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Intervistando

Date post: 12-Mar-2016
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Il mondo visto da noi
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Moda Il mondo visto da noi di Andrea Boninsegni Perché questa rivista? p. 1 La politica al ‘Balducci’ p. 2 Basket e boxe a Pontas- sieve p. 5 Valdi — game p. 6 L’altra opinione p. 8 Parliamo un po’ di cultura p. 9 ‘Siamo solo noi’ (che andiamo a letto la mat- tina presto …) p. 10 Tecktonic ? No, Electro dance! p. 13 Moda e stili di vita in Valdisieve p. 16 Truzzi si nasce, non si diventa p. 18 Per saperne di più p. 19 La classe III A ITI ha svolto un’in- chiesta per capire quali sono le opi- nioni e i comportamenti degli adole- scenti, abitanti nella Valdisieve, ri- guardo a musica, nuove mode, video- giochi, sport, politica. Le interviste forniscono un’indicazione di ciò che circola nella mente dei giovani, non dei giovani in generale, bensì dei giovani nostri, del nostro territorio in merito a questi argomenti. Il tut- to senza censure: qualche compor- tamento potrà non piacere, potrà essere giudicato discutibile o peri- coloso, ma abbiamo preferito dire la verità. Adesso possiamo sapere tutti quanti un po’ meglio quello che pensiamo, che vogliamo, che apprezziamo e quello che ci fa innervosire. Da questa indagine e’ emerso che tutti i giovani amano divertirsi ri- trovandosi in locali, come discote- che e pub, dove possono parlare con gli amici e ballare e, a tal proposito, qui è riportato un articolo su una nuova danza che sta prendendo sempre più campo: l’electro dance, raccontata personalmente da un ragazzo che la pratica. [segue a p. 18] Indice Indice Indice Indice Videogiochi Politica Moda V i d e o g i o chi Moda Politica PERCHE’ PERCHE’ PERCHE’ PERCHE’ QUESTA QUESTA QUESTA QUESTA RIVISTA RIVISTA RIVISTA RIVISTA? INTERVISTANDO NUMERO UNICO — GIUGNO 2010
Transcript
Page 1: Intervistando

Moda

I l mondo visto da noi

di Andrea Boninsegni

Perché questa rivista? p. 1

La politica al ‘Balducci’ p. 2

Basket e boxe a Pontas-sieve

p. 5

Valdi — game p. 6

L’altra opinione p. 8

Parliamo un po’ di cultura

p. 9

‘Siamo solo noi’ (che andiamo a letto la mat-tina presto …)

p. 10

Tecktonic ? No, Electro dance!

p. 13

Moda e stili di vita in Valdisieve

p. 16

Truzzi si nasce, non si diventa

p. 18

Per saperne di più p. 19

La classe III A ITI ha svolto un’in-chiesta per capire quali sono le opi-nioni e i comportamenti degli adole-scenti, abitanti nella Valdisieve, ri-guardo a musica, nuove mode, video-giochi, sport, politica. Le interviste forniscono un’indicazione di ciò che circola nella mente dei giovani, non dei giovani in generale, bensì dei giovani nostri, del nostro territorio in merito a questi argomenti. Il tut-to senza censure: qualche compor-tamento potrà non piacere, potrà essere giudicato discutibile o peri-coloso, ma abbiamo preferito dire

la verità. Adesso possiamo sapere tutti quanti un po’ meglio quello che pensiamo, che vogliamo, che apprezziamo e quello che ci fa innervosire. Da questa indagine e’ emerso che tutti i giovani amano divertirsi ri-trovandosi in locali, come discote-che e pub, dove possono parlare con gli amici e ballare e, a tal proposito, qui è riportato un articolo su una nuova danza che sta prendendo sempre più campo: l’electro dance, raccontata personalmente da un ragazzo che la pratica. [segue a p. 18]

I n d i c eI n d i c eI n d i c eI n d i c e

Videogiochi Politica

Moda V i d e o g i o chi

Moda

Politica

PERCHE’ PERCHE’ PERCHE’ PERCHE’ QUESTAQUESTAQUESTAQUESTA RIV ISTARIV ISTARIV ISTARIV ISTA????

INTERVISTANDO

NUMERO UNICO — GIUGNO 2010

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Paura di rimanergli antipatici o diventare le pecore nere del gruppo. Questa tendenza proba-bilmente è nata dal fatto che i ragazzi e le ragazze di questi tempi non hanno idee solide per cui “battersi” con parenti e amici, rischiando cosi di compromettere i rapporti. In realtà, se ci fosse un dibattito corretto, questo porterebbe ad un miglioramento per ambedue le parti. A questi ragazzi diamo lo stesso suggeri-mento di prima: leggere vari gior-nali (“Corriere della sera”, “Il giornale”, “La repubblica”, “La stampa” ecc.) e discuterne con i loro amici senza paura di dire la propria opinione. Ci siamo chiesti inoltre se l'idea politica di un ragazzo è influen-zata dalla famiglia. In base alle testimonianze che abbiamo rac-colto possiamo constatare che l'80% ha l'intenzione di votare quello che votano i propri genito-

di Dario Cecchi, Christian De Ieso, Stefano Guazzini

Sopra, a sinistra: Anche gli astucci sono veicoli di idee politiche. A destra: Slogan contro gli immigrati sul quaderno di uno studente. Nella pagina accanto: slogan antifascisti sui muri di Pontassieve.

Che cosa pensano della politica i ragazzi dell'Istituto Superiore “Ernesto Balducci” di Pontassie-ve? La politica è un tema che sta per-dendo importanza fra i giovani di oggi (e non solo fra i giovani). Ormai sembra aver perso i suoi valori e il suo vero significato e questo viene dimostrato durante il periodo elettorale, con una continua diminuzione dell'af-fluenza alle urne. I motivi sono molteplici: in primis i ragazzi pensano che la politica non sia un argomento che li riguarda diret-tamente, perché credono che sia meglio uscire e divertirsi, invece di approfondire le proprie cono-scenze in questo ambito... ma si sbagliano. Un altro motivo può essere la confusione che ruota attorno alla politica; forse il vero problema della politica italiano è che la maggioranza e la minoran-za non trovano mai un punto di

incontro e, anche solo per que-stioni di principio, vogliono con-traddire i loro avversari. Ma si può anche ipotizzare che sia colpa dei giornali che parlano di politici e non di politica, ovvero danno notizie sulla loro vita pri-vata. Una soluzione a questo problema sarebbe leggere più quotidiani e di più partiti, Lo conferma la te-stimonianza di Alessandro: ”Io prima seguivo il gruppo di amici e mi piaceva il partito che piaceva a loro, ma poi mi sono informato leggendo più quotidiani, mentre prima ne leggevo solo uno ed era quello del partito per cui votavo, e così mi sono accorto che i miei ideali erano molto diversi”. Ci sono molte altri ragazzi che, come Alessandro, si sono accorti che i loro ideali non erano rap-presentati dal gruppo politico a cui aderivano ma non hanno il co-raggio di dirlo ai propri amici per

LA LA LA LA POLIT ICAPOLIT ICAPOLIT ICAPOLIT ICA ALALALAL “BALDUCCI” “BALDUCCI” “BALDUCCI” “BALDUCCI” 2

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essere alla base dell’azione dei partiti politici. Che Guevara per questi ragazzi è un mito: “Hasta la victoria siempre!” (“Fino alla vittoria, sempre”) è uno degli slo-gan più conosciuti, perché ricor-da la sua figura. Anche se la maggioranza resta per la sinistra (come hanno dimo-strato le recenti elezioni regio-nali in Toscana), molti ragazzi cominciano a preferire partiti di destra. Come si spiega questo nuovo o-rientamento politico? La risposta più gettonata è perché la sinistra l'ultima volta che è stata eletta non ha durato i 5 anni prestabiliti mentre il precedente governo di destra sì, anche se forse non aveva mantenuto molte delle sue promesse, altrimenti Berlusconi

sarebbe stato rieletto presiden-te del consiglio anche in quell’oc-casione. Aiutiamoli o affondiamoli?

