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Just Move mese di Giugno 2014

Date post: 18-Jun-2015
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1 PERIODICO DEL LICEO SCIENTIFICO CARLO JUCCI RIETI - ANNO 1 NUMERO 4 GIUGNO 2014 CON FIDO IN VACANZA Just Move Giugno.indd 1 24/06/14 16:52
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PERIODICO DEL LICEO SCIENTIFICO CARLO JUCCI RIETI - ANNO 1 NUMERO 4 GIUGNO 2014

CON FIDO IN VACANZA

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SOMMARIO

PAG. 4

EDITORIALEESAMI DI STATO, ESAMI DI VITA

PAG.5

CULTL’EFFIMERA FAME DEI FAMOSI DEL WEB

VADO IN AMERICAINTERCULTURA

PAG.7

ONTHEROADMONTENERO LA FRECCIA VERDE DEI LAUREATI

PAG.8

FOCUSNON TI VOGLIO PIÙ

INTERVISTA AL SINDACO DI RIETIIO MANGIO VEGETARIANO

SOTTO L’OMBRELLONESEBASTIANO BIANCHETTI TALENTO DI CASA

Direttore Responsabile

Alessandra Pasqualotto

Vice Direttore

serena pitotti

Redazione

beatrice cianetti chiara cauletti federica d'orazi sofia galgani simona romagnoli elvisa rossetti daniele bolletta serena pitotti

Segreteria di Redazione

serena pitotti

Editore

h4f group srl

Direzione Grafica

mchiara giovannelli

Direzione Commerciale massimo martellucci

Illustrazioni pag.10

daniele bolletta

PAG.12

CURIOSARE&CURIOSARECURIOSITÀ PER LA TESTA

PAG.13

CARTA&PELLICOLARECENSIONI SU LIBRI E FILM

PAG.14

LIFESTYLEEVENTI E MOSTREDI TUTTO DI PIÙ

PAG.16

MUSICAGUCCINI - NOVALIAMUSICA PER NON DIMENTICARE RICCARDO PARLATIDAMON ALBERN - ELISAPAG.18

GIOCHICRUVERBASUDOKU

FACEBOOKJust MoveTWITTER@JustMove2

[email protected]

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Nei corridoi dello Jucci c’è una strana atmosfe-ra: file infinite di banchi, vocabolari magici unici appigli di salvezza, passi incalzanti che rasen-tano la schizofrenia, voci indistinte e pronostici che tentano di individuare i possibili argomenti delle prove, lacrime, sorrisi, professori e alun-ni uniti contro un nemico comune, gli esami di maturità. Impossibile dimenticarli, entrano nella vita di ogni studente per restarci eternamen-te. Deludono, fanno arrabbiare, piangere ma spesso ripagano anche i sacrifici di un’avven-tura che inizia dalle vocali e arriva alle funzioni esponenziali. Giorni duri, notti insonni, caldo afoso, Mondiali, piscine strapiene: è questo il set che li caratte-rizza. I protagonisti sono liceali estenuati da un

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L’editoriale

ESAMI DI STATO,ESAMI DI VITA

conflitto interiore che si batte tra il voler final-mente tagliare il traguardo e la nostalgia di non voler mollare la corsa in questo edificio che li ha visti crescere, soffrire, gioire, vivere. Quest’anno tocca a voi, maturandi del 2014. Non mollate, dimostrate quanto valete alla Commissione che vi giudicherà ma soprattutto a voi stessi. Go-detevi questi momenti che vi catapulteranno nel mondo dei “grandi”, godeteveli ancora da ventenni spensierati. La vita vi presenterà esami molto più ardui e decisivi dove i voti li decide lei o forse voi stessi.In bocca al lupo ragazzi, lo Jucci fa il tifo per voi!

La Redazione

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L’EFFIMERA FAMA DEI FAMOSI DEL WEB David Guttuso

Bei tempi quelli in cui per diventare famosi occorre-vano doti, fortu-na, magari cono-

scenza ma soprattutto anni e anni di gavetta. Cominciavi con una scuola o facendo ca-baret e se eri fortunato qualcuno ti notava e ti faceva fare strada. Ora siamo sbarcati in-vece con una velocità impressionante nell’era delle “web star”, ovve-ro personaggi di gran-de impatto mediatico, che spesso però termi-nano la loro carriera in pochi mesi e tutto ciò grazie ad internet, mezzo potentissimo ma anche difficile da con-trollare. Infatti, la rete può portare con facilità alle luci della ribalta e con la stessa velocità rovinare e seppellire per sempre il ri-cordo di una cometa che brilla e poi sparisce. Uno degli strumenti più efficaci e utilizzati in questi ultimi anni è You-tube, spazio dove condividere con tutto il mondo filmati e audio di qualsiasi tipo. In breve tempo, se si ha fortuna e se si utilizzano le parole chiave giuste, ciò che si è pubblicato può fare il giro del mondo e raggiungere anche centinaia di milioni di visualizzazioni. In questo modo sono nati moltissi-mi personaggi che a distanza di tempo riescono a mantene-re il successo, passando anche attraverso altri media. Basta pensare ad alcuni famosi youtuber italiani come Guglielmo Scilla, noto come Willwoosh con all’attivo la conduzione di un programma a Radio Deejay, la pubblicazione di un libro e la partecipazione a diversi film. Altro personaggio degno

di nota è Frank Matano l’irriverente protagoni-sta di leggendari scher-zi telefonici oggi en-trato a far parte delle” Iene”, anche lui, con Guglielmo Scilla, sul set di “Fuga di cervelli”. Per contro assistiamo alla comparsa su nume-rosi social network an-che grazie all’aiuto del celeberrimo Facebook , di personaggi della scena “trash”, destinati a sparire in brevissimo tempo senza lasciare traccia del loro passag-gio. Uno dei più “vali-di” esempi di questo filone è il giovanissimo Giuseppe Sapio, squal-lido protagonista di numerosi video senza senso come quello in cui mangia un pesce rosso vivo terminando

il tutto con il suo motto “sorrido sempre ciao”. Mi domando che cosa avrà da sorridere? Gli utenti naturalmente spesso hanno reazioni di non approvazione verso questi soggetti, esprimendo apertamente sul web, a volte oltrepassando an-che i limiti, il loro dissenso. Una menzione particolare va rivolta al paladino dell’indecenza, il critico d’arte e avvocato Andrea Diprè, che attraverso i suoi canali e il suo program-ma televisivo raccoglie tutto il meglio del peggio del web italiano. La spazzatura è destinata ad avere vita breve, dura il tempo di un clic. Naturalmente su Youtube si cresce grazie alle critiche e ai suggerimenti del pubblico e tendenzialmen-te ciò che vale resta nel tempo, così come è sempre stato ed è così che anche questo strumento di condivisone video, si rivela un ottimo filtro per il successo.

L’EFFIMERA FAME DEI FAMOSI DEL WEB

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INTERCULTURA Chiara Cauletti

Alessandro Cipolloni, classe 1997, frequenta il terzo anno del Liceo Scientifico Carlo Jucci. Il 7 febbraio scorso gli arriva una lettera e con molta sorpresa sco-pre di aver vinto la borsa di studio di Afs Intercultura e che ad agosto partirà per gli Stati Uniti intraprenden-do quell’esperienza che gli sconvolgerà la vita. CHE EMOZIONE HAI PROVATO DOPO AVER VINTO LA BORSA DI STUDIO DI AFS INTERCULTURA? Molto forte, diciamo che quando ho preso quella busta non sapevo neanche quello che dovevo fare, l’ho guardata due minuti e a pri-mo impatto sono rimasto pietrificato. Poi sono entrato dentro casa e l’emozione è uscita tutta. TE L’ASPETTAVI? No, perché ho fatto questo concorso tanto per provare, anche se avevo voglia di fare questa esperienza; sinceramente secondo me c’erano persone che avevano provato anche l’anno prima e quindi ero un po’ intimorito dal fatto che avrebbero avuto una maggiore possibilità di vincere avendolo provato più volte. IN CHE CONSISTEVANO I TEST PER RIENTRARE ALLE SE-LEZIONI? Abbiamo fatto un test d’inglese, un test psicolo-gico, come ad esempio il disegno dell’albero: se lo disegni sopra indica il futuro, al centro l’e-gocentrismo, e in basso, il legame troppo stret-to con la famiglia; un colloquio dove mi fanno domande come queste, ed infine ho dovuto compilare una marea di cose. Ci sono state le selezioni e contemporaneamente continuavo a compilare fascicoli, poi hanno scelto loro. COME MAI HAI SCELTO PROPRIO L’AMERICA? E’ uno Stato che ha una cultura molto simile alla nostra, che però allo stesso tempo si incon-tra con molte altre culture e poi perché come ho già detto, ho sempre amato questa nazione, amo l’inglese e avrei sempre voluto intrapren-dere un’esperienza del genere. PER QUANTO TEMPO RESTERAI LÌ? Parto ad agosto e torno a giugno, ma la data ancora non è stata definita. CHE COSA TI ASPETTI DA QUESTA ESPERIENZA? Molto. Conoscere la lingua inglese è il mio obiettivo primario. Voglio conoscere nuove culture, stare a contatto con gente diversa da me, comunque sapere come la pensano altre persone è secondo me una cosa fondamenta-le. E’ anche una bella esperienza di vita che ti permette di affrontare al meglio gli step futuri.CHI TI MANCHERÀ DI PIÙ? A parte i miei genitori, qualche amico, quelli più stretti soprattutto, però alla fine mi manche-rà proprio tutto l’ambiente, Rieti, vivere in que-sta città, la mia routine. Cambiare una vita per 10 mesi per poi intraprendere quella che hai

