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SETTE ANNI DI TELECOM ARGENTINA IP VIAGGIA CON ATM ARRIVA L’EURO ANCHE PER LE TLC IL DOMINIO DEL TRAFFICO NELLE EMERGENZE APRILE anno7 n.1 1998 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA
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SETTE ANNI DI TELECOM ARGENTINA

IP VIAGGIA CON ATM

ARRIVA L’EURO ANCHE PER LE TLC

IL DOMINIO DEL TRAFFICONELLE EMERGENZE

APRILE

anno7n.1

1998

NOTIZIARIOTECNICO

TELECOMITALIA

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA

- Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

3

Trovo estremamente opportuno che il Notiziario Tecnico si occupi delle attività all’estero diTelecom Italia perché l’espansione internazionale rappresenta un veicolo di crescita centrale nellestrategie del nostro Gruppo e perché le tematiche di rete - focus caratteristico della rivista -costituiscono il principale fattore di successo in tutte le nostre iniziative.

Alla base della strategia di espansione internazionale c’è la lettura di un accentuato trend diglobalizzazione nel business delle telecomunicazioni: globalizzazione della domanda in primoluogo con aziende sempre più internazionali e multinazionali che chiedono servizi globali, maanche globalizzazione dei mercati di sbocco favorita dai processi di privatizzazione e diliberalizzazione.

Il modello che si afferma è allora quello della competizione globale. Un modello in cui gliattori dell’offerta ricercano economie di scala e di scopo in ambito planetario.

Esistono aree di business in cui il modello di competizione globale si manifesta già in formaevidente. Mi riferisco ai traffici internazionali, ai servizi ai clienti multinazionali, alla conquistadei mercati emergenti e di spazi di crescita in mercati maturi, ai servizi della convergenza comeInternet o la televisione digitale.

Operare con successo in tali contesti differenziati comporta la convergenza del modello dibusiness su due paradigmi fondamentali: anzitutto la ricerca di forme di concentrazione sulmercato dei traffici e dei clienti multinazionali; in secondo luogo la capacità di agire nei varicontesti nazionali in maniera agile e focalizzata.

Il primo trend accennato - quello della concentrazione - risponde innanzitutto alla necessitàdi razionalizzare gli instradamenti e le reti internazionali sfruttando economie di scala epreparandosi al graduale superamento del sistema degli accounting rates.

Anche nella difesa del ricco mercato dei clienti multinazionali, che vale oltre il 10 per centodel mercato totale delle telecomunicazioni, la formula del mega carrier - cioè dei soggetti chenascono da fusioni, acquisizioni, alleanze, accordi - sembra essere vincente in quanto in gradodi coniugare il “global reach” con la presenza capillare e quindi con il livello di servizio offertonei mercati nazionali.

Il secondo fenomeno - quello degli investimenti diretti in mercati di altri Paesi - è sicuramenteun veicolo per rafforzare la dimensione internazionale dei singoli Gestori e quindi il loro pesonelle alleanze, negli accordi, nelle operazioni di M&A (Merge and Acquisition) ma rispondeanche alla necessità di un Global Player di bilanciare opportunamente il proprio portafoglioinvestitorio e quindi di acquisire cash flow di lungo periodo.

Si tratta quindi di saper cogliere quelle sostanziali opportunità di crescita in Paesi non maturi- e dunque meno soggetti a tensioni competitive di breve termine - e di trovare soluzioni dibusiness nei mercati già sviluppati, ovvero in quei mercati dove gli spazi per lo sviluppo risultanoconsistenti nel posizionamento come Gestore alternativo e nella ricerca di opportunità in aree dibusiness ad elevata crescita, quali il mobile o i servizi della convergenza.

In estrema sintesi, la strategia internazionale di Telecom Italia si basa su quattro obiettivistrategici di fondo: il presidio del mercato europeo, il rafforzamento in America Latina, unacompetitiva offerta world wide per la clientela business, economie di scala nelle reti e nei serviziinternazionali.

Il presidio del mercato europeo

L’Europa Occidentale rappresenta oltre il 30 per cento del mercato mondiale dei servizi ditelecomunicazione, e costituisce per Telecom Italia lo sbocco naturale delle attività nazionali in uncontesto di mercato unico europeo. Il primo traguardo in questo ambito è quello di affermarsicome Gestore alternativo nei principali Paesi Europei e cioè in Spagna, Francia, Germania,Inghilterra. Questi Paesi, oltre a rappresentare circa il 70 per cento del mercato continentale,costituiscono le principali direttrici di interscambio commerciale per l’Italia e di conseguenza i

Ai lettori

La presenza di Telecom Italia nel mercato globale

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4 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Ai lettori

principali flussi di comunicazione. Il traffico internazionale entrante e uscente dall’Italia e direttoin questi Paesi rappresenta circa il 40 per cento di tutto il traffico internazionale.

Rafforzamento della presenza del Gruppo in America Latina

L’America Latina è una Regione ad elevato potenziale di crescita anche per il mercato deiservizi di telecomunicazione. Il peso di tale Regione a livello mondiale nel 1995 era del 4,5 percento e si prevede che raggiungerà nell’anno 2010 circa il 14 per cento.

Principale obiettivo di Telecom Italia è il consolidamento delle presenze già in essere in questaRegione e l’espansione degli interessi nei principali mercati non ancora presidiati, come Brasile eMessico, che insieme all’Argentina rappresentano oltre il 70 per cento del mercato totale.

Disponibilità di piattaforme e portafogli di offerta globali

La globalizzazione dei mercati e la crescente richiesta di servizi seamless (cioè uguali a sestessi) a livello mondiale da parte della clientela affari multinazionale - che rappresenta il 16,5per cento del mercato totale - nonché il forte sviluppo dei servizi dati richiedono di porreparticolare attenzione alle piattaforme di servizi e portafogli di offerta per rispondereadeguatamente alle esigenze del mercato.

In tale ambito Telecom Italia agisce tramite la società TMI, già presente in numerosi Paesi, conpiattaforme mirate all’offerta di servizi alla clientela multinazionale.

Al fine di rafforzare questa capacità di offerta, anche verso segmenti di mercato più ampi -in generale clientela affari - migliorando allo stesso tempo la capacità di fidelizzazione (la“retention”) della clientela domestica sia in Italia che nei Paesi di presenza estera, con l’obiettivodi sviluppare maggiori volumi, il Gruppo sta analizzando accordi di cooperazione con Partnersglobali, in grado di contribuire alla crescita di tale capacità sia dal punto di vista geografico chetecnologico.

Realizzazione di economie di scala nella gestione delle reti e dei traffici internazionali

L’evoluzione del mercato dei servizi internazionali vede oggi:•il superamento dell’attuale modello basato su accordi bilaterali e su tariffe concordate

(accounting rate);•la trasformazione dei servizi di trasporto voce/dati in una “commodity”;•la forte crescita di servizi dati che richiedono grandi capacità trasmissive;•la nascita di sistemi alternativi a quelli dei Gestori tradizionali a bassissimo costo.È quindi necessario realizzare un nuovo modello di gestione delle infrastrutture e dei traffici

internazionali, che rappresentano l’11,5 per cento del mercato complessivo dei servizi ditelecomunicazione. Sarà così possibile ottenere forti economie di scala per mantenere unadeguato livello di competitività e al contempo uno sviluppo delle quote di mercato detenute dalsingolo Gestore.

Questo modello sarà realizzato attraverso partnership in grado di contribuire allarazionalizzazione e alla crescita delle infrastrutture disponibili sia dal punto di vista tecnologicoche finanziario.

In sintesi, una strategia di sviluppo internazionale focalizzata su un modello di integrazionefisso/mobile/dati/TV nei singoli mercati nazionali e sulla valorizzazione puntuale di tutte lesinergie geografiche, di business, di gestione, rappresenta una possibilità unica per crearevalore e per dare alla nostra Azienda una dimensione in grado di reggere l’impatto dellacompetizione globale.

Oscar CicchettiResponsabile della DirezioneStrategic Planning&Control

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA

- Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

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1. Introduzione

L’Argentina è un Paese molto vasto che occupaassieme al Cile il cono meridionale dell’AmericaLatina (figura 1). Il territorio si estende su una super-ficie di 2,737 milioni di chilometri quadrati, pari aquasi dieci volte quella dell’Italia. Nel 1996 la popola-zione era di circa 35 milioni di abitanti.

Questo Paese, pur essendo assai lontano dall’I-talia, si può considerare forse quello più filo-italiano,perlomeno per le sue tradizioni e per il suo modo divivere, influenzati dai molti immigrati italiani giuntiin Argentina nella prima metà di questo secolo: sonopresenti oggi circa 1,5 milioni di abitanti che conser-vano la cittadinanza italiana come eredità di quellaposseduta dai nonni o dai genitori. I cittadini argen-tini con cognome italiano sono, invece, circa la metàdella popolazione. Gli italiani qui emigrati hannoanche cambiato sensibilmente la lingua spagnolaoriginaria, sia nella pronuncia, sia introducendonumerose parole italiane nel linguaggio comune. Lalingua italiana, nella maggior parte dei casi, non èstata, però, trasmessa ai figli o ai nipoti, per cui sonomolto pochi gli argentini che oggi parlano l’italiano.

L’Argentina è un Paese ricco di materie prime e dirisorse agricole, che ha però molto sofferto negli ultimicinquant’anni per una instabilità politica che per uncerto tempo è scivolata in una perdita della demo-crazia. Dal 1984 la democrazia è stata restaurata e l’Ar-gentina è oggi una repubblica presidenziale basata suun potere parlamentare esercitato con due Camere.

Dal 1984 si sono succeduti due Presidenti: ilprimo è stato Raul Alfonsin, di ispirazione democra-tico-socialista; a questi è succeduto Carlos Menem,rappresentante dell’ala peronista (nazionalpopolari),

eletto per due volte successive, e il cui mandatoscadrà nel novembre 1999, esso non potrà essererieletto nuovamente in quanto la Costituzione stabi-

LUCA VALTRIANI

L’internazionalizzazionedi Telecom Italia

Il settore delle telecomunicazioni in Argentina

Il presente articolo vuole dare un’immagine, il più possibile aggiornata, del panoramadelle telecomunicazioni in Argentina: a questo scopo sono di seguito presentati i princi-pali dati socio-economici che servono da sfondo per interpretare la realtà argentina e perpoter comprendere la natura di un mercato abbastanza particolare e complesso che pre-senta notevoli punti di differenziazione rispetto alla situazione tipica europea, certa-mente meglio conosciuta dalla maggior parte dei lettori. Sono anche presentati i datirelativi alla situazione presente e agli sviluppi presumibili per i diversi settori delle tele-comunicazioni, con l’obiettivo di fornire un quadro che dia una visione sintetica dellepossibilità future di crescita del Paese in questo campo.

ARGENTINA

Golfo del Messico

Mar dei Caraibi

OCEANO PACIFICO

OCEANO ATLANTICO

OCEANO ATLANTICO

CILE

ISOLE FALKLAND

URUGUAY

PARAGUAY

BOLIVIA

BRASILEPERU

SURINAME

GUIANA FR.

GUYANAVENEZUELA

COLOMBIA

ECUADOR

PANAMA

COSTA RICA

ISOLE GALAPAGOS

NICARAGUAEL SALVADOR

GUATEMALA HONDURAS

BELIZE

CUBA

JAMAICA

BAHAMAS

HAITIPUERTO RICO

REP. DOMINICANA

MESSICO

STATI UNITI

Panama

Rosario

Buenos Aires

Brasilia

Asunción

El Paso

Los Angeles

New Orleans

Monterrey

Mexico

Guadalajara

Belmopan

L’AvanaMiami

Guatemala

San Salvador

Managua

Tegucigalpa

MedellinBogotá

Kingston Port-au- Prince

Santo Domingo

CaracasGeorgetown

Paramaribo

Cayenne

Belém

Cali

Quito

Trujillo

Lima

La Paz

Antofagasta

Santiago

Concepción Montevideo

Cape Horn

Sao PauloRio de Janeiro

Salvador

FortalezaManaus

San José

Córdoba

Puerto Santa Cruz

Figura 1

L’America Latina.

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6 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

lisce che un Presidente non possa governare per piùdi due mandati successivi. Lo scorso ottobre è statorinnovato un terzo della Camera bassa del Parlamentoe i peronisti, da quando Menem è al potere, hannoperso per la prima volta la maggioranza.

2. Lo scenario macroeconomico

Con il ritorno della democrazia si sono avuticambiamenti radicali in Argentina [1], [2]: i motorieconomici, che per molti anni erano stati assopiti,hanno ripreso a funzionare dapprima lentamente, epoi hanno avuto una vigorosa accelerazione con l’ar-rivo di Carlos Menem alla presidenza del Paese attra-verso il processo di liberalizzazione e di privatizza-zione economica. Questoprocesso, già disegnatonelle sue linee principalidal Governo precedente, èstato portato avanti connotevole impulso daiGoverni peronisti che sisono succeduti sotto i duemandati presidenziali diMenem. Come si puòvedere dalla tabella 1,sono stati, ad oggi, giàprivatizzati i maggiori poliindustriali del Paesefornendo non solo unbeneficio economico allostato, ma dando una spintaallo sviluppo dell’Argen-tina grazie alla maggioreefficienza conseguita aseguito della privatizza-zione e della liberalizza-

zione nei principali compartiindustriali sottesi allo sviluppodi un Paese moderno distampo industriale1. Moltiservizi - quali le autostrade, leferrovie e le poste - sono statidati in concessione perdecenni a imprese private. Èstato dato recentemente inconcessione l’ultimo grandecomparto industriale: quellorelativo alla gestione dei tren-tatre aeroporti dell’Argentina.La tendenza è comunquequella di continuare a priva-tizzare la maggior parte deiservizi pubblici per permet-tere, oltre ad una più elevataefficienza ed a più alti introitiper lo Stato (anche comemaggiori tasse corrisposte),uno sviluppo molto più rapidodell’economia. Lo Statorimane comunque vigile suiprocessi di competizione intermini di prezzi applicati,

qualità dei servizi offerti e lealtà del mercato. Ilprocesso di privatizzazione argentina è ritenuto dallamaggior parte degli analisti economici come uno deimigliori e più completi oggi attuati nel mondo [1].

La macroeconomia del Paese presenta da anni unacrescita estremamente elevata, in particolare daquando, nel 1991, l’allora ministro dell’Economia,Domingo Cavallo, agganciò il peso argentino aldollaro USA.

Come si può vedere dalla tabella 2, ai datimacroeconomici positivi si associa tuttavia una fortecrescita della disoccupazione dovuta - come in tutti iPaesi che presentano un rapido mutamento - allemodifiche strutturali dell’industria in seguito aigrandi processi di privatizzazione già menzionati, eall’uscita dell’autorità dello Stato dalla difesa sociale

Valtriani • Il settore delle telecomunicazioni in Argentina

Tabella 1 Principali privatizzazioni avvenute negli ultimi anni in Argentina.

Telecomunicazioni

Settore petrolchimico

Trasporto Aereo

Imprese di Difesa

Energia Elettrica

Petrolifero

Settore bancario

Trasporto Marittimo

Agricoltura

ENTel

Differenti Compagnie

Aerolineas Argentinas

Differenti Compagnie

Differenti Compagnie

YPF (Compagnia Petrolifera)

Caja Naconal de Ahorro y Seguros

Lineas Maritimas Argentinas

CAP (Compagnie Agro Pecuarie)

214

53

260

230

802

245

86

15

2

1990

1992

1993

1994

1989 APPROVAZIONE DELLA LEGGE DI EMERGENZA ECONOMICA N° 23697

Settore Compagnia

* A questi valori devono essere aggiunte le somme pagate su titoli del debito estero argentino che, per esempio, per le telecomunicazioni furono di 5.029 milioni di dollari.

Mil. $*

Tabella 2 Principali indicatori economici dell’Argentina.

Disoccupazione (%)

Popolazione (milioni di abitanti)

Variazione reale del PIL (%) (**)

Variazione delle importazioni (%) (**)

Variazione delle esportazioni (%) (**)

Inflazione (%) (**)

Deficit fiscale (%)

14,9

35,479

8,4

27,3

12,7

0,3

1,9

14,1

35,920

4,2

12

8

0,4

1,5

13,0

36,500

4,7

9,0

12

1,1

1,2

11,8

37,250

5,2

10,7

14,5

1,9

0,75

1997(*) 1998 1999 2000

(*) Valori a consuntivo.(**) Valori corrispondenti al periodo compreso tra due mesi di settembre successivi.

Fonte: INDEC (Institución Nacional De Estadisticas y Censos)

Fonte: INDEC/Ministero dell’Economia Argentino

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del posto di lavoro. A questi elementi si accompagnaperò un’inflazione molto contenuta (tabella 2) e unacaduta del costo del denaro che permette sostanzial-mente di prevedere nel futuro una rapida crescitadel Paese: infatti già nel ’97 la crescita del PIL(Prodotto Interno Lordo), è stata dell’8,4 per cento,accompagnata da un sostenuto ricambio della forzalavoro; da una PIME (Piccola e Media Impresa) inforte espansione e con una spiccata capacità impren-ditoriale; da un costo della manodopera fra i piùbassi al mondo (1,7 dollari per ora); da un mercatodel consumo previsto in crescita e con un potere diacquisto della popolazione sempre maggiore.

Le maggiori incertezze che ancora permangono inquesto quadro sostanzialmente positivo sono princi-palmente legate alla stabilità politica e alla fragilitàfinanziaria nei conti con l’estero, tuttora presente, chepotrebbero compromettere il processo in atto.

3. Il processo di privatizzazione delletelecomunicazioni

Il mercato delle telecomunicazioni [2] è stato ilprimo ad essere privatizzato nel 1990 subito dopol’avvento al potere di Carlos Menem, anche se ilprogetto era stato già avviato in precedenza, conmolte incertezze, da Raoul Alfonsin. L’intero settoredelle telecomunicazioni prima della privatizzazioneera sotto la responsabilità della ENTel che soffrivadei problemi di una grande Società monopolisticagestita dallo Stato e operante in un Paese con unregime di tipo populista. Il servizio telefonicoofferto era in pratica di qualità molto modesta: iltempo medio di attesa per un nuovo collegamento

era di 5-10 anni, con un costodi installazione di almeno1.500 dollari; il tempo mediodi riparazione delle linee erasuperiore a un mese.

Alcuni servizi erano gestitigià in competizione, comequelli relativi alla trasmissio-ne dati, che però impiegava-no principalmente la rete diENTel e che perciò presen-tavano, per i servizi offerti,problemi analoghi a quellidirettamente forniti da que-sta Società. Quando si priva-tizzò il mercato delle teleco-municazioni fu compiutaun’operazione, a parere dimolti, brillante [1], che hapermesso al Paese di potergodere, in pochi anni, di unarete moderna ed efficiente

(vedi tabelle 4, 5 e 6).L’elevato livello di investimenti richiesto per l’am-

modernamento della rete, suggerì di dividere ENTelin due parti: la prima relativa al Nord del Paese, l’altraal Sud (figura 2).

La capitale Buenos Aires, con i suoi 13 milioni diabitanti - più di un terzo della popolazione del Paese- costituisce naturalmente il fulcro industrialedell’Argentina: fu perciò deciso di dividere la retetelefonica di questa città in due parti, Nord e Sud,assegnandole rispettivamente a ciascuna delle areeprecedentemente menzionate.

Le due metà della rete si contraddistinguevano,già da allora, per una elevata presenza di clienti affarinella parte Sud e di clienti residenziali con un elevato

Valtriani • Il settore delle telecomunicazioni in Argentina

(1) Per quanto riguarda il settore delle telecomunicazioni si vedrà inseguito come questo comparto sia notevolmente cambiato dopo la pri-vatizzazione, con benefici effettivi sia per il Paese - che oggi dispone diun sistema di telecomunicazioni all’avanguardia - sia degli investitoriche hanno avuto un buon ritorno sui capitali investiti.

Buenos Aires intorno al 1885: vista del Paseo de Julio (oggi Avenida Leandro N. Alen).

Buenos Aires

Figura 2 Suddivisione geografica fra Telecom eTelefonica di Argentina.

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8 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

potere di acquisto nel Nord.Il bando di gara prevedeva anche di far gestire il

traffico, legato alle comunicazioni internazionali, auna terza Società costituita con una joint venture al50 per cento da parte dei due Gestori di riferimentovincitori della gara.

Alle due Società fu data la possibilità di gestire ilservizio telefonico; fu però posta una grossa restri-zione sulla fornitura di eventuali servizi a valoreaggiunto che non fossero strettamente connessi con lafonia (oggi ad esempio non è ancora permesso ai dueGestori monopolistici di fornire servizi, anche solo difonia, mediante un supporto ISDN, perché esso èvisto come una tecnologia che permette di offrireservizi integrati di voce e dati a valor aggiunto).

Il bando prevedeva anche che le due Societàvincenti potessero operare su servizi in competizionecome i dati, ma dovevano essere forniti da una Societàtotalmente separata dalle rispettive attività di mono-polio ed in joint venture al 50 per cento.

Nella gara risultò primo il consorzio che avevacome socio di riferimento Telefonica di Spagna che siaggiudicò così la rete del Sud dell’Argentina. Il Nordfu assegnato al consorzio che si era classificatosecondo nella gara: esso era guidato dalla Bell Atlanticche, però, abbandonò quasi subito per non avertrovato le coperture finanziare necessarie a garantiregli investimenti. Subentrò allora il consorzio classifi-catosi terzo, che aveva come soci di riferimento laSTET e France Télécom.

4. Dalla privatizzazione all’attuale scenariodi mercato

Dal processo di privatizzazione nacquero quindidue Gestori: TASA (Telefonica de Argentina) nel Sud delPaese e Teco (Telecom Argentina) nel Nord. Fu costi-tuita anche Telintar per i servizi internazionali e

STARTEL per i servizi dati (joint venture al 50 percento fra Teco e TASA).

Il bando di privatizzazione di ENTel prevedevache la concessione in duopolio avesse una durataminima di sette anni con una possibile estensioneautomatica del diritto per altri tre anni se le Societàavessero raggiunto gli obiettivi di qualità e di penetra-zione del servizio previsti dal bando di gara.

I sette anni sono scaduti il 7 novembre del 1997; eil 10 marzo di quest’anno il Presidente della NazioneArgentina ha firmato un decreto, con il quale si dettaun cammino graduale di liberalizzazione del serviziotelefonico a partire dall’8 novembre 1999. La compe-tizione diverrà totale a partire dal 8 novembre 2000,data massima già prevista dal bando di privatizzazionedella ex-ENTel. Lo scenario descritto nel decretolascia prevedere in Argentina un futuro dovepotranno competere in tutti i settori di Business lequattro Società maggiori oggi impegnate nel mercatoargentino: Telecom, Telefonica, Movicom e CTI(queste ultime due sono imprese di servizi mobili allequali verrebbe offerta l’opportunità di poter offrireanche gli altri servizi di telecomunicazione). Latelefonia pubblica entra invece da subito in competi-zione, e dopo cento giorni dalla data sarà posto incompetizione anche il servizio telefonico per localitàcon popolazione sotto i cinquecento abitanti.

Altri attori importanti nel mercato delle telecomu-nicazioni sono i Gestori delle reti per la trasmissionedi dati; i Gestori delle reti cellulari; i Gestori delsettore della televisione via cavo (Cable TV).

Come è mostrato nel riquadro riportato a pagina10, la struttura del mercato delle telecomunicazioni èmolto complessa e muta nel tempo: i principali attorisono il CEI (Citicorp Equity Investments), holdingfinanziaria della City Bank, e il grande Gruppo edito-riale argentino Clarin che estende in misura semprecrescente i propri interessi, già notevoli, nel campodell’approntamento dei contenuti e del trasportodelle televisioni via cavo. Altro protagonista di rilievoche opera prevalentemente con acquisizioni nelcampo della predisposizione dei contenuti deiprogrammi e con espansioni in settori al di fuori daquelli istituzionalmente propri, è Telefonica che,attraverso la sua holding internazionale TISA (Telefo-nica International Sociedad Anonima), ha ampliatosensibilmente la sua presenza nel settore deltrasporto della televisione via cavo (CATV) e dell’ap-prontamento dei contenuti. Il Gruppo NORTELInversora, costituito da Telecom Italia, da FranceTélécom, da Perez Companc (gruppo industrialelocale) e da J. P. Morgan, è un altro protagonista dirilievo delle telecomunicazioni in Argentina chefinora si è sempre posizionato nel “core business” deltrasporto delle informazioni attraverso la propriapartecipazione di maggior rilievo che è nel GruppoTelecom Argentina.

L’osservazione più importante che possa esserefatta oggi sullo scenario argentino delle telecomunica-zioni è che si tratta di una realtà molto complessa emolto differente da quelle europee principalmenteper due fattori:• la presenza rilevante nel Paese di Operatori di

televisione via cavo da almeno trent’anni;

Valtriani • Il settore delle telecomunicazioni in Argentina

Posto telefonico pubblico della stazione di Borges nella metropoli diBuenos Aires. In primo piano il “Treno della Costa”.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 9

• la competitività del mercato che, sebbene ancoramonopolistico nei servizi fonici, presenta al suointerno due grandi competitor (Teco e TASA) chein qualche modo si stanno già preparando, conpolitiche di marketing e di offerta ai propri clienti,ad anticipare la futura competizione che siprevede tra essi molto accesa e con rischi e oppor-tunità per entrambe le parti.In questo contesto, i due Gruppi hanno effet-

tuato scelte strategiche totalmente differenti, che,molto probabilmente, consentiranno di influenzaresensibilmente i risultati nel regime di competizione:Telecom sta puntando al core business delle teleco-municazioni con l’idea di rafforzarsi sensibilmente

nel campo dell’integrazione di soluzioni e diproporsi quale fornitore unico dei diversi servizi aqualunque tipo di clientela. Telecom non prevedepoi alcun tipo di accordo strategico con altre Societàche operino in campi che non riguardano diretta-

mente il settore delle telecomunicazioni (adesempio con Società che approntino i contenuti perla CATV o che li distribuiscano).

Telefonica, ha invece investito molto nel campodel trasporto della televisione via cavo e della prepa-razione dei contenuti, attraverso acquisizioni, accordie joint venture, e si presenta oggi nel mercato comeun Operatore completo di servizi multimediali.Questa attività è stata avviata da almeno tre anni e nel1997 ha visto una crescita improvvisa attraverso unagrande campagna di acquisizioni nel campo degliOperatori di televisione via cavo - condotta insieme alCEI - e che oggi permette a Telefonica di gestire

circa metà dei clienti presenti nel Paese in questosettore (vedi tabella 3). Questa strategia, ritenutasicuramente vincente fino allo scorso anno in tutto ilmondo, sembra oggi perlomeno non decisiva per l’ag-giudicazione della leadership del futuro mercato delletelecomunicazioni del Paese, in particolare in conse-guenza del grande sviluppo che si è avuto nel 1997nella telefonia mobile e nei servizi legati al mondoInternet.

Le aspettative di crescita del mercato sono note-voli specialmente nel settore delle reti mobili, inaccordo con le tendenze che si sono chiaramentemanifestate nei Paesi più industrializzati (vedifigura 3).

Ultimo attore di grande rilievo in questa partita èil Gruppo Clarin che progressivamente sta abbando-nando il settore della televisione via cavo che dete-neva insieme a Telefonica, e del quale non sonoancora molto chiare le scelte strategiche per il futuro,ma che sicuramente, qualunque esse siano, avrannoin prospettiva un peso sul mercato. In figura 4 sonopresentate in forma sintetica i settori nei quali ilGruppo Clarin oggi opera.

Nel riquadro a pagina 10 è riportata una rappre-sentazione del quadro azionario sotteso alle varieSocietà presenti in Argentina, mentre nel seguitosaranno brevemente descritti i settori che svolgono lapropria attività nelle telecomunicazioni del Paese.

Valtriani • Il settore delle telecomunicazioni in Argentina

fissointernetmobile

catv

1997 1998 1999 20000

2

4

6

8

10

Milioni di utenti

Figura 3 Previsioni di crescita del mercato argentinofino al Duemila.

Telefonia mobileCTI

Altri serviziAUDIOTEL

Servizi via satellite GALAXY

Televisione diffusiva MULTICANAL

Fornitori di Internet PRIMA

GRUPPO CLARIN

Figura 4 Settori in cui opera il Gruppo Clarin.

Tabella 3 Penetrazione nel mercato dei principaliOperatori CATV al 31 dicembre 1997.

Multicanal

VCC

Cablevisión

Supercanal

Mandeville

Altri

MERCATO TOTALE

Operatori

1.300.000

700.000

600.000

550.000

350.000

2.000.000

5.500.000

Clienti

Fonte: “Intelligenza di Mercato”, reparto interno a Telecom Argentina

Fonte: “Intelligenza di Mercato”, reparto interno a Telecom Argentina

Fonte: “Intelligenza di Mercato”, reparto interno a Telecom Argentina

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10 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Valtriani • Il settore delle telecomunicazioni in Argentina

Gli schemi riportati qui di seguito mostrano la suddivisionecompleta dello scenario azionario del settore delle telecomu-nicazioni nel Paese, presentando la sfera di azione dei treprincipali attori che operano oggi in questo campo (Teco,TASA e Clarin).

Il CEI (holding detenuta dalla City Bank) - che è principal-mente un Operatore finanziario - è mostrato in secondopiano in questo quadro che ha come obiettivo di mostrare leforze in gioco principalmente dal punto di vista dei responsa-bili della gestione dei servizi. È chiara la partecipazione dirilievo di Telecom e di Telefonica nei diversi settori in cui èsegmentato il mercato con la presenza di Telefonica e del CEIanche nel mercato dei Gestori del servizio di televisione viacavo. Negli schemi sono anche indicate le Cooperative che

STRUTTURAAZIONARIADELLE IMPRESEDI TLC INARGENTINA

32,5%

32,5%

50%

50%

54%

50%

50%

50%

100%

64,5%25,5%

10%

10%

90%

51%

52,5%

47,5%

100%

100%

100%

50%

50%

100%

100%

100%

24,5%

24%

10%

24,5%

8%

8%

25%

60%

5%

10%

100%

26%

10%

60%

Coperativa

NORTEL TELECOM

TELINTAR

TELEFONICACointel

50%

CiticorpTisa

MulticanalClarin

VCC

TCI

Eumekian

Cable Vision

MOVICOM

Comsat

Impsat

Motorola

Bell-South

SOCMA

BGH

Co Austral Inversiones

GTE

Lucent

Telfon (Clarin)

TCW

B. Francés

Invertel

Comsat-Corp

GESTORI DELLA TELEFONIA FISSA

GESTORI DELLA TELEFONIA MOBILE

GESTORI DI RETE PER DATIGESTORI DELLA TELEVISIONE VIA CAVO

Telefonica Telecom Argentina Gruppo Clarin

France Télécom

Perez Compane

J. P. Morgan

STET

Comahue

MINIPHONE

TELECOM PERSONAL

UNIFON

Datanet (interactive)

STARTEL

Advance

FiberTel

Liberman

US West Media

100%

CTI

Norcable

Telecom Soluciones (Com Ing.

Arnet)

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 11

Valtriani • Il settore delle telecomunicazioni in Argentina

operano nel settore della telefoniafissa, che sono strutture private traassociazioni di utenti che copronoambiti geografici circoscritti*.

Lo scenario presentato è in evolu-z ione per i con t inu i acqu i s t i escambi di azioni che si stanno succe-dendo in questi ultimi mesi e chepreparano alla futura competizionenei mercati della trasmissione dati edi accesso Internet, nonché per laclientela della distribuzione televi-s iva v ia cavo (CATV) per quantoriguarda Telefonica.

SKY ENT.Globo (30%) TCI (10%) Televisa (30%) News Corp (30%)

Laser (80%) G3 (20%)

ARTEAR (60%) DIRECT TV (40%)

TDH S.A.

DIRECT TV Arg

Miniphone

RADIOLLAMADA

Mtel - USA

RADIOMENSAJE/ SKITEL

Mc Caw

AIRLINK

Cell Page

INDICOM

TELEAVVISO

Datamarket

Miniphone

STARTEL PRIMA

Movicom

Impsat

IBM

COMSAT

FORNITORI DI INTERNET

Advance/ Compuserver

10%

11%

6,5%

8,75% 1,5% 1,5%

5%

10% 10%

90%

Teleseat - Canada

Daimler Benz Alenia

General Electric

Antel

B. Prov BISA

IFCPublicom

AerospazialeCap. Argentinos

GESTORI DELLA RETE VIA SATELLITE

PARACOMSAT

PANAMSAT

Alvarez

TIBA

GALAXY LATIN AMERICA

KEYTECHFrance Télécom

INTELSAT

NAHUELSAT

Hughes MVS Multivision Cisneros Abril

(60%) (10%) (20%) (10%)

5,75%

100%

20%

ALTRI SETTORI DEL RAMO AFFARI

50% 50%

PUBLICOMCALL CENTER

Telefé Teco Tasa

TELINFOR AUDIOTEL

Clarin SGJ

COMPUSERVE

TELINVER

DATAMARKET

TELEVISIONE VIA SATELLITE

Telecom Soluciones

SKY ENT.Globo (30%) TCI (10%) Televisa (30%) News Corp (30%)

Laser (80%) G3 (20%)

ARTEAR (60%) DIRECT TV (40%)

TDH S.A.

DIRECT TV Arg

Miniphone

RADIOLLAMADA

Mtel - USA

RADIOMENSAJE/ SKITEL

Mc Caw

AIRLINK

Cell Page

INDICOM

TELEAVVISO

Datamarket

Miniphone

STARTEL PRIMA

Movicom

Impsat

IBM

COMSAT

FORNITORI DI INTERNET

Advance/ Compuserver

10%

11%

6,5%

8,75% 1,5% 1,5%

5%

10% 10%

90%

Teleseat - Canada

Daimler Benz Alenia

General Electric

Antel

B. Prov BISA

IFCPublicom

AerospazialeCap. Argentinos

GESTORI DELLA RETE VIA SATELLITE

PARACOMSAT

PANAMSAT

Alvarez

TIBA

GALAXY LATIN AMERICA

KEYTECHFrance Télécom

INTELSAT

NAHUELSAT

Hughes MVS Multivision Cisneros Abril

(60%) (10%) (20%) (10%)

5,75%

100%

20%

ALTRI SETTORI DEL RAMO AFFARI

50% 50%

PUBLICOMCALL CENTER

Telefé Teco Tasa

TELINFOR AUDIOTEL

Clarin SGJ

COMPUSERVE

TELINVER

DATAMARKET

TELEVISIONE VIA SATELLITE

Telecom Soluciones

SKY ENT.Globo (30%) TCI (10%) Televisa (30%) News Corp (30%)

Laser (80%) G3 (20%)

ARTEAR (60%) DIRECT TV (40%)

TDH S.A.

DIRECT TV Arg

Miniphone

RADIOLLAMADA

Mtel - USA

RADIOMENSAJE/ SKITEL

Mc Caw

AIRLINK

Cell Page

INDICOM

TELEAVVISO

Datamarket

Miniphone

STARTEL PRIMA

Movicom

Impsat

IBM

COMSAT

FORNITORI DI INTERNET

Advance/ Compuserver

10%

11%

6,5%

8,75% 1,5% 1,5%

5%

10% 10%

90%

Teleseat - Canada

Daimler Benz Alenia

General Electric

Antel

B. Prov BISA

IFCPublicom

AerospazialeCap. Argentinos

GESTORI DELLA RETE VIA SATELLITE

PARACOMSAT

PANAMSAT

Alvarez

TIBA

GALAXY LATIN AMERICA

KEYTECHFrance Télécom

INTELSAT

NAHUELSAT

Hughes MVS Multivision Cisneros Abril

(60%) (10%) (20%) (10%)

5,75%

100%

20%

ALTRI SETTORI DEL RAMO AFFARI

50% 50%

PUBLICOMCALL CENTER

Telefé Teco Tasa

TELINFOR AUDIOTEL

Clarin SGJ

COMPUSERVE

TELINVER

DATAMARKET

TELEVISIONE VIA SATELLITE

Telecom Soluciones

SKY ENT.Globo (30%) TCI (10%) Televisa (30%) News Corp (30%)

Laser (80%) G3 (20%)

ARTEAR (60%) DIRECT TV (40%)

TDH S.A.

DIRECT TV Arg

Miniphone

RADIOLLAMADA

Mtel - USA

RADIOMENSAJE/ SKITEL

Mc Caw

AIRLINK

Cell Page

INDICOM

TELEAVVISO

Datamarket

Miniphone

STARTEL PRIMA

Movicom

Impsat

IBM

COMSAT

FORNITORI DI INTERNET

Advance/ Compuserver

10%

11%

6,5%

8,75% 1,5% 1,5%

5%

10% 10%

90%

Teleseat - Canada

Daimler Benz Alenia

General Electric

Antel

B. Prov BISA

IFCPublicom

AerospazialeCap. Argentinos

GESTORI DELLA RETE VIA SATELLITE

PARACOMSAT

PANAMSAT

Alvarez

TIBA

GALAXY LATIN AMERICA

KEYTECHFrance Télécom

INTELSAT

NAHUELSAT

Hughes MVS Multivision Cisneros Abril

(60%) (10%) (20%) (10%)

5,75%

100%

20%

ALTRI SETTORI DEL RAMO AFFARI

50% 50%

PUBLICOMCALL CENTER

Telefé Teco Tasa

TELINFOR AUDIOTEL

Clarin SGJ

COMPUSERVE

TELINVER

DATAMARKET

TELEVISIONE VIA SATELLITE

Telecom Soluciones

SKY ENT.Globo (30%) TCI (10%) Televisa (30%) News Corp (30%)

Laser (80%) G3 (20%)

ARTEAR (60%) DIRECT TV (40%)

TDH S.A.

DIRECT TV Arg

Miniphone

RADIOLLAMADA

Mtel - USA

RADIOMENSAJE/ SKITEL

Mc Caw

AIRLINK

Cell Page

INDICOM

TELEAVVISO

Datamarket

Miniphone

STARTEL PRIMA

Movicom

Impsat

IBM

COMSAT

FORNITORI DI INTERNET

Advance/ Compuserver

10%

11%

6,5%

8,75% 1,5% 1,5%

5%

10% 10%

90%

Teleseat - Canada

Daimler Benz Alenia

General Electric

Antel

B. Prov BISA

IFCPublicom

AerospazialeCap. Argentinos

GESTORI DELLA RETE VIA SATELLITE

PARACOMSAT

PANAMSAT

Alvarez

TIBA

GALAXY LATIN AMERICA

KEYTECHFrance Télécom

INTELSAT

NAHUELSAT

Hughes MVS Multivision Cisneros Abril

(60%) (10%) (20%) (10%)

5,75%

100%

20%

ALTRI SETTORI DEL RAMO AFFARI

50% 50%

PUBLICOMCALL CENTER

Telefé Teco Tasa

TELINFOR AUDIOTEL

Clarin SGJ

COMPUSERVE

TELINVER

DATAMARKET

TELEVISIONE VIA SATELLITE

Telecom Soluciones

* Le Cooperative sono una particolarità dei Paesilatino-americani e sono state preservate dal bandodi privatizzazione di ENTel. Oggi in Argentinasono poco più di duecento e gestiscono 350milalinee circa.

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12 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

5. Profilo dei principali settori di attivitànelle telecomunicazioni del Paese

Come già anticipato nei paragrafi precedenti iprincipali settori di attività sono: i servizi in foniagestiti in monopolio; i servizi mobili; i servizi ditrasferimento di dati (tra i quali sono comprese anchele attività relative alle reti Internet); i servizi distribu-tivi di televisione via cavo.

5.1 Servizi fonici in monopolio

Come è stato già anticipato nel paragrafo 4, idue principali attori che oggi operano in questocampo sono Telecom e Telefonica, che hanno a loro

volta costituito una Società per i servizi internazio-nali, prevista dal bando di gara di privatizzazione,che si chiama Telintar. Il campo di attività rispetti-

vamente svolto da Teco e da TASA è mostratonelle figure 5 e 6; nelle tabelle 4 e 5 sono posti aconfronto i dati delle due Società dalla privatizza-zione ad oggi, sui principali indicatori economici eindustriali. La differenza sostanziale tra le dueSocietà riguarda la decisione strategica presa daTeco di rinnovare rapidamente le tecnologie dellarete e il personale; questo spiega anche l’inizialevantaggio di Teco su TASA per quanto riguarda laproduttività, che, come sarà meglio descrittonell’articolo seguente, è risultato essere più favore-vole per Telefonica a causa della differente distri-buzione dei clienti sul territorio. TASA ha invecepreferito distribuire gli investimenti negli anni, equesta scelta ha poi causato una certa difficoltà pergestire l’introduzione di nuovi servizi sull’interoPaese, a causa del mancato completamento dellanumerizzazione della commutazione.

I servizi che i due Gestori possono offrire sonosolo quelli legati alla fonia, come il Centrex, le

Valtriani • Il settore delle telecomunicazioni in Argentina

Tabella 4 Principali indicatori tecnico-economici di Telecom Argentina.

Fatturato (milioni di dollari)

Risultato netto (milioni di dollari)

Investimenti (milioni di dollari)

Linee in servizio

Linee per 100 abitanti

Percentuale di numerizzazione

Numero di telefoni pubblici

Linee per dipendente

957

60

142

1.428.623

11,8

12,0

11.988

83

1.303

167

659

1.691.114

10,7

32,4

16.806

99

1.593

242

1.089

1.910.078

11,8

54,4

21.698

122

1.914

352

1.175

2.291.028

14,0

72,2

28.695

159

1.932

319

858

2.594.659

16,0

85,6

32.655

189

1.930

260

788

2.824.395

17,1

95,6

39.416

218

2.037

307

502

3.086.069

17,7

100,0

46.039

277

(*) L’anno fiscale chiude al 30 settembre

1991Anno(*) 1992 1993 1994 1995 1996 1997

Telefonia Fissa TELEFONICA TELINTAR

Telefonia mobile MINIPHONE UNIFON

Servizi Dati STARTEL

FIBERTEL ADVANCE

Fornitori di Internet MINIPHONE

STARTEL ADVANCE

TeleavvisoRADIOLLAMADA

Cable tv MULTICANAL

CABLEVISION VCC

TELEFONICA ARGENTINA

Figura 6 Il Gruppo Telefonica di Argentina.Telefonia Fissa

TELECOM TELINTAR

Telefonia mobile TELECOM PERSONAL

MINIPHONE

Servizi Dati STARTEL

TELECOM SOLUCIONES

Fornitori di Internet MINIPHONE STARTEL

TELECOM SOLUCIONES

TeleavvisoRADIOLLAMADA

Servizi via satellite NAHUELSAT

TELECOM ARGENTINA

Figura 5 Il Gruppo Telecom Argentina.

Fonte: Bilanci annuali dell’Impresa

Fonte: “Intelligenza di Mercato”, reparto interno a Telecom Argentina

Fonte: “Intelligenza di Mercato”, reparto interno a Telecom Argentina

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 13

messaggerie vocali, le carte di credito telefoniche2.Per quanto riguarda Telintar, essa è l’unica

Società del Paese abilitata a offrire servizi interna-zionali sia fonici che per il trasporto di dati. Unbreve prospetto della Società è mostrato nellatabella 6: in essa i dati del 1997 sono riportati

suddividendoli secondo le due divisioni operativeNord e Sud, che rispondono in forma organizzativadirettamente agli azionisti di riferimento.

5.2 Servizi mobili

Nel 1989 fu lanciato il primo servizio radiomobilein Buenos Aires da parte dell’impresa Movicom cheha Bell-South come Gestore di riferimento. Nelseguito avviarono il servizio in competizione da una

parte Miniphone a Buenos Aires e, d’altra parte, CTI,Telecom Personal e Unifon all’interno del Paese (figura 7).Da questi Gestori è stata utilizzata la tecnologiadenominata AMPS (Advanced Mobile Phone System),e di recente è stato introdotto il sistema numericoD-AMPS (Digital -AMPS). È ora in corso una gara peraggiudicare la terza e la quarta licenza mobile in

Valtriani • Il settore delle telecomunicazioni in Argentina

(2) Un elenco più completo di questi servizi è riportato nel-l’articolo seguente su Telecom Argentina [4].

Tabella 6 Principali indicatori tecnico-economici di Telintar.

Fatturato (milioni di dollari)

Risultato netto (milioni di dollari)

Investimenti (milioni di dollari)

Traffico uscente

Traffico entrante

Numero di circuiti internazionali

Numero di accessi ISDN

Percentuale delle maggiori direzioni di traffico

USA

20

Brasile

13

Cile

10

Europa

15

Resto del mondo

42

--

--

--

--

--

1.803

--

--

--

--

--

--

2.511

--

525,16

92,96

117,04

144.024

201.427

2.857

--

607,79

73,41

60,73

175.073

252.639

3.276

--

624,81

30,08

42,96

179.354

299.351

5.288

--

629,53

-11,34

25,62

181.337

390.707

6.387

134

240,461

11,143

21,00

111.396

216.768

3.592

172

285,621

11,065

18,00

137.100

229.962

3.207

167

(*) L’anno fiscale chiude al 30 settembre

1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1997

NORD SUD

Anno(*)

Tabella 5 Principali indicatori tecnico-economici di Telefonica di Argentina.

Fatturato (milioni di dollari)

Risultato netto (milioni di dollari)

Investimenti (milioni di dollari)

Linee in servizio

Linee per 100 abitanti

Percentuale di numerizzazione

Numero di telefoni pubblici

Linee per dipendente

1.248

135,6

229

1.782.355

12,6

18,1

14.642

98,4

1.718

240,1

664

2.008.447

12,6

24,0

20.686

104,3

1.935

333,4

1.011

2.213.317

14,1

38,2

24.027

122,3

2.250

420,4

1.059

2.595.929

16,4

52,9

31.671

154,2

2.373

457,8

1.203

3.027.815

18,8

70,8

41.434

190,1

2.376

385,1

922

3.402.230

20,9

77,8

47.810

238,3

2.497

474,3

789

3.766.017

22,8

90,1

55.586

315,2

(*) L’anno fiscale chiude al 30 settembre

1991Anno(*) 1992 1993 1994 1995 1996 1997

Fonte: Bilanci annuali dell’Impresa

Fonte: Bilanci annuali dell’Impresa

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14 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Valtriani • Il settore delle telecomunicazioni in Argentina

Le telecomunicazioni sonostate il primo comparto adessere stato privatizzato nelPaese e sono considerate dalGoverno un settore fondamentale per lo sviluppo dell’Argentina. Il Presidente CarlosMenem ha sempre mostrato una gran-de attenzione all’aspetto normativo epolitico di questo settore realizzando,a detta degli esperti, una delle miglioriprivatizzazioni attuate in questo ambi-to. Il Presidente ha agito a livello diregolamentazione in forma notevol-mente decisa e incisiva tanto che essaè stata a volte definita di livello spre-giudicato dalla oppo-sizione [3]. Ha deci-so di recente di met-tere sotto la respon-sabilità diretta dellaPresidenza sia l’auto-rità di controllo chequella di indirizzo politico del settore.Come si può vedere dalle figure, ope-rano oggi due Entità che presiedonoalle attività delle poste e delle teleco-municazioni e che sono la Segreteriadelle Comunicazioni (Secretaria deComunicaciones de la Presidencia dela Nación), che formula gli indirizzipolitici in materia, e la CommissioneNazionale delle Telecomunicazioni (Comisión Nacional de Comunicaciones), che prov-vede alla normativa e al controllo non solo nel campo delle telecomunicazioni, maanche in quello delle poste e della radiodiffusione.

In part icolare laComisión Nacionalde Comunicacionesha la responsabilitàdi attribuire licenze,autorizzazioni epermessi; di stabi-l i re le norme e iregolamenti relativiai servizi di teleco-municazioni epostali; di control-lare e verificare le

prestazioni dei servizi dati in licenza; di amministrare lo spettro radioelettrico; diomologare apparati e materiali utilizzati specificatamente nelle telecomunicazioni; direalizzare la ricerca tecnologica.

L’AUTHORITYE IL CONTESTONORMATIVODELL’ARGENTINA

Temi Giuridici

e Normativa Regolatoria

AmministrazioneRisorse

Relazioni Internazionali

e Istituzionali

Servizi PostaliControllo Ingegneria

COMMISSIONE NAZIONALE DELLE TELECOMUNICAZIONI

SEGRETERIA DELLE COMUNICAZIONI

Gruppo Autostrade dell'Informazione

Direzione Legale

Gruppo per la Deregolamentazione

delle Telecomunicazioni

Gabinetto

Progetti Speciali

Temi Internazionali

Museo Virtuale delle Telecomunicazioni

Ricerca economica in Telecomunicazioni

Cooperative ed Operatori Indipendenti

Università

Radioamatori

Telefonia Rurale

PCS (Personal Communication Services)

Piano Strategico per l'uso dello Spettro Radioelettrico

Tariffe e Controllo Economia dei Costi

Mercosur

Buenos Aires. Plaza de Los Dos Congresos, sullo sfondo il Parlamento.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 15

Buenos Aires che riguarderà i Gestori PCS (PersonalCommunication Service) nella banda 1850-1910 MHz. Aquesto mercato potranno accedere anche Miniphonee Movicom dopo un anno dall’ingresso in servizio deidue nuovi Gestori.

La crescita dei clienti dei servizi mobili è moltoelevata dall’aprile 1997, quando l’Ente regolatore haintrodotto il CPP (Calling Party Pays), e cioè la possi-bilità di non pagare le chiamate in arrivo, che inprecedenza erano a carico del cliente mobile, ecausavano così una grossa penalizzazione sulla possi-bilità di accedere al servizio di una larga parte dellaclientela potenziale. Questa decisione ha infatti fattocrescere il mercato di quasi il 280 per cento in diecimesi (da aprile 1997 a febbraio 1998); la tendenzaalla crescita dei clienti del servizio non accenna arallentare: la penetrazione è oggi del 6,3 per centosull’intera popolazione e la previsione (ritenutamolto cautelativa da diversi esperti in pianificazione)è di raggiungere nel Duemila il 12 per cento, controuna stima del 35 per cento per la telefonia fissa nellostesso anno.

5.3 Servizi di trasmissione dati

Con il bando di privatizzazione di ENTel venivaanche offerta ai due vincitori l’opportunità di costi-tuire una Società paritetica di servizi per la trasmis-sione di dati (chiamata successivamente STARTEL)a livello nazionale e in competizione con altri Gestori.Furono anche assegnate licenze a Società che offri-

vano servizi di trasmissione dati che andavano daitradizionali collegamenti diretti numerici, a retiprivate che impiegavano diverse tecnologie oggidisponibili (quali, ad esempio, X.25, IP, FrameRelay), fino ad arrivare, più di recente, a forniture diservizi IP (Internet Service Provider, ISP).

Il numero di queste Società è abbastanza alto;ma le tre più importanti sono IMPSAT che copre il29 per cento del mercato; COMSAT (di originestatunitense), che ha il 10 per cento e STARTEL chedetiene il 36,5 per cento del mercato3.

Anche questo mercato si sta modificando rapida-mente, specie a seguito della nuova strategia di Tecoe di TASA di entrare direttamente nel mercato alivello nazionale con proprie Società. Nel corso del1997 la CNC autorizzò Teco e TASA a gestire diret-tamente ed in maniera completa, una Società diservizi dati a livello nazionale. Di recenteSTARTEL è stata suddivisa dal punto di vistaamministrativo in due parti secondo l’attuale divi-sione territoriale di Teco e TASA in due direzioni

operative Nord e Sud: nel Gruppo Telecom è statacosì costituita TS (Telecom Soluciones); in TASAAdvance.

Le due Società hanno, inoltre, acquisito nel corsodel 1997 alcuni Gestori minori con presenza a livellonazionale o solo nella provincia di Buenos Aires perpoter cominciare a operare prontamente nell’areageografica del concorrente. I due poli hanno postogrande attenzione sull’offerta dei servizi Internet

Valtriani • Il settore delle telecomunicazioni in Argentina

Calle Florida, l’isola pedonale del “Microcentro” di Buenos Aires.

Buenos Aires

CTI NORTH 183.844 clienti 13,8 M abitanti (41%) Quota di mercato: 33%

CTI SOUTH 218.200 clienti 7,7 M abitanti (21%) Quota di mercato: 51%

UNIFON 215.550 clienti 7,7 M abitanti (21%) Quota di mercato: 49%

MOVICOM609.150 clienti 13,2 M abitanti (38%) Quota di mercato: 51%

MINIPHONE 586.750 clienti 13,2 M abitanti (38%) Quota di mercato: 49%

PERSONAL373.260 clienti 13,8 M abitanti (41%) Quota di mercato: 67%

Figura 7 Penetrazione al 28 febbraio 1998 della telefo-nia cellulare in Argentina.

(3) Percentuali calcolate sul fatturato dichiarato nel 1997.

Fonte: “Intelligenza di Mercato”, reparto interno a Telecom Argentina

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16 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

che, anche se ancora non molto sviluppati, sono rite-nuti potenzialmente in forte crescita e indispensabiliper completare il pacchetto di offerta verso i clientiaffari o verso quelli residenziali con maggior poteredi acquisto.

5.4 Servizi televisivi via cavo (CATV)

La televisione via cavo è invece presente inArgentina da trent’anni ed è stato il primo settoreeffettivamente in competizione, anche se per moltianni è stato dominato da piccoli Gestori che opera-vano su realtà geografiche limitate. Negli ultimi anni

il settore è stato scosso da acquisizioni e da concen-trazioni tese a formare Gruppi più grandi, fino aportare alla presenza di tre principali Gestori VCC(US West; Gruppo locale), CableVision (TCI;Gruppi locali), Multicanal (gruppo Clarin; CEI;Telefonica) che operano su metà del mercato intermini di clienti (vedi tabella 3) e che hannocoperto quasi completamente Buenos Aires e hannogarantito una discreta copertura in altre aree delPaese, specie al Nord.

Nel corso dell’anno, il CEI ha acquisito VCC eCable Visión; ha così ottenuto un’elevata penetra-zione nel Paese, creando possibili future criticità nellazona Telecom per una presenza commerciale dirilievo che lo stesso CEI potrà utilizzare quandopartirà la competizione. Sembra per ora ridursi laminaccia rappresentata da un possibile ingresso diquesti Gestori nel servizio telefonico al momentodella liberalizzazione per gli alti investimenti chequeste Società dovrebbero sostenere a questo fine e,d’altra parte, per la competizione che devono oggisostenere contro la distribuzione via satellite deisegnali televisivi che comincia a essere impiegataanche in Argentina. L’elevato e capillare ingresso diCEI e di Telefonica a livello tecnologico in questoparticolare settore costituirà di certo un’ulterioreminaccia sul business globale al momento della libe-ralizzazione del mercato delle telecomunicazioni.

6. Conclusioni

Lo scenario descritto è abbastanza complesso ed èin continua rapida evoluzione, ma rappresenta unambito di sicuro interesse, sia per la sensibile crescitaprevista per il Paese sia per le modifiche di rilievointrodotte nella regolamentazione. Sono oggi presentiinfatti diverse incertezze, dovute al contesto politico-economico e normativo, che potrebbero cambiarenotevolmente il quadro di riferimento e quindi lefuture opportunità di business. Il parere degli espertiè tuttavia sostanzialmente ottimista e, anche perquanto indicato in [4], può essere concluso che l’atti-vità finora svolta ha dato sensibili soddisfazioni agliinvestitori e ai tecnici che hanno operato in questocomparto, incoraggiando ad essere presenti ancoracon il ruolo di protagonisti negli scenari che si deli-neano per il prossimo futuro.

Ringrazio i numerosi colleghi di Telecom Argentina che,attraverso la loro disponibilità e collaborazione, mi hannoreso possibile raccogliere i dati presentati in questi articoli.

La biografia dell’autore è riportata a pagina 31.

Valtriani • Il settore delle telecomunicazioni in Argentina

[1] Rapporto Speciale America Latina – Argentina. «IlSole 24 ORE», (www.ilsole24ore.it/).

[2] Segretería de Comunicaciones (www.cnc.gov.ar)[3] Santa Graciela liberaci da Menem. «L’Espresso»,

Anno XLIV, n. 11, pagg. 88-89.[4] Valtriani, L.: Il Gruppo Telecom Argentina. Su

questo stesso numero del «Notiziario TecnicoTelecom Italia».

Scolaresca in visita al museo delle telecomunicazioni di Telecom.

AMPS Advanced Mobile Phone SystemCEI Citicorp Equity InvestmentsCPP Calling Party PaysISP Internet Service ProviderPCS Personal Communication ServicePIL Prodotto Interno LordoPIME Piccola e Media ImpresaTISA Telefonica International Sociedad

AnonimaTS Telecom Soluciones

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA

- Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

17

1. Introduzione

Telecom Argentina è nata ufficialmente l’8 novembre 1990 a seguito della privatizzazionedell’Ente di Stato responsabile dei servizi telefoniciENTel. Come già analizzato nel precedente articolo[1], lo Stato argentino decise di divi-dere il monopolio di ENTel in unduopolio, mediante una separazionegeografica della rete che potessepermettere analoghe opportunità aidue consorzi che si fossero aggiudi-cati le licenze. L’obiettivo perse-guito con questa decisione serviva arendere appetibile la privatizzazionein atto, visti gli alti investimentinecessari per rispettare le obbliga-zioni tecniche ed economichepresenti nel bando e l’alta incer-tezza che esisteva a quell’epoca sulfuturo dell’Argentina.

La rete ed i clienti furono perciòsuddivisi in modo da permetterealle due nuove Società assegnatarie(Telecom e Telefonica) di disporredi uguali opportunità sia per losviluppo della rete che per l’even-tuale redditività dell’investimento.

Dalle tabelle 3 e 4 riportate in [1] può essereosservato che l’area geografica affidata a Telefonica èpiù redditizia di quella di Telecom, considerando lamaggior estensione nella metropoli di Buenos Aires,

una più omogenea distribuzione del reddito relativoalla popolazione residente in quest’area geografica ela maggior presenza di clientela affari.

La rete di Telefonica si estende infatti al sud delPaese, caratterizzato da grandi estensioni territorialiin larga misura disabitate e da città medio-piccole di

tipo prevalentemente residenziale. L’economia inquesto territorio è fondamentalmente basata sull’a-gricoltura e sulla pastorizia; il reddito medio rispec-chia la media argentina con 8mila dollari per annopro capite.

LUCA VALTRIANI

L’internazionalizzazionedi Telecom Italia

Il Gruppo Telecom Argentina

Questo articolo, segue quello precedente che ha descritto la situazione generale delle teleco-municazioni in Argentina. Esso analizza invece la realtà del Gruppo TelecomArgentina: dalla costituzione nel 1990 della Capogruppo e delle varie Società previstedal bando di privatizzazione delle telecomunicazioni argentine, il Gruppo si è via viarafforzato negli anni attraverso l’ingresso, con successo, nei vari settori di affari, dalletelecomunicazioni mobili ai servizi dati a valore aggiunto, con l’obiettivo di posizionar-si come il primo Operatore nazionale al momento della futura competizione, prevista danovembre del prossimo anno. In questi ultimi tempi è stato avviato il processo per ilridisegno della struttura delle diverse Società che costituiscono il Gruppo, in modo dafornire al mercato un’immagine compatta dell’“attività” istituzionale nelle sue diverserealtà. Nel seguito è descritta la Capogruppo, con le sue Divisioni operative, e le Societàcontrollate, indicando anche gli elementi di maggior rilievo che caratterizzano l’attivitàsvolta da ciascuna di queste Divisioni.

Il Comitato di presidenza di Telecom Argentina. Da sinistra, Giorgio Ribotta (Vicepresidente),Juan Carlos Masjoan (Presidente) e Jean Claude Vicarini (Vicepresidente).

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L’area più importantedella rete è quella relativaalla regione di Buenos Airese, più in particolare, quelladella metropoli dove sidistinguono nettamente duezone (figura 1): CapitalFederal (la capitale, con circa3,6 milioni di abitanti) e laGrande Buenos Aires (laparte metropolitana, con circa9 milioni di residenti).

La regione di Buenos Airesha un’estensione prossima aquella dell’Italia e comprendebuona parte della pampaargentina, che presenta disteseassai grandi, una scarsa popo-lazione1 e caratteristiche socioeconomiche analoghe a quelle della zona sud.

In Buenos Aires la zona di Telefonica si contraddi-stingue per avere in Capital Federal il cosiddetto“Microcentro”, ovverosia la “City”, dove sonopresenti la Borsa e le sedi di quasi tutti gli istitutibancari e delle maggiori Società del Paese. In terminiquantitativi nel microcentro si trovano le sedi di circal’80 per cento dei maggiori clienti business dell’Ar-gentina. Telefonica serve anche la zona industrialepresente nella metropoli di Buenos Aires. TASA,infatti, gestisce circa i due terzi della metropoliBuenarense nel quale si trovano però un numeropercentualmente limitato di clienti residenziali conelevato potere di acquisto e per lo più dispersi.

L’area geografica dell’Argentina servita daTelecom è caratterizzata da una estensione territorialeminore e da una maggiore presenza di grandi città:nell’area gestita da Teco si trovano infatti le piùimportanti città del Paese dopo Buenos Aires, Rosarioe Cordoba2. Nel Nord dell’Argentina si trovano anchei maggiori insediamenti industriali fuori della capitale,specie nella provincia di Cordoba; essi sono in grandecrescita per il sensibile sviluppo del Paese.

Per quanto riguarda Buenos Aires, l’area servita daTelecom si caratterizza per la presenza dei più ricchiquartieri sia di Capital Federal sia della zona metro-politana, con un’alta concentrazione di clienti con

elevato potere di acquisto. Come già messo in rilievonella descrizione della rete di Telefonica, la zonaservita da Teco in Buenos Aires ha invece una scarsapresenza di clientela Business. Un confronto tra iprincipali parametri che caratterizzano le reti dei dueGestori è riportato nella tabella 1.

2. Il Gruppo Telecom Argentina

Il bando di privatizzazione di ENTel del 1990prevedeva anche, come è stato già ricordato in [1], lacreazione di due nuove Società con partecipazioneparitetica tra i due vincitori: la prima per l’esercizio dei

servizi internazionali in monopolio; l’altraper l’offerta di servizi dati da svolgere incompetizione. Le due Società - denominaterispettivamente Telintar e STARTEL -coprono l’intero territorio nazionale.Nel tempo, queste Società sono statesuddivise, per motivi strategici e organiz-zativi, in due divisioni territoriali - Norde Sud - che sono progressivamentecadute sotto l’influenza dei due Gestorimonopolistici nelle rispettive aree dipertinenza.Il Gruppo Telecom è organizzato nelleSocietà riportate in figura 2 ed è quindipresente con successo, oltre che nelsettore della telefonia - gestito in mono-polio - anche in quelli in competizionequali i servizi dati, l’ingegneria per solu-

zioni chiavi in mano ai Grandi Clienti, i servizimobili, l’editoria rivolta ai servizi di telecomunica-zione, il radio avviso, i servizi satellitari e Internet.

Valtriani • Il Gruppo Telecom Argentina

Tabella 1

Principali dati che caratterizzavano le Reti di Telecom e diTelefonica al 30 settembre 1997.

Linee in servizio

Linee in servizio per 100 abitanti

Percentuale di numeralizzazione della rete

Numero di telefoni pubblici

Linee per addetto

3.086.069

17,7

100

46.039

277

3.766.026

22,8

90,1

55.586

315

Telecom Argentina

Telefonicadi Argentina

(1) In quest’area vivono circa tre milioni di persone prevalentemen-te concentrate su quattro città: La Plata, Mar del Plata, Bahia Blancae Necochea.

(2) In quattro città del Nord dell’Argentina: Rosario, Cordoba,Tucuman e Paranà si trova il 57 per cento della popolazione residen-te fuori dalla metropoli di Buenos Aires.

Veduta aerea di Buenos Aires.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 19

Questo Gruppo è quindi fortemente concentratosul proprio core-business ma strategicamente punta adivenire in futuro un “multiservice provider”, inte-grando commercialmente e tecnicamente i variservizi alla clientela, non appena questo cambia-mento sarà permesso dalla normativa nazionale ecomunque non prima della liberalizzazione totale delmercato che avverrà entro novembre del Duemila.La futura competizione, che si prevede molto accesa,

è già partita, perlomeno a livello di imma-gine e di offerta di nuovi servizi al clienteche ne aumentino, già da oggi, la fedeltà;essa sta anche stimolando il Gruppo acambiare in tutti i settori: da quellotecnico - dove da due anni si parla di piat-taforma tecnologica del Gruppo - a quellorelativo agli altri settori di rilievo quali, adesempio, il marketing, il commerciale, ilpersonale.

Con questo rinnovamento, il GruppoTelecom punta principalmente a conse-guire tre obiettivi: consolidare l’immagine;aumentare l’efficienza diminuendo i costie ottimizzando gli investimenti a livello diGruppo; progettare la futura offerta attra-verso l’introduzione di servizi sempre piùinnovativi e differenziati rispetto allaconcorrenza.

A livello tecnologico si punta quindi afar crescere la Società secondo una stra-tegia di Gruppo, con la quale l’evoluzionedelle diverse reti sia attuata secondo linea-menti comuni e con una ottimizzazione

degli investimenti e delle sinergie, mediante quindile stesse risorse e tecnologie, specie nei casi in cui lopermettano il tipo di servizio da realizzare ed ilquadro normativo.

I due maggiori campi di azione al riguardo sonocostituiti dalla piattaforma di rete e da quella deisistemi di gestione. Come è mostrato in figura 3, sipunta a realizzare una piattaforma di rete costituita daun numero limitato di centrali polifunzionali

Valtriani • Il Gruppo Telecom Argentina

TELECOM

TELEFONICA

CAPITAL FEDERAL

LA GRAN

BUENOS AIRES

Figura 1 Divisione geografica della metropoli di Buenos Aires fraTelecom e Telefonica.

50% 50% 50% 99,99% 99,99%99,99%(0,01% Nortel)

98%

(0,01% Publicom)

5,75% 75%

Publicom S.A. Telecom Soluciones S.A.

(0,01% Publicom)

Telecom Personal S.A.

Figura 2 Le imprese del Gruppo Telecom e la percentuale posseduta da Telecom Argentina.

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20 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Valtriani • Il Gruppo Telecom Argentina

La rete di trasmissione di Telecom è divisa in tre grandi settori:• la rete interurbana o di lunga distanza;• la rete regionale;• le reti delle aree metropolitane.

