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mensile d’informazione critica anno XXIII n. 220 ottobre 2016 distribuzione gratuita www.konradnews.org Giardini pubblici inquinati a Trieste Perché procrastinare un intervento? Il museo etnografico di Buie L’Istria tra tradizione e futuro I dipinti di Tone Kralj a Lokev Contro il regime, contro la persecuzione La monocoltura del Prosecco Uno sguardo ai Colli trevigiani
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mensile d’informazione critica anno XXIII n. 220 ottobre 2016distribuzione gratuitawww.konradnews.org

Giardini pubbliciinquinati a TriestePerché procrastinare un intervento?

Il museo etnograficodi BuieL’Istria tra tradizione e futuro

I dipinti di Tone Kralja LokevContro il regime, contro la persecuzione

La monocolturadel ProseccoUno sguardo ai Colli trevigiani

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2 | www.konradnews.org | | konrad 220 | ottobre 2016 |

FARMACIA ALLA GIUSTIZIATrieste – piazza Libertà 6☎ 040 421125

ALBANO GARDENTrieste – via Battisti 8☎ 040 364484

LA BOTTEGA DELLE SPEZIETrieste – via Combi 12☎ 040 303555

BANCA ETICATrieste – via del Coroneo 31/2

I DOLCI DI FULVIOTrieste – via Donadoni 33

NAT_ARREDARECON LA NATURATrieste – via Corti 2/a☎ 040 2418585

PARAFARMACIAALLA STAZIONETrieste – piazza della Libertà 8☎ 040 415277

KNULPTrieste – via Madonna del Mare 7/a☎ 040 300021www.knulp.it

PROFESSIONE MAMMATrieste – Campo San Giacomo 14/c☎ 040 4703034

EKOBOLLE OLIVE E SAPONITrieste – via di Roiano 1/d☎ 348 7157058

ENOTECA E SPECIALITÀALIMENTARI ZAZZERONTrieste – via Forlanini 46☎ 040 394789www.supermercatizazzeron.com

IL FIORE DELL’ARTE EMPORIO ERBORISTICO Ronchi dei Legionari (GO)via Carducci 21☎ 0481 475545

BIOSANAOpicina (TS) – Strada per Vienna 56/b☎ 040 214583

NATURALIATrieste – Santa Croce 340☎ 040 220409

PARAFARMACIADI FRANCESCA BEARZOTDuino Aurisina (TS) – Duino 10/C☎ 040 208185

LE OFFICINALI DI ELEONORAAZ. AGRICOLA COSOLOPieris (GO) – via Nazario Sauro 14☎ 347 1057204

LA LOCANDA DEL FICCHIOOrari: da lunedì a venerdì 8-20Ronchi dei Legionari (GO) – Via Roma 19☎ 0481 474932

ERBORISTERIAIL FILO DI PAGLIAMonfalcone (GO) – via Duca D’Aosta 45☎ 0481 43164www.ilfilodipaglia.com

HERBA SALUTARISFITOTECA ERBORISTERIAPalmanova (UD) – via Manin 3/a☎ 0432 [email protected]

FARMACIA SANTA MARIAVilla Vicentina (UD) – via S. Antonio 30☎ 0431 970569www.farmaciasantamaria.it

AURORA SOC.COOP. A.R.L.Codroipo (UD) – viale Venezia 70☎ 0432 908233Udine – via del Bersaglio 7☎ 0432 26406

VITA SALUSUdine – via Alessandria 24☎ 0432 43695

SANGHA UDINEUdine – viale Tricesimo 103☎ 340 2233889

LA CEBICENTRO ECOBIOLOGICOUdine – viale Tricesimo 254www.lacebi.it

VIAGGIO NELLA VITAPordenone – viale Zanussi 1☎ 348 3552685

La rete di distribuzione che sostiene il giornale Il giornale si trova in molti punti ma i Luoghi di Konrad, oltre a distribuirlo, lo sostengono e sono parte del progetto.

Se hai un’attività commerciale o culturale e vuoi diventare un Luogo di Konrad: [email protected]

La nostra pubblicità è informazione.

Siamo un canale diretto, trasparente e diffuso.

15.000 copie in oltre 300 puntidi distribuzione a Trieste, Udine, Pordenone, Gorizia, Monfalconee molte altre località della Regione.

Raccontiamo ai nostri lettori prodotti,servizi ed eventi sensibili all’ambiente, alla cultura, alla qualità.

Contattaci per un preventivo [email protected]. 338 500 2574 (Angela)

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La pubblicità su Konrad è finalizzata esclusivamente a finanziare l’uscita del giornale.

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5EDITORIALEIl sogno di Konraddi Simonetta Lorigliola

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AMBIENTE DIRITTI SOCIETÀMonfalcone: la centraletermoelettrica cambia?di Luca Meneghesso

7 Post itdi Lino SantoroLa gestione politicadei cambiamenti climatici

8 Bosco “liquido”di Diego Masiello

9 Giardini pubblici inquinatidi Lino SantoroIn viaggio a piedidalla Carnia all’Istria

10 Geocronachedi Riccardo RavalliOlio d’oliva nostrum

12 International rightsdi Giuliano PrandiniEx Jugoslavia:un viaggio tra memorie divise / 2

13 Siamo tutti intelligentidi Giorgio DendiChe ingiustizia!

15KONRAD DEI PICCOLIScopriNatura per le scuoledi Diego Masiello

16CULTUREGreen PicsSguardi di ecologia sensibile

17 Il museo etnografico di Buiedi Eleonora Molea

18 Storie dall’artedi Fabiana SalvadorI dipinti di Tone Kralj a Lokev

20 Al cinemacon Gianni UrsiniAve Cesare!

21 Teatri di confineDanzare l’invisibile

22 Sgonico all’avanguardianell’accoglienza

23 XXXI Festival del CinemaLatino Americano di Trieste

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CULTURA MATERIALE, VINI, CIBILa bottiglia giustadi Simonetta LorigliolaAntolini e la Valpolicella

28 La monocoltura devastantedel Prosecco

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SALUTE E BENESSEREAlimentazione sanadi Giacomo Bo e Nadia Damilano BoRisi e bisi.Piacere e salute a tavola

30 L’erborista consiglia

31 Fisioterapia ortopedicaCortisone: la fine di un’era?

32 Arti marzialidi Muzio BobbioShinobi. I ninja sono mai esistiti?

33 APPUNTAMENTIdi ottobre

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numero 220ottobre 2016

sommario

La copertina

Viola come l’uva che si vendemmiain questa stagione. A la santè!

La dedica

ll 29 agosto, a 83 anni, ci ha lasciati Gene Wilder,uno dei più grandi talenti comici del cinema ame-ricano. Attore, regista, scrittore e sceneggiatore.Personalità poliedrica e geniale, ha regalato almondo indimenticabili ore di allegria. Tra i nume-rosissimi film che lo hanno visto protagonista, ilmio preferito rimane Frankenstein Junior (1974), diMel Brooks, fantastica parodia del genere horror.Buon viaggio Gene, e grazie di tutto. (G.Ursini)

La rentrée a scuolain stato d’emergenzaCartolina da Parigidi Elisa Spanu

La colazione idealeper i bambiniLa Fata Carabina

Arturo Nathan.Lettere all’amico Carlo Sbisàdi Riccardo Redivo

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mensile d’informazione critica anno XXIII n. 220 ottobre 2016distribuzione gratuitawww.konradnews.org

Giardini pubbliciinquinati a TriestePerché procrastinare un intervento?

Il museo etnograficodi BuieL’Istria tra tradizione e futuro

I dipinti di Tone Kralja LokevContro il regime, contro la persecuzione

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editoriaLe

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ottobre 2016numero 220anno XXIII

Direttore responsabile e Copy EditorSimonetta Lorigliola

Direttore editoriale Roberto Valerio

RedazioneNadia e Giacomo BoMuzio Bobbio Stefano CrisafulliRaffaella DelbelloGiorgio DendiLuca MeneghessoAnnalisa MetusEleonora MoleaGiuliano PrandiniRiccardo RavalliAlessandro RedivoRiccardo RedivoCristina RovereFabiana SalvadorLino SantoroGianni Ursini

A questo numero hanno collaboratoBarbara BellinatiGiuseppe GenesioDiego MasielloMarco SeginaElisa SpanuManuela Zippo

In copertina illustrazione di Giuliano Comelli

ImpaginazioneMassimiliano Schiozzi, Comunicarte

StampaLa Tipografica, Udine

Pubblicità (raccolta in proprio)[email protected]. 338 5002574 / 329 2223133

Konrad mensile di informazione diNaturalcubo s.n.credatto dall’Associazione KonradAut. Trib. di Udine n 485 del 5/9/80 Aut.Fil. di Trieste

Redazione e sede legalevia Corti 2a 34123 [email protected]

Konrad non è responsabile della mancatapubblicazione e di eventuali inesattezze degliannunci. Non si assume la responsabilità deicontenuti di annunci e spazi pubblicitari. Il rinvenimento del giornale in luoghi non autorizzatinon è di responsabilità dell’Editore. È vietata lariproduzione e l’utilizzazione esterna del materialepubblicato, salvo autorizzazione scritta dell’Editore.In conformità al DL 196 del 2003 sarà nostra curainserire nell’archivio informatico della redazioneeventuali dati personali forniti, garantendone lamassima riservatezza. I dati potranno esserecancellati su semplice richiesta.

❱❱ Konrad è distribuito in 300 punti in Regione

Sogni per Trieste/Sanje za TrstÈ on line il video!

dopo la partecipata manifestazione organizzata da Konrad nel maggioscorso a Trieste, in Largo Panfili, un video documenta i sogni raccolti inoccasione della campagna elettorale. Custodiamo questi sogni come

un’unità di misura. Per valutare il lavoro della Giunta comunale attuale. Permonitorare il futuro della città. Per scrivere sempre a chiare lettere la nostra liberaopinione. Konrad ringrazia ancora i numerosissimi partecipanti. E continuaa offrire lo spazio a chi voglia partecipare alla costruzione di una visione criticadi Trieste e della Regione.

❱❱ Guarda su You Tube Sogni per Trieste/Sanje za Trst(disponibile in una versione short e in una più strutturata)

editoriaLe

illustrazione di Giuliano Comelli

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Il nostro sogno è quello di poter conti-nuare a raccontare i vostri sogni.Nel prossimo lustro a Trieste, ce ne saràpiù bisogno che in passato, forse.Noi ci impegneremo più che mai per co-struire ogni mese un giornale cercando espulciando tra quanto è messo da parte,lasciato ai margini. Esiliato. Nascosto.Rifiutato.Cerchiamo e cercheremo l’altro latodella medaglia, in quelle cose che tutticontinuano a raccontare solo come chicomanda vuole.Il nostro sogno è continuare ad essereuno spazio aperto e condiviso, nutri-mento di un’informazione libera, indi-pendente, e soprattutto critica.La critica ha una grande tradizione nelpensiero occidentale.Essere critici non significa criticare.Ma ricercare, sviscerare, mettere in lucee raccontare in modo comprensibile enon condizionato le cose del mondo edella vita.Significa anche denunciare, se c’è biso-gno.Non voler farsi mettere in un angolo.Saper parlare a voce alta.

Difendere questo nostro pianeta, la sualongevità, il contesto ecologico e le rela-zioni sociali. La cultura. Le diversità. I diritti e la lorocrescita.

Significa, infine, cercare la bellezza e ilpiacere condiviso, che sono viatico indi-spensabile della felicità.Per fare tutto questo si passa dalle cosemateriali.Servono euro sonanti.

Noi, con grande fatica, li mettiamo in-sieme contando solo con la raccoltapubblicitaria.Non nascondiamo che è difficile.Oggi, per la prima volta, constatiamoche per continuare a pubblicare il gior-nale dobbiamo cercare altre strade.Lo scopo è solo uno: continuare a far cre-scere e uscire Konrad.L’informazione critica è il nostro chiodofisso, e non intendiamo rinunciarvi.

È aperto un cantiere di raccolta idee eproposte.Scrivete a konrad@konradnews

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editoriaLe di Simonetta Lorigliola

Il sogno di Konrad

editoriaLe

❝ Konrad pensa al suofuturo. Ci siamosempre autofinanziatiattraverso lapubblicità.I tempi sono duri egrami. Dovremmocercare e studiare,insieme a voi, altremodalità percontinuare a garantirel'uscita del giornale.E la sua indipendenza. Da oggi Konradcerca idee perla sua sostenibilità. ❞

Konrad esiste da 23 anni. E da 23 anni cerca di raccontarecriticamente la città di Trieste, la regione Friuli VeneziaGiulia e tutto quello che accade al di fuori dei suoi confinimateriali o geografici, che vediamo sempre come barriereda superare. Lo facciamo con spirito critico e umiltà, masempre a cuore aperto e mente libera.

L’unico finanziamento per Konrad sono le sue entratepubblicitarie. Non ci sono sponsor, santi o protettori.Tutto questo non sarebbe possibile se i collaboratori nonaderissero al progetto e scrivessero per Konrad in modovolontario e gratuito. Ma oggi, anche questo, non è piùsufficiente.

chi siamo

Foto di Lorenzo Monasta

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di Luca Meneghesso

Monfalcone:la centrale termoelettrica cambia?Dopo 70 anni di carbone, olio combustibile e biomasse, davanti a fuoriuscite anomalee a un accertato traffico illecito di rifiuti legato alla criminalità mafiosa,la centrale termoelettrica di Monfalcone volta pagina?

Èprevista la riconversione deidue gruppi a carbone finaliz-zata a un graduale processo in-

dustriale sostenibile, in sintonia con lelinee guida dettate dal nuovo PianoEnergetico Regionale. “Sarà un futurosenza carbone, quindi green e piena-mente sostenibile” rassicura l'Asses-sore regionale all'ambiente Sara Vito,originaria della zona.

Sappiamo che il carbone non sarà pro-duttivo per molto perché è un fatto ac-certato che la catastrofe climatica siaprovocata dall'uso dei combustibilifossili. Anche la Cina sta chiudendo lecentrali a carbone. Corre voce che ilcarbone verrà poderosamente tassatoin un futuro prossimo, diventerà antie-conomico: che ci sia anche qualcheconsiderazione di profitto nella svoltagreen, come la definisce Vito con un’an-glofilia terminologica sempre più pre-sente nel discorso politico nostrano?

