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Io prego ora davanti a te giorno e notte per i tuoi servi · fondo del cuore, il nostro grido è un...

Date post: 15-Feb-2019
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Signore, fa' della nostra famiglia uno strumento della tua pace: dove prevale l'egoismo, che portiamo amore, dove domina la violenza, che portiamo tolleranza, dove scoppia la vendetta, che portiamo riconciliazione, dove serpeggia la discordia, che portiamo comunione, dove regna l'idolo del denaro, che portiamo libertà dalle cose, dove c'è scoraggiamento, che portiamo fiducia, dove c'è sofferenza, che portiamo consolazione, dove c'è solitudine, che portiamo compagnia, dove c'è tristezza, che portiamo gioia, dove c'è disperazione, che portiamo speranza. O Maestro, fa' che la nostra famiglia non cerchi tanto di accumulare, quanto di donare, non si accontenti di godere da sola, ma sappia condividere. Perché c'è più gioia nel dare che nel ricevere, nel perdonare che nel prevalere, nel servire che nel dominare. Così costruiremo insieme una società solidale e fraterna. Amen. Agosto 2013 Io prego ora davanti a te giorno e notte per i tuoi servi Neemia 1,6
Transcript

2

La vera preghiera non è nella vo-

ce, ma nel cuore. Non sono le no-

stre parole, ma i nostri desideri a dar forza alle nostre suppliche.

Se invochiamo con la bocca la vita eterna, senza desiderarla dal pro-

fondo del cuore, il nostro grido è un silenzio. Se senza parlare, noi la

desideriamo dal profondo del cuo-re, il nostro silenzio è un grido.

s. Agostino

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PREGHIERA DIETRO LE SBARRE

O Dio, dammi il coraggio di chiamarti Padre! Sai che non sempre riesco a pensarti

con l'attenzione che meriti. Tu non ti sei dimenticato di me,

anche se io vivo spesso lontano dalla luce del tuo volto. Fatti sentire vicino, nonostante tutto,

nonostante il mio peccato grande o piccolo, segreto o pubblico che sia.

Avrei tante richieste da farti poiché, come sai, qui c'è bisogno di molte cose.

Ma oggi non voglio fermarmi ad esse, poiché il mio cuore mi suggerisce altro.

Dammi la pace interiore, non quella a buon mercato che viene dal sentirsi giusti, ma quella che solo tu sai dare.

Dammi la forza di essere vero, sincero; strappa dal mio volto le maschere

che oscurano la consapevolezza pura e semplice che io valgo qualcosa perché sono tuo figlio.

Toglimi i sensi di colpa, ma dammi insieme la possibilità di fare il bene.

Accorcia le mie notti insonni; spazza via le tante paure

che mi vengono dietro come ombre; dammi la grazia della conversione del cuore.

Fammi comprendere che si è persone anche quando ci si riconosce vulnerabili,

e si ha la libertà di piangere sul male del mondo. Ricordati, Padre, di coloro che sono fuori di qui

e che provano ancora interesse per me, perché io mi ricordi, pensando a loro, che solo l'Amore crea,

l'odio distrugge e il rancore trasforma in inferno le mie lunghe e interminabili giornate.

Ricordati di me, o Dio, poiché sono sempre tuo figlio e come tale desidero cominciare a vivere!

preghiera attribuita a S. Massimiliano Kolbe

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Da figlia unica ho spesso desiderato avere un fratello. Mi è mancata quell’esperienza di odio-amore, gelo-sie e complicità. Il fratello è qualcuno che non ti sce-gli, con cui hai un legame di sangue e proprio per questo a volte risenti-menti e rancori si consolidano più profondamente. Il versetto “Dov’è Abele, tuo fratel-lo?” credo ci voglia insegnare e ricor-dare che non possiamo ignorare gli altri, né riversare su di loro le nostre insoddisfazioni e frustrazioni. Il Signore ci chiede conto dei nostri rapporti con le persone e con i nostri “fratelli” con cui abbiamo condiviso esperienze e a cui naturalmente do-vremmo voler bene.

Signore, aiutaci a non lasciarci offuscare dalle nostre bramosie e dai nostri egoismi, aiutaci a trarre insegnamenti e stimoli dai nostri rapporti umani pur nella diversità di caratteri e personalità, aiutaci a sopportare le sconfitte e gli smarrimenti, dacci la forza di cercare e di fare il bene.

Sabato 31 Agosto Dov’è Abele, tuo fratello?

Gen 4,9

AIUTACI A RITROVARE NOI STESSI

Signore Gesù, si sta spegnendo l’amore e il mondo diventa freddo, inospitale, invivibile.

Spezza le catene che ci impediscono di correre verso gli altri.

Aiutaci a ritrovare noi stessi nella carità. Signore Gesù, il benessere ci sta disumanizzando, il divertimento è diventato una alienazione, una droga, e lo "spot" monotono di questa società è un invito a morire nell’egoismo.

Signore Gesù, riaccendi in noi la scintilla dell’umanità che Dio ci pose nel cuore all’inizio della creazione.

Liberaci dalla decadenza dell’egoismo e ritroveremo subito la gioia di vivere e la voglia di cantare.

card. Angelo Comastri

3

PAROLA E SILENZIO Facciamo silenzio prima di ascoltare la Parola, perché i nostri pensieri sono già rivolti verso la Parola. Facciamo silenzio dopo l'ascolto della Parola, perché questa ci parla ancora, vive e dimora in noi. Facciamo silenzio la mattina presto, perché Dio deve avere la prima Parola, e facciamo silenzio prima di coricarci, perché l'ultima Parola appartiene a Dio. Facciamo silenzio solo per amore della Parola!

Dietrich Bonhoeffer

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Il primo pensiero mi viene da pensarlo al modo singolare, nel senso, per-ché il SIGNORE DOVREBBE RIVOLGERE A ME IL SUO VOLTO? Chi sono io per essere degno del suo sguardo? Cosa ho fatto di cosi importante per ricevere la sua pace? Certo, ne ho bisogno ma mi pare che ne abbiamo bisogno un po’, anzi tanto, tutti. E se lui non fa distinzione di nessun ge-nere ecco che prego che conceda una Pace vera per tutti.

Signore, donaci la possibilità di averti sempre vicino specialmente in questi momenti difficili che la “vita moderna” ci sta facendo vivere, dai a tutti noi bambini, giovani, adulti, mamme, papà, genitori, non-ni, preti, suore, separati, divorziati e a chiunque abbia ancora la forza di chiederti qualcosa, la tua Pace! Tu sei la nostra unica speranza.

Giovedì 1 Agosto L’Eterno volga

verso di te il suo volto e ti dia la sua pace! Num 6,26

Felice te, se sei uno che non è soddisfatto: dal momento che Gesù Cristo ci vuole ricercatori d’assoluto. Felice te, se piangi poiché Dio ci ha creati con una sensibilità affinché potessimo commuoverci. Sei felice, se non sai difenderti, poiché Dio ci invita al sacrificio di noi stessi. Sei felice se tu hai fame e sete di giustizia poiché il Dio d’Israele ci chiede di realizzare nella nostra vita il no-

stro sogno di libertà e d’eguaglianza. Sei beato, se non ti vendichi poiché Gesù Cristo ci domanda di perdonare le offese. Sei beato se non ti compiaci della malvagità poiché a chi ha un cuore puro, sarà data la gioia della vita. Sei felice se non ti manca nulla pur non avendo nulla di certo allora sei libero e godi della libertà dei Cristo.