Nella figura riportata qui sotto è mostrato uno schema generale della rete suddivisanei suoi livelli gerarchici, mentre nella figura 9 è presentata l’architettura fisicadella rete di lunga distanza: essa è suddivisa in una porzione centrale - che unisce lemaggiori città presenti nell’area gestita da Telecom (Rosario, Cordoba, Santa Fé eBuenos Aires) - e due porzioni laterali che congiungono le zone Nord-Ovest e Nord-Est al centro della rete e del Paese.La parte centrale della rete è stata la prima ad essere sviluppata (essa è infatti inservizio dal 1993), in modo da realizzare le dorsali necessarie al trasporto della

parte più importante di traffico trasmessasulla rete[2].La struttura con portanti ottici che costi-tuisce la MOI (Malla Optica Interurbana)è utilizzata, per ragioni economiche, ancheper il trasporto di flussi provenienti daglialtri livelli della rete (il regionale e il loca-le), ed ha permesso di realizzare un’archi-tettura di rete molto specifica.La MOI è perciò quasi interamente costi-tuita con apparati SDH, ottici o radio(questi ultimi sono ora in corso di trasfe-rimento da sistemi PDH a quelli SDH), edè composta da tre differenti livelli di tra-sporto, secondo un’architettura innovati-va. Essa rappresenta la prima rete SDHsignificativa e “multivendor” realizzata almondo.

LA MALLA OPTICA

R16

LT16

R4

R1

LT16

LT16 R16 R16 R16 R16 R16 LT16LT16

R4 R4AD4 R4 R4AD4 AD4

AD1 AD1 AD1 AD1 AD1 AD1 AD1

M1 M1M1

LT16LT16

M1M1 M1

CAE

CTP CTP

CAE

CAE

AD1 AD4LT16 M1 R4 R16

=�=�=�=�=�=

Add Drop Multiplexer a 155 Mbit/s Add Drop Multiplexer a 622 Mbit/s Terminale di Linea a 2,5 Gbit/s Multiplatore a 155 Mbit/s Rigeneratore a 622 Mbit/s Rigeneratore a 2,5 Gbit/s

CAE CTP CL

=�= =

Centro Autonomo di InstradamentoCentro di Transito Principale Centro Locale

Multiplatore 2/34 Mbit/s - PDH

CL CL CL CL CL CL

CL CLCL CL

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 21

Valtriani • Il Gruppo Telecom Argentina

Dallo schema presentato nella figurariportata nella pagina precedente, si puòosservare che la parte di livello più altodella rete è composta da terminali dilinea a 2,5 Gbit/s collegati a maglia trale quattro città sopra menzionate. È poi mostrato un livello composto daADM 4 in struttura ad anello, che rac-coglie il traffico più importante fornitoda l le c i t tà in termedie ; ad esso s iaggiunge anche il traffico fornito daglianelli di ADM 1 sottostanti che a lorovolta raccolgono il traffico provenientedalle centrali terminali . A titolo diesempio si riporta nella figura qui sottoun caso pratico sulle modalità di realiz-zazione di un anello di ADM 1 conportanti ottici nella maglia centrale: sinota che in un ramo della maglia si rac-colgono i flussi provenienti dalle diffe-renti centrali terminali, mentre la chiusura dell’anello è ottenuta utilizzando icollegamenti presenti su altri rami della stessa maglia attraverso flussi STM1presenti a livello degli anelli ADM o dei terminali di linea STM16. Su questarete sono oggi disponibili più di seimilaseicento flussi a 2 Mbit/s.

LT16

LT16

LT16

LT16

LT16

LT16

LT16

LT16

LT16

LT16

Livello STM-16 utilizzato come "sostegno" per l'anello a 155 Mbit/s

Livello STM-1 (155 Mbit/s)

CL

CL CL CL CL CL

CL CL CL

AD1 AD1 AD1AD1 AD1AD1

Cordoba

Nodo 1

Santa Fé

Nodo 4

Rosario

Nodo 2

Buenos Aires

Nodo 3

Multiplatore 2/34 Mbit/s - PDH

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connesse dalla rete di trasporto; da queste siraggiunge la clientela con le tecnologie di accesso piùopportune scelte in base a servizio, luogo, tipo diclientela e costo. Per quanto riguarda i sistemi di

gestione si sta operando attivamentein Telecom e nelle consociate percompletare la realizzazione di tutti isistemi della rete, ora in fase diinstallazione. Si vuole infatti realiz-zare, mediante le specifiche ed iprogetti in corso di sviluppo, unlivello di sistemi di gestione distri-buito e per quanto possibile indi-pendente dalla struttura organizza-tiva del Gruppo.Qui di seguito sono brevementedescritte le caratteristiche dimaggior rilievo di Telecom Argen-tina e delle Società partecipate,sottolineando in modo particolarela piattaforma di rete, in modo dafornire una visione, sia pur sinte-tica, dello stato di sviluppo tecnolo-gico delle singole realtà delGruppo.

3. Telecom Argentina (Teco)

Teco [3] è organizzata secondoquattro Business Unit e una Dire-zione Generale; questa, a sua volta,è suddivisa in cinque Direzionicosiddette di “Corporate”; assiemea queste Direzioni opera una strut-

tura di staff che riferisce direttamente alla Presi-denza di Teco. La struttura è mostrata in figura 4.Alla fine dell’ultimo esercizio (30 settembre 1997) inTelecom operavano poco più di 11 mila persone.

22 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Valtriani • Il Gruppo Telecom Argentina

Centro Servizi

Fonia Dati Video

GESTIONE

TX

CommutazioneTrasmissione

ConfigurazioneAllarmi

FatturazioneTrouble Tickets

Customer Care

Dati

Nodo di interconnessione

Business Unit 1 Business Unit 2 Business Unit N

Figura 3 Architettura obiettivo per la piattaforma di rete del Gruppo Telecom.

Presidencia

Administración y Finanzas; Sistemas de

Información y Auditoria

Unidad de Negocio

Residenciales y Empresas

Unidad de Negocio

Red

Unidad de Negocio Grandes Clientes

Unidad de Negocio

Participadas

Reingenieria de los

Procesos

Planeamiento y Marketing Estratégico

Programación Control de Gestión

y Calidad

Recursos Humanos

Estrategia Tecnológica y

Abastecimiento

Relaciones Externas

Legales

Marco Regulatorio

Staff de la Presidencia

Vicepresidencia Vicepresidencia

Comitato de Presidencia

Figura 4 Struttura organizzativa di Telecom Argentina.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 23

Valtriani • Il Gruppo Telecom Argentina

Alcune parti delterritorio argen-t ino serv i to daTelecom risultanoparticolarmenteidonee ad esserecollegate con una

rete satellitare per le loro caratteristiche:grandi distanze in gioco e modestia degliabitati da servire.È stata perciò realizzata una rete satellitareche utilizza il satellite argentino NAHUEL-1,che opera nella banda Ku (14 GHz) e che hauna capacità satellitare di 27 MHz.La rete si compone di una stazione guida, collo-cata a Campana (nordest della provincia di

Buenos Aires), di una stazione diconcentrazione collocata in Salta(provincia di Salta) e finora di 60stazioni utilizzatrici ciascuna dellequali ha una capacità da 2 a 10 canalitelefonici a 16 kbit /s ed uti l izzaantenne da 1,8 a 2,4 m, con potenzadi 2,5 W.La rete satellitare comprende oggia l t re 11 s taz ioni per co l legarestaz ioni radio base d i te le foniamobile cellulare (ciascuna forniscedue canali fonici a 16 kbit/s ed uncanale di segnalazione a 9,6 kbit/s),nonché ulteriori due stazioni, che

forniscono collegamenti E1 (a 2 Mbit/s) di trasmissione dati, utilizzate per colle-gare i Grandi Clienti.È anche disponibile unas taz ione t ra spor tab i l eda utilizzare nelle emer-genze, in grado di forni-re un col legamento E1(a 2 Mbit/s) ed un col-l e g a m e n t o t e l e v i s i v ouplink di 4 Mbit/s.La s taz ione madre d iCampana è dota ta d iun’antenna da 7,2 m, diun’altra da 3,6 m, di duestazioni di prova e deisistemi di gestione neces-sar i ; i l nodo d i Sa l taconcentra gli accessi delles taz ioni rad io base d itelefonia cellulare ed haun’antenna di 3,6 m.È utilizzata la tecnologia di Scientific Atlanta.Nella figura in alto è mostrata la localizzazione delle stazioni della rete; le due foto(dall’alto in basso) presentano una stazione a nord del Paese e una tipica stazioneutilizzatrice.

LA RETESATELLITARE

Salta

Repubblica Argentina (Area Telecom)

Campana

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24 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

3.1 La Business Unit Rete (UNR, Unidad de Negocio Red)

La Rete ha oggi circa 2.300 persone; essa forniscei servizi relativi alla rete di trasporto fino all’auto-commutatore terminale o comunque all’edificio dicentrale più prossimo all’utente; i rilegamenti diutente (l’ultimo miglio) sono invece di competenzacompleta della Business Unit RyE (Residenciales yEmpresas), le cui attività sono indicate al successivoparagrafo 3.3.

Un breve quadro riepilogativo della dimensionedella rete di Telecom è mostrato nella tabella 2. Lastruttura organizzativa è divisa in quattro centri opera-tivi: la Lunga Distanza (Red Troncal), Buenos Aires(AMBA), regione Litoral e regione Mediterranea.

Dall’ultimo esercizio finanziario la Commutazioneè completamente numerizzata ed è composta da

tredici centrali di transito (cinque in Buenos Aires) eda centotrentotto centrali urbane, delle quali trenta-nove in Buenos Aires.

Nella figura 5 sono riportate le singole regionioperative, dove sono indicati i centri di transito e lerispettive aree di competenza. Sono altresì riportatele aree di pertinenza dei singoli commutatori urbaniCAE (Centros Autonomos de Encaminamiento, corri-spondenti agli SGU di Telecom Italia). Completano ilquadro poco più di settecento centrali remote didimensione medio-piccole (figura 6). La commuta-zione offre sull’intera rete, oltre al servizio telefo-nico, altri servizi quali, ad esempio, il centrex o lasegreteria telefonica centralizzata. Le tecnologieutilizzate per la commutazione sono quattro: Italtel,NEC, Siemens ed Ericsson. A queste tecniche siaggiunge la Rete Intelligente, sovrapposta allanormale rete di commutazione, che è in tecnologiaAlcatel Sistema 12.

Da un punto di vista funzionale la rete di trasmis-sione è articolata su due livelli: la lunga distanza equella regionale; una terza rete è rappresentata daquella di trasporto, interna a Buenos Aires, ed ha unaarchitettura sostanzialmente diversa da quella realiz-zata fuori da quest’area.

Nella figura 7 sono riportati i principali para-metri relativi alla rete di trasporto nelle tre situa-zioni suddette; nella figura 8 è indicata l’architet-

Valtriani • Il Gruppo Telecom Argentina

Piccole Centrali Locali (325)

6% Unità Remote di Accesso (413)

62%

Centrali urbane - CAE/CAEM (138)

32%

Figura 6 Principali dati relativi alla commutazione inTeco. La percentuale è relativa al numero dilinee attestate a queste centrali.

Tabella 2 Principali dati caratteristici della “Unidad de Negocio Red”.

Tecnologie di commutazione

Numero totale di centrali

Numero di CAE (Centro Autonomo de Encaminamiento)

Numero di CTP (Centro de Transito Principal)

Numero di CTU (Centro de Transito Urbano)

Numero di linee

Numero di circuiti a 2 Mbit/s

Chilometri di fibra ottica (Lunga Distanza)

Italtel, Siemens, Ericsson, NEC

876

138

8

5

3.086.069

Area Metropolitana di Buenos Aires - AMBA (9.194)Collegamenti a Lunga Distanza (6.604)

108.870,768

Amba CTP

Resistencia CTP

Rosario CTP

Cordoba CTP

Tucumàn CTP

Regione Mediterranea

Regione Area Múltiple Buenos Aires

Regione Litoral

Area di un singolo CAE (Ogni colore individua un'area di transito)

CTP - Centro de Transito Principal

Figura 5 Regioni operative della Business Unit Rete(UNR).

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 25

tura della rete di trasporto diAMBA (Area Metropolitana diBuenos Aires). Nella figura 9 èmostrata la struttura attualedella rete per la lungadistanza e di quella che saràrealizzata; questa nuova reteha un’architettura consoli-data e prevede un impiegoesteso dei sistemi sincroniSDH con due fornitori diriferimento: Siemens eAlcatel (vedi riquadro apagina 20).

La rete regionale è realiz-zata prevalentemente concollegamenti radio; è in corsouna revisione della strutturadi questa rete in modo damigliorarne qualità ed effi-cienza operativa. Alcatelfornisce anche gli anelliSTM-4 che sono in corso diinstallazione in AMBA.

L’esercizio e la manuten-zione sono svolti da dodiciCGO (Centri di Gestione Opera-tiva) : un Centro Nazionale, tre per la LungaDistanza, due per Buenos Aires e sei sul territorio; aciascuno di questi Centri distribuiti sul territoriofanno capo le Reti Regionali. I centri sono attivi epresidiati permanentemente (nelle 24 ore), mentreè garantita la continuità del servizio e la reperibilità

delle persone attraverso il centro di supervisionenazionale. In questi centri è concentrata infatti lasupervisione di tutte le strutture gestite dalla divi-sione rete: dalla telesorveglianza delle centrali aisistemi di gestione della rete di trasporto SDH e aisistemi di O&M (Operation & Maintenance) dellacommutazione.

Nelle reti regionali operano anche i quaranta-sette CIM (Centri di Intervento per la Manutenzione)che sono cellule relative a precise aree geografichedi intervento: è stato infatti necessario creare i CIMper la grande estensione del territorio argentino,che obbliga a disporre di personale di manutenzionesu vari centri per coprire aree geografiche assaiestese anche se servite con un numero limitato dilinee. Nella rete fuori dall’area di Buenos Aires e daquella relativa alle città più importanti si trovanoinfatti meno di un milione di linee in un territorioche ha un’estensione pari a quasi cinque voltel’Italia.

Si stanno facendo notevoli sforzi nel campo deisistemi di gestione per poter migliorare la completaefficienza della rete, per quanto riguarda sia l’O&Msia i tempi di configurazione e la qualità offerta.

3.2 La Business Unit Grandi Clienti (UNGC, Unidad de Negocio Grandes Clientes)

La UNGC ha l’obiettivo di offrire servizi difonia ai Clienti Business che risiedono nelle regioninelle quali opera Teco. Questa unità offre lineenumeriche punto-punto ai prestatori di servizi daticome STARTEL e allo stesso tempo ai concorrentiche operino nella stessa area. Come è stato già postoin rilievo, la zona di influenza di Telecom Argentinasi distingue per il servizio offerto nelle più impor-tanti città argentine dopo la capitale (Rosario e

Valtriani • Il Gruppo Telecom Argentina

Reti regionali (Capacità espressa in flussi a

2 Mbit/s equipaggiati per ramo)

Fibra Ottica SDH 35,4%

Ponti Radio PDH 0,3%

Fibra Ottica PDH 64,4%

Fibra Ottica SDH 39,7%

Fibra Ottica PDH 60,3%

Fibra Ottica PDH 0,4%

Ponti Radio PDH 6,1%

Ponti Radio SDH 0,6%

Ponti Radio Analogici 3,4%

Fibra Ottica SDH

89,6%

Ponti Radio a bassa

capacità 28,4%

Fibra Ottica PDH 0,2%

Rete Analogica 0,6% Ponti Radio

ad alta capacità 21%

Ponti Radio a media capacità 49,8%

Rete di lunga distanza (Capacità espressa in flussi a

2 Mbit/s equipaggiati per ramo)

Area multiplex di Buenos Aires (Capacità espressa in flussi a

2 Mbit/s equipaggiati per ramo)

Reti metropolitane di Rosario e di Cordoba (Capacità espressa in flussi a

2 Mbit/s equipaggiati per ramo)

Figura 7 Principali dati relativi alla trasmissione in Telecom.

Paternal

Retiro

Costanera

Clinicas Aguero

Golf

Belgrano

Palermo

DarwinA. Thomas

El Talar Tigre

S. FernandoDon Torcuato

S. Isidro

Martinez

Olivos

J. L. SuarezChirruca

V. Lopez

V. BallesterBoulogne

S. Martin

V. Caseros

PalomarMunro

NuñezPueyrredon

V. S. Lugares

Ombu

Coghlan

V. Devoto

V. Urquiza

CTU y CTP CTU CAEM o URA

Figura 8 La rete dell’Area Metropolitana di BuenosAires (AMBA). Gli anelli sono da intendersicome “CLUSTER”; per ora essi sono realizzaticon apparati ADM4.

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26 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Valtriani • Il Gruppo Telecom Argentina

Cordoba), dove sono insediati anche i maggioricentri industriali del Paese. (Come è stato già ricor-dato in precedenza, Telecom è però meno presenterispetto a Telefonica con la clientela affari nell’areadi Buenos Aires).

I Clienti Business sono circa millecinquecento, edi questi trentasei sono considerati TOP. Nella rete sitrovano in totale circa 26 mila punti di accesso3 allecentrali di Telecom: di questi il 75 per cento sonoconnessi a novantanove centrali che corrispondono aquelle più importanti presenti nella rete di Telecom.I Clienti Top accedono alla rete con portanti otticispecie nel caso di aree metropolitane.

La UNGC offre servizi legati alla telefonia, comead esempio il PABX, il Centrex, oltre ai già accennatiservizi di connessione numerica punto-punto e adalcune prestazioni di tipo avanzato come “Factura-

ción.com.” e la “Factura flexible”4.Nella tabella 3 è riportato il numero dei princi-

pali servizi di rete offerti da TECO. L’esercizio e lamanutenzione sono suddivisi nelle stesse regioni incui operano la UNR per il trasporto e la UNRE perl’accesso, e con esse condividono strutture e risorsedi O&M. È attualmente in fase di realizzazione un

Concepcion

(Bolivia)

TartagalOran

San PedroJujuy

Salta

Metan

Tucuman

Andalgala

CatamarcaSgo. del estero

Añatuya

Ceres

RafaelaS.Francisco

ArroyitoRio II

Chilecito

La Rioja

La Falda

V.C. Paz

B. Alegre

V. DoloresRio III

J. Maria

Santiago (Chile)

Las Cuevas

S. Rosa (Tasa)

V. Mercedes (Tasa)

RIO CUARTO

LaboulayeRufino

C. De Dustos

Tuerto Firmat

La Carlota

Las Acequias

BellvilleMjuarezC. de Gomez

Casilda

SANTAFE

CORDOBA

V. MARIA

ROSARIO

S. Lorenzo

Las Toninas

Telintar (Norte)

A (Tasa)

BUENOS AIRESEscobar

Zarate

S. Pedro

NicolasGualeguay

Victoria

Gualeguay Chu

Campana

Fray Bentos (Uruguay)

A Montevideo Cable Unisur

(Uruguay)

C. DEL URUGUAY

Parana

Esperanza Salto (Uruguay)Concordia

A Santana (Brasil)

Uruguayana (Brasil)M. Caseros

GoyaReconquista P. LIBRES

La Cruz

Porto Alegre (Brasil)

RESISTENCIA

FORMOSA

Corrientes

Ituzaingo

POSADAS

Cazul

El Dorato

A Curitiba (Brasil)

Foz Do Iguazu (Brasil)

AREA LITORALAREA MEDITERRANEA

Installato199819992000200120022003

CAE - Centro Autonomo de Encaminamiento

CTP - Centro de Transito Principal

Ponti Radio Digitali

Fibra Ottica

Ampliamento della rete numerica esistente

Centro non appartenente a Telecom

Centrali Locali o Ripetitori

Accesso Internazionale

Piano Lavori

Figura 9 La struttura fisica della rete di lunga distanza.

(3) I punti di accesso sono i punti di connessione fisica di un gran-de cliente. Questi possono essere a diverse velocità di cifra e posso-no corrispondere alla multiplazione fisica di più servizi.

(4) Servizi basati sull’accesso dei clienti alla Intranet di Telecom peravere visibilità sulla propria fatturazione e per personalizzarlasecondo le proprie esigenze.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 27

sistema di gestione con caratteristiche molto avan-zato; le principali di esse sono indicate nel riquadrodi pagina 28.

3.3 La Business Unit Clienti Residenziali & Affari (UNRE, Unidad de Negocio Residenciales y Empresas)

La UNRE offre i servizi in fonia a tutti i clientiprivati di Telecom. Essa è composta da circa 8milapersone ed è articolata su sette centri operativi chesvolgono sul territorio tutte le funzioni tecniche ecommerciali.

La UNRE ha anche la responsabilità della rete diaccesso dell’intero territorio di Teco. Questa rete èoggi composta quasi esclusivamente da cavi in rame(fatta eccezione per i collegamenti in fibra ottica dei

Grandi Clienti) e negli ultimi anni è stata rinnovataal 75 per cento. Le strategie ora definite, già in corsodi attuazione per le aree di Buenos Aires e di

Cordoba, prevedono di intro-durre i portanti ottici nellarete di accesso, nei casi in cuiessa sia satura o sia da ristrut-turare, oppure quando ilterritorio sia caratterizzato dauna alta presenza di clienticon elevato potere diacquisto. Come si è giàaccennato, all’interno dellazona di pertinenza di Teco sitrova la maggior parte dellaclientela residenziale a piùalto reddito del Paese. Inparticolare la maggior parte diquesti clienti risiedono inaree molto limitate (alcuniquartieri di Buenos Aires edelle maggiori città del terri-torio): è quindi ritenuto stra-tegico difendere questomercato, attraverso l’offertadelle migliori tecnologie oggidisponibili sul mercato e diservizi che siano innovativi ecompetitivi rispetto a quelliofferti dalla concorrenza (insette aree di centrale di

AMBA si trova infatti il 66 per cento dei clientiABC1 sul totale del territorio dato in concessione aTelecom5). In queste aree si stanno perciò instal-lando i portanti ottici, in modo da realizzare un veloottico sul quale possano poi essere inseriti gli appa-

Valtriani • Il Gruppo Telecom Argentina

Tabella 3 Principali dati caratterizzanti la UNGC al 30 settembre 1997.

Linee dirette analogiche

Linee fonia punto-punto

ISDN

Flussi tra PABX

Flussi su Fibra Ottica

Linee dati end-to-end per STARTEL

Linee X.25 per STARTEL (per la rete STARnet)

Linee dati per altri Gestori

Linee dati Telintar

Flussi per circuiti televisivi

Flussi per circuiti di radiodiffusione

Servizi in decade 0 e 800 (numero di linee)

Linee di fonia

Servizio Centrex (interni)

Audiotext (servizi fonici a valore aggiunto)

Servizi Quantità

93.362

2.892

152

115

1.464

1.171

2.270

1.762

203

20

200

841

61.625

7.893

42

Una unità di manutenzione nel nord del Paese.

(5) Secondo una classificazione della Institución Nacional deEstadistica y Censo (INDEC) - l’ISTAT argentino - si definisconoABC1 i nuclei familiari con un potere di acquisto mensile superioreai 3 mila dollari USA (oltre 5 milioni di lire).

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28 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

rati necessari per l’offerta dei nuovi servizi, una voltaavuto il permesso dall’Authority delle telecomunica-zioni.

I servizi che si stanno oggi offrendo sono tuttilegati a quello telefonico (segreteria telefonicacentralizzata; centrex; servizi di conferenza a tre,deviazione di chiamata, impiego della carta dicredito, fatturazione dettagliata).

Per quanto riguarda la rete si sta agendo principal-mente in tre direzioni:a) si utilizzano multiplex di abbonato DLC (Digital

Loop Carrier) con tecnologia SDH nei casi in cuisi installino portanti ottici nella rete di accesso oquando si debba ampliare la rete. Questi appa-rati, oltre a fornire l’accesso telefonico attraversole interfacce di recente realizzate nel rispettodello standard ITU-T denominato V5.1, consen-tono anche l’accesso a circuiti dati con velocitàfino a 2 Mbit/s e permetteranno nei prossimi anni

anche il collegamento a modem ADSL (Asymme-trical Digital Subscriber Line);

b) si prevede un maggiore utilizzo di sistemi Wire-less nella rete di accesso per migliorare la pene-trazione nelle aree rurali, dove sempre maggioreè la concorrenza da parte delle cooperative localiche, grazie alla evoluzione di queste tecnologie,riescono oggi, con costi molto contenuti, adaumentare l’area coperta da una generica stazioneradio;

c) si realizzano centri di O&M più efficientimediante l’integrazione dei sistemi attuali digestione e la realizzazione di un “Back Office”CGP (Centro di Gestione Preventiva) idoneo a preve-nire i disservizi di tipo ripetitivo. Oggi infatti piùdel 70 per cento dei reclami sulla rete possonoessere attribuiti alla rete di accesso secondaria,ovvero alla tratta terminale della rete compresadall’armadio di distribuzione, installato in strada

Valtriani • Il Gruppo Telecom Argentina

L’SGGC è il primo Sistema di gestione del Gruppoche nasce con l’obiettivo di poter assolvere allefunzioni previste nei livelli della gestione TMNcorrispondenti a: Gestione di Apparato, Gestione diRete e Gestione del Servizio. In figura è mostratouno schema di riferimento del sistema, e le intera-zioni di esso con i sistemi appartenenti alle tre“Unità di negozio” coinvolte. Il sistema è gestitodalla Business Unit Grandi Clienti e vuole costituireuno strumento operativo con il quale rispondere alleesigenze dei clienti che fanno capo a questa unità dalmomento del progetto del servizio, sino a tutte le

successive interazioni con il cliente,sia per motivi operativi (garanzia diqualità, eliminazione dei malfunzio-namenti) che amministrativi (inven-tar io dei c i rcui t i possedut i da lc l iente , cambio dei parametr icontrattuali). Il sistema prevedeanche che il cliente possa accedere afunzionalità di Customer Control,a t traverso l ’uso di un Browsersviluppato con tecnologia Java e unaccesso di tipo “Intranet” alla retedi Telecom.Come si vede dalla figura, il sistemariceve opportune informazioni rela-tive ai servizi forniti dalla BusinessUnit Rete, che offre i tipici servizi ditrasporto, e dal la Business UnitResidenziali e Impresa, per i serviziforniti dalla rete di accesso.Il sistema è stato aggiudicato nelloscorso esercizio ed è ora in fase di realizzazione da parte della Sirti.I tre moduli del sistema in allestimento sono tra loro indipendenti e sono statiprevisti con la possibilità di evolvere secondo le future esigenze di Telecom Argen-tina. Significativo è stato lo sforzo necessario per descrivere e realizzare le caratteri-stiche per interconnettere verso il sistema di gestione ogni apparato presente nellarete della Direzione Grandi Clienti.

IL SISTEMA DIGESTIONE PER IGRANDI CLIENTI(SGGC)

Unidad de Negocio Grandes Clientes

Unidad de Negocio Red

Unidad de Negocio Residenciales (R)

y Empresas (E)

SGGC - Livello di Apparato

SGGC - Livello di Rete

SGGC - Livello di Servizio

Trouble Tickets

Sistemi Informativi

G.C.

NE2

NE3

NEx

NE1

Sistemi di gestione della rete

trasmissiva

Sistemi Informativi

R,E

Prove Automatiche delle Linee

(Actor)

NEx = Apparati di diversa tipologia

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 29

fino alla terminazione del cliente. I reclamidenunciati sono in genere ripetuti e, nellamaggior parte dei casi, riguardano perciò le stesselinee. Si punta quindi, attraverso la nuova strut-tura dei CGP, a migliorare notevolmente la qualitàdel servizio offerto, incrementando anche l’effi-cienza ed i costi totali della O&M della UNRE.

4. Telintar

Telintar è, come si è già detto, una Società posse-duta in misura paritetica da Teco e da Telefonica; essaha la responsabilità di garantire, nel regime di conces-sione in esclusiva, tutti i collegamenti internazionali

del Paese. Dal punto di vista organizzativo Telintar èdivisa in due divisioni operative Nord e Sud, che natu-ralmente hanno la responsabilità sui due territori diTeco e di TASA. È ora in corso una richiesta all’Autho-rity (CNC) per dividere amministrativamente laSocietà secondo le due divisioni operative, dando adesse la possibilità di poter competere a livello nazionaledopo la liberalizzazione dei servizi internazionali (in

maniera analoga a quanto già ottenuto per i servizi dati,come sarà chiarito nel prossimo paragrafo).

Per quanto riguarda la divisione Nord (TelintarNorte), essa è caratterizzata da un centro internazio-nale di transito, realizzato con il sistema EWSD dellaSiemens, localizzato in Buenos Aires, e da un secon-do centro in fase di allestimento, sempre nellaCapitale. Per quanto riguarda la rete trasmissiva,Telintar Norte affitta i collegamenti offerti da Teco,ma possiede una rete di ripartitori numerici del tipo1/0 (Lucent Tecnologies) e del tipo 3/1 (Marconi)che permette di rendere flessibile la rete di trasporto,e che consente di aumentare l’efficienza, grazie allefunzionalità connesse con la banda utilizzata resedisponibili da questi apparati.

Telintar ha inoltre cinquecentri per l’accesso alla reteinternazionale, come si puòosservare dalla figura 10: que-sti punti possono impiegarein uscita portanti in cavo ocollegamenti via satellite. Lamaggior parte dei punti diaccesso è naturalmente con-nessa ai Paesi confinanti conl’Argentina. I collegamenticon gli altri Paesi, oltre cheessere garantiti attraverso gliHub satellitari di La Tonina(Buenos Aires) e BosqueAlegre (Cordoba), sono rea-lizzati anche attraverso il cavosottomarino in fibra ottica,denominato UNISUR, checollega l’Argentina al Brasilee da qui alla rete mondialesottomarina. Telintar Norteha acquisito di recente unapartecipazione di rilievo (24 per cento) per la realizza-zione del portante sottomari-no Americas II che collegheràBuenos Aires a Dakar inCosta d’Avorio, e da qui conl’Europa. Gli altri soci inte-ressati alla realizzazione diquesto cavo sono DeutschTelekom, Embratel (Brasile)e Telecom Italia. Alcuni datidi rilievo di Telintar, dalpunto di vista tecnico ed eco-nomico, sono riportati nellatabella 6 dell’articolo prece-dente [1].

5. Miniphone

Miniphone è una Società costituita in manieraparitetica tra Teco e TASA e offre il servizio cellularenella metropoli di Buenos Aires, dove opera per ora incompetizione con Movicom [1].

Miniphone ha avviato il servizio nel marzo del1993, quasi quattro anni dopo Movicom, ma ha otte-

Valtriani • Il Gruppo Telecom Argentina

Connessioni verso TECO

Belgrano Clinicas Paternal Munro Caseros

CTU

Belgrano Munro Córdoba Centro Córdoba Oeste Rosario Centro Rosario Iriondo Resistencia Tucuán

CTP

Connessioni verso TASA

Barracas Cuyo Mendoza Gral. Paz Bahia Blanca Cdro. Rivadavia Neuguen

CTN

MTZ

CIBA SUD

CUYO

BE

LT

MZA

CILE 622 Mbit/s

Cavo Transandino

BRASIL 565 Mbit/sURUGUAY 565 Mbit/s

Cavo Unisur

URUGUAY

SAMPACHO

Gualeguaychú

Bosque Alegre

Balearce

Mendoza

Las Toninas

PARAGUAY

Martinez

Ponti radio

BA

GU

CIBA NORD

CIBA = Centro Internazionale di Buenos Aires

Figura 10 La rete trasmissiva di Telintar “Unità Operativa Nord”, a ottobre 1997.

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30 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

nuto un grande successo di mercato, essendo arrivatanel 1997 al 48 per cento della penetrazione e prevededi servire quest’anno metà del mercato. Il successo èstato dovuto principalmente alla forte presenzacommerciale realizzata attraverso numerosi punti divendita, con tariffe e servizi competitivi, nonché allabuona qualità del servizio offerta attraverso un solofornitore (Ericsson) e alla estesa copertura del terri-torio servito. La tecnologia impiegata inizialmente èstata quella AMPS (Advanced Mobile Phone System) mada circa un anno si offrono accessi numerici D-AMPS.

La rete è composta da sei MSC (Mobile SwitchingCentre), da 179 stazioni radio base e da 67 microcelle.La copertura del territorio sul quale Miniphone offreil servizio è pressoché totale ed è relativa a una popo-lazione servita di 13,2 milioni di persone. I clientiserviti a febbraio 1998 erano circa 600mila.

I principali servizi aggiunti oggi offerti sono: segre-teria telefonica, servizi di deviazione e reinstrada-mento della chiamata, notificazione di posta elettro-nica e di facsimile ricevuti, prepagamento del servizioe servizi di rete intelligente per Clienti Corporate.

6. Telecom Personal

Telecom Personal è una nuova Società, intera-mente posseduta dal Gruppo Telecom, che offreservizi mobili nella parte Nord del Paese. Essa è statacostituita di recente (maggio 1996), e anche questaSocietà ha avuto un successo pressoché immediato,superando l’altro Operatore (CTI Nord) e tutte leaspettative di business (373.000 clienti a febbraio1998). I fattori chiave del successo sono gli stessi diMiniphone, che in questo caso sono risultati però piùincisivi, grazie alle difficoltà tecnologiche dell’altroGestore. La rete è fornita da Ericsson e per il trasportoutilizza circuiti presi in affitto da Teco ed è compostada ventinove “mini-MSC”: queste centrali hannodovuto essere installate a causa dei complicati vincolidella licenza, che obbligano i Gestori ad avere uncentro di commutazione in ogni distretto telefonico.Le stazioni radiobase sono 980 e i servizi offerti sonogli stessi di Miniphone. Il bacino di popolazioneraggiungibile è di 13,8 milioni di abitanti e la penetra-zione è oggi di circa il tre per cento.

Valtriani • Il Gruppo Telecom Argentina

Come si è già accennato, Telecom Argentina si stapreparando ad entrare, da novembre 1999, in unoscenario di competizione aperta. Per preparare questocambio, che comporterà anche il passaggio da unaSocietà che offre un servizio prettamente telefonico aduna che compete in un mercato di telecomunicazioniglobale - in termini di servizi e di presenza nel Paese -è stato lanciato nello scorso novembre un programmaper il “Cambio dell’Immagine della Società”. Questoprogramma ha l’obiettivo di cambiare la comunica-zione verso il mercato sia nella forma sia nelle attitu-dini verso il business.

Dal febbraio di quest’anno TelecomArgent ina ha perc iò modi f i ca toanche il proprio logo e la forma dicomunicare, espandendola anche atut te le imprese de l Gruppo. Inquesto modo si vuole far acquisireall’opinione pubblica, attraverso icanali tipici della comunicazione, laconoscenza del l ’uni tar ie tà de l leimprese del Gruppo e della volontàdi Telecom Argentina di offrire laglobalità dei servizi di telecomunica-zione alla propria clientela in formacoordinata e comune (ma nonancora integrata per motivi legatiagli aspetti di regolamentazione).

Nella figura è riportato il nuovo logo di Telecom: esso è di tipo astratto, e vuoledare sensazioni di tipo poetico che richiamino i grandi fenomeni naturali (astri,pianeti, aurora, eclisse, universo, naturalezza...) sostituendo così il vecchio logoche, attraverso la cornetta telefonica e la bandiera argentina, comunicava ancora ilconcetto di un’impresa nazionale monopolistica, strettamente legata alla fornituradel solo servizio telefonico.

IL NUOVOPROGRAMMA DIIDENTITÀ E DICOMUNICAZIONEDI CORPORATE

un mundo próximo

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 31

Sull’onda del successo raggiunto in Argentina,Telecom Personal si è anche aggiudicata una licenzaper operare in Paraguay nelle due bande di 800 e di1900 MHz: per la prima gamma di frequenza a livellonazionale; per la seconda banda limitatamente allaCapitale. Con questa acquisizione Telecom Argentinaè la prima Società latino-americana che opera conmezzi totalmente propri fuori del proprio Paese.

7. Telecom Soluciones (TS)

Telecom Soluciones è una nuova Società cheentrerà nel mercato quest’anno e, come già spiegatonell’articolo precedente, sarà il nuovo Operatore delGruppo Telecom, a livello nazionale, per quantoriguarda il settore dei servizi di trasmissione dati. LaSocietà sarà composta dalla Divisione Nord dellaSocietà STARTEL, precedente Gestore nazionale injoint venture con Telefonica e ora in via di scissionesocietaria: con l’ulteriore acquisto delle due SocietàARNET e Com.Ing6, TS punta a fornire servizi dati ereti chiavi in mano alla clientela business, ma ancheservizi innovativi e competitivi ai clienti residenzialinel campo dell’on-line. TS dovrebbe poter acquisirerapidamente notevoli porzioni del mercato entrandonel settore remunerativo dei clienti business apparte-nenti a Telefonica. Si punta perciò a realizzare reticon tecnologie avanzate (SDH, ATM) per poter pene-trare nelle regioni oggi servite da TASA, offrendo abasso costo servizi di alta qualità.

8. Altre Società

Completano le partecipazioni del Gruppo le SocietàPublicom (Pagina Amarillas) e Nahuelsat: la prima è laSocietà editrice del Gruppo che fornisce i servizi delleguide telefoniche e delle pagine “gialle”. Essa è ancheincaricata della gestione e del contenuto del Web diTelecom; questa Società dovrebbe poter fornire conte-nuti e servizi di Internet ai Clienti del Gruppo.

Nahuelsat è la Società che gestisce il primo satel-lite multiservizio argentino del quale Telecom haacquisito una partecipazione del 5,75 per cento.

9. Conclusioni

Come è stato messo in evidenza in questo testo, ilGruppo Telecom ha ottenuto un successo di rilievo inArgentina, con una presenza da leader in tutti i settorilegati alle telecomunicazioni. Il Gruppo è oggi in

forte espansione - specie nella parte dei servizi già incompetizione - e ha in atto una ristrutturazionetecnico-organizzativa di rilievo che coinvolge tutti isettori del business, in modo da essere pronto allaprossima completa liberalizzazione del mercato cheavverrà entro novembre del Duemila.

Valtriani • Il Gruppo Telecom Argentina

(6) ARNET è una Società di trasmissione dati, recentemente acqui-stata e che è stata rapidamente convertita in un

Internet ServiceProvider (ISP), che fornirà servizi on-line innovativi sia ai clienti pri-vati che business, naturalmente con due profili diversi di servizio.Com.Ing è invece una Impresa di ingegneria, che offre soluzioni chia-vi in mano di reti private ai Grandi Clienti. Anche questa è statarecentemente acquisita da Telecom e insieme ad ARNET formerà unaparte importante di Telecom Soluciones.

[1] Valtriani, L.: Il settore delle telecomunicazioni inArgentina. Su questo stesso numero del «Noti-ziario Tecnico Telecom Italia».

[2] Lorenzi, S.; Groisman, M.; Cohen, M.; Gatti, N.:New Telecom Argentina SDH Network: Performanceof the First High Speed Optical Network in SouthAmerica. «IEEE SICON/ICIE ’95», July 1995.

[3] WWW.Telecom.com.ar.

ADSL Asymmetrical Digital Subscriber LineAMBA Area Metropolitana di Buenos AiresAMPS Advanced Mobile Phone SystemCGO Centri di Gestione OperativaCGP Centro di Gestione PreventivaCIM Centri di Intervento della Manuten-

zioneDLC Digital Loop CarrierMOI Malla Optica InterurbanaMSC Mobile Switching CentreO&M Operation & Maintenance

Luca Valtriani, si è laureato nel giugno 1985 inIngegneria Microelettronica presso l’Universitàdegli Studi di Pisa. Ha operato successivamenteper cinque anni nei laboratori di fibra otticadella Telettra (oggi Alcatel), dove è stato ancheresponsabile dello sviluppo industriale delprimo Multiplatore SDH ADM1. Entrato inSirti nel 1990, è stato scelto come responsabiledelle attività di Ricerca e Sviluppo nei campidelle reti trasmissive e dei sistemi di gestione.In questo ambito ha assunto la responsabilità

delle più importanti sperimentazioni e dei primi progetti, a livelloitaliano e internazionale, relativi alla tecnologia SDH ed ai sistemidi gestione secondo le specifiche TMN. Ha progettato e realizzatola prima rete di sincronizzazione italiana per le nuove tecnologienumeriche (realizzata dalla ex IRITEL), ed ha contribuito allarealizzazione della “Nuova Rete di Sincronizzazione di TelecomItalia”, prendendo parte attiva agli studi internazionali del settore.Ha partecipato attivamente a numerosi comitati distandardizzazione di ETSI e ITU-T sulle tematiche ditrasmissione SDH e di sincronizzazione di rete e, in qualità diresponsabile, a numerosi progetti di ricerca finanziati dalla UE. Èautore di una trentina di memorie pubblicate negli atti di Congressie su riviste tecniche in ambito nazionale ed internazionale. Ècoautore del libro, edito da CSELT, “La sincronizzazione nelle retinumeriche di telecomunicazione”. Dall’ottobre 1996 è responsabiledella Ricerca e della Pianificazione Tecnologica del GruppoTelecom Argentina. Di recente è divenuto responsabile del reparto“Strategie Tecnologiche e Sviluppo dei Sistemi di Gestione” delGruppo, mantenendo “ad interim” la posizione precedente.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA

- Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

1. Introduzione

Internet costituisce, insieme alla telefonia mobilecellulare, uno dei più importanti fattori di cambia-mento nella storia delle telecomunicazioni, avendouna profonda incidenza sull’innovazione dei servizi,delle architetture e dei modelli di sviluppo delle reti.Essa è l’espressione più evidente del processo diconvergenza in atto fra i settori della tecnologiadell’informazione, delle telecomunicazioni e deimedia, ed è destinata ad avere riflessi di rilievo sullavita sociale e sullo sviluppo economico delle aziendein modo analogo a quanto ha fatto il servizio telefo-nico dal momento della sua nascita.

Il successo della rete è attribuito a una fortunatacombinazione di eventi che hanno da subito incon-trato il favore degli utenti, e che riguardano moltis-sime attività sociali e industriali determinando unacrescita esponenziale degli stessi utenti collegati.

Sono ancora presenti molti punti critici chedevono essere risolti adeguatamente per consentiread Internet di riscuotere il pieno successo anche inapplicazioni di tipo commerciale, come ad esempiol’affidabilità e la qualità dei servizi, la protezionecontro le frodi (sistemi di autenticazione, di critto-grafia...), la protezione dei diritti intellettuali, imetodi di attuazione dei controlli di accesso da partedi minori, il miglioramento dell’efficienza dei sistemi

di ricerca delle informazioni, lo sviluppo dei modellidi business innovativi.

Nonostante i molti punti aperti, Internet ha ormaiattivato processi irreversibili di trasformazione delcontesto delle telecomunicazioni ed ha anticipato lenuove linee di tendenza dei futuri sviluppi dei servizie delle reti. Si aprono così per i gestori tradizionali ditelecomunicazioni diverse sfide in quanto cambianole regole del mercato e tendono ad essere marginaliz-zate competenze e modelli di business tradizionalimentre si prospettano allo stesso tempo una serie dipericoli e di grandi opportunità di crescita.

Questo articolo, primo di una serie dedicata aInternet, si propone di fornire un’analisi generale delfenomeno che essa costituisce, con particolare riferi-mento alle sue relazioni e agli impatti sull’evoluzionedei servizi e delle reti di telecomunicazioni. Il tema èmolto vasto e articolato, per cui l’analisi qui presen-tata non è certamente esaustiva; essa tuttavia toccabuona parte dei punti principali ora oggetto di studioe di discussione negli ambienti di ricerca e disviluppo interessati.

Molti degli aspetti sia specifici sia tecnici, come adesempio le architetture e i protocolli di rete, i servizi,le applicazioni, lo sviluppo delle reti Intranet e ilcommercio elettronico, nonché gli sviluppi previsti ele iniziative intraprese in Telecom Italia, saranno trat-tati in articoli successivi di questa serie che sono

ROMOLO PIETROIUSTI

MICHELE VOLPE

Internet

Internet e l’evoluzione delle reti di telecomunicazioni

Lo sviluppo della rete Internet ha colto, qualche anno fa, di sorpresa i gestori di teleco-municazioni mondiali e parzialmente anche gli addetti ai lavori. È stata recepita dap-prima come un fenomeno curioso, un po’ anche con sospetto; solo dopo qualche tempo si ècercato di capire se essa potesse avere un concreto interesse commerciale. La domandaconsueta, infatti, continuamente riproposta, è stata a lungo: “Ma chi ci guadagna conInternet?” Oggi si è compreso come Internet possegga un potenziale enorme per modifica-re gli equilibri correnti di mercato, imponendo così a tutti gli attori coinvolti (gestori direte, fornitori di servizi, industria di telecomunicazioni, di informatica e dei media,aziende, utenti consumer...) di indagare a fondo su potenzialità e prospettive di questarete in modo da definire le modalità più opportune per trarne vantaggio. L’articolo esa-mina gli elementi alla base dello sviluppo della rete; mette poi in luce le differenze di essarispetto a quella tradizionale telefonica; illustra infine alcune tra le tendenze più signifi-cative nello sviluppo della rete.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 33

Pietroiusti - Volpe • Internet e l’evoluzione delle reti di telecomunicazioni

L’ARCHITETTURA DEI PROTOCOLLI INTERNET

Le ragioni chiave che hanno consentito a Internet di espandersi così rapidamentedevono essere ricercate prevalentemente nella organizzazione dei protocolli e nelmodello architetturale della rete che consente il trasporto delle informazionisulle diverse tecnologie di trasmissione correntemente utilizzate mediante lasovrapposizione di un’unica rete logica, basata sui protocolli della famiglia IP,sull’insieme delle reti di telecomunicazioni esistenti (ad esempio circuiti diretti,X.25, Frame Relay, Ethernet, ATM, FDDI, reti cellulari e satelliti). Queste carat-teristiche che consentono la connettività dei sistemi attraverso tutte le varie reti(Internet over everything) garantiscono la possibilità di una copertura a livelloglobale e quindi la prospettiva di una diffusione rapidissima.

Il protocollo IP è a pacchetti e opera secondo la modalità “connectionless”, nonrichiedendo quindi l’instaurazione di una connessione tra due sistemi di elaborazioneper il trasferimento delle informazioni, diversamente da quanto avviene in generequando si voglia effettuare una comunicazione nelle reti tradizionali di telecomunica-zioni. I pacchetti sono trasportati in rete uno indipendentemente dall’altro, eventual-mente anche attraverso percorsi diversi, ed il loro istradamento avviene sulla basedell’indirizzo di destinazione contenuto in un apposito campo (header) all’interno diciascuno di essi.

La modalità di trasporto connectionless richiede la presenza sul lato ricevente diun meccanismo di riordino della sequenza dei pacchetti - che può essere modifi-cata dalla propagazione indipendente degli stessi attraverso la rete -, di unsistema per la ritrasmissione di pacchetti eventualmente perduti e di un mecca-nismo di controllo di flusso per proteggere la rete e gli utenti dalle situazioni dicongestione. Queste funzioni sono realizzate da un apposito protocollo denomi-nato TCP (Transmission Control Protocol) che provvede al trasporto affidabiledelle informazioni secondo il principio di controllo tra due terminazioni (end-to-end) . Un altro protocollo più semplice, denominato UDP (User DatagramProtocol), è invece impiegato nel caso di un traffico con minori esigenze dicontrollo di flusso e di trasmissione. Questi meccanismi di controllo sono realiz-zati in genere nei terminali attestati alla rete secondo il principio citato dicontrollo tra le due estremità.

La rete Internet, nella sua versione attuale, cura quindi solo l’istradamento deipacchetti, mentre i terminali hanno il controllo della comunicazione. Le evoluzionipreviste per Internet puntano ad arricchirel ’ intel l igenza del la rete, dotandola difunzioni di gestione della capacità, deltraffico e delle situazioni di congestione. Ilmodello della rete è schematizzato nellafigura riportata qui a fianco.

Lo strato delle applicazioni interagisce coni protocolli di trasporto per trasmettere eper ricevere dati. L’unità informativa scam-bia ta f ra g l i s t ra t i appl ica t iv i è i lmessaggio. Lo strato di trasporto fornisceil servizio di comunicazione end-to-end;sono impiegati a questo livello i protocolliTCP e UDP: l ’un i tà in format iva è i lsegmento. Lo strato Internet gestisce lacomunicazione fra una macchina e l’altracon il protocollo IP secondo la modalitàstore-and-forward; l’unità informativa è ilpacchetto, detto anche datagram. L’inter-faccia di rete provvede poi a trasmettereed a ricevere i segnali utilizzando la rete ditelecomunicazione.

Router

Pacchetto

IP

interfaccia di rete

Messaggio

trasporto TCP-UDP

IP

interfaccia di rete

Host

applicazione

trasporto TCP-UDP

IP

interfaccia di rete

Host

applicazione

trasporto dei segnali

Rete di telecomunicazioni

trasporto dei segnali

Rete di telecomunicazioni

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pubblicati su questo stesso numero o che sarannoinseriti nei prossimi numeri del Notiziario. Ad essi sirimanda per la prosecuzione delle analisi qui avviate,e per approfondirne aspetti specifici.

L’articolo è organizzato come segue: il secondoparagrafo riassume le informazioni sulle origini diInternet, sulle principali innovazioni che ne hannodeterminato lo sviluppo e la crescita fino allo statoattuale. Il terzo paragrafo richiama la situazione disviluppo della rete in Europa e nel mondo, con unconfronto in particolare fra lo stato della rete in Europae negli Stati Uniti, mentre il quarto paragrafo analizzale direzioni evolutive per i servizi indirizzati rispettiva-mente all’utenza affari e a quella residenziale. Gliultime due paragrafi verificano invece il posiziona-mento dei gestori tradizionali di telecomunicazioni sulfenomeno Internet, esaminando possibili impatti,sfide, opportunità e possibili ruoli futuri. Nell’articolosono anche contenuti inserti di approfondimento sualcuni aspetti di particolare interesse, al fine di agevo-lare la comprensione complessiva del testo.

2. Le origini e lo sviluppo di Internet

Le origini di Internet risalgono agli anni Sessantae risiedono in un progetto condotto sotto gli auspicidel Dipartimento della difesa degli Stati UnitiDARPA (Defense Advanced Research Projects Agency)che aveva l’obiettivo di realizzare una rete altamenteresistente ai guasti degli elementi o di intereporzioni della rete stessa e che fosse in grado dioperare anche in caso di attacco nucleare. La rete fuperciò concepita con un’architettura fortementedecentrata, in cui le comunicazioni fra calcolatoriavvenivano tramite pacchetti di informazione chepotevano viaggiare uno indipendentementedall’altro, anche attraverso percorsi diversificati. Lanatura decentrata della rete fu esaltata dalle caratte-ristiche di apertura dei protocolli, che consentivanoin modo abbastanza semplice lo sviluppo di applica-zioni da parte degli utenti e dei gestori interessati.Molti dei concetti e delle relative applicazioni chesuscitano oggi il grande interesse per la rete eranogià a quel tempo disponibili.

Nella fase iniziale la rete ha visto una crescitalenta ma costante, con una progressiva espansionedagli ambienti originari di ricerca della difesa a tuttiquelli di ricerca dei settori civili: dai dipartimentiscientifici delle Università e degli Enti accademicialle unità di ricerca delle aziende commerciali edindustriali . Successivamente l’espansione diInternet ha man mano interessato tutti i tipi diaziende e di posti di lavoro arrivando poi fino agliambienti domestici.

Il segreto della crescita fortunata della rete risiedein una serie di caratteristiche estremamente innova-tive, per il mondo delle telecomunicazioni, connessesia alla sua architettura concepita senza punti dicontrollo centralizzati e quindi in grado di espandersiper semplice aggiunta di elementi o di porzioni direte sia al protocollo adottato per il trasporto delleinformazioni IP (Internet Protocol) concepito specifica-mente per le comunicazioni fra calcolatori.

Un altro fattore di grande rilievo è stato introdottocon la definizione - all’inizio degli anni Novanta - delprotocollo HTTP (Hyper Text Transport Protocol), daparte di Tim Berners-Lee del CERN. Questo proto-collo si basa sull’architettura del trasferimentoTCP/IP e stabilisce specifiche modalità per collegarevirtualmente documenti e informazioni residenti incalcolatori diversi al fine di permettere che essipossano essere connessi e cooperare in modo daapparire nel complesso un’unica enorme banca dati.

Questa modalità di interconnessione e di coopera-zione fra elaboratori distanti anche molte migliaia dichilometri, è denominata WWW (World Wide Web) inquanto simula una ragnatela mondiale di connessionifra tutti gli elaboratori collegati a Internet.

Ma l’innovazione di maggior rilievo che hapermesso l’esplosione di Internet e la sua diffusionepresso il grande pubblico si è avuta con lo sviluppodegli applicativi software (browser) che consentono dinavigare in maniera semplice attraverso documentiipertestuali (cioè in un insieme strutturato di informa-zioni, collegate secondo gerarchie e connessionilogiche), residenti nelle basi dati e che presentanotipicamente verso l’utente un’interfaccia grafica deltipo a finestre per la presentazione dei contenuti.

L’effetto combinato dei benefici introdotti daciascuno degli elementi innovativi citati è stato straor-dinario: molte migliaia di server hanno utilizzato lostandard WWW; i browser hanno assunto un ruolofondamentale nel rapporto tra uomo e basi informa-tive, tanto che tra di essi si è scatenata una vera epropria competizione per il primato fra le aziende piùavanzate nello sviluppo del software: in particolare frala Microsoft, attore dominante del settore, e laNetscape, una delle prime aziende a capitalizzare sulsuccesso di Internet.

In questo processo di espansione della rete, sipossono riconoscere due momenti di particolareimportanza, entrambi strettamente connessi con ladiffusione su larga scala dei personal computer: ilprimo è legato alla scelta di Internet quale soluzioneelettiva per l’interconnessione delle postazioni dilavoro all’interno delle aziende, con effetti moltipli-catori sul mercato degli apparati di networking.L’altro è connesso alla diffusione di Internet pressoil grande pubblico, grazie allo sviluppo dei browser,dei sistemi di accesso mediante la rete telefonicacommutata (modem a velocità fino a 56 kbit/s) e deisistemi di produzione dei contenuti (evoluzioni dellinguaggio HTML - Hyper Text Markup Language - perla descrizione delle pagine Web).

Le applicazioni iniziali, sia in ambito aziendalesia per il grande pubblico, sono state la posta elettro-nica per il trasferimento di testi e, successivamente,di pagine multimediali, i servizi di trasferimento distringhe di dati (file) e, infine, i servizi di accesso alWorld Wide Web, che hanno permesso di trasferirenon solo testi, ma anche disegni, grafici e più direcente suoni e immagini, in modo indipendentedalle architetture dei sistemi di elaborazioneconnessi.

L’architettura distribuita di Internet ha consentitoil rapido sviluppo di nuovi servizi a livello globalegrazie alla possibilità di distribuire in modo semplice

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nuove applicazioni software ed utilizzando i protocollidi comunicazione esistenti.

3. Internet in Europa e nel mondo

La figura 1 mostra la crescita del numero di host(elaboratori rappresentativi di indirizzi IP utilizzatiper connettere server Web o altre applicazioni) colle-gati permanentemente alla rete in tutto il mondo,nel periodo compreso tra il 1991 e il 1997. A gennaio1998 il numero di host ha raggiunto la cifra di circa30 milioni.

È utile confrontare il tasso di crescita di Internet -che nell’arco di tempo considerato ha sfiorato valoriannui del cento per cento - con il tasso di crescitadella rete telefonica mondiale rilevato nello stessoarco temporale: esso è risultato mediamente intornoal sei per cento annuo (anche se le cifre in valore asso-luto non sono tra loro confrontabili, essendo oggi lelinee telefoniche installate nel mondo pari a circaottocento milioni). Come termine di paragone, puòessere preso il numero di nuove linee telefonicheinstallate nel 1996 - che è risultato di circa quaran-totto milioni - mentre a Internet sono stati connessicirca sei milioni e mezzo di nuovi host.

LA TARIFFAZIONE DI INTERNET: FLAT-RATE O A CONSUMO

Uno dei fattori che hanno differenziato in questi anni lo sviluppo di Internet inEuropa e negli Stati Uniti è costituito dal costo delle chiamate locali nei due mercati.In America, infatti, le chiamate locali non sono tassate a consumo (come avviene ingenere in Europa), ma sono gratuite in quanto incluse nei servizi di base coperti dalcanone mensile.

L’utenza residenziale interessata all’accesso a Internet preferisce naturalmente ilmodello americano, che tuttavia sta creando diverse difficoltà ai gestori di rete: gliaccessi a Internet dell’utenza residenziale (la durata media di una chiamata è molto piùlunga di quella di una conversazione telefonica) aumentano sensibilmente il carico ditraffico soprattutto nella parte più prossima all’accesso, creando uno squilibrio tranuovi investimenti richiesti per l’espansione della rete e ricavi non proporzionali.

L’offerta di servizi di accesso a Internet da parte dei maggiori fornitori di connettivitànazionali e internazionali è oggi articolata secondo due differenti modalità, che riflet-tono i diversi approcci alla definizione del servizio. Si distinguono infatti offertecaratterizzate da una modalità flat-rate - con le quali a fronte di un canone mensile èconcesso un accesso alla rete senza limiti di tempo - da offerte (usage-based) cheprevedono invece, per un importo più contenuto, un numero limitato di ore mensili(con un supplemento per eventuali ore extra) per l’accesso alla rete.

La tariffa flat-rate continuerà ad essere adottata per la sua semplicità e per il minorcosto e spesso è applicata senza emissione di bolletta, ma con un addebito diretto inbanca. Essa costituisce d’altra parte una via agevole per superare la barriera inizialedi acquisizione di nuovi utenti. Inoltre questa tariffa è preferita dagli Internet ServiceProvider che non puntano a eventuali introiti connessi all’accesso, bensì ad un canalediretto di marketing verso la loro base di clientela per vendere altri tipi di prodotti,quali ad esempio quelli multimediali.

Quasi tutti i fornitori della rete di accesso oggi presenti sul mercato - sia nazionaliche esteri - articolano la loro offerta sulle due opzioni, con alcune eccezioni dirilievo. Un’evoluzione dell’utilizzo dei servizi Internet in ambiti di maggior ampiezzarichiede necessariamente un miglioramento dei livelli di qualità oggi misurabili, inparticolare in termini di ritardi, di ampiezza di banda disponibile e di affidabilità.Questa evoluzione risulta difficilmente conciliabile con le offerte flat-rate oggi prati-cate, richiedendo invece una sempre maggiore correlazione tra “consumo” dellerisorse (velocità, tempo, tipo di traffico, bit trasferiti), prezzo pagato dal cliente,previsioni di crescita dei servizi e programmazione degli investimenti.

Anche se è presumibile che i gestori di telecomunicazioni beneficeranno del sensi-bile aumento del traffico determinato da Internet sulle proprie reti, il modello diquesto traffico e il suo impatto sulla rete costituisce tuttavia un tema che suscitagrande attenzione, in quanto rischia di mettere in crisi i modelli esistenti dicrescita delle reti.

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Si stima (perché non è possibile effettuare unconteggio preciso) che oggi gli utenti di Internet

siano circa settanta milioni; la crescita continua a untasso ben superiore a quello della telefonia [1], ed èparagonabile a quello relativo alla crescita degli utenticollegati alla rete radiomobile. È previsto che siraggiungano i quattrocento milioni di utenti nel 2000,circa seicento milioni nel 2005 per superare ilmiliardo di utenti nell’intorno del 2010.

Diverse decine di milioni di utenti si colleganoquotidianamente alla rete con i propri computer,avendo la possibilità di accedere a più di un milionedi server Web che offrono una quantità straordinariadi informazioni, che vanno dall’orario locale degliautobus che circolano nelle principali città ai risultatidi conferenze sulle ricerche più avanzate condotte neiprincipali settori della vita sociale. Sono ormai nume-rosissimi i siti che offrono servizi audio e video (il sitowww.cnn.com diffonde su Internet in diretta imaggiori eventi mondiali); la qualità - comunquesoggetta allo stato di congestione della rete e allavelocità dell’accesso - risulta in molti casi accettabileper la fruizione delle notizie.

I primi servizi commerciali sulla rete Internet sonostati offerti, come è stato già ricordato, agli inizi degli

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1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997

4

8

12

16

20

0

Milioni di Host

Figura 1

Crescita del numero di host negli anni.

L’INTERCONNESSIONE DEI GESTORI INTERNET: IL “PEERING” E GLIACCORDI COMMERCIALI

Un aspetto importante che caratterizza Internet riguarda le modalità di interconnes-sione e le regole di scambio di traffico tra fornitori di servizio (ISP, Internet ServiceProvider), che hanno un impatto diretto sui prezzi che gli ISP applicano ai loro clientifinali. Tra due ISP possono intercorrere accordi di cosiddetto peering, oppure accordicommerciali tradizionali di transito del traffico.

L’accordo di peering è stato concepito all’origine della diffusione di Internet in unasituazione in cui la rete era prevalentemente impiegata in ambito militare e in quelloaccademico. Il peering è stato maggiormente impiegato negli Stati Uniti (esistono oggidiversi nodi, per lo più localizzati sulle due coste dell’Atlantico, in cui i diversi gestori siscambiano traffico Internet); in Europa esso invece non ha mai realmente trovato ampiaattuazione, in parte per la scarsa dinamicità e coesione del mercato europeo Internet.

L’accordo è normalmente definito in base alla capacità dei collegamenti stabiliti fra gliISP interessati e non in base al reale volume di traffico che fluisce nei collegamenti,diversamente da quanto avviene per le interconnessioni delle reti di telecomunicazioni.Esso non prevede forme di ripartizione degli introiti derivanti dal traffico: l’ISP diorigine incassa in genere il corrispettivo completo di tutto il traffico inviato verso ilcorrispondente con un modello denominato SKA (Sender Keeps All). Un modello delgenere ipotizza anzitutto un volume di traffico nelle due direzioni circa equivalente e,in secondo luogo, l’assunzione per un ISP che terminare il traffico del corrispondenteISP costi poco rispetto all’impiego di un sistema di misurazione e di contabilizzazionedettagliata di questo traffico. Il modello in effetti risulta, per come è concepito, unsussidio da parte degli ISP più grandi verso i più piccoli.

Allo scopo di facilitare questi tipi di accordo sono state promosse iniziative specifichedai maggiori gestori Internet internazionali e sono stati costituiti appositi Enti. Unesempio è costituito dal LINX (London InterNet eXchange), associazione di ventottoISP che ha lo scopo di facilitare e regolare i rapporti degli stessi in Gran Bretagna inmodo da evitare che il traffico nazionale Internet transiti all’estero, di facilitare laconnettività fra Gran Bretagna e altri ISP all’estero e in definitiva di migliorare laconnettività e i servizi all’utente finale. Un altro esempio è costituito dal GIX (GlobalInternet Exchange) che opera a Stoccolma con finalità analoghe a quelle del LINX.

Fonte: Network Wizards

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anni Novanta, prevalentemente per applicazioni diposta elettronica e per il trasferimento di file di dati,dal Gestore americano MCI e da altri Fornitori diservizio ISP (Internet Service Provider) americani cheavevano intravisto le possibilità offerte da Internetfuori dell’ambito di ricerca da cui esso era stato gene-rato. Dal 1996 il segmento americano della reteInternet non riceve più sussidi da parte del Governodi questo Paese (che tuttavia è ancora coinvolto indiverse iniziative di innovazione della rete) e continuaa svilupparsi su basi esclusivamente commerciali.

Gli ultimi due anni hanno visto l’ingresso nel busi-ness di Internet di tutti i maggiori attori mondiali delsettore delle telecomunicazioni, con differenze spessorilevanti tra gli approcci seguiti negli Stati Uniti, luogodi nascita della rete, in Europa - che dopo un primomomento di sorpresa sembra reagire con energia alleopportunità offerte da Internet - nei Paesi asiatici o inquelli in via di sviluppo, che oggi vedono spesso comeun miraggio la possibilità di accedere a Internet perricevere la posta elettronica o per esplorare il Web.

La crescita di Internet in Europa e negli StatiUniti avviene con velocità diverse: in America, infatti,

più del 25 per cento delle abitazioni sono connesse aInternet (in California si arriva al 50 per cento); inEuropa invece questa percentuale raggiunge solo il4 per cento. In Europa infatti la commercializza-zione di Internet al grande pubblico è più lentarispetto agli Stati Uniti per cui gli impieghi diInternet in Europa per la ricerca scientifica e peraltre applicazioni non commerciali ricoprano ancorala posizione di maggior rilievo.

Questi dati mettono in luce un ritardo dell’Europache può essere stimato dai due ai quattro anni rispettoagli Stati Uniti, con alcune eccezioni di rilievo, comequello dei Paesi Scandinavi, che vedono tassi dicrescita più elevati (in Svezia e in Finlandia l’11 percento circa delle abitazioni è connesso a Internet).

Questo ritardo può rappresentare un “handicap”significativo, in un contesto di sviluppo mondialecaratterizzato da un’accelerazione crescente e da unaforte competizione; il ritardo potrebbe infatti relegarel’Europa ad un ruolo di retroguardia, piuttosto che dipromotrice di sviluppi innovativi, avvilendo le formeemergenti di imprenditoria in grado di trarre beneficiodalle potenzialità di Internet. I motivi dei ritardi

Il peering è stato tradizionalmente costituito senza prevedere pagamenti reciproci (no-fee, zero-settlement basis) per il traffico Internet scambiato con l’ipotesi sottintesa chel’interesse di ciascuna delle parti fosse di interconnettere le rispettive reti e di scam-biare traffico su basi paritarie e di reciprocità, il più semplicemente possibile, senzaaggravi amministrativi connessi ad eventuali sistemi di misura e di pagamento, e di faci-litare in tal modo lo sviluppo della rete e dei servizi.

Se queste ipotesi potevano essere valide qualche anno fa, quando Internet era costituitada una dozzina di reti, ed era quindi abbastanza agevole, per ciascuno dei gestori, stabi-lire accordi di peering, ora che le reti costituenti Internet sono diverse centinaia, la loroformalizzazione risulta praticamente impossibile. Inoltre, per molti gestori coinvoltidiventa sempre di minore interesse commerciale stabilire questi tipi di accordo indiscri-minatamente con qualunque altro ISP, senza un adeguato corrispettivo. Sempre di piùgli accordi sono quindi stabiliti con criteri di interesse commerciale reciproco e diopportunità di apertura verso altri ISP. Questo orientamento costituirà una base disviluppo di Internet molto più solida e consentirà un corretto equilibrio fra i livelli diinvestimento nello sviluppo e nell’adeguamento delle reti e nei ritorni degli investimenti.

È da notare infine che il costo dei circuiti di interconnessione tra l’Europa e l’Americadel Nord è di solito tutto a carico degli ISP europei (anche se per stabilire, eventual-mente, accordi di peering), non essendo applicata in questo ambito la regola validanell’ambiente delle telecomunicazioni tradizionale di ripartire i costi tra i gestori inter-connessi, ognuno dei quali paga l’half-circuit. Questa prassi è motivata dal fatto che,nonostante gli sviluppi di Internet in Europa, gli Stati Uniti rimangono ancora la piùgrande sorgente di contenuti di interesse (e quindi di traffico Internet) del mondo, e,inoltre, perché un accesso alla rete americana apre molte più possibilità di instrada-menti diretti verso altre porzioni della rete Internet che non viceversa.

