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Curia Generalizia e Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli Bimestrale della Curia Generalizia e dell’Ospedale “San Giovanni Calibita” Fatebenefratelli - Isola Tiberina L’isola della salute 2OII Anno 6 n. 31 INCONTRO TRA I DIRIGENTI DELL’OSPEDALE A VILLA PICCOLOMINI Attività, accordi, costi e piani strategici DOPO 100 ANNI FBF IN CROAZIA Primo Ospedale Cattolico dai tempi del comunismo GIUGNO/LUGLIO Venti di ospitalità
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Curia Generalizia e Ospedale San Giovanni Calibita

Fatebenefratelli

Bimestrale della Curia Generalizia e dell’Ospedale “San Giovanni Calibita”Fatebenefratelli - Isola Tiberina

L’isola della salute2OII

An

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6n. 31

INCONTRO TRA I DIRIGENTIDELL’OSPEDALE A VILLA PICCOLOMINIAttività, accordi, costi e piani strategici

DOPO 100 ANNI FBF INCROAZIA Primo Ospedale Cattolico dai tempi del comunismo

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Venti di ospitalità

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EDITORIALEEstate, tempo per la famiglia . . . . . . . . . . . . . . . . . .3Fra Donatus Forkan

ATTUALITÀResoconti di ospitalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4Carlo Maria Cellucci

In preparazione del Capitolo Generale 2012 . . . . . .5Silvia Farina

FBF NEL MONDODopo 100 anni in Croazia . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6Franco Ilardo

Alliance a Lisbona . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7Delegazione cubana visita la Curia GeneralePremio dal Foro Justicia ey DiscapacidadDall’India la famiglia di San Giovanni di DioConferenza africana in TogoFra Dàniel Marquez

L’INTERVISTAOspitalità in rete . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9Laura Mariotti

UFFICIO MISSIONIMissione medica nelle Filippine . . . . . . . . . . . . . . .12Tutti uniti per il sanatorio marittimo in CileMessaggeri della salute e della notteAfrica: il centro di Porga compie 10 anniFra Moises Martin B.

PROPOSTESi salvi chi può . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .14Angela Chiofalo

A Brescia il festival per il villaggio della carità

INIZIATIVECurare in emergenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15Danilo Celleno

Radioterapia: cura e accoglienza . . . . . . . . . . . . .16Luca Marmiroli

Nuove linee guida dell’AHA . . . . . . . . . . . . . . . . .17Paolo Azzolini

Premio SturviMassimo Angeli

Il paziente anziano fragile . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18Filippo Alegiani

La scialoendoscopia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .18Luca De Campora

Commissione per la riabilitazione . . . . . . . . . . . . .19Dario Manfellotto

Di ritorno da Londra . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20Antonella Bufacchi

Travaglio ed epidurale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20Giovanni Larciprete

AFaRLa genetica e la ricerca in ospedale . . . . . . . . . . . .21Dario Manfellotto

FIFDoppia difesa all’Isola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .22Metamorfosi allo specchioGiovanna D’Ari

INSERTO VITA ALL’ISOLA . . . . . . . . . . . . . . .23

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DIRETTORE EDITORIALE: Fra Donatus Forkan

VICEDIRETTORE EDITORIALE: Fra Rudolf Knopp

DIRETTORE RESPONSABILE: Franco Ilardo

COMITATO EDITORIALE:Fra José Maria Chávarri,Mons. José Luis Redrado,Fra Benigno Ramos

IN REDAZIONE:Silvia Farina,Emanuela Finelli,Laura Mariotti

PROMOZIONE:Susanna Bubbico

FOTO:Augusto Fabbroni,Arnaldo Lucianetti,Franco Ilardo

REDAZIONE:Ufficio Stampa FBFLungotevere de’ Cenci, 5 00186 Roma Tel [email protected]

GRAFICA ED IMPAGINAZIONE:Cristina Zarli

STAMPA:Arti Grafiche s.r.l.Via Vaccareccia, 5700040 Pomezia (Rm)

Fra Donatus ForkanCarlo Maria CellucciSilvia FarinaFra Daniel MárquezFra Bartolomeo ColadonatoFra Moises Martin B.Angela ChiofaloDanilo CellenoLuca MarmiroliPaolo AzzoliniMassimo AngeliFilippo AlegianiLuca De CamporaDario ManfellottoAntonella Bufacchi

Giovanni LarcipreteGiovanna D’AriChiara DonatiFabio SpagnoliRosanna Di ClementeValentina CossaroEugenio Salvatori

AUTORIZZAZIONE:Tribunale di Roman. 52/2005 del 21/02/2005

TIRATURA: 18.000 copieDIFFUSIONE GRATUITA

Anno 6 n . 31 - g iugno/lug l io 2011

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:

S O M M A R I O

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Fra Donatus Forkan

Priore Generale

Editoriale

Cari lettori,

l’estate è ormai arrivata, e ci stiamo approssimando al periododelle vacanze estive, un tempo che tutti aspettano perché consentedi “staccare la spina”, di riposare dal lavoro e stare più tempo conla propria famiglia. È quindi un periodo molto importante dal puntodi vista fisico, ma anche psicologico, per rafforzare i legami che ciuniscono ai nostri cari.

In questi momenti siamo soliti guardare a quanto abbiamo fattodurante l’anno, ovviamente anche in questo nostro Ospedale dovegiungono tante persone sofferenti per ritrovare la salute, la guari-gione del corpo e la possibilità di una nuova vita.

Profitto di questa opportunità per ringraziare tutti coloro che siadoperano per curare e assistere i malati e quanti usufruisconodei nostri servizi, a tutti i livelli, siano essi infermieri, medici o im-piegati amministrativi. Tutti loro, assieme ai nostri Confratelli, for-mano la Famiglia di San Giovanni di Dio, e continuano a portareavanti l’opera intrapresa dal Fondatore, anche in momenti difficilicome questi.

Ho già parlato in altre occasioni della grave crisi economica chesta colpendo tante famiglie; il nostro pensiero va a chi si trova indifficoltà e per questo non potrà andare in vacanza. Ultimamente,in Argentina, ho sentito fare questa affermazione: “finalmente sia-mo usciti dal tunnel della crisi e abbiamo visto la luce!”. In Europainvece sembra che le cose vadano anche peggio: non riusciamoneanche a intravedere in che tunnel ci troviamo, né tantomeno atrovare una via d’uscita.

A complicare lo scenario mondiale, ci sono le recenti crisi politicheche si sono scatenate nel continente africano, e che hanno avutocome conseguenza la fuga in massa da Paesi vicini a noi come laTunisia e la Libia.Apprezzo gli sforzi del popolo italiano nell’accogliere tanti emi-granti; ancora una volta avete dimostrato di essere gente apertae ospitale, sempre pronta ad aiutare chi si trova in difficoltà.

Pur tra tante problematiche, non dobbiamo però lasciarci andareallo scoraggiamento, non dobbiamo perdere la fiducia e soprattuttola speranza.Auguro a tutti una buona estate. Cerchiamo di usufruire di questoperiodo per concedere al corpo e alla mente un po’ di riposo, perritornare al lavoro con nuovo entusiasmo e con più energia, percontinuare a portare avanti la missione di San Giovanni di Dio inquesto nostro importante Ospedale.

L’ISOLA DELLA SALUTE > GIUGNO/LUGLIO 2011

Edito

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L’ISOLA DELLA SALUTE > GIUGNO/LUGLIO 2011

RESOCONTI di OSPITALITÀAt

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Incontro annuale con i dirigenti a Villa Piccolominidi Carlo Maria Cellucci

Direttore GeneraleSi è tenuto nei giorni scorsi il consueto incontro annuale delpersonale dirigente dell’Ospedale Fatebenefratelli all’IsolaTiberina, con il Vice Presidente-Operativo del Nosocomio,Fra Rudolf Knopp, il Direttore Generale Carlo Maria Cellucci,il Priore Fra Benigno Ramos, per fare il punto sull’andamentodelle attività assistenziali e per presentare le prospettive futuredella struttura. Ospite speciale dell’incontro, il Presidente dell’Ospedale, FraDonatus Forkan, Priore Generale dell’Ordine Ospedaliero diSan Giovanni di Dio “Fatebenefratelli”, il quale ha aperto i la-vori con un ringraziamento particolare a quanti nel Nosocomiosvolgono la loro attività al servizio del malato, in armonia conl’opera che l’Ordine realizza nel mondo e che è quella di esserea contatto diretto con la sofferenza e i bisogni dei più deboli. “Da oltre 500 anni – ha ricordato il Padre Generale - è ancoravivo il carisma di San Giovanni di Dio: quel dono di Ospitalitàche abbiamo ricevuto e che investe molte persone che in-contriamo nel nostro agire quotidiano”. Nell’ambito dell’incontro è quindi intervenuto il Vice PresidenteFra Rudolf Knopp, il quale ha presentato una breve relazionesulla Conferenza Regionale d’Europa svoltasi a Dublino dall’11al 15 aprile scorso con la partecipazione di 46 rappresentantidelle 11 Province europee dell’Ordine. Ripercorrendo le rifles-sioni e le risoluzioni principali della Conferenza, Fra Rudolfha messo in evidenza i seguenti aspetti:• per quanto riguarda “l’approfondimento e lo sviluppo delruolo dei Confratelli e dei Collaboratori in una nuova luce”,processo chiesto con forza dalla Conferenza, l’Ospedale è si-curamente sulla buona strada, ma può ancora migliorare;

• anche per quanto riguarda una seconda richiesta della Con-

ferenza, ossia “promuovere attività formative e avviare pro-cessi di dialogo sui principi e sui valori dell’ospitalità”,l’Ospedale è in cammino, avendo organizzato i primi corsidella “Scuola dell’Ospitalità” che prevedono anche visitein altri ospedali europei dell’Ordine per un più approfonditoscambio di esperienze e conoscenze;

• la “creazione di un ufficio dell’Ordine presso l’Unione Eu-ropea a Bruxelles”, decisione presa all’unanimità dalla Con-ferenza, avrà sicuramente riflessi positivi per l’Ospedaledell’Isola Tiberina, anche se non nell’immediato, dato chela costituzione dell’ufficio richiederà tempo;

• infine le “strutture di governo per il futuro nelle Province”,tema ampiamente dibattuto nella Conferenza, che non avràdegli effetti diretti sull’Ospedale, non essendo una Provin-cia, ma gli eventuali cambiamenti in questo senso nelledue Province italiane potranno ripercuotersi positivamenteanche sull’Ospedale.

La sintesi sull’andamento dell’Ospedale esposta dal DirettoreGenerale Carlo M. Cellucci si è quindi soffermata su alcuni fon-damentali aspetti: le attività del nosocomio, gli accordi con laRegione Lazio, i costi, i piani strategici per la struttura.In particolare, dai dati è emerso che, nel 2011, il volume di at-tività dell’Ospedale è risultato pressocché invariato rispetto al2010, con una lieve riduzione del fatturato delle degenze edun incremento del fatturato ambulatoriale. Per quanto riguardala Regione, in riferimento ai rimborsi delle prestazioni sanitarieeffettuate in convenzione dal nosocomio, non sono stati ancorachiusi gli anni che vanno dal 2006 al 2009, mentre con lo stessoente non è stato ancora stabilito il budget del 2011.

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Queste difficoltà si ripercuotono sul prolun-gamento dei tempi di pagamento ai fornitorie sulla necessità di una maggiore sensibiliz-zazione nel contenimento dei costi (farmaci,presidi, servizi vari). Proseguono i piani stra-tegici dell’Ospedale, con riferimento partico-lare al nuovo Centro Benedetto Menni, dovesono stati recentemente trasferiti tutti gli ufficiamministrativi e dove apriranno dopo l’estatei nuovi ambulatori, ed alla riorganizzazionedegli spazi dell’Isola (reparti, servizi, mensapersonale, spogliatoi, ambienti medici di guar-dia, ecc). Tra gli altri temi trattati, l’accredita-mento, l’opportunità di strumenti di verificapiù completi e tempestivi, la sicurezza sui luo-ghi di lavoro. Un investimento per il futuro dell’Ospedaleè stato poi presentato a margine dal DirettoreSanitario, Maurizio Ferrante, e riguarda ilprogetto BAS (Business Administration Si-mulator) voluto dalla Direzione Generale eSanitaria per la realizzazione di un sistemagestionale-informatico che, oltre a suppor-tare le ordinarie funzioni di reportistica sullasituazione dell’azienda rispetto a opportune

variabili sanitarie e gestionali, consenta direalizzare simulazioni per costruire scenaridi offerta di servizi sanitari più efficienti edefficaci sia in termini di assistenza al pazienteche di economia aziendale.Sullo “stile assistenziale” dell’Ordine ed in par-ticolare sull’importante tema della formazionecome presupposto fondamentale per l’uma-nizzazione si è infine soffermato l’interventodel Priore dell’Ospedale Fra Benigno Ramos. “Quando parliamo di umanizzazione nella sa-nità - ha precisato Fra Benigno - non inten-diamo altro che non sia porre al centro dellecure l’essere umano nella sua dimensione fi-sica, emotiva, mentale, sociale e spirituale:questi aspetti devono essere visti nella tota-lità. Per potere realizzare questo, uno dei pi-lastri sul quale l’Ospedale ha messo moltoimpegno è proprio la formazione.Con questo spirito, il Priore ha quindi presen-tato i risultati dell’attività di formazione con-dotta nel periodo 2006-2010. Il lavoro illustratoè una sintesi dell’intero Rapporto Formativosvolto analizzando i dati in possesso della Fon-dazione Internazionale Fatebenefratelli.

