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Anno XVII n.3 • Luglio-Settembre 2016 Poste Italiane.spa - Sped. in A.P. - Art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Tassa Pagata/Tax Perceu - Aut. DCO/DCBA/138/2002 del 04/03 2002 Notiziario trimestrale della Fraternità Francescana di Betania U na delle immagini con cui san Paolo paragona la vita della Chiesa è quella dell’edificio spirituale (cfr. Ef 2,20-21). Ora, qualsiasi opera in muratura poggia su delle fondamenta ed ha un’architrave che ne sorregge il peso sopra un’apertura che, per esempio, può essere una porta. Papa Francesco scrive al n. 10 della Bolla di indizione del Giubileo Misericordiae Vultus (MV) che “l’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia”. Se quindi la vita della Chiesa viene vista come un edificio, esso ha anche una porta, la Porta Santa: la sua apertura e la sua chiusura segnano l’inizio e la conclusione di un Anno Santo. Per tradizione, la Porta Santa è quella della Basilica di san Pietro ma papa Francesco offre nella Misericordiae Vultus qualcosa di nuovo: ogni Vescovo, nella sua diocesi, ha la facoltà di designare una o più Porte Sante, in modo che la grazia di quest’anno giubilare possa raggiungere tutti gli uomini. Il 13 dicembre scorso una Porta Santa è stata aperta dal Ve- scovo ausiliare della diocesi di Würzburg, Sua Ecc.za Mons. Urlich Boom, nella chiesa della nostra fraternità di Aschaf- fenburg. È, questa, una grazia molto grande che ci rende protagonisti e nello stesso tempo spettatori pieni di stupore per un evento così significativo per la storia della Chiesa e per la vita di ogni fedele. La simbologia della porta è ricca di significati, essa rappre- senta un passaggio: dal non credere alla fede, dal peccato alla redenzione, dalla vita alla morte. Gesù dice che egli è la porta e gli uomini devono passare attraverso di lui per arrivare al Padre. La porta è la via per la salvezza e lungo quest’anno la Porta Santa “sarà una Porta della Misericor- dia, dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza” (MV 3). È questo ciò che sta avvenendo. Molte sono le persone che, mosse dal desiderio di ritornare al Signore, si stanno riavvi- cinando al sacramento della Riconciliazione riscoprendo il cammino di una nuova condotta di vita, fatta di sacramenti e di preghiera. Alla Porta Santa è legata la possibilità di lucrare l’indulgenza e, in un paese come la Germania dove la questione delle indulgenze ha lasciato una profonda ferita di divisione all’in- terno della Chiesa, temevamo che potessero sorgere a ri- guardo tante discussioni. Invece, questa si è rivelata un’oc- casione per liberare l’indulgenza dai retaggi del passato e quindi capire meglio ciò che è: dono della Misericordia di Dio che libera il peccatore perdonato da ogni residuo delle conseguenze del peccato. In questi mesi tanti sono stati i gruppi che si sono recati in pellegrinaggio nella nostra “Kapuzinerkirche” per passare attraverso la Porta Santa, lucrare l’indulgenza e conoscere il nostro carisma, la nostra Fraternità. Betania sta diventando per la gente di Aschaffenburg la “Casa della Misericordia”. fra Maurizio Luparello FFB Apertura Porta Santa ad Aschaffenburg . X Convegno Loreto . Ricordando p. Pancrazio Sui passi della misericordia una Porta Santa ad Aschaffenburg
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Anno XVII n.3 • Luglio-Settembre 2016

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Notiziario trimestrale della Fraternità Francescana di Betania

Una delle immagini con cui san Paolo paragona la vita della Chiesa è quella dell’edificio spirituale (cfr. Ef 2,20-21). Ora, qualsiasi opera in muratura poggia

su delle fondamenta ed ha un’architrave che ne sorregge il peso sopra un’apertura che, per esempio, può essere una porta. Papa Francesco scrive al n. 10 della Bolla di indizione del Giubileo Misericordiae Vultus (MV) che “l’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia”. Se quindi la vita della Chiesa viene vista come un edificio, esso ha anche una porta, la Porta Santa: la sua apertura e la sua chiusura segnano l’inizio e la conclusione di un Anno Santo. Per tradizione, la Porta Santa è quella della Basilica di san Pietro ma papa Francesco offre nella Misericordiae Vultus qualcosa di nuovo: ogni Vescovo, nella sua diocesi, ha la facoltà di designare una o più Porte Sante, in modo che la grazia di quest’anno giubilare possa raggiungere tutti gli uomini. Il 13 dicembre scorso una Porta Santa è stata aperta dal Ve-scovo ausiliare della diocesi di Würzburg, Sua Ecc.za Mons. Urlich Boom, nella chiesa della nostra fraternità di Aschaf-fenburg. È, questa, una grazia molto grande che ci rende protagonisti e nello stesso tempo spettatori pieni di stupore per un evento così significativo per la storia della Chiesa e per la vita di ogni fedele. La simbologia della porta è ricca di significati, essa rappre-senta un passaggio: dal non credere alla fede, dal peccato alla redenzione, dalla vita alla morte. Gesù dice che egli è la porta e gli uomini devono passare attraverso di lui per arrivare al Padre. La porta è la via per la salvezza e lungo quest’anno la Porta Santa “sarà una Porta della Misericor-dia, dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza” (MV 3). È questo ciò che sta avvenendo. Molte sono le persone che, mosse dal desiderio di ritornare al Signore, si stanno riavvi-cinando al sacramento della Riconciliazione riscoprendo il cammino di una nuova condotta di vita, fatta di sacramenti e di preghiera. Alla Porta Santa è legata la possibilità di lucrare l’indulgenza e, in un paese come la Germania dove la questione delle indulgenze ha lasciato una profonda ferita di divisione all’in-terno della Chiesa, temevamo che potessero sorgere a ri-guardo tante discussioni. Invece, questa si è rivelata un’oc-casione per liberare l’indulgenza dai retaggi del passato e quindi capire meglio ciò che è: dono della Misericordia di Dio che libera il peccatore perdonato da ogni residuo delle conseguenze del peccato.In questi mesi tanti sono stati i gruppi che si sono recati in pellegrinaggio nella nostra “Kapuzinerkirche” per passare attraverso la Porta Santa, lucrare l’indulgenza e conoscere il nostro carisma, la nostra Fraternità. Betania sta diventando per la gente di Aschaffenburg la “Casa della Misericordia”.

