale, al disagio minorile (fascia più debole e fragile della società)
necessitano maggiori risorse e strumenti di intervento.
Introduzione nel Piano di adeguati strumenti di flessibilità
Per la “complessità” del contesto in cui ci si trova ad operare, la programmazione è stata concepita
come un processo continuo di analisi, conoscenze, ipotesi, e azioni che nel loro divenire stimolano
nuove analisi, nuove conoscenze, nuove ipotesi e nuove azioni, in un processo circolare che fa del
presente Piano di Zona non un documento rigido e statico, ma uno strumento di lavoro soggetto a
modifiche, aggiustamenti, integrazioni e specificazioni in una logica di “laboratorio permanente”.
Il presente piano è caratterizzato da forti connotati di flessibilità, riservandosi i 10 Comuni del
distretto la possibilità di intervenire nel corso della sua attuazione, recependo le modifiche ed i
suggerimenti che si renderanno utili ed opportuni.
Il piano di zona è stato sviluppato per il triennio 2002 – 2003 – 2004 in base agli indirizzi ed alle
indicazioni regionali che portano ad individuare, con riferimento all’utenza, sei specifiche aree di
welfare:
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• Area Anziani
• Area Minori
• Area Disabili
• Area Immigrazione
• Area Emarginazione sociale, Povertà e Dipendenze
• Area Salute mentale
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3) SERVIZI ESISTENTI - PRESTAZIONI ED INTERVENTI OFFERTI
La mappa dei servizi esistenti e le prestazioni offerte sono riportate nelle tabelle successive
ove si offre un quadro riassuntivo dello stato di fatto con riferimento alle sei Aree in cui è
articolato l’intero sistema sociale della zona
Area Anziani
Norme di riferimento
Il Piano Nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001 – 2003, approvato con D.P.R.
3/5/01, agli obiettivi 1 e 4 prevede attività rivolte a “favorire la permanenza a domicilio, o
l’inserimento presso famiglie, persone o strutture comunitarie di accoglienza di tipo
familiare, di persone anziane sostenendone l’autonomia e limitando quanto più possibile il
ricorso all’istituzionalizzazione …, sostenere i nuclei familiari nelle responsabilità di cura
domiciliare di persone anziane, …innovare e diversificare l’offerta di servizi e interventi,…
riconoscere il diritto dell’anziano a scegliere dove abitare”.
Il Piano Socio sanitario regionale 2002 – 2004 a propria volta conferma la necessità di
sviluppare una” rete integrata di servizi idonea a permettere alla persona in condizione di
fragilità di scegliere liberamente, tra le diverse opzioni, la risposta più adeguata alle sue
esigenze ritardando per quanto possibile l’istituzionalizzazione.
Rete dei servizi e degli utenti
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Servizi
Comuni
Servizio sociale
professionale
Domiciliari e di
sostegno
Utenti
Segretariato sociale
Strutture residenziali e
semiresidenziali
Interventi residenziali
Bozzolo
1 Assistente sociale
1)…assistenza economica 2)…trasporto 3)…assistenza domiciliare 4)…contributo Enti
1
52 15
1
si
1)... R.S.A 2)…C.D.I. 3)…Alloggi
3 utenti R.S.A.
Commessaggio
1)…trasporto 2)…assistenza domiciliare
8
8
si
2 utenti R.S.A.
Dosolo
1 Addetto Ufficio Assistenza
1)…trasporto 2)…telesoccorso 3)…assistenza domiciliare
16 9
42
si
1)…R.S.A. 2)…C.D.I.
5 utenti R.S.A. 1 “ C.D.I.
Gazzuolo
1)…assistenza economica 2)…trasporto 3)…assistenza domiciliare
5
9 19
1)…R.S.A.
5 utenti R.S.A.
Marcaria
1 Addetto ufficio assistenza
1)…assistenza economica 2)…soggiorni vacanza 3)…trasporto 4)…telesoccorso 5)…iniziativa specifica 6)…assistenza domiciliare 7)…contributo Enti
14
20
30
in attivazione 100
19
8
si
1) n. 2 R.S.A. 2)…Alloggi
10 utenti R.S.A
Pomponesco
1)…assistenza economica 2)…trasporto 3)…telessocorso 4)…assistenza domiciliare
4
110 2 5
si
1)…R.S.A.
10 utenti R.S.A
Rivarolo
1)…trasporto 2)…assistenza domiciliare
10 13
si
1)…R.S.A.
5 utenti R.S.A.
Sabbioneta
1 Addetto ufficio assistenza
1)…iniziativa sperimentale 2)…trasporto 3)…telesoccorso 4)…canoni locazione 5)…assistenza domiciliare
15
80 2 1
27
1)…R.S.A.
8 utenti R.S.A.
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14
Servizi
Comuni
Servizio sociale
professionale
Domiciliari e di sostegno
Utenti
Segretariato sociale
Strutture residenziali e
semiresidenziali
Interventi residenziali
San Martino dall’Argine
1)…assistenza domiciliare 4)…contributo Enti
6
2
si
1)... R.S.A .
3 utenti R.S.A.
Viadana
1 Assistente sociale
1)…assistenza economica 2)…soggiorni vacanza 3)…trasporto 4)…telesoccorso 5)…assistenza domiciliare 7)…contributo Enti 8)…canoni locazione
11
203
40 22
46 2
6
si
1)... R.S.A 2)…C.D.I. 3)…Alloggi
12 utenti R.S.A
• Servizi propri dell’ASL nel distretto
Servizi
Servizio sociale professionale Segr. sociale
Domiciliari e di
sostegno
Utenti
Comunitari e Residenziali
Strutture diurne e
semiresidenziali A.S.L
Servizio A.D.I 1 Medico 1 Capo sala 1 Assistente sociale 10 Infermieri professionali 3 Fisiochinesiterapisti
1)…assistenza domiciliare integrata
242
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Area Disabili
Norme di riferimento
Il Piano Nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001 – 2003 all’obiettivo 4 prevede
attività mirate a “sostenere e sviluppare tutta l’autonomia e le capacità possibili delle
persone non autosufficienti, in particolare dei disabili gravi, … a rimuovere gli ostacoli che
aggravano la condizione di disabilità,…a sostenere, ma anche sollevare le famiglie”.
Il Piano Regionale socio sanitario 2002 – 2004 evidenzia che “ i molteplici bisogni di una
persona disabile devono essere soddisfatti non con una serie di interventi parcellizzati, ma
attraverso una serie di opportunità di risposte tra loro integrate e coordinate, ove le stesse,
e gli operatori dedicati, si coordino e costruiscono rapporti sinergici affinchè l’intervento
prodotto sia non solo efficiente, ma anche efficace”.
