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Italiano - contrastiva · anche se. dominat ri dal punto di vista mili tare e politico., non...

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Italiano: lingua di cultura europea Atti del Simposio intemazionale in memoria di Gianfranco Folena, Weimar 11-13 aprile 1 996 A cura di Harro Stammerjohann con la collaborazione di Hans-lngo Radatz D!P. STUD! LlNGUIST!C! E CR!ENTAU inv ) 1 UNIVEPSIT' Df BOLOGNA Gunter Na Verlag Tübingen
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Italiano: lingua di cultura europea

Atti del Simposio intemazionale

in memoria di Gianfranco Folena,

Weimar 11-13 aprile 1 996

A cura di Harro Stammerjohann con la collaborazione di Hans-lngo Radatz

D!P. STUD! LlNGUIST!C! E CR!ENTAU inv ""':l;Oi) 1 UNIVEPSITJ\' Df BOLOGNA

� Gunter Narr Verlag Tübingen

Die Deutsche Bibliothek- CIP-Einheitsaufnahme Italiano: lingua di cultura europea : atti del Simposio intemazionale in memoria di Gianfranco Folena. Weimar, 11 - 13 aprile 1996 1 a cura di Harro Stammerjohann con la collaborazione di Hans-Ingo Radatz.- Tübingen: Narr, 1997

ISBN 3-8233-5263-6

Publiziert mit Unterstützung der Fritz Thyssen Stiftung.

© 1997 · Gunter Narr Verlag Tübingen

Dischinge�g 5 · D-72070 Tübingen

Das Werk einschlieBlich aller seiner Teile ist urheberrechtlich geschützt. Jede Verwer­

tung auBerhalb der engen Grenzen des Urheberrechtsgesetzes ist ohne Zustimmung des

Verlages unzuliissig und strafbar. Das gilt insbesondere flir Vervielfáltigungen, Überset­

zungen, Mikroverfilmungen und die Einspeicherung und Verarbeitung in elektronischen

Systemen.

Gedruckt auf saurefreiem und alterungsbestiindigem Werkdruckpapier.

Druck: Müller + Bass, Tübingen

Verarbeitung: Gogl, Reutlingen

Printed in Germany

ISBN 3-8233-5263-6

lndice

Prefazione ........................................... 9

Lorenzo Renzi (Padova) Gianfranco Folena, un italiano in Europa . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11

Daniela Goldin Folena (Padova) Seguendo Da Ponte: l'italiano lingua dei teatri musicali europei . . . . 19

Raffaele Simone (Roma) Geopolítica delle lingue tra Cesarotti e Leopardi . . . . . . . . . . . . . . 37

Sabine Scbwarze (Halle) Die italienische Sprache als Mitglied einer gran famiglia europea . . 49

Pierre Swiggers (Leuven) La culture linguistique en Italie et en France au XVf siecle . . . . . . 59

Roland Bernecker (Nantes) Italienisch in Paris: Giosafatte Biagiolis Grammaire italienne élémentaire et raisonnée (1805) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 91

Maria Lieber (Dresda) L'italiano alla corte di Augusto il Forte ................. . .. 107

Fabio Marri (Bologna) Un caso di italiano nel Settecento e i suoi riflessi su11a cultura europea: la lingua del Cristianesimo felice di L. A. Muratori dall'originale alla traduzione tedesca . .. .. . . . ....... ...... 133

Martin Stegu (Chemnitz) Italianismen und Pseudoitalianismen im Deutschen (unter besonderer Berücksichtigung des osterreichischen Sprachgebrauchs) .... . . . . 185

Joro Albrecbt (Heidelberg) Italienische Grammatikographie im Deutschland des 18. und in der ersten Hiilfte des 19. Jahrhunderts ........ . ........ . .. 205

6

Klaus Bergdolt (Koln) Deutsch-italieniscbe Wissenscbaftsbeziehuogen und das Sprachenproblem im 19. Jahrhundert . . . . . .. . . . .. . . . . . . . . . 223

John Lindon (London) L'italiano in Albione: la dimensione universitaria 1724-1903 ...... 237

Vincenzo Lo Cascio (Amsterdam) L'italiano nel secolo d'oro olandese . . . . . . ... .. .. . . .. . . . . . 247

