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Isole e foreste - Provincia di Cremona...arbusti sono tra i primi elementi vegetali in grado di...

Date post: 25-Jan-2020
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Cremona 2013 Isole e foreste “Rinaturazione e valorizzazione ambientale della fascia uviale del Po, a completamento del sistema primario della Rete Ecologica e integrazione della Rete Natura 2000”
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Cremona 2013

Isole e foreste“Rinaturazione e valorizzazione ambientale della fascia uviale del Po, a completamento del sistema primario della Rete Ecologica e integrazione della Rete Natura 2000”

Testi, fotogra e e redazione: Servizio Ambienti Naturali, Settore Agricoltura e Ambiente della Provincia di CremonaPubblicazione fuori commercio

Stampa; Fantigra ca s.r.l.Dicembre 2013

Stampato su carta patinata riciclataFedrigoni - Symbol Freelife

Nel mondo in continua evoluzione in cui siamo chiamati ad operare, rivestono signi cato sempre maggiore le attività di riquali cazione ambientale, monitoraggio e comunicazione degli elementi di naturalità del nostro territorio.

Da tempo abbiamo compreso la necessità di custodire e migliorare lo stato di conservazione degli ambiti peri uviali che tuttora ospitano le più spontanee manifestazioni delle dinamiche naturali presenti nella nostra pianura.

E ciò è ancor di più vero in un'epoca in cui viene richiesto di poter garantire la coesistenza delle realtà economiche ed imprenditoriali della pianura padana con gli elementi di naturalità ancora esistenti, da preservare attraverso queste attività di gestione attiva del patrimonio naturalistico provinciale.

Sono proprio questi elementi di diversità del paesaggio uviale, uniti alle ricchezze storiche, artistiche e gastronomiche offerte dal territorio, a spingere il turista ad attraversare, con andamento lento e sguardo attento, questi ambiti planiziali altrimenti colti come semplici luoghi di passaggio.

Sono quindi lieto di presentare questo piccolo contributo alla conoscenza del territorio golenale, qui descritto nelle sue manifestazioni naturalistiche essenziali, a volte piccole e sfuggenti, ma molto più varie di quanto non si possa credere, che riassume le attività svolte dal Settore Agricoltura e Ambiente della Provincia di Cremona nell’ambito del Progetto Integrato d’Area denominato “Isole e foreste”.

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Gianluca PinottiAssessore all'Agricoltura e Ambiente

della Provincia di Cremona

Presentazione

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Isole e foreste

Premessa: la conoscenza del territorio della provincia di Cremona

La rete ecologica e la biodiversità

Gli interventi di riquali cazione ambientale

La Riserva Naturale Lanca di Gerole

La Riserva Naturale Bosco Ronchetti

L'alneto del Morbascolo

Flora e fauna degli argini uviali

Le specie migratrici

La ricchezza degli arbusteti

Conclusioni

Bibliogra a

Indice

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pag. 14

pag. 17

pag. 19

pag. 20

pag. 21

pag. 23

pag. 25

pag. 27

pag. 29

pag. 30

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Il progetto P.I.A. Isole e Foreste è un progetto integrato d'area (P.I.A.) che si è sviluppato grazie alla collaborazione di Enti Locali, consorzi, istituzioni culturali ed ambientali distribuite tra le province di Cremona, Mantova, Bergamo e Lodi.

Scopo del progetto è stato quello di riconnettere attraverso percorsi dedicati alla mobilità dolce alcuni dei principali siti di interesse storico, artistico, ambientale che si snodano lungo il corso dei umi Serio, Adda e Po.

All'interno di questo ampio progetto il Servizio Ambienti Naturali, Piani cazione e Gestione ri uti, Settore Agricoltura e Ambiente della Provincia di Cremona si è occupato di svolgere azioni di “Rinaturazione e valorizzazione ambientale della fascia uviale del Po, a completamento del sistema primario della Rete Ecologica e integrazione della Rete Natura 2000”.

In tale ambito sono stati realizzati interventi rivolti al potenziamento dei valori naturalistici di alcuni siti importanti per la conservazione della biodiversità, tramite le seguenti attività: riquali cazione di boschi, diffusione di specie oristiche rare, contenimento di specie vegetali esotiche, interventi a favore della fauna selvatica, monitoraggi faunistici oltre a diverse attività di divulgazioni e di comunicazione, tra le quali rientra la stampa del presente opuscolo.

