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Interventi per la standardizzazione della gestione l’AMP in lusa nella lista ASPIM sia dotata...

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Roma 6/12/2011 Programma Mare
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Page 1: Interventi per la standardizzazione della gestione l’AMP in lusa nella lista ASPIM sia dotata di un programma di monitoraggio. Programma Mare Roma 6/12/2011 Conclusioni 1 e 2 fase:

Roma 6/12/2011

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Obiettivo del Progetto ISEA

• Realizzare interventi di sostegno alla corretta gestione delle AMP (ASPIM)rafforzando l’efficienza e l’efficacia nella gestione (e conservazione) dellabiodiversità, grazie all’applicazione di un processo di sistematizzazionestandardizzato della documentazione di gestione.

• È di fatto un progetto finalizzato a mettere in evidenza, in manierastandardizzata (quindi confrontabile) l’adempimento nel tempo delle politiche disettore delle AMP.

• È nato con le AMP ASPIM (1° e 2° fase) – prosegue ora con tutte le AMP (in unaversione semplificata)

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Applicazioni Metodologie ISEA

L’applicazione delle metodologie prodotte da ISEA, sperimentate ed affinate nella 1° e 2° fase dalle AMP ASPIM, permette di:

1. Pianificare le azioni di conservazione, educazione, sviluppo locale, lobby , governance (e ciò è un prerequisito ad una gestione efficace)

2. Rispettare:

Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD al 2012 e al 2020);

Convenzione di Barcellona, nell’espressione del Protocollo ASPIM;

Strategia Nazionale Biodiversità.

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Il progetto ISEA si articola in 3 fasi:

• 1° fase (2010-2011): standardizzazione e informatizzazione dei piani di gestione delle 5 AMP ASPIM costiere “storiche”: Miramare, Torre Guaceto, Plemmirio, Tavolara, Portofino. (Applicazione e sperimentazione)

• 2° fase (2011): standardizzazione e informatizzazione dei piani di gestione delle 3 AMP ASPIM costiere di più recente istituzione: Punta Campanella, Porto Cesareo, Capo Caccia

• 3° fase (2012): standardizzazione ed informatizzazione semplificata delle AMP non ASPIM (rete delle AMP italiane) – presentazione dello svolgimento delle attività in data 6/12/2011

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Entro il 2012 (ora 2020), una rete - un « network » - di aree marine protette (AMP) ecologicamente rappresentative ed efficacemente gestite dovrà essere funzionante e funzionale alla conservazione della biodiversità marina mediterranea. Questo va perseguito se l’Italia e gli altri stati mediterranei vorranno rispettare la ratifica della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD; Rio de Janeiro, 1992)

La scadenza della CBD, quindi, pone in discussione tre macro-ambiti d’azione delle AMP:

i) la rappresentatività ecologica delle AMP mediterranee (e di quelle italiane);

ii) il significato di efficacia di una AMP;

iii) il funzionamento, e non la funzione, di una rete di AMP; in quanto la funzione è, infatti, nota – esemplificata da Valdis Krebs (http://www.orgnet.com/) –meno conosciuta è, invece, la misura d’efficacia e di performance dell’azione di networking.

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Un’AMP efficacemente gestita

Nel 2005, Pomeroy et al. hanno definito ed applicato su scala globale un meccanismo di gestione adattativa caratterizzato dall’uso di categorie indicatori di gestione biofisici, socioeconomici e di governance per valutare l’efficacia di gestione di una AMP.

Le conditio sine qua non per la sua applicazione sono:

• l’avere un piano di gestione che preveda strategie d’azione delineate nel tempo e caratterizzate da obiettivi di conservazione definiti e misurabili.

