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intervista di Silvia Turrin Mario Biondi...blues. Un collettivo di jazzi-sti che ha rafforzato...

Date post: 30-Mar-2021
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house, ecco che finalmente lasuapassionevisceraleper lesonoritàafroamericanesi èconcretizzatainunalbum intitolatononacaso Hand- fulOfSoul,incuisiav- verte il tocco di Luciano Cantone,lungimiranteeabi- leproduttore. Dalla prima sino all’ultima nota, si rimane ammaliati dall’intensità vocale di Mario, che crea un avvolgente tappeto sonoro, in grado di scaldare i più reconditi meandri dell’essere. In questo lavoro, già premiato con un disco d’oro per aver superato le 40mila copie vendute, il crooner nato a Ca- tania ha composto in collaborazione con un team di Roma, “Gig”, mentre con il talen- tuoso musicista Alessandro Magnanini ha realizzato “No Mercy For Me” e il brano dance ben noto anche oltre i confini italia- ni, “This Is What You Are” (edito con la de- nominazione di Was-A-Bee). Accanto a que- sti ben concepiti inediti, scopriamo grandi classici del repertorio soul e r‘n’b, inter- 42 Dopo varie produzioni dance house e numerose collaborazioni come corista, il vocalist catanese realizza un album dalla forte impronta da crooner jazzy e rhythm‘n’blues, in cui spiccano le sue sorprendenti capacità timbriche. alla sua voce calda, profonda, risuonano le pulsazioni del cuo- re, che a ogni battito diffon- dono toccanti e vitali atmosfe- re soul jazz. MarioBion- di,adispettodel- lacarnagionechiarachein qualchemodomascheralesue radici siciliane, emana un’essenzatotalmenteblack. Ha mosso i primi passi come vocalist appena dodicenne, a fianco del padre, cantautore popolare, interpretando melodie tipicamente italiane, ma già da adolescente la sua ani- ma musicalmente nera, ascoltando produ- zioni firmate Quincy Jones, George Benson, Al Jarreau, Teddy Pendergrass, scalpitava per emergere. Doposvariateesperienzeco- me cantante nei piano bar, nonchécoristaeturnistain studio,edopoaverrealiz- zato diversi dischi dance intervista di Silvia Turrin Mario Biondi Mario Biondi Essenza soul jazz Essenza soul jazz D D pr m Ho He no zi, di te fra so pi No ni Track 6 42-43 mario biondi-comp 22-01-2007 9:45 Pagina 42
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Page 1: intervista di Silvia Turrin Mario Biondi...blues. Un collettivo di jazzi-sti che ha rafforzato l’e-nergia positiva sprigionata da Mario, la cui voce arric-chisce il panorama nu jazz/soul

house, ecco che finalmentela sua passione viscerale perle sonorità afroamericane siè concretizzata in un albumintitolato non a caso Hand-ful Of Soul, in cui si av-verte il tocco di LucianoCantone, lungimirante e abi-le produttore.Dalla prima sino all’ultima nota, si rimaneammaliati dall’intensità vocale di Mario,che crea un avvolgente tappeto sonoro, ingrado di scaldare i più reconditi meandridell’essere. In questo lavoro, già premiatocon un disco d’oro per aver superato le40mila copie vendute, il crooner nato a Ca-tania ha composto in collaborazione con unteam di Roma, “Gig”, mentre con il talen-tuoso musicista Alessandro Magnanini harealizzato “No Mercy For Me” e il branodance ben noto anche oltre i confini italia-ni, “This Is What You Are” (edito con la de-nominazione di Was-A-Bee). Accanto a que-sti ben concepiti inediti, scopriamo grandiclassici del repertorio soul e r‘n’b, inter-

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Dopo varie produzioni dance housee numerose collaborazioni come corista,

il vocalist catanese realizza un album dalla forteimpronta da crooner jazzy e rhythm‘n’blues,

in cui spiccano le sue sorprendenti capacità timbriche.

alla sua voce calda, profonda,

risuonano le pulsazioni del cuo-

re, che a ogni battito diffon-

dono toccanti e vitali atmosfe-

re soul jazz. Mario Bion-

di, a dispet

to del-

la carnagion

e chiara che

in

qualche modo

maschera le

sue

radici sicili

ane, emana

un’essenza t

otalmente bl

ack.