Andreas Sanesi (Stoccolma) Tracce nostrane in Bellman, poeta svedese settecentesco . . . . . . . . 283

Gunver Skytte (Copenaghen) L'immagine dell'italiano attraverso gli eseQJPi della grammaticografia danese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 299

Sorin Stati (Bologna) Gli italianismi nella lingua romena ....................... 307

Furio Brugnolo (Padova) «Questa e lingua di cuí si vanta Amoreo Per una storia degli usi letterari eteroglotti dell' italiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 313

Manuel Carrera Díaz (Sevilla) Le �oni della lingua: le prime gnunmatiche italiane per �j)anofoni . . . . . . . . . . . . . . ...................... 337

Paolo Silvestri (Sevilla) L'A11e muy curiosa por la cual se enseña muy de rayz el entender, y hablar de la Lengua Italiana di Francisco Trenldo de Ayllón (1569) ............................ 347

Teresa Giermak-Zielióska (Varsavia) Les mots d' origine italienne en polonais contemporain . . . . . . . . . . 363

Zsuzsanna Fábián (Qudapest) La cultura italiana e l'insegnamento dell'italiano in Ungheria . . . . . 375

' �

1 •

Prefazione

Questo volwne riunisce i contnbuti dell'ultimo di tre convegni tenutisi a Weimar, dedicati alla diffusione della civiltit italiana fuori d'Italia. Dopo il primo convegno svoltosi nell994, che studiava l'influsso dell'Italia sulla Germania classica in aree cosl diverse come letterarura, storia, arte, filosofia e musica e il secondo del 1995, che era incentrato sul ruolo del lettore d'italiano nelle universitA tedesche (cf. gli atti piliblicati in questa stessa sede, entrambi nel 1996: Frank-Rutger Hausmann, ed., ltalien in Germanien. Deutsche Ital ien-Rezeption von 1750 bis 1850, e Daniela Giovanardi 1 Harro Stammerjohann, eds., I Lettori d'italiarw in Germania), il terzo incontro si e occupato della presenza della lingua italiana fuori d 'Italia. Poiché questa tematica deve suggestivi spunti al grande filologo Gianfranco Folena, venuto a mancare nel1992, e sembrato giusto ai partecipanti come a me dedicare a lui questo simposio e gli atti relativi.

Mentre due dei partecipanti non hanno potuto consegnare illoro manoscritto, sono stati qui inclusi altri tre contnbuti non presentati al simposio, in quanto gli autori avevano manifestato il loro interesse a programma gia stabilito; si tratta dei contributi di Roland Bemecker, Andreas Sanesi e Sabine Schwarze. Es si com­pletano una panoramica sulla presenza dell'italiano in Francia, in Germanía ed in Austria, in Inghilterra, in Olanda, nei paesi scandinavi, in Romania, in Spagna, in Polonia e in Ungheria e che va dall'italiano come lingua franca della musica classica agli italianismi in altre lingue, dalla grammaticografia italiana all 'estero ai rapporti tra scienziati tedeschi ed italiani e all'uso dell'italiano da parte di letterati eteroglotti.

Oltre Michael Knoche, Direttore della Herzogin Anna Amalia Bibliothek, che si e di nuovo assunto la responsabilitA logistica sul posto, e Daniela Giovanardi, che ha partecipato ai lavori preparativi, ringrazio vivamente la Fritz Thyssen Sti.ftung, che ha ancora una volta finanziato non solo il simposio ma anche questa pubblicazione, e l'Ambasciata d'Italia, che ha seguito con attenzione l'iniziativa e ha contnbuito al finanziamento. Infine, un ringraziamento particolare va a Hans-Ingo Radatz, il quale, con l'aiuto di Rainer Schlosser, ha preparato 1 'original e per la stampa.

Harro Stammerjohann (Chemnitz)

,336 Furio Brugnolo

dispiaciut� �·�utore deU'/ta� in E�ropa. Come anche questo simposio ba mostrato, il Ullglior modo per ncordare Gianfranco Foleoa e quello di COotinuarne l'opera.

