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IV trimestre - fondazioneintercultura.org · Volontariato per oltre 40 anni di attività in favore...

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71 IV trimestre 2 0 1 3 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 2 - D.C.B. Roma/anno 2008 Bilancio sociale dell’anno 2012-2013 Il Corpo e la Rete: interculturalità e social media Quasi mille studenti all’estero per un anno Volontariato in crescita: 147 sedi locali Tante borse di studio nonostante la crisi economica
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Page 1: IV trimestre - fondazioneintercultura.org · Volontariato per oltre 40 anni di attività in favore della pace e della ... in crescita in una situazione internazionale ... e come Fondazione.

71IV trimestre2 0 1 3 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 2 - D.C.B. Roma/anno 2008

Bilanciosocialedell’anno 2012-2013

Il Corpo e la Rete:interculturalità e social media

Quasi mille studenti all’estero per un anno

Volontariato in crescita: 147 sedi locali

Tante borse di studiononostante la crisi economica

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La Fondazione Intercultura Onlus

La Fondazione Intercultura Onlus nasce il 12 maggio 2007 da una costola dell’Associazione che portalo stesso nome e che da 55 anni accumula un patrimonio unico di esperienze educative internazionali,che la Fondazione intende utilizzare su più vasta scala, favorendo una cultura del dialogo e dello scambiointerculturale tra i giovani e sviluppando ricerche, programmi e strutture che aiutino le nuovegenerazioni ad aprirsi al mondo ed a vivere da cittadini consapevoli e preparati in una societàmulticulturale. Vi hanno aderito i Ministeri degli Affari Esteri e dell’Istruzione, Università e Ricerca.La Fondazione è presieduta dall’Ambasciatore Roberto Toscano; segretario generale è Roberto Ruffino;del consiglio e del comitato scientifico fanno parte eminenti rappresentanti del mondo della cultura,dell’economia e dell’università. Nei primi anni di attività ha promosso convegni internazionali sullaIdentità italiana tra Europa e società multiculturale, sull’Educazione alla cittadinanza mondiale, suiRapporti tra apprendimento digitale a distanza ed in presenza; organizza incontri tra interculturalistidi vari Paesi, sostiene ricerche sull’apprendimento interculturale; ha condotto un progetto pilota discambi intra-europei con l’Unione Europea. Raccoglie borse di studio di enti locali, fondazioni ed aziendea beneficio dei programmi di Intercultura. Gestisce il sito www.scuoleinternazionali.org

www.fondazioneintercultura.org

L’Associazione Intercultura Onlus

L’Associazione Intercultura Onlus (fondata nel 1955) è un ente morale riconosciuto con DPR n. 578/85,posto sotto la tutela del Ministero degli Affari Esteri. Dal 1 gennaio 1998 ha status di Organizzazione nonlucrativa di utilità sociale, iscritta al registro delle associazioni di volontariato del Lazio: è infatti gestitae amministrata da migliaia di volontari, che hanno scelto di operare nel settore educativo e scolastico, persensibilizzarlo alla dimensione internazionale. È presente in 147 città italiane ed in 65 Paesi di tutti icontinenti, attraverso la sua affiliazione all’AFS ed all’EFIL. Ha statuto consultivo all’UNESCO e alConsiglio d’Europa e collabora ad alcuni progetti dell’Unione Europea. Ha rapporti con i nostri Ministeridegli Esteri e dell’Istruzione, Università e Ricerca. A Intercultura sono stati assegnati il Premio dellaCultura della Presidenza del Consiglio e il Premio della Solidarietà della Fondazione Italiana per ilVolontariato per oltre 40 anni di attività in favore della pace e della conoscenza fra i popoli.L’Associazione promuove, organizza e finanzia scambi ed esperienze interculturali, inviando ogni annocirca 2000 ragazzi delle scuole secondarie a vivere e studiare all’estero ed accogliendo nel nostro paesealtrettanti giovani di ogni nazione che scelgono di arricchirsi culturalmente trascorrendo un periododi vita nelle nostre famiglie e nelle nostre scuole. Inoltre Intercultura organizza seminari, conferenze,corsi di formazione e di aggiornamento per Presidi, insegnanti, volontari della propria e di altreassociazioni, sugli scambi culturali. Tutto questo per favorire l’incontro e il dialogo tra persone ditradizioni culturali diverse ed aiutarle a comprendersi e a collaborare in modo costruttivo.

www.intercultura.it

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in questo numero

Redazione: Fondazione Intercultura Onlus Via Gracco del Secco 100 • 53034 Colle di Val d’Elsa • Tel. 0577.900001

http://www.fondazioneintercultura.org • e-mail: [email protected]

Direttore Responsabile: Carlo Fusaro

Grafica e impaginazione: Claudia Tonini - Roma

Stampa: Grafica ‘90 - Roma

Registrato il 04/05/2010 presso il Tribunale di Siena al n. 3

Finito di stampare nel mese di ottobre 2013

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Convegni, ricerche e borse di studio nel programma della fondazione

La Fondazione Intercultura a sei anni dalla sua istituzione

Un ringraziamento

Un messaggio positivo per il Paese da aziende che credono nel futuro

Adolescenti, scuola e internazionalità in 6 paesi europei

Divulgare un modello portatore di valori

Visibilità, volontariato e programmi in crescita in una situazione

internazionale incerta

Obiettivi strategici dell’Associazione per il triennio 2011-2012-2013

Priorità e Obiettivi dell’Associazione per l’anno 2013-2014

Quanto costa tutto questo?

Relazione del tesoriere

Relazione annuale dei revisori dei conti

Relazione del società di revisione KPMG

Studiare un anno all’estero quanto costa?

Quel che le cifre non dicono: il contributo dei volontari

Soci sostenitori – Relazione della società DNV

Intercultura perché?

Un volontariato particolare

Intercultura: modello organizzativo gestionale

I Presidenti dei Centri locali di Intercultura

Incontri che cambiano il mondo

Scambi di studenti con l’estero 2007-2013

Testimonianze

Intercultura e AFS

I Paesi AFS

Advisory Board di Intercultura e Comitato scientifico della Fondazione

di Intercultura

Bilancio sociale dell’anno 2012-2013

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Per la Fondazione Intercultura il 2013 è stato

innanzi tutto l’anno del convegno internazio-

nale “Il Corpo e la Rete” a Firenze, all’inizio

di marzo. Lo scopo di questo convegno era quello di

valutare in che misura la potente affermazione dei nuo-

vi mezzi di comunicazione nella società contempora-

nea incida sulle modalità dell’esperienza intercultu -

rale, e più concretamente in che misura questi mezzi,

la Rete per dirla sinteticamente, influiscano – in posi-

tivo o in negativo – sulla interculturalità “reale”, cor-

porea, che è il terreno su cui operiamo come Asso -

ciazione e come Fondazione.

Sarebbe presuntuoso affermare che quelle giorna-

te – di cui abbiamo dato notizia nel numero scorso di

questo Notiziario e di cui sono disponibili gli Atti pres-

so la segreteria della Fondazione – ci abbiano per-

messo di dare risposte ai numerosi quesiti che com-

pongono questo interrogativo di fondo. Quello che è

certo è che ripartiamo da quell’incontro con molta più

chiarezza sulla natura delle domande e sulla direzio-

ne in cui dovremo lavorare per trovare risposte.

Altro incontro importante è stato il IV Forum on

Intercultural Learning and Exchange ospitato a Colle

di val d’Elsa dal 27 al 29 settembre – un momento or-

mai consueto ed annuale di riflessione e di approfon-

dimento per studiosi di tutto il mondo ed operatori

di scambi culturali studenteschi. Il tema di quest’an-

no era la valutazione dei risultati in termini di ap-

prendimento interculturale. Hanno portato la loro

esperienza ricercatori ed esperti di tutti i continenti

e le proposte emerse saranno pubblicate nel Numero

73 di questo Notiziario.

Nella sede dell’Unione Industriali di Torino il 3 ot-

tobre la Fondazione Intercultura, la Fondazione Telecom

ed Ipsos, in collaborazione con le autorità scolastiche

del Piemonte, hanno presentato la quarta indagine sul-

l’internazionalizzazione della scuola – allargata que-

st’anno alla situazione in Svezia, Polonia, Germania,

Francia e Spagna. È un contributo indipendente alla

conoscenza di un fenomeno ancora poco documenta-

to, anche se sollecitato dalle istituzioni europee, di gran-

de rilevanza per la formazione dei giovani.

Ancora a Firenze in Novembre la Fondazione ha

accolto per due settimane la “AFS Academy” – un

momento di formazione internazionale di alto livello

per i quadri dirigenti delle associazioni AFS di tutto

il mondo.

Il reperimento di centinaia di borse di studio inter-

nazionali, il sostegno a ricerche universitarie e la loro

pubblicazione, di cui si dà notizia nelle pagine successi -

ve, completano il quadro delle attività della Fondazione

nel 2013. Questo numero si sofferma su tali attività,

ma illustra anche in dettaglio l’attività dell’Associazione

Intercultura Onlus, braccio operativo della Fondazione

per quanto riguarda gli scambi scolastici, il cui anno so-

ciale si è chiuso il 31 agosto 2013.

Ambasciatore Roberto ToscanoPresidente della Fondazione Intercultura Onlus

Convegni, ricerche e borse di studio nel programma

della fondazione

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La “Fondazione Intercultura per il dialogo trale culture e gli scambi giovanili internazio-nali” è stata creata dall’Associazione Inter -

cultura il 12 maggio 2007: ha perciò terminato que-st’anno il suo sesto anno di attività. Vi hanno aderitoil Ministero degli Affari Esteri e quello dell’Istruzione,Università e Ricerca, che hanno loro rappresentantinel Consiglio Direttivo. Altri due consiglieri sono no-minati dagli sponsor che ne sostengono i progetti: inquesto momento, Banca Intesa Sanpaolo e TelecomItalia. La Fondazione era originariamente dotata di unpatrimonio di € 1.500.000 che, grazie ai contributi ri-cevuti ed alle iniziative di questo primo periodo, altermine del 2012 è salito a circa € 3.800.000. Ecco unbreve panorama della attività dell’anno 2013.

L’Osservatorio sull’internazionallzzazione delle scuo-le e la mobilità studentesca è attivo da cinque anni econtinuerà la sua attività nel 2014 – anche in virtù diun generoso sostegno economico fornito dalla Fonda -zione Telecom. L’Osservatorio cura:

la rilevazioni di dati sul fenomeno della mobilità sco-lastica internazionale;

la pubblicazione di testimonianze di attività inter-nazionali nelle scuole;

la pubblicazione di una newsletter mensile alle scuo-le registrate;

alcune sessioni interattive sugli scambi educativi(“web seminars”);

una piattaforma interattiva per studenti che par-tecipano a scambi di classe, denominata Intercultu -raLab.

Nel 2013 ha effettuato una rilevazione di dati sul-l’internazionalizzazione delle scuole in alcuni Paesieuropei (Francia, Germania, Polonia, Spagna, Svezia)da compararsi con quelli rilevati sino ad oggi in Italia.La rilevazione è stata effettuata da Ipsos ed è stata pre-sentata al pubblico ed alla stampa a Torino, il 3 otto-bre, nell’auditorium dell’Unione Industriali, con lacollaborazione delle autorità scolastiche piemontesi.

Sotto la guida di Milena Santerini (docente pressol’Università Cattolica, membro del Comitato Scientificodella Fondazione ed attualmente deputato alParlamento italiano), Anna Granata ha concluso unaricerca sulle competenze interculturali dei giovani ac-quisite tramite gli scambi, poste a confronto con l’im-migrato “qui”, per valutare se e come la competenzainterculturale acquisita in altri contesti abbia poi unriflesso sull’accoglienza e la capacità di gestire le dif-ferenze anche in contesti più “conflittuali”.

Alberto Fornasari (Università di Bari) e Maria ChiaraGiorda (Università di Torino) hanno presentato a mar-zo una ricerca dal titolo: “Dietro lo schermo: gli ado-lescenti e la comunicazione ai tempi di Facebook”,nella quale hanno esplorato alcuni comportamenti gio-vanili: che differenze intercorrono tra la costruzionedella realtà appresa on-line da quella esperita nella vi-ta reale? Che rapporto intercorre tra comunicazionee identità? Negli adolescenti che ad esempio speri-mentano con Intercultura un anno di vita all’estero oper gli studenti esteri che trascorrono un anno nellenostre scuole quanto influenza negativamente l’ “adat-tamento” ad una nuova cultura e a nuovi amici il ri-

La Fondazione Intercultura a sei anni dalla sua istituzione

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1. OSSERVATORIO

2. RICERCHE

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manere costantemente in contatto con il Paese diProvenienza? Cosa se ne fanno gli adolescenti di que-ste nuove possibilità di riorganizzare le loro relazionisociali in contesti spazio-temporali nuovi e mutevoli?

Infine Anselmo Paolone e Carla Roverselli (Uni -versità di Roma Tor Vergata in collaborazione conSICESE) hanno completato la loro ricerca su: “Ilrientro dai soggiorni all’estero: valutazione e valo-rizzazione”. Prende in esame le competenze chiave inEuropa ed in Italia e le problematiche legate alla lorovalutazione nel caso di corsi di studio effettuati all’estero,Fornisce chiavi di lettura dell’esperienza soggettivadei returnees, soffermandosi sui processi acculturati-vi, i rapporti con i pari e con gli insegnanti.

“Il Corpo e la Rete: strumenti di apprendimentointerculturale” – Firenze, 28 febbraio – 2 marzo2013 – in collaborazione con IAIE (InternationalAssociation for Intercultural Education), Ministeridegli Affari Esteri e dell’Istruzione, Regione Toscana,Città di Firenze, Università di Firenze, Agenzia LLP.Il convegno ha visto la partecipazione di oltre 300esperti di tutto il mondo. Gli Atti sono stati pubbli-cati a fine estate.

IV Forum on Intercultural Learning and Exchange:“Assessing Intercultural Learning in Student andPupil Exchange: Exploring Evidence of Success”– Colle di Val d’Elsa – 27-29 settembre 2013 – in col-laborazione con AFS Intercultural Programs, EFIL(Europeam Federation for Intercultural Learning),AFS Austria. Il Forum è una attività annuale cui sipartecipa solo per inviti. Oltre 60 esperti (ricercato-ri universitari ed operatori di scambi culturali) vi han-no partecipato da tutti i continenti.

La Fondazione ha collaborato all’organizzazionedell’AFS Academy a Firenze dal 15 al 26 novem-bre: un insieme di corsi e seminari rivolti allo svi-

luppo degli scambi studenteschi AFS per i quadri(volontari e professionisti) delle organizzazioni AFSdi tutto il mondo.

È continuata l’azione per reperire sponsor e fonti di fi-nanziamento per borse di studio internazionali. Lacrisi economica che ha colpito le attività e le entratedelle aziende italiane, seppure in lenta ripresa, non haimpedito il raggiungimento di un risultato molto sod-disfacente per il settore delle sponsorizzazioni (€2.856.920– circa il 7% in meno dell’anno scorso). Infatti, in unquadro generalmente ancora negativo, il numero de-gli sponsor è aumentato anche se il valore economico del-le loro sponsorizzazioni è lievemente diminuito rispet-to all’anno precedente per gli studenti italiani all’estero,mentre quelle per studenti esteri in Italia sono rimasteallo stesso livello. Il Ministero degli Affari Esteri haconfermato il suo appoggio al progetto “scambi giova-nili internazionali” che porta in Italia per un anno bor-sisti da Cina, India e Russia. Quattro laureati di uni-versità del Nord-Ovest italiano sono attualmente aBruxelles, Amburgo, New York e Vienna con stage se-mestrali finanziati dalla Fondazione CRT attraversoun progetto gestito dalla Fondazione Intercultura.

Nella Biblioteca della Fondazione: Volume 7° – Ricerca Paolone/Roverselli (Università

di Roma Tor Vergata): “Competenze trasversali –valutazione e valorizzazione delle esperienze distudio all’estero”.

Volume 8° – Atti del Convegno “Il corpo e la rete:strumenti di apprendimento interculturale”.

Volume 9° – Ricerca Fornasari et al.(Università diBari e Torino): “Dietro lo schermo – Gli adole-scenti e la comunicazione al tempo di Facebook”.

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4. BORSE DI STUDIO

3. CONVEGNI

5. PUBBLICAZIONI

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68 – Ricerca IPSOS 2012 e intervento di LucianoCanfora al congresso Intercultura (Lecce 2012).

69 – Atti del III Forum a Vienna 2012: “TheContribution of Exchange to Intercultural Learningfor Educational Institutions”.

70 – Alcune relazioni dal convegno “Il Corpo e la Rete”. 71 – Rapporto annuale.

La Fondazione collabora con l’Associazione In terculturaad organizzare le celebrazioni del centenario dell’AFSin Italia (anno 2014-2015) ed in particolare a:

progettare e realizzare un “museo virtuale” chedocumenti la storia internazionale dell’AFS e con-tenga documenti e filmati scaricabili ed utilizzabi-li anche a distanza per manifestazioni celebrativedel centenario, fotografie, passi di autori “ex am-bulanzieri”, statistiche;

pubblicare un volume sulla storia dell’AFS e sul-l’evoluzione dell’associazione dalle ambulanze del-la prima guerra mondiale alle borse di studio perstudenti liceali in tutto il mondo;

pubblicare un numero speciale della rivista“Intercultura” sulle origini dell’AFS:

organizzare una mostra fotografica itinerantesull’AFS;

organizzare un convegno internazionale su “Sapervivere insieme: umanitarismo, riconciliazione, edu-cazione alla convivenza” a Trento e Rovereto dal 1al 3 maggio 2015.

Giornata del dialogo interculturale: Giovedì 26 set-tembre 2013 quasi 90 città italiane hanno celebratola sesta “Giornata del dialogo interculturale”.

Formazione interculturale dei nuovi insegnanti:Nella riunione del Consiglio Direttivo della FondazioneIntercultura onlus dell’8 gennaio 2013 è stata avanza-ta la proposta di “studiare la possibilità di allargare ilcampo di azione della Fondazione ad altre attività nonsvolte prima. Tra le varie ipotesi presentate (forma-zione interculturale per le aziende, consulenza per iconflitti culturali in Italia, sostegno allo sviluppo del-la rete AFS, messa in rete del “know how” intercul-turale, ecc.) è prevalsa quella di programmi intercul-turali per giovani insegnanti, privilegiando quelli cheentreranno in ruolo con il concorso in atto”. La se-greteria ha esplorato questa possibilità e sono in cor-so contatti con alcune università per inserirsi in unprogetto di tirocinio formativo per nuovi insegnanti.

Progetto Serbia: L’Associazione Intercultura Serbiaè nata quattro anni fa dopo l’interruzione dei pro-grammi nella ex Jugoslavia dovuta alla guerra del1991. Fondata esclusivamente sul lavoro di alcunediecine di volontari entusiasti ha già raggiunto ri-sultati apprezzabili, accogliendo ed inviando studen-ti per il programma annuale (oltre dieci all’anno) edorganizzando incontri per insegnanti. Per una ulte-riore crescita verso l’autosufficienza la Fondazioneha stanziato un contributo di €20.000.

Il nuovo Comitato Scientifico della Fondazione ha te-nuto la sua prima riunione a Firenze il 28 febbraio,in occasione del convegno “Il Corpo e la Rete: stru-menti di apprendimento interculturale”.

La fondazione attualmente conta su:

un segretario generale a metà tempo, condivisocon l’associazione Intercultura onlus;

due impiegati di segreteria presso la sede di ColleVal d’Elsa;

due impiegati nel settore delle borse di studio pres-so la sede di Roma.

Sono in funzione i siti: www.fondazioneintercultura.orgwww.scuoleinternazionali.orgwww.ricomporrebabele.orgwww.corpoerete.org

Il sito www.fondazioneintercultura.org è stato tra-dotto in lingua inglese. Sono in corso le traduzioni in-glesi delle principali ricerche della Fondazione.

11. SITI

7. CELEBRAZIONE DEL CENTENARIODELL’AFS

8. ALTRI EVENTI 10. PERSONALE

6. RIVISTA

9. RIUNIONE DEL COMITATO SCIENTIFICO

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• Alenia Aermacchi SpA

• ALI SpA

• Allianz Bank Financial AdvisorsSpA

• Associazione Regionale SardaIntercultura

• Banca Cassa di Risparmio diFirenze SpA

• Banca di Pescia

• Banca Popolare di VeronaS.Geminiano e S. Prospero

• Banco di Credito P. AzzoaglioSpA

• Luca Barilla

• Barilla G. e R. Fratelli SpA

• BIM – Consorzio Comuni dellaValle d’Aosta

• Cantine Ferrari – F.lli LunelliSpA

• Carl Zeiss SpA

• Centro di Terapia Cognitiva S.r.l.

• Centro Locale InterculturaComo

• Centro Locale InterculturaTrento

• Chiesi Farmaceutici SpA

• Compagnia di San Paolo

• Comune di Andria

• Comune di Catanzaro

• Comune di Collecchio

• Comune di Crevoladossola

• Comune di Formazza

• Comune di Grumento Nova

• Comune di Lecce

• Comune di Spinoso

• Confindustria Como

• Confindustria Lecco

• Deutsche Bank SpA

• Edipower SpA

• Edison SpA

• e-GEOS SpA

• Enav SpA

• ENI SpA

• Ente Cassa di Risparmio diFirenze

• Ferrero GEIE (Gruppo FerreroSpA)

• Filmmaster Group

• Fondazione A. De Mari – Cassadi Risparmio di Savona

• Fondazione ASM Brescia

• Fondazione Banca del Monte diLombardia

• Fondazione Banco di Sardegna

• Fondazione Cariparma

• Fondazione Cassa di Risparmiodi Bolzano

• Fondazione Cassa di Risparmiodi Gorizia

• Fondazione Cassa di Risparmiodi Padova e Rovigo

• Fondazione Cassa di Risparmiodi Trento e Rovereto

• Fondazione CRT

• Fondazione Italcementi Cav.Lav. Carlo Pesenti

• Fondazione Lorenzo Bergamini

• Fondazione Memmo

• Fondazione Carire PietroManodori

• Fondazione Telecom

• Fondazione Varrone – Cassa diRisparmio di Rieti

• General Medical Merate SpA

• Google, Inc.

• Gruppo Telecom Italia SpA

• Hascon Engineering SpA

• In memoria di Antonia Nones

• In memoria di Giuseppe Mascolo

• Intercultura – 5 per mille

• Intesa Sanpaolo SpA

• Micron Technology Italia Srl

• MiniConf SpA

• Ministero Affari Esteri

• Nuova Erreplast Srl

• Pallaver

• Pirelli SpA

• Poste Italiane SpA

• Provincia di Sassari

• Publitalia ‘80

• Regione Autonoma Sardegna

• Regione Autonoma Valle D’Aosta

• Ricomunica Thanksgiving

• Società di Mutuo Soccorso IsaiaLevi

• Telespazio SpA

• Thales Alenia Space Italia SpA

• TNT Global Express SpA

• UBI Banca

• UBI Banca Carime

• Unipol Gruppo

UN RIGRAZIAMENTO

La Fondazione Intercultura onlus ringrazia le persone, le aziende, le fondazioni, le

associazioni, le amministrazioni pubbliche e le regioni che hanno contribuito ad istituire

borse di studio o a finanziare eventi e pubblicazini durante l’anno in corso.

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Un messaggio positivoper il Paese da aziende

che credono nel futuroSaluto dell’Amministratore Unico di ENAV, Massimo Garbini, ai ragazzi in partenza con borse di studio ENAV/Intercultura – estate 2013

Tengo sempre molto a venire a questa cerimonia.L’ho fatto da direttore generale insieme all’am-ministratore delegato Dott. Pugliesi e l’anno

scorso ho avuto il piacere di essere l’artefice della vo-lontà aziendale di raddoppiare il valore che dedichiamoa questo investimento. Perché alla fine, per chi guardale cose dal punto di vista dell’amministrazione, di questosi tratta: di un investimento in cultura, in crescita, inesperienza, soprattutto di un investimento nel nostropersonale che, come dico sempre, è la nostra prima ri-sorsa. Come avete visto nel nostro filmato, che mi emo-ziona sempre, la maggioranza degli attori è giovane.Tutta la tecnologia che viene mostrata in quel filmatosarebbe poco utile senza le persone che poi la applicanoe la utilizzano, la sviluppano e la migliorano. Per questocontano le persone che lavorano in ENAV. Quello delleborse di studio Intercultura è, tra gli altri, un interven-to che facciamo molto volentieri nei confronti delle per-sone che lavorano con noi.

Farò prima delle considerazioni di carattere perso-nale e poi di carattere aziendale.

Personalmente sono molto invidioso, positivamenteparlando. San Diego, la California sono sempre stati unsogno della mia generazione, come dice una famosissi-ma canzone. San Diego, che ho avuto il piacere di visitarefrequentemente per lavoro, è una zona aeroportuale si-mile all’Italia: è una penisola ed è un posto bellissimo,con una primavera permanente, dove non fa mai trop-po caldo e non fa mai freddo, c’è il surf, bei ragazzi e bel-le ragazze. Quindi attrezzatevi, è veramente una bellaesperienza perché è una delle zone degli Stati Uniti conmaggiore pluralità culturale. La California è veramen-te la patria di tutti. Ma nonostante i supporti, nonostantel’educazione ricevuta, nonostante le raccomandazioni etutte le attenzioni con cui potete partire, quando saretelà sarete da soli e quindi in qualche modo si misurerà ache livello questo tipo di responsabilità che avete ac-quisito verrà messa in pratica.

Le considerazioni di carattere aziendale. Senza ipo-crisie o messaggi equivoci, la crisi economica che atta-naglia il mondo e il nostro Paese in modo particolare,

sconsiglierebbe il fare questo tipo di investimento. In ge-nere in qualsiasi azienda il primo posto dove si va a ta-gliare è proprio la formazione. ENAV fa una scelta op-posta. Negli ultimi otto o nove anni abbiamo investitoassumendo 600 ragazzi sotto i 25 anni. E con Interculturasiamo riusciti a mandare all’estero una settantina di ra-gazzi, che non sono dipendenti, ma che sentiamo cometali perché figli di dipendenti. Ci sentiamo un po’ zii diquesti ragazzi. Mi è piaciuto Gianluca (uno dei partenti,ndr) che ha detto: “ENAV si assume una bella respon-sabilità”. Fossero queste le responsabilità, saremmo ve-ramente felici! Ce ne sono ben altre e però Gianluca haragione, questa è una bella responsabilità che ci pren-diamo molto volentieri sulle spalle, supportati dai geni-tori, che sono parte della nostra famiglia aziendale e concui sentiamo davvero una vicinanza importante.

ENAV quindi continua ad investire sulle sue perso-ne, cioè sulle sue risorse più importanti. Credo che, inun momento come questo, sia un segnale da sottolinea-re, senza farne un manifesto, ma nemmeno facendolopassare come se non fosse nulla. Crediamo sia impor-tante collaborare con Intercultura. Temevamo di potercontribuire in maniera più limitata quest’anno, ma sic-come abbiamo avuto un ottimo risultato di bilancio, nonabbiamo assolutamente voluto arretrare di un centi-metro rispetto a quello che abbiamo fatto in passato. Ese le cose andranno come sono convinto che andranno(perché questa è una azienda estremamente viva nono-stante la crisi che ci attanaglia), credo che rilanceremoulteriormente su questo tipo di progetto, anche perchésono convinto che qualcuno di questi ventidue poi in que-sta famiglia ci entrerà davvero. Se così fosse, ma anchese così non fosse, questo investimento serve in ogni ca-so perché a volte c’è bisogno di costruire una rete di con-vincimento, una rete di cultura che metta in luce quelloche vuol dire essere un’azienda pubblica che si comportacome e molte volte meglio delle aziende private. Quindiper noi questo è veramente un punto di orgoglio, cheabbiamo raggiunto grazie al convincimento delle per-sone e che ha portato a scelte libere a livello manage-riale, di cui sono veramente fiero.

