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Intervista al genio del passato Maria Montessori Ballirano Anna 3810056

Date post: 24-Feb-2016
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Intervista al genio del passato Maria Montessori Ballirano Anna 3810056 Esame di Matemtiche elementari da un punto di vista superiore Prof. Giovanni Lariccia. - PowerPoint PPT Presentation
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Intervista al genio del passato Maria Montessori Ballirano Anna 3810056 Esame di Matemtiche elementari da un punto di vista superiore Prof. Giovanni Lariccia
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Intervista al genio del passato Maria Montessori

Ballirano Anna 3810056Esame di Matemtiche elementari da un punto di vista superioreProf. Giovanni Lariccia

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D: Innanzitutto la ringrazio per avermi concesso questa intervista. Per me è un onore grandissimo poter parlare con uno dei più grandi modelli pedagogici , oltre che una donna che ha contribuito con il suo impegno all’emancipazione femminile.

Ci parli della sua infanzia, dei suoi studi…

R: Sono nata a Chiaravalle, il 31 agosto 1870, da Alessandro e Renilde Stoppani . All’età di cinque anni mi sono trasferita con la mia famiglia a Roma, divenuta da poco capitale. Fin da bambina ho manifestato un vivo interesse per le materie scientifiche, soprattutto matematica e biologia. I miei genitori desideravano per me un futuro da insegnante, ma io, andando contro ogni loro aspettativa, mi iscrissi alla scuola tecnica.

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Mi iscrissi alla Facoltà di Medicina dell’Università “La Sapienza”. Il desiderio che la mia vita potesse essere utile anche agli altri unito al contributo che il recente sviluppo delle discipline scientifiche quali igiene, biologia, medicina, psicologia, sembrava offrire per il miglioramento delle condizioni di vita dell’umanità, sono stati determinanti nella mia scelta. Ritengo che la scienza non debba limitarsi a individuare i problemi, ma impegnarsi nel risolverli. La figura del medico, che io chiamo«sacerdote dell’umanità», indicando con questa definizione l’amore e l’impegno che lega lo scienziato al suo lavoro, rappresentava la realizzazione delle mie aspirazioni .

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D: Nella seconda metà dell’800 le presenze femminili all’università erano ancora molto poche…

R: Vi erano molte riserve morali più che divieti legislativi che non favorivano l’ingresso delle donne nell’ambito accademico. La legge Casati (1859) non escludeva le donne dall’istruzione superiore, dal ginnasio-liceo e dall’istituto tecnico, ma ciò non era dovuto ad ampiezza di vedute da parte del legislatore quanto alla consapevolezza che per il costume vigente le famiglie non avrebbero iscritto le figlie ad una scuola maschile. Dopo l’unità, in seguito alla frequenza universitaria di alcune donne, si aprì una discussione che condusse all’introduzione, nell’articolo 8 del R. D. del 3 ottobre 1875 n. 2728, relativo al Regolamento generale universitario, della precisazione per cui le donne potevano essere iscritte nel registro degli studenti e degli uditori.

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D: Dopo la laurea in medicina ha indirizzato i suoi interessi allo studio dei bambini con problemi psichici…

R: L’anno precedente la laurea a Parigi, nel reparto guidato da Bourneville, ebbi modo di entrare in contatto con i lavori di Itard e Séguin. Studiai per la prima volta due libri fondamentali nella mia formazione: il Traitement moral, hygiène et éducation des idiots, del medico francese Edouard Séguin e lo studio di Jean Marc Gaspard Itard: Des premiers développements du jeune sauvage de l’Aveyron, che mi indicò il metodo dell’osservazione attraverso la comunicazione narrativa, efficace come nessun altro linguaggio, simbolico o scientifico che fosse. E’ nel bambino che si concentra la presenza dei caratteri psichici naturali, nei quali deve avere fondamento l’educazione. Da ciò prende le mosse il mio metodo educativo.