,

Manuel Carrera Díaz (Sevilla)

Le ragioni della lingua: le prime grammatiche italiane per ispanofoni

l. Le prime grammatiche italiane in Spagna

1 prologhi delle grammatiche non sono certo i pezzi discorsivi che, anche nel­l'ambito deUa linguistica, possano attirare con pru forza l'attenzione del lettore. Ciononostante, e tenendo conto del fatto che in questo simposio ci interessa la prospettiva europea dell'italiano, ho pensato che forse non sarebbe stato inutile tentare di esplorare la visione che suU'italiano e sul suo insegnamento traspare dai prologhi delle prime grammatiche dedicate agli ispanofoni.

Qui l'aggettivo uprime» (prime grammatiche) deve essere inteso in senso lato, perché l'arco cronologico che ho tentato di studiare spazia dalla fine del Cinquecento al 1900, lasciando dunque da parte soltanto la produzione di questo nostro ultimo secolo. Ho fatto cosl perché la produzione -o almeno la ¡mblicazione.. di grammatiche italiane in Spagoa e piuttosto irregolare: la prima (di cui ci parlera fra poco il collega Silvestn) compare nel 1596;1 poi c'e un lunghissimo periodo di quasi due secoli in cui non si pubblica nessuoa opera di questo tipo; a partire dal 1771, in cui se ne pubblica la seconda,2 e fino alla fine dell'800, il ritmo di produzione diventera costante e sostenuto, con almeno una dozzina di grammatiche italiane (senza contare le diverse edizioni di alcune di esse);3 cioe, di fronte alla scarsitA precedente, abbiamo in quest'ultima fase una media di una nuova grammatica ogni dieci anni.

2

J:: !'opera di Francisco Trenado de Ayllón, Arte muy curiosa por la cual se enseña muy de rafr. el t!lllender y hablar la lengua ilalimu:J, Medina del Campo: Santiago del Canto 1596. Esteban Terreros y Pando, Reglas acerca de la lengua toscana o italiana, Forll:

hille Marozzi 1771. una rassegna delle grammatiche dell'Ottocento vedi Angeles Arce, •Principales

áticas y diccionarios bilingües en la España del XIX», in V. González, ed., El lo XIx italiano (Actas del m Congreso Nacional de ltalianistas), Salamanca: iciones Universidad de Salamanca y Junta de Castilla y León 1988, pp. 7-15.

:1 '

338 Manuel Carrera Díaz E certamente strano che il Seicento spagnolo non abbia prodott uaJ d. . o nellllneao un man e 1 questo tipo (stando agli attuali risultati delle ricerche in . soprattutto tenendo conto delle intense relazioni che in quel periodo esist�). l'� e l'altro paese. E piit strano ancora se si tiene conto che, tradizio� �li s�g_noli,

_s:olgendo il �olo di con�istatori � dominatori, avevano abbiuato l atttvita polibca allo studio grammabcale: cost successe in Ame ·

d • · · . . . nca, ove a ��� scnss:ro, anche m questo stesso secolo, numerose gt'llil:lmatiche delJe � �tgene; certo, non erano state prevalentemente le ragioni scientificbe spmgerh a questo lavoro, bensila legislazione promossa dai re di Spa � comanda va di evangelizzare i f\tturi nuovi . cristiani nella loro lin gna, Le grammatiche.ameri�e avev�o quindi un'immed� utilita religiosa«? :;tica. Nel Set�ento gli spagnoli erano dominatori in Italia, mala situazione era palesemente ��v�rsa da qu�lla che, nel frattempo, si aveva in America. 1n Pt'inlo luog�, la SODll� fonettca e lessicale delle due lingue garantiva ai parlant¡ uua re�ttva possibilita di comprensione passiva. In secondo luogo, gli -spagnoli · � anche se. dominat�ri dal punto di vista militare e politico., non assumev� evidentemente � molo di evangelizzatori (se mai, rischiavano di tornare in Spagua - � quelli e� passavano da Roma- ancora piit evangelizzati). Non si davano �indt 1 .due �atton fondamentali che avevano prodotto la fioritura graiDmaticale m �ca:

.c10e,

.la radical� diversita linguistica e il proposito politico-religioso. Un altra ragtone� mvece, spmgeva in senso contrario: giunti in Italia, gli spagnoli adottavano subtto un atteggiamento di ammirazione verso la cultura italiana soprattutto dopo gli altissimi risultati a cui porto il Rinascimento· cio alm� teoricamente, avrebbe dovuto spingerli a procurarsi degli strumenti' lin�istici se non raffinati almeno sufficienti per assimilare le manifestazioni di quel mondo ammirato. Ma cj� non si tradusse, come abbiamo ripetutamente segnalat0, oel­l'elaboraziooe di materiali grammaticali: a quanto pare, le due ragioni inizialmeote indicate ebbero il sopravveoto su quest'ultima.