Culto della chiesa evangelica

33

Perché giudicare? Traiamo qualche vantaggio? Purtroppo però siamo sem-pre i primi a giudicare! Qualcuno potrebbe ribattere ché è normale ed umano esprimere giudizi. Io ritengo che nessuno debba giudicare poiché affinché la vita in comunità sia serena, bella e proficua è necessario che ognuno guardi al prossimo godendo di tutti gli aspetti che lo caratterizzano senza soffermarsi su parti-colari o atteggiamenti a lui non cari. Dobbiamo imparare ad accettare ed imparare dalle diversità di ogni essere umano e non giudicare. Non ne abbiamo il diritto, perdiamo tempo ed alimentiamo l'intolleranza. Amare non è giudicare. Amare è aiutare..e tutti abbiamo bisogno di amare e di essere amati.

O Signore aiutami a cogliere nei miei compagni di vita, nei miei amici e nei miei conoscenti tutto l'amore, la gioia e le bellezze che la vita ci regala quotidianamente.

Smettiamo di giudicarci gli uni gli altri Rm 14,13 Venerdì 30 Agosto

PREGHIERA PER L’IMPREVISTO

O Dio dell'imprevisto, fa' ch'io non tema mai l'imprevisto l'inconsueto l'impensato poiché proprio Tu fosti tutto ciò e feristi il cuore degli uomini con la tua assoluta Novità.

Scioglimi il cuore perché anch'io sappia sorprendermi e sorprendere per diversità di pensiero novità di vita fantasia d'amore

prontezza di fronte al male.

Fa' che un pochino almeno ti somigli, o Dio dell'imprevisto, che nel tuo Figlio desti il giro ad un mondo rappreso e senza senso.

Fa' ch'io diventi immagine e strumento della tua Buona Novità!

Léon Bloy

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Ognuno di noi è un essere unico e speciale. O-gnuno di noi ha un suo modo di affrontare la vita, le sue difficoltà e di goderne le gioie. Leggendo il brano da cui è tratta questa frase, si comprende che non sempre le nostre preoccupazioni sono fondate e le nostre paure giustificate. In chiave religiosa l’immagine di un esercito invi-sibile, pronto a intervenire per liberare Eliseo e il suo servo, simbolizza la presenza di Dio vicino a coloro che confidano in Lui, pronto a soccorrerli e rendere vani gli sforzi dei nemici. Umanamente parlando, accettare consigli affettuosi, fidarsi delle persone che amiamo e che ci amano e chiedere loro supporto è un modo per uscire dalla nostra cecità e dal nostro egocentrismo e un aiuto a vivere la realtà della nostra esistenza con maggior equilibrio. Chi guarda le cose dall’esterno, senza esserne troppo coinvolto, puntando lo sguardo oltre ciò che appare nell’immediato, ha certamente una visione più obiettiva. Accettare il confronto e un sostegno esterno può consentire di non farsi sopraffare da inutili paure e aiuta a prevenire comportamenti impulsivi e conseguenze dannose. Nessun essere umano può bastare a se stesso. Gli altri ci completano e ne abbiamo un grande bisogno fin dal primo giorno di vita. Anche il nostro punto di vista, senza confronto, è povero, ingannevole e ci rende fragili. Vorremmo che le persone che amiamo aprissero gli occhi. Dovremmo anche noi aprire di più i nostri occhi. Avere fede è un gesto d’amore, di fiducia e di abbandono. Chi ama se stesso, gli altri e la vita, ama Dio e lo onora!

Giovedì

29 Agosto

Signore, ti prego, aprigli gli occhi, perché veda 2 Re 6,17

CREDERE NELL’UOMO di Nazim Hikmet

Non vivere come un inquilino o come un villeggiante nella natura.

Vivi in questo mondo come se fosse la casa di tuo padre.

Credi al grano, alla terra, al mare, ma prima di tutto credi all'uomo.

Ama la nube, la macchina, il libro, ma prima di tutto ama l'uomo.

Senti la tristezza del ramo che secca, del pianeta che si spegne, della bestia che è inferma, ma prima di tutto la tristezza dell'uomo.

Che tutti i beni terrestri ti diano a piene mani la gioia, che l'ombra e la luce ti diano a piene mani la gioia, ma prima di tutto che l'uomo ti dia a piene mani la gioia.

5

Quando ero giovane le mie attese, le mie aspirazioni, erano molto diverse da quelle che aveva il profeta Geremia. Lui aspirava ad un avita tranquilla, senza particolari emozioni, io invece ad una avventurosa e dinamica. Lui non deside-rava altro che avere una famiglie e di essere lasciato in pace, io sognavo di cambiare la realtà che mi circondava, di renderla più bella, viva, più giusta... Il risultato: lui letteralmente sconvolto dalla chiamata di Dio, attraverso una vita travagliata e ricca di avvenimenti, dolorosa ma dinamica, influì -eccome!- nella storia del suo tempo; io invece ho vissuto una vita esternamente piatta e banale, anche se piena di problematicità, interiormente dolorosa e contrad-dittoria, pur con la presenza di tanti “angeli”. Eppure se c’è un personaggio biblico che mi ha affascinato ed al quale mi sen-to affine (fatte le debite differenze) è proprio il profeta Geremia; di più, se c’è una parola che mi colpisce della Scrittura è proprio questa. Dio mi ha tessuto nel grembo di mia mamma, egli mi conosce e vede se per-corro la via della vita oppure quella della morte, sa quali sono i miei desideri, le mie aspirazioni, i miei grandi ideali di giustizia, ma anche le mie meschinità, i miei risentimenti, le mie chiusure. Egli sa quanto desidererei un mondo in cui contasse l’essere e non l’apparire, in cui non ci fosse chi possiede mille e chi zero, un mondo nel quale i valori autentici contano e che invece è per lo più dominato dalla menzogna e dal potere. Dio è colui che attraverso gli avveni-menti quotidiani prova l’autenticità o meno dei miei sentimenti, tante volte smaschera i demoni, ben nascosti, della superbia e dell’egoismo; Egli è colui che mi rende inquieto.

Prego il Dio santissimo di continuare a provarmi che sono tanto lontano da lui! Aiutami a prendere coscienza che altro non sono che un paio di scarpe rotte, una penna senza inchiostro, una chitarra scordata... Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, dammi coscienza di essere null’altro che il servo inutile. Santo Spi-rito, riempi il vuoto e le tenebre della mia vita con il calore, la dolcezza, il pro-fumo del tuo amore.

Vieni presto, Signore, nella mia vita e nel mondo che piange di dolore. Mara-natha!

Venerdì 2

Agosto

Signore, tu mi conosci, tu mi

vedi, tu provi quale sia

il mio cuore verso di te Ger 12,3

6

La vita ha in serbo occasioni e difficoltà che danno opportunità a ciascuno di rivelarsi per quello che è. Una delle difficoltà che abbiamo è quella di mostrarci per quel che siamo; forse non lo facciamo perché spesso non sappiamo bene chi siamo. È im-portante essere fedeli a se stessi, ma prima bisogna imparare a conoscere (e ad amare) se stessi. Ci si innalza sopra gli altri quando si teme il giudizio; ci si innalza anche sopra se stessi quando non ci piace ciò che siamo. Che cosa produce questo modo di essere e di fare? Persone poco libere e modi molto atteggiati, poco spontanei. Produce persone con cui non si sta bene insieme. Chi si comporta in questo modo sarà sempre abbassato dalla vita che gli sembrerà chiedere troppo, in continuazione.