fra Maurizio Luparello FFB

Apertura Porta Santa ad Aschaffenburg . X Convegno Loreto . Ricordando p. Pancrazio

Sui passi della misericordia una Porta Santa ad Aschaffenburg

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Dicono della Porta Santa...Wie erlebst du die Heilige Pforte in der Kapuziner Kirche?Come stai vivendo la presenza della Porta Santa nella nostra fraternità?

Cambiando le nostre abitudiniLa presenza di una Porta Santa nella nostra chiesa è un’esperienza che mai avrei pensato di fare nella mia vita. Ricordo ancora il tremore e l’emozione che mi pervase il 13 dicembre scorso nel momento in cui il Vescovo l’aprì. Poi, quando la sera mi accorsi che la settimana seguente avrei avuto il turno dell’apertura della chiesa, ebbi un attimo di timore e un sentimento di indegnità: mi toccò profondamente. Dopo il Vescovo sarei stata io la prima persona a riaprire quella Porta. Vera-mente questa Porta non è più una normalissima porta: ha cambiato il modo di affrontare la nostra giornata. Ogni giorno viviamo la grazia di poterla attraversare cambiando la nostra vecchia abitudine di arrivare comodamente dal convento in chiesa attraverso la sacrestia. Per noi è un momento importante in cui rinnoviamo al Signore la nostra richiesta di donarci la sua infinita Misericordia. Inoltre, adesso, la nostra S. Messa si conclude sempre con la recita delle preghiere necessarie per lucrare l’indulgenza e i fedeli arrivano a tutte le ore dandoci la possibilità di accoglierli. In questi mesi ho trovato un nesso profondo tra la Misericordia e l’accoglienza: Dio mi accoglie perché è misericordioso. La gente viene qui per incontrarLo e noi dob-biamo rispecchiare il più fedelmente possibile questa sua Misericordia infinita accogliendo tutti come li accoglierebbe Lui.

sor. Nancy Tomasini FFB

Una porta, mille modi per oltrepassarlaTrovarsi dinanzi ad una Porta Santa è un’esperienza spirituale molto forte: si può avere accesso all’infinita Misericordia di Dio, facendo un adeguato pellegrinaggio, avendo il cuore contrito, l’anima ripulita dal sacramento della Riconciliazione, recitando le giuste preghiere ma, so-prattutto, passando attraverso una Porta, scelta, aperta e santificata dalla Chiesa. Passare attraverso la Porta: un gesto così semplice ma che arriva dritto al cuore di Dio. Questo gesto, infatti, è un momento, un’occasione che non capita spesso nella propria vita, forse una sola volta, probabilmente l’ultima. Ogni persona pensa, riflette in quel mo-mento e vuole viverlo a modo proprio, secondo il rapporto che ha con Dio. In tutti questi mesi ne abbiamo visti tanti di fedeli, alcuni occa-sionali, altri abituali ma tutti, davanti a quella Porta Santa, esprimono la propria devozione personale a Dio. C’è per esempio chi, già dal par-cheggio della macchina o comunque negli ultimi metri, si raccoglie nel proprio silenzio e si avvicina mestamente alla Porta; è capitato anche di vedere qualcuno fare l’ultimo pezzo in ginocchio o con le lacrime agli occhi. A questi si contrappone chi, dopo una breve scrutatina alla tabella con scritte le condizioni per lucrare l’indulgenza ed aver fissato con lo sguardo per un attimo la meta, si immerge il prima possibile nel passaggio. C’è anche chi, arrivato davanti alla Porta, prima di entrare, recita un Rosario o delle preghiere devozionali spontanee; si è visto qualcuno che si è attaccato alla Porta con le mani, baciarla oppure pog-giare tutto il corpo e il viso quasi a voler abbracciare Dio stesso. Ci sono altri che, arrivando davanti ad essa, hanno quasi paura di toccarla, la sfiorano, quasi l’accarezzano mettendo in luce tutto il proprio timore verso Colui che è Amore. Inoltre è stato veramente toccante vedere gruppi di fedeli o di bambini oltrepassare quella Porta tenendosi per mano. Ognuno ha un modo tutto suo di attraversare la Porta Santa, personale, intimo, ma tutti, comunque, hanno lo stesso obiettivo comune: nutrirsi della Misericordia di Dio.

