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KPD (KEYNESIANISMO PER
DAME)
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Il keynesianesimo per le dame (e, soprattutto, per i cicisbei) Capitolo
primo
domenica 2 marzo 2014
Lunga premessa (astenersi piddini, espertoni, e hai-visto-quant-interessante-questo-paper-isti)
giunto il momento di far intuire a Nat, ma anche a tutti i cucciolotti in preda alla famosa
sindrome di Dunning-Kruger (http://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_Dunning-Kruger), quoi a
rime il discorso tecnico che stiamo portando avanti in parallelo, soffermandoci in particolare su
uno dei suoi risvolti pi filosofici e profondi, ma anche pi semplici da formalizzare. Prima, per
vorrei fare una lunga premessa, per mettere un po di ordine nella discussione e per evidenziare il
percorso passato e lauspicabile percorso futuro di questo blog.
Do per scontato che se siete qui avete intuito la differenza fra semplice e banale, il che mi fornisce
una ragionevole certezza di riuscire a interessarvi con quello che sto per dirvi. Do anche per
scontata unaltra cosa: che se siete qui, non vi interessa la cronaca, semplicemente perch,
avendo letto questo articolo(http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/globi/L-uscita-dall-euro-
prossima-ventura-9819) (che numerosi epigoni oggi possono far apparire come scontato), negli
ultimi tre anni avete avuto lopportunit di apprezzare come il ragionamento estremamente
rettilineo in esso svolto interpolasse con buona approssimazione tutti gli infiniti puntini della
cronaca (lesplosione di Marine Le Pen, le tensioni economiche che diventano politiche, laporia
del pi Europa confermata e riconfermata a ogni pi sospinto dallatteggiamento tedesco, i
fallimenti ripetuti dei governi che danno la risposta giusta alla domanda sbagliata, il prevalere
della destra ancorch camuffata da sinistra a causa dellinsistere su politiche di destra, ecc.). La
cronaca quindi mi aspetto che legittimamente vi interessi poco, perch per anticiparla vi bastato
leggere un articolo di economia (essendo questa il motore della Storia).
Quindi voi sapete, come io sapevo e so (e, vi assicuro, non da solo: ripeto, non fatemi migliore di
quello che sono. Ah, come? Perch gli altri che sapevano non parlavano e non parlano? Be, amici,
non fate nemmeno gli altri migliori di quello che sono...).
S, naturalmente ogni tanto ci divertiremo con i QED, ma cosa pu succedere ormai che possa
sorprenderci?
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Io lavevo detto , per quanto puerile, lunico piacere di un economista, e resta inoltre, per
quanto di pessimo gusto, lunico strumento che un economista oggi abbia di affermare la propria
credibilit. Sarebbe bello se er popolo potesse apprezzare la credibilit laddove essa si
manifesta: nello stile. Questo pu capitare a Nat, che ce lo ha anche detto (grazie). Er popolo
apprezza la credibilit dove essa non si manifesta: nella mancanza di stile. Per ogni tanto bisogna
anche farlo contento, er popolo, ma con giudizio. A luglio dello scorso anno dissi che il men
dellanno solare successivo sarebbe stato il crollo dei paesi
virtuosi(http://www.riccardorealfonzo.it/2013_07_01_archive.html). Se mi leggete da un po
sapete che le mie frasi generalmente sono sentenze (Finlandia e Francia peraltro erano gi state
condannate nel libro, porelle...). Ora, andare a scrivere dieci articoli a mano a mano che Francia,
Finlandia, Danimarca, Austria, Belgio, ecc. avranno i loro problemucci mi sembra non solo
ingeneroso, ma, soprattutto, ininteressante.
Ottimo lavoro per i garzoni di bottega.
Io vorrei fare altro, perch da fare c tanto.
La prima cosa da fare, ora che la diagnosi che abbiamo divulgato in Italia condivisa in tutto
luniverso mondo, con la limitata eccezione di un areale stepposo compreso fra via di Tor Bella
Monaca e via Anagnina, e ora che le conclusioni alle quali questa diagnosi inesorabilmente
portava sono diventate
ortodossia(http://www.imf.org/external/pubs/ft/fandd/2014/03/orourke.htm), studiare come
gestire la transizione.
La mia idea di cosa fare dopo lho gi condivisa con voi nelle ultime cento pagine del libro. Non
pretendo, ovviamente, che quella sia la risposta. Visto che cosa faredopo un dato politico, e visto
che personalmente credo (o faccio finta con molta dignit di credere) nella democrazia, accetto
volentieri che del dopo ci possano essere infinite visioni. Se, per il momento, ce n una sola,
perch quelli che fanno finta di criticare ilprima, porelli, per difendere il prima (che quanto loro
interessa) non studiano il dopo (e fanno anche un certo giochetto sporco sul quale non mi dilungo,
perch come finir scritto qui(http://goofynomics.blogspot.fr/2014/03/balzac.html)). Quindi, per
ora, per quanto ne so, la risposta sul dopo contenuta nelle ultime 100 pagine del Tramonto
delleuro rimane lunica sul mercato italiano. Ma si sa, i marziani nel mercato non ci credono, e i
keynesiani credono solo nella domanda. Sar per questo che lunica offerta la mia. Se mi lasciano
il monopolio della verit, ovviamente lo sfrutto, ma, vi assicuro, sar sollevatissimo quando
evolveremo verso forme di mercato pi concorrenziali. Insomma, sul dopo ho la coscienza a posto
e quindi insisto sul fatto che la prima cosa da fare adesso studiare il durante, per limitarne i costi,
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che inevitabilmente ci saranno (con buona pace dei simpaticoni che mi attribuiscono lidea
contraria per motivi scopertamente strumentali). Ci stiamo attrezzando per questo col convegno
del 12 aprile(http://www.asimmetrie.org/quali-scenari-per-leuropa-e-leuro/).
Ma c da fare anche un altro lavoro, un lavoro che a tanti sembrer inutile.
Come siamo arrivati qui?
Ci siamo arrivati per tante vie, ma sicuramente una delle chiavi di lettura pi semplici ma profonde
che vorrei condividere con voi me lha data il preside della facolt di Rouen, parlando di una
doppia tragedia: della cupidigia e dellintelligenza.
Della tragedia della cupidigia abbiamo gi parlato, ad
esempio qui(http://goofynomics.blogspot.fr/2013/12/lezioni-dalla-crisi-perche-il.html). lidea,
non particolarmente originale, che ogni squilibrio finanziario storicamente preceduto da uno
squilibrio distributivo, ovvero, in altri termini, da un capitalismo che non funziona come dice
di voler funzionare (va anche detto che di quello che dice potrebbe anche importarcene poco,
visto che quello che conta sono i risultati...).
Anche della tragedia dellintelligenza abbiamo gi parlato, lultima
volta qui(http://goofynomics.blogspot.fr/2014/02/ponzio-ferrero-e-i-nuovi-farisei.html).Diciamolo
pure: la tragedia dellintelligenza stata il fil rouge di questo blog, quello che, attraverso la
creazione della figura del piddino, inteso come luomo che sa di
sapere(http://goofynomics.blogspot.it/2012/04/la-filosofia-del-piddino-inflazione-e.html),
lantisocratico par excellence, vi ha consentito, una volta approdati qui, di sentirvi qui in unoasi
felice, despicere unde queas alios passimque videre errare atque viam palantes quaerere vitae,
certare ingenio, contendere nobilitate, noctes atque dies niti praestante labore ad summas
emergere opes rerumque potiri, e poi fare il botto, come la zdora, e ora il buon Renzi.
Quindi, se ci siamo detti tutto, che ci dobbiamo dire?
Be (o, per i curdi, bh a proposito, avete mica notato che Word mette delle strane ondine rosse
sotto bh ma non le mette sotto be? Credo sia il caso di interrogarsi su questo interessante
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fenomeno...), be, dicevo, qualcosa da dire rimane. Quelli che dicono che uscire dalleuro non
basta (fondamentalmente per insinuare che io dico che basti) e che ci sar tanto da fare, e che
bisogna vedere come leconomia sar gestita dopo, e via luogocomuneggiando, generalmente non
capiscono, perch non ponno, cosa ci sia effettivamente da fare: c da riconoscere quale sia stata
la pi devastante vittoria della terza globalizzazione.
A me pare che questa sia stata la distruzione, tuttora in corso, della classe media come laboratorio
di coscienza ed elaborazione culturale. Insomma: come hanno fatto a trasformarvi in piddini?
Dovremmo capire come ci sono riusciti, e capire come rovesciare, se possibile, questa tendenza,
che ha fatto di quella che una volta era la classe rivoluzionariapar excellence (la borghesia) una
specie di sottoproletariato lobotomizzato, tutto buonismo cosmopolita e distintivo, il luogo, come
dice Diego Fusaro(https://www.youtube.com/watch?v=P8Kd7l7XThQ), di riproduzione culturale
del capitalismo (molto ben camuffato da luogo di opposizione estetico-sentimentale al
capitalismo, del resto). Non so nemmeno dirvi se in questa follia ci sia stato o meno del metodo, se
sia stato un processo cosciente o meno. Se mi guardo indietro, vedo che il simpatico XIX secolo
stato un primo discrimine. Forse sbaglier, sono in espertone mode on, va da s, ma a me pare
che l il quadrivio sia definitivamente uscito dalla cultura, nella limitata accezione di bagaglio di
conoscenze e di prassi di quello che viene percepito come uomo di cultura. Insomma, dal secolo
dellidealismo che abbiamo ereditato la simpatica idea che luomo di cultura sia uno che io pe lla
matematica nun ce so portato e che me piace tutta a musica, er gezz... (e poi lenumerazione
si ferma l, salvo forse includere la lirica). Ma naturalmente guai a perdersi lultimo romanzo
dellultimo premio Nobel per la letteratura, soprattutto se uzbeko! Culture oblige, sintende (nota
a margine: inutile dire che la critica estetico-sentimentale del capitalismo, oltre che a una difesa
senza s e senza ma delleuro, si nutre di uno sterminato disprezzo verso leurocentrismo... Quello
culturale, va da s, perch quello monetario invece va bene). da quel secolo che abbiamo
dimenticato Cardano e Fibonacci, e fino a l forse potremmo anche rassegnarci, ed anche da quel
secolo che abbiamo imparato a vedere nelle lettere (musica inclusa) la manifestazione del
genio, inteso come un disadattato che parla sentimentalmente alle fibre pi riposte del nostro io
stitico, anzich come una persona che ci fornisce una chiave di lettura della
realt(http://goofynomics.blogspot.fr/2014/03/balzac.html) (e ri-Diego santo subito quando
rivendica il ruolo della filosofia come strumento di lettura del reale: ma tale anche larte, e come
tale non viene pi percepita).