In particolare, nel quinquennio indicato, hannopartecipato a incontri di formazione circa 3000discenti e 500 docenti, con un picco di pre-senze nel 2009 (700 è il numero dei discentiregistrato in tale anno): in sintesi, dal 2006 al2010, il 73% dei dipendenti ha partecipato adalmeno una attività formativa. Si è quindi evi-denziata la formazione fruita, nell’intero pe-riodo osservato, dalle Unità Operative o centridi costo. Sono 3 le U.O. che superano le 150presenze ad eventi: Ostetricia, Pediatria e Ria-nimazione. Sono stati quindi forniti nel detta-glio i dati dell’attività formativa svolta nelledifferenti Unità, raggruppate in aree operativeomogenee.“All’interno dell’Ospedale - ha concluso ilPriore - cerchiamo di fare il meglio per il ma-lato. E un modo per farlo è la formazione. Unaformazione seria, attiva e impegnativa affin-ché i professionisti che abbiamo, grande pro-fessionisti, possano svolgere il loro lavoronon solo a livello professionale ma ancheumano, con tutti i valori che l’Ordine afferma,e che durante la storia hanno segnato il cam-mino che noi chiamiamo Ospitalità”.

IN PREPARAZIONE DEL CAPITOLO GENERALE DEL 2012

Alla fine di aprile ho avuto il privilegio di accompagnareFra José M. Chavarri, Segretario Generale e Coordinatoredella Commissione Logistica, in Portogallo, e precisamentea Fatima, dove si celebrerà il prossimo anno il Capitolo Ge-

nerale dell’Ordine. Ci siamo recati presso la Casa delle Serve diNostra Signora di Fatima, la sede scelta per il Capitolo, dove abbiamoavuto l’opportunità di visitare la struttura e soprattutto di constatareche risponde alle nostre esigenze. Ogniqualvolta si celebra un av-venimento così importante come un Capitolo Generale, infatti, è ne-cessario avere a disposizione una struttura che preveda, oltre ov-viamente alla sala capitolare e alle camere, degli spazi da destinarealle riunioni dei gruppi linguistici, la cappella per le celebrazioni li-turgiche, una sala da destinare alla Segreteria, e alcuni spazi comuniin cui potersi ritrovare per scambiare opinioni oppure per qualchemomento di riposo e di svago, il tutto considerando il numero nontrascurabile dei partecipanti, che nel nostro caso saranno ben oltreil centinaio. Siamo rimasti favorevolmente impressionati dalla Casa,ma ciò che ci ha colpiti maggiormente è il fatto che si affaccia di-rettamente sul Santuario dedicato alla Madonna, alla quale abbia-mo affidato il nostro lavoro per la preparazione del Capitolo Ge-nerale dell’Ordine.

L’ISOLA DELLA SALUTE > GIUGNO/LUGLIO 2011

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di Silvia Farina

Curia Generalizia

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Si è celebrata lo scorso 29 maggioin Croazia, a Strmac, nelle vicinanzedi Nova Gradiska,�l’inaugurazionedel nuovo Ospedale “San RaffaeleArcangelo”, progetto voluto e rea-lizzato dalla Provincia Lombardo-Ve-neta dell’Ordine Ospedaliero di SanGiovanni di Dio “Fatebenefratelli”.�Presenti alla cerimonia, tra le auto-rità, il Primo Ministro croato, Signo-ra Jadranka Kosor; il Nunzio Apo-stolico della Croazia, Mons. MarioRoberto Cassari ed il Vescovo Mons.Antun Škvorčević che hanno cele-brato l’importante evento con il Prio-re Generale dell’Ordine Ospedaliero,Fra Donatus Forkan, il Superiore del-la Provincia Lombardo-Veneta, FraGiampietro Luzzato, ed una foltarappresentanza di religiosi e laiciprovenienti dalla Curia Generaliziae dalle varie Province dei Fatebene-fratelli. Presenti anche altre rappre-sentanze del territorio e la popola-zione locale che hanno accolto conentusiasmo questo progetto. L’ope-ra, che ha segnato il rientro dei Fa-tebenefratelli in terra croata dopoun’assenza di 100 anni, consta di 143posti letto, di cui 100 dedicati allariabilitazione psichiatrica, in un pae-se ancora colpito dagli effetti dei re-centi conflitti, e 40 dedicati alle curepalliative.�È la prima struttura sani-taria affidata ad un Ordine Religioso,

primo esempio di collaborazione tra pubblico e privato in Croazia.Durante i festeggiamenti, il Primo Ministro Kosor ha ringraziatoi Fatebenefratelli dinanzi alla stampa locale, per l’importante operarealizzata, che rappresenterà un punto di riferimento importanteper il Paese. “La nostra Istituzione – ha assicurato la Kosor – con-tinuerà a seguire lo sviluppo di questo importante centro per lacura dei malati psichiatrici anche in futuro”.�“È il primo ospedalecattolico dai tempi del comunismo - ha ricordato il VescovoŠkvorčević – e un esempio di spiritualità per la Diocesi, perchéal centro del servizio di cura e assistenza offerto da questa strutturaè la persona: un servizio evangelico ispirato dall’amore di Cristoche si è offerto per noi. Questa è la base della spiritualità di questaopera, in armonia con lo stile assistenziale dei Fatebenefratelli,che vorrei promuovere anche nella mia diocesi”.

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Dopo 100 anni in CROAZIA

L’ISOLA DELLA SALUTE > GIUGNO/LUGLIO 2011

di Franco Ilardo

Direttore Responsabile“Isola della Salute”

Con il Primo Ministro e le autorità religiose e civili,

tutta la comunità dell’Ordine Ospedaliero presente all’inaugurazione

del nuovo Ospedale “San Raffele Arcangelo”

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di Fra Daniel Màrquez

Consigliere GeneraleResponsabile Ufficio

Informazione eComunicazione Curia

Generalizia

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Rafforzare i legami tra le diverse realtàdell’Ordine nel mondo: è quanto auspica la“St. John of God Alliance” che desidera con-tribuire, attraverso il lavoro della cooperazio-ne internazionale ad interventi più efficaci innome dell’Ospitalità. Durante questo incon-tro – in particolare - sono stati presentatinuovi progetti per attivare le raccolte fondinecessarie alla loro realizzazione, e si è infor-mato su temi diversi, come: i progetti piùimportanti in corso, la previsione di altriinterventi a medio termine, le prossime cam-pagne, le attività comuni e le date dei prossi-mi incontri. Il Gruppo di Coordinamento della‘Alliance’ ha ringraziato la ProvinciaPortoghese e la Fundaçao Sao Joao de Deusper l’accoglienza e per le attenzioni ricevute,estendendo i ringraziamenti a tutto il gruppo

della Curia Provinciale diretto dal Superiore Fra JoséAugusto Gaspar Louro nonché alle Comunità della CuriaProvinciale e a quella di Montemor-o-Novo per l’ospitalità.

Il 29 aprile 2011 a Lisbona (Portogallo),presso la sede della Curia Provincialedell’Ordine, si è tenuto l’incontro perio-dico del Gruppo di Coordinamento del“St. John of God fundraising Alliance”.Hanno partecipato: dalla Curia Genera-lizia (Ufficio Missioni e Cooperazione In-

ternazionale) i Confratelli Vincent Ko-chamkunnel, Robert Chakana, Daniel Al-berto Márquez e Moisés Martín. Da partedella “Fundación Salud para Todos”(Spagna), Fra José María Viadero. Della“Fundaçao Sao Joao de Deus” (Porto-gallo), il D. Rui Manuel Ferreira Amaral,

la Dr.ssa Margarida Cordo e il Dr. LuisMorais. Per il “St. John of God Develop-ment Company” (Irlanda), il Sig. JohnMitchell. Per l’Associazione dei Fatebe-nefratelli per i Malati Lontani (Afmal) Ita-lia, Fra Gerardo D’Auria e il Dr. AntonioBarnaba.

I partecipanti

Si è parlato delle celebrazioni avvenutea Cuba per la Beatificazione di Fra JoséOlallo Valdés e della presenza dell’Or-dine Fatebenefratelli a Cuba durantel’amichevole visita della signora Cari-dad Diego Bello, Responsabile dell’Uf-ficio per gli Affari Religiosi del Comi-tato Centrale del Partito Comunista diCuba e dell’Ambasciatore di Cubapresso la Santa Sede, signor Eduardo

Delgado Bermúdez.L’occasione di questo incontro pressola Curia Genrale è stata la Beatificazio-ne di Giovanni Paolo II. Hanno fatto glionori di casa: Fra José María Chávarri,Segretario Generale, Fra Daniel Már-quez, Consigliere Generale responsa-bile per la Regione America, e Fra Moi-sés Martín, Direttore dell’Ufficio Mis-sioni e Cooperazione Internazionale.

DELEGAZIONE CUBANA VISITA LA CURIA GENERALE

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L’ISOLA DELLA SALUTE > GIUGNO/LUGLIO 2011

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Alliance a LISBONA

L’ordine ospedaliero di S. Giovanni di Dio della Pro-vincia Castigliana, lo scorso 24 marzo a Madrid, haricevuto da Carlos Divar presidente del Consejo Ge-neral del Poder Judicial (Consiglio Generale del Po-tere Giudiziario), il Premio del Foro Justicia y Di-scapacidad per la categoria Istituzione.Lo scopo del Foro Justicia y Discapacidad è di pro-muovere tutte quelle attività in grado di sensibilizzarela società sui diritti dei disabili fisici, psicofisici e deimalati mentali. In particolare il Foro ha come obiettivoquello di favorire l’accesso alla giustizia delle personedisabili garantendo loro protezione giuridica.Fra Pascual Piles Ferrando, presidente della FundaciónJuan Ciudad�Comisión Interprovincial, ringraziandoper il riconoscimento, nel suo discorso ha sottolineatoche questo premio “non viene assegnato ad una solapersona ma ad una istituzione con 500 anni di storia.Proviamo una grande soddisfazione per la figura delnostro fondatore, San Giovanni di Dio, per il qualemotivo fondante furono le malattie mentali e i malatipoveri e la cui opera è portata avanti attualmente daiFatebenefratelli nei cinque continenti”.Nella presentazione, D. Juan Manuel Fernández Ló-pez, avvocato e esperto del Foro de Justicia y Disca-pacidad, ha evidenziato che nei centri di San Giovannidi Dio, nella seconda metà del XX secolo, si applica-vano i migliori e più avanzati metodi medici, quandoancora in Spagna le persone con disabilità o infermitàmentale venivano rinchiuse e isolate, molte voltesenza famiglia e in condizioni veramente difficili.“Questo premio vuole essere una chiara testimo-nianza pubblica dell’importante lavoro svolto dai Fa-tebenefratelli” ha detto Fernández López.

PREMIO DAL FORO JUSTICIA Y DISCAPACIDAD

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DALL’INDIA LA FAMIGLIA DI SAN GIOVANNI DI DIO

L’ISOLA DELLA SALUTE > GIUGNO/LUGLIO 2011

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Quattro giorni di riflessione (dal 16 al 20 maggio)sulla missione dell’Ordine in Africa nell’otticadell’Anno della Famiglia Ospedaliera: Fra Do-natus Forkan, Fra Rudolf Knopp e Fra VincentKochamkunnel hanno presenziato e coordinatoi lavori tenutisi ad Agoé-Nyivé Lomé in Togopresso il Noviziato Interprovinciale. Sono emersidurante la conferenza elementi di particolareimportanza riguardo la vita comunitaria e le

opere apostoliche che non potevano non riferirsial futuro: una prospettiva che vede punti di for-za, opportunità e sfide avere la meglio su ine-vitabili difficoltà da risolvere. La Famiglia Ospe-daliera in Africa desidera un sostegno nel nuovocammino che si accinge ad intraprendere e unacooperazione incondizionata da parte di tutti iConfratelli e i Collaboratori per non rimanereancorati a vecchi modelli.

La Formazione nella Pro-vincia Africana di San-t’Agostino è stato il tema

del seminario sulla lea-dership svoltosi a Kofo-ridua (Ghana) dal 9 al 13

maggio 2011. Per la CuriaGeneralizia hanno parte-cipato Fra Rudolf Knopp,

Fra Vincent Kochamkun-nel, Fra Robert Chakannae Fra Moises Martin.

Conferenza Africana in Togo

SEMINARIO SULLA LEADERSHIP

La Provincia Indiana dell’Ordine ha celebrato la Famiglia di San Giovannidi Dio dedicando una “Giornata di festa” ai figli dei collaboratori, pressola casa di Trichy. Erano un centinaio i bambini dei nostri Collaboratoriche hanno partecipato alla Giornata, aperta dal Superiore Provinciale edal Direttore dell’Ospedale.Fra Francis ha parlato di San Giovanni di Dio e della Famiglia; quindi ibambini sono stati divisi in gruppi per partecipare ai diversi giochi in pro-gramma. Nel pomeriggio, dopo il pranzo, Fra Jose Mathew ha ringraziatoi presenti, assieme al Sig. Jacob Kora, Direttore dell’ufficio amministrativo.La Giornata è stata un successo e bambini si sono divertiti molto. Tuttihanno apprezzato la manifestazione che rientra nelle celebrazioni previsteper l’Anno della Famiglia di San Giovanni di Dio.