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Quello che ha detto poco fa l’avv. Rodeschini ha per meun significato molto importante. Ha fatto una raccoman-dazione riferita ai ragazzi: di andare in giro per il mondoe farci fare bella figura come Paese. Questo è in grandesintonia con ENAV, che va in giro per il mondo a far fareuna bella figura al nostro Paese: siamo una eccellenza ri-conosciuta e ci stiamo allargando sempre di più. Parte diquesta responsabilità la estendo su di voi, ragazzi: voi avre-te anche la responsabilità di portare avanti quel messag-gio che papà o mamma stanno cercando di trasmettere ingiro per il mondo, dando una immagine sempre più bel-la, più produttiva e anche più sorridente del marchio ENAV,di questo tricolore che abbiamo messo nella chiocciola delnostro marchio. Dovrete portarlo con grande orgoglio,ma soprattutto con grande dignità, in giro per il mondo. Nonsiete secondi a nessuno, dimostrate la vostra volontà e lavostra dedizione a quello che fate tutti i giorni.

Mi riferisco adesso a quello che ha detto Francesca(un’altra partecipante, ndr), una cosa molto profonda:“questa è un’esperienza che sicuramente ci farà cre-scere perché ci formerà”. Mi permetto di aggiungereuna cosa: questa è una esperienza che farà crescere an-che i genitori e le famiglie, perché per le mamme italianelasciar partire i figli non è una cosa semplice. Non chei papà siano tanto da meno, comunque! A parte gli scher-zi, queste sono esperienze che formano davvero tuttala famiglia: lasciare libero un ragazzo di affrontare la vi-ta, di assumersi le sue responsabilità, ma soprattutto difare grosse esperienze è veramente un importante in-vestimento per il suo futuro.

Faccio un’ultima considerazione che forse, per chiha sentito il mio discorso l’anno scorso, sarà una ripe-

tizione, ma che considero veramente importante: que-sta cerimonia, seppur sobria, è molto importante e si-gnificativa per i ragazzi che oggi sono stati premiaticon un diploma (e che saranno ancora più premiati ilgiorno che metteranno piede sull’aereo che li porteràalla loro destinazione), e secondo me manda tre im-portanti messaggi.

Il primo lo mandano i ragazzi. Ci hanno dato dimo-strazione di grande serietà, di grande attenzione, di ot-timi risultati a livello scolastico. Hanno passato una se-lezione seria ed importante. Nessuno ha regalato loronulla e si meritano complimenti vivissimi per quello chehanno fatto. Ragazzi, vi invito a continuare così, a nonmollare mai. Il segnale lo stanno dando a tutti noi adul-ti: c’è una gioventù sana in Italia, per fortuna. Non è ve-ro che siamo un Paese che non ha futuro, basta vederloe guardarlo. Certo se noi siamo sempre incancreniti aguardare gli interessi dell’oggi e mai al domani, non lovedremo mai. Quindi grazie ai ragazzi che portano l’at-tenzione verso di loro.

Il secondo messaggio lo danno ENAV e Intercultura,insieme. Mi piace associarci in questo messaggio. Noidiamo molta attenzione al personale, diamo molta at-tenzione alle persone, ai giovani e soprattutto crediamoin loro. Crediamo nel binomio famiglie-ragazzi e cre-diamo che questo sia il modo migliore per risponderealla crisi. Avete visto quei ragazzi orientali (ospiti diIntercultura, ndr) che parlano italiano? Pensate che va-lore aggiunto sarà quando torneranno a casa e saran-no in grado di intrattenere rapporti internazionali. Èun valore aggiunto che nessuna scuola di formazione oworkshop potrà mai dare: un anno di esperienza vissu-ta è veramente un valore aggiunto unico.

Il terzo messaggio è quello che i genitori danno a voi ra-gazzi. Credo che questa sia una delle più grandi dimo-strazioni d’amore che i vostri genitori potevano manife-stare: darvi fiducia nel mandarvi all’estero, da soli in giroper il mondo, con il vostro cognome, con la vostra cultu-ra, con i vostri portafogli, le vostre speranze e i vostri bi-sogni. Tenetevi stretti i vostri genitori e i genitori si ten-gano stretti questi figlioli, perché credo che al giornod’oggi avere dei genitori italiani che lasciano partire i fi-gli anche solo per un mese per investire nel loro futuro, se-condo me è un grande momento d’amore e di attenzioneda parte di tutti voi. Quindi ringrazio i genitori da partemia e se mi consentite mi faccio portavoce dei ragazzi.

Complimenti ancora a tutti, grazie dell’attenzione e inbocca al lupo.

Massimo Garbini, Amministratore Unico ENAV

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Pubblichiamo in queste pagine il V Rapportodell’Osservatorio nazionale sull’interna-zionalizzazione delle scuole e la mobilità

studentesca che nel 2013 ha esteso l’indagine adalcuni Paesi europei. L’Istituto di Ricerca IPSOS, checollabora con l’Osservatorio sin dal suo avvio, haintervistato un campione di 2.275 studenti di Fran -cia, Germania, Polonia, Spagna, Svezia, sulle atti-vità di internazionalizzazione delle loro scuole e sullapercezione che hanno di sé e dell’ambiente che li cir-conda per quanto riguarda l’apertura verso altre lin-gue e culture. I risultati sono stati confrontati conquelli degli 800 studenti italiani intervistati lo scor-so anno sugli stessi temi.

La scuola italiana a due velocità nel camminoverso un’apertura internazionale: da una parte nonha le forze o le conoscenze per avviare attività strut-turali che incidano sulla capacità dell’intero sistemascolastico di aprirsi verso l’estero; dall’altra rileva lapresenza di numerosi istituti, dove le buone pratichesono già state avviate, che, talvolta anche con puntedi eccellenza, riescono a caratterizzare la propriaofferta formativa con progetti internazionali non spo-radici. La distanza è considerevole in entrambi icasi rispetto ai Paesi europei analizzati nel 2013dall’Osservatorio.

Il primo dato che emerge dalla ricerca è che soloil 53% delle scuole italiane aderisce a progettiinternazionali. Un baratro rispetto agli altri Paesi,compresi quelli che dovrebbero condividere il nostroattuale difficile momento economico: 97% Germania,89% Spagna, 88% Polonia, 81% Francia, 79% Sve -zia. Come accennato sopra, vi è però un altro latodella medaglia, molto più positivo: quella metà dellescuole italiane che sviluppa attività, coinvolge per-centualmente più studenti degli altri Paesi, adeccezione della Germania: Italia e Francia: 72%;Germania: 84%; Spagna: 66%; Polonia e Svezia: 56%1.

Una diretta conseguenza di questa scuola a duevelocità è che solo uno studente italiano su tre(32%) è a conoscenza della possibilità di aderirea un programma di mobilità individuale, un fe-nomeno che comunque registra un’attenzione cre-scente anche nel nostro Paese. A mero titolo di esem-pio al concorso Intercultura 2013, per accedere aiprogrammi scolastici nei 60 Paesi partner si sonoiscritti 6.400 studenti, ben il 50% in più rispetto so-lo all’anno scorso. Molto più radicata e capillare laconoscenza della possibilità di studiare per un lun-go periodo all’estero negli altri Paesi europei ana-lizzati: in Germania la percentuale aumenta al59%, in Svezia al 57%, un po’ meno in Spagna(54%) e Francia (42%). Solo la Polonia fa regi-strare una percentuale più bassa (31%).

I Paesi analizzati quest’anno dalla ricerca dell’Os -servatorio appartengono tutti all’Unione Europea,eppure si distinguono tra loro per le profonde diver-sità strutturali: sono Paesi con una situazione eco-nomica e livelli di fiducia nel futuro molto diversi.

In senso assoluto il dato che vede il 57% degli stu-denti italiani attribuire un voto tra 7 e 10 alla qua-lità dell’insegnamento della nostra scuola sembre-rebbe incoraggiante. Peccato che venga subitoridimensionato se confrontato con le risposte dei coe-tanei europei: la percentuale aumenta significativa-mente in Francia (67%), Polonia (66%), Spagna(67%), Svezia (70%). La Germania, che raccoglieun 58% di buoni voti, eccelle però nel sostegno allamobilità scolastica individuale (58%), come laSvezia (61%). Coerenti le percentuali di soddisfazio-ne anche in merito alla mobilità di gruppo (soprat-tutto in Svezia, con il 57% di ottimi voti).

Adolescenti, scuola e internazionalità

in 6 paesi europeiRapporto 2013 dell’Osservatorio nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca

1 I dati si riferiscono alla percentuale di studenti che hanno partecipato adalmeno un’attività di internazionalizzazione, in quelle scuole che hanno or-ganizzato almeno un’attività internazionale.

LA SCUOLA ITALIANA A DUE VELOCITÀ

1. IL PROFILO GENERALE DELLA SCUOLA: GLI ITALIANI I PIÙ CRITICI

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Da non sottovalutare il sostegno che la scuolaoffre alla crescita personale dello studente, quin-di facendo riferimento non solo ai programmi scola-stici, ma anche alle competenze extra curricolari,dove primeggiano Spagna e Svezia (61%), mentrel’Italia si ferma al 46%.

Uno dei punti di debolezza che frena maggior-mente la corsa verso l’internazionalizzazione è lascarsa conoscenza delle lingue da parte dei docen-ti italiani (solo il 32% viene giudicato adeguata-mente preparato), un dato che si scontra con lamigliore preparazione dei colleghi europei giudica-ta con voto da 7 a 10 dal 54% degli svedesi, dal 51%dei tedeschi, dal 53% dei polacchi e dal 55% deglispagnoli. Gli insegnanti francesi non sono messialtrettanto bene (41%).

Una grossa differenza tra la scuola italiana e quelladegli altri Paesi europei è il rapporto che questa tessecon il territorio, una cartina di tornasole che misu-ra quanta importanza viene data alla crescita dellostudente non solo in termini di apprendimento deiprogrammi ministeriali, ma anche di sviluppo dellecompetenze che lo pongano come un soggetto attivoe collaborativo rispetto alla società che lo circonda.In Germania e Polonia è molto più stretto il lega-me tra scuola e territorio: a livello locale sono attivecollaborazioni che possono essere uno stimolo e unaiuto per l’inserimento nel mondo del lavoro. È unascuola orientata al futuro professionale e non “solo”all’apprendimento.

La Germania è un Paese in cui i ragazzi svolgonoall’interno della scuola molte attività che devianodalla normale didattica e che riguardano ad esempiole arti (teatro e recitazione, musica e canto). Questeattività continuano anche fuori della scuola visto cheuno studente su quattro fa parte di club o associa-zioni di vario genere. In Spagna il 12% degli studentifa parte di associazioni o club organizzati dalla scuo-la. In Francia il 43% degli studenti svolge attivitàsportiva a scuola – al di fuori del normale orario sco-lastico - ad integrazione di quella organizzata auto-nomamente. In Svezia è alta la partecipazione adapprofondimenti su materie scolastiche, soprattut-to scientifiche, così come in Polonia si svolgono quasi

2. SCUOLA NON SOLO PER STUDIO MA,SOPRATTUTTO, SCUOLA DI VITA

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esclusivamente attività relative ad approfondimen-ti su materie didattiche. Una scuola, quella europea,che offre molte attività pomeridiane agli studenti.

In Italia il 29% degli studenti afferma che la pro-pria scuola li informa sulle attività culturali e li sti-mola alla partecipazione (siamo secondi solo aipolacchi) e il 26% testimonia che vengono organiz-zati incontri con esponenti locali delle Istituzioni edell’economia; il 21% ricorda di aver conosciutoorganizzazioni no profit grazie alla propria scuola(siamo avanti rispetto a tutti) ed eccelliamo anchenel saper sviluppare attività in collaborazione conaltri istituti del territorio (26%).

La conoscenza delle lingue straniere rappresenta ilprimo passo verso l’internazionalizzazione, ma ancheuno degli elementi discriminanti che determina-no la maggiore o minore apertura all’estero.L’Italia è il Paese dove in media si impara il nume-ro minore di lingue: 1,5 rispetto alle 2 o quasi deglialtri 5 Paesi. L’inglese è la lingua più studiata, segui-ta da francese e spagnolo (in Polonia si insegna moltoil tedesco, vista la vicinanza geografica e culturale,69%). Tra le lingue extra-curriculari compaiono ilrusso, l’arabo e il cinese nei 5 Paesi, con percentualivariabili e punte del 23% in Polonia e Spagna, men-tre queste lingue non vengono insegnate in Italia, senon in piccolissima percentuale (3%).

In Italia non siamo solo indietro, ma registriamoaddirittura percentuali ribaltate in termini di apprez-zamento degli sforzi di internazionalizzazionedella scuola rispetto agli altri Paesi. Se infatti inItalia tale sforzo viene bocciato dal 56% degli stu-denti, questo stesso 56% è la percentuale dei giudi-zi positivi espressi in Spagna, il Paese, dopo laFrancia (50% di voti positivi) dove le iniziative diapertura all’estero son giudicate con più freddezza.Praticamente un plebiscito di consensi in Ger -mania (75%) e in Polonia e in Svezia (83%).

Motivo principale della sonora bocciatura è la per-centuale di adesione delle scuole ai progetti di inter-

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3. SECONDA E TERZA LINGUA: UNA REALTÀRADICATA IN ALCUNI PAESI

4. GIUDIZIO SULL’INTERNAZIONALIZZAZIONE:SVEZIA E POLONIA BATTONO ITALIA 83% A 26%

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nazionalizzazione. L’Italia vede solo il 53% dellescuole partecipare almeno a un’iniziativa e si distan-zia anni luce dagli altri Paesi che si attestano al 97%(Germania), 89% (Spagna), 88% (Polonia), 81%(Francia) e 79% (Svezia). In Germania le scuole sonoparticolarmente attive negli scambi di classe (83%),nello sviluppo di partenariati (22%) e negli stage dilavoro all’estero (18%). In Polonia il 19% delle scuo-le sono attive nello sviluppo di partenariati. In Italiaci difendiamo bene negli stage di studio all’estero,dove siamo i primi (28%) e nell’attivazione del CLIL(14%).

A conti fatti la Germania sembra essere il Paese dovele iniziative sono universalmente diffuse – soprattuttola mobilità di classe – e la quasi totalità degli studentivi partecipa. Allo stesso tempo emergono qui chiara-mente le due velocità della scuola italiana: il nostroPaese emerge nettamente se prendiamo in conside-razione solo le scuole attive. Il numero medio dei pro-getti organizzati in questo caso sale a 3,1, quasi il dop-pio rispetto agli altri Paesi (Francia 1,6, Germania 2,Polonia 1,9, Spagna 1,8, Svezia 2,1) e siamo secondi soloalla Germania (84%) e a pari con la Francia, nel tasso dipartecipazione ad almeno un progetto (72%), rispettoal 56% della Polonia e della Svezia.

Un fattore che influisce sul giudizio negativo dato daglistudenti italiani alla capacità della propria scuola diaprirsi all’internazionalizzazione è il fatto che sonopochi gli studenti che partecipano alle già poche ini-ziative: solo il 38%, mentre in Germania partecipa l’81%,in Polonia il 49%, in Francia il 58%, in Spagna il 59% ein Svezia il 44%.

Ciò è confermato dal modo in cui i ragazzi vivono que-ste proposte: da un lato c’è l’entusiasmo italiano e dal-l’altro il distacco dello studente svedese che per il 40%le vive come un’imposizione da parte della scuola.Questo perché gli italiani sono consapevoli che le ini-ziative offerte dalla scuola sono un’opportunità impor-tante nel loro percorso di internazionalizzazione, men-tre in Svezia, dove hanno quotidianamente opportunitàdi imparare le lingue e di viaggiare, le attività scolasti-che sono vissute quasi come un obbligo.

Quello che di sicuro non manca agli italiani è lavolontà, a partire dagli stessi insegnanti il cui atteg-

5. PROGETTI INTERNAZIONALI: UN’ESPERIENZA PER POCHI

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giamento verso i progetti internazionali è più posi-tivo rispetto ai colleghi di altri Paesi. I professori siconfermano la principale fonte di informazioneriguardo i progetti internazionali, pur con alcune sfu-mature che differenziano l’Italia dagli altri Paesi:appare tipicamente italiana la maggior dedizione deidocenti di lingue, mentre negli altri Paesi il com-portamento degli insegnanti non dipende dalla mate-ria insegnata.

L’internazionalizzazione passa attraverso l’e-sperienza di studio all’estero. È trasversalmenteappurato dagli studenti di tutte e sei le nazioni presein esame che questa attività è quella che più favori-sce l’apertura all’estero. Lo dicono soprattutto gliitaliani (48%), ma anche i francesi (41%) e i tedeschi(40%). Per italiani (33%) e svedesi (28%) tutto que-sto non può avvenire se non con il sostegno deidocenti che, ovviamente, devono essere preparati,come auspica un ragazzo su quattro.

Una nota positiva a favore dell’Italia è il CLIL(Content and Language Integrated Learning,ovvero l’insegnamento di una materia scolasticain una lingua straniera), più presente che neglialtri 5 Paesi dove, nonostante sia attivo ormai damolto tempo, non lo è in modo strutturato e nem-meno in maniera capillare sul territorio, ma coin-volge solo una parte della popolazione studentesca.

Il 14% dei nostri studenti afferma che il CLILè stato organizzato nella propria scuola (la metàvi ha poi effettivamente partecipato). La percentualenegli altri Paesi è leggermente più bassa. L’altro latodella medaglia mostra però il giudizio negativo deinostri studenti rispetto al CLIL, giudicato poco utileper le limitazioni linguistiche sia dei ragazzi che deidocenti.

Per quanto concerne la scelta della lingua stra-niera da adottare, al primo posto, in tutti i Paesi econ un ampio margine, vi è l’inglese, seguito dal fran-cese e successivamente tedesco o spagnolo a secon-da dei Paesi.

6. COME RENDERE LE SCUOLE PIÙINTERNAZIONALI?

7. IL CLIL: PUNTA D’ECCELLENZA PER L’ITALIA

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Lo scarso grado di attivazione di progetti interna-zionali da parte delle scuole italiane (ricordiamociche la metà non fa nulla) comporta una grave lacu-na: il 68% degli studenti italiani dice di non esse-re a conoscenza dei programmi di mobilità indivi-duale. Fanno peggio di noi solo i polacchi (69%),mentre le percentuali sono meno critiche negli altriquattro Paesi (58% Francia, 46% Spagna, 43% Svezia,41% Germania).

L’opportunità di trascorrere un anno scolasticoall’estero non è solo più nota rispetto all’Italia, masembra anche più diffusa: in media il triplo deglistudenti rispetto all’Italia ha in famiglia, o all’in-terno della propria scuola/classe, persone chehanno partecipato a programmi di studio all’e-stero – soprattutto in Germania (26%). Questo avvie-ne nonostante il riconoscimento da parte della scuo-la del periodo trascorso all’estero sia meno scontatorispetto all’Italia.

Laddove il tasso di partecipazione appare mag-giore, chi ha partecipato in passato stimola amici eparenti a partecipare, anche attraverso i raccontidi ciò che ha vissuto. In Spagna è molto forte il ruolodei professori nel sostenere gli studenti che voglio-no partire (35%), in Polonia quello del Preside o delvicepreside (27%), in Germania e Svezia proprio quel-lo di chi ha partecipato in passato, con percentualiattorno al 10%.

Parallelamente, tra i nostri studenti sono anchepiù forti le resistenze verso questa opportunità: alladomanda su quale sia la prima impressione sullamobilità individuale, gli italiani (come anche gli spa-gnoli) rispondono che è un’esperienza interessan-te, ma difficile (37%), mentre per i coetanei tede-schi e svedesi è soprattutto una bellissimaoppor tunità (27% e 29%). Percentuali più alte inPolonia rispetto agli altri Paesi per quantoriguarda il sostegno degli insegnanti e dei geni-tori (11% e 14%). In modo speculare, gli adolescen-ti italiani guardano con invidia, ritenendoli fortu-nati, coloro che studiano in una scuola all’estero perun periodo lungo (33%), mentre per svedesi e tede-schi questi ragazzi sono visti come già autonomi(33%, 44%). Gli spagnoli vedono più degli altri ilruolo formativo di tale esperienza: il 25% pensa che

8. MOBILITÀ INDIVIDUALE: DUE ITALIANISU TRE NON NE SONO A CONOSCENZA

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chi ha studiato all’estero sia più avvantaggiato di chiè rimasto a casa.

I docenti (e i presidi) italiani sostengono i pro-getti di mobilità individuale, quanto o anche piùdei colleghi stranieri: secondo gli studenti, è favo-revole il 58% degli insegnanti, stessa percentualeper quelli francesi, 61% per i tedeschi e i polacchi,64% per quelli spagnoli, 54% per quelli svedesi (peri motivi già spiegati).

Un po’ più timorosi i genitori italiani: il 18% si dicecontrario (in Svezia il 6%).

Tra i vari attori, il sostegno dei genitori è il piùdisomogeneo, ma spesso la percezione dei figli puòessere frutto di un fraintendimento degli atteggia-menti e delle parole dei genitori. È il caso dellaGermania, dove, nonostante l’ampia partecipazionedegli studenti ai programmi di mobilità individuale,si registrano maggiori resistenze iniziali da parte deigenitori. Secondo i ragazzi, il favore netto riscossotra le loro mamme e papà è più basso che altrove,32%; Ipsos spiega che rispetto agli altri Paesi ana-lizzati, il rapporto tra genitori e figli appare più aper-to in Germania, soprattutto sui temi che riguardanola possibilità di vivere un’esperienza scolastica all’e-stero. Nel confronto coi genitori i figli percepisconopro e contro dell’esperienza e probabilmente enfa-tizzano i timori e le difficoltà (anche economiche)restituite dai genitori al solo fine educativo e nonnecessariamente proibitivo.

A conferma del maggior dialogo che c’è tra gli stu-denti italiani e tedeschi e i genitori, è che sono pro-prio loro a coinvolgere maggiormente le propriefamiglie sulla possibilità di andare a studiare peralcuni mesi all’estero (72% e 77%), mentre invecefrancesi (50%), polacchi (54%), svedesi (56%) ne par-lano meno con i genitori.

D’altro canto, tra i genitori italiani interessati, leprincipali reazioni – in percentuali nettamente supe-riori rispetto agli altri Paesi – sono di stima (“riten-gono che sia un’esperienza importante per la mia cre-scita” 43%) e di interesse (“hanno voluto capire idettagli”, 32%), mentre il 28% dei genitori tedeschisi è detto contrario per motivi economici e il 16% deifrancesi si è detto preoccupato.

A monte delle opinioni espresse dai diversi attori,in questo particolare periodo di crisi, tra i fattoriche decretano la mancata partecipazione pri-meggia la motivazione economica: 32% tra i tedeschi,

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28% tra i polacchi, 27% tra gli spagnoli, 25% tra gliitaliani. Francesi e polacchi temono anche la distan-za dagli affetti, e francesi e tedeschi temono scarsoriconoscimento da parte della scuola.

Un’altra fonte di “resistenza” risiede in una certadisinformazione diffusa tra gli studenti in meritoal riconoscimento dei progetti di mobilità indivi-duale. In generale infatti non sembrano chiare lecondizioni imposte dalla scuola e comunque non sem-bra esserci una linea condivisa a livello nazionale:una buona parte degli studenti è proprio ignarorispetto al riconoscimento o meno del periodo tra-scorso all’estero, mentre l’ammissione automaticasembra plausibile per un quinto o un quarto deglistudenti e per un 10-15% che subordina la possibi-lità alla frequentazione di un programma UE o delgoverno. Gli altri hanno delle idee ma abbastanzaframmentate che variano tra il “generico test dasuperare per la validità dell’anno” fino all’inevitabi-le obbligo di ripeterlo. La maggior conoscenza e dif-fusione dell’esperienza sembra essere riconducibilenon tanto all’atteggiamento degli studenti, ma all’im-pegno delle scuole. In alcuni Paesi la grande partedegli studenti vive l’esperienza dell’anno all’esterograzie ad un progetto di scambio organizzato dallascuola, a differenza dell’Italia dove questo è moltospesso legato ad una libera iniziativa dello studente.L’esperienza all’estero è trasversalmente accettatacome la principale leva per rendere le scuole piùinternazionali.

Un dato che differenzia l’atteggiamento degli stu-denti italiani rispetto ai coetanei europei è l’auto-nomia nella scelta di partecipare al programmadi mobilità individuale.

Anche tenuto conto che solo il 53% degli studentiItaliani intervistati frequenta un scuola attiva nelproporre progetti volti all’internazionalizzazione, danoi l’adesione a programmi di mobilità individualesembra provenire più spesso che all’estero da un’i-

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niziativa personale dello studente e della sua fami-glia, mentre all’estero il contributo della scuola è unimportante valore aggiunto.

Un filo comune lega tutti gli studenti: la scelta delPaese dove vorrebbero trascorrere un anno all’e-stero ricade prevalentemente su destinazionianglo fone, segno che l’apprendimento della lin-gua è una motivazione preponderante nella fase diavvicinamento all’idea di poter passare un lungoperiodo di scuola all’estero.

È però interessante notare come, dopo averapprofondito le tematiche relative alla mobilitàindividuale o, come nel caso di Intercultura, aversuperato un percorso di selezione , la scelta nonricade più solo sui Paesi anglofoni, ma si allar-ga a tutto il resto del mondo.

Dando infine la parola a chi ha vissuto l’espe-rienza di mobilità individuale, il primo risultatoche balza prepotentemente all’occhio è che gli ita-liani si distinguono per l’apprezzamento di tale espe-rienza (“una bellissima opportunità” 71%, per i fran-cesi è il 22%, per i tedeschi 26%, per i polacchi 13%,per gli spagnoli 23%, per gli svedesi 19%). La primaimpressione dei coetanei europei, invece, è più lega-ta alla nostalgia (18% di polacchi e 21% di spagnolinon se la sentono di stare lontano dagli amici), allareazione negativa dei professori (26% di francesi), odei famigliari (17% dei tedeschi) come anche alla dif-ficoltà di tale esperienza (18% di svedesi).

Un ultimo elemento che tira una linea netta didemarcazione nelle differenze tra le 6 culture ana-lizzate è il motivo dell’adesione al programmadi mobilità individuale. Per gli italiani è uno sti-molo alla crescita e alla conoscenza di un’altra cul-

9. UN ANNO ALL’ESTERO:DALL’ANGLOCENTRISMO ALLA VOLONTÀ DI ESSERE CITTADINI DEL MONDO

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tura. Tra i francesi e i tedeschi è prioritaria la moti-vazione professionale, per gli svedesi sembra piùuna sfida contro se stessi.

Un popolo storicamente di viaggiatori, noi italiani,eppure, in confronto ai nostri cugini europei, siamoil fanalino di coda nel cammino culturale versoun’apertura internazionale. Numerose variabili,dalla conoscenza delle lingue al desiderio di inte-grazione, dalla partecipazione a programmi di mobi-lità alla disponibilità a partire per trovare un lavo-ro, sono state prese in considerazione per calcolarel’indice di apertura all’estero2. Purtroppo gli ado-lescenti italiani si fermano a un punteggio mediopari a 27,5 su 100, mentre in Svezia si sale a 35,5,in Germania a 35,1, in Spagna a 35 in Polonia a29,3 e in Francia 29. Leggendo con più attenzioneil grafico dell’indice di apertura si nota inoltre chepunteggi positivi che decretano una reale propen-sione all’apertura (tra 40 e 60) si registrano soprat-tutto tra gli svedesi (35% del campione), i tedeschi(36%) e, in misura ancor maggiore, gli spagnoli(39%). In Italia siamo solo il 21%.

La volontà di diventare cittadini del mondo nasce dalprofilo caratteriale dei giovani europei. Ambiziosi,

2 Le variabili che compongono l’indice di apertura all’estero sono:• Come definiresti il tuo livello di conoscenza della lingua inglese?

(Discreto/Buono/Molto Buono).• Nel corso dell’intero ciclo di studi, dal primo anno della scuola su-

periore, quali lingue straniere extra-curriculari studi/hai studia-to? (una/ più di una).

• A quale delle due affermazioni ti senti più affine? (atteggiamentidi apertura/progressisti – voti 4-6).