Signore, insegnami a scoprire la bellezza di quel che sono.

Aiutami a stare nella bellezza della spontaneità e della semplicità, a non nascondere o a negare i miei limiti ma a saperli accettare sapendo ridere anche di me stesso.

Sabato 3

Agosto Chiunque si innalzerà

sarà abbassato Mt 23,12

31

Mercoledì

28 Agosto

Scegliete oggi chi volete servire… Noi serviremo il Signore Gs 24,15

Trovo sempre disarmante l'attualità della Parola. Mi pare impossibile che il messaggio, scritto migliaia di anni fa, in (per) un contesto storico che nulla ha a che vedere con quello in cui ci troviamo ora, abbia una tale aderenza con la situazione in cui mi trovo a leggerlo oggi. Si potrebbe dire "facile, fra le righe puoi leggerci ciò che vuoi, e adattarlo a qualsiasi situazione"... ma non credo sia così. Col tempo mi sto convincendo sempre più che invece sta proprio in questo la forza della Parola: l'essere in grado di dare - costantemente - una direzione, un punto di riferimento, l'indicazione della necessità di fermarsi un attimo per capire se stiamo vivendo appieno (nel giusto) la nostra vita.

E allora ancora una volta - anche in questo versetto di Giosuè - quello che trovo è un messaggio forte e molto chiaro: sono libero, di scegliere il bene e il male, di arrendermi a un relativismo che confonde e che mi fa perdere ogni giorno al servizio di "idoli" di ogni genere: soprattutto di uno stile di vita che invece di arricchirmi mi consuma, che mi fa anelare soddisfazioni che non soddisfano, anzi, che invece creano frustrazione e depauperamento di ener-gie, di rapporti, di affetti.

Ma sono anche libero di aderire a un invito, libero di scegliere di seguire la strada giusta, quella che permette di camminare verso l'unica vera soddisfa-zione. Servi il Signore, servi chi ti ama sopra a ogni cosa; come potresti pen-tirtene? Come potrai mai restare deluso? E' il tuo bene che Lui vuole... sem-plicemente sceglilo, in ogni situazione in cui ti trovi quotidianamente. Scegli-lo. Oggi.

Spirito Santo, vieni nel mio cuore: e con la tua potenza trailo a te, o Dio, e dammi carità con timore.

Guardami, Cristo, da ogni mal pensiero: riscaldami e rinfiammami del tuo dolcissimo amore, sì che ogni pena mi sembri leggera.

Santo mio Padre, e dolce mio Signore, sii tu il mio aiuto in tutto il mio operare. Cristo, amore. Cristo, amore!

Amen!

SPIRITO SANTO, VIENI... (S. Caterina da Siena)

30

Mi è nato il secondo figlio da poco. E’ andato tutto bene, grazie a Dio… mam-ma e bambino stanno bene. Mi veniva così facile ringraziare il Signore di questa meraviglia che è la nascita che ho aspettato qualche giorno prima di riflettere sul senso di questo verset-to. Ero talmente contento che avrei ringraziato chiunque… amici, parenti, conoscenti e non… Proprio stamattina ho saputo che è mancato un parente. Una visita per un controllo e la scoperta di avere una malattia che l’ha portato via in pochi gior-ni. Il tempo scarso di salutare i due figli… mi viene spontanea la domanda… renderanno grazie anche loro perché questa è la volontà di Dio? E per tutti quelli che vivono nella sof-ferenza, nella disperazione, nella soli-tudine, nella malattia… sarà così facile rende grazie come mi sento di fare io in questo momento così “fortunato” della mia vita familiare?

Martedì 27 Agosto In ogni cosa rendete grazie,

perché questa è la volontà di Dio 1 Ts 5,18

Signore, fa' della nostra famiglia uno strumento della tua pace: dove prevale l'egoismo, che portiamo amore, dove domina la violenza, che portiamo tolleranza, dove scoppia la vendetta, che portiamo riconciliazione, dove serpeggia la discordia, che portiamo comunione, dove regna l'idolo del denaro, che portiamo libertà dalle cose, dove c'è scoraggiamento, che portiamo fiducia, dove c'è sofferenza, che portiamo consolazione, dove c'è solitudine, che portiamo compagnia, dove c'è tristezza, che portiamo gioia, dove c'è disperazione, che portiamo speranza. O Maestro, fa' che la nostra famiglia non cerchi tanto di accumulare, quan-to di donare, non si accontenti di godere da sola, ma sappia condividere.

Signore, aiutaci a fidarci di Te. A capire che solo affidandoci

alla Tua Volontà, credendo al Tuo progetto per noi possiamo trovare gioia, speranza, conforto, motivo per dirti Grazie

in ogni momento della nostra vita.

7

Non mi sono mai creduta perfetta, piutto-sto ho una certa tendenza a pretendere un po’ troppo da me, con il risultato di restare regolarmente insoddisfatta. Più che probabile, quindi, che il mio cuore non sia retto davanti a Dio. Quanto ho sbagliato nella mia vita, quan-to ancora mi sarà dato di sbagliare? Solo Dio lo sa. In questo periodo per me non facile, in cui sto sperimentando il dono di ringraziare per ogni respiro che mi è concesso, ho imparato a ringraziare il Signore anche per gli errori che ho fatto, e mi affido a Lui nel credere che anche dai miei sbagli trar-rò nutrimento.

Liberami Signore dal giudicare il cuore degli altri

Liberami Signore dal giudicare

troppo severamente il mio cuore.

Domenica 4

Agosto

Il tuo cuore non è retto davanti a Dio At 8,21

Fratello mio, sorella mia, non temere.

Oggi ricevi questo giorno che inizia, prendilo come un bicchiere d’acqua che uno sconosciuto ti ha pre-parato sul tavolo al tuo risveglio.

Accogli questo giorno della vita, accoglilo anche se non sai perché ti è of-ferto, anche se non lo ca-pisci, senza vergogna, con riconoscenza. E’ davanti a te: per te. Ti aspetta. In punta di piedi, l’amore di Dio è venuto a portar-telo, lo ha donato a te.

Accettalo senza timore, non lo rubi a nessuno. Viene dalla parte della vita. L’acqua di questa fonte sgorga per tutti, sgorga per te, cola inutilmente, se non la bevi.

Fratello mio, sorella mia, oggi ancora, assapo-ra questo sorso di vita, bevilo e dì solamen-te: Amen e grazie.

dalla chiesa riformata

8

Lunedì 5 Agosto Non angustiatevi per nulla Fil 4,6

Spesso mi porto nel sonno le mie preoc-cupazioni. Anche nel sogno continuo a fare ciò che faccio durante il giorno e spesso mi sveglio stanco o un po’ appe-santito. Poi durante il giorno mi pare di riprendermi. Chi mi conosce dice che faccio le cose bene eppure questa tensione mi dice che vivo le cose con troppa ansia. Cerco di non farlo, ma mi pare sia un aspetto del mio carattere, del mio modo di essere. Questo versetto mi dice di non angustiar-mi per nulla. Mi fermo a pensarci e capisco: senza ac-corgermene prevale in me questo modo di fare perché sono insicuro e cerco nel risultato, che per essere buono dev’essere come dico io, la mia serenità. Insomma... è una specie di idolatria: non mi fido di Dio, mi fido più di quel che dico io. E vedo che questa tensione la trasmet-to anche alla mia famiglia.

PREGHIERA PER CHI E’ MALATO

O Dio, nostro Padre, benedi-cimi e aiutami nella malattia che mi ha colpito.