L'argomento che ha fatto più discutere negli ultimi tempi è l'immigrazione, questione sempre aperta e molto critica. E' il prin-cipale punto di scontro tra il go-verno e l'opposizione: da una par-te abbiamo il Pdl, e in particolare la Lega Nord, che da sempre ha avuto e ha tuttora una politica di “pugno di ferro”; dall'altra il Pd, che ha una visione più “ampia e generosa”. Laura è una ragazza che fa capi-re subito il suo orientamento po-litico dal modo di vestire, infatti indossa la maglietta rossa con la faccia di Che Guevara e una Kefia

ri. Anche in questo caso si può ribadire il concetto precedente, ovvero che i ragazzi, per propria scelta o per mancanza di cultura, non riescono a scegliere il parti-to. Di conseguenza si rivolgono ai genitori.

“Io voto Lupin”

All'interno della scuola, comun-que, la maggioranza si disinteres-sa della politica o ne è disgusta-ta. Giovanni ci ha detto che il suo politico preferito è “Lupin”. Per-ché? Perché se deve votare un ladro preferisce votare quello più bravo. E’ questo che pensano dei politici vari ragazzi del “Balducci”, ovvero che sono tutti dei ladri e che rubano soltanto lo stipendio allo Stato. La miglior risposta su questo punto c'è sta-ta data da Marco: “Bisognerebbe tornare all'origine della politica perché sta andando sempre di più alla deriva”. La più inaspettata però è di Dario: ha dichiarato che lui quando va all'estero si vergogna degli esponenti italiani che lo rappresentano sia in Italia che al Parlamento Europeo. C’è poi chi non si riconosce nell'at-tuale modello democratico: è il caso di Stefano, ex studente del “Balducci”, che considera la poli-tica uno strumento per raggiun-gere particolari obbiettivi; però ha aggiunto che lui si rappresen-ta da sé e di conseguenza non vota.

Bandiera rossa vs Faccetta nera

Fra chi al “Balducci” si interessa di politica, la maggioranza è di sinistra. Gran parte degli intervistati as-socia a questa parola DEMOCRA-ZIA e UGUAGLIANZA, perché secondo loro queste idee devono

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(tipica sciarpa israeliana, che negli ultimi tempi sta perdendo il suo significato reale). Ci ha det-to: ”Io penso, che a differenza della nostra governo, che in ac-que internazionali rispedisce i barconi pieni di clandestini in pessimi condizioni sanitarie nel proprio paese (Libia, Marocco ecc…), noi dobbiamo far sì che essi vengano accolti come perso-ne normali e non come animali.” Al contrario di Laura, Michele che è un ragazzo fascista dice: “L’Italia agli italiani, non possia-mo accettare queste persone perché sono loro che rovinano e portano alla crisi l'Italia; senza sottovalutare il fatto che i crimi-ni di cui si sente parlare in tele-visione o sui quotidiani sono, per

la maggior parte, commessi da immigrati.” Noi sappiamo per certo che i reati all'80% vengono commessi da italiani e soltanto il restante 20% da clandestini, pe-rò a fare notizia è sempre quel piccolo 20%.

Facciamoci sentire!

Ultimo problema. La nostra zona non offre luoghi di ritrovo per i ragazzi dove discutere e dibat-tere sulle principali tematiche quali: aborto, eutanasia e immi-grazione. Al contrario di oggi qualche anno fa (per la precisione nel 2004) nella zona di Pontassieve c'era una sorta di assemblea aperta, senza gerarchie politiche, nella quale c'era un obbiettivo politico

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questa associazione prende il nome di “Voci dalla Macchia” e tuttora è attiva. “Abbiamo co-stantemente chiesto uno spazio al Comune di Pontassieve il quale ce l’ha sempre negato perché vedeva quest'assemblea più un problema che una cosa da incen-tivare”, ci ha detto Stefano di “Voci dalla Macchia”. Per noi mancano spazi adeguati a questo genere di cose, sia per “nero” che per il “rosso”. Si po-trebbero creare dei luoghi o per esempio dare delle ore a disposi-zione nelle scuole che servireb-bero a formare i ragazzi oltre che al lavoro e università anche alla “vita”. Perché la politica non è una cosa da trascurare e ci ri-guarda direttamente.

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Il Basket nella Valdisieve nasce da un grup-po di amici, che nel 1975 fondarono il grup-po sportivo Basket Ghiacciaia. Nel 1982 la Società assume la denominazione di Basket Valdisieve ed i colori sociali bianco-verdi. Al termine della stagione 2003 – 2004, viene eletto Presidente Sauro Selvi, professore i educazione Fisica nella nostra scuola.. Nel 2006, su iniziativa di alcuni giovani, nasce la squadra UISP che al primo anno è subito promossa nella categoria superiore. L’anno dopo la società cambia nome e statu-to e diventa Associazione Sportiva Dilet-tantistica Valdisieve. Abbiamo intervistato il presidente Selvi: Di quali sport si occupa ?Basket e ginnastica artistica. Come fate avvicinare i giovanissimi al vostro sport ?Cerchiamo di fare pubblicità all’in-terno della scuola lasciando volantini, de-pliant ed affiggendo manifesti. Da parte di enti esterni ricevete finanzia-menti ? La gestione avviene a livello di associazione cercando finanziamenti dagli sponsor ma con scarsi risultati. Come educate i bambini ai valori dello sport ? Educare i bambini è piuttosto difficile per-ché cambiano le generazioni e la trasmissio-ne dei valori, anche se dovrebbe essere una cosa automatica. Come è nata l’idea di organizzare Sporti-vando ? (Sportivando è una manifestazione dove fanno sport i diversamente abili, tra di loro e con gli studenti delle scuole; viene organizzata tutti gli anni.) L’idea è nata dal voler dedicare spazio ai diversamente abili ed insieme ad un’associa-zione di diversamente abili abbiamo pensa-to a questo evento. Il pugilato fa la sua prima appari-zione a Pontassieve nel 1982, grazie all’impegno del maestro Carlo Carta,

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pugile e pontassievese di nascita. La boxe a Pontassieve però ha avuto difficol-tà a trovare spazi. Dal 1982 al 1990, è stato ospitato in vari spazi comunali, ad esempio la palestra delle scuole medie. Stanco di tutto questo girovagare, nel 1990 Carta decide di lasciare. Ma nel 1996 un gruppo di giovani, insieme ad Antonio, figlio del maestro, fonda la A.S. Boxe Valdisieve, che trova spazio in uno palestra comunale Nel 2003 viene sfrat-tata, però dal gennaio 2008 l’attività pugilisti-ca è ripresa, nei locali della piscina comunale all’aperto. Numerosi ragazzi hanno mostrato interesse per questo sport Da settembre 2009, per dare una risposta alle sempre più numerose richieste di ragazze desiderose di mante-nersi in forma, sono iniziati i corsi di Boxe Music. A proposito dell’Associazione sportiva dilettantistica Boxe Val-disieve abbiamo intervistato un nostro compagno di scuola prati-cante di questo sport. Che cosa ti ha spinto a fare la box e che cosa ti piace di questo sport?