• Quanto spesso ti capita di fare attività in lingua straniera? (Tutti igiorni o quasi/Spesso per ogni attività).

• Hai mai viaggiato all’estero? (con la famiglia/da solo o con amici).• Se pensi al tuo futuro, ti vedi..? (all’estero in Europa/in un paese ex-

traeuropeo economicamente sviluppato/ in un paese extraeuropeo invia di sviluppo).

• Quali sono i valori per te importanti oggi? (La spinta all’integrazione).• Hai partecipato ad attività di internazionalizzazione organizzate

a scuola?• Sei a conoscenza della possibilità di effettuare, durante la scuola su-

periore, un trimestre/semestre/anno scolastico all’estero? (sì, ho fre-quentato/sto frequentando/frequenterò un anno/semestre/trimestre).

NOTA: solo le risposte tra parentesi contribuiscono, seppur con pesi dif-ferenti, ad incrementare il valore dell’indice.

1. PAESE CHE VAI, CARATTERE CHE TROVI

GENERAZIONE I…N EUROPA: PIÙ DELLA METÀ DEGLI STUDENTI ITALIANI È CHIUSA VERSO L’ESTERO

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socievoli, simpatici, responsabili? È proprio il casodi dire “Paese che vai, cultura che trovi”: il profilocaratteriale degli studenti intervistati dall’Osserva -torio varia radicalmente da nazione a nazione.

In Germania, Svezia e Polonia i ragazzi si defini-scono soprattutto ambiziosi (27%, 26%, 29%). NeiPaesi latini ci definiamo invece più socievoli (29% inItalia e 26% in Francia) e simpatici (30% in Spagna).Gran simpaticoni si ritengono anche i ragazzi dellafredda e isolata Svezia (34%). La definizione “timi-do” non fa parte del profilo degli italiani, ma nean-che la parola “ottimista” né, sorprendentemente, laparola “creativo”.

I valori ritenuti più importanti da questi ado-lescenti sono: la famiglia, che è al primo posto pertutti, ma anche soldi e successo in Germania,Polonia, e Svezia, l’apertura alla conoscenza inItalia e Svezia, la volontà di farsi valere in Italia,Polonia e Spagna, la condivisione in Francia eSpagna.

Questa prima mappatura della percezione del séche hanno gli adolescenti dei 6 Paesi analizzatidall’Osservatorio riflette la propensione a contem-plare esperienze internazionali. Si evidenziano subi-to alcune accentuazioni: la voglia di avere successo edi farsi valere di tedeschi e polacchi, rispetto alla cen-tralità della relazione con gli altri più spiccata trafrancesi, italiani e spagnoli.

Il diverso humus culturale in cui crescono e la lorostoria li rendono inevitabilmente individui diversirispetto ai valori condivisi e alle priorità della vita:gli studenti tedeschi sono in generale più focalizzatial raggiungimento dell’obiettivo e credono anche nel-l’individualismo come mezzo per il successo, condi-videndo con i polacchi una maggior tensione ad emer-gere e alla competizione; nei francesi è più accentuatal’importanza di preservare le proprie radici senzache questo sia distonico con la loro spinta all’inte-grazione, mentre gli svedesi sentono più di altri laloro lingua non adeguatamente tutelata. Gli spagnolisono amanti del viaggiare, a favore della globalizza-zione, completamente avversi all’individualismo: sullacarta sono i più aperti e manifestano il loro interes-se e attenzione “all’altro”. Anche l’Italia mantieneevidente la sua peculiare attenzione all’identità socia-le, lasciando alla famiglia un ruolo centrale; la fami-glia e l’amicizia rimangono comunque i valori piùimportanti per tutti gli studenti.

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Diverso è il grado di esposizione alle altre culture, a par-tire dalle lingue diverse dalla propria. Un fattore che,assieme all’atteggiamento più o meno aperto dei geni-tori, determina atteggiamenti e aspettative diverserispetto al proprio futuro.

Primo dato fondamentale è la conoscenza dell’in-glese: molto bassa in Italia e in Francia, anche tragli adolescenti (rispettivamente solo il 35% e il 30% dicedi saperlo a un livello buono), per non parlare dei livel-li minimi della popolazione del loro Paese in generale,almeno secondo la loro percezione (buono solo il 7% e5%). Un gap generazionale si registra in Germania: se,secondo i ragazzi, un basso 21% della popolazione saparlare bene l’inglese, la percentuale si alza vertigino-samente al 67% tra i più giovani. Le percentuali più altesono tra gli svedesi: il 77% dei ragazzi lo parla bene cosìcome il 54% della popolazione . In medias res polacchi(40% e 16%) e spagnoli, più simili a noi (39% e 6%).

Al di là dell’insegnamento delle lingue straniere ascuola, assistiamo proprio a un diverso grado di espo-sizione nel vissuto di ogni giorno a seconda del Paese:se un po’ tutti gli adolescenti ascoltano canzoni inlingua straniera, gli italiani difficilmente guardanofilm, leggono giornali o libri che non siano nellanostra madrelingua. In altre nazioni, invece, vengo-no trasmessi film, programmi e quant’altro in linguaoriginale, soprattutto in Svezia e in Germania.

Se un po’ tutti ascoltano quindi musica in linguastraniera (interessante che le percentuali più basse –82% – si registrino nel Paese in cui si utilizza mag-giormente la lingua inglese, la Svezia e le più alte –94% – tra gli italiani), la forbice tra i Paesi latini e glialtri si distingue nettamente in altre voci: l’85% deglisvedesi, il 52% dei tedeschi e il 44% dei polacchi vedetutti i giorni o spesso film in lingua straniera, men-tre lo fa solo il 27% degli italiani e il 36% degli spagnolie dei francesi. Inoltre l’86% degli svedesi guarda pro-grammi tv in lingua straniera (46% i tedeschi, 43%i polacchi), mentre da noi solo il 38%, perché in Italiale trasmissioni sono tutte doppiate.

Se è più facile dialogare via internet con amici ditutto il mondo, questo accade sicuramente per gli ado-lescenti svedesi e tedeschi (quasi tutti i giorni rispet-tivamente per il 66% e il 63%), mentre in Italia e inPolonia lo fa solo un terzo dei ragazzi (34% e 35%). LaPolonia è il fanalino di coda alla voce “frequentare per-sone straniere” (13%), attività dove invece le percen-tuali si alzano molto in Italia, grazie alla massiccia pre-senza di studenti di altri Paesi nelle nostre classi (51%),segnando il dato più alto dopo la Germania (67%) tra i6 Paesi presi in considerazione dalla ricerca.

L’altro fattore che incide sull’apertura internazio-nale di questa giovane generazione, affinché diventiuna “Generazione i”3, è l’atteggiamento dei genitoriverso i propri figli e curiosità verso le altre culture.

Nonostante alcune diversità negli stili di vita imodelli educativi famigliari non sembrano peròessere molto differenti secondo la percezione deiragazzi: il 60% descrive la propria famiglia aperta, conun’accentuazione del 70% in Svezia e Germania e unacontestuale minor presenza di famiglie tradizionaliste(15% e 19%). Di certo gli aspetti legati al tipo di eco-nomia del Paese, la sua collocazione geografica, il benes-sere della popolazione agevolano o meno la mobilità,abbattendo sia i confini geografici, sia quelli culturali.

È logico pensare che la storia e la condizione eco-nomica del Paese spieghino anche i timori dei giova-ni: se in Spagna la crisi economica rende gli studentinon tanto timorosi della precarietà – come in Italia –ma principalmente di non trovare un lavoro, vedendo

2. IL MONDO È TROPPO GRANDE PER I LATINI; LA CONTAMINAZIONE CULTURALE È UNA REALTÀ PER GLI ALTRI

3 “Generazione i” è il termine utilizzato nella ricerca del 2012 dell’Os -servatorio per indicare i giovani che presentano atteggiamenti e com-portamenti di maggiore apertura verso l’estero. La lettera “I” indica al-cuni aggettivi come “internazionali” o “interculturali”.

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vanificare gli sforzi fatti per raggiungere un adegua-to livello di istruzione, in Polonia è invece forte la per-cezione della necessità di conoscenze per trovare unbuon posto di lavoro.

La percezione di precariato degli studenti in Spagnaè pari a quella degli studenti in Germania, nonostantelo scenario economico sia completamente diverso.

In Germania e Polonia la scuola risponde a que-sti timori, attivando collaborazioni che possano esse-re uno stimolo e un aiuto per l’inserimento delmondo professionale degli studenti: collaborazionicon aziende, con esponenti istituzionali, con altri isti-tuti dello stesso territorio.

Entrando nel dettaglio delle risposte, le mammee i papà tedeschi e svedesi di certo non desideranoche i loro figli siano mammoni: il 69% e il 70% di lorolascia al figlio la scelta di come vivere il proprio futu-ro. Tanto per cambiare, fanalino di coda sono gli ita-liani (55%), staccati di poco dai francesi (59%), spa-gnoli e polacchi (62%).

All’opposto i genitori italiani si distinguono nellospronare i ragazzi a viaggiare e a fare esperienze diver-se (17%). I genitori francesi e quelli polacchi, a dettadei loro figli, sono invece i più tradizionalisti (29%).

L’indagine rileva poi altri elementi che sono legatialla contingenza o culturali e che di fatto possono con-dizionare e agevolare l’apprendimento della lingua:Svezia e Germania sono i Paesi dove è più alta la per-centuale degli studenti che hanno già viaggiato all’e-stero con la loro famiglia, 90% e 83%. Oltre a ciò, se inGermania è alta anche la percentuale di coloro chehanno già fatto un’esperienza di viaggio all’estero dasoli o con amici, in Svezia è elevatissima la percentualedi coloro che hanno addirittura vissuto all’estero conla propria famiglia (anche se solo per pochi mesi).

Il 60% dei genitori italiani ha portato i propri figliall’estero per un viaggio. Peggio di noi i polacchi(58%) e gli spagnoli (57%) – quando però si tratta dilasciar viaggiare da soli i propri figli, emerge illato “chioccia”: solo il 33% ha lasciato partire i pro-pri pargoli da soli per un’esperienza all’estero, con-

tro il 59% dei tedeschi, il 44% degli spagnoli, il 42%degli svedesi e il 41% dei polacchi.

I francesi si distinguono nella categoria dei viaggid’istruzione all’estero: vi hanno partecipato il 65% degliintervistati, seguiti a ruota dai tedeschi (62%). Le metepreferite: Germania, Inghilterra, Italia, Slovacchia eSerbia.

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Si ribalta la situazione per quanto riguarda i pro-grammi di studio all’estero (incluse le vacanze stu-dio): primeggiano gli italiani (21%), che distanzianobene i francesi e i tedeschi (15% e 12%). Le mete? Le clas-sicissime Gran Bretagna, Irlanda, Francia, Germania.

A fronte del quadro sopra delineato, come differi-scono i livelli di propensione degli adolescenti di que-sti sei Paesi a fare i bagagli pur di accumulare nuovecompetenze o iniziare una carriera lavorativa?

Immaginare una vita all’estero è difficile per tutti.D’altro canto, sono forti le paure per il futuro tali dafar mettere in conto questa possibilità: tedeschi espagnoli temono che la laurea poco servirà per tro-vare un impiego (33% e 41%). Un timore molto gran-de per gli Italiani (più che per gli altri) è la preca-rietà (27%). Per i polacchi è uscire dal Paese pertrovare lavoro (23%). Svedesi e francesi non hannole idee ben chiare (17% e 21%).

Nonostante questi timori, è abbastanza omoge-nea tra gli adolescenti dei vari Paesi la convinzio-ne che il proprio futuro sarà comunque in patria,con picchi in Germania (68%). Questa stanzialità sidistingue come un tratto comune tra i diversi inter-vistati, probabilmente legato alla fase adolescenzialee al forte legame che si ha con la famiglia e gli amici,proprio a questa età.

Diversa è però l’accettazione del fatto che unperiodo di vita all’estero dovrà essere contemplatoalmeno per un breve periodo: le percentuali piùalte sono tra i ragazzi dei Paesi che più stannosoffrendo la crisi economica – l’Italia (89%) e laSpagna (86%). Diverse le ragioni tra Paese e Paese:per motivi di lavoro, cogliendo l’occasione perapprendere una professione e far carriera soprat-tutto per italiani e spagnoli, per un maggior benes-sere economico i polacchi, per conoscere il mondo ifrancesi, i tedeschi e gli svedesi.

E quando “estero” diventa l’Italia?L’Osservatorio quest’anno ha voluto indagare anche

3. UN LAVORO ALL’ESTERO? SCARTATO DACHI GIÀ VIVE L’INTERNAZIONALIZZAZIONE, ACCETTATO DAI LATINI “MAMMONI” PIÙPER NECESSITÀ CHE PER VOCAZIONE

4. L’IMMAGINE DELL’ITALIA ALL’ESTERO

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quale sia la percezione del nostro Paese presso gliadolescenti europei, per misurare il suo grado diappetibilità e identificare le leve che spingerebberoun giovane a scegliere il nostro Paese per studio olavoro. Risultato: l’Italia non è certo in cima alla clas-sifica delle mete preferite dagli studenti (ha vittoriafacile il mondo anglosassone), ma se dovesse realiz-zare una proposta pubblicitaria per attirarli, dovreb-be puntare non solo sulla nostra tradizione culinaria,ma anche sullo stile di vita, la storia, il clima, il pae-saggio e soprattutto sugli italiani, che suscitano sen-timenti positivi come amore e felicità.

Stereotipi e pregiudizi la fanno da padroni nelmomento in cui si chiede agli studenti di indicare lacaratteristica principale dei Paesi che potrebberoprendere in considerazione per vivere e/o lavorare.La Cina viene associata alla dittatura, il Sudafrica e ilBrasile al pericolo, l’Australia alla natura. Solo gli USAvengono indicati per la capacità di saper premiare ilmerito e sono visti come la terra delle opportunità.Insomma, una visione in bianco e nero che si fermaalla punta dell’iceberg4 e non coglie gli elementi distin-tivi e più interessanti che ogni Paese può offrire.

Volendo guardare alla parte nascosta dell’iceberg,l’immagine dell’Italia che hanno gli adolescenti euro-pei intervistati fortunatamente non si limita ai clas-sici “pizza e mandolino”: la sua storia, le bellezzenaturali, la vivibilità sono gli elementi che più attrag-gono. Non sono neanche tanto basse le percentualidi chi ritiene che sia un Paese che offre numeroseopportunità agli studenti. All’opposto degli USA, ilnostro Paese viene visto come una realtà che nonpremia i migliori.

Quali motivazioni spingerebbero uno studenteadolescente europeo a scegliere l’Italia come metaper un anno di studi? Il clima, i paesaggi e la natu-ra per il 37%, per imparare la nostra lingua (29%),ma anche, classicamente, per il cibo (28%). Seguonoa ruota motivazioni legate al desiderio di conoscereun’altra cultura: “sento l’Italia piuttosto lontanadalla mia cultura e desidererei conoscerla meglio”(12%) e “per gli italiani” tout court (12%).

4 La metafora dell’Iceberg viene utilizzata per descrivere il concetto dicultura. La parte che emerge dall’acqua indica quegli aspetti della cultu-ra immediatamente visibili (lingua, abitudini alimentari, forme artistiche,ecc..), mentre la parte sommersa indica gli aspetti invisibili o inconsape-voli (relazioni famigliari o interpersonali, percezione del tempo e dellospazio, senso del brutto e del bello, ecc.).

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Il 2012-13 per Intercultura è stato un altro annopositivo sul piano nazionale con qualche preoc-cupazione derivante dalla situazione internazio-

nale. Nonostante la crisi economica continuiamo nelnostro percorso di crescita e qualità.

Innanzitutto registriamo un incremento significati-vo delle iscrizioni ai nostri concorsi (da 4.178 a 6.341,pari a un aumento di oltre il 50%). Ciò dimostra il cre-scente apprezzamento verso il progetto che proponia-mo, ci consente di essere più selettivi e di garantire unapiù alta qualità dei nostri borsisti. Il boom delle iscri-zioni è dovuto a diverse ragioni tra le quali anche la gra-ve crisi economica che probabilmente rende più appe-tibili le prospettive di trasferirsi all’estero per trovarelavoro. Tuttavia la crescita è anche il frutto della gran-de visibilità di cui gode l’Associazione sia attraverso lapresenza capillare sul territorio con ben 147 centri localie 3.406 volontari, sia grazie alle attività culturali pro-mosse dalla Fondazione. A fronte dell’importante fe-nomeno di crescita, Intercultura ha dimostrato anchecapacità di gestire il successo, sia nei numeri sia nellaqualità. Le accoglienze hanno infatti raggiunto le 470ospitalità annuali e gli invii sono stati ben 987. Quantoalla qualità, è molto significativo il fatto che alla fine delmese di luglio a tutti i ragazzi stranieri destinati al no-stro Paese fosse stata assegnata la famiglia e che i li-velli di soddisfazione dei partecipanti ai programmi ri-mangano elevati. Un altro aspetto rilevante è costituitodal lavoro di preparazione delle famiglie e degli studentistranieri svolto dai nostri centri locali che incide signi-ficativamente sulla qualità dell’esperienza dei ragazzi.

Molteplici sono i motivi di questo successo. Innanzituttola crescita di un volontariato formato e consapevole del-la mission dell’organizzazione, che si assume forti re-sponsabilità gestionali a livello locale e comincia ad “usci-re allo scoperto”, superando quella cultura un po’ da"gruppo di amici" che lo caratterizzava in passato, per di-ventare interlocutore della scuola e delle istituzioni cit-tadine. Anche quest’anno abbiamo aperto 9 nuovi cen-tri locali e i volontari iscritti sono aumentati del 5%.

In secondo luogo, la stabilità dello staff professio-nale che accresce le sue competenze di anno in an-no. Quasi tutte le figure professionali che hanno in-carichi di coordinamento dei vari settori della sedenazionale lavorano per Intercultura da oltre 15 an-ni, un dato raro nelle organizzazioni di volontariatodove il turnover tende ad essere elevato.

In terzo luogo, le giuste scelte strategiche, in par-ticolare quella di anticipare la crisi di certi paesi por-tanti del network avviando una diversificazione geo-grafica dei programmi di scambio che oggi sta dandoi suoi frutti. Meno di un terzo delle partenze sono og-gi rivolte a Stati Uniti e Canada mentre aumentanoquelle per Asia, America Latina, Europa dell’Est.Questa diversificazione – che continuiamo a perse-guire – è molto importante e ci consente di reagiremeglio di altri partner a situazioni di crisi nel network.

Infine, la solidità economico-finanziaria dell’Asso -ciazione è un fattore molto importante. Tra l’altro ciha consentito, grazie alla fiducia di molti sponsor, diassegnare 1.161 borse di studio su 1.704 studenti inpartenza: un risultato poderoso in tempi di difficoltàeconomiche. A ciò si aggiunge finalmente anche un ri-conoscimento importante del valore degli scambi cul-turali da parte del Ministero dell’Istruzione con la for-malizzazione il 10 aprile scorso delle “linee di indirizzosulla mobilità. Ciò conferma lo straordinario patrimo-nio di relazioni che Intercultura ha costruito con le isti-tuzioni educative. In questo scenario ricco di risultatiimportanti, rimane la preoccupazione per la fragilitàdelle reti internazionali AFS ed EFIL che stentano afare scelte chiare per il futuro, cercando di tenere in-sieme associazioni nazionali che hanno una visione di-versa e divergente del progetto educativo intercultu-rale e del suo ruolo nella società. Abbiamo ancora delleriserve sulla capacità di tenuta della rete internazio-nale AFS, timori per la debolezza gestionale dei duepartner maggiori (Stati Uniti e Germania) e frustra-zione per la mancanza di scelte chiare e tempestive suiprogrammi cui dare priorità in futuro. Tuttavia ci sfor-

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Relazione del Presidente del Consiglio di Amministrazionesull’anno 2012-2013 dell’Associazione Intercultura

Divulgare un modelloportatore di valori

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ziamo di essere ottimisti e ci concentriamo su alcunirecenti segnali incoraggianti – quali tra gli altri la crea-zione di una funzione di direttore dei programmi sco-lastici a New York – che sembrano riportare al centroi contenuti interculturali dei programmi e rivalutarel’importanza dei rapporti con le istituzioni educative.

Non ci dobbiamo stancare di fornire il nostro so-stegno alla rete internazionale, come già facciamo insvariati modi: con i nostri rappresentanti nelle variesedi internazionali, mediante le collaborazioni con glialtri partner, attraverso le borse di studio per stu-denti provenienti dall’estero. Il lavoro da fare a livel-lo internazionale rimane ancora molto e Interculturanon farà mancare il proprio contributo e non si sot-trarrà alle proprie responsabilità. Il nostro dovere èquello di continuare a sostenere e stimolare la reteinternazionale, soprattutto in questo momento di cri-si, influenzandone positivamente la condotta, se ne-cessario anche con critiche costruttive. Inoltre dob-biamo essere orgogliosi di appartenere a un networkricco di storia e tradizione come quello di AFS chenel 2014 festeggerà il centenario.

Intercultura è consapevole delle responsabilità chederivano dal proprio successo e dal proprio ruolo dileadership non solo a livello internazionale nell’ambi-to del nostro network ma anche in Italia. Ciò sia nel-l’ambito del nostro ruolo specifico di operatore inter-culturale sia in senso più ampio, dato il momento difficileche il nostro Paese sta vivendo. Quanto all’ambito in-terculturale è importante che Intercultura continui aesplorare, a sperimentare, a essere all’avanguardia, asognare. Un bell’esempio è costituito dal programmadegli scambi di classe. Questo programma oggi pur-troppo non ha grande successo di numeri, ciò non pernostra colpa quanto per oggettive difficoltà dei sistemiscolastici a gestire la complessità, la logistica e le re-sponsabilità tipiche di tali programmi. Tali difficoltànon sono semplici da superare. Tuttavia, proviamo aimmaginare cosa potrebbe rappresentare una cresci-ta significative di esperienze collettive come gli scam-bi di classe per l’Europa, alla ricerca di un’identità, o peril bacino del Mediterraneo, dove la comprensione in-terculturale sembra impossibile. I benefici ricadreb-bero poi anche sulla scuola italiana. Infatti una taleesperienza potrebbe essere molto forte per i ragazzima anche ridare orgoglio a insegnanti che amano lascuola e la cui passione viene spesso mortificata.

Per quanto riguarda invece l’Italia, la storia di suc-cesso di Intercultura si contrappone alla crisi gene-

ralizzata che stiamo vivendo: crisi economica, crisidella politica e della classe dirigente, crisi di valori.Intercultura è la dimostrazione che quando si hannodei valori condivisi forti, un gruppo di persone puòfare “miracoli”. Dobbiamo essere orgogliosi di esse-re il partner di maggior successo del network, nonsolo da un punto di vista economico (e non è poco) maanche da un punto di vista di modello proposto. Questodeve essere di esempio, di incoraggiamento e di stimoloper la situazione più generale dell’Italia. Interculturaè una delle tante realtà – associazioni di volontaria-to, culturali, aziendali – che rappresentano la partemigliore del paese e che dobbiamo far riemergere.Ce ne sono tante, occorre riscoprirle, sostenerle, por-tarle ad esempio al resto del paese.

Come già detto nella relazione dello scorso anno, inItalia Intercultura ha la responsabilità di continuarea divulgare il proprio modello portatore di valori.Abbiamo il privilegio di interagire con la parte miglio-re del nostro paese: i giovani talenti che ci vengono af-fidati e ai quali forniamo una straordinaria opportu-nità di crescita, le famiglie ospitanti che testimonianogenerosità e apertura mentale aprendo le loro case, inostri volontari la cui passione è ingrediente insosti-tuibile nella ricetta vincente di Intercultura.

In sintesi abbiamo l’opportunità di valorizzare al-cune tra le componenti più sane, più meritevoli e dimaggiore potenziale della nostra società. Ciò signifi-ca avere la responsabilità di contribuire direttamen-te al miglioramento della medesima.

Marco MagnaniPresidente dell’Associazione Intercultura onlus

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L’ Associazione Intercultura Onlus si era datacinque priorità per l’anno concluso al 31 ago-sto 2013. Vediamole una per una con i risul-

tati conseguiti.

1. Aumentare la conoscenza del progetto edu-

cativo di Intercultura da parte di staff, volontari

e istituzioni scolastiche, attraverso la formazio-

ne interculturale e la diffusione delle attività/ri-

cerche della Fondazione

L’anno 2012-2013 è stato dedicato alla formazione in-terculturale dei volontari, con l’istituzione dei respon-sabili di zona per la formazione interculturale e la con-duzione di giornate di formazione riservate airesponsabili sviluppo e formazione dei Centri locali.Anche i programmi dei seminari regionali ed i manualidi formazione sono stati aggiornati per tener conto diquesta priorità e perciò hanno dato più spazio alla for-mazione interculturale, collegandosi allo “InterculturalLink Learning Program” avviato dall’AFS.

2. Sostenere la rete internazionale AFS ed EFIL

Intercultura è stata presente in modo autorevole a li-vello internazionale. In particolare Carlo Fusaro è tuttoramembro del Board of Trustees dell’AFS; Simone Caporaliè consigliere dell’EFIL; Giulio Putti fa parte della com-missione internazionale per l’informatica; FrancescoFratagnoli del Program Working Group; Andrea Franzoidella commissione internazionale per lo sviluppo del vo-lontariato; Flaminia Bizzarri ha partecipato al ForumIntercultural Learning a Vienna; Marco Tosi ha parte-cipato al Convegno sui rapporti con le scuole e sui pro-getti scambio di classe in Serbia. Grazie alla collabora-zione con la Fondazione CRT quattro stagisti italianisono all’opera presso le sedi AFS ed EFIL di Amburgo,Bruxelles, New York e Vienna. Le borse di studio perstudenti provenienti dall’estero sono state 31, tra que-ste una è stata assegnata per la prima volta alla Bulgaria.

3. Semplificare i processi operativi dell’Associa -

zione

Una Commissione di volontari ha affrontato la que-stione della semplificazione dei processi di selezionesenza intaccarne la qualità. Tutte le azioni previste so-no state attuate e apprezzate dai Centri locali che han-no partecipato alla fase pilota, così come dallo staff coin-volto e dalle Commissioni Nazionali Borse di Studio.Le innovazioni sono state estese a tutta l’Associazione.

4. Promuovere la diversificazione dei programmi

di scambio, garantendo un equilibrio economico

e una vasta offerta di borse di studio

Il lavoro dei Centri locali sulla differenziazione delledestinazioni conferma i buoni risultati dell’anno prece-dente, con un’ottima crescita dei candidati in partenzaper un anno in Asia (+25%), in America Latina (+20%)e nell’Europa dell’Est (+30% rispetto al numero deipartenti 2012). Di particolare rilevanza è la crescita delprogramma in Cina, grazie alle nuove possibilità offertenelle scuole residenziali, che ha permesso di accettare77 studenti, contro i 47 partenti dell’anno precedente.L’offerta di borse di studio è quasi inalterata.

5. Aumentare la soddisfazione dei partecipanti

ai programmi

Il sistema di rilevazione AFS (Customers’ ServiceEvaluation) indica un lieve calo nella soddisfazione del-le famiglie ospitanti (dal 75% del 2011 al 72% del 2012)e un incremento in quella delle scuole (dal 73% all’82%).La preparazione delle famiglie ospitanti si è svolta at-traverso quattro o più incontri nell’82% dei casi (con-tro il 74% del ciclo precedente). I Centri locali hanno rea-lizzato incontri per studenti stranieri (l’82% dei Centriha organizzato quattro o più incontri).

Per quanto riguarda invece la soddisfazione deglistudenti italiani all’estero, il 93% degli studenti si di-

Visibilità, volontariato e programmi in crescita in una situazione

internazionale incertaRelazione della Segreteria Generale sull’anno 2012-2013

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chiara pienamente soddisfatto dell’esperienza e benil 91% raccomanderebbe Intercultura ad altri. Glistudenti mostrano grande apprezzamento per le ini-ziative di preparazione organizzate dai volontari ita-liani (81%). Anche le valutazioni degli incontri diorientamento all’estero sono positive (71%).