Non so, quelli che dicono decade invece di decennio e domestico invece di interno, quelli che
dicono store invece di negozio (Fausto docet), ma anche le maestre elementari che festeggiano
Halloween, come pure il casting delle ministre di Renzi, e via dicendo, mi sembrano tutti sintomi di
una colossale sconfitta, di un processo di colonizzazione profondo, del tipo di quello del quale
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parlavamo qua(http://goofynomics.blogspot.fr/2014/02/in-memoriam.html) (se seguite la
discussione), ed a questa colonizzazione che dovremmo opporci, semplicemente non
dimenticandoci di essere noi stessi.
Ma cosa siamo noi stessi, i borghesi eurocentrici che leggono libri senza figure, gli eredi
d'Aristotile e di Plato e di molt'altri? Siamo spiriti critici, o almeno ci proviamo. Siamo i figli
bastardi (and proud of it) di una tradizione che ha fatto dellunire i puntini e del non specializzarsi
un motore di conoscenza e di approfondimento. Questo vi piaciuto, no, leggendo il primo
articolo? Il fatto che si univano i puntini.
Non mi pare che a Ovest, n a Est (ma soprattutto a Ovest) ci sia altrettanta capacit, e soprattutto
altrettanto bisogno, di farlo (un esempio qua sotto a proposito dell'UCLA).
Ora mi metto in espertone mode off e torno a parlarvi di quello che so, in un modo tale da farvi
capire cosa centrino le passeggiate aleatorie, e cosa centri un certo modo sentimental-
superficiale di discettare di scienze delle quali si ignora la rava e la fava, e di quanto lapproccio
sentimental-superficiale sia nefasto, dal momento che ci nasconde, disperdendosi in infiniti
dettagli pseudo-tecnici, la dimensione pi profonda della sconfitta che stiamo subendo.
Leconomia keynesiana e leconomia di Keynes
Qualche giorno fa, nel corso di uno dei tanti simpatici quarti dora del dilettante che sono il sale di
Twitter, mi sono imbattuto in questo
articolo(http://www.bankofengland.co.uk/publications/Documents/quarterlybulletin/2013/qb130
306.pdf), scritto da un economista il cui blog era stato incidentalmente citato nel discorso. Senza
entrare (per ora) nei tecnicismi, fin dallabstract mi ha colpito immediatamente una cosa: il fatto
che lautore rivendicasse come proprio contributo originale, e come presupposto per la sua
riscoperta del vero significato di Keynes, lidea che leconomia keynesiana never was about sticky
prices (non ha mai insistito sul concetto di prezzi rigidi, non mai dipesa intrinsecamente da
esso).
Fischia!, ho subito pensato E chi sto gegno!. Allora sono andato a vedere, e ho scoperto che
uno molto bravo (senza ironia alcuna) che insegna alla
UCLA(http://www.econ.ucla.edu/faculty/regular/Farmer.html). Ora, per insegnare alla UCLA devi
avere un PhD statunitense (di norma), il che significa che molto probabilmente non ti sei laureato
alla Sapienza. Ecco, il problema proprio l. Perch la Sapienza, quando era la Sapienza, era un
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ambiente cos culturalmente vivo, con insegnanti cos stimolanti e disponibili, che poteva capitare
che perfino uno come me, al quale leconomia non interessava, e che diversificava il portafoglio
dei propri interessi fra letteratura (40%), musica (40%) e gnocca (20%, ma sarebbe inutile dirlo),
fosse spinto a leggersi la Teoria Generale, anche se non era in nessun programma, e perfino
Leijonhufvud(http://www.amazon.it/On-Keynesian-Economics-Keynes-
Monetary/dp/0195009487), anche se non era in nessunissimo programma. Alla Sapienza,
insomma, lidea che leconomia di Keynes non fosse un caso particolare
delleconomiamainstream (quello nel quale i salari sono
rigidi(http://www.econ.brown.edu/fac/Peter_Howitt/publication/Dalloz.pdf)), si respirava con la
polvere dei gessetti, e come questa di restava nei polmoni, quella ti si incrostava nel cervello.
Mai, venendo dalla Sapienza, avresti pensato a Keynes come a
un Walras(http://fr.wikipedia.org/wiki/L%C3%A9on_Walras) a prezzi rigidi, e mai avresti chiamato,
se non per convenienza, modello keynesiano la sintesi neoclassica di Samuelson, Hicks, Hansen,
e Modigliani (per dirne alcuni). Sempre e solo, rigorosamente, modello IS/LM.
Ora, definire chi sia stato Keynes un compito interessante, ottimo per passare un pomeriggio in
una mansarda del 10eme arrondissement, quando lo strappo al polpaccio ti sconsiglia
una promenade, e questo perch palesemente un compito impossibile, un po come costruire un
veliero in una bottiglia tappata, per il semplice e buon motivo che nemmeno Keynes riuscito a
definirsi. Ci sono opere di Keynes il cui titolo una domanda che lautore rivolge a se stesso, e la
cui risposta lo stesso autore non riesce a trovare se non per esclusione
(esempio(http://www.adelphi.it/libro/9788845925085))! piuttosto paradossale (s, lo so, oggi si
direbbe ironico... Sar cos per le prossime decadi, la nostra lingua domestica sta cambiando,
ma ironico in italiano si usa in un altro modo...), piuttosto paradossale che ci siano cos tante
persone che sanno cos bene chi sia uno che di se stesso non sapeva chi fosse! O forse no. Non
detto che un artista sappia esattamente cosa sta facendo: forse lo sanno meglio gli altri.
Linterpretazione autentica ha un senso nel diritto, ma non credo ce labbia in altre manifestazioni
del pensiero.
Comunque, oggi capire chi Keynes diventato importante, perch, come dire, ognuno ha il suo
Keynes, e ognuno lo denigra a propria guisa. Orientarsi, anche se, per quanto detto sopra,
impossibile, purtroppo necessario, quindi proviamoci insieme.
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I nostri amici marziani, si sa, detestano in Keynes quello che riuscito a tenere insieme i cocci del
capitalismo. Loro aspettano, fiduciosi, la palingenesi, e il fatto che ci sia uno al quale in qualsiasi
momento si pu ricorrere per rinviarla proprio non gli va gi. Quindi Keynes de destra, e nel
frattempo teniamoci leuro che fa esplodere le contraddizioni del sistema e affratella algonchino e
samoiedo. Ne abbiamo parlato.
I nostri amici meinstrim (main stream), in versione Alesina o Giannino, hanno interessi diversificati
ma convergenti nel banalizzare Keynes come uno che vuole risolvere tutto con la spesa pubblica
improduttiva, uno che vede solo la domanda e non lofferta, uno che crede nellefficacia delle
politiche anticicliche, che invece creano problemi di time consistency (lunga promessa con
lattender corto), amplificano il ciclo economico, ecc. Meglio le regole fisse che le regole di
feedback per gestire un sistema complesso come quello economico, tanto pi che il modello
keynesiano non scientifico perch non costruito su fondamenti assiomatico-deduttivi solidi (di
questo parliamo dopo).
I nostri amici neokeynesiani, a loro volta, trovano questo pensatore che non ha scritto molte
formule sia metodologicamente vetusto, sia un po polveroso. Insomma: ricordate le parole di
Keynes che vi ho citato tante volte, quelle sul successo delleconomia neoclassica (lui la chiamava
ricardiana):
That it reached conclusions quite different from what the ordinary uninstructed person would
expect, added, I suppose, to its intellectual prestige. That its teaching, translated into practice, was
austere and often unpalatable, lent it virtue. That it was adapted to carry a vast and consistent
logical superstructure, gave it beauty.
La bellezza e il prestigio intellettuale, insomma, il potersi divertire con un po di matematica, e il
potersi dire che si scienziati. Ecco: questo Keynes ai keynesiani non lo offriva. E i neokeynesiani
hanno rimediato, nel modo che vedremo.
Partiamo per da un principio molto keynesiano: quello di definire Keynes come lui si definito,
cio per esclusione. Facciamo quindi lipotesi che Keynes non sia (fosse) un economista main
stream, e del resto nemmeno un marxista, e proviamo a definire cosa siano oggi gli
economisti main stream.
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Il main stream (nella sua vulgata, non necessariamente nelle sue punte pi avanzate) si basa
fondamentalmente su tre principi.
Il primo che il sistema dei prezzi sia un meccanismo di coordinamento efficiente delle azioni
individuali. Lipotesi sottostante che gli individui siano interessati al proprio tornaconto e siano
altrimenti scoordinati (mi riferisco ovviamente al caso classico, quello di mercati concorrenziali,
perch altrimenti il coordinamento, soprattutto dal lato dei produttori, diventerebbe ovviamente
unopzione da considerare; esempio: comportamento collusivo tramite accordi di cartello. S, lo so
benissimo che il mondo invece fatto cos, ma qui stiamo parlando dei principi...). Sono i prezzi, e
solo loro, a realizzare il miracolo di convogliare tutti questi atomi economici verso la
realizzazione di un bene comune, perch i prezzi convogliano tutta e sola linformazione
necessaria a prendere decisioni razionali.
Il secondo principio lindividualismo metodologico. La chiave per interpretare i fenomeni
economici, anche nella loro dimensione collettiva ed aggregata, lo studio del comportamento
individuale. In altre parole, per prevedere come si comporteranno i consumi della nazione, devi
partire dallo studio del comportamento di un singolo consumatore, una specie di italiano medio
che in economia si chiama agente
rappresentativo(http://en.wikipedia.org/wiki/Representative_agent). Questo modus operandi ti
permette di microfondare (si dice cos) il ragionamento macroeconomico, cio di richiamare le
dinamiche degli aggregati macroeconomici allagire del singolo operatore, il che, si suppone, rende
questo ragionamento pi scientifico e anche pi attendibile, in quanto rinvia a parametri
profondi (e, per ipotesi, invarianti) dellanimo umano e delle tecniche produttive, anzich a
semplici regolarit statistiche che possono essere smentite dai dati. Insomma: il fatto che in un
paese in media gli individui consumino il 60% del proprio reddito non pu essere utilizzato per
stimare cosa succeder al consumo se aumenta il reddito, perch questa regolarit statistica
potrebbe essere perturbata dalle reazioni dei consumatori alle politiche fatte per stimolare il
reddito (critica di Lucas(http://en.wikipedia.org/wiki/Lucas_critique)). Lunico modo sicuro per
sapere cosa succede in risposta a una politica economica (di solito, nella risposta delmainstream,
niente), entrare nella testa del consumatore rappresentativo, dandone una rappresentazione
assiomatica, e deducendone more geometrico le reazioni agli stimoli esterni.