fra Giuseppe Siciliani FFB

Nell’anno del Giubileo della Misericordia il Vescovo ausiliare della diocesi di Würzburg apre una Porta Santa nella nostra fraternità di Aschaffenburg

Passando per la Porta Santa nel giorno della sua apertura solenne siamo stati be-nedetti dal Vescovo. Subito mi sono sentita amata e anche “purificata” ed è sorto spontaneo in me il desiderio di vivere nella pace e nella gioia anche quelle relazioni che risultano più “difficili”.Oltrepasso la Porta Santa quasi ogni giorno ora con maggiore ora con minor con-sapevolezza. Le brevi meditazioni poste a sinistra della porta mi aiutano a fo-calizzare quanto sia infinita la Misericordia di Dio che abbraccia ogni creatura e comprendo come la grazia del perdono, che mi viene concesso, debba essere trasmessa anche attraverso di me.

Christiane Schützdeller-Löh

Ogni volta che oltrepasso la Porta Santa sono consapevole di essere particolar-mente privilegiata nel poter compiere ogni giorno questi passi. Mi piace che dopo ogni S. Messa si dicano le preghiere per lucrare l’indulgenza e che si ricordi che tutti necessitiamo della Misericordia divina!

Heide Kordes

Quando oltrepasso la Porta Santa mi ricordo della Misericordia del Padre. La Porta è anche un ammonimento: siamo peccatori, sempre bisognosi della sua Miseri-cordia. Così la Porta Santa mi indica la via della Misericordia: la Confessione e l’Eucaristia. Mi ricorda, inoltre, di compiere le opere di misericordia corporali e spirituali verso il prossimo.

Günter Kordes

Nel febbraio di quest’anno è stato diagnosticato a mia madre un tumore ingua-ribile al cervello. Di fronte ai rapidi progressi della malattia non osai pregare per chiedere la sua guarigione ma perchè potesse morire in grazia di Dio. Ogni volta che siamo passate insieme per la Porta Santa l’ho affidata a Dio nella preghiera. Alla fine di aprile mia mamma è deceduta e credo fermamente che Dio abbia fat-to qualcosa di ancor più grande: averle perdonato i peccati. È sicuramente una grande grazia morire nell’anno della Misericordia. In questo senso, accanto alla sofferenza per questo lutto, sperimento anche una grande gratitudine.

Marion Neumann

Stupore, gioia e gratitudine. Questi sentimenti sono espressione di come vivo la presenza della Porta Santa nella nostra fraternità. Tutto parte da lui: Gesù spa-lanca le sue braccia ed il suo cuore per accoglierci ogni giorno. È Lui che viene a cercarci nella nostra quotidianità, fatta di gioie e dolori, per donarsi e donare. E in questo scambio tra grazia e peccato scaturisce il mio grazie e il mio “sì” sulla scia di Maria Vergine.

sor. Antonella Roncaglia FFB

Quando qualcuno ci dice “Mi sei entrato/a nel cuore!” l’effetto che provoca in noi è quello della meraviglia, del sentirsi amati e onorati perché ci ha aperto le porte della parte più nobile e intima di sé. Quello che si vive quando si ha la grazia ogni giorno di poter entrare per la Porta Santa è proprio questo: Cristo mi fa entrare nel suo cuore per donarmi la sua Misericordia e per imparare a donarla.

sor. Cinzia Ciliesa FFB

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Umiltà via per l’unità nella vita di p. Pancrazio

È con trepidazione e timore che affronto questo ar-gomento ma non dedicherò tanto tempo a mostrare perché l’umiltà sia la via dell’unità; cercherò, invece, di trovare dei punti concreti nella vita di p. Pancrazio per mostrare come questa virtù sia cresciuta in lui.Il primo punto attraverso il quale ha fatto crescere in sé l’umiltà è stata la disponibilità a fare qualsiasi lavoro: la pulizia della Santa Casa, il refettorio, la cucina, il servizio di accoglienza alla portineria e lo studio. Disponiamoci a fare qualsiasi cosa sia neces-saria per la vita della nostra famiglia, della nostra Fraternità: questo è il primo punto. Legato a questo c’è un risvolto interiore, non è semplicemente fare quello che è necessario ma farlo bene e per amore di Dio.Il secondo punto è quello di non cercare più il proprio interesse, spesso invece noi lo mettiamo al primo posto e lì nascono divisioni e competizioni. Invece p. Pancrazio ci ha insegnato a rinunciare sempre di più a ciò che ci piaceva: noi possiamo avere un solo motivo di scelta nella vita o scegliamo di servire il nostro interesse o la volontà di Dio. P. Pancrazio ha fatto un lavoro progressivo su di sé per non cercare quello che gli piaceva quello che gli andava bene… ed anche lui, quando qualche amico voleva fargli un regalo, non chiedeva mai per sé ma per i fratelli e le sorelle della Fraternità. Un ulteriore aspetto che abbiamo sempre visto in p. Pancrazio nel suo cammino di umiltà è che si è sempre messo dietro a qualcuno; non ha mai det-to: “Io ho fondato, io ho fatto questa preghiera e il Signore mi ha dato questa grazia”. Era uno stile che rivelava la profonda consapevolezza di essere poca cosa. L’unica cosa di cui p. Pancrazio diceva di avere

