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ISTITUTI E CONGRESSI

Date post: 24-Jan-2017
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ISTITUTI E CONGRESSI Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 11, No. 4/5 (Aprile-Maggio 1956), pp. 129-130 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40756738 . Accessed: 15/06/2014 01:17 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 188.72.126.108 on Sun, 15 Jun 2014 01:17:19 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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Page 1: ISTITUTI E CONGRESSI

ISTITUTI E CONGRESSISource: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 11, No. 4/5 (Aprile-Maggio 1956), pp. 129-130Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40756738 .

Accessed: 15/06/2014 01:17

Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at .http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp

.JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range ofcontent in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new formsof scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected].

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Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extendaccess to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente.

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AFFRICA _________________„_______^____.^ ^

ISTITIDTI Ε CORNGREISI

Colloquio internazionale suH'economia indígena africa- na, airistituto Solvay di Bruxelles.

L'Istituto di Sociologia Solvay dell'Università libera di Bruxelles, in collaborazione col CEMUBAC, ha organizzato un « Colloquio internazionale coloniale suH'economia indí- gena », ehe ha avuto luogo a Bruxelles nei giorni dal 9 al 13 gennaio di quest'anno.

A partecipare e a collaborare al Convegno, ehe aveva come obiettivo la discussione e lo studio dei mezzi più idonei per promuovere e sviluppare Peconomia indígena, con particolare riguardo alla proprietà délie terre nei ter- ritori d'oltre mare e in ispecie nel Congo Belga e nel Ruan- da Urundi, erano stati invitati studiosi di economia e di diritto coloniale dei vari paesi europei interessati a tali problemi.

Numerose le adesioni e notevole la partecipazione ai lavori da parte di eminenti giuristi e studiosi belgi, francesi, olandesi, portoghesi.

Fin dall'inizio délia loro attività diretta all'organizza- zione del Convegno, gli esponenti delPIstituto Solvay ave- vano manifestato il desiderio ehe al « Colloquio » non man- casse la partecipazione di qualche studioso italiano e, su designazione delia rappresentanza italiana delFAIPEPO, si rivolsero con espresso invito a S. E. Massimo Colucci e a chi scrive queste righe.

Purtroppo ragioni di salute impedirono a S. E. Colucci di accettare Pinvito, corne sarebbe stato più ehe auspicabile per la sua ben nota profonda competenza nei vari campi del diritto coloniale ed in modo particolare in quello ter- riero, con riferimento in ispecie ai diritti ed aile consue- tudini délie popolazioni native.

Spiacente di non poter avère tanto illustre compagno, io accettai tuttavia Pinvito, e aderii anche aile sollecitazioni di presentare una comunicazione, nella quale ho illustrate in quale modo PItalia, nella legislazione fondiaria adottata nei territori délie sue ex colonie, si fosse preoccupata di rispettare e di salvaguardare i diritti dei nativi sulle loro terre.

Per gli obbiettivi del Colloquio mi sembrò particolar- mente interessante mettere nel dovuto rilievo il fatto ehe Pordinamento fondiario per PAfrica Orientale Italiana, predisposto nelPanno 1940 e non attuato per le sorti délia guerra, offriva la possibilita anche ai nativi delPlmpero d'Etiopia di accedere aile garanzie formali e sostanziali delPordinamento fondiario, senza modificare la natura e Pessenza dei loro tradizionali diritti sulle terre.

Questa facoltà (poichè Pordinamento, nella sua prima attuazione, avrebbe dovuto essere facoltativo per le popo- lazioni native) di mettere sul medesimo piano giuridico i diritti dei cittadini metropolitani e quelli dei nativi senza per nulla modificare questi ultimi, veniva accordata per la prima volta nella storia délie legislazioni coloniali a popolazioni non appartenenti all'Africa Mediterrânea, ed anticipava di ben cinque anni i principii delia Carta Atlân- tica délie Nazioni Unite, proclamata nel 1945 a San Fran- cisco.

Ancora più interessante il fatto ehe lo stesso ordina- niento con lievi adattamenti, verra attuato per la proprietà immobiliare délia Somalia, dove Paspirazione delia parte più evoluta délia popolazione tende alla formazione délia proprietà privata indiv'duale.

Il nostro contributo al Colloquio non si è limitato quin- di a una semplice sintesi retrospettiva di quanto era stato fatto nei e per i nostri ex possedimenti d'oltre mare, ma ha potuto portare un argomento di interesse veramente · attuale, anche se riguardava un território ehe si awia verso la propria prossima indipendenza.

Il Colloquio è stato realizzato con grande serietà d'in- tenti, con squisita signorilità e con indiscussa preparazione scientifica, negli accoglienti locali delPIstituto di Sociolo- gia Solvay, al Parco Leopoldo di Bruxelles. Lo ha inau- gurate il Ministro belga délie Colonie, M. M. A. Buisseret, dimostrando quanto interesse abbia il Governo belga per il benessere e lo sviluppo délie popolazioni dei propri possedimenti africain.