Più scarsi sono i risultati in alcune aree specifi-che: solo il 58% dichiara di comprendere il sistemadi ripartizione dei costi di Intercultura e della di-versificazione delle quote di partecipazione. Al 63%è il grado di soddisfazione relativo al materiale pre-paratorio inviato dai Paesi ospitanti.

Queste priorità erano state ulteriormente precisa-te attraverso alcuni obiettivi quantitativi:

1. Consolidare le iscrizioni al concorso in alme-

no 4300 unità

Le iscrizioni sono aumentate da 4178 a 6341. L’ottimolavoro di promozione ha portato a un incremento del51,7% (di cui il 27,6% per le iscrizioni Intercultura e il114% per quelle aziendali), anche in seguito all’impre-visto e straordinario successo delle Borse di Studio of-ferte dalle Banche del Gruppo Intesa Sanpaolo. A fron-te di un’offerta stabile di posti all’estero da parte deinostri partner, l’ampia base di candidati ha portato a unaumento delle assegnazioni per il programma annualee una sostanziale stabilità per gli altri programmi.

2. Accogliere 500 studenti per il programma

annuale 2013-2014

Anche quest’anno le famiglie italiane hanno aderitoall’invito di Intercultura ed hanno offerto la loro ospi-talità prontamente: alla fine del mese di luglio tuttii ragazzi esteri destinati al nostro Paese per l’anno sco-lastico 2013-2014 avevano avuto assegnata la loro fa-miglia. Inoltre Intercultura ha potuto offrire altredieci ospitalità a giovani che l’Associazione tedesca(cui erano stati destinati) non era stata in grado diaccogliere. L’obiettivo delle 500 ospitalità annuali nonè stato raggiunto perché non sono pervenute dall’e-stero sufficienti richieste per l’Italia.

3. Inviare all’estero 880 studenti per il programma

annuale 2013-2014

L’obiettivo è stato ampiamente superato e sono par-titi per l’estero ben 987 studenti.

4. Istituire 5 nuovi Centri locali

Sono stati aperti 9 Centri locali: Grosseto, Lovere-Boario, Adria, Patti, Palermo 2 (dalla divisione delCentro locale di Palermo), Torino Sud (dalla divisio-ne del Centro locale di Torino), Sanremo, SessaAurunca e Carbonia-Iglesias.

5. Aumentare del 5% il numero dei volontari

attivi e delle figure chiave

Il numero dei volontari iscritti all’Associazione è au-mentato da 3232 a 3407 (+ 5%), mentre il numerodei volontari che ricoprono incarichi-chiave è passa-to da 730 a 792.

6. Aumentare del 5% il numero dei soci

Al 31 agosto 2013 i soci in regola sono 2091 rispettoai 1876 dell’anno scorso, con una crescita pariall’11,82%.

7. Organizzare la giornata del dialogo intercul-

turale in almeno 100 Centri locali

I Centri locali che hanno festeggiato la giornata deldialogo interculturale il 26 settembre 2012 sono stati73, un numero inferiore al 2011 (81), ma caratterizza-to da una maggiore qualità delle iniziative realizzate.

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1. Preparazione e assistenza

In questo settore gli sforzi principali sono stati ri-volti a migliorare la qualità dell’assistenza cheIntercultura offre ai suoi partecipanti, in particola-re alle famiglie ospitanti, agli studenti stranieri, chevengono accolti nei Centri locali, e agli studenti ita-liani in partenza per un programma all’estero. Il pro-getto Rosetta Stone, e cioè il corso di lingua a di-stanza offerto da Intercultura a tutti gli studentiesteri selezionati per venire in Italia, è stato moltoapprezzato da volontari e dai partner AFS esteri edha visto la partecipazione del 65% degli studenti ospi-tati per il programma annuale e del 72% degli stu-denti ospitati per un semestre.

Gli assistenti degli studenti ospitati per il pro-gramma annuale sono stati identificati entro il 23 ot-tobre 2012. Il 78% di essi ha registrato più di 4 con-tatti mensili con lo studente affidato alle sue cure,con un lieve calo rispetto all’83% dello scorso anno.Complessivamente sono stati registrati 3958 con-tatti, contro i 3742 dello scorso anno.

Per quanto riguarda invece la preparazione dellefamiglie ospitanti, la consueta analisi a campione fa

emergere che è consistita in 4 o più incontri nell’82%dei casi (contro il 74% del ciclo precedente). Il nuovo ma-nuale sui “Percorsi di formazione” ha inoltre aiutato iCentri a realizzare gli incontri per gli studenti stra-nieri (l’82% dei Centri ha organizzato 4 o più incontri).

Per gli studenti italiani in partenza per l’estero èstato confermato il corso di preparazione con ses-sioni specificatamente studiate per chi si reca in Asia,in Africa o in America Latina. Sono stati organizza-ti incontri nazionali in presenza per i partecipanti aprogrammi in Asia e in Africa per programmi an-nuali o semestrali e altri on-line per i candidati di-retti in America Latina o in Africa. I corsi sono sot-toposti a costante revisione per migliorarne l’impattosull’esperienza degli studenti italiani.

Per gli studenti rientrati da un anno all’estero sonostati organizzati 11 incontri regionali di “Narritorno”per i quali è stato riproposto il metodo basato sull’o-rientamento narrativo. La partecipazione è stata del52% (contro il 50% dell’anno precedente).

2. Dati numerici

Dopo l’ottima crescita nel programma di ospitalitàannuale nel 2011-12 (oltre il 10% in più rispetto al-l’anno precedente), la mancanza di candidati dispo-sti a venire in Italia non ha permesso di raggiunge-re l’obiettivo previsto dal Piano Triennale. Non èstato possibile evitare una lieve flessione di quasitutti i programmi (tranne l’estivo) nonostante la sca-denza flessibile offerta ai paesi partner e la disponi-bilità ad accettare studenti destinati alla Germaniaper il programma annuale e non accolti in quel Paese.

Per i programmi di invio all’estero l’obiettivo eradi confermare i buoni risultati dell’anno preceden-te, ma questi sono stati ampiamente superati, so-prattutto per il programma annuale. La crescita èstata possibile grazie all’apertura del programma inscuole residenziali con la Cina e alla maggiore di-sponibilità dei paesi dell’America Latina e dell’EstEuropa ad accogliere i nostri candidati. Il numerodi partenti per il programma annuale in Asia, AmericaLatina e Est Europa è in crescita di oltre il 20% perognuna di queste aree geografiche. Da rilevare cheper il primo anno alcuni studenti italiani partecipa-no a un programma annuale in Bosnia e Erzegovina,Polonia e Repubblica del Sudafrica. Stabili o in leg-gero calo i programmi più brevi.

Il totale delle iscrizioni per la partecipazione aiprogrammi di intercultura è passato da 4178 delloscorso anno a 6341 di quest’anno, segnando un au-mento del +52%.

Questa crescita è avvenuta sia nei Centri localidell’Associazione (con un incremento del 28%: 3844contro le 3013 dell’anno precedente) che per le bor-se aziendali (2497 contro 1165 dell’anno preceden-te). Quest’ultimo risultato è stato determinato so-

I PROGRAMMI DI INTERCULTURA

PROGRAMMA OSPITALITÀ 2012/2013 OBIETTIVO 2013/2014 2013/2014

Annuale 470 500 467Semestrale 86 80 72Trimestrale 55 55 52Bimestrale 110 100 97Estivo 30 60 55

TOTALE 751 795 743

PROGRAMMA 2012-2013 OBIETTIVO PARTENTI VARIAZIONE INVIO 2013-2014 2013-2014 SU 2012-2013

Annuale 859 880 987 +15%Semestrale 121 120 118 -2%Trimestrale 85 100 83 -2%Bimestrale 118 110 107 -9%Estivo 423 410 409 -3%

TOTALE 1606 1597 1704 +6%

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prattutto dall’imprevisto e straordinario successodelle borse di studio offerte dalle Banche del GruppoIntesa Sanpaolo.

3. Gli scambi di classi

L’obiettivo era di realizzare 40 scambi di classe ef-fettivi, ma a fronte di circa 250 richieste di informa-zione ricevute dalle scuole italiane, sono stati realiz-zati solo 22 scambi in invio e 29 in ospitalità in 26centri locali dell’Associazione. Gli studenti che han-no partecipato agli scambi sono stati 814 (421 stu-denti stranieri ospitati, 393 italiani all’estero) ac-compagnati da 158 insegnanti (78 docenti italiani, 80docenti esteri).

Le iniziative per promuovere questo programmasono state molte, da quelle più consolidate comel’informativa a tutte le autorità diplomatiche con cuiè in contatto Intercultura alla valorizzazione nei me-dia (in circa 50 articoli su stampa locale e in tutti glistrumenti informativi di Intercultura). A Dicembre2012 è stato condotto un web seminar che ha vistola partecipazione di 186 docenti e soci di Interculturae una valutazione di gradimento del 95,4%. Per sen-sibilizzare e impegnare meglio i volontari a propor-re questo programma, che al momento sembra più af-fidato al personale dell’ufficio, è stato organizzatoun gruppo di lavoro che ha elaborato alcuni sugge-rimenti che sono stati recepiti nel piano di lavoro delprossimo anno.

Va segnalata una buona diversificazione delle de-stinazioni che hanno incluso Bulgaria, Croazia, Israele,India, Russia, Romania, Serbia, Slovacchia ed hannoconsolidato la collaborazione con alcuni partner AFS.

4. Informatizzazione e semplificazione

dei processi

L’Associazione si era proposta di promuovere l’i-scrizione attraverso Internet di tutti i partecipanti(candidati e famiglie ospitanti), evitando il proble-ma delle comunicazioni smarrite e velocizzando lacomunicazione dei risultati del test, sperimentandoforme nuove e meno gravose di selezione in alcuniCentri pilota che si segnalino per l’alto numero diiscrizioni e valutando, aggiornando il sistema infor-matico per la gestione dell’assistenza, secondo quan-to proposto dall’AFS.

Tutte le azioni previste sono state realizzate conoltre il 90% delle iscrizioni pervenute on-line e il 100%dei fascicoli compilato on-line. Di particolare rilievoil lavoro della Task Force sulla semplificazione del-le selezioni, che ha sperimentato come gruppo pilo-ta alcune modifiche che sono state estese a tutti iCentri locali ed ha proposto nuove modifiche per rag-giungere l’obiettivo di un processo di selezione con iltrasferimento cartaceo dei soli documenti legali (co-siddetto processo paperless).

1. Dati

Un primo obiettivo dell’Associazione era quello disostenere la crescita e lo sviluppo del volontariatodal punto di vista numerico e qualitativo, concen-trando l’attenzione sulle aree geografiche più debo-li e ad alto potenziale, garantendo un equilibrio tra lacomponente adulta e quella giovane: identificare i

LO SVILUPPO DEL VOLONTARIATO E DELLE RISORSE PROFESSIONALI

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Centri che non hanno tutte le figure chiave; aprirealmeno 5 nuovi Centri; realizzare due scambi di vo-lontari con altri Partner strategici, facendo parteci-pare almeno due insegnanti ad ogni scambio; favo-rire la diversificazione dei volontari che partecipanoad attività nazionali e internazionali.

Alla fine dell’anno 108 Centri locali hanno le fi-gure chiave distinte. Sono stati aperti i Centri lo-cali di Sarno, Vulture-Alto Bradano, Conegliano,Montebel-luna, Foligno e Teramo. È stato ospitatoun gruppo di volontari dalla Cina a Roma nel mesedi novembre e un gruppo di volontari giapponesidelle zone colpite dal terremoto a Brescia semprein novembre. È in avvio nel mese di agosto unoscambio di volontari tra l’Italia e l’India (progettoHOW): sei volontarie italiane saranno ospitate daivolontari indiani, che renderanno la visita a gen-naio 2013.

I soci in regola sono 1876 rispetto ai 1838: la cre-scita è stata dell’2%. Sono stati coinvolti in attivitàdi arrivi e partenze di borsisti 450 volontari: 79 han-no accompagnato a destinazione gruppi di studentisu voli internazionali. Ulteriori 130 hanno parteci-pato a commissioni nazionali o a stage presso la se-greteria generale dell’Associazione.

2. Formazione

La partecipazione ai seminari regionali è aumentata del6%. Nei seminari regionali di settembre e marzo sonostati trattati gli argomenti della responsabilità del vo-lontariato nello svolgimento delle attività dell’Associazione,dell’educazione interculturale, della comunicazione edella specificità del progetto di Intercultura. All’incontrodi formazione per i Presidenti di Centro riconfermatiha partecipato il 58% dei Presidenti. Sono stati 93 iResponsabili invio che hanno partecipato al seminarionazionale a loro dedicato nell’ottobre 2012, mentre 156i volontari (Presidenti o Responsabili sviluppo e for-mazione) intervenuti a Firenze al Convegno organiz-zato dalla Fondazione “Il corpo e la rete. Strumenti diapprendimento interculturale”. In generale le valuta-zioni dei partecipanti ai seminari sono state positive ehanno confermato i valori dell’anno precedente.

Il 52% dei borsisti rientrati da un programma an-nuale all’estero ha partecipato a settembre 2012 adun incontro di un fine settimana (Narritorno) orga-nizzato in ogni zona con l’obiettivo di acquisire stru-menti e competenze per migliorare il reinserimen-to alla fine dell’esperienza.

Il 60% degli assistenti degli studenti stranieri ospi-tati in Italia ha partecipato ad un incontro di forma-

2012 2013

Soci in regola 1876 2089

Totale soci 3232 3407

Figure chiave 730 792

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zione sul proprio ruolo, organizzato a livello localein collaborazione tra più Centri locali.

È stata costituita una Commissione di volontariche si occuperà dell’individuazione delle esigenzeformative dei volontari.

3. Pubblicazioni e manuali

È stato pubblicato mensilmente QUIC con la possi-bilità di riceverne una copia cartacea oppure di usu-fruire della sola versione online.

Il piano di aggiornamento dei manuali di forma-zione prevedeva la ristampa di: Manuale Paesi. Aggiornamento del testo “Piogge acide e scara-

faggi fritti” alla luce del nuovo AFS InterculturalLink Program.

Schede Formative sulla Raccolta Fondi. Manuale delle Selezioni. Manuale Ricerca Famiglie.

Tutti i manuali e le pubblicazioni sono stati pub-blicati regolarmente tranne: Aggiornamento del testo “Piogge acide e scara-

faggi fritti”. Schede Formative sulla Raccolta Fondi.

4. Il Golden Club

Lo strumento di raccordo con gli ex-borsisti diIntercultura è il Golden Club. Esso è stato costituitonel 2000 con lo scopo di riunire tutti gli ex borsisti ita-liani ritornati in patria da almeno 25 anni. Quest’annoil Club è stato allargato ai borsisti dell’anno 1987-88. Iloro contributi volontari sono destinati a nuove borsedi studio: le donazioni inviate entro l’estate 2013 am-montano tuttavia ad appena € 7970. Il risultato è ancoramodesto e questa iniziativa viene tenuta in vita per nonperdere il contatto con chi ha usufruito dei programmie talora continua a partecipare all’Associazione comevolontario o famiglia d’accoglienza. Sono allo studio delConsiglio di Amministrazione nuove possibili moda-lità di organizzazione dello strumento.

5. Incontri istituzionali e gruppi di lavoro

Il Congresso nazionale e l’Assemblea generale dei Soci sisono tenuti a Lecce dal 9 all’11 novembre 2012 con unbuon numero di presenze. Il Consiglio d’Amministra -

zione si è in parte rinnovato con l’elezione di Marina Gioia(Arese) e di Giovanni Petrocchi (Firenze) e si è riunitocinque volte sotto la presidenza di Marco Magnani, con-fermato Presidente al termine dell’Assemblea leccese.

Tre gruppi di lavoro, composti da volontari e mem-bri dello staff per la realizzazione di un progetto spe-cifico, sono stati operativi: un gruppo per l’analisi dei bisogni e l’individua-

zione delle priorità strategiche dell’Associazione.Come ogni tre anni un gruppo di volontari rap-presentativi dell’Associazione (per provenienzageografica, età, professione, genere, esperienzanel volontariato) si è riunito tre volte in persona euna in conferenza telefonica per lavorare alla ste-sura del Piano strategico triennale 2014-2016. Dopoi pareri e i commenti dei soci, dello staff e delConsiglio di Amministrazione, il documento dovràessere approvato dall’Assemblea dei soci;

un gruppo per definire iniziative che migliorino irapporti tra Intercultura e scuola;

un gruppo per le buone pratiche degli scambi diclasse.Rimangono attivi i gruppi dei referenti regiona-

li. I Referenti per la formazione interculturale han-no proseguito il lavoro per integrare l’apprendi-mento interculturale nelle attività dell’Associazionee si sono incontrati in occasione del Convegno or-ganizzato dalla Fondazione a Firenze a febbraio 2013.I referenti per la scuola si sono incontrati a luglio2013, i consulenti di zona per l’assistenza a novem-bre 2012 mentre quelli per la raccolta fondi non han-no avuto incontri nel corso dell’anno sociale.

2009 2010 2011 2012 2013 Variazione 2013 su 2012

Sem. presidenti 67 81 95 104 100 -4%Sem. nazionali 185 170 165 146 249 71%Sem. regionali settembre 630 603 619 608 662 9%Sem. regionali febbraio 535 641 621 703 727 3%Formazione a distanza 124 138 156 175 129 -26%Web seminar 106 89 -16%

Totale 1.541 1.633 1.656 1.842 1.956 6%

PARTECIPANTI ALLA FORMAZIONE

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6. Risorse professionali

Alla fine di agosto 2013 lo staff professionale di Inter -cul tu ra è composto da 55 persone in totale: 43 di-pendenti (di cui 5 quadri e 1 a tempo determinato) e12 collaboratori a progetto. La sede principale è aColle Val d’Elsa con 36 persone; altre 7 lavorano aRoma, 3 a Milano e 10 animatori di zona presso leproprie abitazioni.

Nella formazione dello staff si è dato rilevanza aivalori che ispirano il volontariato e alle competenzespecifiche dei vari settori, anche in funzione di una mi-gliore comunicazione al servizio dei volontari. Lostaff ha partecipato ai seminari regionali e naziona-li, per migliorare la conoscenza reciproca con i vo-lontari e la comprensione dei ruoli. Gli animatori dizona hanno partecipato ad almeno una riunione oun’attività programmata in ogni Centro della lorozona. Si è data particolare importanza alla forma-zione internazionale, incoraggiando la partecipazio-ne di alcuni dipendenti all’AFS Academy in Turchiae ad altri seminari organizzati dall’EFIL, e pro-grammando incontri con colleghi degli altri PartnerAFS presso la sede di Colle Val d’Elsa.

Nell’assumere nuovi dipendenti si sono ricercatecompetenze pregresse maturate in altre occupazio-ni, come nel caso dell’assistente amministrativo peril controllo di gestione.

Il personale ha partecipato ai seguenti corsi diaggiornamento: utilizzo della posta elettronica e condivisione dei

documenti con Google; questioni relative alla rete AFS all’“AFS Academy”

in Turchia; la nuova riforma del lavoro; l’educazione interculturale;

la nuova disciplina in materia di servizio civile re-gionale in Toscana;

il sistema di gestione della qualità; la normativa inerente la privacy; la gestione delle informazioni e la comunicazione

tra gli uffici.

Il 10 Aprile 2013 il Ministero dell’Istruzione ha emes-so le “Linee di indirizzo sulla mobilità studentescainternazione individuale”: uno strumento utile chesuggerisce alle scuole in modo approfondito comepromuovere, sostenere, valutare e valorizzare le espe-rienze di scambio. Un documento con cui il MIURdà legittimazione istituzionale ai percorsi di mobi-lità studentesca individuale e, di conseguenza, ai prin-cipi e alle idee che sono da sempre alla base dellaproposta formativa di Intercultura. Un messaggiomolto importante in un momento critico per la pub-blica amministrazione: il MIUR è in fase di ristrut-turazione sia a livello, nazionale che a livello decen-trato, alcuni Uffici Scolastici Regionali sono in fasedi accorpamento, i concorsi presidi non hanno por-tato i cambiamenti previsti. Ciò nonostante que-st’anno Intercultura ha mantenuto una buona co-municazione con gli Uffici Scolastici Regionali, chehanno ricevuto e diffuso regolari informazioni sulleattività di Intercultura e della Fondazione, e con al-cuni uffici del Ministero dell’Istruzione per far co-noscere meglio gli obiettivi educativi promossi dallaAssociazione e dalla Fondazione.

Le scuole con cui l’Associazione ha rapporti per-ché inviano studenti all’estero o ne ospitano in Italiasono oltre 1550. La valutazione di questi rapportiviene misurata soprattutto dalle scuole ospitanti at-traverso la rilevazione Customer Service Evaluation(CSE) che anche quest’anno conferma che circa il74% delle scuole è soddisfatto della periodicità dicontatto e della disponibilità dei volontari. Il dato èstato confermato anche dai questionari di valutazio-ne intermedi – inviati a febbraio 2013 – dove risultache il 90% di tutti gli utenti è mediamente soddisfattodell’inserimento scolastico degli studenti stranieri edell’utilizzo dei materiali messi a disposizione

RELAZIONI CON LE ISTITUZIONI EDUCATIVE

2011 2012 2013Commissioni nazionali 33 32 33Lettori delle iscrizioni ai concorsi 48 49 53Abbinamento degli studenti stranieri 7 8 8Stagisti di lunga durata 7 7 7Componenti di task force 41 30 36Servizio civile regionale toscano 0 4 2Totale generale 136 130 139

VOLONTARI INTERVENUTI AD ATTIVITÀ PRESSO LE SEDI DI COLLE, MILANO E ROMA

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dall’Asso ciazione. In base ai suggerimenti emersidalla ricerca “Interpretare il Successo” è stato inol-tre elaborato un progetto pilota – che avrà inizio asettembre 2013 – per programmare meglio l’inseri-mento dei giovani stranieri, preparando la classe al-l’accoglienza, incentivando attività di collaborazionefra pari e attivando misure di facilitazione dell’ap-prendimento. In generale, comunque, i problemi le-gati al reinserimento al termine dell’esperienza al-l’estero e all’accoglienza degli studenti stranierisembrano essere stati minori che in passato.

Il numero di docenti e presidi che a vario titolo se-gue l’attività di Intercultura è molto alto: i docentisoci di Intercultura sono circa 300, i tutor che hannoseguito gli studenti di Intercultura quest’anno sonostati circa 600. Al fine di facilitare contatti ed inter-venti mirati, è stato costruito e messo a disposizio-ne dei soci di Intercultura un Data Base “Presidi eDocenti Amici di Intercultura” che identifica il lororapporto con l’As sociazione.

Molta attenzione, come sempre, è stata data allaformazione dei docenti e sono stati realizzati 4 webseminar e 6 seminari in presenza che hanno rag-giunto e formato 935 docenti. I web seminar hannoraccolto un ampio numero di partecipanti (811) chespesso conoscono poco Intercultura e la Fondazione,

mentre maggior fatica si riscontra nell’organizza-zione dei seminari in presenza – più focalizzati a con-solidare relazioni fra Intercultura e scuola e pro-gettare insieme – a causa delle difficoltà degliinsegnanti ad essere sostituiti quando si assentano dascuola: ne sono stati realizzati sei con un totale di 114partecipanti.

Da un’indagine condotta per verificare la ricadu-ta nelle scuole dei partecipanti a seguito dei web se-minar, risulta un interesse ad approfondire in semi-nari nella propria scuola o città alcuni argomenti.

Queste indicazione ed altre sono state prese inconsiderazione da un gruppo di lavoro a cui hannopartecipato, fra gli altri, rappresentanti di ANP e diLEND che ha condotto un’analisi approfondita sugliargomenti da tenere presenti nelle prossime attivitàdi formazione per la scuola e ed ha ipotizzato alcunimoduli da sviluppare nei prossimi mesi. Sempre incollaborazione con ANP in alcune regioni italiane so-no state individuate le scuole capofila e i protocolliper avviare reti regionali partendo dalle scuole “ami-che” di Intercultura, focalizzate alla forte valorizza-zione delle esperienze di mobilità studentesca: il lan-cio definitivo delle reti in Piemonte, Lombardia,Emilia Romagna, Lazio e Sicilia avverrà entro il 2013e altre seguiranno nel 2014.

INTERCU

LTURA

PARTECIPAZIONE AI WEB SEMINAR OSPITALITÀ (*) INVIO SCAMBI CLASSE INVIO17-ott 25-ott 17-dic 10 mag

Partecipanti 274 142 186 209Tutor o referente scambi 49% 62% 41% 11%Partecipa per la prima volta 54% 31% 49% 60%a un webseminar di ICConosce poco o niente Intercultura 25% 21% 34% 25%Conosce poco o niente la Fondazione IC 40% 49% 46% 44%Conosce poco o niente l’Osservatorio 65% 62% 67% 71%

(*) A causa dell’altissimo numero degli iscritti, il webseminar è stato tenuto due volte consecutivamente nello stesso giorno.

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È proseguito il consolidamento dei buoni rapporti conla pubblica amministrazione italiana (Comuni, UfficiTerritoriali del Governo, Ambiti Territoriali Provinciali,Questure), con il Ministero dell’Interno e con ilMinistero degli Affari Esteri. Intercultura ha colla-borato con profitto e costanza con questi uffici, parti-colarmente a livello locale, al fine di facilitare le pra-tiche per l’emissione dei visti per gli studenti italianiin partenza e per gli studenti stranieri ospitati in Italia.È stata mantenuta l’iscrizione di Intercultura all’Albodel Volontariato della Regione Lazio e la partecipa-zione alle Trasmissione dell’Accesso della Sottocom -missione di Vigilanza Rai.

Le relazioni con le rappresentanze diplomatichedei Paesi partner dell’Associazione continuano adessere positive. È stata prestata una cura particola-re nei confronti di alcuni Consolati che presentanomaggiori difficoltà nella concessione dei visti per mo-tivi di studio (Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador,Repubblica Dominicana, Venezuela) presentando ilprogetto educativo di Intercultura, sia attraverso in-contri che tramite invio di materiali. Con lo scopo diconsolidare i rapporti già esistenti si sono condivisenumerose testimonianze degli studenti italiani all’e-stero e stranieri ospitati in Italia, pubblicate sul men-sile dell’Associazione. Inoltre, in seguito all’arrivodei nostri studenti nei rispettivi Paesi di destinazio-ne, le relative rappresentanze italiane nel mondohanno ricevuto l’elenco e i recapiti dei nostri studentipresenti nell’area di competenza. Identica procedu-ra viene messa in pratica dopo l’arrivo degli studentistranieri: i loro rappresentanti diplomatici ricevonoelenco e residenza in Italia.

Il Ministero degli Affari Esteri e il Ministerodell’Istruzione hanno ricevuto copia della relazioneannuale di Intercultura per l’anno 2011-12, com-prensiva dell’elenco degli studenti italiani coinvoltiin programmi di studio all’estero.

In occasione delle cerimonie di saluto degli stu-denti in partenza, la presenza delle istituzioni è sta-ta significativa. I rappresentanti dei Paesi straniericoinvolti sono intervenuti a 14 cerimonie, altri han-no invece inviato un messaggio ai borsisti diretti nelloro Paese. Anche il Ministero degli Affari Esteri edil neo-Sindaco di Roma hanno rivolto un messaggioa tutti i ragazzi in partenza.

Il 13 dicembre il Salone degli Specchi della sededi Banca Intesa Sanpaolo, in via del Corso a Roma,ha ospitato la cerimonia di scambio degli auguri pre-festivi. La banca ha messo a disposizione i suoi loca-li e sponsorizzato l’evento, cui hanno partecipato rap-presentanti dei nostri ministeri, delle Ambasciate edei Consolati stranieri in Italia, delle aziende ed en-ti pubblici che offrono borse di studio agli studentiselezionati da Intercultura.