la paternità era il suo peccato:“Ciò che c’è di buono viene da Dio da noi viene solo il peccato”.Ancora, p. Pancrazio si è sempre detto avaro di com-plimenti, per sè e per gli altri; ognuno era libero di avvicinarsi o allontanarsi; non è stata una figura invadente: la strada che ha seguito è stata quella di promuovere gli altri facendoli crescere. E qui giungiamo all’ultimo punto con cui ha coronato gli ultimi anni della sua vita: il farsi da parte. P. Pan-crazio ci ha sempre insegnato che, quando l’uomo vuole apparire, Dio scompare. Vederci prendere del-le decisioni che lui non avrebbe preso - soprattutto nella gestione della Fraternità - e non dire niente, pur avendo la possibilità di farlo, è stata una virtù conquistata a fatica e con grande perseveranza.Chiediamo, allora, per intercessione di p. Pancrazio, di poter fare questi passi semplici e concreti, caden-do e rialzandoci, perché l’umiltà si acquisisce anche cadendo tante volte e avendo il coraggio di rialzarsi sempre.

dall’insegnamento di fra Paolo Crivelli, superiore generale FFB

Dieci anni di Convegno: una responsabilità condivisa, sotto il manto di Maria

Chi si ricorda il primo Convegno dei Familiari? Un invito ad andare negli archivi della nostra memoria e riportare in superfice quanto vissuto. Tranquilli, non vuole essere una cronistoria, non abbiamo a portata di mano sufficiente materiale storico, se non quello degli archivi del nostro cuore. Chiunque legga queste righe avrà una serie di ricordi che pos-sono essere messi a disposizione per ricostruire

questi anni, per fare memoria di quello che abbiamo condiviso e che ci ha arricchito. Perché ogni anno partire da Roma, Rovigo, Partanna, Pordenone, Lu-gano, Bari… per raggiungere Loreto? Chiamata spe-ciale o semplice bisogno di “ricaricare le pile”? For-se entrambe le cose, o forse anche consapevolezza di un tempo di grazia particolare. Concretamente si tratta di giornate di preghiera e preparazione al

rinnovo della “Consacrazione a Gesù per mezzo di Maria” secondo il Montfort. Chi vi partecipa? L’in-tera Fraternità, consacrati e laici. Chi ha conce-

pito questa iniziativa? La consuetudine di andare annualmente a Loreto per la Consacrazione

a Maria è precedente alla nascita della Fraternità: p. Pancrazio vi ri-univa i suoi figli spirituali, amici e

appartenenti ai gruppi di preghie-ra Ancilla Domini. Anche in seguito

alla fondazione della Fraternità questo appuntamento è rimasto un momen-

to significativo della nostra spiritualità. Con lo svilupparsi dei gruppi di pre-

ghiera, l’aumento di laici che, frequentando la Fraterni-tà, si sono sentiti chiamati a cammini più impegnativi, si è visto nel Convegno un momento forte per riunire

la Fraternità. Nel 2007, è stato celebrato il Giubi-

leo dei Familiari di Betania con la presentazione dello Statuto. Da allora, nella forma la struttura non ha subito evidenti variazioni ma nella sostanza c’è una modificazione interiore che è espressione di ciò che è la Fraternità. Da Convegno dei Gruppi di preghie-ra GAD e Oblati, è divenuto Convegno dei Familiari FFB. I Familiari stanno crescendo numericamente e la loro identità si sta delineando. Sempre più sono impegnati in iniziative di servizio e apostolato.Chi, inoltre, quest’anno non è rimasto toccato dalle testimonianze dei Giovani di Betania e dall’entusia-smo che hanno trasmesso al concerto-preghiera? Che gioia vedere riuniti insieme a pregare bambini, giovani, adulti, famiglie e consacrati!Vogliamo affidare alla Madonna questo cammino in-sieme che è una meravigliosa responsabilità condi-visa, per essere sempre più uniti a Dio e tra noi.

sor. Paola Barbabella e sor. Sara Farci FFB

Perchè tutti siano una sola cosa (Gv 17,21)

DAL 23 AL 25 APRILE SI È tEnUtO A LOREtO IL x COnVEGnO DEI FAMILIARI FFB

Nella vita di p. Pancrazio...la disponibilità a fare qualsiasi lavoro, non cercare il proprio interesse, non voler apparire, non voler legare a sé le persone.