Rete dei servizi e degli utenti
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
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Servizi
Comuni
Servizio sociale
professionale
Domiciliari e di sostegno
Utenti
Segretariato sociale
Strutture resid. e semiresid.,
servizi sociali
Interventi residenziali
Bozzolo
1 Assistente sociale
1)…trasporto 2)…fondo solidarietà 3)…formazione all’autonomia
14
2
si
1)…C.S.E.
2 utenti C.S.E.
Commessaggio
1)… fondo solidarietà
si
1 utente C.S.E. 1 utente C.R.H.
Dosolo
1 Addetto Ufficio Assistenza
1)…trasporto 2)…inserimenti lavorativi 3)…assistenza domiciliare 4)…A.N.F.A.S.S 5)…contributo Enti
3 5
2
1
1
si
Gazzuolo
1)…trasporto 2)…inserimenti lavorativi 3)…contributo Enti
1 1
3
Marcaria
1 Addetto ufficio assistenza
1)…trasporto 2)…formazione all’autonomia 3)…inserimenti lavorativi 4)…contributo conomico
2
5
1 1
si
1) …S.F.A..
4 utenti C.S.E.
Pomponesco
1)…formazione all’autonomia
1
si
Rivarolo
1)…formazione all’autonomia
2
si
Sabbioneta
1 Addetto ufficio assistenza
1)…trasporto 2)…inserimenti lavorativi 3)…contributo Ente
3
3 1
San Martino dall’Argine
1)…assistenza economica 2)… formazione all’autonomia
2
si
.
Viadana
1 Assistente sociale
1)…assistenza economica 2)… trasporto 3)… formazione all’autonomia 4)… inserimenti lavorativi 5)…contr. Enti
3
5 1
2
1
si
1)…Coop Incontro 2)…Minialloggi
7 utenti C.S.E.
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
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• Servizi propri dell’ASL nel distretto
Servizi
Servizio sociale professionale Segr. sociale
Domiciliari e di
sostegno
Utenti
Comunitari e Residenziali
Strutture diurne e semiresid.,
servizi sociali A.S.L
Servizio N.O.D. (nucleo operativo disabili) 1 Assistente sociale 1 Psicologo
1)…n. 2 gruppi di auto-aiuto su tutto il territorio
1)…Laboratori teatrali 2)…Sostegno per inserimenti lavorativi
Area Minori
Norme di riferimento
Il "Piano Nazionale degli interventi e dei e dei servizi sociali 2001-2003" (a norma
dell'art. 18 comma 2 della L. 328/00) a proposito dell’obiettivo 2 afferma che: "gli
interventi per l'infanzia e l'adolescenza vanno pertanto inquadrati in una logica di
esigibilità dei diritti e di costruzione di opportunità. Le politiche si rivolgono tanto a
situazioni di disagio conclamato e di disadattamento, quanto al cosiddetto "disagio
evolutivo". Nella progettazione degli interventi per l'infanzia è importante passare dalla
progettazione di singoli servizi alla progettazione di politiche pubbliche di territorio,
organiche di comunità, che tengano conto delle esigenze della nuova generazione in
una logica - al contempo - promozionale, preventiva (primaria e secondaria) e
curativa, nella prospettiva di sostenere ed accompagnare i minori verso uno sviluppo
evolutivo sano. Le politiche sociali per l'infanzia e l'adolescenza si propongono inoltre,
con iniziative di sostegno alla genitorialità, di formare ed accompagnare gli adulti più
vicini ai bambini ed ai ragazzi. Lo strumento strategico per la costruzione delle
politiche per l'infanzia e l'adolescenza per il loro consolidamento e la loro
qualificazione è il Piano territoriale di intervento per l'infanzia e l'adolescenza (L.
285/97, art. 2, comma 2)".
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
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Il Piano Regionale socio sanitario “riconosce e valorizza il ruolo centrale della famiglia quale
risorsa fondamentale nella nuova logica della rete dei servizi e quale soggetto primario di
soddisfacimento del bisogno”.
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
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Rete dei servizi e degli utenti
Servizi
Comuni
Servizio sociale
professionale
Domiciliari e di sostegno
Utenti
Segretariato sociale
Strutture resid.e semiresid.,
servizi sociali
Interventi residenziali
Bozzolo
1 Assistente sociale
1)…centri ricreativi diurni 2)…assistenza scolasica 3)…asilo nido
15 15
34
1)…Comunità alloggio 2)…Grest
Commessaggio
1)… assistenza scolasica 2)…asilo nido 3)…centro ascolto
2
2
1)…Grest
Dosolo
1 Addetto Ufficio Assistenza
1)…trasporto 2)…assistenza economica 3)… asilo nido 4)…centro ascolto 5)…affidi fam.
1 1
2
1)…Centro aggregazione giovanile
Gazzuolo
1)…assistenza domiciliare
2
Marcaria
1 Addetto ufficio assistenza
1)…assistenza economica 2)… assistenza scolasica 3)…asilo nido 4)…centri ricreativi diurni 5)…assistenza domiciliare 6)…comunità alloggio 7)…contributo Enti 8)…affidi fam.
29
16 60
5
1
7
4
si
Pomponesco
1)…asilo nido 2)…centro ascolto
20
si
Rivarolo
1)… assistenza scolasica 2)… asilo nido 3)…assistenza domiciliare 4)…comunità alloggio 5)…centro ascolto
8
20 3
2
si
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
20
Servizi
Comuni
Servizio sociale
professionale
Domiciliari e di sostegno
Utenti
Segretariato sociale
Strutture resid.e semiresid.,
servizi sociali
Interventi residenziali
Sabbioneta
1 Addetto ufficio assistenza
1)…trasporto 2)…asilo nido 3)…assistenza domiciliare 4)…contributo Enti 5)…affidi fam. 6)…centro ascolto
1 1 1
2
2
si
1)…comunità alloggio
San Martino dall’Argine
1)…assistenza domiciliare
1
1)…grest
Viadana
1 Assistente sociale
1)…assistenza economica 2) informagiovani 3)…asilo nido 4)…centri ricreativi diurni 5)…assistenza domiciliare 6)…comunità alloggio 7)…affidi fam. 8)…centro ascolto
3
1 66 75
1
1
1
si
1)… grest
• Servizi propri dell’ASL nel distretto
Servizi
Servizio sociale professionale Segr. sociale
Domiciliari e di
sostegno
Utenti
Strutture resid.e semiresid.,
servizi sociali
Territoriali di prevenzione
A.S.L
2 Psicologi 3 Assistenti sociali (famiglia, infanzia, età evolutiva)
1)…Consultori familiari.: - mediazione familiare e sostegno alle competenze genitoriali - colloqui, consulenze e interventi di psicoterapia - interventi sociali e psicologici di competenza del Ttrib. Min. - servizio adozione-affido
48
minori
154 adulti
1)…Progetti di educazione sessuale e alla salute 2)…Consultorio Giovani 3)…Servizio di diagnosi psicologica per le scuole
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
21
Area Immigrazione
Norme di riferimento
Il “Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali 2001-2003” (a norma
dell’art.18, comma 2 della L. 328/00) inserisce le azioni volte a favorire l’inclusione
delle popolazioni immigrate. In esso si afferma che:
“…I Piani di Zona di sviluppo delle politiche sociali devono prestare specifica
attenzione alle misure volte a favorire l’inclusione degli immigrati, con specifico
riferimento agli interventi diretti ad affrontare i problemi legati a:
• la tutela dei minori immigrati;
• la condizione abitativa degli immigrati;
• l’accesso ai servizi alla persona”.
