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Introduzione e guida alla lettura: (1900) · Già in stampa nell’ottobre del 1899,...

Date post: 15-Sep-2018
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____________________________________________________________________________________________ Lucio Celot Introduzione e guida alla lettura: S.Freud, L’interpretazione dei sogni. 1 Introduzione e guida alla lettura: S.Freud, L’interpretazione dei sogni (1900) Sigmund Freud visto da Salvador Dalì Il testo utilizzato, da cui sono tratte le citazioni e i riferimenti, è il seguente: S.Freud, L’interpretazione dei sogni, Rizzoli, Milano 2010 (con Prefazione di C.Sini, Introduzione di A.A.Semi; saggi di J.Laplanche e J.B. Pontalis). Altri riferimenti sono da S.Freud, Introduzione alla psicanalisi. Prima e seconda serie di lezioni, Bollati-Boringhieri, Torino 1969 (citata come IP), in particolare la parte seconda (Il sogno), pp.75- 217. _______________________________ Già in stampa nell’ottobre del 1899, L’interpretazione dei sogni (d’ora in poi: IS) ebbe apposta la data del 1900 da parte dell’editore, quasi presago dell’importanza capitale che il libro avrebbe avuto su tutto il secolo nascente. All’attenzione verso il sogno Freud fu avviato anche dai suoi pazienti, che all’attività onirica notturna facevano spesso riferimento quando Freud sostituì il metodo dell’ipnosi con quello delle libere associazioni: in tal modo Freud si convinse , seguendo la strada degli antichi, che il sogno non fosse un aspetto insignificante della vita psichica ma, al contrario, la via regia per pervenire alla logica dell’inconscio. Dare pretesa di scientificità (come Freud vuole fare) ad un testo come IS è evidentemente difficile: se è vero che la logica dell’inconscio e quella della coscienza sono in opposizione, […] esaminare il sogno e i suoi contenuti dal punto di vista della ragione e del soggetto cosciente è quindi pretesa quanto meno esorbitante o insufficiente[…] (Carlo Sini, Prefazione a IS, p.VI). Dunque, la scienza inaugurata da Freud in questo scritto è scienza sui generis, a cui sfugge sempre un quid insondabile e collegato all’ignoto. Tanto più che i sogni analizzati sono in buona parte dello stesso Freud: l’IS sarebbe, da questo punto di vista, una forma di autoanalisi.
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Page 1: Introduzione e guida alla lettura: (1900) · Già in stampa nell’ottobre del 1899, L’interpretazione dei sogni (d’ora in poi: IS) ebbe apposta la data del 1900 da parte dell’editore,

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Introduzione e guida alla lettura: S.Freud, L’interpretazione dei sogni.

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Introduzione e guida alla lettura: S.Freud, L’interpretazione dei sogni (1900)

Sigmund Freud visto da Salvador Dalì

Il testo utilizzato, da cui sono tratte le citazioni e i riferimenti, è il seguente: S.Freud, L’interpretazione dei sogni, Rizzoli, Milano 2010 (con Prefazione di C.Sini, Introduzione di A.A.Semi; saggi di J.Laplanche e J.B. Pontalis). Altri riferimenti sono da S.Freud, Introduzione alla psicanalisi. Prima e seconda serie di lezioni, Bollati-Boringhieri, Torino 1969 (citata come IP), in particolare la parte seconda (Il sogno), pp.75-217.

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Già in stampa nell’ottobre del 1899, L’interpretazione dei sogni (d’ora in poi: IS) ebbe apposta la data del 1900 da parte dell’editore, quasi presago dell’importanza capitale che il libro avrebbe avuto su tutto il secolo nascente.

All’attenzione verso il sogno Freud fu avviato anche dai suoi pazienti, che all’attività onirica notturna facevano spesso riferimento quando Freud sostituì il metodo dell’ipnosi con quello delle libere associazioni: in tal modo Freud si convinse , seguendo la strada degli antichi, che il sogno non fosse un aspetto insignificante della vita psichica ma, al contrario, la via regia per pervenire alla logica dell’inconscio.

Dare pretesa di scientificità (come Freud vuole fare) ad un testo come IS è evidentemente

difficile: se è vero che la logica dell’inconscio e quella della coscienza sono in opposizione, […] esaminare il sogno e i suoi contenuti dal punto di vista della ragione e del soggetto cosciente è quindi pretesa quanto meno esorbitante o insufficiente[…] (Carlo Sini, Prefazione a IS, p.VI).

Dunque, la scienza inaugurata da Freud in questo scritto è scienza sui generis, a cui sfugge sempre un quid insondabile e collegato all’ignoto. Tanto più che i sogni analizzati sono in buona parte dello stesso Freud: l’IS sarebbe, da questo punto di vista, una forma di autoanalisi.

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Premessa: dall’ipnosi al metodo delle libere associazioni. Studi sull’isteria (1895)

Negli ultimi decenni dell’ottocento, quando Freud era ancora un giovane neurologo alle

prime esperienze cliniche, in Europa si stava diffondendo una patologia nervosa già nota agli antichi: l’isteria, la cui sintomatologia complessa (paralisi temporanee, afasia, contratture muscolari, cecità, ecc.) colpiva soprattutto le donne e si presentava come un’autentica sfida scientifica, dato che si sottraeva alle capacità di prognosi e terapia dei medici.

La medicina dell’epoca, di impostazione positivista, considerava ogni malattia, dunque

anche l’isteria, causata da una lesione organica. Freud, assistente medico a Vienna, passò nel 1885 un periodo di studio a Parigi presso lo specialista dell’isteria più famoso d’Europa, Jean Martin Charcot. Costui utilizzava uno strumento medico decisamente desueto, l’ipnosi, per indurre nelle pazienti isteriche uno stato di rilassamento durante il quale, su ordine dello stesso Charcot, esse si liberavano del sintomo isterico, che riappariva al termine dello stato ipnotico. Questo fenomeno toglieva, evidentemente, ogni legittimità alla spiegazione organicista dell’isteria, così come avveniva a Vienna. Dall’esperienza parigina Freud trae tre insegnamenti cruciali:

1) l’assenza di base organica nei fenomeni isterici; 2) le pazienti si ammalano in seguito a traumi, spaventi e simili; 3) attraverso la parola e il gesto del medico è possibile fare regredire temporaneamente i

sintomi.

Tornato a Vienna, Freud apre uno studio privato per la cura delle malattie nervose: la sua clientela è decisamente diversa da quella di Charcot, che esercitava la professione in una istituzione pubblica: le pazienti di Freud sono signore che appartengono alla media e alta borghesia viennese, donne protette da un sistema familiare che chiude la donna all’interno delle mura domestiche e considera spesso la malattia mentale come una vergogna da tenere nascosta agli occhi del mondo. La sintomatologia è però nella maggior parte dei casi sempre la stessa: isteria.

Nel 1895 Freud pubblica dopo dieci anni di attività, insieme al vecchio collega Josef Breuer,

gli Studi sull’isteria, il cui caso più famoso è quello di Anna O (nome fittizio, in realtà si tratta di Bertha Pappenheim).

La giovane paziente isterica viene sottoposta a cura ipnotica, durante la quale è particolarmente attiva nel raccontare tutto ciò che nella sua mente potrebbe collegarsi ai sintomi:

Si era notato che nei suoi stati di assenza, di alterazione confusionale della psiche, l'ammalata soleva mormorare fra sé alcune parole, le quali davano l'impressione di provenire da un contesto che occupasse il suo pensiero. Fattesi dire queste parole, il medico traspose la paziente in una sorta di ipnosi, ripetendole ogni volta le stesse parole per indurla ad allacciarvi qualcosa. L'ammalata ben presto aderì e riprodusse così dinanzi al medico le creazioni psichiche che la dominavano durante le assenze e si rivelavano in quelle parole espresse a una a una. Dopo aver raccontato un buon numero di tali fantasie, ella era come liberata e riportata alla vita psichica normale. Lo stato di benessere, che durava parecchie ore, cedeva poi il giorno dopo a una nuova assenza, che veniva eliminata nello stesso modo mediante l'espressione delle fantasie di recente formazione. (S.Freud, Cinque conferenze)

Durante l’ipnosi Anna si libera, si scarica dagli stati emozionali sgradevoli che sono alla

base dei sintomi, facendo scomparire o attenuare questi ultimi. Anna stessa darà il nome di talking cure a questa procedura, poiché la cura avviene attraverso le sue stesse parole (utilizzerà anche l’espressione chimney-sweeping, lett. spazzare, scopare il camino, con un chiaro riferimento sessuale); Freud e Breuer preferiscono usare l’espressione metodo catartico, riferendosi alle tensioni emotive liberate durante l’ipnosi.

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La cura dell’isteria coincide, quindi, con un viaggio a ritroso che dal sintomo risale agli eventi traumatici che l’hanno causato: si tratta di eventi legati alla vita familiare di pazienti borghesi, incomprensioni, lutti invidie, traumi privati. Questi traumi originari sono stati allontanati dalla coscienza, attraverso il meccanismo della rimozione, nell’inconscio: Era realmente così; quasi tutti i sintomi erano sorti come residui, come ripercussioni di esperienze cariche di affetto, che perciò più tardi abbiamo chiamato «traumi psichici», e la loro singolarità trovava spiegazione nel rapporto con la scena traumatica di origine. Essi erano determinati dalle scene di cui rappresentavano i residui mnestici[…] Ci si vedeva spinti a supporre che la malattia fosse insorta per il fatto che agli affetti sviluppati nelle situazioni patogene era sbarrata una via d'uscita normale e che questi affetti «strozzati» in parte continuavano a sussistere come oneri permanenti dalla vita psichica e fonti di continua eccitazione per la stessa, in parte subivano una trasmutazione inibizioni somatiche inconsuete, che si presentavano come i sintomi somatici del caso. Per quest'ultimo processo abbiamo coniato il termine di «conversione isterica». (S.Freud, Cinque conferenze) Il sintomo testimonia quindi che c’è qualcosa che il soggetto a livello cosciente NON conosce ma che spinge dall’inconscio per potere essere espresso. Alla luce di ciò Freud abbandona la tecnica ipnotica e passa al metodo che è la regola fondamentale della psicanalisi: le libere associazioni. Il paziente viene invitato a rilassarsi e a fare fluire liberamente ricordi, fantasie, immagini: deve verbalizzare tutto ciò che gli passa per la mente anche se appare insignificante o imbarazzante. Il paziente tende a non riferire le fantasie sgradevoli o imbarazzanti: è la strategia psichica della resistenza, quel meccanismo inconsapevole per cui un contenuto mentale inaccettabile non viene fatto riemergere, poiché potrebbe mettere il soggetto in una situazione di disagio. Il compito del terapeuta sarà, allora, quello di cogliere il significato delle resistenze per potere rendere conscio ciò che, a seguito della rimozione, è divenuto inconscio ma crea la nevrosi. E’ a questo punto che Freud “incontra” il sogno: Fu durante questi studi che m’imbattei nell’interpretazione del sogno. I miei pazienti che erano impegnati a raccontarmi ogni loro idea incidentale o pensiero su un determinato argomento, mi raccontavano i loro sogni, e mi dimostrarono così che un sogno è inseribile nella catena psichica che deve essere ricostruita nella memoria, a partire da un’idea patologica. Non impiegai molto quindi per considerare il sogno stesso come un sintomo e per applicare e esso lo stesso metodo d’interpretazione che era stato elaborato per il sintomo. (S.Freud, IS, pp.137-138)

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CAP. 1 LA LETTERATURA SCIENTIFICA SUI PROBLEMI DEL SOGNO.