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L’ISOLA DELLA SALUTE > GIUGNO/LUGLIO 2011

di Laura Mariotti

Ufficio Stampa

La Giornata Mondiale delle Comunicazioni So-ciali, l’unica celebrazione mondiale voluta dalConcilio Vaticano II (Inter mirifica, 1963) è ce-lebrata in quasi tutti i Paesi, per decisione deiVescovi del mondo, la domenica che precedela Pentecoste. L’annuncio del tema avviene il29 settembre, festa degli Arcangeli Michele,Raffaele e Gabriele, designato patrono diquanti lavorano nella radio. Tradizionalmente,il Messaggio del Santo Padre per la GiornataMondiale viene reso pubblico il 24 gennaio,giorno dedicato alla memoria di San Francescodi Sales, patrono dei giornalisti. Le ConferenzeEpiscopali e gli Uffici diocesani hanno così iltempo per preparare il materiale necessarioalle celebrazioni nazionali e locali.

Si sono appena conclusi due importanti appun-tamenti della comunicazione: la 45esima Gior-nata Mondiale delle Comunicazioni Sociali “Ve-rità, annuncio e autenticità di vita nell’era digi-tale” e il convegno nazionale dell’Ufficio per lecomunicazioni sociali della Conferenza Episco-pale Italiana “Abitanti digitali”. La comunicazione e la testimonianza della Fedenello spazio virtuale della rete internet sembraaver trovato - nell’espandersi di iniziative e di in-teresse da parte della realtà ecclesiale - una di-mensione nuova “nell’antico”. Abbiamo provatoa parlarne con Mons. Domenico Pompili*, sotto-segretario della Conferenza Episcopale Italiana,direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunica-zioni Sociali e portavoce della CEI.

Meglio “niente giornalisti” – per dirla come Jac-ques Derrida – o meglio “abitare la rete” per es-serci e condividere?Meglio certamente abitare la Rete. E attenzione che“abitare” è qualcosa di più del semplice “esserepresenti”, che pure è stato, anche per la Chiesa Ita-liana, un primo passo importante e necessario. Or-mai, però, non è più sufficiente, alla luce del nuovoambiente mediatico in cui tutti siamo immersi. LaRete va abitata conservando con autenticità la no-stra identità cristiana, pronti ad accogliere chi cicerca e col desiderio, a nostra volta, di cercare i lon-tani, scommettendo su quel bagaglio di fantasia,creatività e intraprendenza che soprattutto le gio-vani generazioni portano con sé.

Il Papa considera il fenomeno della rete una gran-de rivoluzione che Egli paragona ad altre rivolu-zioni che hanno segnato un cambio di passo nellastoria ed è ben consapevole che non siamo difronte ad un cambiamento di strumentazione maa qualcosa di più profondo. Ci sono preoccupa-zioni da parte del Papa?Non vedo un Papa preoccupato, anzi. Il suo mes-saggio per l’ultima Giornata Mondiale delle Co-

municazioni Sociali è carico di ottimismo e di fiducia: “i cre-denti”, vi si legge, “testimoniando le loro più profonde con-vinzioni, offrono un prezioso contributo affinché il web nondiventi uno strumento che riduce le persone a categorie, checerca di manipolarle emotivamente o che permette a chi èpotente di monopolizzare le opinioni altrui”. Certo, BenedettoXVI non è uno sprovveduto e vede con chiarezza anche i pos-sibili pericoli, a cominciare da quello “di essere meno presentiverso chi incontriamo nella nostra vita quotidiana ordinaria”.Ma proprio per questo ci ricorda che “il contatto virtuale nonpuò e non deve sostituire il contatto umano diretto con le per-sone a tutti i livelli della nostra vita”. Mi sembra una indica-zione carica di saggezza molto più che di preoccupazione!

In un suo recente intervento sostiene che la religione devemigliorare la sua notiziabilità: non farsi trasportare solo dagliequivoci (politicizzazione, spettacolarizzazione) ma attivarsiper rendere le fonti informative accessibili, aperte al con-

Giornata Mondiale per le comunicazioni sociali

OSPITALITÀ IN RETE

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fronto, disponibili alle richieste più tempestive, pazienti.C’è bisogno di comunicatori che gettino “ponti di com-prensione” tra il giornalista e le istituzioni ecclesiastiche.In questo il web può dare un aiuto?Il web in questo è fondamentale e la Chiesa non ha pauradi accogliere le sane provocazioni che le giungono dallaRete. Nello spazio senza campanili e senza gerarchie delweb, diventa fondamentale tornare a farsi prossimo, a in-contrare, poiché sempre meno le persone riescono a sentireuna forza di attrazione che le muova verso la Chiesa (anzi,dai campanili tendenzialmente si fugge, per paura di perderela propria libertà). D’altro canto, la Chiesa deve recuperarenon solo la parola, ma tutta quella capacità comunicativache storicamente la rendeva profondamente inserita nellavita della comunità e capace di costruire spazi a misura d’uo-mo, nel senso più pieno. Essa, in questo momento, è dav-vero in grado di pronunciare una parola non autoritaria maautorevole sull’essere umano nel nuovo contesto; una parolacapace di ricomporre i legami interumani sulla base di unfondamento non particolaristico; di far risuonare una vocedi comunione; di “bucare” l’orizzontalità del web con la ver-ticalità dell’amore che “salva” le nostre vite.

Lei indica due strade per accorciare la distanza tra fede enotizia che ne potrebbe scaturire. La prima è quella di

pensare alla testimonianza come modo di esposizioneattraverso i media, privilegiando le storie personali suiconcetti astratti e la narrazione di storie di vita. La secondaè la professionalità e la competenza in virtù del fatto chela mediazione giornalistica è quella che decide in largamisura la stessa coscienza diffusa. Ci si sta impegnandoin questo senso?Credo che la risposta più convincente gliela fornisca l’im-ponente sforzo in corso in tutte le diocesi italiane per farcrescere le sinergie tra le realtà mediatiche ecclesiali e raf-forzarne ulteriormente (ringiovanendolo) l’ingente patrimo-nio di risorse umane. Ovviamente non possiamo, nel benecome nel male, generalizzare. Ma la tendenza certamente èquella che le ho appena indicato. Con delle punte di eccel-lenza, a cominciare dai grandi media nazionali come Avve-nire, Tv 2000, Radio InBlu e il Sir, ma senza trascurare lerealtà locali. Un esempio su tutti, visto che proprio Macerataha appena ospitato il convegno “Abitanti digitali”: la localetestata diocesana “Emmaus” è appena sbarcata sull’iPad,rendendo possibile la fruizione del periodico anche in for-mato digitale. Un altro passo nella direzione giusta.

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L’itinerario proposto nelle pagine di questo libro parte dal riconoscimentodelle condizioni strutturali nelle quali ci troviamo a vivere e comunicareoggi, ovvero dal riconoscimento del crescente e ineludibile ruolo deimedia, che significativamente i nuovi Orientamenti pastorali non esitanoa definire «un nuovo contesto esistenziale» (n. 51); quindi, nella secondaparte, affronta in modo più mirato la questione delle relazioni dentroquesto ambiente digitale, o post-mediale, con particolare attenzione almondo giovanile e al fenomeno, ormai diffusissimo, dei social network;la terza parte, infine, è dedicata ai temi – di evidente taglio pastorale –della testimonianza, dell’educazione cristiana e dell’annuncio in un mon-do ormai mediatizzato, cercando di cogliere non solo le difficoltà e gliaspetti di criticità, ma anche le sfide e le opportunità che questo nuovoambiente, come ogni altro che l’essere umano contribuisce a creare,può offrire oggi. Perché, come scriveva Teillhard de Chardin, «niente èprofano per chi sa vedere».

Il nuovo nell’antico. Comunicazione e testimonianza

nell’era digitale.

Domenico Pompili - San Paolo Edizioni (2011)

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I media cattolici gettano un “ponte di comprensione”alla persona, al giovane che vuole avvicinarsi ad unarealtà religiosa, ad una vocazione?Qui entriamo in un terreno particolarmente delicato. Larisposta alla chiamata di Dio rimane un mistero e nascesempre da un rapporto personale con Gesù. Certo, nellamisura in cui i media cattolici contribuiscono ad offrireai giovani uno sguardo cristiano sulla realtà, risponden-do alla sfida educativa che le nuove generazioni stannolanciando alla Chiesa e al mondo, essi facilitano il fioriree il crescere di quel rapporto speciale. A meno che lavocazione non sia proprio quella di servire la Chiesacon il carisma della comunicazione, che è quello che daanni cerchiamo di fare proponendo nelle diocesi l’im-pegno come “animatori della cultura e della comunica-zione”. Un ministero che col passare del tempo diventasempre più necessario e “strategico”…

“Abitare la rete” anche nel senso di allestire uno spaziodi ospitalità. L’ospitalità è uno dei voti dei religiosi Fa-tebenefratelli che ultimamente si stanno dedicando amigliorare e aumentare la presenza sul web con piùinformazioni e newsletter. Che messaggio o consiglioinvierebbe ai religiosi in particolare quest’anno in cuisi celebra l’Anno della Famiglia Ospedaliera?La cultura dell’ospitalità che da cinque secoli i figli diSan Giovanni di Dio vivono e testimoniano è già di persé il dono più grande che essi possono fare al contestodigitale in cui siamo immersi. L’unico consiglio cheposso dare è che se essere ospitali vuol dire “fare spa-zio”, tradotto in termini elettronici questo significa crea-re uno spazio di ascolto e di interattività. La presenzasul web deve certo offrire più informazioni ma deveriuscire pure a far emergere i bisogni e le attese dellagente che vive talvolta il mondo della sofferenza, e quel-lo della sanità in specie, con comprensibile agitazione,quando non delusione. Riuscire a dare il senso dell’ac-coglienza, così come tradizionalmente quando si entrain una vostra struttura, è la strada per umanizzare graziealla Rete l’esperienza della cura, che è importante al-meno quanto l’eventuale guarigione.

* È giornalista pubblicista. Ha conseguito la Licenza (1990) e ilDottorato (2001) in Teologia Morale presso la Pontificia Univer-sità Gregoriana in Roma, ed è docente incaricato di TeologiaMorale presso l’Istituto Teologico Leoniano di Anagni (FR), af-filiato alla Pontificia Facoltà Teologica Teresianum di Roma,dove insegna dal 1990.

Agricoltori, banchieri, giuristi... hanno il proprio santo“Protettore o Patrono”. E i volontari? Ad oggi, ufficial-mente non c’è nessuno, ma potrebbe essere San Bene-detto Menni, religioso e sacerdote dei Fatebenefratelli,restauratore del nostro Ordine religioso in Spagna eFondatore delle Suore ospedaliere del Sacro Cuore diGesù.�In effetti, nella petizione rivolta a Papa GiovanniPaolo II - nel 2001 Anno del Volontariato indetto dal-l’ONU - si legge: San Benedetto Menni può essere pre-scelto come Patrono del Volontariato, sia perché la sua vocazione di re-ligioso ospedaliero dei Fatebenefratelli germoglia da un’esperienza divolontariato a Milano tra i feriti della Battaglia di Magenta (1859), siaperché in seguito, ormai già frate, per tre anni militò sui campi di battagliadel Nord della Spagna come volontario della Croce Rossa, avendo rice-vuto, nel gennaio del 1874, l’incoraggiamento e la paterna benedizionedi Sua Santità Pio IX, oggi beato, per la generosa iniziativa “di soccorrerei feriti di questa povera Spagna, confortando, curando ed assistendochiunque capiti, senza distinzione di partito, per solo amore di nostroSignore Gesù Cristo”. �Non a caso il Card. Martini, quale Arcivescovo diMilano, che fu la città natale di San Benedetto Menni, nella prefazionealla biografia del Santo ha affermato testualmente “Se il volontariatonon ha ancora un patrono, si potrebbe trovarlo in San Benedetto Menni”.

125° ANNIVERSARIOdella proclamazione di San Giovanni di DioPatrono Universale dei Malati e degli Ospedali

SAN BENEDETTO MENNIe i volontari di Fra Bartolomeo Coladonato

Con il Breve Dives in misericordia del 22 giugno1886 papa Leone XIII proclamava San Giovanni diDio, e con lui San Camillo de Lellis, Patrono di tuttigli ospedali e di tutti gli infermi ovunque degenti,ed includeva i due Santi nelle Litanie degli Ago-nizzanti, affinché gli ammalati potessero invocarlinel momento della prova ed in punto di morte.Il Pontefice nel Breve Apostolico esaltò i due Santiper la carità esercitata con infaticabile impegnoverso i bisognosi, senza temere per la propria vita,ma addirittura sacrificandola.San Giovanni di Dio non esitò a donare se stessonell’assistenza al prossimo all’insegna della carità,esercitata nell’attuazione di una pionieristica ri-forma socio-sanitaria, e più volte esortata nellesue lettere: “…abbiate sempre carità, poiché que-sta è la madre di tutte le virtù” (III Lett. Duchessadi Sessa). Lo stesso Leone XIII, qualche anno piùtardi, nella Rerum Novarum, enciclica consideratala magna charta della dottrina sociale cattolica,concludendo definisce la carità “signora e reginadi tutte le virtù”, intendendo la “carità cristianache compendia in sé tutto il Vangelo e che, prontasempre a sacrificarsi per il prossimo, è il più sicuroantidoto contro l’orgoglio e l’egoismo del secolo”.In questa unità di pensiero che percorre la storiadella Chiesa, attraverso uomini considerati folli epoi promossi a Santi protettori, e Santi ponteficiaudaci nel trattare temi scottanti per quel tempo,si avverte come la testimonianza e l’esperienza dicostoro, oggi ricordati, risuoni all’unisono: ubi ca-ritas est vera, Deus ibi est.