1. Iniziative promozionali

Da quasi dieci anni Intercultura si propone di indi-rizzare la richiesta di borse di studio verso destina-zioni dove maggiore è la disponibilità di posti e dovele associazioni consorelle sono in crescita, in parti-colare verso i Paesi dell’America Latina e dell’Asia.Nell’ultimo anno l’attenzione si è concentrata su 10Paesi (Brasile, Cina, Costarica, Malesia, Messico,Paraguay, Russia, Turchia, Venezuela, Thailandia)per i quali sono stati realizzati diversi strumenti ediniziative: 4 nuovi minisiti, 3 web seminar a cui han-no partecipato 346 candidati e 51 volontari, 10“Intercultural Cafè” con la partecipazione di 30 stu-denti appena rientrati dall’anno all’estero. Come ri-sultato di questi sforzi si è registrato un aumento di472 candidature per questi Paesi.

La Giornata Europea del dialogo Interculturale,giunta alla sua sesta edizione, è stata realizzata da73 Centri locali, un numero inferiore al 2011 (81) macaratterizzato da una maggiore qualità delle inizia-tive realizzate, anche grazie alle tracce di attivitàproposte ai Centri locali. Le iniziative di promozio-ne promosse dai Centri locali sono state invece in si-gnificativo aumento: 93 riunioni cittadine per la pro-mozione dei programmi (72 lo scorso anno) con 172articoli pubblicati sulla stampa locale; 54 settimanedi scambio (47 nel 2012); 19 altre attività con eventidi vario tipo, organizzati spesso in collaborazione conamministrazioni comunali e enti culturali. Nel com-plesso i Centri locali che hanno organizzato un in-contro pubblico sono stati l’81,4%

Tra le altre iniziative promozionali coordinate dal-la sede di Milano sono state di particolare importan-za: la trasmissione gratuita sulle tre principali retiMediaset dello spot sui programmi di invio all’esteroper 4 settimane in autunno e dello spot per i pro-

ALTRE RELAZIONI ESTERNE

COMUNICAZIONE E SVILUPPO

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grammi di accoglienza per 4 settimane in primave-ra; la concessione di circa 6 milioni di sms gratuiti daparte di Telecom Italia; il rinnovo del programma“Google Grants” che prevede inserzioni gratuite suGoogle (sono state erogate inserzioni per un valoredi circa $47.000); il concorso con Repubblica.it “Lamia scuola spiegata su un social network” che ha vi-sto la partecipazione di 122 studenti e quello sul sitoLa Stampa.it per la votazione della migliore foto-grafia del concorso “Così vedo l’Italia”.

2. Dati dall’Ufficio Stampa

La visibilità di Intercultura sui media nazionali haraggiunto nel 2012-13 i migliori risultati di sempre,grazie soprattutto a tre eventi che hanno riscossogrande attenzione. La presentazione del IV rappor-to dell’Osservatorio sull’internazionalizzazione del-le scuole il 27 settembre 2012 a Milano, con la mani-festazione “Generazione i”, ha visto la partecipazionedi una platea di circa 400 studenti e professori e haprodotto la realizzazione di diversi articoli e serviziin radio e in TV: 2 passaggi televisivi su Tg3 e TGR,2 programmi radiofonici su Radio 24 e Radio1 RA1,2 anticipazioni sul Corriere della Sera e sul magazi-ne Sette, la diretta streaming sul sito Repubblica.it;da segnalare inoltre in questa circostanza la pubbli-cazione del libro “All’altezza del compito” edito daFranco Angeli. Il Convegno internazionale organiz-zato dalla Fondazione Intercultura “Il Corpo e laRete”, ha avuto una vastissima copertura mediati-ca, con 91 uscite sui media nazionali e locali tra cuidue pagine pubblicate dalla “Lettura”, l’inserto let-terario del Corriere della Sera, due pagine della se-zione Cultura del Quotidiano Nazionale, un articolode La Stampa con un’intervista al Segretario GeneraleRoberto Ruffino, due pagine di approfondimento deicontenuti del convegno pubblicate rispettivamentedagli “Eventi” del Corriere della Sera e dalle “Guide”di Repubblica, altri articoli e servizi comparsi su ilSole 24 Ore, il Venerdì di Repubblica, l’Espresso,l’Huffington Post, Repubblica.it, Io donna, FamigliaCristiana, TG3 nazionale e TGR Toscana, GR Rai,Radio 24. Infine il collegamento con l’astronautaLuca Parmitano in orbita sulla Stazione InternazionaleSpaziale, realizzato in occasione della ripartenza de-gli studenti stranieri al termine dei programmi inItalia, con servizi al Tg2, Tg5, TG La7 e numerosiarticoli su stampa e web. A questi, si sono aggiunti idue servizi del Tg1 e del Tg2, in occasione delle par-tenze estive dei borsisti Intercultura.

Nel complesso, dal 1 settembre 2012 al 31 Agosto2013 sono usciti 1364 articoli/servizi (290 nazionali e1074 locali. Lo scorso anno nello stesso periodo neerano usciti 1038 (177 nazionali e 861 locali).

Gli accessi al sito www.intercultura.it crescono dicirca il 33% rispetto allo scorso anno.

Nello stesso periodo il sito www.fondazioneinter-cultura.org ha avuto 38.166 accessi (lo scorso anno28.984); il sito www.scuoleinternazionali.org 34.538(lo scorso anno 32.679).

Una newsletter digitale indirizzata a circa dicias-settemila destinatari è stata pubblicata a Ottobre,Marzo e Luglio.

1. Gestione della spesa

Il Consiglio d’Amministrazione richiede alla Segreteriadi mantenere le riserve dell’Associazione a un livel-lo superiore al 40% delle spese operative, di gestireil bilancio, gli investimenti e il budget di previsionein modo puntuale, corretto e nel rispetto dei para-metri economico finanziari stabiliti. Ciò significa pre-disporre rendiconti mensili, per un corretto monito-raggio dell’andamento economico e finanziario,evidenziando gli scostamenti significativi rispetto al-le previsioni, rendiconti quadrimestrali, da sottoporrealla verifica dei Revisori dei Conti, e acquistando la va-luta estera nel momento più favorevole.

Il bilancio in corso è stato periodicamente verifi-cato a cadenza mensile e i rendiconti quadrimestra-li, come previsto, sono stati sottoposti alla verificadei Revisori dei Conti.

Gli scostamenti, rispetto al budget approvato, so-no stati comunicati al Consiglio di Amministrazione.In un momento reputato favorevole, è stata acqui-stata, con contratti a termine, la valuta estera ne-cessaria per i pagamenti internazionali.

È stata ottenuta la conferma della certificazione peril bilancio da parte della KPMG e della qualità daparte della DNV nel mese di ottobre 2012. Si è prov-veduto inoltre a svolgere puntualmente le pratiche perpoter usufruire del “cinque per mille” destinato al-le Onlus di volontariato.

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AMMINISTRAZIONE, LOGISTICA E SISTEMI INFORMATIVI

ANNO SOCIALE ACCESSI AL SITO VARIAZIONE www.intercultura.it ULTIMO ANNO

1 Settembre 2011 -31 Agosto 2013 923.1761 Settembre 2011 -31 Agosto 2012 690.3471 Settembre 2010 -31 Agosto 2011 650.2851 Settembre 2009 -31 Agosto 2010 404.8671 Settembre 2008 -31 Agosto 2009 272.8791 Settembre 2007 -31 Agosto 2008 271.886

+33,7%

ANNO SOCIALE N. ARTICOLI VARIAZIONE ULTIMO ANNO

1 Settembre 2011 -31 Agosto 2013 13641 Settembre 2011 -31 Agosto 2012 10381 Settembre 2010 -31 Agosto 2011 9921 Settembre 2009 -31 Agosto 2010 6701 Settembre 2008 -31 Agosto 2009 4931 Settembre 2007 -31 Agosto 2008 3431 Settembre 2006 -31 Agosto 2007 2731 Settembre 2005 -31 Agosto 2006 3181 Settembre 2004- 31 Agosto 2005 237

+31,4%

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2. Logistica

È stata individuata e provata una struttura nellaquale è possibile svolgere l’attività di arrivo deglistudenti stranieri in Italia, senza dovere suddivide-re il gruppo. Sono state valutate altre strutture al-berghiere per poterne ottimizzare l’uso in base allevarie richieste o necessità e al rapporto costo/qua-lità del servizio/comodità d’uso.

Tutti i voli aerei internazionali sono stati acqui-stati nei tempi previsti per contenere l’aumento deiprezzi e trovare il numero sufficiente di posti, te-nendo in considerazione la crescita dei programmi.Sono stati aumentati gli acquisti online della bi-glietteria interna, aerea, ferroviaria e di autobus perottenere un risparmio, sia sui biglietti che sulle spe-dizioni degli stessi.

3. Settore informatico

Il settore informatico consta di quattro addetti: ha partecipato alle commissioni internazionali pre-

disposte per rendere più efficienti ed efficaci glistrumenti informatici che AFS International siprefigge di mettere a disposizione di staff, volon-tari, famiglie e studenti;

ha avviato gli investimenti necessari per renderepiù sicura l’infrastruttura informatica di Interculturacon l’obiettivo di ridurre, quanto più possibile, l’in-terruzione dei servizi offerti a staff, volontari e par-tecipanti:

ha aggiornato il sistema di gestione della postaelettronica e del calendario condiviso con le fun-zionalità offerte da Google;

ha aggiornato ogni applicazione del sistema ge-stionale interno, secondo le esigenze espresse da-gli utenti, valutando il rapporto costi/benefici e lerelative priorità. In particolare, è stato dato se-guito alle richieste che sono pervenute per ridur-re la carta nella comunicazione con le famiglie, glistudenti e i volontari.

4. L’archivio informatico

È infine proseguita la digitalizzazione dell’intero ar-chivio storico cartaceo dell’Associazione, inserendotutti i dati relativi ai partecipanti ai programmi diIntercultura fino al 2009, grazie al lavoro dei volonta-ri assegnati dalla Regione Toscana per il Servizio Civile.

Le sponsorizzazioni delle borse di studio sono affi-date alla Fondazione Intercultura, che svolge ancheun’opera di formazione ed assistenza per la raccoltadi fondi in sede locale.

Le ricerche economiche (per esempio quelledell’Istituto Italiano della Donazione) confermano edesasperano per il 2013 il trend negativo, già registrato

nel 2011 e nel 2012, ponendo l’accento, in particola-re, sulla forte contrazione delle donazioni provenientidalle aziende e sull’aumento di competitors sul mer-cato. In questo contesto, l’obiettivo ambizioso dellaFondazione Intercultura era quello di mantenere unnumero consistente di borse di studio cercando dicontrastare il più possibile le eventuali perdite.

Si sono ricercati nuovi sponsor, intrecciando una re-te di contatti e attivando il più possibile le relazionidi alcuni membri del Consiglio di Amministrazioneo dell’Advisory Board. Particolare attenzione è andataalla possibilità di ottenere borse per studenti esterida ospitare in Italia, con l’ulteriore scopo di suppli-re al decremento nell’invio da parte di partner AFSdi studenti da ospitare in Italia.

I nuovi sponsor sono stati 16. Dei 12 nuovi sponsortrovati nell’anno 2011 ben 9 hanno riconfermato la lo-ro partecipazione al progetto. In totale l’80% deglisponsor “anziani” ha rinnovato il contributo. Tra glisponsor con il massimo grado di fidelizzazione e di-versificazione della collaborazione va segnalataFondazione CRT che ha approvato (a seguito dellapartecipazione a due bandi diversi della Fondazione)4 + 2 nuovi progetti “Master dei Talenti” consenten-do ad Intercultura di selezionare sei neo-laureati dainviare per stage annuali ad Amburgo, Bruxelles,Vienna e New York. Segnaliamo inoltre la sponsoriz-zazione di Intesa Sanpaolo per la cerimonia dello scam-bio degli auguri di fine anno e l’ampliamento della col-laborazione con un concorso riservato ai figli dei clienti,ed il rinnovo della collaborazione con FondazioneTelecom per l’Osservatorio sull’Internazionalizzazionedelle scuole e la Mobilità studentesca.

Sono state trovate 445 borse di studio (totali e par-ziali) a fronte delle 460 previste (-3,25% rispetto alleprevisioni). 11 borse sono andate deserte per man-canza di candidati idonei o per ritiro degli assegna-tari dell’ultimo momento e, quindi, sono state asse-gnate 434 borse di studio. Nonostante la frustrazionedel dato numerico, va sottolineato che il dato econo-mico complessivo del 2012 è invece premiante: il de-cremento, rispetto all’anno precedente, è infatti in-feriore al 3% . La differenza del dato numerico delleborse è dovuta alla perdita di uno sponsor importan-te (Allianz SpA) che generava 63 borse di studio. Afronte di questa perdita sono stati trovati nuovi spon-sor importanti (tra cui Poste Italiane, ENI SpA,Fondazione De Mari, Unipol) che hanno sponsoriz-zato un numero minore di borse di studio, ma per pro-grammi di studio generalmente annuali, mentre leborse di studio venute meno erano di numero mag-giore ma principalmente relative a programmi estivi).

Le borse per studenti provenienti dall’estero sonostate 31 ed hanno determinato un ampliamento deiprogrammi con l’apertura alla Bulgaria, in linea e asostegno dello sviluppo promosso da EFIL nei Balcani.

LE BORSE DI STUDIO

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2008-2009 2009-2010 2010-2011 2011-2012 2012-2013 2013-2014

Annuale all’estero 134 179 168 205 160 156Semestre all’estero 18 31 30 22 18 14Trimestre all’estero 17 3 10 11 8 11Estivo all’estero 175 250 199 215 244 222Accoglienza stranieri in Italia o all’estero 27 44 39 34 31

Totale borse sponsor 344 490 451 492 464 434

2008-2009 2009-2010 2010-2011 2011-2012 2012-2013 2013-2014

Totali da Fondo IC 20 29 40 35 35 36Parziali (1) da Fondo IC 75 88 115 110 105 127Parziali (2) da Fondo IC 123 221 197 246 271 334Parziali (3) da Fondo IC 129 170 166 232 234 261Totale borse IC 347 508 518 623 645 758Borse da sponsor 344 463 407 453 430 403Totale borse di studio 691 971 925 1076 1075 1161Studenti senza borsa di studio 422 409 458 493 531 543Totale studenti partiti 1.113 1.380 1.383 1.569 1.606 1704

BORSE DI STUDIO PER PROGRAMMI ALL’ESTERO

BORSE E CONTRIBUTI SPONSOR PER PROGRAMMA

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TERCULTU

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Il valore totale delle borse di studio assegnate èstato di € 2.889.760 (contro € 3.072.270 dello scorso an-no) a cui si aggiungono € 106.576 di altre sponsoriz-zazioni per un totale generale di € 2.996.337 di fon-di raccolti. Complessivamente alla fine di agosto2013 erano in concorso con una borsa di studio spon-sorizzata 428 studenti a fronte di 434 borse di studio.

I Centri locali attivi nella raccolta fondi sono sta-ti solo 15. Questo dato si può forse spiegare con ledifficoltà economiche degli Enti Locali che sono il ri-ferimento primario dei nostri Centri Locali.

È già stato detto all’inizio di questa Relazione cheIntercultura, attraverso i suoi rappresentanti, è sta-ta presente in modo autorevole a livello internazio-nale. In particolare Carlo Fusaro è tuttora membrodel Board of Trustees dell’AFS; Simone Caporali èconsigliere dell’EFIL; Francesco Favotto ci rap-presenta nel consiglio dell’AFS/USA; Giulio Putti faparte della commissione internazionale per l’infor-matica; Francesco Fratagnoli del Program WorkingGroup; Andrea Franzoi della commissione interna-zionale per lo sviluppo del volontariato; FlaminiaBizzarri ha partecipato al Forum InterculturalLearning a Vienna; Marco Tosi ha partecipato alConvegno sui rapporti con le scuole e sui progettiscambio di classe in Serbia. Grazie alla collabora-zione con la Fondazione CRT quattro stagisti italia-ni sono all’opera presso le sedi AFS ed EFIL diAmburgo, Bruxelles, New York e Vienna ed altri duesono in procinto di partire. Le borse di studio perstudenti provenienti dall’estero sono state 32; tra

queste una è stata assegnata per la prima volta allaBulgaria.

Numerose sono state le occasioni in cui Interculturaha accolto in sede colleghi di altri Paesi per illustra-re il nostro metodo di lavoro o ha inviato all’esterovolontari o impiegati dei suoi uffici con lo stesso sco-po. È stata la prima organizzazione della rete AFSad avviare un progetto di collaborazione per cele-brare il centenario dell’AFS (2014-2015) con un con-tributo di $50.000 e con la consulenza del segretariogenerale per organizzare l’evento clou delle celebra-zioni a Parigi, presso l’UNESCO, l’8 novembre 2014.

Le molte riserve sollevate un anno fa in questa se-de sulla tenuta della rete internazionale AFS e sullaleadership della sede internazionale a New York sonoancora in gran parte valide e riguardano soprattuttola debolezza gestionale dei due Partner maggiori (StatiUniti e Germania) e la mancanza di scelte chiare e tem-pestive sui programmi cui dare priorità in futuro.

LA RETE INTERNAZIONALE

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Si notano però anche alcuni segni di ripresa o al-meno di cambiamento di indirizzo: l’insistenza suicontenuti interculturali dei programmi trascina conse anche una comprensione dell’importanza dei rap-porti con le istituzioni educative, sin qui assai tra-scurati; la minaccia di ritorsioni verso i Partner chenon rispettano gli impegni presi sull’accoglienza deiborsisti stranieri ha migliorato la performance diparecchi Paesi; la creazione di una funzione di di-rettore dei programmi scolastici a New York un me-se fa lascia sperare che questi programmi ricevanoin futuro più attenzione dei fantomatici “18+”, pro-grammi per giovani adulti in cantiere da 16 anni emai decollati.

Migliori risultati si sono ottenuti invece in sedeeuropea, dove Intercultura ha contribuito attiva-mente all’elaborazione delle politiche EFIL, parte-cipando agli organi direttivi (con Simone Caporali),ai gruppi di lavoro, ai seminari di formazione. IlForum on Intercultural Learning and Exchange,lanciato dalla Fondazione Intercultura, è diventato eu-ropeo con l’adesione piena dell’EFIL ed il suo fi-nanziamento ad anni alterni da parte di AFS Austria.Flaminia Bizzarri ha partecipato al gruppo di pro-getto e al Seminario EFIL sulla Scuola, FrancescoFratagnoli agli incontri dei Direttori Programmi eMarco Tosi a “Spectrum of Education” a Istanbul.

La Fondazione Intercultura ha sostenuto e finan-ziato per due anni la nascente associazioneInterkultura Serbia, che nel maggio di quest’anno ègià stata in grado di ospitare a Belgrado il congres-so europeo dell’EFIL, cui la nostra Associazione hapartecipato con una folta delegazione.

Come già l’anno scorso, anche l’anno 2012-2013 è sta-to positivo sul piano nazionale e molto problematicosul piano internazionale. Sul piano nazionaleIntercultura ha visto crescere notevolmente il nu-mero delle partenze di studenti italiani per l’estero,la consistenza del volontariato e il numero dei Centrilocali, la stabilità economica, la visibilità e credibi-lità pubblica dell’Associazione. Sul piano interna-zionale ha continuato invece a registrare una situa-zione di crisi in alcuni Partner importanti della reteAFS (in primo luogo Germania e Stati Uniti) so-prattutto per insufficienze gestionali locali. L’AFSha lanciato un progetto di scambi rivolti ad un pub-blico più adulto, che potrebbe portare nuova linfa inalcune organizzazioni nazionali barcollanti, ma al mo-mento di stendere questa Relazione non è possibilefare congetture sulle sue possibilità di successo, no-nostante le discussioni si trascinino ormai da ben 18mesi. Intercultura guarda con interesse ad alcuneiniziative promosse dalla sede internazionale sulla

scia di quelle italiane: una nuova attenzione verso letematiche interculturali ed i rapporti con le scuole, chepotrebbero avere effetti benefici a medio termine.

Va anche rilevato che le misure adottate da alcu-ni governi per tutelare l’incolumità degli studentiminorenni che partecipano agli scambi (soprattuttonegli Stati Uniti ed in Argentina) hanno appesanti-to eccessivamente la burocrazia dei programmi, li-mitando di fatto uno scambio culturale che a parolesi vorrebbe incrementare.

Pur con queste ombre, nel prossimo esercizio 2013-2014 l’Associazione è realisticamente fiduciosa di po-ter confermare e migliorare i risultati conseguiti nelpresente esercizio. A tal proposito i dati relativi al-le attività svolte durante l’anno 2012-2013, illustra-ti precedentemente, costituiscono una premessa fa-vorevole per il raggiungimento di questo obiettivo. LaSegreteria Generale, confortata dal parere delConsiglio d’Amministrazione, si è data queste prio-rità per il prossimo anno sociale 1 settembre 2013-31 agosto 2014:1. Sostenere la rete internazionale AFS ed Efil, esplo-

rando nuove collaborazione con altre organizza-zioni non profit.

2. Aumentare la base del volontariato favorendo l’in-serimento di persone collegate al mondo delle isti-tuzioni scolastiche.

3. Diffondere la formazione interculturale e la dif-fusione delle attività/ricerche della Fondazione astaff, volontari e istituzioni scolastiche.

4. Semplificare i processi operativi dell’Associazione,migliorando l’efficacia degli strumenti utilizzatiper la comunicazione e la selezione dei candidati.

5. Promuovere la diversificazione dei programmi discambio, garantendo un equilibrio economico euna vasta offerta di borse di studio.

6. Aumentare la soddisfazione dei partecipanti ai pro-grammi.Gli obiettivi sono stati quantificati come segue:1. Accogliere 500 studenti per il programma an-

nuale.2. Inviare all’estero 950 studenti per il programma

annuale.3. Istituire 5 nuovi Centri Locali.4. Aumentare del 5% il numero dei volontari atti-

vi e dei soci in regola.5. Organizzare la giornata del dialogo intercultu-

rale in almeno il 70% dei Centri locali.6. Aumentare del 10% il numero degli articoli su

stampa nazionale e locale.7. Raggiungere, coinvolgere e formare 500 diri-

genti scolastici e/o insegnanti attraverso i cor-si online e 100 nei seminari in presenza.

Colle di Val d’Elsa, 31 agosto 2013 Roberto Ruffino, Segretario GeneraleSimone Caporali, Direttore Esecutivo

OSSERVAZIONI CONCLUSIVE

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L’Associazione Intercultura formula i suoi obiet-tivi strategici ogni tre anni. Il processo di ela-borare un piano triennale è guidato da una

commissione di cui fanno parte volontari di varie par-ti d’Italia con diverse esperienze professionali ed al-cuni membri dello staff dirigenziale sotto la guida delsegretario generale. Loro compito è valutare sin neiminimi dettagli la salute dell’Associazione, raccoglie-re opinioni dalle sedi locali, dai partner esteri, dal mon-do della scuola e dell’economia e proporre prima alconsiglio d’amministrazione e poi all’assemblea deisoci una previsione realistica – il più possibile – diquanto si vuole realizzare nei tre anni successivi. Questoprocesso laborioso si è svolto l’ultima volta nel 2010ed ha portato ad un piano approvato dai soci nella lo-ro assemblea di Brescia (novembre 2010).

I piano si apre con alcune considerazioni sui punti dicui Intercultura può dirsi soddisfatta: un progetto edu-cativo apprezzato al suo esterno, la presenza di volon-tari formati e motivati dai suoi ideali, una struttura pro-fessionale competente a livello nazionale e regionale,un numero crescente di borse di studio, l’essere af-fiancata da una Fondazione, l’essere presente in oltresessanta Paesi di tutti i continenti, mantenere una sta-bilità finanziaria e godere di buona reputazione.

Intercultura ritiene di poter ulteriormente miglio-rare: l’assistenza agli studenti stranieri e alle loro fa-miglie ospitanti, i rapporti tra i suoi Centri locali e lescuole, la ricerca di fondi e borse di studio a livello lo-cale, l’efficacia della formazione dei volontari in alcunisettori, l’orientamento degli studenti in partenza ed inarrivo, la collaborazione tra strutture professionali evolontariato.

Soprattutto vuole dedicare un’attenzione particola-re a rafforzare la rete internazionale dell’AFS, ad au-mentare e consolidare i suoi Centri locali, a trovare piùfamiglie d’accoglienza per gli studenti esteri, a coin-volgere maggiormente ex-borsisti e insegnanti nel suovolontariato, ad adeguarsi alle riforme del sistema sco-lastico attualmente in corso, a comunicare meglio lasua specificità a livello locale, a fronte di una crescen-te concorrenza commerciale e non, e ad intensificare ildialogo con le istituzioni, soprattutto a livello locale.

Si vogliono incrementare gli scambi soprattutto coni Paesi Asiatici, dell’Unione Europea, del Mediterraneoe dell’America Latina, riducendo la “forbice” tra invioed accoglienza e la diffusione dei programmi negli isti-

tuti scolastici non liceali, nella convinzione che il nu-mero ristretto di giovani che oggi aderisce a progettidi scambi interculturali sia destinato a crescere note-volmente nei prossimi tre anni e con esso la concor-renza di organizzazioni commerciali e di programmicomunitari europei; l’insicurezza e la xenofobia diffu-se a livello internazionali, ma anche la crescente do-manda di interculturalità e la crescita dei programmie delle strutture dell’associazione, comportino la revi-sione di alcuni processi gestionali interni; l’impatto del-la tecnologia e dei “social networks” sulla gestione de-gli scambi interculturali vada preso in considerazioneper gli opportuni adattamenti dei medesimi processi.

Queste valutazioni sono il presupposto per gli obiet-tivi e le strategie che l’Associazione intende persegui-re nel triennio 2011/2012/2013, coerentemente con gliindirizzi operativi dell’AFS e dell’EFIL, che assegna-no a tutte le associazioni nazionali queste priorità:

investire nel rafforzamento delle organizzazioni na-zionali partner;

diventare o restare leader negli scambi educativiinterculturali in ogni Paese;

aumentare il volume dei programmi scolastici man-tenendone la qualità;

esplorare programmi anche per persone più adul-te degli studenti liceali;

accrescere i programmi con la Cina e l’India edaprirne in Africa e nell’Est Europa;

aumentare la visibilità dell’associazione con criteriuniformi in tutto il mondo.Le dieci priorità identificate dalla commissione ed

approvate dai soci sono pertanto:1. rafforzare le reti internazioni dell’AFS e dell’EFIL;2. curare l’adesione e la formazione di nuovi volontari;3. trasformare i gruppi cittadini in centri culturali;4. migliorare l’efficienza e la professionalità degli uffici;5. migliorare soprattutto i programmi di accoglienza;6. curare i rapporti con le scuole a livello locale;7. diffondere il progetto educativo di Intercultura a li-

vello locale;8. rafforzare la collaborazione con la Fondazione inter-

cultura;9. aumentare gli sponsor soprattutto a livello locale;10. curare gli aspetti amministrative e le certificazioni

di qualità.Per ognuna di queste priorità, sono indicate azioni

specifiche, obiettivi e criteri di misurazione.

Obiettivi strategici dell’Associazione

per il triennio 2011-2012-2013

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Priorità per l’anno 2013-2014

Sostenere la rete internazionale AFS ed Efil, esplorando nuovecollaborazione con altre organizzazioni non profit

Aumentare la base del volontariato favorendo l’inserimentodi persone collegate al mondo delle istituzioni scolastiche

Diffondere la formazione interculturale e la diffusione delle attività/ricerche della Fondazione a staff, volontari e istituzioni scolastiche

Semplificare i processi operativi dell’Associazione, migliorando l’efficaciadegli strumenti utilizzati per la comunicazione e la selezione dei candidati

Promuovere la diversificazione dei programmi di scambio, garantendoun equilibrio economico e una vasta offerta di borse di studio

1

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5

2

4

Aumentare la soddisfazione dei partecipanti ai programmi6

Accogliere 500 studenti per il programma annuale

Inviare all’estero 950 studenti per il programma annuale

Istituire 5 nuovi Centri Locali

Aumentare del 5% il numero dei volontari attivi e dei soci in regola

Organizzare la giornata del dialogo interculturale in almeno il 70%dei Centri locali

Aumentare del 10% il numero degli articoli, nazionali e locali

1

3

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Raggiungere, coinvolgere e formare 500 dirigenti scolastici e/oinsegnanti attraverso i corsi online e 100 nei seminari in presenza7

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Obiettivi quantitativiprioritari dell’Associazione

per l’anno 2013-2014

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Quanto costatutto questo?