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Un convegno dal cuore GIOVAnE

Ripercorrendo le tappe di questa loro storia

Era la primavera del 2005 quando fra Alberto Onofri, che in seguito diventò primo responsabile nazionale dei GdB, ci raccontò della bella esperienza che stavano iniziando a fare alcuni ragazzi, figli delle famiglie delle Marche che facevano parte di un gruppo di preghiera legato alla Fraternità. Questi giovani erano seguiti da vicino da una coppia di fidanzati, Paolo e Anna, che li accom-pagnavano proponendo loro attività e giochi. Dal racconto fra Alberto passò alla proposta: “Perché non facciamo anche noi, qui a Cella, un’esperienza simile? Perché non invitiamo i ragazzi che vengono a Messa a far parte di qualcosa di più grande? Sì, un gruppo… i Ragazzi di Be-tania… e voi potreste collaborare: c’è bisogno anche di una testimonianza di vita da parte dei laici...”.E così, ancora fidanzati, incuriositi dal tipo di esperienza che ci aspettava ed entusiasti di metterci al servizio di Dio, di questi giovani e della Fraternità che era la nostra “famiglia”, iniziammo a collaborare. Il primo “esperimento” di campo nazionale fu nell’estate 2005, a Cella: un primo ritrovo con i ragazzi, tutti di età compresa tra gli 11 e i 17 anni, che ini-ziavano ad aderire a questa proposta. Pregammo, giocammo e si andò persino a fare un’escursione di due giorni negli Appennini parmensi.Inizialmente il nome del gruppo era “Ragazzi di Betania” ma in se-guito p. Pancrazio decise di coniare un nome definitivo: Giovani di Betania, “GdB”.Nell’estate 2006, per volontà di p. Pancrazio, il campo si tenne a Frontignano insieme con le famiglie; i primi campi invernali, invece, sempre in concomitan-za con l’Epifania, erano presso la fraternità di Roma, con appuntamento fisso all’Angelus del Santo Padre che, nel 2007, nominò i GdB nei saluti finali; dagli anni successivi i campi invernali si tennero principalmente a Loreto. Col tempo e le esigenze legate al numero crescente e alle diverse età, i campi sono stati differenziati per accogliere in strutture di-verse i GdB delle medie, delle superiori, e i cosiddetti “over 18”; anche queste etichette cambiarono nel tempo e oggi questi tre gruppi sono conosciuti con i nomi di “Marta”, “Maria” e “Lazzaro”.Oggi i gruppi GdB accolgono giovani di un età compresa tra gli 11 e i 26 anni che hanno desiderio di incontrare Gesù e fare discerni-mento sulla propria vita: ciò che differenzia questo gruppo da altri sono, tra le altre attività, il Santo Rosario, la S. Messa, la preghiera di Lode e l’Adorazione eucaristica, momenti fondamentali per in-contrare “la Verità”.Ringraziamo continuamente il Signore per i doni e le grazie che questa chia-mata ci sta riservando e preghiamo perché arrivino nuovi animatori laici, fi-gure preziose che accompagnano i fratelli e le sorelle consacrate in questo importantissimo servizio.

Federico e Federica Neri, Oblati

“Giovani al ritmo di Dio”: dietro le quinte del concerto

La proposta di organizzare un concerto-preghiera al Convegno di Loreto per festeggiare il Decen-nale dei Giovani di Betania ci è stata lanciata da sor. Francesca Entisciò e sor. Barbara Padovano la sera del 5 gennaio al campo invernale di San Giovanni Rotondo.In poche parole, tutti i giovani, da tutte le case, avrebbero dovuto unire le forze: can-tanti, musicisti, presentatori, ballerini... Ognuno portando il suo contributo. Un solo limite: la distanza.Sono stato scelto fin da subito per fare da “co-ordinatore” e così, verso la fine di febbraio, abbiamo iniziato a condividere tra noi idee e progetti. Con mia grande sorpresa tantissime persone si sono presto dimostrate disponibili e pronte a collaborare. Ancor prima del risultato finale del concerto posso dire che la preparazio-ne è stata un successo: è stata un’opportunità per conoscerci meglio, abbiamo creato unità condividendo i nostri talenti e le nostre espe-rienze, donando ognuno qualcosa di sé.Purtroppo non è stato possibile trovarci prima per fare le prove generali, così, lasciando a ognuno la propria parte da studiare, ci siamo dati appuntamento a sabato 23 aprile a Loreto. Durante il pomeriggio abbiamo aggiustato gli ultimi dettagli e poi… tutti sul palco! Il concerto è iniziato dopo un bellissimo video che riportava in breve questi dieci anni di cam-mino. Saliti sul palco mi sono accorto che la sala era piena di gente, l’atmosfera era perfet-ta! Personalmente posso dire che vedere più di

quaranta ragazzi, provenienti da tutta Ita-lia, cantare e suonare insieme è stata un’e-mozione bellissima, e anche la partecipa-zione del pubblico ha dato tanto calore alla serata. Abbiamo pregato insieme senten-doci davvero fraternità, dando voce a una realtà, quella dei GdB, che a piccoli passi sta crescendo, diventando molto di più che un semplice gruppo di giovani.

Marco Boni, GdB

I Gdb in concerto per festeggiare i primi dieci anni del loro cammino

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“Cos’è per te l’unità?” e “Che esperienza di unità stai facendo in questo Convegno?”

L’unità è essere un cuor solo e un’anima sola, proprio come Gesù ha detto nel suo testamento e su cui p. Pancrazio ha tanto puntato. L’unità è vivere superando le diversità, affrontandole non come dei muri di sepa-razione ma come una ricchezza che porta alla comple-mentarietà. Questo essere qui, il nostro stare insieme è bello proprio perché ognuno dà un colore diverso a questo bel dipinto che è l’unità.

fra Gregorio Merendino FFB

L’unità è un insieme di cuori che ragionano nella sequela di Gesù. Questo Convegno per me è un ritrovarmi a casa, un ritrovare la gioia dello stare insieme, condividendo insie-me l’esperienza di Gesù.