Superiore Centro

San Nicolò Perugia

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Sono molte le persone in questi luoghi che hannodifficoltà ad accedere alle strutture sanitarie: èquesto che ha spinto il vescovo Eduardo Juanichex membro della Commissione Episcopale per laSanità nelle Filippine a chiedere ai Fatebenefratellidi aprire una missione destinata a cure medichee dentarie nel suo Vicariato Apostolico di Taytay. L’Ordine era già presente nel territorio di Caviteper una stessa missione ed il primo problema pre-sentatosi è stato quello del reperimento dei me-dicinali. I frati sono riusciti a ricevere un aiuto fi-nanziario da parte di alcuni benefattori: dal PCSO(Philippine Charity Sweep-stakes Office), dall’Or-dine di Malta, da alcune case farmaceutiche delleFilippine e da privati cittadini. Sono riusciti a servire 1.053 pazienti – tra cui moltiaborigeni - dei quali 367 hanno ricevuto cure den-tali e 686 cure mediche. Il governatore di Palawanha messo a disposizione due autovetture e il vi-cegovernatore ha donato 10 scatole di medicinaliper bambini. Ovviamente tra chi ha prestato ser-vizio volontario non potevano mancare i medicie tutte le altre figure professionali sanitarie.

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MISSIONE MEDICA N E L L E F I L I P P I N E

di Fra Moises Martin B.

Direttore Ufficio Missioni e CooperazioneInternazionaleCuria Generalizia

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Tutti uniti per il sanatorio marittimo “San Juan de Dios” in Cile

AFMAL

Due serate di concerti e intrattenimento, il15 maggio e il 15 giugno, sono state orga-nizzate dall’AFMAL (Associazione Fatebe-nefratelli per i Malati Lontani) presso il Tea-tro Vascello di Roma per raccogliere i fondidestinati all’acquisto di attrezzature sanitarieche aiutino a migliorare la qualità della vitadei piccoli ospiti del Sanatorio Marittimo inCile e a diagnosticare tempestivamentecomplicazioni nel loro stato di salute in mo-do da poterli soccorrere adeguatamente.Nel corso delle due serate, presentate dalla

giornalista Paola Zanoni, si sono esibiti per-sonaggi famosi come Tony Esposito edEmanuele Urso “King of Swing” e la suaorchestra. L’iniziativa ha ottenuto il Patro-cinio di Roma Capitale, Regione Lazio e Pro-vincia di Roma.Il Sanatorio Marittimo San Juan De Dios diViña del Mar (Cile) ha la funzione di assisterebambini, giovani gravemente disabili, conserie limitazioni motorie e di salute, con pa-tologie neurologiche, come lesioni cerebralio sindromi genetiche, che nella maggior

parte dei casi si trovano in una situazionedi abbandono familiare. Tale attività si svol-ge mediante l’intervento di assistenti sociali,psicologi, medici, infermieri, nutrizionisti,fisioterapisti, terapisti occupazionali, fratidell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni diDio e suore della comunità religiosa del Sa-cro Cuore.Grazie ai fondi raccolti sarà allestita unanuova palestra completa di macchinari perla riabilitazione e saranno acquistati dei nuo-vi lettini attrezzati.

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Queste missioni in Perù – forse si comprendegià dal nome del progetto – consistono nel-l’andare a scovare i poveri e le persone biso-gnose di aiuto. Fino ad ora per la parte “salu-te” sono state realizzate 70 missioni in diverseprovince della Regione di Arequipa e nella re-gione a sud del Paese. In 12 anni sono statecurate 57.480 persone che hanno ricevuto gra-tuitamente i medicinali e in alcune occasionivestiti e alimenti. Per il progetto “notte” ungruppo di collaboratori – da circa tre anni –esce durante la notte per cercare alcolisti, tos-sicodipendenti e uomini e donne che si pro-stituiscono. I “messaggeri” cercano di stabilireun contatto, di indirizzarli in ospedale, di pre-stare un primo aiuto o soccorso. Nel 2010 han-no gestito 325 casi di cure mediche e sonostati realizzati oltre 216 interventi per situazionispecifiche.

MESSAGGERI DELLA SALUTEE DELLA NOTTE

HOGAR CLINICA SAN JUAN DE DIOS AREQUIPA, PERÙ

Africa: il Centro di Porga compie 10 anniIl centro di salute “San Giovanni di Dio”di Porga in Benin – nord ovest del Paeseal confine con il Burkina Faso - copreun’area sanitaria di quattro villaggi am-ministrativi e sei frazioni per una popo-lazione stimata di 7.958 abitanti. In questidieci anni di insediamento e di lavoro irisultati ottenuti possono definirsi più chesoddisfacenti. Si parla di regressione e

addirittura soppressione di epidemiecome meningite, poliomielite, morbillo,colera che fino a qualche anno fa deci-mavano la popolazione; sempre piùdonne in gravidanza scelgono di farsi se-guire dal centro di salute; accessibilitàdelle cure a tutti anche a chi vive oltrefrontiera. Il centro non è autosufficientee deve appellarsi ad azioni generose da

parte di ong, associazioni e persone dibuona volontà. Grazie all’aiuto e al so-stegno continuo di uno dei primi e deiprincipali sostenitori - l’associazione UTAonlus (Uniti per Tanguiéta e Afagnan) –il centro di Porga continua ad essere il“secondo più frequentato dei 22 centridi salute della zona sanitaria di Tan-guiéta”.

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L’ansia da prestazione è un malessere che puòparalizzarci quando dobbiamo affrontare unaprova importante in presenza di altre persone.La conosciamo da subito, da piccoli, fin dallaprima interrogazione a scuola. Chi non ricordaquel mal di pancia o quel senso di nausea concui osservavamo il maestro scorrere su e giùl’elenco degli allievi da “giudicare”.Ecco, sta proprio qui il punto, sentirsi giudicati.Non sentirsi liberi di poter esprimere un pen-siero o un’idea. Per un artista, il senso di ango-scia che pervade talvolta tutta la persona, puòmandare in tilt il sistema psico-motorio, annul-lando in un attimo mesi di preparazione.“Corpo e mente lavorano in concerto, ma nonsempre in armonia” scrive Julie Jaffee Nagel,psicoanalista; troppo lunga sarebbe infatti la li-sta dei cosidetti disturbi psicosomatici che af-fliggono i musicisti…Il grande Artur Rubinstein racconta nella suaautobiografia che il debutto di un nuovo pezzoavveniva sempre alla presenza della governan-te, che, suo malgrado, seduta in poltrona al co-

spetto del Maestro, si-mulava il suo pubblico. Ilsenso di angoscia infattipuò comparire anche in pre-senza di una sola persona. Quel-lo che fa la differenza è la sensa-zione di aver messo in gioco tuttose stesso, ma di poter non essere al-l'altezza delle aspettative dell'altro. Bisognerebbe da una parte studiaremolto cercando di risolvere “a casa”ogni più piccolo problema tecnico-musi-cale e, contemporaneamente, lavoraremolto su se stessi, fino a convincersiche ci ascolta non è un plotone d’ese-cuzione, ma tanti esseri umani che ri-lassati nella loro poltrona aspettanodi poter godere di un’emozione inti-ma che poche cose al mondo sannodare come la musica.La verità è che oggi più che mai, sonoproprio le emozioni, e il viverle, chepiù ci spaventa.

di Angela Chiofalo

Pianista

SI SALVI CHI PUÒPr

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CAMPUS DELLE ARTI 2011 - in vacanza con il tuo strumento

TUSCANIA dal 30 luglio al 7 agosto

per info: www.campusdellearti.eu/homeCDA.html

A Brescia il festival per il Villaggio della Carità

Congresso Aipas ad Assisiper informazioni

Fra Angelo De Padova 339.10.34.370 - [email protected]

Si è da poco conclusa la Iª edizione della manifestazione cul-turale “Festival del Sorriso” organizzata a Brescia, dal 23 al26 giugno, dall’Asilo Notturno S. Riccardo Pampuri Fatebene-fratelli Onlus.L’evento è nato allo scopo di raccogliere fondi per la ristruttu-razione dei locali che ospiteranno una nuova Casa Famigliaper Anziani in difficoltà. L’occasione è servita per far conoscerele attività dell’Asilo Notturno che opera sul territorio brescianodal 1982 a sostegno dei senza fissa dimora, e per diffondere ilcarisma di San Giovanni di Dio, fondatore dell’Ordine Ospe-daliero dei Fatebenefratelli. L’iniziativa si inserisce nel più am-pio progetto de “Il Villaggio della Carità” della Provincia Lom-bardo - Veneta dei Fatebenefratelli. Si tratta di una rete distrutture unite da un comune denominatore, cioè attuareun’iniziativa concreta in grado di fornire un'assistenza integraleche consideri tutte le dimensioni della persona.

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Ufficio Stampa

di Emanuela Finelli

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Inizi

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CURARE INEMERGENZA

Direttore del Dipartimento di Emergenza e dell’Unità Operativa Complessa di Anestesia, Rianimazione e Terapia intensiva

Intervista a Danilo Celleno

Di cosa si occupa il suo Reparto?Dobbiamo distinguere tra il Dipartimen-to di Emergenza che si occupa di tuttociò che arriva al Pronto Soccorso el’Unità Operativa di Anestesia, che offreassistenza a tutti i reparti chirurgici, allaradiologia, alla endoscopia e si occupadi tutte le emergenze interne dell’Ospe-dale. La Rianimazione fa parte del nu-cleo delle Terapie intensive, i malati viaccedono sia dalla camera operatoriadopo interventi particolari, sia diretta-mente dal pronto soccorso. La peculia-rità di questo reparto è caratterizzatadall’alta intensità di cura: un infermiereogni due letti, due medici per dodici let-ti, alta tecnologia.

Quindi si può dire che è un reparto chegestisce tutte le situazioni critiche.

Assolutamente sì. Ci sono 25 medici, 35infermieri e 12 ausiliari. In Rianimazioneabbiamo intorno a 500 ricoveri ogni an-no. Gli Anestesisti però non seguonosolo la Rianimazione ma anche tutte lesale operatorie (circa 10mila interventil’anno), l’Ostetricia (più di 4mila parti),l’assistenza in Radiologia, l’assistenzaagli esami endoscopici, in ambulatoriovisitano più di 7mila persone.

Quali sono i punti di eccellenza dell’Uni-tà da lei diretta? Per cosa si distingue?Come Unità Operativa di Anestesia eRianimazione, il nostro punto di eccel-lenza a livello nazionale ed europeo èl’attività che svolgiamo in Ostetricia. Con 4.500 parti l’anno l’Ostetricia di que-sto Ospedale è tra le più grandi d’Euro-pa. Non solo: è stato il primo reparto aRoma, e forse anche in Italia, ad offrire

la possibilità alle donne di avere un par-to indolore, con un servizio di anestesiaostetrica attivo 24 ore e completamentegratuito. Ci tengo a sottolineare chel’Anestesista non è solo colui che, conla peridurale, “toglie” il dolore del partoma è soprattutto la figura che si occupadi tutte le emergenze materno-fetali, ov-viamente insieme ai colleghi Ginecologi,alle Ostetriche e ai Neonatologi. La no-stra Rianimazione gestisce un ampia ca-sistica di emergenze legate al parto.

Come mai?Per l’elevato numero di parti e perchésiamo un centro di eccellenza. Ci ven-gono inviati casi critici anche da altrestrutture e per questo colleghi aneste-sisti, ginecologi, ostetriche vengono nelnostro reparto per conoscere le tecniche

più moderne dell’anestesia e dell’emer-genza in ostetricia. È un notevole impe-gno didattico.

Come riuscite a organizzarvi, conside-rando l’impegno clinico?Abbiamo creato un gruppo, una taskforce multidisciplinare che insegna,non solo qui, ma che ci richiedono an-che in altri ospedali, soprattutto perriproporre il nostro modello organiz-zativo. Inoltre, proprio da quest’anno,grazie al prezioso lavoro della dotto-ressa Maria Grazia Frigo, abbiamo in-trapreso a livello didattico la stradadella simulazione. In medicina si impara facendo ma nonsempre si può fare pratica sull’essereumano. Possiamo dire che siamo statii primi sul territorio nazionale a spe-rimentare la simulazione nell’emer-genza ostetrica.

Come riesce un medico del vostro re-parto a gestire le situazioni-limite, chenon riguardano solo la nascita ma ancheil fine vita?Nella società attuale si parla di anti-aging e non di invecchiamento: è l’al-lontanamento del concetto di morte chedovrebbe invece, da un punto di vistasociale e antropologico, far parte di quel-lo che è il ciclo della vita.È molto difficile far comprendere, so-prattutto ai familiari, che una personapuò morire. L’elaborazione del lutto èun punto fondamentale ed estrema-mente difficile, a cui nessuno ti prepara.La legge ci dà alcune regole che indica-no la “fine vita” ma poi spetta a noi in-terpretarle. È un impegno molto difficileal quale non ci si può sottrarre se si vuo-le fare il “medico”.

Il rapporto medico-pazienteè un altro aspetto impor-tante del vostro mestiere. È un aspetto fondamentale:la differenza tra curare eprendersi cura è il principiocardine della nostra profes-sione. Sempre di più nellamia esperienza il malato ri-chiede un medico che lo se-gua, lo ascolti, che faccia daguida. È questa la differenza tra un tec-nico della sanità, per quanto altamenteprofessionale, e un medico. Secondoquest’ottica il Reparto di Rianimazioneè aperto ai familiari che possono parte-cipare alle attività di assistenza, impa-randone anche alcune, in funzione di unpossibile ritorno a casa. Tutto questo èpossibile anche grazie alla grande pro-fessionalità e disponibilità dei nostri in-fermieri.

