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Istituto scolastico Suore Sacramentine
Giornalino n°2 a.s. 2017/2018
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LEGGETE E DIVERTITEVI!!!!!
Salve ragazzi!
Siamo gli alunni della classe 3^A e siamo qui per divertirvi e avvicinarvi al mondo della lettura attraverso
gli articoli scritti con tanto impegno dagli studenti delle medie.
Ricordatevi che a fine anno verrà premiato l’articolo più originale di ogni classe, quindi, SCRIVETE,
SCRIVETE, SCRIVETE!
Speriamo che il nostro lavoro sia di vostro gradimento e che non vi annoi affatto. Divertitevi a risolvere i
cruciverba, a leggere fiabe, racconti, barzellette e oroscopi.
Dalla 3^A è tutto!!!! A presto!
Margherita R, Agnese, Chen
In questo giornalino troverete testi raggruppati in sei categorie:
Cronaca e attualità
Viaggio nella fantasia
Parole in libertà
Macedonia
Scelti per voi
Zibaldone
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CRONACA E ATTUALITÁ
ISTITUTO TECNOLOGICO
INFORMATICA E TELECOMUNICAZIONI
Ciao a tutti ragazzi! Come già saprete (o forse no), l’anno prossimo nella nostra Scuola aprirà un
nuovo indirizzo per la Secondaria di Secondo grado: ora ve lo illustreremo.
Questo indirizzo ha l’obiettivo di far acquisire allo studente specifiche competenze nell’ambito del
ciclo di vita del prodotto software e dell’infrastruttura di telecomunicazione. Il precorso prevede
due articolazioni.
Nella prima articolazione, gli studenti svilupperanno competenze che li renderanno capaci di
realizzare SOLUZIONI INFORMATICHE a sostegno delle aziende.
Nell’ambito delle TELECOMUNICAZIONI, invece, gli alunni acquisiranno competenze in relazione
alle infrastrutture di comunicazione e ai processi per realizzarle.
Il profilo professionale dell’indirizzo permette un inserimento in diversi contesti aziendali. Grazie
all’alternanza scuola-lavoro, inoltre, si possono realizzare concreti progetti di sviluppo dei prodotti
e dei servizi che caratterizzano le aziende.
Nel quinto anno si aiutano i giovani a compiere scelte consapevoli per un rapido inserimento nel
mondo del lavoro.
Durante l’anno scolastico, con il CSI (centro sportivo italiano), i ragazzi seguiranno un corso di
educazione fisica, che è parte del curricolo formativo. L’obiettivo, oltre alla base della pratica
sportiva, è far capire al ragazzo l’importanza dell’attività fisica. Le attività prevedono sia sport
diffusi e popolari, ma anche i cosiddetti “sport minori”.
Nel periodo estivo, invece si tengono viaggi studio in alcune delle migliori destinazioni inglesi con
accurate selezioni di famiglie e college. I viaggi studio in Inghilterra sono rivolti ai ragazzi tra i
quattordici e i diciannove anni, che desiderano imparare l’inglese.
Ursula Camilla Foppa
Francesca Luzzana 2^ B
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IL CONFINE TRA FINZIONE E REALTÁ
I tempi stanno cambiando e i giovani pure.
Il tempo trascorso su Internet è “inversamente proporzionale” a quello passato sui libri.
Gli adolescenti moderni passano in media due ore al giorno sulle piattaforme digitali e sono
diventati dipendenti dalla tecnologia.
Complici sono anche i genitori che, fin da piccoli, li abituano a vedere la TV o a giocare con il
tablet per farli stare fermi e tranquilli, come se vedere il cartone preferito o giocare con il computer
fossero serie punizioni. Così facendo, i genitori rovinano sia i propri figli che loro stessi. Gli esempi
sono molteplici e ne presento uno che mi ha colpita: Marco (nome di fantasia), un adolescente
nostro coetaneo, da piccolo era molto irrequieto, così i genitori iniziarono a farlo giocare con il
telefono. In questo modo, è cresciuto nel mondo dei giochi on-line.
Qualche anno fa tentò, senza riuscirci, di ferire la madre, perché l’eroe di un videogioco era orfano
di madre e anche lui doveva diventarlo.
Scoprire questo finale mi ha sconvolta. Come si può tentare di uccidere la propria madre?
Questo è probabilmente uno dei casi più estremi, ma rappresenta perfettamente la dipendenza
tecnologica dei giovani d’oggi.
Ovviamente, non sto dicendo di smettere di utilizzare la tecnologia, sarebbe quasi impossibile
visto l’uso che ne facciamo, ma di utilizzarla in modo migliore.
Per esempio, occorrerebbe limitare l’uso dei Social Network ai ragazzi sotto gli undici anni: sono
infatti un po’ piccoli per questo mondo virtuale molto più grande di loro.
Come tutte le cose, però, anche Internet ha i suoi lati positivi: grazie a “Whatzapp
” si può comunicare con un amico lontano o per mezzo del sito on-line gli alunni assenti possono
sapere di cosa si è trattato in classe.
Inoltre, i ragazzi timidi possono parlare liberamente via chat, senza sentirsi oppressi dai giudizi e
dagli sguardi degli altri.
I ragazzi devono comunque farne buon uso, non giocando troppe ore al giorno con i videogiochi e,
soprattutto, non preferendo la televisione ad un divertente pomeriggio con gli amici!!
Giulia Cortesi 3^B
UN AMBIENTE PULITO È MEGLIO!
C’era una volta, una foresta incantata dove viveva una coniglio bianco .
Lui era abituato a fare feste e balli,ma sprecava sempre molto cibo, e quando andava a lavarsi,
faceva scendere l’acqua anche quando non era necessario oppure la scordava e non la chiudeva
anche per una notte intera.
Andava anche in giro a buttare le cartacce sul prato .
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Un bel giorno,disse: ”Potrei organizzare un ballo questa sera!”.
Alcuni animali lo sentirono e gli dissero:”Se vuoi che veniamo al tuo ballo,dovrai pulire tutta la
foresta dalle cartacce che butti in giro!”.
Il coniglio rispose: ”Perché devo farlo? Non sono l’unico che sporca il paese!”
“Allora, se non vuoi ripulire tutto, noi non verremo questa sera!”
Il coniglio decise che, per non restare solo, era meglio pulire tutto all’istante.
Mentre puliva, si rese conto che aveva sporcato tanto il paese,e si chiese: ”Come ho potuto
sporcare il paese?”.
Alla fine, portò agli amici tutta la sporcizia che aveva ripulito.
Gli animali soddisfatti esclamarono: ”Caro Banny, ora dovrai promettere che non sprecherai più né
cibo né acqua e che non sporcherai il paese con cartacce e sporcizia“.
“Lo prometto, affermò il coniglio con convinzione.
E da quel pomeriggio, il paese rimase pulito e il cibo non si sprecò più .
Questa favola fa capire che l’ambiente va rispettato anche per l’igiene!
I viveri non vanno sprecati, perché in alcuni paesi poveri non hanno nemmeno una briciola di ciò
che abbiamo noi!
Sonia Morabito 1^ B
IL PULCINO E LE ALTRE GALLINE
Un pulcino appena nato viveva in un pollaio insieme alla sua mamma.
Era molto buono con tutti e non perdeva occasione per aiutare gli altri.
Purtroppo , il pulcino cominciò ad essere ingannato dalle altre galline e sfruttato da tutti per la
sua bontà, ma era troppo gentile per accorgersene . Le galline gli chiedevano:- Ti prendi cura
delle mie uova mentre sono via? – o altre cose di questo genere.Dalla mattina alla sera si
vedeva correre il pulcino di qua e di là, intento a svolgere le faccende di tutto il pollaio. Quando
diventò grande, si rese conto di quel che accadeva e, appena una gallina si avvicinò per chiedergli
un favore, rispose: - No, mi dispiace. Sono stato sfruttato per la mia bontà , ma adesso sono stufo
di questa cosa e non aiuterò più nessuno, a meno che non sia importante! - .
Allora, le galline si scusarono: - Ci dispiace, abbiamo sbagliato. Non avremmo dovuto usarti per i
nostri comodi. Scusa! –
Il pulcino perdonò e continuò a vivere nella bontà del suo cuore. Anche tra gli uomini c’è chi è
buono e viene sfruttato da altri solo per comodità propria.
Greta Gipponi 1^ B
L’IMPORTANZA DEL NON SPRECARE
In un magnifico prato vicino cui scorreva un ruscello, viveva una tartaruga.
La tartaruga era ghiotta di insalata e pomodori, ma dalla colazione, dal pranzo e dalla cena
avanzava sempre qualcosa.
Dopo ogni pasto, la tartaruga appoggiava sul guscio tutti gli avanzi che avrebbe buttato nel
ruscello lì vicino, così da sporcarlo.