Il Piano Regionale prevede quale proprio compito “definire, annualmente, le priorità
d’intervento che verranno attuate secondo le necessità locali e che riguarderanno in
particolare la salute; l’inserimento lavorativo; la formazione linguistica e la mediazione
culturale; l’informazione agli opertori ed agli immigrati; le risposte alle domande di
accoglienza e di alloggio”.
Rete dei servizi e degli utenti
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
22
Servizi
Comuni
Servizio sociale
professionale
Domiciliari e di sostegno
Utenti
Segretariato sociale
Strutture residenziali e
semiresidenziali
Bozzolo
1 Assistente sociale
1)…assistenza economica
2
si
Marcaria
1 Addetto ufficio assistenza
1)…mediazione linguistico culturale
si
Sabbioneta
1 Addetto ufficio assistenza
1)…assistenza economica generica
5
Viadana
1 Assistente sociale
1)…assistenza economica generica
4
si
Alloggi riservati
Area Emarginazione sociale, Povertà e Dipendenze
Norme di riferimento
Il Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali 2001-2003 (a norma
dell’art.18, comma 2, della L.328/00) prevede il potenziamento degli interventi a
contrasto della povertà all’obiettivo 3, stabilendo che: “…propone di potenziare gli interventi
volti a contrastare la povertà (e in particolare le povertà estreme) e a restituire alle persone le
capacità di vivere una vita con dignità….
Gli interventi di contrasto alla povertà riguardano innanzitutto le politiche attive del
lavoro e di sviluppo locale e le politiche formative. In parte riguardano anche le
politiche di conciliazione tra partecipazione al mercato del lavoro e responsabilità di
cura familiare, nella misura in cui molta povertà è dovuta all’esclusivo impegno
domestico delle madri, specie nel caso di famiglie con un solo genitore e nelle famiglie
numerose…”.
Il Piano 2001-2003 indica anche quali settori cui rivolgere particolare attenzione a
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
23
livello locale le aree volte a fovorire la prevenzione delle dipendenze e l’impegno nei
confronti dell’adolescenza. Stabilisce infatti che “… le azioni di prevenzione,
soprattutto dell’uso di droghe sintetiche devono comprendere:
• aiuto e sostegno alle famiglie e alla scuola,
• interventi di riqualificazione del tessuto urbano e sociale e creazione, per i giovani,
di opportunità di aggregazione e di partecipazione alla vita della comunità,
• misure volte a costruire relazioni di fiducia fra le generazioni, a supportare le
motivazioni e le capacità dei giovani, a sviluppare il senso di appartenenza positiva
all’ambiente in cui vivono,
• interventi volti a promuovere modelli e stili di vita che rifiutino il ricorso a sostanze
tossicodipendenti o all’abuso di alcool,
• interventi di informazione sugli effetti dell’uso di sostanze tossicodipendenti, e in
particolare delle droghe sintetiche”.
Il Piano socio sanitario regionale 2002 – 2004 precisa che” tra gli interventi che costituiscono i
livelli essenziali delle prestazioni sociali erogabili si indicano gli interventi di reinserimento
delle persone con problematica di dipendenza (tossicodiopendenti e alcoldipendenti), come un
insieme di prestazioni integrate di tipo socio – educativo.
Per le povertà indica fra gli obiettivi la necessità di “promuovere e sviluppare una rete
integrata dei servizi e degli interventi fortemente collegata alle politiche sociali complessive. Il
rapporto collaborativo tra soggetti istituzionali e soggetti del terzo settore deve rappresentare,
in quest’area, sempre un dato costante ed un metodo di azione.
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
24
Rete dei servizi e degli utenti
Servizi
Comuni
Servizio sociale professionale
Domiciliari e di sostegno
Utenti
Segretariato sociale
Strutture residenziali e
semiresidenziali Bozzolo
1 Assistente sociale
1)…assistenza economica 2)…inserimenti lavorativi
1 1
si
Marcaria
1 Addetto ufficio assistenza
1)…assistenza economica 2)…inserimenti lavorativi 4)…contributo conomico Enti
6 7 3
si
Rivarolo
1)…assistenza economica 1)…buono
1 1
Sabbioneta
1 Addetto ufficio assistenza
1)…assistenza economica 2)…trasporto
4
19
San Martino dall’Argine
1)…assistenza economica 2)…buono 3)…progetto interculturale 4)…inserimenti lavorativi
2 1
80 1
.
Viadana
1 Assistente sociale
1)…assistenza economica 2)…utenze domestiche 3)…contr. Enti
9 4 2
si
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
25
Area Salute mentale
Rete dei servizi e degli utenti
Servizi
Comuni
Servizio sociale professionale
Domiciliari e di sostegno
Utenti
Segretariato sociale
Strutture residenziali e
semiresidenziali Bozzolo
1 Assistente sociale
1)…inserimenti lavorativi
1
si
Dosolo
1 Addetto Ufficio Assistenza
1)…inserimenti lavorativi 2)…trasporto 3)…assistenza domiciliare
2
1 2
si
Rivarolo
1)…trasporto
2
Viadana
1 Assistente sociale
1)…trasporto 2)…utenze domestiche 3)…assistenza economica generica
4 1
6
si
Servizi Azienda Ospedaliera “Carlo Poma”
Servizi
Servizio sociale professionale Segr. sociale
Domiciliari e di
sostegno
Utenti
Comunitari e Residenziali
Strutture resid.e semiresid.,
servizi sociali Azienda ospedaliera
Centro psico sociale: 1 Assistente sociale 1 Psicologo
1)…Attività ambulatoriali di informazione e assistenza famiglie 2)…Attivività domiciliari
1)…Comunità protetta di Bozzolo (7 posti)
1)…inserimenti lavorativi 2)…organizzazione programmi socializzanti 3)…sussidi di tirocini formativi 4)…centro diurno a giorni alterni
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26
4) ANALISI DEI BISOGNI
Le considerazioni emerse dall’attività della commissione tecnica, la rilevazione e la disanima dei
dati messi in evidenza anche nelle tabelle che precedono, le riflessioni sulle necessità segnalate a
più livelli anche coi questionari del “terzo settore”, hanno evidenziato un elevato numero di bisogni
sintetizzabili secondo l’esposizione che segue, con distinzione fra bisogni trasversali a tutte le Aree
e bisogni specifici di ogni Area.