Lo sbilanciamento del traffico dovuto alla maggiore localizzazione di contenuti negliStati Uniti potrà essere, almeno parzialmente, attenuato mediante l’impiego di tecnichedi immagazzinamento locale (mirroring e caching) dei contenuti della rete americananei server europei, che permetterà gradualmente di ridurre la forte dipendenza dagliStati Uniti. Già molti dei siti americani più frequentati hanno infatti dei siti speculari inEuropa, e allo stesso tempo diversi fornitori di servizi di accesso (ISP) e alcuni utentiaffari e corporate attuano l’immagazzinamento (caching) delle pagine Web più consul-tate per ridurre le spese di trasporto.

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europei sono molteplici e derivano sia dalle regola-mentazioni vigenti nel mercato delle telecomunica-zioni sia da aspetti propri della cultura europea, menopronta a recepire, per diversi motivi, le opportunitàofferte dalle innovazioni.

Fra questi motivi vanno ricordate le restrizionioriginarie poste dai militari allo sviluppo dei protocolliTCP/IP (Transmission Control Protocol/IP) fuori dagliStati Uniti, che hanno rallentato la diffusione dellerelative tecnologie; ma soprattutto la scarsa penetra-zione nelle famiglie europee dei PC (PersonalComputer) in grado di connettersi a Internet (si è infattiin presenza di un valore medio del 13 per cento, controuna media negli Stati Uniti del 30 per cento).

Altri ostacoli alla crescita di Internet in Europasono costituiti dal prezzo elevato della capacitàtrasmissiva, dai maggiori costi rispetto agli Stati Unitidelle chiamate locali, dall’esistenza in Europa diculture e lingue diverse, che se conferiscono a ciascunPaese una ricchezza invidiabile, d’altra parte creanoun’evidente frammentazione del mercato e limitano lafruizione comune di contenuti di interesse: si stimache il 60 per cento degli host mondiali e la maggiorparte dei contenuti siano oggi presenti su server loca-lizzati negli Stati Uniti e questa situazione provoca unamarcata asimmetria nel traffico instradato sulla diret-trice tra il Continente Europeo e l’America del Nord.

È necessario ancora compiere un grosso sforzo perallineare l’Europa alla situazione americana e percreare o dare a Internet connotati e identità europei.Fra gli elementi di maggior rilievo sono compresi ilpotenziamento delle infrastrutture di accesso e ditrasporto, la promozione e lo sviluppo di contenuti acarattere europeo, la crescita e lo sviluppo di grandifornitori di servizio pan-europei. Sarà inoltre impor-tante individuare e rendere disponibili meccanismiche facilitino lo scambio delle informazioni tra diffe-renti Paesi per il raccordo fra lingue e culture diverse.

4. Le direzioni future di sviluppo: Internet con elevate prestazioni ed Internet di massa

Analogamente a quanto avvenuto nel mondo deglielaboratori e di altri settori dell’industria ad elevatocontenuto tecnologico - dove i progressi tecnologicisono generalmente utilizzati sia per ridurre i costi deiprodotti a parità di prestazioni, sia per accrescere leprestazioni a parità di costo - anche per Internet siprofilano scelte analoghe per gli sviluppi futuri.

Un orientamento che oggi si intravede è direttoverso applicazioni generalizzate per un’utenza dimassa, molto sensibile ai costi; una seconda tendenzariguarda applicazioni avanzate per ambiti ad elevata

LO SVILUPPO DELLE INTRANET E IL RUOLO DA ESSE SVOLTO NELLA GUIDA DEL MERCATO

Lo sviluppo di Internet e la sua caratterizzazione sempre più commerciale hanno datoun potente impulso al mercato del networking, intendendo con tale termine la vastagamma di apparati e di sistemi impiegati per la realizzazione di piattaforme di rete IP(router, communications server, Web server, client, modem, applicazioni di gestione...).Lo sviluppo del networking è stato inoltre pilotato dall’utilizzo di questi apparati per larealizzazione di reti IP private (denominate Intranet), ossia reti IP non connesse allarete pubblica Internet e utilizzate per soddisfare le esigenze di comunicazione internealle aziende.

Una rete Intranet è quindi da intendere come una piattaforma di comunicazione internaad una azienda, basata su tecnologie TCP/IP e WWW, impiegata per servizi di postaelettronica, per permettere applicazioni di lavoro cooperativo, per la pubblicazione,diffusione e condivisione di informazioni residenti su siti Web interni. La semplicità direalizzazione di reti Intranet basate su IP e la possibilità di realizzare con facilità ed acosti contenuti applicazioni di impiego diverso stanno rendendo queste reti uno stru-mento funzionale ed efficace, estremamente utile nella fase di reingegnerizzazione deiprocessi interni.

Una rete Intranet può inoltre essere connessa alla rete Internet pubblica, interponendoadeguati sistemi di protezione (firewall), che hanno l’obiettivo di evitare accessi nonautorizzati da Internet alle risorse e alle informazioni interne all’azienda. In questomodo i tecnici di un’azienda possono comunicare con i propri colleghi e usare nel modopiù opportuno i servizi interni offerti dalla rete Intranet e hanno comunque la possibi-lità, secondo opportuni profili di autorizzazione, di scambiare informazioni in postaelettronica con utenti pubblici e di accedere all’intero Web per la ricerca ad esempio diinformazioni o per l’effettuazione di analisi su prodotti disponibili.

Un ulteriore passo nella direzione dello sfruttamento intensivo delle opportunità offertedalle tecnologie di networking si ha quando, per soddisfare esigenze di comunicazione tra

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specializzazione, quali Università, Istituti di ricercapubblici e privati e aziende che impiegano serviziinnovativi di networking per proprie esigenze interne,legati a una varietà di applicazioni, quali ad esempio illavoro cooperativo a distanza, le videoconferenze,l’accesso remoto a basi di dati.

Queste due direzioni di sviluppo stanno manife-stando requisiti di prestazioni molto differenziate, conimpatti sulla rete non facilmente riconducibili adarchitetture o a strutture di rete integrate.

Per quanto concerne la tipologia di servizi e ditraffico, si possono oggi identificare tre categorie prin-cipali, ciascuna con proprie caratteristiche distintive econ requisiti di prestazioni di trasporto molto diffe-renti.

La prima categoria di servizi è quella della postaelettronica (e-mail) che è stata largamente dominantenel traffico Internet fino ai primi anni Novanta e cheè destinata a giocare un ruolo fondamentale nellosviluppo della rete, anche per applicazioni crescentidi tipo unidirezionale, quali ad esempio i servizi difacsimile, di messaggistica multimediale e di comuni-cazione vocale unidirezionale (ad esempio voice-mail). Le caratteristiche di questo tipo di trafficotrovano piena rispondenza nel modello di trasporto“best-effort” della rete Internet oggi utilizzata, inquanto presentano esigenze modeste per i tempi di

risposta e per la qualità (eventuali inconvenienti oerrori a livello trasmissivo possono infatti esserecorretti con la ritrasmissione dei relativi messaggisvolta dal protocollo TCP di utente).

La seconda categoria di servizi comporta il trasferi-mento di grandi quantità di dati (file) ed è connessa ingenere ad accessi a server Web e all’uso di strumentidi navigazione (browser). Questo traffico è molto riccodi contenuti multimediali e richiede prestazionimolto più elevate, rispetto a quelle della categoriaprecedente, in termini di capacità, di qualità e ditempi di risposta, che devono essere compatibili conle attese di un utente che naviga nel Web. Questaclasse di servizi è in forte crescita: si stima infatti cheil traffico ad essa relativo raggiungerà il traffico telefo-nico nel giro dei prossimi tre anni [1].

La terza categoria di servizi, che si sta rapidamenteaffermando, è rappresentata dalle comunicazioni bidi-rezionali multimediali in tempo reale, che compren-dono naturalmente anche quella fonica: questa cate-goria è la più esigente in termini di tempi di risposta edi qualità del servizio e su di essa si stanno oraconcentrando i maggiori sforzi di ricerca e sviluppo.Con questa categoria di servizi Internet entra in piùdiretta concorrenza con le reti tradizionali di teleco-municazioni.

Uno dei temi più attuali su Internet riguarda la

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aziende diverse (nel caso ad esempio di più aziende con ruoli di produttore, integratore,distributore) si realizza un’interconnessione virtuale tra le rispettive reti “Intranet”,utilizzando a questo scopo la rete Internet pubblica. Si realizza così quella che viene defi-nita una “Extranet”. Le sedi delle aziende in questione coinvolte nell’interconnessionepossono essere localizzate ovunque nel mondo e l’interconnessione stessa può esserestabilita e modificata nel tempo in accordo con le specifiche esigenze di business, sotto ilcontrollo delle stesse aziende e senza pesanti complicazioni gestionali.

Lo sviluppo delle Extranet (le cui tecnologie abilitanti, già oggi esistenti, sono in fase dirapida evoluzione e consentono di rendere disponibili a breve termine potenzialitàestremamente sofisticate) permette alle aziende di stabilire relazioni commerciali con ipropri partner, dando così, rispetto alla situazione presente, un forte impulso alle atti-vità di commercio elettronico che, secondo i più accreditati osservatori, troverannoproprio nelle relazioni business-to-business l’atteso punto di svolta.

I servizi di comunicazione e di commercio elettronico nell’ambito delle Extranet costi-tuiscono un superamento di servizi simili sviluppati nel corso degli anni Ottanta, basatisull’impiego del protocollo EDI (Electronic Data Interchange), che non hanno maitrovato un ampio utilizzo al di fuori di specifici ambiti (ad esempio trasmissione dibuoni d’ordine e di fatture), laddove le potenzialità rese possibili dalle Extranetsembrano limitate solo dalla fantasia.

A questo scopo è anche necessaria l’elaborazione in tempi brevi di alcune soluzionirelative sia ad aspetti critici riguardanti la sicurezza sia alla chiara individuazione delcontesto legale e di regolamentazione in cui le attività in questione saranno svolte, eche sono di estrema importanza per l’adozione di Internet come riferimento per losviluppo futuro della rete. Una serie di differenti approcci tecnici, sia per l’uso sicurodelle carte di credito, sia per la fornitura di servizi di pagamento tramite Internet(Internet cash), stanno per diventare di uso generale sulla rete ma richiedono, peruna loro adozione diffusa, che il grande pubblico acquisti sicurezza nel nuovoambiente e nei nuovi mezzi tecnologici che gli sono messi a disposizione.

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40 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

coesistenza delle tre differenti classi di servizio citate:il traffico derivante dai servizi di posta elettronica e diaccesso ai siti Web mal si concilia infatti con quellocaratterizzato dagli stringenti requisiti che è neces-sario garantire per le applicazioni video e audio intempo reale; e, d’altra parte, queste tipologie di traf-fico condividono oggi gli stessi nodi di rete con possi-bilità di interferenze reciproche e congestioni.

Le recenti iniziative negli Stati Uniti per losviluppo di una rete Internet di seconda generazione(Internet 2, Next Generation Internet), promosse soprat-tutto dal mondo accademico, tendono tra l’altro aseparare il traffico Internet commerciale da quelloIP con alte prestazioni prodotto dalle più avanzatesperimentazioni multimediali; esse sono pure tesealla ricerca di modelli commerciali su cui fondarel’integrazione di Internet nella futura rete di teleco-municazioni.

L’Internet della prossima generazione sarà caratte-rizzata da una maggiore disponibilità di banda e dauna rete con una più ampia capacità elaborativa (adesempio router intelligenti, server di gestione degliaccessi e della qualità del servizio) che consentirannodi ottenere prestazioni ottimali a seconda del serviziorichiesto.

Un fattore importante del nuovo scenario saràcostituito dalla nuova versione (la versione 6) delprotocollo IP, che permetterà di superare alcuni deilimiti intrinseci della versione 4 oggi impiegata [2],[3]: questa versione offrirà una più ampia capacità euna gestione più flessibile dell’indirizzamento, lagestione della sicurezza e la possibilità di introdurrelivelli di qualità del servizio. Inoltre, l’impiego dispecifici protocolli (ad esempio RSVP, Resource ReSer-Vation Protocol [4]) e di sofisticate tecniche dicontrollo degli instradamenti consentirà un tratta-mento differenziato dei flussi di traffico relativi ai varitipi di servizi, in termini di qualità e di priorità neltrasporto; sarà possibile così garantire ai flussi video ofonici una capacità sufficiente e un minore ritardorispetto ai pacchetti dati di altri servizi.

Lo scenario futuro di Internet potrà trarrevantaggio da un insieme di tecnologie innovative diaccesso ora in fase di sperimentazione (modem analo-gici sempre più veloci, sistemi xDSL, cable modem,apparati cellulari di nuova generazione).

I gestori della rete e gli ISP (Internet ServiceProvider) amplieranno la gamma dei servizi offerti,includendo fonia, video, posta elettronica e accesso aWeb, anche con configurazioni di rete più sofisticate(ad esempio, con l’offerta di servizi di tipo punto-multipunto). Un altro fattore importante sarà il ruoloche giocherà il linguaggio Java: esso consentirà infattidi realizzare applicativi e programmi che potrannoessere diffusi agevolmente su tutta la rete.

Dal punto di vista dell’utente finale Internetoffrirà forme di comunicazione più avanzate destinatead incidere profondamente sullo stile di vita dellasocietà contemporanea; ad esempio:• il commercio sulla rete sarà facilitato dai nuovi

sistemi di pagamento elettronico e dai nuovi stru-menti di navigazione per la ricerca e la selezionedei prodotti in accordo con le specifiche esigenzedell’acquirente;

• i prezzi delle merci acquistate saranno più compe-titivi, grazie alla eliminazione degli alti costi legatialla catena di distribuzione dei prodotti; allo stessotempo il prezzo delle informazioni on-line potràessere sussidiato dalla pubblicità;

• i contatti sociali troveranno nuove forme di espres-sione, grazie alle nuove forme di comunicazionemultimediale e di intrattenimento con supportotelematico;

• lo sviluppo delle conoscenze e di nuove forme diautoapprendimento sarà facilitato da numerosifattori quali, ad esempio, i mezzi di navigazione,l’abbondanza delle informazioni disponibili, laproliferazione dei gruppi di interesse;

• l’imprenditorialità individuale e di gruppo sarà forte-mente promossa e facilitata, permettendo di esserepresenti sia a livello locale che a livello globale;

• l’organizzazione delle aziende e gli stili di vitaindividuali potranno trarre vantaggio dalle formedi telelavoro;

• la creatività permetterà di sviluppare nuove formedi espressione e di incentivazione in quanto ogniindividuo potrà trasformarsi in un fornitore dicontenuti, rapidamente disponibili a basso costo aqualunque potenziale fruitore ovunque localizzatonel mondo.

5. Internet ed i Gestori di telecomunicazioni:sfide e opportunità

I concetti posti alla base della rete Internet, comeè stato in precedenza accennato, erano noti da più diventicinque anni, ma solo negli ultimi due o tre anni igestori tradizionali di telecomunicazioni hanno real-mente compreso l’importanza del fenomeno Internete della profonda incidenza che esso è destinato adavere sull’evoluzione dei servizi e delle reti di teleco-municazioni.

Fra i motivi di questa tardiva attenzione, unelemento che ha giocato un ruolo di rilievo è forsel’esiguità, nonostante il tasso di crescita stupefacente,del numero degli utenti interessati fino a qualchetempo fa e del giro di affari complessivo, se confron-tato a quelli delle telecomunicazioni tradizionali; maha inciso probabilmente in misura elevata il fatto cheInternet sia stata concepita e si sia sviluppata fuori daltradizionale ambiente legato alle telecomunicazioni, equindi fuori dal controllo e dalla sfera di influenza digestori di questo settore. Per molto tempo Internet èstata quindi percepita come un elemento “esterno” e,qualche volta, con un pizzico di sufficienza, è stataritenuta una sottospecie di rete, un “giocattolo” chenulla aveva a che vedere con le tradizionali reti ditelecomunicazioni.

Questa percezione, alimentata nei primi periodidi sviluppo soprattutto dalla ridotta affidabilità diInternet e dalle caratteristiche sperimentali di essa, avolte anarchiche, ha impedito di apprezzarne imme-diatamente le grandi potenzialità e in generale larilevanza delle tecnologie emergenti ad essaconnesse, che hanno fatto del Networking un ampiomercato a sé stante.

Prima di analizzare le opportunità, le sfide e i peri-

Pietroiusti - Volpe • Internet e l’evoluzione delle reti di telecomunicazioni

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coli che Internet comporta per i gestori delle reti ditelecomunicazioni, è utile sintetizzare i fattori chedifferenziano i mondi di Internet da quelli delle retidi telecomunicazioni tradizionali (tabella 1).

Dalla tabella risulta evidente come diversi aspettidi Internet tendano a stravolgere le logiche tradizio-nali di sviluppo, di gestione e di amministrazione deiservizi e delle reti di telecomunicazioni.

L’architettura di Internet basata sulla tecnica ditrasporto a pacchetto di tipo connectionless e sullacomunicazione best-effort, porta ad un modello alter-nativo a quello della rete di telecomunicazione tradi-zionale, basata sulla comunicazione a circuito conqualità garantita, soprattutto per quanto riguarda l’effi-

cienza del trasporto connessa alla multiplazione stati-stica che consente rilevanti vantaggi di costo.

La trasmissione a pacchetto per i segnali fonici eper quelli video ha portato all’impiego di tecniche dicodifica altamente efficienti ottenute con riduzione diridondanza e con l’eliminazione delle pause e quindicon una qualità che, migliorando progressivamente,comincia a essere paragonabile a quella fornita oggidalla rete radiomobile.

Il fenomeno Internet ha dimostrato anche la possi-bilità di segmentare il mercato in funzione delrapporto tra la qualità e il costo, permettendo direalizzare offerte di servizi a qualità ridotta per il

grande pubblico, rispetto alle offerte, di qualità e diun maggior costo, tipiche delle tradizionali reti ditelecomunicazioni.

Internet sta altresì mettendo in evidenza alcunedistorsioni e incongruenze dei sistemi di tariffazioneoggi applicati: in questo momento infatti il costo deiservizi di accesso appare relativamente elevatorispetto al costo dei servizi Internet. Questi servizisono stati infatti offerti a prezzi contenuti, principal-mente perché hanno beneficiato degli assai ridotticosti marginali connessi alle riserve di capacità dellereti di telecomunicazioni. La situazione risulta perònon sostenibile nel medio-lungo termine, al cresceredel traffico Internet, e mette quindi in evidenza l’esi-

genza di investimenti specifici. D’altra parte il costo dei servizi di telecomunica-

zioni, ad esempio i servizi di telefonia vocale, è soloin parte determinato dalle infrastrutture di rete; madipende in misura rilevante anche da altri fattorilegati all’assistenza, alla vendita, all’amministrazione,al marketing, per cui l’assestamento delle valutazionidei costi complessivi porterà progressivamente ad unmaggior equilibrio fra i costi dei servizi su Internet equelli dei corrispondenti servizi forniti sulla retetradizionale, se naturalmente essi dovranno esseregarantiti con una analoga qualità globale.

Un altro fattore significativo che differenzia

Pietroiusti - Volpe • Internet e l’evoluzione delle reti di telecomunicazioni

Tabella 1 La rete telefonica e Internet.

Esiste da oltre un secolo

Concepita per servizi orientati alla connessione

Prevalenza di servizi fonici, facsimile e dati in banda fonica

Interazione in tempo reale fra le parti comunicanti, a qualitàgarantita

In genere sovradimensionata

Standard definiti con processi che cercano di ottenere ilmassimo consenso

Durata tipica della chiamata di qualche minuto

Le nuove chiamate sono accettate dalla rete solo se sono disponibili risorse sufficienti tra le due terminazioni (accesso soggetto a rifiuto,ma la chiamata accettata ha risorse ad essa specificamente dedicate)

La rete è progettata e la crescita è pianificata in base alleprevisioni di traffico

Gli istradamenti del traffico sono prestabiliti e solo in caso di congestione o di guasto sono previsti instradamenti alternativi

Tariffazione sulla base del consumo funzione della distanza e della durata

Ripartizione degli introiti sulle interconnessioni internazionali in dipendenza del traffico scambiato

Esiste da quasi trent’anni

Concepita per servizi trasportabili su una rete connectionless

Prevalenza di dati a pacchetto, di testi e di grafici

Trattamento del traffico con tecniche store-and-forward, senzagaranzie di qualità

Generalmente sottodimensionata

Standard prodotti sulla base di proposte attuate da almeno duerealizzazioni indipendenti interoperabili

Durata della sessione di lavoro anche superiore ad un’ora

Le nuove comunicazioni sono comunque ammesse in rete aprescindere dalle condizioni di carico, quindi anche a scapitodella qualità delle comunicazioni in atto (approccio best-effort)

La crescita della rete avviene per aggregazioni successive di porzioni di rete gestite da diversi Operatori

L’istradamento del traffico dipende dalla situazione di carico dellarete e in caso di guasto sono previste riconfigurazioni automatiche

Tariffazione piatta; solo di recente sono stati adottati criteri di tariffazione più articolati con una dipendenza dalla durata, almeno per quote eccedenti un periodo predeterminato

Gli introiti sono incassati dal fornitore di servizio dell’utente che origina la comunicazione (Sender Keeps All)

Rete Telefonica Internet

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42 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Internet dalla rete telefonica è relativo ai tipi diaccordo che regolano l’interconnessione delle reti: laconnessione di un Gestore di livello inferiore (rete diaccesso o regionale) ad uno di livello superioreprevede il pagamento di una quota dipendente daltipo di connettività fornita (nazionale, continentale,intercontinentale), dalla capacità dell’accesso richiestoe dalla “qualità” del servizio fornito, misurabile, adesempio, con il numero degli accessi diretti a Internete con la corrispondente disponibilità dei collegamenti.Due o più Gestori di livello e con dimensioni analoghepossono decidere di stabilire accordi di interconnes-sione bilaterali (peering) o multilaterali, con la crea-zione di centri di smistamento del traffico - quali, adesempio, i CIX (Commercial Internet Exchange) - gestiti

congiuntamente. In questi casi non avviene alcunacompensazione monetaria tra i diversi Gestori(maggiori informazioni sono fornite nel riquadro apagina 34).

I nuovi paradigmi proposti da Internet costitui-scono naturalmente una turbativa nel contesto delletelecomunicazioni, con elementi di apprensione per itradizionali Gestori del settore. Internet è stata infattiinizialmente usata, come si è già detto, per servizicomplementari a quelli di telecomunicazioni, come laposta elettronica e la navigazione WWW; ma ora essaè sempre di più impiegata per fornire anche i servizitradizionali di telecomunicazioni come il facsimile, latrasmissione di dati e - più recentemente - quellafonica e video, con evidenti effetti sostitutivi.

Pietroiusti - Volpe • Internet e l’evoluzione delle reti di telecomunicazioni

LO SVILUPPO DI INTERNET IN ITALIA

Lo sviluppo della rete Internet in Italia si è avuto con un certo ritardo rispetto aglialtri Paesi industrializzati. Le cause del ritardo possono essere attribuite alla scarsapenetrazione dei personal computer nelle famiglie e, più in generale, a una culturainformatica ancora non largamente diffusa. Indagini a campione svolte dall’Osserva-torio Alchera nel corso del 1997 indicano che in sei mesi il numero degli utentiitaliani (paganti e non) è passato da circa 600mila a circa 1 milione e 400mila, edessi sono soprattutto studenti che operano nel settore “small-business”. È stimato untasso di crescita nel periodo 1997-2000 intorno al 40 per cento per anno.

La figura seguente riporta un confronto tra la crescita dei domini mondiali a duelettere, cui corrisponde il maggior numero di indirizzi IP maggiormente assegnati,(quali ad esempio .it, .fr, .uk...) nel periodo 1991-1997. Questi domini sono rappre-sentativi in misura significativa (escludendo gli Stati Uniti, molto orientati all’impiegodei domini a tre lettere) dello sviluppo di server Web nei differenti Paesi. Si puònotare come l’Italia, nel dicembre 1996, si trovasse nelle ultime posizioni, prima dellanotevole cresc i ta de lnumero di host durantei l 1997, (che r i su l taoggi di circa 308mila),mentre la Germania e laGran Bretagna supe-rano il milione di host eil totale europeo è dic i rca 6 ,5 mi l ion i d ihost.

L’architettura della reteInternet i tal iana si èevoluta, come accadutoin quasi tutti i Paesi, apartire dalla rete origi-naria per la r icercaitaliana GARR (GruppoArmonizzazione Retidella Ricerca), svilup-pata verso la fine deglianni Ottanta e che serveutenze universitarie, ilCNR, l’INFN, l’ENEA ealtr i Enti di r icercapubblici e privati.

Dic-91

0

800

600

400

200

Dic-93 Dic-95 Dic-97

1) Gran Bretagna 2) Giappone 3) Germania 4) Canada 5) USA-dom 6) Australia 7) Finlandia 8) Olanda 9) Francia10) Svezia11) Norvegia12) Italia13) Svizzera

Numero di Host (x 1000)

123

45

6

789

10

111213

Fonte: Tony Rutkowski (General Magic)

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L’avvio di Internet inoltre introduce nuovielementi e nuovi attori, provenienti ad esempio daisettori della tecnologia dell’informazione, che acui-scono il contesto competitivo e che modificano ladistribuzione del valore nelle diverse fasi delprocesso di fornitura dei servizi all’utente finale. Lanuova catena del valore comporta inoltre l’arricchi-mento di funzionalità negli apparati di utente, con ilrischio di lasciare alla rete le funzioni a minorevalore aggiunto.

Questo orientamento tenderebbe a relegare iGestori tradizionali al ruolo di semplici trasportatori dibit: ruolo sempre meno remunerativo in quanto, conla disponibilità crescente di capacità trasmissiva, iltrasporto diventerà progressivamente una commodity,

mentre aumenteranno di importanza i contenuti e leapplicazioni.

I pericoli più immediati per gli attuali Gestoririguardano: la possibile sottrazione di trafficopregiato, a partire da quello di lunga distanza e inter-nazionale (è stimato che il 10-15 per cento circa deltraffico internazionale potrebbe passare dalle retitradizionali a quelle IP); l’attacco al settore dell’u-tenza affari con offerte integrate voce-dati e retiIntranet. Sono attesi perciò fenomeni importanti dierosione nel traffico tradizionale, anche perchépotrebbero modificarsi le modalità con cui i diversiservizi saranno effettuati.

Il recente lancio di servizi commerciali di facsi-mile da parte dei fornitori di servizio (ISP) costi-

Pietroiusti - Volpe • Internet e l’evoluzione delle reti di telecomunicazioni

Questa rete si è progressivamente consolidata e si è assistito, a partire dai primi anniNovanta alla nascita dei primi ISP indipendenti (ad esempio IU-net), che offrivano ingenere servizi - all’epoca per gli addetti ai lavori - di trasferimento di dati (file tran-sfer) e di posta elettronica (e-mail). Con l’ideazione e lo sviluppo del Web nel biennio1993-94 il numero dei fornitori di servizi Internet (ISP) indipendenti è rapidamenteaumentato, e di pari passo è cresciuta la conoscenza di Internet presso il grande pubblico.

Un ruolo di sicuro rilievo, in questo processo, è stato svolto da VOL (Video On Line),l’ISP italiano - successivamente acquisito da Telecom Italia - che per la sua aggressivapolitica di marketing ha attratto molta attenzione anche all’estero, seppure abbia anchedimostrato come l’avvio di iniziative imprenditoriali su Internet sia ancora legata all’as-sunzione di rischi elevati.

Telecom Italia e altri attori globali di rilievo presenti nel mercato delle telecomunica-zioni sono entrati sulla scena dell’Internet italiana nel corso del 1995. Telecom Italiasi è inizialmente rivolta al segmento business del mercato, con l’offerta Interbusiness,basata su una rete IP ad ampia diffusione territoriale e con accessi attraverso circuitidiretti, ISDN, X.25, Frame Relay e, più di recente, anche attraverso la rete ATM.Successivamente l’offerta Telecom Italia si è estesa alla clientela residenziale,dapprima con l’elaborazione dell’offerta TOL (Telecom On Line) con accesso esclusi-vamente da rete ISDN e, a seguito dell’acquisizione di Video On Line, con la defini-zione di un’offerta integrata con accesso sia da rete PSTN che da rete ISDN con ilnuovo marchio TIN (Telecom Italia Net).

L’offerta commerciale di servizi Internet in Italia è oggi svolta da alcuni ISP di dimen-sione media o grande (I-net, IT-Net, Agorà, McLink, Net Time, Comm 2000, Italia OnLine) e da moltissimi di dimensioni estremamente ridotte che operano a livello urbanoo regionale.

La situazione di elevata frammentazione del mercato, mentre da una parte è sicura-mente una espressione della democrazia della rete, d’altra parte rischia di disorientaregli utenti, che a volte sono oggetto di offerte di qualità discutibile. Molti esperti preve-dono perciò un processo di consolidamento, soprattutto nell’offerta dei servizi diaccesso, con il progressivo spostamento del business verso servizi maggiormente reddi-tizi (sviluppo di siti Web, servizi di consulenza e progettazione di reti Intranet, servizidi commercio elettronico).

L’architettura di rete Internet in Italia poggia su alcune grandi dorsali; oltre al GARR,sono disponibili le dorsali messe in campo da Telecom Italia e dai suoi principalicompetitori per il traffico internazionale quali Albacom, Infostrada, a cui si appoggianogli ISP di livello inferiore. Un punto di peering è stato sviluppato a Milano (il cosid-detto MIX, Milan Internet Exchange), e ad esso sono collegati Telecom Italia, il GARRe alcuni dei maggiori fornitori di servizi Internet nazionali.

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tuisce infatti uno dei fattori di travaso del traffico,soprattutto sulle tratte internazionali, dalla retetradizionale a Internet. La riduzione di costo che siha inviando una pagina di facsimile su Internet fraNew York e Londra si colloca fra il 35 e il 45 percento. Se si considera che già nel 1996 il trafficofacsimile costituiva il 30 per cento del totale degliintroiti del traffico internazionale, la cui entità inquel momento era di circa 100mila miliardi di lire(dati di TeleGeography), si può percepire l’impattodi Internet in questo settore.

Come per il facsimile qualche stima riporta chepiù del 60 per cento delle chiamate foniche di tipoaffari sono comunicazioni unidirezionali e possonorientrare fra i servizi di voice-mail, e che quindi èpossibile instradare più convenientemente suInternet: a livello intercontinentale una parte impor-tante di questo traffico assume questa natura perragioni legate ai fusi orari. Questo settore sta ineffetti espandendosi rapidamente attraverso losviluppo di molti sistemi: diversi fornitori di serviziinfatti perseguono l’obiettivo di trasferire la voice-mail su Internet con prospettive di risparmi sensibiliper l’utenza affari.

La trasmissione dello stesso servizio telefonico(fonia su IP) può in particolare avere uno degliimpatti più diretti nel business attuale, con forti riper-cussioni sugli equilibri del settore delle telecomuni-cazioni. In figura 2 sono riportate, per i principaliGestori internazionali, le perdite potenziali al 2001sul traffico internazionale dovute alla migrazione deltraffico associato alla fonia, alla posta elettronica e alfacsimile su Internet.

È difficile prevedere con accuratezza l’effettivo

impatto che la fonia su IP avrà sul mercato tradizio-nale della telefonia; diversi Gestori, tuttavia, nellaconsapevolezza che una parte del traffico fonicotransiterà su Internet, stanno approntando propriesoluzioni o stanno già offrendo un proprio servizio.

Occorre menzionare poi l’impatto che il trafficoInternet può avere sulla rete esistente, e in particolaresui sistemi di commutazione sui quali converge il traf-fico destinato ai fornitori di servizio ad essi attestati.

Insieme alle minacce sopra menzionate, Internetrappresenta quindi per i tradizionali Gestori di tele-comunicazione anche il possibile avvio di grandiopportunità di crescita, come poi chiarito nel para-grafo successivo.

6. Il ruolo dei Gestori di telecomunicazioninello sviluppo di Internet

Internet costituisce un ambiente estremamente“prolifico” nella generazione di nuovi servizi e dinuove applicazioni in quanto può offrire nuove oppor-tunità di crescita per i Gestori di telecomunicazioniche possono valorizzare sia le risorse tecnologiche e direte di cui essi dispongono, sia la presenza affermatanel mercato e la capacità di gestione della clientela.

Essi possono perciò assumere un ruolo chiavenello sviluppo di Internet, con ampie possibilità diaffermazione anche nelle nuove funzioni e nellagestione delle nuove tecnologie che si inseriscononelle catene di fornitura dei servizi emergenti e delleapplicazioni.

Questa crescita richiede naturalmente una grandecapacità di innovazione e di ricerca di accordi e dialleanze mirate alla rapida presenza nei mercati emer-genti e all’acquisizione di conoscenze complementaria quelle proprie di telecomunicazioni per potercompetere anche in nuovi settori.

La competizione, la riduzione degli accordi bila-terali tra i Gestori di peering e l’affermarsi degliaccordi di interconnessione regolati su basi commer-ciali costituiscono una notevole sfida alle capacitàcompetitive negli Stati Uniti degli ISP (InternetService Provider) più piccoli: una previsione dellaGartner Group indica ad esempio una riduzione, peril 2002, di circa tre quarti del numero degli ISPoperanti in questo Paese nel 1997 (circa 4500). Laprevisione indica anche che una elevata percentualedegli ISP che spariranno dal mercato saranno sosti-tuiti dai tradizionali Gestori di rete, operanti sia inambito locale sia sulla lunga distanza. Le opportunitàe gli spazi di mercato per i piccoli ISP sarannoconcentrate soprattutto nella fornitura di servizilocali, eventualmente anche per l’utenza affari (perfornire ad esempio reti locali private e servizi di sicu-rezza e di supervisione); sono previsti anche accordifra questi ISP e, ad esempio, testate giornalistiche,stazioni radio e televisive locali per la fornitura diservizi di informazione locali o canali civici.

In questo scenario, mentre i Gestori che operanonel mercato americano stanno procedendo a continuiaccordi o ad acquisizioni per meglio competere neinuovi settori (un esempio è la fusione tra MCI eWorldcom, due delle aziende che in questi ultimi

Pietroiusti - Volpe • Internet e l’evoluzione delle reti di telecomunicazioni

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Milioni di Dollari

Figura 2 Previsioni di riduzione del traffico fonico, difacsimile e di posta elettronica con l’introdu-zione di Internet al 2001.

Fonte: Philips Tarifica

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 45

anni hanno maggiormente investito nello sviluppo diInternet), i gestori delle reti di telecomunicazionieuropei hanno assunto finora in genere posizionimeno attive.

I dati forniti di seguito fanno riferimento prevalen-temente al contesto europeo notevolmente diverso daquello americano per gli aspetti di regolamentazione edi mercato. Oggi in Europa i gestori tradizionali control-lano complessivamente il 34 per cento circa degliaccessi Internet; e si prevede che la liberalizzazioneporterà a un consolidamento dei piccoli ISP ed a un’ul-teriore crescita della quota di mercato ad essi relativa.

Le strategie di sviluppo dei gestori delle reti ditelecomunicazioni tradizionali, nel mercato liberaliz-zato, porteranno poi a forti cambiamenti nella strut-tura attuale di Internet in Europa facendo assumeread essi ruoli di assoluto rilievo, oltre che nella forni-tura delle reti di accesso e nella realizzazioni di ulte-riori reti dorsali (di backbone), anche nello sviluppodelle reti Intranet, e in genere di soluzioni avanzateper l’utenza affari e nell’offerta dei servizi Internetall’utenza privata e residenziale.

Per quanto riguarda lo sviluppo di reti Internet siadi accesso sia dorsali, con copertura nazionale, pan-europee e intercontinentali ad elevata capacità, igestori tradizionali di telecomunicazioni possonobeneficiare di infrastrutture e di esperienze già conso-lidate, nonché di una presenza nel mercato già affer-mata. In questo settore sono già in atto, e ancora dipiù potranno esserlo in futuro, alleanze ed accordi checonsentiranno un presidio dei mercati più interessantia livello globale e la realizzazione di economie di scaladerivanti dalla condivisione delle infrastrutture congli altri servizi di telecomunicazione.

I settori delle reti Intranet, delle soluzioni perreti di utenti corporate e degli accessi avanzati aiservizi Internet sono quelli per i quali sono previstitassi di sviluppo più significativi e costituiscono leprospettive più promettenti per lo sviluppo del busi-

ness, anche per il presumibile forte coinvolgimentodelle piccole e medie imprese e per la crescita delnumero e della rilevanza delle grandi aziende multi-nazionali. In questo settore i gestori tradizionali, seda un lato possono godere del vantaggio derivantedai rapporti già in essere con molte delle aziendeinteressate, devono dall’altro avviare un’attività dirilievo, in quanto è richiesto ad essi un profondoaggiornamento culturale e di conoscenze per l’acqui-sizione delle capacità di gestione delle tecnologieemergenti della telematica e dell’informazione, diintegrazione sistemistica delle nuove reti (adesempio dei server Web e dei sistemi firewall, diautenticazione, di certificazione) e di gestione di retiin outsourcing.

Si prevede che il fatturato di Intranet in Europapasserà da circa mille miliardi di lire del 1996 acirca ottomila nel Duemila, con una crescita annuadel 68 per cento (figura 3). In questo settore losviluppo degli applicativi assumerà rapidamente unruolo prevalente rispetto al semplice trasporto delleinformazioni, richiedendo sempre più la fornitura disoluzioni integrate (relative ad esempio alla costru-zione della rete di comunicazione, alla definizione eallo sviluppo di Web server, di soluzioni di lavorocooperativo, di servizi di gestione e sicurezza).

I servizi applicativi cresceranno dal 30 per centodel totale degli introiti nel 1996 al 65 per cento nelDuemila, mentre nello stesso anno è previsto che laconnettività decrescerà dal 70 per cento del totaledegli introiti delle Intranet nel 1996 al 35 per centonel Duemila.

Il settore dei servizi Internet alla clientelaconsumer e residenziale è quello oggi maggiormenteframmentato (soprattutto in Italia, dove non sicontano gli ISP di piccolissime dimensioni, alcuni conpoche centinaia di utenti) ed è caratterizzato da unaconcorrenza sul prezzo che ha portato a una riduzione

Pietroiusti - Volpe • Internet e l’evoluzione delle reti di telecomunicazioni

totale

servizi applicativiservizi di trasporto

1996 1998 Anni

2000

1000

0

5000

8000Miliardi di Lire

Figura 3 Crescita del fatturato di Intranet in Europanel breve termine.

Fonte: Yankee Group

20

1996 1997 1998 1999 2000 2001

Utenti (M.ni)Penetrazione %

2

0

4

6

8

10

12

14

16

18

Figura 4 Crescita dei ricavi e dell’utenza di Internet inEuropa nei prossimi anni.

Fonte: Yankee Group

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46 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

significativa della qualità dei servizi offerti. In questosettore i Gestori di telecomunicazione hanno leveparticolarmente importanti legate alla capillarità dellarete, all’esperienza accumulata nella gestione dell’u-tenza, alla possibilità di effettuare elevati investi-menti, ove ritenuti redditizi, per migliorare la qualitàdei servizi offerti e rendere la rete Internet semprepiù affidabile.

Si prospettano inoltre sviluppi interessanticonnessi alla possibile integrazione dei serviziInternet con i tradizionali servizi di fonia, con quellidi rete intelligente e con i servizi di supporto allamobilità. Le stime relative al mercato consumer eresidenziale in Europa, riportate nella figura 4, indi-cano che nei prossimi tre o quattro anni questosegmento crescerà, in termini di clienti, con un tassodel 40-50 per cento, mentre i ricavi cresceranno conun tasso del 40-80 per cento. Per il solo accessotelefonico commutato a Internet i ricavi in Europa alDuemila dovrebbero ammontare a circa 20milamiliardi di lire.

Anche per cogliere le opportunità in questosettore, i Gestori europei delle reti di telecomunica-zioni devono sostenere uno sforzo di rinnovamentonell’organizzazione e nei propri processi interni peraffrancarsi da un orientamento ancora troppo rivoltoalla tecnologia piuttosto che al mercato e teso a favo-rire la crescita di conoscenze specifiche (know-how)per la realizzazione di offerte integrate di fonia e datie di servizi applicativi.

7. Conclusioni

Internet costituisce uno dei cambiamenti piùradicali che si siano verificati nella storia delle teleco-municazioni; essa incide profondamente su tutti gliaspetti del settore sia di tipo tecnico sia di tipoeconomico.

Il ruolo dei Gestori di telecomunicazioni nellosviluppo della rete sarà di estremo rilievo, ma essisaranno chiamati a sostenere numerose sfide cheriguardano in particolare il ribilanciamento della strut-tura tariffaria, la razionalizzazione dei propri processiinterni e la riduzione dei costi, lo sviluppo di nuovimodelli di business, lo sviluppo di capacità di crearevalore per i clienti, la capacità di formare alleanze perun rapido presidio dei settori non presidiati e per l’ap-prontamento di offerte globali.

La sfida più insidiosa per i Gestori di telecomuni-cazioni che sono chiamati, lo vogliano o no, a confron-tarsi con il fenomeno Internet deriva dal disadatta-mento fra le loro conoscenze, la competenza, iprocessi del loro modo di essere oggi, le nuove formementali necessarie per competere con successo nelnuovo contesto e la flessibilità richiesta per un adatta-mento tempestivo ai modelli di business emergenti.

I Gestori cominciano quindi a prendere coscienzadella necessità di nuovi modi di presentarsi e dioperare sul mercato per evitare che la cultura e lecompetenze acquisite nella gestione dei servizi edella rete tradizionale corrano il rischio di esseremarginalizzate nella ristrutturazione dei processi chesarà necessario attuare.

Pietroiusti - Volpe • Internet e l’evoluzione delle reti di telecomunicazioni

[1] Dècina, M.: Internet e l’Infrastruttura Globaledell’Informazione. «Notiziario Tecnico TelecomItalia», Anno 6, n. 2, ottobre 1997, pp. 5-10.

[2] O’Neil, A.: Internetwork Futures. «BT Techno-logy Journal», Vol. 15, n. 2, April 1997.

[3] Iuso, F.: IPv6, la nuova versione del protocolloInternet. Su questo stesso numero del «Noti-ziario Tecnico Telecom Italia».

[4] Montechiarini, C.: La qualità del servizio nelle retiIP. Su questo stesso numero del «NotiziarioTecnico Telecom Italia».

DARPA Defense Advanced Research ProjectsAgency

ICT Information and CommunicationsTechnology

IP Internet ProtocolISP Internet Service ProviderRSVP Resource ReSerVation ProtocolTCP Transmission Control ProtocolUDP User Datagram ProtocolWWW World Wide Web

Romolo Pietroiusti si è laureato in IngegneriaElettronica nel 1972 presso l’Università degliStudi La Sapienza di Roma. Dopo un periodo diattività di ricerca svolta presso la FondazioneUgo Bordoni, nel 1976 è entrato in SIP (oggiTelecom Italia) ove attualmente lavora nellaDirezione Research & Development dellaDirezione Generale Strategie e SviluppoInternazionale, operando prevalentemente nelcampo delle reti e dei servizi multimediali alarga banda, delle comunicazioni personali

(PCS) e dei servizi avanzati di interconnessione (internetworking).Ha svolto un’intensa attività internazionale, spesso con incarichi diresponsabilità, ed è autore di numerose pubblicazioni tecniche.

Michele Volpe si è laureato in IngegneriaElettronica presso l’Università degli Studi diNapoli e attualmente opera nel settore dellastandardizzazione e nello sviluppo di iniziativeinnovative di Information & CommunicationsTechnology. Dal 1994 al 1997 è statoresponsabile del progetto “Piattaforme di Reteper Servizi Globali”, nell’ambito della Rete,con l’obiettivo di individuare, valutar e esperimentare in campo tecnologie avanzate dinetworking per lo sviluppo di servizi

multimediali per i mercati consumer e business e per il supporto aprogetti di ricerca nazionali e internazionali. Dal 1988 al 1994,nell’ambito della Ricerca e Sviluppo, ha collaborato alle attività dispecifica e di prova di tecnologie OSI, ha contribuito, ancheattraverso un’intensa attività internazionale, alle attività aziendalidi sviluppo di architetture di gestione di rete TMN e alla selezionedelle relative piattaforme software di gestione. Inoltre ha operatonello sviluppo di servizi di messaging e di lavoro cooperativo e hasvolto numerose attività nel settore della sicurezza dei sistemi e deiservizi di telecomunicazioni. Ha svolto le prime esperienzelavorative, nel periodo 1985-1988, presso la Fondazione UgoBordoni di Roma, nel campo dei sistemi esperti applicati alle basidi dati e della programmazione logica e funzionale.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA

- Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

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1. Perché IPv6

I tassi di sviluppo della rete Internet registratinegli ultimi tempi portano a far prevedere che frapoco più di una decina di anni il numero di utenzedella rete potrebbe raggiungere quello dell’interapopolazione sulla terra. Tale scenario viene ipotizzatoconsiderando che una medesima persona potrà averepiù di un accesso e che alla rete saranno collegati nonsolo computer, ma anche nuovi dispositivi, natidall’integrazione degli elaboratori palmari con letecnologie cellulari, o addirittura apparecchi dome-stici come il televisore o i sistemi di riproduzione inalta fedeltà. È previsto dunque un impiego della reteInternet per tutte le necessità di telecomunicazione,compreso il telecontrollo di ogni tipo di dispositivo.

Lo spazio di indirizzamento previsto dall’attualeversione del protocollo IP - indicata con

IPv4 (InternetProtocol version 4) - è a 32 bit e potrebbe rivelarsi nonadeguato per soddisfare le esigenze ipotizzatetenendo conto della limitata efficienza nell’impiegodegli indirizzi, come messo in luce nello studio diHuitema [1].

Sono presenti tuttavia altri fattori da considerare:IPv4 offre un servizio best effort e gli aspetti di sicu-rezza sono curati da funzionalità di differente livelloprotocollare, quali, ad esempio, i firewall, la crittografiaa livello applicativo. Queste caratteristiche, che sonostate finora i punti di forza del protocollo perché allabase della sua semplicità, si stanno trasformando in

serie limitazioni per l’impiego in un contesto pubblico.L’impiego commerciale di Internet richiede che

vengano attuate nuove e sofisticate politiche ammi-nistrative, di controllo e di sicurezza, sia nell’accessoalla rete, sia nel trasporto dell’informazione. Ilmodello di servizio deve includere la qualità comeelemento fondamentale per poter esigere un corri-spettivo economico; d’altra parte gli aspetti di sicu-rezza sono indispensabili per le transazioni commer-ciali in rete.

Non possono essere poi trascurati gli aspetti dimobilità, specie se si pensa di voler consentire nonsolo la mobilità personale e dei terminali ma anche diinstallare reti Internet su mezzi quali ad esempio lenavi, gli aerei, le stazioni spaziali. I problemi di instra-damento che ne conseguono si preannunciano piut-tosto complessi in quanto devono essere gestiticambiamenti dinamici, anche profondi, nella topo-logia della rete.

Alla luce di questi scenari, il gruppo IETF (InternetEngineering Task Force), che si occupa di specificare gliaspetti tecnici di Internet, ha definito i criteri per ilnuovo protocollo IP fin dal 1992, arrivando nel 1994alla definizione della cosiddetta “versione 6” di IP -IPv6 [2]. Da allora sono state prodotte numerosespecifiche tecniche e il lavoro di specifica è tuttora incorso. È stata inoltre realizzata una rete sperimentaleIPv6, sovrapposta a Internet e denominata “6bone”,per verificare l’interoperabilità delle nuove realizza-zioni e gli aspetti tecnici della nuova tecnologia.

FRANCESCO IUSO

Internet

IPv6, la nuova versione del protocollo Internet

“Internet sta diventando vittima del suo successo”. Questa è l’espressione ricorrente concui gli addetti ai lavori cercano di sintetizzare la fase che sta attraversando Internet. Ilpossibile esaurimento degli indirizzi, la necessità di adeguare l’organizzazione dell’in-stradamento alla dimensione planetaria della rete, le esigenze di qualità e di sicurezzaconseguenti all’impiego commerciale di Internet, stanno alla base della definizione dellanuova versione del protocollo IP (Internet Protocol), denominata IPv6 (InternetProtocol version 6). La nuova versione del protocollo non stravolge i criteri generali sucui si basa Internet, ma mantiene una eredità molto importante: la semplicità. Essacostituisce una razionalizzazione delle funzionalità già sviluppate, una loro “traslazio-ne” in base alle nuove e mutate esigenze.In questo articolo sono illustrate le motivazioni che hanno spinto verso la definizione elo sviluppo di una nuova versione dei protocolli della famiglia TCP (TransmissionControl Protocol)/IP e quindi sono descritte le caratteristiche principali della nuova ver-sione del protocollo IP.

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2. Caratteristiche del protocollo IPv6

La nuova versione del protocollo non si discostasostanzialmente da quella precedente, ma riorganizzae razionalizza le funzionalità in essa presenti,operando così una “traslazione” delle funzionalitàpiuttosto che una revisione radicale.

Gli specificatori hanno infatti riconosciuto che ilsuccesso di Internet deve essere attribuito anche alprotocollo IP e, in particolare, ad una sua caratteristicapeculiare: la semplicità.

Essi hanno quindi preferito mantenere la vecchiastruttura di IPv4, ampliare lo spazio di indirizzamentoe procedere con una operazione di miglioramentogenerale in base alle esperienze maturate sul campo,piuttosto che cercare di recepire tutte le esigenzemanifestate dagli utenti della rete e riscrivere unnuovo protocollo a scapito della sua semplicità.

IPv6 offre un servizio di trasferimento a pacchettosenza connessione, in modo indipendente dal mezzofisico e le sue principali novità rispetto a IPv4possono essere così elencate:• struttura dell’intestazione dei pacchetti più

semplice e flessibile;

• spazio di indirizzamento più esteso;• meccanismi per la gestione del traffico in tempo

reale;• meccanismi per garantire la sicurezza.

Il formato dell’intestazione del pacchetto ha unalunghezza doppia (40 byte senza opzioni) rispetto aIPv4, e contiene campi per gli indirizzi sorgente edestinazione quattro volte più lunghi: si passa infattida 32 a 128 bit per indirizzo. Il formato del pacchettoè mostrato in figura 1.

In essa sono riportate le tre parti principali [3]che costituiscono il pacchetto:• una intestazione di 40 byte contenente gli indirizzi

sorgente e destinazione, l’identificatore del flussodati, la lunghezza del pacchetto, l’indicazione dialtre intestazioni opzionali e il numero di nodiattraversati;

• una o più intestazioni opzionali (Extension Header)per le funzionalità opzionali, quali ad esempiol’autenticazione, la crittografia, la frammentazione,l’instradamento determinato dalla sorgente (sourcerouting);

• il campo Dati Utente (Payload), contenente i datidell’utente.

Iuso • IPv6, la nuova versione del protocollo Internet

CARATTERISTICHE PRINCIPALI DI IPv6

ScalabilitàIPv6 prevede indirizzi di lunghezza 128 bit, quattro volte maggiore di quello dellaversione attuale.

OttimizzazioneLa struttura del protocollo IPv6 è semplice e flessibile, in quanto sono eliminati gliaspetti minori e obsoleti di IPv4: l’intestazione dei pacchetti ha un formato fisso; èrimosso il controllo d’errore sull’intestazione (header checksum) ed è rimossa laprocedura di segmentazione a rimbalzo da un router al successivo. La strutturadell’intestazione del pacchetto è ottimizzata per essere elaborata dalle macchine dinuova generazione e la lunghezza dell’intestazione del pacchetto è doppia rispettoalla versione precedente, pur contenendo indirizzi quattro volte più lunghi. Ilmeccanismo delle funzionalità opzionali è stato completamente rivisto ed è statostudiato nell’ottica di ottimizzare l’elaborazione dei pacchetti.

QualitàIl protocollo offre un miglior supporto per il trattamento del traffico in temporeale e per il conseguimento della qualità, in quanto prevede nell’intestazione uncampo specifico per l’identificazione del flusso a cui appartiene il pacchetto. Inquesto modo i router della rete possono riconoscere agevolmente a quale flussoappartiene ciascun pacchetto.

SicurezzaIPv6 include funzioni per la sicurezza nella specifica di base: prevede l’autentica-zione del mittente e la crittografia dei pacchetti.

Plug & PlaySono previsti meccanismi di autoconfigurazione, mediante i quali le macchinepossono ad esempio determinare il proprio indirizzo IP.

RoutingSi introduce la gerarchia quale garanzia per la scalabilità e sono predisposti meccanismirelativi all’instradamento determinato dalla sorgente (source routing) e alla mobilità.

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Dalla figura 1 si osserva che nell’intestazione nonè presente alcuna forma di controllo di errore delpacchetto. Questa scelta non pregiudica lo scambiodi informazioni tra sorgente e destinazione: se neces-sario l’architettura di rete prevede infatti nei termi-nali meccanismi sufficientemente robusti da recupe-rare eventuali errori casuali che possono presentarsinel trasferimento delle informazioni attraverso larete. Questi errori sporadici non possono causaresituazioni critiche.

Viceversa malfunzioni a livello fisico o di collega-mento, che sono causa di errori sistematici nel trasfe-rimento delle informazioni attraverso la rete, sonorilevati di solito dai sistemi di gestione o sono fronteg-giati da specifici protocolli dei livelli inferiori ad IP.Non è stato perciò ritenuto necessario appesantire ilprotocollo IP con ulteriori verifiche di integrità deidati a livello di pacchetto.

2.1 Il concetto di flusso

In IPv6 è stato esplicitamente introdotto il concettodi flusso, inteso come sequenza di pacchetti che hannoparametri in comune, quali ad esempio gli indirizzisorgente e destinazione, le caratteristiche di autorizza-zione e accounting o quelle della qualità richiesta.

L’appartenenza di un pacchetto ad uno specificoflusso può essere facilmente indicata per mezzo diuna apposita etichetta - il campo Etichetta di Flusso(Flow Label) - presente nell’intestazione. Una voltache i pacchetti sono riconosciuti appartenenti ad unospecifico flusso, questi possono essere opportuna-mente trattati nei nodi della rete, ad esempio con unsistema di code a priorità in accordo con quanto indi-cato nel campo priorità. La definizione delle classicon la relativa codifica del campo Priorità (Priority) ela definizione delle modalità di impiego del campoEtichetta di Flusso all’interno di una architettura direte capace di erogare servizi con qualità è tuttoraoggetto di discussione.

2.2 Lunghezza dei pacchetti

La lunghezza dei dati di utente trasportati è indi-cata nel campo Lunghezza dei Dati di Utente (PayloadLength) di 16 bit e l’unità di misura è il byte. Lalunghezza massima dei dati utente indicata nell’inte-stazione del pacchetto è dunque pari a 64 kbyte, ma laeffettiva lunghezza massima del pacchetto è limitatadalla capacità di trasporto della rete fisica (ad esempionelle reti Ethernet essa è di 1500 byte).

Sono previsti nel protocollo meccanismi opzionaliche consentono di indicare dimensioni superiori a 64 kbyte. Questi meccanismi sono necessari per iltrasferimento di pacchetti di dimensioni eccezionali,denominati Jumbogram [7], scambiati ad esempio dai“supercomputer” interconnessi da particolari reti adalta velocità. Una delle applicazioni tipiche di questeinfrastrutture è il supercalcolo distribuito.

2.3 Diametro della rete

Il campo Massimo Numero di Salti (Hop Limit)contiene il numero massimo di router che il pacchetto

può attraversare prima di giungere a destinazione. Esso è stato introdotto principalmente per motivi

di robustezza e affidabilità, in quanto evita che in casodi loop accidentali nell’instradamento i pacchettipermangano in rete indefinitamente.

Sono possibili altri impieghi: nelle trasmissionimulticast, la limitazione del numero di router attra-versabili significa definire la regione della rete all’in-terno della quale possono essere allocati i ricevitoridel traffico multicast. In questi casi il campo HopLimit definisce il diametro della rete.

2.4 Funzionalità opzionali

La struttura dell’intestazione del pacchetto risultamolto semplificata: sono state infatti mantenute solole funzionalità ritenute essenziali mentre sono stateeliminate o rese opzionali le altre.

In IPv6 le funzionalità opzionali sono espresse inintestazioni separate [3], denominate IntestazioniOpzionali (Extension Header): la lunghezza di questeintestazioni è multipla di 8 byte e la loro presenza èopzionale come le funzionalità che abilitano. Questacircostanza consente di ottimizzare l’elaborazione deipacchetti nei router in quanto l’elaborazione delleIntestazioni Opzionali in essi avviene solo quandoessa è necessaria; se non è richiesto diversamente ilrouter può svolgere le funzionalità di inoltro deipacchetti senza tenere alcun conto delle IntestazioniOpzionali. La maggior parte delle Intestazioni Opzio-nali è esaminata solo dalla destinazione finale.

In figura 2 è mostrato un pacchetto IP con alcuneIntestazioni Opzionali [5, 6]. Nella figura è eviden-ziata la struttura generale delle intestazioni opzionali,che prevede la presenza di un puntatore alla intesta-zione successiva nel campo intestazione successiva,l’indicazione della lunghezza della intestazione nelcampo lunghezza (ad eccezione della intestazione perla frammentazione, la cui lunghezza non è variabile) e

Iuso • IPv6, la nuova versione del protocollo Internet

Versione Priorità Etichetta di flusso

Indirizzo della Sorgente 128 bit

Indirizzo della Destinazione 128 bit

Intestazione Opzionale 1

...

Dati dell'Utente

Intestazione Opzionale N

Lunghezza Dati dell'Utente Intestazione successiva Max n. di salti

40 byte

1 byte

Figura 1

Formato del pacchetto IPv6.

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i dati richiesti dalle funzionalità abilitate.Diverse sono le funzionalità previste e la loro

presenza, opzionale, nel pacchetto deve rispettare uncerto ordine, che è stato seguito nel riportare ladescrizione delle funzionalità:• Hop-by-hop Option header è impiegato per trasportare

informazioni opzionali che devono essere esami-nate da tutti i nodi attraversati lungo il camminoverso la destinazione finale. L’esempio più signifi-cativo è il Jumbo Payload [7]: la sorgente può inviarepacchetti di lunghezza superiore a 64 kbyte indi-cando l’effettiva lunghezza del pacchetto nell’inte-stazione opzionale. La capacità di trasporto della

rete, indicata con il nome di MTU (Maximum Tran-sfer Unit), deve naturalmente permetterlo;

• Routing header contiene informazioni sul percorsoche il pacchetto dovrà effettuare per raggiungere ladestinazione finale (ad esempio Source Routing);

• Fragmentation header è impiegato dalle sorgenti perinviare pacchetti di dimensione superiore allacapacità di trasporto della rete. In questi casi lasorgente deve suddividere il pacchetto insegmenti di lunghezza adeguata alla MTU dellarete [8]. Per la corretta ricostruzione del pacchettoquando giunge a destinazione sono necessarieinformazioni come l’ordine di sequenza e la finedella sequenza dei segmenti. Queste informazionisono inserite dalla sorgente nell’intestazioneopzionale. La segmentazione e la ricostruzione deipacchetti sono gestite esclusivamente dallasorgente e dalla destinazione, ma non dai router;

• Authentication header consente alla destinazione di

verificare l’autenticità dell’indirizzo sorgente e lanon alterazione del pacchetto lungo il percorso;

• Encrypted security payload header consente di garan-tire riservatezza nello scambio di informazionimediante l’impiego della crittografia. Sono previstimeccanismi per il trasporto sia di un interopacchetto IP crittografato sia dei soli dati utentecrittografati. I meccanismi di gestione delle chiavie la definizione degli algoritmi di crittografia sonoancora oggetto di studio da parte della IETF;

• Destination options header serve per il trasporto diinformazioni opzionali che devono essere elabo-rate solo dal nodo di destinazione.Il meccanismo delle intestazioni opzionali garan-

tisce, come evidenziato in [6], la flessibilità di aggiun-gere ulteriori funzionalità al protocollo attraverso ladefinizione di nuove intestazioni opzionali.

3. Indirizzamento e instradamento in IPv6

Lo schema di indirizzamento rappresenta il princi-pale elemento di differenziazione rispetto alla versioneprecedente del protocollo e la ridefinizione di esso havoluto perseguire l’obiettivo principale della scalabilità,inteso non solamente come capacità di indirizzamento,ma anche come efficienza dell’instradamento.

Il nuovo schema di indirizzamento IPv6 prevedeinfatti l’impiego di indirizzi di 128 bit, in modo danon creare in futuro problemi di esaurimento degliindirizzi IP.

Gli indirizzi IPv6 sono di tre tipi differenti [4]: • unicast: identifica una singola interfaccia;• multicast: identifica un insieme di interfacce;• anycast: identifica un insieme di potenziali inter-

facce, ma a differenza del caso precedente la reteconsegna il pacchetto solo a quella più vicina.L’indirizzo anycast è impiegato ad esempio quando

una macchina richiede una informazione che ciascunrouter di un insieme di router può fornire: lamacchina invia il pacchetto all’indirizzo anycast cheidentifica l’insieme di router, ma la rete consegna ilpacchetto al router più vicino, che provvede a rispon-dere alla richiesta.

Gli indirizzi IPv6 hanno una struttura gerarchica inmodo da garantire una efficiente realizzazione dell’in-stradamento in rete. Lo spazio di indirizzamento IPv6è suddiviso in sottoinsiemi, attraverso l’impiego diprefissi [4, 9]. I prefissi di rete costituiscono l’infor-mazione di base per instradare i pacchetti.

L’instradamento dei pacchetti è infatti realizzatoin base al prefisso della rete di destinazione, inanalogia a IPv4, ma con alcune differenze significa-tive, come descritto in [6]. In IPv4 lo scambio di traf-fico tra reti di servizio IP differenti, cioè tra sottoretiIP differenti, può avvenire solo attraverso un router,anche se queste reti di servizio sono configurate sullastessa infrastruttura di rete. In IPv6 perde di impor-tanza la rete logica di servizio e assume un ruolocentrale la rete fisica a cui le macchine terminali sonoattestate: se le reti di servizio sono configurate sullastessa infrastruttura di rete fisica, allora è consentitolo scambio diretto di traffico tra esse.

Iuso • IPv6, la nuova versione del protocollo Internet

Versione Priorità Etichetta di flusso

Indirizzo Sorgente 128 bit

Indirizzo Destinazione 128 bit

Intestazione TCP e Dati dell'Utente

Opzioni di salto in salto

Lunghezza Dati Utente Intest. Succ. = Hop-by-hop Max n. di salti 40 byte

1 byte

Intest. Succ. = Instradamento

Lunghezza Intestazione

Informazioni di Instradamento

Intest. Succ. = Frammentazione

Lunghezza Intestazione

Dati di Autenticazione

Intest. Succ. = TCP

Lunghezza Intestazione

Identificazione del Frammento

Intest. Succ. = Autenticazione Riservato Fragment Offset M

Figura 2 Le Intestazioni Opzionali nel pacchetto IP.

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Questo cambiamento architetturale dovrebbefavorire l’integrazione di IP con alcune tecnologie direte come ad esempio la tecnologia ATM (Asynchro-nous Transfer Mode).

In figura 3 è messa in evidenza la differenza nelloscambio di traffico tra terminali attestati a reti diservizio differenti nel caso IPv4 e in quello IPv6 [10].

La rete fisica, sia essa una rete locale o una retegeografica o un collegamento punto-punto, è indicatacon il nome di collegamento (in inglese “link”).

Le macchine attestate al medesimo collegamentosono indicate come vicine (neighbor) e l’insieme dicollegamenti controllati dalla stessa autorità ammini-strativa è chiamata sito (site). I siti sono poi intercon-nessi ai fornitori di servizio (provider).

L’organizzazione in Internet dei collegamenti, deisiti e dei fornitori di servizio introduce in rete unagerarchia, che si riflette sia nella assegnazione degliindirizzi, sia nella organizzazione dell’instradamento.

La struttura gerarchica non ha quindi solo risvoltitecnici, legati alla efficienza dell’instradamento. All’a-strazione della gerarchia deve corrispondere unaprecisa organizzazione topologica della rete; sonoperciò prevedibili conseguenze sulla riorganizzazioneamministrativa di Internet e, in particolare, sulla defi-nizione degli ambiti su cui questa gerarchia devefondarsi.

3.1 Esempi di strutture di indirizzi IPv6

Il primo esempio di organizzazione gerarchicaapplicata agli indirizzi IPv6 è dato dalla cosiddettastruttura basata sul fornitore di servizio (ProviderBased) [4, 9, 11, 12], mostrata in figura 4: la strutturarispecchia una organizzazione gerarchica della retecorrispondente ai fornitori del servizio.

Gli indirizzi basati sul fornitore di servizio sonoidentificati dal prefisso “010” e sono costituiti dacinque componenti [12]: i primi N bit dopo il prefissoidentificano il registro nel quale è riportato il Gestoredi rete. I successivi M bit identificano il Gestore,

Iuso • IPv6, la nuova versione del protocollo Internet

ALLOCAZIONE DEGLIINDIRIZZI IN IPv6

Lo spazio diindirizzamento diIPv6 risultasuddiviso insottoinsiemiciascunoidentificato da unprefisso differente.Per ora essi sonostati assegnaticome mostratonella tabellariportata qui afianco.

Riservato Non assegnato Riservato per NSAP Riservato per IPX Non assegnato Non assegnato Non assegnato Non assegnato Indirizzi unicast su base Fornitore di servizio Non assegnato Indirizzi unicast su base geografica Non assegnato Non assegnato Non assegnato Non assegnato Non assegnato Non assegnato Non assegnato Indirizzi locali al Collegamento Indirizzi locali al Sito Indirizzi Multicast

0000 0000 0000 0001 0000 001 0000 010 0000 011 0000 1 0001 001 010 011 100 101 110 1110 1111 0 1111 10 1111 110 1111 1110 0 1111 1110 10 1111 1110 11 1111 1111

1/256 1/256 1/128 1/128 1/128 1/32 1/16 1/8 1/8 1/8 1/8 1/8 1/8 1/16 1/32 1/64 1/128 1/512 1/1024 1/1024 1/256

ALLOCAZIONE PREFISSOFRAZIONE DELLO

SPAZIO DI INDIRIZZI

Collegamento (link)

Sottorete IP #1

Prefisso 1

Sottorete IP #2

Prefisso 2

IPv4IPv6

Figura 3 Differenze tra le architetture IPv4 e IPv6.

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mentre P ulteriori bit identificano il cliente delgestore. Seguono poi Q bit che identificano perciascun cliente una rete di servizio e i restanti bitidentificano una particolare interfaccia in quella rete.

La struttura basata sul fornitore di servizio implicache se il fornitore cambia, allora il cliente deve prov-vedere ad effettuare una rinumerazione a causa diquesto cambiamento. D’altra parte la struttura mal siadatta alla interconnessione contemporanea a più diun fornitore di servizio.

Per superare queste limitazioni è stato proposto unnuovo formato di indirizzo unicast, Aggregatable GlobalUnicast, che suddivide l’indirizzo IPv6 in due porzionidi lunghezza nota: la prima riguarda l’organizzazionedella rete pubblica, la seconda è relativa alla rete diutente [13]. La struttura degli indirizzi è mostrata infigura 5. Nella struttura di rete pubblica sono identifi-cabili due macro livelli gerarchici, individuati daiprefissi TLA (Top Level Aggregator), aggregatore dilivello superiore, e NLA (Next Level Aggregator), aggre-gatore di livello successivo.