2. Conside�ione dell'italiano

Come e !'italiano per gli autori di queste grammatiche? DopoÍÍ_renprl(J il primo grammatico, che non si pronuncia esplicitamente attomo ai meriti della lingua ita- - -_ i' liana, la maggioranza degii altri autori non puo fare a meno di tessere le lodi della -lingua italiana e di stabilire frequenti paragoni in merito con lo spagnolo e, piit ._,"- --

• rado, con il francese. Gli effetti delle interminabili discussioni seicentesche � ·

4 �edi .R: Simone, -Seicento e Settecento», in: G. C. Lepschy (ed.), Storia del/a lzngmsnca, Bologna: ll Mulino 1990, vol. II, pp. 325-327.

1

Le prime grammatiche italiane per ispanofoni 339

settecentesche sul «genio» delle lingue sooo dunque presentí anche in questi ¡nodesti manuali. . . . Pe.r Terreros, la lingua toscana in bocea romana menta addtnttura la considerazione di ccprincipessa universale d_'Italia»; no� solo tiene t�ta a tutte 1� ltre lingue per abbondanza e vivacita di espresstone e �r ncche� dt

a cabolario, ma le supera in dolcezza e soavita. S Piero Tomast, autore dt una �ca che ebbe un notevole successo e diveJSe ed�oni nel pe�odo a cav�o 1a fine del Setteceoto e l'ioizio dell'Ottocento, constdera che la lingua fogg¡ata :i romani e'i toscani, •la gente piit sagace e intelligente» d'ltalia secondo lui,

eccelle soprattutto per dolcezza e oobilta; grazie a ques� qualitA ha avuto.l'ooore

di essere parlata dai Papi e dai Principi, e ha acqutStato fama e glona tra le nazioni.6 •

Per Hervás y Panduro, un geniale studioso del Settecento dal sapere enciclopedico, !'italiano non e soltanto la Iio_gua europea piit �oniosa,. piit dolc� e piit ricca di vocabolario, ma e anch� la _P� �orale t� le lingu� �rudtt�: non s� corre il rischio, nel leggere opere scntte m ttaliano, dt IDlbattersi m h� «d� dalla perversa malizia della viziosa saggezza umana», come in vece a�1e�e per

.il

francese. Per Hervás, la potenza dell'editoria italiana ha fatto si che l't�o �ta diventato il codice «tesoriere della scienza», con il che ha immensamente ��hito il suo lessico, dato che la quantita e la qualita delle parole cresce m �ura proporzionale al DllDlero e varietA delle materie trattate. � ri�che� less�cale, e la dolcezza fonica del perfetto ordine sillabico collocano 1 ttaliano ccm un livello

lingu . d'Eur 7 superiore alle altre e vtve opa•. . Per Luis Bordas, un prolifico grammatico che

.�c�se �ttro �uali nella

prima meta dell'Ottocento per l'insegnamento dell 1taliano, que_sta lingua ha le caratteristiche della sublimita, la ricchezza e la correttezza. Tra le lingue modeme, e quella ccche ha conservato il piit perfetto dialetto t� �elle che �on� oate dalle rovine degli antichi»;9 si adatta perfettamente, s¡a m prosa sta m vers�, a quahmque argomento, ed e ricca e tlessibile oella costruzione, e bella e armomosa oel suooo. Le sue priocipali qualita sono ccl'eufonia e l'indipendenza intellettuale».10