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Prof. Marmiroli, quando si parla di radiote-rapia a volte i pregiudizi sono tanti….Sì, molto più nell’opinione pubblica generaleche non nel paziente che ha già avuto qual-che contatto con la medicina o con un pro-blema neoplastico.Oggi la nostra battaglia culturale è far capireche la radioterapia è un trattamento che puòessere anche l’unica e risolutiva terapia perportare a guarigione il paziente. Uno degliesempi più eclatanti è quello del tumore allaprostata, che non necessita più di un inter-vento chirurgico.

Il paziente si accosta alla radioterapia congrande preoccupazione. Come viene aiutatoad affrontare questo trattamento?Sì, è vero che il paziente può essere un po’spaventato e preoccupato dai danni che puòavere dalla radioterapia. A volte è anche sor-preso dalla durata del trattamento, visto chenella maggior parte dei casi può andare dallesei alle otto settimane consecutive. Ed è perquesto che si cerca di entrare in confidenzacol paziente spiegandogli man mano i varipassaggi, anche preliminari del trattamento:tac di simulazione, tatuaggi, segni sulla pelle,la prevenzione e la gestione dei principalieffetti collaterali.

Le preoccupazioni maggiori dei pazientiriguardano gli effetti collaterali.Gli effetti collaterali ci sono e sono correlatia quale segmento corporeo è sottopostoall’esposizione ai raggi. Si tratta di segni esintomi di infiammazione e di irritazionea carico degli organi che sono compresinel campo di irradiazione. E il paziente èspesso spaventato da questo. Molte voltele persone mi chiedono se si diventa ra-dioattivi, se ci sono pericoli avvicinandoparenti o donne in stato interessante, manon ci sono rischi di questo tipo.

Quali sono i punti di forza di questo re-parto?È presente una tecnologia ancora oggiavanzata. Il Centro ha più di 10 anni, maavendo aggiornato il software delle ap-parecchiature, siamo ancora competitivi.Abbiamo rapporti con vari ospedali diRoma e quindi un importante scambio dipazienti. Nostro punto di forza è il grandelavoro di équipe interdisciplinare cheviene fatto tra chirurghi, otorinolaringo-iatri, urologi, oncologi medici e ginecologiper i tumori femminili.

Quali sono i tumori che più vengono trattati?Il tumore alla mammella e il tumore alla prostata; in secondo luogoi tumori addominali e polmonari, per ultimi i tumori cerebrali. Ri-spetto agli altri ospedali, trattiamo inoltre molti casi di tumori dellaregione otorinolaringoiatria, grazie alla gloriosa scuola chirurgicache ospitiamo.

Quanti pazienti avete in cura ogni anno?Circa 600-700 pazienti. L’équipe è costituita di oncologi radioterapisti,tecnici di radiologia medica, infermieri per un totale di 7 medici piùuno, 12 tecnici più un cordinatore tecnico, 3 infermiere e 2 suoreoriginarie della Colombia all’accoglienza.

Una caratteristica di questo Ospedale, secondo lo stile assistenzialedei Fatebenefratelli, è la cura della persona in senso globale. Comesi svolge questo percorso nel vostro reparto?C’è un trattamento personalizzato. Determinati regimi dietetici, prov-vedimenti di ordine igienico e di pulizia di detersione possono peròaiutare notevolmente a sopportare la radioterapia. In più c’è la nostradisponibilità all’ascolto e all’accoglienza delle varie istanze, compresal’ampia disponibilità a trovare una fascia oraria comoda per il singolopaziente. Per questo molte persone escono soddisfatte da questaesperienza, per quanto difficile, e spesso ci scrivono lettere di rin-graziamento, messaggi affettuosi…

L’ISOLA DELLA SALUTE > GIUGNO/LUGLIO 2011

di

Ufficio Stampa

Inizi

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RADIOTERAPIAcura e accoglienza

Intervista a Luca Marmiroli,

Direttore dell’Unità Operativa

di Radioterapia

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È stato assegnato da Aldo Ozino Caligaris -presidente della Fidas - ad Alessandra Ga-letto, cronista de “L’Arena” di Verona, il“Premio Giornalistico Nazionale IsabellaSturvi”, indetto dalla EMATOS-FIDAS pervalorizzare il tema del volontariato e delladonazione del sangue.Portando alla ribalta un tema delicato ed at-tuale come la donazione del sangue fra gliimmigrati, la giuria - composta da Bruno Piz-zul, storico telecronista della RAI; StefanoTrasatti, direttore dell'agenzia Redattore So-

ciale; Filiberto Molossi, caporedattore delGazzettino di Parma; Bernadette Golisano,direttrice della rivista Noi in Fidas e DarioCravero, presidente onorario della FIDAS -,ha scelto il servizio della giovane cronista

veronese come vincitore assoluto del pre-mio. Menzioni speciali della giuria sonostate, inoltre, assegnate a Maria Paola Salmide “La Repubblica” e Eliana Astorri di “Ra-dio Vaticana”.Scomparsa il 12 luglio del 2009 a seguito diun’improvvisa malattia, Isabella Sturvi è stataa lungo responsabile dell’ufficio VIII, “Sanguee trapianti”, presso la Direzione Generaledella Prevenzione Sanitaria del Ministerodella Salute, dove si è fatta apprezzare per ilsuo impegno, la sua competenza e la suaprofessionalità, doti che hanno permesso aun settore importante, come la medicina tra-sfusionale e dei trapianti, di crescere e svi-lupparsi in modo costante ed armonico.

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NUOVE LINEE GUIDAdell’American Heart Association

Pubblicate le nuove Linee Guida 2010 dell’AmericanHeart Association per la rianimazione cardiopolmonare(RCP) e l’assistenza cardiovascolare di emergenza(ECC). Modificata la sequenza A-B-C che diventa C-A-B.

A-B-C DIVENTA C-A-BUna variazione importante è quella che modifica la clas-sica sequenza del BLS da A-B-C (Airway, Breathing,Chest compression; apertura delle vie aeree, ventilazioni,compressioni toraciche) a C-A-B. Le compressioni toraci-che diventano quindi la prima manovra da effettuare equesto cambiamento è motivato dall’osservazione chenell’arresto cardiaco extraospedaliero la percentualedelle vittime sottoposte a RCP è estremamente bassa eche effettuare anche solo le compressioni toraciche com-porta un aumento della sopravvivenza. D’altra parte ini-ziare con la respirazione artificiale, che viene consideratala manovra più difficile e che spesso rappresenta unabarriera ad effettuare le manovre di RCP, comporta unritardo nelle compressioni toraciche. Viene anche sottolineata l’importanza della RCP HandsOnly (solo compressioni toraciche) riservata soprattuttoai soccorritori non addestrati con il messaggio forte chedi fronte ad un arresto cardiaco è importante almeno ini-ziare il massaggio cardiaco.

Nel nostro ospedale in collaborazione con la Fondazione Internazionale Fatebenefratelli si organizzano da tempo corsi di BLSD esecutore rivolti al personale sanitario e laico.

Direttore UOC Cardiologia

di Paolo Azzolini

PREMIO STURVIdi Massimo Angeli

L’ISOLA DELLA SALUTE > GIUGNO/LUGLIO 2011

Inizi

ative

Diverse sono le modificherispetto alle ultime lineeguida del 2005, in particola-re relativamente al suppor-to di base delle funzionivitali (BLS) che viene effet-tuato tanto dai soccorritori“laici” quanto dagli opera-tori sanitari.

resto cardiaco. Infine vedia-mo come i quattro classicianelli della catena dellasopravvivenza siano divenu-ti 5 con l’aggiunta dell’assi-stenza al post arresto.

Il gruppo istruttori BLSD: da sinistra Daniela Ceccaroni, Maria Paola Risa, FabrizioZucchiatti, Stefano Verbigrazia, Paolo Azzolini, Clorinda Lucani, il manichino.

Il soccorritore verifica se la vittima non rispon-de e - nello stesso tempo - l’assenza di respira-zione. Il soccorritore sanitario valuta il polsocarotideo. Subito dopo iniziano le 30 compres-sioni toraciche seguite dalle 2 insufflazioni(rapporto 30:2). È stata quindi eliminata lamanovra GAS per la valutazione del respirosempre con l’intento di dare più spazio allecompressioni toraciche.

RICONOSCIMENTO DELL’ARRESTO CARDIACO

Le compressioni toraciche devonoessere almeno 100 al minuto (LG2005 circa 100/min) con una profon-dità minima di 5 cm (LG 2005 4-5cm). Il numero di compressioni tora-ciche al minuto e la qualità dellestesse sono fattori determinanti per il ripristino della circolazione sponta-nea e la sopravvivenza con buonefunzioni neurologiche. Nelle nuoveLinee Guida rimane invariata l’im-portanza della defibrillazione pre-coce e viene anche consideratol’utilizzo dei defibrillatori semiauto-matici (DAE) in ambito ospedalierocon l’obiettivo di erogare una sca-rica al massimo a 3 minuti dall’ar-

IMPORTANZA DELLA QUALITÀ DELLE COMPRESSIONI TORACICHE

I collegamentinella nuova catena

della sopravvivenza ECC di AHAper gli adulti sono:

1. Immediato riconoscimento dell’arresto cardiaco e attivazione del sistema di risposta alle emergenze

2. RCP precoce con particolare attenzione allecompressioni toraciche

3. Defibrillazione rapida

4. Supporto vitale avanzato efficace

5. Assistenza post-arresto cardiaco integrata

Nuova catena della sopravvivenza

Algoritmo del BLSD

Premere

forte

•P

rem

ere

rapidamente

Non cosciente Non respira o respirazione anomala (solo boccheggi)

Attivare la risposta di emergenza

Cercare un defibrillatore

Iniziare la RCP

Verificare il ritmo/erogare scarica se indicato Ripetere ogno 2 minute

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Il paziente anziano fragile

L’ISOLA DELLA SALUTE > GIUGNO/LUGLIO 2011

s

Il progressivo e irreversibile aumento della popolazioneanziana nei paesi occidentali con il conseguente dimi-nuito rapporto tra giovani e anziani, dovuto anche alla ri-dotta natalità, ha fatto emergere con sempre maggiorevidenza la necessità di un aggiornamento continuo nel-l’approccio alle problematiche che questa popolazioneesprime. Come è noto nell’anziano con il progredire del-l’età vi è un incremento delle condizioni di rischio per sva-riate patologie acute e croniche invalidanti con comparsadi alterazioni anche gravi delle capacità cognitive, dellecapacità motoria, visiva, uditiva, del grado di autonomia,dello stato nutrizionale e del tono dell’umore. Tutto ciòfavorisce l’insorgenza di uno stato di “fragilità” per ilquale è stata coniata nella letteratura anglosassone la di-zione “Frailty Syndrome”.Il grado di “fragilità dell’anziano” va valutato con ilcontesto sociale in cui vive che può addirittura moltospesso favorire un più rapido decadimento fisico e psi-chico. Valutando il tessuto sociale si devono considerare

soprattutto le attuali difficoltàdelle famiglie a mantenere lafunzione di storiche depositariedel mandato assistenziale al pa-ziente anziano che peraltro nel-l’ambito della famiglia, soprat-tutto quando non è autosuffi-ciente, si autoemargina perché,diversamente da quanto potevaavvenire in tempi non recenti,non si sente di rivestire un ruoloben definito ma addirittura di

considerasi inutile e “di peso”.Cosa accade quando un paziente anziano “fragile” vienericoverato d’emergenza in un ospedale per una patologiaacuta o per un aggravamento di una patologia cronica chespesso presenta anche altre patologie e condizioni pree-sistenti di disautonomia e/o di carente sostegno ai suoi bi-sogni? È sufficiente fare tutto il possibile per superare lasituazione critica per cui il paziente è stato portato in ProntoSoccorso o invece la presa in cura deve prevedere anchetutta una serie di interventi per contrastare il possibile ul-teriore declino e l’avvio di un programma di adeguata as-sistenza anche dopo il ricovero? Cosa si può fare negliospedali, organizzati istituzionalmente per affrontare pro-blemi “acuti”, per mettere in atto questi interventi? La risposta a queste particolari esigenze è attualmentecarente sia per la mancata registrazione e la puntualeanalisi di queste particolari situazioni di fragilità sia perle difficoltà, nonostante la buona volontà degli operatorisanitari, di organizzare una assistenza impegnata nonsolo a risolvere il problema di salute acuto ma a dare an-che un importante contributo al tentativo di assicurare,nei limiti del possibile, un benessere psico-fisico duraturoa pazienti così complessi. Il nostro ospedale nell’ambitodel Dipartimento delle Discipline Mediche – la primarealtà coinvolta in caso di ricoveri d’urgenza – sta elabo-rando un programma per l’assistenza multimodale alpaziente anziano che si inserisce in un progetto più vastoin cui sono coinvolte tutte le province religiose europeedell’Ordine: un percorso che trae ispirazione dai valoriumani, cristiani e dell’ospitalità in cui si inserisce la tra-dizione dei fratelli di San Giovanni di Dio.

di Filippo Alegiani

Direttore DipartimentoDiscipline Mediche

Inizi

ative

Dirigente UOC Otorinolaringoiatria

di Luca De Campora

Attualmente la calcolosi delle ghiandole salivari o scialo-litiasi viene trattata con l’intervento di scialectomia, ovverocon la rimozione chirurgica per via esterna della ghiandolasalivare. Tale intervento prevede un accesso chirurgico inanestesia generale in sala operatoria, l’incisione cutaneacervicale classica, la rimozione della ghiandola ed il posi-zionamento di un drenaggio percutaneo cervicale con untempo medio di ricovero variabile tra i 2 ed i 4 giorni. Conil progredire della miniaturizzazione dei sistemi ottici fles-sibili, rigidi o semi-rigidi, si è reso disponibile lo scialoen-doscopio, endoscopio in grado di esplorare per fini siadiagnostici che operativi i dotti principali delle ghiandolesalivari. In tal modo il calcolo viene rimosso in endoscopiapassando attraverso il dotto salivare, senza bisogno di in-tervento alcuno. È divenuto quindi possibile operare le patologie che tutt’oggirisultano identificate dalla diagnosi “Scialolitiasi/scialoade-nite” in anestesia generale o locale a seconda della com-plessità dell’intervento, in regime di One Day-Surgery, senzaalcun tipo di incisione cutanea. La strumentazione è dotata di un kit di dilatatori, che con-sente di aumentare il diametro del dotto salivare per per-mettere sia l’introduzione dello scialoendoscopio, che didiversi strumenti utili per la rimozione del calcolo, quali le

pinze a cestello o le pinzeda presa diretta.L’intervento può essereeffettuato in anestesia ge-nerale ovvero in anestesialocale in base all’esperienzapersonale del chirurgo, il tempomedio operatorio è molto variabile in baseal tipo di dotto o calcolo da affrontare: può allungarsi inpresenza di dotti stenotici, di calibro molto ridotto o concalcoli di volume aumentato (>1cm) cu risulta necessariala frammentazione, ma comunque sempre compresi in ge-nere tra i 30’ ed i 90’.Sono necessari i routinari esami pre-operatori, una eco-grafia recente delle ghiandole salivari, una valutazioneotorino pre-operatoria, la quale, stabilità la fattibilità del-l’intervento, apre la strada alla procedure endoscopica.I rischi sono quelli generici legati più all’anestesia che nonall’intervento. L’unica controindicazione è rappresentatada calcoli incuneati nei dotti salivari minori soprattutto acarico della ghiandola parotide e pertanto difficilmenteestraibili a causa delle ridottissime dimensioni del dottosalivare, per tale motivo è indispensabile la valutazionepre-operatoria dell’otorino, ecografia alla mano.