Dopo aver fatto ciò, la tartaruga caricava sul guscio una bacinella piena d’acqua e sulla via del
ritorno il liquido usciva da tutte le parti.
Nelle vicinanze, viveva una lumachina che aveva piantato carote, insalata e pomodori. L a lumaca
non sprecava mai niente e il suo motto era : ”Se niente sprecherai, più felice di sentirai”
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Un giorno, la piccola creatura si recò al fiume per darsi una rinfrescata e , proprio in quel
momento, arrivò la tartaruga carica di avanzai.
La lumaca era scioccata alla vista di quella scena e disse : ”No, no , no tu queste verdure non le
butti qui”
La tartaruga rispose: ”Scusa, questi sono i miei avanzi e posso farci quello che voglio!”
La lumaca, infuriata, spinse la tartaruga fino alla sua tana, prese gli avanzi, li sotterrò e disse :”
Ecco fatto ! Fra qualche giorno, vedrai spuntare le piantine. Mi raccomando, tienile annaffiate”
Passò qualche mese e la tartaruga aveva finalmente anche lei un orto. Aveva capito come
riutilizzare gli avanzi!
Ricordate: Se niente sprecherai più felice ti sentirai!
Elisa Marchetti 1^ A
RACCONTO La terra di Beacon era situata nel nord della Normandia, nella famosa terra incantata, nella quale
vivevano gli elfi. A nord-est del territorio c’era un’enorme foresta particolare per il Nemeton, un tipo
di albero situato nel mezzo della foresta, il quale attirava a sé tutte le creature soprannaturali, elfi,
fate, gnomi, maghi e tante altre … un’altra particolarità di questo albero è che era invisibile
all’occhio umano quindi gli abitanti di Beacon non sapevano della sua esistenza. Gli elfi vivevano
proprio qui in questi boschi un po’ misteriosi; il loro aspetto era bizzarro: avevano dei lunghissimi
capelli bianchi con riflessi argento, la pelle rosata e le orecchie a punta. Erano di bassa statura:
misuravano circa 50 cm ed erano spesso un po’ paffutelli. Avevano gli occhi grigi come il ghiaccio
talvolta nascosti da grandi occhiali da vista. Più a nord, precisamente a nord-ovest, si innalzava la
Montagna della Ricchezza così chiamata perché nella profondità di una caverna c’era un
preziosissimo rubino rosso con il quale la terra di Beacon poteva essere magica. Qui su questa
montagna vivevano gli orchi. Avevano un aspetto terribile: la pelle era color verdastra, i capelli tutti
sporchi e aggrovigliati coprivano loro i piccolissimi occhi. Erano di alta statura, solitamente
misuravano quasi 2 m ed erano robusti, con aspetto trasandato. All’interno della montagna
c’erano scavate moltissime grotte: in una di queste era conservato un preziosissimo rubino rosso
dal valore inestimabile di 1 000 000 di dollari ma non tanto per questo era pregiato tanto perché la
sua funzione principale era quella di mantenere “ in vita” la terra di Beacon, faceva sì il territorio
rimaneva magico. Tra la foresta e la montagna c’era un castello in cui viveva una dama forte e
coraggiosa di nome Domitilla la quale aveva dato l’incarico al suo più fidato orco di proteggere e
controllare il rubino. Questa terra per il suo fascino era spesso sottoposta a saccheggi da parte di
altri popoli. Attraverso gli elfi che ne avevano sentito parlare giunse a Domitilla un’orribile notizia:
ovvero che durante la notte sarebbe venuto Russell, un mago cattivo che voleva conquistare
l’intero mondo, a distruggere il castello della dama e dopo sarebbe andato certamente a rubare il
rubino, in tutto questo, ovviamente, aiutato dalla sua fedele dama, Geltrude. Nel frattempo, per
sicurezza, Domitilla chiamò Scrat, il mago che l’avrebbe aiutata nell’impresa. Erano le 3 di notte
quando la barca di Russell attraccò nel porto del regno di Beacon. Il mago scese dalla barca e si
diresse verso il castello dove incontrò Scrat al portone, pronto ad affrontarlo, che fece finta di
accoglierlo senza sapere chi fosse. Lo fece accomodare e naturalmente fece svegliare Domitilla
perché non poteva di certo affrontarlo da solo. Scrat e Domitilla gli chiesero che cosa avrebbe
voluto andare a vedere, e lui gli rispose che voleva andare a vedere il preziosissimo rubino rosso
conosciuto in tutto il mondo. Il mago buono per vedere se le persone fossero buone o meno
faceva loro sempre il seguente indovinello: “Se tu sei il re dei sei quanto fa sei più sei”. Se la
persona fosse stata buona gli avrebbe risposto 24, mentre se fosse stata cattiva 12. Russell
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esclamò:” Certamente lo so fa 12. Scrat ridendo fra se e se disse:” mi dispiace caro mago ma la
risposta è errata!” Scrat ribatté:”Beh dai ora che mi hai fatto questa stupidissima domanda mi
potete gentilmente portare a vedere il vostro pregiatissimo rubino”. Russell gli disse che se proprio
insisteva l’avrebbe avverato questo suo grande desiderio ma ad una sola condizione: i due maghi
si dovevano sfidare in una gara di intelligenza. Indiscussamente vinse Scrat e deluso, Russell,
dovette ritornare perdente nella sua patria.
Foglieni Maddalena
IN UNA TERRA LONTANA LONTANA …
Le pianure immense, i prati ricchi di fiori, emanavano un profumo delizioso.
I monti a ovest si innalzavano al di sopra delle nubi, che si tingevano di un soffice rosa al
tramonto.
Dai boschi degli alberi parlanti a est s’innalzavano vocioni e brusii, che facevano tremare l’itera
foresta. Il mare bagnava le terre rendendole fertili e dava vita a tutto quanto il regno, nel mare
sfociava un fiume dalle acque nere, che attraversava la valle da est a ovest, partendo dalle
montagne dove tra le cime, si ergeva la terribile roccaforte di Polenov, la quale ospitava una
moltitudine di esseri orribili al servizio, del potente Mago Pansereus. In contrapposizione a questa
roccaforte si trovava il villaggio che ospitava, cavalieri valorosi al servizio del Mago Gambals. Al
centro di tutto si trovava il bellissimo castello dove regnavano felicemente, il Re Tofexson e la
regina Ginevra. La valle ospitava un oscuro segreto: infatti, in una grotta tra le montagne, si
trovava la pietra Galleleus, che era in grado di dare a chi la possedeva, il potere assoluto. Tra le
due forze c’era sempre una continua lotta e infatti la guerra era imminente. Sul campo di battaglia
si fronteggiarono orchi con cavalieri cattivi e maghi dai poteri oscuri con Pansereus, contro elfi,
cavalieri buoni e maghi il cui capo era Gambals. Mentre i due eserciti si scontravano, nella grotta,
la pietra era custodita dalla dama coraggiosa, di nome Foglia D’oro, insieme a Vanocineus la
dama dall’ animo incontrollabile che, cedendo al potere oscuro, si rivoltò contro Foglia D’oro per
prendere la pietra, tuttavia, essa emanò una luce verde che abbagliò Vanocineus. Vedendo la
luce, i due eserciti si precipitarono alla grotta e si scontrarono. Le spade trafiggevano corpi e le
lance tintinnavano contro le pietre: insomma, alla fine il mago Gambals e il suo esercito, vinsero le
forze oscure, portando per sempre la pace nel regno.
“……. e la pietra? vi chiederete?”.
La pietra si perse e nessuno ancora oggi ne conosce la posizione, in fondo è meglio così.
Valentina Pansera 2^ A
LA RAGAZZA MISTERIOSA
Stavo attendendo l'inizio dell'allenamento e come al solito ero seduto al baretto del centro sportivo
davanti ad un bicchiere di aranciata fresca, quando,dinanzi a me, passò una figura leggiadra, dai
lunghi capelli biondi con uno di quei fisici fantastici che ogni ragazzo immagina nei suoi sogni più
profondi.
La ragazza si recò dal mio allenatore e, con tono dolce ed uno guardo di ammirazione, disse:"
Papà, mi puoi fermare questa comunicazione?"Lui rispose dicendo: " Certo tesoro". Io ero
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incantato a guardarla: i suoi lineamenti erano delicati, semplici ma fantastici, quel naso perfetto, la
bocca rosata e carnosa ed infine, la cosa più bella di tutte, più sbalorditiva, i suoi occhi azzurri e
profondi: era stupenda! La stavo fissando ormai da diversi minuti quando Marco, il mio compagno
di squadra, mi diede un colpo sulla spalla e disse:" Diego vuoi venire all'allenamento?". Io non
ebbi il tempo di rispondere perché il mio amico mi tirò per un braccio. Solo a quel punto tornai sul
pianeta terra e gli dissi:" Lasciami, sto venendo." e scoppiai in una risata rumorosa.
