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Novembre 2018 - anno VIII n. 4 www.dental-tribune.com
LAB TRIBUNEThe World’s Dental Lab Newspaper · Italian Edition
La dentiera... che nostalgia!Michele Cassetta
Una tecnica alternativa di splintaggio intra-orale per la realizzazione di protesi su barraAngelo Marangini, Danilo Alessio Di Stefano
Il 28-29 settembre, in una prestigiosa
sede inedita (Il Salone delle Fontane a
Roma Eur), il Presidente Mauro Ma-
rin ha inaugurato il primo congres-
so della sua presidenza e del nuovo
direttivo, preceduto dalle affollate e
tradizionali tavole tecniche del ve-
nerdì mattina. Protagonista assolu-
to dell’inaugurazione il nuovo logo
Confcommercio associato a quello
Antlo. Cosa implichi lo ha spiegato
Anna Rita Fioroni, Neo Presidente di
Confcommercio Professioni, attività
di rappresentanza per il riconosci-
mento delle figure professionali, com-
preso il profilo, di aiuto alle categorie
a rimanere sul mercato. Esser parte di
Confcommercio (con 700.000 soci la
più grande associazione europea) ha
anche altri vantaggi: fare sintesi tra
interessi allargati, essere rappresen-
tati per grandi problematiche (es. la
battaglia per non aumentare l’IVA)
avere uno sportello provinciale dove
il lavoratore autonomo associato può
accedere a servizi e convenzioni (es.
ricorso al credito e fondi europei).
Molte le aspettative per il 1° Me-
morial Dino Malfi, protagonista per
anni del congresso Antlo e suo re-
ferente per le normative, mancato
prematuramente lo scorso anno. E
anche per la Tavola Rotonda incen-
trata sui dispositivi medici, che Malfi
in vita aveva iniziato a trattare, che
prevedeva la partecipazione di tut-
to il comparto dentale. Per la prima
volta dopo decenni, presenti tutte
le rappresentanze dell’odontoiatria:
il Presidente Cao (Raffaele Iandolo),
Andi (Carlo Ghirlanda, che, assente
per impegni pregressi, ha inviato il
segretario nazionale Sabrina Santa-
niello), Aio (Vicepresidente nazionale
Eleonora Cardamone), Unidi (Presi-
dente nazionale Gianna Pamich) e,
altra new entry, l’Aiop (Presidente
eletto Costanza Micarelli), oltre a
Marcella Marletta, Direttore gene-
rale del Dipartimento Dispositivi
medici e servizi farmaceutici presso
il Ministero della Salute. Tavola ro-
tonda tutta al femminile (tranne per
i Presidenti Cao e Antlo) per la prima
volta in un “faccia a faccia” pubblico.
Medico chirurgo, odontoiatra,
giornalista e divulgatore scienti-
fico, Michele Cassetta esprime un
sentimento ancora molto diffuso.
Lo ammetto, propongo ancora,
anche se saltuariamente, le protesi
totali, le volgari “dentiere”. Certo,
seleziono accuratamente i pazien-
ti, le suggerisco sotto voce, sarei
tentato di far sottoscrivere nel
consenso il dovere alla riservatez-
za, ma talvolta le propongo.