cominciato per sedici anni è abbastanza tosto. COSA TI SPAVENTA DI PIÙ? Mi spaventa il ritorno, perché dovrò studiare tantissimo. HAI MAI PENSATO DI MOLLARE? No, perché sono fin troppo orgoglioso e non avrei mai mollato, anche se avessi capito che non ce l’avrei fatta.COME VIVI L’ATTESA DELLA PARTENZA? Cerco di prepararmi al meglio per vivere quest’esperienza. La cosa fondamentale è si-curamente partire senza pregiudizi, cioè non pretendo da questa esperienza determinate cose in quanto potrei rimanere deluso. Quan-do saprò la data ovviamente sarà tutto diverso, ma ora come ora mi godo tutte le cose a pieno. CHE COSA NE PENSANO I TUOI GENITORI? A livello formativo pensano che comunque sia un’ottima esperienza, che però come può ave-re dei pro, può avere molti contro. Loro cerca-no comunque di darmi tutti i consigli possibili per affrontarla al meglio sperando che vada tutto bene. E I COMPAGNI DI SCUOLA? Sono tutti felici che io parta, anche se un po’ dispiaciuti per la lontananza. I PROFESSORI? La maggior parte di loro pensa che non dovrei partire, per quanto riguarda il piano di studi in quanto il quarto anno è molto difficile. Comun-que sia, anche loro sono felici perché è una bellissima esperienza. QUANTO È PRESENTE AFS INTERCULTURA? E’ molto presente perché nelle prime settimane stai a contatto quasi sempre con loro, in ogni problema devi subito cercarli, fargli presenti ogni cosa e poi loro decideranno che cosa fare di questa tua esperienza. Comunque ci sono sempre dei volontari nella tua città che in ogni momento sono al tuo servizio. COME TI IMMAGINI LA VITA LÌ? Mi aspetto una vita non molto diversa dalla no-stra, perché da quello che mi hanno spiegato la vita li è scuola-sport-casa, però anche qui in Italia non è che ci allontaniamo molto.

VADO IN AMERICA

Il nove maggio 2014, è ricorso il terzo anniver-sario della “Festa dell’Europa”, giorno creato in ricordo della proposta del piano di coope-razione economica, portato avanti da Jean Monnet. In onore di questa festa si è tenuto al Liceo Scientifico Democrito di CasalPalocco, un convegno organizzato da Paola Bisegna, preside dell’istituto: convegno che aveva come scopo quello di presentare il nuovo progetto “Promos(si) Lazio”, ovvero una rete di scuole che lavorano per promuovere esperienze di scambio interculturale degli studenti, sostenuto dall’associazione di volontariato Intercultura. Tra queste scuole vi sono stati anche istituti reatini, quali: “liceo Scientifico Carlo Jucci”, “Istituto Celestino Rosatelli”, “Istituto Ugo Cian-carelli Geometri”, “Istituto Agrario” e “Liceo Classico Rocci” di Passo Corese. Ogni scuola ha scelto un interlocutore che ha partecipato al dibattito con gli altri “ambasciatori” delle altre scuole, durante il convegno. Dallo Jucci hanno partecipato: Marika Gianni, Camilla Esposito, Francesco Ceccani, Irene Angelini, Martina Ventura, Marco Conti, Jacopo Paris, Benedetta Poles, Simone Ortenzi, Daniele Bolletta, Luca Marella e Orkar Cwerwinski. La giornata è stata aperta da Bisegna, con un discorso che spiegava ciò che sarebbe avvenuto durante il convegno, seguito poi dall’”Inno alla Gioia”, l’inno Europeo. Nella prima parte del conve-gno è intervenuto anche il segretario generale Roberto Ruffino. Ogni interlocutore esponeva l’importanza dello stimolo, all’interno dei gio-vani, del sentimento europeo e dell’importan-za, quindi, del progetto Intercultura. Qui sono stati presentati gli studenti stranieri che sono in Italia con il progetto Intercultura, gli studenti italiani che partiranno il prossimo anno e quel-li che sono partiti lo scorso anno. Ognuno di loro ha raccontato la propria storia e la loro integrazione e come questa esperienza sia sta-ta loro utile per aprirsi ed entrare a contatto con nuove culture ed abolire così pregiudizi di ogni genere. In seguito la preside dell’Istituto Tecnico Economico Commerciale, ha esposto il nuovo progetto “Promos(si) Lazio”. Nella seconda parte, invece, gli ambasciatori delle varie scuole hanno partecipato ad una “tavola rotonda”, tenuta dalla prof. Enrica Rinalduzzi, Presidente del Centro Intercultura di Rieti. La “tavola rotonda” consisteva in un dibattito che vedeva come temi della discussione la “città ideale” e il “cittadino europeo”. Il cittadino europeo sceglie una posizione valoriale o un comportamento, nella consapevolezza che ne esistono altri, ugualmente appropriati, ma non per lui in questa situazione. L’integrazione oggi significa essere più tolleranti rispetto alle altre culture: solo così, finalmente, un giorno avremo un vero e consapevole Cittadino Europeo. Non più utopia ma una realtà concreta.

FESTA DELL’EUROPA:PROGETTO INTERCULTURA

Marika Gianni, Camilla Esposito, Francesco Ceccani

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MONTENERO

Turista, se il tuo obiettivo è immer-gerti in un posto ricco di intellettuali e tradizioni, boschi idilliaci, corsi d’acqua che scorrono impetuosi sen-za mai seccare, con un castello da

fare invidia ai più belli d’italia, montenero è quello giusto. Il nome, assai inusuale, sembra essere di motivazione ambientale, essendo co-struito in una foresta di lecci, scuri per natura, anche se alcuni studiosi, apportando tesi poco sostenibili hanno ipotiz-zato che l’appellativo sia nato in relazione all’ardesia, una pietra “nera” che ricopriva i tetti, o forse alla pietra focaia. Quest’ultima te-oria risulta inattendibile a livello temporale, in quanto la pietra focaia iniziò a circolare solo nel 1700 mentre la scrit-ta mons nigris compare già nel 1085, quando, durante la seconda on-data delle invasioni, con l’incastellamento, il castrum, cioè l’abitato fortificato venne fatto erigere dall’abbazia di farfa per motivi di con-trollo territoriale. L’insediamento umano si ebbe, però, soltanto nel 1250 circa, quan-do napoleone orsini comprò il castrum per mille fiorini d’oro da una tale giovanna de rodulfis, nobildonna abruzzese. La forma allungata da treno immobile, che si scorge dalla strada poco prima di entrarvi, si è sviluppata nel corso dei secoli per motivi logistici. Infatti le mura di fortificazione occupavano tutto il colle ed era pertanto impossibile costruirvi abitazioni su di un piano scosceso. Inoltre tale disposizione longitudinale con la chiesa in fondo e il ca-stello in alto, risultava un’ottima arma di di-fesa. Al sopraggiungere del nemico, c’era solo una cosa da fare: chiudere l’unico e principale accesso. Questa è sicuramente una delle caratteristiche che più lo contrad-distingue dai vicini paesi circostanti, oltre

alla pianta a goccia del mastio centrale, al fatto che il castello è proprietà comuna-le e non privata, che l’abitato ha mante-nuto una sua integrità e che in rapporto al numero di abitanti, contiene il più alto numero di laureati. La chiesa, locomotiva

del treno roccioso, prima della revisione del 1700 che le ha dato un’impronta for-temente neoclassica, era costituita da un’u-nica navata romanica. Molti sono i quadri che la ornano, uno dei quali “la madonna del rosario”, sembra appartenere ad un fa-moso pittore del ‘600: manenti. Presentava inoltre un cimitero annesso, oggi divenuto luogo di relax e ristoro al torrido caldo esti-vo e una cripta non visibile. Essa è dedi-cata al patrono del paesello san cataldo, i cui festeggiamenti estivi richiamano molti montenerini “espatriati” nel corso degli anni ’50 e’60 verso le città del nord e più tardi nella capitale. Quelli che attualmente vi risiedono abitualmente sono pochi, circa 300 (anche se negli ultimi anni si è nota-ta una leggera crescita demografica) ma di certo non si può dire che il paese non

sia vivo culturalmente. Molte sono le asso-ciazioni a montenero. Il montenerino tipo, ospitale fino all’autolesionismo, ama orga-nizzare manifestazioni per il suo piccolo gioiellino ma solo se contornato da perso-ne super fidate, per cui preferisce seziona-

re le risorse umane piuttosto che sfrut-tarle in cattiva col-lettività. Ma è cre-ativo, tanto che le manifestazioni che inventa vengono im-mediatamente ripre-se dai paesi limitrofi e allora si infervora perché il suo spirito campanilistico non tollera l’imitazione. Ama le feste coman-date, adornate da vino e musica dove può ballare fino a notte fonda e ride-re con gli amici di sempre, ma anche con quelli appena conosciuti purché buon intenditori di nettare di uva e capaci di risate a crepapelle. Purtrop-po, però, non è in grado di sfruttare al massimo le risorse

eccezionali che il territorio gli offre. Mon-tenero offrirebbe lavoro ai suoi figli. È un punto di partenza, un luogo di ritrovo da cui partire per visitare l’intera sabina. Ci vuole poco per conoscerlo, ma il castello incantato, i borghi periferici contenenti siti archeologici, la chiesa, il percorso natura-listico del rio montenero, i “carracci” (ovve-ro le convergenze tra le varie montagne), le grotte naturali, l’ospitalità della piazza sempre occupata, i maccheroni a fezze, le ciambelle all’anice, l’esigua gioventù super attiva, le tradizioni, le processioni sentitissime anche dai meno cattolici, il pisciarello festante, s’insediano nel cuore. Non resta che scegliere il periodo. Se ami la quiete e la tranquillità vieni in inverno; se invece preferisci l’incontro di culture, la gioia festante, le notti insonni, l’agosto