S 6

7

8

9 10

E. Terreros, Reglas, p. vi. . Piero Tomasi, Nueva y. completa gramálica italiana explicada en español, Madnd: Manuel Martín 1779. D testo di Lorenzo Hervás y Panduro non e stato pubblicato; il �anoscritto, datato a Roma nel 1797, si trova presso la Biblioteca Nacional de Madrtd. . Luis Bordas y Muns, Compendio de gramálica italiana formado sobre los me;ores autores, París: Garnier, 1824; Gramálica italiana adaptada al uso de los españoles,

Barcelona: Miguel y Tomás Gaspar 1830; Nueva gramálica italiana adaptada al uso

de los españoles, Barcelona: Tomás Gorchs 1838; Gramálica italiana redact� con

presencia de cuantas se han publicado hasta el dia, Barcelona: Manuel Saun 1847 · L. Bordas y Muns, Gramálica italiana adaptada ... , p. m. L. Bordas y Muns, Gramálica italiana redactad4 ... ,p. l.

• 340

Piu perplessitA desta i1 suo riferimento alla "'lletafisica accezione delle SUe espressioni in tutti i sensi immaginari-.11 Nel paragone con lo spagnolo la valutazione di Bonlas cambia nel tempo: nel 1830 sostiene che uno Spllgnolo non puo non riconoscere che l' italiano e superiore per •soavitA e accento-; nella sua ultima opera, invece, avverte che, in rapporto a questa lingua, •sono indecisi ¡ vantaggi di bellezza, abbo�, piacevolezza e armonía con cui sono in fratellanza entrambe le lingue, senza dubbio le piU nobili e maestose-.12

Le altre sei ·grammatiche ottcicentesche sono piU contenute e moderate in questo seoso.13 N el breve prologo che Mariano de Rementería scrisse per-la sua versione dell'opera di M.· A .. Vergani compare solo un breve cenno al -habla encantadora• dei grandi autori italiani. 14 Non si sbilanciano affatto Pedro Barinaga, 15 Salvatore CostanzJ6 né Eduardo Benol? i quali non accennano r.emmeuo a questi luoghi comuni. Solo Antonio Rius y Rossell ci tiene a precisare che, essendo le lingue italiana e spagnola uguafmente ricche, dolci e armonioso, . conviene agli spagnoli conoscere la dolcezza deU'itafiano, e agJ.i italiani la maestA dello spagnolo, 18 mentre Lorenzo Badioli chiude in bellezza la· rassegna affermando che !'italiano occupa i1 posto piu alto tra le lingue romanze per l'armonia dei suoni e la ccfilosofica derivazioné deUe parole-, ragion per cui ha avuto e continueril ad avere la supremazia su tutté le altre nella poesía e nella musica.19

11 12

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15 16

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L. Bordas y Muns, Gramática italiana adaptada ... , p. m.

L. Bordas y Muns, Gramática italiana redactada ... , p. l. Citiamo dalla quinta edizione, del 1852. Non ho potuto consultare l'Arte completo de la lengua italiana, pubblicato da José López de Morella nel 1848; e senza prologo !'opera di Jean Marie Blanc de Saint Hilaire, Nueva gramática italiana explicada en espaiü:Jl, León e Paris: Librería Cormon y

•Blanc, 1843.

M. A. Vergani [adattamento di Mariano de Rementeria y Fica], Gramática italiana simplificada y reducida a 20 lecciones, Madrid: Imprenta de D. Miguel de Burgos 1826. Pedro Barinaga, Curso de lengua italiana, Madrid: Boix 1843.

• _ J Salvador Costanzo, Gramática italiana y espaikJÚJ, Madrid: Imprenta de D. !;.. 1 Uorente 1848.

� 1 Eduardo Benot, Nuevo método del Dr. Ollendorf para aprender a leer, hablar Y · escribir un idioma cualquiera. Adaptado al italiano, Cádiz: Imprenta, librería Y litografía de la Revista Médica 1853. Antonio Rius y Rossell, Gramática de ÚJ lengua italiana explicada por su hermana la castellantJ, Barcelona: Narciso Ramírez 1863. Lorenzo Badioli, Método teórico-práctico comparativo para el estudio de los

idiomas italiano y español, Madrid: Imprenta de las Escuelas Pías 1864, p. m.