Verranno qui illustrati alcuni degli ambienti oggetto di intervento all'interno del progetto ed aspetti della ora e della fauna che si possono osservare nella golena del ume Po.

Introduzione

Il territorio della provincia di Cremona è stato nel tempo plasmato e modellato dall'attività dei umi, quei umi che il progetto P.I.A. Isole e Foreste Vi invita ad osservare e riscoprire attraverso gli itinerari che per chilometri e chilometri ne costeggiano il percorso. L'unitarietà del viaggio alla scoperta di questi territori uviali è stata sapientemente sintetizzata

in una guida dedicata, corredata da apposita cartogra a e da un aggiornato sito internet (vedi bibliogra a). Durante la sua lunga storia evolutiva la Pianura Padana è stata plasmata dalle forze della natura, a cui si è aggiunta,

negli ultimi millenni, la forza dell'uomo: non è questo infatti il luogo dove cercare natura ed ambienti selvatici, tutto infatti racconta dell'antico rapporto che lega questa terra all'uomo. In particolare lungo i umi possiamo ancora oggi osservare il profondo e con ittuale rapporto che lega l'uomo alle acque uviali: il nostro tentativo di domare,

contenere e plasmare una natura tanto ricca quanto imprevedibile e potenzial-mente rovinosa, per trasformarla in un paesaggio organizzato, coltivato e produttivo, ha relegato gli elementi di selvaticità sempre più ridotti e nascosti

Premessa: la conoscenza del territorio della provincia di Cremona

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Lanca allagata con salici bianchi - Bosco Ronchetti

nei luoghi più lontani dai nostri occhi. Oggi abbiamo capito quanto sia importante conservare, e dove possibile migliorare, la qualità degli habitat naturali e seminaturali ancora presenti in questo territorio. Le attività di riquali ca-zione ambientale, e di divulgazione realizzate all'interno del progetto P.I.A. Isole e Foreste rispondono proprio a queste esigenze. In tale ottica si è provveduto a ristampare e diffondere alcune pubblicazioni redatte nel tempo dal Servizio Ambienti Naturali della Provincia di Cremona utili alla osservazione e conoscenza di alcuni aspetti del paesaggio, della storia, della natura e delle loro complesse intercon-nessioni nel territorio cremonese. Sono stati quindi selezionati gli aspetti ritenuti di maggiore interesse per il neo ta che volesse approcciarsi con occhio più a t ten to a l l a P i anura Padana .

L'attenzione è caduta su alcune forme del paesaggio planiziale tanto importanti quanto spesso dimenticate, e ad alcune manifestazioni della biodiversità che questo territorio conserva: Il ume ed il suo ambiente: il ume è il primo motore del paesaggio cremone-se. In questa pubblicazione vengono spiegate in maniera chiara e sintetica i concetti base di geomorfologia, dinamica uviale, erosione e deposizione uviale con particolare attenzione ai

quattro umi che solcano il territorio cremonese: i umi Serio, Oglio, Adda e Po. Le lanche uviali del Po: questi ambienti strettamente legati alla dinamica uviale costituiscono ancora oggi i più importanti ambienti naturali presenti lungo l'asta dei umi. In questa pubblicazione vengono descritti

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Spiaggia del fiume Po

attraverso carte storiche, disegni e fotogra e le principali lanche uviali ancora presenti lungo il tratto cremone-se del ume Po, viene raccontata, con attenzione agli aspetti paesaggistici e storici, l'evoluzione di questi ambienti in cui, con sempre maggiore fatica, si conserva gran parte della ricchezza di biodiversità presente nel territorio cremonese.