Mariangela, gruppo GAD S. Pancrazio Modena

L’unità è una parola che sembra semplice però è diffi-cile da vivere. Personalmente non mi sento unita con tutti, perché l’unità per me è qualcosa che ci fa essere in un certo senso universali, intimi e totalmente uniti a Lui ed io, come persona, non vivo pienamente tutto questo. Certamente in questo Convegno la grazia che chiedo è proprio quella di poter vivere l’unità in queste sfumature che sono bellissime, che danno dolcezza e serenità alla persona; sono sicura che con l’aiuto del Signore e con la preghiera, che è l’arma vincente, ci riuscirò!

Gianna, Oblata Terlizzi

L’unità per me è camminare come un corpo solo anche quando ci sono differenze. In questo Convegno sento

l’unità in modo molto forte perché questi dieci anni di cammino GdB ci hanno unito ancora di più. Quando noi GdB ci vediamo dopo i vari mesi che ognuno passa a casa sua l’unità si sente sempre molto di più rispetto all’unità che ci può essere con gli amici di tutti i giorni o con gli amici del liceo.

Rachele, GdB Loreto

L’unità è vedere le altre persone più importanti di te stesso e poter quindi accoglierle nella tua vita. In questo modo si ha la possibilità di conoscere quella persona che, apparentemente, potrebbe sembrarti qualcuno da cui stare lontano e così scoprirne la ric-

chezza perché fatta a immagine e somiglianza di Dio e Dio non sgarra! Quindi l’unità è riuscire a vedere tutte le persone con questi occhi…

Luigi, Oblato San Quirino

L’unità per me è un principio di Paradiso sulla Terra perché l’unità totale sarà in Cielo. In

questo Convegno sto vivendo l’unità come un impe-gno non solo personale ma comunitario: camminare tutti insieme verso il Signore. Questo si realizza nelle piccole cose della vita ed è questo che voglio portare con me: vivere nella mia vita personale quello che ci hanno comunicato in questo Convegno.

sor. Severina Torre FFB

L’unità è la fraternità: essere fratelli uniti con lo stesso scopo verso Gesù. L’esperienza che stiamo facendo in questo Convegno è immensamente stupenda; in que-sti giorni tutta questa assemblea era una voce unica, eravamo un solo corpo e una sola anima, questa è unità!

Antonio e Mara, Pordenone

I partecipanti al Convegno alle prese con un’inaspettata

intervista flash

Il cardinale Poletto ricorda così il nostro amato fondatore...

Padre Pancrazio: nella Chiesa testimone di zelo apostolico

Testona di Moncalieri, 4 Gennaio 2016Carissimo fra Paolo,mi è stata comunicata dalla Fraternità di Rovio la notizia della scomparsa, quasi improvvisa, del vostro Fon-datore e amatissimo Padre Pancrazio.Desidero, attraverso di lei, esprimere a tutta la fraternità la mia sincera e commossa partecipazione al dolore che la morte di Padre Pancrazio lascia nel cuore di quanti l’hanno conosciuto, anche se la certezza della fede che ci rende sicuri che è arrivato alla contemplazione definitiva di Dio ci è di conforto, perché sappiamo che dal Paradiso la sua paternità sarà ancora più efficace per ciascuno di voi e per tutta la vostra bella Famiglia di consacrati e consacrate al Signore.Personalmente ho conosciuto Padre Pancrazio quando venni a Terlizzi, da lui invitato a presiedere l’Euca-ristia nell’occasione dei suoi ottant’anni. Volle anche che tenessi a tutta la vostra grande Famiglia religiosa una lezione-meditazione sul valore della Vita Consacrata. Da allora ci siamo sempre tenuti in contatto con telefonate o con lo scambio di auguri nelle feste più importanti. Anche nel Natale appena trascorso ho rice-vuto il suo biglietto augurale. Conservo nel cuore il grande esempio di fede, di preghiera e di umiltà che mi ha sempre dato e so che la sua fedeltà alla preghiera notturna prevista dalle vostre Costituzioni, non è mai venuta meno fino agli ultimi giorni della sua vita.Figlio Spirituale di San Pio da Pietrelcina, Padre Pancrazio è stato, in un certo senso, il discepolo fedele che ha camminato nel solco della sua santità. Domani, giorno del suo funerale, mi unirò a tutti voi celebrando qui, nella mia Cappella, la Santa Messa in suo suffragio ed anche per chiedere l’intercessione della sua preghiera per me e per voi, che dovete continuare nella Chiesa la sua testimonianza di zelo apostolico. Sono sicuro che ora dal Paradiso sarà ancora più presente a tutti voi e, spero, anche a me che ho avuto la gioia di godere qui in terra della sua amicizia, dono che conservo come grazia preziosa nel mio cuore.Con un saluto ed un augurio particolare a Lei, fra Paolo, e a tutti i fratelli e sorelle della Fraternità desidero chiederle di sentirmi vicino con il mio affetto, la mia preghiera e la mia stima.Vi benedico tutti di cuore.