MONTENERO LA FRECCIA VERDE DEI LAUREATI

Elvisa Rossetti

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Sofia Galgani

Non abbandoniamo i nostri amici animali

ABBANDONO

NON TI VOGLIO PIÙIn italia l’abbandono è vietato i sensi dell’art. 727 Del co-dice penale, che al primo comma recita: “chiunque ab-bandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 A 10.000 Euro.”. A dispetto della legge approntata dallo stato, l’esecrabile fenomeno degli abbandoni non accenna a diminuire, e per questo l’enpa ha deciso di attivare l’800.137.079, In modo che i cittadini possano segnalare gli animali in strada prima che possa loro capitare qualche incidente.Sono più di sessantamila gli animali che ogni anno vengono abbandonati e circa il 40 per cento di essi in seguito alle vacanze estive. La maggior parte degli animali vittime di abbandono sono i cani, animali do-mestici più comuni nelle case italiane, soprattutto cuc-cioli, anziani o di grande taglia. Avvilente e disumano, oltre che incivile, è il caso in cui l’abbandono non nasce da una necessità, ma solo dalla scomodità di prendersi cura dell’animale o di scegliere vacanze adeguate a loro. Così ad un certo punto il padrone smette di esse-re amorevole per trasformarsi in un individuo meschino che improvvisamente fa scendere dall’auto il proprio cane, magari in un posto di campagna, e scappa velo-cemente senza guardarsi indietro. Sappiamo tutti quali saranno le loro sorti, appena la nostra macchina svolte-rà l’angolo. Indifesi, impauriti, traditi da quella persona che credevano essere fidata, si ritroveranno a vagare in cerca di un rifugio sicuro, per potersi sentire di nuovo a casa. E’ un’azione crudele che può essere compiuta solo da persone crudeli, senza cuore. Ci vuole coraggio e sangue freddo per lasciare in strada un essere vivente che ha vissuto nella tua stessa casa, facendo parte della tua famiglia, anche se per poco tempo. I cani si dice che siano i migliori amici dell’uomo, si affezionano subito al loro padrone e non lo tradirebbero mai, per nessuna ragione al mondo. Allora perché farlo noi? Perché com-portarci da veri animali? Perché abbandonarli?Se per caso avete un cane, siete arrivati al limite e state per pronunciare la fatidica frase, “non lo voglio più”, fermatevi un attimo e pensate, pensate e ancora pensa-te, non è un giocattolo, non è un divertimento, non è un passatempo. “Un cane non se ne fa niente di macchine costose, case grandi o vestiti firmati. Un bastone marcio per lui è sufficiente. A un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido. Se gli dai il tuo cuore, lui ti darà il suo.”

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Nome: Simone Cognome: PetrangeliEtà: 38 anniCHE STUDI HA FATTO? Ho fatto il liceo classico, poi l’università a Roma e mi sono laureato in Giurispru-denza.

AVREBBE MAI IMMAGINATO CHE UN GIORNO SAREBBE DIVENTATO SINDACO DI RI-ETI?Sinceramente no.

DEFINISCA IL SINDACO PETRANGELI IN TRE PAROLE. n tanta voglia di fare per questa città, impegnato a migliorarla in un momento così difficile e a ricostruire un senso di comunità nella prospettiva di condividere con i cittadini la responsabilità di amministrare.

QUALE ERA IL SUO SOGNO AI TEMPI DEL LICEO?Era quello di fare il possibile per cambiare Rieti, e più in generale i luoghi dove sono vissuto. Condividevo questa aspirazione con tanti altri ragazzi della mia età. E’ stato allora che ho iniziato il mio impegno politico, sono stati dei momenti bellissimi.

HA RAGGIUNTO IL SUO SOGNO COME VOLEVA O È DOVUTO SCENDERE A COMPRO-MESSI?Questa è una bella domanda. Secondo me, la cosa importante è che ci sia un sogno, non che si realizzi. Inseguirlo permette di vivere con entusiasmo. E’ bello essere guidati da una forte aspirazione nella vita. Dunque, posso dire di non averlo realizzato perché spero che ce ne sia sempre un altro dietro l’angolo.

IL SUO SOGNO OGGI?E’ rimasto quello di allora. Vorrei migliorare questa città e soprattutto condividere quest’esperienza così difficile ed entusiasmante con tutti i cittadini. Fare in modo, quindi, che l’amministrazione diventi pubblica per quanto possibile.

QUALI OPPORTUNITÀ CONCRETE OFFRE OGGI RIETI PER REALIZZARE I SOGNI?Rieti purtroppo vive una situazione difficile, uguale a quella del Paese e forse dell’Europa intera. Probabilmente questo è il momento più ostico nella storia dell’I-talia dal dopoguerra. Fino ad oggi, i figli sono sempre stati meglio dei genitori grazie all’avvenuto progressivo miglioramento delle condizioni di vita: i figli era-no un sostegno per i genitori. Invece la mia generazione e ancor di più la vostra, si troverà a vivere peggio di loro. Sono preoccupato per le mie figlie poiché sono convinto che non potrò fare per loro quello che i miei genitori hanno fatto per me. Dobbiamo fare i conti con la crisi ed essere consapevoli che cosa necessaria è cambiare gli stili di vita. Rieti certo vive delle difficoltà endemiche, molto con-seguenza dell’isolamento. Appare, infatti, proprio come un’isola: è una valle circondata da montagne. Dobbiamo evitare che ci sia l’allontanamento dei gio-vani dalla città che invece per studiare sono spesso costretti ad andarsene. Ecco, l’obbiettivo è proprio questo: fare in modo che tutti i nostri ragazzi tornino a farsi una vita qui. Il futuro di Rieti è collegato al loro futuro. Se non riusciamo a vincere questa sfida, tra vent’anni rischia di essere una città per anziani. Ovvio è che il tema cruciale di questo momento è il lavoro. Tutti, soprattutto ai livelli più alti devono impegnarsi a trovare delle soluzioni che diminuiscano la disoccupazione e fare in modo, quindi, che i giovani pensino il loro futuro qui.

IL SOGNO DI UNA RIETI PIÙ PRODUTTIVA E APERTA MENTALMENTE, SI REALIZZERÀ UN GIORNO?E’ molto legato alla situazione economica locale ma anche all’apertura mentale. Questa città ha avuto uno sviluppo importante dal punto di vista sociale e culturale che le ha permesso di entrare in contatto con tante personalità non indigene. L’e-conomia muove le persone: quando c’è un tessuto economico vivo, molte perso-nalità interagiscono quindi aumenta la possibilità di scambio. In questo modo eviti l’isolamento e apri mentalmente la città. Dobbiamo essere un po’ più coraggiosi.

LEI HA DUE FIGLIE, COSA CONSIGLIA LORO?Adesso di crescere, andare a scuola, studiare perché l’accrescimento personale è un’arma eccezionale. “Studio” non significa pren-dere voti alti a scuola ma essere curiosi di conoscere. Studiare significa anche svi-luppare un senso critico e di conseguenza riuscire ad analizzare ciò che accade nella società.

HA MAI PENSATO DI RASSE-GNARE LE DIMISSIONI?A volte sopraggiunge la mia esasperazione. E’ un momento molto difficile per avere incarichi pubblici. Ma vale la pena provarci fino in fondo. Se si agisce con coscienza non si potrà dire di non aver dato il mas-simo.

SI RITIENE IL SINDACO DEL CAMBIAMENTO?Penso di si. Lo vedremo alla fine del mandato. Sono comunque convinto di esser-lo, soprattutto visto che credo di aver messo in crisi alcune dinamiche cittadine che hanno reso questa città ferma per troppi anni.

LEI È AL PRIMO MANDATO, QUALI DIFFICOLTÀ HA INCONTRATO?Innanzitutto difficoltà finanziarie perché abbiamo ereditato una situazione vera-mente complessa, e poi difficoltà organizzative. La macchina burocratica era una macchina che funzionava malissimo, o meglio non funzionava quasi per niente. Abbiamo dovuto rimetterla in corsa.

NON CREDE CHE CIÒ CHE I RAGAZZI OGGI SOGNANO SIANO DEI DIRITTI CHE IN TEO-RIA GLI APPARTERREBBERO? Penso di si. Credo che il sogno dei ragazzi sia quello di avere un futuro ed è assolutamente giusto che essi possano esaudire almeno in parte i loro desideri, proprio come hanno fatto i loro genitori. Il futuro è un diritto anche in un momento in cui la precarietà si presenta come una questione esistenziale. Il lavoro, poi, è il tema centrale di quest’epoca, lavoro che sta alla base di una buona società. Rimetterlo al centro deve essere un impegno assillante per tutti soprattutto di chi detiene poteri alti. Se non si parte dai diritti di cittadinanza, difficilmente si potrà costruire una società migliore, anzi rischieremo di aumentare le insicurezze e i conflitti.

QUALE SARÀ IL NOSTRO FUTURO A RIETI?Questa è una città che ha tante potenzialità che però è ferma da tanti anni. Dobbiamo cercare di far diventare più intraprendenti i reatini. Un altro nostro limite è infatti questo: manca l’intraprendenza, la voglia di fare, manca un po’ di coraggio. Il futuro dei giovani a Rieti, credo sia innanzitutto quello di formarsi dal punto di vista intellettuale e sono contento che anche se con fatica riusciamo a tenere in piedi questa esperienza dell’università. Ci sono circa mille e settecento iscritti di cui un migliaio di Rieti. L’università è un’occasione importante per i ragaz-zi. Bisogna valorizzare le idee che hanno e il talento che ognuno può esprimere. Il patrimonio naturale e l’ambiente sono le prime cose sulle quali puntare per lo sviluppo della nostra terra e coinvolgerli in quest’avventura.