Una ricognizione, ricca di citazioni, della letteratura sul sogno tra ‘700 e ‘800, fino ai contemporanei di Freud. Fu scritto per ultimo. Gli otto sottocapitoli che lo costituiscono sono dedicati ciascuno ad un tema che verrà ripreso nei capitoli seguenti alla luce delle nuove ipotesi freudiane.

CAP. 2 IL METODO DELL’INTERPRETAZIONE DEL SOGNO.

L’ANALISI DI UN SOGNO CAMPIONE. La tradizione ha utilizzato due metodi di interpretare il sogno: 1) quella simbolica: il contenuto del sogno viene considerato come un insieme e si cerca di

sostituirlo con un altro contenuto comprensibile (es.: il sogno del Faraone spiegato da Giuseppe nella Bibbia, nel quale le sette vacche magre che divorano quelle grasse indicano sette anni di carestia.)

2) quella cifrata: ogni singola immagine, ogni segno del sogno può essere tradotto in un altro segno dal significato conosciuto in base ad una determinata “chiave”.

Sulla base della propria esperienza, Freud ritiene che non ci si debba soffermare sul sogno nel suo insieme ma sulle parti separate del contenuto: è più facile, anche per il paziente, individuare il “retropensiero” che c’è dietro ogni singolo frammento di sogno piuttosto che sul suo insieme (spesso confuso): il metodo freudiano è dunque simile a quello cifrato di cui si è detto. Il primo sogno analizzato in IS è dello stesso Freud, che fa di quest’opera una sorta di autoanalisi, visto che molti dei sogni analizzati sono i suoi: è il sogno dell’iniezione a Irma, riportato a p.145, preceduto da una premessa (pp.143-144) e analizzato alle pp.146-158. Ecco, in ordine, i frammenti analizzati:

1- Il salone, gli ospiti: quel giorno la moglie di Freud gli aveva anticipato che avrebbe invitato per il proprio compleanno qualche amico di famiglia, tra cui la stessa Irma. Il sogno anticipa quell’occasione: è il compleanno della signora Freud;

2- Rimprovero Irma…: Freud ritiene di non essere responsabile dei dolori di Irma, perché a quei tempi riteneva ancora che il compito dell’analista terminasse con la comunicazione ai pazienti del senso nascosto dei sintomi; l’accettazione o meno della soluzione da parte del paziente non era ancora presa in considerazione da Freud;

3- Le lamentele di Irma…: sono i sintomi che lamentava Irma; 4- E’pallida e gonfia…: Freud sospetta che a Irma sia sostituita un’altra persona, visto che Irma

ha un colorito roseo; 5- Mi spavento…: è la fonte continua di preoccupazione per un analista, cioè il dubbio di avere

trascurato qualche problema organico; d’altra parte, se così fosse, non sarebbe compito di Freud guarire dolori di natura organica;

6- La porto vicino alla finestra…: Freud NON ha mai esaminato la bocca di Irma, ma gli viene in mente che in precedenza nella stessa posizione accanto alla finestra egli aveva visto un’amica di Irma che veniva visitata dal dottor M. che le diagnosticava una placca difterica alla bocca. Freud aveva sempre considerato questa amica di Irma un’isterica, e avrebbe voluto averla come paziente, vista la sua docilità e saggezza, ma le era sembrata, appunto, riluttante all’idea di una cura. Dunque, Freud ha sostituito Irma con una persona riluttante alla cura psicanalitica;

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7- Quello che vedo in gola…: la macchia ricorda l’amica di Irma e le croste nasali i problemi di salute che Freud stesso aveva avuto in seguito all’assunzione di cocaina;

8- Chiamo il dottor M…: una volta Freud aveva provocato una grave intossicazione ad una paziente e si era rivolto al dottor M., un medico molto influente nell’ambiente viennese; tra l’altro, la paziente aveva lo stesso nome della figlia di Freud, Mathilde: è un modo con cui Freud si rimprovera (inconsciamente) una certa mancanza di coscienziosità in quella occasione;

9- Il dottor M. era pallido…: altra sostituzione, presumibilmente con il fratello dello stesso Freud, con cui recentemente c’erano stati degli screzi: due persone si fondono in una;

10- Otto e Leopold…: sono tutti medici che erano stati assistenti di Freud anni prima, spesso in competizione tra loro; Leopold, in particolare, era estremamente ponderato e capace di giungere ad analisi cliniche particolarmente acute;

11- Una parte della pelle…: è il reumatismo di cui soffre Freud quando sta alzato fino a tardi; 12- Nonostante il vestito: il significato è oscuro; 13- Il dottor M…: 14- Non importa: è una consolazione rispetto al contenuto della prima parte del sogno, in cui

Freud ha il dubbio che i dolori di Irma siano una affezione organica; farsi consolare dal dottor M. è una rassicurazione sul fatto che tutto andrà a finire bene;

15- Dissenteria: che il dottor M. possa dire una cosa del genere è quanto mai improbabile, questa immagine ironizza sul collega - e su tutti i colleghi – di Freud che non considerano l’isteria al pari di altre patologie. Il motivo di questa vera e propria burla nei confronti di M. è che anche costui è contrario alla soluzione del caso di Irma;

16- L’amico Otto le aveva fatto un’iniezione: Otto aveva detto a Freud che durante la visita a Irma era stato chiamato all’albergo vicino per fare un’iniezione ad una persona che si era sentita male;

17- Con un preparato di…trimetilamina: la visione della formula in grassetto vuole attirare l’attenzione del sognatore su una conversazione che Freud aveva avuto sulla chimica dei processi sessuali. La sessualità è un fattore cui Freud attribuiva massima importanza nell’origine dei disturbi nervosi, e Irma era una vedova molto giovane: evidentemente, questo riferimento vuole essere una giustificazione per l’insuccesso della cura;

18- Iniezioni di questo tipo…: è un rimprovero di leggerezza rivolto a Otto che, lo si ricordi, nel pomeriggio precedente il sogno aveva comunicato a Freud lo stato di Irma;

19- E forse la siringa…: ulteriore rimprovero a Otto, che deriva però da una fonte diversa: il giorno prima Freud aveva incontrato il figlio di una signora cui Freud stesso faceva un’iniezione di morfina due volte al giorno, ma che attualmente si trovava in una località di vacanza. La signora soffriva di flebite, e Freud aveva pensato che la cosa potesse dipendere dall’uso di una siringa sporca, cosa che a Freud non era mai capitata in tanti anni.

Il senso del sogno è per Freud chiaro: le immagini asseriscono che il responsabile dei

dolori di Irma non è Freud ma Otto. Questi aveva infatti irritato Freud esponendogli le osservazioni sull’incompleta guarigione di Irma e Freud si era vendicato durante la notte, dando invece allo stesso Otto la colpa. Il sogno assolve Freud dalla responsabilità per le condizioni di Irma, presenta cioè uno stato di cose che Freud stesso desiderava: il contenuto del sogno è quindi un appagamento di desiderio.

Nei dettagli: a Otto viene attribuita frettolosità nelle cure mediche (l’iniezione), viene messo a confronto con il più attento collega Leopold; inoltre Irma viene sostituita dall’amica più docile e tranquilla; lo stesso dottor M. non sfugge alla vendetta di Freud per la sua opposizione alla cura e viene fatto passare per ignorante.

Le immagini del sogno reagiscono all’impressione sgradevole che Otto abbia rimproverato Freud nel pomeriggio precedente: dal sogno si evincono coscienziosità e preoccupazione per la salute altrui da parte di Freud.

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CAP. 3 IL SOGNO E’ UN APPAGAMENTO DI DESIDERIO.

(vedi anche IP, lez.14) Il breve capitolo che segue ribadisce quanto scoperto nel cap.1, che cioè il sogno è un fenomeno psichico non insignificante nonché il risultato di un’attività mentale estremamente complessa. Che il sogno sia un appagamento di desiderio è, secondo Freud, un carattere generale del sogno. La scelta che segue (pp.164-168) di alcuni sogni è più che sufficiente per dimostrarlo: sono sogni piuttosto frequenti, brevi, semplici, che non nascondono il loro contenuto autentico. In particolare, i sogni dei bambini non offrono materiale significativo per l’interpretazione, ma sono altresì estremamente importanti per dimostrare l’assunto freudiano. Seguono alcuni esempi forniti dagli stessi figli di Freud e dai figli di amici (pp.169-173); infine, il riferimento ad un proverbio popolare che riassume l’essenza della teoria freudiana: Che cosa sognano le oche? Il granoturco!

CAP. 4 LA DEFORMAZIONE DEL SOGNO.