Dammi coraggio e pazienza, capacità di sopportazione e buon umore per affrontare la debolezza e la sofferenza; e dammi una mente serena, che rende la guarigione più veloce. Dai ai medici, ai chirurghi e agli infermieri che si prendo-no cura di me prontezza alle loro mani, saggezza alle loro menti e gentilezza e compas-sione nei loro cuori. Aiutami non preoccuparmi eccessivamente e ad affidar-mi a uomini e donne esperti e capaci, e ad affidarmi a te. Signore Gesù, vieni accanto a me in questo giorno e in quest’ora, e mostrami che il tuo tocco risanatore non ha mai perso la sua antica effi-cacia. Questo ti chiedo a mo-tivo del tuo amore. Amen.

Dio, Padre aiutami a ricordarmi che tu sei sempre all’opera

e che la tua opera è pensare a me, a tutti come un buon padre.

Aiutami a fare la mia parte e aiutami a non condannarmi

a ciò che penso sia perfezione.

29

Gesù gli disse: Mi ami? Gv 21, 16 Lunedì 26 Agosto

Due parole, una domanda enorme: “Mi ami?”. Davanti a questa domanda diretta Pietro un po’ si impappina, non sa bene come rispondere e così gli esce quel “Signore, sai che ti voglio be-ne…” e così la terza volta Gesù non gli chiederà più “mi ami” ma “mi vuoi bene”… E’ un brano che sempre mi intenerisce, che mi mostra l’intensa capacità di Gesù di entrare nel nostro cuore con delicatezza, mai forzando la ma-no anche se sa insistere con decisione sulle domande da farci, quelle domande che possono a volte rovesciare la nostra vita, possono metter-ci in difficoltà, possono anche metterci in imbarazzo ma se guardiamo bene è il Suo modo di amarci, è lo stile che ci vuole insegnare nei rappor-ti che abbiamo con chi ci sta accanto… tante volte, anche se molte meno di quanto dovrei o vorrei, davanti a una difficoltà che incontro con una persona mi chiedo quale desiderio di chiarezza metterebbe nel mio cuo-re attraverso una domanda, ma non una qualsiasi bensì quella che dav-vero saprebbe illuminare quell’angolo buio in cui mi ritrovo…

Signore, dammi la capacità di non dare niente per scontato, neanche l’amore di chi mi sta accanto da una vita. Rendimi semplice e trasparente nelle mie relazioni, insegnami la pazienza che mi aiuti a non pretendere dall’altro la risposta che non sa o che non mi può dare accettando i suoi tempi e modi di volere bene.

28

Domenica

25 Agosto

Non desiderare la moglie del tuo prossimo Es 20,17

La frase ci ha suggerito 3 considerazioni:

1. "del tuo prossimo": spesso ci viene da pensare alla salvaguardia del nostro rapporto di coppia. Come marito e moglie ci viene facile pensare che la frase si rivolga a persone sposate, ma in realtà non lo dice esplicita-mente. Il versetto sembra suggerirci che è importante dare valore e non compromettere anche il rapporto degli altri: "non commettere adulterio" lo dice prima e la moglie non è la nostra ma quella di un'altra persona. Il matrimonio è sacro non solo se è il nostro...

2. "non desiderare": il desiderio diventa negativo quando l'invidia e il senso di possesso prendono il posto dell'ammirazione e del riconoscimen-to di quanto c'è di bello e buono in qualcos'altro. In questo caso ci sembra che si ribalti la prospettiva e che il "non desiderare" sia indirizzato non per tutelare gli altri ma noi stessi

3. "moglie": la frase è diretta essenzialmente agli uomini, non alle don-ne... meditate uomini, meditate...

DUE di Erri De Luca

Quando saremo due saremo veglia e sonno, affonderemo nella stessa polpa

come il dente di latte e il suo secondo, saremo due come sono le acque, le dolci e le salate,

come i cieli, del giorno e della notte, due come sono i piedi, gli occhi, i reni,

come i tempi del battito i colpi del respiro.

Quando saremo due non avremo metà Saremo un due che non si può dividere con niente.

Quando saremo due, nessuno sarà uno, uno sarà l’uguale di nessuno

e l’unità consisterà nel due. Quando saremo due

cambierà nome pure l’universo diventerà diverso.

9

Leggendo il versetto, un’immagine è affiorata dai ricordi della mia infanzia: un triangolo con un gigantesco occhio dipinto nella colonna centrale della Chiesa; per me, bambina, era un segno minaccioso e non certo una figura rassi-curante. Così come non si può rappresentare il volto di Dio così non si può descrivere, circoscrivere ciò che Lui è: Amore. Dargli una definizione esatta, racchiu-derlo in parole sarebbe già limitarne la portata, il significato, l’ampiezza, perché va oltre ogni nostro limite e non è conte-nibile nel tempo e nello spazio.

Martedì 6 Agosto Davide cercò il volto del Signore 2 Sam 21,1

Signore ti cerco, ti cerco nel vincere le mie paure,

nelle persone che mi han fatto del male

e nelle persone a cui io ho fatto del male.

Ti cerco nelle piccole cose,

in un sorriso donato e in un sorriso non fatto, nel pianto e nella gioia.

Aiutami, Signore,

a non fare mai in modo che smetta di cercarti!

BEATITUDINI DI UN ANZIANO

Beati coloro che dimostrano comprensione per il mio piede che incespica e per la mia ma-no che s’indebolisce!

Beati coloro che comprendo-no che il mio orecchio deve fare uno sforzo per cogliere tutto quello che mi si dice!

Beati coloro che sembrano sapere che i miei occhi sono velati ed i miei pensieri lenti!

Beati coloro che mi restano vicini, pieni d’amicizia, per chiacchierare un po’!

Beati coloro che non dicono mai: "Questa storia me l’ha già raccontata due volte, oggi"! Beati coloro che sanno far rivivere in me ricordi del pas-sato!

Beati coloro che mi danno la sensazione di essere amato, stimato, e non abbandonato a me stesso!

Beati coloro che nella loro bontà mi rendono facili i giorni che mi restano da vivere sulla strada verso la patria eterna!

10

Mercoledì 7 Agosto Il Signore si confida con chi lo teme Sl 25,14

Ho pensato a questo versetto e credo mi aiuti a stare attento a come mi comporto con i miei amici. Fa capire che per vivere la confidenza ci vuole “timore”. Penso che il timore sia una specie di delicatezza, di rispetto, di ascolto, di non interruzione, di attenzione a ciò che viene detto e soprattutto a ciò che non viene detto, di presenza fedele e rispettosa. Se è così spesso sono poco timoroso nei confronti di chi amo: frettoloso, vorrei decidere io i tempi, i modi e le parole della confidenza. A volte mi piacerebbe avere dei rapporti di amicizia più confidenziali: forse c’è solo bisogno di più rispetto e fedeltà. Anche con i miei figli. Mi lamento con me stesso e con mia moglie che ci sono giorni in cui mi pare di essere un estraneo per loro; mi accorgo che vorrei che mi parlassero quando io sono disponibile, quando io ho tempo, quando io li cerco. Ma vedo che non funziona così.

Signore tu fai capire che ti riveli a chi viene a te senza fretta, con continuità, con il cuore aperto. Aiutami ad essere così con te ad essere così con le persone, soprattutto con quelli di casa mia.