Prima e dopo di lui hanno parlato il direttore delPIsti- tuto Solvay, M. M. H. Janne ed il prof. Ghilain, mettendo in rilievo Pimportanza dei problemi posti alPordine del

giorno. I lavori sono stati suddivisi fra due Commission], una con Pincarico di trattare i problemi sotto il punto di vista económico, Paîtra sotto quello giuridico; i convenuti iniziarono tosto i lavori; ma Powia impossibilita di scin- dere con laglio netto i problemi economici da quelli giu- ridici e le frequenti reciproche connessioni hanno reso necessário un continuo contatto fra le due Commissioni, mantenuto precipuamente dal Segretario del Convegno, prof. Ghilain.

L'autorevolezza ed il riconosciuto valore di numerosi partecipanti al Convegno, come il prof. Coppins delPUni- versità di Lovanio, il prof. Isnard delPUniversità di Aix en Provence, il prof. Leduc delPUniversità di Parigi, il prof. Malengreau delPUniversità di Lovanio, il prof. Mo- reira delPIstituto Superiore di Studi dOltremare di Lisbona, il prof. Waleffe delPUniversità di Bruxelles, diedero un tono dí altíssimo interesse aile discussioni, specie a quelle riguardanti i criteri suggeriti ed i limiti entro cui awiare le popolazioni native a concetti di economia e di uso e godimento délie terre diversi da quelli consuetudinari e tradizionali.

Nonostante talune riserve di natura meramente contin- gente, specie con riguardo al pericolo dérivante da un ec- eessivo afflusso di nativi verso i centri urbani per la con- seguente deprecabile formazione di un inutile e dannoso proletariate, Popinione concorde, per quanto riguarda il godimento e Puso délia terra, è stata quella di favorire un graduale progressivo sviluppo del concetto delia pro- prietà privata individuale.

Moite interessante, anche se tenuta forse un poco trop- po in forma astrattamente teórica, la discussione (cui han- no partecipato con diversi criteri e punti di vista oratori francesi, belgi e portoghesi), ehe aveva per oggetto la for- mazione délie zone di riserva e di rispetto per lo sviluppo délie popolazioni native, nonchè Pessenza e la portata dei diritti ehe in queste zone potevano sorgere o essere co- stituiti.

Il Convegno aveva uno scopo eminentemente scienti- fico e di studio e doveva limitarsi, corne ha fatto, a se- gnalare al Governo Belga le sue conclusioni e i suoi voti a favore e nelPinteresse delPeconomia indígena, perché di ta- li conclusioni esso potesse awalersi e tenere conto nei provvedimenti ehe avrebbe ritenuto opportuno adottare nei propri possedimenti delP Africa Equatoriale.

Quando - e mi auguro cio sia quanto prima - mi verranno inviati i resoconti di tutti i lavori del Convegno, spero di poter dare notizia anche di cio ehe è stato trattato e discusso nella Sezione económica. Non avendo parte- cipato a tali lavori, non mi sembra opportuno fame cenno sulla sola scorta délie brevi enunciazioni al riguardo con- tenute nella relazione finale e conclusiva dei lavori.

Mi sembrerebbe di commettere una mancanza nei con- fronti delPIstituto di Sociologia Solvay, del CEMUBAC, nonchè délia Direzione del Reale Museo del Congo Belga in Tervueren, se non rilevassi la squisita signorile ospi- talità offerta ai partecipanti al Convegno e la gentile äf- fe ttuosa ρ remura dimostrata nei nostri confronti.

Giuseppe Ziliotto

Consiglio dell'lnternational African Institute a Roma.

Si è riunito a Roma, dalP8 al 10 aprile, il Consiglio esecutivo delVînternational African Institute, ehe in un trentennio di profícua attività di studi e ricerche, condot- ti da specialisti di chiara fama e raccolti in pubblicazioni pregevolissime, si è solidamente afFermato in campo in- ternazionale tra i più qualificati centri di studi af ricanistici .

Le origini delPIstituto risalgono al lontano settembre 1925, allorchè la Scuola Orientale di Londra indisse una eonferenza per esaminare Popportunità di creare un isti- tuto internazionale per lo studio délie lingue e delle culture del continente nero. Nel giugno delPanno suc- cessivo, per unanime consenso dei rappresentanti di 23 organismi culturali appartenenti a nove nazioni, fu ap- provata la creazione del nuovo ente, ehe si chiamò « The International Institute of African Languages and Cul- tures ». A segui to di una risoluzione del Consiglio ese- cutivo del giugno 1939, tale denominazione fu poi cam- biata in quella di « International African Institute », ehe conserva tuttora.