Alla teoria che tutti i sogni siano appagamento di desiderio si può controbattere che

moltissimi sogni abbiano invece un contenuto penoso e angosciante. Per rispondere all’obiezione Freud afferma innanzitutto che ciò che interessa all’analista non

è il contenuto manifesto ma quello latente, il contenuto psichico oggetto del lavoro di interpretazione. Che il contenuto manifesto di molti sogni sia penoso se non addirittura angoscioso è un dato di fatto; ma, prima di dimostrare che anche tali sogni sono appagamenti di desiderio, Freud si pone altre domande: perché il sogno non esprime in modo aperto il suo senso? qual è l’origine di questa deformazione onirica? (sul contenuto manifesto e latente vedi anche IP, lez.7)

Il sogno risulta deformato rispetto al contenuto latente perché in questo vi è qualcosa

(un’immagine, un ricordo, un trauma…) cui la psiche del sognatore si oppone mettendo in atto una forma di censura che nasconde il profondo significato del sogno: e ciò per impedire un disagio al soggetto.

Possiamo ipotizzare, allora, che nel soggetto vi siano due forze psichiche (o due sistemi)

che strutturano l’attività onirica: 1) quella che forma il desiderio espresso nel sogno; 2) quella che esercita la censura su questo desiderio, il lavoro onirico (vedi oltre). (sulla

censura vedi IP, lez.9)

Allora, una volta chiarito il fenomeno della deformazione, si può ipotizzare che il contenuto di un sogno “penoso” sia il mascheramento censorio di un altro contenuto “desiderato”. Quindi, i sogni spiacevoli sono tali per la seconda istanza della psiche, mentre soddisfano un desiderio della prima. Vediamo un esempio tratto dall’analisi di una paziente (pp.190 sgg.): il sogno del salmone affumicato, nel quale il desiderio della paziente di dare una cena è frustrato. La delusione del contenuto manifesto è il mascheramento del desiderio di non fare ingrassare l’amica che in tal modo potrebbe piacere di più al marito; il salmone affumicato è il piatto preferito dell’amica. Segue, a conferma di quanto sopra, l’analisi del sogno dell’arresto per infanticidio (pp.201 sgg). […] è giustificato collegare il carattere angoscioso di questi sogni con il fenomeno della deformazione onirica, giungendo alla conclusione che questi sogni sono così deformati e l’appagamento di desiderio così mascherato fino a divenire irriconoscibile, perché vi è una forma di ripugnanza, e una volontà di rimozione per l’argomento del sogno o per il desiderio che da esso

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traiamo. La deformazione onirica diventa quindi davvero un atto di censura […] il sogno è l’appagamento (mascherato) di un desiderio (represso, rimosso). (IS, pp.206-207, passim)

E’ evidente che la modificazione esercitata dalla censura non è mai casuale ma mantiene un nesso associativo con il contenuto sostituito, in modo da indicare la direzione da prendere nell’interpretazione.

CAP. 5 IL MATERIALE DEL SOGNO

E LE FONTI DEL SOGNO. In questo capitolo Freud tralascia la questione dell’appagamento di desiderio per soffermarsi sulle relazioni tra il sogno e la vita vigile.

A) IL RECENTE E L’INDIFFERENTE NEL SOGNO.

Sulla base della propria esperienza Freud afferma che è possibile reperire in ogni sogno un collegamento con le esperienze del giorno precedente, cosa che permette di fornire all’interpretazione un ottimo punto di partenza. Questo non significa che dal contenuto del sogno siano esclusi fatti o avvenimenti più lontani nel tempo: il sogno sceglie il proprio materiale da ogni momento della vita, purché vi sia un filo di pensieri che lega le esperienze del giorno precedente il sogno a esperienze più remote. Ancora un sogno dello stesso Freud: il sogno della monografia botanica (pp.216 sgg): la mattina prima del sogno Freud aveva visto in una vetrina un libro sui ciclamini, una monografia. Il ciclamino è la pianta preferita dalla moglie di Freud; nell’analizzare il sogno Freud ricorda di avere in effetti scritto molto tempo prima una monografia sulla pianta della coca, esaltando le doti anestetizzanti della cocaina e raccomandandone l’uso medico (si deve ricordare che molte pazienti di Freud ebbero problemi a causa dell’uso della coca e uno addirittura ne morì. Freud stesso ne faceva uso, e la cosa gli veniva rimproverata dai suoi colleghi). La sera che precede il sogno Freud stesso ha una lunga conversazione con un collega sull’argomento; il campione secco del sogno è un riferimento ad un episodio dei tempi del liceo; la monografia davanti a Freud nel sogno richiama una lettera da lui ricevuta il giorno precedente il sogno in cui un amico gli scrive “vedo già il tuo libro (IS) davanti a me!!”; la tavola a colori richiama un episodio della fanciullezza di Freud e della sorella maggiore. Il contenuto onirico è in relazione con due esperienze del giorno precedente:

1) la prima è insignificante, secondaria: il libro nella vetrina (a Freud non interessa affatto la botanica);

2) la seconda è invece significativa: la conversazione sulla cocaina. Perché il contenuto onirico è relativo all’esperienza poco significativa e non all’altra, più

importante dal punto di vista della vita psichica del sognatore? Anche qui entra in gioco la deformazione onirica: la monografia sul ciclamino è un’allusione alla conversazione con il collega sulla cocaina, argomento estremamente inquietante per Freud. Dunque, si è verificato uno spostamento da un ricordo imbarazzante e inquietante ad uno insignificante: l’accesso alla coscienza è stato concesso ad una rappresentazione debole (la monografia botanica), poiché quella più intensa (la monografia sulla cocaina) sarebbe stata censurata. Che il sogno sia ancora una volta un appagamento di desiderio è evidente: Freud vuole che sia riconosciuta la bontà dell’uso della cocaina per scopi terapeutici.

Dall’analisi si evince anche che il lavoro onirico unifica in un unico sogno tutte le fonti che hanno funzionato da stimoli (vedi più oltre: il lavoro di condensazione e di spostamento)

Segue (pp.233-239) l’analisi di cinque brevi sogni.

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B) L’INFANTILE COME FONTE DEL SOGNO.

Dall’analisi di numerosi sogni, propri e altrui, Freud evince un’ulteriore caratteristica particolare del contenuto onirico, e cioè la presenza di impressioni che provengono dalla primissima infanzia e di cui la memoria vigile sembra non serbare ricordo. Ovviamente, solo le singole interpretazioni possono confermare l’oggettività ti tale affermazione: al termine di queste pagine (pp.239-275) Freud afferma: […] anche dai sogni per i quali in un primo momento l’interpretazione sembra completa […] si dipartono importanti serie di pensieri che risalgono fino alla più tenera infanzia […] Il sogno sembra spesso avere più di un significato: non solamente essi includono […] molteplici appagamenti di desiderio, gli uni accanto agli altri, ma un senso, un appaga,mento di desiderio può sovrapporsi a un altro, così da giungere infine all’appagamento di un desiderio della prima infanzia […] (IS, pp.274-275, passim)

C) LE FONTI SOMATICHE DEL SOGNO. Nella formazione del sogno intervengono tre differenti fonti somatiche di stimolo:

1) stimoli sensoriali esterni (oggettivi): una luce molto forte che penetra negli occhi, un rumore che udiamo, una sostanza odorosa che colpisce le mucose nasali, una sensazione di freddo che proviamo perché nel sonno ci scopriamo: è possibile verificare che a questi stimoli corrispondono precisi contenuti onirici (pp.49 sgg.);

2) eccitamenti sensoriali interni (soggettivi): non dipendenti, come i primi, da causalità

esterna; si tratta di vere e proprie allucinazioni ipnagogiche;

3) stimoli corporei interni (organici): durante il sonno la psiche giunge ad una conoscenza del corpo e dei suoi stati interni molto più approfondita rispetto alla veglia: eventuali stati patologici determinano contenuti onirici penosi o angosciosi. Esistono anche (cap.VI, pp.491 sgg i sogni da stimolo urinario, da stimolo intestinale, etc, ognuno con la loro simbologia. Vedi infra)

Tutti questi stimoli

[…] vengono utilizzat[i] per la formazione del sogno se si adattano all’unione con il contenuto rappresentativo delle fonti psichiche del sogno; in caso contrario, no. Vengono trattat[i] come materiale a poco prezzo, sempre disponibile, che viene usato quando ve ne è bisogno […] (IS, pp.296-297)

D) SOGNI TIPICI.

Sono quei sogni che presumibilmente derivano, per tutti gli uomini, dalle stesse fonti: sono, quindi, particolarmente utili per chiarire il discorso sulle fonti.

a) Il sogno di imbarazzo per la propria nudità.

Si tratta di quei sogni in cui vogliamo nascondere la nostra nudità, in cui proviamo un senso

di vergogna e di pena da cui cerchiamo di sfuggire senza riuscirci. Le persone di fronte a cui proviamo vergogna sono quasi sempre sconosciute, con fisionomie indeterminate.

Per Freud questi sogni si basano sul ricordo dell’infanzia, durante la quale non solo non avevamo vergogna della nostra nudità ma, anzi, la esibivamo, venendo per questo ripresi e repressi

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Introduzione e guida alla lettura: S.Freud, L’interpretazione dei sogni.

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nel desiderio di mostrarci nudi. I sogni di nudità sono sogni di esibizione nei confronti di quelle persone a cui era stato offerto il denudamento; ma essi esprimono anche, nella vergogna che proviamo, la rimozione operata dal sistema censorio della psiche. Ulisse davanti a Nausicaa rappresenta l’archetipo di questa situazione onirica.

b) I sogni della morte di persone care. Anche questi sogni vanno ricondotti alla vita psichica infantile, poiché Freud insiste

nell’affermare che sognare la morte di una persona cara (padre, madre, fratello, sorella) significa avere desiderato che ciò avvenisse, se non nel momento in cui si sogna sicuramente nel tempo dell’infanzia.

Infatti, è noto l’atteggiamento dei fratellini più grandi nei confronti dei più piccoli, in particolare al momento della nascita di questi ultimi: gelosia, aggressività, tentativi di fare del male al nuovo arrivato. L’esistenza di impulsi ostili dei bambini verso i loro fratelli è alla base di questi sogni. Inoltre, la morte non ha per il bambino la stessa carica di negatività e di orrore che ha per gli adulti: essere morto significa semplicemente essere via, non disturbare più chi resta. Possiamo dire che per un bambino la morte di una persona cara è semplicemente il desiderio dell’assenza di questa persona.