* Severino Card. Poletto Arcivescovo emerito di Torino

Perchè tutti siano una sola cosa

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SpecialeIl 28 aprile fra Nicola Gerundini ha conse-

guito il dottorato in Teologia Fondamentale

presso la Pontificia Università Lateranen-

se difendendo la tesi dal titolo: “La dignità

dell’uomo creato a immagine di Dio. Il con-

tributo di Karol Wojtyla/Giovanni Paolo II al

dibattito antropologico contemporaneo”.

San Quirino Domenica 17 aprile il dott. Matteo Maria Giordano

(media-educator) ha tenuto un incontro di formazione sul-la relazione tra Rete e Fede, sui mezzi di comunicazione, sul ruolo delle nuove tecnologie nella vita dell’uomo d’oggi in un’ottica educativa verso i più giovani. Inoltre, dal 10 al 12 maggio abbiamo ospitato i fratelli e sorelle della Com-missione Nuove Tecnologie per il primo meeting dal titolo “Educazione e Formazione”. La parte formativa è stata af-fidata allo stesso Matteo Maria Giordano. Sabato 28 e domenica 29 maggio, con l’apporto del dott. Stefano Roncali e di fra Leandro Cioverchia, abbiamo trat-tato l’importante tematica del perdono, sotto l’aspetto spi-rituale, psicologico ed esperienziale: ricevere il perdono di Dio, perdonare gli altri e se stessi.

Cella di Noceto La fraternità ha vissuto diversi momenti di co-

munione con alcuni ordini religiosi che hanno sede nella diocesi di Parma. In aprile, la Piccola Comunità Apostolica ha condiviso con noi l’esperienza del proprio carisma “Fare famiglia intorno al parroco”. Sempre in aprile fra Lorenzo Trevisanello ha partecipato all’incontro dei superiori fran-cescani presso la comunità dei Frati Minori Conventuali di Parma. In maggio, la nuova comunità di Maria Stella del Mattino, situata presso il Santuario della Madonna del Rosario di Fontanellato, è venuta nella nostra casa per condividere la sua esperienza di vita religiosa; sempre in maggio, con i Saveriani, abbiamo vissuto un momento for-mativo dal titolo “La misteità nella Vita Consacrata”, gui-

dato da sor. Orietta Vagni e fra Luigi La Carubba; al termine è seguito un mo-mento di convivialità.

Loreto In maggio si è svolto il ritiro diocesano dell’Usmi,

presso il “Centro Giovanni Paolo II” di Montorso: il nostro fra Roberto Fusco ha tenuto un’interessante catechesi dal tema “Vita Consacrata, scuola di Misericordia” mentre l’Ar-civescovo Mons. Giovanni Tonucci ha presieduto la Cele-brazione eucaristica.Alla vigilia dell’Ascensione abbiamo partecipato, nella piaz-za del santuario di Loreto, ad un momento di preghiera: ha avuto luogo l’Adorazione eucaristica presieduta dal nostro Arcivescovo con l’animazione guidata da Salvatore Marti-nez e da da don Guido Pietrogrande, rispettivamente presi-dente nazionale del Rinnovamento nello Spirito e consiglie-re spirituale nazionale, e supportati dalla corale.Infine abbiamo vissuto la veglia di Pentecoste partecipando in Basilica alla S. Messa, animata dai movimenti ecclesiali della Prelatura; abbiamo poi proseguito nella nostra frater-nità con la preghiera e un momento di festa.

Terlizzi Nel mese di marzo il nostro nuovo Pasto-

re, Sua Ecc.za Mons. Domenico Cornacchia, ha fat-to visita alla nostra fraternità trascorrendo con noi il pomeriggio, incontrando prima la fraternità tutta e poi il Consiglio Direttivo. È stato un momento ricco di condivisione e di insegnamenti, vissuto con grande partecipazione da parte nostra e da parte del nostro Vescovo che ha voluto conoscerci, interessandosi al nostro carisma, alle nostre attività e alle nostre Case. Abbiamo avuto la gioia di condividere con Mons. Cor-nacchia anche la Mensa Eucaristica e quella fraterna.Nel mese di giugno abbiamo invitato Sua Em.za Card. Edoardo Menichelli, Arcivescovo di Ancona, che ha tenuto una conferenza sulla Esortazione apostolica post-sinodale “Amoris laetitia” sull’amore nella fami-glia. A questo evento hanno partecipato anche il no-stro vescovo e il Sindaco di Terlizzi.

nEWS dalle CASE

Rovio Il 4 aprile il nostro Vescovo sua Ecc.za Mons. Valerio Lazzeri con i sacerdoti del vicariato del Mendrisiotto ha scelto la nostra fraternità per una giornata di ritiro spirituale: il Vescovo ha tenuto una meditazione invi-

tando i sacerdoti a riflettere sul cantico evangelico del Be-nedictus.In questi mesi abbiamo ospitato e accolto diversi gruppi; in particolare il 4 giugno il gruppo del RnS di Pregassona ha vissuto una giornata di preghiera molto intensa al termine della quale alcuni hanno ricevuto la preghiera di effusione.Infine la nostra fraternità ha invitato don Marco Bove, sa-cerdote della Diocesi di Milano e impegnato nella forma-zione del clero, a tenere alcune giornate di Lectio Divina. Le registrazioni di questi momenti di preghiera sono dispo-nibili sul sito della fraternità di Rovio.