CI SONO PERSONE CHE SI SPOSTANO PER IL SOGNO DI UNA VITA MIGLIORE. COSA PENSA DEL TEMA DELL’IMMIGRAZIONE?Non si può essere favorevoli o sfavorevoli. L’immigrazione è un fenomeno sociale che ha dato origine all’umanità, il mondo si è formato grazie alle immigrazioni, nessuno può bloccarle. Il punto sta nel come governare questi flussi migratori e come accogliere coloro che si spostano. Rieti vive parte dei suoi problemi a causa dell’isolamento. Dico questo a sostegno del fatto che le migrazioni migliorano le condizioni di vita. E’ evidente che questo momento di profonda crisi provoca anche tensioni sociali, fenomeni di razzismo e xenofobia. Bisogna fare in modo che tutti abbiano gli stessi diritti: questa è l’unica garanzia per impedire che ci sia sfruttamento, lavoro minorile.

UNA DEFINIZIONE DI SOGNOE’ ciò che ti permette di guardare avanti, è qualcosa che ti arde dentro. E’ uno stimolo che ti anima durante la vita.

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costruire una società migliore, anzi rischieremo di aumentare le insicurezze e i

Quale sarà il nostro futuro a Rieti?Questa è una città che ha tante potenzialità, ma è ferma da tanti anni. Dobbiamo cercare di far diventare più intraprendenti i reatini. Un altro nostro limite è infatti questo: manca l’intraprendenza, la voglia di fare, manca un pò di coraggio. Il fu-turo dei giovani a Riet, credo sia innanzitutto quello di formarsi dal punto di vista intellettuale e sono contento che, anche se con fatica riusciamo a tenere in piedi questa esperienza dell’università. Ci sono circa mille e settecento iscritti, di cui un migliaio di Rieti. L’università è un’occasione. Bisogna valorizzare le idee che hanno i ragazzi e il talento che ognuno può esprimere. Il patrimonio naturale e l’ambiente sono le prime cose sulle quali puntare per lo sviluppo della nostra terra e coinvolgerli in quest’avventura.

Quando si potrà ricominciare a sognare?Innanzitutto non si deve smettere. Bisogna condividere i sogni con gli altri. I pro-blemi individuali sono problemi collettivi.

Ci sono persone che si spostano per il sogno di una vita migliore. Cosa pensa del tema dell’immigrazione?Non si può essere favorevoli o sfavorevoli. La migrazione è un fenomeno socia-le che ha dato origine all’umanità; il mondo si è formato grazie alle migrazioni,

accogliere coloro che si spostano. Rieti vive parte dei suoi problemi a causa dell’i-solamento. Dico questo a sostegno del fatto che le migrazioni migliorano le con-

dizioni di vita. E’ evidente che questo momento di profonda crisi provoca anche tensioni sociali, fenomeni di razzismo e xenofobia. Bisogna fare in modo che tutti abbiano gli stessi diritti: questa è l’unica garanzia per impedire che ci sia sfrutta-mento, lavoro minorile. Si creano opposizioni tra nativi e immigrati perché l’im-migrato è più sfruttato ed entra in contrapposizione con il nativo dal momento

Tra quaranta-cinquanta anni il 50 % dell’Europa sarà costituito da immigrati o dai

circolazione delle idee e l’incontro di tante culture.

Sotto questo punto di vista l’Italia si sta comportando bene? L’Italia purtroppo ha una legislazione non consapevole di questa situazione. Ci

quello che è. Le leggi non sono attuali. Bisogna omogeneizzare la nostra norma-tiva con quella del resto dell’Europa, consapevoli del fatto che saremo sempre un paese di transito migratorio.

Una definizione di sogno.E’ ciò che ti permette di guardare avanti, è qualcosa che ti arde dentro. E’ uno stimolo che ti anima durante la vita.

a cura diElvisa Rossetti

Federica D’Orazi

INTERVISTA AL SINDACO DI RIETI

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L’etica è la ricerca di ciò che è bene per l’uomo, in questo la scelta dell’essere ve-getariani o vegani, è etica.L’essere vegetariani o vegani è una con-dizione che spesso viene criticata dalla

società ignorante, nel senso che ignora molti aspetti di questo stile di vita e di alimentazione. È solito reputare sbagliata questa scelta etica, senza informarsi e senza essere coscienti di ciò che si ha nel piatto e soprattutto di ciò che ha comportato il mangiare animali e i loro deriva-ti.  Per iniziare è opportuno fare una distinzio-ne tra vegetariani e vegani: i primi scelgono di mangiare essenzialmente vegetali, ammettendo nella propria alimentazione cibi di derivazione animale come latte e uova. Al contrario, i se-condi, escludono qualsiasi cibo di derivazione animale, mangiando soltanto vegetali.   Tutti sono convinti che senza carne non si possano assimilare i nutrienti fondamentali. E come assi-milarli senza di essa? Basti pensare che soltanto nei legumi possiamo trovare: zinco, ferro, vita-mina B6. Ciò che molti onnivori contestano ai vegetariani o vegani è la mancanza della vita-

mina B12. Molti non sanno che questa vitamina non è prodotta né dalle piante né dagli animali, ma esclusivamente da microorganismi (batteri, funghi, alghe) che si trovano nella terra. Gli animali possono assumere la B12 solo nutren-dosi di vegetali e acqua contaminati da questi microrganismi. Ciò secondo voi può accadere negli allevamenti intensivi? Oltre agli antibiotici e alle pasticche di vario genere che vengono loro somministrate, vi è la famosa vitamina B12.

Camilla ManciniIO MANGIO VEGETARIANO

IO MANGIO VEGETARIANO

Che senso ha nutrirsi di un animale (con tutto ciò che comporta) per pren-dere da lui questa vitamina che a sua volta ha preso tramite una pasticca? Nessuno. Negli attuali allevamenti intensivi, miliardi di animali destinati al macello sono costretti a vivere in-catenati o chiusi in gabbie sovraffol-late, incompatibili con le loro esigen-ze fisiologiche, privati della minima libertà di movimento, impediti nella pratica di istinti affettivi e sessuali, mutilati, sottoposti a costanti terapie antibiotiche ed ormonali (sia per prevenire l’esplosione di epidemie che per velocizzare la loro crescita), ad un’illuminazione ininterrotta che impedisce loro di dormire, nutriti con alimenti inadeguati, chimici e innaturali, costretti a respirare un’a-ria satura, oltre che dell’odore dei loro escrementi, anche di anidride carbonica, idrogeno solforato, vapori ammoniacali, polveri varie e povera d’ossigeno. Gli animali sfruttati in questo modo, oltre a manifestare gravi pato-

logie organiche e psicologi-che (galline che si uccidono beccandosi fra loro, canni-balismo della madre verso i piccoli fra i conigli, suini che si divorano la coda), subiscono menomazioni e manipolazioni genetiche. Si tenta a volte di arginare la loro aggressività, ad esem-pio tagliando il becco ai pulcini appena nati, metten-do dei “giocattoli” all’inter-no dei box, come vecchi co-pertoni, sui quali gli animali si possono sfogare, così, an-ziché rimuovere la causa di stress si “cura” solo il sinto-mo, l’aggressività. Le peco-re sono, per ora, le uniche a vivere per lo più all’aperto, ma sono tosate in maniera brutale e sono costrette a sopportare i rigori dell’in-verno senza la protezione naturale del loro mantello. Vengono maneggiate rude-mente dai tosatori e spesso rimangono ferite durante l’operazione. Nelle razze più pregiate viene procura-

ta una ferita circolare attorno all’ano, in modo che con la cicatrizzazione si crei una zona che separa la lana dall’ano, e la lana non si sporchi. Gli agnellini maschi sono uccisi a poche setti-mane di vita, specialmente in occasione delle festività pasquali. Inoltre, le pecore sono costret-te a partorire continuamente e non appena sono meno “produttive” vengono macellate. L’Italia è uno dei pochi paesi al mondo che consuma car-ne di cavallo. I cavalli arrivano dai paesi dell’Est

dopo una vita di duro lavoro, con viaggi este-nuanti in condizioni infernali, per venire infine ammazzati nei nostri macelli. Perché mangiare allora animali? Un’altra risposta che va conside-rata è quella che viene data dalla dottoressa Lu-ciana Baroni, presidente di Ssnv - Società Scien-tifica di Nutrizione Vegetariana: «l’uomo nasce come frugivoro e per motivi di sopravvivenza ha dovuto introdurre in alcune epoche preistoriche la carne nella sua dieta. Conserva tuttavia an-cora gli adattamenti di un essere principalmen-te adatto al consumo di cibi vegetali: intestino più lungo di un carnivoro, assenza di canini e artigli, denti e forma dell’arcata dentaria adatti all’assunzione e masticazione di chicchi, frutta e foglie. Anche la necessità di ricavare la vitamina C dai cibi, a differenza dei carnivori che sono in grado di sintetizzarla autonomamente, supporta la concezione che l’uomo ha sempre consumato cibi ricchi di questa vitamina, cioè i cibi vegeta-li.» Il mangiare carne non procura solo del male a noi stessi e agli animali, ma anche al nostro pianeta. Con la nostra richiesta di carne, mol-ta acqua viene destinata agli allevamenti. Per produrre un chilogrammo di carne vengono im-piegati 15.000 litri di acqua. Mentre per un chi-logrammo di cereali vengono utilizzati mille litri di acqua.  Se poi si pensa che con una bistecca si nutre una sola persona, che con un chilo di cereali si nutrono dieci persone e che per alleva-re un vitello occorrono 1.200 kg di cereali, non vi rendete conto dell’assurdità? Ma non basta, vi è anche l’emissione di CO2 e la distruzione della Foresta amazzonica. Una delle cause prin-cipali di emissione dei Gas Serra sono proprio gli allevamenti intensivi: 400 milioni di bovini allevati nei cinque continenti produce 500 litri di metano. Inoltre ogni anno, solo gli Stati Uniti con un consumo di 100 kg di carne distruggo-no una parte della Foresta amazzonica grande come l’Austria. E’ ancora così giusto mangiare animali?