Il sogno di morte del genitore si riferisce, invece, nella maggior parte dei casi al genitore

dello stesso sesso del sognatore. Nei rapporti reali tra genitori e figli le occasioni di ostilità non mancano, e sono ricondotte da Freud alla mitologia e alle leggende occidentali, come quella di Crono che evira il padre Urano, Crono che divora i suoi figli, Zeus che prende il posto di Crono, etc. In generale, quanto più autoritaria era la famiglia antica, tanto più è presumibile che i figli considerassero la morte dei padri con impazienza, come l’occasione di subentrare nella posizione di dominatore. Nella famiglia borghese (Freud si riferisce all’800) il padre tende a negare ai figli l’indipendenza e i mezzi per ottenerla, cosicché la morte del padre è il raggiungimento della libertà dei figli. Nel caso del rapporto tra madre e figlia, il conflitto nasce quando la figlia cresce e desidera la propria libertà sessuale, negata dalla madre.

Le prime pulsioni affettive e sessuali sono rivolte dal bambino al genitore del sesso opposto: di conseguenza la madre per la bambina, il padre per il bambino sono considerati dei rivali pericolosi. Dunque, il desiderio di non avere rivali nell’amore del genitore di sesso opposto giunge a desiderare che il padre o la madre muoiano, giacché il bambino e la bambina hanno appreso per esperienza che chi muore non torna più.

Freud non ha dubbi: […] i genitori hanno la parte più importante nella vita psichica infantile di tutti i bambini che successivamente diverranno psiconevrotici: l’amore per un genitore, l’odio per l’altro, fanno parte di quel gruppo di inalienabili moti psichici che si forma in quel periodo e che è tanto importante per la sintomatologia della futura nevrosi. (IS, p.324) La conferma di ciò viene, secondo Freud, dalla storia di Edipo re così come raccontata da Sofocle, il cui valore forte e universale sta, evidentemente, in un materiale onirico primordiale tratto dalla psicologia infantile. Sofocle richiama la nostra attenzione sul fatto che il nostro primo impulso sessuale è rivolto verso la madre e il nostro primo odio e desiderio di violenza verso il padre: la tragedia di Sofocle ci spinge a riconoscere nel nostro intimo impulsi e desideri ancora presenti, per quanto rimossi. Come Edipo, dice Freud, noi viviamo nell’ignoranza di tali impulsi che ripugnano la morale ma sono stati imposti dalla Natura: l’accecamento di Edipo è il nostro distogliere gli occhi dalle scene della prima infanzia.

Allo stesso modo, l’Amleto di Shakespeare mette in scena l’indecisione del principe che, in fondo, riconosce di non essere migliore dello zio che gli ha ucciso il padre e lo ha sostituito come

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Re e come marito. L’usurpatore non fa altro che mostrare ad Amleto la realizzazione dei desideri rimossi di quest’ultimo. La stessa tragedia fu scritta da Shakespeare subito dopo la morte del padre…

In tutti questi sogni si verifica la condizione, inconsueta, per cui il desiderio rimosso passa

senza deformazione nel sogno: ciò è dovuto, ipotizza Freud, al fatto che a tali mostruosità (uccidere il fratello, il padre, giacere con la madre, etc.) la censura onirica non è preparata e viene colta, per così dire, di sorpresa. Freud fa notare che lo stesso Solone non aveva previsto, nel suo codice penale, la punizione per il parricidio.

c) Il sogno d’esame. La perseveranza con cui spesso siamo angosciati dal sogno di non superare l’esame di maturità o all’università, nel quale obiettiamo inutilmente di essere ormai da anni insegnanti o professionisti, è dovuta al fatto che siamo in ansia per qualche atto di responsabilità che ci aspetta all’indomani o nei giorni successivi al sogno e per la possibilità di fare brutta figura. Il sogno è la consolazione che ci viene offerta e che suona così: non avere paura per ciò che ti aspetta, anche prima dell’esame avevi paura ma non ti è successo nulla, anzi sei già dottore, ecc. Freud trova numerose conferme a quest’ipotesi, soprattutto perché il sogno d’esame si verifica quasi sempre il giorno prima di un impegno importante. Si conferma così anche che il sogno è il desiderio di non fallire.

CAP. 6 IL LAVORO ONIRICO.

(vedi anche IP, lez.11) Se fin qui Freud ha indagato sul contenuto manifesto del sogno per risalire a quello latente, ora vuole ricostruire, al contrario, i processi mediante i quali dal contenuto latente scaturisce quello manifesto. Pensieri onirici e contenuto onirico manifesto si presentano a noi come due versioni dello stesso contenuto in due lingue diverse, o meglio il contenuto manifesto ci appare come una traduzione dei pensieri del sogno in un altro sistema di espressione, di cui è necessario scoprire i caratteri e le regole sintattiche, confrontando l’originale e la traduzione[…] Il contenuto del sogno è espresso per così dire in una specie di scrittura geroglifica, i cui segni devono essere tradotti uno a uno nella lingua dei pensieri del sogno. (IS, pp.343-344, passim)

A) IL LAVORO DI CONDENSAZIONE.

Il sogno risulta essere sempre molto scarno ed essenziale rispetto all’estensione e abbondanza dei retro pensieri: trascrivere un sogno richiede mezza pagina; la sua interpretazione ne richiede dieci volte tanto. Dunque, ogni singolo elemento del sogno produce numerosi elementi interpretativi. E’ questo il lavoro di compressione o, come dice Freud, di condensazione: solo pochi elementi dei pensieri del sogno entrano nel suo contenuto. E’ come se l’inconscio operasse una selezione di tali pensieri. Ritornando al sogno di Irma:

- Irma rappresenta non solo se stessa, ma anche la signora che Freud avrebbe voluto come paziente al posto di Irma stessa;

- La placca difterica di Irma ricorda la figlia di Freud e una paziente morta in seguito a intossicazione;

- La riluttanza di Irma ad aprire la bocca allude ad un’altra paziente che Freud aveva precedentemente visitato.

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Irma diventa nel sogno persona collettiva, mista, riunisce i tratti di più persone in un’unica immagine onirica.

Del lavoro di condensazione Freud parla anche in IP (pp.155-157), ove ribadisce che elementi latenti che hanno qualcosa in comune vengono combinati, fusi in unità nel sogno manifesto. (IP, p.156)

B) IL LAVORO DI SPOSTAMENTO.

Abbiamo visto (sogno della monografia botanica) che nel contenuto manifesto non viene

necessariamente rappresentato il pensiero psichico centrale; anzi, molto spesso la deformazione onirica fa in modo da centrare diversamente il sogno, imperniandolo su altri elementi rispetto al pensiero principale. Nel sogno citato, l’elemento botanico è insignificante rispetto al vero nucleo del sogno, le preoccupazioni professionali di Freud riguardo l’uso della cocaina. La censura onirica, in sostanza, depriva della loro intensità gli elementi psichici significativi e, viceversa, sovra determina quelli di minor valore: Se questo è esatto, nella formazione del sogno avviene un transfert e uno spostamento delle intensità psichiche dei singoli elementi, e di conseguenza si produce una differenziazione di testo tra contenuto e pensieri del sogno […] Spostamento e condensazione del sogno sono i due fattori alla cui attività si può essenzialmente attribuire la configurazione del sogno. (IS, p.375, passim) Questa difesa “endopsichica” deforma il desiderio onirico così come esiste nell’inconscio. In IP (pp.157-158) Freud parla dello spostamento onirico come di allusione (al contenuto latente).

C) I MEZZI DI RAPPRESENTAZIONE DEL SOGNO.

Come è chiaro, la deformazione onirica distrugge o quantomeno scombina la concatenazione logica dei pensieri alla base del sogno: il compito dell’interpretazione è quello di ricreare tale concatenazione. Quali sono i mezzi con cui il lavoro onirico rappresenta tali concatenazioni?

Qui è come retrocedere dalla scrittura alfabetica a quella ideografica (IP, p.158): come è possibile rappresentare pensieri e concetti astratti in immagini?

1. il sogno riproduce una connessione logica o temporale come simultaneità; 2. le relazioni causali sono rappresentate usando la causa come parte introduttiva di un

sogno in cui l’effetto è la parte principale: la causalità viene rappresentata da una semplice successione;

3. particolarmente favorite dal sogno sono le categorie di somiglianza, concordanza, comunanza, la cui rappresentazione è facilitata dal lavoro di condensazione, che sovrappone persone e/o cose unificandole: invece di sognare A e B che mi sono entrambi ostili, sogno una sola persona che accomuna A e B oppure sogno A che fa un’azione attribuibile a B; inoltre il sogno è sempre egoistico, riguarda la persona che sogna. Anche se nel sogno non compare il mio Io, esso è celato dietro la persona estranea protagonista del sogno stesso;

4. la possibilità di creare formazioni miste dà spesso al sogno l’impronta fantastica che lo caratterizza, poiché tale capacità introduce nel sogno elementi che non potrebbero essere acquisiti tramite percezione ordinaria. Alcune di queste formazioni miste sono riportate alle pp.399-400;

5. le contrapposizioni vengono trattate nel sogno alla stregua delle concordanze: i sogni non hanno alcuna possibilità di esprimere il “no”, l’opposizione. L’opposizione viene rappresentata tramite un’inversione, una trasformazione di qualcosa nel suo contrario: l’appagamento del desiderio è qui evidente, “Se solo fosse successo il contrario!” è il modo con cui reagiamo ad un ricordo spiacevole, ad un nostro atto mancato.

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L’inversione è lo strumento preferito dalla censura onirica, poiché produce un enorme grado di deformazione. Tipici sono quei sogni in cui siamo impossibilitati a fare qualcosa, in cui il movimento ci è inibito, in cui siamo impediti a compiere un’azione e questa impotenza genera angoscia; il non-riuscire del sogno è un mezzo di espressione della contraddizione, di un conflitto di volontà. La paralisi motoria del sogno rappresenta un volere cui si oppone una resistenza;

6. i sogni della stessa notte appartengono allo stesso insieme di significato, possono essere considerati un’unica informazione che proviene dai pensieri latenti: Freud porta come esempio il sogno del Faraone interpretato da Giuseppe, sogno costituito da più sogni nella stessa notte.

D) LA CONSIDERAZIONE DELLA PRESENTABILITA’.