A livello gerarchico superiore si ipotizza dunque dicollocare le organizzazioni responsabili del transito deltraffico Ipv6. Un esempio è rappresentato dai punti diinterscambio, dove le reti dei differenti operatori siinterconnettono tra loro. A queste organizzazioni sonoassegnati blocchi di numeri IP identificati dallo speci-fico prefisso TLA. A livello gerarchico successivo sonocollocati i fornitori di servizio o le grandi reti aziendali.Ciascuna organizzazione di livello TLA è responsabiledella assegnazione dei prefissi NLA alle organizza-zioni gerarchicamente dipendenti.

I successivi 80 bit dell’indirizzo IPv6 riflettono lastruttura di rete di utente e sono indipendenti dallastruttura di rete pubblica.

Gli indirizzi Aggregatable Global Unicast non sonostati ancora approvati definitivamente, e questospiega perché il prefisso “001” è ufficialmente riser-vato, ma la struttura di essi sembra la più promettenteper il futuro in quanto coniuga i vantaggi delloschema di indirizzamento basato sui fornitori diservizio con i vantaggi dello schema basato sulla dislo-cazione geografica. È stato infatti deciso di impiegarequesti indirizzi nella rete sperimentale 6bone [14],realizzata in modo sovrapposto alla Internet per speri-mentare la tecnologia IPv6.

3.2 Indirizzamento privato

Anche per IPv6 è stato previsto un insieme di indi-rizzi privati, che consentono un impiego locale nonconnesso con il resto della rete Internet.

Vi sono due tipi di indirizzi privati: gli indirizzilocali al sito e gli indirizzi locali al collegamento.

Gli indirizzi locali al sito, identificati dal prefisso“FE:C” (in binario 1111 1110 11), sono impiegati pernumerare reti IP che non intendono integrarsi con ilresto della rete Internet, come ad esempio le Intranetdelle aziende. L’instradamento del traffico con indi-rizzi locali al sito è possibile solo all’interno di questereti IP non integrate con il resto della Internet, dove èassicurata l’unicità degli indirizzi.

Nel caso sia necessario trasformare gli indirizziprivati in indirizzi globali, è possibile adattarli allastruttura di indirizzamento gerarchica di riferimento,aggiungendo il prefisso opportuno.

Le stazioni che non sono ancora configurate né conun indirizzo pubblico né con un indirizzo privato, deltipo locale al sito, possono impiegare un indirizzoprivato di tipo locale al collegamento.

Gli indirizzi locali al collegamento sono costituitidal prefisso “FE:8” (in binario 1111 1110 10) e dall’i-dentificativo della stazione (ad esempio l’indirizzo dilivello collegamento). Questi indirizzi hanno signifi-cato solo nell’ambito del collegamento e consentono loscambio di traffico solo tra stazioni attestate alla stessarete fisica. Non è mai previsto che i router possanoinstradare pacchetti con indirizzi di questo tipo.

L’impiego degli indirizzi locali al collegamento èlimitato ad applicazioni particolari, che riguardano ilsingolo collegamento, come ad esempio l’autoconfigu-razione degli indirizzi all’avvio [1].

4. Autoconfigurazione

Per le operazioni di configurazione degli indirizzi edi rinumerazione le funzionalità di autoconfigurazionecostituiscono un elemento indispensabile.

IPv6 consente differenti forme di autoconfigura-zione, che permettono di interconnettere le macchinea Internet senza interventi manuali secondo il para-digma plug and play. Sono presenti diversi problemida approfondire, tra i quali cruciale è la configurazionedell’indirizzo, in quanto senza un indirizzo non è

52 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Iuso • IPv6, la nuova versione del protocollo Internet

Interface ID

64 bits

SLA ID

16

NLA ID

24

RES

8

TLA ID

13

Struttura della rete Pubblica

Struttura della rete Privata

FP

3

Identificatore di Interfaccia

FP Prefisso (001) TLA ID Identificatore Aggregatore di livello superiore RES Riservato NLA ID Identificatore Aggregatore di livello successivo SLA ID Identificatore Aggregatore a livello di sito INTERFACE ID Identificatore dell'Interfaccia

Figura 5 Struttura degli indirizzi “Aggregatable GlobalUnicast”.

Node (nodo)

Subnet (rete di serv.)

Subscriber (cliente)

Provider (gestore)

Registry (registro)

010

N M P Q

Figura 4 Struttura degli indirizzi basata sui fornitori diservizio.

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possibile scambiare alcun pacchetto. Sono stati individuati due possibili approcci:

• l’approccio stateful prevede lo scambio di informa-zioni tra la macchina che deve configurare l’indi-rizzo e un server che provvede a passare secondo ilprotocollo DHCP (Dynamic Host ConfigurationProtocol) tutte le informazioni necessarie (indirizzoIP e altri parametri di configurazione). Questoserver è denominato Server DHCP;

• l’approccio stateless [15] prevede che la macchinaricostruisca il proprio indirizzo da sola, senza alcunintervento manuale e senza l’interrogazione dialcun server, ma concatenando il prefisso di rete IPall’indirizzo a livello di collegamento.

L’approccio di tipo stateless combina due fonti diinformazione: la prima è l’indirizzo a livello di collega-mento, cablato di solito sulla scheda di rete. Moltetecnologie a livello di collegamento, come ad esempioEthernet, prevedono infatti indirizzi univoci per leinterfacce. La seconda fonte di informazione è costi-tuita dai messaggi emessi periodicamente dal routerattestato al collegamento per indicare alle stazioniattestate il prefisso di rete IP. La configurazione ditipo stateless è una delle funzionalità eseguite da

ICMP (Internet Control Message Protocol) [16]. ICMP provvede infatti a concatenare il prefisso di

rete IP e l’indirizzo a livello di collegamento comemostrato nella figura 6 e permette di ricavare così unindirizzo IP univoco da assegnare alla interfaccia direte. Il prefisso identifica la rete di servizio nellaInternet, mentre l’indirizzo a livello di collegamentoidentifica l’interfaccia attestata al collegamento.

ICMP è un protocollo separato, ma allo stessotempo un componente essenziale per il funziona-mento di IP. Oltre all’autoconfigurazione degli indi-rizzi IP, il protocollo consente le interazioni tra isistemi attraverso un insieme di funzionalità note conil nome di Neighbor Discover y [18], di seguitodescritte. Nel protocollo sono predisposte funziona-lità capaci di reagire a eventuali problemi in rete conla notifica di errore mediante appositi messaggi einoltre fornisce all’utente strumenti per gli aspettilegati all’esercizio e manutenzione della rete (è adesempio utilizzato nei programmi ping, traceroute).

5. Individuazione dei vicini (Neighbor Discovery)

Una delle più importanti funzioni svolte da ICMPriguarda il Neighbor Discovery [16, 17, 18]. Lefunzionalità inserite riguardano l’interazione tramacchine collegate ad un medesimo collegamento.

Oltre all’autoconfigurazione dell’indirizzo IP,Neighbor Discovery consente di localizzare i routerattestati e di individuare quali prefissi di rete sonoconfigurati sul collegamento. Inoltre questa funzionepermette di individuare la duplicazione di indirizzi IPe di provvedere a far tradurre l’indirizzo IP nel corri-spondente indirizzo di livello collegamento, per latrasmissione fisica del pacchetto.

Di seguito sono descritte alcune delle caratteri-stiche più importanti.

5.1 Risoluzione degli indirizzi (Address Resolution)

La procedura di risoluzione degli indirizziconsente di tradurre un indirizzo IP nel corrispon-dente indirizzo di collegamento (ad esempio indirizzoMAC, Medium Access Control).

In IPv4 questa funzionalità è realizzata a livello di

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 53

Iuso • IPv6, la nuova versione del protocollo Internet

RAPPRESENTAZIONE DEGLI INDIRIZZI

Gli indirizzi IPv6 a 128 bit sono rappresentati per convenzione con stringhe di 8parole da 16 bit, in notazione esadecimale. Ad esempio un indirizzo di tipo unicast èscritto nel modo seguente: 1080:0:0:0:8:800:200C:414A

Per semplificare la scrittura, una sequenza di campi nulli può essere indicata con ilsimbolo “::”. L’indirizzo precedente può essere in maniera analoga rappresentato conla configurazione: 1080::8:800:200C:414A

Non è semplice elaborare indirizzi IPv6; sono tuttavia di grande aiuto i meccanismi diautoconfigurazione per l’assegnazione automatica degli indirizzi alle interfacce direte e l’impiego di nomi semplici in corrispondenza degli indirizzi IP.

Prefisso (80 bit) 4C00::/80

+Indirizzo Ethernet (48 bit) 020701 - E63152

=Indirizzo IPv6 (128 bit) 4C00::0207:01E6:3152

Annuncio del Router

Figura 6 Esempio di autoconfigurazione del tipo sta-teless: la macchina ricostruisce l’indirizzoconcatenando il prefisso della rete IP conl’indirizzo a livello di collegamento.

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collegamento, secondo modalità dipendenti dallatecnologia di rete. In IPv6 la funzionalità è inserita inICMP e quindi in modo indipendente dalle caratteri-stiche della interfaccia. Essa poi non è basata sullapossibilità di un trasporto broadcast delle richieste,ma sul multicast IP e quindi consente un risparmio dielaborazione, in quanto le richieste non arrivano indi-scriminatamente a tutti i terminali attestati alla rete,ma ad un sottoinsieme opportunamente selezionato.

Quando una stazione deve inviare un pacchetto,ma non ha l’indirizzo fisico corrispondente all’indi-rizzo IP della macchina di destinazione, essa prov-vede a preparare una richiesta ICMP. Questa richiestaè un messaggio di Neighbor Solicitation.

La stazione sorgente provvede a introdurre nelmessaggio il proprio indirizzo IP, il proprio indirizzoMAC e quello IP della destinazione. Invia poi ilmessaggio a un particolare indirizzo multicast otte-nuto facendo seguire a un prefisso multicast conven-zionale (prefisso FF02::1/96) gli ultimi 32 bit dell’in-dirizzo IP della destinazione.

Il messaggio è letto solo dalle macchine il cui indi-rizzo IP presenta gli stessi ultimi 32 bit rispetto aquelli impiegati nell’indirizzo multicast.

Una volta ricevuto il messaggio e dopo la verificadella corrispondenza dell’indirizzo IP ricercato con ilproprio, la destinazione provvede a rispondere allasorgente con un altro messaggio, un Neighbor Adverti-sement, in cui è inserito il proprio indirizzo MAC. Infigura 7 è schematizzato lo scambio di messaggi trasorgente e destinazione. Quando la sorgente riceve ilmessaggio con l’indirizzo MAC, essa è in grado ditrasmettere fisicamente il pacchetto.

Se nessuna macchina presente sul collegamentoha l’indirizzo IP ricercato, allora non viene generataalcuna risposta. Allo scadere di un determinato inter-vallo di tempo la stazione sorgente deduce che ladestinazione non è raggiungibile.

Le corrispondenze tra l’indirizzo IP e l’indirizzoMAC così determinate sono riportate in una memoria adaccesso veloce per successivi trasferimenti di pacchetti.Le informazioni contenute in questa memoria sonoperiodicamente cancellate in modo da garantire lacoerenza delle informazioni con l’effettivo stato di atti-vità delle macchine attestate al collegamento.

5.2 Individuazione dei router (Router Discovery)

La funzione Router Discovery serve per individuarei router attestati al collegamento e i prefissi di rete sudi esso configurati. In particolare nel protocollo ICMPè previsto che i router inviino in rete messaggi diRouter Advertisement, come mostrato in figura 8.Questi messaggi contengono diverse informazioni e,

Iuso • IPv6, la nuova versione del protocollo Internet

Sono io FE00::0400:C033:6382

Chi è FE00::0400:C033:6382?

Figura 7 Risoluzione degli indirizzi (procedura per tra-durre un indirizzo IP in quello corrispondentedi collegamento).

Sono un router

C’è un router?

Figura 8 Procedura per individuare i router e i prefissisul collegamento.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 55

in particolare, la lista dei prefissi di rete configuratisul collegamento. Le macchine terminali possono cosìindividuare quali destinazioni sono direttamenteraggiungibili, senza l’impiego di alcun router.

Il protocollo consente anche alle macchine distimolare i router per ottenere informazioni suiprefissi configurati. ICMP definisce a questo scopoun messaggio di Router Solicitation, con il quale unamacchina può accertare se al collegamento sia atte-stato almeno un router.

5.3 Reinstradamento (Redirect)

Con la funzionalità del redirect i router possonoindicare instradamenti alternativi e determinare diconseguenza il reinstradamento del traffico. Questacaratteristica è stata introdotta per ottimizzare l’im-piego delle risorse di trasferimento della rete,mediante interazione tra la sorgente del traffico e ilprimo nodo della rete.

6. Transizione da IPv4 a IPv6

Data la grande diffusione della versione 4 del proto-collo IP è prevedibile che sarà lungo il periodo transi-torio in cui saranno presenti in rete entrambe leversioni del protocollo [19]. Le modalità di coesistenzae di interlavoro delle due versioni del protocollo IPpassano attualmente attraverso la realizzazione delladoppia pila di protocolli nelle macchine [21] e attra-verso l’impiego del meccanismo del tunnelling [14, 19]per la realizzazione di reti IPv6 sovrapposte a Internet.

Il meccanismo del tunnelling è mostrato in figura 9e fornisce un mezzo per trasportare pacchetti IPv6utilizzando una infrastruttura di comunicazione di tipoIPv4. Il meccanismo funziona in abbinamento con ladoppia pila di protocolli e prevede di alloggiarepacchetti IPv6 nei campi dati utente di IPv4.

Nel funzionamento della Internet con macchine adoppia pila di protocolli un ruolo è svolto anche daiDNS (Domain Name System), ossia dai sistemi che

fanno corrispondere ai nomi simbolici gli indirizzi IP:quando una macchina terminale richiede la tradu-zione di un nome, se riceve indietro un indirizzo a128 bit, allora impiega la pila IPv6 per lo scambio diinformazioni, se riceve indietro un indirizzo a 32 bit,impiega invece la pila IPv4. I DNS devono quindiessere modificati per poter memorizzare nella lorobase di dati gli indirizzi a 128 bit [20].

Sono allo studio anche soluzioni di interlavoro trale due versioni di protocollo [22], che non richiedonola doppia pila di protocolli; su queste però non èancora consolidata una soluzione condivisa.

7. Conclusioni

La nuova versione del protocollo IP mantiene lamaggior parte delle caratteristiche e delle funzionalitàdella versione precedente, riconoscendo a quest’ul-tima la validità tecnologica come elemento base delsuccesso della rete Internet.

L’adeguamento del protocollo alle esigenze matu-rate dall’impiego della rete per scopi commerciali alivello mondiale non si è tradotto in un appesantimentodel protocollo. Il criterio della semplicità è rimasto ilprincipio base del progetto e, piuttosto che procedere auna riscrittura di un nuovo protocollo con il rischio diuna elevata complessità, si è ritenuto più opportunoprocedere alla riorganizzazione delle funzionalità, elimi-nando quelle superflue e aggiungendone di nuove.

IPv6 risponde in maniera organica alle esigenze discalabilità, di qualità, di sicurezza conseguenti algrande successo della rete Internet.

L’attività di specificazione progredisce e sono giàdisponibili realizzazioni sia di terminali che di router.Sono inoltre avviate sperimentazioni in campo, per lequali è stata predisposta una rete sperimentalesovrapposta alla Internet, denominata 6bone,mediante la tecnica del tunnelling.

Si ritiene tuttavia che il vero successo di IPv6 saràdeterminato non tanto dagli aspetti tecnici quanto piut-tosto da fattori di natura commerciale: è infatti cruciale

Iuso • IPv6, la nuova versione del protocollo Internet

H6 H6

H4 H6

Tunnel

Terminale IPv6 Sorgente

Terminale IPv6 Destinazione

Router IPv4/IPv6 Router IPv4/IPv6

Rete IPv4

H6: intestazione IPv6H4: intestazione IPv4

Interfaccia di rete

Applicazioni Telnet, FTP, HTTP ...

TCPv6 UDPv6

IPv6 IPv4

Figura 9 Modalità per la trasmissione in rete di pacchetti IPv6 su una infrastruttura IPv4.

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il modo in cui si passerà da IPv4 a IPv6; basti pensareagli ingenti capitali investiti nella tecnologia IPv4 e alleconseguenze derivanti da una semplice sostituzione.

Deve poi essere considerata la ridefinizione diruoli e di responsabilità nell’ambito della gerarchia direte che si intende attuare nel prossimo futuro.

Sicuramente la flessibilità del software e delfirmware saranno di aiuto per favorire nel migliore deimodi la transizione alla nuova versione del protocollo,che comunque conserva le caratteristiche di semplicitàe di efficienza della tecnologia e dunque conferma labuona prospettiva di successo di IP per il futuro.

Per un maggiore approfondimento si suggeriscono iseguenti siti:

http://www.ietf.orghttp://www-6bone.lbl.gov/6bonehttp://playground.sun.com/pub/ipng/html/

Iuso • IPv6, la nuova versione del protocollo Internet

[1] Huitema, C.: IPv6 the new Internet protocol. Ed.Prentice Hall, 1996.

[2] Partridge, C.; Kastenholz, F.: Technical Criteriafor Choosing IP: The Next Generation (IPng).IETF, RFC 1726, dicembre 1994.

[3] Deering, S.; Hinden, R.: Internet Protocol Version6 (IPv6) Specification. RFC 1883, StandardTrack, dicembre 1995.

[4] Hinden, R.; Deering, S.: IP Version 6 AddressingArchitecture. Rfc1884, Standard Track, dicembre1995.

[5] Thomas, S.: IPng and the TCP/IP Protocols2. Ed.Wiley, 1996.

[6] Berni, S.; Fasano, P.; Guardini, I.: Il protocolloIPv6. Documenti tenici CSELT, DTD97.0367.

[7] Borman, D.: TCP and UDP over IPv6 Jumbograms.RFC 2147, Standards Track, maggio 1997.

[8] McCann, J.; Deering, S.; Mogul, J.: Path MTUDiscovery for IP version 6. RFC 1981, StandardsTrack, agosto 1996.

[9] Rekhter, Y.; Li, T.: An Architecture for IPv6Unicast Address Allocation. RFC 1887, Informa-tional, dicembre 1995.

[10] Crawford, M.: A Method for the Transmission ofIPv6 Packets over Ethernet Networks. RFC 1972,agosto 1996.

[11] Hinden,R.; Postel : IPv6 Testing Address Alloca-tion. RFC 1897, Experimental, gennaio 1996.

[12] Rekhter, Y. et. al.: An IPv6 Provider-BasedUnicast Address Format. RFC 2073, StandardsTrack, gennaio 1997.

[13] Documento IETF in fase di preparazione: AnIPv6 Aggregatable Global Unicast Address Format.Draft-ietf-ipngwg-unicast-aggr-03.txt

[14] Fasano, P.; Franco, C.; Guardini, I.; Mirabelli, M.:La sperimentazione del protocollo IPv6 in CSELT.Documenti tecnici CSELT, DTR97, 0999.

[15] Documento IETF in fase di preparazione:IPv6 Stateless Address Autoconfiguration. Draft-ietf-ipngwg-addrconf-v2-02.txt.

[16] Conta, A.; Deering, S.: Internet Control MessageProtocol for IP Version 6 (IPv6). RFC 1885,dicembre 1995.

[17] Documento IETF in fase di preparazione:Neighbor Discovery for IP Version 6 (IPv6). Draft-ietf-ipngwg-discovery-v2-02.txt.

[18] Narten, T.; Nordmark, E.; Simpson, W.:Neighbor Discovery for IP Version 6 (IPv6). RFC1970, agosto 1996.

[19] De Marco, M.; Trecordi, V.: IP Next Generation:analisi della suite dei protocolli. DocumentoCEFRIEL, 1996.

[20] Thomson, S.; Huitema, C.: DNS Extensions tosupport IP Version 6. RFC 1886, dicembre 1995.

[21] Gilligan, R.; Nordmark, E.: Transition Mecha-nism for IPv6 hosts and routers. RFC 1933, aprile1996.

[22] Documento IETF in fase di preparazione:Network address translation - Protocol Translation(NAT - PT). Draft-ietf-ngtrans-natpt-01.txt.

ATM Asynchronous Transfer ModeDHCP Dynamic Host Configuration ProtocolICMP Internet Control Message ProtocolIETF Internet Engineering Task ForceIP Internet ProtocolIP v4 Internet Protocol version 4IP v6 Internet Protocol version 6IPX Internet Packet ExchangeMAC Medium Access ControlMTU Maximum Transfer UnitNLA Next Level AggregatorNSAP Network Service Access PointSLA Site Level AggregatorTCP Transmission Control ProtocolTLA Top Level Aggregator

Francesco Iuso ha conseguito la laurea con lode inIngegneria Elettronica presso L’Università deglistudi La Sapienza di Roma nell’annoaccademico 1989/90, discutendo la tesi sulriconoscimento della voce. Nel corso del 1991 haprestato attività di consulenza presso l’AleniaSpazio di Roma sulla tematica “prodotti diintermodulazione nelle trasmissioni viasatellite”, dovendo ancora concludere gliobblighi di leva. Nel 1992 è stato assunto in SIP(oggi Telecom Italia) e per conto della società ha

frequentato e superato con lode il master in Tecnologiedell’Informazione presso il centro “CEFRIEL”, analizzando leproblematiche di internetworking e di integrazione delle reti localinell’architettura di rete integrata nei servizi a larga banda in tecnicaATM. Dal 1993 si è occupato di reti e servizi dati ad alta velocitànella Ricerca e sviluppo di SIP. Nel 1994 è stato nominato Chairmandel gruppo ESIG (European SMDS Interest Group) e ha ricoperto lacarica per un anno. Ha partecipato alle attività di definizionedell’interlavoro Frame Relay – ATM in ITU-T. Dal 1994 partecipaalle attività del gruppo IETF (Internet Engineering Task Force) e sioccupa di problematiche di internetworking, tematica sulla quale èstato coautore di diversi articoli. Ha partecipato al progetto SIRIUS ealle sperimentazioni di Telecom Italia per lo sviluppo di servizimultimediali interattivi e ha curato la realizzazione delle soluzioniinnovative di rete per i clienti della rete SIRIUS. Si è occupato diprotocolli e politiche di instradamento IP, con riferimento alleproblematiche di interconnessione di reti IP. Opera oggi nell’ambitodella linea Ingegneria di Reti Dati e Multimediali della DirezioneRete di Telecom Italia e si occupa di internetworking.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA

- Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

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1. Introduzione

Diversi sono i fattori che guidano oggi l’evolu-zione del mondo IP:• il potenziamento delle reti in termini di velocità;• la possibilità di rendere maggiormente prevedibile

e controllabile la qualità del servizio offerto, conparticolare attenzione alle applicazioni emergentimultimediali;

• la risoluzione del problema dell’esaurimento degliindirizzi IP

(address space depletion);• la scalabilità nell’assegnazione degli indirizzi, per

rispondere alla sempre più pressante esigenza diorganizzare e aggregare in modo sintetico ed effi-ciente le informazioni di raggiungibilità scambiatetra i nodi tramite i protocolli di istradamento;

• la disponibilità di meccanismi che permettanol’utilizzo di Internet per transazioni commercialicon sufficienti garanzie di sicurezza.Alla evoluzione delle modalità di trasferimento

concorrono le proposte dei costruttori sul mercatodel networking e le attività di standardizzazione, ilcui attore più significativo a livello internazionale,per questo ambito, è l’IETF (Internet EngineeringTask Force).

Nel presente articolo viene esposta la proposta diaggiungere all’architettura IP nuove funzionalità,senza modificare la versione attuale del protocollo(IPv4), in modo da estendere il modello “besteffort” di Internet con l’offerta di “classi di serviziodifferenziate”.

La possibilità di fornire diversi livelli di qualità suuna stessa piattaforma di rete rappresenta un’oppor-tunità interessante per i gestori, in quanto permetteda un lato di condividere gli investimenti ed i costi diesercizio relativi a servizi eterogenei, dall’altro diapplicare una politica tariffaria flessibile, in base alla

quale il prezzo pagato per l’accesso alla rete è commi-surato al tipo di prestazione richiesta ed è perciò sottoil diretto controllo dell’utilizzatore.

Nell’articolo sono discusse le caratteristichetecniche di queste nuove tecnologie, ed è indicatodove e come esse possano essere impiegate percontribuire in modo costruttivo all’offerta di servizi IPavanzati che utilizzino nel migliore dei modi le poten-zialità delle infrastrutture di rete ad alte prestazionioggi disponibili o in via di realizzazione.

2. IP e la qualità

Le reti IP sono state progettate finora per offrireesclusivamente servizi best effort, cioè privi di qualsiasigaranzia sui parametri che caratterizzano la consegnadei dati: la modalità best effort non impone infattialcun limite al ritardo che intercorre tra l’invio e laricezione dei pacchetti, né assicura che le informa-zioni trasmesse arrivino a destinazione in caso dicongestione di rete.

Le più tradizionali applicazioni che si basano sullatrasmissione di dati (trasferimento di file, accessoremoto a computer, reperimento di informazioni daserver distribuiti in rete) tengono conto di questelimitazioni: sono infatti predisposti opportuni mecca-nismi di posizionamento in sequenza dei dati e diritrasmissione qualora l’attesa di un pacchetto superiuna soglia prefissata.

La disponibilità di banda trasmissiva via viacrescente ha stimolato lo sviluppo di una nuova cate-goria di applicazioni multimediali per le quali il recu-pero, mediante ritrasmissione, di eventuali situazionidi errore è divenuto inaccettabile: infatti se i dati nonsono consegnati entro un adeguato intervallo ditempo perdono la loro significatività. Esempi tipici

CLAUDIO MONTECHIARINI

Internet

La qualità del servizio nelle reti IP

Per sostenere in modo adeguato la crescita e gli sviluppi di Internet, in termini sia dinumerosità degli utenti sia di nuove applicazioni, la famiglia dei protocolli IP è soggettaad una continua evoluzione. Il presente articolo affronta uno degli aspetti più significa-tivi di questo processo di innovazione. In particolare in esso è descritta una delle propo-ste emergenti sia nell’ambito degli organismi di standardizzazione internazionale che daparte dei costruttori: l’introduzione di “classi di servizio” differenziate e di meccanismiper servizi a qualità garantita.

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sono i flussi video: se un frammento di un’immaginefacente parte di un filmato non è infatti consegnatoper tempo, sarà inutile ritrasmetterlo perché probabil-mente arriverebbe nel momento in cui deve esserevisualizzata un’immagine successiva. Altre applica-zioni presentano requisiti analoghi pur non avendopropriamente bisogno di un sincronismo completo: sipensi, ad esempio, ai giochi interattivi.

In generale esiste quindi una vasta categoria diprogrammi multimediali interattivi che necessitano diun servizio di rete a qualità garantita. La qualità èdefinita oltre che dal tasso d’errore, anche dal ritardonella consegna dei pacchetti, dalla variabilità deiritardi e dalla portata media. Per soddisfare questeesigenze sono state sviluppate nuove tecnologie checonsentono di prenotare sugli apparati di rete, a livelloIP, risorse trasmissive e di elaborazione in modo daassicurare determinate caratteristiche di qualità ditrasferimento ad un flusso da estremo a estremo.

In questa direzione si inserisce la definizione oggiin corso in IETF dell’ISI (Integrated Services Internet)per IP, vale a dire l’estensione del modello di serviziobest-effort di Internet con servizi adeguati alle presta-zioni richieste da applicazioni real-time, compresequelle multicast (chiarite nella nota 4 di pagina 59).

Per l’ISI sono state assunte alcune ipotesi: innan-zitutto che l’infrastruttura di rete sia la stessa per iservizi sia real time che non real time, in modo dasfruttare i vantaggi dell’allocazione statistica dellerisorse. In secondo luogo, il modello ISI prevede chel’offerta di servizi con QoS (Qualità del Servizio) garan-tita venga effettuata utilizzando metodi espliciti perla prenotazione delle risorse e procedure di ammis-sione per il controllo dei parametri di qualità.

Oltre al tradizionale best effort sono previsti dalmodello di architettura integrata IP due tipologie diservizio: quello garantito (guaranteed) e quello a caricocontrollato (controlled load)1. Nel primo caso vieneassicurata la consegna di tutti i datagrammi con unritardo massimo inferiore a una soglia prestabilita. Ilcontrolled load fornisce invece un servizio analogo albest effort, ma usa la funzione di admission control perassicurare che, anche in presenza di possibili condi-zioni di sovraccarico in rete, venga comunque mante-nuto lo stesso livello di qualità offerto normalmente,in termini sia di perdita che di ritardo.

I servizi con qualità garantita si basano su treelementi fondamentali: il protocollo per la contratta-zione della qualità richiesta, i parametri caratteristicidel servizio ed i meccanismi per il controllo del traf-fico. I paragrafi successivi sono dedicati a ciascuna di

queste componenti, con particolare attenzione alprotocollo RSVP (Resource ReSerVation Protocol), sulquale si sono concentrati i primi sforzi condotti perintrodurre nel mondo IP il concetto di QoS2: sonodapprima trattati gli aspetti funzionali, poi i messaggifondamentali e infine gli stili di prenotazione. Nellaparte conclusiva dell’articolo, prendendo spunto dallelimitazioni emerse nel corso delle sperimentazioninelle quali è stato utilizzato RSVP, sono indicate leproblematiche derivanti dall’impiego di questo proto-collo su larga scala e si introducono alcune soluzionialternative che, rinunciando alla possibilità di richie-dere dinamicamente un prefissato livello di qualità,permettono di realizzare classi di servizio differen-ziate, mediante l’applicazione di meccanismi di prio-rità nella gestione del traffico IP.

3. Il protocollo RSVP

La specifica funzionale di RSVP è descritta nellaRFC 2205 [4]. RSVP è il protocollo attraverso il qualel’utente, in funzione delle applicazioni scelte, prenotale risorse di rete che saranno successivamente utiliz-zate per il trasferimento dei dati nel corso di unasessione. Con il termine sessione si definisce un flussodi dati avente una particolare destinazione ed undeterminato protocollo di trasporto. La destinazione ècostituita da un indirizzo IP (DestAddress) e da unnumero di porta (DstPort)3. L’indirizzo IP può esseresia unicast che multicast.

Oltre che nella comunicazione tra gli host e larete, RSVP interviene anche nel colloquio che inter-corre tra i router allo scopo di propagare la prenota-

Montechiarini • La qualità del servizio nelle reti IP

IL MODELLO DI SERVIZIO BEST EFFORT È ANCORA GRADITO DA TUTTI GLI UTENTI?

Il tradizionale modello di servizio best effort è stato esteso in modo che sia possibiletrasportare sulla stessa infrastruttura di rete IP applicazioni con e senza esigenze ditempo reale. L’architettura ISI (Integrated Services Internet) per l’offerta di servizicon qualità garantita si basa su tre elementi fondamentali, la cui definizione non èancora completa: il protocollo per la contrattazione della qualità richiesta, i para-metri caratteristici del servizio ed i meccanismi per il controllo del traffico.

(1) Per informazioni di dettaglio sui servizi guaranteed e controlledload si può fare riferimento, rispettivamente, alle RFC 2212 e 2211riportate nella bibliografia ai punti [1] e [2].

(2) L’impiego di RSVP nell’ambito della Integrated Services Internetè descritto nella RFC 2210 [3].

(3) Il numero di porta permette di discriminare flussi diversi come, adesempio, il canale audio e quello video di una conferenza. Infatti, i pac-chetti IP appartenenti ai due flussi audio e video, essendo inviati allostesso host ricevente, sono contraddistinti dal medesimo indirizzo perla destinazione; essi non possono quindi essere distinti in assenza di unulteriore identificativo che è invece fornito dal numero di porta.L’insieme dell’indirizzo IP e del numero di porta è denominato socket.

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zione dal richiedente fino alla sorgente dei dati.Il fatto che le richieste siano originate dai riceventi

dei flussi è una caratteristica peculiare di RSVPgiustificata da due motivazioni. Va anzitutto tenutopresente che l’effetto prodotto sulla qualità dei flussitrasmessi dalla rete interposta tra la sorgente e ledestinazioni può essere valutato solo una volta che idati sono stati ricevuti; è perciò il destinatario a dovergiudicare l’adeguatezza del servizio di trasporto airequisiti specifici delle singole applicazioni da luiscelte di volta in volta. In secondo luogo va ricordatoche, poiché deve esserci corrispondenza tra prezzocorrisposto e qualità fruita, deve essere chi paga adecidere se spendere di più per avere un serviziomigliore o se invece può accontentarsi di una qualitàinferiore ad un costo minore.

Si pensi ad esempio alla distribuzione diprogrammi da parte di una società produttrice disoftware (la sorgente) che su una rete IP utilizza ilprotocollo MFTP (Multicast File Transfer Protocol). Inquesto caso, alcuni clienti (le destinazioni) potrebberochiedere di ricevere alcuni aggiornamenti primapossibile, mentre altri, non avendo la stessa urgenza,potrebbero decidere di chiedere il trasferimento diessi con la modalità best effort. RSVP rispetta questaautonomia decisionale, lasciando ai riceventi la libertàdi scelta del “se, quando e cosa” prenotare.

RSVP è stato progettato secondo criteri di modula-rità, mantenendo l’indipendenza dagli altri protocollidell’architettura IP e assicurando così la capacità diacquisire automaticamente i benefici derivanti dall’e-voluzione delle altre tecnologie. Le principali funzio-nalità di RSVP sono la facoltà di “cambiare canale”dinamicamente - ovvero di selezionare uno dei flussitrasmessi da varie sorgenti mantenendo la stessa QoSrichiesta al momento della prenotazione - e l’adegua-mento automatico ai cambiamenti dei percorsi diistradamento e dei parametri di qualità.

RSVP si applica indifferentemente a comunica-zioni punto-punto (unicast) e punto-multipunto(multicast4). È così possibile ottimizzare l’impegnocomplessivo delle risorse di rete richieste nell’ambitodi una stessa sessione, ma è d’altro canto necessariogestire dinamicamente ingresso e uscita dei parteci-panti ai gruppi multicast. (I meccanismi di aggrega-zione - merging - delle prenotazioni, che attraversano imedesimi collegamenti trasmissivi, saranno trattatipiù approfonditamente nel seguito).

Agli aspetti di contabilizzazione dei consumi(accounting) sono infine connesse questioni di rilievorelative alla sicurezza: è infatti previsto l’addebito inbase alla QoS richiesta; prima di impegnare le risorsedi rete è quindi indispensabile che venga accertatal’identità del richiedente. In RSVP è previsto perciòun meccanismo di autenticazione con il quale è consi-gliato l’uso dell’algoritmo di crittografia MD55.

3.1 Classificazione dei flussi IP

Nella terminologia usata nella specifica di RSVPil termine “flusso” assume un significato benpreciso: indica infatti tutti i pacchetti IP con prefis-sate caratteristiche, formalmente indicate in unodegli oggetti trasportati dal protocollo, il filterspec

(definito più avanti).Esempi pratici di flusso sono l’insieme dei

pacchetti IP con i quali viene trasferito un file,oppure l’insieme dei pacchetti che trasportano ilsegnale video da un partecipante ad una conferenza alsuo interlocutore. Per distinguere i flussi generati daciascuna applicazione e poterli quindi trattare inaccordo ai parametri di qualità concordati, in RSVP èprevisto che ciascun flusso sia identificato dalleseguenti informazioni:• Filterspec: oggetto contenente gli indirizzi IP del

mittente e del destinatario, il tipo di protocollodelle unità dati contenute nei pacchetti del flussoed il particolare servizio di livello applicativo chesi utilizza (ad esempio: trasferimento di archivi didati, accesso remoto a computer, reperimento diinformazioni, gestione di un apparato di rete).

• Flowspec: oggetto nel quale sono riportati i valori deiparametri relativi al traffico e alla qualità richiesta.Ogni singolo pacchetto IP contiene nella propria

intestazione le informazioni che consentono di verifi-care la conformità di esso con un dato Filterspec.

3.2 Funzionamento di un router RSVP

Un router capace di trattare traffico con differentirequisiti di qualità risulta composto dai seguentimoduli funzionali (vedi figura 1):• l’admission control (controllo di accettazione), che

vaglia le richieste di prenotazione di banda6 e

Montechiarini • La qualità del servizio nelle reti IP

(4) Il multicast è una tecnica trasmissiva che ottimizza l’impiego dellerisorse di rete per le comunicazioni in cui una stessa sorgente inviadati ad una molteplicità di riceventi. In assenza di “meccanismi adhoc” ciascuna delle destinazioni deve essere raggiunta da un flussoindipendente: in questo modo si ha uno spreco di banda in quanto nonè tenuto in considerazione il fatto che i flussi attraversano in parte glistessi circuiti. Al contrario, la distribuzione ottimale delle informazionia tutti i riceventi avviene secondo una topologia ad albero: in questocaso la radice rappresenta la sorgente e le foglie corrispondono ai rice-venti. Il multicast evita la duplicazione dei dati lungo i rami dell’albe-ro che sono attraversati da più di uno dei percorsi diretti alle diversedestinazioni.

(5) MD5 è un algoritmo di crittografia, specificato nella RFC 1321(“The MD5 Message-Digest Algorithm“), che è utilizzato per applicazio-ni di firma elettronica. Questa firma ha le stesse finalità di quella appo-sta manualmente sui documenti cartacei: serve cioè ad assicurare l’au-tenticità ed il non ripudio del documento o del messaggio al quale essaè applicata. La firma garantisce quindi l’identità dell’autore del docu-mento (o del mittente di un messaggio) nei confronti di chi ne entra inpossesso e impedisce che questi possa negare di averlo scritto (o invia-to). MD5 si applica a messaggi di lunghezza arbitraria e produce firmeunivoche di 128 bit. Come tutti gli algoritmi di firma elettronica MD5rispetta due requisiti fondamentali: l’impossibilità di ottenere la stessafirma a partire da due messaggi diversi e l’impossibilità di produrre unmessaggio corrispondente ad una firma prefissata.

(6) Come sarà chiarito nel paragrafo 3.3 dedicato ai messaggi RSVP,la funzione di Admission Control esamina tutti i messaggi Resv, con iquali sono formulate e periodicamente rinnovate le richieste di pre-notazione.

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60 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

decide se accettarle o rifiutarle a seconda dellerisorse disponibili al momento;

• il classificatore, che riconosce i pacchetti IP appar-tenenti al flusso e assegna ad essi un’adeguataclasse di servizio, sulla base del contenuto delFilterspec;

• lo scheduler (gestore delleprecedenze), che gestiscele code di uscita del routerin modo che ciascunaclasse di servizio riceva laqualità prenotata, sullabase del contenuto delFlowspec;

• il modulo RSVP, che sullabase dei messaggi RSVPricevuti aggiorna il classifi-catore e lo scheduler.Ciascuno dei quattro

moduli precedenti funzionasecondo criteri locali senzaalcuna correlazione con altridispositivi di rete adiacenti; laprenotazione di un flussointeressa tuttavia tutti i routerfacenti parte del percorso checongiunge una destinazionealla sorgente dei dati. Una richiesta è perciò inoltratain rete un passo alla volta, su iniziativa dei riceventi,predisponendo in tutti i nodi intermedi l’impegnodelle risorse necessarie. Può accadere che uno deirouter non sia in condizione di accettare la prenota-zione: in questo caso il rifiuto da parte dell’admissioncontrol è trasmesso a ritroso fino al richiedente. Tuttele informazioni in gioco nella procedura di prenota-zione sono scambiate per mezzo del protocollo RSVP.

3.3 I messaggi RSVP

RSVP è stato concepito in modo da presentare uncomportamento dinamico, a fronte di cambiamentidei percorsi di instradamento. Questa flessibilità èottenuta mediante lo scambio periodico di due tipi dimessaggi: • i messaggi Path, che viaggiano dalla sorgente verso i

riceventi e consentono di definire il percorsoseguito dai pacchetti dati, in modo che le prenota-zioni possano avvenire esattamente sui router chesaranno attraversati. Sulla base di questi messaggi,i router RSVP costruiscono e mantengono unostato locale (denominato path state) relativo alprocesso di instradamento. Il path state di unrouter consiste in una tabella nella quale sonomemorizzati i circuiti entranti ed uscenti di ognialbero multicast7. Per ciascuno dei circuiti uscentiè mantenuta la lista delle sorgenti che lo utiliz-zano; ad ogni sorgente è inoltre associato l’indi-rizzo IP del nodo di rete dal quale giungono ipacchetti che essa trasmette (previous hop). Ilprevious hop è l’informazione che permette diinviare a ritroso i messaggi di prenotazione, dairiceventi verso le sorgenti. Allo scopo di informarei destinatari sui parametri di traffico e di qualità

richiesta per garantire una buona ricezione, imessaggi Path contengono il flowspec dellasorgente. Grazie al flowspec ricevuto mediante imessaggi Path, i destinatari sono quindi in gradodi adeguare le proprie prenotazioni alle caratteri-stiche del traffico generato dalle sorgenti;

• i messaggi di prenotazione Resv, che viaggiano dalricevente verso la sorgente, la cui funzione è diinstaurare e mantenere, nei router RSVP interes-sati, uno stato di prenotazione (denominato softstate), e di impegnare lungo il percorso una quan-tità di risorse sufficiente a garantire la QoS specifi-cata dal ricevente.Gli stati di RSVP nei router sono detti soft perché

necessitano di periodiche conferme per essere mante-nuti, anziché richiedere esplicitamente l“abbatti-mento”.

Insieme alle informazioni di instradamento, imessaggi Path trasportano anche parametri utili per leoperazioni successive di prenotazione. Tra questiparametri rientrano le caratteristiche del traffico gene-rato dalla sorgente e lo stato di occupazione dellerisorse, che sono rispettivamente indicati negli oggettidenominati Sender Tspec e Adspec. L’Adspec è opzio-nale ed è utilizzato per risolvere un limite intrinsecodi RSVP dovuto al fatto che la propagazione dellerichieste avviene con un solo passaggio, senza lapossibilità di rinegoziazione in caso di esito negativo(one-pass). Introducendo un meccanismo più evolutoche fa uso dell’Adspec, detto OPWA (One-Pass-With-Advertising) - con il quale i messaggi Path trasportanoinformazioni riguardanti lo stato di occupazione dellarete - il ricevente può formulare una richiesta appro-priata, o modificarne una già attiva, per renderla piùaderente alle possibilità offerte dalla rete.

Montechiarini • La qualità del servizio nelle reti IP

Admission Control

Packet Scheduler

RSVP

Classificatore

Pacchetti RSVP

Pacchetti Dati

Pacchetti Dati

(aggiorna il Classificatore con il nuovo Filterspec e lo

Scheduler con il nuovo Flowspec)

(stabilisce se la Qualità di Servizio richiesta possa

essere garantita)

(assegna ai pacchetti una classe di servizio)

(il gestore delle precedenze invia i pacchetti in base

alla classe di servizio)

Figura 1 Moduli funzionali di un router RSVP (Resource ReSerVation Protocol).

(7) I versi entrante ed uscente sono riferiti alla direzione che vadalla sorgente ai riceventi: si considerano entranti i circuiti dai qualisono ricevuti i pacchetti IP provenienti dalle sorgenti; uscenti quellicon i quali i pacchetti IP sono inviati ai riceventi.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 61

Sebbene una sessione sia abbattuta automatica-mente qualora non vengano rinnovati i messaggiResv, è comunque buona norma non lasciare attive leprenotazioni quando esse non sono più necessarie.RSVP prevede quindi due messaggi che possonoessere utilizzati in questi casi e che sono denominatiPathTear e ResvTear. Sia le sorgenti sia le destinazionipossono infatti decidere di terminare una sessione;allo stesso modo è possibile che la procedura vengainizializzata da un router intermedio allo scadere diun intervallo di tempo (timeout) entro il quale nonsono stati ricevuti messaggi Path o Resv. In partico-lare, i messaggi PathTear sono inviati verso le destina-zioni, cancellando lo stato locale - path state - e tutte leprenotazioni ad esso legate; analogamente i messaggiResvTear sono inviati verso le sorgenti, cancellando lostato delle prenotazioni. I messaggi PathTear e Resv-Tear cancellano quindi lo stato delle prenotazioni eviaggiano da un router a quello successivo (hop-by-hop), chiudendo la sessione senza introdurre ulterioritempi di latenza nel rilascio delle risorse.

3.4 Lo scambio di messaggi RSVP

Le regole per il trattamento dei messaggi RSVPsono specificate nella RFC 2209 [5]. La necessità diutilizzare messaggi distinti per l’indicazione delpercorso dalla sorgente alla destinazione (messaggioPath) e delle caratteristiche di QoS del canale che siintende prenotare (messaggio Resv) deriva dal fattoche un qualsiasi protocollo di routing IP individua ipercorsi dei flussi diretti dalle destinazioni verso lesorgenti (direzione upstream) indipendentemente daquelli che procedono nel senso opposto (direzionedownstream): è perciò possibile che i due flussiseguano strade diverse. Questa circostanza richiedequindi che, come per il messaggio Path, sia fornitaun’indicazione esplicita alle destinazioni del percorsodownstream.

In figura 2 è riportato il percorso dalla SorgenteS alla Destinazione D (downstream, indicato in blu)e quello inverso (upstream, indicato in rosso), cosìcome sarebbero determinati in generale dal proto-collo di routing IP. Dall’esempio si vede che ungenerico pacchetto diretto da D verso S seguirebbe,in assenza di meccanismi particolari, un percorso direte diverso da quello seguito da un pacchetto cheda S va verso D. Quando è eseguita la prenotazionemediante i messaggi RSVP, sia D sia i nodi inter-medi R* del percorso downstream devono cono-scere la scelta di instradamento dei messaggi Resvin modo da inoltrarli a ritroso lungo il percorsodownstream e non lungo il percorso seguito dainormali pacchetti unicast (percorso upstream“normale”).

Prima o all’avvio della trasmissione dei dati, unasorgente invia un messaggio Path nel quale è conte-nuto il flowspec (definito nel paragrafo 3.1) dovesono riportate le caratteristiche del flusso da essagenerato. Quando un router riceve il messaggioPath, esso verifica se è già presente il corrispondentepath state (identificato dal DestAddress e dallaDstPort); in caso negativo lo crea.

Mediante il protocollo di istradamento, il router

individua successivamente i circuiti uscenti delmessaggio Path: in caso di trasmissioni multicast, ilmessaggio Path viene replicato verso tutti i succes-sivi router RSVP facenti parte dell’albero multicastche fa capo alla sorgente. Con queste informazioniviene aggiornata la tabella che registra il path state.Se si verificano cambiamenti rispetto allo statoprecedente - s ia perché la sorgente non erapresente o perché sono cambiati i percorsi di istra-damento - allora il messaggio Path è propagato

immediatamente, altrimenti esso è scartato. Inquesto secondo caso il router continua ad inviareperiodicamente i propri messaggi Path che conten-gono tutte le informazioni di istradamento ricevutefino a quel momento.

L’aggiornamento del path state avviene ad inter-valli di tempo regolari; di conseguenza, sono automa-ticamente tenuti in conto i cambiamenti che possonointervenire sia nelle tabelle di routing, sia, nel caso ditrasmissioni multicast, nella composizione dei gruppimulticast. Gli aggiornamenti sono eseguiti con untempo di ritardo in funzione della frequenza con laquale sono inviati i messaggi Path. La frequenza èdefinita cercando di conciliare le opposte esigenze dicontenere, da un lato, il traffico dovuto alla segnala-zione RSVP e, dall’altro, di garantire tempi di rispostarapidi da parte della rete.

Montechiarini • La qualità del servizio nelle reti IP

S

R

R

R*

R*

DDestinazione

Sorgente

Percorso downstream

Percorso upstream "normale"

Messaggi Path

Messaggi Resv

Router

Figura 2 Instradamento dei messaggi Path (dalla sor-gente verso i riceventi) e Resv (dai riceventiverso la sorgente) nel protocollo RSVP.

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Quando un ricevente che desidera effettuare unaprenotazione riceve un messaggio Path estrae il flow-spec in esso contenuto e, in base ad esso, definisce ilflowspec da inserire nel primo messaggio Resv da essoinviato8. I messaggi di prenotazione Resv sonotrasmessi dal ricevente alla sorgente lungo un percorsoche è a ritroso rispetto a quello dei pacchetti dati.Ciascuno dei router intermedi utilizza a questo scopola tabella del path state, nella quale, per ogni sorgente,è stato in precedenza memorizzato il previous hop.

Il messaggio Resv è elaborato da tutti i routerRSVP sul tragitto, in modo da inizializzare o aggior-nare il soft state, vale a dire i parametri necessari persvolgere le funzioni di Admission Control, di classifi-cazione e di scheduling. Il modulo di AdmissionControl interviene ogni volta che il router riceve unmessaggio Resv, mentre il classificatore e lo sche-duler sono interessati solo nel caso in cui ilmessaggio Resv comporti l’attivazione di una nuovaprenotazione o l’aggiornamento di una prenotazionegià attiva. Il filterspec è fornito al classificatore inmodo che esso sia in grado di riconoscere i pacchettidati appartenenti al flusso per il quale è stataeseguita la prenotazione; il flowspec è fornito alloscheduler in modo che esso possa predisporsi al trat-tamento dei pacchetti in accordo con i requisiti diqualità prenotati.

Il classificatore e lo scheduler, oltre ad interpretarele informazioni del filterspec e del flowspec, interven-gono durante il normale funzionamento del router neltrattamento di tutti i pacchetti IP, inclusi quelli chenon appartengono a flussi per i quali sia stata effet-tuata una prenotazione. Essi costituiscono il motoreattraverso il quale è effettivamente garantita la qualitàdel servizio, in quanto provvedono ad attuare le poli-tiche di accodamento (decidono su quale coda deveessere trasmesso ciascuno dei pacchetti) ed a gestirele code (mediante un algoritmo in base al quale ipacchetti sono prelevati dalle diverse code).

Se lungo il percorso uno dei router rifiuta laprenotazione, scarta il messaggio Resv e notifica alrichiedente che la sua richiesta non può esseresoddisfatta. Se, invece, il router dispone di risorse

sufficienti, il messaggio Resv è propagato finchénon incontra un punto della rete in cui è già statafatta una prenotazione maggiore o uguale a quellaper la quale il messaggio è stato emesso. In questocaso si attiva infatti un meccanismo predisposto inRSVP di aggregazione delle prenotazioni relativealla stessa sessione multicast (merging), descritto nelparagrafo seguente.

Anche l’aggiornamento del soft state è effettuatoperiodicamente: questa modalità di funzionamentoconferisce a RSVP un comportamento dinamico, inquanto permette di cambiare sia i parametri di QoS,sia (in caso di trasmissioni multicast) la sessione multi-cast per la quale è stata eseguita una prenotazione.

3.5 Gli stili delle prenotazioni RSVP

La procedura di prenotazione stabilisce che siano iriceventi a richiedere una determinata qualità diservizio in quanto essi spesso sostengono il costo dellaconnessione e perché sono in grado di valutare diret-tamente se i risultati sono soddisfacenti. Le prenota-zioni possono avvenire secondo diverse modalità (stili)che si differenziano per il grado di condivisioneconsentito agli utenti: se ad esempio si considera unatrasmissione in videoconferenza, uno stesso canaleaudio può essere condiviso da tutti i partecipanti inquanto sarà solo uno di essi a prendere di volta involta la parola; dovranno invece essere impegnati piùcanali video per rendere visibile con continuità tuttigli interlocutori.

Gli stili di prenotazione previsti dallo standardRSVP sono tre: Fixed Filter, Wildcard e Shared Explicit.Per descriverne il funzionamento si deve tenerpresente che, in generale, RSVP viene usato intrasmissioni sia unicast che multicast. Le trasmissioniunicast sono un caso particolare, semplificato, diquelle multicast; nel seguito si farà quindi riferimentoa questo secondo tipo di trasmissioni in quanto, oltread essere del tutto generali, permettono, sotto oppor-tune condizioni, di aggregare le prenotazioni eseguiteda diversi riceventi e quindi ottimizzano l’utilizzodelle risorse di rete e ne agevolano la condivisione.

Gli alberi multicast sono percorsi a ritroso daimessaggi Resv (dalle destinazioni verso la sorgente):in corrispondenza dei punti di diramazione lerichieste inviate dai vari riceventi sono combinate inmodo da condividere la banda disponibile sui collega-

62 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Montechiarini • La qualità del servizio nelle reti IP

RSVP: IL SEMAFORO CHE REGOLA LE PRENOTAZIONI

Il protocollo RSVP (Resource ReSerVation Protocol) permette di prenotare dinamica-mente le risorse di rete per applicazioni che richiedono un servizio di trasporto IP conlivelli di qualità garantiti. Lo stato di ciascuna prenotazione viene mantenuto nei routerche interpretano la segnalazione RSVP (soft state). I router svolgono le funzioni di:• controllo di accettazione: decidono se accettare o rifiutare le richieste di prenota-

zione in base all’effettiva disponibilità di risorse;• classificazione: assegnano ai pacchetti IP una adeguata classe di servizio;• scheduling, ovvero gestione della disciplina delle code: gestiscono le code di

uscita in modo che ciascuna classe di servizio riceva la qualità prenotata.

(8) Il flowspec ricevuto con il messaggio Path può anche essere riu-tilizzato senza modifiche.

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menti. Questa operazione è denominata merging(come si è già accennato al paragrafo 3) e avviene, inmodo diverso a seconda degli stili adottati (anche nelcaso in cui le prenotazioni si riferiscano a diversesorgenti):• lo stile FF (Fixed Filter) permette di effettuare una

prenotazione distinta per ogni sorgente, allocandoper ciascuna di esse una porzione dedicata dirisorse;

• lo stile WF (Wildcard Filter) consente di allocareuna porzione di risorse condivisa dalle prenotazionirelative a tutte le sorgenti. La quantità di risorsenecessaria è dimensionata in base alla massimarichiesta specificata dai riceventi, mediante il corri-spondente flowspec, indipendentemente dal

numero di sorgenti coinvolte: risulta così disponi-bile un “canale unico” che collega tutte le sorgentia tutti i riceventi. Una prenotazione WF già attivaè automaticamente estesa ad eventuali nuovesorgenti che entrino a far parte della sessione corri-spondente;

• lo stile SE (Shared Explicit) prevede l’indicazioneesplicita delle singole sorgenti alle quali è consen-tita la condivisione.Le prenotazioni effettuate tramite WF ed SE risul-

tano particolarmente appropriate per tutte le applica-zioni multicast che consentono di trasmettere contem-poraneamente solo ad un certo numero di sorgenti. Acausa della natura sostanzialmente diversa delleprenotazioni distinte e condivise, RSVP non consente

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 63

Montechiarini • La qualità del servizio nelle reti IP

L’AGGREGAZIONE DELLE PRENOTAZIONI CON LO STILE FIXED FILTER

Per spiegare con un esempio il funzionamento del meccanismo di aggregazione delleprenotazioni (merging) si può ipotizzare di trattare una sessione nella quale sonopresenti due sorgenti e tre riceventi. Per una prenotazione mediante lo stile FF(Fixed Filter), la situazione è quella riportata nella figura in basso: la destinazioneD1 richiede una banda B1,1 dalla sorgente S1 e B1,2 dalla sorgente S2; la destina-zione D2 richiede una banda B2,1 dalla sorgente S1 e B2,2 dalla sorgente S2; infinela destinazione D3 richiede una banda B3,1 dalla sorgente S1.

Lungo i l col lega-mento tra i routerR1 ed R2 sul qualeviaggiano i f luss idiretti da S1 e S2 aD1 e D2 la bandae f f e t t i v a m e n t eimpegnata è paria l la somma delmassimo tra B1,1 eB2,1 e del massimotra B2,1 e B2,2. Èpossibi le , infat t i ,soddisfare automa-ticamente tutte leprenotazioni che siriferiscono ad unastessa sorgenteconsiderando i lrequisito più strin-gente tra quel l ispecificati dai variriceventi. Viceversa,quando si debbonotrattare f luss iuscenti da sorgentidiverse, il mergingnon è consentito e la banda che deve essere impegnata risulta uguale alla somma deicontributi relativi alle singole sorgenti.

In base a queste considerazioni, lungo il collegamento tra il router R1 e lasorgente S2, sul quale viaggiano i flussi diretti verso D1 e D2 , la banda prenotataè pari al massimo tra B1,2 e B2,2. Il collegamento tra S1 e R1, sul quale viaggianoi flussi richiesti da D1, D2 e D3 richiede invece una banda pari al massimo traB1,1, B2,1 e B3,1.

Destinatario D1: richiede una banda B1,1con la sorgente S1 ed una banda B1,2 con la sorgente S2

Destinatario D2: richiede una banda B2,1 con la sorgente S1 ed una banda B2,2 con la sorgente S2

Destinatario D3: richiede una banda B3,1 con la sorgente S1

(S1), [B1,1] + (S2), [B1,2]

(S1), [max (B1,1, B2,1)] + (S2),[max (B2,1, B2,2)]

R3

Sorgente S1

(S1), [max (B1,1, B2,1, B3,1)]

R1

Sorgente S2

(S1), [B2,1] + (S2), [B2,2]

(S2),[max (B1,2 B2,2)]

(S1), [B3,1]

(S1), [B3,1]

R2

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64 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

di effettuare merging tra richieste miste, utilizzanti leprime due opzioni; la stessa cosa vale per prenotazionidi tipo wildcard e shared explicit: si ha quindi unamutua incompatibilità tra i tre stili appena definiti.

4. Meccanismi di priorità per la gestione deltraffico IP

Le prime sperimentazioni nelle quali è statoutilizzato RSVP hanno messo in luce alcune limita-zioni intrinseche del protocollo9.

In particolare, è emerso chiaramente che il caricoelaborativo introdotto sugli apparati di rete dallefunzioni di classificazione e mantenimento del softstate può costituire un ostacolo all’impiego di RSVPsu larga scala: il riconoscimento dei pacchetti cherichiedono di essere privilegiati per soddisfare i requi-siti di qualità specificati nella fase di prenotazionerichiede infatti per ciascuno di essi l’analisi di tutte leinformazioni in base alle quali sonoidentificati i flussi (gli indirizzi delmittente e del destinatario, il tipo diprotocollo ed il servizio di livelloapplicativo).

Questa operazione ha unacomplessità che cresce linearmentecon il numero delle prenotazioniattive e determina quindi unpeggioramento complessivo delleprestazioni dei router. Sono stateperciò sviluppate architetture piùsemplici nelle quali la funzione diclassificazione è svolta unicamentenella rete di accesso mentre a livellodel “backbone” sono impiegatimeccanismi di priorità più efficienti.Sebbene queste soluzioni non sianostate ancora normalizzate, esse assu-mono ugualmente un grande rilievoperché permettono di differenziarel’offerta secondo classi di serviziodestinate ad utenti e ad applicazionicon requisiti più o meno stringentiin termini di ritardo e di perdita.

D’altro canto le regole di priorità sono configuratestaticamente sui router e non impiegano un protocollodi segnalazione che permetta di richiedere una speci-fica qualità di servizio per un tempo determinato.Inoltre, le classi definite sono comunque soggette amultiplazione statistica: le prestazioni di rete, puressendo diverse a seconda della classe di apparte-nenza dei flussi, sono perciò ugualmente variabili conil traffico complessivo, e si degradano in caso dicongestione.

I criteri di priorità impiegati per classificare il traf-fico possono essere applicati anche quando, in condi-zione di sovraccarico, la rete è costretta a scartarepacchetti. In questi casi, infatti, si possono trattare inmodo differenziato le classi di servizio, scartando

prima le unità informative di tipo best effort e succes-sivamente quelle con maggiore priorità. La figura 3riporta gli elementi funzionali che concorrono allagestione di tipologie di traffico IP con differenti carat-teristiche di qualità.

Le funzioni più onerose dal punto di vista elabora-tivo sono svolte dai router di accesso: la classificazionedel traffico e l’assegnazione della priorità richiesta aisingoli pacchetti è infatti eseguita una sola volta all’in-gresso della rete e non è ripetuta su tutti i nodi inter-medi posti lungo il percorso tra la sorgente e la desti-nazione. I pacchetti sono marcati utilizzando i bit TOS(Type Of Service) ed IP Precedence previsti dallo stan-dard, ma finora inutilizzati. Il backbone provvedeunicamente a riconoscere queste informazioni che,essendo estremamente compatte, possono essere trat-tate in hardware, sulle schede di interfaccia: si evitacosì di sottrarre risorse di elaborazione al processorecentrale. In questo modo sono sensibilmente incre-mentate le prestazioni complessive del router.

I criteri applicabili per la classificazione del traf-fico in rete d’accesso sono di diverso tipo: è possibilediscriminare i pacchetti entranti in base all’interfacciafisica alla quale è collegato l’utente finale, oppure inbase agli indirizzi IP sorgente o destinazione, ovveroin base al protocollo di livello applicativo.

4.1 Algoritmi per la gestione delle code

Per quanto riguarda le politiche di gestione dellecode trasmissive gli algoritmi maggiormente diffusisono: code con priorità assoluta, code di priorità conripartizione percentuale della banda, code di priorità aflussi interallacciati.

Il primo dei tre modelli prevede che la bandadisponibile sia completamente dedicata allo smalti-mento del traffico con priorità maggiore e che, soloquando la coda ad esso relativa è stata servita, si passia trattare i pacchetti con priorità inferiore. Sisupponga, ad esempio, di voler gestire tre livelli di

Montechiarini • La qualità del servizio nelle reti IP

Trasporto ad alta velocità Gestione del traffico secondo le QoS Gestione della congestione

Rete d'accesso

Aggregazione e classificazione del traffico Applicazione della politiche di servizio Scelta delle priorità per il traffico Gestione della banda

Rete di backbone

Figura 3 Funzionalità per la gestione del traffico con diverse classi di servizio.

(9) Le linee guida per l’utilizzo di RSVP sono definite nella RFC 2208 [6].

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servizio: in questo caso la coda con priorità intermediaè servita solo se quella di massima priorità è vuota;analogamente, quella con priorità minima è servitasolo se le due precedenti, a priorità massima ed inter-media, sono vuote. Questo algoritmo può natural-mente produrre una condizione di stallo qualora ilrouter non riesca mai a vuotare le code privilegiate: inquesta situazione il traffico meno pregiato rischia dirimanere completamente bloccato.

Per superare l’inconveniente cui vanno incontro lecode a priorità assoluta è stato introdotto l’algoritmocon ripartizione percentuale della banda: esso prevedeche alle code sia assegnata staticamente una quotaparte della capacità di elaborazione del processore diinterfaccia (lo scheduling è infatti una operazioneeseguita in trasmissione). Se, come nell’esempioprecedente, si considerano tre code, di alta, media ebassa priorità, è possibile assegnare alla prima il 50 percento della banda, alla seconda il 35 per cento e allaterza il restante 15 per cento. Così facendo si assicura,anche al traffico meno pregiato, un livello di serviziominimo. Non si esclude però che, in assenza di trafficoad alta priorità, l’intera capacità trasmissiva venga resadisponibile al traffico a media e bassa priorità. Imeccanismi di gestione delle code intervengonoinfatti solo nel caso in cui ci sia competizione nell’ac-cesso alle risorse, ma salvaguardano il (sano) principiodelle reti a pacchetto secondo il quale è comunqueperseguito il massimo utilizzo delle risorse disponibili.

Le code con ripartizione percentuale della bandanon permettono di controllare un effetto indesideratodovuto al carattere impulsivo di alcune tipologie ditraffico: si considerino, ad esempio, due sorgenti videoche utilizzino entrambe il protocollo UDP per iltrasporto di immagini. I pacchetti che esse generanonon sono soggetti a controllo di flusso e possonoquindi occupare la coda in uscita da un router in modoassolutamente indiscriminato. Si ha così un aumentodella variabilità nei tempi di consegna dei pacchetti e,si determina, quindi, la necessità di aumentare lacapacità delle memorie di ricezione degli applicativiper consentire una corretta sincronizzazione delsegnale ricevuto. In questo modo si causa anche unritardo maggiore nella riproduzione del video.

Il comportamento auspicato è invece quello in cuitutti i flussi che hanno la stessa priorità siano ‘equaliz-zati’, intercalando i rispettivi pacchetti con regolarità.Per realizzare questo criterio sono stati proposti diversi

algoritmi che possono essere classificati sotto la vocecode di priorità a flussi interallacciati. Tutti questialgoritmi si basano sulla individuazione dei singoliflussi ai quali è assegnata equamente, a rotazione, lapossibilità di trasmettere. La rotazione può essereattuata assegnando a ciascun flusso un prefissato inter-vallo di tempo - secondo uno schema analogo allamultiplazione a divisione di tempo - oppure trasmet-tendo in sequenza un pacchetto per ciascuno dei flussiattivi. Questa seconda tecnica non assicura natural-mente la suddivisione della banda in parti uguali acausa della variabilità delle dimensioni dei pacchetti.

4.2 Meccanismi per la gestione della congestione

Come rappresentato in figura 3, un’ulteriorefunzionalità svolta dal backbone è la gestione dellacongestione. Essa consiste nel prevenire, e se neces-sario risolvere, situazioni che comportino una diminu-zione del volume di traffico che la rete è in grado ditrattare (throughput). Le tecniche proposte si basanosul meccanismo di controllo di flusso del protocolloTCP e consistono nello scartare pacchetti in misuraproporzionale alla banda occupata dai flussi trasmessi.L’eliminazione dei pacchetti ha inizio quando vienesuperata una soglia di guardia relativa al grado diriempimento delle code. Il più noto di questi algo-ritmi è stato sviluppato da Cisco ed è indicato conl’acronimo RED (Random Early Discard).

Anche nell’applicare le politiche di gestione dellacongestione possono essere rispettati criteri di prioritàche permettono di differenziare il servizio offerto. L’al-goritmo WRED (Weighted Random Early Discard) è unavariante del RED nel quale i pacchetti vengono scar-tati in misura diversa a seconda della classe di servizioalla quale appartengono. In particolare, la classe diappartenenza può coincidere con quella definita attra-verso i bit TOS e IP Precedence: in questo modo ledue funzionalità risultano pienamente integrate.

5. Conclusioni

Nell’articolo sono state trattate le principali tecno-logie di livello IP con le quali è possibile realizzareclassi di servizio differenziate in reti tradizionalmenteorientate all’offerta di servizi best effort.

La possibilità di fornire diversi livelli di qualità su

Montechiarini • La qualità del servizio nelle reti IP

LIMITAZIONI DEL PROTOCOLLO RSVP

Il protocollo RSVP non può essere impiegato su larga scala. A discapito della dina-micità delle prenotazioni e del grado di libertà con il quale può essere specificato illivello di QoS, ma con notevoli semplificazioni nel funzionamento interno deirouter, è possibile fornire classi di servizio differenziate mediante i meccanismi digestione delle code di priorità. Gli algoritmi oggi disponibili permettono di limitarela complessità delle funzioni di classificazione attraverso le quali si attuano le poli-tiche di servizio sui router di accesso alla rete. Nel backbone vengono invece prati-cate soluzioni semplici che possono essere realizzate in hardware e risultanomaggiormente scalabili rispetto a RSVP.