Il terzo principio che gli individui agiscono razionalmente, il che significa sostanzialmente due
cose: la prima che hanno una funzione obiettivo ben definita (una funzione di profitto, se sono
imprenditori, o di utilit, se sono consumatori), cio una legge che associa un risultato monetario
(profitto) o psicologico (utilit) a ognuna delle loro infinite possibili scelte, e che conoscono questa
legge (per cui sanno come massimizzarla). Il secondo che, visto che cosa fare oggi dipende anche
da cosa succeder domani, gli individui sono dotati di aspettative
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razionali(http://en.wikipedia.org/wiki/Rational_expectations), ovvero, formano le loro previsioni
sul futuro sulla base di tre elementi:
(i) la conoscenza esatta e completa di tutte le informazioni rilevanti disponibili al momento della
decisione;
(ii) la conoscenza esatta della struttura vera del sistema economico (che quindi si suppone data
come fatto di natura, e come tale scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi,
ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi impossibile a intenderne umanamente parola
era pisano, ma era tanto un bravo ragazzo...);
(iii) la conoscenza esatta della distribuzione di probabilit di tutti gli elementi futuri incerti, cio
della distribuzione di probabilit di variabili aleatorie quali il prezzo del petrolio fra un mese, il
tasso di interesse della Fed fra una settimana, il verificarsi del Big one in California, ecc.
Insomma: la fortuna cieca, la sfiga ci vede benissimo, ma lagente razionale ci vede anche meglio.
In termini tecnici, le aspettative razionali sono il valore atteso (o speranza matematica) di una o
pi variabili di interesse (prezzi, ad esempio), condizionata a tutte le informazioni
disponibili, comprese quelle sulla struttura esatta del modello.
Che vuol dire condizionata? Vuol dire: valore atteso calcolato conoscendo una serie di
informazioni.
Aspettative razionali, mercati efficienti e prezzo delle attivit
Detto cos, sembra una cosa complicatissima, e spesso lo diventa, ma se avete fatto da bravi i
compiti a casa vedrete che ci capiremo subito, con un semplice esempio.
Partiamo dai due principi: il prezzo convoglia tutte le informazioni disponibili e le aspettative sono
razionali.
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Cosa significa che le aspettative sono razionali? Non significa che la previsione fatta oggi del prezzo
di domani necessariamente coincider con il prezzo di domani. Significa per che qualsiasi
scostamento da questa previsione sar imprevedibile a priori. Se io avessi oggi un elemento che mi
permette di prevedere che domani mi sbaglier... be, evidentemente rivedrei la mia previsione in
modo da non sbagliarmi!
Quindi Pt+1 = E(Pt+1|It) + et+1 cio: il prezzo al tempo t+1, ovvero Pt+1, per definizione uguale
alla previsione che faccio oggi, con le informazioni disponibili in t, cio con It, pi un
errore et+1 totalmente imprevedibile. Attenzione, non sto dicendo una totale banalit. ovvio che
il prezzo di domani sar sempre uguale alla previsione che ne faccio oggi (quale essa sia) pi un
errore. Ma se la previsione razionale, lerrore sar imprevedibile, esattamente come il lancio di
una monetina. Esattamente come se ora lancio testa, questo non mi dice nulla sul fatto che dopo
esca croce, se oggi mi sbaglio per eccesso, ci non mi dice nulla sul fatto che domani io possa
sbagliare per difetto.
(...tecnici: l'errore un white noise, certo...)
Cominciate a vedere il nesso con questa
storia(http://goofynomics.blogspot.fr/2014/02/passeggiata-aleatoria-1.html)?
Riflettiamo su un altro punto. Il prezzo convoglia tutte le informazioni che permettono agli agenti
economici di raggiungere un equilibrio, e riflette appunto il risultato di questo equilibrio,
determinato da comportamenti razionali. Ora, visto che per definizione, nel
modello mainstream (un modello walrasiano con aspettative razionali) gli individui sono sempre in
equilibrio e il prezzo riflette questo loro equilibrio, cosa potr far cambiare il prezzo? Ma
semplice: il manifestarsi di un evento inatteso e totalmente imprevedibile (altrimenti, se fosse
stato previsto, sarebbe gi stato incorporato nel prezzo). Non so, per dire: arriva uno tsunami e ti
frigge un reattore nucleare, nessuno se lo aspettava e le azioni della societ esercente scendono.
Altri esempi ve li potrete facilmente immaginare da voi.
Ora, se il mercato efficiente, i prezzi sono un veicolo efficiente di comunicazione di tutte le
informazioni disponibili e quindi, per definizione, il prezzo di oggi gi incorpora tutte le
informazioni che abbiamo (se cos non fosse, lo cambieremmo). Ne consegue che la nostra
migliore previsione del prezzo di domani appunto il prezzo di oggi, cio cheE(Pt+1|It) = Pt.
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Mal di testa? Dai, so che sembra assurdo, ma gli economisti ragionano cos. Come ho fatto a
capitarci in mezzo? Eh, una lunga storia, ve la racconto unaltra volta. Da piccolo volevo fare il
musicista(http://www.brilliantclassics.com/articles/p/pergolesi-cantatas-and-concertos/)...
Quindi, mettiamo insieme i pezzi.
Primo pezzo: per la definizione di razionalit, il prezzo di domani sar uguale alla nostra previsione
pi un errore imprevedibile (il lancio di una monetina):
Pt+1 = E(Pt+1|It) + et+1
Secondo pezzo: per la definizione di efficienza, il prezzo di oggi incorpora gi tutte le informazioni
rilevanti per prevedere il prezzo di domani, tranne quelle assolutamente imprevedibili (le news):
E(Pt+1|It) = Pt
Mettendo insieme, ricaviamo che se gli agenti sono razionali, e se i mercati sono efficienti,
succeder che i prezzi si muovano in questo modo:
Pt+1 = Pt + et+1
Notate bene. Questo appunto il modello vero dellevoluzione del prezzo se sono vere le ipotesi
di partenza (efficienza del mercato e razionalit). Notate anche che il modello vero, se usato
appropriatamente (cio conoscendo la distribuzione di probabilit dellerrore, e in particolare
sapendo che esso in media nullo), ci fornisce la previsione giusta. Infatti:
E(Pt+1|It) = E(Pt + et+1|It) = Pt + E(et+1) = Pt
(dove nel primo passaggio ho sostituito la definizione di Pt+1, nel secondo ho sfruttato il fatto che
al tempo t Pt mi noto e quindi non devo prevederlo calcolarne il valore atteso e nel terzo
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passaggio ho sfruttato il fatto che la previsione condizionata dellerrore uguale a quella non
condizionata ed zero cio il fatto che sapere che lultima volta uscito testa non mi dice
nulla sul fatto che al prossimo lancio possa uscire croce).
Questo modello dei prezzi appunto una passeggiata aleatoria unidimensionale. Si passa da oggi a
domani attraverso un incremento (un "passo") totalmente aleatorio, imprevedibile:
Pt+1 - Pt = et+1
Ve piace? Siete abbastanza masochisti? E questo solo linizio...
Ora, srotoliamo allindietro il grande rotolo del creato del quale Giacomo il
fatalista(http://fr.wikipedia.org/wiki/Jacques_le_fataliste_et_son_ma%C3%AEtre) parla al proprio
padrone. Qui dovreste prendere carta e matita, perch se lo fate a mente vi viene il mal di testa, lo
so. Per dai, prendetelo come un esercizio: vi tiene la mente fresca.
Applichiamo quella che chi dice decade chiama recursivit, e chi dice decennio chiama
ricorsivit (...visto dove sta londina rossa, amico? Dai, su, prova anche tu a parlare italiano:
allinizio fa un po male, ma poi bellissimo...), e chiediamoci: ma se Pt+1= Pt + et+1, allora Pt a
cosa uguale?
Be, evidentemente il prezzo in Pt sar uguale alla previsione che ne avevo fatto in t-1 (cio al
prezzo in t-1) pi lerrore fatto in t:
Pt = Pt-1 + et
E se sostituisco questa espressione nellespressione del prezzo in t+1? Succede questo:
Pt+1 = Pt-1 + et + et+1
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Sapete i bambini quando a tre anni chiedono Perch?. Ecco. Ma il prezzo in t-1 a cosa sar
uguale? Ovvio:
Pt-1 = Pt-2 + et-1
E se lo sostituisco nella prezzo in t+1? Facile!
Pt+1 = Pt-2 + et-1 + et + et+1
Dai, ancora una e poi basta: e il prezzo in t-2 a cosa sar stato uguale?
Pt-2 = Pt-3 + et-2
E quindi il prezzo in t+1? Eccolo:
Pt+1 = Pt-3 + et-2 + et-1 + et + et+1
Ci siamo? Se andiamo indietro con questo ragionamento, ci rendiamo conto che il prezzo ad oggi
sar in effetti la somma di tutti gli errori di previsione passati (lanci della monetina), pi una
condizione iniziale P. Facciamo per il momento lipotesi che il mercato sia iniziato cento giorni or
sono, cio che abbiamo accumulato cento errori: vedrete che il vostro prezzo ad oggi sar una
cosa del tipo:
Pt = P + et-100 + et-99 + ... + et-1 + et
E abbiamo cos ritrovato un nostro vecchio
amico(http://goofynomics.blogspot.fr/2014/03/passeggiata-aleatoria-1ter.html), la somma di 100
(o 50000) lanci di monetine.
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Ci siamo? Il prezzo di un asset finanziario la somma di tutte le news (errori imprevedibili)
passate, le incorpora, non le dimentica, e queste ne determinano gli andamenti a tratti tendenziali
(con rotture di tendenza, ecc.).
S, insomma, per metterla in termini tecnici: la teoria dei mercati efficienti dice che i prezzi
dovrebbero seguire una passeggiata aleatoria.
E con questo vi ho dimostrato che una passeggiata aleatoria, in realt, de destra, perch la
traduzione in linguaggio matematico del modello che incorpora le due ipotesi cruciali del
turboliberismo: lefficienza dei mercati, e la razionalit delle aspettative.
Bene, per oggi basta cos.
Poi vi dimostrer che la passeggiata aleatoria anche de sinistra, non vi preoccupate...
Epilogo
Torniamo al nostro discorso, cio al keynesianesimo per le dame e i cicisbei, ovvero al nostro
tentativo di definire Keynes per ci che non (aiutandovi cos a districarvi nella folla dei vari
Keynes la carte proposti nel dibattito da scienziati pi o meno consapevoli di cosa successo
negli ultimi 2000 anni).
Cosa abbiamo imparato su Keynes? Onestamente... non lo so!
S, adesso mi ci manderete, lo so, e farete bene. Ma meglio uno che vi dice non lo so piuttosto
che uno che nel 2013 si accorge che Keynes non tutto prezzi rigidi e distintivo!
Aspettate, mettiamo insieme i pezzi.