Indagine sui “bodri” della provincia di Cremona: i “bodri” sono stagni di rotta uviale che si formano in seguito all'attività di escavazione operata dall'acqua durante una piena uviale. Si tratta di forme di erosione numerose lungo il basso corso del ume Po, la cui esistenza è connessa alla presenza di argini uviali e quindi alle attività dell'uomo. Tutto questo, insieme ad una precisa cartogra a e alla descrizione

della caratteristica ora di questi ambienti acquatici uviali viene raccontato in questa pubblicazione, che ci ricorda uno degli elementi di unicità e di ricchezza conservati all'interno della golena del ume Po.Gli arbusti e le lianose: gli arbusti sono elementi caratterizzanti delle golene

uviali e di tutti quegli ambienti abbandonati dove rapida ed incurante è passata la mano dell'uomo, dimentican-dosene poi negli anni a seguire. Gli arbusti sono tra i primi elementi vegetali in grado di ricolonizzare i terreni, anche di piccolissime dimensioni e di forma lineare, non più lavorati dall'uomo; un tempo gli arbusti furono elementi presenti nelle siepi che per chilometri accompagnavano i con ni di poderi, strade, capezzagne, fossi e canali. Oggi le siepi sono sempre più rare, e per questo ancor più importanti nella conservazione di elementi di naturalità in un paesaggio sottoposto allo stretto controllo dell’agricoltura contempora-nea. Nel libro sono descritte le principali specie arbustive e lianose, sia autoctone sia esotiche, presenti in provincia di Cremona. Vengono fornite indicazioni sulle esigenze ecologiche e sulla modalità di propagazione, sperando che siano poi utilizzate non solo negli interventi di riquali cazione ambientale,

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Bodrio di Cà de Gatti

Lanca fluviale

Erba pesce

ma anche nei piccoli interventi privati di abbellimento e sistemazione di giardini, aie, siepi e vialetti. Spesso infatti vengono trascurate alcune caratteristi-che delle specie arbustive appartenenti alla ora autoctona, che le rendono utili anche alla realizzazione di piccoli interventi, come la sistemazione di siepi urbane, giardini privati, aree dismesse: oltre ad essere pregevoli dal punto di vista estetico (pensiamo per esempio ai colori ed ai profumi che accompagnano la oritura e la frutti cazione dei biancospini, dei prugnoli o dei sambuchi) le specie autoctone presentano una rusticità e adattamento al territorio planiziale che permettono di minimizza-

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re nel tempo gli interventi di manuten-zione garantendo anche maggiori possibilità di attecchimento. Gli alberi: isolati in mezzo alla campa-gna oppure in lari che accompagnano strade campestri e canali, più raramente a formare piccoli boschi. Spesso abbiamo la curiosità di riconoscere gli

Siepe con prugnoli fioriti

Querce farnie

Pioppo nero

Le libellule in provincia di Cremona: nel variegato, multiforme e multicolore mondo degli insetti le libellule rivestono sicuramente un posto privilegiato. Sono tra i pochi insetti da tutti riconosciuti, per i colori sgargianti ed il volo rapido ed

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alberi presenti nel nostro territorio. La pubblicazione risponde a questa esigenza: riconoscere gli alberi spontanei presenti in provincia di Cremona, attraverso schede fotogra che, disegni, informazioni sull’ecologia, la distribuzio-ne, le modalità di propagazione ed una chiave dicotomica che può portare anche il neo ta all'identi cazione della specie. Gli interessi derivanti dalla conoscenza degli alberi spontanei sono molteplici: per esempio che anche’essi, se selezionati con attenzione, possono essere utilizzati per abbellire, creare ombra e frescura negli spazi che circondano le nostre case, nei viali e nei parchi urbani, lungo le piste ciclabili e così via.

Alberi isolati nella campagna casalasca

imprevedibile, sono inoltre collegate nel sentire comune, ad ambienti naturali, che vengono comunemente frequentati durante il tempo libero ( umi, lanche uviali, stagni, laghi o canali), non sono

inoltre insetti fastidiosi o aggressivi (non pungono e non mordono).

Le libellule sono anche insostituibili anelli della catena alimentare degli habitat d'acqua dolce, nonché preziosi indicatori della qualità di questi ambien-ti. La stampa di questa guida, ideata per illustrare anche ad un pubblico non specializzato la varietà di specie presenti nel territorio provinciale, ha permesso di diffondere ulteriormente la conoscenza del concetto di biodiversità.

Nell'arco di pochi anni ha inoltre innescato un circolo virtuoso di attenzio-ne, osservazione e ricerca nei confronti di questi bellissimi insetti, che ha portato oggi ad una più approfondita conoscen-za sulla loro distribuzione.