In questa parte Freud si pone il problema dell’espressione linguistica all’interno del sogno, facendo notare che il lavoro onirico consiste anche nel dare un’espressione più plastica, concreta e colorita ad un pensiero latente astratto o ad un’espressione incolore. In altri termini, pensieri inutilizzabili finché espressi in forma astratta, vengono trasformati in linguaggio figurato. Il campo dei giochi di parole è interamente a disposizione del lavoro onirico. Esempio: il sogno del lanciare insulti (pp.494-495) La presentabilità in immagini visive è quindi un altro fattore determinante per l’interpretazione del sogno, il cui simbolismo, soprattutto di natura sessuale, è ricchissimo. (sul simbolismo vedi IP, lez.10)

E) LA RAPPRESENTAZIONE MEDIANTE SIMBOLI NEI SOGNI. ALTRI SOGNI TIPICI.

La rappresentazione per simboli fa parte, evidentemente, della rappresentazione indiretta di cui si serve il lavoro onirico. L’abbondante uso di simbolismo per rappresentare soprattutto materiale sessuale, [appartiene] alla rappresentazione inconscia, in particolare del popolo, e, più compiuto che nel sogno, lo si trova nel folklore, nei miti popolari, nelle leggende, nelle locuzioni, nella sapienza dei proverbi e nelle battute popolari correnti. (IS, p.429) La rappresentazione simbolica è, insomma, radicata nel nostro inconscio; una relazione simbolica è il residuo e l’indizio di una precedente, antica identità; i simboli sono per lo più antichi come le lingue, e solo alcuni si formano ex novo giorno per giorno. Freud è consapevole che proprio l’interpretazione dei simboli rende particolarmente difficile il lavoro dell’analista, lo espone continuamente al rischio dell’arbitrio interpretativo, al quale, continua Freud, bisogna opporre prudenza critica, studio dei sogni in relazione al contesto in cui essi sorgono (più o meno come per gli ideogrammi cinesi). Detto ciò, Freud elenca una serie di simboli e dei loro significati:

Re, regina, imperatore, etc Genitori Principe, principessa Il sognatore stesso

Oggetti allungati (rami, bastoni, tronchi, ombrelli chiusi o aperti) e appuntiti;

cravatta (nei sogni maschili); cappello da donna; macchinari e apparecchiature

complicate in generale; armi e utensili in genere; il serpente

Il membro maschile

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Astucci, scatole, casse, armadi, stufe, etc Il corpo femminile Stanze aperte e/o chiuse La donna in generale (IP, p.433, nota)

Chiavi e serrature Organi sessuali maschili e femminili Scale, scalinate, salire e scendere le scale L’atto sessuale

Pareti lisce su cui ci si arrampica o da cui si scende

Corpi umani in piedi (è l’arrampicarsi del bambino sui genitori)

Giocare o picchiare un bambino Masturbazione Calvizie, perdita dei denti, decapitazione Paura della castrazione, masturbazione (in

tedesco: sich einen ausrassen, strapparsene uno, forma grossolana che indica l’atto del

masturbarsi) Destra e sinistra Significato etico: destra è la giusta via, la

condotta retta; sinistra è il crimine, l’aberrazione, la perversione sessuale (a seconda del punto di vista morale di chi

sogna) Sorelle Il seno

Non raggiungere in tempo un mezzo di trasporto

Rimpianto

Bagagli Un carico di coscienza che ci opprime (o i genitali del sognatore)

Partire per un viaggio Morte Paesaggi o località in cui si è convinti di essere già stati, permanenza in acqua

Organo genitale della madre, vita intrauterina, nascita

Sul piano della pratica analitica, Freud ribadisce che il simbolismo non va sopravvalutato: pur non essendo possibile un’interpretazione senza il simbolismo, il lavoro del medico deve comunque dare priorità alle associazioni spontanee che vengono dal paziente e dai suoi commenti al sogno. La traduzione dei simboli ha una funzione solo ausiliaria. [Seguono, pp.440-470, i resoconti e le interpretazioni di 12 sogni] Al termine di questa disamina, Freud torna sull’argomento dei sogni tipici, distinguendoli in due grandi gruppi:

1) quelli che hanno sempre lo stesso significato: non riuscire a prendere un treno (cioè: desiderio di non morire), sogni di stimolo dentario, etc;

2) quelli che, pur con contenuto identico, vanno interpretati in modo differente: voli, fluttuazioni nell’aria, cadute, nuotare. Si tratta di sogni che riproducono il divertimento e le impressioni infantili relativamente ai giochi di movimento: i sogni del volare, della vertigine, del cadere rievocano le sensazioni di piacere dell’infanzia, ora tradotte in angoscia.

Freud insiste sulla componente prevalentemente sessuale del sogno: […] la maggior parte dei sogni di adulti tratta materiale sessuale e dà espressione a desideri erotici. […] Nessun’altra pulsione è stata soggetta fin dall’infanzia a tanta repressione come quella sessuale nelle sue numerose componenti, nessun’altra lascia così tanti e così forti desideri inconsci, in grado ora, durante il sonno, di provocare dei sogni. Nell’interpretazione dei sogni non bisogna mai dimenticare l’importanza dei complessi sessuali […] (IS, p.484) Anche sogni apparentemente innocenti o insignificanti nascondono desideri erotici: esempio del sogno della casa tra i due palazzi, p.485 sgg.

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F) ESEMPI. CALCOLI E DISCORSI IN SOGNO.

Gli esempi dei calcoli e dei numeri in sogno sono, secondo Freud, esempi molto istruttivi di come il lavoro onirico si destreggia con il suo materiale: esempio del sogno del numero 365 (pp.503-504), in cui è anche evidente il desiderio appagato dal sogno. Il lavoro onirico non produce né calcoli né discorsi nuovi, perché il sogno si limita a raccogliere dai pensieri coscienti del sognatore dei frammenti prodotti o uditi e li tratta nel modo più arbitrario, ricavandone un “testo” completamente nuovo. Tutto ciò spiega anche i

G) SOGNI ASSURDI. LE PRESTAZIONI INTELLETTUALI NEL SOGNO.

L’assurdità dei sogni è soltanto apparente, e scompare non appena l’interpretazione svolge il proprio compito: l’assurdità delle immagini oniriche è dovuta al fatto che nel pensiero latente vi è un pensiero critico, un giudizio del tipo “è assurdo”, quando critica, ironia, contrarietà circa qualcosa o qualcuno influiscono su una serie di pensieri inconsci del sognatore. Ancora una volta, il lavoro onirico trasforma un brano del contenuto latente in una forma manifesta: Il lavoro onirico mette dunque in parodia il pensiero considerato come ridicolo, creando qualche cosa di ridicolo che è in relazione a esso. (IS, p.527, n.122) Non a caso molti dei sogni assurdi hanno a che fare con padre e madre, quando per motivi diversi l’autorità che essi rappresentano viene criticata dal sognatore o è oggetto di polemica a livello conscio. In generale, tutto ciò che si ritrova nel sogno come apparente attività della funzione di giudizio, non deve essere per nulla considerato come il risultato di una qualche attività di pensiero del lavoro onirico, ma come una parte del materiale dei pensieri del sogno, da cui giunge, come struttura già pronta, nel contenuto onirico manifesto. (IS, p.540) Dunque: qualsiasi sensazione proviamo al risveglio dopo il sogno, essa appartiene al contenuto latente, e va considerata nell’interpretazione del sogno stesso.

H) GLI AFFETTI NEL SOGNO. Gli affetti , continua Freud, rimangono inalterati anche nella deformazione onirica, sono la componente resistente della vita psichica: per cui non ci dobbiamo meravigliare se nel sogni ci troviamo in una situazione orribile ma non proviamo paura o se, viceversa, situazioni innocue o puerili determinano ansia o paura nel sogno. Esempio del sogno dei tre leoni (pp.560-561) La cosa che colpisce Freud nella sua esperienza terapeutica è il fatto che molti sogni presentano una notevole riduzione della tonalità affettiva rispetto al pensiero latente, quasi come se il lavoro onirico reprimesse gli affetti: attraverso l’interpretazione si scopre che i moti psichici lottano tra loro per emergere nel sogno, mentre nel sogno stesso tali emozioni si presentano sbiadite e ridotte all’indifferenza, come la pace che scende su un campo di battaglia sparso di cadaveri. Il sogno è, insomma, generalmente più povero di affetti del materiale psichico da cui proviene: […] non sarà completamente sbagliato ritenere che questa repressione degli affetti sia una conseguenza dell’inibizione esercitata […] dalla censura nei confronti delle tendenze ch’essa reprime. L’inibizione di affetto dovrebbe dunque essere considerata come il secondo risultato della censura onirica, allo stesso modo in cui la deformazione ne è il primo. (IS, p.568)

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L’indifferenza sentimentale del sogno verrebbe così spiegata con le caratteristiche del lavoro onirico, che, come si è visto, può anche tramutare un pensiero conscio nel suo opposto: Come qualsiasi altro tipo di spostamento, [la rappresentazione di una cosa col suo contrario] serve agli scopi della censura ma è anche spesso il prodotto dell’appagamento di desiderio, dal momento che quest’ultimo non è nient’altro che la sostituzione di una cosa sgradita con il suo contrario. […] la stessa cosa può succedere per gli affetti collegati ai pensieri del sogno e sembra probabile che questa inversione d’affetto sia generalmente prodotta dalla censura onirica. Repressione e inversione degli affetti […] hanno principalmente lo scopo di dissimulare. (IS, pp.571-572) Il sogno della barba dello zio (pp.179 sgg), utilizzato da Freud come esempio per la deformazione onirica (vedi p.179 e sgg.).