Le prime grammaliche italiane per ispanofoni 341

3. Perché conoscere l'italiano

A cosa serve conoscere l'italiano, secando questi autori? Le ragioili eh� giustificano lo studio e la conoscenza della lingua italiana sono varie e non SI escludono a vicenda: (a) per alcuni autori sembrano sufficienti le ragioni estetiche enunciate prima:

E il caso di Terreros, non molto esplicito in questo senso. Bordas, che SI appella esclusivamente a questa motivazione nel 1�30, esortando i

, su?,

¡ connazionali a tirare fuori dall'oblio una cosi bella lingua, propendera pm avanti per ragioni piU chiaramente utilitaristiche; . . .

(b) per alpi le ragioni sono prevaleotemente di tipo lette�o: �re�o, i1 �o graminatico, sostiene che in Spagna interessa la lingua ttaliana perche m

essa, come nella latina, si e scritto molto (ma nel chiedere i1 permesso regale per staplpare i1 suo hbro, aveva indicato l'utilita dell'italian� _

per i �iceré, ambasciatori ed altri diplomatici spagnoli che dovevano recars1 m Italia). Ad una conclusione simile arriva, secoli dopo, Benot, i1 quale indica che, ccessendo moho vasta la sua letteratura, lo studio di questa lingua e oltremodo i:ilteressante-;20

(e) alcuni autori ¡:untan<> fOidamentalmente sul fatto comunicativo. Cosi avviene · nell'opera di Tomasi, i1 quale avverte subito che cese nei primi studi della

nobile gioventil lo studio delle lingue occupasse i1 posto che giustamente merita non soffrirebbero molte persone la vergogna e lo scomo che patisco�o per ignorarle-.21 La comunicazione, aggiunge To�i, e�ita che gli uomini si guardino come estranei, il che avviene � �n �� captscono.

(d) · sparse qua e Ja nelle diverse opere, vengono spesso fuon ragt�m b�e �ulla somiglianza e la fratellanza delle lingue, deUe culture e det popoli ttaliano e �pagnolo. Cosi avviene, per esempio, in Tomasi, Hervás Y Panduro, Salvatore Costanzo e Rius y Rossell;

(e) ci sono anche ragioni di utilita culturale, morale e civile. In uno dei suoi hbri,22 Botdas indica che tra le lingue che si parlano al mondo ci sono alcune che hanno un'utilitA piu evidente e immediata, dato che le .eonoscenze che l'uomo deve acquisire sono prefenbilmente quelle che si rivelano piu utili per i1 suo _benessere pubblico e privato; essendo l'�talia uno de� paesi dove piU sono fiorite le scienze e le arti, e tenuto �oto �el fatto che � i1 paese che ha dato i piU alti esempi di morale, di política, di filosqfia e d1 buon gusto, e ovvio che le persone colte e amanti deUe belle aiti dev'?no per forza conoscere !'italiano. Salvatore Costanzo mette in rilievo l'utilitA�ella lingua

20 21 22

E. Benot, Nuevo método, p. 1. P. Tomasi, Nueva y completa gramática italiana, prologq allettore.

L. Bordas, Nueva gramática italiana, p. D.

342 Manuel Carrera Díaz come �� che penn� la compren.Sione di altre culture vive ed estinte che facilita la ncerca, che aruta ad ottenere un'�cazione brillante e cu ' e che contnbuisce in maniera decisiva ad una neces � sprovincializzazione. sana

(f) � piU �licito nelr� le ragioni che giustificano la conoscenza d�ll'ita­liano e senza duhb1o Hervás y Panduro: e la lingua di un paese che tutte le persone colte conoscono e ammirano; e l'unica che con iJ canto . . . . . • , suona m � I teatri �pe1; e_d�lce,

_ armoniosa e ricca di parole; e morale, perché ���-�SI�� hbri �ralmente sconvenienti, come invece avviene � u�; e n�ca d1 contenuti, perché in italiano si sano scritte e tradotte piU opere �ve che � nesSllD 'altra lingua; per la sua somiglianza con lo spagnol

_o, il suo studio e particolarmente facile (?) e piacevole per gli spagnoli.