All'interno di una rete ecologica esistono due principali tipologie di elementi: i corridoi ed i nodi. Per corridoi si intendono quegli elementi lineari che permettono lo spostamento di specie animali e vegetali lungo ambienti che presentano caratteristiche adatte ad una determinata specie. Esistono macroelementi che permettono la vita di un gran numero di specie accomunate dalle medesime esigenze. I principali corridoi della Pianura Padana sono le aste uviali con il loro corredo di ambienti golenali (lanche, morte, vegetazione di sponda, boschi igro li etc). Elementi secondari della rete sono

poi quelle strutture lineari di più piccole dimensioni (canali, rogge, fossi, siepi, lari alberati) che attraversano la matrice

territoriale agricola della pianura cremonese ed in cui sopravvive oggi un certo numero di specie con esigenze ecologiche varie: specie della campagna aperta, specie del margine del bosco e quelle legate agli ambienti acquatici che meno soffrono le attività antropiche. Possono fungere da corridoi anche ambienti particolari che apparentemente

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Una rete ecologica è un sistema interconnesso di aree naturali e semina-turali in grado di garantire un ef cace livello di tutela della biodiversità all'interno di un determinato territorio.

La rete ecologica e la biodiversità

Le aree di maggiore interesse naturalisti-co sono costituite, nella nostra pianura, dalle aste uviali. Nella carta qui riprodotta viene illustrata la rete ecologica della provincia di Cremona.

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sembrerebbero poco ospitali, come per esempio le massiccia-te ferroviarie. Lungo questi manufatti sopravvivono e si spostano specie animali e vegetali che un tempo erano più diffuse nella campagna circostante, in grado di sopportare meglio di altre le attività di manutenzione (il taglio di alberi ed arbusti di margine è piuttosto disconti-nuo, favorendo la sopravviven-za delle specie un tempo tipiche delle siepi agrarie, inoltre, ad esclusione delle stazioni ferroviarie, non vengono distribuiti diserbi).I nodi (o gangli) della rete ecologica sono luoghi caratte-rizzati da habitat naturali, che possono ospitare una ricca ora e fauna. La tipologia di

questi ambienti varia a seconda dell'affrancamento dall'acqua: canneti sulle sponde dei bacini e delle lanche uviali, saliceti, pioppeti, boschi di ontano e quercet i permettono la sopravvivenza o la sosta di specie stanziali e migratrici. Nei casi in cui questi ambienti ospitino specie faunistiche o oristiche rare, oppure habitat

divenuti oggi poco comuni e/o minacciati di scomparsa, vengono designati come siti oggetto di tutela della Rete Natura 2000 (Siti di Importanza Comuni ta r ia e Zone d i Protezione Speciale, ai sensi delle direttive 92/43/CEE e 2009/147/CE)

Siepe arboreo-arbustiva

Canale Morbasco

Bosco a legno forte

All'interno della rete ecologica si conservano i più preziosi elementi di biodiversità del nostro territorio.

La biodiversità è l'espressione della varietà biologica, così come si manifesta a diversi livelli di organizzazione:

a livello di ecosistemi:

a livello di specie:

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La varietà di forme e di colori che le specie appartenenti ad un gruppo faunistico possono presentare illustra molto bene questo concetto.In Italia sono state nora censite oltre 57.000 specie animali, delle quali oltre 56.000 sono invertebrati: Il 98% della fauna italiana! A questi gruppi animali viene di solito dedicata poca attenzione,

e di esemplari all'interno della medesima specie:

mentre sono proprio loro a svolgere insostitubili funzioni di trasferimento di energia nelle catene alimentari di tutti gli habitat naturali. Nelle pagine che seguono verranno illustrati alcuni gruppi faunistici oggetto di monitoraggio tra i più noti e conosciuti dal pubblico ed alcuni che solitamente restano inosser-vati.