BISOGNI RILEVATI E TRASVERSALI A TUTTE O A DIVERSE AREE
SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE E SEGRETARIATO SOCIALE
Ø Manca la figura dell’Assistente Sociale su 8 Comuni del Distretto Ø Emerge la necessità di un servizio sociale distrettuale per monitorare il territorio,
favorire i processi di uniformazione dei Servizi e permettere l’organizzazione di un
servizio strutturato per la stesura di progetti individualizzati, fra cui l’erogazione di
Buoni e Voucher.
ASSISTENZA DOMICILIARE
Ø Garantire livelli minimi di assistenza e lo sviluppo qualitativo dei Servizi Ø Uniformare il Servizio a livello Distrettuale Ø Creare momenti di formazione, di incontro e di scambio tra gli operatori dei diversi
Comuni Ø Economicizzare i Servizi a favore di un maggior investimento nella prevenzione e
sperimentazione
PRONTO INTERVENTO SOCIALE
Ø Mancano completamente risposte valide e organizzate alle esigenze di pronto intervento sociale.
* (Vedi obiettivi e interventi nelle Aree Specifiche)
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
27
STRUTTURE RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI
Ø Mancano nella rete dei Servizi territoriali:
- minialloggi protetti per l’area anziani, disabili e della salute mentale
- gruppi appartamento per minori e adolescenti privi di validi supporti familiari
- comunità per il “dopo di noi” (area disabilità)
- alloggi per immigrati
* (Vedi obiettivi e interventi nelle Aree Specifiche)
CENTRI TERRITORIALI O DIURNI A CARATTERE COMUNITARIO
Ø Non ne esistono sul territorio del Distretto.
EFFICACIA DEI RISULTATI
Ø Non è sufficientemente sviluppato un sistema di monitoraggio e verifica
delll’efficacia degli interventi e dei risultati conseguiti.
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
28
BISOGNI SPECIFICI PER LE SINGOLE AREE
Area Anziani
SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE E SEGRETARIATO SOCIALE
Ø La figura dell’Assistente Sociale è presente in soli due Comuni del Distretto. In 3
Comuni è sostituita da una figura di carattere amministrativo, negli altri 5 Comuni
manca un operatore qualificato a svolgere tali mansioni
ASSISTENZA DOMICILIARE
Ø Sviluppare e sostenere la domiciliarità garantendo i livelli minimi di assistenza.
Ø Uniformare il SAD a livello Distrettuale
PRONTO INTERVENTO SOCIALE
Ø Mancano completamente risposte valide e organizzate alle esigenze di pronto
intervento sociale.
STRUTTURE RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI
Ø Mancano nella rete dei Servizi territoriali:
- minialloggi protetti
- C.D.I. (da potenziare)
ATTIVITA’ RICREATIVE E SOCIALIZZANTI
Ø Predisposizione spazi idonei per attività culturali, ricreative e sociali
Ø Potenziamento dei centri diurni esistenti
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29
Area Disabili
SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE E SEGRETARIATO SOCIALE
Ø La figura dell’Assistente Sociale è presente in soli due Comuni del Distretto. In 3
Comuni è sostituita da una figura di carattere amministrativo, negli altri 5 Comuni
manca un operatore qualificato a svolgere tali mansioni.
ASSISTENZA DOMICILIARE
Ø Sviluppare e sostenere la domiciliarità garantendo i livelli minimi di assistenza.
Ø Uniformare il SAD a livello Distrettuale.
Ø Servizio educativo domiciliare.
PRONTO INTERVENTO SOCIALE
Ø Mancano risposte valide e organizzate alle esigenze di pronto intervento sociale.
Ø Predisposizione spazi idonei per attività culturali, ricreative e scocializzanti.
STRUTTURE RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI
Ø Mancano nella rete dei Servizi territoriali:
- Minialloggi protetti per disabili
- Comunità “Dopo di Noi”
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
30
Area Minori
SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE E SEGRETARIATO SOCIALE
Ø La figura dell’Assistente Sociale è presente in soli due Comuni del Distretto. In 3
Comuni è sostituita da una figura di carattere amministrativo, negli altri 5 Comuni
manca un operatore qualificato a svolgere tali mansioni
ASSISTENZA DOMICILIARE
Ø Garantire su tutto il territorio del Distretto il S.A.D minori
PRONTO INTERVENTO SOCIALE
Ø Mancano risposte valide e organizzate alle esigenze di pronto intervento sociale.
STRUTTURE RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI
Ø Mancano nella rete dei Servizi territoriali:
- Gruppi appartamento per minori e adolescenti privi di validi supporti familiari
PREVENZIONE DEL DISAGIO GIOVANILE E SOSTEGNO ALLA GENITORIALITA’ Ø Necessità di offrire sostegno alla genitorialità e individuare interventi idonei a
prevenire il disagio giovanile
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
31
Area Immigrazione
SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE E SEGRETARIATO SOCIALE
Ø La figura dell’Assistente Sociale è presente in soli due Comuni del Distretto. In 3
Comuni è sostituita da una figura di carattere amministrativo, negli altri 5 Comuni
manca un operatore qualificato a svolgere tali mansioni
PRONTO INTERVENTO SOCIALE
Ø Mancano risposte valide e organizzate alle esigenze di pronto intervento sociale.
STRUTTURE RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI
Ø Mancano risposte adeguate di carattere abitativo
Ø Mancano servizi di integrazione di mediazione culturale
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
32
Area Emarginazione sociale, Povertà e Dipendenze
SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE E SEGRETARIATO SOCIALE
Ø La figura dell’Assistente Sociale è presente in soli due Comuni del Distretto. In 3
Comuni è sostituita da una figura di carattere amministrativo, negli altri 5 Comuni
manca un operatore qualificato a svolgere tali mansioni
ASSISTENZA DOMICILIARE
Ø Sviluppare e sostenere la domiciliarità garantendo i livelli minimi di assistenza.