Iniziai a camminare ma i miei occhi erano fissi su quella ragazza, al punto che mi scontrai con la
porta, ma questo incidente di percorso mi permise di sentire la figura leggiadra dalla voce dolce
dire al mio allenatore:" Pa' ti aspetto qua,okay?". Il padre annuì e venne ad allenarci.
L'allenamento andò malissimo, non feci un goal,un tiro decente ed, esagerando, un passo giusto.
Avevo la testa altrove, pensavo alla ragazza che mi aveva incantato. Finii l'allenamento e mi recai
di corsa al bar dove trovai la ragazza seduta di fronte ad un caffè caldo. Mi sedetti in parte a lei e,
cercando di apparire il più possibile disinvolto, dissi:"Ciao.". La ragazza, confusa, alzò lo sguardo
e con la sua voce dolce ma questa volta perplessa mi disse:" Ci conosciamo?". Io rimasi attonito e
con voce tremante risposi:" Ehm... sì... ecco... io sono Diego!". Lei rise di me, risata per nulla
falsa, che suonava in modo melodioso nel mio orecchio. Iniziammo a parlare e parlammo per
diverse ore. Così cominciammo a vederci ogni giorno e il nostro legame andava sempre
rafforzandosi. Un giorno con tutto il coraggio, che mi servì perché avevo paura di rompere
un'amicizia, le chiesi se le sarebbe piaciuto diventare la mia ragazza. Rimasi ad aspettare la
risposta col fiato sospeso e lei, dopo alcuni istanti, ruppe il silenzio dicendo, quasi urlando:"
Sì,sì,sì!". Fu la mia ragazza per due anni e quei due anni furono i migliori della mia vita però, per
mia disgrazia, la seconda estate andò al mare e conobbe un ragazzo, di cui si innamorò
perdutamente.
Durante il periodo in cui stettero assieme io non mi innamorai di nessun'altra. Il ragazzo si
chiamava Cristopher, era di Milano, aveva gli occhi azzurri come quelli della leggiadra ragazza.
Lui ogni giorno le donava una rosa o bianca o rossa o gialla come piacevano a lei. Un giorno però,
lui le diede uno schiaffo e lei, sbalordita, lo lasciò. La incontrai quel giorno in Città Alta, era seduta
su un gradino appartato e stava piangendo. Io mi illuminai quando la vidi e mi sedetti subito in
parte a lei. Le chiesi:" Che c'è?". Lei mi guardò, il suo viso rigato dalle lacrime rimaneva di
immutata bellezza e affermò:" Non ho voglia di parlarne!". "Ok." dissi.
La abbracciai e rimanemmo lì finché il sole non tramontò. Ricominciammo a vederci ogni giorno
ed ogni giorno passavamo davanti ad un roseto e lei ne rimaneva sempre incantata. Passarono
molti giorni ed io decisi di regalarle una rosa. Non potevo dargliela in modo banale, dovevo
dargliela in modo magico. Le comprai un bocciolo bianco con le estremità rosse. Scelsi il bianco
perché é il colore della purezza e lei era un'anima pura ed era rossa all'estremità come l'amore
che provavo per lei. Quando la vedetti le poggiai la rosa dietro l'orecchio e le chiesi:" Che cosa hai
lì?". Lei mi guardò tutta imbarazzata e stava già ponendo la mano sull'orecchia quando io le
mostrai la rosa. Tornammo insieme ed ora che sono passati ormai vent'anni le è diventata mia
moglie e sul tavolo di casa nostra non manca mai un mazzo di rose bianche e rosse.
Gaia Gherardi 3^ A
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IL FIORE MAGICO
Tanto tempo fa in un paese di campagna cera un ragazzo di nome Mario. Agli occhi di molte
persone poteva sembrare un giovane normale ma in realtà nascondeva un segreto molto
inquietante . Egli infatti era afflitto da una malattia gravissima che non gli permetteva di stare
all’aperto e di respirare l’aria esterna. Essendo molto sconfortato e spaventato da questo
problema chiese il parere a molti medici. La sua malattia però era per tutti incurabile…. Mario era
sconfortato e senza speranze finche un giorno una strana signora busso alla sua porta dicendo di
sapere dell’esistenza di una cura. Secondo l’anziana signora infatti su un monte sperduto si
trovava un rarissimo fiore magico che avrebbe potuto guarirlo. Questo miracoloso fiore, il quale
nasceva e moriva nello stesso giorno nasceva sulla cima di un pendio molto alto e difficile da
raggiungere . la signora era però l’unica a sapere la strada ma essendo molto vecchia aveva
bisogno di qualcuno che la accompagnasse in quel viaggio. Allora Mario risollevato da questa
speranza decise subito di chiamare gli amici per aiutare la signora, tra tutti però accettarono solo i
suoi due migliori amici Luca e Francesca .i tre cosi partirono in direzione della montagna sapendo
che Mario contava su di loro. Ai piedi del monte si accorsero subito che il viaggio sarebbe stato
lungo e faticoso . sapendo che Mario riponeva tutta la sua fiducia in loro, fecero il primo di una
lunga serie di passi senza esitare. I due ragazzi facevano quel gesto per l’amicizia che avevano
con Mario ma si chiedevano il motivo che spingeva la signora ,cosi scoprirono che sua figlia era
morta per la stessa malattia di Mario e lei voleva che più nessuno soffrisse come lei . dopo svariati
ed estenuanti giorni arrivarono finalmente sulla cima e li con soddisfazione riuscirono a raccogliere
il fiore. Non appena lo presero scesero in fretta e furia per il pendio senza accorgersi di aver
cambiato percorso . la nuova strada era molto più insidiosa e piena di pericoli come enormi massi
da scavalcare, massi e strapiombi. L’ultimo ostacolo che il separava dal sentiero era un enorme
burrone che poteva essere superato solamente attraversando un vecchio tronco, i tre nonostante
fossero molto spaventati lo attraversarono lo stesso pensando a Mario. Riuscirono così dopo
parecchi giorni a raggiungere la casa di Mario. Così triturarono il fiore e glielo diedero triturato
nell’acqua calda. Al momento Mario non sentendo il cambiamento decise di provare ad uscire
all’aperto e capire cosa gli sarebbe accaduto : non gli successe nulla cosi capi di essere guarito
da quell’orribile malattia .
Tommaso Rota 3^ A
IL LEONE VEGETARIANO
C’era una volta, un leone che passava il giorno ad inseguire le mandrie della savana.
Stanchi di essere inseguiti, gli animali organizzarono una riunione durante la quale si fece avanti
un topo che disse: “E se noi convincessimo il leone a diventare vegetariano privandolo prima di
tutto della carne che aveva a disposizione?”.
L’ippopotamo suggerì: “Potremmo anche convincerlo che nutrirsi di erba e cibo vegetariano è
bello e aiuta ad avere più amici nella savana!”.
Il giorno seguente, il topo andò dal leone e gli disse: “Abbiamo deciso che devi diventare
vegetariano!”.
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Il leone confuso rispose: “Io? Il più grande felino, il re della savana diventare vegetariano?!! .. ma
proprio non se ne parla!”.
Il topo non perse le speranze e nemmeno gli altri. Iniziarono, così il primo giorno gli portarono un
panino al formaggio, il giorno dopo un uovo di struzzo ed il terzo giorno delle verdure.
Il leone non cedeva e rifiutava i piatti, mentre il topolino non demordeva, finché, un giorno, mentre
stava andando tutto in fumo, il topo tornando a casa dopo una passeggiata nella savana, vide il
leone brucare l’erba, si avvicinò e chiese: “Ti sei convinto?!”
Il leone rispose: “Sì. Le mandrie si sono spostate e i fin dei conti l’erba non è così male!”.
É proprio vero che aspettando e sperando qualcosa si ottiene!!
Maria Alessandra Crevenna 1^ B
IL TOPO E IL LEONE
Nella Savana, un piccolo topo si stava dirigendo verso la sua casa, quando, ad un certo punto, un leone grosso e impetuoso gli apparve davanti e cominciò a rincorrerlo . Il topo era più veloce, il leone si stancò e gli fece una proposta: una gara e come giudice ci sarebbe stata una scimmia. La gara consisteva nel raccogliere più rametti possibile. Se avesse vinto il leone, il topo sarebbe stato mangiato, ma se avesse vinto il topo, il leone se ne sarebbe dovuto andare. La gara incominciò e i due si misero all' opera, ma nel bel mezzo della competizione,il leone si mise a rubare rametti dal mucchio del topo. Alla fine, il giudice decretò il vincitore: quello che aveva più rametti era il leone, ma il giudice e gli spettatori si accorsero che aveva imbrogliato e quindi vinse il topo, il leone se ne andò umiliato da tutti. MORALE:non bisogna mai imbrogliare nel gioco o nelle gare e bisogna imparare a perdere
Antonio Ferri 1^A
IL TOPO VOLENTEROSO
Un giorno, un topo andò dal formaggiaio e gli chiese se aveva qualcosa da dargli, perché era
molto affamato.