Bilancio d’esercizio31-08-2013

Euro

Bilancio d’esercizio31-08-2012

Euro

Bilancio d’esercizio31-08-2013

Euro

Bilancio d’esercizio31-08-2012

Euro

Oneri da attività istituzionali

Programmi di invio 5.875.074 5.709.672Programmi di ospitalità 998.125 919.556 Personale, consulenze e materiale settore programmi 846.773 771.353 Programmi per il volontariato: formazione e sostegno 1.366.244 1.279.888 Programmi per le scuole: formazione interculturale 178.374 145.346 Oneri di sostegno e sviluppo della rete internazionale 547.352 459.455Costi promozione, comunicazione e sviluppo 438.933 436.366 Contributo Fondazione Intercultura 0 0

Totale oneri per attività istituzionali 10.250.874 9.721.636

Oneri di supporto generale

Beni 84.086 68.003 Servizi 922.366 916.756 Godimento beni di terzi 148.450 153.758 Personale 766.635 698.720Ammortamenti e svalutazioni:a) ammort. immobilizzazioni

immateriali 18.904 23.000b) ammort. immobilizzazioni

materiali 72.750 76.630 Altri accantonamenti 50.277 270.000 Oneri diversi di gestione 6.901 5.657

Totale oneri di supporto generale 2.070.370 2.212.524

Oneri finanziari e patrimoniali

Oneri finanziari 27.349 89.836

Totale oneri finanziari e patrimoniali 27.349 89.836

Oneri straordinari

Oneri straordinaria) sopravvenienze passive 8.132 15.891c) altri oneri

Totale oneri straordinari 8.132 15.891

Imposte

Irap 54.825 50.478

Totale imposte 54.825 50.478

TOTALE ONERI 12.411.551 12.090.365

RISULTATO DELL’ESERCIZIO 319.496 419.774

Proventi da attività istituzionali

Programmi di invio 11.011.271 10.734.248 Programmi di ospitalità 1.507.334 1.354.990 Programmi di scambi di classe 16.432 13.906 Convenzioni con Enti Pubblici 0 0 Soci 58.177 51.849 Altri proventi 12.287 20.241 Utilizzo Fondi Vincolati 0 0

Totale proventi per attività istituzionali 12.605.501 12.175.234

Proventi finanziari e patrimoniali

Verso banche 2.677 119 Da altre attività 106.745 327.889

Totale proventi finanziari e patrimoniali 109.422 328.008

Proventi straordinari

Da altre attività

Sopravvenienze attive 12.249,10 6.797Altri proventi 3.875,00 100

Totale proventi straordinari 16.124 6.897

TOTALE PROVENTI 12.731.047 12.510.139

RENDICONTO GESTIONALE 2012-2013

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Euro Euro

Oneri da attività istituzionali

Programmi di invio 6.751.400Programmi di ospitalità 1.052.000Personale, consulenze e materiale settore programmi 893.000Programmi per il volontariato:formazione e sostegno 1.431.000Programmi per le scuole: formazione interculturale 183.000Oneri di sostegno e sviluppo della rete internazionale 560.000Costi promozione, comunicazione e sviluppo 487.000Contributo Fondazione Intercultura 200.000

Totale oneri per attività istituzionali 11.557.400

Oneri di supporto generale

Beni 84.000Servizi 971.000Godimento beni di terzi 214.000Personale 810.000Ammortamenti e svalutazioni:a) ammort. immobilizzazioni immateriali 20.000b) ammort. immobilizzazioni materiali 75.000Altri accantonamenti 40.000Oneri diversi di gestione 9.000

Totale oneri di supporto generale 2.223.000

Oneri finanziari e patrimoniali

Oneri finanziari 22.000

Totale oneri finanziari e patrimoniali 22.000

Oneri straordinari

Oneri straordinaria) sopravvenienze passive 15.000c) altri oneri 0

Totale oneri straordinari 15.000

Imposte

Irap 55.000

Totale imposte 55.000

TOTALE ONERI 13.872.400

RISULTATO DELL’ESERCIZIO 150.000

Proventi da attività istituzionali

Programmi di invio 12.177.900Programmi di ospitalità 1.435.000Programmi di scambi di classe 25.000Convenzioni con Enti Pubblici 0Soci 59.000Altri proventi 12.000

Totale proventi per attività istituzionali 13.708.900

Proventi finanziari e patrimoniali

Verso banche 8.500Da altre attività 99.000

Totale proventi finanziari e patrimoniali 107.500

Proventi straordinari

Da altre attività

Sopravvenienze attive 0Altri proventi 206.000

Totale proventi straordinari 206.000

TOTALE PROVENTI 14.022.400

RENDICONTO GESTIONALE DI PREVISIONE 2013-2014

Quanto costa

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43IN

TERCULTU

RA

I Immobilizzazioni immateriali4 Concessioni, licenze,

marchi e diritti simili 31.070 38.3167 Altre 0 0Totale immobilizzazioni immateriali 31.070 38.316

II Immobilizzazioni materiali3 Altri beni 123.590 131.328Totale immobilizzazioni materiali 123.590 131.328

III Immobilizzazioni finanziarie2 Crediti:

d) verso altri 743.349 789.0743 Altri titoli

a) Titoli 6.147.450 4.608.561c) Obbligazioni 0 0

Totale immobilizzazioni finanziarie 6.890.799 5.397.635Totale immobilizzazioni 7.045.459 5.567.280

I RimanenzeTotale rimanenze 0

II Crediti5 Verso altri 210.995 202.053Totale crediti 210.995 202.053

III Attività finanziarie che noncostituiscono immobilizzazioni5 Altri titoli

a) Fondi Comuni di Investimento 3.765.751 6.645.793Totale attività finanziarie 3.765.751 6.645.793

IV Disponibilità liquide1 Depositi bancari e postali 3.961.126 435.562

1.1 - conti correnti 961.126 435.5621.2 - conti deposito 3.000.000 0

3 Danaro e valori in cassa 4.264 2.367Totale disponibilità liquide 3.965.390 437.928Totale Attivo Circolante 7.942.136 7.285.775

1 Costi anticipati 1.626.851 1.947.868 2 Altri ratei e risconti attivi 21.836 20.739Totale ratei e risconti 1.648.687 1.968.607

TOTALE ATTIVO 16.636.282 14.821.661

Garanzie Ricevute – Fidejussione 20.000 20.000 Contratti ad esecuzione differita in valuta 2.646.193 1.851.590

I Patrimonio libero1) Risultato gestionale

esercizio in corso 319.496 419.7742) Risultato gestionale

da esercizi precedenti 5.208.932 4.789.158III Patrimonio vincolato

2) Fondi vincolati per decisione degli organi Istituzionali- Fondo Borse AFS Golden Club 12.144 4.615- Fondi casi speciali Commissione

Nazionale Borse di Studio 200.000 200.000- Fondo Borse Ospitalità Partners 23.974 50.000Totale patrimonio netto 5.764.546 5.463.546

2 Altri fondi rischi 250.000 250.000Totale fondi per rischi ed oneri 250.000 250.000

6 Debiti verso fornitori 478.570 446.4507 Debiti tributari 56.951 59.9318 Debiti verso istituti di previdenza 96.529 98.46812 Altri debiti 96.529 614.235Totale debiti 728.579 1.219.084

1 Ricavi anticipati 8.708.142 7.434.4922 Altri ratei e risconti passivi 46 102Totale ratei e risconti 8.708.189 7.434.594

TOTALE PASSIVO 15.991.014 14.821.661

Garanzie Ricevute – Fidejussione 20.000 20.000Contratti ad esecuzione differita in valuta 2.646.193 1.851.590

STATO PATRIMONIALESTATO PATRIMONIALEATTIVO

Bilanciod’esercizio31-08-2013

Euro

Bilanciod’esercizio31-08-2012

Euro

STATO PATRIMONIALEPASSIVO

Bilanciod’esercizio31-08-2013

Euro

Bilanciod’esercizio31-08-2012

Euro

A) Patrimonio nettoB) Immobilizzazioni

C) Attivo Circolante

B) Fondi per rischi ed oneri

D) Debiti

E) Ratei e risconti

C) Trattamento fine rapporto lavoro subordinato 539.702 454.438

D) Ratei e risconti

Conti di ordine Conti di ordine

tutto questo?

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TERC

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Il rendiconto economico gestionale dell’annochiuso al 31 agosto 2013 presenta un avanzo di€ 319.500 (a fronte di un avanzo di € 419.774

dell’anno precedente), assai più positivo rispetto allaprevisione di € 150.000. Va segnalato che l’anno scor-so si era registrata una entrata straordinaria per unimporto di € 167.200, grazie all’utile su cambi rica-vato dagli acquisti dei dollari necessari per i paga-menti internazionali e dal maggiore rendimento degliinvestimenti a medio-lungo termine.

Che cosa ha determinato gli scostamenti favore-voli quest’anno?

La variazione positiva maggiore è data da un’im-pennata nel numero delle iscrizioni al concorso (mag-giori entrate per € 108.400) e da risparmi nella gestio-ne della struttura operativa (€89.000). Minori speseper circa € 33.000 ciascuno si sono verificate anchenei settori del volontariato e della comunicazioneesterna.

Il settore dei programmi nel suo complesso pre-senta un margine inferiore rispetto alle previsioni (€

28.800 per maggiori spese di selezioni e consulenze ed€ 49.600 per la gestione degli scambi, soprattutto acausa di costi maggiori per i viaggi internazionali e leriunioni pre-partenza degli studenti italiani).

La voce “oneri e proventi finanziari” ha registra-to minori rendimenti per € 48.000.

Altri scostamenti minori rispetto alle previsioni siregistrano nel settore scuola (+€ 8.600), negliammortamenti (+€ 13.000), negli oneri e proventistraordinari (+€ 9.000).

Altre variazioni tra entrate e uscite, rispetto al pre-ventivo, presentano scostamenti di minore entità, chesi compensano tra di loro.

Se l’Assemblea dei Soci deciderà in tal senso, l’a-vanzo dell’anno in corso di € 319.500, potrà esseredestinato al patrimonio netto dell’Associazione, alfine di mantenerlo al livello di sicurezza del 40% delsuo bilancio annuale.

Il Tesoriere

Roberto Ruffino30 settembre 2013

Relazione del tesoriereSul conto economico chiuso al 31 agosto 2013

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Il Bilancio al 31 agosto 2013, compresodello Stato Patrimoniale, del Rendicontodella gestione a proventi e oneri, della

Nota Integrativa, che include il prospetto dimovimentazione dei componenti le immobi-lizzazioni, della composizione del portafogliotitoli, del patrimonio netto, nonché il rendi-conto dei ricavi e degli oneri per de sti nazione,ci è stato tempestivamente trasmesso dalConsiglio di Amministrazione e si riassumenelle seguenti risultanze:

Il risultato gestionale dell’esercizio in cor-so trova riscontro nel rendiconto di gestio-ne che riassumiamo di seguito:

La relazione del Segretario Generale de-scrive adeguatamente l’attività svolta daIntercultura nell’esercizio in esame e, nel-la Nota Integrativa, sono riportate tutte leinformazioni necessarie per una completae corretta informativa.

Il Bilancio è stato redatto sulla base del-le disposizioni del codice civile, interpreta-te ed integrate dai principi contabili enun-ciati dai Consigli Nazionali dei DottoriCommercialisti e dei Ragionieri, Commis -sione Aziende Non Profit.

Come già indicato, nella Nota Integra -tiva sono fornite tutte le informazioni ed idettagli per una corretta informativa dellesingole voci del Bilancio e dei criteri di va-lutazione adottati, le variazioni rispetto al-l’esercizio precedente e le relative motiva-zioni, nonché i movimenti delle attivitàfinanziarie.

Per quanto riguarda le nostre funzioni, de-sideriamo darVi atto che nel corso dell’eser-cizio abbiamo effettuato le verifiche di no-stra competenza; che il nostro esame sulbilancio è stato svolto secondo i principi dicomportamento del Collegio Sindacale rac-comandati dal CNDCEC e, in conformità atali principi, abbiamo fatto riferimento allenorme del codice civile che disciplinano il bi-lancio di esercizio interpretate ed integratedai principi contabili emanati dagli organi-smi sopra ricordati.

Da parte nostra possiamo attestarVi chenella redazione del Bilancio:

sono stati osservati i principi prescrittidall’art 2423-bis c.c.;

l’applicazione delle disposizioni del codi-ce civile in materia di redazione del bi-lancio è compatibile con la rappresenta-zione veritiera e corretta, sicchè non si èresa necessaria l’applicazione di alcunaderoga ex art 2423, comma 4, c.c.;

sono stati applicati, con continuità ri-spetto all’esercizio precedente, criteri divalutazione conformi a quelli prescrittidall’art. 2426 c.c. e dettagliatamente de-scritti in Nota Integrativa;

i ratei e i risconti sono iscritti sulla basedella competenza economico-temporale;

gli ammortamenti sono stati computatisecondo i criteri economico-tecnici illu-strati nella Nota Integrativa.

Nel corso dell’esercizio abbiamo proce-duto al controllo sulla tenuta della contabi-lità e dell’organizzazione amministrativa,accertandone l’adeguatezza, ed alla vigi-lanza sull’osservanza delle leggi e dell’attocostitutivo, effettuando le nostre verifiche pe-riodiche, nel corso delle quali non sono ve-nute alla nostra attenzione violazioni degliadempimenti statutari, tributari e previ-denziali.

Abbiamo inoltre preso atto che l’Asso -ciazione si è conformata alle normative sul-la sicurezza del lavoro recate dal D. Lgsl.81/2008, avvalendosi anche del supporto del-la Società Tecno Progetti di Siena (soc. ester-na). Facciamo inoltre presente che la so-cietà di revisione KPMG ha condotto larevisione sul menzionato bilancio e si è inattesa del giudizio positivo già anticipatoverbalmente.

Il Collegio prende atto che il mandato al-la Società di Revisione KPMG scadrà il31/08/2013.

Per quanto precede esprimiamo quindiparere favorevole all’approvazione sia delbilancio al 31 agosto 2013 che delle relazio-ni che lo accompagnano, così come Vi è sot-toposto dal Vostro Consiglio di Ammini -strazione e concordiamo con la proposta didestinare il risultato gestionale dell’eserci-zio in corso nel patrimonio libero, ad incre-mento del Risultato gestionale degli eser-cizi precedenti.

Colle Val d’Elsa il 14 ottobre 2013

Il Collegio dei revisori

Dott. Paolo Ardenti Morini

Dott. Carlo Martinoli

Rag. Antonia Gelato

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TERCULTU

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Relazione annuale dei Revisori dei conti

Relazione di controllo del Collegio dei Revisori dei conti sul Bilancio al 31 agosto 2013

All’Assemblea dei Soci di Intercultura Onlus

Totale proventi 12.731.047Totale oneri 12.411.551Risultato dell’esercizio 319.496

Totale Attivo 16.636.282Passività per debiti/fondi/ratei 10.871.736 Risultato gestione esercizi preced. 5.208.932Fondi vincolati 236.118Risultato gestione eserc. 2010/2011 319.496Totale Passivo 16.636.282

SITUAZIONE PATRIMONIALE

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Relazione della società di revisione KPMG

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TERCULTU

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Studiare un anno all’estero:quanto costa?

Èdifficile dare una risposta precisa a questa domanda, perché si tratta di aggregare cinque conta-bilità diverse: i bilanci dell’Associazione e della Fondazione Intercultura, il valore dei servizi resigratuitamente dai volontari, le spese sostenute dai partner esteri e contabilizzate nei loro bilanci

ed infine il valore dei servizi resi gratuitamente all’estero dai volontari del Paese ospitante. Una difficoltàulteriore è data dal fatto che il costo della vita varia enormemente – ad esempio – tra la Cina, la Russia egli Stati Uniti e pertanto in questa sede possiamo prendere come riferimento solo un ipotetico “costo medio”che non corrisponde a nessuno studente e a nessuna realtà geografica specifica. Varia anche il costo delviaggio, tra chi va in Australia e chi va in Germania. E infine non va dimenticata l’incertezza rappresenta-ta dai tassi di cambio tra l’euro ed il dollaro – moneta ufficiale per i pagamenti internazionali del sistemaAFS – che recentemente hanno fluttuato in misura notevole.

Dal bilancio di Intercultura si ricava che i costi diretti (viaggi, assicurazione, spese scolastiche e mediche,personale professionale addetto al ricevimento e alla cura degli studenti) si aggirano intorno ai € 6.000 perstudente. I costi generali della struttura italiana (personale dell’Associazione e della Fondazione, gestionedegli uffici, telecomunicazioni, stampati, formazione e trasferte dei volontari, spese delle sedi locali) e le speseper bandire il concorso, selezionare e preparare i partecipanti, fornire assistenza per ottenere i visti, mante-nere il collegamento con le famiglie durante l’anno all’estero ammontano ad altri € 6.000 per studente.

I servizi resi gratuitamente dai volontari italiani (prendendo come riferimento la tabella pubblicata nellepagine precedenti) ammontano a circa 2.000 euro per studente. Mentre l’accoglienza fornita dai volontari all’e-stero può essere calcolata (prendendo i parametri italiani) in € 4500 per la parte offerta dalle famiglie e in € 2.000 per l’assistenza fornita dai volontari.

La somma di queste voci ci dà un ammontare complessivo per un anno di vita e studio all’estero di circa € 20.500 – ancora di molto inferiore a quanto viene calcolato dalle Nazioni Unite per il loro programma divolontariato internazionale o da molte Fondazioni che assegnano borse annuali di studio in altri Paesi. È soprat-tutto di molto superiore a quanto viene richiesto, sotto forma di contributo, alle famiglie degli studenti vinci-tori del concorso Intercultura, anche a quelle di reddito più elevato che non usufruiscono di borse totali o par-ziali dell’Associazione.

Per i soli 987 studenti del programma annuale, inviati all’estero nel 2013-2014 il valore complessivo del ser-vizio reso da Intercultura alla società italiana è perciò valutabile in € 20.233.500 (€ 20.500 x 987).

Chi ha fornito questi fondi? Dal bilancio di previsione e dalle stime in merito ai servizi resi dai volontari,risulta che le famiglie degli studenti contribuiscono con il 39%, gli sponsor di Intercultura contribuiscono conil 17%, il lavoro dei volontari italiani ed esteri è stimabile intorno al 19%, l’ospitalità offerta dalle famiglie all’e-stero è stimabile intorno al 25%.

Selezione, preparazione (9%)

Viaggi, scuola, riunioni, assicurazione (29%)Generali: strutture, personale, comunicazione (27%)

Assistenza all'estero (10%)

Vitto e alloggio (25%)

9%

29%

10%

25%

27%

GRAFICO 1. Componenti di spesa per un soggiorno annuale all’estero

Famiglie italiane (39%)

Sponsor italiani (17%)

Volontari (19%)

Famiglie estere (25%)

39%17%

19%

25%

GRAFICO 2. Copertura dei costi nel sistema Intercultura

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Quel che le cifre non dicono:il contributo dei volontari

Il bilancio di Intercultura evidenzia le somme chetransitano per la sua contabilità, ma non rende giu-stizia ai servizi prestati gratuitamente dai volon-

tari dell’associazione a beneficio della collettività nazio-nale (soci che promuovono le possibilità di studioall’estero, selezionano e preparano i candidati, assistonogli studenti stranieri in arrivo, famiglie che fornisconoloro vitto e alloggio, esperti che tengono corsi di forma-zione interculturale ed elaborano i materiali necessari).

Come ovviare a questa lacuna? Fonti autorevoli (siveda: “Come valorizzare contabilmente i servizi resi daivolontari”, di Laura Bellicini e Paolo Iafolla, in IL SOLE24 ORE – Terzo Settore – 5 maggio 2003) suggerisconodi rifarsi alle raccomandazioni del Consiglio Nazionaledei Dottori Commercialisti e del FASB (FinancialAccounting Standards Board) americano già applicatenegli Stati Uniti dal 1995. In tali documenti vengono rico-nosciute le prestazioni di servizi gratuite che:

creano o incrementano le attività non finanziarie dichi li riceve;

sono forniti da persone dotate di preparazione spe-cifica in materia oppure

hanno una destinazione esterna rispetto ai volon-tari stessi.Alla luce di queste limitazioni, Intercultura non

può contabilizzare le diecine di migliaia di ore dedi-cate dai suoi volontari alla formazione ed organiz-zazione interna (riunioni locali, regionali, nazionalied internazionali; frequenza ai seminari; partecipa-zione ad organismi dirigenti; ecc.), senza le quali –tuttavia – l’organizzazione non starebbe in piedi. Puòinvece contabilizzare tutte le attività rivolte verso isuoi “utenti” e di cui beneficiano persone esterneall’Associazione e in ultima analisi la società italia-na nel suo complesso.

La tabella che segue ne tenta una prima stima moltoprudenziale e che andrà probabilmente rivista al rial-zo nei prossimi anni, quando Intercultura si sarà dota-ta di strumenti più sofisticati di rilevazione. Pur conquesti limiti, già ora l’impegno dei volontari equivalea oltre 117.000 ore di lavoro con un contributo finan-ziario stimabile in cinque milioni di euro.

Programmi di invio all’estero Ore Costo orario stimato Totale

Conferenze in 500 scuole (2 ore per scuola) 1.000 30 30.000Altre manifestazioni di presentazione dei programmi 720 30 21.600Colloqui di selezione di 6341 candidati (3 ore per candidato) 19.023 30 570.690Documentazione sui 1.704 selezionati (5 ore per selezionato) 8.520 30 255.600147 corsi locali pre-partenza di 30 ore 4.140 30 142.200Commissione di lettura fascicoli (48 persone per 70 ore) 4.410 30 132.300Commissione nazionale borse di studio (33 persone per 70 ore) 2.310 50 115.500Assistenza ai gruppi in partenza per l’estero (200 persone per 20 ore) 4.000 20 80.000Accompagnamento di gruppi in voli internazionali (76 persone per 30 ore) 2.280 30 68.400Assistenza alle famiglie italiane dei ragazzi all’estero (1.704 per 10 ore) 17.040 20 340.800147 riunioni di valutazioni in sede locale (4 ore) 588 20 11.760

Programmi di accoglienza in Italia

Identificaz., selezione e preparazione 900 famiglie d’accoglienza (15 ore) 13.500 20 270.000Vitto e alloggio per 5600 mesi/studente per 300 euro al mese 1.681.500Altre spese coperte da donazioni delle famiglie (50 euro al mese) 274.500Assistenza a 743 studenti di programmi scolastici esteri (40 ore ciascuno) 29.720 20 594.40010 corsi regionali di orientamento (4 persone per 30 ore) 1.200 30 36.00010 corsi regionali di valutazione (4 persone per 30 ore) 1.200 30 36.000Assistenza a gruppi in arrivo e partenza (160 persone per 20 ore) 3.200 20 64.000

Altre attività

20 Incontri di formazione interculturale per presidi e insegnanti 400 50 20.000Altri incontri di formazione alla pratica interculturale 1.050 40 42.000Ricerca di borse di studio per candidati disagiati (35 persone per 40 ore) 1.400 40 56.000Preparazione di materiale interculturale (15 persone per 60 ore) 900 40 36.000Ricerche sugli scambi interculturali (29 persone per 30 ore) 600 40 24.000Spese di telefono e benzina non rimborsate ai volontari (forf.) 100.000

TOTALI 117.041 5.003.250

ATTIVITÀ NON CONTABILIZZATE DEI VOLONTARI INTERCULTURA

1 743 famiglie di accoglienza e 157 famiglie di riserva per eventuali cambi.

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INTERCU

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Piergiorgio Acquaviva Enrico Ancona Marco Balich Luca Barilla Gustavo Bracco Laura Camis De Fonseca Claudio Castoldi Fabio Celozzi Claudia Chiaperotti Mario Cimmino Carlo Maria Colombo Gianfilippo Cuneo Mariantonietta Denti

Massimo Di Carlo Francesco Favotto Carla Fontana Riccardo Gaboardi Renata Gallo Giovanni Giudici Gianni Giugnini Tito Gori Giovanni Grandjacquet Enrico Grillo Pasquarelli Dario Maggi Eria Magnani Marco Giovanni Magnani

Mauro Mauri Giovanni Ottelli Tommaso Quattrin Pippo Ranci Ortigosa Ivan Rodeschini Anna Sant’Elia Angelo Maria Sanza Carlo Secchi Cesare Sirtori Titania Solazzi Maurizio Stecco Lino Tedeschi Ezio Vergani

Soci sostenitori per l’anno 2012/2013

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Conosco ed ammiro il lavoro cheIntercultura svolge da molti anninel settore degli scambi educativigiovanili e ritengo che la sua attivitàabbia onorato il nostro Paese,colmando una lacuna delle istituzionie promuovendo un tipo di pedagogiaimportante per la scuola di domanie, più in generale, per la società civile.

Susanna Agnelli, Ministro degli Affari Esteri, 1991

Come Ministro della PubblicaIstruzione, vedo Intercultura come unfatto molto importante a favore dellenuove generazioni; mi interessa chemolti più ragazzi possano partecipareai suoi programmi e credoprofondamente nelle finalità che sonostate poste alla base di questa azione.Non soltanto si offre ai ragazzi unapossibilità di crescita culturale, ma sifa anche educazione alla pace, e perciòalla convivenza, un elemento di cuiabbiamo grandissimo bisogno.

Giancarlo Lombardi, Ministro dell’Istruzione, 1995

Agli oltre 400 studenti di tutto il mondoche hanno frequentato per un anno lenostre scuole, ospiti presso famiglieitaliane, auguro un felice ritorno nei loroPaesi di origine, con la speranza che ilsoggiorno abbia costituito una graditaopportunità di apprendere la lingua e lacultura del nostro Paese e che ognuno diloro porterà con sé una felice immaginedell’Italia...Desidero esprimere il più vivoapprezzamento per l’attività diIntercultura, che rende possibili questiscambi giovanili, e rivolgere a tutti glistudenti un cordiale saluto ed i piùfervidi auguri per il loro futuro.

Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica, 2007

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Intercultura nacque per iniziativa di un gruppo di volontari che avevanovissuto esperienze interculturali all’estero e ne avevano apprezzato il poten-ziale educativo e la carica innovativa rispetto ai programmi scolastici tra-

dizionali. Eretta in ente morale con decreto del Presidente della Repubblica n578 del 23 luglio 1985 e riconosciuta Organizzazione non lucrativa di utilità socia-le (Onlus) in virtù della legge n. 460 del 4 dicembre 1997, essa continua ad ope-rare attraverso altri volontari: insegnanti, studenti, famiglie, cittadini interes-sati all’innovazione educativa.

Essi intendono approfondire il significato delle proprie esperienze, ripeterlein forme diverse, proporle ad altri sia in un confronto teorico e sia nelle possibilitàdi sperimentazione che la scuola ed altre strutture educative apriranno in futuro.

Essi si riconoscono nella lungimirante intuizione pedagogica dei fondatoridi quest’Associazione, che da decenni promuove il dialogo rispettoso tra uomi-ni e donne di tutte le culture, come antidoto allo scontro distruttivo tra le civiltà,che dopo gli avvenimenti del settembre 2001 è diventato tragicamente attuale.

Essi ritengono infatti che lo scambio tra culture diverse contribuisca allaricerca per una nuova educazione alla pace, suscitatrice negli uomini di unacoscienza planetaria e insieme attenta al divenire dei vari gruppi sociali: inten-dono il termine “cultura” in senso antropologico e cioè: “sistema dinamico divalori, formato da elementi acquisiti, con postulati, convenzioni, credenze e rego-le che permettono ai membri di un gruppo di avere rapporti tra di loro e colmondo, di comunicare e di sviluppare le capacità creatrici che posseggono inpotenza” (Commissione Canadese per l’Unesco, 1976).