La proprietà dell'impianto (la bre-sciana A2a l'ha ceduto a A2A Energiefu-ture S.p.A, nuova società creata adhoc) fa sapere che la riconversionedella centrale termoelettrica passeràattraverso l’utilizzo di biomasse a fi-liera corta. Resta poco chiaro cosa saranno le “bio-masse a filiera corta” da bruciare aMonfalcone. Il termine “filiera” è stato coniato dal-l'agronomo francese Louis Malassis emal si accompagna a quello di bio-massa, forse. Quanto corta sarà la fi-liera non si sa, visto che nel territoriodel monfalconese fatichiamo a ricono-scere biomasse quali che siano con unbuon rendimento energetico.

A monitorare le emissioni c'è il tavolotecnico ambientale sulla centrale che ècomposto da tutte le componenticoinvolte (Comune, Provincia, Re-gione, Agenzia per l'Ambiente e A2a)anche se la presenza del solo Sindacodi Monfalcone all'ultima conferenzastampa dà la misura della mancanza dicollegialità e di interesse verso questoorgano. Durante gli ultimi quattroanni di sorveglianza sulle emissioninon è stata fatta nessuna analisi suiterreni e questo stupisce visti i risultatiottenuti a Trieste per la Ferriera conquesto tipo di verifica.

Chi vivrà vedrà come si evolverà la sto-ria della centrale. Un aspetto parados-sale è che, mentre il Sindaco diMonfalcone e il Presidente della Re-gione Friuli Venezia Giulia hanno am-messo di essere preoccupate perl’impatto ambientale e l’aumento ver-tiginoso dei morti dovuti alla combu-stione del carbone, l’AutorizzazioneIntegrata Ambientale (AIA) per l’eserci-zio dell'impianto termoelettrico diMonfalcone è prorogata fino al 2025 ,quando la scadenza originaria era pre-vista per il marzo 2017. La “decarbonizzazione”, come è statachiamata con un brutto neologismo,sarà quindi, a dir poco, molto lenta.

La Direttiva Europea 2009/28/CE, ri-presa da tutta la legislazione se-guente, definisce la biomassa “frazionebiodegradabile dei prodotti, rifiuti e re-sidui di origine biologica provenientidall'agricoltura (comprendente so-stanze vegetali e animali), dalla silvi-coltura e dalle industrie connesse,comprese la pesca e l'acquacoltura,nonché la parte biodegradabile dei ri-fiuti industriali e urbani”. Questa defi-nizione raggruppa una varietàestremamente eterogenea di materialiquindi ci pare si possa dire che si tratti,in fin dei conti, di “scovazze”. Poi saràda capire di che natura.

Del resto nel nostro Paese siamo ormaiabituati ai giochi di parole. Vengonochiamati “termovalorizzatori” anche gliinceneritori: suona meglio, non evocanocività e la diossina prodotta diventaun effetto collaterale.Sfumature che avvelenano il discorso,oltreché l’aria.

❱❱ Comitato No Carbone:http://nocarbone.blogspot.com/

❱❱ Collettivo difesa litorale carsico:https://collettivodifesalitoralecarsico.noblogs.org/

illustrazione di renato trevisan.

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PoSt it di Lino Santoro

La gestione politicadei Cambiamenti ClimaticiDalla COP 21 alla COP 22 / Parte I

“Una rivoluzione ci salverà. Per-ché il capitalismo non è sosteni-bile”.

È titolo del nuovo libro di Naomi Kleindopo “No logo” e “Shock Economy”. Se-condo il Time “questo è il più attendi-bile libro mai scritto” sul CambiamentoClimatico. Dalla quarta di copertina:

“Se vogliamo salvarci, l’unica possibi-lità è mettere in discussione la logicafondamentale della nostra economia,la crescita del PIL come priorità asso-luta”.

“Le azioni che garantirebbero ottimechance di evitare la catastrofe rappre-sentano una minaccia per quell’eliteche tiene le redini della nostra econo-mia e del nostro sistema politico”.

“La crescita a ogni costo sta uccidendoil pianeta. La rivoluzione non è più unaquestione ideologica è una questionedi sopravvivenza”.

Il cambiamento del clima non è soloun evento certificato scientificamentein cui le tecnologie dell’efficienza ener-getica e delle fonti rinnovabili, dellacosiddetta green economy, giocano unruolo decisivo, ma è soprattutto unasfida per la politica. Fintanto che leeconomie nazionali, internazionali edeuropee saranno al servizio delle lobbydelle multinazionali, del capitale finan-ziario e del neoliberismo economico lapossibilità di arrestare il Riscaldamentoglobale rimane confinata alle dichiara-zioni di principio.

La XXI Conferenza delle Parti (COP 21)del dicembre 2015, corrispondente

parte di Cina (Xi Jinping) e degli USA(Obama), che rappresentano il 38%delle emissioni di gas serra, annun-ciato al G20 di Hangzhou. Ratifica chenon è ancora venuta da parte del-l’Unione Europea. Così non è stato an-cora raggiunto il numero di 55 paesirappresentanti almeno il 55% delleemissioni di gas climalteranti necessa-rio per l’entrata in vigore dell’Accordodi Parigi.Il rapporto del National Oceanograpihcand Atmosferic Administration e dellaNational Aeronautics and Space Admini-stration e a livello locale la pubblica-zione Gli indicatori del Clima in Italia nel2015 dell’ISPRA (Istituto Superiore per laProtezione e la Ricerca Ambientale) de-scrivono il 2015 come l’anno più caldodi sempre.La temperatura media mondialepresenta un incremento di +0,9°Ccui corrisponde il superamento di400 ppm del livello di CO2 in atmo-sfera.L’obiettivo di contenere l’aumentodella temperatura media del pianetasotto la soglia dei 2 gradi rispetto al-l’era preindustriale perseguendo il li-mite di 1,5 gradi, come concordato aParigi, sarà difficile da conseguiresenza la completa decarbonizzazionedell’economia mondiale (addio ai com-bustibili fossili entro il 2050). Una vera rivoluzione che comporta latransizione verso un paradigma ener-getico completamente diverso dall’at-tuale. Da Marrakech ci aspettiamo una roadmap con contenuti precisi e una rispo-sta decisa dei singoli paesi nell’impe-gno a fissare degli INDC coerenti conl’obiettivo dei 1,5 gradi.

anche all’XI Conferenza dei paesi chehanno siglato il protocollo di Kyoto(CMP11), si è conclusa con l’Accordo diParigi caratterizzato da tante buoneintenzioni. Il principio della Conven-zione secondo cui le responsabilità deivari paesi sono comuni ma differenziate(paesi ricchi e paesi poveri contribui-scono in modo proporzionale alle lororisorse alla riduzione delle emissioni) èun passaggio promettente e innova-tivo, ma è ancora assente un impegnoconcreto e cogente nelle azioni controil Global Warming. Gli INDC (Intended nationally determinedcontribution) presentati a Parigi da 188paesi sono contributi volontari nella ri-duzione delle emissioni, senza alcunobbligo di applicazione. Dal 4 al 18 novembre si svolgerà aMarrakech la COP 22. L’obiettivo è la concretizzazione dellebuone intenzioni della 21. Nel frat-tempo sono rilevanti due fatti divul-gati in estate: il rapporto NOAA-NASAche riscontra un costante incrementodelle temperature medie del pianeta ela ratifica del protocollo di Parigi da

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anni fa ragionavo sul “fiume piùlungo del mondo” che scorrenei boschi all’interno degli al-

beri. Una provocazione riguardante  lalinfa grezza (acqua e sali minerali) chesale e quella elaborata che, dopo la fo-tosintesi, ridiscende sempre all’internodei tronchi. Un calcolo empirico suscala mondiale: moltiplicazioni dimetri lineari di altezze medie dellepiante, numeri di piante per una datasuperficie, numero di esemplari di undato diametro, chilometri di ipoteticoscorrimento.Poi… assorbimenti, osmosi, traspira-zioni ed evaporazioni studiate sui libri,l’osservazione delle fasi lunari e dellemaree per il taglio degli alberi raccon-tatami da un vecchio contadino di unacomunella, le percentuali liquide nelleresinazioni autarchiche dei pini delCarso, la funzione protettiva e regi-mante del bosco drammaticamentesegnalata, come non troppo rispet-tata, dagli illuministi italiani del Sette-cento, il vincolo idrogeologico del 1923e le sue mappe originali al 1:2880 dise-gnate a mano, reperibili ancora in qual-che Stazione forestale che le ha

conservate e poi, ancora, sulle pioggeacide, di cui si sente parlare sempremeno. Ma volevo comunicare qualcosad’altro di “liquido”. Zigmunt Bauman,conosciuto e stimato sociologo dei no-stri tempi, chiama “liquida” la nostrasocietà: una sfrenata deregolamenta-zione e flessibilizzazione dei rapportisociali in cui gli obblighi etici e religiosistanno venendo meno. Un processo diliquefazione di corpi solidi che la stessasocietà aveva precedentemente co-struito. E il bosco? Modellato da moltegenerazioni di uomini e da millenariealchimie della Natura, è ancora solidoo comincia a diventare “liquido”? O me-glio: le persone a cui appartiene, che lofrequentano, che lo gestiscono, che lostudiano, che lo tagliano, che lo con-trollano sono ancora solide o stannodiventando sempre più “liquide”? Chesorte avrà il bosco nel futuro e cosavorrà ricavare l’uomo da esso? Oggi lascommessa planetaria, obbligatoria-mente da vincere, è quella di ridurre icambiamenti climatici che stanno dan-neggiando con maggiore frequenza egravità i boschi: siccità durature, in-cendi, tempeste improvvise e infesta-

zioni parassitarie. Basta andare sullenostre Alpi per vedere quanti abeti sisono seccati e quali lavori urgenti sonoin corso per esboscarli. I ghiacciai alpinisi restringono, d’inverno la neve dimi-nuisce a favore della pioggia che poiporta rovinosamente a valle ghiaie cheerano stabilizzate da secoli. L’ultimastrategia forestale dell’Unione Europearilancia verso la bioeconomia basatasui prodotti legnosi e non legnosi delleforeste e anche sul turismo culturale,silvoterapico, verde e lento. C’è biso-gno però di giovani talenti, “solidi”, cheriescano a elaborare prodotti nuovi esoprattutto innovativi. Contro la “liqui-dità” della saggezza e della conoscenzabisogna aumentare le attenzioni, le in-formazioni e le innovazioni culturali epolitiche. Anche per i semplici e silen-ziosi boschi di confine come i nostri.

di diego Massello

Bosco “liquido”

Chi saranno i futurinumi tutelari “solidi”del Bosco locale e planetario?

archivio CFr, foto Fulvio tolazzi

In ricordo di...Hande Kader, icona Lgbtin Turchia, è stata trovatamutilata e carbonizzata.Aveva 22 anni. Pochi giorniprima, sempre in Turchia,è stato decapitato e mutilatoun profugo siriano gay,Muhammad Wisam Sankari,giorni prima rapito,picchiato e stuprato.L’intolleranza bruta controquelli considerati diversiè una della maggiori piaghedell’umanità.A loro il ricordo e la nostrasolidarietà. (R.R.)

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Fa bene il sindaco Dipiazza apretendere che ARPA FVG ga-rantisca una puntuale atten-

zione sull’inquinamento dellaFerriera di Trieste, svolgendo non solole analisi previste dall’AIA, ma usandometodi particolarmente innovativi dicaratterizzazione e di previsione sulladispersione dell’inquinamento sull’areadi Servola e su tutto il territorio urbano. La richiesta di revisione per le prescri-zioni non ottemperate dalla Ferriera di Ser-vola è un’iniziativa corretta. E meritoriala sua grande attenzione ai contenutidel Piano di risanamento acustico pre-sentato da Siderurgica Triestina.Dipiazza ci sembra invece meno pre-occupato di capire le cause dell’inqui-namento dei giardini. Il Comune partecipa con molta paca-tezza al Tavolo tecnico istituzionale(Regione, Arpa, Azienda sanitaria eProvincia). Tanto che prendendo comeuna bibbia le linee guida dell’Ispra (Isti-tuto superiore per la protezione e la ri-

cerca ambientale) si dà per scontatoche si dovranno aspettare due anni peravere un quadro sulla contaminazionedel suolo. Nel frattempo l’erba cresceràtrasformando i giardini in savane, etutta questa superficie verde filtrerà gliinquinanti futuri. Il Comune condivide con l’ARPA, impe-gnata nell’analisi, di ampliare il set diparametri, estendendoli anche allediossine (perchè non anche ai metallipesanti?). Però non chiede un Pianod’intervento, affinché si proceda se-condo una precisa e razionale metodo-logia: analisi del top soil, ma anchecarotaggi più profondi, analisi delle cor-tecce degli alberi, del fogliame e del-l’erba. E non chiede l’inizio di una sperimenta-zione di fitorimedio (phytoremediation)almeno in un giardino. Il fitorimedio èl’assorbimento da parte dell’apparatoradicale di alcune erbe o piante che in-camerano inquinanti nelle loro cellule eattraverso gli enzimi interni possono

anche metabolizzarli. In ogni caso sot-traggono al terreno la contaminazione.Poi le piante vengono tagliate, trattatecome rifiuti speciali e smaltite opportu-namente.Storicamente il territorio triestino hasofferto la presenza di molte fonti in-quinanti: industrie, traffico urbano, im-pianti di riscaldamento, traffico navale.Si sono quindi sovrapposti nel tempo esi sono depositati su tutte le superficidel territorio inquinanti di diversa ori-gine. È importante conoscere la per-meabilità del suolo che dipende dacomposizione, tessitura, frazione orga-nica. Diversi fattori modificano neltempo in quantità e in qualità le so-stanze inquinanti. Effetti fotochimici,dilavamento, azione batterica trasfor-mano le sostanze p.e. da liposolubili(solubili nella sostanza organica pre-sente nel suolo) a idrosolubili, quindi di-lavabili. E l’emivita degli IPA sottopostia queste azioni degradative non è su-periore a qualche anno.

Èun viaggio di riscoperta, quelloche Nicolò Giraldi, autore de“La Grande guerra a piedi – Da

Londra a Trieste sulle orme del con-flitto mondiale”, compierà ad ottobredi quest’anno in uno spazio geograficocompreso tra le Alpi Carniche e l’Istria.“Da molto tempo volevo approfondire

le vicende dei carnici della val di Gortoche dal XVI al XIX secolo migrarono danord a sud. Si muovevano lungo diret-trici precise, nell’arco di 300 chilometriin totale, una distanza da coprire inuna quindicina di giorni, precisamentedal 12 al 30 ottobre”. Il viaggio vedrà Gi-raldi partire da Collina alle pendici del

Monte Coglians il 13 ottobre e si con-cluderà a Dignano d’Istria il 30 dellostesso mese.