Il formaggiaio all’inizio non volle dargli da mangiare, perché il topo non poteva pagarlo, ma poi
cambiò idea e disse al topo che, se avesse lavorato per lui, forse gli avrebbe dato del formaggio.
Il topo, per dimostrare quanto valeva, iniziò subito a sistemare il magazzino che era la parte più
disordinata del negozio. Il formaggiaio fu contento e pensò che il topo sarebbe potuto essere un
buon aiutante, quindi disse al topo: ”Se continuerai così, quando avrai finito, riceverai un bel pezzo
di formaggio”.
Il topo ogni giorno lavorò con impegno in attesa del suo pezzo di formaggio; ogni volta che puliva il
vetro del bancone, immaginava quando avrebbe ricevuto la sua ricompensa e gli veniva
l’acquolina in bocca.
Quando finalmente il topo ricevette il formaggio, fu felicissimo e sapeva di esserselo guadagnato
per aver dimostrato fin dall’inizio quanto valeva. Infatti, chi ben comincia è a metà dell’opera.
Alessandro Gilberti 1^ B
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HARRY POTTER E I SUOI ANIMALI E OGGETTI FANTASTICI
Chi è Harry Potter?
Harry James Potter è un mago che nasce a Godric’s Hollow il 31 luglio 1980 e vive con i suoi zii,
poiché i genitori, James Potter e Lily Evan, sono morti a causa del noto signore oscuro,
Voldemort.
Inoltre egli sulla fronte ha una cicatrice che lo lega a questo signore del male. Questa cicatrice l’ha
riportata nella notte in cui Voldemort fece la sua comparsa nella casa di famiglia Potter, in cui Lily
si sacrificò per il suo amato piccolo salvandolo dal potente mago, che riuscì solo a ferire
superficialmente Harry alla fronte. Harry è l’ unico sopravvissuto alla potenza di Voldemort e per
questo viene chiamato Il Ragazzo Che E’ Sopravvissuto.
Dopo questo incontro Harry passerà la vita a cercare di sconfiggere Voldemort con l’ aiuto di molti
personaggi, tra cui i suoi due migliori amici, Hermione Granger e Ron Weasley.
All’ età di undici anni, infatti, gli viene inviata una lettera dal preside Silente della scuola di magia e
stregoneria di Hogwarts ed Harry si reca alla famosa scuola dove farà la conoscenza dei suoi
nuovi compagni.
ANIMALI FANTASTICI
ELFI DOMESTICI
Gli elfi domestici compaiono la prima volta in Harry potter e La Camera dei Segreti. Essi sono
delle creature dedite ai lavori domestici e possono indossare solo abiti arrangiati. Se ricevono in
dono un vero e proprio abito sono liberi dal padrone. Il più famoso della saga è Dobby.
BASILISCO
Il basilisco, noto anche come re dei serpenti, è una creatura magica che si incontra nel secondo
episodio. È un enorme serpente le cui zanne contengono un potentissimo veleno e può uccidere
con il solo sguardo, mentre guardandolo negli occhi attraverso il riflesso si viene solo pietrificati.
Nel settimo libro, Ron ed Hermione rientrano nella camera dei segreti per prelevare alcuni dei
denti del Basilisco morto cinque anni prima.
IPPOGRIFO
L’ Ippogrifo compare per la prima volta nel libro di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban con il
nome di Fierobecco. Compare quando Draco lo insulta e viene aggredito da esso. L’Ippogrifo
viene condannato a morte per decapitazione ma riesce a salvarsi garzie all’ intervento di Harry e
Hermione.
FENICE
La fenice è un animale estremamente raro, compare per la prima volta in Harry Potter e la camera
dei segreti nell’ufficio di Silente. Infatti l’ abile mago ne possiede una di nome Fanny. Queste
creature leggendarie sono uccelli di colore dorato e rosso fuoco, sono dotate di poteri
sorprendenti: possono, infatti, trasportare oggetti grandi e pesanti e curare le ferite con le loro
lacrime. Alla fine della loro vita si bruciano, riducendosi a un mucchio di cenere da cui poi
rinascono.
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OGGETTI FANTASTICI
GIRATEMPO
Il giratempo è uno strumento con cui si può viaggiare nel tempo arretrando di qualche ora.
Hermione ne ricevette uno dalla professoressa McGrannit nel terzo libro dove ella crea una sorta
di paradosso temporale che consente ad Harry ed Hermione di tornare indietro di tre ore.
DIARIO DI TOM RIDDLE
Questo diario era appartenuto a Voldemort stesso da ragazzo, che lo aveva acquistato in una
comune edicola babbana. Fu reso un Horcrux tramite l’assassinio di Mirtilla Malcontenta per
mezzo del basilisco; viene distrutto da Harry Potter pugnalandolo con una zanna di basilisco, il cui
veleno è una delle poche sostanze letali al punto da essere capaci di distruggere un Horcrux, al
secondo anno.
I DONI DELLA MORTE
I doni della morte sono tre oggetti magici di grande potenza descritti nel libro di Harry Potter e i
doni della morte. Harry, Hermione e Ron scoprono l’ esistenza dei doni grazie al padre di Luna. I
tre oggetti sono:
- BACCHETTA DI SAMBUCO:
è una bacchetta invincibile, che agisce come tale nelle mani di un proprietario legittimo.
- PIETRA della risurrezione: è una pietra in grado di revocare i morti
- Mantello dell’ invisibilità: è un mantello che non si logora nel tempo ed è immune a qualsiasi
tipo di incantesimo.
Lucrezia Lorenzi e Sara Patteri 2^B
INTERVISTA AL VAMPIRO
Ed ora dopo le notizie di politica estera passiamo ad una notizia shok:
avvistato un vampiro nelle vicinanze di un castello sulle coste Scozzesi a Black Isle.
Passiamo subito la linea alla nostra inviata sul posto: Siria Mostarda.
“Buona sera Siria, a te la parola.”
“buona sera a tutti,vi sto parlando da Black Isle, una penisola formata da piccole e bianche case
solitaria dal fascio malinconico, ideale per trascorrere dei tranquilli weekend lontano dal caos delle
città.
Nella vicinanza troviamo le rovine del castello di Uquart,antica dimora estiva del principe di
Edimburgo.
Il castello è posizionato sulla collina più alta di fronte all’oceano; sembrerebbe meraviglioso, se
non fosse che in questi ultimi giorni si sta diffodendo il panico a causa dell’ avvistamento di un
vampiro.
Tutto è cominciato quando tre ragazzi, Luca,Lucy e Peter, spinti da una grande curiosità e spirito
d’avventura, si intrufolarono nel castello,la sera di Venerdì 17 febbraio, quando vissero un’
esperienza traumatica.
I tre videro ua ombra che poi si manifestò come reale: Un vampiro!
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Così lo descrivono; i denti affilati come rasoi, i capelli neri come la notte e la faccia bianca
cadaverica.
I ragazzi cercarono di scappare ma solo due rientrarono nel villaggio per chiedere aiuto.
Raccontarono l’accaduto, supplicando la gente di chiudersi in casa, di non uscire e di stare attenti,
ma nessuno credette loro.
Lucy e Lucas tentarono l’impossibile: appesero collane d’ aglio e croci alle porte di tutte le case.
Il fatto è che la mattina seguente metà della città non si svegliò più e questa terrisicante notte
venne chiamata IL DISASTRO DI BLACK ISLE”.
Non abbiamo la certezza che il vampiro esista ma la polizia sta indagando.
A presto da Black Isle, è tutto.
La linea allo studio……
Siria Mostarda 3^ A
DEGLI AVVISTAMENTI ASSAI PARTICOLARI
Buonasera a tutti e bentornati sul nostro TG.
Oggi siete sintonizzati con Arianna Guida, la vostra nuova presentatrice.
Partiamo subito con la notizia che ha fatto il giro del mondo in soli 30 minuti, battendo il record
precedente di 40.
A quanto pare essa consiste in avvistamenti assai particolari, infatti molte persone, che non hanno
nessun nesso tra loro, hanno dichiarato di aver adocchiato con i loro stessi occhi un vampiro.
Il vampiro è stato avvistato il 31 ottobre sul balcone dell’ultima finestra della torre ad ovest di un
castello della Scozia.
Gli abitanti del villaggio vicino testimoniano che il castello è disabitato da anni e l’ultima famiglia
che ci ha vissuto, nel lontano 1940, è sparita misteriosamente una notte e non si è mai più rivista.
Da allora il castello è rimasto così come appare adesso: pesanti portoni sigillati da grandi
catenacci di ferro, torrette che spuntavano da ogni dove con molteplici caminetti e muri massicci
con mattoni pesanti e pietre grigie interrotte da finestre piccole e grandi sigillate dalle persiane.