Gli interventi di riquali cazione e di miglioramento ambientale: effetti sulla vegetazione e sulla fauna

Gli interventi di riquali cazione ambientale sono tesi a migliorare l'ef cienza ecologica di un ambiente naturale. Sono interventi che variano a seconda degli habitat oggetto di riquali cazione. Rientrano quindi in questa categoria gli impianti di specie autoctone in ambienti già strutturati come boschi, arbusteti e fascie boscate nalizzati ad arricchire la componente vegetazionale; il taglio selettivo di specie esotiche; gli interventi volti a migliorare le condizioni di vita per la fauna selvatica (posa di cassette nido per uccelli e chirotteri, predisposizione di cataste di legna per il rifugio e la riproduzione della piccola fauna). Sono infatti numerose le specie che si avvantaggiano della presenza di rifugi a terra formati da cataste di legna e dalla presenza di alberi morti sradicati: insetti, molluschi gasteropodi, piccoli mammife-ri, an bi e rettili.

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Interventi di contenimento delle esotiche in impianti forestali di recente realizzazione

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Nuovi impianti forestali presso la lanca di Gerole

Posa di una cassetta nido per rapaci notturni

La Riserva Naturale Lanca di Gerole

Gli ambienti della golena cremonese del Po, in particolare la golena del Po di Torricella del Pizzo, ospitano una ricca batracofauna (fauna ad an bi, a cui appartengono rane, rospi, tritoni e salamandre) ed erpetofa-una (fauna a rettili, a cui appar-tengono lucertole, serpenti e tartarughe). In quest'area sono state censite negli anni Novanta del secolo scorso 17 specie tra an bi e rettili, tra le quali alcune endemiche della Pianura Padana, rare nel territorio in oggetto. Tra le specie di an bi e di rettili presenti nel territorio provinciale anche al di fuori della golena uviale, alcune possono essere facilmente osservate lungo le strade campestri contornate da siepi arboreo-arbustive (ramarro), lungo fossi e canali ombreggiati da vegetazione di ripa (raganella, natrice dal collare), ma che in questi ambienti trovano condi-zioni ideali e sono presenti in contingenti maggiori. Tra queste anche il rospo comune, che a dispetto del nome pare sempre più raro nell'agroecosistema, mentre risulta più presente nelle zone umide, circondate da vegetazione boschiva, della golena uviale.

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Rospo comune

Ramarro

Raganella

Biscia dal collare

La Riserva Naturale Bosco Ronchetti

Nella Riserva Naturale Bosco Ronchetti si trovano alcuni nuclei di foresta planiziale, ambienti relitti un tempo molto più diffusi nella golena del ume Po.

Son qui presenti boschi a legno forte con querce ed olmi, robinieti, pioppeti e sal iceti lungo meandri soggetti a sommersione stagionale del ume e piccoli ambienti con acque stagnanti (bodri) circondati da vegeta-zione di corredo.

Ad arricchire il mosaico di ambienti, che conferisce una certa ricchezza faunistica e oristica all'area, la presenza

degli argini golenali, di arbusteti su suoli sabbiosi e di aree incolte soggette alla libera colonizzazione della vegetazione.

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Gruccione, abile e coloratissimo uccello cacciatore di insetti alati

La ilia (Apatura ilia): una farfalla tipica dei pioppeti e saliceti golenali, riconoscibile per il riflesso cangiante violaceo sulla pagina superiore delle ali

I boschi golenali accolgono una interessante malacofauna, che comprende alcune specie rilevate di recente che fino a pochi anni fa non si ritenevano presenti nei boschi della bassa pianura. Nella foto Limax dacampi, una limaccia caratteristica degli habitat forestali che preferisce le stazioni umide ed ombrose

L'alneto del Morbascolo

L'alneto del Morbascolo è un bosco di ontani allagato, insediato sul fondo di una valle uviale fossile, creata e tutt'ora attraversata dal Canale Morbasco. Gli alneti sono boschi piuttosto rari nella pianura cremonese, in quanto ambienti

considerati per secoli malsani e quindi oggetto di attività di boni ca. Attualmente rimangono pochi esempi di questa tipologia di bosco, tra i quali quello di Casanova del Morbasco è uno dei più particolari.

Nelle immediate vicinanze del bosco di ontani, a cui si associano altre specie arboree ed arbustive igrofile ed un ricco corredo di specie erbacee palustri, scorre il canale Morbasco, che presenta una interessante fauna legata alle acque correnti

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Alneto allagato

Lungo i dislivelli della scarpata morfolo-gica della valle uviale relitta solcata dal Morbasco sono presenti alberature di quercia farnia ed altre specie arboree forestali slegate dagli ambienti acquatici. Il Morbasco, che oggi prende inizio in comune di Paderno Ponchielli, occupa la parte nale di un antico percorso del ume Oglio.