I volontari di Intercultura si riconoscono nei principi ispiratori delle NazioniUnite, dell’Unesco e delle Istituzioni europee, e nella definizione di volontaria-to data dalle leggi italiane.

Per Intercultura l’aspirazione alla pace e al dialogo costruttivo tra le cultu-re non si concreta in un’adesione ad un credo politico o confessionale storica-mente realizzato, né presenta un messaggio univoco, una visione del futuro ine-vitabilmente suggerita e determinata da estrapolazioni del presente.

L’Associazione si vede come laboratorio di esperienze interculturali, che l’ac-cresciuta mobilità degli uomini e l’accelerata crescita tecnologica hanno resourgenti e necessarie per uno sviluppo armonico del pianeta.

In questa ricerca, sperimentazione e aggiornamento, Intercultura rivedràcontinuamente le sue ipotesi e le sue proposte, consapevole tuttavia che il finedell’educazione interculturale non può essere il museo delle culture. Interculturaritiene che i processi di globalizzazione economica in corso non rappresentinoautomaticamente una nuova cultura mondiale, che comporta invece la scoper-ta parallela di una storia planetaria e di una memoria collettiva dell’umanità, incui ogni uomo possa riconoscersi e trovarvi le radici di sé, l’intelligenza del diver-so ed una accettazione serena di entrambi.

Dal “Piano triennale di Intercultura”– 2010-2013 – Parte I

Intercultura,perché?

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Occorre comprendere la nuova realtà ecogliere le opportunità di cui è ricca. Lo

stesso spirito con cui 40 anni fa con imiei coetanei AFS vivevamo la nostra

avventura. La sostanza del problema noncambia. Al contrario sembrano ancorapiù di fondamentale importanza per la

formazione dei giovani esperienze comequelle promosse da Intercultura.

Carlo Secchi, già Rettore dell’UniversitàBocconi, ex borsista di Intercultura

nell’anno scolastico 1960-61

Nei prossimi anni gli scambi studenteschiinternazionali dovranno aumentare inmodo esponenziale e dovranno uscire

dalla eccezionalità in cui si trovano, per diventare parte del normale percorso

scolastico di ogni giovane europeo.

Jan Figel’, Commissario europeo per l’educazione, 2008

L’incontro dell’Associazione Nazionale Presidi con Intercultura

era nella logica delle cose, ma la suafecondità ha avuto di che sorprendere gli

stessi protagonisti: molto merito va al tempo e alla passione che, nelle quiete

stanze di Colle, affacciate sul verde della campagna toscana, ha tante volteunito nel lavoro comune i presidi di ANP

e gli amici di Intercultura.

Giorgio Rembado, Presidente ANP, 2003

Intercultura è una grande organizzazionecon la quale collaboriamo da tanti anni.

È un’organizzazione che contribuisce a formare, istruire, ampliare gli orizzonti

dei nostri ragazzi. Bisogna creareoccasioni perché nel corso della loroistruzione possano vedere il resto del

mondo, vivere in altre culture, impararead amare le differenze ed a cavarsela...

Solo investendo in istruzione e innovazione riusciremo a mettere inmoto una crescita vera e sostenibile.

Corrado Passera, già Ministro delloSviluppo Economico e delle Infrastrutture

Intercultura si caratterizza come un movimento di volontariato interna-zionale con finalità educative: esso si propone di contribuire alla crescitadi studenti, famiglie e scuole e della società civile del nostro Paese attra-

verso scambi internazionali di giovani e il loro inserimento in famiglie e scuoledi altri Paesi. Dal confronto, stimolato e guidato dai volontari di Intercultura,nasce una consapevolezza nuova della propria e delle altrui culture e un desi-derio di contribuire pacificamente e con conoscenza di causa al dialogo tra levarie nazioni del mondo. Questo processo educativo interculturale coinvolge inugual misura i volontari dell’Asso ciazione e i partecipanti ai suoi programmi: èuna chiave di lettura e un metodo di comprensione del mondo moderno, supe-rando i pregiudizi e rispettando le differenze. Intercultura non propone unavisione del mondo e un ideale definito, ma aiuta a ricercare ideali comuni perl’umanità degli anni 2000.

Dagli incontri tra persone di culture diverse nascono spesso conflitti: la com-prensione reciproca non è né spontanea né automatica. Da incontri guidati pos-sono nascere invece nuove competenze interculturali che aiutano a risolverepotenziali conflitti presenti o futuri.

Ai suoi volontari Intercultura propone un itinerario formativo che prendespunto da esperienze concrete di scambio, in quanto molti di loro hanno parte-cipato personalmente a programmi interculturali all’estero o hanno ospitato incasa o a scuola studenti di altri Paesi. Questa formazione iniziale “sul campo” siarricchisce attraverso l’assistenza agli studenti italiani in partenza ed a quellistranieri che vengono in Italia. Essa si completa con momenti di formazione teo-rica che si svolgono in primo luogo nel Centro locale e successivamente in semi-nari regionali, nazionali e internazionali.

Agli studenti italiani in partenza per soggiorni all’estero, Intercultura offrela possibilità di mettersi in gioco e di scoprire talenti interiori inesplorati e assi-cura servizi accurati di selezione, orientamento e formazione al dialogo inter-culturale. Agli studenti stranieri in Italia garantisce assistenza per l’inserimentonella famiglia e nella scuola, per l’apprendimento dell’italiano, per la felice riso-luzione dei problemi culturali e psicologici che si possono manifestare duranteil programma. Alle famiglie ospitanti offre una possibilità di crescita attraver-so un’esperienza umana ed intellettuale di grande spessore interculturale e for-nisce assistenza e consiglio e la possibilità di partecipare at ti va mente al movi-mento del volontariato. Alle scuole Intercultura offre la possibilità di confrontarsicon altri sistemi educativi e di partecipare agli scambi individuali e di classe pergli alunni, ai seminari di formazione interculturale per i presidi e gli insegnan-ti, e di utilizzare il materiale prodotto a questo scopo dall’Associazione. Alleimprese private e agli enti pubblici che finanziano le borse di studio dell’Asso-ciazione, Intercultura offre l’opportunità di svolgere un ruolo sociale ed educa-tivo nella propria comunità e nella società italiana, rendendo possibile una for-mazione internazionale per i giovani che dovranno vivere in un mondo semprepiù integrato.

Intercultura si propone di tradurre la propria esperienza pedagogica sulletematiche relative all’educazione alla mondialità in una vera e propria forma dididattica interculturale da elaborarsi a livello locale e nazionale attraverso l’in-terazione con il mondo della scuola e dell’università.

Un volontariatoparticolare

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Lo fanno con il cuore! – così hanno definito ivolontari di Intercultura le persone chehanno partecipato ad una ricerca di Ipsos:

Intercultura infatti non è un ente burocratico. La suastruttura professionistica si limita ad una SegreteriaGenerale suddivisa su tre uffici: a Roma (relazioni isti-tuzionali, scuola e sponsorizzazioni), Milano (comuni-cazione e sviluppo) e Colle Val d’Elsa (direzione deiprogrammi, amministrativa e delle risorse umane).L’anima e il braccio dell’organizzazione sono invece isuoi volontari.

Volontari furono i suoi fondatori: quei ragazzi e intel-lettuali che nella prima e nella seconda guerra mondia-le accorsero a guidare le autoambulanze sul fronte, persalvare vite umane. C’erano tra gli altri Louis Bromfield,Malcom Cowley, John Dos Passos, Julien Green.

Oggi sono oltre quattromila in Italia e duecentomilaall’estero: sono la rete più vasta che esista al mondo divolontari che abbiano scelto di dedicarsi alla promozio-ne e al sostegno degli scambi educativi internazionali.Si tratta in gran parte di giovani (o ex giovani) che hannousufruito in passato di soggiorni all’estero diIntercultura, o di famiglie che hanno ospitato un borsi-sta straniero, o di insegnanti che hanno visto passareper le loro classi ragazzi di tante nazioni diverse. Si trat-ta sempre di persone che hanno altre occupazioni di stu-dio o di lavoro e rendono questo servizio del tutto gra-tuitamente, nel loro tempo libero. Il loro attaccamentoagli ideali ed ai programmi dell’associazione è la dimo-strazione concreta della vitalità di Intercultura.

I volontari di Intercultura sono presenti in tutte leRegioni e sono riuniti in 147 gruppi cittadini denominati“Centri locali”: essi fanno conoscere i programmi nellescuole, selezionano i candidati più idonei, li consiglianosui Paesi di destinazione, li preparano alla partenza, erestano in contatto epistolare con i loro “ragazzi” all’e-stero. Trovano famiglie per accogliere i borsisti stra-nieri, li assistono durante il loro soggiorno in Italia, man-tengono i contatti con le scuole, trovano fondi per leborse di studio - e insieme mantengono viva la speran-za di un mondo in cui gente di cultura diversa sappiavivere e dialogare insieme. Grazie alla loro carica idea-listica e al loro lavoro non retribuito, Intercultura rie-sce ogni anno a trovare candidati migliori, famiglie aper-

te ad esperienze internazionali, e molte molte borse distudio per tutti quei giovani che non hanno i mezzi perautofinanziarsi il soggiorno in un altro Paese.

Ogni Centro fa riferimento ad un “animatore dizona” – figura semiprofessionale – che è preposta alcoordinamento di 10-15 Centri locali. L’Italia diIntercultura è suddivisa in dieci zone di sviluppo:

1. la Valle d’Aosta, il Piemonte e la Liguria2. la Lombardia3. il Triveneto4. l’Emilia Romagna e le Marche5. la Toscana e l’Umbria6. il Lazio e l’Abruzzo7. la Campania, il Molise e la Calabria8. la Puglia e la Basilicata9. la Sicilia

10. la Sardegna.

I volontari di Intercultura si riuniscono in assem-blea generale una volta all’anno (il secondo week enddi novembre) per deliberare sulle strategie dell’As -sociazione, approvare i bilanci ed eleggere un Consigliod’Amministrazione, che al suo interno nomina ilPresidente nazionale. Il Consiglio d’Amministra zionefissa le norme per la conduzione dell’Associa zione,lasciando al Segretario Generale, al Direttore Esecu -tivo ed ai suoi collaboratori (professionisti) la deter-minazione delle modalità di realizzazione – secondo ilmodello di governance teorizzato da Carter e chiama-to di policy governance.

Intercultura è ufficialmente riconosciuta comeorganizzazione di volontariato, a norma della legge266 del 1991, ed iscritta nel registro istituito presso laRegione Lazio. In virtù di tale iscrizione è ancheONLUS, organizzazione non lucrativa di utilità socia-le. È stata eretta in ente morale con decreto delPresidente della Repubblica del 23 luglio 1985.

1955 1965 1975 1985 1995 2005 2013

5 22 40 65 78 124 147

NUMERO DEI CENTRI LOCALI DI INTERCULTURA:

Intercultura: modello organizzativo gestionale

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AdriaBovo Letizia348 7742268

AgrigentoRiccobene Anna Maria349 4005325

AlessandriaBastita Roberta349 5322072

AnconaPaolozzi Elisabetta335 6954489

AostaLettry Viviana349 3757980

AreseCarati Claudio340 7749638

ArezzoBaione Marcella349 2883279

Ascoli PicenoDi Marco Giustina335 7080740

AstiSpena Alessia320 4133543

AugustaStano Brigida347 6479354

AvellinoTulimiero Ida340 6615519

AvezzanoPerrotta Maria Vittoria333 2956778

BariCostantini Donatella328 0203683

BellunoLosso Giovanna347 1436553

BeneventoSabatino Marica329 3079410

BergamoKladarin Dragana333 2738440

BiellaSerra Cristina340 5887370

BolognaDe Maria Cristina338 7680429

BolzanoGasparotto Alessandra347 1662449

BresciaLodetti Stefano347 2219650

BrindisiCaramia Carmelo345 2335194

CagliariFiori Maria Paola340 5257089

CaltagironePanarello Antonietta333 1492125

CaltanissettaInsalaco Giovanna338 7526503

Carbonia-IglesiasAngotzi Paolo346 0867774

CasertaMerola Paola347 0386864

Castellammare di StabiaDi Capua Giulia333 7534815

Castelli RomaniDi Cavio Yvonne348 7536655

CataniaD’Alberti Annamaria349 2697373

CatanzaroRichichi Giovanna339 4634080

CerignolaCipollino Rosalba345 7663570

CesenaTurrisi Antonio338 4021433

CivitavecchiaMasina Giuseppe389 0074894

ComoGorini Valerio333 7346073

ConeglianoDe Luca Renzo338 7078441

CosenzaPerri Carmela328 3365975

CremonaGardani Lorenzo328 0134736

CrotoneBerlingieri Rosanna347 0893475

CuneoGozzaldi Franca333 8614498

DomodossolaBesana Paola333 5717403

EnnaRosano Giusy392 5059428

FerraraPorcheddu Francesco349 6804696

FirenzePerez Ylenia345 3337804

FoggiaVigone Antonio333 6889135

FolignoInnocenzi Paola335 6679315

FrosinoneColasanti Graziella338 4590656

GelaRomano Vincenza349 3918096

GenovaTatti Fabio340 3213105

GiarreLiardo Maurizio346 3072003

GoriziaButtignoni Enrico393 1991948

GrossetoGallotta Salvatore347 6764660

GuspiniMatta Eusebia339 4756353

Irsina Lamorte Maria Giovanna327 0009387

IserniaNardolillo Assunta340 7896952

IvreaBalla Silvia328 4372974

JesiRisitano Mariaraffaella349 5069505

La SpeziaMaggetti Leonardo329 1276453

LagonegroDe Rita Gerardina339 7206215

Lanusei-TortolìPistis Marinella340 3327579

L’AquilaMarrelli Alfonso340 5844895

LatinaCapuccio Marco329 0640784

LecceGabelmann Ralf329 6215616

LeccoValsecchi Clara329 1568199

LegnanoFurfaro Alessandra340 0739884

LivornoGiordano Francesca327 6869997

LodiChelotti Sara331 2105711

Lovere-BoarioAntonioli Rodolfo329 3398386

MacerataScuppa Anna Maria333 8642870

MacomerOggianu Rita Francesca348 6100120

MantovaLerose Annalisa380 7144243

MarsalaBuccellato Maria Rosaria368 3839671

MateraBilancia Vincenzo333 4731279

MessinaRusso Eleonora333 1325844

MetapontoArcuti Palma334 6787393

Milano 1Pichierri Gabriele389 9988922

Milano 2Giudice Elena392 6536559

Milano 3 Urati Gaia339 4885362

ModenaMauro Silvia333 7867001

MontebellunaCarmagnola Valeria339 5347803

MonzaCesana Giulia334 3662815

NapoliAl Bukhari Sara331 4645948

NettunoBravo Antonella333 9631108

NovaraNapoletano Margherita348 2217667

NuoroGuiso Bianca Maria349 4002027

Olbia-TempioOggiano Maria Lucia347 3425286

OristanoMurru Joseph Louis335 1274849

PadovaBuja Caterina340 2458307

PalermoBartolotti Mirko392 2066096

Palermo 2La Corte Pietro334 6265149

ParmaRanieri Anna349 6344742

PattiScaffidi Domianello Paola339 2877611

PaviaMaggi Lorenzo331 6942903

PerugiaFiordispini Ferruccio348 9792249

Pesaro-UrbinoBozzoli Laura339 4378226

PescaraSaturno Silvia338 7415114

PesciaNerli Elisa338 8703873

PiacenzaGrecchi Giuditta335 1741025

PisaDi Nella Olimpia346 0492344

PordenoneDalpiaz Alice349 1954777

PortogruaroLanzarini Alfreda348 9967929

PotenzaGuarnieri Antonio347 0769001

PutignanoBelfiore Irene338 4648227

RagusaOttonelli Claudio339 4982314

RavennaZanzi Silvia349 1947619

Reggio CalabriaCostantino Francesca Rosa347 6155888

Reggio EmiliaNotari Chiara333 6434649

RietiRinalduzzi Enrica329 8978189

RiminiPerazzini Claudia348 6955080

Rionero In VultureCapobianco Maria0972 721499

RivoliMartina Aurora339 4314015

Roma EstLuciani Andrea393 9384140

Roma OvestLupoli Mario339 3288767

Roma SudLipera Daniele333 6559849

RovigoCavaliere Laura340 5173478

SalernoFelici Maria Guglielmina349 7555596

SanremoBerruto Miriam340 9973083

SarnoCorrado Giuseppe335 7288581

SaronnoLaquintana Sara340 1162251

SassariTedde Francesca329 6113500

SavonaBono Giulia340 7787895

SciaccaBellanca Lina349 3957535

Sessa AuruncaEsposito Fernanda335 5769059

SienaSjursoe Hilde Eliza333 1742139

SiracusaCelotta Gabriella347 4269628

SondrioCurtoni Nicola338 5605942

TarantoBuccoliero Bianca Maria333 4593402

TeramoAssenti Piero339 8698823

TerniMauro Simonetta338 3362793

TerralbaPala Giulio340 3007437

Tivoli-GuidoniaVittorio Mastroianni348 7805774

Torino NordPavoni Jacopo333 7306647

Torino SudLattarulo Teresa348 7118909

TraniMotti Victor Emanuel348 5184701

TrentoGelmini Stella348 0737930

TreviglioCefala’ Chiara348 3549110

TrevisoMaroni Roberta339 2229887

TriesteBut Riccardo345 3037249

UdineBellavitis Elisabetta335 6199711

Vallo di DianoDi Candia Ofelia338 1008356

VareseTahir Adele389 3444075

VeneziaRossi Michela329 9262145

VerbaniaAndreoli Alice347 9055321

VercelliPellati Valentina346 0803008

VeronaDal Ben Giuliana377 2559651

Vibo ValentiaVitale Luisa338 7350741

VicenzaVenco Nicoletta339 2977370

ViterboPala Giampaola347 9821027

I Presidenti dei Centri locali di Intercultura

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URA Incontri che

cambiano il mondoI programmi di Intercultura

1955 1965 1975 1985 1995 2005 2013

Un anno all’estero 35 145 138 241 277 470 987

Un semestre all’estero 0 0 0 0 44 99 118

Un trimestre all’estero 0 0 0 59 73 49 83

Un’estate all’estero 0 0 0 93 113 294 516

Un anno in Italia 0 18 37 84 196 352 470

Un semestre in Italia 0 0 0 0 47 75 86

Un trimestre in Italia 0 0 0 59 74 33 55

Un bimestre in Italia 20 35 78 135 143 165 160

Totale 55 198 253 671 952 1.537 2.455

SVILUPPO DEI PROGRAMMI DI SCAMBI INDIVIDUALI

I programmi di Intercultura sono di quattro tipi:

invio di studenti del quarto anno delle scuole se-condarie superiori all’estero, per soggiorni di unanno scolastico, un semestre, un trimestre o un’e-state – con ospitalità presso famiglie di volontaridelle Associazioni estere di cui Intercultura è part-ner nel sistema AFS;

accoglienza di studenti liceali stranieri pressoscuole italiane e famiglie che accettano di inserirli nelloro nucleo domestico come figli, sotto la responsa-bilità e il controllo di Intercultura, per un anno sco-lastico, un semestre, un trimestre o un’estate;

scambi di classe per due settimane con Paesi del -l’Unio ne Europea, ma anche con altri Paesi siadell’Europa e sia di altri continenti;

corsi di formazione ai rapporti interculturaliper scuole, presidi, insegnanti, associazioni, azien-de. Questi corsi sono in alcuni casi di breve dura-ta (una giornata), in altri di durata più lunga edanche annuale (ad esempio: nell’ambito di progettidi formazione europei).Dal 1947 ad oggi sono andati a studiare all’estero

con Intercultura:

circa 21.000 studenti per un intero anno di liceo oistituto tecnico-professionale;

circa 3.000 studenti per un semestre;

circa 3.700 studenti per un trimestre;

circa 9.000 studenti per un periodo estivo;

670 classi (circa 8.500 studenti e 800 insegnanti).

Sono venuti a vivere con una famiglia italiana eda frequentare una nostra scuola:

circa 13.500 studenti esteri per un intero anno sco-lastico;

circa 1.500 studenti esteri per un semestre;

circa 2.400 studenti esteri per un semestre;

circa 3.300 studenti esteri per un trimestre;

circa 7.200 studenti esteri per un periodo estivo;

670 classi di scuole estere (circa 8.500 studenti e800 insegnanti).

A questi programmi di scambi internazionali si accede per concorso. Quasi tre quarti dei vinci-tori hanno usufruito di borse di studio totali o par-ziali offerte da Intercultura o da aziende, bancheed enti locali su sollecitazione della FondazioneIntercultura.

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a: il calo è dovuto in parte alla sospensione del programma trimestrale europeo finanziato dall’Unione Europea.

09/10 10/11 11/12 12/13 13/1408/09

10/11 11/12 12/13 13/1408/09 09/10

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Programmi annuali Programmi semestrali

Programmi trimestrali Programmi bimestrali e linguistici

Borse di studio Scambi di classe

Scambi di studenti con l’estero 2007-2013

INTERCU

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La bella mia esperienza in Sardegna

Sono passati quasi 10 mesi da quando sono arrivata inItalia e sta arrivando il momento della partenza per ri-tornare in Giappone, passo a passo. Prima di arrivare inItalia, ero affascinata dalla cucina italiana, dalla perso-nalità, dall’arte italiana e ho scelto l’Italia come primoPaese dove volevo andare per l’anno di studio all’estero eho passato l’esame tranquillamente. Pensavo sempre inquale città sarei stata spedita, ancora non era stata trovatala famiglia ospitante. AFS ha trovato la mia famiglia ospi-tante qulache mese prima della partenza. Dunque, ho sa-puto “Sardegna” in questo momento. Ma mi aspettavo diandare in un’isola che non era sconosciuta in Giappone.

Per andare in Sardegna, ho cambiato l’aereo tante volte.Tokio-Francoforte, Francoforte-Roma, e finalmente so-no arrivata in Sardegna. Quando ho visto la mia famigliaospitante, ero molto nervosa e non potevo capire cosa sta-vano dicendo. Dunque, loro provavano a parlarmi in in-glese, ma non riuscivo a rispondere bene per la tensione.

In questo modo la mia vita in Italia è iniziata con l’an-sia. I primi mesi, tutte le cose erano nuove: i piatti sar-di, la cultura italiana, un piccola città, la lingua... Sonostata a un punto morto, come un muro verso la culturaitaliana. Fra la cultura giapponese e la cultura italianac’era un grande muro e ci è voluto tanto tempo per rom-perlo. La mia famiglia ospitante, amici, professori... Loromi hanno supportata per rompere questo muro. La miafamiglia ospitante mi ha spiegato quando non capivoqualcosa e mi ha insegnato la cultura italiana cortese-mente. I miei amici mi hanno sorriso sempre e si sonopreoccupati di me. I professori forse erano perplessi perla mia lingua, ma hanno organizzato tante cose per lalingua. Il mio tutor mi aiutava per superare tante prove.E questo è un punto in comune che loro hanno trovato perconoscere e capire la mia identità.Questi 10 mesi sono solo una piccola percentuale della miavita e un tempo molto breve, ma questo momento sarà ilmio tesoro per sempre. Ma questo tesoro non era sempresplendente. Qualche volta era doloroso e triste. Durantequesti 10 mesi, ero molto fragile e ogni tanto ero triste an-che quando non era necessario. Dunque, mi sono dettache queste prove servivano a me per farmi crescere. Eramolto difficile ricevere la cultura italiana nella mia cultu-ra che avevo costruito da piccola, ma ho sperato e ho ot-tenuto una visione ampia e una splendida vista sul mondo.

Noi Giapponesi scriviamo “persone” nel nostro alfabeto.È un simbolo delle persone che supportano l’altro. Anchela mia esperienza è stata fatta dal sostegno delle persone.Voglio dire grazie per tutti alla mia famiglia ospitante,

amici, professori, AFS e alla mia famiglia, amici, pro-fessori di Giappone. Grazie mille.

Yuki Jimbo (Giappone)Borsista annuale in Italia 2011/2012,

Centro locale di Olbia-Tempio

Quasi un romanzo

Ciao Anna,

scusa se non ti ho scritto prima, ma lo shock e l’adrena-lina causate dal primo impatto col mondo cinese hannoavuto bisogno delle prime vacanze per sedarsi! Adessoperò ho talmente tante cose da dirti che si potrebbe scri-vere un romanzo!

Questo primo mese mi ha permesso di uscire con la te-sta dalla profonda buca in cui stavo, anche se a causa delfatto che avevo sempre vissuto nel buio il primo contat-to con la luce è stato difficile… ma ora è tutto un po’ piùchiaro, non si vede più sfuocato dopo una rivoluzione lu-nare (finita con la luna piena della festa di metà autun-no, passata ad ammirare il nostro satellite in compagniadei nonni che mi raccontavano leggende cinesi sulla suacreazione che ovviamente erano – non capite).

Un mese in cui ho conosciuto tantissima gente nuova inuna nuova scuola della ormai mia seconda città, dato chenon ero mai stato più di un mese lontano dalla mia Milano.Changzhou è una città bellissima e soprattutto non piùcosì estranea come lo era appena arrivato: a furia di muo-vermi in bicicletta comincio a conoscere le strade, fattoche mi rende molto felice e sicuro di me stesso, aggiun-gendo che ho imparato ad orientarmi anche usando ipunti cardinali!!

Testimonianze

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Quattro settimane nella (classe 12 - grado1) ho trovato compagni simpaticissimi e disponibili adaiutarmi ogni volta che avevo bisogno di una mano, com-pagni dei quali sono stato portabandiera allo sport mee-ting scolastico, dove ci siamo divertiti come un gruppo incui mi sono integrato oserei dire completamente. Unaclasse tenuta a bada e guidata da una fantastica home-room-teacher, suggeritrice di ottimi consigli per tirar-mi su nei momenti un po’ confusionari.

Lezioni di cinese per i 3 fanciullini stranieri (Mam la ra-gazza thailandese, Chris il ragazzo americano e io l’ita-liano – sembra sempre una barzelletta) o più semplice-mente “I tre dell’Ave Maria” che, grazie alle spiegazionidi Li laoshi, una professoressa ormai vista come la sag-gia amica che insegna cinese ai 3 avventurieri, ci si di-verte e si impara per quelle due misere ore giornaliere.

Tanti pomeriggi e serate (una parolona dato che si rien-tra a casa alle 20.30 massimo) passate in compagnia de-gli altri exchangers, con cui si scambiano esperienze,racconti ma con cui anche ci si sfoga. Da Juan, cileno,ragazzo coraggiosissimo, atterrato in Cina senza sape-re né inglese né cinese, capitato in una famiglia che nonlo calcola ma che non molla manco morto, a Sofia calabresedi nazionalità (ahah) con la quale parlo la mia vera linguache mi fa respirare il cervello confuso da tutto quell’in-glese che parlo e con cui ormai penso, al cinese che ascol-to (ma che capisco poco)!

Per ultima ovviamente la mia famiglia: i nonni che mi met-tono sempre il sorriso quando mi fanno monologhi esi-stenziali senza che capisca una parola, ma con i quali horiso per la prima risata a una battuta (forse l’unica cosa cheho compreso delle infinite dettemi). Poi il , che parla in-glese, simpatico ma che però non riesco ancora a vederecome il mio papà, il contrario di mia mamma che anchese è arrivata a casa solo una settimana fa, mi ha colpitoper la sua gentilezza e le sue domande che né mio papà omio fratello mi avevano mai fatto (come si dice questo initaliano?) e che si sforza sempre di mischiare cinese perfarmelo imparare e inglese... proprio la mia !

Per ultimo mio fratello, la persona che vedo di più (è an-che mio compagno di classe) ma con il quale ci sono parecchialti e bassi… sempre impegnato nello studio ma che uti-lizza i momenti liberi giocando a computer… ed è da que-sto che vorrei far nascere la conclusione finale di questoriassunto: come sia fondamentale immedesimarsi nel-l’altro nel diverso. Il fatto che un ragazzo che studi tuttoil giorno e il poco tempo libero li decida di sfruttare congiochini elettronici appena arrivato mi lasciava molto per-plesso… ma mi ci sono voluti 30 giorni per capire, per ar-rivare ad una possibile risposta: basta rigirare l’argo-mento e il problema è risolto! Mi spiego meglio: da buonragazzo anche io in Italia nel tempo libero facevo quellomi piaceva che mi interessava, reputando la partita allaPlaystation o uscire con gli amici alla sera le cosa più di-vertente che si potesse mai fare... ed è lo stesso per lui!