Vi è però un fatto strano che nessuno apparentemente sappia risolvere: nonostante la quantità di
tempo che sia passata da quando è stato abbandonato il castello, esso non subisce l’effetto
dell’intemperie, del vento o della natura che sempre cerca di rimpossessarsi di ciò che è suo.
Tutto ciò fa pensare che il vampiro avvistato abiti proprio lì!
Coloro che hanno potuto osservarlo lo descrivevano come un ragazzo normale che però mantiene
sempre un’espressione particolarmente misteriosa che fa intravedere un’anima turbata.
Il ragazzo seppur visto da lontano, viene sempre comparato a un uomo alto ed esile che con i suoi
pochi movimenti semplici ed aggraziati richiama l’attenzione.
Vestito con un foulard rosso che sventolava sulla scia di vento e un mantello pesante nero in cui
era avvolto che faceva intravedere solo le mani affusolate e il volto pallido, poteva essere
scambiato per un giorno normale.
Normale era finché non si scorgeva il volto sbieco e ossuto con due occhi infossati azzurri, come
l’acqua limpida che sgorga dalle montagne, in cui galleggiavano due pupille nere di gatto,
l’animale padrone della notte.
Sulle labbra sottili torreggiava un sorriso inquietante di cui gli unici protagonisti erano i canini
lunghi e affilati, bianchi come la luna piena.
Al contrario i capelli neri come il buio della notte si muovevano davanti al vento gelido,
conservando con lui.
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Che sia stata un’allucinazione, un vero vampiro o semplicemente un ragazzo vestito a tema per
Halloween?
Questo intanto rimane un mistero, avrà forse un nesso con la scomparsa della ragazza Parvati
MecHiggins avvenuta due giorni fa?
Buona serata e ricordatevi di sintonizzarvi domani alle 9 per nuove informazioni.
Arianna Guida 3^A
UN CUORE PER LA PALLAVOLO
Ellie era una ragazzina di tredici anni che aveva perso la fiducia in sé e che non amava stare in
compagnia, preferiva passare ore e ore in camera sua a leggere e studiare.
Non aveva amici. Non solo a causa del suo modo di fare le cose chiudendosi in sé stessa, ma
anche perché non era facile comunicare con gli altri quando tutti la prendevano in giro per il suo
apparecchio dentale e le sue orecchie a sventola.
La mamma le diceva sempre: “Ellie, tesoro mio, sai bene che non devi ascoltare ciò che ti dicono,
devi solo farti coraggio ed essere te stessa”.
La povera Ellie, però, non era d’accordo, perché pensava: ”Non posso che essere me stessa, io
sono fatta così: timida e chiusa. Poi, con questo apparecchio e le mie orecchie da elefante, di
certo non andrei da nessuna parte”. Con questo pensiero in testa, si appoggiò sul letto e si
addormentò.
Durante la notte, fu affascinata da un sogno che la colpì particolarmente: era (non si sa come mai)
in una palestra buia e fredda che in un primo momento non riconobbe.
In quella palestra non si vedeva niente; era tutto buio.
Ad un certo punto, una luce illuminò una torre di palle da pallavolo. Con uno sguardo curioso e
perplesso Ellie si avvicinò. Facendo attenzione, prese un pallone e cominciò a farlo volare in aria
con qualche palleggio e alcuni bagher.
“ Drinnn Drinnnn!!!”. La sveglia suonò nel bel mezzo di questo splendido sogno..” No!!! Sveglia,
spegniti!!”, disse ancora assonnata. Purtroppo, si era alzata e non poteva fare più nulla per
continuare a dormire.
Dopo la scuola, Ellie andò al parco a fare una passeggiata per stare un po’ da sola. ”Cosa sarà
quel sogno?”. Si chiedeva di continuo.
Si sedette quindi su una panchina e, per caso, i suoi occhi intravidero in un cespuglio una palla
proprio come quella che aveva sognato nella notte.
Così senza farsi vedere, la tirò fuori e cominciò a giocarci.
La sua mente non pensava più a nulla, solo a divertirsi con quel magico oggetto. Tutte le
splendide emozioni che provava in quel momento le aveva provate la notte stessa.
Allora, corse subito nella palestra dove si allenava la squadra più forte del campionato.
Nel bel mezzo di un allenamento, Ellie entrò nel campo e il coach chiese:” Chi sei? Perché sei
qui?”. Lei rispose: ”Be, vi sembrerà strano, ma io vorrei entrare in squadra”. “ Mi dispiace, ma le
iscrizioni sono chiuse”. Ellie supplicò: ”La prego. Mi lasci almeno dimostrare ciò che so fare…”. Lui
rispose:” Ok, facciamo una palla! “. La ragazzina fece un salto di gioia e, consapevole della fatica
e dell’impegno che avrebbero dovuto affrontare la prova.
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Dopo numerose attività come l’attacco, la resistenza e la tecnica, l’allenatore esclamò con aria
incerta ma decisa: ”Be’, giochi molto bene a pallavolo, ma per entrare alla “Baits” bisogna essere
molto molto bravi”.
Non fece neanche in tempo a finire la frase che Ellie esclamò rassegnata: ”Non importa, grazie
comunque”. “Aspetta lasciami almeno finire la frase!! Sei in squadra!” esclamò. Con un urlo e un
abbraccio Ellie corse a casa ad avvisare la sua famiglia.
Da quel giorno, riconquistò la fiducia in sé stessa e non si chiuse più in camera sua a studiare, ma
divenne socievole; trovò anche nuove amiche che le vollero per sempre bene.
La ragazzina fu di esempio a moltissimi ragazzi come lei, che ritrovarono la fiducia in sé stessi
grazie allo sport.
Rebecca Farioli 1^ A
UNA GRANDE AMICIZIA IN POCO TEMPO
Tre grandi amici amavano molto il basket e passavano le ricreazioni e gli intervalli di scuola a
giocarci allegramente.
Si tratta di ragazzi di dieci anni, molto tranquilli, emotivi e per niente arroganti, come i ragazzi e le
ragazze che giocavano a calcio.
Un giorno, i tre ragazzi, ovvero Pietro Mattia e Camilla, mentre stavano giocando a basket, per un
errore di Pietro, la loro palla terminò nel campo in cui si stava giocando un’intensa partita di calcio.
I ragazzi, che stavano facendo quella partita, mostrarono subito la loro arroganza nei confronti dei
“poveri” amanti del basket dicendo: ”Questo è lo spazio riservato a coloro che desiderano giocare
a calcio! Se volete andare a giocare a basket, andate vicino a quella Betulla!”. Poi uno dei tanti
giocatori indicò un luogo piccolo e fangoso.
Allora Pietro, Mattia e Camilla, intimoriti, se ne andarono evitando ovviamente il luogo che
avevano indicato loro.
Passarono una buona parte della ricreazione a cercare un luogo in cui giocare e divertirsi insieme
e dopo una quindicina di minuti, trovarono un luogo ideale, perché c’era proprio un vero e proprio
canestro, cosa che loro non avevano mai utilizzato a scuola dove usavano una cesta in paglia che
Pietro si portava sempre da casa. La cosa più bella era il terzetto di amici che si stava divertendo
usando il magnifico canestro.
Mattia, poi, disse ai suoi amici con tanto di felicità:” Cosa ne dite se chiediamo loro se possiamo
giocare!? All’apparenza non sembrano arroganti! “.
Cammilla dopo aver pensato acclamo ai suoi amici:” Sì, okay, va bene, così potremo allargare le
nostre amicizie!”.
Poi chiesero se potevano giocare e i ragazzi risposero di sì.
Successivamente, i ragazzi si presentarono dicendo il loro nome e se c’era, anche un nomignolo.
Incominciò Matteo: ”Ciao, sono Matteo e vengo spesso chiamato ‘Speady’, proprio sono veloce a
palleggiare”. Poi Filippo:”Ciao, sono Filippo e sono spesso chiamato dai miei amici ‘Dumbo’,
proprio per le mie grandi orecchie a sventola”.
Infine, si presentò Elisa: ”Ciao, sono Elisa ed il mio nomignolo è ‘Eli’”.
Vedendo questo gruppo di amici presentarsi anche Mattia, Camilla e Pietro si fecero avanti con la
loro presentazione.
Una volta presentati, fecero due squadre ed incominciarono subito a giocare.
Al termine della ricreazione Filippo disse con un po’ di fiatone: ”Mi sono divertito molto. Domani ci
rivedremo ancora, vero?”. In coro tutti gli altri risposero: ”Okay, va più che bene!”.
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Il giorno seguente e quello successivo, giocarono, giocarono sempre a basket fino a quando…
Elisa chiese agli altri: “Se proviamo a giocare a calcio?”.