Volevo provare uno sport individuale in modo da mettermi alla prova dato che prima praticavo calcio che è uno sport di gruppo. Come sono organizzati gli incontri? Ci sono le riunioni pugilistiche in cui si incontrano un gruppo di pugili ed ognuno combatte un incontro. Prima di ogni in-contro avviene i pugili si pesano per stabi-lire a quale categoria appartengono. Poi ci sono i tornei che avvengono in più di un giorno a differenza della riunione pugili-stica. Credi che venga fatto abbastanza per questo sport? A Pontassieve non viene fatto abbastan-za per questo sport che non è sufficien-temente pubblicizzato e serve un luogo più adatto per gli allenamenti. In più ci dovrebbe essere aiuto dagli enti locali per la promozione. Perché consigli di praticare questo sport? Perché fa migliorare a livello sia fisico sia mentale visto che ci vogliono molti sacri-fici per ottenere risultati positivi.

BASKETBASKETBASKETBASKET EEEE BOXEBOXEBOXEBOXE AAAA PONTASS IEVEPONTASS IEVEPONTASS IEVEPONTASS IEVE di Marco Vignini

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Immaginiamo di entrare nella camera di un ragazzo dei giorni nostri e di descrivere com’è ar-redata: troveremo sicuramente il letto, l’armadio, una scrivania con un computer o una televisione con una console e magari una libreria, che invece di contenere libri e quaderni di scuola sarà occupata da molti videogiochi. I ragazzi d’oggi sono schiavi della tecnologia. Tendono sempre di più a rimanere chiusi in casa con le loro console e i loro pc, ma non

si rendono conto che lì fuori c'è la vita reale da affrontare e che se non si danno una mossa riman-gono soli con la loro tecnologia inanimata! Uno sguardo sulla nostra zona

Così è in Italia e così è in Valdi-sieve. I ragazzi della nostra zona non sono certo da meno degli al-tri! Abbiamo chiesto a un gruppo di alcuni nostri coetanei di Pon-tassieve di parlare con noi di vi-deogiochi e dell’uso che ne fanno.

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Dalle nostre interviste risulta che le console più usate sono: play station 2 o 3, x-box 360 e computer. Il tempo di gioco è molto variabile: una mezz’ora per la maggior parte dei ragazzi, 1 ora - 1 ora e mezzo per altri, ma c’è anche chi, come D.C., gioca per 4- 5 ore. Addirittura E. R., un ragazzo che va a scuola a Pon-tassieve ma vive nell’alta Valdi-sieve, può giocare anche per 7 ore di fila a giochi di guerra. Molti ragazzi giocano il pomeriggio

di Matteo Belardinelli e Matteo Fabbrini

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dopo mangiato, magari prima di svolgere i compiti, e la sera, inve-ce di guardare la tv o essere al computer; raramente preferisco-no stare alla console invece di uscire.

Evoluzione e classificazione dei

videogiochi

Dalla loro nascita ad oggi, i video-giochi si sono costantemente e-voluti, formando man mano dei generi completamente diversi tra loro, con meccaniche di gioco dif-ferenti e differenti abilità ri-chieste al giocatore oltre ad un naturale miglioramento della loro raffinatezza tecnologica. I principali gruppi nei quali si possono dividere i videogiochi sono due. Un gioco simulativo è un gioco basato sulla simulazione delle regole del mondo reale; il giocatore vuole passare anche ore del proprio tempo giocando a qualcosa di inedito e molto diffi-cile. Un gioco di guida con la rea-le rappresentazione della realtà, oppure un gioco di guerra dove con un solo colpo la partita fini-sce, sono ottimi esempi di questa tipologia. Il gioco arcade invece è l'esatto opposto. Chi sceglie un videogame arcade non ha voglia di cimentarsi nell'apprendimento delle meccaniche di un gioco troppo complicato, ed il suo unico desiderio è avviare la partita e divertirsi all'istante, evitando se possibile di leggere il manuale.

Perché si gioca?

Una parte di ragazzi intervistati preferisce i giochi simulativi in cui per esempio si devono com-piere delle varie missioni per ar-rivare a una meta finale, mentre l’altra parte li usa per divertirsi all'istante. La maggior parte gio-ca on-line con altri amici.

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I videogiochi sono visti da molte persone come un modo negativo per passare il tempo, soprattutto nel caso dei bambini: può essere molto pericoloso poiché i più gio-vani non sanno darsi un limite, stanno ore ed ore davanti allo schermo e questo a lungo andare può causare problemi alla vista. Oppure c’è il rischio che preferi-scano stare soli chiusi in casa invece di fare nuove amicizie. Questo è grave perché, fin da bambini, s’impara a socializzare e a confrontarsi con gli altri, cosa molto importante nella vita. Peg-gio ancora quando si pensa che le cose sperimentate nei videogame si possano fare anche nella real-tà. “Che cosa ne pensate della vio-lenza nei giochi?”, abbiamo chie-sto a questo proposito. Molti hanno risposto che sono sempli-cemente giochi e i lori contenuti non vanno presi sul serio: la vio-lenza nei giochi può essere para-gonata alla violenza nei film in tv. Questo a grandi linee è anche il parere di un giocatore adulto e sposato, abitante in Rufina.

“La violenza mi stimola a giocare di più”, dice invece qualcun altro. E c’è anche chi risponde: “La vio-lenza? Bene, ce ne deve essere di più!”.

Siamo arrivati a questo risultato perché i genitori hanno lasciato giocare sempre più i loro figli e non si sono preoccupati più di tanto, continuando comprargli i giochi fino a quando non sono ab-bastanza grandi e non se li com-prano da soli.

Un’ultima domanda: perché gio-care? La risposta più semplice ma anche la più vera è per diver-tirsi. I giovani sono giovani e la cosa che più preferiscono è appunto divertirsi. Nessuno,

e diciamo nessuno, dei nostri in-tervistati ha saputo dare un ri-sposta diversa: per esempio che giocare aumenta la fantasia, la concentrazione, la logica ecc... No, solo divertirsi e passare il tempo; se poi sul divano di casa, magari d ’ inverno quando fuori fa freddo e piove, ancora megl io.

Sopra: In alto, la copertina del popo-lare gioco per pc o console “Call of Duty”, molto amato fra i giovani. In basso, un videogame al cel-lulare. Nella pagina accanto: Un gruppo di ragazzi al computer.

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Didascalia dell'im-magine o della foto-grafia

Non ci troviamo d’accordo con quanto scritto dagli autori dell’-articolo “Valdi-Game” in quanto essi fanno discorsi estremistici ed eccessivamente critici nei ri-guardi di coloro a cui piace video-giocare. Innanzitutto non è vero che i ragazzi sono schiavi della tecno-logia. Certo, ci sono sempre delle eccezioni, ma la maggior parte dei giovani utilizza il computer o i videogiochi per rilassarsi dopo una giornata trascorsa con gli amici all’aperto. Inoltre gli autori contraddicono la loro stessa affermazione solo dopo poche righe, quando scrivo-no che i ragazzi intervistati han-no dichiarato di giocare per circa ½ ora o poco più. La contraddizio-ne maggiore emerge però quando scrivono: “[…] raramente preferi-scono stare alla console invece di uscire.”