LA SCIALOENDOSCOPIA, UNA SOLUZIONE SENZA TAGLI

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Dirigente DipartimentoDiscipline Mediche

di Dario Manfellotto

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Commissione per la riabilitazione

L’ISOLA DELLA SALUTE > GIUGNO/LUGLIO 2011

Inizi

ative

Nel 2009 il Ministero della Salute ha nominato una Commissioneper la revisione delle linee guida sulla riabilitazione. Di questaCommissione sono stato chiamato a far parte, in qualità di rap-presentante dei Medici Internisti ospedalieri. Dopo un intenso lavoro, il nuovo Piano di Indirizzo per la Riabi-litazione è stato presentato il 7 ottobre 2010 dal Ministro Fazio eapprovato dalla Conferenza Stato-Regioni il 10 febbraio 2011.La riabilitazione costituisce il terzo elemento del percorso sanitarioinsieme alla prevenzione e alla terapia. Un elemento di grandeimportanza, soprattutto se si considera che in Italia le personecon disabilità sono quasi 3 milioni.Come ha detto il Ministro Fazio alla presentazione del documento,“lo scopo dell’intervento riabilitativo è “guadagnare salute” inun un’ottica che vede la Persona con disabilità e limitazione dellapartecipazione non più come “malato”, ma come “persona aven-te diritti”. Quindi compito dell’intervento riabilitativo è valutarela Persona, per realizzare tutti gli interventi sanitari necessari perconsentirle di raggiungere il più alto livello possibile di funzio-namento e partecipazione, nell’ottica di un reale empowerment.”Negli ultimi anni la riabilitazione si è posta l’obiettivo di trattarela Persona con le sue possibilità e potenzialità di partecipazionerispetto al danno d’organo che ha determinato la limitazione. In-dipendentemente dalla causa della disabilità, lo scopo della ria-bilitazione risiede nell’individuare una modalità appropriata diintervento nelle diverse situazioni e in relazione alla multimorbidità.Questo principio si realizza con la “presa in carico dell’utente” el’erogazione degli interventi sulla base di programmi riabilitatividefiniti all’interno di uno strumento sintetico e specifico per cia-scuna Persona, il Progetto Riabilitativo Individuale (PRI).

Il PRI, utilizzando i parametri elencati nellaClassificazione Internazionale del Funziona-mento, Disabilità e Salute (International Clas-sification of Function, ICF), definisce la pro-gnosi, le aspettative e le priorità del pazientee dei suoi familiari e si sviluppa nel Diparti-mento di riabilitazione, struttura che forniscela garanzia della realizzazione di un adeguatopercorso di cura riabilitativo. Al Dipartimentodi riabilitazione devono essere forniti gli stru-menti per raggiungere obiettivi di qualità cli-nica e organizzativa, nel rispetto delle risorsedisponibili, ma anche quelli per gestire la si-curezza, la qualità, la politica di formazionedel personale, l’audit.Il progetto di riabilitazione si realizza in unasituazione di cronicità , oppure ha inizio inospedale, durante e dopo un ricovero d’ur-genza. Il piano di indirizzo prevede che ospe-dale e territorio siano strettamente collegatie che la presa in carico del paziente avvengaprecocemente prima della dimissione. La novità è anche la presa in carico precocenei reparti di Medicina Interna, che vedonoricoverati pazienti complessi e fragili e spessoanche anziani. La strategia è quella di un ap-proccio globale che metta la persona al centroe non la malattia. Per chi lavora negli ospedali Fatebenefratellio li conosce, questo approccio non è nuovo.L’umanizzazione dell’assistenza e il carismadell’ospitalità e dell’assistenza integrale, pro-pri dell’Ordine di San Giovanni di Dio, sonostati antesignani e promotori di una modalitàassistenziale che fa piacere vedere ripropostanel documento ministeriale.

Congresso Nazionale del Gruppo di Studio di Farmacoterapia Neonatale14-15 settembre 2011Per informazioni: [email protected]

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DI RITORNO DA LONDRA

L’ISOLA DELLA SALUTE > GIUGNO/LUGLIO 2011

s

L’ESTRO (Società Europea di Radioterapia Oncologica)

ha organizzato, a Londra presso l’Excel Centre dall’8 al 12

maggio, il principale evento del 2011, l’Estro Anniversary,

per celebrare il trentennio dedicato alla ricerca e all’inno-

vazione nella cura del tumore. Per questo evento sono

state riunite le tre maggiori conferenze europee del settore:

ESTRO International Oncology Forum, 11th Biennal

ESTRO Conference in Physics and Radiation Technology

for Clinical Radiotherapy e GEC-ESTRO-ISIORT Europe

Conference. Come fisico medico ho seguito in prevalenza

i lavori dell’11th Biennal ESTRO Conference in Physics

and Radiation Technology for Clinical Radiotherapy. Du-

rante il Convegno sono stati dibattuti gli aspetti più inno-

vativi di un trattamento radioterapico come la radioterapia

a quattro dimensioni (4D, le tre dimensioni spaziali e quella

temporale) e il tracking tumorale, finalizzati ad ottenere

un trattamento sempre più selettivo ed efficace. La radio-

terapia 4D, o gating respiratorio, consente di controllare

i movimenti del torace del paziente e quindi anche i mo-

vimenti degli organi interni, intervenendo sull’apparec-

chiatura in modo da bloccare l’irradiazione in certe fasi

respiratorie e di erogarla in altre. Il Tracking del movimento

d’organo, come il movimento della prostata durante una

seduta di trattamento radioterapico, monitorizza, mediante

l’acquisizione di una sequenza di immagini radiografiche,

la posizione di opportuni reperi permettendo la correzione

automatica del trattamento radioterapico senza, in questo

caso, l’interruzione dello stesso.

È stato inoltre di mio particolare interesse seguire gli ap-

profondimenti sugli aspetti molecolari delle funzioni cel-

lulari che consentono di includere nel settore della radio-

biologia oltre a quella “classica” anche la più moderna e

nascente radiobiologia molecolare, necessaria per lo svi-

luppo di nuove metodiche di imaging e di trattamenti ra-

dioterapici sempre più mirati ed individualizzati. La messa

a punto di un algoritmo con relativo codice di calcolo per

la valutazione dell’effetto radiobiologico, risposta del tu-

more e complicanze dei tessuti normali coinvolti nell’ir-

radiazione, è infatti argomento di studio e di ricerca a cui

sono dedicata nell’ambito della UOC di Fisica Sanitaria,

al fine di predisporre uno strumento di valutazione per il

confronto di tecniche rivali e per la loro ottimizzazione.

Dirigente FisicoUOC Fisica Sanitaria

TRAVAGLIO ED EPIDURALE: uno studio sui nuovi

andamenti del PARTO

Inizi

ative

Dirigente della UOC Ostetricia e Ginecologia

Uno studio sui cambiamenti delle dinamichedel travaglio nelle donne sottoposte ad ane-stesia peridurale, condotto su un campione di600 pazienti, è stato di recente pubblicato dallarivista internazionale “The Journal of Obste-trics and Gynaecology Research”. Alla ricercaha preso parte una équipe di anestesisti, gi-necologi, ed ostetriche del Fatebenefratelli al-l’Isola Tiberina, col supporto statistico del-l’AFaR (Associazione Fatebenefratelli per la Ri-cerca), in collaborazione con il Dipartimentodi Ostetricia e Ginecologia dell’Università “LaSapienza” di Roma e la Scuola di Medicinadell’Ospedale di Hammersmith (Londra). Lo studio ha preso in considerazione donnecon travaglio fisiologico, quindi non sottopostea taglio cesareo, al primo parto e con gravi-danza singola. I dati sono stati raccolti grazieal lavoro puntuale e meticoloso delle dr.sseMaria Grazia Frigo, Cristina Todde, FedericaRossi e dell’Ostetrica Rosaria Paglione.

Da questa ricerca si evince, in termini generali,che l’anestesia peridurale accorcia in manierasensibile la durata della prima fase del trava-glio (definita “dilatante”), con un tendenzialeprolungamento della seconda fase del parto(periodo “espulsivo”).“In base ai dati analizzati - spiega GiovanniLarciprete, ginecologo all’Isola Tiberina e par-te dell’équipe di ricercatori coinvolti in questostudio - è stato possibile estrapolare una nuo-va curva che ha ridefinito l’andamento deltravaglio fin qui codificato dalle curve diFriedman (del 1972) e di Zhang (del 2000),che non tenevano conto del parametro del-l’anestesia peridurale, oggi adottata dal 90%delle partorienti”. “Questo nuovo andamento del travaglio – rassi-cura il medico - non è da considerarsi dannoso,ma andava analizzato e codificato. Inoltre, ci dà laconferma che l’anestesia peridurale non provocaaumento di parti cesarei”.

di Antonella Bufacchi

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La genetica sta acquisendo un ruolo sempre maggiore nellaricerca biomedica, anche per le sue enormi implicazioni cli-niche. Esistono comunque complessi problemi di ordine eticoche rendono delicata la ricerca in questo settore. Il nostro Co-mitato di Etica, anche in linea con il Comitato Etico delle Isti-tuzioni Ospedaliere Cattoliche Bresciane (CEIOC), valuta i pro-getti di ricerca in genetica con attenzione, sia per salvaguar-dare i “dati sensibili” dei soggetti studiati, sia per garantirela correttezza etica e metodologica di iniziative attuali e future.Il nostro ospedale ha una buona esperienza in questo settore.Il laboratorio di genetica diretto dal dr. Rongioletti ha una tec-nologia avanzatissima che lo ha posto all’avanguardia in Italiae in Europa. La sua attività e i suoi studi sono rivolti in parti-colare alle mutazioni che alterano i processi della coagulazionee a malattie genetiche come la fibrosi cistica. Il laboratorioAFaR della Dr.ssa Squitti è l’ispiratore di molte pubblicazioniscientifiche nel campo delle neuroscienze, in particolare dellamalattia di Alzheimer, applicando tecniche di farmacogenetica

e di proteomica. Infine, il Centrodi Fisiopatologia Clinica, che col-labora con la Prof.ssa Fuciarellidi Tor Vergata per una serie distudi sui geni detossificanti im-plicati in malattie croniche, co-me l’ipertensione arteriosa el’asma bronchiale e sulle loro in-terazioni con l’ambiente. Il pro-getto dell’AFaR è di stringeresempre di più i rapporti di col-laborazione fra questi laboratori,per poter contribuire alla produ-zione di lavori scientifici validi,che contribuiscano a chiarire inche misura le mutazioni geneti-che possano influenzare le ma-nifestazioni cliniche delle malat-tie e, in un futuro prossimo, an-che determinare i farmaci piùadatti per le singole malattie,grazie alle acquisizioni della far-maco-genomica. La rete che stanascendo è lo strumento che po-trà portare a questi risultati.

L’ISOLA DELLA SALUTE > GIUGNO/LUGLIO 2011

AFaR

Coordinatore scientifico AFaR Isola Tiberina ROMA

di Dario Manfellotto

Il gruppo IT AFaR, attivo sin dal 2003, fornisce di-versi servizi per la rete Fatebenefratelli grazie alnuovo centro di calcolo scientifico (CCS) proget-tato e realizzato a cura dei propri ingegneri

(Campolongo, Milazzo, Paulon) e tecnici (Crucia-ni, Siena, Teodori). Ad esempio il portale webdell’AFaR è interamente sviluppato e ospitatopresso il CCS. Dal 2008 è attivo il servizio di rac-colta dati via web per le statistiche sulle attivitàdell’Ordine Fatebenefratelli nel mondo. Nel 2012sarà attivo un servizio di raccolta dati in collabo-razione con il CNR per lo studio dello sviluppodel linguaggio nei bambini. Oltre alla produzionedi servizi il gruppo IT è impegnato in attività diricerca e sviluppo di nuovi sistemi per la sanità.