Si tratta quindi di ciò che rimane di un

antico ume, in seguito alimentato da acque di risorgiva che collegava con un tracciato da nord a sud il ume Oglio con il ume Po. Lungo i secoli l'uomo è intervenuto per regimare e rimodellare la valle uviale, eliminando pian piano gli elementi di maggiore naturalità (paludi, boschi, incolti..). Tra i pochi sopravvissuti rientra l'alneto di Casanova con il suo corredo di ambienti di ecotono.

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Vegetazione palustre

La scarpata morfologica della valle del Morbasco

In quest’area negli anni 2011-2013 è stato effettuato il monitoraggio faunistico delle libellule, il cui ciclo vitale prevede uno stadio larvale legato all'acqua ed uno stadio immaginale aereo. Si tratta quindi di animali che risentono dello stato di conservazione di ambienti articolati, anche di piccole dimensioni ma in cui si trovino habitat differenti. Sono state in quest'area osservate 20 specie di libellule, tra le quali alcune di particolare interesse in quanto oggetto di tutela da parte di norme comunitarie (Direttiva Habitat). La ricchezza di specie del luogo (corrispon-dente a circa il 30% delle specie presenti in Lombardia) è il risultato della contem-poranea presenza di ambienti d'acque correnti (canale Morbasco e colatore Morbascolo) e di bacini di acque ferme nell'alneto allagato. Alcune specie, tra le quali l'Onychogomphus forcipatus ritratto nella foto, si riproducono quasi esclusivamente in acque correnti.

Flora e fauna degli argini uviali

Gli argini uviali sono manufatti realizzati per contenere la furia delle piene e proteggere gli insediamenti edi cati dall'uomo con fatica nell'arco dei secoli. Oggi gli argini conservano anche un ricco patrimonio di biodiversità che va pian piano scomparendo nella campagna circostante: sono oltre 350 le specie vegetali censite durante recenti studi sui quasi 190 km di argini presenti tra Cremona e Casalmaggiore (circa un terzo delle specie oristiche che formano la ora cremonese). L'esigenza di mantenere ef cienti questi manufatti fa si che i versanti degli argini siano

perennemente coperti da fasce di prato, periodicamente falciate e normalmente esenti dalle altre lavorazioni che interessano la campagna circostante (aratura ed altre lavorazioni del terreno, trattamento con erbicidi o insetticidi etc). Si possono osservare quindi lunghe strisce di prato che con il variare delle stagioni mostrano splendide oriture, che ospitano una fauna molto varia ancora poco conosciuta nel dettaglio, ma che sicuramente rappresenta un hot spot della biodiversità cremonese. Tra gli invertebrati, per esempio, è possibile osservare sugli argini diverse specie di

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Una libellula neo sfarfallata: si notano le ali traslucide da poco tempo distese

cavallette, specialmente in quegli ambienti che presentano condizioni più secche.Fra i gruppi faunistici più noti, e conono-sciuti anche dal pubblico non specialisti-co, rientrano le farfalle, che frequentano questi ambienti attratte dalla presenza di ori, che assicurano la necessaria riserva

di nettare in ogni stagione dell'anno, e da una grande varietà di piante nutrici per i bruchi.

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Titiro

Didima

Licena delle paludi

Vanessa del cardo

Licenide

Le specie migratrici

In campo ornitologico le migrazioni vengono de nite come movimenti (pendolari) che spingono popolazio-ni, o parti di queste, di una determi-nata specie a spostarsi e ad attraver-sare territori anche molto ampi alla ricerca di luoghi adatti dove svolgere attività utili al mantenimento della specie.

Sono note le migrazioni, nel mondo degli uccelli, che interessano specie acquatiche (anatidi, limicoli, trampo-lieri) e di uccelli silvani o di ambiente di ecotono (le specie che in inglese vengono de nite “song birds” appartenenti alla famiglia dei turdidi, dei silvidi e di altre specie di uccelli meno note) che compiono movimen-ti pendolari attraverso regioni geogra che, anche molto distanti, per trovare luoghi adatti in cui trascorrere diverse fasi della vita.