Ø Sviluppare forme di adeguata collaborazione ed integrazione coi servizi territoriali
operativi nell’area delle dipendenze.
PRONTO INTERVENTO SOCIALE
Ø Mancano risposte valide e organizzate alle esigenze di pronto intervento sociale.
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
33
Area Salute mentale
SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE E SEGRETARIATO SOCIALE
Ø La figura dell’Assistente Sociale è presente in soli due Comuni del Distretto. In 3
Comuni è sostituita da una figura di carattere amministrativo, negli altri 5 Comuni
manca un operatore qualificato a svolgere tali mansioni
ASSISTENZA DOMICILIARE
Ø Sviluppare e sostenere la domiciliarità.
Ø Sviluppare forme di adeguata collaborazione ed integrazione coi servizi territoriali
sanitari.
PRONTO INTERVENTO SOCIALE
Ø Mancano completamente risposte valide e organizzate alle esigenze di pronto
intervento sociale.
STRUTTURE RESIDENZIALI E SEMIRESIDENZIALI
Ø Conservare, trasformare e potenziare l’esistente.
ATTIVITA’ RICREATIVE E SOCIALIZZANTI
Ø Predisposizione spazi idonei per attività culturali, ricreative e scocializzanti.
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
34
5) OBIETTIVI STRATEGICI, PRIORITA’ED AZIONI DI SISTEMA Una ponderata riflessione sui bisogni emersi detrmina ed individua le necessità e gli obiettivi da perseguire.
OBIETTIVI PRIORITARI E TRASVERSALI ALLE DIVERSE AREE
1. Istituzione di un Servizio Sociale Distrettuale. 2. Istituzione di una Commissione Tecnica Distrettuale. 3. Erogazione di Buoni e Voucher. 4. Gestione associata degli appalti (SAD, SAD minori, Asili nido ). 5. Convenzionamento con soggetti del Terzo Settore per la gestione di servizi associati
quali: trasporto, telesoccorso. INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2002
Obiettivo numero 1 Ø Incarico professionale diretto o convenzione con Cooperativa Sociale per 60 ore
settimanali per l’assunzione di operatori sociali con preparazione specifica. Ø Assunzione o affidamento incarico di un istruttore amministrativo
Obiettivo numero 2
Ø Attivazione della commissione tecnica distrettuale Ø Studio e predisposizione dei Regolamenti Distrettuali.
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2003
Obiettivo numero 1
Ø Stesura della Carta dei Servizi Distrettuale e sua pubblicizzazione Ø Creazione di un Osservatorio Sociale Distrettuale e attivazione, tramite idoneo
supporto informatico, di una banca dati. Ø Organizzazione Corsi di formazione e aggiornamento (argomento proposto:
gestione, programmazione e valutazione servizi)
Obiettivo numero 2 Ø Approvazione dei Regolamenti Distrettuale
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
35
Obiettivo numero 3 Ø Erogazione contributi economici alle famiglie al cui interno sia inserito un soggetto fragile (BUONI E VOUCHER)
Obiettivo numero 4 Ø Appalto per la gestione unitaria del SAD minori
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2004
Obiettivo numero 1
Ø Elaborazione di un sito WEB sul quale illustrare la politica socio assistenziale del Distretto
Obiettivo numero 3
Ø Erogazione contributi economici alle famiglie al cui interno sia inserito un soggetto fragile (BUONI E VOUCHER) Ø Approvazione gare d’appalto per la gestione associata dei SAD
Obiettivo numero 5
Ø Stipula convenzioni con soggetti del Terzo Settore per la gestione del Servizio di Trasporto, Telesoccorso.
OBIETTIVI PRIORITARI E SPECIFICI ALLE SINGOLE AREE
Area Anziani
1. Convenzioni con RSA presenti sul territorio per la riserva di posti per pronta accoglienza
1. Creazione di un registro di possibili famiglie affidatarie e loro formazione
2. Realizzazione di mini alloggi protetti
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
36
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2002
Obiettivo numero1
Ø Incontri con RSA presenti sul territorio per valutare le possibilità di
convenzionamento
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2003
Obiettivo numero1
Ø Stipula Convenzioni con RSA
Obiettivo numero 2
Ø Pubblicizzazione dell’iniziativa relativa alla creazione del Registro delle famiglie affidatarie e organizzazione dei corsi di formazione
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2004
Obiettivo numero 2
Ø Realizzazione dei Corsi di formazione per le famiglie affidatarie
Obiettivo numero 3
Ø Studio di soluzioni per la realizzazione di mini alloggi protetti
Area Minori
1. Uniformare nei Comuni del Distretto la gestione associata del SAD 2. Concordare con le Strutture presenti sul territorio l’istituzione di un servizio di pronto intervento per ospitalità temporanea 3. Implementare il Registro delle famiglie affidatarie dell’A.S.L. con espletamento di corsi di formazione e selezione delle famiglie 4. Iniziative per favorire la scolarizzazione con potenziamento dei doposcuola e dei sostegni scolastici.
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
37
5. Eliminazione eventuali liste di attesa negli Asili Nido. 6. Riorganizzazione dell’attività del “Centro d’Ascolto” con iniziative atte a prevenire il disagio giovanile, a favorire e sostenere l’educazione alla genitorialità. 7. Realizzazione di gruppi appartamento per minori e adolescenti privi di validi supporti famigliari
Obiettivo numero 2
Ø Verifica delle possibilità di accordo con le Strutture del territorio per il servizio di Pronto Intervento
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2003
Obiettivo numero 1
Ø Stipula Convenzioni SAD minori
Obiettivo numero 2
Obiettivo numero 3
Ø Pubblicizzazione e organizzazione dei corsi di formazione, in collaborazione con l’ASL, per implementare il Registro delle famiglie affidatarie
Obiettivo numero 4
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2002
Ø Stipula degli accordi con le Strutture del territorio per il servizio di Pronto Intervento
Ø Collaborazione con terzo settore ed Istituzioni scolastiche per il potenziamento dei dopo-scuola e del sostegno scolastico
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
38
Obiettivo numero 5
Ø Studio di iniziative idonee ad eliminare le liste di attese degli asili nido.