• la gestione adattativa: “se misuro come applico e quanto ottengo dalle strategie messe in campo posso modificare la mia azione di gestione al fine di raggiungere con successo l’obiettivo (o gli obiettivi delineati nel piano di gestione)”

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Ne consegue, in un esercizio di logica, che per rispettare la scadenza nel 2012 (2020) le AMP dovranno avere almeno un piano di gestione caratterizzato da strategie definite e da obiettivi misurabili. Cosicché possano applicare indicatori di efficacia di gestione e possano adattare la propria azione in funzione dei risultati ottenuti.

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Se ciò avverrà nel 2012, avremmo un network una rete di AMP coerentemente in atto?

Per certo habitat prioritari saranno tutelati e nodi della rete (singole AMP) risulteranno più “efficacemente gestiti” di altri.

Ma non sarà scontato definire efficiente il network

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Con ISEA in Italia, si è ritenuto necessario fare un passo ulteriore, mutuando metodologie in uso nei settori economici commerciali o produttivi delle reti, ad esempio, della grande distribuzione commerciale.

In quest’ultime la promozione e conseguente vendita di un prodotto viene standardizzata secondo una modulistica predisposta a priori dell’azione (ex ante).

Una valutazione (ex post) dell’efficacia della vendita viene, poi, effettuata secondo modalità standardizzate.

L’informazione ex ante e la valutazione ex post vengono svolte in maniera standardizzata, permettendo la valutazione d’insieme dell’azione di tutti i nodi di vendita.

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Conservation Standard

· Initial team

· Scope & vision

· Features/targets

· Context & stakeholders

1. Define

· Goals & objectives

· Strategic activities

· Monitoring plan

· Operational plan

2. Design

· Workplans & budgets

· Fund raising

· Capacity building

· Partnerships

3. Implement

· Incoming data

· Results & assumptions

· Operational functions

· Plans & budgets

4. Analyze/Adapt

· Lessons

· Products

· Feedback & evaluation

· Learning culture

5. Share

Conservation

Project/Programme

Cycle

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• La standardizzazione è la condivisione di un linguaggio comune;

• necessario per una valutazione meritocratica, per uno scambio di informazioni, per una corretta valutazione dei finanziamenti impegnati.

• La standardizzazione è stata facilitata dalla presenza in rete WEB di una piattaforma software open-source, MIRADI (https://miradi.org/); che ISEA adatta per il contesto italiano. Strumento informatico che permette di standardizzare piani d’azione, piani di budget, piani di gestione secondo le indicazioni di questa progettazione Miradi si basa sui concetti espressi dalla Conservation Measures Partership.

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PdGSw

Workshop

PdGSm Questionario

Nella 1° e 2° fase, la standardizzazione del piano di gestione è avvenuta secondo un processo circolare

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Un passo fondamentale del processo di standardizzazione è la costruzione della mappa concettuale, di fatto la rappresentazione grafica del piano di gestione. Tale lavoro si esplica grazie ad un processo facilitato.

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Modello Concettuale AMP Portofino

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Modello Concettuale AMP Tavolara

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Modello Concettuale AMP Plemmirio

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Modello Concettuale AMP Porto Cesareo

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Modello Concettuale AMP Torre Guaceto

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Modello Concettuale AMP Miramare

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Conclusioni 1° e 2° fase:

• gli obiettivi di conservazione a breve e lungo termine sono chiaramente definiti;

• le misure di gestione sono adeguate per garantire il raggiungimento degli obiettivi e, in particolare, che tali misure prendono in considerazione le minacce che agiscono sulle specie target (per cui si è ASPIM);

• tali misure si basano su un’adeguata conoscenza degli elementi dell'ambiente naturale e delle condizioni socio-economiche e culturali che caratterizzano l’AMP;

• all'AMP ASPIM è garantito di poter disporre di un ente gestore, dotato di poteri sufficienti come pure di mezzi, di risorse umane e finanziarie, al fine di assicurare che le attività svolte portino al perseguimento degli obiettivi;

• l’AMP inclusa nella lista ASPIM sia dotata di un programma di monitoraggio.