Ha mosso i primi passi come vocalist appena

dodicenne, a fianco del padre, cantautore

popolare, interpretando melodie tipicamente

italiane, ma già da adolescente la sua ani-

ma musicalmente nera, ascoltando produ-

zioni firmate Quincy Jones, George Benson,

Al Jarreau, Teddy Pendergrass, scalpitava

per emergere.

Dopo svariat

e esperienze

co-

me cantante

nei piano

bar,

nonché coris

ta e turnist

a in

studio, e d

opo aver rea

liz-

zato divers

i dischi dance

intervista di Silvia Turrin

Mario BiondiMario BiondiEssenza soul jazzEssenza soul jazz

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Track 6

42-43 mario biondi-comp 22-01-2007 9:45 Pagina 42

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teersiumd-v-noi-

neo,in

dritolea-unn-hanoa-e-e-dir-

sea,es,e.

n

iizz

pretati da Mario con un mood particolar-mente coinvolgente. Su tutti spicca “SlowHot Wind”, intramontabile capolavoro diHenry Mancini, la cui originale intensitànon è stata minimamente scalfita, ma an-zi, impreziosita da sensuali cadenze colmedi romanticismo. Altrettanto ben rielabora-te sono “On A Clear Day”, in cui l’intrecciofra piano, fiati e batteria sviluppa armoniesolari, e “No Trouble On The Mountain”,piena di ritmo imbevuto di swing.Non mancano poi echi prove-nienti dal Brasile con la nubossa di “O Child Runs Free”

e con le sonorità sambache aleggiano in “Rio

De Janeiro Blue”.In questo cd, oltre ai tecni-

cismi legati all’architet-tura melodica, si av-

verte un fortepathos emozio-nale sviluppa-

to da avvol-genti vo-

calizzi.

“Emozioni che”, come spiega Mario, “na-scono direttamente dal cuore. Penso sia ilmomento giusto di raggiungere l’anima del-le persone con sentimenti mossi dalla pas-sione. Ciò che più d’intenso cicirconda deriva da un pro-fondo coinvolgimento e perme, adesso come adesso, lamusica soul smuove certe cor-de più di altri generi. Conquesto disco ho voluto ren-dere manifesta la mia spin-ta interiore orientata versosonorità black.”Hai lavorato molto in ambito dance…“Sì, ho fatto diverse produzioni, sia comecantante, sia dal punto di vista editoriale (te-sti e melodie). A metà anni 90 conobbi Lu-ciano Cantone della Schema, ma per di-verse vicissitudini solo nel 2004 ci rive-demmo per produrre “This Is What You Are”,di cui si innamorò il dj Norman Jay, che loinserì nella normale programmazionedella radio britannica.”E questo ha aperto la stradaa Handful Of Soul?“Sì. Anche perché, a par-te i pezzi originali, le co-ver le ha scelte tutteLuciano. Alcune leconoscevo, come“Rio De JaneiroBlue” e “SlowHot Wind”, lealtre le ho im-

parate ex novo. Alcune mi erano completa-mente sconosciute, come “Handful Of Soul”di Goykovich e Woode, uno dei brani che piùtemevo e che oggi mi diverte tantissimocantare; “I Can’t Keep From Cryin’ Someti-mes”, un bellissimo blues in minore di AlKooper che gli High Five rendono in ma-niera straordinaria.”È proprio il quintetto jazz romano ad ac-compagnare Biondi in questo primo pro-getto firmato a suo nome, e l’ensemble,composto dai validissimi Fabrizio Bosso(tromba), Luca Mannutza (pianoforte), Pie-tro Ciancaglini (contrabbasso), Daniele Scan-napieco (sax tenore), Lorenzo Tucci (batte-ria), porta a galla echi hard bop e rhythm &blues. Un collettivo di jazzi-sti che ha rafforzato l’e-nergia positiva sprigionatada Mario, la cui voce arric-chisce il panorama nu

jazz/soul nonsolo ita-

liano.

Mario Biondi

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