Una diversa tipologia

Nell’articolo ci sono altri punti discutibili. Tanto per cominciare la classifi-cazione dei generi dei giochi è errata, in quanto simulazione e arcade sono solo due dei nume-rosi generi esistenti. Un gioco di simulazione è ben diverso da un gioco di guerra come “Team For-tress 2”, un gioco arcade è ben diverso da un gioco RPG come “Final Fantasy”. Alcuni buoni e-sempi della prima categoria sono i var i g ioch i d i sport come

L’ALTRA L’ALTRA L’ALTRA L’ALTRA OPINIONEOPINIONEOPINIONEOPINIONE di Simone Radi e Alessio Ricutini

“Pro Evolution Soccer” e “Colin McRae Rally”. Nei giochi di si-mulazione si cerca per quanto possibile di riprodurre l'espe-rienza reale come se il giocatore fosse veramente nella situazione rappresentata. I videogiochi arcade come i clas-sici “Space Invaders” e “Pac-Man” non hanno una trama alle spalle, infatti hanno brevi livelli, spesso di numero infinito, di dif-ficoltà crescente. L’obbiettivo di questi giochi non è raggiungere un certo scopo ma semplicemen-te battere i punteggi migliori. Infatti questo genere nasce co-me mezzo di intrattenimento nei cabinati delle sale giochi e dei bar.

E allora a che servono

i genitori?

Proseguendo nella lettura trovia-mo affermazioni basate su opi-nioni invece che su fatti concreti

e oggettivi. Gli autori ritengono che i videogiochi siano un peri-colo per i bambini più piccoli in quanto essi non hanno ancora sviluppato il senso della misura, quindi potrebbero passare intere giornate davanti agli schermi e magari cercare di emulare i propri eroi virtuali nella realtà, rischiando anche di farsi male. E allora a cosa servono i genito-ri? Sta a loro insegnare ai pro-pri bambini a cosa è giusto gio-care e a cosa no. A tale proposi-to negli ultimi anni sono compar-si i cosiddetti “limiti di età”, impressi direttamente sulla co-pertina dei videogiochi. Essi indicano non solo l’età minima richiesta dei giocatori, ma an-che se nel gioco sono presenti scene di violenza, di nudo, di sesso, gioco d’azzardo, droga, razzismo o momenti particolar-mente spaventosi.

S I ’ AI VIDEOGIOCHIS I ’ AI VIDEOGIOCHIS I ’ AI VIDEOGIOCHIS I ’ AI VIDEOGIOCHI

I vari

limiti

di età e

le classi-

ficazioni

che ven-

gono

impresse

sulle

copertine

dei video-

giochi

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Videogiochi e violenza

La violenza nei videogiochi è un argomento spesso oggetto di molte discussioni. C’è chi non la tollera (i genitori, di solito) e chi ne vuole sempre di più (i giocatori adolescenti). Noi riteniamo giusto che ognuno sia libero di scegliere il livello di violenza che desidera. Un esempio di ciò è il gioco “No More Heroes 2”, in imminente uscita per Nintendo Wii. Il gio-co offre al giocatore la possibi-lità di scegliere tra vari livelli di violenza: dai nemici che, quando sconfitti, diventano cumuli di cenere senza far vedere niente di cruento fino a combattimenti ultra-violenti con grandi spargi-menti di sangue.

Divertirsi: un buon motivo

per giocare Riguardo alle motivazioni che spingono i ragazzi a giocare, come risulta anche dalle intervi-ste presenti nell’articolo, su tutte spicca il divertimento. Ovviamente e giustamente, cre-diamo noi. E’ normale che un ragazzo non pensi al fatto che un gioco pos-sa portare beneficio alle sue doti intellettuali o meno: cerca solo qualcosa con cui passare il tempo divertendosi!

PARLIAMO PARLIAMO PARLIAMO PARLIAMO UNUNUNUN PO’PO’PO’PO’ DDDDIIII CULTURCULTURCULTURCULTURAAAA

Iniziative e aspetti culturali in Valdi-

sieve

In Valdisieve si sono sviluppati dei punti di riferimento territoriale per la pro-mozione e la diffusione della cultura. A Pontassieve è presente un Diparti-mento Culturale di Pontassieve: costi-tuito dalla Biblioteca, da un Centro di Documentazione Audiovisiva, dal Cen-tro Interculturale, da una Videoteca e dalla Scuola di Musica che si dirama anche nei comuni Limitrofi ( Dicomano, Pelago, Londa, Rufina ).

L a b i b l i o t e c a La biblioteca comunale di Pontassieve, è situata nel centro storico del paese, via Tanzini 23, non lontana dalla stazio-ne ferroviaria e nei pressi della sede del Comune. Fa parte del Sistema Docu-mentario Integrato Mugello Montagna Fiorentina (S.D.I.M.M.) che riunisce le biblioteche comunali e scolastiche delle comunità montane. Nato nel 1986 dalla collaborazione dei Comuni del territorio, il Sistema offre i suoi servizi ad un numero di circa 11-0.000 abitanti. Vi aderiscono attual-mente 15 biblioteche comunali e 22 scolastiche. Presenta al suo interno diverse sezioni catalogate per tipologie: 1. Sezione Giovani, che costituisce un servizio di base indirizzato a tutti i bambini e ragazzi da 0 a 14 anni, agli insegnanti, ai genitori, con l’obiettivo di avvicinarli alla lettura in modo stimolan-te e piacevole, promuovendone l’autono-mia nella scelta dei testi. Occupa un'ap-posita sala accogliendo oltre 5.000 volu-mi, che sono disponibili per il prestito, con la sola esclusione delle opere di consultazione. La sezione ragazzi è

dedicato ai bambini fino a 7 anni e l’altro ai ragazzi fino a 15 anni, Il personale della Biblioteca Comunale di Pontassieve è a completa disposizione per consiglia-re nelle scelte dei testi e per facilitare le ricerche delle informazioni necessa-rie alle loro ricerche. 2. Sezione locale:, che raccoglie circa 650 documenti che trattano del terri-torio del Comune di Pontassieve e dei territori limitrofi. Tutti i volumi qui presenti sono rivolti soltanto alla consul-tazione in sede e non al prestito.

di Marco Clementi e Gianmarco Franchi

3. Sezione intercultura, con materiale informativo e documentario su pace, sviluppo e educazione interculturale. 4. Sezione emeroteca: il nome di questa sezione sta ad indicare la raccolta di giornali e periodici, infatti vi si possono trovare vari numeri di giornali e riviste in abbonamento che trattano svariati temi (cultura generale, arte, politica etc ) 5. Sezione multimediale, con un gran numero di dvd contenenti musica e film. In conclusione bisogna ricordare che la Biblioteca di Pontassieve ha contribuito allo sviluppo delle biblioteche scolasti-che nelle scuole del paese, tra cui il no-stro Istituto .

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Come si divertono i ragazzi

della Valdisieve ?