Ecco quindi che anche nella Pianura Padana, in alcuni periodi dell'anno, al contingente di specie che vi risiedono abitualmente s i aggiungono numerose specie migratrici, anche in grande numero.

Si creano così dei fenomeni talvolta macroscopici visibili più o meno ovunque nella campagna aperta, come per esempio il volo di enormi stormi di storni, formati in alcuni casi da migliaia di individui.

Ma è proprio negli ambienti uviali e golenali che è più probabile osservare la maggior varietà di specie migratrici.

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Cicogne nere in volo sopra una lanca del fiume Po

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Meno nota è invece la presenza di specie “migratrici” nel mondo degli insetti, sebbene alcuni grandi fenomeni di migrazione siano noti ai più, come il movimento di milioni di esemplari di farfalla monarca tra il Nord ed il Centro America. In realtà nel mondo degli insetti molto raramente si presentano movimenti pendolari di specie attraver-so un territorio, più spesso invece si osservano movimenti dispersivi che portano gli esemplari di una specie ad abbandonare l'ambiente in cui sono nati per tentare di colonizzare nuovi territori. Si tratta quindi di un alto grado di opportunismo che spinge alcune specie a muoversi per centinaia o migliaia di chilometri alla ricerca di un sito adatto alla riproduzione. Per esempio tra le libellule esistono diverse specie riconosciute come migratrici, per la loro capacità di spostarsi a grande distanza dal proprio areale di riproduzione e colonizzare ambienti nuovi. Questi spostamenti portano spesso alla creazione di piccole popolazioni avventizie, la cui presenza può durare solo poche stagioni, e passare inosser-vata.Tra le specie che presentano questo comportamento rientrano per esempio A n a x e p h i p p i g e r, A e s h n a a ffi n i s , Sympetrum fonscolombi e Sympetrum meridionale.Anax ephippiger per esempio è una specie di libellula presente nelle regioni aride di Africa, Vicino Oriente ed Asia sud-occidentale che effettua migrazioni attraverso l'intera Europa, che si riproduce nel bacino del Mediterraneo e che, seppure in maniera discontinua, si riproduce anche nella valle del ume Po. Sono state ritrovate esuvie di questa

specie anche in un bodrio oggetto di monitoraggi faunistici all'interno della Riserva Bosco Ronchetti. Presso gli ambienti acquatici golenali sono state osservate durante il 2013 tutte le specie sopra indicate, che sono accomunate da movimenti migratori e di “vagabon-daggio”: durante alcuni periodi erano

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Anax ephippiger, esuvia ed esemplare adulto

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addirittura le specie più facilmente osservabili presso ambienti ef meri come le morte uviali soggette a prosciugamento estivo. Sebbene non sia ancora chiaro se si tratti di popolazioni stabili in questo territorio, vale a dire che si riproducono ogni anno, pare evidente una cospicua presenza estiva di queste specie provenienti dal bacino del Mediterraneo negli ambienti acquatici della golena del Po.

Gli ambienti di passaggio tra i boschi e le colture, le tare agrarie ed i luoghi trascurati dall'uomo, anche solo per pochi anni, sono repentinamente colonizzati da erbe ed arbusti. Incolti, praterie, arbusteti radi sono habitat importanti per la conservazione della biodiversità, che possono riservare gradite sorprese a chi voglia osservare la piccola fauna. Questa comprende diversi gruppi faunistici, tra cui i rettili, come i biacchi ritratti nella fotogra a, e gli invertebrati. Insetti e ragni sono artropodi che popolano in grande numero questi

La ricchezza degli arbusteti

Aeshna affinis

Biacchi

Due insetti del genere Oedipoda presenti negli arbusteti radi ed assolati. Sono cavallette dalla colorazione mimetica che può variare dal grigio al bruno al rosso mattone; per riconoscere la specie è necessario osservare la colorazione delle ali.

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ambienti, ed annoverano specie di medie e grandi dimensioni che tentano in diverso modo di passare inosservati, ma che con un po' d'attenzione si possono scorgere tra la vegetazione.