Studiare i linguaggi e le culture dei nativi delP Africa; promuovere la pubblicazione di tali studi; creare un ampio servizio di informazioni nel campo linguistico, in quello etnográfico e in quello culturale africani; cooperare, in

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qualsiasi forma e con ogni mezzo, all'attività di enti sirnilari; aiutare Ia produzione della letteratura africana; promuovere la cooperazione inlernazionale in tutti i set- tori connessi con lo sviluppo mentale e técnico dei po- poîi africani: questi gli scopi ehe l'Istituto si prefisse all'atto della costituzione per norma statutaria e ehe va perseguendo efficacemente, grazie alla collaborazione dei suoi membri - oltre 1.400 in rappresentanza di 52 paesi - tra cui si annoverano nomi illustri di Studiosi, quali il Westermann, lo Schebesta, il Fortes, il Tucker, il Gluckman, il Mendes Correia, il Busia, il Perbal, il Moel- ler, il Delavignette, il Basse, il Monod, il Deschamps, il Malengreau, il Cerulli, il Pettazzoni, il da Silva Rego, il Lindblom, il Barnett, il Goldschmidt, e moltissimi altri.

La relazione svolta dal direttore amministrativo du- rante la recente riunione di Roma riassume in dati inop- pugnabili la densa e féconda attività dell'Istituto nel campo délie ricerche, nel campo editoriale ed in quello culturale in génère. Tra il luglio 1955 e il marzo di quest'anno sono state organizzate sei missioni di studi in Africa: quella del signor Gilbert Dubus nel Congo belga; del signor Capron nell'Africa Occidentale Fran- cese (San-Ouagadougou, Djenné-Bobo Djoulasso, frontière del Sudan francese e Alto Volta); del signor A. C. Edwards nelPAngola; del signor Cari Hoffmann nell'Africa occi- dentale britannica; di Padre Bernardi nel Kenya; del . co- lonello de Chedeville nella Somalia francese. La rivista « Africa » - ben nota ed apprezzata da tutti gli stu- diosi - riscuote sempre maggiori consensi e si consolida anche economicamente per il crescente numero degli ab- bonati. Nel settore editoriale il ritmo si mostra più ehe serrato: undici opere in cantiere, di cui due già pubbli- cate: African Rhythm, di A.M. Jones e Kikuyu Social and Political Institutions, di H. E. Lambert, oïtre a tre lavori monografici, un diário, due ris tampe (quella del Padre Crazzolara sulla lingua degli Acioli e quella del prof. Schapera: Tswana Law and Custom) e due tradu- zioni, senza contare i volumi ehe appaiono periodicamente nelle due pregevoli e interessantissime collane: African Abstracts e Ethnographie Suroey of Africa.

L'Istituto vive di proventi propri derivanti dalle quote associative e dalla vendita délie pubblicazioni, e da con- tributi élargit! dalla Fondazione Carnegie, dalla Fonda- zione Ford e dall'UNESCO.

L'Italia, ehe vanta una antica e nobile tradizione di studi africanistici, partecipa alla vita dell'Istituto con trentasei membri, due dei quali - il prof. Boccassino e il colonnello de AgostLni, rispettivamente in rappresen- tanza dei Museo Nazionale Preistorico Etnográfico « Luigi Pigorini » e della Società Geográfica Italiana - fanno parte del Comitato di governo (Governing body), mentre il prof. Vinigi Grottanelli è tra i componenti del Consi- glio esecutivo (Executive Council).

II banchetto offerfo alPExcelsior ai membri stranieri, dalPOn. Folchi, sottosegretario agli Affari Esteri, è segno anch'esso delPinteressamento ehe l'ltalia rivolge alia va- sta opera scientifica dell'Istituto.

Armando Cepollaro

II XII Convegno "Volta,, sul tema "Oriente ed Occi- dente nel Medioevo,, II 27 maggio si è inaugurate in Roma, nella Sala délie

Prospettive alla Farnesina di Raffaello, il XII Convegno « Volta », promosso dalla Classe delle Scienze Morali, Storiche e Filologiche dell'Accademia Nazionale dei Lin- cei, sul tema « Oriente e Occidente nel Medioevo ». I lavori sono poi continuati a Palazzo Corsini in Roma e a Palazzo Vecchio in Firenze.

Un grande e scelto pubblico, richiamato dall'importan- za e dall'attualità del tema, assisteva all'inaugurazione, e ha ascoltato il discorso di apertura di Vincenzo Arangio- Ruiz e la relazione introduttiva di G. Levi Della Vida sul tema générale del Convegno.