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Conclusioni 1° e 2° fase:

• le azioni sono comprese all'interno di una pianificazione strutturata, che –fungendo da quadro d'insieme con goal o obiettivi a lungo termine, obiettivi (a breve termine), attività ed indicatori - dimostra la logica del progetto perseguito dalla sua formulazione sino alla sua valutazione finale;

• sono efficacemente gestite (sensu Pomeroy et al. 2005) e dotate di piani di gestioni standard, confrontabili, monitorati e monitorabili

• esiste un linguaggio comune, oltre lo scambio di buone pratiche, tra i nodi della rete AMP ASPIM ISEA e che ciò, tra l’altro, permette di rispondere a quanto viene richiesto dalla ratifica della Convenzione sulla Biodiversità (CBD): un network efficiente di AMP efficienti.

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Per la divulgazione di ISEA sono stati predisposti materiali di supporto all’applicazione della metodologia:

• la traduzione del software Miradi in italiano e del relativo manuale step-by-step

• un canale tematico su YouTube con videointerviste e spiegazioni• una chiavetta contenente: i format per la standardizzazione della

documentazione di gestione; un manuale “schietto” per svolgere la standardizzazione; la documentazione di riferimento, e il pacchetto software Miradi in italiano.

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PdGSe

Presentazione del progetto (6-12_2011)

Workshop Questionario (excell)

Nella 3 fase (2012), la standardizzazione semplificata del piano di gestione delle AMP non ASPIM avverrà secondo un processo circolare e grazie al software d’uso comune Excell ©

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Biodiversity target

Minacce dirette

Minacce indirette

Strategie

Piano d’azione

• Ogni passaggio dipende

dalla compilazione di un foglio

Excel

• La standardizzazione verrà

operata attraverso schemi già

preinseriti in Excell

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Forma del Finanziamento• Ministeriale

• Comunitario

• Regionale

• Provinciale

• Comunale

• Settore Privato

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Le informazione in Excel

verranno raccolte da una

da un tavolo di coordinamento

progettuale (presso il MATTM),

elaborate dallo staff ISEA e riproposte alle relative direzioni in

forma grafica (Modello Concettuale semplificato).

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Biodiversity target

Minacce dirette

Minacce indirette

Strategie

Piano d’azione

Tavolo coordinamento ISEA

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Biodiversity targetMinacce diretteMinacce indirette

Strategie Piano d’azione

Modello concettuale semplificato per ogni AMP

Ogni strategia prevede delle azioni, ogni azione

prevede un obiettivo a breve e a lungo termine

per dirimere le minacce che hanno un impatto sui

biodiversity target dichiarati

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Cronoprogramma della 3° fase

Dicembre Gennaio Febbraio

• Presentazione 3° fase• Spedizione file Excel alle AMP non ASPIM per la raccolta delle informazioni

• Raccolta delle informazioni• Compilazione file Excel• Visita dello staff ISEA presso le AMP non ASPIM

• Elaborazione del Modello concettualesemplificato ad opera dello staff ISEA• Spedizione del Modello alle AMP non ASPIM• Workshop finale con presentazione dei risultati

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Conclusioni Progetto ISEA (1°, 2°, 3° fase)

• AMP ASPIM storiche con piano di gestione standard ed informatizzato tramite MIRADI

• AMP ASPIM di recente qualificazione con piano di gestione standardizzato ed informatizzato tramite MIRADI

• AMP non ASPIM con piano di gestione (semplificato rispetto alle ASPIM) ed informatizzato tramite Excel

• tutto il sistema delle AMP italiane con piano di gestione informatizzato e standardizzato (31 modelli concettuali descrittivi graficamente le azioni delle AMP pianificate nel tempo e mirate alla conservazione di specie/habitat dichiarati)

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Marco Costantini (Ph.D) Responsabile Programma Mare WWF Italia via Po 25/c 00198 Roma Italy Phone: +39-06-84497423 Mobile:+39-340-3403988 email:[email protected]

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