❱❱ Segui il viaggio suwww.konradnews.org

di Lino Santoro

Giardini pubblici inquinatiTerriccio impregnato di inquinanti. Gli amministratori dicono che i tempi per agire sono lunghi.Eppure esistono strategie nuove e semplicemente applicabili come il fitorimedio.

A piedi dalla Carnia all’Istria

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Sopravvissuto migliaia d’anni,l’olivo soffre e patisce ancora,anche a causa dell’uomo. Ab-

biamo cominciato selezionandolo pertrarne i massimi benefici. Già i Romanidistinguevano diverse tipologie di oli,in base alla cultivar di olivo, alla prove-nienza, al momento di maturazione eraccolta delle olive e alla modalità dilavorazione. Ritenevano migliorequello da olive verdi (come oggi confer-mano i più quotati sommelier del-l’olio), e non gradivano l’olio ottenutoda olive raccolte da terra né quello afri-cano. Apprezzavano l’olio della Libur-nia. Ci hanno tramandato lacomplessa cultura materiale dell’olio edell’olivo, anche grazie a manuali epoemi. Con il loro declino è cominciatoanche quello della civiltà dell’olio cheLa riscoperta e salvaguardia in epocamedievale, si deve ai monaci che lo de-stinarono a uso liturgico e aiuto con-creto, in particolare a contadini e poi amezzadri, consigliati nel coltivarlo inproprio nelle aree marginali. Così gliolivi divennero sempre più un’impor-tante fonte alimentare e risorsa eco-nomica. Veniamo all’oggi. Nel Salentoed altrove si manifestano nuovi effetti,non sempre positivi, dell’azioneumana e della globalizzazione. Un pa-rassita, sfuggito da qualche laborato-rio o importato da altri continenti, hacolpito gli uliveti, specialmente quellimeno curati, come in passato è suc-cesso per viti, castagni e cipressi. Pareche il responsabile abbia nome e co-gnome: xylema fastidiosa, connessa conla sindrome del “disseccamento rapido

dell’ulivo”. Come in medicina per lacura di infezioni umane così per lepiante, la precauzione consigliatadagli esperti è sempre quella di inter-venire tempestivamente per limitare ladiffusione del contagio. Nel caso dellavite e del castagno sono stati selezio-nati gli individui “resistenti” che ave-vano sviluppato naturalmente difesebiologiche verso i parassiti. Purtropponel caso dell’ulivo, non si è scelta al-cuna soluzione. E più tempo passa più

l’infezione si diffonde e cresce il nu-mero di piante da abbattere. Pare cheper creare una fascia di rispetto di 100metri sia necessario intervenire su ben2000 piante sane per 8 contaminate eche ogni pianta abbattuta sia com-pensata con meno di 100 euro. Va con-siderato inoltre che i maestosi olivimillenari e i loro fratelli un po’ più gio-vani hanno una valenza più esteticache produttiva. Oggi, per essere com-petitivi a scala mondiale, bisogna af-frontare parassiti e concorrenza,producendo un olio di qualità, mante-nendo pure bassi i costi di raccolta.Una strategia può essere piantare

nuove varietà, sperando di avere tra 10anni oliveti più resistenti e produttivi,avendo selezionato le piante piùadatte. Importante sarebbe indivi-duare un percorso per difendere le pe-culiarità del nostro territorio e perassicurare un futuro alla nostra econo-mia verde. In questo scenario piutto-sto confuso, non giova che i diversisoggetti nazionali coinvolti diano l’im-pressione di comportarsi in modo scol-legato. Ministero e Regioni, coltivatorie consumatori, giudici ed accademici:tutti contro tutti. Inoltre a livello co-munitario la nostra azione non è stataefficace nel difendere adeguatamente iprodotti italiani e spesso la regia dellanormativa comunitaria è stata lasciatain mano ai nostri diretti concorrenti.Ed ora le nostre armi sono spuntate,non solo per l’olio ma anche in materiadi regole sulla tracciabilità delle mate-rie prime utilizzate nella filiera alimen-tare italiana. Così tra le maglie delleregole, larghe ove fa comodo, passa ditutto e sono consentite trasformazioniche beatamente ci beviamo. Comel’olio etichettato italiano che non lo è;spesso neppure la ditta che lo imbotti-glia. Peggio va con un olio che vienedetto ”lampante”: basta la parola! An-drebbe destinato solo all’illuminazionein quanto olio troppo acido per esserecommestibile. Invece va in bottiglia. Eal supermercato. Perché basta un’ac-corta miscelazione per renderlo unprodotto alimentare da vendere abasso prezzo e richiamare tanti clienti,attratti dalla salubrità della dieta me-diterranea.

GeoCronaCHe di riccardo ravalli

Olio d’oliva nostrum

Cultura materiale mediterraneada salvaguardare

aMbiente SoCietà e diritti

Foto di riccardo ravalli

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CartoLina da PariGi di elisa Spanu

La rentrée a scuolain stato di emergenza

Lunedì 5 settembre. C’est la ren-trée! Si ritorna a scuola. Ognianno ad inizio settembre si com-

pie in Francia uno dei riti collettivi piùsentiti: il ritorno in massa ai banchi discuola di milioni di studenti e scolari.Più che altrove questo evento è uno deimomenti cardine dell’anno. Festa,fonte di stress, un momento familiare esociale che prende dimensioni faraoni-che soprattutto se si pensa che la fami-glia francese è spesso moltonumerosa.Ma quest’anno, il ritorno a scuola èstato un po’ diverso.Il giorno precedente, migliaia di inse-gnanti dell’Éducation nationale hannofatto la loro giornata di pré-rentrée.Prima di ogni discorso pedagogico edelle riunioni disciplinari per materia gliinsegnanti hanno dovuto assistere al-l’ennesimo richiamo sui “rischi del me-stiere”che non concernono più lanormale amministrazione scolastica,ma l’emergenza terroristica.Il governo francese ha deciso, per lariapertura delle scuole, di fare unosforzo finanziario importante per lasicurezza. Mezzi considerevoli ver-ranno impiegati per prevenire il ri-schio di attentati nelle scuole e nelleuniversità della République. In un paese che vive ormai da mesi instato d’emergenza, la scuola divieneuno dei bersagli più delicati e la forma-zione di chi ci lavora è un punto chiaveper far fronte al pericolo. Le pattuglie di soldati davanti all’en-trata, il “confino” degli studenti durantele ricreazioni (misura che non per-

Oggi la scuola francese, cosciente diessere bersaglio possibile, e forse pro-babile, si concede uno sforzo di denaroe d’energia per essere pronta a fronteg-giare la minaccia. E se nessuno hacuore di rifiutare la protezione neces-saria degli alunni dal pericolo terrori-sta, alcuni si domandano se laprotezione e la sicurezza non dovreb-bero iniziare altrove. Se insieme atutti questi sforzi non sia opportunodare alla scuola, e alla società fran-cese, più armi per difendersi: armiculturali, armi coscienziali, permet-tendole di formare veramente, inmodo più adeguato e più giusto i cit-tadini di domani. È legittimo domandarsi se ancora unavolta lo sforzo sulla sicurezza non siache una faccia della reazione all’emer-genza, il provvedimento più imme-diato ed evidente, anche il più “facile”da mettere in opera, ma non il solo daprevedere. Perché se il denaro consacrato allaprotezione e alla sicurezza signifi-cherà denaro sottratto alla scuola intermini di mezzi, di personale, di op-portunità pedagogiche allora il dannopotrà essere ingente, e l’emergenzacontinuare all’infinito.

mette più agli allievi della scuola supe-riore di uscire durante gli intervalli eche porta con sé il discutibile permessodi fumare nel cortile dell’istituto), l’abo-lizione dei parcheggi negli spazi conti-gui alle scuole, le restrizioni neglispostamenti delle scolaresche, l’im-piego di riservisti per la sorveglianza, lasistematica denuncia di comporta-menti sospetti (si è arrivati anche achiedere agli insegnanti di storia di se-gnalare eventuali dichiarazioni di fana-tismo nei temi di argomento storicoall’esame di maturità) sono solo alcunidei provvedimenti che, inaugurati unaprima volta dopo i fatti del 7 gennaio2015 (Charlie Hebdo) e proseguiti all’in-domani della terribile sera del 13 no-vembre (Bataclan), continueranno aessere in opera anche quest’anno,dopo il massacro del 14 luglio a Nizza. Con la differenza che le misure si inten-sificano. Docenti e discenti delle scuolefrancesi dovranno dedicare tempo aun’esercitazione mirata che simuli unpossibile attacco terroristico: barrica-mento nelle classi, fuga, a piedi scalzinei sotterranei, nei cortili, sui tetti... Inpiù una formazione specifica permet-terà a tutti, o quasi, di poter assicurareun primo soccorso ai feriti.

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Foto di Lorenzo Monasta

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Undici luglio 1995. Dopo un as-sedio di oltre tre anni, le forzeserbo-bosniache comandate

da Ratko Mladić entrano a Srebrenica.L’intento della Repubblica Srpska ècreare una zona esclusivamente serba.In maggioranza musulmana, in un ter-ritorio abitato in prevalenza da serbi,la città era stata dichiarata “area di si-curezza” dalle Nazioni Unite. Nel Cimitero di Potočari, lo storico Al-fredo Sasso si commuove, interrompel’esposizione. “Quando i serbi entra-rono a Srebrenica trovarono una cittàcompletamente vuota. Tutti i civili,terrorizzati, avevano percorso a piedi iquattro/cinque chilometri e si eranodiretti al quartier generale olandeseper chiedere protezione”. Qui iniziò il genocidio, oltre 8000 ma-schi vennero torturati, uccisi. Alcunemigliaia cercarono di fuggire attra-verso i boschi e le montagne, versoTuzla la città più vicina controllata daimusulmani, in una marcia durata sei osette giorni, “la marcia della morte”.Furono in pochi ad arrivarci. Ancoraoggi su centinaia di loro non si sanulla. Ogni 11 luglio viene celebrato per gli ul-timi corpi riesumati il funerale. Nelpaese delle memorie divise alla vitti-mizzazione musulmana si contrap-pone il negazionismo serbo. “I partitinazionalisti serbi cercano di minimiz-zare i numeri, rifiutano la parola geno-

cidio, la mettono sullo stesso piano dialtre stragi di civili a danno della popo-lazione serba”. Sasso racconta le sofferenze indicibilidurante l’assedio, Ci furono anche ele-menti criminali in città, e attacchi con-tro villaggi serbi con vittime civili. “Ilcomandante delle milizie musulmanevenne allontanato in elicottero su de-cisione del governo di Sarajevo, la-sciando la difesa sguarnita. I paesioccidentali hanno pesanti responsabi-lità, sapevano quello che sarebbe suc-cesso”.In Serbia, ci fermiamo brevemente aŠebac e poi Belgrado. Nel Museo dellaStoria della Jugoslavia la ricercatriceMilica Popović è disarmante: qui nontroveremo informazioni sulla storia, icuratori non sono concordi sull’ereditàjugoslava, e il Museo ha scelto di occu-parsi di temi legati alla quotidianità.“Per legittimare le guerre e le domandedi indipendenza le élite politichehanno fatto ricorso a diverse forme dimobilitazioni nazionalistiche e a senti-menti antijugoslavi... Dalla sua disso-luzione negli anni Novanta, laJugoslavia è stata ignorata dai nuovistati o rappresentata come il peggiorperiodo della storia”. Ma allora scuola e sanità erano gra-tuite, c’era lavoro per tutti, le vacanzegarantite, si poteva andare all’estero,anche a Trieste a comprare jeans. La jugonostalgia con la critica alle pe-

internationaL riGHtS di Giuliano Prandini

Ex Jugoslavia

un viaggio fra memorie divise / 2santi condizioni delle società postju-goslave, ai dominanti valori naziona-listi e neoliberali è temuta dalle élitepolitiche come la più grave minaccia. Popović dai partiti non si aspettanulla, spera nella società civile.Nella visita della città con lo storicoMarco Abram ci fermiamo di fronte auno dei luoghi più significativi per lacultura serba, i resti di quella che era laBiblioteca Nazionale Serba bombar-data dai tedeschi il 6 aprile 1941. Anda-rono perduti quasi un milione di libri,anche allora si volle colpire l’identitàculturale di un popolo. Dall’alto della fortezza di Kalemeg-dan la Sava che confluisce nel Danu-bio; sulla riva destra è previsto unmodernissimo centro residenziale,“Belgrado sull’Acqua”, finanziatodagli Emirati Arabi.L’opacità del progetto, lo snatura-mento architettonico, le demolizioniillegali hanno fatto nascere un movi-mento di opposizione di massa chechiede il blocco immediato. Nel mese di giugno, il “Pride Serbia”con centinaia di omosessuali e tran-sessuali si è svolto in un’atmosfera difesta, senza incidenti. L’11 luglio associazioni hanno manife-stato perchè si riconosca la responsa-bilità del genocidio a Srebrenica daparte dei serbi. Dalla società civile bel-gradese segnali di speranza.

il Cimitero del Memoriale di Potočari. Foto di Giuliano Prandini

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Quando si fanno ragionamentimatematici bisogna essere ri-gorosi, altrimenti si potreb-

bero creare o subire danni.Vi racconto una cosa che, a tanti anni didistanza, non mi è ancora andata giù.Avevamo un’insegnante che per deci-dere chi interrogare, apriva un libro acaso. Il numero di pagina determinavail “fortunato” da interrogare. Pagina 173? Visto che 1+7+3 fa 11, interro-ghiamo il numero 11 del registro, dovetutti sono elencati in ordine alfabetico.Pagina 215? Interrogheremo il numero2+1+5 = 8.È un sistema buono o no? Sicuramenteno, perché il primo in ordine alfabeticonon verrà mai scelto. Infatti, a meno diaprire a pagina 1 o 100 (o 1000, ma unlibro di solito non raggiunge tale pa-gina), non risulterà mai 1 come risultato

SiaMo tUtti inteLLiGenti di Giorgio dendi

Che ingiustizia!