Resta con noi, Signore, perché si fa sera e il giorno è declinato. Resta con noi e con tutta la tua chiesa. Resta con noi la sera del giorno, nella sera della vita, nella sera del mondo. Resta con noi con la tua grazia e bontà, con la tua Parola, e col tuo sacra-mento, con le tue consolazioni e benedizioni. Resta con noi quando ci coglie la notte della tribolazione, dell’angoscia, la notte del dubbio e della tentazione, la notte dolorosa della morte. Resta con noi e con tutti i tuoi fedeli, ora e per l’Eternità.

Amen! 27

Sabato 24 Agosto Quell’uomo credette alla parola che Gesù

gli aveva detta Gv 4,50

Fidarsi di Gesù: questo è il principio fondamentale della mia vita. Mi fido di Gesù, mio amico, perché solo in questo modo posso affrontare quanto di bello e di difficile mi capita ogni giorno. Signore, aiutami a superare tutte le difficoltà che incontrerò lungo il mio cammino.

Signore, aiutami ad essere per tutti un amico, che attende senza stancarsi, che accoglie con bontà, che dà con amore, che ascolta senza fatica, che ringrazia con gioia.

Un amico che si è sempre certi di trovare, quando se ne ha bisogno. Aiutami ad essere una presenza sicura, a cui ci si può rivolgere, quando lo si desidera; ad offrire un'amicizia riposante, ad irradiare una pace gioiosa: la tua pace, o Signore!

PREGHIERA DELL’ACCOGLIENZA

Fa' che sia disponibile e accogliente, soprattutto verso i più deboli e indifesi. Così, senza compiere opere straordinarie, io potrò aiutare gli altri a sentirti più vicino, Signore della tenerezza! Amen!

26

Spesso agita il nostro cuore la voglia di fare il bene, ma cos’è il bene se non la volontà del Signore, ovvero amare infinitamente e gratuitamente Lui e chi ci sta accanto? Tuttavia, in questo percorso ci insidiano spesso tentazioni di desideri terreni, l’arroganza, la superbia e il giudizio che ci allontanano da questo proposito di bene, ci rendono antipatici a noi stessi e ci inimichiamo chi dovremmo invece amare e sostenere. Perché si annida questa assurda e contraddit-toria condizione nel nostro cuore? Perché omettiamo di fare il bene? Forse per pigrizia, per la paura di darsi totalmente? Perché agiamo cercando con nostalgia la luce e invece scivoliamo nelle tenebre del mali-gno? Forse per incoerenza, forse per poterci poi sentire salvare dal peccato, dall’errore? Ogni genitore cerca il bene per i propri pargo-li, anche se spesso guarda coi propri occhi, giudica coi propri parametri, che non sono sempre quelli di Dio.

Venerdì 23

Agosto Quando voglio fare il bene,

il male si trova in me Rm 7,21

PREGHIERA PER RESTARE SVEGLI

O Signore, che continuamente c'incitasti a star svegli a scrutare l'aurora a tenere i calzari e le pantofole, fa' che non ci appisoliamo sulle nostre poltrone nei nostri anfratti nelle culle in cui ci dondola

questo mondo di pezza, ma siamo sempre attenti a percepire il mormorio della tua Voce, che continuamente passa tra le fronde della vita a portare frescura e novità. Fa' che la nostra sonnolenza non divenga giaciglio di morte e - caso mai - dacci Tu un calcio per star desti e ripartire sempre!

Madeleine Debrel

Signore, facci ascoltare con intensità

il nostro cuore che anela a Te,

affinché cerchiamo di realizzare la tua volontà,

il Vero bene, non quello che ci appare

come tale e che spesso imponiamo

agli altri.

11

Giovedì 8 Agosto Coraggio, Gesù ti chiama Mc 10,49

Quando li chiamo, i miei figli non rispondono praticamente mai. Perché? Per pigrizia, perché presumono che chiederò loro qualcosa che non hanno voglia di fare. Cosa vera il più delle volte, in effetti, ma non sempre. A volte li chia-mo per dire loro qualcosa che mi sta a cuore, per condividere un pensiero, perché loro lo condividano con me, perché vorrei che sentissero che ci sono. Come dire: posso fare qualcosa per te? E sembra strano che qualcuno ci chia-mi per questo. Di solito non sentiamo, o non vogliamo sentire. Eh, cosa mi toccherà fare adesso … Che poi non è detto che si possa fare davvero qualcosa. Però che bello solo riuscire a sentire. Gesù era l’uomo dei miracoli certo, ma non è questo credo il senso. Non a-spettiamoceli, i miracoli. Vorrei riuscire a mettermi in ascolto e avere la forza per accettare quello che non potrò cambiare senza sentirmi persa. Coraggio! Questo spirito è con te, con i tuoi dubbi e le tue paure, come una brezza leggera, non ti chiede niente, ma se ti soffermi ti dà un sollievo pacifi-catore, ti concede uno sguardo che apre alla speranza. Forse nulla è perduto.

Madre del silenzio, che custodisce il mistero di Dio, liberaci dall’idolatria del presente, a cui si condanna chi dimentica! Purifica gli occhi dei Pastori con il collirio della memoria: torneremo alla freschezza delle origini, per una Chiesa orante e penitente.

Madre della bellezza, che fiorisce dalla fedeltà al lavoro quotidiano, destaci dal torpore della pigrizia, della meschinità e del disfattismo. Rivesti i Pastori di quella compassione che unifica e integra: scopriremo la gioia di una Chiesa serva, umile e fraterna.

Madre della tenerezza, che avvolge di pazienza e di misericordia, aiutaci a bruciare tristezze, impazienze e rigidità di chi non conosce appartenenza. Intercedi presso tuo Figlio perché siano agili le nostre mani, i nostri piedi e i nostri cuori: edificheremo la Chiesa con la verità nella carità.

Madre, saremo il Popolo di Dio, pellegrinante verso il Regno! Amen!

Papa Francesco

12

Quante volte Signore ascoltare la tua parola mi provoca? Mi fa ribellare? Mi mette in discussione? Così diversa, così controcorrente, così lontana dal nostro modo di pensare odierno. La mia reazione potrebbe essere di chiusura perché so che se mi guardo e ascolto dentro trovo un abisso tra quanto mi chiedi e quello che invece met-to in pratica. É più facile chiudere gli occhi e indurire il cuore piuttosto che lasciarsi pene-trare in ogni nostra cellula dalla tua voce che ci scuote e risveglia, ma che sentiamo che ci fa vibrare e ci dona vita in quanto tuoi figli.

Signore, perdonami per tutte le volte che sono sorda alla tua Parola. Perdonami per tutte le volte che i sensi di colpa per non averti ascoltato, prevalgono sul ricordare che tu mi ami e mi perdoni e vuoi il bene anche per me.

Domani coraggio e forza per essere aperta e ricettiva alla tua voce, ovun-que e in qualunque modo essa si faccia sentire.

Grazie perché la tua voce non viene meno: tu credi in me, certo che la sa-prò ascoltare, mettere in pratica e custodire nel mio cuore.

Venerdì 9 Agosto Se oggi udite la sua voce, non indurite i vostri cuori Sl 95,7-8

TI RINGRAZIAMO Grazie, Signore, per i fiori dei prati, per il vento, per il mare, per lo splendore dei campi di frumento!

Grazie, Signore, per il vero amore, per i campi verdeggianti, per l'aria, per il sole, per l'azzurro del cielo, per il Tuo amore.

Grazie, Signore, perché sei con noi, anche quando noi non siamo con te!

Grazie, Signore, per tutti coloro che, con la loro vita semplice, con le loro azioni generose, e con il sorriso dell'amore, hanno ispirato in noi un desiderio di Santità.