Intanto, cerchiamo di capirci su una cosa. Quando i neoclassici dicono che i mercati sono efficienti,
ci stanno dicendo che essi fanno un uso efficiente dellinformazione. A Keynes invece interessava
capire se i mercati fanno un uso efficiente del risparmio. Ora, il problema proprio questo: a me
pare che Keynes sostenga che fare un uso efficiente dellinformazione non significa
necessariamente fare un uso efficiente del risparmio, mentre mi pare che
essere mainstream significhi credere che fare un uso efficiente dellinformazione coincida
necessariamente con il fare un uso efficiente del risparmio, cio convogliarlo verso gli impieghi pi
produttivi (astenersi quelli che Bagnai linvestimento che crea il risparmio: s, lo so, poi per il
problema : una volta che il risparmio lhai creato, dove lo metti? mal posta la domanda?).
Inutile ricordarvi il fatto che la coincidenza fra uso efficiente dell'informazione e uso efficiente del
risparmio stata autorevolmente
smentita(http://www.ecb.europa.eu/press/key/date/2013/html/sp130523_1.en.html). Ecco, credo
di essere riuscito a darvi un'intuizione tecnicamente pi profonda della famosa frase: "financial
market did not perform according to the theory".
Alla razionalit degli agenti (pi esattamente: di certe classi di agenti, non di tutti gli agenti, come
nel modello mainstream) ci credeva anche Keynes, ve lo ricordate? Qui il riferimento il capitolo
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che vi ho citato tante volte, fin dallinizio della nostra strada
insieme(http://goofynomics.blogspot.fr/2011/11/keynes-vs-tabellini.html). Provate
a rileggerlo alla luce di quello che ci siamo detti oggi. Secondo voi, per Keynes, i prezzi seguono
una random walk?
Io unidea ce lavrei, e secondo me il punto fondamentale del suo ragionamento rimane questo:
(4) But there is one feature in particular which deserves our attention. It might have been
supposed that competition between expert professionals, possessing judgment and knowledge
beyond that of the average private investor, would correct the vagaries of the ignorant individual
left to himself. It happens, however, that the energies and skill of the professional investor and
speculator are mainly occupied otherwise. For most of these persons are, in fact, largely
concerned, not with making superior long-term forecasts of the probable yield of an investment
over its whole life, but with foreseeing changes in the conventional basis of valuation a short time
ahead of the general public. They are concerned, not with what an investment is really worth to a
man who buys it for keeps, but with what the market will value it at, under the influence of mass
psychology, three months or a year hence. Moreover, this behaviour is not the outcome of a
wrong-headed propensity. It is an inevitable result of an investment market organised along the
lines described. For it is not sensible to pay 25 for an investment of which you believe the
prospective yield to justify a value of 30, if you also believe that the market will value it at 20 three
months hence.
(4) C una caratteristica che merita particolare attenzione. Si potrebbe supporre che la
concorrenza fra professionisti esperti, dotati di capacit di valutazione e informazioni che vanno
oltre quelle dellinvestitore privato medio, possa correggere le stravaganze che lindividuo
ignorante lasciato a se stesso commette. Tuttavia capita che le energie e le abilit degli investitori
e speculatori professionisti siano per lo pi impiegate in altro modo. Il motivo che la maggior
parte di essi, in effetti, per lo pi non si preoccupa di fare previsioni migliore sul probabile
rendimento di un investimento in tutta la sua vita futura, ma di prevedere variazioni nella base
convenzionale di valutazione (NdT: se leggete il capitolo, vedrete che coincide abbastanza col
nostro concetto di attesa razionale) lievemente prima di quanto lo faccia il resto del pubblico. Loro
non si preoccupano di quanto varr effettivamente linvestimento per chi lo fa per mantenerlo, ma
quale ne sar il valore di mercato, per effetto della psicologia di massima, a tre mesi o a un anno di
distanza (NdT: oggi anche a un quarto dora). Per di pi, questo comportamento non il risultato
di una propensione a perseverare nellerrore. linevitabile risultato di un mercato organizzato
secondo le linee descritte sopra (NdT: quelle che ancora reggono i moderni mercati borsistici).
Perch non sarebbe sensato pagare 25 per un investimento dal quale ci si aspetta che possa
rendere ricavi tali da giustificare un prezzo pari a 30, se per si crede anche che fra tre mesi il
mercato lo valuter 20.
E la mia conclusione che: per Keynes i prezzi seguono una random walk (anche se lui non
lavrebbe mai detto cos, nonostante fosse un probabilista), ma questo indica per lo pi luso
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efficiente dellinformazione "sbagliata", quella di breve, e non quella di lungo termine. Il
neoclassico, viceversa, questo non lo ammetter mai, per un motivo ideologico, e anche per un
motivo tecnico, cio perch il gran rotolo del creato pu essere srotolato anche in avanti, non solo
indietro.
Ad esempio:
Pt+2 = Pt+1 + et+2
e quindi la nostra previsione efficiente due passi avanti sar:
E(Pt+2|It) = E(Pt+1 + et+2|It) = E(Pt+1|It) + E(et+2|It) = Pt
Insomma: siccome il prezzo di dopodomani (t+2) quello di domani (t+1) pi un errore
imprevedibile, e la previsione migliore del prezzo di domani quello di oggi, non c' differenza fra
l'aspettativa a breve e quella a lungo termine. Se parti dallipotesi che sai (unipotesi un po
piddina, nest-ce pas?), anche quando non lo sai, sallo! Laspettativa a lungo termine coincide con
quella a breve (come si potrebbe anche far vedere ragionando su altri modelli di asset pricing).
Una cosa molto panglossiana e molto utile per stupire mamme, fidanzate e dottorande. Dopo ci
sarebbe da ragionare su tante cose, ma ora veramente basta. Ho piet non di voi, ma di me...
(...e questo solo linizio...)
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Il keynesianesimo per le dame (e, soprattutto, per i cicisbei) Capitolo
secondo: "elasticity pessimism"
venerd 1 agosto 2014
Riprendo qui un ciclo (uno dei tanti all'interno di questo blog) avviato con questo intervento
KPD1(http://goofynomics.blogspot.it/2014/03/il-keynesianesimo-per-le-dame-e.html), del quale
potrebbe essere utile a qualcuno rileggere la premessa. La premessa, in buona sostanza, che qui
state facendo con me, perch potete farlo solo con me, un'operazione un pochino pi complessa e
raffinata del mostrare i muscoli perculando il piddino di turno, attivit alla quale si dedicano con
sterile successo su Twitter i cucciolotti affetti dalla sindrome di Dunning-Kruger, per lo pi usando
con grande sicumera due o tre imparaticci che gli son rimasti appiccicati passando da qui. State
facendo qualcosa di pi, e non solo perch qui, come molti di voi hanno pi volte rimarcato, avete
trovato una famiglia, non solo perch avete trovato la possibilit di approfondire a un livello
professionale pochi semplici ma essenziali concetti tecnici, non solo perch avete trovato qui un
luogo di acquisizione e scambio di informazioni che non ha evidentemente uguali nel panorama
italiano...
[a proposito, giacch ne stiamo parlando, vi ricordo che anche quest'anno sarebbe il caso che
vincessimo quella competizione truccata che il Macchia Nera Italian Awards. Dico truccata
perch evidente che considerare "blog" il Sole 24 Ore non ha alcun senso. Ma verr il giorno in
cui saremo primi assoluti - cio primi non solo fra i veri blog - nonostante il trucchetto. Intanto vi
ricordo di andare sul loro sito e nominare Goofynomics almeno come miglior sito di
economia(http://www.macchianera.net/2014/06/19/mia14-macchianera-italian-awards-2014-1-
prima-scheda-di-votazione-il-red-carpet/). Potete scegliere solo altre tre categorie, non pi di
tre, nelle quali nominarci, e credo che educational sarebbe un'altra categoria adeguata. Poi la
Provvidenza ci penser lei, purch opportunamente aiutata dai vostri clic. Volete fare il partito?
Bene, allora non perdete questa occasione di dimostrare che esistete...]
...ma anche perch qui avete potuto avviare un discorso critico sui fondamenti culturali della crisi
che stiamo vivendo, grazie al contributo di amici come Fusaro e Barra Caracciolo, e grazie alla
vostra e mia multidisciplinariet. Questa non una cosa da trascurare, perch, vedete, ormai lo
avete capito: il problema rovesciare un frame, cosa pressoch impossibile se non se ne
individuano e non se ne minano i pilastri. L'euro, e pi in generale l'attuale percorso di
integrazione europea, un processo istituzionale totalmente illogico, e non solo sotto il profilo
economico. Ma occorre una lettura trasversale per portare certe contraddizioni ad emergere.
un'attivit divertente, come sottolinea Jun Ker:
Jun Ker ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "La corruzione fra realt e chiacchiere"(
http://goofynomics.blogspot.com/2014/08/la-corruzione-fra-realta-e-chiacchiere.html):
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Vero, non cambieranno mai idea, ma metterli di fronte alle loro contraddizioni e vederli
contorcersi nella morte della logica l'attivit pi divertente dei miei ultimi due anni... godo come
un riccio a fagli vedere che i dati dicono il contrario di quello che pensano, o che essi stessi si
contraddicono 3 volte in una frase... ahhh quale estasi dei sensi quando non sanno che pesci
prendere XD
Postato da Jun Ker in Goofynomics alle 01 agosto 2014 15:26
ma anche, e soprattutto, un'attivit proficua, perch ci permette di riportare senso nel
nonsenso. Considerate ad esempio quanto ci ha raccontato Nat:
Nat ha lasciato un nuovo commento sul tuo post " la flessibilit, bellezza... (MMT vs. Phillips)"(
http://goofynomics.blogspot.com/2014/07/e-la-flessibilita-bellezza-mmt-vs.html):
Bellissimo post. Mi piace quando fa un po' di debunking. Che poi, anche a livello empirico (dove mi
trovo francamente pi a mio agio), una cosa talmente evidente, per chi lavora in un'azienda
(anche la migliore delle aziende, non una critica): talmente evidente che sei pagato
esattamente quanto basta per tenerti l, e che se fuori nessuno si sogna di cercarti (perch ci sono
a spasso decine di persone che fanno il tuo lavoro...) quello che continua a bastare esattamente
quello che ti danno (se non di meno, nei casi peggiori tipo "contratti di solidariet"). una
considerazione di tale buon senso, che quanto pi sei ricercato tanto pi sei pagato (ai bei tempi,
chi non ha visto i pi bravi ricevere un aumento perch non se ne andassero?). adesso, che non
se ne va pi nessuno, e se osi lamentarti, perch per esempio il carico di lavoro aumenta
costantemente, normale sentirsi rispondere "Ma non li leggi i giornali?"; cos come evidente
che le persone assunte a tempo determinato, i lavoratori "flessibili", hanno tutt'altro per la testa
che andare a chiedere un aumento di stipendio... Insomma sembra una considerazione di tale
buon senso che la disoccupazione sia inversamente correlata all'inflazione e che la flessibilit sia
perfetta per contenere gli stipendi...