La interrogazioni scolastiche “casuali”e le estrazioni numeriche spiegate da un matematico

della somma. Inoltre la pagina 1 di solitonon esiste (nelle prime pagine il numeronon viene scritto). E poi aprire a pagina1 non sembrerebbe un’apertura a caso. Pure il numero 10, che potrebbe portarea 1+0 = 1, non lo fa, in quanto in questocaso verrebbe interrogato il decimo stu-dente. E anche tutti gli altri casi cheportano a 1 sono “intercettati” in prece-denza dal 10; infatti da 145 otteniamo1+4+5 = 10, e quindi di nuovo interro-

ghiamo il 10 e non facciamo 1+0 = 1.Parecchi anni fa ricordo che RaffaellaCarrà in un programma abbinato allaLotteria di Capodanno estraeva dei nu-meri, e chi aveva nel proprio bigliettoquelle cifre, in qualsiasi ordine, potevatelefonare e vincere i premi settima-nali. Cosa c’è di strano? Se per esempioio avessi comprato il biglietto 222222,solo se ad ogni estrazione fosse statoestratto il 2, avrei potuto concorrere;chi invece si fosse trovato tra le mani ilbiglietto 123456, avrebbe potuto con-correre se fossero stati estratti 1, 2, 3, 4,5, 6 in questo ordine oppure in unoqualsiasi degli altri “anagrammi” diquesti numeri, ad esempio 5, 3, 1, 4, 2,6. E questi anagrammi sono in tutto720. Un biglietto ha una sola probabi-lità di venir estratto, e un altro ne ha720… Una bella ingiustizia!

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Partiamo dalla base. No breakfast no ideas. Chi salta la colazione cominciamale la giornata e l’anno scola-stico.numerosi studi (di scienziatianche non alchemici) hanno con-fermato che la sana abitudine dimangiare al mattino permette difavorire la concentrazione, di man-tenere la necessaria attenzione e difarlo in relax. Cioè felicemente. È considerata fondamentale perprevenire disturbi alimentari eobesità.

Chi non mangia al mattino saràsvogliato, rancoroso e farà fatica aseguire il ritmo scolastico. Sarà anche predisposto a diventareciccione. o anoressico. o disinteres-sato alla gioia del cibo. ahimè, lo dicono gli studi.

Quale colazione per bambine abambini?

Primo. Frutta fresca sotto varieformeLa colazione perfetta prevede lafrutta fresca.Zuccheri integri, sani, subito di-sponibili. idratazione, fibra e dol-cezza naturale.Ma non potete pretendere che ibambini addentino una mela ap-pena svegli.alternative praticabili? Una pertutte: estratti (o centrifughe) difrutta e verdura fresche.

Potete variare i gusti anche ognigiorno.Un classico irrinunciabile: mela,carota. Provate a metterci ancheun cucchiaino di succo di limone eun pezzetto di buccia (solo la partegialla): vi sorprenderà. Va bene ogni tipo di frutta comun-que. anche la classica spremutad’arancia.Last, la Fata Carabina garantisce:un succo di frutta fresca al giornotoglie ogni influenza di torno.

Secondo. Sua maestà il carboi-drato (integrale è meglio)Per i più bio addicted, consiglio i ce-reali da ammollare in yogurt in-tero, magari addolciti da uncucchiaino di miele. o il classicoporridge inglese: fiocchi d’avena elatte. Per i comuni mortali: unafetta di torta fatta in casa, con oliovegetale (girasole) e farina semin-tegrale, addolcita da zucchero inte-grale e gocce di cioccolato. anchein versione muffin. oppure biscotti.

o fette di pane inte-grale con marmellate econfetture. da evitaredel tutto i prodotti in-dustriali (merendine,snack e il junk food dicontorno). Fate vobis,datevi all’homemade fi-nesettimanale oppurericorrete al panificio opasticceria fidati o, ul-tima spiaggia pratica-

bile, all’emporio bio.

Terzo. Chiacchiere e sorrisiÈ un ingrediente indispensabile al-l’avvio di una giornata felice.dedicate 15 minuti alla colazione,da farsi in compagnia, chiacchie-rando pian pianino e pregustandoil momento in cui ci si rivedrà afine giornata.

E sia chiaro: tutto questo vale efunziona per bambini, ragazzi eadulti. Efficacia garantita. Paroladi Fata Carabina. Che vi mandaun magico saluto.

La Fata Carabina

La colazione idealeper i bambiniLa Fata Carabina ha in canna colpi di consigli felici e liberi pensieri.

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di diego Masiello

ScopriNatura per le scuoleUn progetto proposto a insegnanti e studenti: l’ambiente è un bene comune.

alla scoperta della natura con ilCorpo forestale regionale cheanche quest’anno propone a tuttigli istituti scolastici del Friuli Ve-nezia Giulia il progetto di educa-zione ambientale ScopriNatura. Sitratta di un supporto che il perso-nale forestale specializzato delCentro didattico naturalistico diBasovizza (trieste), coaudiuvatodalle Stazioni forestali e da altriesperti dell’amministra-zione regionale, offre a pro-getti didattici di caratterenaturalistico e ambientalegià impostati dagli inse-gnanti nella normale pro-grammazione scolastica.L’invito è quello a sco-prire i boschi e gli am-bienti naturali delFriuli Venezia Giulia vi-sitando le mostre per-manenti realizzate alCentro didattico na-turalistico e conuscite nelle aree na-turali circostanti.Con gli esperti po-tranno venir appro-fonditi argomenticome vegeta-zione, fauna,ecologia, biodi-versità, tuteladell’ambiente,aree naturaliprotette, reteNatura 2000 elotta agli in-cendi boschivi. L’attività didat-tica vuole promuovere lo sviluppodel concetto di ambiente naturalecome bene comune, favorendo la

crescita del senso civico e quindidel rispetto delle specifiche normedi comportamento. Per le Scuoleprimarie verranno anche proposteattività di pedagogia forestale,che coinvolgono gli alunni in ma-niera pratica e diretta, mentre perle Scuole secondarie sono stati rea-lizzati appositi supporti multime-diali. Gli insegnanti interessatidovranno compilare un modulo diadesione, scaricabile dal sito della

regione, che è stato inviato nellescuole grazie alla collaborazionedell’Ufficio Scolastico regionale.

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konraddei

piccoli

❱❱ Il Centro didattico di Basovizza si raggiunge in 20 minuti con gli autobusdi linea dalla Stazione ferroviariadi Trieste Centrale.

❱❱ informazioni e [email protected]

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CULtUre

Green Picssguardi di ecologia sensibile

Questa rubrica ospitafotografie e immaginiche raccontino l’ambiente,nelle sue bellezzema anche nelle suecontraddizioni, problemi,situazioni critiche.

Invia la tua foto!Si accettano fotoin alta risoluzione- almeno 300 dpi, base 21 cm -e breve descrizione:[email protected]

Un cavallo della Camargue al galoppo presso

l’isola della Cona. Questi cavalli sono stanziali nella zona

(scattata a luglio 2016).

Foto di Giuseppe Genesio, appassionato fotografo naturalista.

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di eleonora Molea

Il museo etnografico di BuiePiccolo cuore d'Istria che pulsa tra tradizione e futuro

Praticando vie meno note, fuoridal turismo di massa dell’alta sta-gione, le sorprese sono dietro

l’angolo. Così è stato per me il Museo Et-nografico di Buje, in Piazza Libertà, nelcentro storico del paese, e dall’esternoha le sembianze di una casa. Il Museo sierge su un sottopassaggio, ossia laPorta secondaria che faceva parte del-l’ultimo recinto difensivo. Dal 1970 cu-stodisce manufatti della culturamateriale del territorio buiese. L’esposi-zione si sviluppa su quattro piani e hacome filo conduttore la vecchia casaistriana e gli ambienti di lavoro. Dal 2010al piano terra è aperta la Galleria civica“Orsola“. Scale in pietra conducono al-l’ingresso in cui si trova lo spazio più im-portante della casa, ovvero la cucina,rappresentata dal basso fogoler. Sullaparte inferiore della cappa del camino(napa) una mensola di legno, spesso or-nata, ospitava recipienti ed utensili. Ac-canto c’erano anche altri accessoriindispensabili, come le stoviglie in terra-cotta avvolte da fil di ferro per una mag-gior resistenza, caliere in rame e altro.Appesa al muro si trovava la scansia incui si sistemavano i piatti e altre stovi-glie leggere (scudele, bocalete, botasi).Completavano l’arredo panche, cassa-panche, sedie e treppiedi. Delle strettescale conducono al secondo piano, ov-vero la stanza da letto. Nei villaggi piùpoveri si dormiva su di un pagliericcioriempito di foglie di granoturco, detto

paion, posto su una tavola sorretta da ca-valletti di legno. Spesso non si usavano lelenzuola ma ci si coricava vestiti, copertinella stagione fredda da una grossa e ru-vida coverta. Di particolare interesse èl’esposizione dell’artigianato tessile con iltelaio, il filatoio e altri mezzi caratteri-stici con i quali si lavoravano la lana e lacanapa: le gradase per la scardatura, leconocchie per la filatura e gli arcolai perl’avvolgitura del filato finito. Nella salasono rappresentati anche i vari oggettitessili fabbricati dai tessitori rurali. Nel-l’ultimo piano sono esposte delle cassa-panche finemente intagliate ed è la salaespositiva per mostre temporanee. Nelpiano terra del museo è racchiuso lo spa-zio più rustico, in cui sono rappresentatii tipici ambienti dell’agricoltura e dell’ar-tigianato. Sono ricostruiti gli ambientiper la lavorazione delle olive con il fran-toio per la molitura con macina in pietra,il grande torchio di legno per la spremi-tura e le pile contenitori in pietra, concoperchio di legno per la conservazionedell’olio. La fucina del fabbro è ripropostaal completo con il mantice, l’incudine, lemorse e il tornio. Altri attrezzi per il la-voro nei campi testimoniano che questazona era terra della vite e dell’ulivo giàdai tempi più remoti. Il Museo etnogra-fico di Buie, tra i più piccoli dei 32 museidella regione istriana, partecipa semprea progetti a livello nazionale, come adesempio i progetti educativi dell’Associa-zione museale croata. Racconta la cura-

trice Tanja Šuflaj che il tema affrontatol’anno scorso era quello della sostenibi-lità, in sintonia con quanto propostodall’ICOM per la Giornata Internazionaledei Musei: “Un Museo per una società so-stenibile”, al fine di dare spazio a nuoveidee ed espressioni creative valorizzandoal contempo la missione del museo,ossia rendere la cultura accessibile atutti, soprattutto alle persone più gio-vani e fragili. Assieme al Centro per l’In-clusione e il Sostegno nella Comunità, ilmuseo ha creato il progetto: “Il vecchioper il nuovo: l’utilizzo dello spreco“. Attra-verso dei laboratori, i rifiuti hanno presovita grazie all’immaginazione e alla crea-tività dei partecipanti, in parte ispiratianche dalle opere dell’artista triestinoJan Sedmek. Le opere create, che pote-vano essere acquistate attraverso dona-zioni, sono state esposte in una mostraitinerante. Il museo collabora anche conle scuole locali, sia di lingua italiana checroata, per educare fin da piccoli ri-guardo a tutti gli aspetti della cultura edel paesaggio. I piccoli musei spesso rac-chiudono grandi tesori. Non solo per leimportanti testimonianze antropologi-che di cultura materiale esposte, comenel caso di Buie. A fare la differenza èl’accoglienza di un museo-casa, estre-mamente vivo e partecipativo, capacesia di affascinare turisti “foresti“ che dicoinvolgere la propria comunità. Cheforse è la sfida più difficile, e pienamentevinta in questo caso!

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Foto di tanja Šuflaj

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aLokev (Corgnale), piccolo paesenel Carso sloveno a pochi chilo-metri dal confine di Basovizza,

la chiesetta di S. Michele, nata nel 1616sulle spoglie del precedente edificio del1118. Vi è esposto un crocefisso roma-nico dei secoli XII°-XIII°, che rimandaall’Ordine dei Templari. Tra il 1942 e il1943 le sue pareti interne furono dipinteda Tone Kralj (Zagorice 1900-Lubiana1975) artista poliedrico, pittore, scultoree grafico, formatosi fra Praga, Vienna,Parigi, Venezia e Roma. Influenzatodapprima dal gusto secessionista, Kraljelaborò uno stile proprio, monumen-tale, di figure umane attonite, espres-sive, ben delineate, avvolte da una luceimpietosa e spesso situate in ambientimetafisici, astratti. A partire dal 1927 sispecializzò nell’arte sacra. Più di 40 lechiese nel suo repertorio. Operò nel pe-riodo più difficile per gli sloveni del Lito-rale e dell’Istria, allorché dopo il trattatodi Rapallo (1920) l’Italia fascista vollecancellare il carattere multiculturale diqueste terre. Motivi tratti dalla Bibbia,soggetti mistici e figure di santi, fra iquali presenziano regolarmente i fratelliCirillo e Metodio, evangelizzatori deipopoli slavi, ai quali si deve la legittima-zione della Bibbia tradotta in slavo.Esempio di vita cristiana, le loro virtùfurono sottolineate nel messaggio di

papa Pio XI del 1927, in occasione delmillecentesimoesimo anniversario dellanascita di S. Cirillo. Il pittore avrebbepotuto richiamarsi a questo riconosci-mento ufficiale nel caso le spie fascistelo avessero scoperto intento a rappre-sentare questi santi slavi in una dellechiese del territorio sloveno. Meno giu-stificabile nei suoi dipinti sarebbe ap-parsa la denuncia esplicita del regime,della persecuzione e della guerra. Kralj si sentì spesso costretto a lavoraredi fretta, quasi di nascosto, e per ridurrei tempi di esecuzione, dipinse su into-naco a secco, gravando sulla resistenzanel tempo delle sue opere e rendendooggi più difficili i restauri. A Lokev, ilmessaggio nelle decorazioni è partico-larmente significativo. Nel 1943, annocruciale, accanto alla ribellione si regi-stra il timore che il territorio venga oc-cupato da Tito e inglobato nella futuraJugoslavia. Cinque sono i temi raffigu-rati. Il Buon Pastore. L’agnello smarritoall’interno di un recinto di filo spinatorappresenta il popolo sloveno; in un fos-sato sono tre lupi affamati e rabbiosi,personificazione del Male; al centro lafigura di Cristo intento a salvare l’uma-nità; sulla destra elmetti e armi, chiaraallusione alla guerra; sullo sfondo unpaese in fiamme, uno dei tanti. La Para-bola del Seminatore. Cristo al centro

Storie daLL’arte di Fabiana Salvador

I dipinti di Tone Kralj a Lokev

Contro il regime, contro la persecuzionedella rappresentazione; a sinistra unpaesaggio agreste lieto e luminoso; adestra, il buio. Alle sue spalle il Maligno,con i lineamenti di Gabriele d’Annunzio,semina zizzania, dove il Signore in pre-cedenza aveva distribuito il semebuono. Il Giudizio Universale.Alla destradi Cristo un popolo sofferente, alla suasinistra quattro potenti (solo tre chiara-mente visibili) che offrono doni, per ot-tenere la propria salvezza. Sono BenitoMussolini con la borsa del denaro; il na-zismo, che protende una spada; il re-gime dittatoriale giapponese che tienesottobraccio un carro armato, dietro siaffaccia, vestito di rosso, il comunismo.La Parabola del Buon Samaritano. Cristoal centro tiene tra le braccia un uomogravemente ferito. Sullo sfondo uncarro si allontana, senza fermarsi perprestare soccorso; sulla sinistra una co-lonna spezzata e dietro a quella che an-cora si erge intatta, ma sta per essereabbattuta, due uomini: un soldato ro-mano e un soldato italiano. Nel catinodell’abside, l’Ultima Cena con la benedi-zione del pane e la figura di Giuda privodi aureola, con in mano il sacchetto deidenari ricevuti, prezzo del tradimento.Decorazioni che raccontano la storia diun territorio e della sua identità soffertae difesa. Memorie da scoprire per laconsapevolezza di tutti.