Matteo fu il primo a rispondere: “Va bene, andiamo da Mirko, seguitemi!”.
Tutti lo seguirono anche se non avevano dato risposta.
Mentre camminavano Pietro, Mattia, e Camilla bisbigliavano tra loro, perché non volevano tornare
da quei calciatori arroganti.
Quando… coloro che stavano giocando a calcio videro Matteo e gridarono: “Ciao, Speady! Vuoi
giocare con noi?”. Matteo rispose: ”Certo che sì! Ho trovato anche nuovi amici! Possono giocare
anche loro? Il calciatore rispose: “Certo!”.
Qualche secondo dopo, arrivarono anche Mattia, Pietro e Camilla che erano rimasti indietro a
parlare. Una volta arrivati, videro i calciatori che li avevano trattati male ma fecero finta di niente e
si misero a giocare insieme, come se non fosse successo nulla.
I calciatori invece, intenti a cercare di far goal, non si ricordarono più di loro così diventarono
grandi amici e ad ognuno iniziò a piacere il calcio, così abbandonarono il basket e iniziarono a
passare le ricreazioni insieme divertendosi a tutto spiano.
Lorenzo Callioni 1°A
UNA STRANA AMICIZIA
C'era una volta, un orso polare che se ne stava tutto solo, poiché gli altri animali temevano i suoi artigli. Un giorno, un pinguino che si era smarrito, gli chiese aiuto. Inizialmente, l'orso lo respinse, ma il pinguino insisteva :” Ti prego, ti prego! Aiutami! Ti prego!...”. L'orso, pur di liberarsi di lui, decise di aiutarlo a ritrovare il suo branco. Il giorno dopo, i due si incamminarono e l'orso si era quasi pentito della sua scelta perché il pinguino chiacchierava di continuo. Dopo tante ore tante ore passate insieme, capì però che stare in compagnia non era poi così male. Infatti, iniziò a ridere alle battute del pinguino e, addirittura, anche a giocare con lui. Dopo circa una settimana, i due giunsero a destinazione e arrivò, così, il momento di salutarsi, ma entrambi erano molto tristi, perché si erano affezionati l'un l'altro. Allora al pinguino venne un'idea :”Perché non resti qui con me?”. L'orso, che non aveva nessuno da cui tornare accettò la proposta del pinguino, perché capì che trovare un amico è come trovare un tesoro.
Consiglio Giulia 1^ A
ZIBALDONE LETTERINA A BABBO NATALE
Caro Babbo Natale, sono qui a scriverti per togliermi qualche curiosità sul tuo conto. Spero di non essere troppo invadente. Innanzitutto, la prima domanda che mi perseguita praticamente da sempre: ma tu cosa fai quando non è Natale? Metti caso che sia Ferragosto....dormi? O sei già indaffarato con i regali? O forse, visto che c'è la neve anche in estate, potresti passare le giornate a giocare a
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hockey sul ghiaccio insieme ai tuoi elfi, o fare i pupazzi di neve! (anche se lo vedo alquanto improbabile). È come se andassi in letargo da gennaio a dicembre, che cosa noiosa! Spero che ti diverta almeno un po', visto che non credo che tu vada in vacanza alle Maldive a prendere il sole (che effettivamente ti farebbe bene). Se mai risponderai a questa lettera, ti prego di togliermi questo enorme dubbio. Poi, come fai a riconoscere una per una tutte le tue renne? Non sono tutte uguali? E...ammettilo, Rudolf è la tua preferita, vero? Andiamo, chi non avrebbe una renna preferita se fosse Babbo Natale?! Le tieni in una stalla o le lasci girovagare dove vogliono per tutto il Polo Nord? Ultima domanda su di loro: ma sono capaci di parlare? E, se sì, in che lingua? A proposito, tu che lingua parli? Non credo l'italiano, infatti non so come farai a leggere questa lettera. Potresti usare il Google Traduttore.... Un'altra strana questione da domandarti: tu che cosa mangi? Cibo umano? Ad esempio, hai mai assaggiato una pizza? E la Nutella? Se la tua risposta è no, fammelo sapere, perché te le invierò in un pacchetto speciale....un regalo a babbo Natale! Te lo assicuro, sono entrambe squisite. A proposito di regali, ne hai mai ricevuto uno? O hai sempre e solo confezionato doni per i bambini? Bene, se il mio con pizza e Nutella è il primo che riceverai in tutta la tua vita, quando arriverà togli il nastrino lentamente e poi, di getto, strappa tutta la carta che lo avvolge. Però ora sai già cosa ci sarà dentro: ti ho rovinato la sorpresa! Mmh, vuol dire che aggiungerò un regalino in più (che ora non ti svelo). La prossima domanda è un po' invadente, non sei obbligato a rispondere, ma sarei veramente grata se tu lo facessi: tu sei vivo o morto? Sarebbe interessante saperlo. E, se sei vivo, quanti anni hai? Ottomiliardiduemilioninovecentosessantasettemilacinquecentoquarantadue? Forse sono un po' troppi, però almeno mille li avrai di sicuro! E invece se sei morto, quando è il tuo comple-morte? Oh, se vuoi anche a questa domanda puoi non rispondere, ma effettivamente se me lo dicessi potrei farti diventare famoso: pensa quante persone al mondo vorrebbero sapere questa data? Immagina un giornale importantissimo, con la tua foto in prima pagina, e una scritta enorme: "oggi, (giorno), comple-morte di Babbo Natale. Sono passati ormai millecinquecentosessantasette anni, record mondiale!" me ne saresti grato. Ho quasi finito, te lo giuro, hai mai avuto una vita sociale? Ad esempio, sei mai stato amico di qualcuno oltre ai tuoi elfi, tipo....Santa Lucia? Come hai conosciuto Mamma Natale se stai sempre lì al Polo Nord? Viveva lì anche lei? Non ti piacerebbe andare da qualche altra parte del mondo, magari più calda? E poi, altra domanda: perché indossi sempre la stessa tuta rossa? Non ti cambi neanche una volta? È fuori moda ormai! Ti vedo bene in pantaloncini, un po' abbronzato, con un berretto in testa, infradito, e ombrellone sotto braccio. Sarai così pallido vivendo sempre lì al freddo...
Altra domanda, spero di non stare esagerando, perché non vuoi farti vedere da nessuno? Cosa cambierebbe se un bambino ti vedesse? Mica ti mangerebbe, credo! Ammetto che mi mette ansia il fatto che un uomo (perfettamente sconosciuto), nella notte del 24 dicembre, entri in casa mia da un camino (e qui come fai a non sporcarti?), mi lasci dei regali sotto l'albero e se ne vada via di nuovo per il camino! Non faresti prima a passare dalla porta? Ti assicuro che ogni casa ne ha una. Ad esempio, nelle case dove non c'è un camino da dove entri? Fammelo sapere al più presto. Ultima domanda (lo giuro): ma i tuoi elfi come sono fatti? Sono bassi e con le orecchie a punta come dicono i film, o totalmente diversi? Magari...enormi, con la pelle verde, le orecchie minuscole e anche pigri. No, forse pigri no, ma se me li descrivessi in modo dettagliato mi farebbe piacere. Credo di averti chiesto tutto. Se c'è qualcos'altro ti invierò un'altra letterina. Spero di non averti disturbato troppo, se così fosse mi farò perdonare con il mio regalo! Buon Natale.
Agnese D'Alessio 3^A
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SCEGLI IL BENE
Il bene nonostante le avversità, sarà sempre ricompensato: o in cielo, o in terra”. Il tema che oggi
vorrei affrontare con voi, cari lettori, è scegliere il bene.
Tutti noi siamo cresciuti ascoltando le fiabe in cui i personaggi buoni, che hanno voluto agire nel
bene, al termine del racconto ricevono sempre una ricompensa.
Io credo che per chi sceglie il bene di sua spontanea volontà, ci sia sempre una ricompensa.
Alcune volte, però, ci immaginiamo una ricompensa diversa da ciò che in realtà riceviamo.
Un esempio molto comune è la ricompensa che otteniamo dopo aver aiutato qualcuno in difficoltà.
Noi ci immaginiamo di ricevere in dono denaro, un nuovo videogioco o, comunque oggetti
concreti, ma rimaniamo delusi perché in verità ciò che abbiamo pensato viene rimpiazzato da un
sorriso o ammirazione e rispetto da parte dell’altro.
La società di oggi rende quest’ultime ricompense poco apprezzate, quando esse hanno molto più
valore!
Tutto questo si basa sul pensiero di diffidenza nei confronti degl’altri in cui ognuno deve farsi gli
affari suoi.
Le delusioni sulle ricompense ci rivelano l’identità di una persona, infatti una persona intelligente
sa che si sceglie il bene non per la ricompensa, ma per il gusto di essere consapevole che si è
una persona vera, ovvero buona nell’anima.