I) L’ELABORAZIONE SECONDARIA. Dopo la condensazione, lo spostamento, la rappresentabilità in immagini (o simbolizzazione), Freud analizza il quarto dei fattori del lavoro onirico, l’elaborazione secondaria, quel processo di rimaneggiamento del sogno per cui si tende ad eliminare le apparenti assurdità, contraddizioni, incoerenze, per presentarlo in una forma il più possibile logica, coerente e comprensibile, eventualmente mediante aggiunte, trasposizioni, interpolazioni. Costituisce una seconda fase del lavoro onirico in quanto opera su prodotti già elaborati dagli altri meccanismi più sopra menzionati (che insieme formano l’elaborazione primaria): tuttavia Freud ritiene che l’elaborazione secondaria incominci ad agire già mentre si sta sognando, e che intensifichi la sua azione quando ci si avvicina allo stato di veglia, soprattutto quando si racconta il sogno. Per mezzo di questa funzione il sogno perde l’apparenza di assurdità e di incoerenza e si avvicina al modello di un’esperienza del tutto possibile e comprensibile: Vi sono sogni che […] possono apparire perfettamente logici e corretti: partono da una situazione possibile, la svolgono grazie a mutamenti senza contraddizione e arrivano […] a una conclusione che non desta meraviglia. Questi sogni hanno subito la più forte elaborazione da parte di questa funzione psichica, che è simile al pensiero vigile: sembra che abbiano un senso, ma questo senso è anche quello più lontano possibile dal vero significato del sogno. (IS, p.595) Questa elaborazione “tendenziosa” è come se cercasse di mettere in forma qualcosa di simile ad un sogno ad occhi aperti, in cui vi è sempre un minimo di coerenza. L’analista non deve però lasciarsi ingannare da questa istanza psichica che pretende di rendere comprensibile il contenuto onirico: Ai fini della nostra interpretazione, dobbiamo quindi attenerci alla regola di lasciar perdere sempre l’apparente coerenza del sogno, dal momento che essa è di origine sospetta, e di procedere, sia per quanto riguarda gli elementi chiari, sia per quelli confusi, alla ricerca del materiale onirico. (IS, p.607) In conclusione del lungo capitolo dedicato al lavoro onirico, Freud ribadisce alcuni elementi portanti della sua teoria:

� Il lavoro onirico si allontana dal modello della vita vigile: non è paragonabile a questo, non pensa, non calcola, non giudica;

� Il lavoro onirico si limita a trasformare i pensieri inconsci nel contenuto manifesto del sogno;

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� La creazione del lavoro onirico, il sogno, deve prima di tutto eludere la censura: da cui le prime tre funzioni di cui si è parlato, da Freud definite anche (in IP) “arcaiche”.

CAP. 7

PSICOLOGIA DEI PROCESSI ONIRICI. Dopo avere indagato sul significato segreto dei sogni, sui modi possibili per ritrovarlo e sui mezzi che il lavoro onirico ha impiegato per nasconderlo, Freud vuole a questo punto indagare sulla psicologia del sogno, sui processi psichici che ne sono alla base. Egli avverte il lettore che i sentieri affrontati d’ora in poi porteranno all’oscurità, nel senso che se spiegare significa ricondurre qualcosa a ciò che è già noto, riguardo al sogno non vi è alcuna conoscenza psicologica cui fare riferimento per i sogni. Pertanto, le conclusioni cui giunge questo capitolo conclusivo del testo di Freud hanno valore di ipotesi che resteranno in sospeso in attesa di essere suffragate da altre ricerche.

A) L’OBLIO DEI SOGNI. Il dubbio sulla esatta riproduzione di un sogno o di una parte di esso non è che un derivato della censura onirica, della resistenza che impedisce ai pensieri del sogno di penetrare nella coscienza. (IS, p.623) L’incapacità di ricordare al risveglio il sogno, o i nostri dubbi su alcuni particolari di esso, che cambiamo quando ritorniamo sullo stesso sogno a distanza di tempo, sono sintomi della natura tendenziosa dell’oblio del sogno, posta al servizio della resistenza. Durante la notte la resistenza si indebolisce (insieme alla censura endopsichica), ma non viene completamente eliminata: così il sogno si può formare, ed è comprensibile che al risveglio la resistenza ritrovi tutta la sua energia, eliminando ciò che ha dovuto sopportare finché era debole.

B) LA REGRESSIONE. L’ipotesi avanzata da Freud in questo paragrafo è che l’apparato psichico sia una struttura complessa costituita da più componenti o “istanze” o “sistemi”. Freud lo paragona ad un apparecchio ottico composito (microscopio, macchina fotografica) le cui diverse componenti collaborano nella produzione di un’immagine finale che è preceduta dalla formazione di una serie di “stadi preliminari”. Allo stesso modo in cui la luce attraversa queste diverse parti componenti sino a produrre l’immagine che viene percepita, così Freud ipotizza che il processo psichico percorra i diversi sistemi seguendo una precisa successione temporale il cui esito sono la coscienza e l’azione. I sistemi, componenti dell’apparato psichico, individuati da Freud sono cinque: 1) un sistema afferente che è il sistema percettivo, 2) il sistema mnestico, 3) il sistema Inconscio, 4) il sistema Preconscio 5) il sistema efferente che è la Coscienza. Schematizzando come fa Freud (IS, p.654) in fig.1:

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Legenda: P = Sistema percettivo (estremità percettiva) Tmn = traccia mnestica, Memoria; associazione Inc = Inconscio Prec = Preconscio M = Coscienza e Motilità (estremità motoria) L’ipotesi di Freud è che il processo psichico, in analogia con quanto si verifica nello strumento ottico composito, attraversi nella direzione indicata dalla freccia in basso i diversi sistemi, subisca in ognuno di essi una particolare elaborazione e si concluda con la produzione di un contenuto che ha la qualità della coscienza (che, eventualmente, si tramuta in azione). Freud accenna solo di sfuggita al primo sistema, quello percettivo, per dire che esso può ricevere gli stimoli, interni ed esterni, ma non può serbarne le tracce mnestiche pena la sua rapida saturazione. Tale registrazione ha luogo invece nel sistema successivo, quello mnestico appunto, la memoria, che Freud suddivide in un imprecisato numero di sottosistemi. Il sistema mnestico infatti non ha solo il compito di registrare il dato percettivo ma anche quello di stabilire i nessi associativi fra le percezioni stesse. E’ necessario quindi ipotizzare l’esistenza di più sottosistemi mnestici dato che i processi associativi si differenziano molto fra di loro per livelli diversi di complessità. Di particolare significato sono le ipotesi che Freud qui fa a proposito dei ricordi infantili , siano essi ricordi di esperienze reali o di fantasie, e cioè: 1) che essi sono depositati nei sistemi mnestici in forma pressoché esclusivamente sensoriale (prevalentemente visiva); 2) che essi in età adulta non possono raggiungere la coscienza o che è comunque assai raro che tale circostanza si possa verificare; 3) che è necessario ipotizzare la loro presenza e persistenza per spiegare tanto il contenuto quanto le caratteristiche formali dei sogni. Abbiamo visto che sarebbe stato impossibile spiegare la formazione del sogno senza avanzare deliberatamente l’ipotesi di due istanze psichiche, delle quali una sottopone alla sua critica l’attività dell’altra, critica che ha per conseguenza l’esclusione all’accesso alla coscienza. (IS, p.653) Queste due istanze sono, rispettivamente, il Preconscio (istanza critica) e l’Inconscio (istanza che subisce la critica).

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L’ipotesi di Freud relativa al funzionamento del terzo sistema, l’Inconscio, è che questo utilizzi proprio il deposito di immagini mnestiche infantili per costruire il desiderio onirico che costituisce il punto di partenza per la formazione del sogno. La forza propulsiva del sogno è fornita dall’inconscio, e questo impulso tenderà, come tutte le altre creazioni del pensiero, a prolungarsi nel preconscio per divenire coscienza. Durante il giorno a questo impulso è vietato il transito verso la coscienza dalla censura di resistenza, che si trova tra l’inconscio e il preconscio. Arriviamo ora al quarto sistema, il Preconscio. L’ipotesi di Freud è che i contenuti di questo sistema siano in assoluta prevalenza pensieri espressi in parole, che esso quindi utilizzi il materiale dei sistemi mnestici più evoluti, quelli cioè in cui i contenuti di pensiero sono associati secondo le relazioni della logica: questo perché, secondo Freud, la verbalizzazione, la trasformazione dei contenuti di origine interna, presenti come immagini sensoriali, in immagini verbali condiziona in modo importante la possibilità del loro accesso alla Coscienza, il quinto sistema. Pertanto, l’inibizione che il quarto sistema, il Preconscio, esercita rispetto all’Inconscio fa sì che la “materia grezza” su cui si basa il pensare non abbia abitualmente accesso alla Coscienza. Ciò spiega il fatto che quando i sistemi funzionano regolarmente, come di norma accade nella veglia alla persona normale, non è possibile che si produca nella Coscienza un fenomeno come il sogno, nel quale invece la struttura dei pensieri […] viene disgregata nella sua materia prima. E’ giocoforza pensare quindi che, affinché si produca il sogno, qualcosa si debba modificare nell’azione inibitoria del sistema Preconscio o, detto in altri termini, che il sistema Preconscio nello stato di sonno sia indotto a rinunciare a qualcuna delle sue prerogative ed entri in uno stato di almeno parziale inattivazione. Dunque: […] lo stimolo prende una via retrograda. Invece che spostarsi verso l’estremità motoria dell’apparato, si propaga verso la sua estremità sensoriale e giunge alla fine al sistema percettivo. Se chiamiamo progrediente la direzione nella quale si propaga il processo psichico dall’inconscio durante la veglia, del sogno possiamo dire che ha un carattere regrediente. […] Chiamiamo regressione il fatto che nel sogno la rappresentazione si ritrasforma nell’immagine sensoriale da cui è nata un giorno. (IS, 655-656, passim) Oltre alla regressione topica di cui Freud ha parlato qui, egli ne identifica altre due, quella temporale (recupero di formazioni psichiche anteriori: ad es., quelle legate alla sessualità infantile) e quella formale (sostituzione di modi abituali di espressione con modi primitivi). Per concludere, è evidente come in questo paragrafo Freud colga l’occasione che gli viene fornita dalla necessità di spiegare il sogno come processo psichico per enunciare le sue prime ipotesi (prima topica) sulla struttura dell’apparato psichico e sul gioco delle forze che agiscono in esso.

C) SULL’APPAGAMENTO DI DESIDERIO.