I ragazzi della Valdisieve non si divertono. Infatti per riuscirci sono costretti a spostarsi a Fi-renze in cerca di pub e di disco-teche. Abbiamo intervistato vari ragaz-zi tra i 16 ei 19 anni, ponendogli domande sul loro modo di passare il sabato sera con gli amici. Alla domanda: “Secondo te il tuo Co-mune ti offre diverse opzioni per passare il tuo sabato sera?”, un

preoccupante NO è stata l’unica risposta che i ragazzi sono riu-sciti a darci. “Tutte le volte mi tocca usare molti soldi per la benzina o per il treno per spostarmi ed arrivare in un luogo di divertimento. E’ l’unico modo che ho per passare un sabato di felicità con i miei amici.” Questo ci racconta Mar-co. Nel fine settimana Marta, 17 anni, studentessa dell’Istituto “Ernesto Balducci”, si diverte ad andare in discoteca; anche a lei

“S IAMO “S IAMO “S IAMO “S IAMO SOLOSOLOSOLOSOLO NOI”NOI”NOI”NOI”

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piacerebbe che nel proprio paese ci fosse qualcosa di diverso e più divertente, anche perché lo spo-stamento paese-città il più delle volte è un problema non da poco. Stesso discorso fa Filippo, 19 anni, abitante di Pontassieve, molto deluso perché nel suo pae-se non c’è quel che vorrebbe. In-vece Andrea, studente dell’isti-tuto “Ernesto Balducci”, per sua sfortuna non ha nemmeno la pos-sibilità di spostarsi. Le sue sera-te quindi non vanno oltre pub e

di Stefano Casini, Alessio Lazzerini, Giulio Ricci

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pizzerie trovabili nei dintorni. Ci nomina pub come lo Stony, il Sun-set e il Social pub, dove passa del tempo con gli amici. In effetti Giacomo, studente e grande bevi-tore, considera lo Stony un’ otti-ma tappa dove incontrare altre persone appassionate di alcool con le quali scambiare opinioni, pensieri e idee: “anche perché”, continua Giacomo, “quando il tas-so alcolico inizia ad essere ‘promettente’ comunicare con altre persone, anche sconosciute, diventa molto interessante e pia-cevole”. Per lui come tanti altri ragazzi è proprio questo il saba-to sera ideale: bere, esagerare e divertirsi. Alla domanda : “Cosa ti piacereb-be che ti offrisse il tuo paese?”, Luca, studente con grandi qualità di studio, risponde che gli piace-rebbe che ci fosse una sala gio-chi o un centro di riunione dove i ragazzi della sua età possano ri-trovarsi per passare tutti insie-me la serata. Per tutti gli altri, ovviamente, quel che manca è una discoteca.

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Cosa cercano i ragazzi nelle

discoteche?

Perciò questi ragazzi hanno in comune la voglia-obbligo di recar-si in discoteca a Firenze perché insoddisfatti del loro sabato sera in provincia. Ma che tipo di divertimento si può trovare nelle discoteche? Un PR di una delle discoteche più frequentate dai ragazzi di Pon-tassieve, il VIPER, è Francesco, 17 anni, che frequenta la nostra scuola ormai da 4 anni e già da 2 compie questo ‘lavoro’. “Il diver-timento nelle discoteche è molto, e vario”, racconta. “Ci sono molti ragazzi che si divertono tutti in maniera diversa. C’è chi sta in pista e balla tutta la sera, oppure chi preferisce stare con gli amici sui divanetti a parlare e scherza-re, o chi sta con la ragazza, ed ogni tanto vanno a prendersi una bevuta, a volte anche una di troppo. Noi PR abbiamo il compi-to di riuscire a coinvolgere più ragazzi possibile e portarli alle serate del l a d iscoteca per cu i l avor iamo , vendendog l i

prevendite che servano a pagar meno, e a entrare prima della mezzanotte. Parlando da ragazzo, posso dire che mi diverto molto a stare vicino alla consolle, a balla-re e a volte anche ad andare vici-no a Dj che conosco in modo tale che possa imparare a suona-re.” Altri ragazzi ci hanno rispo-sto che vanno in discoteca sia per divertirsi, sia per trovare una ragazza.

In questa pagina: In alto, ragazzi al Viper. In basso,una serata al Sa-schall. Nella pagina accanto: Un concerto al Viper. Nella pagina seguente: Il dj Franchino alla consolle.

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E fra l e due d iscoteche p iù frequentate , i l Centra l Park e i l V iper , qua l è me-g l io? La magg ior parte de i ragazz i da i 14 a i 16 ann i prefer isce trascorrere l a sua serata a l Centra l per -ché cons iderata una d i -scoteca per i p iù g iovan i , ed ino l tre p iù v ic ina a l l a Vald is ieve . I p iù grand i , e soprattutto ch i ha la pa-tente , prefer iscono i l V i -per , s i a per conoscere ra-gazz i e ragazze d i d i vers i luogh i s i a perché l e sera-te secondo loro sono p iù bel l e , con musica p iù va-r ia . Il sabato tra a lcoo l e

droghe

Cosa c ’ è d i be l lo ne l bere e ne l far uso d i droghe? Du i l io Borsel l i , responsa-b i l e de l l ’ uff ic io comunale d i prevenz ione da l l e d i -pendenze d i F irenze , a l l a domanda : “ perché i ragaz-z i consumano cos ì tanto a l coo l da r i sch iare la v i -ta ?” ,r i sponde che i l mot i -vo pr inc ipa le è che bere per loro è i l modo idea le d i d i vert irs i . “ P iace l ’ eu-for ia data dal pr imo b ic -ch iere , que l l a che fa per -dere l ’ i n ib iz ione, permet-te d i avv ic inar s i con meno remore a una ragazza , d i bac iar l a , d i ba l l are f ino a tard i . Ma g ià a l secondo b icchiere l e cose sono d i -verse : l ’ eufor ia i n iz ia l e lasc ia i l posto a l l a perd ita de l l a r ag ione , a fare cose fo l l i e i n f ine a stare ma-le” . [ “La Naz ione” , 23 MARZO 2010] I r a g azz i b e vo no e f a nno

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f a n n o u s o d i d r o g h e p e r d ivert imento e per fars i notare . Pensano che sono capac i d i contro l lar -s i , ma soprattutto NON PENSANO. Non sanno i r i -sch i che corrono dopo . “Ma a l l a f ine” , d ice Dar io , ragazzo magg iorenne , da l carattere so l are e con tanta vog l i a d i d ivert irs i , “è g iusto cos ì , è g iusto che a 18 anni i r agazz i ab-b iano una v i ta non rego la-re, che s i d i vertano e non pens ino a l l e conseguenze de l l e loro az ion i ” . “Io persona lmente” cont i -nua Dar io , “ l a penso cos ì , perché per l a gente come no i g l i aper i t i v i a base d i Negron i sono v i ta l i , per l a gente c ome n o i t o r n a r e a

c a s a a l l e c inque de l mat-t ino r iuscendo a i nf i l are la ch iave ne l l a ser ratura de l l a porta so l o dopo i l ventes imo tentat ivo è una emozione un ica , per l a gente come no i bere l ’ ac -qua l a domen ica matt ina dopo una serata ‘ devasto ’ è tanta roba. Ques t i s i amo no i , a l c o -l i z z a t i , a g i t a t i , m a l e d u -c a t i , i g n o r a n t i , s t u p i d i … C h i am a t e c i c ome v o l e t e , m a q u e s t a è l a n o s t r a v i t a e c i p i a c e v i v e r l a c o s ì ” . S a l u t i am o D a r i o , r i n g r a -z i am o t u t t i g l i i n t e r v i -s t a t i p e r l a d i s p o n i b i l i -t à e … c i s i b e c c a a ì v i -p e r a ! ! !

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Il nome

Molti di voi conosceranno l'elec-tro dance con il nome Tecktonik. Su youtube avrete sicuramente letto più spesso: video tutorial tecktonik, tecktonik battle, te-cktonik,apprentissage, tecktonik killer, teck tck team e così via... Forse qualcuno si sarà chiesto: ma si chiama Tecktonik oppure Electro dance?