Ø Verifica delle opportunità offerte dal territorio per la realizzazione dei gruppi appartamento
Area Disabili
1. Gestione associata del servizio educativo domiciliare
2. Assistenza scolastica ad alunni “portatori di handicap”
3. Attivazione servizio pronto intervento per offrire risposte organizzate mediante accordi con le R.S.A. presenti sul territorio ed, in alternativa, con altre strutture distrettuali e sovradistrettuali
4. Creazione registro delle famiglie per affidamento temporaneo
5. Gestione degli inserimenti lavorativi
6. Studio di soluzioni di lungo periodo alla esigenza di minialloggi protetti per
disabili e di una struttura per il “dopo di noi”.
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2004
Obiettivo numero 6
Ø Istituzione nuovi punti di ascolto presso gli Istituti scolastici ed organizzazione corsi rivolti agli adolescenti ed alle loro famiglie
Obiettivo numero 7
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
39
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2002
Obiettivo numero 3
Ø Incontri con RSA ed altre strutture distrettuali e sovradistrettuali per valutare le possibilità di convenzionamento
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2003
Obiettivo numero 3
Ø Stipula Convenzioni con RSA od altre strutture
Obiettivo numero 4
Ø Pubblicizzazione dell’iniziativa relativa alla creazione del Registro delle famiglie affidatarie e organizzazione dei corsi di formazione
Obiettivo numero 1
Ø Stipula convenzioni per servizio educativo domiciliare
Obiettivo numero 2 Ø Ricerca di operatori professionali in grado di fornire assistenza personalizzata ai
disabili frequentanti gli Istituti scolastici
Obiettivo numero 5 Ø Eventuale sostituzioni nelle funzioni, oggi esercitate dal N.I.L., a sostegno degli
appartenenti alle categorie svantaggiate per favorire gli inserimenti lavorativi. INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2004
Obiettivo numero 4 Ø Inizio corsi formativi per le famiglie
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
40
Area Immigrazione
1. Corsi di alfabetizzazione e integrazione culturale per adulti
2. Attivazione di uno sportello informativo per l’area immigrazione
3. Impulsi per l’integrazione e l’inserimento scolastico, sociale e culturale dei minori di
cittadinanza straniera
4. Sviluppo di iniziative culturali su tematiche specifiche per stimolare il confronto fra culture diverse
5. Ricerca di soluzioni abitative
6. Studio convenzioni, con strutture del territorio e non, per il pronto intervento
7. Impulso a soluzioni mirate a risolvere la necessità di un campo di sosta.
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2002
Obiettivo numero 2
Ø Azioni per l’apertura dello sportello informativo a mezzo del servizio sociale distrettuale o con accordi con associazioni del terzo settore
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2003
Obiettivo numero 1 Ø Coinvolgimento degli Istituti scolastici ed associazioni del terzo settore per corsi di
alfabetizzazione e integrazione culturale, utilizzando le opportunità e la logica del D. Lgs. 286/98
Obiettivo numero 3 Ø Analisi e sviluppo di progetti specifici per la mediazione sociale e culturale a favore
dei cittadini stranieri, in particolare nell’età evolutiva
Obiettivo numero 6
Ø Stipula convenzioni con le strutture identificate sul territorio distrettuale e sovradistrettuale per ospitalità temporanee
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
41
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2004
Obiettivo numero 4 Ø Iniziative socio culturali su tematiche specifiche per favorire il confronto fra culture
diverse, in collaborazione con la Consulta provinciale per l’immigrazione
Obiettivo numero 5 Ø Individuazione dei partner, pubblici e/o privati, in grado di formulare risposte e
soluzioni efficaci al problema abitativo, di grande rilevanza sociale.
Obiettivo numero 7 Ø Soluzione al problema “campo di sosta” per i nomadi, con il coinvolgimento della
Provincia e delle realtà distrettuali limitrofe
Area Emarginazione sociale, Povertà e Dipendenze
1. Sviluppare ed approfondire l’integrazione tra le attività dell’ASL con quelle proprie
dei Comuni, per intensificare la presenza sul territorio dell’equipe SERT 2. Gestione degli inserimenti lavorativi
3. Istituire servizi di un pronto intervento
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2002
Obiettivo numero 1
Ø Incontri programmatori, con l’equipe SERT, per la stesura di un progetto d’intervento comune.
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
42
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2003
Obiettivo numero 2
Ø Eventuale sostituzione nelle funzioni, oggi esercitate dal N.I.L., a sostegno degli appartenenti alle categorie svantaggiate per favorire gli inserimenti lavorativi.
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2004
Obiettivo numero 3
Ø Stipula convenzioni con le strutture identificate sul territorio distrettuale e sovradistrettuale per ospitalità temporanee
Area Salute mentale
1. Favorire la domiciliarità degli utenti con fragilità psico-sociale
2. Gestione degli inserimenti lavorativi
3. Conservare, trasformare e potenziare l’esistente (Comunità protetta di Bozzolo)
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2002
Obiettivo numero 1
Ø Studio di forme collaborative e di consultazione fra la “Commissione Tecnica distrettuale” ed il Centro psico sociale dell’Azienda Ospedaliera “Carlo Poma”, finalizzato alla concretizzazione di progetti comuni di intervento al domicilio.
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
43
INTERVENTI PREVISTI: ANNO 2003
Obiettivo numero 2
Ø Eventuale sostituzione nelle funzioni, oggi esercitate dal N.I.L., a sostegno degli appartenenti alle categorie svantaggiate per favorire gli inserimenti lavorativi.
Obiettivo numero 3
Ø Elaborazione progetto mirato alla conservazione, trasformazione e potenziamento
della struttura esistente (Comunità protetta di Bozzolo)
Piano di zona del distretto di Viadana. Anni 2002-2003 -2004
44
6) MODALITA’ ORGANIZZATIVE E DI GESTIONE DEI SERVIZI E DEGLI INTERVENTI PREVISTI
L’istituzione del “Servizio Sociale Distrettuale” prevede un supporto integrativo
all’attività tecnico amministrativa oggi in essere ed effettuata con una dotazione organica di 5 figure professionali dislocate nei 10 Comuni del Distretto come segue: Ø Comune di Viadana 1 Assistente sociale Ø Comune di Bozzolo 1 Assistente sociale Ø Comune di Marcaria 1 Addetto ufficio assistenza Ø Comune di Sabbioneta 1 Addetto ufficio assistenza
2 A.S.A Ø Comune di Dosolo 1 Addetto ufficio assistenza L’attivazione di tale servizio avverrà in fasi progressive per concretizzarsi, al termine
del percorso ed a seguito verifiche in corso d’opera, con un incarico per 60 ore settimanali ad operatori sociali con preparazione specifica e con l’assunzione o l’incarico ad un addetto con compiti di supporto amministrativo-contabile. Il “servizio” anzidetto assolverà alle seguenti funzioni: § Segretariato sociale con compiti mirati a fornire informazioni complete in merito ai
diritti, alle prestazioni ed alle modalità di accesso ai servizi; a conoscere le risorse sociali disponibili nel territorio di appartenenza, utili ad affrontare esigenze personali e familiari nelle diverse fasi della vita. In particolare l’attività di segretariato sociale sarà finalizzata a garantire: unitarietà di accesso, capacità di ascolto, funzione di orientamento, funzione di filtro, funzioni di osservatorio e monitoraggio dei bisogni e delle risorse del territorio, funzione di trasparenza e fiducia nei rapporti tra cittadino e servizi, soprattutto nella gestione dei tempi di attesa nell’accesso ai servizi e avanzare proposte organizzative per il raggiungimento di una maggior omogeneità dei servizi offerti dal Distretto.