Nel paragrafo Freud riprende il tema portante di tutta l’opera, cioè il rapporto tra sogno e desiderio. E’ possibile riassumere queste pagine come segue:

1) il desiderio rappresentato nel sogno è necessariamente un desiderio infantile: nell’adulto tale desiderio proviene dall’inconscio; nel bambino, in cui non esiste ancora una netta separazione tra inconscio e preconscio, è un desiderio della vita vigile non appagato e non ancora rimosso;

2) il desiderio è la forza propulsiva necessaria per l’apparizione di un sogno: Se ci è permesso ricorrere a un paragone potremmo dire che è possibile che un pensiero diurno giochi il ruolo dell’imprenditore, ma l’imprenditore che […] ha un’idea e vuole realizzarla, non può far nulla senza capitali, ha bisogno di un capitalista che sostenga le

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spese, e il capitalista che sostiene le spese psichiche per il sogno è sempre […] un desiderio proveniente dall’inconscio. (IS, p.677) 3) L’uomo è un essere desiderante, e l’attività necessaria alla soddisfazione di un desiderio è

ciò che possiamo chiamare lavoro psichico. Tale soddisfacimento avviene per via indiretta secondo lo schema di fig.1 a p.17 (indiretta in quanto mediata dall’intervento del preconscio), per via diretta attraverso il sogno

4) La censura tra inconscio e preconscio è il guardiano della nostra salute mentale: quando durante la notte il preconscio diminuisce la sua attività, chiude anche la porta che conduce alla motilità, alla nostra possibilità di modificare il mondo esterno: i moti che giungono dall’inconscio possono agire liberamente, restano inoffensivi. Soltanto nel caso di diminuzione patologica della forza critica di censura o di patologico rafforzamento dei moti inconsci il preconscio viene abbattuto e le porte della motilità aperte: è questo lo stato che Freud definisce di psicosi.

5) Tutti i sintomi nevrotici devono essere considerati come appagamento di desiderio dell’inconscio: d’altra parte, Freud era giunto a intuire e comprendere l’importanza del sogno proprio a partire dalla cura di pazienti nevrotici invitati a verbalizzare esperienze, ricordi, etc.

D) IL RISVEGLIO PER MEZZO DEL SOGNO.

LA FUNZIONE DEL SOGNO. IL SOGNO D’ANGOSCIA.

L’inconscio è virtualmente immortale, indistruttib ile; i desideri inconsci sono sempre attivi: al primo richiamo essi possono ritornare, rivivere e a questo punto le vie possibili sono due: o l’eccitamento inconscio viene lasciato a se stesso e trova uno sbocco nella motilità, oppure si sottomette all’influenza del preconscio che ne neutralizza la carica per così dire disturbante e lo lascia passare nelle immagini oniriche: è esattamente questo ciò che avviene nel processo onirico. Il compito della psicoterapia, dice Freud, consiste nel portare soluzione e oblio ai processi inconsci, almeno a quelli che arrecano disturbo alla psiche del paziente: la psicoterapia non ha altra strada che non sia quella di sottomettere l’inconscio al dominio del preconscio. Cos’è l’angoscia? Da dove ha origine? Sappiamo che il desiderio appartiene all’inconscio, mentre il preconscio respinge o rielabora tale desiderio. Anche in una situazione di apparente equilibrio psichico, tale sottomissione non è mai completa: la nostra salute psichica dipende dal livello di tale repressione. Il sintomo nevrotico è il risultato di compromessi provvisori tra inconscio e preconscio che pongono fine temporaneamente al conflitto: ebbene, se il sintomo non riesce a farsi strada e a uscire in qualche modo, ne segue una crisi d’angoscia. Il sintomo si costituisce, dunque, per impedire l’esplosione d’angoscia: è una fortezza di frontiera di fronte all’angoscia.

E) IL PROCESSO PRIMARIO. E IL PROCESSO SECONDARIO.

LA RIMOZIONE. Nel ripetere e riassumere i risultati fin qui ottenuti, Freud parla di Inconscio e Preconscio come, rispettivamente, di sistema primario e sistema secondario: mentre l’attività del primo (processo primario) tende a produrre liberamente un deflusso di eccitamento, quella del secondo (processo secondario) provoca un’inibizione di tale deflusso; il primo sistema non può far altro che desiderare, il secondo non può fare altro che inibire lo sviluppo di dispiacere che può derivare dal tale desiderio. Il primo processo è arcaico, il secondo si sviluppa durante la vita:

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[…] è un fatto che i processi primari sono dati fin dall’inizio, mentre quelli secondari si formano poco a poco durante la vita. Essi inibiscono i processi primari e li ricoprono, raggiungendo il pieno dominio su di loro forse solamente con il raggiungimento della nostra maturità. Questa apparizione tardiva dei processi secondari fa sì che il nucleo del nostro essere, costituito dai moti di desiderio inconsci, resti inafferrabile […] (IS, p.725) Se tra i moti di desiderio inconsci ve ne sono alcuni che, appagati, provocherebbero dispiacere, ecco che tale affetto negativo viene trasformato dalla rimozione: solo così trasformati e deprivati del loro potenziale disturbante, tali pensieri inconsci vengono lasciati liberi di transitare dal preconscio verso la coscienza e la motilità. Sono soprattutto i moti di desiderio sessuali provenienti dall’infanzia quelli che vengono rimossi, cioè trasformati nella carica d’affetto; tali desideri sono però capaci di rinnovamento e quindi fungono da forze propulsive per la formazione di sintomi psiconevrotici (come, appunto, il sogno). Ciò su cui Freud insiste è il fatto che il sogno non è affatto un fenomeno patologico e non suppone né alcun perturbamento dell’equilibrio psichico né tantomeno un indebolimento delle capacità intellettuali; il meccanismo psichico della nevrosi non è legato a un’alterazione patologica, ma si trova già inscritto nella struttura del nostro apparato psichico: I due sistemi psichici, la censura che li separa, l’inibizione […] i rapporti di entrambi con la coscienza […] tutto ciò appartiene alla struttura normale del nostro apparato psichico, e il sogno è una delle vie che conducono alla conoscenza di questa struttura. […] il represso sussiste anche nell’uomo normale e rimane capace di prestazioni psichiche. Il sogno stesso è una manifestazione di questo materiale represso; […] Ciò che viene represso psichicamente, ciò che non ha potuto nella vita vigile trovare espressione […] ciò che è stato escluso dalla percezione interna, tutto ciò trova nella vita notturna […] i mezzi e le vie per imporsi alla coscienza. […] l’interpretazione del sogno è la via regia che porta alla conoscenza dell’inconscio nella vita psichica. (IS, p.730, passim)

F) L’INCONSCIO E LA COSCIENZA. LA REALTA’.

Il problema dell’inconscio nella psicologia è il problema: Freud insiste, nelle pagine conclusive dell’opera, sul fatto che comprendere esattamente il funzionamento dello psichico bisogna smettere di sopravvalutare la coscienza. La base generale della vita psichica è l’inconscio, che come […] il cerchio maggiore che ha dentro di sé, come un cerchio più piccolo, il conscio; non vi può essere alcun fatto conscio che non abbia un gradino preliminare nell’inconscio, mentre l’inconscio può rimanere fermo a questo gradino e tendere tuttavia ad avere un valore psichico, completo. L’inconscio è lo psichico propriamente reale […] (IS, p.735) Freud giunge a dire che esistono due tipi di inconscio, l’Inconscio vero e proprio, incapace di coscienza e il Preconscio, capace di giungere a coscienza dopo il controllo della censura e senza tenere conto dell’altro sistema: Abbiamo descritto le relazioni dei due sistemi tra di loro e con la coscienza dicendo che il sistema Prec sta come uno schermo tra il sistema Inc e la coscienza; il sistema Prec non solo impedisce l’accesso alla coscienza, ma governa anche l’acceso alla motilità volontaria […] (IS, pp.737-738) E’ significativo il fatto che alla coscienza Freud dedichi solo circa cinque pagine alla fine del testo: che cos’è la coscienza? Quale il ruolo di ciò che un tempo era onnipotente e faceva ombra

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a tutti gli altri fenomeni? Per Freud, la coscienza è semplicemente l’organo di senso delle qualità psichiche, una sorta di post- preconscio che riceve, dirige e distribuisce per i fini della vita vigile tanto il materiale percettivo (sensazioni coscienti) quanto quello modificato dal sistema preconscio. Io credo dunque che il valore teorico dello studio sul sogno risieda nei contributi alla conoscenza psicologica e nei preliminari introduttivi allo studio delle psiconevrosi. (IS, p.743)

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Il testo utilizzato, da cui sono tratte le citazioni e i riferimenti, è il seguente: S.Freud, L’interpretazione dei sogni, Rizzoli, Milano 2010 (con Prefazione di C.Sini, Introduzione di A.A.Semi; saggi di J.Laplanche e J.B. Pontalis) Il metodo catartico nella cura di Anna O.:

1. Si era notato che nei suoi stati di assenza, di alterazione confusionale della psiche, l'ammalata soleva mormorare fra sé alcune parole, le quali davano l'impressione di provenire da un contesto che occupasse il suo pensiero. Fattesi dire queste parole, il medico traspose la paziente in una sorta di ipnosi, ripetendole ogni volta le stesse parole per indurla ad allacciarvi qualcosa. L'ammalata ben presto aderì e riprodusse così dinanzi al medico le creazioni psichiche che la dominavano durante le assenze e si rivelavano in quelle parole espresse a una a una. Dopo aver raccontato un buon numero di tali fantasie, ella era come liberata e riportata alla vita psichica normale. Lo stato di benessere, che durava parecchie ore, cedeva poi il giorno dopo a una nuova assenza, che veniva eliminata nello stesso modo mediante l'espressione delle fantasie di recente formazione. (S.Freud, Cinque conferenze)

Il meccanismo della resistenza:

2. Era realmente così; quasi tutti i sintomi erano sorti come residui, come ripercussioni di esperienze cariche di affetto, che perciò più tardi abbiamo chiamato «traumi psichici», e la loro singolarità trovava spiegazione nel rapporto con la scena traumatica di origine. Essi erano determinati dalle scene di cui rappresentavano i residui mnestici[…] Ci si vedeva spinti a supporre che la malattia fosse insorta per il fatto che agli affetti sviluppati nelle situazioni patogene era sbarrata una via d'uscita normale e che questi affetti «strozzati» in parte continuavano a sussistere come oneri permanenti dalla vita psichica e fonti di continua eccitazione per la stessa, in parte subivano una trasmutazione inibizioni somatiche inconsuete, che si presentavano come i sintomi somatici del caso. Per quest'ultimo processo abbiamo coniato il termine di «conversione isterica». (S.Freud, Cinque conferenze)

La “scoperta” del sogno:

3. Fu durante questi studi che m’imbattei nell’interpretazione del sogno. I miei pazienti che erano impegnati a raccontarmi ogni loro idea incidentale o pensiero su un determinato argomento, mi raccontavano i loro sogni, e mi dimostrarono così che un sogno è inseribile nella catena psichica che deve essere ricostruita nella memoria, a partire da un’idea patologica. Non impiegai molto quindi per considerare il sogno stesso come un sintomo e per applicare e esso lo stesso metodo d’interpretazione che era stato elaborato per il sintomo. (S.Freud, IS, pp.137-138)

