Date post: | 01-May-2015 |
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J. LACAN
Non cedere sul tuo desiderio!
A cura di Alberto Rizzi
RITORNARE A FREUD L’inconscio non è passione irrazionale,
sentimento o frangia oscura che accompagna la nostra percezione del mondo
L’inconscio non è oscurità inaccessibile della psiche. L’inconscio non è un sottosuolo della ragione.
L’inconscio è ragione dotata di una grammatica propria
C’è un’altra ragione che chiede di essere riconosciuta che spossessa l’io dei suoi poteri, lo obbliga ad ascoltare una ragione diversa rispetto a quella della sua coscienza
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OLTRE IL ROMANTICISMO L’inconscio di Freud non è il sentimento che
travalica l’angustia della ragioni.
L’inconscio non rivela la classica opposizione tra ragione e sentimento (romanticismo)
Nuova conflittualità: ragione dell’io e le sue esigenze di controllo e di adattamento all’esistente e una ragione dell’inconscio che non si rassegna ad una vita piegata al socialmente stabilito.
C’è una divisione che attraversa la ragione stessa che deve essere difesa.
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NUOVI PERSONAGGI IN SCENA
La psicoanalisi riconoscere valore agli elementi più infimi della vita psichica come nuovi significanti del soggetto
Nuovi personaggi sulla scena della ragione:
Lapsus pronto a sorprendere la parola dell’io; L’apparente incuria e sbadataggine L’atto mancato (dimenticanza) Il grande affresco dei sogni
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NESSUNA CONFORMITA’ DELL’IO ALL’ESISTENTE L’inconscio lacaniano è: -linguaggio
-intenzionalità che si manifesta come irriducibile alla coscienza consapevole e calcolante-progetto, azione orientata ad un fine-desiderio eccentrico. Non espellere questa istanza, ma riconoscila.
“Nessuna ortopedia dell’Io”
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UN SAPERE TROPPO PERICOLOSO
L’inconscio è sapere che la coscienza ignora, rifiuta e respinge allontanandolo da se stessa perché è un sapere che può rivelarsi “troppo” per il soggetto: orrendo, malsano, troppo scabroso, vergognoso
In questo senso, per Lacan, l’incontro con l’inconscio è incontro con il nostro desiderio più nascosto
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E L’IO? Lacan recupera la lezione di Freud sul narcisismo
Narcisismo indica il rapporto del soggetto con la propria immagine ideale o meglio la funzione che l’immagine ideale di sé svolge nella formazione del soggetto
L’io si forma attraverso immagini, attraverso l’assorbimento identificatorio delle immagini dell’altro (immagine del proprio corpo, immagine dei propri genitori)
L’immagine ideale di sé ha un potere di cattura, di trasformazione, di risucchio, di plasmazione dell’immagine dell’altro sul soggetto
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L’IO CIPOLLA Nell’identificazione con l’immagine ideale di sé, il
soggetto è totalmente aspirato dall’immagine. Alienazione: una riduzione del soggetto nell’altro che è
altro da sé. L’io cipolla: “l’io è un oggetto fatto come una cipolla, lo
si potrebbe pelare e si troverebbero delle identificazioni successive che lo hanno costituito”.
Sintesi: l’io non è la sostanza del soggetto perché l’io stesso non ha una sostanzialità propria perché si disfa in una molteplicità di identificazioni. Non c’è un cuore della cipolla, ma solo stratificazioni di identificazioni successive. L’io non è soggetto, ma oggetto costituito da una serie di aggregazioni di identificazioni
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UN CONCETTO LACANIANO:
LO STADIO DELLO SPECCHIO
L’esperienza dello specchio definisce un momento essenziale dello sviluppo psichico del bambino.
Stadio dello specchio: riconoscere la propria identità attraverso l’individuazione della propria immagine che la funzione dello specchio rende possibile.
Il bambino può vedersi nell’immagine speculare può riconoscersi come è nell’immagine dell’altro che lo specchio gli restituisce.
Lo specchio produce uno sdoppiamento del soggetto Il soggetto può oggettivarsi nell’immagine speculare, nell’altro
da sé, al fine di potersi riconoscere in una alterità (alienazione) che lo identifica. In una esteriorità che lo definisce.
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UNA DISCORDANZA PRIMORDIALE
Riconoscermi in un’immagine: la nascita del soggetto come io L’io nasce narciso. La funzione genetica dell’immagine. Il
fascino dell’immagine cattura il soggetto e lo definisce su una linea di finzione,misconoscimento, di illusione.
L’immagine, infatti, è totalmente altro. Non è reale. L’unificazione del soggetto tramite un’immagine speculare
crea una “discordanza primordiale”. L’io si virtualizza, arriva troppo in anticipo, rispetto alle condizioni reali di esistenza dell’io.
Dissociazione, lacerazione originale: l’immagine lo identifica e contemporaneamente lo dissocia. Lo scarto tra l’al di qua dall’al di là dello specchio è irrisolvibile e insuperabile.
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PER LACAN IL SOGGETTO È ALTRO Lo stadio dello specchio ci suggerisce che:
il soggetto non è l’individuo, non consiste in se stesso e non sta su di sé, ma è transindividuale perché assorbe nel suo essere le immagini (parole, ideali, storie) dell’Altro.
L’io non è altro che una molteplicità di identificazioni con l’altro da sè (padre, madre, maestro, amante, ecc).
Es. mentre parlo mi accorgo che un certo gesto della mia mano o un certo tono riprendono il mio docente di filosofia all’università. Io sono nell’altro
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PER UNA NUOVA RESPONSABILITA’: SII LEALE CON IL TUO DESIDERIO
L’inconscio è il luogo di iscrizione del desiderio
Il desiderio dell’inconscio:è indistruttibile e sorge dalle tue prime esperienze di soddisfazionenon può essere addomesticato, misurato, esorcizzato, governato
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CHI VERAMENTE DESIDERA QUANDO IO DESIDERO? “ L’unica colpa di un soggetto è quella di cedere sul proprio
desiderio”.
Abbandona le immagini e scava nei tuoi desideri
La clinica lacaniana: - non è ortopedia dell’io- non è conformismo alla realtà- aiutare ad assumere con lealtà il proprio desiderio-separarsi dalle aspettative dell’altro. Sono io che desidero o semplicemente desidero ciò che l’altro desidera da me?
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