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una stessa piattaforma di rete rappresenta per iGestori di telecomunicazioni una opportunitàpromettente, in quanto permette di condividere gliinvestimenti e i costi di esercizio relativi a segmentidi mercato eterogenei, e di applicare una politicatariffaria flessibile.

Le soluzioni oggi utilizzate e quelle in fase distudio sono finalizzate alla diffusione di applicazioni“real time” e all’impiego commerciale di Internet. Ilprotocollo RSVP permette di richiedere dinamica-mente alla rete prestazioni garantite e si collocaquindi nell’ambito del primo dei due filoni evolutivi.

Dall’esito delle sperimentazioni finora condotte incampo, è emersa chiaramente la difficoltà di esten-dere l’uso di RSVP su larga scala. Le alternative aRSVP oggi perseguibili si basano su meccanismi dipriorità nella gestione del traffico IP, che, senza potergarantire valori deterministici dei parametri di qualitàe con limitazioni sulla capacità di trattare richiestedinamiche, permettono tuttavia di realizzare livelli diservizio differenziati.

Tra le proposte di maggiore interesse, ma ancorain fase di studio, possono essere menzionate le inizia-tive già intraprese per integrare il protocollo IP con latecnologia di trasporto ATM (si veda al riguardo [7]).La capacità di instaurare circuiti virtuali commutaticon caratteristiche prefissate di QoS potrà infattiessere utilizzata proficuamente anche nelle reti IP. Èquindi ipotizzabile che le architetture che consen-tono l’impiego congiunto di router e commutatoriATM saranno nei prossimi anni al centro di sviluppidi rilievo.

In antitesi all’opinione favorevole all’integrazionedi IP con ATM si è rafforzata, negli ultimi tempi, laposizione di coloro che, per eliminare il considerevoleoverhead introdotto dall’intestazione delle celle e dallivello di adattamento ATM, hanno sviluppato inter-facce per interconnettere direttamente i router con icircuiti trasmissivi SDH.

Non si hanno al momento indicazioni su qualedelle due soluzioni risulterà vincente: i principalicostruttori di router stanno infatti percorrendoentrambe le strade e sembrano intenzionati alasciare al mercato una completa libertà di scelta.L’impiego di SDH è stato preferito dai maggiori ISP(Internet Service Provider) che, avendo i mezzi percostruire una propria infrastruttura di rete e nonessendo interessati a fornire altri servizi, oltre aquelli IP, hanno ritenuto di poter fare a meno dellacomplessità e degli investimenti aggiuntivi richiestiper introdurre in rete i nodi ATM. Viceversa, i forni-tori di servizi di trasporto hanno investito nella fles-sibilità della soluzione ATM, che permette di realiz-zare reti multiservizio (voce, dati, video) facilmentepersonalizzabili in funzione delle esigenze mutevolidella clientela.

Le tecnologie per la QoS descritte nell’articoloprescindono dalle modalità di trasporto per il proto-collo IP e sono quindi praticabili indifferentementesia su reti ATM che su SDH. È comunque evidenteche, in assenza delle classi di servizio previste inATM, esse diventano indispensabili in quanto costi-tuiscono l’unico strumento per gestire la qualitàofferta.

Montechiarini • La qualità del servizio nelle reti IP

[1] Shenker, S.; Partridge, C.; Guerin, R.: Specifica-tion of Guaranteed Quality of Service. IETF RFC2212, September 1997.

[2] Wroclawski, J.: Specification of the Controlled-Load Network Element Service. IETF RFC 2211,September 1997.

[3] Wroclawski, J.: The Use of RSVP with IETF Inte-grated Services. IETF RFC 2210, September1997.

[4] Braden, R.; Zhang, L.; Berson, S.; Herzog, S.;Jamin, S.: Resource ReSerVation Protocol (RSVP) -Version 1 Functional Specification. IETF RFC2205, September 1997.

[5] Braden, R.; Zhang, L.: Resource ReSerVationProtocol (RSVP) - Version 1 Message ProcessingRules. IETF RFC 2209, September 1997.

[6] Mankin, A.; Baker, F.; Braden, B.; Bradner, S.;O`Dell, M.; Romanow, A.; Weinrib, A.; Zhang,L.: Resource ReSerVation Protocol (RSVP) - Version1 Applicability Statement Some Guidelines onDeployment. IETF RFC 2208, September 1997.

[7] Iuso, F.; Liffredo, L.; Renon, F.: Soluzioni diNetworking IP/ATM. Su questo stesso numerodel «Notiziario Tecnico Telecom Italia».

FF Fixed FilterIETF Internet Engineering Task ForceISI Integrated Servicess InternetISP Internet Service ProviderMFTP Multicast File Transfer ProtocolOPWA One-Pass-With-AdvertisingQoS Qualità del ServizioRED Random Early DiscardRSVP Resource ReSerVation ProtocolSE Shared-ExplicitWF Wildcard FilterWRED Weighted Random Early Discard

Claudio Montechiarini . Si è laureato inIngegneria Elettronica presso l’Università degliStudi di Roma La Sapienza. Opera nell’AreaPianificazione e Sviluppo della Direzione Retedi Telecom Italia presso la Linea di Ingegneriadelle Reti Dati e Multimediali. Si è occupato inpassato di problematiche di sicurezza, sistemi disupporto al lavoro cooperativo e della gestionedelle reti per dati. Si occupa oggi di servizi alarga banda basati sul protocollo IP conparticolare riferimento agli aspetti di qualità del

servizio e alle analisi delle prestazioni. Partecipa al progettoSIRIUS e alle sperimentazioni in corso in Telecom Italia per losviluppo di applicazioni multimediali interattive destinate allaclientela residenziale.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA

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1. Introduzione

Da tempo sono realizzate soluzioni di rete checoniugano l’impiego di tecniche basate su

IP(Internet Protocol) e ATM (Asynchronous TransferMode): un esempio per tutti è la diffusione globaleche hanno avuto in questi ultimi due anni le solu-zioni ATM come dorsale a livello geografico per gliInternet Ser vice Provider . In questo articolo siesamina quindi non tanto la possibilità di realizzareuna soluzione di rete che preveda la coesistenza diIP e di ATM, ma piuttosto quali sono i percorsievolutivi che costruttori e gestori del serviziostanno definendo, anche tramite la normativa e lespecifiche, per realizzare soluzioni più efficienti eflessibili, in grado di sfruttare maggiormente puntidi forza e sinergie possibili per la combinazione diATM ed IP.

Le attuali soluzioni IP su ATM hanno come riferi-mento tecnico il modello chiamato “IP classico suATM permutato” [1], in base al quale ATM costi-tuisce per IP una possibile tecnica di trasferimento alivello “Data Link” (livello 2 del modello OSI, Open

System Interconnection [2]); e l’adattamento tra i dueprotocolli è effettuato tramite le funzionalità realiz-zate dal livello AAL (ATM Adaptation Layer) [3].Questo modello è facilmente realizzabile, e soprat-tutto non prevede modifiche a protocolli e funzioni direte IP; non sono però sfruttate in modo ottimizzatole diverse potenzialità di ATM [4], come il supportodi classi di servizio differenziate, oppure la possibilitàdi utilizzare connettività commutata.

Dopo un breve richiamo, nel secondo paragrafo,sulle principali caratteristiche di IP e di ATM [5],nel corso del terzo paragrafo si entrerà nel meritodell’argomento, delineando le principali direttrici almomento identificabili per superare i limiti delmodello classico di IP su ATM. Come si vedrà, lediverse soluzioni possono ricondursi a due tipologiedi approcci: la prima, approfondita nel quarto para-grafo, aderente ad un modello di IP su ATM ancoraa livelli separati e sovrapposti (overlay) come ilmodello classico; la seconda, di cui si parlerà nelquinto paragrafo, che propone invece un modellointegrato, che risolve ed elimina le ridondanzefunzionali tra le suite protocollari TCP/IP e ATM

FRANCESCO IUSO

LUISA LIFFREDO

FEDERICO M. RENON

Internet

Soluzioni di networking IP/ATM

Un elemento che concorre in modo significativo all’evoluzione delle soluzioni dinetworking basate su IP è rappresentato dalle possibilità offerte dalla tecnica ATM.Diverse sono infatti le caratteristiche di interesse: l’alta velocità di trasferimento in reteraggiungibile, la scalabilità (cioè la possibilità di espandere la rete senza ridurne le pre-stazioni), la flessibilità nell’allocazione e nell’uso delle risorse - in termini sia di velocitàdi trasporto, sia di trattamento differenziato dei flussi di traffico - la possibilità di rea-lizzare piattaforme multiservizio.Le soluzioni di networking IP/ATM si stanno evolvendo, per rispondere alle diverse esi-genze di efficienza, flessibilità e qualità dei vari segmenti di mercato, in modo complessoe dinamico: i costruttori si avvicendano con proposte assai differenziate e “tatticamente”mutevoli, e anche gli ambiti di specifica internazionali si aprono ad attività parallelecon differenti approcci e soluzioni.L’articolo si propone di fornire alcuni elementi per comprendere “cosa c’è dietro” lediverse proposte, e di individuare le tendenze in atto nell’evoluzione delle soluzioni dinetworking: dal modello “classico” di IP su ATM, alle diverse prospettive di integrazio-ne, così come emergono dalle proposte dei costruttori e dalle attività di standardizzazio-ne, con particolare riferimento ad ATM Forum ed IETF. Per i diversi tipi di approcciosono dunque inquadrati gli ambiti di applicabilità, i limiti ed i problemi ancora aperti.

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nelle modalità di inoltro dell ’ informazione,attuando esso, in funzione dei requisiti della comu-nicazione, come instradamento di pacchetti alivello IP piuttosto che come commutazione dicelle a livello ATM.

2. Principali caratteristiche di IP e di ATM

2.1 Il protocollo IP

Nella suite di protocolli utilizzata in Internet, ilprotocollo IP fornisce uno strato comune di intero-perabilità. Esso costituisce una realizzazione dellivello 3 “di rete” del modello di riferimento OSI,pensato per permettere le comunicazioni tra appa-rati di reti differenti, indipendentemente dallatecnologia con cui queste sono state realizzate. Suquesto strato è poggiato il livello 4, di “trasporto”,di cui i protocoll i TCP (Transmission ControlProtocol) e UDP (User Datagram Protocol) sonorealizzazioni.

Il trasporto delle informazioni a livello IP avvienesotto forma di pacchetti (detti anche datagram), dilunghezza variabile: i nodi della rete IP (i router)instradano i dati sulla base dell’indirizzo di destina-zione contenuto nell’intestazione di ogni pacchetto.Le informazioni necessarie ad ogni router per deter-minare l’instradamento sono continuamente mante-nute coerenti con lo stato della rete dagli stessi routere sono condivise con altri router per mezzo di oppor-tuni protocolli di instradamento.

Oltre alla funzione di instradamento dei pacchettiIP, i router effettuano anche funzioni di filtraggio deltraffico con diverse modalità, per esempio limitandoil traffico broadcast alle sottoreti di interesse, e

possono anche eseguire azioni volte a garantire prote-zione e privatezza nell’accesso a reti e ad informa-zioni (ad esempio il firewalling).

2.2 La tecnica ATM

La tecnica ATM si basa sul trasferimento di unitàdati di lunghezza fissa (53 ottetti) chiamate celle. Lascelta di una lunghezza costante ha permesso di avva-lersi, per la realizzazione dei sistemi ATM, ditecniche hardware di integrazione su larga scala adelevata compattezza e velocità; questa soluzione hasinora costituito un indubbio vantaggio rispetto asoluzioni, come i router tradizionali, che trattano insoftware pacchetti a lunghezza variabile.

La modalità di trasferimento segue il modelloconnection-oriented: sono instaurate connessioni virtuali,per ciascuna delle quali sono riservate risorse ed ègarantito il livello di qualità di servizio precedente-mente contrattato. Le connessioni ATM possonoessere di tipo “cammino” VP (Virtual Path) o di tipo“canale” VC (Virtual Channel). L’uso gerarchico diconnessioni VC aggregate all’interno di VP permetteun doppio livello di connettività virtuale, per consen-tire una maggiore flessibilità di trasporto.

Le procedure di instaurazione di una connessionepossono essere di gestione o di segnalazione [6] [7],vale a dire possono essere realizzate off-line da unsistema di gestione attivato dall’operatore ovvero on-demand, all’atto della chiamata. Nel primo caso, leconnessioni sono dette “permutate” PVC (PermanentVirtual Connection), nel secondo, invece, “commutate”SVC (Switched Virtual Connection).

A differenza di quanto avviene per le reti IP, l’in-staurazione di una connessione ATM avvienesempre a seguito di un “contratto di traffico” con la

Iuso - Liffredo - Renon • Soluzioni di networking IP/ATM

INGREDIENTI PER UNA SOLUZIONE DI NETWORKING IP/ATM

• Instradamento

- ottimizzazione del percorso pacchetto per pacchetto o garanzie sulla disponibi-lità di risorse? Occorrono meccanismi che permettano il trasporto efficiente ditraffico IP (connectionless) su ATM (connection-oriented);

• Qualità

- come ottenere quella richiesta dall’applicativo, in modo da armonizzarla con leprestazioni offerte tanto dal livello IP quanto dal livello ATM?

• Indirizzamento

- noto l’indirizzo IP del destinatario, come reperirne l’indirizzo ATM, in modo daconsentirne l’instaurazione delle connessioni?

• Imbustamento

- come trasportare il pacchetto IP nelle celle ATM? Più flussi IP su una stessaconnessione ATM o una connessione per ciascun flusso?

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 69

rete [8]; le caratteristiche richieste sono dichiarate enegoziate (in modo più o meno automatizzato) ed èverificata l’effettiva disponibilità di risorse persoddisfarle, quali la banda trasmissiva e la capacitàelaborativa nei nodi, da parte della rete. In questomodo, ogni connessione ATM risulta caratterizzatada un determinato insieme di valori dei parametri ditraffico di interesse, da un particolare insieme divalori dei parametri di QoS (Quality of Service) e dauna determinata classe di servizio, che indica l’in-sieme di criteri relativi all’allocazione delle risorsedi rete, alle garanzie offerte sul loro uso, ai mecca-nismi di controllo del traffico effettuati dalla rete permonitorare il rispetto dei limiti riguardanti la classedi servizio in questione.

Dopo l’instaurazione, e per tutto il tempo in cui èmantenuta la connessione, il gestore della rete si

impegna a garantire il rispetto dei parametri concor-dati. L’aderenza del comportamento di una sorgentedi traffico a quanto definito dal contratto è verificatadalla funzione di policing [8], con modalità dipen-denti dalla classe di servizio scelta. In ATM sonodisponibili diverse classi di servizio, che corrispon-dono a differenti criteri di uso delle risorse: da quellogarantista (le risorse sono riservate a livelli fissi pertutto il tempo in cui è instaurata la connessione), aquello elastico (garanzia di una quota media, con possi-bilità di sfruttare la capacità effettivamente disponi-bile in rete), o addirittura garanzia nulla con la moda-lità best effort [3].

Coerentemente con il modello connection-oriented,la scelta di instradamento (o di routing) per unaconnessione ATM è effettuata nel momento in cuiessa viene instaurata, associando l’ingresso all’uscita

Iuso - Liffredo - Renon • Soluzioni di networking IP/ATM

IMBUSTAMENTO DI PACCHETTI IP IN CELLE ATM

• Per il trasporto di pacchetti IP su ATM, l’IETF ha indicato nella norma RFC 1483[12] l’uso del livello di adattamento AAL di tipo 5, tenendo presenti le caratteri-stiche di semplicità realizzativa, variabilità nella lunghezza della parte di informa-zione (payload) e basso overhead rispetto agli altri AAL. Per permettere allaterminazione di una connessione di distinguere il protocollo trasportato edeseguire correttamente le opera-zioni di estrazione dei pacchettiIP dal le cel le ATM, l ’ IETFpropone due differenti metodo-logie, denominate r ispett iva-mente VC multiplexing e Imbu-stamento LLC/SNAP, il cui prin-cipio di funzionamento è illu-strato in figura.

• Nel caso “VC multiplexing” sonoinviate e multiplate su differenticonnessioni ATM comunicazionidiverse, corrispondenti a proto-colli di livello rete distinti (IP,ARP…). In part icolare, ogniprotocollo di livello rete richiedel’apertura di una connessionevirtuale dedicata tra ogni coppiadi macchine comunicant i .Sebbene proposto dall’IETF per iprotocolli della famiglia TCP/IP, questo approccio può essere applicato per iltrasporto di qualsiasi pila di protocolli, come ad esempio IPX.

• Nel caso “Imbustamento LLC/SNAP” è possibile trasportare un numero arbitrariodi protocolli di livello rete su una sola connessione virtuale ATM. L’IETF ha infattiadattato ad ATM quanto sviluppato nello standard IEEE 802 per il supporto, suilivelli MAC (Ethernet, Token Ring…), dei protocolli di livello rete come IP ed IPX.In particolare, tra lo strato di protocollo AAL5 e quello IP viene inserito il livelloIEEE 802.2 LLC (Logical Link Control): in pratica, prima di imbustare ilpacchetto IP in una unità di protocollo AAL5, adesso si antepone un’intestazioneche consente di distinguere il protocollo di livello superiore trasportato. Quando ilprotocollo di rete non è tra quelli standardizzati dall’OSI, si deve utilizzarel’estensione SNAP (Sub-Network Attachment Point) con l’inserimento di due ulte-riori campi per identificare il protocollo trasportato.

AAL5 AAL5

Livello ATM

Livello fisico

Imbustamento VC-multiplexing

AAL5 AAL5

Livello ATM

Livello fisico

Imbustamento LLC/SNAP

IP ARP IPX IPARP IPX

••••

Protocolli

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in tutti i nodi attraversati. Le tecniche di instrada-mento definite per ATM sono sia di tipo statico(come per le centrali telefoniche), sia di tipo dina-mico, secondo modelli mutuati da IP e tramite proto-colli di routing in grado di permettere l’aggiorna-mento continuo, in base allo stato della rete, delletabelle di instradamento. Le soluzioni realizzativedei costruttori sono oggi in genere di marca e noninteroperabili tra loro; esse fanno peraltro riferi-mento, per le evoluzioni a breve, alla specifica PNNI(Private Node to Node Interface) [9] per la comunica-zione tra nodi di una stessa rete ATM: questa è statarealizzata, sul modello di uno dei più noti e diffusi

protocolli di instradamento IP, l’OSPF (Open ShortestPath First) [10], dall’ATM Forum [11], organismo dispecifica internazionale costituito nel 1991 e dive-nuto ben presto punto essenziale di riferimento perlo sviluppo di soluzioni ATM.

3. IP/ATM: quali sinergie?

Le differenti modalità di interazione o di integra-zione tra IP ed ATM debbono essere valutate rispettoa parametri di efficienza, scalabilità e flessibilità,esaminando allo stesso tempo il loro inserimento nel

Iuso - Liffredo - Renon • Soluzioni di networking IP/ATM

TRASPORTO EFFICIENTE DI UN PROTOCOLLO CONNECTIONLESS (IP) SU UNA RETECONNECTION-ORIENTED (ATM)

• Il trasporto di flussi di pacchetti IP su una rete ATM permutata non richiede lasoluzione di aspetti tecnici complessi: come si è visto nel caso del modello di IPclassico, i flussi IP sono instradati su connessioni ATM di collegamento tra appa-rati (come router e terminali) - instaurate dal gestore della rete mediante il sistemadi gestione - caratterizzate da una capacità di trasporto fissa. Le operazioni diinstradamento dei pacchetti sono svolte dai router quando arriva ogni singolopacchetto IP: all’elaborazione dell’intestazione del pacchetto IP seguirà l’invio delpacchetto sull’opportuna connessione ATM prima instaurata.

• La stessa procedura non è seguita nel caso di ATM commutato: le connessioni ATMdi collegamento tra apparati sono stabilite in tempo reale, in base alle effettiveesigenze di comunicazione. Si ha così la possibilità di instaurare connessioni ATMcon la capacità di trasporto e la classe di servizio ottimali per il traffico IPpresente istante per istante in rete. Ma come coordinare in modo ottimale la moda-lità di comunicazione connectionless di IP con quella connection-oriented di ATM?Le situazioni “limite” che potrebbero presentarsi sono ad esempio le seguenti:

- le connessioni ATM sono attivate per la trasmissione di un singolo pacchetto IPe immediatamente dopo sono abbattute; in questo modo il carico elaborativosulla rete di controllo ATM diverrebbe però eccessivo;

- le connessioni ATM sono mantenute attive per un determinato periodo ditempo, indipendentemente dall’effettivo traffico IP, a scapito naturalmentedell’efficienza di impiego delle risorse di trasferimento.

• Chi effettua poi l’instaurazione e l’abbattimento di queste connessioni? Perchè lofaccia la sorgente, occorre che questa conosca l’indirizzo ATM del destinatario, manon tutti gli approcci per coniugare IP con ATM lo consentono.

• Come descritto nel corso del presente articolo, a partire dal modello di IP classicosu ATM commutato le diverse proposte, overlay come integrate, si differenzianoprincipalmente per diverse caratteristiche, quali:

- la possibilità di realizzare tra la sorgente e la destinazione degli shortcut: cioèconnessioni ATM dirette indipendentemente dall’appartenenza o no alla stessa“sottorete logica IP” LIS (Logical IP Subnetwork);

- la modalità con cui le connessioni ATM sono instaurate: cioè su base traffico IPesistente o in funzione di informazioni topologiche (fornite ad esempio dalrouting IP);

- la scalabilità della soluzione stessa, in termini di espandibilità del numero diapparati connessi;

- la possibilità di stabilire una relazione tra i parametri di qualità a livello IP ed alivello ATM.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 71

quadro di mercato di reti e servizi di networking,caratterizzato dalla crescente “legacy”1 delle soluzioniIP “tradizionali” in ambito sia locale sia geografico.

Le proposte di innovazione provengono siadall’ambito di normativa e di specifica (ATM Forume IETF in primo luogo) sia da parte dei costruttori;alcune di queste proposte mantengono un approccioa livelli IP ed ATM separati e sovrapposti a strati(overlay) simile al modello classico oggi in uso, mamirano ad ottimizzare alcuni aspetti, quali adesempio l’instradamento in rete delle informazioni ela riduzione del numero di router attraversati. Altreproposte puntano invece ad integrare maggiormentele funzioni IP con quelle ATM: dal potenziamentodella capacità di throughput dei router - attraversol’impiego di componenti di commutazione a celle -alla ridefinizione dei modelli di instradamento,all’allocazione delle risorse ed al controllo del traf-fico. Più in particolare, i diversi approcci possonoessere ricondotti ai due modelli seguenti, illustratigraficamente nella figura 1:

• nel modello “overlay” i protocolli di instradamentogià esistenti a livello IP ed a livello ATM conti-nuano ad agire separatamente. Il livello di otti-mizzazione che si può ottenere in questo caso èsolo funzione della configurazione di rete realiz-zata dal network manager. In questa categoria rien-trano, oltre al modello classico, le soluzionibasate sul protocollo NHRP (Next Hop ResolutionProtocol), la LAN Emulation ed MPOA (MultiPro-tocol Over ATM);

• nel modello “integrato” le funzioni di instradamentoIP ed ATM sono effettivamente integrate attra-verso la definizione di un unico protocollo di

routing, comune a nodi ATM e router IP. Dalleattività in corso di normativa e specifica e dallesoluzioni finora offerte dai costruttori per loscenario integrato emergono due differentimodelli di instradamento, in grado di adattarsisulla base della analisi o del traffico presenteistante per istante (flow driven), oppure della topo-logia di rete (topology driven).L’armonizzazione di differenti modalità di instra-

damento dell’informazione in rete (connectionless alivello IP, connection-oriented a livello ATM) mira asfruttare da un lato la flessibilità che si riscontra alivello IP nel trasferimento dell’informazione,dall’altro le garanzie di qualità associate al modello“a connessione”: si dovrebbero quindi poter stabi-lire, per il trasporto di flussi IP con diverse caratteri-stiche, connessioni ATM caratterizzate dall’oppor-tuna classe di servizio, in termini di criteri di alloca-zione delle risorse di rete e della relativa garanziasull’uso delle stesse.

In ogni caso, le modalità per effettuare l’instrada-mento si complicano anche in base alle funzionalitàche si intendono svolgere nella piattaforma di retedal multicast - effettuabile tanto a livello IP [13]quanto a livello ATM - per l’offerta di diversi livellidi Qualità del Servizio [14]. Per quanto concerneinvece gli aspetti di interazione tra indirizzamentoIP ed ATM, l’idea di convergere verso un’architet-tura di indirizzamento unica è stata abbandonata;per le diverse proposte sono stati invece sviluppatimeccanismi di traduzione degli indirizzi che consen-tono di ricavare dall’indirizzo IP di un apparato ilcorrispondente indirizzo ATM e viceversa, tramiteun’operazione di traduzione degli indirizzi detta dirisoluzione.

4. Modelli overlay

4.1 Limiti ed applicabilità del modello classico

Secondo il modello classico di IP su ATM, il cuiriferimento è la RFC 1577 Classical IP over ATMand ARP [1], prodotta dall’IETF, IP consideraATM come un livello “Data Link”, alla stessastregua di quanto attuato da Ethernet nelle retilocali; non è d’altra parte effettuata alcuna integra-zione tra le funzioni IP e quelle ATM. In partico-lare, gli aspetti di qualità del servizio non sonomonitorati: a livello IP non sono infatti disponibilimeccanismi per “informare” il livello ATM dellaclasse di servizio più opportuna, in funzione delflusso trasportato.

Elementi chiave del modello classico di IP su ATMsono il protocollo per la traduzione degli indirizzi IP inindirizzi ATM ATMARP (ATM Address ResolutionProtocol) e il suo complementare InATMARP, con ilquale si effettua invece il reperimento dell’indirizzo IPcorrispondente ad un dato indirizzo ATM. L’uso diquesti protocolli sopperisce alla mancanza della funzio-nalità di broadcast su cui si basa la risoluzione tradizio-nale degli indirizzi IP in indirizzi di livello Data Link,come nel caso, ad esempio, di IP su Ethernet.

Il modello classico si applica sia al caso di rete

Iuso - Liffredo - Renon • Soluzioni di networking IP/ATM

Modello “overlay” Modello “integrato”

Applicazioni

IP + ATM

Livello fisico

Applicazioni

Livello fisico

ATM

Altro

Altro

IP

Figura 1

Schematizzazione dei modelli “overlay” e“integrato”.

(1) Il termine “legacy” è sovente usato dagli addetti ai lavori perindicare l’insieme di componenti tecnologiche utilizzate (come infra-strutture, apparati o protocolli) e che costituiscono a tutti gli effettiuna “eredità” o un “dato di fatto” economico e tecnologico di cuitenere conto.

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ATM permutata, sia a quello di rete ATM commutata.

Modello classico su ATM permutatoIl caso di ATM permutato ricalca per molti versi

il trasporto di IP su CDN (Circuiti Diretti Numerici),in termini sia di modalità di attuazione (l’architet-tura di rete risulta realizzata da router IP intercon-nessi da connessioni ATM permanenti), sia di scala-bilità del modello (applicabile sia in ambito localesia geografico).

In questo caso non bisogna effettuare alcunarisoluzione diretta degli indirizzi, tramite protocolloATMARP, in quanto ogni apparato è collegato aglialtri con cui deve comunicare mediante connessionipermutate ATM. Si fa invece uso di InATMARP,per conoscere l’indirizzo IP dell’apparato che sitrova all’altro capo di ogni connessione virtuale, in

modo da poter costruire una tabella di instrada-mento che rappresenta la topologia locale.

Rispetto al caso di impiego di CDN, il modello diIP classico su ATM permutato consente una maggioreflessibilità di configurazione, grazie alla possibilità didefinire diverse connessioni virtuali sulla stessa inter-faccia fisica del router e di multiplare statisticamentein rete di accesso e sulla rete di transito (backbone)traffici di altra natura (dati, voce, video). D’altra partequesto approccio, usando ATM solo per la capacità ditrasporto, non elimina i ritardi di elaborazione deipacchetti IP introdotti dai router in rete, né utilizza lefunzioni di controllo del traffico esistenti a livelloATM per garantire diversi livelli di qualità del servizio.

Modello classico su ATM commutatoNel caso di ATM commutato, le connessioni ATM

72 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Iuso - Liffredo - Renon • Soluzioni di networking IP/ATM

FUNZIONAMENTO DI IP CLASSICO SU ATM NEL CASO DI CONNESSIONI COMMUTATE

Come rappresentato in figura, le modalità di funzionamento possono essere cosìsintetizzate:

1) la sorgente A invia all’ATM ARP (Address Resolution Protocol) server della LISdi appartenenza, tramite protocollo ATMARP, la richiesta di risoluzione (tradu-zione) dell’indirizzo IP del router; per rispondere a questa richiesta, ogni appa-rato della LIS è configurato con l’indirizzo ATM del server ATMARP della LIS inquestione;

2) A riceve l’indirizzo ATM del router di collegamento tra la propria LIS e quella di B;3) A instaura una connessione commutata con il router e il pacchetto è trasferito da

A al router;4) il router invia all’ATM ARP server della LIS #2, tramite protocollo ATMARP, la

richiesta di risoluzione dell’indirizzo IP del destinatario B;5) il router riceve l’indirizzo ATM di B;6) il router instaura una connessione commutata con B e il pacchetto può essere

trasferito a destinazione.

Una volta instaurata la connessione, ciascun apparato della LIS mantiene le corri-spondenze tra indirizzi IP ed ATM dei destinatari associati alle connessioni virtualicommutate aperte, in modo da evitare di interrogare ogni volta l’ATM ARP server.

BARouter

3 6

1 2 4 5

LIS # 1 LIS # 2

IP = 162.163.99.11 ATM = AAAAAA

IP = 194.242.0.53 ATM = BBBBBB

ATMARP server #1 ATMARP

server #2

Sorgente Destinazione

LIS ARP

= =

Logical IP Subnetwork Address Resolution Protocol

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impiegate dai flussi IP possono essere instaurateanche su richiesta (on demand), attraverso procedure disegnalazione [15]; in questo caso sia la rete ATM sia iterminali IP e i router devono essere in grado dielaborare la segnalazione.

Una connessione ATM commutata instauratadirettamente tra sorgente e destinazione risulta possi-bile solo nel caso in cui entrambi appartengano allastessa “sottorete logica IP” LIS (Logical IPSubnetwork); altrimenti le comunicazioni IP sonorealizzate dai router, in funzione delle informazioni diinstradamento create a partire dalla conoscenza topo-logica della rete fornita dal protocollo di routing IP. Iflussi IP sono comunque trasportati su connessioniATM, non più definite da estremo ad estremo ma tracoppie di router di “collegamento” tra LIS, fino adestinazione.

Questa limitazione è dovuta al fatto che la risolu-zione (traduzione) dell’indirizzo IP di destinazione inquello corrispondente ATM (da utilizzare per instau-rare la connessione commutata) è effettuata inciascuna LIS da un server centralizzato, l’ATMARPserver, che ha una conoscenzarelativa solo della LIS diappartenenza: per destina-zioni esterne alla LIS nonrisulta perciò possibile instau-rare connessioni ATM dirette,ma solo fino al router (vediriquadro a pagina 72).

Come nel caso di ATMpermutato, non si eliminanoquindi i ritardi introdottidall’attraversamento deirouter intermedi. Inoltre, nonè previsto che a livello ATMvengano effettuate funzioni dicontrollo del traffico, e sonoancora in fase di studio moda-lità di integrazione efficientitra RSVP e ATM commutatoper il controllo della qualitàdel servizio offerto.

Un altro limite di questomodello riguarda le modalitàdi impiego delle connessionicommutate ATM da parte diun protocollo connectionless come IP (vedi riquadro apagina 70). A differenza del modello classico su ATMpermutato, il caso commutato non risulta poi applica-bile in maniera conveniente su scala geografica,soprattutto per le complicazioni introdotte dallasincronizzazione dei diversi ARP server, necessariaper garantire la coerenza tra gli insiemi di corrispon-denze di indirizzi IP e ATM gestiti da tutti gli ARPserver presenti in una stessa rete.

4.2 Evoluzioni di IP classico: NHRP

Per risolvere il problema dei ritardi introdottidall’attraversamento dei router intermedi, l’IETF hasviluppato il protocollo NHRP (Next Hop ResolutionProtocol) [16], che prevede l’instaurazione delleconnessioni ATM commutate da estremo a estremo,

indipendentemente dal fatto che la destinazioneappartenga alla stessa LIS del mittente. L’unicacondizione è che sia il mittente sia il destinatariosiano attestati alla stessa rete ATM [17].

Le informazioni di instradamento e la risoluzione(traduzione) degli indirizzi sono gestite per ogni LISda un server denominato NHS (Next Hop Server). Infigura 2 è mostrato il principio di funzionamento diNHRP (il verde e il giallo individuano due LIS diffe-renti):1) l’host richiede al proprio NHS server di effettuare

la risoluzione di indirizzo IP del destinatario inindirizzo ATM;

2) dato che questo destinatario appartiene ad un’altraLIS, la richiesta viene propagata in rete da unNHS all’altro fino a raggiungere NHS che gestiscel’host destinatario;

3) questo NHS effettua la risoluzione di indirizzo einvia la risposta verso NHS del mittente;

4) il mittente riceve l’indirizzo ATM del destinatario;5) il mittente instaura la connessione diretta ATM

con il destinatario.

Il modello NHRP presenta però, potenzialmente,alcuni vincoli alla scalabilità:• capacità di elaborazione e limiti di memoria della

interfaccia di rete dell’apparato; il problema risultaparticolarmente sentito nel caso di router, che sitrovano spesso a dover gestire sulla stessa inter-faccia un elevato numero di connessioni commu-tate ATM;

• capacità di gestire, anche nel caso di un numeroelevato di apparati, tutte le corrispondenze diindirizzi IP e ATM. Si può impiegare a questoscopo il protocollo SCSP (Server Cache Synchroni-zation Protocol), che permette la coesistenza dipiù NHS all’interno della stessa LIS, ciascunodei quali mantiene le corrispondenze tra indi-rizzi IP ed ATM di un sottoinsieme di apparatidella LIS;

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 73

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HOST ATM

ROUTER IP CON INTERFACCIA

ATM VERSO ALTRE RETI IP

HOST ATM

HOST ATM

NEXT HOP SERVER (NHS) NEXT HOP SERVER (NHS)

RETE IP/ATM COMMUTATA 5

23

1

4

Figura 2 Nuova soluzione di rete basata su NHRP (Next Hop Resolution Protocol).

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74 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

• scalabilità del protocollo di routing di livello IPusato, a patto che tutti i router presenti lungo ilcammino siano anche entità NHRP.Permane inoltre l’incertezza, come nel modello

classico, sulle modalità più opportune di impiegodelle connessioni commutate ATM, nonché laassenza di funzionalità di trattamento differenziatodei flussi.

4.3 Il modello LANE

Il modello LANE (LAN Emulation) di ATM Forum[18] [19] prevede di dotare le reti ATM dei tipiciservizi delle reti broadcast, “emulando” completa-mente le funzionalità del livello MAC (di tipoEthernet o Token Ring) su cui poggia il livello IP. Daun punto di vista più propriamente del networking, ilmodello permette di interconnettere tramite bridgeLAN tradizionali con LAN ATM, garantendo intero-perabilità a livello MAC tra tutti i terminali [20].

La realizzazione di LAN emulate è ottenuta inse-rendo sul livello di adattamento all’ATM AAL5 unospecifico strato di software, chiamato LAN EmulationEntity, che fornisce al livello IP tutti i servizi tipici dellivello MAC IEEE 802.

L’emulazione di LAN su ATM richiede l’impiegoin rete di specifici sistemi (i server), che hanno ilcompito di curare tutti gli aspetti relativi all’instaura-

zione di connessioni ATM tra sorgente e destina-zione, siano queste broadcast, multicast o unicast. Inparticolare, questi server ricevono dai vari mittenti gliindirizzi ATM dei destinatari, restituendo gli identifi-cativi VPI/VCI delle connessioni virtuali ATM checonnettono sorgente e destinazione. Le connessioniATM sono instaurate attraverso procedure di segnala-zione, per le quali non è previsto peraltro di fare usodelle varie classi di servizio ATM.

La figura 3 mostra un esempio di rete emulata: iserver per LAN Emulation realizzano l’insieme difunzioni necessarie per garantire la connettività IPsia tra i terminali attestati alla rete ATM, emulandoil funzionamento di una LAN tradizionale, sia traquesti e i terminali IP attestati alle reti tradizionali(in questo caso di tipo Ethernet) connesse alla LANemulata tramite bridge dotati di interfaccia(scheda) ATM.

La possibilità da parte di una rete ATM diemulare in tutti i suoi aspetti una rete tradizionalepermette di far evolvere la rete locale tradizionale(Ethernet, Token Ring…) in una rete ATM senzadover effettuare alcuna modifica software ai terminaliad essa connessi. L’evoluzione delle reti locali versoATM può quindi avvenire in modo graduale, coinvol-gendo innanzitutto la parte più propriamente trasmis-siva della rete, senza alcuna modifica alla suite proto-collare TCP/IP presente nei terminali. Questi conti-

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IL MODELLO IP CLASSICO: DAL SUPPORTO SU ETHERNET AL SUPPORTO SU ATM

• Il supporto di IP su reti “di livello 2” o Data Link (come ad esempio Ethernet oToken Ring) avviene secondo il cosiddetto “Modello Classico”. Questo modello èrealizzato nell’ipotesi che su reti distinte a livello Data Link siano definite “sotto-reti IP” distinte. L’appartenenza o no ad una certa sottorete IP è determinatadall’indirizzo IP, che presenta la stessa parte comune (il “prefisso”) per tutti gliapparati (quali terminali, router, bridge) che fanno parte della stessa sottorete.

• Il prefisso dell’indirizzo IP è usato in trasmissione da ciascun apparato per deter-minare se la destinazione appartiene alla propria sottorete IP. Questo tipo disuddivisione permette comunicazioni dirette tra apparati appartenenti alla stessasottorete (grazie alle caratteristiche “broadcast” delle LAN tradizionali comeEthernet); le comunicazioni tra apparati appartenenti a sottoreti distinte avven-gono invece attraverso i router. Il confronto tra l’indirizzo sorgente e l’indirizzodestinazione permette ai router di connessione tra sottoreti IP di determinare lanecessità di instradare il pacchetto verso un’altra sottorete IP.

• Come conseguenza della definizione stessa di sottorete IP, in un insieme di appa-rati connessi fisicamente allo stesso Data Link è possibile definire una o piùsottoreti IP di tipo “logico” LIS (Logical IP Subnetwork), vale a dire distinte alivello IP ma non a livello Data Link.

• In particolare, nel caso di IP su ATM si possono definire più LIS sulla stessapiattaforma ATM, ciascuna corrispondente a un insieme di apparati il cui indi-rizzo IP assume lo stesso valore nella parte di prefisso. In questo modo,sorgente e destinazione risulteranno direttamente “visibili” l’una dall’altra alivello ATM in base agli indirizzi IP sorgente e destinazione, e non in funzionedell’appartenenza o no alla stessa rete ATM. Se i prefissi risultano differenti,la comunicazione deve comunque avvenire, in modo “classico”, attraversorouter che debbono ogni volta elaborare i pacchetti ricevuti, per stabilirnel’instradamento.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 75

nuano infatti a vedere la retecome se fosse una rete localetradizionale, e l’unica parte dasostituire riguarda la scheda direte, sulla quale sarà predi-sposto il protocollo specificodi emulazione di rete.

Il limite principale risiedenel fatto che la scalabilitàdella soluzione risulta limitataal solo ambito locale, per l’ele-vato numero di operazioni chedevono svolgere i server chetrattano i protocolli di LANEmulation. È ora in corso didefinizione, in ambito ATMForum, la versione 2.0 delprotocollo LANE, il cui obiet-tivo è quello di estenderel’ambito di applicabilità dellasoluzione anche a livellogeografico.

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REQUISITI PER EMULARE UNA LAN TRADIZIONALE SU ATM

Emulare una LAN tradizionale (Ethernet o Token Ring) in ambiente ATM significarealizzare tutte le funzionalità e caratteristiche fondamentali della LAN in questione,sfruttando i servizi offerti dall’ATM:

• le LAN tradizionali forniscono servizi di trasmissione di tipo connectionless: nonè richiesta ai terminali l’apertura di una connessione: l’instradamento avvieneinfatti sulla base dell’indirizzo di destinazione contenuto nell’intestazione delpacchetto. In ATM, invece, le celle non contengono l’indirizzo del destinatario el’instradamento avviene in base al valore dell’identificativo di connessioneVPI/VCI, assegnato in modo indipendente su ogni tratta all’atto dell’instaurazionedella connessione;

• la natura connectionless delle LAN tradizionali permette di realizzare in modosemplice e flessibile servizi broadcast e multicast: in ATM, invece, occorre instau-rare (con modalità permutata o commutata) tante connessioni punto-punto quantesono le coppie sorgente-destinatario esistenti o, in alternativa, tante connessionipunto-multipunto quante sono le sorgenti in questione;

• le LAN tradizionali identificano i vari apparati con indirizzi il cui formato èconforme a quello definito dal progetto IEEE 802, diverso da quello utilizzatonelle reti ATM; sono quindi necessari algoritmi o protocolli per la traduzione degliindirizzi (address resolution);

• le pile di protocolli operanti sulle reti locali fanno uso di interfacce di livello MAC(MAC driver interface) che, pur non essendo standard, hanno una notevole diffu-sione. Occorre quindi garantire la compatibilità con le più diffuse interfacce MAC,come ad esempio NDIS (Network Driver Interface Specification), ODI (OpenData-Link Interface) e Packet Driver;

• l’emulazione di LAN deve permettere di creare in modo flessibile domini o LANvirtuali sulla stessa rete fisica ATM, limitando la diffusione del traffico broadcastall’interno della LAN emulata di competenza;

• le LAN emulate devono poter interoperare con le LAN tradizionali.

Infrastruttura ATM

Terminale IP

Terminale IP

Terminale IP

LAN emulata

Terminale IP

Rete Ethernet

Bridge

Bridge Rete Ethernet

Scheda Ethernet

Scheda Ethernet

Scheda ATM

Scheda ATM

Scheda ATM

Scheda ATM

Server per LAN Emulation

Figura 3 Esempio di rete emulata con il modello LANE (LAN Emulation).

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76 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

4.4 La proposta MPOA

La specifica MPOA (MultiProtocol Over ATM) èstata prodotta nel corso del 1997 dall’ATM Forum[20] come uno strumento idoneo a realizzare unasoluzione di rete caratterizzata dalla presenza didiverse tecnologie (a livello rete: IP, IPX…; mentrea l ivello “data-link”: Ethernet, Token Ring,LANE...), in grado quindi di superare i limiti discalabilità della LAN Emulation (versione 1.0) e diottimizzare l’interconnessione di LAN emulate suscala geografica. In particolare, come dice lo stesso

nome, la soluzione MPOA è stata studiata perconsentire il trasporto su ATM di qualsiasi proto-collo di internetworking. Per ora sono consideratisolo i casi di IP ed IPX, dato l’elevato numero disoluzioni basate su tali protocolli attualmenteimpiegate nelle aziende.

Il modello MPOA si basa sulla separazione dellefunzionalità di instradamento dei pacchetti IP(routing) da quelle di invio effettivo dei pacchetti(forwarding); è stata così ottenuta un’architettura chenel complesso si presenta come un router virtuale odistribuito (denominato virtual router), che emula lefunzionalità delle tradizionali reti router-based, e la cuivelocità di forwarding è quella della piattaforma ATM,e quindi risulta essere assai più alta di quella di unrouter tradizionale.

Il trasferimento dell’informazione e la risolu-zione (traduzione) degli indirizzi sono effettuatiall’interno delle sottoreti logiche tramite i mecca-nismi offerti dalla LAN Emulation, mentre su basegeografica si fa ricorso all’NHRP. In aggiunta, tutti iflussi IP ritenuti di durata “significativa” sonoinstradati su connessioni ATM dirette tra sorgente edestinazione (queste connessioni sono anche chia-mate scorciatoie: short-cut); si evita così l’elaborazionenei router pacchetto per pacchetto e si ottimizza iltrasferimento in rete. Per rilevare se un flusso IP è

di durata significativa, il protocollo MPOA prevedenei “punti di ingresso” della piattaforma IP/ATMdei contatori di pacchetti IP. La realizzazione deglishort-cut avviene con l’ausilio dei protocolli disegnalazione e di instradamento presenti a livelloATM, come ad esempio il protocollo PNNI.

La figura 4 mostra un esempio di architettura direte MPOA: router che realizzano le funzioni diMPOA server realizzano l’interconnessione tra leLAN emulate e la rete geografica, basata sul proto-collo NHRP. La comunicazione tra i due terminaliin figura avviene di default secondo il percorso (1);

se però MPOA client (resi-dente in questo caso nelterminale IP mittente) rilevache il flusso IP inviato è didurata significativa, richie-derà a MPOA server di riferi-mento l’indirizzo ATM deldestinatario, con il qualepoter realizzare il camminodiretto (short-cut), indicatoin figura come percorso (2).L’informazione sull’indirizzoè ottenuta da MPOA serverattraverso interrogazioni aglialtri MPOA server, facendouso del protocollo NHRP.All’interno della rete NHRPquesta funzione è svoltadirettamente dai router ditipo NHRP server.La soluzione MPOA è apertaalle evoluzioni ora in corsoper il protocollo IP: dall’im-piego di protocolli per laprenotazione delle risorse

RSVP (Resource ReserVation Protocol) alla definizionedi diverse classi di servizio IP secondo l’architetturaISI (Internet Services Integration), e al multicast; essapermette anche l’impiego di nuove classi di servizioATM e successivi rilasci di segnalazione ATM.

I limiti potenziali di tale soluzione corrispon-dono, almeno oggi, a quelli dei suoi “componenti”LANE e NHRP, ed in particolare la scalabilità alivello geografico, intesa come capacità dei serverMPOA di gestire i “client” presenti.

5. Modelli integrati: tendenze in atto

Come si è visto, gl i standard relativi al letecniche di integrazione tra IP ed ATM non sonoancora consolidati, mentre sono già presenti sulmercato proposte industriali diversificate.

Come elemento comune, queste soluzioniprevedono l’impiego di architetture di apparatoibride IP/ATM, indicate generalmente con iltermine CSR (Cell Switch Router). La definizioneper questa nuova classe di apparati può farsi risalirealla proposta avanzata in IETF dalla Toshiba nel1994 [22]: nel biennio 1996-97 i l numero diproposte di questo genere è cresciuto in misuraconsiderevole, ed è stato indirizzato verso una

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Terminale IP (MPOA client)

Scheda ATM

Terminale IP (MPOA client)

Scheda ATM

Server per LAN Emulation

Server per NHRP Server per

LAN Emulation

Rete basata sul protocollo NHRP

LAN emulataLAN emulata

Router MPOA Server

Router MPOA Server

1

2

1

2

Percorso di default

Percorso short-cut

1

2

MPOA NHRP

= =

MultiProtocol Over ATM Next Hop Resolution Protocol

Figura 4 Esempio di architettura di rete MPOA.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 77

specifica internazionale, nelle attività ora in corsopresso il gruppo di lavoro MPLS (MultiProtocolLabel Switching) dell’IETF [23]. Tra le proposte deicostruttori che hanno maggiormente attratto l’at-tenzione degli esperti vi sono, oltre a quellaToshiba, soluzioni più orientate al singolo nodo (adesempio l’IP Switch della Ipsilon) o alcune solu-zioni architetturali di rete, come il TAG Switching diCisco Systems.

Le realizzazioni di router hanno sinora effet-tuato a livello software sia il routing sia il packetforwarding, vale a dire, sia la scelta delle rotte daseguire in rete, dalla sorgente alla destinazione, sial’effettivo inoltro dei pacchetti sui percorsi scelti.Si è così prodotta un’intrinseca limitazione allavelocità di smaltimento dei dati, rispetto ad unforwarding realizzato invece via hardware, comeavviene ad esempio all’interno di una matrice dicommutazione ATM.

La caratteristica essenziale di un apparato deltipo cell switch router risiede invece nel processo diinoltro dei pacchetti IP tra le interfacce di ingressoe di uscita (forwarding): esso è effettuato dallastruttura di commutazione ATM, ottenendo elevateprestazioni in termini dithroughput; il controllo delforwarding segue invece ilparadigma del routing IP,anziché l’insieme di proce-dure previste dal piano dicontrollo ATM. Indipenden-temente dalle modalità concui il livello IP effettua ilcontrollo del livello ATM,l’ottimizzazione nel trasferi-mento dell’informazione èraggiunta trasportando if lussi IP su connessioniATM, come illustrato sche-maticamente nella figura 5.

La connessione ATMend-to-end è realizzata “asegmenti”, da un CSR alsuccessivo: solo la “concate-nazione” di tutti i varisegmenti , compiuta inciascun nodo, permette direalizzare una connessioneATM diretta da estremo aestremo. Le modalità con cui si arriva a costruireuna connessione ATM tra mittente e destinatario(end-to-end) sono uno dei principali punti di diver-sificazione delle diverse proposte. Possono in parti-colare essere identificati due approcci:• topology driven: la connessione ATM è instaurata

da sorgente a destinazione sotto il controllo dellivello IP, in accordo con la topologia definitadal protocollo di routing IP; si può così raggiun-gere un elevato livello di efficienza nell’usodelle connessioni ATM instaurate. Nelle archi-tetture topology driven l’intero traffico IP attra-versa la rete su connessioni ATM dirette tramittente e destinatario, con l’eccezione dei casinei quali si hanno cambiamenti nelle tabelle di

routing; in questi casi, si possono verificareperiodi di funzionamento secondo il classicoparadigma hop-by-hop (a “rimbalzo” da un nodoall’altro). Questo approccio può risultare quindiparticolarmente sensibile alla stabilità dellatopologia di routing. Un esempio significativodella classe topology driven è la proposta CiscoSystems di “Tag Switching”;

• flow driven: in questo caso il comportamento dibase di un CSR è quello di un router convenzio-nale; il traffico, ricevuto dalle interfacce ATM, èinviato verso il modulo che effettua il routing,dove i pacchetti sono elaborati e trasmessi versola destinazione. Solo a seguito del verificarsi dicerte condizioni (sulla base ad esempio dellacoppia di indirizzi sorgente e destinazioneovvero dell’applicativo che genera il flussoentrante) il comportamento diviene quello di unnodo ATM; si evita così, da quel momento, laelaborazione completa (estrazione, esame ereinserzione in ATM) dei pacchetti successiviIP di quel flusso, che viene associato dal CSRad un “segmento” di connessione ATM, che èterminato sul CSR successivo. Nelle soluzioni

flow driven una quota iniziale di traffico risultaquindi necessariamente inoltrata con modalitàhop-by-hop. Le prestazioni complessive delmodello, data l’elevata variabilità che può carat-terizzare il traffico, dipendono sensibilmente daicriteri usati per rilevare i flussi e dalla capacitàdel controllo del CSR in termini di connessioniATM che possono essere instaurate nell’unità ditempo, nonché dalla composizione stessa deltraffico IP, vale a dire da quanta parte di trafficoè da trattare come flusso piuttosto che pacchettoper pacchetto. Alla categoria di approcci flowdriven appartiene la soluzione “IP switch”,sviluppata da Ipsilon, e la soluzione proposta daToshiba in IETF.

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Terminale IP

Rete Ethernet

Scheda Ethernet

Terminale IP

Scheda ATM

Scheda ATM

Rete ATMRete ATM

Router IP

2

4

1

3

Percorso di default, con l'elaborazione dei pacchetti al livello IP

Percorso short-cut , senza l'elaborazione dei pacchetti al livello IP

CSR

IP

ATM1

3

2

4

Figura 5 Principio di funzionamento del CSR (Cell Switch Router).

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78 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Per entrambi gl i approcci sono da tenerepresenti gli aspetti di sicurezza, in particolare lanecessità di realizzare, in determinati punti dellarete, l’elaborazione dei pacchetti a livello IP, inmodo da consentire funzioni di “firewall” sui flussiIP in transito.

6. Applicabilità e limiti delle soluzioni IP/ATM

Le diverse soluzioni di rete IP su ATM, overlay ointegrate, seppur a volte simili nell’approccio o nellaterminologia usata, sono destinate in generale adambiti e contesti assai differenti: dal potenziamentodi reti dorsali aziendali, all’interconnessione di LANsu scala geografica, alla possibilità di realizzare piat-taforme di rete multiservizio.

I problemi di scalabilità delle diverse soluzioni, ecioè la possibilità di espanderle senza ridurne leprestazioni, differenziano l’applicabilità di ciascuna diesse ad un ambito locale piuttosto che “allargato”. Èil caso ad esempio dell’emulazione di LAN, ma anchedi soluzioni come NHRP o MPOA, messe a puntoper connettività su scala geografica (ad esempio, perl’interconnessione di LAN), ma che potrebberopresentare significative criticità a livello “globale”,nel contesto della “Big Internet”.

Altro fattore da tenere in considerazione è ilcammino evolutivo che si intende seguire; questascelta è condizionata da alcuni elementi fondamen-tali, quali il livello di stabilità e di disponibilità diprotocolli standard e di prodotti. In questo senso, lesoluzioni overlay presentano in generale un maggiorgrado di stabilità rispetto a quelle integrate. Inoltre,il mantenere separati i livelli ATM da quelli IPpermette di introdurre in rete separatamente le inno-vazioni tanto per il protocollo IP quanto per quelloATM, non appena esse si rendono disponibili:dall’uso di protocolli per la prenotazione di risorse(RSVP) per fornire diverse classi di servizio IP (ISI),al multicast; da nuove classi di servizio ATM, asuccessivi rilasci di segnalazione. La realizzazione disoluzioni integrate presenta invece tutti i vantaggi diottimizzazione nell’uso delle risorse prima indicati:dal ridurre le necessità di elaborare le comunicazionia livello IP effettuando un instradamento a“rimbalzo” da un nodo al successivo (hop-by-hop)alla possibilità di sfruttare appieno i vantaggi offertida ATM in termini di velocità e di trattamento diffe-renziato dei flussi. Diversi tuttavia sono ancora iproblemi da affrontare e da risolvere, legati agliaspetti di scalabilità, a quelli di interoperabilità,all’effettiva possibilità di realizzare funzionalità avan-zate come il Multicast. Inoltre, l’effetto “conserva-tivo” dato dal gran numero di sistemi ed applicazionibasati su IP “classico” oggi in esercizio, tende a favo-rire le soluzioni di migrazione compatibili con l’esi-stente piuttosto che quelle di “rottura”; a questoriguardo un esempio è l’evoluzione verso IPv6 [24],che si sta verificando con tempi assai più lunghirispetto alle previsioni anche recenti, proprio per ladifficoltà di introdurre cambiamenti radicali diprogrammi, dei sistemi operativi e di driver software.

In definitiva, come abbiamo visto, i possibili

percorsi evolutivi sono diversi, come confermatodall’ampia gamma di proposte, sia presentate daicostruttori, sia in corso di studio o in sperimenta-zione. Ad oggi, le soluzioni di networking IP suATM in campo seguono il modello classico su ATMpermutato, e il recente emergere sul mercato dirouter ad alta velocità (i giga-router, sovente basatisull’uso di una matrice ATM all’interno per il“forwarding” dei pacchetti) conferma maggiormentequesto tipo di approccio. In ogni caso, il prevalere diun percorso “overlay” piuttosto che “integrato” saràil risultato di diversi elementi, e in particolare quellodi maggior pregnanza sarà sicuramente la rispostadel mercato.

Ringraziamenti

Tra i colleghi che con le loro osservazioni hanno contri-buito alla stesura di questo articolo, desideriamo ringra-ziare particolarmente Ezio Barbero, Gianni Rossi eMatteo D’Ambrosio, della Unità di Ricerca CSELT “Piat-taforme di Networking”, per la disponibilità e per gliutilissimi spunti forniti.

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AAL ATM Adaptation LayerARP Address Resolution ProtocolATM Asynchronous Transfer ModeATMARP ATM Address Resolution ProtocolCDN Circuiti Diretti NumericiCSR Cell Switch RouterIETF Internet Engineering Task ForceIP Internet ProtocolInATMARP Inverse ATM Address Resolution

ProtocolIPX Internet Packet eXchangeISI Internet Services IntegrationLAN Local Area NetworkLANE LAN EmulationLIS Logical IP SubnetworkLLC Logical Link ControlMAC Medium Access ControlMPLS MultiProtocol Label SwitchingMPOA MultiProtocol Over ATMNDIS Network Driver Interface Specifi-

cationNHRP Next Hop Resolution ProtocolNHS Next Hop ServerODI Open Data-Link InterfaceOSI Open System InterconnectionOSPF Open Shortest Path FirstPNNI Private Node to Node InterfacePVC Permanent Virtual ConnectionQoS Quality of ServiceRFC Request For CommentRSVP Resource ReserVation ProtocolSCSP Server Cache Synchronization

Protocol

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 79

Iuso - Liffredo - Renon • Soluzioni di networking IP/ATM

[1] Classical IP and ARP over ATM. IETF RFC1577 (Proposed Standard), gennaio 1994.

[2] Staalhagen, L.: A comparison between the OSIReference Model and the B-ISDN Reference Model.IEEE Network, gennaio/febbraio 1996.

[3] Garetti, E.; Pietroiusti, R.; Renon, F.M.: ATM:modelli dei protocolli e funzioni di rete. «NotiziarioTecnico Telecom Italia», Anno 5, n. 2,settembre 1996, pp. 29-44.

[4] Giorcelli, S.: La tecnica ATM nell’evoluzione dellereti e servizi. Collana ATM UTET, dicembre1996.

[5] Garetti, E.; Pietroiusti, R.: ATM - Aspettigenerali. «Notiziario Tecnico Telecom Italia»,Anno 5, n. 1, maggio 1996, pp. 11-25.

[6] ATM User-Network Interface Specification - Version3.1. The ATM Forum, settembre 1994.

[7] UNI signaling - Version 4.0. The ATM Forum,luglio 1996.

[8] Castelli, P.; De Giovanni, L.; Vittori, P.:Controllo del traffico e della congestione nella reteB-ISDN: contratto di traffico e classi di trasportoATM. «Notiziario Tecnico Telecom Italia»,Anno 6, n. 1, luglio 1997, pp. 41-51.

[9] PNNI Specification - Version 1. The ATMForum, marzo 1996.

[10] OSPF Version 2. IETF RFC 2328, aprile 1998.[11] Fioretto, G.: La standardizzazione nelle telecomu-

nicazioni. «Notiziario Tecnico Telecom Italia»,Anno 5, n. 1, maggio 1996, pp.63-74.

[12] Multiprotocol encapsulation over ATM adaptationlayer 5. IETF RFC 1483 (Proposed Standard),luglio 1993.

[13] Introduction to IP multicast routing. IETFInternet Draft, marzo 1997.

[14] A Framework for QoS-based routing in theInternet. IETF Internet Draft, aprile 1998.

[15] ATM signalling support for IP over ATM. IETFRFC 1755 (Proposed Standard), febbraio 1995.

[16] NBMA Next Hop Resolution Protocol (NHRP).IETF Internet draft, gennaio 1998.

[17] Classical IP to NHRP Transition. IETF InternetDraft, gennaio 1998.

[18] LAN emulation over ATM - Version 1.0. TheATM Forum, gennaio 1995.

[19] LANE Version 2.0 LUNI interface. The ATMForum, luglio 1997.

[20] Gai, S.; Montessoro, P.; Nicoletti, P.: Reti Locali:dal cablaggio all’internetworking. Ed. SSGRR,L’Aquila, 1996.

[21] Multi-Protocol over ATM (MPOA) - Version 1.0.The ATM Forum, luglio 1997.

[22] Conventional IP over ATM. IETF InternetDraft, marzo 1994.

[23] A Framework for MultiProtocol Label Switching.IETF Internet Draft, dicembre 1997.

[24] Iuso, F.: IPv6, la nuova versione del protocolloInternet. Su questo stesso numero del «Noti-ziario Tecnico Telecom Italia».

SNAP Sub-Network Attachment PointSVC Switched Virtual ConnectionTCP Transmission Control ProtocolUDP User Datagram ProtocolVC Virtual ChannelVP Virtual Path

Luisa Liffredo ha conseguito la laurea inIngegneria Elettronica presso il Politecnico diTorino. Dal 1994 lavora in CSELT, nella lineaNetworking della Direzione Commutazione eServizi di Rete, unità di ricerca Sviluppo Servizie Soluzioni di Rete. Si è occupata dellaspecifica del supporto di servizi IP,multimediali e di diffusione video su nuovetecnologie di accesso di tipo xDSL e FTTx, edello sviluppo di architetture di rete a largabanda in tecnica ATM e di modelli di

integrazione IP/ATM partecipando, contestualmente, alle attivitàdi standardizzazione internazionale in ATM Forum, ITU-T,DAVIC e FSAN. È attualmente impegnata, in supporto a TelecomItalia, nella realizzazione in campo di soluzioni di rete in tecnicaATM. Ha inoltre svolto attività didattica presso il Politecnico diTorino su aspetti di Networking per il corso di Telematica, ed è tragli autori del primo volume della Collana CSELT su ATM.

Federico M. Renon si è laureato in IngegneriaElettronica presso l’Università di Pavia, ed halavorato dapprima nel Gruppo Sistemi SpazialiAeritalia (ora Alenia Spazio), dove si è occupatodi attività di laboratorio, di specifica e direalizzazione di sistemi di controllo per satelliti,nell’ambito del programma SAX. Dal 1990 èpassato allo CSELT di Torino, nel settore dellereti ad alta velocità, ove si è occupato delladefinizione e specifica di soluzioni e servizi perreti metropolitane; è ora responsabile della

Unità di Ricerca Sviluppo Servizi e Soluzioni di rete, nell’ambitodella Direzione Commutazione e Servizi di Rete. Opera, sia inambito di ricerca sia in ruolo di supporto a Telecom Italia, per ladefinizione architetturale, la specifica e la realizzazione di soluzionidi rete e servizi innovative, quali quelle basate su networking IP edATM (Pilota ATM Europeo e Nazionale, rete SIRIUS, reteATMosfera). Partecipa ad Enti internazionali di normativa especifica (ETSI, ITU-T, ATM Forum, DAVIC), ed a progetticooperativi in ambito EURESCOM ed ACTS.

La biografia di Francesco Iuso è riportata a pagina 56.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA

- Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

1. Introduzione

La progressiva informatizzazione dei processi dibusiness, intesi come insieme di modalità operativeaziendali che permettono la produzione e la forni-tura di prodotti e servizi rivolti ai clienti, si avvalesempre più dei progressi tecnologici e tende a farconvergere gli interessi fra i produttori di servizi dicomunicazione

(gestori di media, publishing, entertain-ment e consumer vendors) e i fornitori di reti e servizi,di hardware e di software (gestori di telecomunicazione,fornitori di computer e distributori di office equipment).Negli anni Novanta tre differenti leve stannoagendo sull’ambiente in cui operano le realtà azien-dali Telecom, situazione sintetizzata da M. Hammer,uno dei primi sostenitori della necessità della rein-gegnerizzazione, con il termine di sindrome C3:Cliente, Competizione, Cambiamento [1, 2, 3]. Ilconcetto di cliente, come percepito solo meno di undecennio fa, non è più proponibile nel contestoeconomico attuale, dove le sue necessità e i suoidesideri pilotano e modellano la flessibilità di unaazienda. La fornitura di servizi da parte di gestoripubblici e privati comporta infatti uno stato di turbo-lenza e anche di insicurezza, che orienta l’attenzionedei gestori del settore verso una più attenta valuta-zione della competizione; questa è sicuramente uno

strumento di rilievo, in grado di aumentare l’imma-gine e il potere sui mercati, ma può rivelarsi alcontempo una terribile minaccia per le aziende chenon hanno ancora attuato piani di consolidamento edi potenziamento dei propri processi operativi,intendendo per processo operativo una successione diattività lavorative, ciascuna con un proprio livello dicomplessità e in grado di trattare opportuni ingressiper generare specifiche uscite, al fine di caratteriz-zare ad ogni suo passo elementare un significativovalore aggiunto per l’Azienda e il cliente finale, siainterno che esterno ad essa.

A seguito di politiche aziendali, vincolate anche daaspetti di tipo strategico-finanziario, si è quindi assi-stito negli ultimi anni ad un’attenzione via viacrescente alla problematica dei processi, condizionata dafenomeni presenti in qualsiasi azienda e tra lorocontrapposti, quali: il time-to-market sempre piùcompresso e la necessità di allestire modalità operativee flussi di lavoro in tempi estremamente rapidi per lagestione di nuove reti e di nuovi servizi; l’utilizzo diprocedure aziendali già impiegate per svolgere anchenuove attività, con un aumento sostanziale dellacomplessità; l’eccessiva “polverizzazione” delle atti-vità che compongono i passi elementari di un flusso dilavoro e, infine, una totale mancanza di regole azien-dali da applicare nella fase di analisi e di aggiorna-

GUIDO BRUNO

DANIELA LONG

CIRO SCOGNAMIGLIO

Esperienze inTelecom Italia

La Gestione dei Processi Operativi della Direzione ReteL’ambiente IMAGO

Quali sono gli effetti della pressione competitiva? La consapevolezza di dover adottareun approccio innovativo alla strutturazione del business che comprende l’applicazionedi metodi e di strumenti per la definizione dei processi operativi. E a questo scopo laleva cardine è la riprogettazione dei processi e cioè la predisposizione di ambienti dedi-cati alla descrizione, alla condivisione e alla gestione di “Biblioteche di Processi”.Queste nuove esigenze si concretizzano nella predisposizione di ambienti che facilitano laredazione dei processi, l’attivazione di procedure per una loro corretta approvazione ela condivisione a tutti i livelli aziendali del loro contenuto.Operando in questo modo, si dà valore aggiunto a una banca dati sui processi, si agevo-lano le attività di reingegnerizzazione, si riducono i tempi di condivisione e si mantengo-no le congruenze informative, in linea con l’evoluzione tecnico-operativa dell’Azienda.Nel presente articolo si riporta l’esperienza maturata da parte della Direzione Retedi Telecom Italia con l’applicazione IMAGO (Interfaccia Multilivello per l’AnalisiGrafica Organizzativa), in grado di trasformare in patrimonio collettivo la com-prensione dell’articolazione organizzativa dei processi operativi e della relativa evo-luzione.

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Bruno - Long - Scognamiglio • La Gestione dei Processi Operativi della Direzione Rete - L’ambiente IMAGO

mento delle conoscenze in merito alla presente orga-nizzazione dei Processi Operativi e alle modalità dievoluzione di questi processi nel medio periodo.