Per tutto questo, e per tutto quello che ancora non comprendiamo, ma che un giorno sapremo, Grazie, Signore!

Pietro Lombardo

25

Giovedì 22 Agosto Senza fede

è impossibile piacere a Dio Eb 11,6

Signore, davanti a Te la nostra giustizia è come un panno immondo. Per piacerti non abbiamo bisogno di riuscire , ma solo di accettare la Tua volontà su di noi. Per questo Ti chiediamo la grazia di camminare sulla Tua via. Signore: ecco la mia libertà. In cambio concedimi di esserti fedele. Signore, tu che hai cambiato l'acqua in vino cambia questo cuore perche tu non abbia mai a vergognartene, fa’ che nella mia vita abbia sempre presente il Tuo sguardo e dimentichi quello del mondo .

CERCO TE Dove posso volgere il mio sguardo per cercare te, Dio, quando tutti i luoghi sicuri sfuggono? Come posso fare per chiamarti, Dio, quando tutte le parole che conosco sono esaurite? Quando posso incontrarti, Dio, se tutti i tempi svaniscono? Perché dovrei sforzarmi, Dio, visto che ormai tante volte ho fallito?

Ti ringrazio, Dio.

Poiché tu vieni da me, anche in luoghi che non offrono protezione e sicurezza

Ti ringrazio, Dio. Perché tu mi parli nel silenzio, e non soltanto con parole.

Ti ringrazio, Dio. Perché tu vieni ad incontrarmi, in tempi oberati di lavoro, non soltanto nella preghiera.

Ti ringrazio, Dio. Perché tu agisci al mio posto, quando io preferisco sottrarmi a questa seccatura!

Harvey Cox

24

Mercoledì 21 Agosto

Quando le nostre giornate sono sem-pre più dense di impegni, la nostra mente non mette a fuoco tutto quello che stiamo facendo e magari ci trasci-niamo sempre più con tutte le nostre “piccole-grandi” pene; in parole pove-re, siamo sempre più stressati, allora è tempo … di cambiare e impegnarci a fondo, con una forte motivazione per stabilire e mantenere una specifica strategia di cambiamento.

Belle parole, ma forse ancora più diffi-cili da comprendere, come alcuni con-sigli di tanti esperti. Ovviamente nella Bibbia troviamo una via più semplice e concreta, adatta in ogni tempo e in ogni situazione. “Dissodate un nuovo campo per voi, seminate la giustizia e mieterete bon-tà. È il momento di cercare me, il Si-gnore”.

Cerchiamo di essere concreti, cerchia-mo dentro e fuori di noi il nostro crea-tore; solo se imposteremo dentro di noi dei giusti “ parametri”, come fosse-ro le coordinate di un navigatore, tro-veremo la via, dove sarà sparsa la sal-vezza.

Come direbbe mio nonno, tutte queste parole, quando bastava cominciare a curare un orto, per avere molte rispo-ste dalla vita.

È tempo di cercare il Signore Os. 10,12

DAMMI OGGI, IL PANE QUOTIDIANO!

Dammi oggi, il pane quotidiano... Il pane della speranza, per dare speranza. Il pane della gioia, da poter spartire. Il pane dell'intelligenza, per varcare l'impossibile. Il pane del sorriso, da trasmettere agli altri. Il pane della misericordia, perché possa ricevere e dare perdono. Il pane del dolore, da condividere. Il pane della grazia, per non attaccarmi al male. Il pane della fraternità, per diventare una cosa sola con i miei fratelli. Il pane del tempo, per conoscerti. Il pane del silenzio, per amarti.

Ernesto Oliviero

13

Sabato 10 Agosto Sta in silenzio davanti all’Eterno e aspettalo Sl 37,7

Aspettare l'Eterno è un eserci-zio di pazienza misto a felicità. L'Eterno è la più grande delle promesse e questa promessa sarà mantenuta solo al termine della nostra vita terrena. Dover attendere "tutta la vita" può fare paura, ma la fede ci guida in questo percorso. Giorno dopo giorno mettiamo la nostra vita nelle mani di Dio invocandolo e dicendo “Sia fat-ta la Tua volontà”. E' così che le giornate fatte di corse ad ostacoli diventa-no attesa di speranza e luce.

Signore, fai che la tua luce sia guida della nostra vita di ogni giorno, e fai che noi siamo sempre in grado di riconoscerla anche quando ci sembra flebile e lontana.

PER AMORE TUO! Mio Dio, ti offro tutte le azioni che sto per fare in questo giorno, nelle intenzioni e per la gloria del Sacro Cuore di Gesù: voglio santificare i battiti del cuore, i pensieri e le opere più semplici, unendoli ai suoi meriti infiniti, e riparare le mie colpe gettandole nella fornace del suo amore misericordioso. O Signore, ti domando per me e per coloro che mi sono cari la grazia di compiere perfettamente la tua santa volontà, di accettare per amore tuo le gioie e le pene di questa vita passeggera, alfine di essere un giorno riuniti nel cielo per tutta l’eternità. Così sia!

S. Teresa di Gesù Bambino

14

Non ho né cuore contrito, per mettermi a cercarti, né pentimento, né tenerezza, non ho lacrime per pregarti, il mio spirito è ottenebrato, il mio cuore è freddo, io non so riscaldarmi con le lacrime d’amore per Te, ma Tu, Signore Gesù Cristo, mio Dio, dammi il pentimento totale, la contrizione del cuore, perché mi metta a cercarti con tutta l’anima! Senza di Te, sarei privo di ogni realtà. Ti ho abbandonato, Tu non mi abbandonare. Mi sono allontanato da Te, Tu mettiti alla mia ricerca. Possiamo noi essere degni del Tuo Splendore, per la Tua Grazia e il Tuo Amore per l’uomo, o Gesù Cristo, nostro Salvatore, nei secoli dei secoli. Amen!

Isacco di Ninive

Signore, accresci la mia fede e fa’ che anch'io

come la donna samaritana sia capace di capire, ciò che per me non è

di immediata comprensione.

Domenica 11 Agosto Se tu conoscessi

il dono di Dio... Gv 4,10

23

Martedì 20 Agosto Non vi stimate saggi

da voi stessi Rm 12,16

Quanto è bello sentirsi saggi e sapienti, soprattutto quando trasmettiamo le nostre conoscenze agli altri, ed oggi per essere o sembrare saggi non occorre nemmeno essere vecchi o vissuti, tante sono le cose che imparia-mo o abbiamo imparato, che appagano la nostra mente, ma non il cuore. Giorni fa ho incontrato Cesare, che di anni ne ha molti più di me, e nelle parole che ci siamo scambiati è ricorso il pensiero a Dio e a come abbia creato l'uomo e la donna così perfetti. Cesare mi ha confidato che ogni giorno pensa a ciò che ha creato il Signore, alla bellezza delle cose e ogni volta si stupisce e lo ringrazia. Questa è la saggezza, porsi davanti a Dio con stupore per le cose viste e partecipate, per riconoscere la nostra piccola, ma meravigliosa, creazione, per non smettere di capire e conoscere l'amore che c'è nella creazione e nella vita di ogni uomo.

Ti prego, Signore, aiutami a tenere lontano da me i momenti di egoismo, quando basto a me stesso, quando mi ritengo sapiente.

Non lasciarmi mai quando devo imparare ad essere umile, quando quel poco che ho lo condivido con la famiglia, i figli, il prossimo, quando la gioia del cuore va verso chi mi incontra. Grazie per la tua pazienza, fa’ che io mi abbandoni a Te.