Nelle successive sedute, basa te su relazioni segui te da interventi e discussioni, hanno riferito sulla « Mistica cristiana e mistica musulmana » F. Gabrieli ed L. Mas- signon; su « Gnosticismo e Manieheismo nella tradizione médiévale » H. Corbin, R. Morghen e H. C. Puech; su « Feudalismo e islituzioni politiche dellOriente latino » C. Cahen; su « Diritto bizantino e diritto musulmano » }. Schacht; sulle « Relazioni economiche fra Oriente e Occidente dal secolo XII al XV » T. Bertelé e G. Luz-

zatto; su « La lirica ispano-arabica e il sorgere della IL rica romanza » E. Garcià-Goméz e A. Roncaglia; su « Dan- te e l'Islam » E. Cerulli; su « Persia, Armenia e Georgia nella storia della civil ta medioevale » V. Minorsky e A. Pagliaro.

Il discorso conclusivo è stato tenuto dal Prof. E. Cerulli.

Riunione di studio sui problemi internazionali delle migrazioni, a Roma.

La Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale, d'intesa e in collaborazione con la Missione di collega- mento in Italia del Comitato Intergovernativo per le Mi- grazioni Europee, ha tenuto nei giorni 28, 29 e 30 mag- gio tre Riunioni di studio sui problemi internazionali delle migrazioni, presso la sede della Società in Roma.

Dopo brevi parole di presentazione del Dott. Casadio, Segretario della Società Italiana per l'Organizzazione In- ternazionale, sono stati svolti, tra l'intéresse d'un pub- blico numeroso e qualificato, i seguenti terni:

1) « La partecipazione italiana agli organismi in- ternazionali operanti nel settore dell'emigrazione », per il quale hanno preso la parola, nell'ordine, il Ministro Piei Pasquale Spinell i, M. Georges Kenedi e il Dr. Antonio Castellani.

2) « Aspetti economici e sociali dei problemi delle migrazioni nei paesi di emigrazione e in quelli di immi- grazione », sul quale hanno riferito il Dr. Franco Bou- nous, il Dr. Umberto Cassinis e l'Isp. Gen. Dr. Antonio Casu.

3) « La formazione del lavoratore emigrante », svol- to dal Prof. Goffredo Pesei, dal Dr. Norberte Giorgi e dairihg. Mario Lenzi.

Aile relazioni sui vari terni ha fatto seguito un di- battito ad alto livello, cui hanno partecipato numerosi interveiiuti.

Congresso a Roma, sulla difesa e la riabilitazione sociale dei lebbrosi.

Organizzato dal Sovrano Militare Ordine di Malta, si è tenuto in Roma, dal 16 al 18 aprile scorso, un Congresso per la difesa e la riabilitazione sociale dei lebbrosi, al quale hanno partecipato 250 leprologhi convenuti da 52 nazioni.

La scienza ha ormai armi efficaci per sconfiggere il morbo, lia detto Raoul Follereau nel suo discorso d'aper- tura al Congresso, ed ora la lotta dovrebbe passare dal piano terapêutico a quello sociale. Non è infatti vero ehe ogni essere affetto dalla lebbra sia un pericoloso veicolo d'infezione: all'opposto, i lebbrosi ehe possono contagiare altre persone sono in numero limitato. Malgrado ciò, la società continua a respingere i lebbrosi ormai guariti e dichiarati non pericolosi, impedendo loro di rientrare nel consorzio civile e di avère una vita degna di essere chia- mata taie. Ogni nazione dovrebbe affrontare questo pro- blema sul piano giuridico e risolverlo in armonia con la propria situazione sociale, étnica, religiosa e storica. Pari- menti, dovrebbe essere compito dello Stato la rieducazione sociale dei lebbrosi e la loro preparazione sul piano pro- fessionale, onde permettere ad essi di affrontare la vita con mezzi sufficienti al loro mantenimento.

Per quei malati sui quali la lebbra ha ormai troppo progredito e ehe non potranno mai più tornare a vivere a fianco degli altri uomini dovrebbero essere creati centri <li raccolta, nei quali la vita possa trascorrere il più sere- namente possibile.

Nell'Africa Equatoriale francese, dal 1951 ad oggi, sono stati compiuti grandi progressi nella profilassi della lebbra e nell'assistenza ai lebbrosi. Valga, questo esempio, per le altre Nazioni nelle quali la lebbra rappresenta un urgente problema da risolvere.

Non è la prima volta ehe la nostra Rivista si occupa di questo problema. Abbiamo seguito Follereau, il « vaga- bondo della carità », nei suoi viaggi attorno al mondo e continueremo a farlo in futuro, confortati dal pensiero ehe in questa « época di ferro » vi siano ancora uomini dallo spirito nobile ehe dedicano la loro vita ad un apostolato di bontà e di fraternità, senza guardare al colore della pelle o alla fede religiosa di uomini ehe per troppo tempo la società ha messi al bando, e ehe ora debbono poter tornare in essa, con pari diritti e pari doveri.

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