§ Predisposizione di progetti di assistenza individualizzati rivolti a soggetti con
fragilità sociale e finalizzati all’erogazione di BUONI E VOUCHER § Gestione di un Osservatorio Sociale Distrettuale e attivazione, tramite idoneo
applicativo informatico, di una banca dati per le politiche sociali. § Adempimenti amministrativi e di collaborazione nell’attività di Segretariato.
A fianco di tale servizio si prevede la costituzione della “Commissione tecnica distrettuale”, formata dai coordinatori e responsabili dei Servizi Sociali comunali o sovracomunali e dagli operatori del Servizio Sociale Distrettuale. La Commissione sarà allargata, di volta in volta in ordine alle tematiche in discussione, a rappresentanti dell’ASL, delle Istituzioni scolastiche, del Terzo settore, della Provincia, delle RSA del Distretto. La Commissione, oltre ad essere un momento di scambio di informazioni tra gli operatori, avrà i seguenti compiti: § approfondimento e studio di metodologie organizzative e assistenziali per il
raggiungimento dell’obiettivo “QUALITA’”
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§ attività di formazione che dovrà essere una attività di carattere permanente nel
triennio studiata per le esigenze del territorio, in collaborazione con la Provincia e altre Istituzioni
§ verifica economico finanziaria relativa alla gestione unitaria del Fondo Nazionale
Politiche Sociali § individuazione degli indicatori utili alla verifica dei risultati conseguiti § studio dei Regolamenti Distrettuali relativi a:
a) Concessione di BUONI E VOUCHER
b) Criteri di accesso alle prestazioni sociali agevolate
c) gestione dei Servizi
d) predisposizione di modulistica uniforme.
e) individuazione dei livelli minimi di assistenza e di standard di medio e di buon livello, con un investimento di risorse per il potenziamento dei Servizi.
Una riflessione specifica è dovuta in merito alle modalità di gestione ed erogazione dei
buoni e dei voucher, intesi come rilascio di contributi economici alle famiglie al cui interno sia inserito un soggetto fragile.
Il contributo andrà commisurato alle esigenze del nucleo valutate dalla Commissione
tecnica distrettuale, che stenderà un progetto di intervento individualizzato. Nel Progetto si potrà prevedere sia il rilascio di un buono per il sostegno economico alla famiglia in situazione di povertà (anche sotto forma di “pacchetti di risorse”) sia il voucher per l’acquisto di servizi giudicati utili al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
In merito alla tematica verrà adottato un regolamento unico del distretto per la loro
erogazione che verrà strutturato secondo criteri omogenei in modo da garantire uguale trattamento a tutti i cittadini in stato di bisogno residenti nel territorio distrettuale.
Per quanto attiene alle modalità di finanziamento dei buoni e dei voucher si procederà
all’utilizzo delle risorse, di provenienza dal “Fondo Nazionale per le politiche sociali” ed assegnate al distretto, in base alla seguente articolazione tendenziale, subordinandone l’esatta quantificazione al momento della definizione delle modalità e dei criteri di erogazione riformulati in ambito distrettuale:
- anno 2003 50% F.N.P.S. - anno 2004 70% “
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7) RISORSE FINANZIARIE, STRUTTURALI ED UMANE
Il piano degli investimenti e dei servizi sociali relativi al triennio 2002-2004 verrà
finanziato con le risorse già allocate nei bilanci del medesimo triennio dei singoli Comuni del distretto integrate con le risorse provenienti dal Fondo Nazionale per le politiche sociali secondo il dettaglio riportato nelle schede, dei singoli Comuni e del Distretto, allegate al presente Piano.
Nella tabella seguente viene riportato il piano finanziario delle risorse stimate utili al
raggiungimento degli obiettivi indicati in precedenza:
Aree ed interventi 2002 2003 2004 AREA TRASVERSALE AI SISTEMI DEI SERVIZI - OBIETTIVO N. 1 (servizio sociale distrettuale) - OBIETTIVO N. 2 (commissione tecnica distrettuale) - OBIETTIVO N. 3 (buoni e voucher) - OBIETTIVO N. 4 (gestione associata appalti) - OBIETTIVO N. 5 (convenzioni con terzo settore)
15.000 7.500
70.000 15.000
(1)
75.000 15.000
(2)
10.000
parziali 22.500 85.000 100.000 ANZIANI - OBIETTIVO N. 1 (convenzione posti I° accoglienza) - OBIETTIVO N. 2 (registro famiglie affidatari) - OBIETTIVO N. 3 (mini alloggi protetti)
5.000
5.000
5.000 5.000
parziali 10.000 10.000 MINORI - OBIETTIVO N. 1 (gestione associata SAD) - OBIETTIVO N. 2 (pronto intervento temporaneo) - OBIETTIVO N. 3 (registro famiglie affidatarie) - OBIETTIVO N. 4 (iniziative scolarizzazione) - OBIETTIVO N. 5 (Asili nido) - OBIETTIVO N. 6 (riorganizzazione Centro ascolto) - OBIETTIVO N. 7 (gruppi appartamento)
5.000 7.500 10.000 20.000
5.000 7.500
10.000
10.000
parziali 42.500 32.500 DISABILI - OBIETTIVO N. 1 (servizio educativodomiciliare) - OBIETTIVO N. 2 (assistenza scolastica) - OBIETTIVO N. 3 (pronto intervento) - OBIETTIVO N. 4 (registro famiglie affido) - OBIETTIVO N. 5 (inserimenti lavorativi) - OBIETTIVO N. 6 (mini alloggi protetti)
7.500 27.000 10.000 10.000 7.500
7.500
27.000 20.000 10.000 7.500
parziali 62.000 72.000
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Aree ed interventi 2002 2003 2004 IMMIGRAZIONE - OBIETTIVO N. 1 (corsi di alfabetizzazione) - OBIETTIVO N. 2 (sportello informativo) - OBIETTIVO N. 3 (inserimento scolastico) - OBIETTIVO N. 4 (iniziative culturali) - OBIETTIVO N. 5 (soluzioni abitative) - OBIETTIVO N. 6 (convenzione per pronto intervento) - OBIETTIVO N. 7 (studio soluzione a campo sosta)
5.000
7.500 5.000 15.500