4. n modello italiano e la situazione linguistica

�� � �este grammatiche studiano e valutano in maniera diversa la situazione lingwstica Italiana. ,

T� e apertameme intollerante quando manifesta che la sua grammatica puo _essere

_ utile non solo agli spagnoli, ma anche agli stessi italiani; molti di questi, �� lui, � costretti a studiare la lingua toscana per la varieta dei dialetti e de1 linguagg¡, che sono diversi in quasi tutte le citta,

�odoché _quasi non si capiscono gli uni con gli altri, il che sembra incredibile m una naz10ne tabnente abile, capace e saggia come quella italiana: la quale do�e �rre�� questo abuso e gli svantaggi che esso comporta, ricordandosi de� s�o1 antenati, ctoe �ei degli antichi romani, la cuí incontaminata politica volle che St parlasse la loro lingua latina non solo in Italia, ma anche in tutto il mondo.z

Una posizi� totalmente opposta e quella assunta e difesa da Benot, i1 quale indica che � magg10ranza degli stati italiani hamo il loro dialetto speciale, il quale, Iungi dal nmanere e� alle classi basse, e parlato dalle persone distinte, al punto e� �-solo�� �verano opere stampate in ciascuno di questi dialetti, ma alcuni di � s� fre� di una ricca letteratura. Grande errare sarebbe pensare che tutti questi dialettí sono corruzioni dell'italiano scritto; devano bensi essere considerati come altrettante lingue vere. 24

La scelta del modello linguistica da offrire agli spagnoli cade ovviamente sul '�':· � tascan�. T_renado propone, per la pratica del discente, la lingua di Petrarca; Tomas¡ taglia corto parlando di una lingua italiana che e stata foggiata da romani

23 24 E. Terreros, Reglas, p. x.

E. Benot, Nuevo método, Advertencia.

Le prime grammatiche italiane per ispr:znofoni 343

e toscani; allo stesso modo, Benot, con pru esplicite giustificazioni, propone come modello la lingua parlata della Toscana e di parte degli Stati Romani. Hervás, Barinaga e Costanzo non si pongono nemmeno il problema della varieta linguistica. Bordas segue il modello proposto da Vinceozo Peretti nella sua grammatica rivolta ai francesi: cioe il fiorentino, senza le sue manifestaziorii pro estreme come quella della gorgia. Rius y Rossell pretende di seguire il modello toscano degli uomini di lettere.

ll concetto di degradazione evolutiva di cui si era tanto discusso nel Seicento e gli atteggiameoti puristici non potevano mancare in questo relativamente ampio ventaglio di grammatici. Terreros, che agogna l'ideale di una lingua definitivamen­te stabilita ed eternamente fissa, considera che il toscano, a partire dal suo secolo d'oro, ha attraversato fasi di debolezza, decadenza e ccpersino fango» ad opera dei cattivi autori, ma e stato poi restituito all'antico splendore grazie al lavoro di ccsaggi di prima classe» come Bembo, Buonamattei, Bartoli, ecc. Bordas traccia nel prologo di una delle sue opere25 un vero e proprio profilo di stori� linguisti� �ta� liana dove sono anche presentí i concetti di corruzione e perfeZione. Bad10li SI scaglia violentemente contra celo spirito della novita e la moda, fatale delirio dei mortali, [che] ha indotto a volte gli italiani ad accettare vestigia oltremontane» e si auspica che gli spagnoli possano imparare la lingua ccveramente italiana», senza nessuna traccia dei ccmodismi esotici». 26

5. Gli aspetti metodologici

Come era da aspettarsi le considerazioni metodologiche sull'insegnamento dell'ita­Iiano agli spagnoli sono presentí in maniera piu o meno esplicita in quasi tutti i prologhi di queste grammatiche. Ci sano, in questo senso, due grandi gru�i: il primo e costituito dalle opere che con criteri tradizionali di tipo grammatlcale­traduttivo privilegiano fondamentalmente ii versante scritto delle lingue, con esempi tratti dai migliori autori italiani; il secando, che incomincia ad ap�e circa la meta dell'Ottocento, e formato da alcune opere legate a metodi per l'insegnamento della lingua viva: i1 hbro de Barinaga e una versione del metodo Robertson; quello di Benot segue il metodo Ollendorf; la grammatica di J. M. Blanc Saint Hilaire ha anche delle pretese di modernita, e il trattatello di Franz Almv si apre con )'ingenua speranza che si possa imparare una lingua straniera allo stesso modo in cui si e imparata la lingua natia.