La storia

L’electro dance nasce nei primi anni del 2000 in Belgio ma si svi-luppa in Francia in una delle di-s c o t e c h e p i ù f a m o s e , “Metropolis”, sotto il nome di Tecktonik che è solo lo sponsor di questo locale. Tutti conoscono il ballo sotto questo nome, ma è come se uno chiedesse: <<BALLI LA NIKE??>>, visto che è solo una marca! Nel 2007 l’Electro dance si svi-luppa anche fuori dalle discote-che, ha un successo talmente ele-vato che è stata paragonata all’-hip hop in America. Il ballo fondamentalmente pren-de spunto da altri balli, ad esem-pio hip hop, robot dance, techno, shuffle; si sviluppa in musiche tipicamente elettroniche (hip hop, trance, hardstyle, jum-pstyle, techno, house, eurodance, dance, electro) e come tutti i balli si divide in ottave, cioè ogni sequenza è divisa in otto mosse. I ballerini hanno un modo di ve-stirsi molto colorato con scarpe di solito alte, maglietta e spesso

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aperta, pantaloni stretti, e sopra una giacca che fa notare meglio i movimenti.

Stili di danza

L’electro dance è divisa in molti stili, tutti su musiche electro-house: -ELECTRO: si distingue per i mo-vimenti velocissimi delle mani e braccia e i piedi quasi completa-mente fermi. E’ lo stile più di mo-da in Francia, noto per prendere a tempo gli stacchi della canzone. I passi fondamentali che si adot-tano anche negli altri stili sono: l’haircut (tagliare i capelli), che è una mossa in cui il braccio passa

intorno alla testa; butterfly (farfalla), che è un movimento molto veloce con le mani che gi-rano così sembrare una farfalla in volo, il pointing (puntare), con cui il ballerino sembra che indichi qualcosa. -MILKY WAY: stilisticamente è molto meglio delle altre; prende molti spunti dall’hip hop ma è an-che molto più difficile. Io ballo o almeno cerco di ballare questo tipo, che poi comprende anche passi dall’electro e in cui le brac-cia si muovono a tempo con il re-sto del corpo. I massimi conten-denti sono gli SMDB, "Still mo-ve, a dance is born", che com-prendono il campione del mondo

Tecktonik? NO, ELECTRO DANCE!!Tecktonik? NO, ELECTRO DANCE!!Tecktonik? NO, ELECTRO DANCE!!Tecktonik? NO, ELECTRO DANCE!! di Andrea ‘Dame’ Brandone

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Spoke, Jack Error e Maestro. In Italia abbiamo i DOC, “Dance Orion Connection”, con il campio-ne d’Italia Gecks da cui ho preso lezioni e che abita a Firenze. I DOC sono riusciti l’anno scorso a battere i “Club Zero” nella finale in cui il vincitore andava a fare i campionati del mondo.-VERTIGO: caratterizzato da movimenti scattanti, incastri e incroci con le mani. Le mosse sono molto ve-loci e difficili da eseguire. In alcuni tratti il Footwork (movimenti con i piedi) è simile allo stile milky. Pare che il miglior ballerino di Vertigo sia Anakin, del blog di Dancegeneration. Io come quasi tutti i ballerini ho imparato su You Tube, e poi ho fatto un mini corso di 2 mesi. Mi avvicino molto alla milky way ma uso anche passi dell’electro, co-me molti altri. Questo stile ‘mescolato’ viene chiamato Elec-tro Milky. Il sogno di tutti noi ballerini è andare a fare i “vertifight” (la battaglia tra ballerini), che in Italia si svolgono solo a Milano e Torino. C’è il “vertifight” classi-co, dove i ballerini si sfidano in una battaglia uno contro uno; il Kingz, che è una sfida a coppie, 2 contro 2; in Team, che si svolge solitamente per le qualificazioni ai mondiali o per competizioni a livello nazionale; lo Show, che è un tipo di “spettacolo electro”. Le sfide tra ballerini di un certo cal ibro vengono defin ite “1000%”. Il 14 Giugno a Milano ci sarà un “vertifight” per le QUALIFICA-ZIONI AL CAMPIONATO DEL MONDO. Per seguire le varie battaglie basta andare al canale “vertifight italia” su you tube! Fatelo e scoprite la bellezza del-l’electro dance!

Sopra: Manifesto del Vertifight che si terrà a Milano il prossi-mo 14 giugno. In basso: poster del gruppo musicale di Maestro.

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Il centro di documentazione

audiovisiva

Si è sviluppato per promuovere e dif-fondere il linguaggio audiovisivo. Da oltre 15 anni svolge un’importante funzione di supporto in questo settore sia per della popolazione che per le istituzioni locali. Vengono offerti pe-riodicamente una serie di laboratori aperti a tutti quelli interessati al lin-guaggio audiovisivo. L’intento è quello di offrire l’opportunità di comunicare in modo creativo. I corsi che vengono effettuati sono : Tecnica di ripresa video; Montaggio digitale; Regia cinematografica; Stop-motion e cartone animato. Negli anni scorsi è stato prodotto anche una mini serie tv chiamata “Intrecci”, ovviamente ambientata a Pontassieve e nel territorio circostan-te che parla degli incontri tra persone di culture diverse nella società dei giorni nostri. Per quanto riguarda i giovani, ci sono eventi come Cortogiovani. Questo progetto intende coinvolgere diretta-mente i giovani offrendogli la possibili-tà di realizzare in prima persona e e liberamente filmati di vario genere. L'esito finale è sempre una serata pubblica presso il Cinema Accademia di Pontassieve. Un altro progetto si chiama “Archivio della memoria visiva della Val di Sieve” e ha l'intento di ricostruire la storia della Valdisieve attraverso le immagini in movimento. Tale iniziativa prevede la ricerca costante di materiale trami-te archivi audiovisivi nazionali ed in-ternazionali ma soprattutto tramite l'apporto di privati cittadini,. Per ora è stato possibile arrivare a documenti che partono dal 1945 ai giorni nostri. Nel Centro è presente anche una vi-deoteca che ospita un archivio di circa 3000 videocassette, composte da autoproduzioni, documentazioni, film e documentari.

La scuola di musica

A Pontassieve e dintorni c’è la scuola di musica Sound, che ha come scopo la diffusione della cultura musicale. Si occupa di progetti legati alla musica, dalla musicoterapia per gli anziani alle lezioni nelle scuole pubbliche e ai con-certi. Ha realizzato una fitta rete di rapporti con le scuole della provincia di Firenze, con le amministrazioni lo-cali della Val di Sieve, del Mugello, Prato, Campi Bisenzio, e con i Quartie-ri del Comune di Firenze, per promuo-vere il piacere di suonare e divertirsi in compagnia.

I musei e gli spazi espositivi Il Comune di Pontassieve ha recente-mente ristrutturato uno degli ambien-ti più prestigiosi del Palazzo Sansoni Trombetta, sede attuale del Munici-pio. Si tratta di un’ex cappella a piano terra del palazzo, di grande pregio architettonico. Il Comune ha deciso di denominarla “Sala delle Colonne” e destinarla a luogo di esposizione di opere d’arte, facendone così un punto di riferimento nello sviluppo della vita culturale di tutto il territorio. Il 15 dicembre 2007 la Sala delle Co-lonne è stata inaugurata con la mostra “Una firma in rosso. Guttuso a Pontas-sieve”, che ha avuto una enorme risonanza

ed è stata visitata da circa 20.000 persone. Attualmente è esposta, fino al 27 giugno 2010, la mostra “Il Beato Angelico a Pontassieve: dipinti e scul-ture del rinascimento fiorentino”.

Un teatro a Pontassieve … Un’utopia?