Ed è per questo che mi sto ringraziando di aver scelto dipartire, di esplorare e di lasciarmi dietro quella che pri-ma era la mia felice vita quotidiana ma che ora viene nor-

male chiamarla noia. Come diceva Aristotele, è la me-raviglia che ci fa filosofare, pensare: la curiosità, lo stu-pore che provo ogni giorno nell’Impero Celeste mi haaperto letteralmente un modo nuovo… quindi con unbanale "grazie" a Intercultura chiudo, spero che i 9/10rimanenti siano sempre così ricchi di nuove emozioni.

Jacopo ManidiBorsista annuale in Cina 2012/2013,

Centro locale di Milano 3

Un posto lontano lontano...

Ricordo esattamente cosa disse Monica durante il weekenddi preparazione: L’importante è non avere aspettative;infatti, non avendole, sarà tutto più facile.

Beh, cara Monica... ti dirò che il tuo consiglio non è faci-le da seguire (per non dire impossibile). Ovviamente ave-vo, come tutti d’altronde, le mie aspettative, i miei “vor-rei" e soprattutto i miei “spero". Tuttavia è due mesi chesono in Canada e posso dire a gran voce che la mia espe-rienza sta superando di gran lunga le mie aspettative.Ok, è vero, casa mia non si vede da Google Maps, abitoproprio “in culo al mondo" (perdonate il francesismo) esoprattutto non ho la libertà e la varietà di scelta di unragazzo di città... Ma posso anche dirvi che questa vitasta regalandomi tantissimo.

Vivo con due persone stupende, un’artista e il direttoredi un centro culturale, che non hanno la TV a casa, mache mi fanno fare esperienze certamente non noiose e ve-ramente interessanti. Siamo come una vera famiglia or-mai (non ditelo alla mamma per favore).

Abito proprio all’inizio di un bosco, di fronte a una mon-tagna, il monte Ham, che ogni mattina mi regala un me-raviglioso spettacolo differente; infatti, dalla natura sottoforma di un verde esplosivo che ha accompagnato le mieprime settimane, e passando per quei colori caldi (assur-di) di cui ancora non mi capacito, sono arrivato in quel lim-bo tra autunno e inverno. Gli alberi sono proprio lì, fermi,spogli, che dicono: quando arriva la neve a donarci un po’di quiete? Gli uccelli, avendo già fatto le valigie, li vedi

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scendere a sud in grandi stormi, e anche loro, sbruffoni, miurlano dall’alto: Che fai ancora qua? Sei un folle se rima-ni! Vi dirò: forse hanno ragione, sarei un folle a rimanere,ma l’orgoglio di dire “io ho vissuto con una temperatura dimeno 30"... beh, quello non me lo leva nessuno!

Grazie volontari del Centro siracusano di AFS, quello chesto vivendo è veramente “oltre". E soprattutto grazie aimiei genitori, che mi hanno permesso di essere qui ades-so, in questo luogo “in culo al mondo", ma che sicuramenteamerò ogni giorno di più.

Aldo CaliòBorsista annuale in Canada 2012/2013,

Centro locale di Siracusa

Il mio primo giorno di scuola indiano

Sono le 6.30 del mattino, tutti i membri della mia fami-glia indiana dormono eccetto me. L’adrenalina nel miosangue sembra quasi un insetto che corre sopra a untronco. Il pensiero che tra precisamente 1 ora e 20 mi-nuti starò in un’altra scuola con nuovi amici, nuovi pro-fessori nel Paese così soprannominato “incredible India"mi fa unicamente emozionare. E’ davvero incredibilepensare che sto ‘DA SOLO’ senza i miei genitori in unaltro Paese dall’altra parte del mondo. Ancora non rie-sco a realizzarlo. Finalmente la mia famiglia si è sve-gliata. Amma (che significa mamma in hindi) sta cuci-nando le uova per la mia colazione... anche quelle con lespezie, guru (papà in hindi) e i miei fratelli si stanno ve-stendo e credo che debba iniziare a farlo anche io. Loso che vi starete chiedendo come faccio a scrivere e fa-re le cose contemporaneamente. Ebbene sì, ho deciso

di portare con me un piccolo diario 24 ore su 24.Naturalmente non scriverò ogni cinque minuti in quan-to socializzare è il mio primo obiettivo nonché quellodell’associazione Intercultura... però oggi essendo il pri-mo giorno di scuola dedicherò più tempo al mio diario.Sono pronto, camicia a righe azzurra e bianca dentro ipantaloni grigi, scarpe nere e calzini bianche con 2 ri-ghe azzurre. Ho fatto già colazione: uova (con masala, unmisto di spezie piccantissime!!!) e succo di guava (cheequivale a un bicchiere di latte)... delizioso! Il grandemomento si sta avvicinando, sto in macchina... non misembra vero, sto andando a scuola in India!!

Eccolo l’ingresso della scuola... un cancello nero con leiniziali del nome dell’istituto (A.I.S., Amity InternationalSchool, Saket). La principale (“the woman with the redsaree" così me l’hanno descritta i miei fratelli) sta al-l’ingresso della scuola, mi sta aspettando. Eccitatissimoscendo dalla macchina, saluto la mia mamma indiana ela prima cosa che faccio unisco le mani e dico namastè(ciao in hindi) alla mia preside, in seguito le tocco i pie-di, poi mi tocco il petto e la fronte (un’usanza indiananei confronti delle persone adulte). Di conseguenza leipronuncia la frase tipica “God bless you" per ringra-ziarmi del rispetto portatole. Subito dopo saluto i mieifratelli e la mia nuova preside mi fa visitare la scuola,una struttura alquanto moderna e grande. Laboratoridi arte, informatica, campo di calcio, campo di pallavo-lo, campo di cricket etc. Gli alunni della scuola mi fis-sano come se fossi un extraterrestre. Sembro quasi unV.I.P. con la sua segretaria. Adesso sto in un piazzale contutti gli alunni della scuola. Il Guru di Amity sta cele-brando una pratica religiosa (Havan) tipica della reli-gione hindu per venerare il dio del fuoco. Sta brucian-do dei bastoncini e intanto recita delle preghiere ripetutedagli studenti. Finita la celebrazione CI (ormai sono an-che io uno di loro) vengono distribuiti dei dolcetti aran-cioni (laddoo). Finalmente mi sto dirigendo verso la miaclasse XI’’F. Eccoli, sono loro i miei compagni. Mi stan-no osservando come se fossero degli ispettori (quelloche ci è stato detto negli orientamenti è proprio vero...corrisponde tutto perfettamente).

Mi stanno aspettando all’entrata della classe. Non pos-so crederci che quelli sono i compagni con i quali pas-serò 10 mesi. Sto entrando in classe. Si sono alzati tutti.Chi mi saluta in italiano, chi in spagnolo. Che accoglienza!Neanche il presidente viene rispettato così tanto. Laprofessoressa mi fa subito sedere tra un maschio e unafemmina (Akash e Krity). Neanche il tempo di posarelo zaino, già hanno iniziato a farmi domande sulla cultu-ra italiana e le nostre usanze in Italia. Sto davvero cer-cando di spremere al massimo le mie meningi ma nonriesco a capire una sola parola. Il loro accento in ingle-

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RAse trasforma la lingua di Shakespeare in una specie digiapponese. Ho chiesto ad un compagno di dirmi “sì” inhindi e con uno strano movimento ondulante, quasi fos-se un esercizio per eliminare il torcicollo mi risponde“ha!”. Che ridere!! La prof. vuole che mi presenti. OK,Domenico, prendi un bel respiro e go! Fatti avanti! Moltobrevemente e un po’ emozionato inizio: “Hello, my na-me is Domenico Vitale, I’m from Italy” e finisco così:“nice to meet you all”. Che ricca presentazione!!

Ma cosa stanno facendo? Credo economia. Troppe per-centuali, troppi numeri e troppi grafici. Cosa starà maidicendo la prof.? Non capisco davvero nulla. Questa cheora mi sembra una montagna sono sicuro che si tra-sformerà in pianura o magari in discesa (l’importante ècrederci). La prima ora è finita. Adesso sto nell’ufficio(con aria condizionata e non con i semplici ventilatori co-me nella mia classe, dove a dir poco si soffoca) con la pre-side per scegliere le mie materie. Facendo il classico inItalia, credo che le materie umanistiche ossia economia,scienze politiche, educazione fisica, inglese e storia, siala migliore scelta. Ma, ma, ma… sono solo 5 le materie?E le altre 6 per raggiungere il bel numero di 11 materieitaliane? O si è sbagliata lei oppure è proprio il sistemaindiano. Due sono le possibilità. Finalmente ho finito.

Adesso vado in classe perché i miei nuovi compagni mistanno aspettando, così mi hanno detto, per andare sot-to alla “canteen”, una specie di bar (ah ho dimenticatodi dirvi che la mia scuola è composta da 3 piani, io sto alterzo). Addio Kinder fetta al latte e un bel benvenuto alriso con i fagioli, ai noodles e al succo di limone (limu pa-ni in hindi). Dopo 25 minuti di ricreazione (e non gli scar-si 10 minuti italiani) è arrivato il momento di tornare inclasse. Che succede? Devo restare qui? Perché? Ah giu-sto… Educazione fisica!

Una bella partita di calcio nell’“incredibile India” nonme la leva nessuno. Naturalmente starete pensando unapartita di calcio 11 contro 11… ma quando mai, 20 con-tro 20! NON E’ UNA BAGGIANATA! Più che calcio misembra rugby! Spinte, pugni e scivolate a volontà.Malgrado ciò mi sto divertendo davvero tanto e in piùho segnato 2 gol! “The period is over” mi dice un miocompagno di classe. Sto tornando in classe. Sono com-pletamente zuppo! Sembro una pezza appena immersanell’acqua! Tra umidità e caldo sto sudando in una manieradavvero inquietante.

Fermi un attimo, cos’è quella cosa lassù? Una scimmia!!!“Look on the roof of the school!! There is a monkey!”Queste sono le mie parole seguite da questa risposta“Oh, don’t worry, it’s normal!” “It’s normal?” Come faad essere normale vedere una scimmia su un tetto diuna SCUOLA? E io, abituato a vedere colombe e pas-serotti, ora mi ritrovo tra formiche, scimmie e scoiatto-li (quanti ce ne sono! La cosa strana è che anche Londrane è piena… non è che per caso qualche colonizzatoreinglese nel ‘800 se li è portati apposta in India per sen-tirsi “a casa”?). Che meraviglia la natura!

Adesso sto di nuovo in classe, stanno facendo inglese o,per meglio dire, sto provando a decifrare il loro linguag-

gio, stile professore Hoggins in PYGMALION. Ce la faròa capire qualcosa? Non dico tutto ma almeno il 30% di undiscorso. Ho dimenticato che sto ancora al primo giornodi scuola. Come posso pretendere di capire alla perfezio-ne quello che dicono? Stanno leggendo un libro, adesso èil mio turno. Che bello! Iniziamo! “Well, she sent him backfor her be… em… baggegi… buggage (oddio! come sipronuncia questa parola?) maa’m, excuse me for the pro-nunciation!”. Meno male la prof. ha risposto con un sorriso!

Mancano 2 minuti alla fine di questo mio primo giorno discuola davvero indimenticabile. Quante cose speciali inUN SOLO giorno di scuola!!

Credo che sia arrivato il momento di smetter di scrive-re. La mia mamma indiana, prima di scendere dalla mac-china, mi ha detto che avrebbe aspettato davanti all’in-gresso con i miei fratelli. “Scortato” dai miei compagni,la sto raggiungendo.

Come disse un filosofo iraniano “la scuola non è solo stu-diare, fare i compiti e ottenere bei risultati… ma ancheimparare a vivere con gli altri, nel rispetto e nella colla-borazione”.

Domenico VitaleBorsista annuale in India 2012/2013,

Centro locale di Rieti

“At rejse er at live”

All’inizio di dicembre sono ritornato alla mia routineitaliana, dopo aver passato tre mesi della mia vita inDanimarca, grazie a Intercultura.

Vivevo a Kolding, una deliziosa cittadina dello Jutlanddi circa quarantamila abitanti situata sulle coste del marBaltico. La mia casa – una classica abitazione danesecostruita quasi interamente di legno – si trovava a cir-ca settanta metri dal mare e godeva di una vista stupe-facente sul Koldingfjord, l’insenatura lunga e stretta ti-pica dei Paesi scandinavi.

La famiglia che mi ha accolto è stata la migliore che misarei potuto aspettare: mio padre ospitante aveva qua-rantadue anni e lavorava come falegname in un’impre-sa propria. Usciva di casa ogni mattina alle sei e trentae si recava a lavoro con il suo furgoncino – ovviamente ac-quistato esentasse grazie agli aiuti statali per le impre-se – e ritornava a casa verso le quattro e mezza; mia ma-dre ospitante, invece, aveva trentanove anni ed eraimpiegata comunale – impiego tenuto in altissima con-siderazione nella società danese – e si occupava di svol-gere dei corsi di aggiornamento rivolti ad dipendenti co-munali su come ottimizzare il tempo di lavoro, le risorsea disposizione e su metodi innovativi di gestione delle fi-nanze. Avevo due fratelli: il primo, Mikkel, quindici an-ni, frequentava l’ultimo anno di quella che in Danimarcasi chiama Folkeskole e che in Italia corrisponde alla scuo-la elementare ed alla scuola media “messe insieme”; ilsecondo, Mads, dodici anni, frequentava il settimo annoin una prestigiosa scuola privata.

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Le mie giornate in Danimarca non erano mai tutte ugua-li: sebbene ripetessi la maggior parte delle azioni quoti-dianamente, ogni giorno succedeva sempre qualcosa didiverso di cui prendere atto, qualcosa di nuovo da sco-prire, qualcosa di bellissimo di cui godere a pieno che miriempiva le giornate di un entusiasmo inedito, mai spe-rimentato. In settimana la mia sveglia suonava alle seie quaranta, alle sette facevo colazione con mia madre ei miei due fratelli. Alle sette e mezza prendevo la bici e pe-dalavo a scuola: per il tragitto impiegavo circa venti mi-nuti e il sole sorgeva quando già ero arrivato in classe.

Frequentavo l’IBC (International Business College), un li-ceo ad indirizzo economico, quindi era previsto lo studiodi alcune discipline specifiche come matematica, marke-ting, economia aziendale, innovazione, informatica e scien-ze sociali. Le lezioni duravano quarantacinque minuti cia-scuna ed erano organizzate in quattro “blocchi” della duratadi un’ora e mezza l’uno, intervallati da dieci, venti o tren-ta minuti di pausa. Durante le lezioni era consentito l’usodi computer portatili e di internet ed uno dei metodi di ap-prendimento più diffuso era il lavoro di gruppo, a cui se-guiva una presentazione a tutta la classe del proprio ela-borato ed un dibattito partecipato. Tutti gli elaborati ed ilavori prodotti dagli studenti venivano sia consegnati al-l’insegnante in formato cartaceo, sia caricati, in formato mul-timediale, su un server della scuola a cui tutti gli alunniavevano accesso tramite un username e una passwordpersonalizzati. Tramite questo server era possibile anchecontrollare il numero di assenze effettuate, i compiti a ca-sa, l’orario scolastico che cambiava ogni settimana e sca-ricare gli appunti prodotti dagli insegnanti.

Tornavo a casa nel primo pomeriggio e solitamente passavoil tempo rimanente con la mia famiglia. Ho scoperto che peri danesi trascorrere del tempo con la propria famiglia è

una priorità assoluta: sedersi davanti al camino e raccon-tare agli altri la propria giornata, cucinare insieme, rilas-sarsi tutti insieme la sera sul “lettone” prima di andare adormire. Solitamente cenavo alle sei e mezza e molto spes-so, dopo, andavo a giocare a badminton con qualche mio ami-co. Andavo a dormire, stremato, intorno alle dieci.

In Danimarca ho sperimentato per la prima volta nellamia vita la bellissima sensazione di sentirmi a casa in unposto che non significava niente per me solo fino a qual-che mese prima. Ho trovato, in Danimarca, un popolo di-sponibile ed ostinato, ho visto un bambino di dodici annirincorrere alle sei e mezza di mattina sotto la pioggiabattente un cane che era scappato e tornare a casa fra-dicio. Ho incontrato dei ragazzi e delle ragazze timidi,riservati, ma anche cordiali, aperti e generosi nel mo-mento in cui si attiva un rapporto di amicizia vera.

Il ritorno alla realtà mi sta facendo accorgere di come equanto il mio modo di pensare e di agire sia mutato negliultimi tre mesi. La mia vita in Danimarca era costituitadi tanti attimi che avevano tutti una grandissima impor-tanza: ogni azione, ogni sguardo, ogni parola detta o sen-tita aveva la straordinaria potenza di modificare il mioumore, di condizionare la restante parte della giornata.Ora che sono in Italia mi sto rendendo conto di una mi-riade di dettagli che non avevo mai notato in precedenza.

Più della Danimarca, ora, in effetti, mi manca l’essere inDanimarca; mi mancano l’intensità e l’attenzione concui vivevo ogni giornata, la meraviglia di conoscere edapprendere nuovi dettagli anche mentre ero steso sulmio letto. Lo ammetto: non è stato sempre facile. Lasfida più grande che ho dovuto affrontare è stata adat-tare il mio modo di pensare ad un contesto differente, ca-pire ed identificare nel nuovo ambiente – e non sonocerto di esserci completamente riuscito – il normale, ildifferente, lo strano e l’originale.

Ora la sfida che mi attende è un’altra: riuscire a portarein Italia la parte di me che è rimasta in Danimarca. La tri-stezza e la nostalgia non aiutano. Ci vorranno tempo, at-tenzione e dialogo, ne sono cosciente.

H. C. Andersen, l’orgoglio di ogni danese che si rispetti,diceva: “At rejse er at live”, “viaggiare è vivere”. Ma co-sa significa, in fondo, “vivere” se non si è coscienti di co-sa succede a due passi da noi? Bisogna viaggiare, bisognascoprire, bisogna guardare, bisogna sentire. Ed io, ora,ho la sensazione di saper guardare e saper sentire meglio.

Andrea MastrangeloBorsista trimestrale in Danimarca 2012/13,

Centro locale di Bari

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“Fuerza Halcones!

Nessuno l’avrebbe potuto immaginare, Gianmarco perprimo, credo! Essere vincitori di una borsa di studio diun anno è già un’emozione profonda, vincere l’Argentina,dove lo sport del cuore, il rugby, è considerato alla stre-gua del calcio, rappresenta la ciliegina su una torta giàappetitosa.

Ma qualche cosa non funziona, arrivato alla sua desti-nazione finale (dopo un breve intermezzo in un’altracittà), Gianmarco scopre, suo malgrado, come la suacittà non abbia nulla riguardante il rugby. Cerca la squa-dra più vicina e la trova a qualche decina di km da casa,ma la madre ospitante non sente ragioni: comprende lapassione sportiva ma contesta la distanza, pianta i pie-di e lo obbliga ad accantonare la cosa a tempo indeter-minato.

Gianmarco resiste per un po’, “posso farne a meno”. Lodice ma non lo pensa... e dopo un po’ ecco il “piano B”:perché non sentire in giro e vedere se qualcuno sia di-sposto a giocare insieme a lui? “...

Parlando del più e del meno rugbistico e del problemadella mancanza di una squadra nel “pueblo”, mi rac-contano che già varie volte si era cominciato questo pro-getto, mai andato a buon fine, e che c’erano altri ex-gio-catori che sarebbero stati contenti di fare unallenamento/partitella tra amici...”. Si incontrano ai giar-dini pubblici della città per un allenamento ed una par-titina amatoriale a porte improvvisate.

“... Da quel giorno, il martedì, il giovedì e il sabato, tren-ta energumeni si allontanano dal centro della città perrendere possibile questo sogno. Ognuno mette il suo, chiha l’esperienza insegna a chi non la ha, chi lavora in co-mune ci fa affidare un campo, il fabbro costruisce la mac-china per allenare la mischia chi ha una palla ovale la por-ta ad allenamento e chi ha una casa vicino al campo la dàdisponibile per far mangiare tutti quanti”.

Poi il padre ospitante li osserva un pomeriggio e decidedi intervenire presso il Comune per far assegnare loroun campo “vero”. Ci riesce. Per allenarsi usano anche te-lai di automobili adattati alla bisogna. Poi il sogno decol-la, arrivano porte regolamentari, magliette, spogliatoi,macchinari adatti, l’iscrizione al campionato.

In giro si dice che Gianmarco abbia cambiato la città.Bravo Gianmarco e forza Halcones R Club Sampacho!

Andrea CavicchiniVolontario Intercultura - Centro locale di Latina

Parola di papà

Buongiorno, sono Francesco Amendola, papà di due ra-gazzi che hanno usufruito di esperienze all’estero conIntercultura. Fabio, che è stato in Thailandia nel perio-do 2010/11, e Marco, che è partito lo scorso agosto per laCina e rientrerà a giugno di quest’anno.

I cambiamenti comportamentali che ha subito Fabio ri-tengo siano molto positivi poiché è diventato ancor piùestroverso di prima, molto sicuro di sé e propenso ad in-tegrarsi in altre culture (soprattutto orientali). Lo scor-so anno, subito dopo aver passato con buoni risultati il suo4° anno di liceo artistico (avevamo dei dubbi che nonavendo seguito le lezioni del 3° anno avesse avuto deiproblemi), è riuscito a partire per il Giappone. È statoinvitato (dal Centro locale Intercultura di Bari) per rac-contare, ai ragazzi che volevano partecipare ad un annoall’estero, la propria esperienza e durante uno degli in-contri ha conosciuto delle ragazze che hanno uno zio nel-le vicinanze di Osaka e gli ha offerto ospitalità in casapropria. Per nulla intimorito della lontananza e del fat-to che non conoscesse nessuno, ha acquistato il bigliet-to aereo ed è partito lo scorso giugno con rientro a set-tembre per iniziare il 5° anno scolastico. Lì, dopo esserestato ospitato per qualche settimana da questa perso-na, ha conosciuto una ragazza che ha continuato ad ospi-tarlo sino al suo rientro in Italia; questa stessa ragazzaè stata nostra ospite a Bari per il periodo natalizio ed èripartita per Osaka la scorsa settimana. Insieme hannoiniziato ad interessarsi per l’iscrizione di Fabioall’Università in Giappone, perché è sua volontà stabi-lirsi lì, dopo il conseguimento della maturità.

L’altro figlio, Marco, positivamente colpito dall’esperien-za del fratello, ha voluto percorrere la sua stessa strada;ha scelto di partecipare all’anno all’estero scegliendo laCina, dove tutt’ora è ospitato. Ogni tanto ci vediamo suSkype e ci racconta, in maniera molto positiva, la sua espe-rienza in Cina. È estremamente colpito dal modo in cui isuoi coetanei sono sempre concentrati sullo studio e, qua-si in maniera di sudditanza, a disposizione degli insegnantinei confronti dei quali osservano il massimo rispetto. Alsuo rientro in Italia potrò verificare quali siano i risvoltia livello caratteriale della sua esperienza all’estero.Sono sicuro che entrambi in futuro potranno trarne deivantaggi e per questo ringrazio tutta l’organizzazioneIntercultura. Ho allegato alcune foto della loro perma-nenza all’estero che credo possano essere di stimolo peraltri ragazzi che come loro vorranno affrontare questaesperienza di vita.

Francesco AmendolaPadre di borsisti, Centro locale di Pescara

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Advisory board di Intercultura

Lo Advisory Board è formato da ex-borsisti di Intercultura, che occupano posizioni eminenti nella vitanazionale: i membri sono nominati dal Consiglio d’Amministrazione per cinque anni, con il compito di esse-re testimoni eccellenti dei valori dell’Associazione e di aiutarla a conseguire i suoi obiettivi. Ne fanno parteper il quinquennio 2012-2017:

Alessandro AlacevichDirettore Centrale Amministrazione e Finanza, Gruppo Editoriale l’Espresso Spa – Roma

Marco BalichCEO – Filmastergroup – Milano

Oliviero BergaminiGiornalista RAI – Milano

Franco BernabéCavaliere del Lavoro – Già Presidente Esecutivo –Telecom Italia – Roma

Gustavo BraccoDirettore Risorse Umane e Organizzazione – Pirelli SpA –Segretario Associazione Formazione d’Eccellenza – Torino

Enrico CucchianiCavaliere del Lavoro – Già Consigliere Delegato e CEO – Intesa Sanpaolo – Milano

Massimo Di CarloVice-Direttore Generale di Mediobanca – Milano

Gian Filippo CuneoSenior Partner – Sinergia con Imprenditori – Milano

Grazia FrancescatoPortavoce dei Verdi Europei – Roma

Giovanni GiudiciVescovo di Pavia

Giovanni Gorno TempiniAmministratore Delegato – Cassa Depositi e Prestiti – Roma

Gisella LangéConsigliere ministeriale – Ministero dell’Istruzione,Università e Ricerca – Roma

Maria Concetta MatteiGiornalista RAI – Roma

Sandra OttolenghiAmministratore Delegato – MIDA Consulting – Milano

Luca ParmitanoAstronauta presso l’Agenzia Spaziale Europea (ESA)

Sergio PecorelliRettore dell’Università di Brescia

Antonio ScuratiScrittore – Venezia

Carlo SecchiUniversità Bocconi – Milano

Roberto ToscanoGià Ambasciatore d’Italia in Iran e India – Madrid

Mario ZibettiConsigliere d’Amministrazione della Fiat – Torino

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Laura Balbo Università degli Studi di Padova

Milton BennettIntercultural Development ResearchInstitute - Milano

Paolo BrancaUniversità Cattolica del Sacro Cuore -Milano

Francesco Cavalli SforzaUniversità Vita-Salute San Raffaele - Milano

Francesca GobboUniversità degli Studi di Torino

Paolo InghilleriUniversità degli Studi di Milano

Domenico LenarduzziDirettore Generale Emerito -Commissione Europea - Bruxelles

Susanna Mantovani Università degli Studi di Milano-Bicocca

Milena SanteriniUniversità Cattolica del Sacro Cuore -Milano

Chiara SaracenoWissenschaftszentrum fürSozialforschung - Berlino

Giulia SissaUCLA - University of California - Los Angeles

Massimo VedovelliUniversità per Stranieri - Siena

COMITATO SCIENTIFICO DELLA FONDAZIONE INTERCULTURA

Il Comitato Scientifico della Fondazione Intercultura ha funzioni consultive e propositive sui pro-getti della Fondazione ed è convocato e presieduto dal Segretario Generale al quale fornisce un

parere in materia culturale e tecnico-scientifica sui programmi di attività ad esso sottoposti ed inordine ai risultati conseguiti dalle singole iniziative della Fondazione. Ne fanno parte:

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Intercultura onlusAssociazione riconosciuta con DPR 578 del 23.7.1985Iscritta all’Albo del Volontariato della Regione LazioPartner di AFS Intercultural Programs e di EFIL (European Federation for Intercultural Programs)Certificazione di qualità UNI EN ISO 9001:2008 rilasciata da DNV

Centro di formazione interculturale,Direzione dei Programmi, Amministrativa e delle Risorse UmaneVia Gracco del Secco 100,53034 Colle di Val d’Elsa (Siena)tel. 0577 900001

Relazioni Istituzionali,Scuola e SponsorizzazioniVia Venezia, 2500184 Romatel. 06 48882401

Comunicazione e SviluppoCorso Magenta, 5620123 Milanotel. 02 48513586

per informazioni:[email protected]

Fondazione Intercultura onlusVia Gracco del Secco 100,53034 Colle di Val d’Elsa (Siena)tel. 0577 900001

www.fondazioneintercultura.org


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