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nella tua nota introduttivaaffermi: “queste lettere con-tribuiscono a ripensare la

storia dell’arte triestina del primoNovecento” e possono “essere lettecome il bilancio di una intera sta-gione di pittura a Trieste”.Ne sono convinto. A dire il vero l’opera-zione di rilettura dell’arte triestina delNovecento è iniziata con la mostra Ilmondo è là, allestita al Magazzino delleIdee fino allo scorso gennaio e a cui holavorato con Patrizia Fasolato e EnricoLucchese. E si conclude con queste let-tere che per la loro coerenza interna,per la continuità e lucidità del pensierodi Nathan hanno l’organicità di un vo-lume, anche senza l’ago e il filo degliapparati critici. Sono, anzi, il testo cri-tico più lucido edito a Trieste nel primoNovecento. Ideale pendant teorico dellamostra di cui ho detto. Nathan è unpittore colto. Anche attraverso le suelettere abbiamo potuto riposizionare lapittura triestina rispetto a quella na-zionale e a quella europea. Abbiamopotuto tirarla fuori dalla mitografia.Le note che hai steso dimostranonon solo una profonda ricerca eun’altrettanta profonda passione,ma soprattutto una diramata cono-scenza della storia novecentescadell’arte non solo triestina.È necessario inserire artisti e opere neicontesti. È possibile farlo attraverso idocumenti, le carte. Attraverso ipotesiper le quali è d’obbligo ridurre la misuradell’azzardo. Le domande sono semprele stesse: quali mostre i nostri pittorihanno visto? Quali riviste hanno sfo-

gliato? Quali libri d’arte? E come sonostati rimeditati questi prestiti?

Tanto strano quanto umano è par-lare per uno che soffre della felicità odella propria passione, non per fug-gire ma per restare, per resistere econfermare che un’altra vita, quellavera, umana, sia possibile; quasi unalibi per continuare a vivere. Dallelettere di Nathan si respira una cosasimile, mutatis mutandis, di quellacapitata a non pochi internati deicampi di concentramento quando sitrovavano a recitare poesie, a parlaredi Dante, Beethoven… L’arte puòdare la salvezza, può alleggerire?Credo di sì. Credo sia quello a cui si èaggrappato anche Nathan. Non è soloper il potere salvifico dell’arte, però.Starei al di qua di sentimentalismi eidealismi. Credo invece che sia lecitoaggrapparsi a tutto, a cominciare daciò in cui eccelliamo. Se qualcosa c’è.

di riccardo redivo

Arturo Nathan.Lettere all’amico Carlo Sbisà

Lorenzo Nuovo, storico dell’arte e insegnante, ha contribuito, dopo l’impegnativa monografiasu Ugo Flumiani del 2013, alla realizzazione di un nuovo volume intitolato Arturo Nathan.Lettere all’amico Carlo Sbisà 1940-1943. Lo abbiamo incontrato.

Un meccanismo psicologico comune.Per Nathan il dramma era cominciatoanche prima dell’internamento. A par-tire dalla promulgazione delle leggi raz-ziali aveva di fatto smesso di dipingere.I disegni da Offida e Falerone sono unapiccola resurrezione umana e artistica.Secondo te questa potenza passio-nale (l’alibi di cui sopra) è insita nellasua pittura oppure è venuta a gallasolo nelle circostanza del confino?Forse non solo la sua passioneemerge da ciò che è scritto nelle let-tere (la ricerca del mare, i pensierisull’arte e sulla critica, i tentativi didisegno) ma, e non a caso, Nathanera anche un poeta.Non ne farei una questione di pas-sione. L’idea che serva il dramma persuscitarla nasconde un giudizio sullasua pittura precedente; o addiritturauna nota etica, quasi che il dramma siastato il benvenuto, abbia sciolto un ec-cesso di formalismo. Penso che quellache tu chiami poesia, o la cifra tantoraccolta, provvisoria del disegno sianola misura umana minima e al con-tempo più sincera per un uomo e perun artista. Internato, ma cosciente deidrammi che si stavano consumando inEuropa. Cosciente della vicinanza dellapropria fine: sono le condizioni in cuidall’espressione sparisce ogni traccia dicultura. Sparisce l’idea che esista unmercato o anche solo un pubblico. Si facon poco. Con nulla. E per nessuno chenon sia se stessi. Non avere nulla daperdere ci rende straordinariamentesinceri. E forse mai così a fuoco. Maitanto compiuti.

“Navi nel golfo”

CULtUre

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aL CineMa Con Gianni Ursini

Ave, Cesare!

La furia dissacratoriadei fratelli Cohen controla Hollywood degli anni ‘50

CULtUre

adesso che le grandi major holly-woodiane spendono milioni didollari per film di fantascienza,

bisognerebbe ricordare alle giovani ge-nerazioni che negli anni Cinquanta lascience fiction era considerata un generedi serie B, sia dal punto narrativo che ci-nematografico, e che le pellicole conmostri e astronavi erano quasi tutte inbianco e nero. Erano di gran moda, in-vece, i kolossal biblici, seguiti a ruotadai drammoni sentimentali creati sullascia di Via col Vento (1939). Nella lorofuria dissacratoria i fratelli Cohen, nonnuovi a codesto genere di operazioni,nel loro ultimo film intitolato Ave, Ce-sare!, decidono di descrivere la tipicagiornata di uno di quei personaggi chenon appaiono nelle locandine cinema-tografiche, e non hanno spazio nei piùpiccoli titoli di coda dei film, ma chesono indispensabili al buon andamentodella produzione. Si tratta di EddieMannix, un cosiddetto fixer cioè coluiche deve tenere lontane le star dagliscandali in cui si vanno a ficcare. Devequindi far sparire foto osé e cercare dicamuffare gravidanze fuori dal matri-monio. Quando poi accade che scom-paia il protagonista di un film su Gesù,nei panni di un centurione romano, lasituazione si complica. Anche perché

costui è stato rapito da un gruppo diferventi comunisti. Mi sono molto di-vertito a veder mettere in ridicolo pelli-cole e star di Hollywood che allorariempivano le sale cinematografiche eche io guardavo con curiosità e stupore.Mi ricordo che la gente faceva ore di at-tesa al cinema Grattacielo per poter as-sistere alle prime proiezioni del film IDieci Comandamenti (1956) come pureper Ben-Hur (1959). Cose inconcepibili, algiorno d’oggi. Il furore dissacratorio deiregisti non risparmia nemmeno le com-medie acquatiche dove furoreggiava la“sirenetta“ Esther Williams, piene di co-reografie natatorie riprese dall’alto, cheio evitavo accuratamente perché mi an-noiavano a morte. I divi di Hollywood diallora vengono dipinti come personaggimeschini e capricciosi sempre pronti amettersi in mostra e a rischiare unoscandalo che il povero Eddie Mannixdeve cercare di evitare ad ogni costo,soprattutto di fronte al pericolo che fi-nisca sulle pagine dei giornali ad operadi due vecchie croniste pettegole cherappresentano in maniera abbastanzaesplicita le figure delle famigerateHedda Hopper, Elsa Maxwell e LouellaParsons, terrore dei registi, produttori eattori di Hollywood del tempo che fu.Un capitolo a parte merita la parodia

del film western, rappresentato da ungiovane attore bravissimo nell’andare acavallo, lanciare il lazo ed agitare le pi-stole, ma che parla con un terribile ac-cento texano. Immaginatevi cosasuccede quando per ordine dell’onnipo-tente produttore, egli viene costretto arecitare in una commedia sofisticataper sostituire un attore indisposto, fa-cendo diventare matto il povero registache cerca invano di correggere quellaterribile parlata da bovaro. Vale qui lapena di chiarire che fin dall’avvento delsonoro, negli USA era prassi consoli-data registrare le voci degli attori inpresa diretta, a differenza dell’Italiadove il doppiaggio era considerato ordi-naria amministrazione anche per i filmnostrani. Alla fine Eddie Mannix riesce asbrogliare l’intricata matassa liberandoil centurione romano dalle grinfie deibolscevichi, un bravissimo George Cloo-ney che fa smaccatamente il verso aRobert Taylor come appariva nel filmQuo Vadis? (1951). Ho apprezzato moltis-simo Ave, Cesare! per la sua satira, maho anche provato un po’ di nostalgia peri vecchi tempi in cui eravamo forsetroppo ingenui, ma la vita sembravamaggiormente degna di essere vissuta,forse anche perché allora anch’io avevoparecchi anni di meno sul groppone.

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il Politeama Rossetti ha già annun-ciato la sua presenza, il 25 marzo, aTrieste.

Sarà lei, Carolyn Carlson, danzatrice ecoreografa di fama internazionale, ilnome di punta del cartellone 2016/2017dello Stabile regionale per il settoredanza, con lo spettacolo Short stories.In effetti era passato troppo tempodall’ultima volta in città: si deve risaliresino a Light bringers, rappresentato alTeatro Verdi nel 2001.Fu un vero e salutare choc artistico,quella performance, che ricordo an-cora, da spettatore, come un’espe-rienza potente e innovativa.Per questo ho voluto intervistare un’al-lieva di Carolyn Carlson, la danzatrice ecoreografa triestina Daša Grgič, che laconosce e ci può dire qualcosa di più sudi lei e sulla sua visione poetica delladanza.

Che cosa rappresenta per te Carolyn Car-lson?Rappresenta innanzi tutto un dono,perché porterò sempre con me i suoipreziosi insegnamenti. La mia espe-rienza con lei è stata anche un’espe-rienza di vita che non ha cambiato solola mia visione della danza, ma pure lamia percezione. In che modo?Io amo molto questa parola, che leiusa spesso, perché la percezione ri-guarda anche la capacità di ascoltarel’altro, di pensare con la propria testa ela libertà di scegliere. Ognuno di noi,infatti, percepisce il mondo alla pro-pria maniera. Il suo lavoro, ereditatodal maestro Nikolais e incentrato sullaricerca personale di relazione con iprincipi universali del movimento (spa-zio, tempo, forma), permette lo svi-luppo di percorsi autonomi edautentici. Carolyn mi ha offerto una

chiave per proseguire il mio percorsoartistico e di crescita interiore. Come si riflette questo insegnamento nellatua idea di danza?Nella danza i movimenti sono infinitie, se ti fidi del tuo corpo che ha già unaqualità drammaturgica istintiva e nonusi solo la razionalità, hai già moltepossibilità di condurre la tua ricerca.Poi, però, devi scegliere la direzione daprendere che può portarti a danzare inmodo significativo e lì viene fuori la tuaidentità corporea. Che tipo di persona è Carolyn Carlson?È molto generosa ed intuitiva, in tuttoquello che fa. Per lei la danza è soprat-tutto poesia, è un modo di percepire e dimostrare il nostro legame con l’universo.Tu insegni danza. Cosa cerchi di trasmet-tere ai tuoi allievi?Trovo importante trasmettere unadanza intesa come arte del corpo chepuò rendere visibile l’invisibile.

oltre a Carolyn Carlson, di cuiabbiamo già parlato, ci sonoanche altre novità interes-

santi nel cartellone del Teatro Stabileregionale, che è stato presentato contutti i crismi dell’ufficialità il giorno 6/9dal direttore artistico Franco Però.Sempre per la danza, ad esempio, cisarà una sorta di festival primaverile

con, tra gli altri, Virgilio Sieni e il suoCantico dei Cantici (19/4). Per la prosasono previste nuove produzioni autoc-tone, come Play Strindberg di Durren-matt, già andato in scena al Mittelfeste diretto da Franco Però (dal 25 al30/10), ma anche ospitalità importanticome la versione teatrale del romanzodi Kesey Qualcuno volò sul nido del cuculo

Rossetti: la nuova stagionefirmata da Alessandro Gassman(9-13/11) e il buzzatiano Il deserto dei Tar-tari per la regia di Paolo Valerio (11-15/1).Infine, da non perdere Il sole e glisguardi, un omaggio a Pasolini di LuigiLo Cascio (22-27/11) e Le sorelle Macalusodi Emma Dante, il 16 e il 17/5.

teatri di ConFine di Stefano Crisafulli

Danzare l’invisibile

Intervista a Daša Grgič, allieva di Carolyn Carlson

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a cura della redazione

Sgonico all’avanguardia nell’accoglienzaÈ stata inaugurata il 13 settembre scorso a Sgonico/Zgonik la casa di accoglienzadestinata a famiglie di rifugiati con minori ammalati.