Su Facebook c’è il gruppo:”UN TEA-TRO A PONTASSIEVE : un’utopia?”. Questo gruppo ha aperto una discus-sione fra chi sostiene che per avere un teatro dovrebbe essere restaurato il vecchio cinema posto fra il comune e la porta del paese e chi sostiene che sarebbe una spesa inutile. Quel cine-ma dismesso è un pezzo di storia della città di Pontassieve; non deve essere necessariamente un teatro, ma una cosa è certa: così come sta è uno dei tanti luoghi da nascondere, un manife-sto al degrado ed all'incuria. Lo stabile però è proprietà della Chie-sa che non ne vuole sapere di cedere l'uso a nessuno Inoltre è molto peri-colante. Da qui l’idea di costruire un nuovo, teatro magari alla Sieci in piaz-za Aldo Moro, dove costerebbe di meno. Non avere un teatro, comunque, dipende dalla poca attenzione delle autorità politiche e dei cittadini, pro-prio perché l'Italia non è un paese serio e purtroppo ormai ai limiti minimi della civiltà.

[continua da p. 1]

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Nella zona della Valdisieve le tendenze della moda non sono accentuate come nelle grandi città, tipo Milano o Firenze. Si trovano raramente tipi strava-ganti, ad esempio i Punk i Metal-lari o i Darkettoni. La maggior parte dei ragazzi nella Valdisieve si veste in modo casual, e cioè non segue uno stile preciso, e indossa tutto senza precisi sche-mi. Così è T.B, ragazzo di 20 an-ni, che indossa solitamente una Kefiah, che prima portava solo

chi era di sinistra, insieme a ma-gliette della Lonsdale, tipicamen-te utilizzate dai Gabber. A Pontassieve, comunque, possia-mo trovare alcuni Emo, Truzzi, Gabber. Ne abbiamo scovati alcu-ni per cercare di capire perché hanno scelto quello stile e che significati gli attribuiscono.

Emo, uno stato d’animo

Su che stile si basa il tuo modo di vestire? E il tuo modo di com-portarti? A questa domanda

MODA MODA MODA MODA EEEE ST IL IST IL IST IL IST IL I DIDIDIDI VITAVITAVITAVITA ININININ VALDIS IEVEVALDIS IEVEVALDIS IEVEVALDIS IEVE

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G.F., maschio, 17 anni risponde: ”Il mio stile è Emo e non ho pro-blemi ad ammetterlo: io sono una persona che ha passato momenti difficili, altrimenti non sarei E-mo”. Lui lega chiaramente la scel-ta Emo a situazioni che ha avuto in passato e che hanno condizio-nato il suo presente:”Questo sti-le rispetta il mio stato d’animo”, dice. Infatti gli emo sono spesso tormentati: la parola deriva da emozione; chi segue questa filosofia di vita tende all’autolesionismo.

di Giacomo Geraci, Stefano Pelanti, Alessio Puglioli

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La moda Emo nasce negli anni ’80, negli Stati Uniti e nella Gran Bretagna, e parte dalla musica “Emo-core, la cui canzone - tipo è “intrisa di ansie e paranoie, tradotta in una musica non ne-cessariamente tecnica ma irra-zionale, passionale, con strumenti discreti e voce disperata, malin-conica e struggente”. Ma non è solo depressione: con

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mano scheletrica, però non ha nessun piercing, anche se la mag-gior parte degli Emo ne ha molti più di uno.

Fiero di essere Gabber

Molto diversa è la risposta di L.S, maschio 20 anni. Lui segue la moda Gabber, nata in Olanda, a Rotterdam, negli anni ’90. La pa-rola deriva dall’olandese Khaver,

Come ogni Gabber che si rispet-ti, ha la testa completamente rasata e ha un piercing al labbro e un tatuaggio.

L’estetica dei Truzzi

Passiamo a un truzzo, M.R, un ragazzo di 18 anni. I Truzzi sono persone che indossano vestiti quasi tutti firmati e di marca, occhiali enormi e strani, per e-sempio a forma di cuore, cappelli che potrebbero essere di un rapper, cinture sempre di marca, scarpe color oro o comunque mol-to colorate.. Utilizzano moltissi-mo il Gel o la piastra per avere un taglio particolare. Il Truzzo

A sinistra: un tipico Emo, che per non farsi riconoscere ha chiesto che gli fosse oscurato il volto. In basso: ragazzo Gabber, ri-conoscibile per il taglio di ca-pelli e l’aria strafottente. Nella pagina accanto: un ra-gazzo che segue lo stile dei Truzzi.

che significa “amico”. I Gabber cercano sempre dei nuovi modi per divertirsi, per esempio fare a botte oppure andare a sballarsi con le droghe e alcool nelle di-scoteche. L.S però dichia-ra:”solitamente sono un tipo tranquillo, di solito i Gabber sono molto più aggressivi”. Nonostante ciò, si sente profondamente Gabber “Rispecchia il mio carattere, la mia musica e il mio stile in tutte le cose, e sono fiero di esserlo” L’abbigliamento di L.S è cappellino dell’Adidas poggiato appena sul ca-po, felpa o maglietta della Lonsdale o dell’Adidas, pantaloni stretti con le spille in fondo, scarpe Air Max.

l’abbigliamento Emo G.F vuol far capire a tutti che è una persona libera di fare ciò che vuole. Lui si veste anche con jeans molto co-lorati, solitamente a strisce, e con magliette altrettanto colora-te; però tutti i suoi vestiti sono accomunati dall’essere macabri, come se volesse trasmetterci il suo stato d’animo. Come tutti gli Emo anche lui ha i capelli lisciati con la piastra, colorati di giallo e nero (accostamento stravagante) e il ciuffo rigorosamente sugli occhi. Come scarpe preferisce le Converse a stivaletto alto, bian-che e nere. Inoltre indossa dei guanti con sopra ricamata una

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di sol ito fa i l “Ganel la “ e cioè quello che se la tira e si gasa, ed è anche per questo che la maggior par-te dei Truzzi stanno anti-patic i a molti . “ Il mio mo-do di vestire mi fa sentire più sicuro di me e mi sento più bel lo”, dice i l truzzo M.R.“Ho un bel comporta-mento, ma se mi fanno ar-rabbiare sono uno stronzo di prima categoria “ . Con lo stile Truzzo, M.R non vuole trasmettere niente agl i al-tr i; per lui “ognuno si veste come vuole” e basta.

Stil i a confronto

Ma come si d iventa Emo, Gabber o Truzzo? Per L.S al la base del la scelta Gab-ber c ’è stata la passione per la musica Hardcore. M.R invece è diventato Truzzo guardando le foto di altr i Truzzi su Netlog, un Social Network molto di moda tra noi ragazzi. È interessante anche capire come Emo, Gabber e Truzzi giudichino gl i altr i stil i . Almeno i nostri intervistati mostrano una certa tol le-ranza. “ Per me ognuno può fare quello che vuole, non disprezzo e non apprezzo”, afferma L.S . “Penso che ognuno dovrebbe pensare al proprio, invece di cr iticare quel lo Emo”, r isponde G.F. Meno disponibile è i l Truz-zo:”Gl i Emo mi fanno schi-fo, sono tutti d i ‘fori ’ ; in-vece i gabber sono se stes-si e ognuno è l ibero di es-sere c iò che si sente. Sono normalissime persone che hanno i l loro modo di v iver-si la vita” .

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Molti vedono ciò che noi Truz-zi sembriamo, ma pochi capi-scono quello che siamo vera-mente. Tutti ci guardano male e rido-no, perché ci vedono diversi, mentre noi li guardiamo e ri-diamo perché sono tutti ugua-li. Tutto questo perché il nostro è uno stile diverso da tutti, molto vivace. A noi non ce ne importa niente di quello che pensano gli altri di noi, perché a noi piace differenziarci dalla massa!!