10.000
7.500
20.000 20.000 15.000 10.000
parziali 5.000 38.000 72.500 EMARGINAZIONE - OBIETTIVO N. 1 (integrazione con attività ASL) - OBIETTIVO N. 2 (inserimenti lavorativi) - OBIETTIVO N. 3 (pronto intervento)
7.500
7.500 10.000
parziali 7.500 17.500 SALUTE MENTALE - OBIETTIVO N. 1 (domiciliarità) - OBIETTIVO N. 2 (inserimenti lavorativi) - OBIETTIVO N. 3 (Comunità protetta di Bozzolo)
7.500
7.500
parziali 7.500 7.500 Totale interventi annui 27.500 252.500 312.000
Spesa totale interventi nel triennio 592.000 N.B. Le caselle senza valore monetario evidenziano interventi o privi di costi per la loro realizzazione o con oneri sostenuti direttamente dai singoli Comuni. 1) importo al 50% del FNPS 2) importo al 70% del FNPS
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Al finanziamento degli interventi programmati nel triennio 2002 – 2004 (stimati per complessivi Euro 592.000,00) si provvederà utilizzando parte delle risorse di provenienza dal “Fondo Nazionale per le politiche sociali” (anni 2001 – 2002 – 2003 – 2004) secondo la seguente articolazione:
• 20% del FNPS 2001 di €. 314. 351,19 €. 62.870,24 • 100% del FNPS 2002 di presunti €. 314.351,19 “ 314.351,19 • 50% del FNPS 2003 di presunti €. 300.000,00 “ 150.000,00 • 30% del FNPS 2004 di presunti €. 300.000,00 “ 90.000,00
totale €. 617.221,43
La differenza fra lerisorse destinate al Pdz 2002/2004 ed il costo presunto degli interventi programmati, pari ad Euro 25.221,43, sarà utilizzata con la seguente destinazione:
o 2% del totale FNPS per adempimenti connessi all’avvio della riforma €. 24.574,00
o interventi di futura progettazione e realizzazione (da inserire nel “piano” previa inte- grazione dello stesso) €. 647,43
Per quanto attiene il riparto del FNPS 2001 si procederà alla sua destinazione come segue: Ø 80% ai Comuni (*) Ø 20% alla costituzione di un fondo comune per il Piano di zona 2002/2004
(*) Il riparto fra i Comuni dell’80% del FNPS consegue dallo sviluppo dei seguenti criteri:
75% della somma disponibile sulla base della popolazione residente al 31/12/01, pesata per fascie di età secondo lo schema seguente:
o 0 – 2 anni valore 1 o 3 – 17 anni valore 1,50 o 18 – 64 anni valore 1 o 65 – 74 anni valore 2 o > 75 anni valore 3
5% della somma disponibile soltanto fra i Comuni con popolazione residente al 31/12/01 inferiore a 5.000 abitanti.
Le modalità di riparto fra i Comuni delle risorse corrispondente al 50% ed al 70% del FNPS (anni 2003 e 2004), destinato all’erogazione dei Buoni e dei Voucher, verranno definite dal Comitato dei Sindaci all’atto dell’adozione del regolamento unico del distretto sull’argomento .
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8) Modalità di integrazione tra prestazioni offerte
Le strategie di sviluppo delle politiche sociali nel distretto così come illustrate nei
precedenti paragrafi presuppongono un’integrazione delle prestazioni offerte al fine di garantire ed esaltare le sinergie di funzionamento del sistema ed evitare i rischi propri della settorialità, fra cui diseconomie di scala, sovrapposizione degli interventi, disomogeneità dei criteri di standardizzazione, ipertrofie organizzative, rigidità negli accessi ecc.
Sono previsti 5 livelli di integrazione:
1) integrazione intercomunale: è prevista la promozione di un processo di analisi e
progettazione tra i 10 Comuni che consenta di pervenire a forme contrattuali associate nell’affidamento dei servizi nonché allo studio di possibilità di attivare servizi cogestiti.
2) integrazione socio sanitaria: sviluppo di processi di integrazione fra servizi comunali e
servizi ASL
3) integrazione tra pubblico e privato: sviluppo di percorsi per una reale coprogettazione tra Enti pubblici e di terzo settore imperniati su una maggior conoscenza reciproca, sullo sviluppo di scambi informativi, sulla condivisione delle analisi sui bisogni e sulle priorità sociali.
4) integrazione delle attività sociali dei 10 Comuni con l’attività delle R.S.A. presenti ne l
distretto, valorizzando l’attività proprie di quest’ultime come risorsa per la rete dei servizi con allargamento ad esempio delle collaborazioni in essere in materia di servizi residenziali per anziani.
5) integrazione comunitaria mediante il consolidamento, lo sviluppo e la diffusione dei
progetti e delle attività in essere con impegno a sostenere ulteriori interventi risultanti dai processi di partecipazione, coprogettazione e collaborazione previsti nel presente piano.
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9) Modalita di collaborazione e coordinamento tra pubblico e terzo settore
Come anticipato nella parte introduttiva del piano, il ruolo del “terzo settore” è considerato
particolarmente importante nell’attuazione dello stesso. I tempi tecnici, particolarmente contenuti, non
han permesso in questa fase un’approfondimento delle possibili integrazioni fra le attività Istituzionali e
quelle del terzo settore.
Resta comunque confermata, per tutti i Comuni del distretto, la ferma e coerente idea generale
di un Comune impegnato prioritariamente nella programmazione e nel governo del sistema dei servizi
ed indirizzato ad un rapporto di ampia collaborazione col “terzo settore”.
Uno degli obiettivi prioritari pertanto del Piano è l’attivazione di incontri specifici con le forze
sociali e col “terzo settore”, per aree tematiche di intervento, nei quali sviluppare ipotesi di co-
progettazione dei servizi e di realizzazione concertata degli stessi.
Il terzo settore sarà inoltre partecipe attivo, con un proprio componente in base alla tematica
affrontata, alla attività della Commissione tecnico distrettuale.