Verona Con grande entusiasmo l’Associazione dei volontari “Betania Francescana” ha celebrato per il terzo anno consecutivo, presso il san-tuario della città dedicato alla Madonna di Lourdes,

l’annuale consacrazione a Maria. L’evento è stato per tutta la fraternità un importante momento di festa e di ringra-ziamento al Signore anche per l’aumento del numero dei componenti e per la crescita sempre più fervorosa dell’apo-stolato laico degli associati. Alla fine del mese di maggio la nostra fraternità ha ospitato il dott. Alberto D’Auria, che ha tenuto una conferenza dal titolo “Potere terapeutico del perdono”, presentato come una delle forze, oggi, più rivoluzionarie, controcorrente e costruttive che si possano mettere in campo per migliorare l’esistenza di ognuno di noi.

Vertighe In questi mesi primaverili abbiamo accolto vari

gruppi parrocchiali di bambini e genitori per i ritiri in prepa-razione al sacramento della Riconciliazione e per la prima Comunione. Numerosi sono anche i pullman diretti a Roma

per il Giubileo che si sono fermati da noi: in particolare sabato 23 aprile abbiamo ospitato 280 ragazzi e bambini provenienti dalla diocesi di Treviso.Approfittando della temperatura mite alcune case-anziani hanno portato i loro ospiti presso di noi per momenti di convivialità di preghiera e di festa.

Salvador Il Vescovo della diocesi di Paulo Alfonso e nostro ami-

co, Sua Ecc.za Mons. Guido Zendron, ci ha portato per un giorno la Madonna pellegrina di Nossa Senhora Aparecida, Patrona del Brasile: questa statua ci ha donato consolazio-ne e il ricordo della Madonna di Loreto, a motivo delle sue fattezze.Rodrigo, un giovane brasiliano che fin dall’apertura della no-stra casa lavora con noi, appartenente alla chiesa evangeli-ca, ha ricevuto i sacramenti dell’Eucaristia e della Conferma-zione nella nostra fraternità e si prepara ora al sacramento del Matrimonio. Avendo come obiettivo il seguire e far crescere spiritual-mente i dipendenti del nostro asilo si è svolto in fraternità il primo ritiro spirituale dal tema: “Vita fraterna, relazioni e Misericordia”.

PartannaL’8 febbraio fra Marcello Lanzini ha ricevuto a Roma

il mandato “Missionari della Misericordia” (Misericordiae vul-tus, n. 18), richiesto dalla diocesi di Mazara del Vallo e gli è stata così conferita l’autorità di perdonare anche i peccati riservati alla Sede Apostolica.L’8 marzo la fraternità ha animato la Celebrazione eucaristi-ca del 75° anniversario di sacerdozio di Mons. Calogero Rus-so. La funzione religiosa, che si è svolta nella sua abitazione, è stata presieduta da Sua Ecc.za Mons. Domenico Mogavero e concelebrata dai numerosi sacerdoti della diocesi, alla pre-senza del sindaco Nicolò Catania e dei tanti fedeli.

Roma A gennaio i volontari dell’associazione “Stella

Matutina” di Verona, ci hanno contattato per proporci di compiere lavori di ristrutturazione e in cam-bio ci hanno chiesto di aiutarli a vivere giorni di spirituali-tà. Pertanto, tra marzo e aprile, in tre turni, le squadre di Verona hanno rinnovato i bagni delle camere degli ospiti sostituendo le vecchie vasche da bagno con le docce. Li ringraziamo per la loro generosità e amicizia.Già a marzo il papà di fra Francesco Carratù, con due suoi collaboratori, ha compiuto lo stesso lavoro nel reparto delle sorelle perpetue. A loro tutta la nostra riconoscenza. Ringraziamo Dio per la Provvidenza che ci ha elargito e vediamo in tutto questo l’assistenza del nostro amato fon-datore.

AppuntamentiDal 31 luglio all’8 agosto, presso Frontignano di Ussita

(MC), si terrà il consueto ritiro vacanza organizzato dal-la Fraternità; il tema di quest’anno sarà: “Era perduto ed è stato ritrovato”. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi alla sig.ra Franca Mannetta: Tel 0733 – 81 36 54 / 349 81 63 648.

Domenica 4 settembre presso la Casa Madre di Terlizzi si svolgerà la cerimonia dell’ingresso in noviziato di alcuni

fratelli e sorelle; sabato 10 settembre avrà luogo la profes-sione temporanea; domenica 25 settembre quella perpe-tua. Infine sabato 8 ottobre avranno luogo le ordinazioni diaconali di alcuni nostri fratelli.

EventiMartedì 24 maggio presso la cappella della Casa Madre

di Terlizzi, il Vescovo della diocesi Sua Ecc.za Domeni-co Cornacchia ha conferito il ministero del lettorato a fra Giuseppe Antonio Fabiani, fra Gregorio Merendino, fra Lui-gi Calderoni e fra Paolo Rizza; quello dell’accolitato a fra Arcangelo Ferente, fra Francesco Zanoni, fra Simone Maria Robbiani e fra Tommaso Magnarello. Il giorno 2 luglio sono stati ordinati sacerdoti i nostri fra-telli fra Alessio Brizzi e fra Daniele Siciliani.

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Terlizzi - Casa Madre e Curia Generalizia

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