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Sofia GalganiSOTTO L’OMBRELLONE

SEBASTIANO BIANCHETTI, CLAS-SE 1996, RAPPRESENTERÀ L’ITA-LIA AI MONDIALI U20 DI ATLETI-CA LEGGERA IN PROGRAMMA NEGLI STATI UNITI DAL 21 AL 27 LUGLIO PROSSIMO. NELLO SCORSO GENNAIO, INFATTI, IL PESISTA DELLA STUDENTESCA CARIRI, HA SCAGLIATO L’ATTREZ-ZO DA SEI KG A 18,70, 40 CM OLTRE LO STANDARD DI PARTE-CIPAZIONE PER LA RASSEGNA INTERNAZIONALE DI EUGENE. IL PLURIPRIMATISTA ITALIANO NELLA CATEGORIA ALLIEVI, VESTIRÀ LA MAGLIA AZZURRA PER LA QUAR-TA VOLTA DOPO I MONDIALI U18 DI DONETSK, LE GYMNASIADI IN BRASILE ED IL TRIANGOLARE ITA-LIA-FRANCIA-GERMANIA AD HAL-LE, DOVE, A MARZO, CON UNA BORDATA DA 19,20 M, NON SOLO HA MIGLIORATO IL SUO PRIMATO PERSONALE DI MEZZO METRO MA HA SIGLATO ANCHE UN OTTIMO TERZO POSTO. GIÀ CAMPIONE ITALIANO DA CADET-TO, DA ALLIEVO (ANCHE NEL LANCIO DEL DISCO) E DA JU-NIOR, VANTA BEN DUE MPI (MI-

GLIOR PRESTAZIONE ITALIANA): 20,38 COL PESO DA CINQUE KG E 17,00 CON QUELLO DA SETTE KG, REALIZZATO A RIETI, PRO-PRIO NELLA PEDANA DI CASA DOVE SI ALLENA TUTTI GIORNI CON PASSIONE E SENTIMENTO. «MI SENTO BENE - COMMENTA SEBASTIANO BIANCHETTI - HO LAVORATO DURO PER ARRIVARE FINO QUI ED HO ANCORA MOL-TO DA DIMOSTRARE. SPERO DI ANDARE OLTRE I 20 METRI COSÌ DA ASSICURARMI UN POSTO TRA I PRIMI OTTO». IL GIGANTE BUONO SCENDERÀ IN CAMPO GIOVEDÌ 24 LUGLIO ALLE 10.15 (20.15 ORA ITALIANA) E SI PRE-SENTERÀ IN PEDANA CON UN PERSONALE CHE FA BEN SPE-RARE VISTO CHE AGLI SCORSI MONDIALI U20 DI BARCELLONA CHE VIDERO LAUREARSI CAM-PIONE JACKO GILL, BASTARONO 19,15 PER ENTRARE IN FINALE. MEGLIO NON FARE PRONOSTI-CI: INCROCIAMO LE DITA. FOR-ZA SEBA, RIETI E L’ITALIA FANNO IL TIFO PER TE.

SEBASTIANO BIANCHETTI

TALENTO DI CASA

L’estate si avvicina. Prossimo appuntamento? Tutti in spiaggia. Un altro anno è passato e la tanta desidera-ta estate è dietro alle porte. Come al solito le spiagge

saranno super affollate di persone di tutte le età e di tutti i generi. Ciò che ci incuriosisce però, sta nel fatto che molti di loro camminano per le città con fare apparentemente normale, tanto da passare inosservati, ma quando met-tono piede sulla sabbia è come se si lasciassero andare. C’è il previdente, quello che si porta tutto da casa, mon-tagne di riviste da leggere, borsa frigo, sdraio, materassi-ni, ombrellone e borsoni pieni di giochi vari; quello dello slip bianco, muscolo, oliato e preferibilmente tatuato; la bruciata dal sole, super abbronzata e di età indefinibile; l’atleta, che nonostante i 45°C segnati dal termometro, si ostina ad allenarsi interrottamente; il cellulare dipendente, da in piedi, da steso, perfino quando entra in acqua, il te-lefonino è parte della sua figura, non se ne separa mai; il costruttore di castelli, super concentrato, la sua più grande preoccupazione sono le onde alte che potrebbero spaz-

SOTTO L’OMBRELLONE,DI TUTTO, DI PIU’

zare via tutto; il penoso, simile ad un mostro che si aggira sul bagnasciuga. Il suo pelo è come una secon-da maglietta. Le manie e le stranezze di questi vacan-zieri non finiscono qui, con-tinuando a girovagare per gli ombrelloni se ne trovano sempre altri; c’è infatti il po-lemizzatore, che si lamenta sempre di tutto e tutti; il pa-drone del cane dispettoso; il guardone senza vergo-gna, che fa lunghe, lunghis-sime passeggiate con un unico fine; il nudista, ma anche la signora solitaria, che con il suo largo cappel-lo e gli occhiali da sole cer-

ca di non farsi notare; tro-viamo poi l’incremata, che va in giro completamente ricoperta di protezione per evitare di scottarsi; il russa-tore, non importa dove si stenda, ogni luogo è buono per schiacciare un pisoli-no. Concludiamo questa panoramica con i tipi più indisciplinati, che con i loro giochi d’acqua, i racchetto-ni, ma anche seppellendosi sotto la sabbia, sono sem-pre in movimento. E voi… Siete pronti a rincontrarli?

Serena PitottiSABATINO BIANCHETTI

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CURIOSITÀPER LA TESTA

PERCHÉ I NOSTRI CAPELLI POSSONO ES-SERE LISCI O RICCI?

DA UNA PARTE IL LORO ASPETTO DIPENDE DAL NOSTRO PATRIMONIO GENETICO, DALL’ALTRA LA CURVATURA DI-PENDE DAI FOLLICOLI: QUANDO UN FOLLICOLO È ASIM-METRICO, I CAPELLI A CUI DA ORIGINE SONO RICCI; QUANDO È SIMMETRICO, SARANNO GENERATI CAPELLI LISCI ATTENZIONE! ESISTONO ALCUNE CIRCOSTANZE CHE POSSONO MUTARE I CAPELLI DA LISCI A RICCI PER LA PRESENZA DI UN RECETTORE CHE CON L’ASSUNZIO-NE DI ALCUNI FARMACI PUÒ ESSERE INIBITO.

PERCHÉ I CAPELLI SPORCHI, LAVANDOLI, FANNO MENO SCHIUMA DI QUELLI PULI-TI?

LA SCHIUMA È COSTITUITA DAL LEGAME TRA LE PARTI-CELLE CHE COMPONGONO LO SHAMPOO E QUELLE CHE COMPONGONO L’ACQUA. QUANDO I CAPELLI SONO SPORCHI, QUINDI GRASSI, LA MAGGIOR PARTE DELLE PARTICELLE DI SHAMPOO LI LEGANO AL GRASSO E NON ALL’ACQUA, PRODUCENDO QUINDI MENO SCHIUMA.

PERCHÉ I CAPELLI DIVENTANO BIANCHI?

GLI ELEMENTI PRESENTI NEL PATRIMONIO GENETICO CHE CONFERISCONO IL COLORE AI CAPELLI SONO I PIGMENTI DI MELANINA. CON L’AVANZARE DELL’ETÀ SI DIMINUISCE LA CAPACITÀ DI PRODURRE QUESTI PIG-MENTI DANDO VITA ALLA MESCOLANZA DI CAPELLI CO-LORATI E BIANCHI; IL MUTAMENTO TOTALE DEI CAPELLI IN BIANCHI È DOVUTO ALL’ARRESTO TOTALE DI PRODU-ZIONE DI QUESTI PIGMENTI.

PERCHÉ I CAPELLI SI ELETTRIZZANO?

SULLA SUPERFICIE DI OGNI OGGETTO NON CONDUT-TORE SI ACCUMULA UNA ELETTRICITÀ STATICA,CHE PUÒ ESSERE POSITIVA O NEGATIVA. QUESTO SUCCEDE ANCHE NEI NOSTRI CAPELLI E QUANDO VENGONO A CONTATTO CON UNA MASSA D’ARIA SECCA, AD ESEMPIO IL VENTO, SI VERIFICA UNA SCAMBIO DISOR-DINATO DI CARICHE. COSÌ LA CHERATINA SUBISCE UN ECCESSIVO ACCUMULO DI CARICHE NEGATIVE, I SIN-GOLI FUSTI SI RESPINGONO A VICENDA GENERANDO DELLE PICCOLISSIME SCARICHE QUANDO SONO PETTI-NATI, FACENDOLI COSÌ ELETTRIZZARE.

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CURIOSITÀ PER LA TESTA Simona Romagnoli

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CARTA E PELLICOLA

FOR NO GOOD REASON

REGIA:Charlie Paul

GENERE: Biografico, Documentario

DURATA: 89 Min

ATTORI: Johnny Depp, Ralph Ste-

adman Quindici anni. Tanto ci è voluto per comprendere e raccontare in questo film la mente geniale e la vita sperico-lata di Ralph Steadman, illustratore e caricaturista inglese. Ci è concesso il privilegio di assistere al processo completo di realizzazione di un’opera, dalla tela bianca fino al di-pinto finito.