Eppure qualche tempo fa, uno degli amici pi marxisti che ho (mi definisce "un'immacolata
coscienza borghese", qualsiasi cosa ci per lui significhi), quando gli ho chiesto se non gli veniva
qualche dubbietto sull'euro (di cui uno strenuo difensore) pensando alla tragedia di 25 milioni di
disoccupati in Europa con un'inflazione cos bassa, mi ha spiegato con sussiego che la curva di
Phillips era stata da tempo confutata da Milton Friedman...
Postato da Nat in Goofynomics alle 31 luglio 2014 01:30
Ecco: questo marxista imbecille (le due cose non necessariamente coincidono, mal'intersezione
non nulla come credevo prima di aprire questo blog), questo perfetto, compiuto, sesquipedale
coglione, che pur di difendere l'euro, cio un progetto classista di difesa del capitale finanziario
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internazionale, si trova d'accordo con il padre dei Chicago boys (senza che nemmeno gli passi per
la capa che se Friedman che era tanto amico di Pinochet era cos nemico della curva di Phillips
forse un nesso c'era...), questo completo inetto politico, che senza nemmeno rendersene conto
fornisce supporto ideologico (per i motivi spiegati qui(http://goofynomics.blogspot.it/2014/07/e-
la-flessibilita-bellezza-mmt-vs.html)) a quei governi tecnici che poi va in piazza, magari, a far finta
di contestare ragliando qualche luogo comune, ecco, relitti umani di questo tipo, e sono tanti, e
sono ovunque, credo vi diano la misura del perch essenziale non limitarsi alle autocompiaciute
schermagliucce tecniche su Twitter o al bar dello Sport, ma occorre approfondire, risalire le
correnti carsiche del dibattito in corso, tornare indietro, mettere le cose in prospettiva. Solo cos si
potranno capire, e se del caso disprezzare, oppure perdonare, ma in ogni caso confutare, certi
atteggiamenti che molto spesso sono assunti dall'imbecille di turno per mero riflesso pavloviano.
Non c' altra spiegazione, se non questa, un po' canina, per spiegare come mai un marxista
dovrebbe prendere per buona l'analisi di Friedman (1968)!
Oggi vi volevo parlare (rapidamente, che mi aspetta l'osteria, quindi ho 30 minuti), di un
argomento attinente.
Volendo schematizzare il dibattito economico come confronto fra "neoclassici" e "keynesiani",
sempre schematizzando potremmo dire che l'attrezzo principale dei neoclassici il modello di
equilibrio economico generale, e quello dei keynesiani il modello IS/LM. I due modelli, nella loro
forma pi semplice, hanno in comune alcune caratteristiche non da poco: ad esempio, sono
entrambi statici, cio sostanzialmente atemporali, nel senso che non descrivono il processo di
raggiungimento di un equilibrio (e quindi non indicano se e come e in quanto verr raggiunto:
indicano solo se c'). Ma certo le differenze sono pi delle analogie.
Nella versione pi semplice del modello di equilibrio economico generale (EEG) lo scopo del gioco
vedere come un insieme teoricamente infinito di "agenti economici" dotati di una quantit
iniziale (al limite nulla) di un insieme estremamente ampio di beni realizza i propri scambi, in
un'economia di baratto, in modo da massimizzare la propria utilit. Esempio: se siamo in due, io
ho solo pane e tu solo prosciutto, chiaro che ci sono i margini per uno scambio vantaggioso (ed
anche chiaro che il modello atemporale, altrimenti, a meno che non ci sia una terza persona che
ha anche acqua, dopo un po' le cose si mettono male).
L'enfasi tutta sulla scelta del corretto rapporto di scambio, cio del prezzo relativo fra due beni.
Attenzione: vi ho detto che siamo in un'economia di baratto, nel senso che lo scambio
teoricamente avviene in modo diretto: io ti do il pane, e tu mi dai il prosciutto. Ma ben diverso
se per un etto di pane mi dai un etto o mezz'etto di prosciutto. Nel primo caso il prezzo relativo del
prosciutto 1, nel secondo 1/0.5=2 (il prosciutto "costa" relativamente di pi in termini di pane,
e per questo motivo ne ottengo un po' di meno). Quindi un prezzo teoricamente c', ma definito
non in termini monetari, assoluti (3.5 euro al chilo il pane, 7 il prosciutto - e mi tengo basso!),
bens relativamente a un bene scelto come "numerario". Nell'esempio sopra riportato il numerario
il pane.
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Questo modello ha molti problemi e una caratteristica. I problemi sono evidenti: completamente
irrealistico (le nostre economie non sono di baratto, non si capisce come una persona possa
acquisire e trattare informazione immediata su chi ha quello che gli serve e come scambiarlo in
modo vantaggioso, ecc.). La caratteristica, per, che le quantit sono date, e quindi quello che
"regna" nel modello l'aggiustamento dei prezzi (relativi).
Da qui l'equazione neoclassicolibberistachicagoboybrutto = aggiustamento di prezzo.
Ok, i pi addentro possono andare a prendersi l'aperitivo, perch gi sanno dove voglio andare a
parare (molti colleghi mi leggono e qualcuno me lo dice).
Nel modello keynesiano lo scopo del gioco del tutto diverso. La versione banale di questo
modello, il modello IS/LM, considera rigidi i prezzi (abbiamo visto nella puntata precedente che
questa affermazione ideologicamente orientata), e analizza un'economia aggregata composta da
due mercati: il mercato dei beni, dove si considera solo l'aggregato complessivo e quindi la
domanda e l'offerta aggregata (non quella di pane e quella di prosciutto: quella di pane pi
prosciutto pi acqua pi candele pi sedie pi... ovviamente aggregate con un opportuno sistema
di prezzi che non interessa al modellista), cio, di fatto, il modello invece di essere a infiniti beni,
come l'EEG, a un solo bene: il Pil. Mancano quindi infiniti meno uno cio infiniti beni, ma c' una
cosa importante che nel modello EEG non c': la moneta. Lo scopo del gioco vedere per quali
combinazioni di domanda interna e tasso di interesse i due mercati sono in equilibrio, nel senso
che tutto il prodotto viene domandato, e che la moneta messa in circolazione dallo Stato soddisfa
le esigenze degli agenti economici (e quindi non ci sono pressioni sui tassi). Questo pu succedere
per un livello di reddito compatibile con la piena occupazione, o inferiore (come adesso), o anche
superiore, almeno concettualmente (nel qual caso tutti fanno gli straordinari). Il modello serve
quindi come base per definire politiche economiche, a differenza del modello EEG la cui unica
lezione : lasciate che tutti facciano come gli pare e che l'informazione circoli in modo efficiente, e
poi il teorema di Kakutani ci penser lui(http://en.wikipedia.org/wiki/Kakutani_fixed-
point_theorem). Nel modello keynesiano, invece, siccome i prezzi non variano, quello che si muove
per trovare la quadra la domanda aggregata, che il governo pu stimolare attraverso la spesa
pubblica, o attraverso la politica monetaria (nell'ipotesi che se riesce a far scendere i tassi gli
imprenditori facciano pi spesa per acquistare beni capitali, i cosiddetti investimenti fissi lordi).
La cosiddetta "sintesi neoclassica" sostanzialmente consiste nel ritenere che il modello corretto sia
quello IS/LM nel breve periodo, quando i prezzi non hanno modo di aggiustarsi, mentre l'EEG sia
una metafora corretta di quello che potrebbe succedere nel lungo, quando saremo tutti morti.
L'istinto di conservazioni quindi suggerisce implicitamente una graduatoria nella rilevanza dei due
modelli. L'attacco neoclassico scatenato da Milton Friedman nel 1968, al grido di "vietato vietare"
(che era lo slogan del sessantottini a Chicago come a Parigi - cosa sulla quale giustamente insiste
Diego...), dal punto di vista tecnico consisteva sostanzialmente nell'imporre alla professione (con
l'aiuto dell'oscillazione a destra del pendolo della storia) l'idea che il modello EEG fosse corretto
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anche nel breve periodo. Cerchiamo di capirci: un keynesiano "ortodosso" anni '60 credeva
nell'efficacia delle politiche economiche, ma falchi alla Modigliani, tuttavia, vivevano pur sempre
nell'idea che s, ci fosse il ciclo economico, s, si doveva e poteva far qualcosa per contrastarlo,
MA
il mondo era comunque neoclassico nel lungo periodo. Il modello IS/LM era un buono strumento
per la gestione del breve periodo, del ciclo economico, ma il legislatore lungimirante avrebbe
dovuto poi prendere a paradigma per politiche di ampio respiro lo schema neoclassico (e quindi
liberalizzar, privatizzar...).
Con questo grosso "ma" i Chicago boys si nettarono le terga, portando avanti l'assurda, ma
tecnicamente avvincente, idea che il ciclo economico fosse un fenomeno di equilibrio,
perfettamente spiegabile dal modello EEG in presenza di shock aleatori. Il che, in buona sostanza,
significava che quando il ciclo era basso e tu eri disoccupato, eri contento, perch, anche se non te
ne eri accorto, in realt avevi scelto tu di sostituire lavoro con tempo libero.
Ah, no?
E allora perch non hai accettato un salario reale pi basso?
Vi ricordate il trotzkista e il liberista(http://goofynomics.blogspot.it/2013/02/dixit-dominus-il-
trotzkista-e-il.html)? S, il tronfio coglione francese coautore di... non ve lo dico altrimenti capite
chi , che discettava sull'elasticit dell'offerta del lavoro al salario reale, prima di farsi asfaltare dal
mio amico A.? Di che stava parlando? Di questo, appunto! Del tasso al quale noi sostituiamo
lavoro con tempo libero a seconda del livello del salario.
Ovviamente era un liberista di sinistra.
Attenzione, per, perch qui arrivo al punto (sto finendo il tempo...). Avrete capito che nella
mente dell'economista mediano si incrosta questa fottuta scoria: aggiustamento di prezzo =
neoclassico, aggiustamento di reddito = keynesiano.
La cosa non ha molto senso, basata su una visione caricaturale non solo del mondo (ci potrebbe
stare), ma anche dei modelli, nei quali, credetemi, c' molto di pi (motivo per il quale sono utili),
ma tant': che tu sia "de destra" o "de sinistra", ti microchippano con questa fottuta
semplificazione in testa.
Ovviamente, se sei "de sinistra" la declini come aggiustamento di prezzo = neoclassicochicagoboy
brutto. Se sei "de destra" la declini come aggiustamento di reddito =
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spesapubblicaimproduttivastamparemonetacomal'argentinabrutto.