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D: I suoi studi sui bambini con problemi psichici sono stati rivoluzionari per quei tempi. Uno dei suoi più grandi meriti è stato quello di ridare dignità ai bambini considerati subnormali, aver per prima intuito che la deficienza del bambino è un fatto sociale e la sua educazione è possibile con ambienti e materiali adeguati…

R: I bambini, anche quelli affetti da problemi psichici, devono essere

stimolati a muoversi, fisicamente e mentalmente, in spazi autonomi. Dalla cura di sé e delle proprie cose, dal rapporto di fiducia con lo spazio circostante e, dunque, con gli altri derivavano stima di sé e voglia di fare. L'adulto ha la tendenza a reprimere la personalità del bambino e spesso lo costringe a vivere in un ambiente di altra misura con ritmi di vita innaturali.

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D: Il metodo elaborato pei i bambini con problemi psichici fu applicato anche ai bambini normodotati accolti nelle Case dei bambini. Quando venne inaugurata la prima Casa dei bambini?

R:Venne inaugurata il 6 gennaio 1907 a Roma nel quartiere San Lorenzo, il "quartiere dei poveri”.

Il 18 ottobre 1908, invece, venne inaugurata la prima Casa dei bambini a Milano.

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D:Con tale esperienza si avviò quello che fu definito “il moto

rivoluzionario del bambino” che da lì a poco si sarebbe diffuso in tutti i paesi del mondo.

R:Sì. Ed io iniziai a lavorare per creare un materiale adatto allo scopo educativo delle Case dei bambini: importanti erano infatti il materiale utilizzato, il metodo, la preparazione dei maestri, l'ambiente e la disciplina.

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D:Quali sono i principi fondamentali del suo metodo educativo? R:Il principio fondamentale è la libertà dell'allievo, poiché solo la libertà favorisce la creatività del bambino già presente nella sua natura. Dalla libertà deve emergere la disciplina. Un individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita. Il periodo infantile è un periodo di enorme creatività, è una fase della vita in cui la mente del bambino assorbe le caratteristiche dell'ambiente circostante facendole proprie, crescendo per mezzo di esse, in modo naturale e spontaneo, senza dover compiere alcuno sforzo cognitivo.

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D: Lei ha definito il bambino “embrione spirituale”, che cosa intende dire?

R: Il bambino è un “embrione spirituale perché ha in dotazione tutte le forze per divenire adulto, ma la sua mente è profondamente diversa da quella dell’adulto. Lo sviluppo psichico si associa allo sviluppo biologico. Nello sviluppo psichico sono presenti dei periodi sensitivi, che definisco nebule, cioè periodi specifici in cui si sviluppano particolari capacità.Dai 0 ai 3 anni: il bambino ha una mente assorbente, la sua intelligenza opera inconsciamente assorbendo ogni dato ambientale. In questa fase si formano le strutture essenziali della personalità. dai 3 ai 6 anni: fase in cui inizia l'educazione prescolastica, alla mente assorbente si associa la mente cosciente. Il bambino sembra ora avere la necessità di organizzare logicamente i contenuti mentali assorbiti.

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Fin dai primi mesi di vita il bambino accumula e assorbe una quantità

di impressioni, senza alcun aiuto o guida esterna. Impressioni essenziali e causali sono tutte accumulate insieme . creando una confusa, ma considerevole ricchezza nella sua mente subcosciente. Con il graduale manifestarsi della consapevolezza e della volontà diventa imperativo il bisogno di creare ordine e chiarezza e di distinguere tra l’essenziale e il casuale. Il bambino è pronto per una riscoperta del proprio ambiente e della ricchezza interiore di impressione che ne ha riportato. Il bambino richiede un’esatta guida scientifica, come quella resa possibile dai nostri materiali.

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D: Ci parli del materiale utilizzato nel suo metodo. R: Il materiale sensoriale è costituito da un insieme di oggetti,

che sono raggruppati secondo una determinata qualità fisica dei corpi come colore, forma, dimensione, suono, stato di ruvidezza, peso, temperatura, ecc. Così per esempio un gruppo di campane che riproducono i toni musicali; un insieme di tavolette che hanno differenti colori in gradazione; un gruppo di solidi che hanno la stessa forma e graduali dimensioni. Ogni gruppo di oggetti, presentando una gradazione, ha dunque agli estremi il “massimo” e il “minimo”della serie. Questi due estremi se avvicinati,dimostrano la differenza più palese che esista nella serie.

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Ogni oggetto presenta molte qualità diverse. Se vogliamo che la serie metta in rilievo una sola qualità dobbiamo preparare oggetti identici tra loro, salvo che nella qualità variante.