La deformazione onirica:

4. […] è giustificato collegare il carattere angoscioso di questi sogni con il fenomeno della deformazione onirica, giungendo alla conclusione che questi sogni sono così deformati e l’appagamento di desiderio così mascherato fino a divenire irriconoscibile, perché vi è una forma di ripugnanza, e una volontà di rimozione per l’argomento del sogno o per il desiderio che da esso traiamo. La deformazione onirica diventa quindi davvero un atto di censura […] il sogno è l’appagamento (mascherato) di un desiderio (represso, rimosso). (IS, pp.206-207, passim)

L’infantile come fonte del sogno:

5. […] anche dai sogni per i quali in un primo momento l’interpretazione sembra completa […] si dipartono importanti serie di pensieri che risalgono fino alla più tenera infanzia […] Il sogno sembra spesso avere più di un significato: non solamente essi includono […] molteplici appagamenti di desiderio, gli uni accanto agli altri, ma un senso, un appaga,mento di desiderio può sovrapporsi a un altro, così da giungere infine all’appagamento di un desiderio della prima infanzia […] (IS, pp.274-275, passim)

Gli stimoli somatici del sogno:

6. […] vengono utilizzat[i] per la formazione del sogno se si adattano all’unione con il contenuto rappresentativo delle fonti psichiche del sogno; in caso contrario, no. Vengono trattat[i] come

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materiale a poco prezzo, sempre disponibile, che viene usato quando ve ne è bisogno […] (IS, pp.296-297)

Il ruolo dei genitori nella vita psichica:

7. […] i genitori hanno la parte più importante nella vita psichica infantile di tutti i bambini che successivamente diverranno psiconevrotici: l’amore per un genitore, l’odio per l’altro, fanno parte di quel gruppo di inalienabili moti psichici che si forma in quel periodo e che è tanto importante per la sintomatologia della futura nevrosi. (IS, p.324)

Contenuto latente e contenuto manifesto del sogno:

8. Pensieri onirici e contenuto onirico manifesto si presentano a noi come due versioni dello stesso contenuto in due lingue diverse, o meglio il contenuto manifesto ci appare come una traduzione dei pensieri del sogno in un altro sistema di espressione, di cui è necessario scoprire i caratteri e le regole sintattiche, confrontando l’originale e la traduzione[…] Il contenuto del sogno è espresso per così dire in una specie di scrittura geroglifica, i cui segni devono essere tradotti uno a uno nella lingua dei pensieri del sogno. (IS, pp.343-344, passim)

Spostamento e condensazione:

9. Se questo è esatto, nella formazione del sogno avviene un transfert e uno spostamento delle intensità psichiche dei singoli elementi, e di conseguenza si produce una differenziazione di testo tra contenuto e pensieri del sogno […] Spostamento e condensazione del sogno sono i due fattori alla cui attività si può essenzialmente attribuire la configurazione del sogno. (IS, p.375, passim)

Il simbolismo nel sogno:

10. [appartiene] alla rappresentazione inconscia, in particolare del popolo, e, più compiuto che nel sogno, lo si trova nel folklore, nei miti popolari, nelle leggende, nelle locuzioni, nella sapienza dei proverbi e nelle battute popolari correnti. (IS, p.429)

Il simbolismo sessuale:

11. […] la maggior parte dei sogni di adulti tratta materiale sessuale e dà espressione a desideri erotici. […] Nessun’altra pulsione è stata soggetta fin dall’infanzia a tanta repressione come quella sessuale nelle sue numerose componenti, nessun’altra lascia così tanti e così forti desideri inconsci, in grado ora, durante il sonno, di provocare dei sogni. Nell’interpretazione dei sogni non bisogna mai dimenticare l’importanza dei complessi sessuali […] (IS, p.484)

L’assurdo nel sogno:

12. Il lavoro onirico mette dunque in parodia il pensiero considerato come ridicolo, creando qualche cosa di ridicolo che è in relazione a esso. (IS, p.527, n.122)

La prestazione intellettuale nel sogno:

13. tutto ciò che si ritrova nel sogno come apparente attività della funzione di giudizio, non deve essere per nulla considerato come il risultato di una qualche attività di pensiero del lavoro onirico, ma come una parte del materiale dei pensieri del sogno, da cui giunge, come struttura già pronta, nel contenuto onirico manifesto. (IS, p.540)

L’inibizione d’affetto:

14. […] non sarà completamente sbagliato ritenere che questa repressione degli affetti sia una conseguenza dell’inibizione esercitata […] dalla censura nei confronti delle tendenze ch’essa reprime. L’inibizione di affetto dovrebbe dunque essere considerata come il secondo risultato della censura onirica, allo stesso modo in cui la deformazione ne è il primo. (IS, p.568)

L’inversione d’affetto:

15. Come qualsiasi altro tipo di spostamento, [la rappresentazione di una cosa col suo contrario] serve agli scopi della censura ma è anche spesso il prodotto dell’appagamento di desiderio, dal momento che quest’ultimo non è nient’altro che la sostituzione di una cosa sgradita con il suo contrario. […] la stessa cosa può succedere per gli affetti collegati ai pensieri del sogno e sembra probabile che

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questa inversione d’affetto sia generalmente prodotta dalla censura onirica. Repressione e inversione degli affetti […] hanno principalmente lo scopo di dissimulare. (IS, pp.571-572)

L’elaborazione secondaria:

16. Vi sono sogni che […] possono apparire perfettamente logici e corretti: partono da una situazione possibile, la svolgono grazie a mutamenti senza contraddizione e arrivano […] a una conclusione che non desta meraviglia. Questi sogni hanno subito la più forte elaborazione da parte di questa funzione psichica, che è simile al pensiero vigile: sembra che abbiano un senso, ma questo senso è anche quello più lontano possibile dal vero significato del sogno. (IS, p.595)

L’elaborazione secondaria e l’interpretazione del sogno:

17. Ai fini della nostra interpretazione, dobbiamo quindi attenerci alla regola di lasciar perdere sempre l’apparente coerenza del sogno, dal momento che essa è di origine sospetta, e di procedere, sia per quanto riguarda gli elementi chiari, sia per quelli confusi, alla ricerca del materiale onirico. (IS, p.607)

La censura di resistenza:

18. Il dubbio sulla esatta riproduzione di un sogno o di una parte di esso non è che un derivato della censura onirica, della resistenza che impedisce ai pensieri del sogno di penetrare nella coscienza. (IS, p.623)

Inconscio e Preconscio:

19. Abbiamo visto che sarebbe stato impossibile spiegare la formazione del sogno senza avanzare deliberatamente l’ipotesi di due istanze psichiche, delle quali una sottopone alla sua critica l’attività dell’altra, critica che ha per conseguenza l’esclusione all’accesso alla coscienza. (IS, p.653)

Il sogno come regressione del processo psichico:

20. […] lo stimolo prende una via retrograda. Invece che spostarsi verso l’estremità motoria dell’apparato, si propaga verso la sua estremità sensoriale e giunge alla fine al sistema percettivo. Se chiamiamo progrediente la direzione nella quale si propaga il processo psichico dall’inconscio durante la veglia, del sogno possiamo dire che ha un carattere regrediente. […] Chiamiamo regressione il fatto che nel sogno la rappresentazione si ritrasforma nell’immagine sensoriale da cui è nata un giorno. (IS, 655-656, passim)

Il desiderio come forza propulsiva del sogno:

21. Se ci è permesso ricorrere a un paragone potremmo dire che è possibile che un pensiero diurno giochi il ruolo dell’imprenditore, ma l’imprenditore che […] ha un’idea e vuole realizzarla, non può far nulla senza capitali, ha bisogno di un capitalista che sostenga le spese, e il capitalista che sostiene le spese psichiche per il sogno è sempre […] un desiderio proveniente dall’inconscio. (IS, p.677)

Processo primario e processo secondario:

22. […] è un fatto che i processi primari sono dati fin dall’inizio, mentre quelli secondari si formano poco a poco durante la vita. Essi inibiscono i processi primari e li ricoprono, raggiungendo il pieno dominio su di loro forse solamente con il raggiungimento della nostra maturità. Questa apparizione tardiva dei processi secondari fa sì che il nucleo del nostro essere, costituito dai moti di desiderio inconsci, resti inafferrabile […] (IS, p.725)

Il materiale rimosso:

23. I due sistemi psichici, la censura che li separa, l’inibizione […] i rapporti di entrambi con la coscienza […] tutto ciò appartiene alla struttura normale del nostro apparato psichico, e il sogno è una delle vie che conducono alla conoscenza di questa struttura. […] il represso sussiste anche nell’uomo normale e rimane capace di prestazioni psichiche. Il sogno stesso è una manifestazione di questo materiale represso; […] Ciò che viene represso psichicamente, ciò che non ha potuto nella vita vigile trovare espressione […] ciò che è stato escluso dalla percezione interna, tutto ciò trova

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nella vita notturna […] i mezzi e le vie per imporsi alla coscienza. […] l’interpretazione del sogno è la via regia che porta alla conoscenza dell’inconscio nella vita psichica. (IS, p.730, passim)

L’inconscio come totalità dello psichico:

24. […] il cerchio maggiore che ha dentro di sé, come un cerchio più piccolo, il conscio; non vi può essere alcun fatto conscio che non abbia un gradino preliminare nell’inconscio, mentre l’inconscio può rimanere fermo a questo gradino e tendere tuttavia ad avere un valore psichico, completo. L’inconscio è lo psichico propriamente reale […] (IS, p.735)

Il rapporto tra Inconscio e Preconscio:

25. Abbiamo descritto le relazioni dei due sistemi tra di loro e con la coscienza dicendo che il sistema Prec sta come uno schermo tra il sistema Inc e la coscienza; il sistema Prec non solo impedisce l’accesso alla coscienza, ma governa anche l’acceso alla motilità volontaria […] (IS, pp.737-738)

Funzione dello studio del sogno:

26. Io credo dunque che il valore teorico dello studio sul sogno risieda nei contributi alla conoscenza psicologica e nei preliminari introduttivi allo studio delle psiconevrosi. (IS, p.743)


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