Una dedicata casa di accoglien -za, che può ospitare fino a 20persone, si trova nella frazione

di Bristie. Riceverà prevalentemente fa-miglie con figli che necessitano di cure,per le quali si farà riferimento all’IRCCSBurlo Garofolo. Si tratta di un progettoSPRAR (Sistema di protezione per ri-chiedenti asilo e rifugiati) proposto alComune di Sgonico dalla FondazioneLuchetta Ota d’Angelo Hrovatin, pro-prietaria della casa, e dal Consorzio Ita-liano di Solidarietà – Ufficio RifugiatiOnlus, che con il proprio know how, as-sieme alla Fondazione, gestirà la strut-tura, i programmi di inserimentosociale e le procedure amministrative di

richiesta di asilo. La casa, una dimoracarsica con orto e giardino (un lascito diun generoso cittadino) è stata recente-mente ristrutturata e arredata ed èpronta ad accogliere le famiglie.Daniela Luchetta, presidente dellaFondazione ha detto: “Aiutare i bambinivittime delle guerre è la mission della Fon-dazione Luchetta, ma la nuova geopoliticaci impone di dare una risposta e un aiutoanche a quanti scappando dalla guerra arri-vano in Italia stremati, con figli ammalatial seguito. Per loro abbiamo pensato la no-stra casa, affinché trovino un luogo sicuro,un ambiente confortevole, in una comunitàpiccola dove possano iniziare a conoscereun nuovo ambiente sociale, e dove abbiano

a disposizione per le cure una struttura dieccellenza come il Burlo Garofolo”. “Negli ul-timi mesi sono aumentati in tutta Italia –aggiunge Gianfranco Schiavone, presi-dente di ICS – gli arrivi di nuclei familiaridi rifugiati con minori malati che necessi-tano di cure. Con l’avvio del nuovo progettoSPRAR, tra i primi in Italia con simili carat-teristiche, si predisporrà un posto per l’ac-coglienza di queste particolari famiglie, cheprevede sia la presa in cura dei minori ma-lati, sia il sostegno per la presentazionedelle domande d’asilo.”. Il Comune di Sgo-nico è un’avanguardia in questo impor-tante progetto sociale: non si tratta,infatti, di un piano di accoglienza stra-ordinario, ma di un programma stabile.

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a cura della redazione

Visioni latine Dal 22 al 30 ottobre la XXXI edizionedel Festival del Cinema Latino Americano di Trieste

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E sul piano locale?Qui il Festival è di casa. Abbiamo sceltoTrieste, città di incontro. Il Festival nonpotrebbe avere location migliore. Lanostra rete è solida e florida. Con le isti-tuzioni e il mondo associativo. Davent’anni il prezioso lavoro di tradu-zione dei film viene svolto dagli stu-denti della della Scuola Interpreti eTraduttori. Importante anche la rela-zione con la Camera di Commercio chesostiene il Festival, riconoscendo la cul-tura cinematografica e la dimensionedell’incontro tra Italia e Latino Americacome parte integrante del passato maanche del presente e futuro di questacittà.

Qual è l’idea cardine del Festival?Una idea en la cabeza, una cámara en lamano, era lo slogan del Cinéma Nôvobrasiliano coniato da Glauber Rocha.Malgrado siano passati 50 anni, il con-cetto resta attualissimo: il cinema puòcostruire opere che raccontino le cose,ne diano una lettura critica, utilizzandoal massimo il linguaggio estetico cine-matografico, anche senza ricorrere aigrandi budget hollywoodiani. Un ci-nema di idee e immagini in movi-mento, insomma.E poi c’è l’incontro tra due realtà simili,lontane ma vicine, come la cultura la-

non tutti forse sanno chel’unico Festival del Cinema La-tino Americano in Italia si

svolge a Trieste. Da 31 anni l’evento si ri-pete, portando in città visioni, rifles-sioni, desideri e incontri checonfluiscono in un’attenta selezionedella produzione filmica latino-ameri-cana di qualità. Tutto questo, grazie allavoro dell’associazione APCLAI e allatenacia e professionalità del fondatoree tuttora direttore artistico del Festival,Rodrigo Diaz che abbiamo incontrato.

Il Festival rappresenta un’eccellenzaculturale nel panorama triestino, masi tratta di un evento a carattere na-zionale.Trieste è il luogo di partenza e con-fluenza di idee e proposte che viag-giano dall’America Latina eattraversano tutta l’Italia. Numerosele collaborazioni. Con l’IstitutoItalo-Latino Americano organizziamola replica del Festival a Roma.Il Premio Malvinas viene assegnatograzie a una collaborazione con ilMinistero della Giustizia e DirittiUmani dell’Argentina e con l’InstitutoNacional de Cine y Artes Audiovisua-les. Il Premio Mundo Latino vieneconferito da una Giuria del Collegio delMondo Unito dell’Adriatico.

tino-americana e quella italiana. Gliscambi migratori tra questi paesi. Lapresenza storica di italiani in tuttal’America Latina. Le storie che leganomoltissimi italiani a quei paesi. Bastipensare al significato culturale della pa-rola latino per comprendere questo in-negabile e vivo legame.

Qualche anticipazione sul pro-gramma del Festival?13 i film in concorso. Avremo una se-zione dedicata ai film musicali. Una re-trospettiva su Francisco Gedda , chesarà presente, antropologo, docenteuniversitario e documentarista cileno diorigine sarda. Una seconda importanteretrospettiva dedicata a Juan CarlosRulfo, che sarà a Trieste, cineasta mes-sicano, premiato anche al SundanceFestival, figlio del grande scrittore JuanRulfo, che fu protagonista della nuovaletteratura latino americana insieme aCarlos Fuentes, García Márquez, Cortá-zar…

Il Festival del Cinema Latino Americanodi Trieste è un interessante eventodi spessore internazionale.Da non mancare.Buona visione a tutte e a tutti.

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La Manzetta Prussiana è una carneesclusiva, un marchio registrato di unasocietà sita nella nostra regione: Jo-landa de Colò. Sorta a Palmanova nel1976 ome piccolo allevamento di oche,negli anni, con passione e ricerca haesteso la propria professionalità a di-versi settori di gastronomia, distin-guendosi per l’altissima qualità deiprodotti: “chicche” per l’intenditore, oper chi fa un uso smodato di “cosebuone” legate alla tradizione, gusti rariche andrebbero altrimenti persi. LaManzetta, una scottona di 30 mesi, èallevata in quella terra che fu la Prus-sia, nella verdissima regione del Ma-zury, la regione dei mille laghi, nellaPolonia Settentrionale. La provenienza

della razza è tedesca, Holdestein, unamucca bianca pezzata nera, lasciata li-bera al pascolo, e nutrita natural-mente.La caratteristica principale di questacarne, paragonata spesso alla pregiatacarne del manzo giapponese Kobe, è lasua tenerezza e la gustosità, dovutealla presenza nella massa muscolare diinfiltrazioni di grasso definite “marez-zatura”. La carne è formata per la mag-gior parte ( 60-70%) da acqua, per il 20% di proteine, mentre il resto è tessutoadiposo. La diffusione e la posizionedel grasso sono gli indicatori di cor-retto nutrimento e salute dell’animale.La dieta della Manzetta viene arric-chita con la barbabietola da zucchero,

al fine di conferire al taglio un saporespecifico con sentori dolci molto deli-cati. I bovini vengono macellati sulluogo dell’allevamento e spediti versoil nostro paese, cosicché non necessi-tano di altri tempi di frollatura. Lacarne si presenta di colore rosso in-tenso tendente allo scuro, con le vena-ture di grasso di cui sopra. La presenzadel grasso è fondamentale per unaperfetta e bilanciata cottura (processiossidativi tra grasso e ossigeno). Lapresenza dello zucchero della barba-bietola nella carne favorisce in cotturala cosiddetta Reazione di Maillard, se-greto di tutta la cucina. L’alta tempera-tura sarà fondamentale per l’innescodella reazione: a 140° si permette laformazione sulla superficie di migliaiadi molecole che regalano un sapore in-dimenticabile e danno luogo a unamorbidezza fuori dal comune. Non viresta che trasformarvi in provetti chi-mici e assistere voi stessi alla reazionedi Maillard in cucina. Gustandovi poi ilpiacere di una delizia unica e sconvol-gente per il palato.

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Le vigne di Pier Paolo e StefanoAntolini sono nel cuore dellaValpolicella classica in collina,

tra i 150 e i 350 metri s.l.m., nei co-muni di Marano, San Pietro e Negrar.In totale circa 9 ettari, in diversi appez-zamenti.Hanno scelto da subito di operare nelrispetto dell’ambiente, rinunciando aerbicidi e insetticidi chimici e prefe-rendo tecniche come la confusionesessuale e il diserbo meccanico.“La composizione del terreno è argi-llosa. L’argilla trattiene l’acqua e lacede lentamente, quindi nei nostri vi-gneti non esistono impianti d’irriga-zione. Un’altra particolarità stanell’elevata escursione termica tra ilgiorno e la notte, che permette di ot-tenere vini profumati e complessi”.

Il sistema di allevamento è quello tra-dizionale della zona, vale a dire la per-gola doppia (detta anche pergola vero -nese); i filari sono impiantati su meravi-gliosi terrazzamenti dove, non di rado,trovano posto anche olivi e ciliegi.

Terrazzamenti autentici: “Qui la terranon basta coltivarla, bisogna pla-smarla, scolpirla a terrazze e ciglioni,arginarla di muri a secco, da tracciaresecondo il pendio e l’esposizione. Imuri a secco (marogne) sono nati, nellanotte dei tempi, quasi da soli, dall’ac-cumulo dei sassi da cui, giorno per

AntoliniPrognol, 22 Marano di Valpolicella Vrwww.antolinivini.it

giorno, si liberava il campo. Le marognesono oggi un monumento al sensodella misura e alla perizia ecologica deinostri vecchi. È nostro dovere conser-varli”.

E ancora: “Il rispetto della tradizione edella tipicità dei vini sono e sarannosempre per noi un valore fondamen-tale: ignorando le mode, ci propo-niamo di valorizzare al massimo ivitigni autoctoni, il territorio e il lavorodel vignaiolo”. I loro vini testimonianoche non sono solo parole.

Pier Paolo: “Quando devo potare,prima guardo in faccia la vite, poi de-cido. Taglio di qua, apro di là e me nericordo durante la vendemmia. Quasisempre trovo conferma delle miescelte, ma qualche volta mi dico diprovare un’altra via. Del resto per il vi-gnaiolo, di ieri come di oggi, provare eriprovare è pane quotidiano. La varietàdei terreni e dei vitigni, la variabilitàdelle stagioni, impongono di seguireda vicino l’andamento dell’annata, perprevenire i problemi e adeguare o ri-durre i trattamenti (solo rame e zolfondr), sempre nell’incrollabile convin-zione che il buon vino si fa già nel vi-gneto”.

I vini di Antolini sono: ValpolicellaClassico, Superiore, Ripasso;Amarone; Recioto.

L’ASSAGGIOValpolicella Superiore Ripasso 2013

(corvina, corvinone e rondinella)

Si ottiene “ripassando” il Valpolicellaclassico sulle vinacce del vino sovrano

di questi luoghi, l’Amarone.Questo passaggio nobilita un vino

base, che tuttavia nel casodegli Antolini è già di per sé

grandemente piacevole.Nel Ripasso 2013 predominala ciliegia (della Valpolicella!),

la cannella e una nota di anicestellato. Morbido e carezzevole,

è anche delicatamente fresco.

La bottiGLia GiUSta di Simonetta Lorigliola

ANTOLINI.VALPOLICELLA STORICO,CLASSICO E SENSIBILE.

Vini, Cibi, CULtUra MateriaLe

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Vini, Cibi, CULtUra MateriaLe

aRevine Lago, in provincia diTreviso, nel cuore della DOCGProsecco, sono state raccolte

800 firme di protesta. Il Sindaco an-nuncia provvedimenti severi per limi-tare drasticamente i fitofarmaci. Dice il vignaiolo Luciano De Biasi:“Coltivo il vigneto in modo biologicodal 2005. Ma sono costretto a venderel’uva come se fosse prodotta in modoconvenzionale: è contaminata dai pe-sticidi utilizzati nei vigneti confinanti. Imiei sforzi di coltivare in modo - oggi-biodinamico risultano vani e mi è pre-clusa la possibilità della certificazione.Devo quindi subire un doppio danno:economico e morale”.Continua il piccolo produttore:“La macelleria del territorio e del suopaesaggio causata da una corsa irre-frenabile alla piantagione di vignetiscarnifica i suoli storici, li stravolge,spiana e livella, distruggendo in modoirreversibile l’ identità storica dei luoghiche diventano irriconoscibili agliabitanti e con essa anche l’identitàbiologica, la biodiversità degli habitate delle specie tipiche locali della flora

e della fauna”.Poi il vignaiolo ricorda il grande poetaAndrea Zanzotto: “Una volta avevo or-rore dei campi di sterminio, oggi provolo stesso orrore per lo sterminio deicampi”. Ancora alcuni versi di Zanzotto:“In questo progresso scorsoio / nonso se vengo ingoiato / o se ingoio”. E qui si parla di ostinata ricerca dellacrescita: produrre di più, per vendere dipiù, per incassare di più. Il rischio è diessere ingoiati da un meccanismo ot-tuso e anti evolutivo.Così è nel trevigiano, oggi. Ma lagrande Docg del Prosecco avanza equel modello si espande. C’è la smaniaa piantare e produrre Prosecco. Anchein Friuli. Il Prosecco, come è noto, èuna “bollicina” prodotta in autoclave,con addizionamento di anidride carbo-nica.Moltissime le produzioni industriali,con i “grandi marchi”.Quello che conta è produrne tanto,perché “va tanto”: in Italia e soprat-

tutto all’estero, Germania, Stati Uniti eGiappone. E costa poco. Ma quanto costa all’ambiente? Equanto al nostro piacere e alla nostrasalute?Eppure, lontano dai riflettori del mar-keting, esiste e resiste un Prosecco tra-dizionale.È quello rifermentato in bottiglia che,dove è nato e dove pochi continuano aproporlo, chiamano “col fondo”, acausa del leggero deposito sul fondo -appunto- della bottiglia.Ma il problema non è tanto in cantina.Il nodo scorsoio è l’agricoltura indu-striale e l’utilizzo di prodotti di sintesi,pesticidi sistemici in primis.Non si può alzare questo calice.Altro che salute!

L’alternativaPer fortuna esistono piccoli produttori diProsecco, posti ai margini di questi mecca-nismi che riescono a proporci buoni pro-dotti. Sono pochi e bisogna cercarli.

a cura della redazione

La monocoltura devastantedel Prosecco

Nel trevigiano il paesaggio storico e rurale è stato cancellato.Impera la coltivazione dell’agrindustria. Che Prosecco beviamo?

Avviso ai lettoriLa rubrica bimestrale “Zolle”di Marco Vilevič non c’è.Il suo autore era legittimamenteimpegnato a curare la campagna.Tornerà.

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SaLUte e beneSSere

il riso, tra i cereali più noti almondo, forma un matrimonio per-fetto con un legume altrettanto

noto, i piselli. Risi & bisi!Piatto tradizionale della cucina veneta,e in particolare veneziana, vicentina everonese per la sua consistenza nontroppo densa né troppo liquida, vieneconsiderato un ibrido tra risotto e mi-nestra. Si gusta con piacere particolar-mente nei mesi invernali e primaverili. Questo goloso abbinamento ha no-tevole virtù salutistiche.