22

A volte si dà per scontato che certe cose si facciano spontaneamente, co-me fare del bene al prossimo (ovviamente per chi è predisposto…); ancora una volta però la Parola del Signore ci aiuta a capire che non sempre è così. Potrebbe essere più naturale per esempio non ricambiare con il male al ma-le ricevuto, perché incapaci di portare sentimenti di odio o vendetta, ma poi non saper cogliere la necessità di aiutare il prossimo in difficoltà. Come dice il Signore anche questa è un’opera che và imparata.

Signore infondi in me sensibilità e attenzione da trasformare nel momento del bisogno in bene per il fratello.

Lunedì 19 Agosto Imparate a fare il bene,

dice il Signore Is 1, 17

RINASCERE

Ti domando, o Gesù, di rinascere, ma di rinascere dall'alto! Ti prego di ribattezzarmi e rinnovarmi nel tuo Spirito... Egli sia sempre: l'ispirazione dei miei pensieri, lo stimolo della mia volontà, il centro dei miei affetti, la guida delle mie parole, il sostegno della mia speranza, il motivo e il termine delle mie azioni, l'amico del cuore, il compagno della vita, il mio conforto in morte, il mio tesoro per l'eternità... Che la mia vita sia un incessante rinascere e crescere nello Spirito!

beata Elena Guerra 15

Lunedì 12

Agosto

Non aver paura e abbi fiducia in me...sempre: Dio ci chiede di la-sciarci andare e affidarci alle sue "cure" anche e soprattutto quando le disavventure della vita sembra-no non lasciarci mai. Eppure, in molte parti del mondo ma anche sempre più vicino a noi il mondo corre,va in fretta e non ha tempo di ascoltare le nostre paure, i nostri limiti, i problemi, le preoccupazio-ni....Dio e' comunque al nostro fianco: nell'aiuto di un amico, nella parola di uno sconosciuto, nell'ab-braccio dei nostri bambini, nello sguardo di un anziano, nella carez-za di nostro marito o moglie.....Dio ci regala miracoli tutti i giorni...Lui ci chiede solo di aver voglia di sen-tirli dentro il nostro cuore!

Dio mio, insegnami a vederti e a non perdere mai la voglia di pregarti.

Insegnami ad essere

tuo strumento verso chi ho vicino.

Non temere, solo abbi fede Lc 8,50

DIO TI BENEDICA! Il Dio buono e misericordioso ti benedica, ti avvolga della sua presenza d'Amore e di guarigione! Ti sia vicino quando esci e quando entri, ti sia vicino quando lavori. Faccia riuscire il tuo lavoro. Ti sia vicino in ogni incontro e ti apra gli occhi, per il mistero che risplende in te in ogni volto umano. Ti custodisca in tutti i tuoi passi. Ti sorregga quando sei debole. Ti consoli quando ti senti solo. Ti rialzi quando sei caduto. Ti ricolmi del suo Amore, della sua bontà e dolcezza, e ti doni libertà interiore. Te lo conceda il buon Dio, il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo! Amen!

Anselm Grun

16

Martedì 13 Agosto

Il profeta Neemia, quando fu nominato governatore della Giudea, rifiutò di ricevere il vitalizio che doveva essere versato dal popolo in suo favore, a causa delle condizioni economiche non ottimali che interessavano i giudei in quel periodo di dominio da parte di un potente popolo straniero. Era un uomo giusto davanti a Dio: aveva pregato e digiunato a lungo come gesto di solidarietà nei confronti dei confratelli ebrei, anche se viveva alla corte dell'imperatore persiano Artaserse, tra mille lussi e svaghi. Mi piace pensare che anch'io, anche noi, possiamo "stare di fronte a Dio" in ogni momento della vita. Ci sono stati momenti in cui questa condizione non mi era possibile, ma mi sono sentito "accompagnato di fronte a Dio" dalla preghiera di tante per-sone care. Possiamo essere, nel nostro piccolo, vicini a chiunque altro, attraverso la preghiera. Non importa dove sono. Non fa differenza come sto. Se sono nel bisogno o nell'abbondanza.

Ti lodo, Signore, perché sei con noi, perché in te nessuno è solo, nessuna preghiera va persa.

Fa’ sentire la nostra presenza accanto. Amen

Io prego ora davanti a te giorno e notte

per i tuoi servi Ne 1,6

21

Domenica 18 Agosto Non temere, Giacobbe,

io ti aiuto Is 41, 14

Non temere è un’espressione che nella Bibbia compare, toh guarda che caso, esattamente 365 volte. Una al giorno. Cioè sempre. Dio ci ripete instancabilmente, in ogni giorno della vita, dal più felice al più doloroso, che Lui c’è, è lì per noi e ci supplica di fidarci della Sua pre-senza, del Suo Amore e della Sua fedeltà. La prima cosa da fare è non avere paura. La paura ci guida ad azioni pe-ricolose, spesso dannose, come minimo inutili. Nelle situazioni di paura possiamo arrabbiarci, spezzare legami importanti, vendicarci, far guerra a chi abbiamo vicino, demora-lizzarci e perdere qualunque speranza. La fiducia che Dio ci chiede di avere in lui è la stessa di un figlio nei con-fronti del padre. Se ci abbandoniamo e crediamo al Suo Amore e alla Sua presenza nella nostra vita, poi ci pensa Lui! Il Suo aiuto arriverà sempre, preciso e pun-tuale, a proteggerci e a riscattarci in ogni situazione. Lui ci aiuta, a Lui dobbiamo rimanere attaccati, senza di Lui non possia-mo nulla, Lui è la potenza e la fantasia di soluzioni splendide e piene di vita che noi nemmeno riusciamo ad immaginare, se ci incaponiamo a volerci far giustizia da soli e restiamo tanto miopi da non vedere che c’è Lui pronto a far meraviglie nella nostra vita.

È un bel sollievo, no?!

DOLCE LUCE Chi sei tu, dolce Luce, che mi riempie e rischiara l’oscurità del mio cuore? Tu mi guidi come mano materna e se mi abbandonassi non saprei fare più nessun passo Tu sei lo spazio che circonda il mio essere e lo racchiude in sé

Da te lasciato, cadrebbe nell’abisso del nulla, dal quale tu l’hai elevato alla Luce Tu, più vicino a me di me stessa, e più intimo del mio intimo, e tuttavia inafferrabile e incomprensibile, che oltrepassi ogni nome: Spirito Santo, Amore eterno!

Edith Stein S. Teresa Benedetta della Croce

20

Marco racconta la strana storia di un indemoniato. Strana perché l’indemoniato, con la sua malattia proprio spaventosa, non fa così tanta paura ai sani di mente che si sentono anzi tranquillizzati per non essere in quello stato. Fa paura, anzi terrore, la sua guarigione; perché? Perché ci vuole Uno dai grandi poteri per fare simili prodigi e questo sì, spaventa. Co-me se, ai nostri giorni, temessimo il bravo chirurgo e non il tumore… Tuttavia questo non succede all’interessato che vorrebbe rimanere con Lui. E qui, di nuovo, una cosa strana: Gesù non lo tiene con sé, ma lo invia a casa ad annunciare come è avvenuta la sua liberazione e di quanta misericordia sia stato oggetto. Forse la regola sta proprio qui; dobbiamo passare la fase dell’indemoniato e la fase della liberazione per essere apostoli di Gesù. O no?