GABRIELLE, UN AMORE FUORI DAL CORO

REGIA: Louise Archambault

GENERE: Drammatico

DURATA: 102 Min

ATTORI: Gabrielle Marion-Rivard, Alexandre Landry,Robert Charlebois, Vincent-Guillau-

me Otis Affetta dalla sindrome di Williams, Gabrielle è una giovane donna animata da una contagiosa gioia di vivere e con uno straordinario dono per la musica. Ha incontrato Martin, il suo ragazzo, al centro ricreativo dove cantano insieme in un coro e da allora sono inseparabili. Alla vigilia di un importante festival musicale, Gabrielle fa di tutto per dar prova di autonomia e guadagnare la propria indipen-

STORIA

DI UNA LADRA

dI LIBRI

AUTORE:Markus Zusak

TRAMA: Nella Germania del-la Seconda guerra mondiale, quando ogni cosa è in rovi-na, una bambina di nove anni, Liesel, ini-

zia la sua carriera di ladra. All’inizio è la fame a spingerla e il suo bottino consiste in qualche mela, ma poi il vero, prezioso oggetto dei suoi furti sono i libri. Perché rubarli significa salvarli e soprattutto salvare se stessa. Liesel infatti sta fuggendo dalle rovine della sua casa e della sua famiglia, accompagnata dal fratellino più picco-lo e diretta al paese vicino a Monaco dove l’a-spetta la famiglia che li ha adottati. Nell’inverno gelido e bianco di neve, il bambino non ce la fa, ed è proprio vicino alla sua tomba che lei trova il primo libro. Il secondo, invece, lo salva dal fuoco di uno dei tanti roghi accesi dai nazisti. Col passare del tempo il numero dei libri cresce e le parole diventano compagne di viaggio, cia-scuna testimone di eventi terribili ai quali la bam-bina sopravvive, protetta da quei suoi immortali, straordinari, amorevoli angeli custodi.

L’ARMATA DEI

SONNAMBULI

AUTORE: Wu Ming TRAMA: Marie è una donna del popolo che alla rivoluzione chiede pane e liber-tà per sé e per suo figlio. Finirà invece per ottenere una vita diversa. Leo è un atto-re immigrato a Parigi

dall’Italia sulle orme del grande maestro Goldo-ni, in cerca di fortuna e successo. Scoprirà che la rivoluzione è il palcoscenico più promettente, ma dal quale si può cadere in maniera rovino-sa. D’Amblanc è un medico molto particolare, allievo del grande Mesmer prima della rivolu-zione, ne prosegue le pratiche anche nel tempo rinnovato dal grande cataclisma. Ma l’assioma che lo ha sempre guidato ormai vacilla e questo lo spinge a un’indagine che lo porterà fino al cuore della Francia e dei propri incubi. L’uomo che si fa chiamare Laplace è un paladino votato a una causa. Ha la pazienza del ragno. Sceglie di nascondersi tra i folli per mettere alla prova se stesso e le proprie teorie. Sogna un’armata di sonnambuli.

NON DIRMI

CHE HAI

PAURA

AUTORE: Giuseppe Catozzella

TRAMA: Samia è una ragazzina di Mogadiscio. Ha la corsa nel sangue. Ogni giorno divide

i suoi sogni con Alì, che è amico del cuore, confidente e primo, appassionato allenatore. Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell’irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le don-ne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori degli integralisti, e le prime affermazioni la por-tano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Arriva ultima, ma diventa un simbolo per le donne musulmane in tutto il mondo. Il suo vero sogno, però, è vincere. L’ap-puntamento è con le Olimpiadi di Londra del 2012. Ma tutto diventa difficile. Gli integralisti prendono ancora più potere, Samia corre chiusa dentro un burqa ed è costretta a fronteggiare una perdita lacerante, mentre il “fratello di tutta una vita” le cambia l’esistenza per sempre. Ri-manere lì, all’improvviso, non ha più senso. Una notte parte, a piedi. Rincorrendo la libertà e il sogno di vincere le Olimpiadi. Sola, intraprende il Viaggio di ottomila chilometri, l’odissea dei migranti dall’Etiopia al Sudan e, attraverso il Sa-hara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia. Giuseppe Catozzella per mesi è entrato dentro la vita reale di Samia, e l’ha reinventata in una

voce dolcissima, scrivendo un romanzo memo-rabile. Da quella voce, da quell’io leggerissimo che ci parla con fermezza e candore, si sciolgo-no la struggente vicenda di un’eroina dei nostri tempi, la sua fiaba, e insieme il suo destino.

Chiara Cauletti

denza. Determinata a vivere con Martin una storia d’amore che non ha nulla di ordinario, Gabrielle dovrà affrontare molti pregiudizi e i suoi stessi limiti.

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Andy Warhol, dalla collezione di Peter Brant <Credo di essere una delle persone più gelose del mondo. La mia mano destra è gelo-sa se la sinistra dipinge un bel quadro.> Andy Warhol dopo il grande successo di pubblico ottenuto a Milano, Andy Warhol giunge finalmente a Roma. Dal 18 aprile al 28 settembre 2014 al Museo Fondazio-ne Roma, Palazzo Cipolla saranno esposte 150 opere dell’artista statunitense, padre della pop art americana, provenienti dalla The Brant Foundation, che raccontano una storia intensa ed uno scambio cul-turale unico fra il giovane collezionista Peter e l’artista. La mostra racconta tutto il percorso professionale di Warhol, pre-sentandone i capolavori di ogni periodo artistico: il percorso si avvia negli anni Cinquanta, quando Warhol debutta nella commercial art e presto lavora come illu-

stratore per riviste prestigiose (da Harper’s Bazar al sofisticato New Yorker) e come disegnatore pubblicitario. È però una coloratissima e precoce Liz del 1963 a introdurre alla sala successiva dove si annunciano le prime Campbell’s Sup e Coke, insieme a Disaster ( Warhol coltivò un forte rapporto di attrazione e repulsione per la morte). Ma poiché le Collezioni Brant sono eccezionalmente ricche – di opere pittoriche soprattutto ma anche di importanti disegni – si può dire che non ci sia tema tra quelli trattati da Warhol che non sia rappresentato ai massimi livelli: ci sono i dipinti dei francobolli, come S&H Green Stamps, 1962, fatti con stampini ripetuti e più e più volte sulla carta e, dello stesso anno, i Red Elvis e il grandioso 192 One Dollar Bills; così come ci sono due splen-dide Marilyn, una del 1962 – lei appena morta – e una delle 4 Shot Marilyn del 1964, i dipinti trapassati in fronte dal colpo di pistola sparato in studio da un’amica del fotografo Billy Name. Così pure saranno presenti in mostra altre super icone di Warhol: le Brillo Box e i primi Flowers, 1964, esposte a suo tempo nella prestigiosa galleria di Leo Castelli come se fossero sgargianti carte da parati. E anche i Mao, 1972, con i quali Warhol inaugura una nuova pittura meno neutrale e più gestuale; le Ladies and Gentlemen – la serie dedicata alle Drag Queens di New York - e un gran numero di Skulls, i teschi che dal 1976 in poi si moltiplicano nel suo lavoro che di lì in poi attinge a simboli più universali. Un’intera sala sarà dedicata alle polaroid che formano una sorta di gotha della New York anni ‘60: la fama era del resto un’ossessione di Warhol e non a caso fu lui a coniare la famosa, e terribilmente profetica frase, sempre citata e spesso storpiata “15 minuti di celebrità” a cui in futuro nessuno avrebbe rinunciato. Non poteva

RietiFESTEGGIAMENTI IN ONORE DI S. ANTONIO DI PADOVAdal 12 giugno 2014 ore 18:00al 30 giugno 2014Rieti

PERCORSI DELLA MEMORIA20 giugno 2014 ore 21:00Spettacolo itinerante a cura del Teatro AlchemicoUn viaggio nei luoghi simbolo della lotta al nazifascismo

13 GIUGNO 1944:LA CITTÀ DI RIETI È LIBERATA22 giugno 2014 ore 21:00Chiostro di San FrancescoIl ricordo dello storico reatino Antonio Cipolloni nel 70° anni-versario della Liberazione

RICCARDO MUSICAL FESTIVAL18 e 19 luglio 2014 dalle ore 19:00Contigliano (RI)

I SENTIERI DEI PARTIGIANILuglio e agosto 2014Camminate con il Cai nei luoghi della Resistenza Verranno rese note le date, gli orari e i luoghi di partenza

L’Aquila“IO NON RISCHIO”Campagna informativa nazionale sui rischi naturali che inte-ressano il nostro paese. Si rivolge ai cittadini con l’obiettivo di promuovere un ruolo attivo nel campo della prevenzione14 e 15 giugno 2014Piazza Duomo

SAGRA DELL’AGLIO ROSSO DI SULMONAdal 12 al 14 luglio 2014 Campo di Fano (AQ)

APERTE LE SELEZIONI PER IL LABORATORIO TEATRALE “ODISSEA”Laboratorio teatrale di recitazioneworkshop intensivo: 20, 21 e 22 giugno 2014laboratorio: dal 3 al 27 luglio 2014

Evento conclusivo 25, 26 e 27 luglio 2014Fontana delle 99 Cannelle (AQ)I cantieri dell’immaginario, III edizione

1° RANDO “GRAN SASSO D’ITALIA27 luglio 2014Partenza da Fonte Cerreto (AQ) dalle ore 7:00 fino alle ore 8:00Quota d’iscrizione: 10 €

TerniENSEMBLE ESTATE DI SAN MARTINO29 giugno 2014 ore 18:00Parco archeologico di Carsulae Via Carsulae 05029 San Gemini (TR)

I CAMERISTI DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO29 giugno 2014 ore 19:30Domenico Pierini dirige i Cameristi e il violino solista Kerson Leong nell’esecuzione di musiche di Vivaldi, Saint Saens, de Sarasate e Bach Parco archeologico di CarsualeVia Carsulae 05029 San Gemini (TR)

I BRONZI ETRUSCHI E ROMANI NELLA COLLEZIONE FAINAFino al 31 agosto 2014 dalle ore 9:30 alle ore 18:00Museo Claudio FainaPiazza Duomo, 29 05018 Orvieto (TR)

mancare un’Oxydation (1978) gigantesca, ottenuta uri-nando su pigmenti metallici (nei suoi “Diari” le chiama Piss) e provocando così una reazione chimica che sfug-ge al controllo e crea nuovi colori. Esposto anche un immenso Camouflage del 1986, stesso anno della serie in cui rese omaggio a Leonardo Da Vinci con Last Sup-per, pure presente in mostra. Un anno dopo, nel 1987, Warhol moriva, dopo essere scampato miracolosamen-te alla nera signora nel 1968 quando una pazza gli aveva sparato al ventre. Andy Warhol non solo è stato il più acuto interprete della società di massa e del consumi-smo, folgorante sociologo dell’America anni ‘60 ma ha saputo trasformare in arte gli idoli dell’immaginario collettivo americano, anticipando l’instaurarsi del pote-re dei mass media. Lui ha trasformato in icone la Coca Cola come Che Guevara, la Campbell’s Soup come Liz Taylor e Marilyn Monroe, il biglietto del dollaro come Jackie Kennedy. La mostra che si aprirà a Roma rende ragione e dimostrazione di tutto ciò.