In questo scenario, i Processi Operativi stannosempre più assumendo la connotazione di un patri-monio aziendale e costituiscono la struttura di riferi-mento entro cui inquadrare al meglio le competenzeorganizzative, l’utilizzo dei sistemi di supporto, lagestione dei dati e la valutazione degli investimenti edei costi in relazione alle evoluzioni degli scenaritecnologici, impiantistici e procedurali. Si percepiscecosì l’importanza strategica e l’utilità pratica di predi-sporre ambienti in grado di gestire le informazioniche riguardano questi processi e di assicurarne unavisione omogenea, integrata e condivisa, fruibile inmodo tempestivo e capillare dalle strutture organizza-

tive responsabili del controllo, della validazione edella definizione delle politiche di evoluzione diquesti processi.

2. Contesto di riferimento

Per fronteggiare un mercato altamente competi-tivo e condizionato da differenti forme di pressionecommerciale, non è più sufficiente che le aziendeleader di un settore mantengano i propri standard operseguano obiettivi di miglioramento frazionali, ma ènecessario far migrare questi obiettivi verso fattorimoltiplicativi, ossia passare da un miglioramento del10 per cento annuo ad uno 10 volte maggiore. Livellidi crescita così radicali richiedono nuovi e potenti

GLOSSARIO

ProcessoComponente funzionale che trasforma le informazioni in ingresso in quelle a valore aggiuntoin uscita.

AttivitàComponente di un processo che ne descrive il funzionamento attraverso il comportamento ela dinamica.

Entità EsternaAstrazione che rappresenta le entità esterne ad un ente che interagiscono con i processi dellostesso ente.

Flusso OperativoSuccessione di attività, ciascuna con un proprio livello di complessità ed in grado di agire suspecifici ingressi per generare uscite, in modo da caratterizzare ad ogni passo elementare unsignificativo valore aggiunto per l’azienda e per il cliente finale, interno o esterno all’azienda.

Mappa di ContestoMappa che rappresenta le relazioni esistenti tra l’insieme dei processi e tra questi e le entitàesterne.

Mappa di ProcessoMappa che rappresenta le relazioni esistenti tra i processi.

Mappa di AttivitàMappa che rappresenta le relazioni esistenti tra le attività derivate dalla scomposizione gerar-chica di un processo.

Mappa di Flusso OperativoRappresentazione grafica che chiarisce, su base temporale, le relazioni tra due estremi (end-to-end) relative alle componenti processive a partire da un evento.

Mappa dell’OrganizzazioneRappresentazione grafica che definisce le relazioni tra le strutture organizzative di un’aziendao di una sua componente.

DimensioneIndicazione di uno degli aspetti che caratterizzano la realtà aziendale che si vuole rappresen-tare; esempi di possibili dimensioni sono sistemi, organizzazione, servizi, norme, tecnologie.

CoordinataValore assunto da una dimensione.

VistaMappa che individua una relazione tra le componenti processive e quelle coordinate.

ModelloInsieme di mappe, architetture, viste, tabelle delle coordinate, informazioni anagrafiche asso-ciate alle componenti processive ed a Entità Esterne.

Biblioteca di ProcessoInsieme di tutti i modelli validati.

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strumenti che agevolino la riprogettazione di base dellavoro. Come sostiene Davenport, altra persona diriferimento internazionale sulla tematica del migliora-mento processivo di una azienda, l’approccio radical-mente innovativo che si rende necessario devecomprendere sia la concezione e la strutturazione delbusiness sia le modalità per migliorarlo; il businessnon deve essere visto in termini di funzioni, divisionio prodotti, ma in termini di processi chiave [4].Raggiungere un predeterminato ordine di grandezzanel grado di miglioramento in questi processi chiavesignifica riprogettarli integralmente. Sfortunatamente,l’utilizzo di procedure aziendali esistenti per svolgereanche attività nuove, aggravasostanzialmente la comples-sità iniziale del problema,poiché si ha una vera e propriafrantumazione nella linearità enella successione delle attivitàche compongono i passielementari di un processo. Èper questo motivo che l’ana-lisi e la comprensione di unprocesso può divenire assaicomplessa; la crescita disordi-nata di nuove funzionalitàinserite in procedure opera-tive esistenti comporta infattila necessità di gestire e dicontrollare una moltitudine dieccezioni e di casi alternativi,che penalizza di molto sia l’ef-ficienza e la fluidità delprocesso sia l’operatività delpersonale direttamente coin-volto nell’espletamento dellavoro così ripartito.

Le Aziende, quindi, perpoter gestire obiettivi cosìsfidanti (riprogettazione) erealtà così palesemente complesse (crescita noncontrollata delle proprie procedure operative, notoanche come fenomeno “spaghetti process”), devonodotarsi di metodi di analisi e di strumenti di descrizione edunque di processi che risultino facilmente compren-sibili, evidenzino i benefici o i problemi di alcuneorganizzazioni procedurali e permettano di gestire eaggiornare una banca dati sui processi, accessibile dairesponsabili dell’Azienda.

Le metodologie di descrizione dei processi piùdiffuse in letteratura, consentono di formalizzare leattività tramite diagrammi di flusso Rummler/Brake(flowchart) o si rifanno alle tecniche di rappresenta-zione con diagrammi Yourdon-DeMarco (Data FlowDiagram) [5, 6]. In entrambi i casi, il metodo di rappre-sentazione definisce in modo schematico (grafico) lerelazioni di dipendenza, di attivazione e di esclusionedel flusso delle attività, mentre la complessità deldominio di applicazione impone spesso l’utilizzo didiversi livelli di granularità. Per poter risalire ed otte-nere una schematizzazione di questo genere, è neces-sario che l’analista di processo abbia sia una visione diinsieme (astratta) del processo, sia una conoscenzapuntuale (particolareggiata) delle singole attività, tale

da poter rappresentare in modo congruo i differentilivelli di astrazione; una volta stabilito l’adeguatolivello di granularità, la schematizzazione guidatadall’alto (top-down) è terminata.

L’insieme di queste descrizioni (formali) non puònaturalmente essere lasciato alla “buona volontà” delsingolo (figura 1), ma deve essere formalizzato inmodo che diventi patrimonio comune condiviso, real-mente percepito come fattore abilitante al migliora-mento dell’Azienda nel suo complesso. La conver-genza di queste necessità e la disponibilità di tecno-logie di condivisioni informative a costo contenutoportano all’individuazione di metodi o di strumenti in

grado di gestire e di aggiornare nel tempo una bancadati dei processi operativi.

Le assunzioni sopra esposte sono valide e applica-bili anche nel contesto della DR (Direzione Rete) diTelecom Italia, intesa come Ente che offre uninsieme di servizi ai propri clienti (Direzioni diMercato di Telecom Italia e altri Gestori, quali OPI eTIM). La DR ha compiuto in questo ambito, apartire dal 1994, un notevole sforzo di analisi, razio-nalizzazione e ridisegno dei processi, quando iGruppi di Progetto Rete hanno individuato i processidi presidio della Rete, con l’obiettivo di definireun’organizzazione tipicamente processo-centrica, ehanno poi fatto confluire questi risultati nel“Progetto Innovazione di fase 1 e di fase 2”. Inoltre,nel corso del 1996, come prosecuzione della iniziativaIT2000 Strategy, sono stati attivati numerosi MPP(Master Plan Processivi) per valorizzare al meglio ed inmodo capillare le conoscenze sui processi attuali esulla loro possibile evoluzione. I risultati di questilavori sono costituiti da un insieme di documenti,disponibili in formato tradizionale, che fornisconouna visione disaggregata, non omogenea (in quantosono stati adottati vari criteri di rappresentazione),

Bruno - Long - Scognamiglio • La Gestione dei Processi Operativi della Direzione Rete - L’ambiente IMAGO

Banca Dati dei Processi

Ad ogni livello organizzativo

Dir

itti d

i acc

esso

Figura 1

La descrizione e la condivisione.

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non sempre definita in tutti i dettagli e, in generale,non ancora orientata ai servizi offerti.

L’opportunità di utilizzare criteri formali e facili daapplicare alla mole elevata di informazioni disponibilitrova una risposta nella Direzione Rete di TelecomItalia, con l’applicazione IMAGO (Interfaccia Multili-vello per l’Analisi Grafica Operativa), in grado di agevo-lare la comprensione delle modalità con cui i processidebbano essere organizzati in modo da impedire unacrescita disordinata di nuovefunzionalità all’interno deiprocessi esistenti (legacyprocess). Questa comprensionecomporterebbe la gestione e ilcontrollo di un numeroelevato di eccezioni e di casipossibili, e la conseguentepenalizzazione sia dell’effi-cienza e della fluidità dellavoro sia dell’operatività delpersonale coinvolto.

3. Obiettivi di IMAGO

L’applicazione IMAGO hacome obiettivo la realizza-zione della “Biblioteca deiProcessi” della DirezioneRete di Telecom Italia, inmodo da poter identificare lerelazioni possibili e plausibili che già regolano o chegoverneranno in futuro il flusso operativo delle atti-vità di responsabilità della stessa Direzione.

La Biblioteca dei Processi permette di individuaree mettere a punto le relazioni fra le singole attivitàriguardanti i macro processi operativi di GestioneProdotti (Product Management), Costruzione della Rete(Network Creation), Fornitura del Servizio (Delivery),Esercizio (Operation) e Manutenzione (Assurance) e deirelativi flussi di coordinamento trasversali (per lagestione delle reti a banda stretta ed a banda larga), diidentificare le applicazioni ed i sistemi che attivano oche controllano in modo automatico o semi-automa-tico lo svolgimento dei suddetti processi e, infine, dicaratterizzare le singole unità organizzative (del terri-

torio o della Direzione Generale) ad essa interessate.I contenuti della Biblioteca dei Processi sono,

inoltre, proiettati su due orizzonti temporali: il primorelativo all’analisi, alla formalizzazione e alla divulga-zione dei processi, così come realizzati e predisposti“oggi” nella Direzione Rete; il secondo relativo aiprocessi futuri così come ipotizzati sia nel contestodei singoli Master Plan dei processi sia in altreanaloghe iniziative.

IMAGO, quindi, ha l’obiettivo di rendere dispo-nibili metodi e strumenti in grado di descrivere inmodo grafico e testuale le relazioni che intercorronofra processi, flussi di lavoro e risorse (normetecniche-operative, sistemi di gestione, sistemi direte, organizzazione) e, d’altra parte, che permettanoanzitutto di gestire la coerenza fra le informazionipresenti nella Biblioteca, di agevolare poi la divulga-zione in tempo reale delle informazioni e infine dicontrollare o di verificare l’esecuzione corretta deipassi indicati dall’iter di approvazione dei contenutidella Biblioteca.

Una gestione dinamica, flessibile e coerente dellaBiblioteca dei Processi è allora garantita dalla disponi-bilità: di una metodologia per l’analisi, di una documen-

Bruno - Long - Scognamiglio • La Gestione dei Processi Operativi della Direzione Rete - L’ambiente IMAGO

I PROCESSI E IL BUSINESS

• L’innovazione di processo richiede che le barriere fra le diverse unità funzionalivengano migliorate o del tutto eliminate e, dove questo risulta possibile, che iflussi sequenziali attraverso le funzioni siano svolte in parallelo tramite rapidi edefficaci scambi di informazioni.

• Questo paradigma è applicato nei casi in cui l’azienda si è dotata di una “Biblio-teca dei Processi” in grado di far condividere il proprio funzionamento processivoa tutti i livelli di responsabilità e di porre in relazione i processi con gli indicatoridi business (tempi, costi, qualità).

Consultazione di IMAGO tramite Personal Computer collegato in INTRANET.

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tazione omogenea e di una combinazione aggregata difunzionalità e di ambienti necessari per la redazione eper la consultazione del contenuto della Biblioteca.

4. La metodologia di IMAGO

L’analisi e la progettazione di processi operativi nonseguono, in genere, passi rigorosamente definiti, marisultano spesso attività condotte in modo iterativo e, inmolti casi, ottenute attraverso l’apporto di specificigruppi di lavoro costituiti ad hoc. Richiedono, quindi,una capacità di analisi e di razionalizzazione di aspettieterogenei da correlare agli obiettivi di business dell’a-zienda. Per garantire che la descrizione dei processioperativi soddisfi gli obiettivi di qualità dell’azienda ele sue esigenze di business, risulta particolarmente effi-cace poter disporre di una metodologia omogenea dianalisi e di rappresentazione dei processi.

I requisiti generali definiti per la metodologiaIMAGO, che rispondono alle esigenze sopra citate,possono essere sintetizzati nei punti seguenti:• descrivere un iter (ciclo di vita) di analisi dei

processi, che l’analista di processo deve seguirenell’esecuzione della propria attività; questo ciclodeve essere di tipo iterativo, in modo da permet-tere l’analisi dei processi tramite fasi successive diaffinamento. Ogni fase del ciclo corrisponde adattività discrete, ciascuna descritta in termini diobiettivi, di risultati attesi e di azioni da intrapren-dere. Il ciclo di vita deve poi fornire uno schemadi riferimento, di comunicazione e di cooperazionetra coloro che contribuiscono all’analisi. Il ciclo divita deve infine fornire le informazioni necessarieper permetterne l’impiego e per consentire dicontrollare - tramite regole - la corretta e sistema-tica applicazione della metodologia;

• predisporre una normativa di rappresentazione delleinformazioni, che impieghi notazioni formali, inmodo da ridurre il rischio di ambiguità, impreci-sioni o incompletezza della descrizione dei processioperativi; questi criteri devono fornire indicazionirelative sia sulle modalità di rappresentare le infor-mazioni, sia sulle verifiche di controllo della consi-stenza dei processi presenti nella Biblioteca;

• predisporre profili di documentazione per i processioperativi, da rendere disponibili durante partico-lari fasi del ciclo di vita e che rispondano a speci-fiche esigenze di comunicazione e di diffusione diquesti processi a ogni livello organizzativo.La metodologia IMAGO fornisce un ausilio meto-

dologico per analizzare e per progettare i processioperativi e, d’altro canto, consente di descrivere e dirappresentare modelli di processo.

I modelli di processo hanno lo scopo di rappresen-tare tutti, o in parte, i processi operativi della Dire-zione Rete, di mettere in luce gli aspetti funzionali, dicontrollo e le relazioni tra gli stessi processi e ledimensioni aziendali, come identificate in figura 2(Servizi, Organizzazione, Tecnologie, Sistemi,Norme). La metodologia è organizzata in quattro fasidistinte (figura 3):

• Analisi del Contesto: in questa fase sono esaminatele caratteristiche fondamentali in termini di Carat-terizzazione del Progetto e di Analisi del Contesto deiprocessi oggetto di studio; sono, inoltre, analizzatele dimensioni aziendali (figura 2) e, in particolare,le funzioni di responsabilità aziendale da correlareai processi operativi sopra indicati.

• Analisi Funzionale: dalle informazioni di contesto eattraverso ripetuti passi di affinamento di tali infor-mazioni, ogni processo è suddiviso in componentifunzionali; durante questa fase i processi sono corre-lati in base ai servizi ai quali essi sono applicati.

• Analisi delle Proprietà di Controllo: dai risultatiprodotti come ultimo livello di specializzazionedalla fase precedente, si individuano e si attuano ipassi di affinamento fino a produrre una descrizionepiù particolareggiata delle attività; durante questafase le attività sono correlate alle dimensioni rela-tive all’Organizzazione (indicando quali entità orga-nizzative sono responsabili delle singole attività) ealle Tecnologie (specificando le particolari tecno-logie a cui le attività sono riferite). Sono anchecaratterizzate le relazioni con le dimensioni Sistemie Norme, attraverso la specifica dei sistemi e dellenorme utilizzate per eseguire le diverse attività.

• Analisi dei Flussi Operativi: i modelli descrittinelle fasi precedenti sono utilizzati durantequesta fase per definire i modelli che descrivonol’operatività completa, a fronte di un determinato

Bruno - Long - Scognamiglio • La Gestione dei Processi Operativi della Direzione Rete - L’ambiente IMAGO

Servizi

PROCESSI +

ATTIVITA'

Tecnologie di rete

Organizzazione

Documentazione tecnica

Sistemi di gestione e controllo

Figura 2 Le dimensioni aziendali.

Fase 1 Analisi di Contesto

Fase 2 Analisi

Funzionale

Fase 3 Analisi delle Proprietà

di Controllo

Fase 4 Analisi dei

Flussi Operativi

Figura 3 Le fasi di analisi.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 85

evento e in relazione a una sequenza cronologicadi esecuzione delle diverse attività, Un esempiodi flusso operativo è quello relativo al tratta-mento di un reclamo di un cliente, per il qualel’evento di interesse è lo stesso reclamo e lasequenza cronologica comprende tutte le attivitàeseguite per giungere alla soluzione del casosegnalato dal cliente.

La metodologia di IMAGO descrive allora uncammino tra le fasi successive secondo una sequenzacaratteristica per un approccio di analisi per approfon-dimenti successivi (top-down).

Questo approccio è realizzato con un’analisi cheparte con lo stabilire i processi di più alto livello esuccessivamente, attraverso ripetute iterazioni,specializza i contenuti ad essi relativi.

Se mantenuto fino agli ultimi livelli di dettaglio,questo approccio consente di avere una visione

globale e organica della realtà aziendale in esame. L’analisi del Contesto consente di posizionare il

Processo di più alto livello - macro processo - nelloscenario costituito dalle entità esterne che con esso

interagiscono (per la Direzione Rete ad esempio leentità esterne possono essere altre Direzioni diTelecom Italia, i Costruttori, gli Enti Pubblici, altriGestori). La Mappa di Contesto definisce il processofondamentale, le entità esterne, i contenuti informa-tivi delle comunicazioni e le informazioni anagraficheassociate (figura 4).

Nella figura 5 è mostrato un esempio di Mappa diContesto che pone in evidenza le relazioni esistentifra i processi operativi della Direzione Rete e leEntità Esterne.

L’Analisi Funzionale persegue l’obiettivo di fornireuna rappresentazione grafica e un testo che rispon-dono alla domanda “quali parti compongono ilprocesso?” senza procedere poi a ulteriori affinamenti,ossia senza suddividere il processo con specializza-zioni successive. Si ottengono così le Mappe diProcesso (figure 6 e 7) organizzate su diversi livellisecondo una struttura gerarchica. Queste specializza-zioni identificano le parti funzionali componenti e lecomunicazioni esistenti tra di esse.

Un esempio di Mappa di Processo, in cui èpresentato un affinamento dell’insieme di processiindicati in figura 5, è mostrato in figura 7.

L’applicazione della dimensione servizi genera, apartire da una Mappa di Processo, un certo numero diviste. Ogni vista corrisponde ad una nuova Mappacostruita specificando quali processi e quali comuni-cazioni di partenza risultino definiti rispetto ad undeterminato servizio preso in esame.

L’analisi delle Proprietà di Controllo specializza iprocessi in attività componenti che specificano la realiz-zazione di ciascuna di esse attraverso il comportamen-

Bruno - Long - Scognamiglio • La Gestione dei Processi Operativi della Direzione Rete - L’ambiente IMAGO

Processo non specializzabile

Processo non specializzato (specializzabile)

Processo specializzato, in almeno un ulteriore livello gerarchico

Processo di livello più alto

Entità esterna di livello più alto

Come dalla Mappa di Contesto

Come dalla Mappa di Contesto

Processo non scomponibile

Processo elementare

Oggetto Simbologia Significato

Processo gerarchico

Entità in ingresso/uscita (processo)

Entità Esterna in ingresso/uscita

Arco

Connettore

Figura 6 Simbologia utilizzata nelle Mappe di Processo.

Processi DR

Fornitori Interni

Clienti Interni

Clienti Esterni

Terzi

Clienti Finali

Rete TLC

Figura 5 Mappa di Contesto.

Informazioni scambiate tra entità esterna e processo

Processo articolato in processi componenti

Entità che interagiscono con il processo

Comunicazione tra processo ed entità esterna

Arco

Processo

Entità Esterna

Connettore

Oggetto Simbologia Significato

Figura 4 Simbologia utilizzata nella Mappa diContesto.

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to e la dinamica temporale. Le attività, al pari dei pro-cessi, caratterizzano una trasformazione delle informa-zioni presenti in ingresso in quelle a valore aggiuntorestituite in uscita. Il risultato dell’Analisi delleProprietà di Controllo è una rappresentazione grafica eun testo che risponde alla domanda “come viene eseguitoun processo?” entrando nel merito delle singole attivitàcomponenti (figure 8 e 9). Nel corso di questa fase èpossibile identificare relazioni tra le attività descrittee le dimensioni che riguardano l’Organizzazione, leTecnologie, le Norme, i Sistemi. Un esempio diMappa di Attività è mostrato in figura 9.

L’Analisi dei Flussi Operativi rappresenta iprocessi di business, ovvero quei processi di interessedi più funzioni aziendali, responsabili della produ-zione del business aziendale. Essi sono chiamatiprocessi terminali (end-to-end), in quanto sono attivatida una richiesta dell’entità esterna, attraversanodiverse funzioni aziendali e ritornano a questa entitàchiudendo così un ciclo di processo (ad esempio larichiesta di un servizio o il reclamo).

Nella stessa categoria rientrano anche i processiche, attivati da segnalazioni non spontanee (segnala-zioni di guasto o di disservizio), forniscono ad

Bruno - Long - Scognamiglio • La Gestione dei Processi Operativi della Direzione Rete - L’ambiente IMAGO

Gestione Prodotti

Costruzione della Rete

Fornitura del Servizio

Esercizio

Manutenzione

Clienti Finali

Fornitori Interni

Terzi

Clienti Esterni

Clienti Interni

Rete TLC

Figura 7 Mappa di Processo.

I PROCESSI E LA COMUNICAZIONE

• La modalità di analisi, che nel tempo alterna le fasi di miglioramento con quelle direingegnerizzazione, richiede un contributo da parte del personale dell’Azienda ela presa di coscienza di una nuova cultura aziendale.

• Queste azioni possono comportare interventi violenti sull’ecosistema azienda-cliente, che possono essere mitigati dall’adozione di strumenti in grado di diffon-dere preventivamente una cultura che privilegia la condivisione e la propostacostruttiva tra coloro che sono preposti alla definizione dei processi (owner) ecoloro che questi processi li devono misurare e migliorare (engineer).

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 87

esempio i servizi di manutenzione.I Flussi Operativi

consentono allora dilegare insieme, in un’u-nica rappresentazione, lerelazioni dinamicheesistenti fra le singolerappresentazioni conte-nute nella Mappe diProcesso e in quelledelle Attività, in quantoessi consistono in unasequenza di processi o diattività innescate inizial-mente da un particolareevento (un ordinativo,una segnalazione, unreclamo) e descrittesecondo la dimensionetemporale; un flussooperativo ripercorre cioèun certo cammino di atti-vazione tra parti descrittenelle Mappe di Processo

e di Attività secondo una sequenza cronologica di atti-vazioni e funzioni dell’evento che ha innescato quelflusso operativo. Ogni fase identificata dalla metodo-logia è posta in relazione con un particolare metodo dirappresentazione (figura 10) dal quale si deduce laspecificità del contenuto delle singole Mappe diProcesso, di Attività e di Flusso Operativo dellaBiblioteca.

La metodologia IMAGO, analogamente a quantoprevisto per il Contesto, i Processi, le Attività e i Flussi,permette, come mostrato in figura 11, di definire criteridi rappresentazione grafica anche per le componentiOrganizzative, dei Sistemi e delle Tecnologie.

In questo modo essa permette di costruire, all’in-terno della Biblioteca dei Processi, una strutturainformativa in grado di correlare in modo congruentele informazioni in essa contenute e di facilitare così lerisposte a domande tipo: Quali sistemi sono utilizzatidurante l’espletamento delle attività di ...? Quali unitàorganizzative sono coinvolte nei processi ...? Quale norma èutilizzata durante il flusso ...?.

Oltre alla rappresentazione grafica delle relazionifra i processi e le relative attività identificate, èfornito anche un testo descrittivo, sotto forma dischede informative di tutte le componenti graficheinserite nella Biblioteca che riguardano i processi, leattività, i sistemi, le tecnologie e l’organizzazione.

5. Le funzionalità di IMAGO

L’applicazione IMAGO persegue l’obiettivo difornire una risposta alle esigenze di rappresentare iprocessi operativi in modo omogeneo e con vari livellidi dettaglio, di diffondere con tempestività e in modocapillare questi processi a tutti gli interessati e dicontrollare nel tempo la gestione delle evoluzioni deisingoli processi.

IMAGO viene così ad essere un’applicazione dibusiness aziendale, un BSS (Business Support System)contraddistinto da un predefinito numero di funzio-

Bruno - Long - Scognamiglio • La Gestione dei Processi Operativi della Direzione Rete - L’ambiente IMAGO

Attività non specializzabile (non ulteriormente scomponibile in sotto componenti)

Attività non specializzata (specializzabile)

Attività specializzata sul livello gerarchico inferiore

Separa il flusso di controllo in ingresso in due flussi in uscita tra loro mutuamente esclusivi

Processo di livello più alto che comunica con la componente del processo che si sta specializzando

Entità esterna di livello più alto che comunica con la componente del processo che si sta specializzando

Attività di livello più alto che comunica con l'attività che si sta specializzando

Entità generatrice di un messaggio di controllo sincrono

Confluiscono e dipartono archi

Rappresenta un rimando all'interno della stessa Mappa

Identifica una transizione

Passaggio del controllo di due attività eseguite in sequenza da uno stesso attore

Determina il termine di un cammino di controllo tra attività

Attività non scomponibile

Attività elementare

Oggetto Simbologia Significato

Attività gerarchica

Blocco decisionale

Entità in ingresso/uscita (processo)

Entità esterna in ingresso/uscita

Entità in ingresso/uscita (attività)

Trigger

Sink

Connettore

Etichetta di rimando

Arco

Arco sequenziale

Figura 8 Simbologia utilizzata per le Mappe di Attività.

CC

BB

AA

?

? SI

SI

NO

NO

NO

SI

Attività 1.4

Attività 1.1

Attività 1.2

Attività 1.6

Attività 1.7

Attività 1.9

Attività 1.10

Attività 1.11

Attività 1.3

Unità organizzativa 1

Unità organizzativa 2

Unità organizzativa 3

Attività 4

Attività 1.5

Attività 4

Attività 1.8

Attività 2

?Attività 1.3

Figura 9 Mappa di Attività.

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88 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

nalità cardine, senza le quali sisnaturerebbe l’impatto diquesta applicazione per lagestione e per la condivisionedei processi, e di potenzialiutilizzatori differenziati perruoli professionali assunti eassumibili in una aziendaprocesso-centrica.

Le funzionalità di riferi-mento previste dall’applica-zione IMAGO sono (figura 12):• Funzionalità di Redazione

su postazioni di lavoro PCWindows per la produ-zione guidata (dalla meto-dologia) delle informazionicontenute nella Bibliotecadei Processi;

• Funzionalità di Gestione perattivare i criteri di gestione

dell’iter di approvazione dei contenuti dellaBiblioteca (redazione, correzione, approvazione,diffusione);

• Funzionalità di Consultazione a livello centralizzatoe in periferia, in grado di offrire sia una consulta-zione dinamica, via Web, delle informazioni conte-nute nella Biblioteca sia una interazione assistita eautomatica, ottenuta mediante questionari o conmodulistica elettronica (forms), qualora esistano leesigenze di fornire chiarimenti o suggerimenti sulcontenuto presente nella Biblioteca.Gli utilizzatori di IMAGO (figura 13) si possono

classificare in redattori e consultatori ognuno con leproprie competenze:• Redattore responsabile della redazione dei processi

(mappe, schede, flussi, sistemi...);

•Consultatore Authority garantedel consolidamento e dellacertificazione delle relazionitra processi diversi (deveattuare una verifica della coe-renza fra i processi descrittidai singoli Process Owner);

•Consultatore Process Ownerpreposto alla validazione deiprocessi e dei flussi operatividi propria competenza, inse-riti nella Biblioteca deiProcessi durante la redazione;

•Consultatore Process Engineerpreposto alla valutazionequantitativa di alcuni indica-tori di processo (prestazioni,dimensionamenti, costi...).Accede al contenuto dellabiblioteca per consultareIMAGO, ricava alcune infor-mazioni annesse ai processi(attributi) ed utilizza stru-menti proprietari (engine) perle valutazioni in oggetto;

Bruno - Long - Scognamiglio • La Gestione dei Processi Operativi della Direzione Rete - L’ambiente IMAGO

CONTENUTIFASI

EE

PEE

Schede/Mappe

Modello del Contesto

Modello dei Processi

Modello delle Attività

Modello dei Flussi Operativi

P1P2

P3

Pn

P

UO3

UO2

UO1

Fase 1 Analisi del Contesto

Fase 4 Definizione dei Flussi

Operativi

Fase 2 Analisi

Funzionale

Fase 3 Analisi delle

Proprietà di Controllo

Figura 10 Fasi e Rappresentazioni.

Fase 1 Analisi del Contesto

Fase 4 Definizione dei Flussi

Operativi

Fase 2 Analisi

Funzionale

Fase 3 Analisi delle

Proprietà di Controllo

Organizzazione

Sistemi

Servizi

Servizi

Norme

Tecnologie di rete

Organizzazione

Sistemi

Tecnologie di rete

NormeSistemi

Norme

Tecnologie di reteAttività

Attività

Processi

Processi

Organizzazione

DESCRIVEFASI

Figura 11 Fasi e Dimensioni.

Utenti

IMAGO Gestione

IMAGO Redazione

(Client/server)

IMAGO WEB

Publisher

IMAGO Consultazione

(Intranet)

IMAGO Forms

(Mailing)

Figura 12 Funzionalità di IMAGO.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 89

• System Administrator responsabile della gestionedel sistema in esercizio operativo.La consultazione della Biblioteca dei Processi

può essere inoltre attivata da un generico consulta-tore che con opportuni criteri di autenticazionepuò accedere alle informazioni ivi residenti intera-gendo attivamente (mediante i questionari elettro-nici e cioè i forms) con il Process Owner o conl’Authority qualora si presenti la necessità di dovercomunicare informazioni in merito al processodescritto e archiviato.

A seconda delle situazioni, i ruoli aziendali asso-ciati all’Authority (garante della definizione deiconfini di competenza fra i singoli flussi operativi), oal Process Owner (responsabile della corretta esecu-zione del processo a livello centralizzato o sul terri-torio) o al Process Engineer (preposto alla valuta-zione tecnico-economica delle prestazioni deiprocessi attuali e futuri) possono essere Redattori oConsultatori.

Nelle figure seguenti è mantenuta la relazionesimbolica fra le icone presentate in figura 13 e idiversi ruoli aziendali.

L’architettura generale dell’applicazione IMAGOè caratterizzata da:• un sistema con “n” postazioni periferiche

connesse via LAN (Local Area Network) ad uncentro (Server) che gestisce la banca dati dellaBiblioteca dei Processi ; questo sistema èpreposto al l ’ambiente di redazione e digestione;

• interconnessione, mediante l’infrastrutturaINTRANET/DACON, che dispone, per la fase diconsultazione, di alcune centinaia di postazioniperiferiche sia a livello centralizzato, in DirezioneGenerale, sia sul territorio.

5.1 Ambiente di Redazione

Per l’ambiente di Redazione sono predispostealcune postazioni periferiche, costituite da PC,tramite le quali è possibile rappresentare grafica-mente le mappe, le schede informative e i flussioperativi (figura 14). Questo ambiente deve garantireun’interazione uomo-macchina semplice e guidata,tramite l’ausilio di una schematizzazione graficavisiva: selezionando un simbolo grafico (che rappre-senta un processo, un’attività, un sistema ...), in lineacon quanto previsto dalla metodologia, è possibileattivare un procedimento di creazione delle schede,che permette di ricostruire nella banca dati IMAGOle proprietà del disegno e di verificarne automatica-mente le consistenze.

Questa funzionalità consente un costante allinea-mento fra la rappresentazione su mappa e la raccoltadi dati in grado di ridurre sensibilmente sia i tempi diverifica, ancora oggi necessari, sia quelli di aggiorna-mento.

L’ambiente di Redazione prevede anche la funzio-nalità di memorizzazione che consente di registrare erendere disponibili le informazioni, mantenendo ununico archivio aziendale in grado di permettere unaccesso omogeneo a tutte le informazioni contenutenella Biblioteca.

5.2 Ambiente di Gestione

L’ambiente di Gestione deve permettere di attivarein modo coordinato le fasi dell’iter di approvazionedelle informazioni contenute nella Biblioteca deiProcessi, a partire dalla fase di Redazione fino a quelladi diffusione sul territorio; in particolare, esso devefornire un ausilio alle fasi di approvazione delle infor-mazioni contenute nella Biblioteca, da parte dei

Bruno - Long - Scognamiglio • La Gestione dei Processi Operativi della Direzione Rete - L’ambiente IMAGO

IMAGO

REDATTORE

SYSTEM ADMINISTRATOR

CONSULTATORE

PROCESS ENGINEER

PROCESS OWNER

AUTHORITY

Figura 13 Utilizzatori di IMAGO.

P1P2

P3

Pn

P

UO3

UO2

UO1EE

PEE

Mappa di Contesto

Mappa di Processo

Mappa di Attività

Client

ServerProcessi

pubblicabili

Flusso Operativo

Biblioteca Processi

LAN

Figura 14 Ambiente di Redazione.

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Process Owner, responsabili della validazione deisingoli processi o dei sottoprocessi, nonché da partedell’Authority, che verifica la coerenza globale e l’inte-grazione delle informazioni prodotte, prima di renderledisponibili alla diffusione e alla consultazione.

La gestione dell’iter di approvazione di questeinformazioni potrebbe dipendere dal contenuto -ossia variare in funzione della tipologia del processo odel flusso operativo interessato - nonché da un prede-finito insieme di regole in grado di normalizzare irapporti fra Redattori, Process Owner, Process Engi-neer e Authority (figura 15).

Il ciclo di vita dei contenuti prevede quindi chealla maggior parte delle informazioni della Biblio-teca sia associato uno stato di approvazione (adesempio, parziale, non-convalidato, non-integrato,corretto, divulgabile...) che varia nel tempo infunzione delle opportune azioni svolte dai diversi

ruoli professionali interessati dall’ambiente digestione di IMAGO.

5.3 Ambiente di Consultazione

L’ambiente di Consultazione dell’applicazioneIMAGO utilizza l’infrastruttura resa disponibile dalsistema della Direzione Rete di Telecom Italia, chia-mato INTRANET/DACON che permette sia la consul-tazione Web delle informazioni contenute nellaBiblioteca dei Processi (tramite l’attivazione di unbrowser aziendale come Navigator o Explorer) sia la

possibilità di interazione, mediante la modulisticaelettronica, fra il generico Consultatore e coloro cheassumono, di volta in volta, il ruolo di Process Owner,di Process Engineer e di Authority (figura 16).

Bruno - Long - Scognamiglio • La Gestione dei Processi Operativi della Direzione Rete - L’ambiente IMAGO

Biblioteca Processi

REDAZIONE VERIFICA

WORKFLOW

APPROVAZIONE

Regole di un metaprocesso

Figura 15 Ambiente di Gestione.

Biblioteca Processi

Processi pubblicabili

Web Publisher (di IMAGO)

Process Owner, Authority

Process Engineer

Conversione automatica

formato navigabile

WEB Server OASIS

Posta elettronica

I N T R A N E T

Figura 16 Ambiente di Consultazione.

I PROCESSI E LA REINGEGNERIZZAZIONE

• La finestra di opportunità è una fascia temporale nella quale il management diuna Azienda riscontra la necessità di modificare i propri processi per rimanerecompetitiva sul mercato. Questacaratterizzazione sarà tanto piùrapida quanto più aggiornatesaranno le informazioni presentinella “Biblioteca dei Processi”.

• Si identifica così una finestra diopportunità rappresentata daun intervallo di tempo duranteil quale una azienda a potenzia-lità inferiore potrebbe, con unaazione di reingegnerizzazione,ribaltare l’ordine di preferenzade i c l i ent i sopravanzando icompetitor.

Altra azienda

Propria azienda

Finestra di opportunità

Valore percepito dal cliente

Tempo

Recupero

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6. Conclusioni

L’applicazione IMAGO, attraverso l’ambiente diConsultazione, renderà possibile la diffusione, ai varilivelli aziendali, di una visione per processi dellaDirezione Rete di Telecom Italia; essa infattipermette di diffondere la conoscenza sull’attualeorganizzazione dei processi aziendali e sulla loropossibile evoluzione (figura 17). Questa visione può,

anche, essere posta in relazione direttamente con iservizi che la Direzione Rete offre ai propri Clienti,applicando la dimensione Servizi alle descrizioni deiprocessi. Si passa così da una visione di funzionigestite per tecnologia ad una di processi organizzatiper servizio.

IMAGO fornisce poi unsupporto, attraverso il proprioambiente di Redazione,anche per tutta la fase didescrizione dei processiattuali e di medio periodo, eoffre una metodologia dianalisi e di rappresentazioneomogenea dei processinonché uno strumento chene permette l’applicazione.

L’applicazione IMAGO èstata resa disponibile dallafine del 1997 su una decinadi postazioni, presso la Dire-zione Rete, utilizzate per laredazione, secondo quantochiarito al precedente para-grafo 5.1; il contenuto dellaBiblioteca dei Processi è oraaccessibile, attraverso l’infra-struttura Intranet DR, sia inDirezione Generale che sul territorio.

La rappresentazione del processo di funziona-mento dell’Azienda gestore (e in questo contestodella Direzione Rete) consente anche di disporre diuna banca dati sui processi (ufficiali, dichiarati ericonosciuti dai singoli utilizzatori di IMAGO); allaquale possano fare riferimento altre applicazioni

aziendali. Per rendere disponibile un ProcessWarehouse (figura 18), ovvero un ambiente di riferi-mento per la gestione e la condivisione delle infor-mazioni sui processi che contraddistinguono ilfunzionamento dell’Azienda, si sta ora operando inmodo che IMAGO diventi un nucleo di riferimentoper tutte le applicazioni aziendali che richiedonouna conoscenza dei processi operativi.

Ricadono, ad esempio, in quest’area di interessel’applicazione di ManagamentReporting della DirezioneRete (CARTESIO), che hal’obiettivo di rendere dispo-nibili presso la DirezioneRete, tramite la rete Intranet,i valori di opportuni indica-tori suddivisi per processo,oppure l’applicazione diProcess Performance Estimation(REBUS), che ha l’obiettivodi valutare quantitativa-mente, tramite simulazionedei flussi operativi, le presta-zioni dei processi (in terminidi tempi di evasione dellerichieste, di occupazionedelle risorse, fisiche e delpersonale, e di criticità strut-turali, quali ad esempio, l’an-

damento delle code delle richieste pendenti allesingole attività). L’applicazione dovrebbe permet-tere di valutare il volume di lavoro indotto sullesingole unità organizzative. In futuro sarà resa dispo-nibile un’applicazione per stimare i cost savings, chepermetta cioè di individuare i risparmi, riferiti a costi

di esercizio e di manutenzione suddivisi per servizio,afferenti e addebitabili alla organizzazione di ognisingolo processo in Azienda.

IMAGO disporrà anche di un insieme di inter-facce omologhe in grado di rendere compatibile ildialogo con altre applicazioni aziendali, tra le qualiquelle prima indicate, in modo da consentire un’ele-

Bruno - Long - Scognamiglio • La Gestione dei Processi Operativi della Direzione Rete - L’ambiente IMAGO

Come la DR è organizzata

Come la DR funziona

Come la DR lavora

Indicatori

Misure

Norme

Mappe

Flussi

Istruzioni

Processi

Figura 17 Processi e Informazioni.

WEB IMAGO

WEB Indicatori

IMAGO Enterprise Process

Warehouse

I N T R A N E T

CARTESIO

Rappresentazione degli indicatori di processo

REB

US

Biblioteca Processi

Valutazione e "what-if" delle prestazioni dei processi

UO3

UO2

UO1

012345678

012345678

Figura 18 Process Warehouse (ambiente di riferimento per la gestione e la condivisio-ne delle informazioni).

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92 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

vata integrazione fra descrizione, analisi e valuta-zione dei processi e quindi da costituire un passoverso l’adozione di criteri e di metodi orientati alBPR (Business Process Reengineering) non basati piùsulle capacità dei singoli, ma sul patrimonio comuneche può offrire una Biblioteca dei Processi.

Ringraziamenti

Si ringrazia l’ingegner Franco Segre per il preziosocontributo tecnico ed il supporto di conoscenze tematiche,fondamentali per la caratterizzazione dell’applicazioneIMAGO. Si ringraziano, inoltre, l’ingegner GaetanoPianese e i dottori Giovanni Roso, Nicoletta Tarducci,Ornella Eterno, Enrico Ronco e Antonio Pigozzi per ilcostante impegno e i numerosi suggerimenti tecnici dati nellarealizzazione dell’applicazione descritta in questo articolo.

Bruno - Long - Scognamiglio • La Gestione dei Processi Operativi della Direzione Rete - L’ambiente IMAGO

[1] Hammer, M.; Champy, J.: Reengineering thecorporation: A Manifesto for Business Revolution.New York, Harper Collins, 1993.

[2] Hammer, M.; Stanton, S.: The reengineering Revo-lution. Harper Collins, 1995.

[3] Hammer, M.: Beyond Reengineering. HarperCollins, 1996.

[4] Davenport, T.H.: Process Innovation. Boston,Harvard Business School Press, 1993.

[5] Yourdon, E.: Analisi strutturata dei sistemi -concetti e metodi. Milano, Jackson, 1990.

[6] Rummler, G.A.; Brache, A.P.: Improving perfor-mance. San Francisco, Jossey-Bass Publishers,1995.

[7] Catalogo dei Servizi della Divisione Rete,Telecom Italia, luglio 1996.

BPR Business Process ReengineeringBSS Business Support SystemCSELT Centro Studi e Laboratori Telecomuni-

cazioniDACON DAta COmunication NetworkDR Direzione ReteGDT Gestione Documentazione TecnicaIMAGO Interfaccia Multilivello per l’Analisi

Grafica OrganizzativaLAN Local Area NetworkMPP Master Plan ProcessivoOASIS Operator Advanced Station & Infrastruc-

ture ServicesOPI Omnitel Pronto ItaliaREBUS REengineering your BUsiness process

through SimulationTIM Telecom Italia Mobile

Daniela Long, laureata in Scienzedell’Informazione, è entrata in CSELT nel 1981occupandosi di Servizi a Valore Aggiunto, qualiteleallarmi, telecontrolli e telemisure. Hasuccessivamente operato nel contesto dellastandardizzazione del servizio Directory, dellaindividuazione di problematiche gestionali, conattenzione agli aspetti di normativainternazionale (ha operato in alcuneCommissioni ITU-T). L’esperienza nell’ambitogestionale si è concretizzata nella

collaborazione alla definizione delle funzionalità del CentroNazionale di Assistenza di Telecom Italia e nella partecipazionealla definizione delle specifiche gestionali per il canale comune n.7.La conoscenza gestionale-sistemistica si è integrata con conoscenzedi tipo gestionali-processive. Da circa un anno l’attività è stataindirizzata a risolvere le problematiche legate al nuovo processo dicostruzione della rete ed ai relativi sistemi di supporto; è incaricatadel Planning interfunzionale nell’ambito della Direzione di RicercaPianificazione e Gestione Reti di CSELT.

Guido Bruno, laureato in Scienzedell’Informazione, ha iniziato la sua attività inCSELT nel 1987 occupandosi della definizionee realizzazione delle funzionalità di gestioneallarmi del Centro Nazionale di Supervisione diTelecom Italia. Successivamente ha operato alladefinizione delle tecniche di correlazione degliallarmi trasmissivi, alla definizione eall’applicazione di modelli di stima dei costi delsoftware, alla definizione e realizzazione di unsimulatore (REBUS) per la valutazione

quantitativa delle prestazioni dei processi operativi. La conoscenzagestionale-processiva si è complementata nel corso degli ultimianni con la definizione dei nuovi profili operativi indotti dalletecniche di WFM - Work Force Management - (coordinando lesperimentazioni sul territorio), dalla definizione di una metodologiae di uno strumento a supporto della analisi, redazione e gestionedei processi di un operatore (IMAGO) e dalla definizione dimodelli per la valutazione dei costi operativi. Dal 1993 ha assuntoin CSELT la responsabilità dell’Unita di Ricerca “Esercizio eProcessi di Gestione” nell’ambito della Direzione di RicercaPianificazione e Gestione Reti.

Ciro Scognamiglio, laureato in IngegneriaElettronica, ha iniziato la sua attività in SIP nel1969, operando a Napoli presso i Centri diLavoro di Commutazione. Dal 1982 ha operatopresso la Direzione Regionale Puglia, dove haricoperto, fino al 1985, l’incarico di responsabiledelle Centrali dell’Agenzia di Bari. Nel 1985 èpassato all’Esercizio della Direzione Generale,dove ha ricoperto diversi incarichi, quali quellodella “Gestione Tecnica”, che gli hannoconsentito di approfondire le conoscenze sui

processi e sulla gestione del mondo dell’esercizio della rete TLC.Dal 1993 ha avuto la responsabilità del “Progetto TIRKS”, che gliha permesso di arricchire le conoscenze sugli altri processi dellarete, sui sistemi informativi e sulle relazioni tra l’informatica,l’organizzazione ed i costi dei servizi. Dal 1997 ha assunto laresponsabilità della Linea Centrale “Sistemi di Supporto eControllo Costi” nell’ambito dell’Area “Esercizio e Sistemi” dellaDirezione Rete.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA

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93

“PIÙ DI QUARANTA GESTORI DI RETI PUBBLICHE E

QUINDICI MILIONI DI UTENTI STANNO TRAENDO

BENEFICIO DA QUESTA POTENTE TECNOLOGIA ED IL

LORO NUMERO AUMENTA DI GIORNO IN GIORNO.NON POSSONO SBAGLIARSI TUTTI!”

È QUANTO HA AFFERMATO

NELL’INTERVENTO DI APER-TURA DELLA TERZA EDIZIONE

DELLA CONFERENZA DECT’98 NICOLAS HOUÉRY,PRESIDENTE DEL DECTFORUM, RIBADENDO LA CON-VINZIONE SULL’INTERESSE A

LIVELLO MONDIALE BASATA

ANCHE SULLA CRESCENTE

PENETRAZIONE DEI TERMINA-LI E DELLA TECNOLOGIA

DECT (DIGITAL ENHANCED

CORDLESS TELECOMMUNICATIONS).

La manifestazione, che si è svolta aBarcellona dal 27 al 29 gennaio, ha riscontratoun buon successo in termini di partecipanti(quattrocentotrenta iscritti circa): come nelledue precedenti edizioni, tenute a Londra nel1996 e nel 1997 [1], erano presenti rappresen-tanti dei principali Gestori e delle Societàmanifatturiere di telecomunicazioni, a riprovadell’aumento di interesse suscitato dallepotenzialità dello standard DECT.Secondo stime di fonte DECT Forum, que-sto standard è oggi utilizzato in più di qua-ranta nazioni (venti Gestori e ventidueManifatturiere), con una penetrazione com-plessiva di circa 15 milioni di utenti. Sempresecondo previsioni di mercato di fonteDECT Forum, entro il Duemila gli utenti diservizi basati sull’utilizzo dello standardDECT supereranno i 30 milioni (figura 1).Le possibili applicazioni dello standard DECTsono suddivisibili in quattro grandi macro-categorie ([2], [3], [4]):

• servizi di telefonia residenziale;• servizi di telefonia business;• Wireless in the Local Loop (WLL);• Cordless Terminal Mobility (CTM).Nel corso della Conferenza è stata postagrande enfasi soprattutto alle applicazioni ditipo WLL e CTM.Per quanto riguarda la Cordless Terminal Mobility,il servizio Fido di Telecom Italia (avviato pro-prio in questo mese) costituisce un punto diriferimento per tutti i Gestori interessati all’uti-lizzo dello standard DECT per le applicazionidi mobilità locale in ambito pubblico. TelecomItalia è stato infatti il primo Gestore ad averavviato la commercializzazione di un serviziodel tipo CTM. Grande interesse hanno in pro-posito riscosso gli interventi di Italtel e di ArthurD. Little che hanno preso in esame diversi

aspetti legati da vicino all’e-sperienza condotta daTelecom Italia con il servizioFido (le caratteristiche del ser-vizio erano già state indicateda Telecom Italia nella prece-dente edizione del Forum).In particolare, Italtel ha indi-cato le possibilità offerte dallapiattaforma da essa realizzataper l’offerta di servizi di mobi-lità locale basati sull’utilizzodella tecnologia DECT-

GAP/CAP. Il Costruttore ha poi presentato lediverse tipologie di servizio che possono essereofferte con questa piattaforma, compresi i ser-vizi per la clientela business. Ha anche illustratoi contenuti del progetto “Exodus”, ancora in

Gennaro Alfano, Leopoldo Tranquilli

Conferenze

“The Global Technology”

DECT ’98

Barcellona 27-29 gennaio 1998

0

5

10

15

20

25

30

Milioni di unità

1997 1998 19991996 2000

In ambito AffariIn ambito CTM (Cordless Terminal Mobility)In ambito WLL (Wireless in the Local Loop)In ambito Residenziale

Figura 1

Crescita degli utilizzatori dello stan-dard DECT.

Un momento delForum DECT ’98 diBarcellona.

Fonte: DECT Forum

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fase sperimentale, che mira a consentire presta-zioni di trasmissione di dati da terminali mobili,dell’ordine dei 28,8 kbit/s, sfruttando le caratte-ristiche del protocollo radio (un canale DECT èinfatti trasmesso via radio a 32 kbit/s).Arthur D. Little ha successivamente indi-cato una potenzialità per il servizio Fido di2,6 milioni di clienti al Duemila ed ha illu-strato il posizionamento commerciale di que-sto servizio utilizzando, nel corso della pre-sentazione, anche il filmato relativo allo spottelevisivo impiegato per l’ultima campagnapubblicitaria di Telecom Italia, basato sulloslogan il telefono di casa esce di casa.Lo standard DECT si va anche affermandoquale tecnologia leader per applicazioni di tipoWLL nella rete diaccesso: la realizzazionedel rilegamento d’utentetramite accesso radio piut-tosto che mediante il dop-pino telefonico trovainfatti largo impiego neicasi in cui la penetrazionedel servizio telefonico dibase è bassa oppure neicasi in cui la realizzazionedi accessi di abbonato conportante fisico (wireline)comporta tempi troppolunghi o costi molto ele-vati. Realizzazioni WLL

significative si segnalano in diversi Paesi, quali:• Sudafrica (sono stati assegnati contratti per

420mila linee);• Cina (sono stati assegnati contratti per

125mila linee);• Polonia (sono state già realizzate 100mila

linee);• Egitto (è stato pianificato a cinque anni il

raddoppio della capacità telefonica con800mila linee aggiuntive);

• Turchia (sono stati assegnati contratti per200mila linee).

Altre esperienze di WLL con sistemi DECT,ampiamente descritte durante la Conferenza,riguardano Paesi quali il Brasile, la Colombia ela Cina: per quanto riguarda più in particolare

la Cina, si prevede per ilDuemila un mercatopotenziale complessivoper il WLL di circa 15milioni di linee d’utente(12 per cento del mercatototale, oggi stimato in 123milioni di accessi alla retepubblica). Nei Paesidell’Est asiatico si va mag-giormente affermando,come alternativa alla tec-nologia europea DECT,quella giapponese PHS(Personal HandyphoneSystems) [2].

Conferenze

DECT FORUM

Il DECT Forum è costituito da un gruppo di Gestori, tra i quali è compresoanche Telecom Italia, e da Società manifatturiere di telecomunicazioni che sipropone di:

• promuovere a livello mondiale il DECT come standard per la telefonia cordless;• essere il luogo ideale per lo scambio di informazioni e di esperienze tra enti rego-

latori, standardizzatori, Gestori e Società manifatturiere;• influenzare la direzione dell’evoluzione, nell’ambito degli organismi di normaliz-

zazione, dello standard DECT, proponendo esso anche come elemento base perl’evoluzione verso l’

UMTS (Universal Mobile Telecommunication System);• incrementare l’interesse nelle applicazioni della tecnologia DECT, da parte sia dei

Gestori (di reti fisse o mobili), sia dei fornitori di terminali e di apparati;• favorire la realizzazione di sperimentazioni congiunte sulle possibili evoluzioni

del DECT;• assicurare un mercato ampio alla tecnologia DECT in ambito europeo e anche

extraeuropeo.

I diversi terminaliDECT all’attaccodel mercato.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 95

Due esperienze significative con i ter-minali dual-mode DECT/GSM

Fra gli interventi dei Gestori di rete, nonmolto numerosi, sembra opportuno segnalarnedue: il primo di un Gestore della rete fissa(British Telecom); l’altro di un Gestore mobile(Airtel, secondo Gestore del sistema GSM inSpagna). Le due presentazioni erano entrambefocalizzate sull’utilizzo di terminali dual modeDECT/GSM. È possibile infatti oggi osservareun crescente interesse verso queste applica-zioni sia da parte dei Gestori della rete fissa siadi quelli mobili a conferma che queste applica-zioni rappresentano un passo versola convergenza fra i due tipi di rete.BT ha condotto prove in campo, sindal 1995, in partnering con Ericsson,basate sull’utilizzo di terminali dualmode. In alcuni edifici sociali di BTè stata realizzata una coperturaradioelettrica DECT, con stazioniattestate a centralini privati fra lorointerconnessi (tre di queste sedisono ubicate nei dintorni di Londra).All’utenza che ha partecipato allasperimentazione è stato fornito unterminale dual mode che, una voltaacceso, dapprima cercava l’accessosulla rete DECT e successivamente,in mancanza di campo DECT, pas-sava sulla rete GSM.Gli utenti sono stati chiamati sem-pre con il proprio numero di ufficioe, nella configurazione base del ser-vizio, tutte le operazioni di registra-zione e di roaming fra le reti sonostate eseguite in maniera automaticadal terminale. Quando l’utente nonsi trovava nell’area coperta dalsistema DECT, le chiamate entrantisono state instradate verso il numeroGSM associato al cliente cercato.Una volta raggiunto un certo gradodi dimestichezza con il servizio, aiclienti sono fornite altre prestazioni legate alPersonal Number (instradamenti incondizio-nati o variabili a seconda di certe condizioni).BT ha annunciato che i risultati finali dellasperimentazione saranno disponibili da marzodi quest’anno; il Gestore britannico ha tuttaviasegnalato una finestra temporale di opportu-nità per servizi basati sui terminali dual modedi un anno che parte da metà del 1998 e arrivaalla metà del 1999 e non ha comunicato seritiene opportuno il lancio di servizi basati su

queste tecnologie.Questa tipologia di servizi è di interesse, comesi è già sottolineato, anche per i Gestori mobili;una sperimentazione analoga a quella di BTcon terminali dual mode è stata, infatti, pre-sentata da Airtel.

Ulteriori sviluppi dello standard in ETSI

L’opinione corrente che si è manifestata alForum è che i presenti ritenessero consolidatigli standard DECT per la telefonia di base; l’in-teresse maggiore risulta perciò decisamente

indirizzato allo sviluppo dellenumerose potenzialità offerte daquesto standard: i partecipanti ailavori dell’ETSI intervenuti alCongresso hanno anzitutto sottoli-neato che, se da un lato l’attività distandardizzazione è ancora moltointensa e sta producendo le normerelative a nuove possibili applica-zioni, dall’altro è già presente uninsieme di normative, in particolarerelative alla trasmissione dati, giàdefinite, che attendono solo diessere impiegate nelle realizzazionidei prototipi. Nel corso dellaConferenza sono state illustrate, inparticolare, possibili applicazionidello standard DECT orientateall’accesso mobile a Internet (tra-mite il profilo PPP - Point to PointProfile) e al contesto multimediale(profilo MMAP - MultiMedia AccessProfile). In questo contesto aBarcellona è stata effettuata unadimostrazione di accesso a Internettramite DECT, mediante l’utilizzodi un protocollo di accesso proprie-tario. Altre presentazioni sulla ver-satilità del DECT per applicazionimultimediali sono state annunciateda diverse Società manifatturiere

per l’edizione 1998 del CeBit (che si è poisvolta nel mese di marzo ad Hannover e che ètrattata in altra parte di questo numero).Per quanto riguarda invece lo sviluppo di nuoviservizi in ambito CTM (Cordless TerminalMobility), sono iniziate in ETSI le attivitàlegate alla definizione di pacchetti di presta-zioni avanzate (Feature Packages), che possonoessere considerate come aggiuntive al serviziodi fase 2; questo insieme di Feature Packagesè, infatti, indicato anche come fase 2+. Con

Conferenze

Barcellona: CasaBatlló di AntoniGaudí y Cornet(1906).

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“IN QUESTI ANNI, I SISTEMI DI GESTIONE SI

SONO CONFERMATI ELEMENTI DI ASSOLUTA

CRITICITÀ NEL BUSINESS DELLE TELECOMUNI-CAZIONI, IN QUANTO FATTORI ABILITANTI SIA LA

RIDUZIONE DEI COSTI CHE L’ALLARGAMENTO

DEL PORTAFOGLIO SERVIZI: NEGLI ANNI A

VENIRE, CON IL CRESCERE DELLE

PRESSIONI LEGATE ALLA DEREGO-LAMENTAZIONE E ALLA COMPETI-ZIONE DEL MERCATO IL RUOLO DI

QUESTI SISTEMI È DESTINATO CER-TAMENTE A DIVENTARE ANCORA PIÙ

CENTRALE”. QUESTE, LIBERA-MENTE TRADOTTE, SONO LE

PAROLE CONCLUSIVE DELL’INTERVENTO DI

FRANK IANNA (EXECUTIVE VICE PRESIDENT,AT&T NETWORK AND COMPUTING SERVICES),INVITATO A DARE IL SUO PUNTO DI VISTA SUL-L’EVOLUZIONE DELLA GESTIONE AL RECENTE

NETWORK OPERATIONS AND MANAGEMENT

SYMPOSIUM.

Il NOMS (Network Operations and ManagementSymposium), giunto ormai alla sua decima edi-zione, si è tenuto a New Orleans (USA) neigiorni dal 15 al 20 di febbraio e rappresenta ilmaggior evento a livello mondiale sui temidella gestione della rete e dei servizi di teleco-municazione. A questa edizione hanno parteci-pato 550 delegati in rappresentanza dei mag-giori Gestori e Costruttori di sistemi di teleco-municazioni e di software. Per l’Italia eranopresenti CSELT, Sodalia e Finsiel, che hannocontribuito attivamente sia alla fase di organiz-zazione che di conduzione dell’evento, e che

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Conferenze

Enrico Bagnasco

LA GESTIONE:da FATTORE ABILITANTE la riduzionedei costi e l’offerta di nuovi servizi aELEMENTO ESSENZIALE

nell’attuale contesto di crescentederegolamentazione e competizione

New Orleans (USA) 15 - 20 febbraio 1998

NETWORK OPERATIONS AND

MANAGEMENT SYMPOSIUM

NOMS ’98

queste applicazioni sarà possibile dotare diulteriori prestazioni il servizio base CTM qualii servizi di messaggeria SMS (Short MessageServices) e la trasmissione di dati a differentivelocità. I primi “Feature Packages” dovreb-bero essere ultimati nel corso del 1998.

Conclusioni

La tecnologia e lo standard DECT sono ormaigiunti ad un livello di maturità piuttosto ele-vato; le principali applicazioni sono focalizzatesui servizi di mobilità locale CTM e sull’ac-cesso Wireless in the Local Loop. Per quantoriguarda il primo tipo di applicazioni, TelecomItalia è diventato il Gestore all’avanguardia erappresenta un caso di studio e di osservazioneda parte dei principali Gestori europei dellarete fissa. Non è azzardato ritenere che l’anda-mento del servizio “Fido” o di eventuali altreapplicazioni sviluppabili sulla piattaforma diCordless Mobility di Telecom Italia influenze-ranno sensibilmente lo sviluppo di applicazioniDECT nel campo della mobilità di tipo CTM.Sembra infine crescere sensibilmente pressomolti Gestori l’interesse verso applicazionibasate sull’impiego di terminali dual-modeDECT/GSM che rispondono ad esigenze diintegrazione di servizi e di coperture pubbli-che e private.

Ingegneri Gennaro Alfano, Leopoldo Tranquilli -Telecom Italia DG - Roma

[1] Fiorillo, P.; Testa, M.; Venuti, E.: DECT‘97. «Notiziario Tecnico Telecom Italia»,Anno 6, n. 1, luglio 1997, pp. 87-92.

[2] Dionisi, S.: Architettura di rete per unsistema cordless urbano a standard DECT.«Notiziario Tecnico Telecom Italia»,Anno 5, n. 3, dicembre 1996, pp. 11-26.

[3] Loriga, M.L.; Morena, G.; Testa, M.: Ilser vizio Fido. «Notiziario TecnicoTelecom Italia», Anno 5, n. 3, dicembre1996, pp. 27-37.

[4] Fiorina, E.; Impiglia, P.; Venuti, E.:Caratteristiche dello standard DECT perapplicazioni di tipo pubblico. «NotiziarioTecnico Telecom Italia», Anno 6, n. 1,luglio 1997, pp. 52-66.

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in particolare hanno partecipato a dueDistinguished Expert Panel, alla conduzionedi un seminario, alla presidenza di due sessionitecniche e alla presentazione di sei memorie.

1. Riflessioni generali

Il tema del congresso (Management for the NewMillenium) è stato sviluppato nei diversi aspettitecnologici, architetturali e processivi chestanno caratterizzando l’evoluzione dallagestione dei singoli apparati di rete allagestione integrata dei servizi del prossimofuturo. In particolare, collegati alle leve dimaggiore evoluzione nel mercato delle teleco-municazioni, molto enfatizzato è stato l’im-patto sulla gestione che deriva dalla competi-zione, dall’interconnessione, dalla portabilitàdel numero e dall’evoluzione verso servizi adalta velocità.A livello generale, il tema “accesso a largabanda” è stato declinato principalmente nel-l’ottica Internet o Intranet e con riferimento asoluzioni di rete basate su ADSL (AsynchronousDigital Subscriber Loop). Sono state anche ripor-tate diverse iniziative relative alla fonia su IPdi tipo VoIP (Voice over IP): tra queste, ad esem-pio, una proiezione di George Conrades(Corporate Executive Vice President, GTEInternetworking) sottolinea che “il punto dipareggio tra il volume di traffico telefonico tra-sportato su reti tradizionali e quello trasportatosu reti IP sarà raggiunto intorno al 2002, inveceche al 2005 secondo una nostra precedentedichiarazione”.Sempre a livello generale, sono emerse duechiare tendenze tra loro complementari, che siriferiscono in particolare al mercato nord-ame-ricano in fase di fortederegolamentazione:l’offerta integrata alcliente finale di servizi(telefonia fissa, telefo-nia mobile, dati,Internet) e la segmen-tazione (accesso, tra-sporto) e differenzia-zione (rete telefonica,rete dati) della piat-taforma di rete. Inquesto contesto, isistemi e le proceduredi gestione del serviziosono stati quindi indi-cati come fattore abili-

tante per gestire un’offerta integrata di servizirealizzati tramite un mix di reti distinte. Persottolineare questa tendenza contrapposta diintegrazione dei servizi e di separazione dellereti, alcuni oratori hanno usato lo slogan“bundling dei servizi e unbundling della rete”.

2. Punti di rilievo emersi nel Simposio

Molti interventi sono stati focalizzati sugliaspetti gestionali dell’interconnessione e del-l’inter-carrier management. È stato ricordatocome finora negli Stati Uniti siano state rila-sciate un totale di circa seimila licenze perGestori di telecomunicazioni (tra operatoridominanti, operatori nuovi entranti, operatoriper la lunga distanza, Internet ServiceProviders e operatori di sistemi cellulari). Larichiesta da parte della FCC (FederalCommunications Committee) di attivare da subitointerfacce informatiche tra gli OS (OperationsSystems) dei diversi Gestori interconnessi, asso-ciata alla mancanza di uno standard consolidatoe completo (sono in fase di definizione soloalcune raccomandazioni ANSI, ITU ed ETSIsu provisioning e trouble ticketing), sta portandoad una proliferazione di soluzioni specificherisultanti da accordi bilaterali (peer-to-peer).Al riguardo, diversi Costruttori (Bellcore,General Electric) ed i gruppi di normativa(ad esempio i l Network ManagementForum) stanno proponendo un’architetturabasata su un “OS Interconnection Gateway”che ha le funzioni di front-end tra la rete digestione interna ed i sistemi degli altriGestori, di convertitore di protocolli e dimessaggi, nonché di integratore tra i diversisistemi di provisioning, assurance, billing ed

i relativi database. Leesperienze attuali pon-gono in luce che, piùche la realizzazione delgateway in sé (per ilquale sono state dichia-rate cifre dell’ordinedei 200/300mila $), laparte più complessa ecostosa è certamentel’integrazione delgateway con la rete digestione interna a causadel frazionamento delleprocedure e dei dati sudiversi OS e su data-base disomogenei.

Conferenze

Un angolo di NewOrleans.