25 26 7:1

L. Bordas, Nueva gramálica italiana, pp. U· X. L. Badioli, Método, preámbulo. Método de Ahn. Primer curso de italiano. Traducido por D. Francisco María Rivero, Madrid: C. Bally-Bailliere, 21878.

344 Marwel Carrera Díaz

Le grammatiche del primo gruppo seguono in genere, in maniera ortodossa, la classica trattazione delle parti del discorso. Alcuni (Terreros, Tomasi, Bordas ecc.) vi aggiungono un dizionario, alcuni dialogbi e modelli epistolari. Tomas¡' considerando che non si pub imperare bene una lingua straniera se non si co�

la propria, premetie alla sua opera un riassunto della grammatica spagnola. Altri come Bordas e Badioli, offrono delle informazioni atte a capir meglio la lin� poetica.

Un argomeoto ricorreote e la presunta somigliann dell'italiano e lo spagnolo, che per la maggioranza degli autori suppone allo stesso tempo un. motivo di attrazione per il lettore spagnolo e anche una facilitazione per l'apprendimento. n piil estremista in questo senso, Badioli, arriva addirittura a confessare che -il nostro principale �etto e, infine, dimostrare praticamente la somiglianza di entrambe le lingueoo. ll solo autore che dimostra esplicitamente di aver capito che la competenza passiva non puo venire identificata con quella attiva e Bordas, che attnbuisce a questo mito della presunta facilita il disinteresse degli. spagnoli verso lo studio dell'italiano.29

Gli scopi delle grammatiche possono evidentemente essere molto diversi. TI libro di Franz Ahn e un metodo che pretende di insegpare la lingua viva senza molte pretese teoriche. Quello di Terreros, invece, vuole presentarsi come uno studio scientifico del linguaggio: l'antore sostiene infatti che la conoscenza pratica di una 1ingua non e sufficiente, dato che il parlante non specificamente preparato e sempre esposto a una hmga serie di rischi che facilmente possono deturpada o deviarla. Parlare una lingua che non si conosce teoricamente e, sostiene l'autore, parlare come un ignorante o come un -pappagall<»>: e necessario conoscerla scientificamente.

6. Grammatica e altro

Tralascio qui, per non dilungarmi, altri aspetti che assumono un notevole rilievo in alcuni di questi prologhi, come e il caso, per esempio, degli autori e delle fonti testua1i da cui venwmo tratti gli esempi, la discussione teorica a cui alcuni di questi grammatici sottopongono i lavori precedenti (questione questa ultima che altri liquidano in maniera sommaria sostenendo che precedentemente di graimnaticale e 'era stato poco o Diente), o le valutazioni metodologjcbe di alcune delle ultime ()pere.

Finisco con l'indicare che, pur trattandosi di prologbi in genere non mol� . � lunghi, alcuni autori trovano ancora il modo di introdurvi discorsi almeno ·• 1 apparentemente marginali. Terreros, per esempio, dedica le ultime tre pagine del

2S 29 L. Badioli, Método, p. 5.

L. Bordas, Gramálica italiana adaptada, pp. n-m.

Le prime grammatiche italiane per ispanofoni 345

suo prologo a presentare e difendere .addirittura una proposta di modifica del sistema grafico deUo 5pagnolo. Salvatore CÓstanzo, ad un certo punto, interrompe il suo discorso grammaticale e decide di mettersi a spiegare particoiareggiatamente la diversa maniera in cui, rispetto agli spagnoli, gli italiani misurano il tempo, trascendentale problema al quale dedica le ultime quattro dense pagine del suo prologo.

· Ci sono pure delle particÓlari riflessioni sullavoro del grammatico. n geniale Hervás y Panduro si saisa ripetutamente per essersi occupato di cose grammaticali interrompendo la sua dedicazione a delle «materie pro serie» e per avei- sottratto del tempo allo studio delle piil utili cose della religione e la societa umana. E si dA conforto ricordando che cosi come luí banno fatto in precedenza Beda il Venenibile, · il grande letterato Sant'Isidoro di Siviglia e il profondo saggio Sant' Agostino. Siamo anche tutti Íloi, dunque, m buona compagnia.

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