BIGLIETTI Intero: € 15,50 + € 2.00 spese d’agenzia (au-dioguida inclusa) Ridotto: € 13,50 + € 2.00 spese d’agenzia (au-dioguida inclusa) Ridotto bambini : € 5,00 (audioguida inclusa) bambini da 4 a 11 anni non compiuti

GIOVEDÌ UNIVERSITARIO:PER GLI STUDENTI CON TESSERINO INGRESSO A 5 EURO (ANZI-CHÈ 15.50) CON AUDIOGUIDA IN OMAGGIO

COME ARRIVARE Palazzo Cipolla Via del Corso, 320 ORARIO Lunedì dalle 14.00 alle 20.00 Marte-dì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica dal-le 10.00 alle 20.00 Sabato dalle 10.00 alle 22.00 Aperture straordinarie 2 giugno 10.00 – 20.00 29 giugno 12.00 – 20.00 15 agosto 10.00 – 20.00

Chiara Cauletti

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EVENTI

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13 GIUGNO 313L’imperatore d’Occidente, Costan-tino I promulga l’editto di Milano, noto anche come editto di tolleran-za. Questo accordo poneva fine alle persecuzioni contro i cristiani e concedeva a tutti i cittadini la li-bertà di culto.

5 GIUGNO 1224Federico II, imperatore del Sacro Romano Impero, fonda l’università di Napoli, la prima università laica in Europa di tipo statale.

14 GIUGNO 1777Gli Usa adottano la celebre ban-diera a “stelle e strisce”, un simbo-lo di libertà che è sempre stato al centro della vita americana, con i suoi successi e con i suoi conflitti. I tre colori, bianco, rosso e blu, indicano rispettivamente purezza, forza e giustizia.

4 GIUGNO 1783Primo volo di una mongolfiera av-venuto grazie agli esperimenti di Joseph-Michel Montgolfier, che co-struì il primo prototipo di mongolfie-ra. Si trattava di un pallone di tela gonfiato da una camera di combu-stione, alimentata con la carta.

26 GIUGNO 1818Viene brevettata la prima antenata della bicicletta. Il barone Karl Von Drais decide di dedicare il suo tem-po libero alla ricerca di un mezzo di trasporto alternativo ai cavalli che in quel periodo morivano spes-so anche per via dei lunghi periodi di carestia nei raccolti. Dopo una serie di prove disegnò il nuovo mezzo che utilizzò la prima volta nel 1817. Nel brevettarla, il 26 giugno dell’anno dopo, la chiamò “Laufmachine” (macchina da cor-sa), mentre la stampa la ribattezzò “draisine”, in onore del suo inven-tore. Questo mezzo di trasporto aveva il telaio in legno e pesava complessivamente 22 kg, l’aspetto innovativo era l’introduzione del-lo sterzo che consentiva maggior equilibrio e movimento. Manca-vano ancora i pedali, la spinta in avanti veniva data appoggiando i piedi per terra.

19 GIUGNO 1862Durante la Guerra di secessione (1861-1865) il Congresso degli Stati Uniti approva per la prima volta la messa al bando della schiavitù in tutti gli stati della con-federazione. L’atto conclusivo si ebbe con l’approvazione del XIII emendamento alla Costituzione de-gli Stati Uniti d’America che abolì ufficialmente la schiavitù.

23 GIUGNO 1868Viene brevettata la prima mac-china per scrivere. Fu il direttore di un giornale di Milwaukee (Wi-sconsin), Christopher Latham Sho-les, a perfezionarla e a farne un prodotto di successo commerciale. Inventata nel 1714 da Henry Mill, la macchina per scrivere non era conosciuta con questo nome e ave-va usi diversi da quello per cui in seguito divenne famosa. L’obiettivo di Sholes era quello di creare una macchina per numerare le pagine di un libro e battere testi in manie-ra più rapida e funzionale. Nac-que così la Typewriting machine, presentava una tastiera simile a quella di un pianoforte con tasti bianchi e neri, fatti rispettivamente di avorio e ebano, disposti in due file. Rendendosi conto della scarsa funzionalità della disposizione in ordine alfabetico delle lettere, per separare le coppie di lettere più utilizzate decise di adottare un di-verso ordine, denominato “qwerty” (dalle prime cinque lettere in fila più in alto). Questo sistema venne successivamente adottato anche per le tastiere dei computer.

19 GIUGNO 1910Viene istituita la prima festa del papà che non è legata a san Giu-seppe ma a una figura esemplare di padre, veterano della Guerra di secessione americana, che allevò da solo sei figli. Un esempio da ce-lebrare e condividere con gli altri: è ciò che pensò sua figlia, Sonora Smart Dodd nel chiedere alle isti-tuzioni di Spokane (nello Stato di Washington) l’ufficializzazione di un giorno dedicato alla figura del papà.

19 GIUGNO 1912Negli Stati Uniti viene istituita la giornata lavorativa di otto ore.

10 GIUGNO 1914Nasce a Roma il Comitato Olim-pico Nazionale Italiano (Coni), ente pubblico che ha la funzione di coordinare l’organizzazione e la diffusione dello sport in Italia, in particolare per i Giochi Olimpici.

10 GIUGNO 1924Viene rapito Giacomo Matteotti, politico socialista e antifascista.

22 GIUGNO 1927Sono in vendita i primi jukebox. Si introduceva una moneta, per selezionare un disco tra quelli esposti si girava una manovella. I fonografi a monete, antenati dei jukebox moderni, furono messi in commercio per la prima volta dalla “Ami”, un’azienda già nota per la produzione di pianoforti a gettoni. Le prime versioni di jukebox erano in legno e contenevano 12 dischi a 78 giri.

12 GIUGNO 1942Anna Frank inizia a scrivere il suo diario che diventa per lei un com-pagno inseparabile cui confidare tutto. E’ attraverso il diario che Anna si rivolge a un’amica imma-ginaria, Kitty, alla quale racconta tutta la sua esperienza prima e dopo la persecuzione nazista.

3 GIUGNO 1944Poche ore dopo la liberazione di Roma da parte delle truppe anglo-americane, il mondo del lavoro italiano ritrova la sua unità dando vita a una nuova grande alleanza sindacale. Nasce così la Confede-razione Generale Italiano del Lavo-ro (Cgil).

26 GIUGNO 1945Nasce l’Onu. All’indomani di un feroce conflitto mondiale, la comu-nità internazionale avvertì la neces-sità di dar vita a un organismo che individuasse una risoluzione paci-fica delle controversie tra gli stati, promuovesse il rispetto dei diritti

umani e delle libertà fondamenta-li dell’individuo e alimentasse le relazioni amichevoli tra gli stati. Con l’adozione della Carta di San Francisco 51 paesi diedero vita alle Società delle Nazioni Unite. Attualmente è la maggiore organiz-zazione intergovernativa che com-prende 193 membri, la sua sede è a New York.

21 GIUGNO 1948Nasce il 33 giri. In principio fu il 78 giri, prima evoluzione commer-ciale del disco fonografico inventa-to nel 1894. Circa mezzo secolo più tardi la Columbia Records pre-senta un nuovo formato di disco in vinile che cambia radicalmente il mercato musicale. La dicitura “33 giri” deriva dal fatto che il disco veniva riprodotto a una velocità di 33 giri al minuto.

23 GIUGNO 1960Le donne americane possono ac-quistare per la prima volta la pil-lola anticoncezionale, un nuovo farmaco chiamato “Enovoid”. La scoperta risaliva a due anni pri-ma grazie agli studi effettuati da tre medici, Garcia, Rock e Pincus, che sperimentarono una pillola che inibiva il processo ormonale all’ori-gine dell’ovulazione.

12 GIUGNO 1967“Venera” è stata la prima sonda spaziale a entrare nell’atmosfera di un altro pianeta e a registrare dei dati. Lanciata dall’Unione So-vietica, riportò delle informazioni riguardanti il pianeta Venere, rive-landone la composizione in mag-gioranza di anidride carbonica e l’elevata temperatura.

17 GIUGNO 1974Due militanti dell’Msi, Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola, vengono uccisi dalle Brigate Rosse.

11 GIUGNO 1986Le tre istituzioni europee, Parlamen-to, Consiglio e Commissione, fir-mano una dichiarazione congiunta contro razzismo e xenofobia.