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Sul fronte della gestione dei servizi, moltaenfasi è stata posta sulle soluzioni avanzate diCustomer Care ed in particolare sul paradigmaemergente del Self Care: realizzare un front-end - tipicamente in tecnologia Web - attra-verso il quale i clienti (o quelli potenziali) pos-sano direttamente - tramite Internet - compe-rare, configurare e attivare servizi oppure veri-ficare le proprie bollette. Oltre che per motividi accessibilità e di facilità d’uso, queste solu-zioni sono considerate interessanti per il rispar-mio di costi che comportano, in quanto elimi-nano il contatto diretto tra cliente e Gestoreper le questioni più banali. Da parte deiGestori, è stata segnalata una tendenza a rea-lizzare ambienti integrati in cui fornire infor-mazioni su servizi o su prodotti - già attivatiper il cliente o a lui proponibili in base alle sueesigenze - oppure attraverso i quali possaessere inoltrato un reclamo, ovvero vengarichiesta l’attivazione automatica diun nuovo servizio.È interessante porre in luce unnuovo aspetto della forte concor-renza che sta caratterizzando il mer-cato delle telecomunicazioni nord-americano: a seguito delle pressanticampagne pubblicitarie dei nuoviGestori entranti, un insieme signifi-cativo delle chiamate ricevute daiGestori dominanti (equivalenti arichieste effettuate al 187 diTelecom Italia) è relativo a confronti- su tariffe e features - dei pacchettiofferti dai concorrenti rispetto aquelli in uso. Questo richiede che iGestori tradizionali siano non soloinformati (nei particolari) delleofferte della concorrenza ma sianoanche in grado di proporre soluzionialternative in tempo reale con datipercentuali. Anche sul fronte delCustomer Care, le esperienze riportare daalcuni Costruttori (Siebel Systems, Oracle)mettono in evidenza come l’integrazione conOS e database tradizionali sia la parte più com-plessa della realizzazione di questi call-centerdei Gestori.Sempre sul fronte Service Management, moltaenfasi è stata posta sul tema della fatturazione(del billing), considerato come una delle leve dimaggiore differenziazione tra ServiceProviders. In queste soluzioni si è posto l’ac-cento su tre aspetti evolutivi: la fatturazioneintegrata di diversi servizi e personalizzata (allimite su base cliente), l’accesso via Internet

da parte dei Clienti per la verifica delle fatturee del loro effettivo pagamento (integrazionecon ambienti di commercio elettronico) e ladisponibilità online di bollette aggiornate real-time sui dati di consumo.I Costruttori (Oracle, Saville) intervenuti suquesto tema hanno dichiarato che al momento,almeno sul mercato nord-americano, questogenere di soluzioni è stato adottato prevalente-mente dai nuovi entranti per le note difficoltàdi integrazione con gli ambienti legacy deiGestori dominanti, già indicati ai punti prece-denti. Su questo aspetto quindi, i nuoviGestori sono considerati meglio posizionati epredisposti a fornire risposte adeguate sul mer-cato concorrenziale.Sul fronte del Network Management moltiinterventi sono stati relativi alle reti dati e, inparticolare, è stato sottolineato come l’aspettogestionale oggi più critico in questo contesto

sia il Performance Management. Learee del Configuration e del FaultManagement sono considerate piùconsolidate, mentre la gestione dellaprestazioni è ritenuta uno strumentodi forte differenziazione tra leofferte dei diversi Gestori. Semprerelativamente al NetworkManagement, è stata posta una par-ticolare enfasi sull’uso dei sistemi diWork Force Management come fattoriabilitanti la riduzione dei costi ope-rativi, in particolare quando intro-dotti in una soluzione integrata digestione. Particolare interesse hariscosso la presentazione delle speri-mentazioni in corso presso TelecomItalia dalle quali è emerso uno statodell’arte molto avanzato.Per quanto riguarda la tecnologia, ledue parole chiave sono state, comeera prevedibile, CORBA (Common

Object Request Broker) e Java. CORBA stamaturando come soluzione per le applicazionidistribuite inter-operatore, in alternativa alprotocollo CMIP (Common ManagementInformation Protocol). Java tende a confermarsicome “lingua franca” e su di essa stanno con-vergendo diverse applicazioni, soprattuttoquelle relative ai sistemi di interconnessioneverso gli utilizzatori o negli ambienti Intranet.Sempre per ciò che concerne gli aspetti tecno-logici, in altre sessioni del Simposio sono statetrattate altre tecnologie impiegate per lagestione, quali il datawarehouse (che è un data-base storico ed integrato dei dati gestionali

Conferenze

New Orleans:Jackson Squarecon la Saint LouisCathedral.

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organizzati per i sistemi di supporto alle deci-sioni) e gli agenti intelligenti, cioè modulisoftware dotati di autonomia decisionale, adat-tabilità al contesto, capacità di elaborate com-piti complessi.Riflettendo sulle passate edizioni del NOMS,vale la pena fare alcune considerazioni: nel1992 il Simposio non era organizzato in ses-sioni, né gli interventi erano dedicati ad aspettidi tecnologie software. Nel 1994 comparvero iprimi interventi sul software e una sessione fudedicata alle piattaforme software per la realiz-zazione di sistemi di gestione. Nel 1996 indiverse sessioni vennero presentati aspettilegati alle tecnologie software, soprattuttoancora relative all’impiego di piattaforme; inol-tre alcuni interventi riguardavano Java e le tec-nologie Internet di tipo universitario. Con l’e-dizione del 1998, le tecnologie legate all’infor-matica hanno giocato un ruolo di granderilievo, soprattutto in quanto esse diventano dilargo utilizzo in sistemi che vanno in campo, eche permettono soluzioni flessibili: il settoredei sistemi di gestione comincia a utilizzaresempre più quanto offerto dal mondo informa-tico evitando, per quanto possibile, soluzioniad hoc.

3. Conclusioni

Diversi interventi nelle sessioni tecniche ed inquelle plenarie hanno posto in evidenza ilruolo crescente della gestione della rete e deiservizi a supporto delle strategie evolutive deiGestori di telecomunicazioni, sia nell’ottica diriduzione dei costi sia come possibilità diaccrescere il portafoglio dei servizi offerti almercato. Inoltre, l’aumentata complessità delcontesto normativo (ad esempio l’interconnes-sione tra reti di Gestori diversi, o la numberportability da offrire ai clienti) e di mercato (adesempio offerte integrate fisso e mobile) com-porta ulteriori requisiti sui sistemi e sulle pro-cedure gestionali, in genere sviluppate perambienti più consolidati e meno dinamici.Sono state anche poste ulteriormente in evi-denza le tendenze all’automatizzazione delleprocedure gestionali, alla realizzazione diambienti di supporto integrati (nelle funzioni enei dati), al riutilizzo di tecnologie informati-che di base.La prossima edizione del NOMS si terrànel Duemila ad Honolulu nelle Hawai,mentre per l ’edizione del 2002 è stataaccettata la candidatura dell’Italia (proba-

Conferenze

Dottor Enrico Bagnasco - CSELT - Torino

COME OGNI ANNO IL CEBIT DI HANNOVER È

STATO ANCHE IN QUESTA EDIZIONE ALL’ALTEZZA

DELLE PIÙ IMPORTANTI ESPOSIZIONI A LIVELLO

MONDIALE NEL CAMPO DELL’INFORMATION

TECHNOLOGY E DELLE TELECOMUNICAZIONI;HANNOVER DIVENTA, PER GLI ADDETTI DEL

SETTORE, UNA TAPPA OBBLIGATA DA VISI-TARE O DA FARSI RACCONTARE. LA RISO-NANZA DI QUESTA ESPOSIZIONE HA DATO

LUSTRO ANCHE AL LUOGO IN CUI ESSA SI

TIENE, TANTO CHE LA FIERA DI

HANNOVER È STATA SCELTA PER UN’AL-TRA MANIFESTAZIONE: LA PROSSIMA

EXPO 2000 È PREVISTA DAL 1 GIU-GNO AL 31 OTTOBRE DEL DUEMILA.

La fiera occupa uno spazio moltoesteso sul quale, in questa occa-sione, erano presenti 7.250 espo-sitori (figura 1), provenienti daoltre sessanta Paesi (tra i quali

anche la Russia, il Pakistan e l’India),distribuiti in ventiquattro grandi padiglioni e

Massimo Coronaro, Francesco Iuso, StefanoNocentini, Fabio Romano

CeBIT al via.Commercio elettronico

forza trainante per il 1998

CeBIT ’98

Hannover 19-25 marzo 1998

bilmente di Firenze). Ulteriori informazionisul NOMS 1998 e prime anticipazioni sulNOMS 2000 sono disponibili all’indirizzohttp:/ /www.comsoc.org/confs/noms/98/ ,mentre copia dei trasparenti presentati alNOMS ’98 possono essere r ichieste ahttp://www .cselt.stet.it/ CNOMWWW/CNOM.html.

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con rapporto 16:9; essi rappresentano la tecno-logia emergente designata, presumibilmente, asostituire, nel prossimo futuro, i tradizionalitubi catodici presenti nelle nostre case daquasi cinquanta anni.Il CeBIT ’98 ha rappresentato poi il primoimportante avvenimento fieristico dopo laliberalizzazione dei mercati delleTelecomunicazioni avvenuta il primo gennaiodi quest’anno. Questa opportunità è stata coltacon slancio dalle aziende produttrici e daiGestori delle Telecomunicazioni europei che

hanno mostrato una spiccata sensibilità per gliaspetti legati agli scenari competitivi da pocopresenti in Europa.Per citare un esempio, forse tra i più significativinell’ambito delle Telecomunicazioni, può esserericordata la dichiarazione di un rappresentante diDeutsche Telekom che, mediante i servizi online (T-Online), questo Gestore è divenuto il mag-

giore Internet Service Providerd’Europa (con circa 2 milioni disottoscrittori).Internet dimostra di essereancora una volta - come già èsuccesso nel mercato ameri-cano - la forza trainante sia perle Telecomunicazioni, sia perl’Information Technology;questa opportunità - comeannunciato da DeutscheTelekom - può essere utiliz-zata soprattutto da aziendeche operano come Gestori diTelecomunicazioni in quantopiù vicini agli utenti della tra-

dizionale telefonia fissa o mobile.Senza alcun dubbio, quindi, Internet si con-ferma il fattore che governa l’evoluzione tec-nologica e le soluzioni di servizio; una buona

divisi per aree tematiche: InformationTechnology, Network Computing, Software,Telecomunicazioni, Office Automation, BankTechnology, Security, Ricerca. I visitatori sonostati 670mila, 120mila in più del 1997.Le tecnologie emergenti dell’anno sono statesoprattutto quelle relative alla mobilità eall’immagazzinamento dei dati su supportoottico. Esempi significativi al riguardo sono illancio del nuovo dispositivo di memorizza-zione ottica DVD RAM (il Digital Video Diskriscrivibile, che ha la capacità di immagazzi-nare fino a 4 -5 GByte di informazioni) e dueschede PCMCIA che contengono rispettiva-mente: un terminale GSM (in grado di effet-tuare chiamate dati e foniche da un PC porta-tile o da un PC palmare - Hand held) e un ter-minale DECT (con il quale èpossibile trasmettere dati aduna velocità di cifra massimadi 28,8 kbit/s con una coper-tura radio fino a 300 metri).Un certo rilievo è stato datoanche alle tecnologie divisualizzazione LCD/plasmacon una penetrazione sempremaggiore dei monitor a cri-stalli liquidi per PC da utiliz-zare specialmente nell’OfficeAutomation: oltre ad unadimensione ridotta, i monitora cristalli liquidi hanno ancheuna rappresentazione graficaed una resa visiva migliore. Ad Hannover erano anche esposti i più costosimonitor al plasma, con prezzi di mercato cheoscillano tra i 28 ed i 32 milioni per i monitor

Conferenze

L’ingresso alpadiglione 13.

La scheda GSMPCMCIA.

6000

1996 1997 1998

6500

7500

7000

Numero degli espositori

6549

6909

7250

Anni

Figura 1 Crescita degli espositori al CeBIT.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 101

parte dei dispositivi e delle soluzioni presen-tate sono infatti dedicate alla migliore frui-zione della “Rete delle Reti” e alla sua valoriz-zazione.Aziende Manifatturiere di sistemi diTelecomunicazioni importanti quali Alcatel,Ericsson, Lucent hanno sfruttato positiva-mente questa tendenza sviluppandoAutocommutatori di Nuova Generazione(ANG) in grado di soddisfare al meglio le sem-pre maggiori richieste di rete e di servizi.Questi sistemi, oltre a fornire prestazioni dilivello elevato, garantiscono losviluppo e l’integrazione ditutte le applicazioni per il tra-sporto dell’informazione suuna piattaforma singola.Esempi di caratteristiche dibase integrate in questisistemi sono: la rete diaccesso, i punti di accesso perl’Internet Telephony, le inter-facce ad alta velocità ATM eFrame Relay, l’elevatonumero di chiamate smaltite,il numero di porte gestite,sensibilmente più alto rispettoai sistemi più moderni oggi inrete.Anche gli apparati per la rete di accesso testi-moniano l’evoluzione tecnologica di Internet: iterminali telefonici evoluti con tastiera alfanu-merica e con visore a cristalli liquidi a colori(Screen Phone), proposti ad esempio da Alcatele da Philips, consentono di connettersi (di acce-dere in Dial-Up) a servizi dati con protocollo IP;questi terminali presentano anche una appositafessura in cui inserire la propria carta di creditoe svolgere - con protezioni opportune a garanziadella sicurezza - attività di CommercioElettronico o transazioni bancarie via rete. Il Commercio Elettronico sembra dunqueessere disponibile per un impiego esteso incampo, come sottolineato anche da IBM, chene ha fatto il tema per lo stand da essa allestitoin questa esposizione. Deutsche Telekom ha recepito rapidamentequesta opportunità di business ed ha svilup-pato, tramite T-Online, il servizio di maggiorsuccesso per i propri clienti: bank-online: que-sto servizio consente agli utilizzatori di gestire ilproprio conto bancario direttamente, medianteun software freeware scaricabile da Internet.Numerose aziende hanno presentatoInternet Telephony, inteso come interlavorodi Internet con la rete telefonica per il trasfe-

rimento della voce. Tra le diverse soluzionipresentate, tutte convergenti verso lo stan-dard ITU-T, quella di Lucent si è distintaper l’integrazione nel gateway di alcune fun-zionalità necessarie per migliorare l’affidabi-lità della soluzione: infatti nel caso di mal-funzione del trasporto della voce viaInternet, il gateway reinstrada la chiamatasulla rete telefonica. Sono state anche mostrate soluzioni che con-sentono di aumentare le potenzialità e l’effi-cienza dei Centri di Servizio (Call Center) gra-

zie all’interazione delle infor-mazioni che l’operatore pre-posto al servizio può fornire avoce con quelle che contem-poraneamente il cliente puòottenere mediante naviga-zione WEB, guidata dall’ope-ratore stesso. In questo contesto orientatoad Internet, ATM si configurasempre più nel ruolo di tecno-logia di trasporto. Le sue carat-teristiche di flessibilità e dicapacità confermano che essaè una tecnologia di base per larealizzazione delle reti in areageografica e lasciano sperare in

una futura integrazione con IP.Oggi tuttavia non è ancora disponibile unasoluzione di integrazione definita e concordata.Newbridge e 3COM propongono l’architetturaCSI (Carrier Scale Internetworking), derivata

dalla MPOA (MultiProtocol Over ATM) di ATMForum, mentre Ascend e altri Costruttorihanno presentato soluzioni basate su MPLS(MultiProtocol Label Switching) con IP Navigator,di eredità Cascade.Particolare enfasi è stata anche posta sulle tec-nologie trasmissive per l’accesso a Internet e

Conferenze

Lo standDeutsche Telekom.

Lo standTelecom Italia.

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102 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

per l’accesso ai servizi online, come ADSL e imodem a 56 kbit/s. Questi dispositivi consen-tono di garantire su infrastrutture già predispo-ste (i doppini telefonici) capacità di trasportoadeguate ai servizi multimediali emergenti.Non a caso il numero di padiglioni nei qualiquest’anno erano esposte tecnologie ADSL èraddoppiato rispetto all’anno precedentedimostrando, attraverso i prodotti esposti, unabuona maturità della tecnologia. Tra le soluzioni proposte erano mostrate anchequelle splitterless1, che in prospettiva sarannoconformi allo standard emergente (indicato inITU-T provvisoriamente come G.lite), capacidi garantire circa 1 Mbit/s dal centro alla peri-feria e 200 kbit/s nel senso contrario, con ampimargini sia sulla lunghezza che sulla qualitàdel doppino impiegato. NORTEL ha proposto una soluzione splitter-less integrata negli attacchi di utente dellecentrali telefoniche da essa prodotte, ed hacomunicato che la soluzione è già commercia-lizzata negli Stati Uniti. Anche Cisco, che direcente ha acquisito la tecnologia adottata daNetspeed, ha sottolineato di disporre di pro-prie soluzioni splitterless. Sono disponibilianche modem splitterless che richiedonoun’integrazione con le centrali POTS più lascacome quella presentata da ORKIT, che mette

a disposizione una coppia di modem che si col-legano alle centrali alla stessa maniera deisistemi ADSL. Con la maturità raggiunta per iprodotti e per i sistemi dal punto di vista tec-nologico non è sembrato essere stata ottenuta

una stabilità del modello di servizio; l’impres-sione è che i Costruttori siano ora tesi a com-prendere in che modo e da quando i Gestori diTelecomunicazioni intendano impiegare latecnologia ADSL.

Sul tema dell’accesso a Internet sono statepresentate ulteriori novità: i maggioriCostruttori di apparati di accesso, come adesempio Ascend, Cisco e Lucent, propongononuovi Remote Access Server capaci di met-tere a disposizione più di settecento linee diaccesso, con integrazione della segnalazione acanale comune SS7 per mezzo di un accessoseparato. L’obiettivo è quello di consentire larealizzazione di POP (Point Of Presence) didimensioni maggiori di quelli attuali, comple-tamente integrati con il resto della retetelefonica anche a livello di segnalazione, perconsentire il reinstradamento delle chiamatein caso di congestione. La sensazione provata nel corso della visita aidiversi padiglioni del CeBIT è stata dunque diuna stretta sinergia del mondo delleTelecomunicazioni con quello dell’InformationTechnology e dell’Internetworking e di unagrande attenzione e attesa per la deregolamen-tazione del mercato europeo delleTelecomunicazioni; non meno rilevanti sonoanche sembrate le soluzioni multimediali e letecnologie applicate alla mobilità.A conclusione di questa nota risulta significa-tivo riportare una frase dell’amministratoredelegato di Deutsche Telekom Dr. RonSommer che individua una strategia per laGermania affermando: ”We wish to giveGermans incentives to remain online for as longas the American, since the Internet offers the mostattractive market for all competitors”.

Conferenze

(1) Soluzioni in cui la fonia non è separata, in ricezione,dai segnali a larga banda ma la separazione è effettuata daiterminali.

Ingegneri Massimo Coronaro, Francesco Iuso, StefanoNocentini, Fabio Romano - Telecom Italia DG - Roma

Il padiglione del“networkcomputing”.

Telefono internetdi Alcatel.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA

- Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

93

“PIÙ DI QUARANTA GESTORI DI RETI PUBBLICHE E

QUINDICI MILIONI DI UTENTI STANNO TRAENDO

BENEFICIO DA QUESTA POTENTE TECNOLOGIA ED IL

LORO NUMERO AUMENTA DI GIORNO IN GIORNO.NON POSSONO SBAGLIARSI TUTTI!”

È QUANTO HA AFFERMATO

NELL’INTERVENTO DI APER-TURA DELLA TERZA EDIZIONE

DELLA CONFERENZA DECT’98 NICOLAS HOUÉRY,PRESIDENTE DEL DECTFORUM, RIBADENDO LA CON-VINZIONE SULL’INTERESSE A

LIVELLO MONDIALE BASATA

ANCHE SULLA CRESCENTE

PENETRAZIONE DEI TERMINA-LI E DELLA TECNOLOGIA

DECT (DIGITAL ENHANCED

CORDLESS TELECOMMUNICATIONS).

La manifestazione, che si è svolta aBarcellona dal 27 al 29 gennaio, ha riscontratoun buon successo in termini di partecipanti(quattrocentotrenta iscritti circa): come nelledue precedenti edizioni, tenute a Londra nel1996 e nel 1997 [1], erano presenti rappresen-tanti dei principali Gestori e delle Societàmanifatturiere di telecomunicazioni, a riprovadell’aumento di interesse suscitato dallepotenzialità dello standard DECT.Secondo stime di fonte DECT Forum, que-sto standard è oggi utilizzato in più di qua-ranta nazioni (venti Gestori e ventidueManifatturiere), con una penetrazione com-plessiva di circa 15 milioni di utenti. Sempresecondo previsioni di mercato di fonteDECT Forum, entro il Duemila gli utenti diservizi basati sull’utilizzo dello standardDECT supereranno i 30 milioni (figura 1).Le possibili applicazioni dello standard DECTsono suddivisibili in quattro grandi macro-categorie ([2], [3], [4]):

• servizi di telefonia residenziale;• servizi di telefonia business;• Wireless in the Local Loop (WLL);• Cordless Terminal Mobility (CTM).Nel corso della Conferenza è stata postagrande enfasi soprattutto alle applicazioni ditipo WLL e CTM.Per quanto riguarda la Cordless Terminal Mobility,il servizio Fido di Telecom Italia (avviato pro-prio in questo mese) costituisce un punto diriferimento per tutti i Gestori interessati all’uti-lizzo dello standard DECT per le applicazionidi mobilità locale in ambito pubblico. TelecomItalia è stato infatti il primo Gestore ad averavviato la commercializzazione di un serviziodel tipo CTM. Grande interesse hanno in pro-posito riscosso gli interventi di Italtel e di ArthurD. Little che hanno preso in esame diversi

aspetti legati da vicino all’e-sperienza condotta daTelecom Italia con il servizioFido (le caratteristiche del ser-vizio erano già state indicateda Telecom Italia nella prece-dente edizione del Forum).In particolare, Italtel ha indi-cato le possibilità offerte dallapiattaforma da essa realizzataper l’offerta di servizi di mobi-lità locale basati sull’utilizzodella tecnologia DECT-

GAP/CAP. Il Costruttore ha poi presentato lediverse tipologie di servizio che possono essereofferte con questa piattaforma, compresi i ser-vizi per la clientela business. Ha anche illustratoi contenuti del progetto “Exodus”, ancora in

Gennaro Alfano, Leopoldo Tranquilli

Conferenze

“The Global Technology”

DECT ’98

Barcellona 27-29 gennaio 1998

0

5

10

15

20

25

30

Milioni di unità

1997 1998 19991996 2000

In ambito AffariIn ambito CTM (Cordless Terminal Mobility)In ambito WLL (Wireless in the Local Loop)In ambito Residenziale

Figura 1

Crescita degli utilizzatori dello stan-dard DECT.

Un momento delForum DECT ’98 diBarcellona.

Fonte: DECT Forum

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94 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

fase sperimentale, che mira a consentire presta-zioni di trasmissione di dati da terminali mobili,dell’ordine dei 28,8 kbit/s, sfruttando le caratte-ristiche del protocollo radio (un canale DECT èinfatti trasmesso via radio a 32 kbit/s).Arthur D. Little ha successivamente indi-cato una potenzialità per il servizio Fido di2,6 milioni di clienti al Duemila ed ha illu-strato il posizionamento commerciale di que-sto servizio utilizzando, nel corso della pre-sentazione, anche il filmato relativo allo spottelevisivo impiegato per l’ultima campagnapubblicitaria di Telecom Italia, basato sulloslogan il telefono di casa esce di casa.Lo standard DECT si va anche affermandoquale tecnologia leader per applicazioni di tipoWLL nella rete diaccesso: la realizzazionedel rilegamento d’utentetramite accesso radio piut-tosto che mediante il dop-pino telefonico trovainfatti largo impiego neicasi in cui la penetrazionedel servizio telefonico dibase è bassa oppure neicasi in cui la realizzazionedi accessi di abbonato conportante fisico (wireline)comporta tempi troppolunghi o costi molto ele-vati. Realizzazioni WLL

significative si segnalano in diversi Paesi, quali:• Sudafrica (sono stati assegnati contratti per

420mila linee);• Cina (sono stati assegnati contratti per

125mila linee);• Polonia (sono state già realizzate 100mila

linee);• Egitto (è stato pianificato a cinque anni il

raddoppio della capacità telefonica con800mila linee aggiuntive);

• Turchia (sono stati assegnati contratti per200mila linee).

Altre esperienze di WLL con sistemi DECT,ampiamente descritte durante la Conferenza,riguardano Paesi quali il Brasile, la Colombia ela Cina: per quanto riguarda più in particolare

la Cina, si prevede per ilDuemila un mercatopotenziale complessivoper il WLL di circa 15milioni di linee d’utente(12 per cento del mercatototale, oggi stimato in 123milioni di accessi alla retepubblica). Nei Paesidell’Est asiatico si va mag-giormente affermando,come alternativa alla tec-nologia europea DECT,quella giapponese PHS(Personal HandyphoneSystems) [2].

Conferenze

DECT FORUM

Il DECT Forum è costituito da un gruppo di Gestori, tra i quali è compresoanche Telecom Italia, e da Società manifatturiere di telecomunicazioni che sipropone di:

• promuovere a livello mondiale il DECT come standard per la telefonia cordless;• essere il luogo ideale per lo scambio di informazioni e di esperienze tra enti rego-

latori, standardizzatori, Gestori e Società manifatturiere;• influenzare la direzione dell’evoluzione, nell’ambito degli organismi di normaliz-

zazione, dello standard DECT, proponendo esso anche come elemento base perl’evoluzione verso l’

UMTS (Universal Mobile Telecommunication System);• incrementare l’interesse nelle applicazioni della tecnologia DECT, da parte sia dei

Gestori (di reti fisse o mobili), sia dei fornitori di terminali e di apparati;• favorire la realizzazione di sperimentazioni congiunte sulle possibili evoluzioni

del DECT;• assicurare un mercato ampio alla tecnologia DECT in ambito europeo e anche

extraeuropeo.

I diversi terminaliDECT all’attaccodel mercato.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 95

Due esperienze significative con i ter-minali dual-mode DECT/GSM

Fra gli interventi dei Gestori di rete, nonmolto numerosi, sembra opportuno segnalarnedue: il primo di un Gestore della rete fissa(British Telecom); l’altro di un Gestore mobile(Airtel, secondo Gestore del sistema GSM inSpagna). Le due presentazioni erano entrambefocalizzate sull’utilizzo di terminali dual modeDECT/GSM. È possibile infatti oggi osservareun crescente interesse verso queste applica-zioni sia da parte dei Gestori della rete fissa siadi quelli mobili a conferma che queste applica-zioni rappresentano un passo versola convergenza fra i due tipi di rete.BT ha condotto prove in campo, sindal 1995, in partnering con Ericsson,basate sull’utilizzo di terminali dualmode. In alcuni edifici sociali di BTè stata realizzata una coperturaradioelettrica DECT, con stazioniattestate a centralini privati fra lorointerconnessi (tre di queste sedisono ubicate nei dintorni di Londra).All’utenza che ha partecipato allasperimentazione è stato fornito unterminale dual mode che, una voltaacceso, dapprima cercava l’accessosulla rete DECT e successivamente,in mancanza di campo DECT, pas-sava sulla rete GSM.Gli utenti sono stati chiamati sem-pre con il proprio numero di ufficioe, nella configurazione base del ser-vizio, tutte le operazioni di registra-zione e di roaming fra le reti sonostate eseguite in maniera automaticadal terminale. Quando l’utente nonsi trovava nell’area coperta dalsistema DECT, le chiamate entrantisono state instradate verso il numeroGSM associato al cliente cercato.Una volta raggiunto un certo gradodi dimestichezza con il servizio, aiclienti sono fornite altre prestazioni legate alPersonal Number (instradamenti incondizio-nati o variabili a seconda di certe condizioni).BT ha annunciato che i risultati finali dellasperimentazione saranno disponibili da marzodi quest’anno; il Gestore britannico ha tuttaviasegnalato una finestra temporale di opportu-nità per servizi basati sui terminali dual modedi un anno che parte da metà del 1998 e arrivaalla metà del 1999 e non ha comunicato seritiene opportuno il lancio di servizi basati su

queste tecnologie.Questa tipologia di servizi è di interesse, comesi è già sottolineato, anche per i Gestori mobili;una sperimentazione analoga a quella di BTcon terminali dual mode è stata, infatti, pre-sentata da Airtel.

Ulteriori sviluppi dello standard in ETSI

L’opinione corrente che si è manifestata alForum è che i presenti ritenessero consolidatigli standard DECT per la telefonia di base; l’in-teresse maggiore risulta perciò decisamente

indirizzato allo sviluppo dellenumerose potenzialità offerte daquesto standard: i partecipanti ailavori dell’ETSI intervenuti alCongresso hanno anzitutto sottoli-neato che, se da un lato l’attività distandardizzazione è ancora moltointensa e sta producendo le normerelative a nuove possibili applica-zioni, dall’altro è già presente uninsieme di normative, in particolarerelative alla trasmissione dati, giàdefinite, che attendono solo diessere impiegate nelle realizzazionidei prototipi. Nel corso dellaConferenza sono state illustrate, inparticolare, possibili applicazionidello standard DECT orientateall’accesso mobile a Internet (tra-mite il profilo PPP - Point to PointProfile) e al contesto multimediale(profilo MMAP - MultiMedia AccessProfile). In questo contesto aBarcellona è stata effettuata unadimostrazione di accesso a Internettramite DECT, mediante l’utilizzodi un protocollo di accesso proprie-tario. Altre presentazioni sulla ver-satilità del DECT per applicazionimultimediali sono state annunciateda diverse Società manifatturiere

per l’edizione 1998 del CeBit (che si è poisvolta nel mese di marzo ad Hannover e che ètrattata in altra parte di questo numero).Per quanto riguarda invece lo sviluppo di nuoviservizi in ambito CTM (Cordless TerminalMobility), sono iniziate in ETSI le attivitàlegate alla definizione di pacchetti di presta-zioni avanzate (Feature Packages), che possonoessere considerate come aggiuntive al serviziodi fase 2; questo insieme di Feature Packagesè, infatti, indicato anche come fase 2+. Con

Conferenze

Barcellona: CasaBatlló di AntoniGaudí y Cornet(1906).

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“IN QUESTI ANNI, I SISTEMI DI GESTIONE SI

SONO CONFERMATI ELEMENTI DI ASSOLUTA

CRITICITÀ NEL BUSINESS DELLE TELECOMUNI-CAZIONI, IN QUANTO FATTORI ABILITANTI SIA LA

RIDUZIONE DEI COSTI CHE L’ALLARGAMENTO

DEL PORTAFOGLIO SERVIZI: NEGLI ANNI A

VENIRE, CON IL CRESCERE DELLE

PRESSIONI LEGATE ALLA DEREGO-LAMENTAZIONE E ALLA COMPETI-ZIONE DEL MERCATO IL RUOLO DI

QUESTI SISTEMI È DESTINATO CER-TAMENTE A DIVENTARE ANCORA PIÙ

CENTRALE”. QUESTE, LIBERA-MENTE TRADOTTE, SONO LE

PAROLE CONCLUSIVE DELL’INTERVENTO DI

FRANK IANNA (EXECUTIVE VICE PRESIDENT,AT&T NETWORK AND COMPUTING SERVICES),INVITATO A DARE IL SUO PUNTO DI VISTA SUL-L’EVOLUZIONE DELLA GESTIONE AL RECENTE

NETWORK OPERATIONS AND MANAGEMENT

SYMPOSIUM.

Il NOMS (Network Operations and ManagementSymposium), giunto ormai alla sua decima edi-zione, si è tenuto a New Orleans (USA) neigiorni dal 15 al 20 di febbraio e rappresenta ilmaggior evento a livello mondiale sui temidella gestione della rete e dei servizi di teleco-municazione. A questa edizione hanno parteci-pato 550 delegati in rappresentanza dei mag-giori Gestori e Costruttori di sistemi di teleco-municazioni e di software. Per l’Italia eranopresenti CSELT, Sodalia e Finsiel, che hannocontribuito attivamente sia alla fase di organiz-zazione che di conduzione dell’evento, e che

96 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Conferenze

Enrico Bagnasco

LA GESTIONE:da FATTORE ABILITANTE la riduzionedei costi e l’offerta di nuovi servizi aELEMENTO ESSENZIALE

nell’attuale contesto di crescentederegolamentazione e competizione

New Orleans (USA) 15 - 20 febbraio 1998

NETWORK OPERATIONS AND

MANAGEMENT SYMPOSIUM

NOMS ’98

queste applicazioni sarà possibile dotare diulteriori prestazioni il servizio base CTM qualii servizi di messaggeria SMS (Short MessageServices) e la trasmissione di dati a differentivelocità. I primi “Feature Packages” dovreb-bero essere ultimati nel corso del 1998.

Conclusioni

La tecnologia e lo standard DECT sono ormaigiunti ad un livello di maturità piuttosto ele-vato; le principali applicazioni sono focalizzatesui servizi di mobilità locale CTM e sull’ac-cesso Wireless in the Local Loop. Per quantoriguarda il primo tipo di applicazioni, TelecomItalia è diventato il Gestore all’avanguardia erappresenta un caso di studio e di osservazioneda parte dei principali Gestori europei dellarete fissa. Non è azzardato ritenere che l’anda-mento del servizio “Fido” o di eventuali altreapplicazioni sviluppabili sulla piattaforma diCordless Mobility di Telecom Italia influenze-ranno sensibilmente lo sviluppo di applicazioniDECT nel campo della mobilità di tipo CTM.Sembra infine crescere sensibilmente pressomolti Gestori l’interesse verso applicazionibasate sull’impiego di terminali dual-modeDECT/GSM che rispondono ad esigenze diintegrazione di servizi e di coperture pubbli-che e private.

Ingegneri Gennaro Alfano, Leopoldo Tranquilli -Telecom Italia DG - Roma

[1] Fiorillo, P.; Testa, M.; Venuti, E.: DECT‘97. «Notiziario Tecnico Telecom Italia»,Anno 6, n. 1, luglio 1997, pp. 87-92.

[2] Dionisi, S.: Architettura di rete per unsistema cordless urbano a standard DECT.«Notiziario Tecnico Telecom Italia»,Anno 5, n. 3, dicembre 1996, pp. 11-26.

[3] Loriga, M.L.; Morena, G.; Testa, M.: Ilser vizio Fido. «Notiziario TecnicoTelecom Italia», Anno 5, n. 3, dicembre1996, pp. 27-37.

[4] Fiorina, E.; Impiglia, P.; Venuti, E.:Caratteristiche dello standard DECT perapplicazioni di tipo pubblico. «NotiziarioTecnico Telecom Italia», Anno 6, n. 1,luglio 1997, pp. 52-66.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 97

in particolare hanno partecipato a dueDistinguished Expert Panel, alla conduzionedi un seminario, alla presidenza di due sessionitecniche e alla presentazione di sei memorie.

1. Riflessioni generali

Il tema del congresso (Management for the NewMillenium) è stato sviluppato nei diversi aspettitecnologici, architetturali e processivi chestanno caratterizzando l’evoluzione dallagestione dei singoli apparati di rete allagestione integrata dei servizi del prossimofuturo. In particolare, collegati alle leve dimaggiore evoluzione nel mercato delle teleco-municazioni, molto enfatizzato è stato l’im-patto sulla gestione che deriva dalla competi-zione, dall’interconnessione, dalla portabilitàdel numero e dall’evoluzione verso servizi adalta velocità.A livello generale, il tema “accesso a largabanda” è stato declinato principalmente nel-l’ottica Internet o Intranet e con riferimento asoluzioni di rete basate su ADSL (AsynchronousDigital Subscriber Loop). Sono state anche ripor-tate diverse iniziative relative alla fonia su IPdi tipo VoIP (Voice over IP): tra queste, ad esem-pio, una proiezione di George Conrades(Corporate Executive Vice President, GTEInternetworking) sottolinea che “il punto dipareggio tra il volume di traffico telefonico tra-sportato su reti tradizionali e quello trasportatosu reti IP sarà raggiunto intorno al 2002, inveceche al 2005 secondo una nostra precedentedichiarazione”.Sempre a livello generale, sono emerse duechiare tendenze tra loro complementari, che siriferiscono in particolare al mercato nord-ame-ricano in fase di fortederegolamentazione:l’offerta integrata alcliente finale di servizi(telefonia fissa, telefo-nia mobile, dati,Internet) e la segmen-tazione (accesso, tra-sporto) e differenzia-zione (rete telefonica,rete dati) della piat-taforma di rete. Inquesto contesto, isistemi e le proceduredi gestione del serviziosono stati quindi indi-cati come fattore abili-

tante per gestire un’offerta integrata di servizirealizzati tramite un mix di reti distinte. Persottolineare questa tendenza contrapposta diintegrazione dei servizi e di separazione dellereti, alcuni oratori hanno usato lo slogan“bundling dei servizi e unbundling della rete”.

2. Punti di rilievo emersi nel Simposio

Molti interventi sono stati focalizzati sugliaspetti gestionali dell’interconnessione e del-l’inter-carrier management. È stato ricordatocome finora negli Stati Uniti siano state rila-sciate un totale di circa seimila licenze perGestori di telecomunicazioni (tra operatoridominanti, operatori nuovi entranti, operatoriper la lunga distanza, Internet ServiceProviders e operatori di sistemi cellulari). Larichiesta da parte della FCC (FederalCommunications Committee) di attivare da subitointerfacce informatiche tra gli OS (OperationsSystems) dei diversi Gestori interconnessi, asso-ciata alla mancanza di uno standard consolidatoe completo (sono in fase di definizione soloalcune raccomandazioni ANSI, ITU ed ETSIsu provisioning e trouble ticketing), sta portandoad una proliferazione di soluzioni specificherisultanti da accordi bilaterali (peer-to-peer).Al riguardo, diversi Costruttori (Bellcore,General Electric) ed i gruppi di normativa(ad esempio i l Network ManagementForum) stanno proponendo un’architetturabasata su un “OS Interconnection Gateway”che ha le funzioni di front-end tra la rete digestione interna ed i sistemi degli altriGestori, di convertitore di protocolli e dimessaggi, nonché di integratore tra i diversisistemi di provisioning, assurance, billing ed

i relativi database. Leesperienze attuali pon-gono in luce che, piùche la realizzazione delgateway in sé (per ilquale sono state dichia-rate cifre dell’ordinedei 200/300mila $), laparte più complessa ecostosa è certamentel’integrazione delgateway con la rete digestione interna a causadel frazionamento delleprocedure e dei dati sudiversi OS e su data-base disomogenei.

Conferenze

Un angolo di NewOrleans.

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98 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Sul fronte della gestione dei servizi, moltaenfasi è stata posta sulle soluzioni avanzate diCustomer Care ed in particolare sul paradigmaemergente del Self Care: realizzare un front-end - tipicamente in tecnologia Web - attra-verso il quale i clienti (o quelli potenziali) pos-sano direttamente - tramite Internet - compe-rare, configurare e attivare servizi oppure veri-ficare le proprie bollette. Oltre che per motividi accessibilità e di facilità d’uso, queste solu-zioni sono considerate interessanti per il rispar-mio di costi che comportano, in quanto elimi-nano il contatto diretto tra cliente e Gestoreper le questioni più banali. Da parte deiGestori, è stata segnalata una tendenza a rea-lizzare ambienti integrati in cui fornire infor-mazioni su servizi o su prodotti - già attivatiper il cliente o a lui proponibili in base alle sueesigenze - oppure attraverso i quali possaessere inoltrato un reclamo, ovvero vengarichiesta l’attivazione automatica diun nuovo servizio.È interessante porre in luce unnuovo aspetto della forte concor-renza che sta caratterizzando il mer-cato delle telecomunicazioni nord-americano: a seguito delle pressanticampagne pubblicitarie dei nuoviGestori entranti, un insieme signifi-cativo delle chiamate ricevute daiGestori dominanti (equivalenti arichieste effettuate al 187 diTelecom Italia) è relativo a confronti- su tariffe e features - dei pacchettiofferti dai concorrenti rispetto aquelli in uso. Questo richiede che iGestori tradizionali siano non soloinformati (nei particolari) delleofferte della concorrenza ma sianoanche in grado di proporre soluzionialternative in tempo reale con datipercentuali. Anche sul fronte delCustomer Care, le esperienze riportare daalcuni Costruttori (Siebel Systems, Oracle)mettono in evidenza come l’integrazione conOS e database tradizionali sia la parte più com-plessa della realizzazione di questi call-centerdei Gestori.Sempre sul fronte Service Management, moltaenfasi è stata posta sul tema della fatturazione(del billing), considerato come una delle leve dimaggiore differenziazione tra ServiceProviders. In queste soluzioni si è posto l’ac-cento su tre aspetti evolutivi: la fatturazioneintegrata di diversi servizi e personalizzata (allimite su base cliente), l’accesso via Internet

da parte dei Clienti per la verifica delle fatturee del loro effettivo pagamento (integrazionecon ambienti di commercio elettronico) e ladisponibilità online di bollette aggiornate real-time sui dati di consumo.I Costruttori (Oracle, Saville) intervenuti suquesto tema hanno dichiarato che al momento,almeno sul mercato nord-americano, questogenere di soluzioni è stato adottato prevalente-mente dai nuovi entranti per le note difficoltàdi integrazione con gli ambienti legacy deiGestori dominanti, già indicati ai punti prece-denti. Su questo aspetto quindi, i nuoviGestori sono considerati meglio posizionati epredisposti a fornire risposte adeguate sul mer-cato concorrenziale.Sul fronte del Network Management moltiinterventi sono stati relativi alle reti dati e, inparticolare, è stato sottolineato come l’aspettogestionale oggi più critico in questo contesto

sia il Performance Management. Learee del Configuration e del FaultManagement sono considerate piùconsolidate, mentre la gestione dellaprestazioni è ritenuta uno strumentodi forte differenziazione tra leofferte dei diversi Gestori. Semprerelativamente al NetworkManagement, è stata posta una par-ticolare enfasi sull’uso dei sistemi diWork Force Management come fattoriabilitanti la riduzione dei costi ope-rativi, in particolare quando intro-dotti in una soluzione integrata digestione. Particolare interesse hariscosso la presentazione delle speri-mentazioni in corso presso TelecomItalia dalle quali è emerso uno statodell’arte molto avanzato.Per quanto riguarda la tecnologia, ledue parole chiave sono state, comeera prevedibile, CORBA (Common

Object Request Broker) e Java. CORBA stamaturando come soluzione per le applicazionidistribuite inter-operatore, in alternativa alprotocollo CMIP (Common ManagementInformation Protocol). Java tende a confermarsicome “lingua franca” e su di essa stanno con-vergendo diverse applicazioni, soprattuttoquelle relative ai sistemi di interconnessioneverso gli utilizzatori o negli ambienti Intranet.Sempre per ciò che concerne gli aspetti tecno-logici, in altre sessioni del Simposio sono statetrattate altre tecnologie impiegate per lagestione, quali il datawarehouse (che è un data-base storico ed integrato dei dati gestionali

Conferenze

New Orleans:Jackson Squarecon la Saint LouisCathedral.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 99

organizzati per i sistemi di supporto alle deci-sioni) e gli agenti intelligenti, cioè modulisoftware dotati di autonomia decisionale, adat-tabilità al contesto, capacità di elaborate com-piti complessi.Riflettendo sulle passate edizioni del NOMS,vale la pena fare alcune considerazioni: nel1992 il Simposio non era organizzato in ses-sioni, né gli interventi erano dedicati ad aspettidi tecnologie software. Nel 1994 comparvero iprimi interventi sul software e una sessione fudedicata alle piattaforme software per la realiz-zazione di sistemi di gestione. Nel 1996 indiverse sessioni vennero presentati aspettilegati alle tecnologie software, soprattuttoancora relative all’impiego di piattaforme; inol-tre alcuni interventi riguardavano Java e le tec-nologie Internet di tipo universitario. Con l’e-dizione del 1998, le tecnologie legate all’infor-matica hanno giocato un ruolo di granderilievo, soprattutto in quanto esse diventano dilargo utilizzo in sistemi che vanno in campo, eche permettono soluzioni flessibili: il settoredei sistemi di gestione comincia a utilizzaresempre più quanto offerto dal mondo informa-tico evitando, per quanto possibile, soluzioniad hoc.

3. Conclusioni

Diversi interventi nelle sessioni tecniche ed inquelle plenarie hanno posto in evidenza ilruolo crescente della gestione della rete e deiservizi a supporto delle strategie evolutive deiGestori di telecomunicazioni, sia nell’ottica diriduzione dei costi sia come possibilità diaccrescere il portafoglio dei servizi offerti almercato. Inoltre, l’aumentata complessità delcontesto normativo (ad esempio l’interconnes-sione tra reti di Gestori diversi, o la numberportability da offrire ai clienti) e di mercato (adesempio offerte integrate fisso e mobile) com-porta ulteriori requisiti sui sistemi e sulle pro-cedure gestionali, in genere sviluppate perambienti più consolidati e meno dinamici.Sono state anche poste ulteriormente in evi-denza le tendenze all’automatizzazione delleprocedure gestionali, alla realizzazione diambienti di supporto integrati (nelle funzioni enei dati), al riutilizzo di tecnologie informati-che di base.La prossima edizione del NOMS si terrànel Duemila ad Honolulu nelle Hawai,mentre per l ’edizione del 2002 è stataaccettata la candidatura dell’Italia (proba-

Conferenze

Dottor Enrico Bagnasco - CSELT - Torino

COME OGNI ANNO IL CEBIT DI HANNOVER È

STATO ANCHE IN QUESTA EDIZIONE ALL’ALTEZZA

DELLE PIÙ IMPORTANTI ESPOSIZIONI A LIVELLO

MONDIALE NEL CAMPO DELL’INFORMATION

TECHNOLOGY E DELLE TELECOMUNICAZIONI;HANNOVER DIVENTA, PER GLI ADDETTI DEL

SETTORE, UNA TAPPA OBBLIGATA DA VISI-TARE O DA FARSI RACCONTARE. LA RISO-NANZA DI QUESTA ESPOSIZIONE HA DATO

LUSTRO ANCHE AL LUOGO IN CUI ESSA SI

TIENE, TANTO CHE LA FIERA DI

HANNOVER È STATA SCELTA PER UN’AL-TRA MANIFESTAZIONE: LA PROSSIMA

EXPO 2000 È PREVISTA DAL 1 GIU-GNO AL 31 OTTOBRE DEL DUEMILA.

La fiera occupa uno spazio moltoesteso sul quale, in questa occa-sione, erano presenti 7.250 espo-sitori (figura 1), provenienti daoltre sessanta Paesi (tra i quali

anche la Russia, il Pakistan e l’India),distribuiti in ventiquattro grandi padiglioni e

Massimo Coronaro, Francesco Iuso, StefanoNocentini, Fabio Romano

CeBIT al via.Commercio elettronico

forza trainante per il 1998

CeBIT ’98

Hannover 19-25 marzo 1998

bilmente di Firenze). Ulteriori informazionisul NOMS 1998 e prime anticipazioni sulNOMS 2000 sono disponibili all’indirizzohttp:/ /www.comsoc.org/confs/noms/98/ ,mentre copia dei trasparenti presentati alNOMS ’98 possono essere r ichieste ahttp://www .cselt.stet.it/ CNOMWWW/CNOM.html.

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100 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

con rapporto 16:9; essi rappresentano la tecno-logia emergente designata, presumibilmente, asostituire, nel prossimo futuro, i tradizionalitubi catodici presenti nelle nostre case daquasi cinquanta anni.Il CeBIT ’98 ha rappresentato poi il primoimportante avvenimento fieristico dopo laliberalizzazione dei mercati delleTelecomunicazioni avvenuta il primo gennaiodi quest’anno. Questa opportunità è stata coltacon slancio dalle aziende produttrici e daiGestori delle Telecomunicazioni europei che

hanno mostrato una spiccata sensibilità per gliaspetti legati agli scenari competitivi da pocopresenti in Europa.Per citare un esempio, forse tra i più significativinell’ambito delle Telecomunicazioni, può esserericordata la dichiarazione di un rappresentante diDeutsche Telekom che, mediante i servizi online (T-Online), questo Gestore è divenuto il mag-

giore Internet Service Providerd’Europa (con circa 2 milioni disottoscrittori).Internet dimostra di essereancora una volta - come già èsuccesso nel mercato ameri-cano - la forza trainante sia perle Telecomunicazioni, sia perl’Information Technology;questa opportunità - comeannunciato da DeutscheTelekom - può essere utiliz-zata soprattutto da aziendeche operano come Gestori diTelecomunicazioni in quantopiù vicini agli utenti della tra-

dizionale telefonia fissa o mobile.Senza alcun dubbio, quindi, Internet si con-ferma il fattore che governa l’evoluzione tec-nologica e le soluzioni di servizio; una buona

divisi per aree tematiche: InformationTechnology, Network Computing, Software,Telecomunicazioni, Office Automation, BankTechnology, Security, Ricerca. I visitatori sonostati 670mila, 120mila in più del 1997.Le tecnologie emergenti dell’anno sono statesoprattutto quelle relative alla mobilità eall’immagazzinamento dei dati su supportoottico. Esempi significativi al riguardo sono illancio del nuovo dispositivo di memorizza-zione ottica DVD RAM (il Digital Video Diskriscrivibile, che ha la capacità di immagazzi-nare fino a 4 -5 GByte di informazioni) e dueschede PCMCIA che contengono rispettiva-mente: un terminale GSM (in grado di effet-tuare chiamate dati e foniche da un PC porta-tile o da un PC palmare - Hand held) e un ter-minale DECT (con il quale èpossibile trasmettere dati aduna velocità di cifra massimadi 28,8 kbit/s con una coper-tura radio fino a 300 metri).Un certo rilievo è stato datoanche alle tecnologie divisualizzazione LCD/plasmacon una penetrazione sempremaggiore dei monitor a cri-stalli liquidi per PC da utiliz-zare specialmente nell’OfficeAutomation: oltre ad unadimensione ridotta, i monitora cristalli liquidi hanno ancheuna rappresentazione graficaed una resa visiva migliore. Ad Hannover erano anche esposti i più costosimonitor al plasma, con prezzi di mercato cheoscillano tra i 28 ed i 32 milioni per i monitor

Conferenze

L’ingresso alpadiglione 13.

La scheda GSMPCMCIA.

6000

1996 1997 1998

6500

7500

7000

Numero degli espositori

6549

6909

7250

Anni

Figura 1 Crescita degli espositori al CeBIT.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 101

parte dei dispositivi e delle soluzioni presen-tate sono infatti dedicate alla migliore frui-zione della “Rete delle Reti” e alla sua valoriz-zazione.Aziende Manifatturiere di sistemi diTelecomunicazioni importanti quali Alcatel,Ericsson, Lucent hanno sfruttato positiva-mente questa tendenza sviluppandoAutocommutatori di Nuova Generazione(ANG) in grado di soddisfare al meglio le sem-pre maggiori richieste di rete e di servizi.Questi sistemi, oltre a fornire prestazioni dilivello elevato, garantiscono losviluppo e l’integrazione ditutte le applicazioni per il tra-sporto dell’informazione suuna piattaforma singola.Esempi di caratteristiche dibase integrate in questisistemi sono: la rete diaccesso, i punti di accesso perl’Internet Telephony, le inter-facce ad alta velocità ATM eFrame Relay, l’elevatonumero di chiamate smaltite,il numero di porte gestite,sensibilmente più alto rispettoai sistemi più moderni oggi inrete.Anche gli apparati per la rete di accesso testi-moniano l’evoluzione tecnologica di Internet: iterminali telefonici evoluti con tastiera alfanu-merica e con visore a cristalli liquidi a colori(Screen Phone), proposti ad esempio da Alcatele da Philips, consentono di connettersi (di acce-dere in Dial-Up) a servizi dati con protocollo IP;questi terminali presentano anche una appositafessura in cui inserire la propria carta di creditoe svolgere - con protezioni opportune a garanziadella sicurezza - attività di CommercioElettronico o transazioni bancarie via rete. Il Commercio Elettronico sembra dunqueessere disponibile per un impiego esteso incampo, come sottolineato anche da IBM, chene ha fatto il tema per lo stand da essa allestitoin questa esposizione. Deutsche Telekom ha recepito rapidamentequesta opportunità di business ed ha svilup-pato, tramite T-Online, il servizio di maggiorsuccesso per i propri clienti: bank-online: que-sto servizio consente agli utilizzatori di gestire ilproprio conto bancario direttamente, medianteun software freeware scaricabile da Internet.Numerose aziende hanno presentatoInternet Telephony, inteso come interlavorodi Internet con la rete telefonica per il trasfe-

rimento della voce. Tra le diverse soluzionipresentate, tutte convergenti verso lo stan-dard ITU-T, quella di Lucent si è distintaper l’integrazione nel gateway di alcune fun-zionalità necessarie per migliorare l’affidabi-lità della soluzione: infatti nel caso di mal-funzione del trasporto della voce viaInternet, il gateway reinstrada la chiamatasulla rete telefonica. Sono state anche mostrate soluzioni che con-sentono di aumentare le potenzialità e l’effi-cienza dei Centri di Servizio (Call Center) gra-

zie all’interazione delle infor-mazioni che l’operatore pre-posto al servizio può fornire avoce con quelle che contem-poraneamente il cliente puòottenere mediante naviga-zione WEB, guidata dall’ope-ratore stesso. In questo contesto orientatoad Internet, ATM si configurasempre più nel ruolo di tecno-logia di trasporto. Le sue carat-teristiche di flessibilità e dicapacità confermano che essaè una tecnologia di base per larealizzazione delle reti in areageografica e lasciano sperare in

una futura integrazione con IP.Oggi tuttavia non è ancora disponibile unasoluzione di integrazione definita e concordata.Newbridge e 3COM propongono l’architetturaCSI (Carrier Scale Internetworking), derivata

dalla MPOA (MultiProtocol Over ATM) di ATMForum, mentre Ascend e altri Costruttorihanno presentato soluzioni basate su MPLS(MultiProtocol Label Switching) con IP Navigator,di eredità Cascade.Particolare enfasi è stata anche posta sulle tec-nologie trasmissive per l’accesso a Internet e

Conferenze

Lo standDeutsche Telekom.

Lo standTelecom Italia.

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102 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

per l’accesso ai servizi online, come ADSL e imodem a 56 kbit/s. Questi dispositivi consen-tono di garantire su infrastrutture già predispo-ste (i doppini telefonici) capacità di trasportoadeguate ai servizi multimediali emergenti.Non a caso il numero di padiglioni nei qualiquest’anno erano esposte tecnologie ADSL èraddoppiato rispetto all’anno precedentedimostrando, attraverso i prodotti esposti, unabuona maturità della tecnologia. Tra le soluzioni proposte erano mostrate anchequelle splitterless1, che in prospettiva sarannoconformi allo standard emergente (indicato inITU-T provvisoriamente come G.lite), capacidi garantire circa 1 Mbit/s dal centro alla peri-feria e 200 kbit/s nel senso contrario, con ampimargini sia sulla lunghezza che sulla qualitàdel doppino impiegato. NORTEL ha proposto una soluzione splitter-less integrata negli attacchi di utente dellecentrali telefoniche da essa prodotte, ed hacomunicato che la soluzione è già commercia-lizzata negli Stati Uniti. Anche Cisco, che direcente ha acquisito la tecnologia adottata daNetspeed, ha sottolineato di disporre di pro-prie soluzioni splitterless. Sono disponibilianche modem splitterless che richiedonoun’integrazione con le centrali POTS più lascacome quella presentata da ORKIT, che mette

a disposizione una coppia di modem che si col-legano alle centrali alla stessa maniera deisistemi ADSL. Con la maturità raggiunta per iprodotti e per i sistemi dal punto di vista tec-nologico non è sembrato essere stata ottenuta

una stabilità del modello di servizio; l’impres-sione è che i Costruttori siano ora tesi a com-prendere in che modo e da quando i Gestori diTelecomunicazioni intendano impiegare latecnologia ADSL.

Sul tema dell’accesso a Internet sono statepresentate ulteriori novità: i maggioriCostruttori di apparati di accesso, come adesempio Ascend, Cisco e Lucent, propongononuovi Remote Access Server capaci di met-tere a disposizione più di settecento linee diaccesso, con integrazione della segnalazione acanale comune SS7 per mezzo di un accessoseparato. L’obiettivo è quello di consentire larealizzazione di POP (Point Of Presence) didimensioni maggiori di quelli attuali, comple-tamente integrati con il resto della retetelefonica anche a livello di segnalazione, perconsentire il reinstradamento delle chiamatein caso di congestione. La sensazione provata nel corso della visita aidiversi padiglioni del CeBIT è stata dunque diuna stretta sinergia del mondo delleTelecomunicazioni con quello dell’InformationTechnology e dell’Internetworking e di unagrande attenzione e attesa per la deregolamen-tazione del mercato europeo delleTelecomunicazioni; non meno rilevanti sonoanche sembrate le soluzioni multimediali e letecnologie applicate alla mobilità.A conclusione di questa nota risulta significa-tivo riportare una frase dell’amministratoredelegato di Deutsche Telekom Dr. RonSommer che individua una strategia per laGermania affermando: ”We wish to giveGermans incentives to remain online for as longas the American, since the Internet offers the mostattractive market for all competitors”.

Conferenze

(1) Soluzioni in cui la fonia non è separata, in ricezione,dai segnali a larga banda ma la separazione è effettuata daiterminali.

Ingegneri Massimo Coronaro, Francesco Iuso, StefanoNocentini, Fabio Romano - Telecom Italia DG - Roma

Il padiglione del“networkcomputing”.

Telefono internetdi Alcatel.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA

- Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

103

L’isola di Cuba in una delle prime carte geografiche.

L’ALTISSIMO SIGNIFICATO

DELLA VISITA A CUBA DEL

PONTEFICE, DAL 21 AL 25GENNAIO 1998, HA RESO

NECESSARIO PRODURRE UN

GRANDE SFORZO

ORGANIZZATIVO PER

RISPONDERE, CON I MEZZI PIÙ

MODERNI, ALLE DIVERSE

ESIGENZE FORMULATE DA

GIORNALISTI, OPERATORI

TELEVISIVI, RELIGIOSI,PELLEGRINI E, PIÙ IN

GENERALE, DAI VISITATORI CHE

L’AVVENIMENTO AVREBBE

ATTRATTO NELL’ISOLA.L’IMPORTANZA DELL’EVENTO È

STATA INFATTI AMPIAMENTE

CONFERMATA

DALL’ATTENZIONE RIVOLTA AL

PONTEFICE DALLE AUTORITÀ

CUBANE E DAL GRANDE

INTERESSE SUSCITATO DALLA

VISITA A LIVELLO MONDIALE.

A questo “appuntamento conla storia” si era impegnato consufficiente anticipo l’interoPaese, attraverso Ministeri,

LA VISITA DIGIOVANNI PAOLO II

A CUBA E LETELECOMUNICAZIONI

(CUBA, 21 - 25 GENNAIO 1998)

Enti e Organizzazioni -realmente o potenzialmentecoinvolti - in un’attivitàcoordinata unitariamente alivello centrale.A Cuba le Telecomunicazionisono in pratica affidate a

ETECSA, Ente delleTelecomunicazioni Cubane S.A.:Telecom Italia ha in questoEnte una partecipazioneazionaria del 29,29 per cento,

attraverso STET InternationalNetherlands.La gestione di ETECSA èsuddivisa tra cubani e italianicon pesi sostanzialmenteequivalenti.In questo scenario diresponsabilità condivise itecnici di ETECSA si sonosentiti particolarmentemotivati a garantire il migliorrisultato alla massiccia edifferenziata domanda diservizi che si sarebbe prodottain corrispondenza dell’evento.Le strutture di ETECSA dapredisporre per la visita sonostate avviate nell’agosto delloscorso anno, con l’obiettivo diavere la rete pronta perdicembre.Il potenziamento delleinfrastrutture è stato basato suprevisioni commerciali etecniche interne, nonché sualcuni elementi raccolti “devisu” da colleghi cubani nellepiù recenti visite all’estero delPontefice.La visita pastorale avrebbetoccato, peraltro, non soloL’Avana, ma anche le città diSantiago di Cuba, Camagüeye Santa Clara.In ciascuna delle quattro cittàsono state, quindi,

Osservatorio

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104 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Osservatorio

Papa Juan Pablo II”), corredatadi dati storico-artistici sullecittà toccate dall’itinerariopontificio, che ha avuto unsuccesso immediato e largo

soprattutto per il contenuto.Quando il Papa è ripartitodall’Aeroporto internazionaleJosé Martì dell’Avana, la seradel 25 gennaio, unitamenteall’emozione del momento, èstata avvertita da tutti - italianie cubani di ETECSA - unaintima sensazione di grandesoddisfazione per averconcorso con efficacia -ciascuno per la propria parte -alla migliore riuscita di unevento di così grande rilievoper il Paese.

Domenico CapolongoPrimer Vicepresidente di

ETECSA

rapidamente installate centralinumeriche di modestapotenzialità, al servizio dellesale stampa locali, nonchéapparati diversi sia per latelefonia pubblica a scheda (inpratica inaugurati in occasionedella visita) sia, più ingenerale, per aumentare icollegamenti verso utilizzatoriquali quelli residenti neglialberghi o in transito negliaeroporti.Un nodo di transito adeguato èstato installato all’Avana, doveè stata anche predisposta unapiccola centrale internazionale,in appoggio a quella esistente:si è assicurata in questo modouna seconda via al trafficointernazionale, con un fascioulteriore di circuiti, tutticollegati alla centraleinternazionale di Roma.È stata anche potenziata la retedi trasmissione di dati (attivatanel corso del 1997), con circuitidi interconnessione e con un

nuovo nodo all’Avana, ed èstata aperta una via versoInternet propria di ETECSA.È stata inoltre “irrobustita” larete dei collegamentiinternazionali via satellite,attraverso stazioni mobili nellequattro città visitate e sonostati ampliati diversi fascitrasmissivi nazionali e alcune

reti di distribuzione, inparticolare all’Avana.ETECSA ha infine garantito iltrasporto del segnale televisivodalle località di ripresa ai centridi regia, gestiti dall’IstitutoCubano Radio-Televisivo (ICRT),con adeguate installazioni dimezzi e di terminali e conl’impiego di portanti ottichenella Capitale.Tutte queste attività sono statecompletate tra dicembre e iprimi giorni di gennaio. Ilgiorno dell’apertura alpubblico accreditato all’accessonelle diverse sale stampa èstata molto marcata la sorpresadei giornalisti e di altriutilizzatori, specie di quelliche avevano l’accesso nelledue sale allestite nell’HotelHabana Libre, nello scoprireterminazioni moderne e tipi diservizi disponibili,informazioni commercialiofferte e fatturazione in temporeale. Queste strutture hannopoi operato in manierapienamente soddisfacenterispondendo alla domandadegli utilizzatori, anche neiperiodi di punta.La qualità dei segnali - daquelli di telefonia o di dati aquelli televisivi - è risultataessere anch’essa molto buona,con apprezzamenti esplicitiricevuti direttamente oattraverso numerosi mezzi diinformazione, specie di quellioperanti fuori Cuba.La gestione e la supervisionedelle attività e delfunzionamento della rete sonostate assicurate con continuitàdurante tutta la visita da variepostazioni, ai vari livelliaziendali, a cominciare dallastessa Direzione Esecutivadell’Impresa.In occasione della visita,ETECSA ha anche pubblicatouna guida tascabile(“Directorio telefónicoinformativo para la visita del

ETECSA ha pubblicato una guida tascabilein occasione della visita del Pontefice aCuba.

Un particolare della centrale di Buenavistaall’Avana.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 105

Osservatorio

organizzative hanno visto la loronascita e il loro graduale sviluppoa partire dal 7 aprile 1996, giornoin cui Telecom Italia effettuò unapromozione sul trafficoteleselettivo con l’effetto diincrementare notevolmente icorrispondenti volumi dichiamate e di conversazionisull’intera rete telefonicanazionale. In situazioni di questotipo, e più in generale in tutti icasi in cui si presentino in retesituazioni di criticità checomportino la possibilità diperdita di traffico, è infattinecessario avviare un’attivitàmirata di supervisione checonsenta di rilevarepuntualmente eventualianomalie presenti e diintervenire attraverso controlliNTM (Network TrafficManagement) per favorire ilmassimo smaltimento di trafficopossibile.La gestione del traffico sulterritorio nazionale è oggistrutturata su dieci centriterritoriali, a livello CSOT (Centri diSupervisione OrganizzazioneTerritoriale), e un Centro Nazionale(Centro Nazionale per la Gestione delTraffico) ubicato presso la

Il sisma che ha colpito il 26settembre 1997 le Marche el’Umbria, mettendo a dura provale popolazioni di quei luoghi, harappresentato per Telecom Italiaun momento importante diverifica delle capacità diintervento in situazioni diestrema criticità, nelle quali lapossibilità di comunicare diventauna necessità primaria.Nell’occasione, oltre

all’immediata attivazione deipresidi centrali operativi, chehanno coordinato gli interventidei centri di lavoro perifericinell’utilizzazione dei mezzinecessari a fronteggiarel’emergenza, sono stati assicuratidai centri di gestione del trafficoterritoriali e nazionale lasupervisione e il controllo, intempo reale, del traffico in rete.Queste nuove strutture

LA GESTIONE DELTRAFFICO: UN AUSILIO

PER L’EMERGENZA

0

20

60

100

140

0.00

1.30

3.00

4.30

6.00

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12.00

13.30

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16.30

18.00

19.30

21.00

22.30

ORE

Il 25 settembreIl 26 settembre

Tentativi offerti (x 1000)

Figura 1

Confronto tra i tentativi offerti all’SGT di Perugia nel giorno delsisma (26 settembre 1997) e quelli relativi al giorno precedente.

Foligno, settembre 1997. Il terremoto colpisce il palazzo del Comune.

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MONETA UNICAEUROPEA:

IMPLICAZIONI NONSOLO

MACROECONOMICHE;UNA SFIDA PERTELECOM ITALIA

(A CURA PROGETTO EURO – TELECOM ITALIA)

106 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Osservatorio

traffico, nuclei per il controllo deltraffico, dei centri territorialidelle DTRE Centro Nord, Romae Centro 1.L’attività è proseguitasuccessivamente, in occasionedegli eventi tellurici più recenti(in particolare in occasione diquelli di marzo-aprile diquest’anno) per i quali,comunque, l’entità del traffico,seppur consistente, non è statatale da rendere necessarial’applicazione di controlli NTM.Le potenzialità manifestate dallagestione del traffico in questacircostanza sono risultate diassoluto rilievo: la solaconoscenza in tempo reale dellostato del traffico in retecostituisce infatti un elementocon forte valore aggiunto. Lapossibilità poi di intervenire conspecifiche azioni di TrafficManagement rappresenta unanecessità imprescindibile per iGestori che, dovendosi misurarecon nuovi competitor, devonoottimizzare, in ogni istante,l’utilizzazione delle proprierisorse, garantendo, al contempo,standard di qualità in linea con leattese dei clienti.

Emilio CancerTelecom Italia DG - Roma

Direzione Generale a Roma.I centri di gestione territorialiprovvedono alla supervisione e alcontrollo del traffico sulle retidistrettuali gestite dall’EsercizioTerritoriale di competenza dellaDivisione Rete (DTRE), mentreil Centro Nazionale èresponsabile della supervisione edel controllo del trafficointerdistrettuale sulla rete ditransito nazionale.Il 26 settembre 1997, giorno incui si verificarono le primeattività sismiche di rilievo, ilcentro nazionale gestione deltraffico ha registrato un numerodi tentativi di chiamata,dall’intero territorio nazionaleverso il distretto di Perugia, dieci

volte maggiore del valore di ungiorno feriale medio (figura 1);anche gli SGT (Stadi di Gruppo diTransito) di Perugia e di Anconahanno complessivamentesostenuto un traffico offerto pari adiverse volte quello di un giornoferiale medio.Allo scopo di limitare ilconsistente numero di chiamatedirette verso la zona colpita dalsisma e favorire quindi il trafficouscente da essa, sono stati ancheapplicati controlli NTM di tipoprotettivo su alcuni SGT e SGU(Stadi di Gruppo Urbano) dellarete telefonica nazionale.All’operazione hannoattivamente partecipato, oltre alcentro nazionale di gestione del

Danni provocati dal terremoto a Nocera Umbra.