Scegliere il bene ti rende una persona che sa distinguere il bene dal male nelle diverse situazioni,
anche sicura e coraggiosa perché saprai fronteggiare le persone che cercheranno di portarti nel
male, rimanendo sulla tua strada.
Inoltre scegliere il bene ti aiuta a essere un cristiano migliore perché chi crede in Dio è
consapevole sul fatto che Egli incoraggia a scegliere il bene, infatti tutti coloro che lo faranno
saranno protetti da Lui.
Voglio lasciare a voi, cari lettori, l’opportunità di riflettere su questo contesto, e colgo l’occasione
per riportarvi il pensiero che Manzoni inserisce nella sua più importante opera: “I Promessi Sposi”,
ossia: “Colui che è fedele a Dio, e quindi sceglie
Arianna Guida 3^ A
PAROLE IN LIBERTÁ
Inverno
Neve, come d’incanto,
ghiaccio, dalle vette più alte e
acqua, come cobalto.
Luce, dai cieli più ampi,
amicizia, dall’animo d’un puro cuore e
amore, dalla forza delle persone.
Sole, puro, ma non caldo,
freddo, tagliente ed espressivo.
L’inverno è ciò che ho detto,
semplice, ma anche complesso,
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forte nei suoi sentimenti e
leggero nella sua espressione.
Langone Dafne 1^A
Primavera
Rose, belle e profumate,
i vostri colori donate!
E voi, dolci e tenere campane,
con gioia cantate e squillate!
É arrivato il giorno:
quello della festa!
Dove fiori e colori più gai,
si librano nell’aria con le loro velate ali!
Langone Dafne 1^A
Estate Un velo cristallino riveste il mare,
una brezza leggera accompagna i bagnanti.
La distesa di sabbia dorata
ricorda i colori del Sole.
L’ estate è il periodo più bello,
limpido e sereno,
dolce e carezzevole.
La si viva in tanti modi,
ma sempre con sentimento.
Langone Dafne 1^A
Ai Cavalieri Ai cavalieri erranti,
ai cavalieri illusi,
ai cavalieri veri e a quelli falsi,
ai cavalieri morti,
ai cavalieri vivi,
ai cavalieri affranti,
ai cavalieri forti,
ai cavalieri deboli ,
ai cavalieri che a tutto credono,
ai cavalieri che invece non credono a niente,
ai cavalieri poveri e a quelli ricchi,
infine alle persone come me che non sono mai state cavalieri,
ma che non hanno bisogno di un titolo per esserlo.
Anna Bianca Locatelli 1^ A
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LA PICCOLA LADY JANE
Il libro “La piccola Lady Jane” è un romanzo per ragazzi scritto da Cecilia V. Jamison. Lady Jane, con sua madre, è in lutto per la morte del padre. Entrambe si trovano su un treno diretto a New Orleans, dove incontrano un giovane accompagnato da uno strano uccello che, dopo una conversazione, viene regalato alla piccola. Le due scendono dal treno e, dopo un lungo tratto di strada, la madre, stanca e malata, trova rifugio nel negozio della Signora Josin, una creola, dove muore. Lady Jane passa sotto la custodia della signora e le due si trasferiscono in Via dei Bimbi Buoni, dove la ragazza stringe molte amicizie. Un giorno, però, in seguito alla fuga di Edrasto, il figlio della creola, entrambe fuggono per evitare le maldicenze di questo episodio, ma in breve tempo si riducono in miseria. La piccola viene maltrattata dalla signora quindi scappa in un orfanotrofio, dove, con l’aiuto di una sua amica, di una ricca signora e del giovanotto precedentemente menzionato, si ricongiunge alla fine con il nonno. Il libro mi è piaciuto molto per la narrazione particolareggiata, per lo spirito con il quale la bambina affronta i problemi, ma soprattutto per i numerosi colpi di scena, che tengono il lettore attaccato al libro con gli occhi fissi sulle pagine. Se dovessi descriverlo con una parola sceglierei “appassionante”. Ad esempio, mi ha molto “affascinato” l’episodio della fuga, perché l’autrice si è soffermata sulla speranza e sui moti d’animo della ragazza, rendendo la narrazione più emozionante. Consiglierei questo libro al pubblico di ogni età, perché da questa storia si imparano valori universali come l’amicizia e l’attaccamento alle persone care. Soprattutto, la tenacia della ragazza mi ha insegnato che le vicissitudini vanno affrontate a testa alta, senza mai scoraggiarsi.
Andrea Lavelli 1^ A
LA BICICLETTA VERDE
Il romanzo “La bicicletta verde” è un libro di Haifaa AL Mansour, nata in Arabia Saudita nel 1974.
Prima di diventare scrittrice, Haifaa ha lavorato come regista ed i suoi cortometraggi e
documentari trattavano soprattutto delle problematiche riguardanti la tolleranza della religione e
delle situazioni di vita sociale femminile nel mondo Arabo. E’la prima regista donna in Arabia
Saudita ed il suo primo film: “La bicicletta verde”, da cui venne tratto questo libro, nel 2013 ha
ricevuto la nomination all’Oscar come miglior film straniero. Da allora Haifaa venne apprezzata sia
in patria che all’estero. Questo libro narra le vicende quotidiane di una comune ragazzina araba,
undicenne, di nome Wadjda (si pronuncia Wosjda) che, considerata la rigidità imposta sulla vita
sociale delle donne, qualsiasi cosa faccia, qualsiasi cosa dica, finisce sempre con il cacciarsi nei
guai. Il suo migliore amico, Abdullah, nipote del sindaco della cittadina, possiede una bella
bicicletta con cui fa delle gare di velocità insieme a Wadjda, che è costretta a correre per il fatto
che le donne non possono avere una bicicletta e perciò Abdullah riesce sempre a batterla. Dopo
numerose sconfitte, Wadjda gli promette che prima o poi anche lei avrà una bicicletta e che, in
questo modo, avrebbero potuto fare altre gare e finalmente sarebbe stata lei a vincere. E così,
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avere la bicicletta diventa l’obiettivo principale da raggiungere. L’unico problema da affrontare è il
costo della bici, infatti Wadjda non possiede tutti i soldi che le servono per acquistarla. Allora,
inizia a vendere gli oggetti che piacciono di più alle sue compagne tra cui braccialetti della
nazionale di calcio, le merendine preferite, le compilation di musica occidentale; peccato che la
preside, la signora Hussa, sia molto severa e, colta in flagrante, anche sua madre la punisce
chiudendola in casa. Per sistemare le cose Wadjda decide di iscriversi alla scuola di religione
dove, poi, vien organizzata una gara di “Recitazione del Corano”: chi vince riceve la bellezza di
1000 ryal (moneta araba). Dopo qualche settimana, nonostante gli sforzi e gli aiuti dati, Wadjda
non riesce ancora a recitare bene le strofe delle preghiere del Corano, come molte sue amiche, e,
scoraggiata, cerca in tutti i modi di trovare una scorciatoia. Tornando verso casa, Wadjda decide
di andare a vedere il negozio di giocattoli dove in vetrina è posta la “sua” amata bicicletta e,
passeggiando tra gli scaffali, riesce a trovare ciò che le serve: un videogioco chiamato “Impara il
Corano con facilità”. La ragazza prova il videogioco nuovo subito, all’interno del majlis (stanza
della casa usata come secondo salotto o come luogo di preghiera) in cui si trova il nuovo
televisore comprato dal padre; il gioco comincia con delle domande ad opzioni e sfortunatamente
le sbaglia tutte, così, delusa, decide di impegnarsi al massimo fino al giorno della grande gara. E
finalmente il giorno tanto atteso arriva… Per sapere se Wadjda riesce a vincere la gara di
recitazione del Corano, se riesce ad avere la sua tanto attesa bicicletta Vi consiglio di leggere il
libro (piccolo spoiler: vince la gara). Questa storia mi è piaciuta, non soltanto per il carattere
d’avventura che viene presentato, ma perché tratta in modo particolare il tema della Libertà.
Purtroppo, nel mondo, la Libertà viene ormai considerata come una cosa scontata, perché siamo
abituati ad averla, ma senza usarla nel modo corretto. In paesi come l’Arabia Saudita, la Libertà
bisogna “guadagnarsela” ed è un privilegio che solo poche persone possiedono.