Mantide religiosa (Mantis religiosa): insetto predatore amante dei prati, degli ambienti aperti ed assolati. Può avere la livrea di colore variabile tra il verde brillante ed il bruno, con effetto mimetico nella vegetazione in cui si muove. La femmina deposita le uova su strutture solide quali i fusti degli arbusti. femmina di ragno vespa (Argiope bruennichi)

Acrida ungarica mediterranea, una cavalletta di dimensioni medio grandi diffusa nel bacino del Mediterraneo, presente anche in Pianura Padana. Questa inconfondibile specie può essere osservata alla fine dell'estate ed inizio dell'autunno nei prati arginali, negli incolti e lungo le fasce di vegetazione riparia erbacea perenne. Il fine mimetismo morfologico e cromatico le permette di confondersi con la vegetazione erbacea seccaginosa della piena estate

Ambiente di nidificazione dell’averla piccola (Riserva Naturale Bosco Ronchetti)

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Gli ambienti della golena del ume Po sono in continua evoluzione, soggetti a repentine modi cazioni legate alla natura dei luoghi ed alle attività dell'uomo. Anche grazie alla realizzazione di progetti come “Isole e foreste” possono essere monitorati ed ulteriormente studiati.

La salvaguardia degli ampi paesaggi golenali, dove l'agricoltura si intreccia con la naturalità uviale, passa attraverso l'osservazione e la conoscenza. L'invito è quindi di sfruttare le piste ciclopedonali, messe in rete dal Sistema turistico Po di Lombardia, che nel tratto cremonese del ume coincidono con l'argine maestro e gli argini minori che da questo si dipartono.

Un ultimo consiglio: la pianura cremonese offre il meglio nelle mezze stagioni, quando luci, colori e temperature permettono di muoversi con disinvoltura. L'estate piena può mettere a dura prova le persone meno preparate, per via del sole cocente e del grande caldo.

Ecco quindi che la mattina presto ed il tardo pomeriggio sono i momenti migliori per attraversare questi luoghi e scoprire la biodiversità nascosta nella golena del Po.

Conclusioni

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Bibliogra a

Atlante degli invertebrati lombardi, Quaderni della biodiversità. Regione Lombardia, Centro Flora Autoctona della Regione Lombardia (CFA), Milano 2008.

D’auria G., Alla scoperta della flora degli argini del Po cremonese, nucleo territoriale n. 16 bis de “il territorio come ecomuseo”, Provincia di Cremona Servizio Ambienti Naturali, Cremona 2009.

D'Auria G, Zavagno F. Indagine sui “bodri” della provincia di Cremona, Quaderni del Centro di Documentazione Ambientale n. 15, Provincia di Cremona, Cremona 2011.

Dijkstra K.D.B. & Lewington R., Field guide to the dragonflies of Britain and Europe including western Turkey and north-western Africa, British Wildlife, Milton on Stour 2006.

Ferrari V., Leandri F. Le lanche fluviali del Po, nucleo territoriale n. 17 de “Il territorio come ecomuseo”, Provincia di Cremona, Servizio Ambienti naturali, Cremona 2011.

Ferrari V., Leandri F., Milesi C. R., Gli argini del Po, nucleo territoriale n. 16 de “Il territorio come ecomuseo”, Provincia di Cremona, Settore Ambiente, Cremona 2008

Flora e piccola fauna protetta in Lombardia - Disposizioni per la tutela e la conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea. Regione Lombardia, Centro Flora Autoctona della Regione Lombardia (CFA), Milano 2010.

Gli alberi, Quaderni del Centro di Documentazione Ambientale, n.1, Provincia di Cremona, Cremona 1993.

Gli anfibi in provincia di Cremona, Quaderni del Centro di Documentazione Ambientale n. 11, Provincia di Cremona, Cremona 2001.

Gli arbusti e le lianose, Quaderni del Centro di Documentazione Ambientale, n. 2, Provincia di Cremona, Cremona 1994.

Il fiume ed il suo ambiente, Centro di Documentazione Ambientale, Provincia di Cremona, Cremona, 1995.

Isole e foreste: Arte, Natura Tradizioni e Sapori, Cremona books editore, Cremona, 2013.

Le libellule in provincia di Cremona Quaderni del centro di documentazione ambientale, Provincia di Cremona, Settore Agricoltura e Ambiente, Cremona, 2011.

http://bibliotecadigitale.provincia.cremona.it/

http://ecomuseo.provincia.cremona.it/

http://www.isoleforeste.mapslow.eu/it/


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