1. L’importanza della“questione EURO”

L’ampiezza dello spaziooccupato sulle pagine deiperiodici italiani da variargomenti politici o economicideriva spesso dall’“ondaemotiva” da questi suscitata. Èopinione di molti che talefenomeno riguardi anche ilserrato dibattito che da alcunimesi vede impegnati da un lato

i sostenitori dell’opportunitàper l’Italia di entrare a far partefin da subito dell’Areadell’EURO e dall’altro icosiddetti “euroscettici”, per iquali i sacrifici che il nostroPaese dovrebbe sostenere nonsarebbero adeguatamentecompensati dai beneficiderivanti da tale ingresso.In realtà il dibattito è ben lungidall’essere governatodall’effetto moda: quelli che

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Osservatorio

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 107

stiamo oggi vivendo sono ineffetti i mesi critici nei quali -senza possibilità di ulterioriritardi - è necessariopredisporre le misure di finanzapubblica idonee a confermarela possibilità per l’Italia dirientrare tra i Paesi ammissibiliall’area dell’EURO. Il fatto chetale valutazione sia già stataeffettuata non garantisce infatticontro sopravvenutipresupposti di esclusione. Si ricorda in proposito chel’accertamento è statoeffettuato in base al rispettodei tanto dibattuti “parametridi Maastricht”, fissati dalTrattato omonimo firmato nelfebbraio del 1992 ed entrato invigore all’inizio del 1993. Intale occasione vennero fissatialcuni criteri di “virtuosismo”delle economie dei Paesi

aderenti. Si decise, inparticolare, che avrebberopotuto far parte degli “eletti”solo le economie per le qualinon risultassero dati aberrantidalla media in termini diinflazione e curva dei tassi diinteresse (da qui la loroqualificazione di criteri “diconvergenza”) e per le qualinon si registrassero rapportisuperiori a soglie di attenzionetra deficit annuo e ricchezzaprodotta da un lato e tra debitoaccumulato e la medesimaricchezza prodotta dall’altro.È ormai noto a tutti che oggi diquesti quattro parametri i piùcritici per l’Italia non risultanoquelli relativi alle grandezzemonetarie (inflazione e curvadei tassi), bensì quelliriguardanti gli aggregati difinanza pubblica (deficit e

debito). Le tabelle 1 e 2illustrano la situazionecomparativa per tutti i Paesidell’UE che fino a sei mesi orsono l’OCSE pubblicava inmerito al rispetto di questiultimi parametri.

2. Le prescrizioni del Trattatodi Maastricht e le cifrePaese per Paese

L’articolo 104 c) del Trattato diMaastricht prescrive che: “gliStati membri devono evitaredisavanzi pubblici eccessivi”.Questo principio si concretizzain due regole dicomportamento, che laCommissione Europea ha ildiritto e il dovere di sorvegliare.La prima regola riguarda ildeficit. Secondo la norma

Tabella 1 Deficit in percentuale del PIL (soglia prescritta dal Trattato di Maastricht: 3 per cento).

Germania

Francia

Italia

Regno Unito

Austria

Belgio

Danimarca

Finlandia

Grecia

Irlanda

Olanda

Portogallo

Spagna

Svezia

1990

(2,1)

(1,6)

(11,0)

(1,2)

(2,2)

(5,6)

(1,5)

5,4

(16,1)

(2,3)

(5,1)

(5,5)

(4,1)

4,2

1991

(3,3)

(2,0)

(10,2)

(2,5)

(2,7)

(6,5)

(2,1)

(1,5)

(11,5)

(2,4)

(2,9)

(6,4)

(4,9)

(1,1)

1992

(2,8)

(3,8)

(9,5)

(6,3)

(1,9)

(7,2)

(2,9)

(5,8)

(12,3)

(2,5)

(3,9)

(3,3)

(3,6)

(7,8)

1993

(3,5)

(5,6)

(9,6)

(7,8)

(4,2)

(7,5)

(3,9)

(8,0)

(14,2)

(2,5)

(3,6)

(6,9)

(6,8)

(12,3)

1994

(2,4)

(5,6)

(9,0)

(6,8)

(4,4)

(5,1)

(3,5)

(6,2)

(12,1)

(2,0)

(3,4)

(5,7)

(6,3)

(10,3)

1995

(3,5)

(4,8)

(7,1)

(5,7)

(5,9)

(4,1)

(1,6)

(5,4)

(9,1)

(2,3)

(4,0)

(4,9)

(6,6)

(7,9)

1996 (*)

(4,1)

(4,1)

(6,7)

(4,8)

(4,3)

(3,2)

(1,5)

(2,9)

(8,2)

(1,5)

(2,6)

(3,8)

(4,8)

(3,8)

1997 (*)

(3,0)

(3,0)

(3,2)

(2,9)

(3,0)

(2,7)

(0,3)

(1,9)

(4,9)

(1,0)

(2,3)

(3,0)

(3,0)

(2,6)

1998 (*)

(2,7)

(3,0)

(3,9)

(1,4)

(2,9)

(2,3)

(0,3)

(0,6)

(3,4)

(1,2)

(1,8)

(2,8)

(2,7)

(1,7)

Saldo

Primario

1996

0,0

(0,5)

4,0

(0,7)

0,0

5,2

5,5

2,4

n.d.

2,9

2,2

0,7

0,6

2,3

(*) Stima, salvo che per il dato dell’Italia relativo al 1996, che è quello effettivo. Fonte: OCSE

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108 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Osservatorio

significativo, in quanto in setteanni il rapporto è diminuito diquasi otto punti percentuali. Sirealizzavano cioè anche in baseai dati prospettici disponibilialla fine del 1997 quei requisitidi “continuità” e “sostanzialità”richiesti dal dettato dellanorma.A queste considerazionibisogna poi aggiungere un’altraosservazione: la contrazione delrapporto è ottenuta da unsoddisfacente livello del saldoprimario, definito come ildeficit al netto della spesa perinteressi; esso infatti attesta peril 1996 su un valore positivopari al 4 per cento, misurasuperata solo dal Belgio e dallaDanimarca.La seconda regola dicomportamento riguarda ildebito cumulato, rapportato almedesimo denominatore di cui

comunitaria l’organo esecutivodeve verificare se “il rapportotra il disavanzo pubblico,previsto o effettivo, e il prodottointerno lordo (PIL) superi unvalore di riferimento”,quantificato nel protocolloaggiuntivo nel 3 per cento, “ameno che il rapporto non siadiminuito in modo sostanziale econtinuo e abbia raggiunto unlivello che si avvicina al valoredi riferimento oppure, inalternativa, il superamento delvalore di riferimento sia soloeccezionale e temporaneo e ilrapporto resti vicino al valore diriferimento”.I dati di cui alla tabella 1 - nellaquale non è riportato ilLussemburgo, che presentaaddirittura un surplus dibilancio - rivelavano che l’Italiae la Grecia non avrebberorispettato il parametro né per il

1997 né per il 1998. I medesimidati registrati dal 1985 al 1994indicano che l’Italia presentavaun valore sempre moltosuperiore al 3 per cento, avendoregistrato un minimo del 9 percento nel 1994 e una media dioltre il 10,5 per cento nell’arcodi tale decennio. Questi datiprecludono all’Italia lapossibilità di avvalersi dellaseconda delle due deroghecitate.D’altronde per l’Italia non èmai stata decretata l’esclusioneesplicita come invece èavvenuto per la Grecia. Ciò infunzione della prima deroga -che invece è da ritenerepienamente applicabile alnostro Paese - per la quale ilrapporto in questione è risultatosempre in discesa dal 1990, conun’unica lieve eccezione nel1993, e con un ritmo

Tabella 2 Debito cumulato in percentuale del PIL (soglia prescritta dal Trattato di Maastricht: 60 per cento).

Austria

Belgio

Danimarca

Finlandia

Francia

Germania

Grecia

Irlanda

Italia

Lussemburgo

Olanda

Portogallo

Regno Unito

Spagna

Svezia

1990

58,3

129,7

59,6

14,5

35,4

43,8

90,2

96,3

98,0

4,8

78,8

65,5

n.d.

45,1

43,5

(*) Stima. Fonte: OCSE

1991

58,7

129,4

64,6

23,0

35,8

41,5

92,4

96,6

101,5

4,2

78,8

70,2

35,5

45,8

53,0

1992

58,3

130,7

68,7

41,5

39,6

44,1

99,3

94,0

108,4

5,2

79,5

62,4

41,6

48,3

67,1

1993

62,8

137,0

80,1

57,3

45,6

48,2

111,8

97,1

119,3

6,2

80,8

67,3

48,3

60,5

76,0

1994

65,1

135,0

76,0

59,5

48,4

50,4

110,4

91,0

125,5

5,7

77,6

69,6

50,3

63,0

79,0

1995

69,0

133,7

71,9

59,2

52,8

58,1

111,8

84,8

124,9

6,1

80,0

71,7

53,9

65,8

79,4

1996 (*)

71,8

129,9

71,9

60,1

55,1

61,3

108,5

80,2

124,4

n.d.

78,0

70,3

56,1

68,0

78,7

1997 (*)

73,3

127,2

70,4

60,2

56,6

63,2

104,5

76,0

122,9

n.d.

76,0

67,6

56,5

68,9

78,5

1998 (*)

74,7

124,6

68,0

60,2

57,7

64,0

100,7

71,0

120,4

n.d.

75,7

66,3

56,3

69,2

75,8

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 109

Osservatorio

3. EURO sì, EURO no

Non solo la possibilità dirispetto dei parametri maanche la convenienza effettivaper l’Italia a partecipare allamoneta unica è oggetto didibattito da parte di autorevolieconomisti che si confrontanoquotidianamente su questetematiche: si delinea da unlato un’opinione favorevoleconnessa alla presunta “ultimaoccasione” offerta al nostroPaese di far parte di unospazio economico dotato dimassa critica sufficiente perconfrontarsi con il mercatostatunitense e con quellodell’Estremo Oriente;dall’altro, si manifesta unaforte perplessità derivante siada dubbi in merito allaeffettiva capacità dell’Italia dipermanere nell’UnioneMonetaria dopo esservi entratacon misure di emergenza masenza adeguate riforme ingrado di incidere in modostrutturale sulla spesapubblica, sia dalleconseguenze che la perditadello strumento della politicamonetaria interna avrebbe suun Paese non certocaratterizzato da omogeneitàdi livelli di sviluppo.

4. Il calendario del passaggioall’EURO

Prescindendo dalleconsiderazioni fin qui svolte,che attengono alla sferamacroeconomica dellaquestione, l’argomento su cui sidesidera richiamare l’attenzioneconcerne le difficoltà oggettivein cui si trovano le aziende -non solo italiane - di fronteall’elevato grado di incertezzain merito al “se” e al “quando”adeguare i propri processiinterni all’introduzionedell’EURO. A fronte di un

alla prima regola. In proposito,sempre l’art. 104 c) delTrattato stabilisce che laCommissione dovrà verificare“se il rapporto tra debitopubblico e PIL supera unvalore di riferimento”,determinato dal protocolloaggiuntivo nella misura del 60per cento, “a meno che questorapporto non si stia riducendoin misura sufficiente e non si

avvicini al valore diriferimento con ritmoadeguato”.Il testo della norma è quivolutamente molto elastico,probabilmente perché all’attodi sottoscrizione del Trattato ildebito pubblico di alcuni Stati- tra i quali in particolare ilBelgio e l’Italia - eranotevolmente superiore alvalore di riferimento.È opinione pressoché unanimeche lo spirito di questa regola

fosse non tanto quello di farrispettare il valore diriferimento, bensì quello diindurre i Paesi membri adadottare misure idoneeall’avvio di un circolo virtuosoche potesse condurre a questovalore in tempi ragionevoli. Sivede infatti dalla tabella 2come gli Stati che nel 1996hanno rispettato il parametrosiano solo la Francia, il

Lussemburgo e la GranBretagna, e non ènaturalmente ipotizzabile chel’Unione Monetaria vengaattuata solo fra questi trePaesi.È poi a tutti noto come i datipiù recenti sul rapportodeficit/PIL e debito/PILabbiano fornito ulteriorielementi di conforto per ilnostro Paese. Infatti, il primorapporto si è attestato per il1997 entro il limite,ragguagliando il livello del2,7 per cento, mentre per il1998 e 1999 si prevede diraggiungere rispettivamente il2,5 per cento e il 2 per cento1.In merito al rapportodebito/PIL, le cifre continuanoad attestarsi su livelli oltre illimite, ma comunque inferiori aquelli della tabella 22.

(1) Fonte: Il Sole 24 Ore del 26 marzo 1998.

(2) In particolare, il consuntivo 1997 faregistrare un rapporto pari al 121,6 per cento,mentre per il biennio 1998/1999 si prevedonolivelli pari rispettivamente a 118,1 per centoe a 114,3 per cento.

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110 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Osservatorio

impegno economico senz’altroragguardevole (si stimano costiper circa 150.000 miliardi di lirea livello UE connessi al soloadeguamento dei sistemiinformatici) persistel’impossibilità di pianificazionedegli investimenti, con ilconseguente rischio di doveressere costretti a far tutto esubito nel giro di pochi mesi inpresenza di uno scenario nelquale le risorse specialistiche incampo informatico appaionoinsufficienti a soddisfare ladomanda che verràpresumibilmente a formarsi.

A ciò si aggiunga che nessunaforma di sostegno finanziario alsistema industriale è prevista alivello comunitario peralleggerire in parte tale onere.Per meglio chiarire questiaspetti, si ricorda che ilcalendario fissato dal ConsiglioEuropeo di Madrid alla fine del1995, in base al quale vieneoggi tempificato il passaggioalla moneta unica, prevede trefasi principali per la suaintroduzione sul mercato:• Fase A (1° gennaio 1999):

una volta deciso chi faràparte dell’Area dell’EURO,saranno fissatiirrevocabilmente i tassi diconversione e sarà sancital’entrata in vigore dellanuova moneta.

• Fase B (1° gennaio 1999 -entro il 31 dicembre 2001):periodo transitorio nel quale

sarà applicato un cambiofisso con l’EURO ma ledivise nazionali manterrannoil proprio corso legale,secondo quella che è statadefinita unaconfigurazione“dialettale” dellamonetaeuropea.L’EURO saràutilizzata perl’emissionedi titoli deldebitopubblico e perle transazionisul mercato deicapitali.

• Fase C (al più tardi 1° gennaio 2002): sarannomesse in circolazione lenuove banconote e,parallelamente, si avrà ilritiro progressivo, da partedelle diverse BancheCentrali, di quelle nazionali.

È recentissima la notiziasecondo la quale la data diinizio della fase C potrebbeaddirittura essere anticipataall’autunno del 2001.È importante sottolineare che

nella Fase B le iniziative che leimprese riterranno di adottareper introdurreprogressivamente l’EURO sianei listini di prezzo sia neisistemi gestionali e contabiliandranno intese come

provvedimenti volontari,secondo il principiofondamentale del no prohibition,no compulsion.A fronte peraltro di

un’apparente ampiezza delperiodo transitorio, che

sarebbe di per sésufficiente agarantire un fluidoadeguamento deiprocessi interniaziendali, sussisteun’esplicitaprecisazione della

CommissioneEuropea in base alla

quale le aziende cheforniscono servizi di

pubblica utilità dovrannoassumere un ruolo primario nelprocesso di progressivoavvicinamento da parte delpubblico all’EURO.

5. Implicazioni per TelecomItalia

Quanto detto implicaverosimilmente che, pur inassenza di specifici obblighigiuridici, un’azienda comeTelecom Italia, caratterizzata daun bacino di clientela finaledell’ordine dei 25 milioni diunità, sarà chiamata a fornire unproprio contributoparticolarmente significativo intal senso.In termini pratici, tutti iprocessi aziendali che“confinano” con l’esternodell’azienda dovrannoprobabilmente subireadeguamenti fin dall’iniziodella fase transitoria, mentreper i processi interni potràessere prevista una tempisticadiversa.Ne consegue che, a partiredal 1° gennaio 1999 sarà datafacoltà alla clientela “affari” dirichiedere le fatturedenominate in EURO -attraverso un’esplicita domanda

1-3 MAGGIO 1998

Il Consiglio europeodecide quali Paesidell’Unione europeaentrano a far partedell’Unione moneta-ria.

1 GENNAIO 1999

Viene fissato irrevo-cabilmente il valoredell’euro, in base altasso di cambio del-l’Ecu al 31 dicembre1998. Gli importi inecu si cambiano 1euro = 1 ecu.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 111

Osservatorio

formazione tradizionale.La facoltà offerta ai clienti dioperare in EURO sarà anche adisposizione di tutti gli altrisoggetti che a diverso titolointratterranno relazioni conTelecom Italia, ad iniziare daifornitori con i quali saranno divolta in volta concordate lemodalità di acquisto, e quindianche la valuta di pagamento.Per quanto invece riguarda latelefonia pubblica, per ora nonsi effettueranno adeguamentitecnici connessiall’introduzione dell’EURO, inquanto la circolazione materialedi monete e banconotedenominate in EURO avverràpresumibilmente solo a partiredal 2002. Il problema verràquindi affrontato una voltasuperata la prima scadenza delgennaio 1999, anche tenendo indebita considerazione lemodifiche tariffarie e leevoluzioni tecnologiche che nelfrattempo interverranno. A talproposito si sottolinea inparticolare come l’introduzionedell’EURO non sia un eventoindipendente da altri fenomenidi prossima attuazione, quali ilpassaggio alla tariffazione atempo e l’adozione del price

cap per la determinazione delletariffe.Diverso potrà essere ilcomportamento dell’azienda inmerito all’adeguamento dei

in tal senso che saràirrevocabile per un anno –oppure sarà possibile aprirenuovi contratti nei quali siindicherà esplicitamente lavaluta di fatturazione.Alla clientela residenziale saràinvece fornita evidenza delcontrovalore in EURO dei solitotali di fattura e sarà inviato ilbollettino di conto correntepostale con l’indicazionedell’importo da pagare espressoin lire e in EURO.La modalità più immediata diavviare pagamenti in EURO findal 1° gennaio 1999 saràcomunque quella di avvalersidella domiciliazione dellebollette, in quanto sia gliintermediari bancari sia l’EntePoste saranno in grado – suesplicita richiesta formulata dalcliente finale - di trasmettereflussi in EURO a fronte didisposizioni di incasso fornite intale valuta dagli enti difatturazione.

Nel corso del periodotransitorio Telecom Italiagarantirà inoltre la completainvarianza tra i prezzi deiprodotti e dei servizi espressinelle due valute; a tal fine, neicalcoli intermedi sarannoutilizzate cifre decimali innumero sufficiente a garantire

questa equivalenza.Solo le voci globali della fatturada contabilizzare e da pagaresaranno espresse in centesimidi EURO, secondo quantoprevisto dalla normativacomunitaria.

A supporto delle azionicommerciali e di fatturazionesopra indicate Telecom Italia hapredisposto un piano dicomunicazione che si avvarrà distrumenti di informazionediretti al pubblico finale edanche di iniziative congiuntecon altri opinion leader e conenti connotati da specificainfluenza sul tema.Già a partire dal corrente annoTelecom Italia ha inoltreprogrammato un’attività diformazione del personale perconsentire ai propricollaboratori una valutazioneottimale dell’impatto dellamoneta unica europea suiprocessi aziendali e per renderliin grado di gestire al meglio irapporti con i clienti cheavanzassero specifiche richiestein materia. La formazione siavvarrà di una piattaformamultimediale denominataCAMPUS, che consente lagestione della teledidattica equindi la fornitura diinformazioni aggiornate etempestive, a clienti remoti conil supporto di tutor dedicati perl’assistenza diretta, secondoquanto già effettuato in sede di

1999-2002PERIODO DI TRANSI-ZIONE

Da questo momentol’euro è la monetalegale, e si può usareper tutte le opera-zioni che non richie-dono l ’uso di con-tanti; anche i titolidi Stato sono con-vertiti in euro.

1 GENNAIO 2002(AL PIÙ TARDI)

Arrivano le monete ele banconote euro-pee. Per alcuni mesi,esposti nei negozi, cisaranno i doppiprezzi.

1 LUGLIO 2002(AL PIÙ TARDI)

La lira e le altre mo-nete nazionali euro-pee cessano di averecorso legale. I prezzinon cambiano: ven-gono semplicementeconvertiti in euro.

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112 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Osservatorio

centrali, a cui andrannoaggiunti quelli relativi allemodifiche sui sistemidipartimentali, quelli relativiagli interventi sugliapparecchi a disposizionedel pubblico e quelliconnessi sia alle campagnedi comunicazione sia allaformazione del personale -appare significativo. Lemodalità dell’effettivodispiegamento temporale ditale impegno dipendonoanche da eventualipossibilità di accesso a canalidi agevolazione finanziaria.

6. Conclusioni

L’adeguamento dei processiaziendali alla moneta unicarappresenta una sfida difficilema stimolante, che comporteràla necessità di significativiinterventi tecnologici. Si pensiin particolare all’adeguamentodelle centinaia di migliaia diapparecchi telefonici adisposizione del pubblico - chesarà comunque necessarioeffettuare, anche se solonel 2002 - o alle modifiche daapportare ai sistemi difatturazione per consentire gliaddebiti in doppia valuta.Se perseguita con adeguatacompetenza e tempestività e seopportunamente integrata con iprogetti ora in corso, questasfida rappresenterà perl’azienda un’ottima occasioneper presentarsi al mercato conuna compiuta rivisitazione deipropri processi di interazionecon il mondo esterno.

Fabrizio PicchiTelecom Italia DG - Roma

Roberto FerreriConsiel

processi interni diamministrazione e finanza, chepotranno prevedere l’adozionedell’EURO in ragionedell’effettiva necessità e dellerisorse ancora disponibili unavolta completata la conversionedei processi di business. In talsenso potranno verificarsicomportamenti differenziati perle specifiche aree aziendali. NelDuemila, ad esempio, scadrà ilcontratto collettivo di lavorointerno: sarà questaindubbiamente una buonaoccasione per la piena adozionedella moneta unica nellagestione del personalee nella relazionecon gli Entipubblicipreposti.L’impegno perl’azienda non èdi poco conto.Da una stimapreliminare deicosti necessari pergli interventidescritti sembraemergere un onere dicirca600 miliardi connesso allaformazione del personale eall’adeguamento dei sistemiinformatici e delleapparecchiature di telefonia adisposizione del pubblico. Atale importo andranno aggiunti icosti relativi alla comunicazioneesterna, il cui ammontaredipenderà dall’incisività dellapolitica di informazione che siriterrà di perseguire.Le decisioni operative diintroduzione dell’EUROverranno assunte dall’aziendaanche in considerazione di unaserie di contingenze esternerelative alle argomentazioni chesono di seguito esposte.1. L’azienda si trova in una fase

di transizione verso il liberomercato e, di conseguenza,non pare opportunoprescindere da una attenta

valutazione del tipo dipercezione da parte dellaclientela nei confronti delleipotizzate modifiche dipresentazione della fattura edegli altri documenticonnessi. Questa valutazionepotrà avvenire attraversoappositi strumenti disondaggio solo in una fasepiù avanzata di maturazionedel concetto dell’EUROnella popolazione italiana.

2. Per motivazioni analoghe,sarà opportuno tarare ilcomportamento aziendale infunzione delle decisioni che

i principali concorrentinazionali e

internazionaliadotteranno sultema. Peraltro,per non esporrel’azienda asituazioni divulnerabilità

competitiva, saràconveniente

predisporre concongruo anticipo gli

strumenti tecnici eorganizzativiindipendentemente dalladecorrenza operativa deisingoli adeguamenti.

3. È necessario prevedere incorso d’opera l’adeguamentoalla possibile modificazionedei riferimenti normativo-istituzionali per i servizi oggiregolamentati.

4. La fusione con STET e laconseguente integrazionedella ex-Telecom Italia in unGruppo che si qualifica conconnotazioni sia operativesia finanziarie suggerisce diprevedere a breve termineun coordinamento allargatosulle scelte operative ditutte le aziende coinvolte.

5. Il costo degli interventi -stimabili in circa 300miliardi di lire per la solaparte di adeguamentoinformatico dei sistemi

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 113

Osservatorio

quella che permette di fornire conmaggior flessibilità servizi cellularisu vaste aree, sia per latrasmissione della voce sia pertrasmissioni dati fino a 2 Mbit/s.L’analisi delle previsioni delladomanda ha messo in evidenzache in futuro si manifesterà ancheuna significativa richiesta di servizicon requisiti di trasmissioneasimmetrici per i due versi ditrasmissione; per questi servizisono state predisposte bande dautilizzare con la tecnica a “ping-pong” (nei due versi ditrasmissione si utilizza la stessafrequenza portante, ma sitrasmette in intervalli di tempodiversi, cosicché, dimensionandoopportunamente gli intervalli, sipossono sbilanciare le capacità ditrasporto nelle due direzioni).Per questo tipo di trasmissione latecnica TD-CDMA si prestameglio della W-CDMA: TIM haperciò patrocinato l’adozione della

tecnica W-CDMA per letrasmissioni simmetriche nellebande appaiate e invece l’impiegodella soluzione TD-CDMA per letrasmissioni a “ping-pong” nellebande non appaiate (vedi figura 1).Questa soluzione mista è statadefinita in una riunioneorganizzata a Roma da TIM il21 gennaio di quest’anno ed è statapoi adottata dall’ETSI perl’UMTS il 29 gennaio conl’adesione dell’ARIB e della NTTDoCoMo.La figura 1 mostra l’allocazionedelle frequenze in Europa: per la

1. Le scelte ETSI

Le previsioni sulla domanda diservizi di telecomunicazioni conterminali mobili hanno messo inluce l’esigenza di predisporresistemi che dai primi anni delDuemila siano in grado di fornireefficientemente servizi percomunicazioni multimediali etrasmissioni dati fino a 2 Mbit/s.Per soddisfare questa domanda, daalcuni anni presso diversi Enti, e inparticolare presso l’ITU(International TelecommunicationUnion), l’ETSI (EuropeanTelecommunications StandardsInstitute), l’ARIB (Association ofRadio Industries & Business) inGiappone, negli Enti dinormalizzazione americani edasiatici e presso l’UMTS Forum(Universal MobileTelecommunications System Forum)sono stati avviati studi preliminaricon l’obiettivo di individuare letecniche più appropriate perrealizzare sistemi radiomobili di“terza generazione”.In particolare, l’ITU ha ilprogramma di definire entro ilprossimo anno l’IMT 2000(International MobileTelecommunications 2000), chedovrebbe essere costituito da unafamiglia di sistemi caratterizzati daun alto livello di compatibilità.Uno di questi sistemi sarà quellodenominato UMTS (UniversalMobile Telecommunications System);su di esso, come si vedrà, dalloscorso gennaio sono confluiti glistudi dell’ETSI e dell’ARIB.L’UMTS Forum - associazionesenza scopo di lucro aperta a Entidi regolamentazione, Gestori dellereti di telecomunicazione e

manifatturiere - promuove losviluppo dell’UMTS comestandard mondiale.Le soluzioni esaminate dall’ETSIper realizzare l’interfaccia radiodell’UMTS erano inizialmentequattro: la tecnica W-CDMA(Wideband Code Division MultipleAccess), la tecnica TD-CDMA (TimeDivision - Code Division MultipleAccess), una tecnica basata sullatrasmissione a divisione di tempo,chiamata W-TDMA (Wideband-TimeDivision Multiple Access), simile aquella utilizzata dal GSM (GlobalSystem for Mobile communications),ma che presenta una velocità ditrasmissione molto maggiore e,infine, una tecnica a multiportante,chiamata OFDMA (OrthogonalFrequency Division Multiple Access).Nell’estate del 1997 era però giàevidente che solo le prime duesoluzioni avevano proprietà adatteal nuovo sistema che si volevarealizzare.

Nel frattempo la NTT DoCoMo,il Gestore della rete radiomobilegiapponese con il maggior numerodi clienti al mondo, aveva portato abuon punto studi su un sistema ditipo W-CDMA; TIM, che è oggi ilGestore europeo con il maggiornumero di clienti, giunse allaconclusione che questa tecnicaavrebbe garantito il maggiorsuccesso di mercato. Anticipandogli altri Gestori europei, TIMdecise di rendere nota la propriaposizione e di adoperarsi affinchéessa fosse adottata come standard.La tecnica W-CDMA è infatti

1900 1920 1980 2010 2025 2110 2170 2200

Bande dedicate ai servizi via satelliteBande appaiateBande non appaiate

Figura 1 Frequenze assegnate in Europa all’UMTS.

L’INTERFACCIA RADIODELL’UMTS, SISTEMA

RADIOMOBILEDI TERZA

GENERAZIONE

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114 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

Osservatorio

3. La tecnica TD-CDMA

La soluzione TD-CDMA (TimeDivision-Code Division MultipleAccess) è una combinazione diuna tecnica di accesso adivisione di tempo - come quellautilizzata nel GSM - e di unatecnica a divisione di codice,come la W-CDMA.Secondo la tecnica a divisione ditempo, la trasmissione su ogniportante radio è organizzata intrame suddivise in otto intervallidi tempo (time slot). A differenzadel GSM, ciascuno di questiintervalli invece di esserededicato a un unico collegamentopuò essere contemporaneamenteimpiegato da otto collegamentidiversi, sovrapponendo in essootto segnali con una tecnica adivisione di codice simile aquella sopra descritta. Suciascuna portante radio sipossono così multiplare 64 canali.Il procedimento è chiarito più indettaglio in appendice.In questo sistema il rapporto frala chip rate e la velocità delleinformazioni nei singoli canali èfisso; per realizzare canali concapacità diverse occorre affasciarepiù canali elementari, fino adutilizzare contemporaneamentetutti i sessantaquattro canali diuna data portante.La robustezza della soluzioneattuale nei riguardi delleinterferenze non permette diutilizzare la stessa frequenza intutte le celle di una rete; occorreperciò prevedere l’utilizzo di piùportanti e pianificare l’impiegodelle frequenze. Sono però allostudio soluzioni che consentonodi minimizzare l’onere dellapianificazione delle frequenze.Per realizzare trasmissioni a ping-pong e canali asimmetrici bastadedicare una parte degliintervalli di tempo ad un verso ditrasmissione e quella rimanenteal verso opposto.Alcuni aspetti del sistema sonoancora allo studio per

soluzione W-CDMA è oggiprevista una coppia di bande difrequenza ciascuna di ampiezza60 MHz, mentre per laTD-CDMA sono assegnate dueporzioni di banda che copronocomplessivamente 35 MHz.

2. La tecnica W-CDMA

La soluzione W-CDMA (Wideband-Code Division Multiple Access)prevede che i segnali dei diversiutenti siano trasmessicontemporaneamente sullo stessocanale radio, alla stessa frequenzaportante. Fra questi segnali sicreano quindi interferenzereciproche; il processo di codificae decodifica attuato sui segnalielimina tuttavia l’effetto delleinterferenze.A ciascun segnale da trasmetteresul canale radio è infattiassociata, con un’operazione dimoltiplicazione, una sequenzanumerica (codice) con unavelocità di trasmissione (chiprate) molto maggiore dellavelocità dell’informazione datrasmettere. Questa sequenza dicodice è nota al ricevitore, che,con un’operazione dicorrelazione, può recuperare ilcontenuto di informazione1. Lesequenze di codice associate aivari segnali che condividono lostesso canale sono fra loro diversee sono scelte in modo che siano“ortogonali”; è cioè nulla la

correlazione tra sequenze dicodice diverse. Il procedimento èdescritto più in dettaglio inappendice.La banda occupata dal segnalecodificato è quindi maggiore diquella che avrebbe un segnalenon codificato(approssimativamente di unfattore pari al rapporto fra la chiprate del segnale radio e la velocitàdi cifra (bit rate)dell’informazione), ma questaperdita apparente di efficienzaspettrale è in realtà più checompensata dalla possibilità disovrapporre più segnali sullostesso canale radio. Quanto piùalta è la chip rate, tanto maggioreè la robustezza all’interferenza e,quindi, tanto maggiore è ilnumero di segnali che si possonosovrapporre sullo stesso canale. La soluzione adottata da ETSI èdetta a larga banda (wideband),perché la chip rate è moltomaggiore di quella dei sistemiCDMA ora in esercizio. Sonoinfatti previsti tre possibili valori(corrispondenti ad altrettantecanalizzazioni) pari a 4096 kchip/s,8192 kchip/s e 16384 kchip/s.La robustezza alle interferenze ècosì elevata che si può utilizzarela stessa frequenza portante intutte le celle di una rete,ottenendo così una notevolesemplificazione dellapianificazione della rete cellulare.Pur mantenendo fissa la chiprate, la capacità di trasporto delleinformazioni può essere variataentro ampi margini, cambiando ilrapporto fra la velocità dei bit diinformazione e la chip rate eadattando proporzionalmente lapotenza di trasmissione. Questacaratteristica conferisce allatecnica W-CDMA una grandeflessibilità, con prestazioniquindi di particolare rilievo per isistemi radiomobili di prossimagenerazione, che dovrannomettere a disposizione canali conrequisiti di capacità e di qualitàmolto diversi.

(1) L’operazione di correlazione di duesequenze xi, i=1, .. n e yi, i=1, .. n, è definitacome segue:

Considerando ad esempio due sequenze A e Bcosì definite:

A=[+1,-1,-1,+1,-1,+1,+1,-1]B=[+1,+1,-1,-1,+1,-1,+1,-1]

è facile verificare che la correlazione di unasequenza di codice con se stessa (autocorrela-zione) è pari a 1, mentre è nulla la correlazio-ne delle due sequenze A e B.

correlazione = 1n

xi ⋅ yii =1

n

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 115

Osservatorio

largo consenso in campointernazionale; esso sembraessere perciò destinato adivenire uno standard mondialecon un largo mercatopotenziale.I principali obiettivi per ilprossimo futuro sono ilconsolidamento di questa sceltasulla scena internazionale e losviluppo tecnico delle norme,in modo che il sistema possaentrare in servizio nei prossimiquattro anni.

individuare il migliorcompromesso fra le diverseesigenze da considerare.

4. Conclusioni

Con i passi compiutirecentemente nelle sediinternazionali dinormalizzazione, si è conseguitoun progresso significativo nelladefinizione di un sistemaradiomobile di caratteristiche

avanzate che possa soddisfare ladomanda di comunicazionimobili del prossimo decennio.Le soluzioni scelte per l’UMTSoffrono una grande flessibilità esi prestano perciò a fornirecanali di trasporto adatti aconvogliare efficientementeinformazioni di diverso tipo, siaa commutazione di circuito sia acommutazione di pacchetto,fino alle velocità richieste dalleapplicazioni multimediali.Il sistema ha già ottenuto un

Il segnale generato dall’utenteconsiderato non causainterferenza nei riguardi deglialtri utenti che si sovrappongonosullo stesso canale, per i motiviillustrati in figura 3. Quando ilsegnale trasmesso dall’utenteconsiderato è demodulato dalricevitore di un altro utente a cuiè assegnato un codice B,“ortogonale” rispetto al codice A,l’operazione di correlazione dàcome risultato un numero di chip

per la sequenza di codice e nelmediare il segnale così ottenutonell’arco di tempo pari alladurata del bit d’informazione.Come si può vedere nella figura3, dopo la moltiplicazione per ilcodice A, in ogni intervallo di bitsi ottengono otto chip di segnouguale a quello del bitd’informazione. La successivaoperazione di media ricostruisceperfettamente l’informazionetrasmessa.

Principio di funzionamentodella tecnica W-CDMA

La tecnica W-CDMA appartienealla classe delle tecniche diaccesso multiplo a divisione dicodice (CDMA) del tipo DS(Direct Sequence). Le figure 2 e 3mostrano il principio difunzionamento di questa tecnica.Nella figura 2 è riportato loschema di principio deltrasmettitore. Ad ognicollegamento è associato uncodice (nell’esempio esso èchiamato codice A) costituito daun certo numero di “chip”(nell’esempio otto). La duratadella sequenza di codice è pari alperiodo di bit dell’informazione.Il segnale trasmesso consistenella ripetizione del codice Ainvariato o invertito di segno aseconda della polarità del bitd’informazione. In altri termini,il segnale da trasmettere sulcanale radio è ottenutomoltiplicando la sequenza diinformazione per la sequenza dicodice.Il recupero dell’informazione dalsegnale ricevuto avviene permezzo di un’operazione dicorrelazione mostrata in figura 3.Questa operazione consiste nelmoltiplicare il segnale ricevuto

Ampiezza

Tempo

Codice A

X

Sequenza di informazione

Sequenza trasmessa

Codice di utente

Tempo

Ampiezza

Tempo

Ampiezza

Figura 2 Direct Sequence-CDMA: schema di principio del trasmettitore.

APPENDICE

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Osservatorio

di segno positivo uguale a quellidi segno negativo.Questi chip si annullano avicenda con la successivaoperazione di media; il segnaledell’utente considerato noninterferisce quindi nellaricostruzione dell’informazionepropria dell’altro utente.Questa caratteristica vale per tuttii segnali codificati con codicireciprocamente ortogonali; da uninsieme di segnali di questo tiposi possono perciò estrarresingolarmente le informazioni diciascuno di essi senza subiredegradazioni causate dalleinterferenze mutue2.Nelle condizioni reali ledistorsioni ed i disturbi, cheinterferiscono sui segnali lungo i

canali di comunicazione,degradano normalmente lecondizioni di ortogonalità: risultaperciò limitato il numero disegnali che si possonosovrapporre sullo stesso canale.

Principio di funzionamentodella tecnica TD-CDMA

La tecnica TD-CDMA è unacombinazione delle tecnicheTDMA (Time Division MultipleAccess) e della tecnica DS-CDMAillustrata sopra. Secondo la componente TDMAla trasmissione è organizzata intrame, ognuna delle quali èsuddivisa in otto intervalli ditempo (time slot).I segnali di informazione sonotrasmessi “a pacchetti”utilizzando un prefissato timeslot di ciascuna trama, cosicché isegnali assegnati a intervalli ditempo diversi non interferisconotra loro anche se utilizzano la

stessa frequenza portante.Come è stato visto, secondo latecnica DS-CDMA in ciascuntime slot si possono sovrapporrefino a otto segnali diversi con ilmeccanismo della divisione dicodice descritto sopra.La combinazione delle duetecniche consente dunque dimultiplare sulla stessa frequenzaportante 64 canali diversi diinformazione.Inoltre si può utilizzare la stessaportante per la trasmissione neidue versi, assegnando un certonumero di intervalli di tempodella trama alla trasmissione dastazione radio base a terminalemobile ed i rimanenti intervallidi tempo alla trasmissione nelverso opposto.

Pietro Porzio GiustoTIM

Nicola Pio Magnani,Giovanni Romano

CSELT

Sequenza di informazione ricevuta

Codice A

Segnale ricevuto MEDIA

su un intervallo di bit (8 chips)

Tempo

Tempo

Sequenza codificata

Sequenza di informazione

Tempo

Tempo

Sequenza codificata

Sequenza di informazione

Tempo

Ampiezza

Tempo

Canale trasmissivo ideale Ricevitore per utente A

X Y = ∑__ 1

8

8

i=1X Y i i

Utente A

Utente B

Sequenza di informazione ricevuta

Figura 3 Direct Sequence-CDMA: schema di principio del ricevitore.

(2) Se si usano codici con N chip per bit, sipossono definire fino a N codici mutuamenteortogonali e quindi, in condizioni ideali, sipossono multiplare fino a N utenti senza unareciproca interferenza.

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA

- Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

117

IL SISTEMA RADIOMOBILE FUTURO - DENOMINATO UMTS IN EUROPA E

IMT-2000 A LIVELLO MONDIALE - DOVRÀ GARANTIRE UNA VASTA GAMMA DI

SERVIZI A DIVERSE CLASSI D’UTENTI, CON DIFFERENTI CARATTERISTICHE

DI MOBILITÀ E DI TRAFFICO. La possibilità di operare a velocità variabile offrirà infatti un’elevataflessibilità agli utenti ed un efficiente utilizzo delle risorse radio aiGestori della rete. I nuovi servizi saranno offerti in qualunque ambiente -urbano, rurale, “indoor” e “outdoor” -, per cui saranno richiesti diversilivelli di copertura radio (macrocelle, microcelle, picocelle), anchesovrapposti sulla stessa area geografica. Saranno inoltre richiestimeccanismi per consentire l’utilizzo di reti di altri Gestori, in modotrasparente, sia all’interno sia fuori dal proprio Paese.La crescita consistente del numero di utenti e la contemporaneasignificativa diversificazione dei servizi offerti – fenomeni previsti,entrambi, per i prossimi anni – comportano, in particolare, due esigenze:l’introduzione di tecniche di accesso radio innovative, capaci di sfruttare inmodo più efficiente lo spettro disponibile; la specificazione di appropriatesoluzioni per le architetture e per i protocolli, che assicurino il necessarioadattamento dei sistemi mobili ai requisiti dei nuovi servizi emergenti.Questa distinzione fra tecniche di accesso radio innovative e soluzioni direte inquadra la transizione verso UMTS e permette di classificare lefunzionalità innovative da realizzare. In ETSI, il momento è di particolare rilievo in quanto la decisione delgennaio 1998, che ha portato alla scelta della soluzione da adottare perl’interfaccia radio, ha permesso di avviare le attività di specificaconcernenti la rete di accesso ed i relativi protocolli, fornendo anche unanuova spinta alle attività dedicate all’evoluzione della “core network”. Lanecessità di arrivare a soluzioni globali, ovvero valide anche fuoridell’Europa, è affrontata tramite uno stretto contatto con altre realtà distandardizzazione regionali, a partire da quelle condotte negli Stati Unitie in Giappone, nonché tenendo conto del peso crescente dei Paesiemergenti più dinamici nell’evoluzione delle reti di telecomunicazioni.Per quanto riguarda l’ITU, la strada intrapresa è di limitare leraccomandazioni alla definizione di un framework di riferimento per isistemi di terza generazione, rinunciando all’idea di specificare un nuovosistema universale. (Maggiori informazioni tecniche sono riportate inquesto stesso numero:

CeBIT ’98 a pagina 99 e L’interfaccia radiodel’UMTS, sistema radiomobile di terza generazione a pagina 113.

♦♦ ♦ ♦♦

GLI ATTUALI MODELLI ORGANIZZATIVI IMPRENDITORIALI SPINGONO LE

AZIENDE A FARE EVOLVERE LE PROPRIE STRUTTURE INFORMATICHE NELLA

DIREZIONE DI UNA PROGRESSIVA DISTRIBUZIONE ED ETEROGENEITÀ DELLE

SOLUZIONI IMPIEGATE, BASATE SU ARCHITETTURE INNOVATIVE (PER

ESEMPIO CLIENT/SERVER, INTERNET/INTRANET). Il sistema informativo può incidere in modo significativo nella definizionedel profilo concorrenziale aziendale; Network Management, SystemManagement, Application Management rappresentano le tecnologiedeputate a risolvere i problemi che possono presentarsi in un modernosistema informativo e a concorrere all’ottimizzazione del funzionamentodelle componenti che ne determinano l’architettura hardware e software.Telecom Italia assieme ad altri Gestori del settore hanno da temporecepito queste nuove esigenze offrendo servizi di Outsourcing nell’areaNetwork Management e valutando l’opportunità di estendere la stessaofferta al System ed Application Management. Lo scenario di riferimento

News

STATO DELL’ARTE EDEVOLUZIONE DEGLI STANDARDPER LA GESTIONE DI RETICORPORATE

RAPPORTI SULLA

NORMATIVA TECNICANELLE

TELECOMUNICAZIONI

IL PROCESSO DI SPECIFICA DELSISTEMA UMTS/IMT-2000

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News

è quello delle reti private (le reti corporate) costituite da segmenti diLAN, interconnessi su base geografica e appartenenti ad una stessaorganizzazione aziendale. In questo settore ad alta redditività lacompetizione è sempre più serrata.Nel contesto della gestione di reti corporate, gli standard utilizzati sonoprevalentemente quelli “de-facto” affermatisi nel mondo Internet edefiniti in ambito IETF (Internet Engineering Task Force). Recentemente,però, stanno emergendo soluzioni che sfruttano la tecnologia del WorldWide Web (HTTP e HTML), in relazione alle quali si avrannoripercussioni interessanti anche sull’offerta di servizi di gestione da partedei Service Provider.Due iniziative risultano particolarmente significative per la definizionedei nuovi standard: una è denominata WBEM (Web-Based EnterpriseManagement) ed è sviluppata nell’ambito di un consorzio di Costruttori,inizialmente costituito da Microsoft, Compaq, Cisco, Intel, BMCSoftware e, in seguito, da molti altri; la seconda fa riferimento alla JMAPI(Java Management API) sviluppata da SunSoft .Accanto alla novità dell’utilizzo di un approccio Web-based in ambitogestionale, sono state avviate numerose attività finalizzate alla definizionedi standard per la gestione dei sistemi e delle applicazioni, che siaffiancano a quelle di revisione degli attuali standard per la gestione dellereti TCP/IP ( Transmission Control Protocol/IP).Queste attività sono svolte sia a livello di organismi di standardizzazione(IETF) sia in consorzi formati dai maggiori Costruttori: tra questi uno deipiù importanti è il DMTF (Desktop Management Task Force) che si ponel’obiettivo di definire standard che rendano agevole la gestione diambienti di personal computer e dei prodotti software ad essi relativi.

♦♦ ♦ ♦♦

DALLA STANDARDIZZAZIONE LE AZIENDE RICEVONO UN UTILE AUSILIO

PER IL TRATTAMENTO DELLE QUESTIONI LEGATE ALL’IMPATTO

AMBIENTALE DELLE ATTIVITÀ DA ESSE SVOLTE. QUESTA

STANDARDIZZAZIONE, DI INTERESSE ANCHE PER L’AMBITO DELLE

TELECOMUNICAZIONI, VUOLE FACILITARE UN MIGLIORAMENTO DEI

PROCESSI PRODUTTIVI DAL PUNTO DI VISTA AMBIENTALE, SENZA UN

AGGRAVIO DEGLI OBBLIGHI DA RISPETTARE ED EVITANDO DI INCIDERE

NEGATIVAMENTE SULLA LIBERA COMPETIZIONE.Le norme 14001, 14002 e 14004 elaborate dal Comitato Tecnico ISO (International Standard Organization) TC 207 “EnvironmentalManagement” costituiscono un riferimento per le aziende che voglianorealizzare un sistema di gestione ambientale parallelo o integrato con quellorelativo alla qualità. Queste norme - che corrispondono alle ISO 9001, 9002,9003 e 9004, relative ai sistemi di qualità - si occupano di politicaambientale, pianificazione, realizzazione ed esercizio, controllo e scelta eintroduzione di azioni correttive.Le norme dalla 14010 alla 14015 sono relative all’audit ambientale, edefiniscono le verifiche da effettuare per valutare le prestazioni aziendali,delineando i principi generali di riferimento, i criteri di qualificazionedegli auditor, le linee guida per i programmi di audit e l’esecuzione deglistessi. Le norme 14020, 14021, 14024 e 14025 si occupano di etichetteambientali di prodotto. La prima di queste norme identifica i finiessenziali perseguiti, che riguardano l’incoraggiamento alla domanda eall’offerta di prodotti e servizi con un impatto sempre minoresull’ambiente, attraverso dichiarazioni accurate e verificabili. La norma

L’ATTIVITÀ DI NORMAZIONE ISONEL SETTORE AMBIENTALE

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 119

14024 definisce in particolare le etichette ambientali di tipo I, che sonoquelle assegnate a prodotti che rispondono a specifici requisiti, fissati perogni categoria di prodotto. Le etichette di tipo II riguardanol’autocertificazione ambientale e sono trattate dalla norma 14021,nell’intento di fornire ai consumatori di tutto il mondo informazioni disignificato univoco e riconoscibile.Il processo EPE (Environmental Performance Evaluation), consideratonella norma 14031, è finalizzato a fornire alla direzione aziendaleinformazioni affidabili e verificabili sulla capacità dell’impresa diraggiungere gli obiettivi ambientali fissati. Il LCA (Life Cycle Assessment) definisce una metodologia finalizzata a valutarele conseguenze sull’ambiente della produzione, dell’uso e delle scelte dismaltimento relative a prodotti e servizi, a partire dalla quantificazione siadel consumo di materie prime e di energia sia del rilascio di sostanzenell’ambiente, siano esse solide, liquide o gassose. Secondo la norma14040, i passi della metodologia LCA sono tre: inventario (norma 14041),valutazione (norma 14042) e interpretazione (norma 14043).

♦♦ ♦ ♦♦

CON LA COSTITUZIONE DI MPEG (MOVING PICTURE EXPERTS GROUP) -AVVENUTA DIECI FA - È INIZIATO UN PROCESSO DI TRASFORMAZIONE DELLE

VARIE MANIFESTAZIONI DI SERVIZI AUDIO ED AUDIOVISIVI PREESISTENTI IN

UNA SOLA, QUELLA NUMERICA, CON UN FORTE IMPATTO SU PIÙ FRONTI DI

BUSINESS.Se il successo di uno standard si misura dal livello di accettazione da partedell’industria, si può certo definire MPEG-1 come uno standard disuccesso. Il Video CD ha incontrato un grandissimo favore da parte deiconsumatori nell’Estremo Oriente: nel 1997 nella solo Cina si sonovenduti più di 10 milioni di player. Nel mondo Internet MPEG-1 è ilformato di elezione per l’audiovisivo: Windows 95 ed NT hanno infattiun decoder MPEG-1 nativo realizzato in software. Anche nel mondoradio, dopo i primi dubbi, MPEG-1 Audio sta facendo grossi progressi inEuropa con l’inizio del servizio di radiodiffusione numerica di musica(DAB). Nel campo dell’elettronica di consumo poi cominciano acomparire le telecamere MPEG-1 portatili. MPEG-2 è una promessa di successo, basata anche sui notevolissimirisultati forniti dallo standard in termini di qualità. Si sono già vendutialcuni milioni di set top box per televisione da satellite negli USA, ma lacrescita oggi sta decelerando. Si sono finora fatti grandi investimenti perservizi da satellite in Europa ma gli utenti non si vedono, almeno non conuna crescita commisurata agli investimenti fatti. I governi degli StatiUniti e dell’Inghilterra hanno deciso di numerizzare la televisioneterrestre con la minaccia della chiusura delle trasmissioni analogiche nelgiro di dieci anni, ma gli interessati non sono altrettanto entusiastipensando agli investimenti da fare. Da due anni l’industria elettronica èpronta a produrre il DVD, la nuova generazione di Compact Disc pensataper la registrazione di audiovisivo MPEG-2, ma anche l’ultimo Natale èpassato invano, particolarmente in Europa. L’industria CATV americanaha da tempo sposato il rinnovamento del servizio basato sull’introduzionedei set top box numerici, ma non si parla ancora di ordini.MPEG-4 è uno standard “nativo” ai mondi dell’informatica,dell’intrattenimento e delle telecomunicazioni perché è in grado diaccomodare i paradigmi tecnici di ognuno dei diversi mondi cioè laconvergenza delle tecnologie. La convergenza è raggiunta mettendo allabase dello standard entità (chiamate oggetti audiovisivi) che abbiano le

News

DIECI ANNI DI AUDIOVISIVONUMERICO:

UN BILANCIO E UNO SGUARDO AL

FUTURO

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120 NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

caratteristiche di essere “file” o “stream”, “pushed” o “pulled”, adattabilia qualsiasi meccanismo di trasporto.FIPA (Foundation of Intelligent Physical Agents) è l’organismo che è statocostituito, nell’agosto 1996, per poter applicare la ricetta MPEG al mondodegli agenti. È un’associazione di diritto svizzero, senza scopo di lucro,con una quarantina di membri e una vastissima copertura d’interessi - tra iquali: Arthur D. Little, Alcatel, BT, IBM, Matsushita, NHK, SNCF - atestimonianza della natura generica degli standard che si sviluppano e delloro vastissimo campo di applicabilità. FIPA produce specifiche “a tappeforzate”. In appena un anno ha prodotto FIPA ’97, un set completo dispecifiche utilizzabili in contesti differenti quali viaggi, scelta diprogrammi televisivi e gestione delle reti. Queste si stanno verificando(validando) mediante prove in campo con l’obiettivo di pubblicare allafine del 1998 una versione delle specifiche riveduta alla luce dei risultatidelle prove in campo. Allo stesso tempo si estenderanno le specifiche conFIPA ’98, i cui lavori inizieranno a gennaio.MPEG-7, che raggiungerà lo status di International Standard nel 2001,sarà uno standard di descrittori di informazione audiovisiva mediante ilquale si potranno formulare interrogazioni (query) del tipo “cercami sulWeb l’immagine della Motocicletta di Terminator II”; oppure richieste disuonare alcune note su una tastiera e ottenere in risposta una lista dipezzi musicali contenenti (o vicini a) la musica richiesta; oppure ditracciare uno schizzo sullo schermo ed ottenere in risposta un insieme diimmagini contenenti grafici o logo simili.

♦♦ ♦ ♦♦

L’ETP (EUROPEAN TELECOMMUNICATIONS PLATFORM) È UN ORGANO DI

CONSULTAZIONE DELLA COMMISSIONE EUROPEA RELATIVAMENTE AL

POSIZIONAMENTO DELL’INDUSTRIA DELLE TELECOMUNICAZIONI SU

PROBLEMATICHE AFFRONTATE IN PARTICOLARE DALLA DG IV(CONCORRENZA) E DALLA DG XIII (TELECOMUNICAZIONI). ALL’ETPPARTECIPANO RAPPRESENTANTI DI FORNITORI DI SERVIZI,MANIFATTURIERE, GESTORI ENTRANTI E DOMINANTI CON LO SCOPO DI

DISCUTERE, ANALIZZARE E TROVARE ACCORDI IN MERITO AD ASPETTI

RILEVANTI LEGATI ALL’INTERCONNESSIONE E ALL’INTEROPERABILITÀ.Le attività svolte in ETP riguardano, tra l’altro, la qualificazionedell’interconnessione, la “Carrier Selection” e la “Number Portability”.Relativamente alla qualificazione dell’interconnessione, nessuno tra gliEnti di regolazione dei Paesi europei presso i quali il processo diliberalizzazione dei servizi e delle infrastrutture per le telecomunicazioniè stato avviato ha imposto alcun obbligo. Tuttavia, tutti i Gestoridominanti in quei Paesi hanno definito un rigoroso processo diqualificazione dell’interconnessione orientato principalmente allariduzione del contenzioso e alla tutela dell’immagine aziendale.La Carrier Selection può essere essenzialmente realizzata secondo lemodalità Easy Access ed Equal Access. La Comunità Europea ha già espresso la sua posizione sulla CarrierSelection specificando le date entro cui devono essere realizzate le duemodalità, quali Gestori hanno l’obbligo di introdurla e a quali chiamatedeve essere applicata la prestazione. Tuttavia, sono presenti alcuni fattoridi dettaglio, ma importanti, riguardanti la prestazione, che non sonochiariti dalle direttive europee e sui quali si sta lavorando in ETP.Con il termine “Number Portability” (NP) in ambito ETP si intende laprestazione che permette ad un utente di mantenere il proprio numerotelefonico in circostanze in cui tradizionalmente sarebbe stato costretto a

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L’APPROCCIO ETPRELATIVAMENTE AD ALCUNIASPETTI DI RETE PERL’INTERCONNESSIONE

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 121

cambiarlo. Più precisamente sono identificate due tipologie di NumberPortability: tra Gestori (Operator Portability), che permette ad un utente delservizio telefonico di mantenere il proprio numero quando cambia Gestoresenza che modifichi la sua locazione fisica; ovvero tra locazioni geografiche(Geographic Portability), che consente ad un utente di mantenere il proprionumero telefonico quando cambia la sua locazione fisica.

♦♦ ♦ ♦♦

IL DECT È UN SISTEMA CORDLESS DI SECONDA GENERAZIONE, MA IN

MOLTI CASI I SUOI SERVIZI SODDISFANO GIÀ I REQUISITI DI

IMT2000/UMTS E, TRA LE SUE APPLICAZIONI DI RETE PUBBLICA, IL

SERVIZIO A MOBILITÀ LOCALE CTM (CORDLESS TERMINAL MOBILITY) È TALE

PER CUI LA DISTINZIONE CON I SISTEMI CELLULARI, ALMENO IN AREE

LIMITATE, NON È COSÌ NETTA.È stato sviluppato dall’ETSI a partire dal 1988; inizialmente per le soleapplicazioni telefoniche, e ben presto esteso ai servizi ditelecomunicazioni in generale. La prima edizione delle norme è stataapprovata nel 1992, la seconda nel 1996. Il DECT ha un’ampia diffusionein Europa e si hanno notizie di prove in campo o sviluppi anche in Paesicome l’India, la Cina, gli USA e il Brasile.È stato progettato come una tecnologia di accesso per comunicazionisenza filo a breve raggio in grado di fornire le seguenti prestazioni:• la procedura di handover tra stazioni base, senza interruzioni per la

voce o per le comunicazioni dati;• un canale a larghezza di banda variabile per coprire le richieste di bit

rate adattabili alle esigenze di voce e dati;• la capacità di smaltire elevate quantità di traffico caratteristiche di

applicazioni business fino a 10 mila Erlang/km2/piano all’interno diedifici;

• una qualità vocale, con buone condizioni di propagazione, pari aquella dei normali telefoni fissi.

All’interno della banda DECT (1880-1900 MHz) è adottata una tecnicadi divisione di frequenza a cui si aggiunge una tecnica di divisione ditempo, che suddivide le dieci portanti in dodici intervalli di tempo, siaper la tratta in salita che per quella in discesa. La potenza di piccotrasmessa è di 250 mW e quella media di 10 mW, il che comporta celletipicamente variabili da alcune centinaia di metri di raggio massimo fino apochi chilometri. L’allocazione dinamica dei canali DCA (Dynamic Channel Allocation),controllata dall’apparato mobile, permette di usare efficacemente lospettro radio ed evita al Gestore la costosa attività di pianificazione dellefrequenze, semplificando l’installazione delle stazioni base.Tra gli standard preparati dall’ETSI sul DECT, particolare rilevanzahanno quelli di interlavoro con le reti fisse PSTN e ISDN, o con la retemobile GSM. Di grande interesse è la possibilità di sviluppo di terminali“dual-mode” DECT/GSM, una scelta che sarà comunque dettatasoprattutto dagli aspetti di regolamentazione e dalle strategie di mercato.(Per maggiori informazioni si veda: Dionisi S. Architettura di rete per unsistema cordless urbano a standard DECT, «Notiziario Tecnico TelecomItalia», Anno 5, n. 3 dicembre 1996 e su questo stesso numero DECT ’98a pagina 93).

Giorgio FiorettoCSELT

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LO STANDARD DECT:STATO DELLA NORMATIVA ED EVOLUZIONI

FUTURE

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NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA

- Anno 7 n. 1 - Aprile 1998

potenziale impatto che potrebbeavere nelle attuali reti di teleco-municazioni, siano esse “corpora-te”, geografiche, Internet o di al-tro tipo, attraverso un’analisi es-senziale dei prodotti per reti ATMoggi disponibili, oppure in fase disviluppo a breve termine.Per illustrare in modo più comple-to lo stato di maturità del merca-to ATM, il testo ripor ta anche cen-ni di valutazioni tecniche sui pro-dotti presentati, derivati da sor-genti autorevoli nel settore e vali-di alla data di edizione della mo-nografia. A completamento dell’o-pera è ripor tata una raccolta dischede di sintesi sui principaliprodotti citati nel testo, in mododa rendere più agevole la consul-tazione delle informazioni relativead uno specifico sistema.Il libro è principalmente rivolto aGestori che operano nelle teleco-municazioni, quali tecnici, proget-tisti, e addetti al marketing: adessi può risultare di ausilio perampliarne le conoscenze su mer-cato in termini di Costruttori e diprodotti per reti ATM, e per potereffettuare un confronto tra diver-se soluzioni tecniche. Esso è inol-tre utile ai “network manager”aziendali: che possono apprende-re, con le indicazioni contenutenel libro la disponibilità effettivadi soluzioni basate su tecnologieinnovative.

Il testo infine è ancheutile, sia in ambito uni-versitario - per la forma-zione di studenti di inge-gneria delle telecomuni-cazioni o di informatica -sia nel campo dell’edito-ria tecnico-scientifica, inmodo da permettere unacorrispondenza didatticatra le esigenze del mer-cato e le diverse fasi disviluppo dei prodotti.

r.c.

Libri

q

Riccardo Lancioni

GESTIONE PER RETI ATM

Editore: CSELTTorino, marzo 1997pp. 193, L. 20.000Distribuzione UTET Libreria

iFlavio Ferrero

PRODOTTI PER RETI ATM

Editore: CSELTTorino, dicembre 1996pp. 189, L. 20.000Distribuzione UTET Libreria

Questo libro appar-tiene alla Collana, cu-rata da Silvano Gior-celli, che descrive latecnica ATM (Asynch-ronous Transfer Mo-de) e ne identifica ipossibili ambiti appli-cativi. Il volume pre-senta una ampia pa-noramica sulle pro-blematiche riguardan-ti la Gestione di Rete applicate alcaso di reti in tecnica ATM, po-nendone in risalto peculiarità ecaratteristiche salienti.In uno scenario di evoluzione del-l’offer ta di ser vizi di telecomuni-cazione verso soluzioni integrate,in cui ATM diventa la tecnologia ditrasporto di molteplici tipi di traf-fico - con diversi requisiti in termi-ni di qualità - la Gestione di Retegioca un ruolo di rilievo crescenteche consente di determinare qua-le soluzione sia più convenienteda adottare per il fornitore di ser-vizi di telecomunicazione e per lostesso cliente finale.L’obiettivo di questa monografia èquello di presentare i vari aspettidella Gestione per le reti ATM,che vanno dalla fase di identifica-zione dei requisiti a quella dellamessa in esercizio del sistema digestione. In particolare sono ri-portate le funzionalità definite daiprincipali Enti di normativa inter-nazionali, ed è verificato succes-sivamente lo stato di maturità deiprodotti disponibili sul mercato.

Sono inoltre individuate alcune li-nee guida per l’attività di ricercanel settore della Gestione di Reteapplicata alla tecnica ATM.L’opera si rivolge ad un vastopubblico che raccoglie sia lettoriche desiderano acquisire una vi-sione d’insieme della Gestioneper le reti ATM, sia tecnici cheoperano nel settore delle Teleco-

municazioni. A vantaggiodella prima tipologia dilettori sono fornite, inmaniera sintetica, alcu-ne nozioni di base sullaGestione di Rete, men-tre a vantaggio di queilettori che intendono ap-profondire le loro cono-scenze in materia sonoripor tate indicazioni acarattere maggiormentespecialistico.

Enzo Garetti

Il volume presenta lostato dell’ar te e leprospettive di svilup-po dei prodotti di retein tecnica ATM in unavisione sintetica, maallo stesso tempo ge-nerale, che compren-de aspetti tecnologicie di mercato.Il testo vuole fornireal lettore una visionedella dinamicità del settore e del

Page 132: IP VIAGGIA CON ATM TELECOM...SETTE ANNI DI TELECOM ARGENTINA IP VIAGGIA CON ATM ARRIVA L’EURO ANCHE PER LE TLC IL DOMINIO DEL TRAFFICO NELLE EMERGENZE APRILE anno7 n.1 1998 NOTIZIARIO

qAlberto Paglialunga Paradisi

SEGNALAZIONE PERRETI ATM

Editore: CSELTTorino, dicembre 1996pp. 189, L. 20.000Distribuzione UTET Libreria

q

Alberto Tonietti

CONTROLLO DEL TRAFFICOE DIMENSIONAMENTO DI RETI ATM

Editore: CSELTTorino, febbraio 1998pp. 165, L. 30.000Distribuzione UTET Libreria

NOTIZIARIO TECNICO TELECOM ITALIA - Anno 7 n. 1 - Aprile 1998 123

Libri

una materia piuttosto comples-sa, controversa e non ancoracompletamente definita, soprat-tutto per quanto riguarda il con-trollo del traffico. A questo pro-posito nel volume particolare at-tenzione è dedicata alle attivitàdi standardizzazione, essenzial-mente condotta in sede interna-zionale dall’ITU-T e dall’ATM Fo-rum: questi Organismi hanno in-fatti in corso la definizione deicriteri di controllo del traf fico e diqualità del servizio, in funzionedel tipo di “servizio di trasporto”fornito dalla rete agli utenti.Nel testo sono anche presentati imodelli analitici di base per la va-lutazione delle prestazioni dei si-stemi e delle reti ATM, una voltaconosciute le intensità dei trafficiofferti e le caratteristiche statisti-che dei servizi. Gli stessi modellisono anche utilizzati nella fase didimensionamento della rete.Sono illustrate infine le tecnichedi simulazione che consentonoun’analisi più accurata - anchese più costosa in termini di tem-po di elaborazione - delle presta-zioni dei sistemi e delle reti ATM.Il libro è indirizzato a due catego-rie di tecnici esperti nelle teleco-municazioni: da un lato ai Co-struttori di apparecchiature ATMche debbono valutare le presta-zioni dei loro prodotti e spessoconfrontare le caratteristiche disoluzioni tecniche alternative; dal-

l’altro ai Gestori che so-no impegnati nella piani-ficazione delle reti e nel-la fornitura di nuovi ser-vizi e che debbono con-temperare gli investi-menti da effettuare conla qualità dei servizi for-niti. Il libro può risultareanche utile in ambitouniversitario alla forma-zione degli studenti intelecomunicazioni.

r.c.

Questo volume pre-senta i concetti fon-damentali per il con-trollo del traffico e ild imensionamentodelle reti di teleco-municazioni che uti-l izzano la tecnicaATM.Il volume vuole forni-re al lettore gli stru-menti di base per accostarsi ad

Questo libro descrivela tecnica ATM (Asyn-chronous TransferMode) e ne identificai possibili ambiti ap-plicativi. In uno sce-nario di evoluzionedei sistemi di com-mutazione per la for-nitura di servizi di te-l e c o m u n i c a z i o n esempre più articolatie complessi.Questo volume presenta un’am-pia panoramica sulle problemati-che riguardanti la Segnalazioneapplicabile in un’infrastruttura direte a larga banda basata su ap-parati in tecnica ATM. In questoscenario la Segnalazione costi-tuisce lo strumento fondamenta-le di controllo delle reti per iltrattamento di un gran numero diser vizi e di applicazioni, con ca-ratteristiche di larghezza di ban-da e di durata anche molto dif fe-renti fra loro.Questa monografia vuole sintetiz-zare i diversi aspetti della Segna-lazione che vanno dalla fase dispecifica a quella di esercizio: inpar ticolare, partendo dall’analisidi tutte le prestazioni definite nel-l’ambito degli Enti di normativainternazionali, sono consideratele problematiche di applicazionedegli specifici sistemi nelle diver-se realtà delle reti di telecomuni-cazioni.L’opera si rivolge ad un vasto

pubblico che raccoglie sia lettoriche desiderano acquisire una vi-sione d’insieme del sistema diSegnalazione per la rete ATM (do-centi e studenti di corsi di studioin telecomunicazioni) sia tecniciche operano nel settore delle Te-lecomunicazioni. A vantaggio del-la prima tipologia di lettori nel vo-lume sono fornite, in maniera sin-tetica, alcune nozioni di base sul-

la Segnalazione mentre -come ausilio dei lettoriche intendono approfon-dire le loro conoscenzein materia - sono riporta-te informazioni di carat-tere specialistico conte-nute nel testo e nelleappendici.

Andrea Baiocchi


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