Giulia Leghissa 3^B
“ALBERT IL TOUBAB” SCRITTO DA YAËL HASSAN
Questo libro parla di Albert, un uomo portoghese trasferito in Francia e proprietario di un gatto di
nome Hector. Albert è un uomo molto pignolo, egoista e intollerante, soprattutto nei confronti degli
immigrati. Un giorno, la sua domestica Zaina, assunta dalla moglie prima di morire, ha un malore
a casa di Albert ciò viene considerato come incidente sul lavoro. Albert, per questo fatto, si ritrova
a dover accudire Memouna, la figlia di Zaina. Giorno dopo giorno, Albert diventa sempre più
gentile grazie alla presenza di Memouna in casa sua. Quando Zaina sarà dimessa dall’ospedale,
Albert inviterà lei e sua figlia in vacanza a casa sua nell’Algarve. Questo libro mi è piaciuto molto,
perché è una storia che mi ha affascinato per la sua originalità e costruzione. Lo consiglierei a
tutte le persone che, come Albert, insultano i migranti perché possano imparare ad accoglierli.
Luigi Maestroni 1^ B
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MACEDONIA
CERCA IL PROFE!
TROVA I COGNOMI DEI PROFESSORI NASCOSTI NELLA SEGUENTE TABELLA. UNA VOLTA
INDIVIDUATI, CERCHIA, OGNI DUE, LA LETTERA AVANZANTE ( a partire dalla prima che ti
avanzerà). ALLA FINE SCOPRIRAI UNA PAROLA A TE MOLTO NOTA! (la parola è composta da
12 lettere)
BUON DIVERTIMENTO!
S D O S S E N A R T A
G O R A R O G E P F C
E A T R S L A R Z A I
U L M R P E E Q U N T
R O G G I M D B T N T
O T I C A T T A N E O
F T L R N C V E G I L
F O I N O Z T U L O E
G N T E R I B N M L B
I T A R E C P D Q P O
NOTTOLA DOSSENA
ROGGI PEGORARO
BELOTTI PREMARINI
CATTANEO CERATI
SOLUZIONE: _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _
CERCA IL CALCIATORE! CERCA I COGNOMi DEI CALCIATORI DELLE VARIE SQUADRE RIPORTATI SOTTO LA
TABELLA.
BUON DIVERTIMENTO!
U K A N E Z V O R M
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S T W I N K S P I T
R O N A L D O M K S
U R B A L E Y R D O
I S S E M C O S T A
W H G T A L A B Y D
Y K S U S O R L N P
R L H E N O R T U C
C A L A B R I A L O
L U I Z D R A Z A H
RONALDO WINKS CUTRONE
LUIZ DYBALA BALE
HAZARD COSTA SUSO
KANE MESSI CALABRIA Cristina Mordini, Martina Ceruti 2^B
GLI SLIME
Quando è nato lo slime ?
Lo slime è un giocattolo prodotto da Mattelalla metà degli anni Settanta. Esso ebbe un grande
successo e fu venduto in diverse varianti, che potevano contenere insetti di gomma come
lombrichi o piccole parti finte del corpo come bulbi oculari, per suscitaredisgusto nei bambini.
Come erano i primi slime?
In origine erano composti da una sostanza gelatinosa costituita dalla gomma guar; lo slime
originale era di un colore tendente al verde fluo e contenuto in un barattolo di plastica, simile a
quello del bidone dell’ immondizia. Inizialmente esso era molto liquido e gelatinoso.
E oggi come sono?
Al giorno d’ oggi sono molto famosi in tutto il mondo, e ormai richiesti da tutti i bambini. Gli slime
possono variare di consistenza, di colore e all’interno si possono trovare varie oggetti (palline,
forme di animali ecc).
I tipi di slime più famosi:
1. il primo è anche il più famoso e si chiama Fluffyslime.
2. Il Crunchyslime contiene varie perle di grandezze e colori diversi.
3. Il Butter ha la consistenza del burro che si spalma.
4. Il Clear è totalmente trasparente.
5. Il Juglyassomiglia ai primi slime infatti ha una consistenza molto liquida.
6. Iceberg.
7. Floamslime.
8. Galazyslime
9. Bombglitterslime che corrisponde ad un clear pieno di glitter.
Infine esistono anche le paste magiche che assomigliano a degli slime solo che sono più dure e
elastiche.
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Si possono fare in casa?
Si, ci sono molte ricette per realizzare questo gioco in casa. Esistono due tipi di ricette, una con la
colla e una senza.
Ingredienti per slime con colla= colla (vinilica o trasparente), schiuma da barba, crema per
mani, colorante e glitter sono facoltativi; per addensare il tutto, si possono usare vari solidificanti
ad esempio il dixan, il bicarbonato si sodiocon l’ acido borico oppure la soluzione per lenti a
contatto.
Per preparare lo slime senza colla servono acqua calda, amido di mais e colorante alimentare.
Procedimento: in una ciotola versate acqua calda, cominciate a versare l’amido di mais e ad
amalgamarlo con un cucchiaio di legno, quando l’impasto sarà denso, potrete finire di lavorarlo
con le mani e infine si può aggiungere il colorante.
Teresa Castellucci e Chiara Brugali 2B
MODA DEI NOSTRI GIORNI
Oggi le tendenze in fatto di abbigliamento sono molto varie e la moda non è uguale per tutte le
età, ora ve le mostreremo.
Look bambini 3-10
L’armadio di questa fascia d’età è naturalmente ricco di colori sgargianti, che si usano in tutte le
occasioni. La maggior parte dei capi è costituita da abiti comodi, come tute e felpe che possono
sembrare scontate, ma in realtà sono glamour.
Look adolescenti 11-14
Gli adolescenti, per piacere ai propri coetanei, non si vestono come vorrebbero e fingono di
essere ciò che non sono, ovviamente non tutti sono così, ma moltissimi sì. Pensando al look delle
ragazze, troviamo prevalentemente jeans strappati, felpe crop top, felpe larghe, magliette della
Nike, Adidas e Supreme, tute Adidas e maglioni Tumblr. Passando alle scarpe, troviamo
Superstar, Stan Smith, All Star, Nike e Adidas.
Look ragazze 14-20
Il look di questa fascia di età non è molto differente dalla precedente. Essenzialmente troviamo
jeans di tutti i generi, giacchette di pelle, magliette più o meno larghe, felpe larghe e maglioni
Tumblr. Come scarpe troviamo Adidas, Nike e qualche volta scarpe di griffe più costose.
Beatrice Carlessi e Marta Brugali 2B
INTERVISTA A DANTE
Io sono Filippo e oggi vi guiderò nell’ Inferno di Dante Alighieri dove potremmo incontrare alcuni
personaggi diversi generi che hanno vissuto delle esperienze negative o hanno commesso
peccati.
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In questo momento stiamo entrando dalla porta principale e non si può non notare il cartello con la
scritta ”lasciate ogni speranza o voi che entrate”, questa cosa non promette bene.
Vedo due anime avvolte dal fuoco! avviciniamoci
Buongiorno
“Come si fa dire buongiorno che non si vede nemmeno la luce del sole!! Io sono Ulisse e sono qui
perché ho ingannato i miei compagni e l’esercito della citta di troia e la mia pena durerà per
sempre!”
Grazie mille adesso andremo a intervistare un’ altra anima
Il conte Ugolino! Buongiorno signor conte
Cosa ha fatto per arrivare qui?
Sono stato accusato di tradimento e sono morto di fame
Mi dispiace molto ma ora devo restituire la linea allo studio, auguro ai telespettatori una buona
settimana santa del 1300 e arrivederci
Filippo Gamba 2^ A
IL VAMPIRO DELLA SCOZIA
Buongiorno a tutti telespettatori, oggi siamo qui in Scozia per parlare di un fatto che ormai già da
molto tempo attanaglia la gente di questi posti: un vampiro.
Tutti gli abitanti non sono più sicuri di voler continuare a restare da queste parti.
Molti ci hanno raccontato di aver visto una tremenda creatura camminare vicino alle loro case in
piena notte.
Abbiamo raccolto molte informazioni sull’ aspetto di questa misteriosa entità: media statura, capelli
neri molto tirati all’ indietro, faccia pallidissima con due fori sul collo, e occhi penetranti e freddi.
Inoltre indossa un mantello con un colletto molto alto, si dice anche che sia stato ripreso mentre
stava uccidendo una sua vittima.
Purtroppo non abbiamo filmati e tutte le persone che potevano dirci qualcosa in più rispetto alle
informazioni che avevamo già non si sono più trovate.
Qualcuno sostiene che egli viva in un castello poco distante da questo paesello dove, si dice,
tenga le sue prede come trofei vittoriosi.
Siamo anche riusciti, con una telecamera di altissima qualità, a scrutare dove si suppone abiti,
grazie al travestimento da scarafaggio dell’ apparecchio elettronico.
Mentre stavamo esplorando però si è spenta la telecamera, siamo comunque riusciti a vedere
varie camere e in una c’ era una bara.
Ora stiamo facendo altre indagini, dalla Transilvania è tutto, a voi.
Mattia Rossi 3^ A
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Hanno lavorato nella REDAZIONE
gli alunni della classe 3^A!
Si ringraziano i ragazzi e gli insegnanti della Scuola Secondaria di Primo Grado che hanno collaborato alla redazione del giornalino!
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