Se si vogliono preparare oggetti che servano per esempio a far distinguere i colori, bisogna costruirli nella medesima sostanza, forma e dimensione, e farli differire solo nel colore.

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D:Quali caratteri devono avere i materiali sensoriali? R: I materiali contengono in sé il “controllo dell’errore”. Per esempio gli

incastri solidi sono sostegni di legno che portano dei fori ai quali si adattano cilindri di graduale dimensione: da fini a grossi, oppure da alti a bassi o da piccoli a grandi. Gli spazi essendo esattamente corrispondenti ai cilindretti da deporvi, non è possibile collocarli tutti erroneamente, poiché alla fine dovrebbe rimanerne uno fuori posto: e ciò denuncia lo sbaglio commesso.

Il controllo materiale dell’errore conduce il bambino ad accompagnare i suoi esercizi col ragionamento, con la critica, con l’attenzione sempre più interessata all’esattezza, con una capacità raffinata a distinguere le piccole differenze, e prepara così la coscienza del bambino a controllare gli errori, anche quando questi non sono più materiali o sensibilmente evidenti.

Un altro carattere degli oggetti è di essere attraenti. Il colore, la lucentezza, l’armonia delle forme sono cose curate in tutto quanto circonda il bambino. Non solo il materiale sensoriale, ma tutto l’ambiente è così preparato.

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Un altro carattere degli oggetti è di essere attraenti. Il colore, la lucentezza, l’armonia delle forme sono cose curate in tutto quanto circonda il bambino. Non solo il materiale sensoriale, ma tutto l’ambiente è così preparato.

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D: Può bastare la “bellezza” di un oggetto ad attirare l’interesse del bambino? Oggi i bambini possono avere giocattoli nuovi e bellissimi, ma il più delle volte perdono interesse dopo poco tempo…

R:Infatti un altro carattere fondamentale del materiale sensoriale è che si presta all’attività del bambino. Per rendere interessante una cosa occorre che si presti all’attività motrice del bambino. Bisogna che ci siano per esempio piccoli oggetti da spostare, ed è allora il movimento della mano, più che gli oggetti, che trattiene il bambino occupato nel fare e nel disfare, nello spostare e nel riordinare molte volte di seguito le cose.

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D: Come vengono usati i materiali sensoriali per l’insegnamento della matematica?

R: Quando pensiamo alla matematica non possiamo considerare solamente l’uso dei materiali specifici di questa materia, perché anche lo sviluppo sensoriale è di estrema importanza nel gettare le basi per il pensiero matematico. Anche nella vita pratica, lo sviluppo di "Ordine", "Concentrazione, "Coordinazione" e "Indipendenza" sono importanti per la mente matematica. La matematica è fatta di sequenze, si basa sull’ordine. La capacità di concentrazione sul compito è importantissima per sviluppare il pensiero logico e la capacità di risolvere problemi. Sviluppare il pensiero indipendente e l'abilità di soluzione dei problemi è una delle mete principali.

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D: Secondo lei perché così tanti bambini provano antipatia per la matematica?

R: Perché la trovano noiosa come un raffreddore, con tutti i suoi simboli astratti.

Si presume che i bambini imparino, nei modelli di istruzione tradizionale, se gli insegnanti semplicemente correggono i loro errori e presentano la risposta corretta. Ma i bambini hanno bisogno di vedere, senza fretta o pressione, come i numeri cambiano, crescono, e sono in relazione tra loro. Hanno bisogno di sviluppare un modello mentale del territorio, prima di fare il primo passo.

Come ha detto Piaget "La conoscenza non è una copia della realtà. Conoscere un oggetto non è semplicemente guardarlo e farsene una copia mentale, o un’immagine. Conoscere un oggetto è agire su lui. Sapere è cambiare, trasformare l'oggetto e capire il processo di questa trasformazione”.

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D: Come viene presentata la matematica nel metodo “Montessori”? R: La matematica montessori è presentata in modo divertente ed

interessante, usando materiali concreti che aiutano i bambini a costruire solide fondamenta per i concetti astratti. I bambini hanno la possibilità di scegliere liberamente i materiali che rispondono alle loro necessità interne. Il principio della scelta libera si aggiunge al principio della ripetizione dell’esercizio. La scelta libera fatta dai bambini aiuta l’insegnante ad osservare le loro necessità psichiche e le loro tendenze.