Una cosa che non sapevo, e che ho imparato dalla mia attivit di divulgazione, che ci sono
sempre almeno due modi di essere idioti, dei quali almeno uno di destra e almeno uno di sinistra.
Da qui una serie di interessanti dettagli, sui quali vi illumino partendo da un'idea molto semplice: il
problema principale, universalmente ammesso, del cambio fisso che impedisce o comunque
rallenta l'aggiustamento di prezzo relativo fra beni nazionali e esteri (questo prezzo relativo, a
livello aggregato, si chiama tasso di cambio reale).
Ora, mettetevi nella testa di un keynesiano, quindi di uno "de sinistra". Quale sar il suo
ragionamento?
aggiustamentodiprezzo=chicagoboybrutto quindi l'aggiustamento di prezzo non deve
contare (non: non conta, che sarebbe scienza: non deve contare, che ideologia), quindi i flussi
commerciali sicuramente non rispondono alle variazioni dei prezzi relativi, il che rende inutili gli
aggiustamentidiprezzochicagoboybrutto, e quindi l'euro ce lo teniamo, perch se non ci fosse
potrebbero avvenire s degli aggiustamenti di prezzo, ma siccome a questi io non ci credo perch
sono keynesiano, allora mi tengo l'euro perch credo (apoditticamente) che adottandolo non si
rinunci a nulla.
Giuro! La pensano cos. Io mi son sentito dire in pubblico, a una conferenza: "Non credo che
rimuovendo l'euro risolveremmo i problemi perch da keynesiano devo credere che gli
aggiustamenti di prezzo non siano rilevanti". Freghete, frate'!
Da qui una serie di piccoli dettagli che fanno la delizia dell'intenditore. Perch quando De Cecco mi
ha presentato a Cipollone della World Bank ha detto "Questo Bagnai che dice le stesse cose della
destra americana ma qui in Italia passa per il capo dei rivoltosi"?
Ma perch per De Cecco, che keynesiano, l'idea che ci possano essere aggiustamenti di prezzo e
quindi che l'euro ci faccia danno "de destra". Vedete quanti piccoli dettagli spiegano, le correnti
carsiche delle quali vi parlavo?
E ovviamente, nella stima delle equazioni del commercio, quale sar l'atteggiamento di un
keynesiano "de sinistra"? Sar quello di ritenere che l'elasticit ai prezzi relativi sia piccola, sar
cio il cosiddetto elasticity pessimism, il pessimismo verso le elasticit (soprattutto di prezzo) che
caratterizz un certo dibattito nei lontani anni '60. Quel pessimismo era infondato: lo
dice Gandolfo nel suo manuale, stavano semplicemente usando dei metodi di verifica sbagliati, ma
poi la tecnica andata avanti. I risultati pi recenti (e ve ne ho citati tanti e tanti altri ve ne citer,
incluso il modello di a/simmetrie ieri felicemente "chiuso") dicono che le elasticit di prezzo
contano, e aprono a un certoelasticity optimism (Imbs era lo scorso anno a INFER2013).
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Ma, e qui chiudo, c' un dettaglio beffardo che rende controproducente questo atteggiamento
ideologico, come tutti gli atteggiamenti ideologici. Nell'adottare la prospettiva
aggiustamentodiprezzochicagoboybrutto certi keynesiani di risulta in realt avvalorano il
principale capo d'accusa dei neoclassici verso il lavoro di Keynes: quello di aver fatto un bel
compitino all'interno del quadro dell'EEG, semplicemente lasciando fissi i prezzi. Se i prezzi si
muovessero, tutti troverebbero lavoro (accettando un salario pi basso): quindi, caro Maynard,
che ci avresti detto? Lo sappiamo anche noi che condownward wage rigidity c' disoccupazione
involontaria. Invece Maynard ha detto una cosa pi complicata e pi fondamentale, che per
viene regolarmente negletta e buttata in caciara anche grazie all'apporto fondamentale dei
"keynesiani" per i quali "io sono keynesiano quindi i prezzi non sono importanti quindi l'euro non
un problema".
Dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi Iddio...
(chi non ha capito a cosa serve questo post vergine. Chi lo ha capito non avr parole per
ringraziarmi, e comunque anche se le scrivesse sar difficile che io possa leggerle prima di qualche
ora: me ne vado all'osteria coi mastini e il prof. Santarelli a festeggiare il modello. E voi meditate,
gente, meditate...)
(segnalazioni di refusi gradita: non ho tempo di rileggere)
25
Il moltiplicatore e i parvenus (il keynesianesimo per le dame - Capitolo
terzo)
Luned, 11 agosto 2014
Nessuno contesta il diritto di chicchessia di avere ambizioni politiche, intese nel senso specifico di
ambizioni ad una propria carriera politica personale, cio di ambizioni a pervenire. In democrazia
l'elettorato attivo e passivo elargito a piene mani a chiunque, e va in generale visto come un
dato estremamente positivo che al secondo (l'elettorato passivo, cio la facolt di farsi eleggere e
cos pervenire a qualche carica politica) aspirino persone competenti.
Come sarebbe bello se chi, in una democrazia, chiamato a svolgere un ruolo, avesse almeno le
basi tecniche elementari per capire in quale ambito tecnico sta svolgendo la propria azione, cosa
pu e cosa non pu realizzare coi mezzi a disposizione, quali proposte sono razionali e quali
demagogiche!
Accade per, purtroppo, con sconcertante e deplorevole, per quanto non sorprendente,
regolarit, che nel dibattito attuale chiunque abbia esplicite o implicite, manifeste od occulte
ambizioni a pervenire, sistematicamente distorca i pi elementari contenuti tecnici della materia
della quale esperto, creando unvulnus estremamente grave al processo democratico, il quale
vorrebbe che chi chiamato a svolgere l'elettorato attivo (cio a votare), fosse, se non informato,
almeno non disinformato.
Purtroppo non cos: chi vuole pervenire, nell'attuale regime, parte dall'operare una sistematica
disinformazione degli elettori, al punto che ormai esiste un indicatore assolutamente efficace, con
margini di errori risicatissimi, che consente di capire istantaneamente se qualcuno (ad esempio un
mio collega) animato unicamente da un'ossessiva brama di pervenire per realizzare un proprio
obiettivo (appunto: pervenire), piuttosto che obiettivi collettivi (ad esempio: farci uscire dalla
crisi): basta verificare su un libro di testo se sta dicendo una sesquipedale cazzata.
una sesquipedale cazzata asserire che le importazioni non dipendano dal reddito, ad esempio,
ma non di questo che voglio parlarvi. Voi fate la spesa, e sapete quale percorso ad ostacoli sia
oggi, in un supermercato, comprare italiano, quando anche si abbiano i soldi per poterselo
permettere (materia della quale gli aspiranti pervenuti abitualmente non difettano)!
Oggi vorrei illustrare, a beneficio di chi non lo sa e di chi crede di saperlo, qualcosa di pi basilare:
il funzionamento della pietra angolare del modello keynesiano: il moltiplicatore del reddito.
Vorrei cominciare col ricordarvi una cosa piuttosto semplice, ma che abitualmente sfugge. In
un'economia di mercato si produce per vendere, non si pu vendere se nessuno acquista, e non si
pu acquistare se non si hanno soldi.
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Dal primo punto (si produce per vendere, cio per conseguire un reddito) deriva una ovvia
conseguenza: il prodotto aggregato di una nazione coincide con il suo reddito aggregato, cio con
la somma dei redditi percepiti da chi detto prodotto (consistente di beni e servizi) ha contribuito a
porre in essere. Dal secondo punto (non si pu vendere se nessuno acquista) deriva un'altrettanto
ovvia conseguenza: il reddito aggregato coincide con la spesa aggregata, e quindi lo stesso
prodotto nazionale pu essere calcolato (e viene calcolato) dai due lati: lato produzione (come
somma dei valori aggiunti settoriali) e lato spesa (come somma delle spese dei vari operatori). Dal
terzo punto (non si pu acquistare se non si hanno soldi - propri o altrui, tramite l'accesso al
credito) deriva un'altres ovvia conseguenza: la spesa aggregata esprime la domanda aggregata di
un'economia, cio la domanda solvibile, quella che si traduce in capacit di spesa. In un'economia
di mercato i pii desideri (ad esempio: il desiderio di scorrazzare in Porsche e andare a troie che in
molti casi costituisce il sostrato etico dell'ambizione a pervenire) si chiamano "domanda
nozionale", e non si misurano, perch i sentimenti, ahim o per fortuna, non si misurano. Si misura
la spesa, perch la spesa "so' ssordi", come direbbe un romano.
Sintesi, e procedendo per moto retrogrado: in economia la domanda aggregata misurata dalla
spesa aggregata che coincide con il reddito aggregato cio con la produzione aggregata.
Dal che deriva che chi vi vuole far decrescere vuole che guadagniate di meno, e che chi ha
"distrutto domanda interna" vantandosene alla
CNN (https://www.youtube.com/watch?v=LyAcSGuC5zc)ha distrutto spesa, cio reddito, cio
produzione effettiva.
Cos, tanto per capire di cosa stiamo parlando.
Attenzione: ho detto "produzione effettiva". La produzione posta in essere si tramuta in reddito
ecc. Ovviamente non detto che questa produzione coincida con quella potenziale, con quella che
gli economisti, a seconda dei contesti, chiamano "capacit produttiva" o "Pil potenziale", cio con
la produzione che sarebbe teoricamente possibile porre in essere dati i macchinari, le
infrastrutture, e la popolazione in et lavorativa esistente.
Se si in recessione, con impianti sottoutilizzati, con persone a spasso, il Pil potenziale sar
evidentemente superiore a quello effettivo: sarebbe possibile produrre di pi, ma non lo si fa.
Perch? Perch si diventati pigri? No: perch se si producesse non si venderebbe.
Mi spiego meglio.
Contabilmente il prodotto aggregato effettivo coincide per definizione con reddito e spesa
aggregata (a meno di dettagli coi quali non vi annoio, che contano per lo zero virgola).
Ma economicamente il prodotto aggregato effettivo, i beni e servizi effettivamente posti in essere,
possono essere vincolati o dal lato dell'offerta (non si pu produrre di pi perch non si hanno
abbastanza macchine o lavoratori), nel qual caso il Pil effettivo coincide con quello potenziale e si
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in piena occupazione, o dal lato della domanda (non si pu produrre di pi perch nessuno
compra), nel qual caso il Pil effettivo inferiore a quello potenziale e si ha disoccupazione.
Sintesi: in recessione il prodotto vincolato dal lato della domanda.
Conseguenza: in condizioni di recessione parlare di riforme dal lato dell'offerta intempestivo in
termini economici. per molto tempestivo in termini politici: i lavoratori la cui capacit
contrattuale e in generale di organizzazione politica sbriciolata dalla crisi accetteranno con
minori difficolt riforme effettuate nell'interesse del capitale, soprattutto se proposte loro da un
cioccolataio "de sinistra" proveniente dal contado (il prossimo che dice che fiorentino lo mando
al diavolo, che incontreremo pi avanti...).