Il risoIl riso è rinfrescante, disintossicante eha un effetto blandamente astrin-gente (se bianco) oppure di stimoloall’evacuazione intestinale (se inte-grale, più ricco di fibre). Le sue proteineverdi, povere di tossine e prive di glu-tine, fanno sì che possa essere consu-mato anche da chi soffre di intolleran-za al glutine e di alcune malattie renali.Per la sua azione blandamente ipoten-siva e diuretica è consigliato nelle ma-lattie cardiache, nell’ipertensione,negli edemi e nelle cirrosi epatiche.

Bianco o integrale? Rispetto a quellobianco il riso integrale contiene il dop-pio di fosforo e manganese, più deldoppio di ferro, il triplo di vitamina B3,il quadruplo di vitamina B1, una quan-tità di vitamina B6 dieci volte supe-riore, il triplo di vitamina E, il doppio dipotassio, una volta e mezza di selenioe zinco. Il manganese è fondamentaleper la produzione di energia, per il rila-scio di ormoni e ha proprietà antiossi-danti. Il contenuto di fibre e selenio riduce ilrischio di malattie intestinali. I fitonu-trienti che lo compongono sono utiliper la prevenzione di malattie cardia-che e degenerative.Grazie a tutte queste proprietà il risointegrale è ritenuto ottimo in caso diinsufficienza renale e di obesità, favo-rendo le funzioni metaboliche. Costi-tuisce inoltre un valido aiuto per ilcontrollo della pressione sanguigna edel colesterolo. La pellicina che ricopreil chicco è ricca di fibra benefica perl’intestino e pare sia anche in grado dicontrastare la formazione di polipi in-testinali.

I piselliI piselli contengono acqua (fino all’80per cento) proteine vegetali (intorno al5,5), fibre (circa il 6,3) e carboidrati (in-torno al 6,5). Nonostante la quantità difibre non sia elevatissima, è sufficientead aiutare l’intestino in caso di stiti-chezza. L’estrema scarsità di grassi li in-dica adatti alle diete ipocaloriche (ipiselli secchi però contengono moltepiù calorie di quelli freschi); possiedonoinoltre importanti proprietà diureti-che. La ricchezza di questi piccoli legumi stanella quantità di acido folico che con-tengono, insieme ad altre vitamine, tracui spicca la C, e ai minerali, soprat-tutto potassio, seguito da magnesio,ferro e calcio, presenti principalmentenei baccelli, che possono essere utiliz-zati per preparare brodi di verdure. La caratteristica peculiare di questi pic-coli legumi è l’estrema versatilità in cu-cina: possono essere assolutiprotagonisti di primi piatti, a base dipasta o riso, di salse e ragù. Possonoaccompagnare pesce e carne, spiccarecome ingredienti fondamentali di torterustiche e sformati, ed essere serviticome contorno o in insalate. Risaltanoin alcune delle ricette regionali più fa-mose e amate, come il citato risi e bisi ole Seppie coi piselli, la classica Insalatadi riso o gli Arancini al ragù. Ma sonoparte anche di ricette internazionalicome la paella, il pudding o il riso allacantonese.

aLiMentaZione Sana di Giacomo bo e nadia damilano bo

Risi e bisi.Piacere e salute a tavola

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SaLUte e beneSSere

L’Erborista consigliaa cura di Manuela Zippo

Come utilizzare questi olii essenzialiMettete alcune gocce di olio essenziale nel diffusore di essenze ponendo quest’ultimo sulla scrivania dove studiate o lavorate.

Origine mitologica dell’alloroDafne (nella lingua greca significa “alloro”) è una delle Naiadi, le belle ninfe che vivevano in fontane, pozzi, sorgenti e ruscelli.

Dafne, bellissima, l’attenzione del dio Apollo che la voleva possedere. Dafne fuggì e supplicò gli dei di salvarla.L’Olimpo ascoltò la sua preghiera. Una corteccia sottile gli si chiuse sul petto, i capelli si trasformarono in foglie,

le braccia in rami, i piedi furono mutati in radici, il suo volto si perse. Solo la sua bellezza splendente rimase inalterata. Divenne un albero di alloro.

Apollo, ormai impotente, decise di rendere questa pianta sempreverde e di considerarla a lui sacra.Apollo era il dio delle arti, della musica, della profezia, della poesia, della medicina, della scienza.

Fu così che l’alloro divenne un segno di gloria da porre sul capo dei saggi, dei grandi poeti, degli scienziati.

Il nobile AlloroL’essenza per l’insegnante

Alloro. Laurus nobilis.Osservando le fronde di questo magnifico albero vengono alla mente immagini di coronesimboli di vittoria, gloria e successo, e non è un caso. Il suo olio essenziale è uno stimolante, dà fiducia nelle proprie capacità e aiuta ad affer-mare la propria volontà. Rappresenta il “governatore”, dona lucidità, coraggio e sicurezza. Permette di governare conciliando la forza e la fermezza con comprensione e tolleranzaÈ l’olio per gli insegnanti e per i leader!

Ha profumo erbaceo, fruttato, fresco, leggermente balsamico.

L’attento BasilicoL’essenza per lo studente

Basilico. Ocimum basilicum.Se l’alloro è l’olio essenziale per gli insegnanti, il basilico è quello per gli studenti. La sua fragranza evoca “la direzione da prendere”. È ottimo per i disordinati, distratti e approssimativi. Aumenta la capacità di concentrazione e mantiene viva l’attenzione sopratutto nel campodelle materie scientifiche. È un olio neurotonico che aiuta ad eliminare la stanchezza mentale.

Ha profumo delicato, fresco, speziato-dolce e leggermente balsamico.

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il cortisone è un farmaco utilizzatoper combattere disturbi che vannodall’asma all’artrite ed è stato il mi-

gliore amico degli atleti per tutto il XXsecolo. Viene prodotto naturalmentedalla ghiandola surrenale e influenza ilfunzionamento della maggior partedei sistemi del corpo. Dalla scopertadelle sue proprietà antireumatiche nel1948, il farmaco è stato iniettato inogni articolazione gonfia, ogni tendineinfiammato, mal di schiena, e doloridel corpo. La natura antinfiammatoriadel farmaco placa il dolore e riduce ilgonfiore articolare, ma ha anche per-messo all’atleta di danneggiare ulte-riormente se stesso di volta in volta.Oggi sappiamo che un’infiltrazione dicortisone interferisce con il processo diguarigione naturale del corpo: quandoi tessuti sono sovraccaricati o lesio-nati, le cellule di quei tessuti rilascianofattori che reclutano vasi sanguigni,cellule staminali e fattori di guari-gione. In questo modo si forma liquidoe il tessuto si gonfia temporanea-mente. Nel corso del tempo, con la fis-sazione di nuovo collagene (la proteinache costituisce la maggior parte delnostro corpo), il tessuto infortunatoguarisce. Il cortisone riduce gonfiore edolore ma arresta il processo di reclu-tamento cellulare, inibendo la guari-gione. Il risultato è che i tessutiindeboliti rimangono in questo statoper un periodo di tempo più lungo, avolte esponendo la persona o l’atleta a

ripetere lesioni o danni permanenti altessuto. Questo farmaco “panacea” seusato troppo spesso o nel posto sba-gliato (come nel tendine di Achille),può causare la rottura o impedire ditornare allo stato pre-infortunio. Diquesti aspetti negativi, le Tendinopatierappresentano un esempio impor-tante. Emblematico è il gomito, dopouna sindrome del tennista, che diventacronicamente dolorante a causa dimicro-lesioni nel tessuto che non rie-scono a guarire. Il tessuto con il tempodiventa cronicamente degenerato edolente. Il cortisone a volte aiuta il do-lore, ma non fa nulla per riparare ildanno e spesso indebolisce ulterior-mente il tessuto inibendo la guari-gione. Troppo spesso è capitato chetendiniti dolorose, dopo cicli prolun-gati di infiltrazioni di corticosteroidi,sfociassero in rotture complete dopopochi mesi dalla fine delle cure. Per for-tuna l’era del cortisone è finita. Lascienza medica (e con essa gli speciali-sti al passo coi tempi) si è resa contoche la migliore risposta al danno tissu-tale è stimolare più fortemente la gua-rigione, per alimentare le cellule chestanno cercando di riparare il danno, edi assumere più cellule “progenitrici” ostaminali per guidare il complesso pro-cesso di guarigione. Questa stimola-zione del tessuto può essere ottenutada una combinazione di un’attenta eprecoce mobilizzazione del tessuto,eseguita da fisioterapisti esperti, e da

precoci esercizi controllati del tessutoe dell’articolazione che stimolano la ri-parazione evitando di irritare la le-sione, e per applicazione diretta diterapie fisiche bio stimolanti (come adesempio le onde d’urto nel caso deitendini)e, a volte, iniettando farmaci osostanze dalla funzione stimolante. Aquesto modo di agire, si unisconoanche “lubrificanti” come l’acido ialuro-nico con fattori di crescita iniettatanelle articolazioni per stimolare la pro-duzione di ulteriore lubrificazione.Specifiche frazioni antinfiammatoriedei fattori di crescita vengono combi-nati per produrre sia il sollievo dal do-lore che la stimolazione dei tessuti(pratica riservata a medici specialisti).Ci sono, naturalmente, momenti in cuila guarigione non si verificherà e il cor-tisone in alcuni casi resta molto utile alivello sintomatico, ma il nostro lavoroè quello di capire come promuovere laguarigione in situazioni difficili e neicasi più semplici.

Dott. Ft. Marco SeginaFisioterapista, direttore del repartoFisioterapia Ortopedica e CoordinatoreScientifico del Poliambulatorio Fisiosan srl

Cortisone:la fine di un’era?

FISIOTERAPIA ORTOPEDICA

❱❱ La bibliografia è stata omessaper motivi di impaginazione.Può essere richiesta all’[email protected]

SaLUte e beneSSere

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SaLUte e beneSSere

avete presente il Mossad, ifamosi servizi segreti is-raeliani? Immaginate di

trasportare un loro agente indietro neltempo di diversi secoli e lontano nellospazio, verso Oriente, sino al Giap-pone. Avrete uno shinobi. Se leggeste idue caratteri che compongono questaparola in sino-giapponese (lettura onyomi) pronuncerete la parola ninja.

Secondo alcune fonti, i ninja eranoparte di gruppi militari cinesi fuo-riusciti dal loro paese verso il Giap-pone, in periodo incerto. Infatti lorometodi si basavano sulla cultura mil-itare cinese continentale. Per appro-fondire consiglio i libri (facilmentereperibili) “L’arte della guerra” di Sun Tzue “36 stratagemmi”.

Nel Giappone feudale, i loro clan si sta-bilirono lontano dai centri abitati, sullemontagne nelle aree di Iga e Koga.Erano raggiungibili, per contatto indi-retto, solitamente in prossimità ditaluni templi. Di alcuni di questi clan cisono giunti i cognomi, uno fra tuttiquello dei Mochizuki di cui abbiamo giàparlato su queste pagine.

Il loro addestramento verteva sutravestimento e spionaggio, infil-trazione per sabotaggio o assassinioe guerriglia, uso di veleni, polvere dasparo e altre curiose (per l’epoca)tecnologie. Il loro modo di vestire incombattimento era mutuato dal cos-tume dei macchinisti di scena del

teatro kabuki, disegnato per sviare l’oc-chio e realizzato in un tessuto che nonfruscia se strofinato.

I ninja venivano assoldati dai daimyo(i “grandi nomi” e signori dellaguerra) per intraprendere quelle at-tività, non propriamente etiche, chel’onore di un samurai impediva.

Raccontano voci non ufficiali, checolui che “gestiva” i ninja per conto diIeyasu Tokugawa (fondatore dell’ultimadinastia di shogun) fu Yagyu Muneyoshi,e proprio lui propose allo stesso Ieyasuil passaggio filosofico da jitsu a do.

Il loro sistema di combattimentonon è mai stato un arte marziale.Come per il kyusho, di cui abbiamo giàparlato, esiste solo il nin-jitsu (il ninja-do esiste unicamente nei fumetti) edera limitato a casi particolari: dove-vano sganciarsi prima possibile, nonappena raggiunto lo scopo ed evitarel’inutile scontro diretto.Oltre a tutta la complessapreparazione tecnica, esistevano lediscipline “spirituali”, un vero e proprio

auto-condizionamento psicologico,per aiutare la forza, la determinazionee l’efficacia del combattente, basan-dosi sulle conoscenze delle sette bud-dhiste esoteriche.

Sede presso un tempio, autonomia as-soluta, studio di molte armi diverse frale quali anche quelle da lancio, strate-gia di combattimento e di fortifi-cazione,”chimica”, medicina orientale,pratiche mistiche del kuji-kiri (simile alkuji-in) sono le caratteristiche della Ka-tori Shinto Ryu. Una certa somiglianzaè innegabile. Tuttavia, per la culturadei giapponesi, gli shinobi non sonomai esistiti, sono solo racconti perragazzi. Eppure spesso il loro nome siè incrociato con fatti, personaggi ebrani di storia del loro paese.

Non sono a conoscenza di gruppi chestudino questo genere di cose nellanostra regione ma (bon gré mal gré)quanto è giunto sino a noi del loro sis-tema di combattimento non è chel’ombra di un passato volutamentenascosto, quando non mistificato. Perfetto resta il paragone con il krav-maga, il sistema di combattimento amani nude usato dal Mossad: c’é il liv-ello militare (letale a mani nude),quello della polizia (efficace ma non fi-nalizzante) e quello per autodifesa,praticabile da chi non è autorizzato ausare la forza se non per legittimadifesa. Pensate che studiando ninjitsuqualcuno possa insegnarvi tecnichedel primo livello ?

arti MarZiaLi di Muzio bobbio

Shinobi

I ninja sono mai esistiti?

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❱ TRIESTE

1-8 sab-sab ingresso libero

Spazio SacroNella cornice delle opere diManuela Marussi, ogni giornodalle ore 18.30 alle 20, al NewAge Center di via Nordio 4,dimostrazioni, esperienze,approfondimenti sui corsi epresentazioni. La mostra in oraridi negozio.

3 lunedì ingresso libero

BenEssere OlisticoConferenza: La MedicinaAyurvedica con RajeshShrivastava alle 20 pressol'Associazione Alabarein via Gatteri 9. Info 392 3935973.