IL GRUPPO INFORMATIONTECHNOLOGY (IT) DELL’AFAR

LA GENETICAE LA RICERCAIN OSPEDALE

MARIA FUCIARELLI, SARA PIACENTINI, RENATO POLIMANTI

ADELE FRANCIULLI, BERNARDETTA MAJOLINI, CINZIA VACCARELLA, MAURO RONGIOLETTI,

FABRIZIO PAPA, ALESSANDRA LUCIANO, GENNARO BRUNO, PAOLA SCOTACCIA.

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IL PROGETTO BASDal 2011 l’Associazione Fatebenefratelliper la Ricerca (AFaR) finanzia un progettodi ricerca per lo sviluppo di un simulatoreaziendale, denominato BAS, per l’ospe-dale Fatebenefratelli (FBF) Isola Tiberinadi Roma. Questo strumento non solo è ingrado di fornire un rapporto sulle attivitàdell’ospedale con opportuni indicatori sa-nitari e gestionali, ma può risultare utileall’azienda suggerendo quali e quanti ser-vizi erogare affinché l’ospedale possa ri-sultare efficiente ed efficace nell’assisten-za ai propri pazienti. Sono responsabilidel progetto il Dr. Ferrante e il Dr. Cellucci(FBF), il Dott. Maurici (ricercatore in igiene,Tor Vergata), il Dr. Pasqualetti (statistico,AFaR) e la Prof.ssa Pitolli (matematico, di-partimento SBAI, “Sapienza”). Sono coin-volti nel progetto a vario titolo anche laDr. Campolongo, la Dr. Donno, l’Ing. Gior-

dani, la Dr. Lagana, la Dr. Laudati, l’Ing.Milazzo, l’Ing. Paulon, la Dr. Pozzato, la Dr.Simonelli e il CED dell’ospedale. Per unapprofondimento si visiti il sito AFaR.

DI RITORNO DA LONDRA

TRAVAGLIO ED EPIDURALE: uno studio sui nuovi

andamenti del PARTO

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Direttrice FIFFondazione Internazionale Fatebenefratelli

DOPPIA DIFESA ALL’ISOLA

L’ISOLA DELLA SALUTE > GIUGNO/LUGLIO 2011

di Giovanna D’Ari

È stato firmato nei nuovi locali “Centro San Bene-detto Menni” dell’Ospedale il protocollo d’intesaper l’apertura del Centro di Accoglienza per PersoneEsposte (APE), promosso dalla Fondazione DoppiaDifesa, dalla Fondazione Internazionale Fatebene-fratelli e dall’Ospedale dell’Isola. Il Centro entreràin funzione in autunno e offrirà supporto sanitariointegrato con accoglienza, attività di sostegno e as-sistenza psicologica e legale a donne vittime di di-scriminazioni, violenze e abusi. La sede di APE saràospitata proprio nei nuovi uffici dell’ospedale diLungotevere de Cenci. L’Ospedale Fatebenefratellifornirà tutti gli arredi e il personale ospedaliero ne-cessario mentre Doppia Difesa sarà presente inqualità di partner, attraverso il sostegno economicoderivante dalla campagna sms solidali 2011 e l’as-

sistenza legale necessaria alle vittime che ne faran-no richiesta. La Fondazione Internazionale Fatebe-nefratelli curerà in particolare la formazione del per-sonale coinvolto. Per Doppia Difesa ha siglato l’ac-cordo l’onorevole-avvocato Giulia Bongiorno, perla Fondazione Internazionale Fatebenefratelli FraRudolf Knopp e per l’Ospedale dell’Isola Tiberina ildirettore generale dott. Carlo Maria Cellucci. La Fon-dazione Doppia Difesa è stata creata dall’onorevo-le-avvocato Giulia Bongiorno, Presidente dellaCommissione giustizia della Camera dei Deputati,e dalla conduttrice televisiva, attrice e modella Mi-chelle Hunziker. Con l’occasione l’onorevole GiuliaBongiorno ha consegnato ai responsabili dell’Or-dine un assegno per un importo di 50mila euro perl’avvio concreto di tutti i servizi connessi al progetto.

Nella società odierna, sempre piùil corpo diviene strumento di con-fronto con l’ambiente, con gli altrie con se stessi. La maggior partedella popolazione femminile e cir-ca il 50% di quella maschile provaun grave disagio verso il proprioaspetto derivante dal significatoattribuito all’immagine corporea,che sempre più rappresenta or-mai un vestito per l’individuo, unadivisa da indossare per presentar-si al mondo al top delle propriepotenzialità. Attualmente il distur-bo di dimorfismo corporeo è inaumento a causa dell’insicurezzasociale e personale che dilaga so-prattutto nei giovani. Molte sonole persone che desiderano esserepiù belle sia perché l’immagine èil mezzo di comunicazione più ra-pido e diretto tra le persone, siain quanto la bellezza, in una so-cietà come la nostra, è spesso ac-comunata al successo. La disar-monia tra la forma idealizzata delcorpo e quella reale, può determi-nare gravi problemi, poiché, co-munque, il nostro corpo influenzal’immagine di ciascuno e ne in-

fluenza il carattere. Certamente lamedicina estetica, creando un rap-porto prolungato e profondo coni pazienti, utilizzando interventimeno invasivi, può aiutare a mi-gliorare la propria immagine so-prattutto quando si sta vivendoun periodo di crisi d’identità col-legata a momenti di disistima chetalvolta, se non bloccati in tempo,sfociano verso la depressione. Inquesto la medicina estetica per-segue il proprio obiettivo oramaicodificato da tempo: creare, rista-bilire, prolungare l’equilibrio psi-cofisico dei pazienti e prevenireinvecchiamento generale e cuta-neo. Qualora la non accettazionedi sé sia molto strutturata, puòportare a un sentimento negativoverso se stessi e a comportamentinocivi per la propria salute. In casicome questi, quindi, l’interventodi chirurgia estetica può essere ingrado di produrre un qualche gio-vamento tanto nell’aspetto fisicoquanto in quello psicologico do-nando maggior sicurezza in sestessi, nei confronti del mondoesterno e nei rapporti con gli altri.

È chiaro, però che nessun model-lamento estetico può risolvereprofondi problemi della persona-lità: ecco perché sarebbe sempreutile prevedere, prima della deci-sione sull’intervento, dei colloquipsicologici, eventuali approfondi-menti psicodiagnostici con testproiettivi e questionari idonei adaccertare la reale motivazioneconscia e inconscia alla metamor-fosi e al cambiamento. Questemotivazioni ci hanno portato apensare ad un incontro tenutosil’8 maggio al Centro CongressiRome Cavalieri The Waldorf Asto-ria Collection - primo nel suo ge-nere - in cui medici estetici, chi-rurghi plastici e psicologi si sonoconfrontati condividendo le pro-prie esperienze per cercare di tro-vare le linee comuni di approccioallo screening psicologico del pa-ziente, con lo scopo di miglioraresempre di più l’accettazione delrisultato dell’atto medico-chirur-gico, poterlo mirare in manieraprecisa nel momento più idoneoe ridurre ulteriormente compli-canze da aspettative deluse.

Fif

22 Direttore della Scuola di Medicina Estetica della FIF

di Emanuele Bartoletti

METAMORFOSI ALLO SPECCHIO

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Vita all’IsolaInserto della rivista Isola della Salute n. 31 > GIUGNO/LUGLIO 2011

È assai ampla e commoda strut-tura tutto in volta et ornato conPitture rappresentanti la vita e lacarità del Beato Giovanni di Dio.Così veniva descritta la Sala As-sunta, l’antica e principale corsiadell’ospedale tiberino, nella re-lazione della visita apostolica del1663. Un tempo il soffitto era de-corato con un ciclo di sei affre-schi, attribuiti al pittore austriacoJohann Paul Schor, attivo a Ro-ma dopo il 1640. Doveva risulta-re un bel vedere e soprattutto di-dascalico per chi entrava dall’in-gresso principale della Sala, al-lora sulla piazza di S. Bartolo-meo. Durante le ristrutturazioniavvenute nei secoli la Sala fu ri-dotta e la parte corrispondenteall’antica entrata fu adattata perla nuova farmacia ed insieme adessa anche uno dei sei riquadri.Attualmente è visibile nel sop-palco della farmacia, ma non ac-cessibile al pubblico. Il dipintocelato rappresenta un religiosoe Giovanni di Dio con l’aureola,che offrano da bere ai questuantilungo la strada, ed un angelo alato con una brocca. Il deteriora-mento dell’opera ne ha un po’

compromesso la leggibilità, ma se si osserva bene, dietro idue religiosi si nota un altro personaggio, di cui si vede il volto,la parte superiore di un’ala ed il particolare più importante: loscapolare, che lo identifica senza alcun dubbio come San Raf-faele Arcangelo, il cui sguardo vigile soprintende l’operatodella Famiglia Religiosa. I Fatebenefratelli lo venerano comeAngelo custode del loro Istituto e nei quadri lo raffiguranocon lo scapolare… e per averne… in molte occasioni speri-mentato il favore e la protezione, tutti i Confratelli nutronoper lui particolare devozione e la dovranno aver sempre, poi-ché è l’Angelo che si trova alla più immediata presenza di Dio.(Celi-Magliozzi, cap. XIX).

San Raffaele Arcangelo il custode della famiglia religiosa

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Curia Generalizia

di Chiara Donati

Il latte della mamma non si scorda maiIl Ministero della Salute ha organizzato, nel-l'ambito della “Campagna di comunicazioneper la promozione dell'allattamento al seno”,delle postazioni itineranti che hanno coin-volto tre importanti punti nascita romani. Il

Collegio delle Ostetriche di Roma, ha avutol'impegno di coordinare le attività ed i pro-fessionisti dei tre Centri (Policlinico Gemelli,San Giovanni e Isola Tiberina). Il risultato,per il nostro Ospedale, è stato molto positivo

ed ha visto la collaborazione di tutti i Profes-sionisti del “Dipartimento per la salute delladonna e del bambino” con l'integrazione del-le studentesse del Corso di Laurea in Oste-tricia, formate con i criteri OMS-UNICEF.

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Questa è la storia di un’esperienza. Quella dell’equipe ria-bilitativa che nel rispetto dei valori fondanti dell’Ordine deiFatebenefratelli e in particolare al carisma dell’ospitalità,fin dal 2001 (anno in cui è stato aperto il SPDC), realizza la-boratori psicosocioeducativi con finalità riabilitativa. Nelrispetto e nell’azione delle funzioni proprie del servizio so-ciale professionale, a cui il legislatore ne ha affidato il co-ordinamento, è stato dunque programmato l’assetto deilaboratori sviluppando le attività socio-educative attraversoun’evoluzione continua sia delle metodologie educativeche di ricerca sociale. Nella loro realizzazione si sono cosìalternate negli anni, diverse persone e figure professionali- studenti educatori professionali delle Università romaneLumsa e Roma Tre, infermieri, volontari dell’Avof, CaritasDiocesana e Fondazione Di Liegro - tutte motivate dallaconvinzione che il paziente psichiatrico possa attivare al-cune abilità che nella dis-abilità a lui riconosciuta rischianodi perdersi. Il modello teorico a marchio Fatebenefratelli,possiamo dire che si caratterizza per: espressione della so-cialità, osservazione educativa e occupazione del tempo(con attività strutturate e non strutturate). Dal 2006 con lapresenza stabile dell’educatore professionale, viene garan-tita ai pazienti la continuità dell’intervento educativo e unaprogrammazione ancora più ricca di laboratori, attività edeventi, che consente di avere momenti riabilitativi sei giornisu sette, anche grazie al sostegno dell’animatrice semprepresente. In particolare vogliamo ricordare a tutti l’evento

del 7 giugno scorso in cui è stata realizzata la mostra dipittura “Emozioni su tela”. Giunta alla sua terza edizione,con il supporto del Coordinamento SPDC è ormai cono-sciuta e pubblicizzata a Roma e nel Lazio.

di Fabio Spagnoli Coordinatore responsabile laboratori in SPDC e della Dott.ssa Rosanna Di Clemente Servizio Sociale

STRADA FACENDO: ESPERIENZE DI RIABILITAZIONE SOCIO EDUCATIVA

LA NOSTRA VOCE

CINQUE PER MILLE: DIPENDENTI E PENSIONATI

I PIÙ “GENEROSI”

La solidarietà – quella devoluta tra-mite fisco - ha per protagonisti i piùdeboli: lavoratori dipendenti e pen-sionati. Dalla nascita del meccanismodel 5 per mille, entrato in vigore perla prima volta con la dichiarazionedei redditi del 2006, si può dire che èil modello 730, quello che compilanoi lavoratori dipendenti e i pensionati,ad aver dato di più. Il 73% di questi contribuenti non sidimentica di sbarrare la casella e diinserire ogni anno il codice fiscaledell'associazione o dell'ente benefi-ciario. Più distratti, invece, i lavoratoriautonomi e i professionisti che com-pilano l'Unico: solo il 27 per cento diloro vincola il 5 per mille della propriaIrpef a scopi benefici.

Vita all’Isola

UNA SALDISSIMAFEDE INCERTA

Antonio Thellung

Tu in cosa credi?Un quesito iniziale: l’invito a chiedersi

che cosa si può credere oggi, nelladesacralizzante cultura dei nostri tempi.

Convinto che le abbondantissimeviolenze presenti sul pianeta dipendonodal persistere di tante, troppe immagini

divine violente che dividono anzichépacificare, l’autore si muove alla ricerca

di un cristianesimo dell’insieme. Unlibro impegnativo, data la complessitàdell’argomento, e tuttavia capace di

catturare anche l’emotività del lettorevia via che scorrono le pagine.