DI TUTTO, DI PIU’Beatrice Cianetti

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NOVALIA,SUONI LONTANI"Ci sono musiche antichissime di cui si è persa la memoria. Noi, come novelli archeologi, partiamo alla scoperta di queste melodie, le cerchiamo ovun-que ci sia un frammento, una traccia, una caverna da esplorare; le tiriamo fuori dall'oblio nel quale erano ca-dute, ne riscopriamo il fascino mille-nario e le gettiamo nelle braccia del futuro. Per farle rivivere".  (I Novalia) Era il 1° maggio del 1985 quando, in una festa in un casale a Cardito,

“Guccio” o “Maestrone”, sono que-sti i soprannomi che lo identificano: il primo, si sa, rimanda al suo cognome, ma il secondo che significato ha? «E’ una vecchia storia - dice Francesco - che risale agli anni in cui insegnavo. C'era un barista che mi chiamava professore. Poi ha saputo che scrivevo canzoni e cantavo, quindi gli è venuto il dubbio se chiamarmi maestro o professore. E da qui è uscito fuori maestrone. Anche per la mia stazza, ovviamente». Autoironico e per niente riservato, Francesco Guccini, ha sempre avuto nei confronti del suo pubblico un atteggiamento confidenziale; infatti è lui stesso a de-finirsi un compagnone. E’ umile davvero: quando riceve visite nella sua casetta a Pàvana non esita a far entrare gli ospiti. Racconto un episodio recente. Circa due mesi fa, in occasione del mio compleanno, alcune mie amiche hanno inviato a Francesco una lettera, chiedendogli di mandarmi gli auguri; ovviamente spedirono anche il mio indirizzo. Loro non sapevano né se la lettera sarebbe arrivata a de-stinazione, né se lui avrebbe risposto. Inaspettatamente ho ricevuto una busta bianca, un biglietto con scritto: «Buon compleanno, Beatrice. Tanti auguri. Francesco Guccini». Avrebbe potuto tranquillamente ignorare la lettera e fre-garsene, invece ha risposto, dimostrando la sua caratte-ristica di uomo, cantautore, scrittore come potremmo dire “alla mano”. In fondo non è da tutti. Questa caratteristica potrebbe essergli derivata dalla sua esperienza. Nato il 14 giugno 1940 a Modena, piccola città odiata e amata,

bastardo posto; figlio d’una casalinga e di un impiegato, cresciuto fra saggi ignoranti di montagna, tirato su a ca-stagne e ad erba spagna, Francesco ha vissuto anche a Bologna, una vecchia signora coi fianchi un po’ molli, col seno sul piano padano e il culo sui colli. Sigaretta o penna nella mano destra, simboli frivoli che però lo hanno portato a diventare il Francesco che è adesso, settantaquattrenne, ancora fiero del suo sognare ma che, nostalgico, pensa al suo passato, all’atmosfera svagata e dolce di quando era bambino, all’adolescenza sciocca, età della falsa e stupida innocenza, ai vent’anni quando tutto è ancora intero. Ma a noi piace pensarlo ancora con la vitalità di “mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino” e con l’indigna-zione di quando cantava di “una locomotiva, come una cosa viva, lanciata a bomba contro l’ingiustizia.”

FRANCESCOGUCCINI

da Stefano Saletti e Raffaello Simeoni, nacquero i Novalia: un mix di rock, trance, dub, world e folk. All’inizio erano in sei: Raffaello Simeoni, Ste-fano Saletti, Fabiana Manielli, Paolo Miatto, Federico Festuccia e Enzo Ren-da e vennero da subito ingaggiati per aprire il concerto dei “Rain Parade” a Rieti. Da lì nulla più li fermò: gira-rono l’Italia, l’Europa e l’Africa. Ad oggi sono diversi i musicisti che hanno abbandonato la formazione originale, tuttavia, dal 1987 hanno inciso ben sette dischi di cui l’ultimo “10… anni in una notte” nel 2000. Dieci tracce che ripercorrono dieci anni di attività, ovviamente dal vivo. Vantano diverse

compilation e due importanti riconosci-menti: Premio Recanati per la canzone d'autore con il brano "Rama 'e rosa" e il Premio Fondi per il Teatro per la co-lonna sonora del Decamerone. La mu-sica dei Novalia si discosta dalle altre per l’utilizzo di strumenti provenienti da varie parti del mondo. Immancabili sono ance, corde e tamburi passando per il turco davoul o per l’ancor più sconosciuto tzouras, strumento a corde di origine greca. I due fondatori hanno anche dato vita, nel 1995, all’Associa-zione Griot che si propone di  valoriz-zare il patrimonio popolare e culturale dell'Italia centrale cercando di far av-vicinare i giovani a questa realtà.

Serena Pitotti

Beatrice Cianetti

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Il 18 e il 19 luglio prossimo Contigliano ospiterà il “Riccar-do Music Festival”, giunto ormai alla terza edizione. Un doppio appuntamento per ricordare attraverso la musica, Riccardo Parlati scomparso troppo presto in un maledetto giorno di marzo di tre anni fa. L’evento, organizzato dal-

DAMON ALBARN: EVERYDAY ROBOTS .2014.

Damon Albarn, non più Gorillaz, o Blur. Il cantautore finalmente esce allo scoper-to. Niente più pseudonimi. Niente più alter-ego. Il primo album solista di Damon Albarn racconta principalmente se stesso. Le sue ansie e le sue paure. La tracklist è un viaggio nella psiche del cantante che pone se stesso di fronte a se stesso, dalla paura della tecnologia all’angoscia della solitudine, all’ossessione dell’ horror vacui. “Siamo robots tutti i giorni, tentando di essere anime” cita il primo brano, la title track Everyday Robots. é un adulto ormai, che parla di fronte a se stesso e si mette a nudo, parlando apertamente del suo rapporto con la droga (You & Me). L’album nel complesso è solo una ricerca della propria identità.Tracce migliori: -Everyday Robots -Lonely Press Play -You & Me -Heavy Seas of Love

la onlus no-profit “Riccardo per sempre”, si svolgerà come l’anno scorso, al Piazzale degli Eroi. La prima serata sarà dedicata interamente alla musica blues mentre la seconda sarà esclusivamente rock. A calcare il palco, saranno grup-pi emergenti di ottimo livello: un’occasione, quindi, per i giovani artisti reatini che potranno così mettersi in mostra davanti a un pubblico che sta crescendo edizione dopo edi-zione. Durante le due giornate, verranno letti alcuni fram-menti del libro “Racconti a mano libera” che sarà possibile acquistare presso lo stand ed il cui ricavato verrà devoluto in beneficenza ad associazioni umanitarie. La manifesta-zione sarà ad ingresso libero e si potrà inoltre degustare una buona pizza accompagnata da bevande. Un’iniziativa per conservare il ricordo del caro Riccardo, un ragazzo come tanti che fece della musica la propria passione e che, nonostante la sua giovane età, ha lasciato un segno indele-bile nel cuore di chi lo conosceva. “La musica può donare delle ali ai vostri pensieri ed illuminare la vostra anima di una luce eterna.” Ciao Riccardo.

Elvisa Rossetti, Ermanno Bizzoni

Serena Pitotti

Serena Pitotti

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ti da tanta naturalezza, simpatia e umiltà sono soprattutto i grandi nomi della musica italiana, a cominciare da Caterina Caselli che per prima scorge il mondo di Elisa, consentendole la pubblicazione del suo album di debutto “Pipes Et Flowers”. Duetta con Ligabue, in un brano scritto da lui per lei e che le calza a pennello, ma anche con i Negramaro in un pezzo idilliaco, mistico e persino con il maestro Luciano Pavarotti, destreggiandosi con una fanciullezza e un’abilità rare. La sua voce piena di sentimento, reinterpreta brani capaci di un estre-mo coinvolgimento emotivo firmati U2, Bob Dylan, Bob Marley, Cat Stevens. La ragazza perfetta nella sua essenzialità, vanta attualmente un successo strepitoso in Italia e all’estero. Oggi mamma, non si ferma e tra una ninna nanna e l’altra continua ad impressionare, con la sua celestiale emotività, ironizzando sui suoi errori impercettibili, colorando di note sinuose penta-grammi che sembrano tendere all’infinito.

ELISA,LA PERFEZIONEDELL’ ESSENZIALITA’Elisa Toffoli è una ragazza di Trieste, artista per natura, con l’esigenza di esprimere le sue emozioni attraverso una qualsia-si forma d’arte, sia essa pittura, letteratura o danza. Il suo vero talento, la catapulterà immedia-tamente, nel mondo della musica facendola diventare una donna.

Compositrice, cantautrice vola tra le note della sua voce soa-ve, a tratti grintosa da far paura e del piano accarezzato dalle sue mani. L’universo emotivo composito che la caratterizza, ammalia i fan e la critica mondiale, così come i virtuosismi che emette con la semplicità delle parole. A rimanere colpi-

LA MUSICA PER NON DIMENTICARE RICCARDO

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INSERITE ORIZZONTALMENTE LE PAROLE SOTTO DEFINITE. A GIOCO RISOLTO NELLA CA-SELLA A FONDO GRIGIO LEGGERETE IL TITOLO DEL PRIMO NUMERO DI JUST MOVE.

Definizioni:

1- QUELLA DELLA CRUSCA FU FONDATA DA SALVIATI

2 - CAPOLUOGO DI REGIONE MOLISANO

3 - ATTORE-PIRATA (DEI CARAIBI)

4 - INSIEME AL CELESTE I COLORI DI RIETI

5 - NELLA TAVOLA PERIODICA E NEL TERMOSIFONE

6 - CESARE CREMONINI NE ERA IL LEADER

7 - “RESIDENZA” DELLA GIOCONDA

8 - PER LA MANNOIA LO È IL CAFFÈ NERO

9 - COGLI L’ATTIMO

10 - LA CHIESA DEGLI EBREI

11 - PIATTO TIPICO CONTIGLIANESE

Serena Pitotti

  1                    

  2                  

  3                  

  4                    

  5                  

      6              

  7                      

        8              

  9                

        10                  

11                    

SUDOKURISPETTANDO LE CIFRE INSERITE, COMPLETATE IL RIQUADRO IN MODO CHE IN OGNI RIGA, COLONNA E QUADRATO RISULTINO LE CIFRE DA 1 A 9

    4 5 8      

        6     8

6           1   2

  1   3 9        

8   7   6   3 1

  4       2      

3     9          

    5     1 7 2  

7       3 8    

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