TRUZZ I TRUZZ I TRUZZ I TRUZZ I S IS IS IS I NASCENASCENASCENASCE EEEE NONNONNONNON SIS IS IS I DIVENTADIVENTADIVENTADIVENTA

I L IL IL IL PAREREPAREREPAREREPARERE DIDIDIDI NOINOINOINOI TRUZZITRUZZITRUZZITRUZZI di D. C. e N. G.

Il nostro stile si basa su: • Vestirsi in maniera strana

e colorata. • Indossare sempre (o

quasi) abbigliamenti fir-mati, di marca, molto costosi.

• Andare spesso in disco-teca con gli amici e a-scoltare musica house.

• Parlare in modo ambiguo rispetto agli altri (per esempio: ti lovvo = ti a-mo; lol = sono contento; equivale alla faccina allegra).

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Farsi foto allo specchio, e modificarle con frasi che “colpiscono” (sempre nel nostro linguaggio am-biguo). Questo è il nostro stile, uno stile “a modo suo”, unico nel suo genere, e che tutti gli altri invi-diano in quanto non rie-scono a fare di meglio. Per questo ci giudicano male!! E poi … Le persone ci de-finiscano esseri stupidi. Ma allora quei ragazzi che si tagliano le vene perché sono depressi? Prima di giudicarci do-vrebbero guardare se stessi.

Per approfondire il tema delle mo-de e degli stili giovanili, si può an-dare su www.youtube.com, dove sono presenti molti video, di in-chiesta ma non solo. La scelta è davvero vasta. In particolare, segnaliamo: → Servizio sui Gabber del Tg3 http://www.youtube.com/watch?v=mjfFibQCREc

→ Mondo emo (video preso da Re-pubblica.it; è un ampio servizio sul-le nuove "mode giovanili": si parla soprattutto di Emo, ma anche di Truzzi e altri) http://www.youtube.com/watch?v=ZhYrLIuCjME → I giovani Emo (puntata del pro-gramma Invasioni barbariche)

http://www.youtube.com/watch?

v=eboyU0_8ATQ

→ Mille mode (rubrica di Cros-sing TV; si trovano su youtube molte puntate, nelle quali si fan-no varie interviste a ragazzi e ragazze per scoprire i se-greti del loro look) http://www.youtube.com/ watch?v=JvkVhr47ldY Qui non se ne parla, ma esiste pure la cultura hip hop (e di conseguenza una stile di vita e una moda). Sull’hip hop si trova un interessante video: → Hip hop: stile di vita o danza del futuro? (è un documentario del 2004, di cui sono protagonisti danzatori e coreografi legati al mondo dell’hip hop)

PER PER PER PER SAPERNESAPERNESAPERNESAPERNE DID ID ID I P IÙP IÙP IÙP IÙ ((((LELELELE MODEMODEMODEMODE SUSUSUSU YOUTUBEYOUTUBEYOUTUBEYOUTUBE))))

http://www.youtube.com/watch?v=gYg_4SPVtMo Chi poi fosse curioso di cono-scere la moda dei decenni pas-sati, su internet non ha che l’imbarazzo della scelta. Ad esempio può andare a vede-re: → Anni Settanta. Moda e cul-tura (video tesina per l’esame di maturità sulla moda di quegli anni ) http://www.youtube.com/watch?v=2yQzaH5awE8 → Excess. Moda e under-ground negli anni ‘80 (video di una mostra allestita alla Sta-zione Leopolda di Firenze nel 2004).

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[continua da p. 1] Anche se è brutto da ammettere, va detto: i giovani sono scontenti in riguardo ai divertimenti offerti dal-la zona, perché non ci sono discote-che e pub, dove poter ballare, ascol-tare i vari tipi di musica curati dai dj; oppure i pochi locali presenti non sono destinati solo ad una frequen-za giovanile, ma ad un misto di ado-lescenti e persone mature. Per avere la possibilità di divertirsi bisogna scendere a Firenze, il che comporta ad avere anche problemi per il trasporto. La Valdisieve agli occhi dei giovani rimane un luogo tetro, morto dove non c’è possibilità di poter animare un sabato sera,il che comporta avere strade vuote e deserte da una presenza giovanile. Altra forma di divertimento, di tipo più individuale, sono i videogiochi: la maggior parte dei giovani trascorro-no una parte del tempo giocando a essi. Sostanzialmente il motivo che porta a questo svago è uno: diver-tirsi. Cè chi poi preferisce giochi che non hanno riferimenti con la realtà per staccare del tutto “la spina” dalla vita reale ritrovandosi catapultato in un mondo in surreale; mentre altri preferiscono giochi che mantengono un certo riferimento con la realtà. Su questo argomento c’è tutta una serie di opinioni: c’è chi li ritiene pericolosi, in quanto comportano problemi alla vista, al-lontanano i giocatori dal mondo rea-le e, per finire, spingono le persone a gradire qualche ora di divertimen-to in casa alla console piuttosto che stare fuori a contatto con gli altri. Ma i videogiochi hanno anche esti-matori convinti che non facciano alcun male. Rimanendo in un ambito strettamente legato ai giovani, parliamo in un altro arti-colo delle mode che si sono affermate recentemente: truzzi, emo, gabber. Gli emo sono generalmente malvisti e considerati depressi; spesso associano al

modo di vestirsi e comportarsi mo-menti difficili del passato che hanno condizionato il loro presente. Ma emo non è solo depressione, è anche voglia di essere liberi di fare quello che si vuole. Altro stile è quello dei gabber: almeno un piercing e ta-tuaggio, capelli rasati, un cappellino. Il loro modo di divertirsi è discuti-bile: botte, alcol e droghe sono per loro possibili modalità di diverti-mento. Infine vi sono i truzzi, i quali si vestono con vestiti di marca, curano i capelli con il gel e portano occhiali da sole con forme particola-ri, si fotografano allo specchio con questo abbigliamento. In riguardo ai truzzi non scriviamo altro, riman-dando a un altro articolo, scritto dai nostri 2 truzzacci! Lo sport piace ai ragazzi, si sa, e il calcio va per la maggiore. Ma noi qui abbiamo deciso di parlare di altri due sport seguiti a Pontassieve: il basket e la boxe, su cui diamo delle informazioni, sentendo anche i pa-reri di un ragazzo che fa pugilato e del professor Selvi.

Passando adesso a una tematica che riguarda anche gli adulti, cioè la politica, emerge un grande di-sgusto da parte dei ragazzi fre-quentanti la nostra scuola verso la politica italiana. È vista come una grande banda di ladri, che fanno solo il loro interesse e non sono capaci di trovare un punto d’accor-do sui vari problemi. C’è chi si ver-gogna di essere italiano per via dei politici da cui siamo rappresentati nel mondo, altri rimangono estra-nei dalla politica o seguono l’ideale dei genitori. In linea di massima nella nostra scuola, i ragazzi che seguono la politica sono di sinistra per via degli ideali di democrazia e uguaglianza promossi da questa corrente; ma sta aumentando il numero di ragazzi che scelgono la destra, delusi dalla sinistra. Infine parliamo della cultura: i gio-vani non mostrano di certo grande interesse per questo settore, ma almeno cerchiamo di sapere quello che in merito offre la nostra zo-na !

Molti dei ragazzi intervistati in questa rivista frequentano l’Istituto Balducci


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