Signore, dalla mattina alla sera di ogni giorno sono aggredito da una Legione di moderni dèmoni; spuntano da tutti i punti cardinali e, al contrario di quanto successo all’indemoniato, non urlo, non mi scalmano, non spavento nessuno; anzi… questi dèmoni mi rilassano, mi tranquillizzano, mi asserviscono ai piaceri di questa vita.

Non sarò certamente il soggetto di un uguale miracolo narrato da Marco; col Tuo aiuto dovrò cavarmela a riconoscerli uno ad uno, batterli uno ad uno e tornare dai miei per raccontare della Tua misericordia.

Sabato 17 Agosto Racconta le grandi cose che il Signore ti ha fatte e come ha avuto pietà di te

Mc 5,19

17

Mercoledì

14 Agosto Non fatevi tesori sulla terra Mt 6,19

Rifletto su quali siano le ricchezze sulla terra. Rifletto sul fatto che quel che per me è una ricchezza eccessiva, per un’ altra persona potrebbe non esserlo. Rifletto sul fatto che, probabilmente, anche ciò che io possiedo è superfluo. Allora com’ è possibile capire cosa in questa vita terrena è la ricchezza? Di cosa veramente posso fare a meno? Quali sono le ricchezze cui assolutamente non posso rinunciare? Mi viene in mente un viaggio fatto anni fa in America Latina. In quel paese la ricchezza materiale è per pochi. Ho conosciuto persone molto umili che si accontentano dell’ essenziale, eppure felici. Felici di condividere con te quel poco che hanno. Desiderosi di farti sentire a tuo agio, un ospite gradito anche nella loro semplicità. Felici di accompagnarti nella loro vita priva di eccessi. Ma, soprattutto, felici di possedere una casa sufficiente-mente grande da viverci dignitosamente con la propria famiglia. Felici di un lavoro, di un salario, di avere al proprio fianco un compagno onesto e attento ai bisogni della famiglia, di poter mandare i propri figli a scuola, di poterli sfamare, di poter aiutare chi possiede ancora meno. Ecco allora che riflettendo, posso capire cosa questo versetto di Matteo vuole dirmi. Posso capire quali sono le ricchezze cui assolutamente non posso rinunciare: la bambina che cresce nella mia pancia, il mio compagno di vita sempre in ricerca, i miei genitori che hanno de-dicato tutta la loro vita gli emarginati, quella “stramba” di mia sorella che ama Dio più di quanto ne sia capace io, la mia casetta, il lavoro che avrei sempre desiderato fare, l’amore dei miei amici, l’ amore che ho per Dio. Questo è ciò che non vorrei mai perdere. Perché un uomo senza lavoro , senza casa, è perso, non ha dignità, non ha un posto nella società; senza famiglia non si hanno radici, non si ha un’ identità. E la presenza di Dio dà senso al nostro esistere qui in terra, calma le nostre angosce, ci rassicura nei momenti bui.

Signore, sostienici nell’aiutare chi di ricchezze non ne ha; aiutaci a comprendere che l’accumulo di ricchezze personali indebolisce sempre più chi di ricchezze non ne possiede. Aiutaci ad intraprendere azio-ni che consentano un’equa ridistribuzio-ne della ricchezza, affinché un nostro piccolo e quotidiano gesto in questa direzione, possa fare giustizia prima in terra poi in cielo.

18

Giovedì 15 Agosto Dio è il mio aiuto,

il Signore sostiene la mia vita Sl 54.6

A volte non sembra. È un pensiero che mi coglie in alcune circostanze pen-sando, ad esempio, al destino di persone (anche a me sconosciute) che si vedono stravolgere la vita, ad esempio, da un referto medico o da un’auto che non si ferma in tempo.

Pochi istanti dopo, tuttavia, spero (e non ho motivi per non esserne sicuro) che Dio abbia messo loro una mano sulla spalla e li abbia sostenuti. Un uomo, da solo, non sarebbe in grado di resistere.

Il pensiero si riflette poi sulla mia vita e mi chiedo come reagirei in situa-zioni simili. Dopo le banali “umane” considerazioni, la conclusione è sem-pre la stessa: “Dio è il mio aiuto, il Signore sostiene la mia vita.”

O Maria, stella del mare, ancora una volta ricorriamo a te, per trovare rifugio e serenità, per implorare protezione e soccorso. Madre di Dio e Madre nostra, volgi il tuo sguardo dolcissimo su tutti coloro che ogni giorno affrontano i pericoli del mare per garantire alle proprie famiglie il sostentamento necessario alla vita, per tutelare il rispetto del creato, per servire la pace tra i popoli. Protettrice dei migranti e degli itineranti, assisti con cura materna gli uomini, le donne e i bambini costretti a fuggire dalle loro terre in cerca di avvenire e di speranza. L’incontro con noi e con i nostri popoli non si trasformi in sorgente di nuove e più pesanti schiavitù e umiliazioni. Madre di misericordia, implora perdono per noi che, resi ciechi dall’egoismo, ripiegati sui nostri interessi e prigionieri delle nostre paure, siamo distratti nei confronti delle necessità e delle sofferenze dei fratelli. Rifugio dei peccatori, ottieni la conversione del cuore di quanti generano guerra, odio e povertà, sfruttano i fratelli e le loro fragilità, fanno indegno commercio della vita umana. Modello di carità, benedici gli uomini e le donne di buona volontà, che accolgono e servono coloro che approdano su questa terra: l’amore ricevuto e donato sia seme di nuovi legami fraterni e aurora di un mondo di pace. Amen. papa Francesco 19

Che cosa vuol dire il mio Signore al suo servo? Gs 5,14 Venerdì 16 Agosto

Signore, dove sei? Dove posso in-contrarti? Ecco le mie giornate scorrono nell’alveo di un fiume apparente-mente tranquillo… a volte gli scosso-ni del lento e pigro procedere fanno fare salti in alto, altre e più spesso … cado giù in basso. Guardo la polvere, il deserto, la stra-da compiuta: povertà e semplicità di una vita così feriale e nascosta che fa invidia ad un ragno sospeso in un angolo buio a tessere la sua ragna-tela… eppure lo so, tu mi stai parlan-do. Nel mio camminare e procedere un messaggio quasi cifrato di un len-to consumarsi di forze al tuo servi-zio, per il tuo popolo, per me stes-sa??? Mah… come posso distinguere se compio la tua volontà o se è la mia che prevale sempre? E mi ritorna questa domanda antica di tremila anni, ma sempre attuale: chi appartiene al tuo popolo o Si-gnore? Chi può alzare gli occhi e in-contrare il tuo sguardo? Ma tu sei colui che chiama, colui cha ama, colui che capisce… Allora sia il mio cammino un fiducio-so abbandono nel lento scorrere di un rivo d’acqua che sempre si rinno-va silenzioso alla tua sorgente, che

non pretende di uscire e superare i ponti, che si accontenta di stare quieto nell’ombra… Così, e solo così, anch’io come Gio-suè potrò riconoscere il tuo passag-gio nella mia vita, nella mia storia, nel mio procedere e peregrinare e come lui saprò inchinarmi alla pre-senza del mio Signore!

Signore Padre Santo, Dio d’amore Ascolta la mia preghiera che oggi sale a te da questo luogo silenzioso di lavoro pomeridiano, mentre il caldo incombe sulle nostre case e illumina e sfuoca le scene della vita. Tu sei sempre con noi, con me, tu sei presente nelle trame intricate del vivere quotidiano, tu accompagni ogni pezzo di strada e se non sempre sono attenta alla tua presenza trovi il modo di chiamarmi e di dirmi che ci sei… Signore, aumenta la mia fede!


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