La ripetizione è necessaria per il bambino per raffinare i suoi sensi, perfezionare le sue abilità e costruire il sapere sulle sue competenze. Attraverso scelta libera e ripetizione, i bambini possono compiere i loro progressi nella conoscenza, seguendo un ritmo che dipende dalle loro necessità interne, e non da quanto stabiliscono insegnanti o genitori.

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D: Quali sono i materiali impiegati per l’insegnamento della matematica? Ce li può descrivere?

I materiali per la matematica vengono proposti secondo un preciso ordine: si comincia con la numerazione da uno a dieci. Questi materiali includono: • aste numeriche, • numeri tattili, • numeri scritti, • scatola degli stecchini, • numeri scritti e gettoni, • giochi coi numeri

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Grazie alla manipolazione di questi materiali, i bambini non solo costruiscono il concetto di base del numero da uno a dieci memorizzando il naturale ordine di numeri, ma anche riconoscono le relazioni tra quantità e qualità.

Dopo aver acquisito padronanza con questi concetti di base, i bambini hanno bisogno di capire il valore posizionale delle cifre. Si presenta ai bambini il Sistema Decimale, facendo esplorare il valore posizionale delle cifre entro le migliaia. Lavorando con:

le perline dorate le carte dei numeri grandi i bambini svilupperanno il concetto di quantità oltre il dieci. Quando

riconoscono i simboli scritti e il loro significato, hanno bisogno di esercitarsi nel ricordare i numeri.

Questa abilità si sviluppa attraverso l'uso di altri materiali : le barre di perline colorate i numeri

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D: Che ruolo ha l’insegnante in tutto ciò? R:L’insegnante ha un importante ruolo: deve saper comprendere

cosa i bambini rivelano attraverso il loro lavoro; non deve insistere ripetendo la lezione, o comunicare al bambino che ha commesso un errore o che non ha capito. L'insegnante insegna poco ed osserva molto, perché solo così può aiutare i bambini a rimuovere i loro ostacoli e può guidarli al passo successivo, secondo le necessità e i loro desideri.

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D: Cosa pensa della scuola di oggi? Riconosce in essa alcune delle sue intuizioni?

R:Oggi l’educazione ha superato l’antico dogma dell’autoritarismo educativo, ha saputo eliminare molti dei difetti della scuola tradizionale: la passività, l’uniformità, la costrizione e la dispersione delle forze interiori del bambino, le quali, senza la concentrazione, possono venire usate in maniera caotica dal bambino. Il mio metodo si fonda proprio sull’autocontrollo e l’autoeducazione un metodo che concede all’educando una libertà che non è mai quella di essere inoperosi.

Nelle Indicazioni per il curricolo (agosto 2007) si parla di una scuola che debba essere percepita dai bambini e dai ragazzi come un ambiente privilegiato in cui essi possano incontrare e decifrare la prima traduzione degli alfabeti e i diversi linguaggi del sapere. Un ambiente nel quale i bambini possano vivere in spazi accoglienti, motivanti e gratificanti. Si parla di valorizzare l’esperienza, favorire l’esplorazione e la scoperta, realizzare percorsi che non sia solo un fare operativo ma anche mentale..

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D: Che consiglio darebbe ad una studentessa che aspira a diventare una brava insegnante?

R:Consiglierei di cercare soprattutto di imparare ad ascoltare. Il bambino attraverso il linguaggio del suo corpo fa capire i suoi bisogni soprattutto quelli di natura affettiva. Sono bisogni che vanno ascoltati per cercare di cogliere i segnali, analizzarli e comprenderli. Segnali che il bambino manda non per essere aiutato in quanto piccolo e debole ma perché dotato di potenziale creativo che può realizzare e portare fuori con l’esperienza. Aiutarlo non significa costruirlo ma rispettare le manifestazioni fornendogli i mezzi necessari per la costruzione che non si compierebbe mai con le sole energie del fanciullo.

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“ L’umanità può sperare in una soluzione dei suoi problemi, fra cui i più urgenti sono quelli di pace e unità, soltanto volgendo la propria attenzione e le proprie energie alla scoperta del bambino e allo sviluppo delle grandi potenzialità della personalità umana in corso di formazione”.

M. Montessori


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