Paoline Editoriale libripp. 315

euro 16,00

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Vita all’Isola

È stata una tranquilla e spensierata giornata fuori porta quella tra-scorsa lo scorso 14 maggio dai volontari Avof che, insieme a FraBenigno Ramos e al Servizio Pastorale, si sono recati al Santuariodell’Amore Misericordioso di Collevalenza (PG).Guidati da Suor Manuela de Jesus, il gruppo ha visitato gli edificireligiosi considerati una delle più significative espressioni di ar-chitettura sacra della seconda metà del XX secolo. Un imponentecomplesso dotato di moderne strutture inserite in una serie di co-struzioni disposte sui versanti di una collina da cui si gode unostupendo panorama: il nucleo centrale è costituito dalla grandechiesa, consacrata nel 1965, e dalla cappella dell'Amore Miseri-cordioso, eletta a santuario nel 1959. In occasione del pellegrinaggio, il Padre Priore ha rivolto parole disaluto ai partecipanti, invitandoli a riflettere sul ruolo svolto dal vo-lontario. In particolare i volontari sono stati suddivisi in cinque gruppi

di lavoro allo scopo di favorire la reciproca conoscenza e di meditaresu una sorta di “Decalogo” che in dieci punti ha individuato lineeguida e problematiche legate all’attività del volontario.

IL VOLONTARIATO DELL’ISOLA TIBERINA RIUNITO A COLLEVALENZA

PREMIO PER IL “SOSTEGNO ALLE DONNE”

Anche quest’anno, il giorno 31 maggio è stato dedicato alla lotta contro il fumo. Le ostetriche hanno consegnato ai 12 bebé nati in quel giorno nel nostro Ospedale, un bavaglino commemorativo dell’evento, continuando così la sensibilizzazione dei genitori circa l’argomento.

Un bavaglino CONTRO il FUMO

Nell’ambito delle ma-nifestazioni per RomaCapitale, l’Ammini-strazione Capitolinaha promosso l’inizia-tiva "Roma Capitaledelle Donne" al fine dipremiare sessantadonne lavoratrici chehanno dimostrato disaper conciliare la vitalavorativa con quella

familiare. A tal proposito è stata premiata la dotto-ressa Maria Grazia Pellegrini, Ostetrica Capo del no-stro Ospedale con la seguente motivazione: “in virtùdell’importante, costante impegno profuso perso-nalmente e con il Collegio delle Ostetriche nel corsodegli anni, nell’ambito del sostegno alle donne nelfondamentale periodo della gravidanza, durante edopo la nascita del figlio“.

È sempre un piacere visitare l’Ospedale dell’Isola per-ché è una struttura tenuta dai religiosi – ha detto Mons.Armando Brambilla Delegato per l'assistenza religiosanegli Ospedali della Diocesi di Roma durante la visitatra i reparti - e in quanto tale è accogliente, capace difar sentire la gente a proprio agio. Trovo positivo ancheil lavoro del personale che ogni giorno esprime il me-glio di sè in favore dei malati.Tener presente il discorsoolistico della persona vuol dire fare una medicina verae non soltanto una medicina fatta di interventi e far-maci. Il Priore Fra Benigno Ramos mi ha invitato – haconcluso Mons. Brambilla - ed è positivo vedere daparte sua una voglia di rinnovare, di fare, di rilanciare.

UNA MATTINA IN CORSIA

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TOUR IN SPAGNAVita all’Isola

Diar io del 29 e 30 maggio“Il 29 mattina, memori delle emozioni della serata precedente, siamo partiti per Granada in trepidante attesa di raggiungere il luogo più significativodel nostro pellegrinaggio, la città che ha rappresentato il centro vitale dell’opera di S. Juan de Dios. Ci attendeva una guida che ci ha portato avisitare Granada, la piazza Bib-Rambla, con la sua bella fontana e le calli dove si trovano prodotti dell’artigianato arabo e quindi la grandiosaCattedrale rinascimentale la cui parte più suggestiva ed antica è la Cappella commissionata dai re cattolici per ospitare le proprie tombe. Nel museodella Sagrestia sono esposti calici, la corona e lo scettro di Isabella e la spada di Ferdinando. In serata abbiamo assistito alla processione dellaMadonna “Señora de los Dolores” che, eccezionalmente poiché si effettua normalmente durante la Settimana Santa, si è tenuta in occasione delcinquantenario dell’evento. Ad attenderci, la mattina del 30 Maggio in albergo, c’era il direttore del Museo S. Juan de Dios “Casa de los Pisa”Francisco Benavides Vázquez che ci ha accompagnato lungo i luoghi dove S. Giovanni di Dio prestò la sua opera caritatevole raccontandoci, conmirabile maestria e viva partecipazione, la sua storia. Giovanni Ciudad dopo aver vagato nella penisola Iberica facendo il pastore, il servitore in unacasa e l’operaio entrò a Granada da Porta Elvira nel quartiere residenziale di Albaicin dove intraprese l’attività di libraio in Calle Elvira, la stradaprincipale ove si svolgeva il mercato degli ambulanti. Ora la libreria è una piccola Cappella dedicata al Santo che alloggiò nella zona fino al 20Gennaio del 1539, giorno in cui seguì la folla per Calle Elvira attraversando Plaza Nueva per giungere al Romitorio dei Martiri dove ascoltò le paroledi S. Giovanni d’Avila. Il sermone ebbe un profondo impatto su S. Giovanni di Dio che in seguito si disfò di tutto ciò che possedeva e per moltigiorni pregò nella Chiesa Grande davanti al Cristo crocifisso. Fu portato in seguito dal predicatore S. Giovanni d’Avila che lo ascoltò e lo confessòdiventando il suo Padre Spirituale. S. Giovanni di Dio, per espiare le sue colpe, si offrì al disprezzo della gente nella Plaza Bib-Rambla e dopo tregiorni, considerato pazzo, venne ricoverato nell’Ospedale Reale (ora Università di Granada e sede di un Centro Studi su S. Giovanni di Dio) oveCarlo V, nipote dei Sovrani Cattolici, ne aveva dedicato una parte ai malati di mente. Ne usci dopo alcuni mesi ed iniziò ad aiutare i poveri senzadimora, soli e malati. Fondò il suo primo Ospedale a Calle Lucena dove ora una lapide ricorda l’evento. Un secondo Ospedale venne poi realizzatoa Calle de los Gomeles, un vecchio convento acquisito con donazioni di amici e sostenitori. Al termine del suo quotidiano giro di questua si riposavapresso la “Casa de Los Pisa” che divenne infine la sua ultima dimora. Stanco e debilitato per il suo caritatevole operare lì muore nelle prime ore disabato 8 Marzo del 1550 inginocchiato con il crocifisso tra le mani. L’Ordine Ospedaliero di S. Giovanni di Dio nel 1927 acquisì la “Casa de Los Pisa”che divenne Museo e la sua stanza un luogo Santo. Il suo corpo riposa nella Basilica di S. Giovanni di Dio in un’urna d’argento in una piccola stanzasul retro dell’Altare Maggiore che abbiamo visitato nel pomeriggio dopo aver assistito alla S. Messa officiata dal Padre Priore Fra Benigno Ramos”.

di Valentina Cossaro e Eugenio Salvatori

Dopo aver letto il diario di viaggioscritto da Valentina Cossaro e Eu-genio Salvatori – rispettivamentepresidente dell’AVOF e consorte -verrebbe voglia di preparare la va-ligia e partire immediatamente. Ledescrizioni particolareggiate deiluoghi visitati, delle emozioni e deicolori spagnoli rendono questoracconto scritto con passione mol-to coinvolgente. Visite a Barcellonae alla Sagrada Famiglia, puntata aTarragona nel più antico ristoranted’Europa, e poi a Granada, Valen-cia, Alhambra, Siviglia, Toledo e in-fine Saragozza al santuario maria-no più antico al mondo “Madonnadel Pilar”. Il gruppo guidato dalPriore Fra Benigno Ramos sembraaver fatto una bellissima esperien-za… non solo turistica. Dal diariodel tour - svoltosi dal 26 maggio al5 giugno - abbiamo estrapolato laparte che più riguarda la nostra re-altà: la scoperta dei luoghi di SanGiovanni di Dio.

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Inizia

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G i u g n o - l u g l i o 2 0 1 1Programma iniziative giugno 2011 01 Corso aziendale ECM rivolto a 10 Infermieri e 10 Ostetriche

“Corso di formazione di I livello sulla gestione clinica del lutto prenatale e perinatale” - Centro “San Benedetto Menni”Lungotevere De’ Cenci, 5

04-05 segue 3° anno “Scuola Counselling” - POLO DIDATTICOP.zza Oderico da Pordenone, 3

04-11-18-25 segue 2° anno 2010/11 “Scuola di Assistente di Studio Odontoiatrico”SALA ROSSA Osp. “S. G. Calibita” Isola Tiberina

07 segue “Incontri multidisciplinari di senologia”SALA ROSSA Osp. “S. G. Calibita” Isola Tiberina

07 Corso residenziale rivolto ai mediciScuola di Aggiornamento in Medicina Interna “Seminari di Clinica e Terapia” - SALA VERDEOsp. “S. G. Calibita” - Isola Tiberina

07 Corso aziendale ECM rivolto a tutte le professioni “BLS-D (Rianimazione cardiopolmonare di base e defibrillazione precoce)”SALA VERDE Osp. “S. G. Calibita” Isola Tiberina

08-09-10- 22-23-24 segue Corso rivolto al personale amministrativo

dipendente dell’Ospedale “S. Giovanni Calibita” “Management delle Organizzazioni Sanitarie e Gestione Carismatica” Curia Generalizia FBF - Via della Nocetta, 263

10 Corso residenziale“Prevenzione primaria malattia aterosclerotica”SALA ASSUNTA - Osp. “S. G. Calibita” Isola Tiberina

20-21-22 Esami qualifica “Corso OSS (Operatore Socio Sanitario) - Cod. SIMON 17397 (A)”Centro “San Benedetto Menni” - Lungotevere De’ Cenci, 5dal 06 giugno al 4 luglio 2011

Programma iniziative luglio 2011

09-10 segue 3° anno “Scuola Counselling” - POLO DIDATTICO P.zza Oderico da Pordenone, 3

02-09-16 segue 2° anno 2010/11 “Scuola di Assistente di Studio Odontoiatrico”SALA ROSSA Osp. “S. G. Calibita” Isola Tiberina

05 Corso residenziale rivolto ai mediciScuola di Aggiornamento in Medicina Interna “Seminari di Clinica e Terapia” - SALA VERDE Osp. “S. G. Calibita” Isola Tiberina

08-09 Esami Scuola di Medicina Estetica I, II e III annoCentro “San Benedetto Menni” Lungotevere De’ Cenci, 5

22 Riunione del Comitato Scientifico della Scuola di Medicina EsteticaCentro “San Benedetto Menni” Lungotevere De’ Cenci, 5

22 Incontro Corpo Docenti “Scuola di Assistente di Studio Odontoiatrico” A.A. 2011/12SALA ROSSA - Osp. “S. G. Calibita” Isola Tiberina

Segue DAL 06 GIUGNO AL 4 LUGLIO 2011CORSO PREPARTO BISETTIMANALE LUNEDÍ E GIOVEDÍ DALLE ORE 18,00 ALLE ORE 20,00Centro “San Benedetto Menni” Lungotevere De’ Cenci, 5DAL 30 GIUGNO AL 28 LUGLIO 2011CORSO PREPARTO BISETTIMANALE LUNEDÍ E GIOVEDÍ DALLE ORE 18,00 ALLE ORE 20,00Centro “San Benedetto Menni” Lungotevere De’ Cenci, 5

Dal 03 gennaio 2011 è attivo il Servizio di PUERPERIO DOMICILIARE: “Sostenere l’avvio dell’esperienza genitoriale al fine di contenere il disagio emotivo vissuto dalle donne nel post-partum”

I programmi dettagliati sono consultabili sul sito www.fondazionefatebenefratelli.it

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RiceRca cuRa

Con i Fatebenefratelli per la ricercadona il tuo all’AFaRAssociazione Fatebenefratelli per la Ricerca biomedica e sanitaria

Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni e fondazioni riconosciute

che operano nei settori di cui all’art. 10, c. 1, lett a), del D.Lgs. n. 460 del 1997

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

AVVERTENZE Per esprimere la scelta a favore di una delle finalità destinatarie della quota del cinque per mille dellʼIRPEF, il contri-buente deve apporre la propria firma nel riquadro corrispondente. Il contribuente ha inoltre la facoltà di indicare anche il codice fiscaledi un soggetto beneficiario. La scelta deve essere fatta esclusivamente per una delle finalità beneficiarie.

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

Finanziamento della ricerca sanitaria

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

FIRMA

Finanziamento della ricerca scientifica e della università

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Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

FIRMA

Sostegno delle attività sociali svolte dal comune di residenza

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Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

FIRMA

Sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche riconosciute ai fini sportivi dal CONI a norma di legge che svolgono una rilevante attività di interesse sociale

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Codice fiscale del beneficiario (eventuale)

FIRMA

In aggiunta a quanto indicato nellʼinformativa sul trattamento dei dati, contenuta nel paragrafo 9 del capitolo I delle istruzioni,si precisa che i dati personali del contribuente verranno utilizzati solo dallʼAgenzia delle Entrate per attuare la scelta.

SCELTA PER LA DESTINAZIONE DEL CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF (in caso di scelta FIRMARE in UNO degli spazi sottostanti)

M A R I O R O S S I9 7 1 0 7 9 6 0 5 8 1

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