Lasciamo per il lato politico e torniamo a quello economico. In condizioni di recessione, con
capacit produttiva inutilizzata e prodotto vincolato dalla domanda, il modello pi adeguato per la
definizione del prodotto/reddito/spesa nazionale un modello che considera appunto la
domanda, cio la spesa.
Tale il modello keynesiano, nel quale il prodotto, Y, viene modellizzato in termini delle
componenti di spesa.
Per farvela molto ma molto breve, mi limiter in quanto segue a considerarne solo due: la pi
importante quantitativamente, i consumi, C, e il resto, che possiamo chiamare spesa autonoma, A,
nella quale quindi confluiscono le spese degli imprenditori (investimenti fissi), del governo
(consumi collettivi), del resto del mondo (esportazioni nette). Sto, per semplificare, astraendo dal
fatto che anche queste componenti dipendono dal reddito. A differenza degli aspiranti pervenuti,
per, io so bene che non cos, e vi dico, mentre adotto questa semplificazione a mero scopo
didattico, che non cos. In particolare, le esportazioni nette dal reddito dipendono, e come! Ma
per il momento faremo finta di no.
Quindi nel modello keynesiano il prodotto dato da questa semplice relazione:
Y = C + A
Prodotto = Consumi + Spesa autonoma
Offerta aggregata = Domanda aggregata
Reddito aggregato = Spesa aggregata
...insomma: leggetela un po' come vi pare, le letture sono equivalenti, e occhio: il senso di questa
relazione che il membro di destra (la spesa, la domanda aggregata effettiva) vincola, e quindi
causa, quello di sinistra (il prodotto, l'offerta, il reddito).
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Tanto per capirci e per stabilire subito una differenza: nel modello neoclassico invece il prodotto
determinato dal lato dell'offerta, come Y = f(K, L) (cio: il prodotto funzione di, dipende da,
capitale e lavoro). Questo sar anche vero in termini potenziali, ma quando la disoccupazione
sopra il 10% le condizioni potenziali sono lontane.
Chiara la differenza di approccio?
Domande? (le fate sotto)
Stante il fatto che il prodotto vincolato dal lato della domanda, chiaro che basta aumentare la
domanda, cio la spesa, e aumenta il prodotto. Esempio: se in un'economia i consumi aggregati
sono 75 e la spesa autonoma 25, quanto sar il prodotto/reddito/offerta?
Sar Y = 75 + 25 = 100.
(se state usando un Pc con Windows, ravanando nel men principale trovate una calcolatrice...).
Ma se lo Stato decide di spendere un euro in pi, la spesa autonoma (che comprende anche quella
dello Stato) passa da 25 a 26. E allora a quanto andr il prodotto/reddito/offerta?
Andr a Y = 75 + 26 = 101
(anche tu economista grazie a CEPU).
Visto che miracoli si ottengono abolendo l'ottusaausterit, l'austerit brutta e cattva che la
Germagna ci sta imponendo perch tanta tanta invidiossa, signora mia?
Finisce qui? Andiamo a casa?
Eh, no, non finisce qui. Comincia qui. Cio: qui finisce il ragionamento delle comari euriste che si
stanno attestando su quella che vi avevo detto sarebbe stata la loro estrema difesa
(http://goofynomics.blogspot.it/2013/12/audizione-informale-alla-commissione.html): dare la
colpa a un giocatore (la Germania) anzich alle regole del gioco (l'euro).
Comincia per la parte pi interessante del discorso. Perch, vedete, dopo l'intervento pubblico la
collettivit nazionale ha un euro in pi in tasca. E cosa ci fa?
Il discorso che Keynes svolge nel capitolo VIII, paragrafo III
(http://www.marxists.org/reference/subject/economics/keynes/general-theory/ch08.htm) della
Teoria generale noto ai tecnici:
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The fundamental psychological law, upon which we are entitled to depend with great confidence
both a priori from our knowledge of human nature and from the detailed facts of experience, is
that men are disposed, as a rule and on the average, to increase their consumption as their
income increases, but not by as much as the increase in their income. That is to say, if Cw is the
amount of consumption and Yw is income (both measured in wage-units) Cw has the same sign
as Yw but is smaller in amount, i.e. dCw/dYw is positive and less than unity.
Ovvero: chi si trova qualche soldo in pi in tasca, tender ad incrementare i propri consumi, ma
non si spender tutto il reddito aggiuntivo, un po' ne risparmier. La propensione (marginale) al
consumo, cio il rapporto fra l'incremento dei consumi e quello del reddito, sar quindi positiva
(sarebbe negativa se pi guadagni meno spendi), ma compresa fra zero e uno (sarebbe maggiore
di uno se ogni volta che guadagni un po' di pi ti indebitassi, o vendessi attivit finanziarie o reali,
per spendere pi di quello che hai guadagnato).
Ora, siccome normalmente non succede che a ogni aumento di stipendio ti vendi un
appartamento per andare in vacanza alle Seychelles (propensione al consumo maggiore di uno), e
non succede nemmeno che a ogni aumento di stipendio sostituisci nella tua dieta la carne con la
cicoria per mortificare il tuo corpo (propensione negativa), accade che la propensione al consumo
compresa fra zero e uno.
Sempre in virt del programma "anche tu economista", vi segnalo che gli economisti questo
discorsetto lo riassumono in una semplice formula:
C = cY
(ve la faccio moooolto semplice), dove C sono i consumi, e c (minuscolo) la propensione al
consumo.
Ne consegue che, ad esempio, se in un'economia il reddito aggregato 100, e la propensione
marginale al consumo 0.75, i consumi aggregati saranno:
C = 0.75 x 100 = 75
(per i tecnici: certo che in questo caso MPC coincide con APC. Problemi?)
E quindi, se il reddito passa da 100 a 101, i consumi cosa fanno? Diventano:
C = 0.75 x 101 = 75.75
Facile, no?
Per...
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Per...
Houston, abbiamo un problema! Quando sopra abbiamo detto che se lo Stato spendeva 26 il
reddito andava a 101, lo abbiamo affermato sulla base del seguente ragionamento: aumenta la
spesa autonoma, quindi:
Y = C + A = 75 + 26 = 101
Dov' il problema? che abbiamo tenuto fermo (un economista direbbe: considerato esogeno) C,
il consumo aggregato, cio abbiamo fatto come se aumentando il reddito lui, il consumo, non
aumentasse! Ma le cose non stanno cos! All'aumentare del reddito il consumo aumenta, quindi
dire che il reddito aumenta solo fino a 101 quando la spesa pubblica aumenta di 1 inappropriato,
perch non tiene conto di cosa succede al consumo privato.
Voi direte: "Ah, s, ce n'eravamo dimenticati, per basta poco, che cce vo? Ora sappiamo che i
consumi passano a 75.75, quindi in effetti il reddito finale sar 101.75!"
Bravi polli! Ma il livello di consumi 75.75 calcolato considerando un reddito di 101! Se il reddito
invece 101.75, chiaro che i consumi saranno diversi, pi alti!
Il fatto che il modello composto da due equazioni:
C = cY
Y = C + A
e queste due equazioni sono simultanee (anche tu econometrico grazie a CEPU), nel senso che per
sapere quanto vale C devi sapere quanto vale Y, ma per sapere quanto vale Y devi sapere quanto
vale C.
A questo punto ci sono due strade, quella breve (per gli esperti) e quella lunga (per gli inesperti).
Strada breve: la forma ridotta (astenersi diversamente algebristi e passare al paragrafo successivo)
La strada breve chiara: per sapere quale sar l'impatto finale di un aumento della spesa
autonoma sul reddito, cio l'impatto che tiene conto di tutte le retroazioni via consumi, basta
risolvere algebricamente il modello di due equazioni. Si pu fare per sostituzione, e la cosa pi
ovvia sostituire l'equazione di comportamento (quella del consumo) nella condizione di
equilibrio (l'identit offerta=domanda, reddito=spesa). Otteniamo:
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dove l'ultima equazione la forma ridotta del reddito. Dicesi forma ridotta di un modello
un'equazione nella quale una variabile endogena (incognita) dipende solo da variabili esogene
(note e controllabili). I coefficienti della forma ridotta sono detti moltiplicatori, e quindi 1/(1-c) il
moltiplicatore (keynesiano) del reddito, che naturalmente, nelle ipotesi che stiamo facendo, vale:
Quindi il moltiplicatore quattro. La forma ridotta del reddito pertanto ci dice che:
nel nostro modello (o nella nostra economia, se il modello giusto) il reddito pari a quattro volte
la spesa autonoma, per cui se la spesa autonoma 25, il reddito/prodotto/spesa/domanda pari
a 100, e se la spesa autonoma aumenta a 26 (cio aumenta di 1), il
reddito/prodotto/spesa/domanda diventa pari a 104 (cio aumenta di 4). Guarda caso, l'aumento
del reddito pari al moltiplicatore (4), moltiplicato per l'aumento della domanda autonoma (1):
4 = 4 x 1
Ci siamo capiti.
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Strada lunga: il raccontino (non astenersi algebristi)
C'era una volta un politico che voleva risolvere la crisi. Il Pil era in caduta libera, e lui non sapeva
proprio cosa fare. Per raccogliere le idee, and a fare una passeggiata. Mentre era sprofondato nei
suoi pensieri, gli si fece davanti un petulante marmocchio dalla voce fastidiosamente blesa.
"Poitico? Poitico, mi senti?"
Il politico, infastidito per essere stato distolto dalle sue cogitazioni, avrebbe voluto dargli un calcio
sui denti, ma era appunto un politico, e quindi disse:
"Bel bambino, cosa posso fare per te?"
"Ccusa, poitico, pecch fai autteit butta ottusa attiva?"
"Eh?"
"S, autteit bbutta della Germagna! Pecch a fai?"
"Ma, non so, hai qualche altra proposta?"
"Ccusa, poitico, ma tu devi fimmae i efendum, devi die no autteit butta attiva, e poi devi fae a
manova eppansiva di un peccento di Pil"
"Dici che funziona?"
"Eccetto che unziona! Pe quetta ppesa pubbica a devi fae su podotti nazionali, devi aiutae la
piccoa e media impesa, senno non unziona..."
Il politico, che ormai era alla frutta, anche per evitare di sentire l'insopportabile voce blesa del
petulante e incompetente marmocchio, torn nel palazzo, e gli diede retta: aument la spesa
pubblica dell'1% del Pil, cio di uno, visto che il Pil era uguale a 100 (ancora per poco), portando la
spesa autonoma da 25 a 26. Dando retta al petulante marmocchio, us questo miliardo per fare
investimenti, e, fottendosene delle regole europee che non glielo avrebbero consentito, acquist
solo macchinari italiani, e diede appalti per opere pubbliche solo a imprenditori italiani.