4 martedìBenEssere OlisticoInizia il Corso di MassaggioAyurvedico con Siro Cannarella,durata di 40 ore fino a dicembre,in via Gaterri 9 presso l'Assoc.Alabare. Info 335 6500800.

6 giovedì ingresso libero

Controllo della pelleUna consulente sarà a tuadisposizione per consigliarti lecure di cui la tua pelle habisogno dopo l’estate. Consiglimirati e tanti campioni!Gradito l’appuntamento,tel 040 415277.

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Lezione di provadi Shiatsu!Lezione gratuita, su prenota-zione. Orario: venerdì 07/10ore 20-22, domenica 9/10 ore9.30-11.30. Il corso amatorialeinizierà a metà ottobre.Insegnante: Michela Baf.Info 348 4145514.

10 lunedìCanti, danze sacre,danzaterapiaDanzaterapia, Canti e danzedella tradizione sacra e spiri-tuale, sciamanica, celtica,etnica-popolare delle culture delmondo e di Findhorn;incontri bimensili all’Assoc. Lamin piazza Benco 4;

si organizzano anche per altrescuole, associazioni e perl’infanzia. Con Arleen Sidhe. Info347 2154583,[email protected]

12 mercoledì ingresso libero

Proval’ossigeno-dermoinfusioneProva gratuitamente il metododi ringiovanimento non invasivoe naturale per una pelle subitopiù luminosa e distesa. Prenotala tua seduta allo 040 415277.

13-27 giov-giovCorso PsicoeducazionealimentarePer-corso di Psicoeducazione Ali-mentare: il cibo per il cambia-mento, il cambiamento per ilcibo. Corso teorico-pratico con-dotto dalla Dott.ssa AnnaritaAiuto e dalla Dott.ssa DonatellaDe Colle. Corso articolato in 5 le-zioni a partire dal 13/10, dalle ore18 alle 20 presso Gendai Reiki,via Beccaria 7. Per iscrizioniwww.smileservice.it. [email protected] o 0403481631.

14 venerdìI linguaggi di altri MondiNelle civiltà sovradimensionali epiani sottili esempi d’identità,energia, colore dei suoni, parolee linguaggi, nei diversi stati dievoluzione e di coscienza; ondedi forma, Numeri e codici di luce;Come avvengono i contatti conle facoltà sottili, strumenti natu-rali e artificiali, il Dna e la fun-zione del Cuore; Responsabilità equalità d’informazione. Confe-renza ed esempi con ArleenSidhe, ore 20.30, all’assoc. Lam,piazza Benco 4. Info 347 2154583,[email protected]

15 sabato ingresso libero

Stress ed emozioni- prima parteRabbia, senso di colpa e loroespressioni corporee (bruxismo,gastrite, malattie autoimmuni).Incontro con la dott. S. Piscanecmedico terapia olistica, la dott.B. Toros psicologa psicotera-peuta, la dott. I. Bernardini psi-

cologa psicoterapeuta e con lapartecipazione del dott. RobertoStefani, medico specialista inodontostomatologia alle ore17.30 studio di Corso Italia 21 aTrieste.

16 domenicaIl Sutra del DiamanteLa grande meditazione dellatradizione cinese buddhista.Seminario con Sauro Tronconiper sperimentare un mondonuovo, un uomo nuovo,dimensioni latenti nel nostroessere umani. La vera tradizionedella meditazione è un continuoviaggio nel divenire reale delmondo. Far uscire la mente dal-l’ignoranza produce conseguenzeinaspettate nella nostra vita.Info 328 6358931, 040 575648,www.trieste.espande.it.

20 giovedìCorso di MusicoterapiaCorso di educazione al benessereattraverso la Musicoterapia.Mindfulness sonora. Corsoteorico-pratico di conoscenzadi sé finalizzata al benesserepersonale attraverso l’uso deisuoni. Corso articolato in 4lezioni a partire dal 20/10,dalle ore 18 alle 20 presso GendaiReiki, via Beccaria 7. Periscrizioni www.smileservice.it.Info [email protected] 040 3481631.

20 giovedì ingresso libero

ProblematicheintestinaliConferenza interattiva perparlare con la nostra consulentedi problematiche intestinali,alterazioni della flora battericae tutti i problemi correlati,dalle ore 16. Posti limitati,per prenotazioni chiamarelo 040 415277.

22 sabatoIl Gayatri mantradelle originiOrigini e significato, unamedicina di luce la cui qualitàe modalità vibrazionale crea,guarisce e trasforma; comeattiva benedizioni per sè e il

mondo. Pratiche vocali,sonoree meditative, il cantocanalizzato nel gesto, usocorretto della voce mantrica.Seminario con Arleen Sidhe,Terapeuta del Suono,NadaMantraYoga, dalle14 - 19 all’assoc. Lam,piazza Benco 4. Info 347 2154583,[email protected]

22 sabatoGiornata EsperienzialePrimi passi del craniosacrale:giornata di avvicinamento altocco “neuroaffettivo” comemezzo per incrementare salute econsapevolezza. Dalle ore 10 alle17 conduce Leonarda Majaron.Aperto a tutti. Prenotazioni tel.347 6910549, [email protected]

24 lunedìCorso di MassaggioDecontratturanteCon l’utilizzo dell’olioerborizzato, impareremo unasemplice ma efficace tecnicadi massaggio per allentarele tensioni muscolari,vascolarizzare i tessuti,riequilibrare il sistema nervoso erilassare la mente. Dispensa eattestato finale. 7 lezioni, ognilunedi dalle ore 19.15 alle 20.45.Con Sabrina all’Ass.ne ShantiTrieste, via Carducci 12. Info 3341559187.

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Scopri i sali di SchusslerPrevenzione e pronto soccorsoper l’inverno: scopri i sali diSchussler. Incontro informativoper un un approccio naturalealla cura dei disturbi stagionali.Dalle ore 16.30. Prenota la tuaseduta allo 040 415277.

26 mercoledì ingresso libero

Prevenzione e BenessereRespiro, Presenza e Tocco latrilogia del Benessere.Presentazione di tre incontri perincrementare vitalità, ridurreansia, elaborare emozioni.Leonarda, Michela, Margherita.Aperto a tutti. Ore 19.30 sede dadefinire. Tel.347 6910549-3408404698-349 1633525.

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aPPUntaMenti di ottobre 2016

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SU www.KONRADNEwS.ORG GLI ANNUNCI DI NOVEMBRE ENTRO IL 18 OTTOBRE

❱ TRIESTE

26 mercoledì ingresso libero

Controllodel capello e del cuoioPrenota la tua consulenzagratuita per affrontare iproblemi legati al capello e alcuoio capelluto. Dermatite,caduta, diradamento e forforanon saranno più un problema!Chiama lo 040 415277.

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Proval’ossigeno-dermoinfusioneProva gratuitamente il metododi ringiovanimento non invasivoe naturale per una pelle subitopiù luminosa e distesa. Prenotala tua seduta allo 040 415277.

28 venerdì ingresso libero

Iran 2015... oltre il chadorProiezione a dissolvenzaincrociata a cura di Tullio Conti,alle ore 20.30 presso l’Instituteof Yogic Culture in via SanFrancesco 34. Info 040 635718.

31 lunedìCelebrazione Samaine MeditazioneNell’ambito delle meditazionidi luce per la Terra, partecelebrativa e i messaggi sullaTransizione planetaria relativia questo portale e festa sacradell’anno, vera origine esignificato, come beneficiarnecon le energie specifiche delmomento, e canto sacrodedicato. Con Arleen Sidhe,ore 20.30 all’ assoc. Lam,piazza Benco 4. Info perpartecipare 347 2154583,[email protected]

Incontri con legambientePuoi trovarci ogni mercoledìdalle 18 alle 20 nella sede di viaDonizetti, 5/a (presso il puntoinformativo dei soci di Triestedella Banca Popolare Etica). Cir-colo Verdeazzurro di Legam-biente Trieste. Info 366 3430369,366 5239111, fax 040 9890553,[email protected] -Segui le nostre iniziative su Face-book e su www.legambientetrie-ste.it

Alcolisti anonimiAlcolisti Anonimi ti può aiutare:ci trovi in via Pendice Scoglietto6 Tel.040 577388; in via dei Mille18 Tel. 334 3400231; in via Loren-zetti 60 Tel. 366 3433400; in viaS. Anastasio 14/10 Tel. 3343961763.

Genitorialià: percorsodi gruppoPercorso di gruppo “da due a tre”,a sostegno del passaggio di vitada coppia a famiglia, dal 6 no-vembre all’Albero di Kairos in viaCoroneo 16, Trieste. Info dott.ssaSara Perosa 340 8165789.

Corsodi Qi Gong Armonicoper acquisire alcune tecniche delQi Gong della Ginnastica medicacinese e del Canto Carnatico(=Antico) dello yoga indiano. Ri-lassa, riequilibra la postura,rende più scorrevole l’energia enutre lo stato di Armonia e di Fi-ducia interni. Una lezione diprova gratuita. Ogni lun. ore17.30-19 e merc. 16-17.30 e 17.30-19. Con Sabrina all’Assoc. ShantiTrieste, via Carducci 12. Info 3341559187.

Meditazionidiluceper la NuovaTerraMeditazioni in uno spazio sacrodi co-creazione e guarigione, enel facilitare la Transizione inatto e il salto quantico;seguono iMessaggi di luce in aiuto al cam-bio evolutivo di coscienza dellaTerra: ogni incontro valorizzatonelle energie specifiche del mo-mento, e con canti sacri e suonidi luce a ciò dedicato. Incontri eserate in varie date nell’ arco diogni mese presso sedi associa-tive, uscite esterne, feste sacre edi luna piena. Con Arleen Sidhe,operatrice olistica, terapeuta es-sena e del Suono. Info 3472154583,[email protected]

Yoga del Suonoe Canto ArmonicoRilevamento del proprio Suonofondamentale, note e sinfoniaindividuale; Ri-accordatura delSè, i suoni dei chakra, del corpofisico e dei corpi sottili; i Man-tram; Il Canto Armonico e i so-vratoni cristallini, ed altro.Sedute terapeutiche, lezioni indi-viduali; corsi, terapie di gruppo,laboratori e seminari collettivianche a richiesta; con ArleenSidhe. Info 347 2154583, [email protected]

Slavy GehringConferenza, Dimostrazione pub-blica medianità venerdì 25 no-vembre dalle ore 20 alle 21.30.Corso medianità: sab e dom 26-27 novembre 10-18. Conferenza20 € Corso 220 € posti limitati.Info ed iscrizioni Vera 3891529959, [email protected]

Cure Essene l’Aurae Forme PensieroLe terapie essene sono unamedicina di luce completa edi relazione d’ aiuto; l’Aura coni suoi corpi di luce, memorie,e tanti altri segnali ci rivela lenostre qualità, identità, causee origine di malattie, blocchi e lapresenza di Forme Pensiero;cure relative per ogni malesseree disturbi,riequilibri dei circuitisottili, chakra, emozioni, campiaurici. Trattamenti individuali,gruppi e conferenze conArleen Sidhe, terapeuta essena,formazione certificata conAnne Givaudan. Info 347 2154583,[email protected]

❱ GORIZIA

10 lunedìPalestra Corpo liberoorganizza corso di hatha - rajayoga il lunedi e il mercoledìdalle ore 18 alle ore 19.30e il lunedi dalle 20 alle 21.30e il giovedì dalle 9.30 alle 11con inizio il 10 ottobre pressola palestra Corpo libero a Ronchidei Legionari in via Roma 15.Info 0481 777737, 0481 550041Anna.

10 lunedìAssociazione Spazioorganizza corso di hatha - rajayoga il lunedi dalle 9 alle 10.30dal 10 ottobre nella palestra Spa-zio in via Marega 26 a Lucinico.Info 0481 550041 Anna; corso diqi gong (ginnastica tradizionalecinese) il giovedì dalle ore 17.15alle ore 18.15 dal 6 ottobre nellapalestra Spazio in via Marega 26a Lucinico. info 0481 550041Anna.

❱ UDINE

3 lunedìCorsi Yoga Five ElementsSono aperte le iscrizioni ai corsiYoga. Attivazione martedì 4 ot-tobre. Sono previste più fasceorarie per favorire le svariate esi-genze. Info Gianna Gorza tel.340 2233994, [email protected] - www.sanghaudine.com

5 mercoledì ingresso libero

Prova le Costellazionifamiliarie rimarrai stupito di come que-sto metodo riesce a portare allaluce e a risolvere le dinamiche in-consce che sono all’origine deiproblemi di vita. Ore 20.30, viaS. Rocco 142. Info Giacomo Bo -www.ricerchedivita.it

5 mercoledìCorso RiflessologiaPlantare CineseCorso di 1° livello, in 10 lezioni,tenuto da Marisa Briga pressoSt. Il Fiore D’Oro e st. Waira, ore20-23 in viale Tricesimo 181. InfoMarisa 347 0192721, [email protected]

19 mercoledì ingresso libero

Conosci le CostellazionifamiliariProva in prima persona questostraordinario metodo che risolvei problemi della vita e ridonapace e serenità in famiglia, al la-voro e con se stessi. Ore 20.30,via S. Rocco 142. Info GiacomoBo - www.ricerchedivita.it

21 venerdì ingresso libero

L’arte della bellezzaIncontro aperto per conoscere unpercorso intenso sui temi fonda-mentali della crescita spirituale,nel quale si alterneranno studio,pratica e meditazione, alle ore20.30 in via San Rocco 142. InfoMariella Cipollaro,[email protected]

Krishna Das a Udine!Seminario di Nada Yoga(lo Yoga del Suono) con ilMaestro Krishna Das.Appuntamento imperdibileaperto a tutti, non è necessarioessere praticanti Yoga. Sabato 12e domenica 13 novembre, pressoSangha Udine. Info Gianna 3402233994, [email protected] www.sanghaudine.com -www.krishnadas.it

❱ ESCURSIONI

23 domenicaYoga e naturaEscursione “consapevole”in Slovenia, con praticheyoga proposte da Franco Salvidell’Institute of Yogic Culture.Info e adesioni (per l’organizza-zione!) tel. 040 635718 [email protected]

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Amicolon, è una combinazione sinergica di erbe, fibre naturali di Psillio e vitamina C. Psillio, ottima fonte di fibre, è una pianta che esercita un’azione emolliente e lenitiva sul sistema gastro-intestinale; chiodi di garofano, zenzero e rabarbaro sono alcune delle piante presenti nella formula che insie-me facilitano le regolari funzioni intestinali, così da favorire la pulizia dell’intestino.

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