Il reddito, sull'istante, aument per definizione da 100 a:
101 = 75 + 26
Questo miliardo aggiuntivo di spesa corrispondeva quindi a prodotto italiano e a redditi italiani. Gli
italiani lo incassarono, e siccome la propensione al consumo era pari a 0.75, del nuovo miliardo
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0.75 (il 75%) venne speso in consumi.
Come vennero spesi questi 0.75? Be', l'operaio dell'imprenditore italiano and dal fornaio, e
compr 0.75 di pane.
L'aumento di reddito/spesa quindi fu:
1 + c = 1 + 0.75 = 1.75
cio l'aumento iniziale di 1 (a ppesa pubblica bbona bbella che isovve tutti i pobbemi), pi 0.75
(l'incremento endogeno di spesa dato dai consumi dell'operaio).
Ma... Il reddito del fornaio era aumentato di 0.75! E il fornaio aveva anche lui una propensione al
consumo. Quindi di questo nuovo reddito ne spese quanto? Ma s, il 75%, cio 0.75x0.75= 0.5625.
Come vennero spesi questi 0.5625? Be', il fornaio and dal lattaio, e compr 0.5625 di latte.
L'aumento di reddito quindi fu di:
1 + c + c x c = 1 + 0.75 + 0.5625 =2.3125
cio l'aumento iniziale di 1 (a ppesa pubblica bbona bbella che da sola isovve tutti i pobbemi), pi
0.75 (l'incremento endogeno di spesa dato dai consumi dell'operaio), pi 0.5625 (l'incremento
endogeno di spesa per consumi del fornaio).
Ma... Il reddito del lattaio era aumentato di 0.5625! E il lattaio aveva anche lui una propensione al
consumo. Quindi di questo nuovo reddito ne spese quanto? Ma s, il 75%, cio 0.75x0.5625 =
0.421875.
Come vennero spesi questi 0.421875? Be', il lattaio and dal tabaccaio, e compr 0.421875 di
fiammiferi (potrebbero tornare utili, perch come sapete io non sono un economista eretico: sono
un economista inquisitore).
L'aumento di reddito quindi fu di:
1 + c + c x c + c x c x c = 1 + 0.75 + 0.5625 + 0.421875
cio l'aumento iniziale di 1 (a ppesa pubblica bbona bbella che da sola isovve tutti i pobbemi), pi
0.75 (l'incremento endogeno di spesa dato dai consumi dell'operaio), pi 0.5625 (l'incremento
endogeno di spesa per consumi del fornaio), pi 0.421875 (l'incremento endogeno di spesa per
consumi del lattaio).
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Ma...
BASTAAAAAAAAA! CI HAI FATTO DUE PALLE CON QUESTA STORIA! E CHE ? ALLA FIERA DELL'EST?
ABBIAMO CAPITO!"
Gentile lettore, mi perdoni per averla tediata, ma... mi consenta: la colpa non certo mia! Se lei
non fosse diversamente algebrista, saremmo gi arrivati alla morale della favola...
Comunque: lo avrete capito: una iniezione iniziale di spesa autonoma provoca successivi aumenti
endogeni della spesa per consumi, ognuno dei quali il cx100% (nel nostro caso, il 75%) del
precedente, per cui la somma di tutti gli aumenti di spesa, quello iniziale e quelli successivi, una
cosa del tipo:
Insomma: i successivi aumenti endogeni di reddito (i consumi dell'operaio, del fornaio, del lattaio,
del tabaccaio, del carrozziere, del dentista,...) procedono in progressione geometrica, perch
ognuno spende solo una frazione del reddito avuto dal precedente, e quindi la loro somma la
somma di una progressione geometrica, cio, rectius, una serie geometrica convergente, che poi
l'unica serie che tutti voi sicuramente avete studiato (perch lo si fa prima della scuola terziaria).
Dice: "Ma se l'aumento di spesa due?" E che gli fa? Cambia il fattore di scala, ma non la ragione
della serie, e quindi succede questo:
1/(1-c) (la serie geometrica) resta il fattore per il quale moltiplicare l'incremento di spesa iniziale
(uno, due, quattro virgola sette, quello che ) per ottenere il totale degli incrementi di
spesa/reddito/prodotto, cio l'effetto che tiene conto di tutte le retroazioni endogene attraverso il
canale del consumo.
Epilogo
Alla fine dell'anno il politico, che si aspettava un aumento del Pil del 4%, si trov con un risultato
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molto pi deludente, e con i creditori esteri alla porta, che gentilmente lo esortarono a citofonare
alla troika. Disperato, il politico scapp dal palazzo, per sottrarsi all'ira popolare. Nascosto in una
forra, mentre sentiva salire gi, dalla valle, una torma infuriata di elettori coi forconi, e cercava
quindi di farsi piccolo piccolo, si sent apostrofare dalla blesa, insopportabile e stentorea voce del
moccioso petulante e incompetente:
"Bbavo poitico, hai fatto a cosa ggiutta... Hai cconfitto a butta autteit attiva, bbavo!"
Il politico, ormai, non era pi un politico. Era solo un uomo esasperato e terrorizzato, per cui
invece di blandire il moccioso, gli disse: "Ma brutto pezzo di merda, vuoi almeno parlare piano?
Guarda in che condizioni ma hai messo? Il deficit della bilancia dei pagamenti esploso, il Pil non
aumentato quanto avrebbe dovuto, non sono riuscito a creare tutta l'occupazione che avrei
teoricamente dovuto creare e per di pi ho la troika in casa e la gente mi insegue per darmi fuoco,
con i fiammiferi comprati dal lattaio, perch ha capito che ho messo il paese in mano a interessi
stranieri. E questo solo perch ti ho dato retta!"
E improvvisamente il marmocchio si trasform in un adulto, pervenuto al potere: un bel vestito
scuro, veniva dall'aver giurato nelle mani del Presidente della Repubblica, e con voce melliflua
disse al politico uscente:
"Ah, collega, anzi, ex-collega, mi ero dimenticato di dirti un dettaglio. Io ti ho raccontato con la mia
stucchevole voce blesa quello che succede in economia chiusa, in autarchia. Ma certo, noi non
siamo in autarchia, perch io ho un sogno europeo, voglio l'apertura. Anche la tua, che avverr
quando ti acchiappano. Il dettaglio era semplice: affinch la tua lotta contro l'austerit avesse i
risultati che tu auspicavi, e che io ti avevo maliziosamente suggerito solo perch volevo metterti in
difficolt e sostituirmi a te, occorreva che tu, il miliardino che hai speso, non solo lo spendessi in
beni nazionali, facendo fare investimenti a imprese italiane, ma poi lo seguissi in tutti i suoi infiniti
passaggi, e dicessi all'operaio di comprare solo pane italiano, fatto con farina italiana, lievito
italiano, in un forno italiano; al fornaio, di comprare solo latte italiano, fatto in Italia da una vacca
cresciuta in Italia e alimentata con mangime italiano, dopo essere stata vaccinata con vaccini
italiani, e trasportato da un camion italiano alla centrale del latte per essere pastorizzato con
macchinari italiani e confezionato da macchinari italiani in tetrapak prodotti in Italia a partire da
cellulosa italiana; al lattaio, di comprare fiammiferi prodotti in Italia, con legno italiano, e,
naturalmente, con zolfo italiano..."
"Ma... Ma un compito impossibile!" replic l'attonito ex-politico.
E mentre dagli eleganti pantaloni si vedeva sbucare una coda, e sulla fronte spuntavano due
inequivocabili corna, con il pi soave dei sorrisi e la pi suadente delle voci l'ex-marmocchio
soggiunse: "Lo so bene, carissimo! Altrimenti, perch mai te l'avrei dato?"
E scomparve, lasciando una nuvoletta dall'acre odore, appunto, di zolfo.
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L'ex-politico realizz di aver incontrato il demonio.
Grid inorridito, i suoi ex-elettori lo trovarono, lo aprirono, e diedero fuoco a quel che ne era
rimasto (il lattaio aveva portato i famosi fiammiferi).
Sic transit gloria mundi.
Dite che non succede? Ah, be', certo: infatti da quando stiamo in piedi (quattro milioni di anni, se
non ricordo male) non mai successo, e comunque oggi tutto molto diverso:oggi c' la
Cina(http://en.wikipedia.org/wiki/Slow_slicing).
Se sapete leggere fra le righe, va bene. Altrimenti, ne parliamo nella prossima puntata...
(capito quale e quanta la malafede di certe persone, dove vogliono pervenire, e dove
condurranno il nostro paese per realizzare i loro porci fini personali? Posso essere lievemente
irritato? No? Ho un brutto carattere? Bene: ne riparleremo quando avremo la troika in casa. Allora
capirete).
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Quello che c' nun se po' nisconne (KPD 4)
sabato 16 agosto 2014
(ed eccoci arrivati alla quarta puntata del "Keynesianesimo per le dame" (KPD). Qualcuno ha
chiesto che fine avessero fatto i cicisbei. Ve ne parler. Intanto, cominciamo...)
A partire dal post su debito e corruzione(http://goofynomics.blogspot.it/2014/08/evasione-e-
debito.html), vi ho solo fatto vedere relazioni che nonesistono
(l'ultima qui(http://goofynomics.blogspot.it/2014/08/evasione-e-debito.html)). Magari qualcuno
sar rimasto con l'amaro in bocca, o con una legittima curiosit: "A cosa somiglia, invece, una
relazione che esiste?" Ve lo faccio vedere subito. Vi ricorderete che parlando del moltiplicatore
keynesiano, vi ho spiegato la "legge psicologica
fondamentale"KPD3(http://goofynomics.blogspot.it/2014/08/il-moltiplicatore-e-i-parvenus-
il.html) espressa da Keynes, che stabilisce che i consumi siano in relazione con il reddito, con una
propensione marginale compresa fra zero e uno (seguire il link per ripassino), il che significa che se
il reddito aumenta, solo una parte dell'aumento viene dedicata a nuovi consumi.
Per darvi un'idea di quanto sia forte questa regolarit empirica, vi propongo lo scatter della
relazione fra reddito e consumi in 174 paesi al mondo (dati pro capite in dollari a PPP ai prezzi del
2005, il che significa che sono aggiustati per le differenze di potere d'acquisto fra un paese e
l'altro, e depurati dall'effetto dell'inflazione nei singoli paesi: crescono se crescono le quantit, non
se cresce il livello dei prezzi). Lo scatter questo:
La relazione vi sembrer un po' dispersa, ma ne parliamo subito. Subito dopo avervi ricordato a
cosa somiglia una relazione che non esiste:
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