ANTLOmeeting 2018, tante cose nuove in attesa di giudizioDental Tribune Italia
IntroduzioneLe cause principali delle complican-
ze a carico delle strutture protesiche,
quali le fratture delle componenti
implantari o protesiche, risiedono
nel sovraccarico occlusale e nella
mancanza di passività della connes-
sione implanto-protesica1, 2. L’adatta-
mento passivo della protesi consegue
anche dalla precisione della presa
dell’impronta e dalla conseguente
possibilità di replicare la posizione
degli impianti sul modello di la-
boratorio3-5. Nei casi di edentulia
completa, è stato dimostrato che
lo splintaggio degli impianti, as-
sociato a una tecnica di presa di
impronta “pick-up” garantisce
una maggiore accuratezza; al-
cuni autori hanno dimostrato
che tale condizione può essere
efficacemente realizzata con-
nettendo i monconi attraverso
una barra metallica6, 7. Le protesi
tipo Toronto-Branemark richiedo-
no, in particolare, la realizzazione di
una sovrastruttura metallica com-
pletamente passiva sia per rendere
possibile l’osteointegrazione degli
impianti8, 9 sia per evitare le compli-
canze protesiche già descritte10. La
solidarizzazione degli impianti può
avvenire tramite saldatura di un’u-
nica barra di titanio ai diversi mon-
coni11 con elevata predicibilità nella
riabilitazione a medio-termine at-
traverso protesi fissa a carico imme-
diato sia del mascellare inferiore che
superiore12. Questa tecnica, tuttavia,
richiede che l’operatore, oltre a do-
tarsi dell’apposita strumentazione,
possieda la manualità necessaria a
raggiungere la completa passivazio-
ne della barra, operazione non im-
mediata e che richiede una determi-
nata curva di apprendimento; tale
operazione, inoltre, viene compiuta
in una fase avanzata dell’intervento,
in condizioni di affaticamento
sia dell’operatore che del pazien-
te. Tutte queste caratteristiche
fanno sì che oggi la solidariz-
zazione tramite barra degli im-
pianti per mezzo della saldatura
intra-orale non abbia avuto, no-
nostante la comprovata effica-
cia, un’ampia diffusione presso
i potenziali utilizzatori.
> pagina 4
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Il presidente Mauro Marin e il suo pre-decessore Massimo Maculan durante l’i-naugurazione del nuovo logo Confcom-mercio associato a quello Antlo.
Lab Tribune Italian Edition - Novembre 20182 Meeting & Congressi
Ha preceduto l’introduzione di
Roberto Rosso, Keystone, a cui era
stato delegato l’arduo compito di
formulare i numeri del dentale e
dell’odontotecnica nello scenario
presente e futuro. «Tutta la filiera
esiste perché c’è l’esigenza di cura
del cittadino» ha esordito. Dichia-
razione non retorica perché sarebbe
stata lo sfondo di tutto il dibattito.
Rosso ha illustrato il livello di ac-
cesso alle cure, incrementato rispet-
to alla grande crisi, nel numero delle
cure, ma non nell’importo delle sin-
gole prestazioni, non solo per ragioni
di spesa ma anche perché la preven-
zione sta dando risultati e le patologie
sono meno invasive. Così i “figli” oggi
vanno dal dentista più per l’igiene
orale e per l’odontoiatria estetica che
per grandi trattamenti ricostruttivi.
Oggi vi sono 2 milioni di pazienti
in più rispetto a 10 anni fa, ma la spe-
sa non è aumentata mentre il ticket
medio pazienti è sceso notevolmen-
te. Gli studi sono aumentati di 6-7
mila unità, costruendo un sistema
più competitivo e causando una di-
minuzione dei ricavi per dentisti e la-
boratori. Tra dieci anni questo trend
seguirà la stessa evoluzione e ci sarà
un cambiamento anche della com-
posizione sociale, che includerà i figli
di stranieri e quindi una popolazione
più povera. Tra i dentisti, 25.000 han-
no più di 60 anni, cioè più del 40%
del totale, il che implicherà una dra-
stica riduzione degli studi dentistici
e una maggior concentrazione, già
oggi in atto: circa il 30% dei degli stu-
di curano il 60 percento dei pazienti:
favoriti gli studi che investono.
Questo cosa comporta per il la-
boratorio? Oggi sono scesi di circa
5.000 unità essendo ora 8.000.
Anche qui stesso fenomeno: con-
centrazioni, invecchiamento dei
titolari di studio e scarsa apertura
imprenditoriale da parte dei gio-
vani. Il 59% dei laboratori ha meno
di tre clienti dentisti. Pur essendo
migliorata la situazione, la mag-
gioranza dei laboratori lamenta
ancora una situazione recessiva;
solo uno su quattro ha fatto inve-
stimenti in tecnologia; solo il 27%
di tutti i laboratori hanno uno
scanner; solo il 70% fa un workflow
digitale. Pertanto il laboratorio
deve essere evoluto per competere
con sistemi industriali e tecnologie
altrettanto evolute.
I componenti della Tavola rotonda,
moderati da Troiani, hanno risposto
alla domanda su come va il gruppo di
lavoro relativo ai dispositivi medici.
Cardamone (Aio) ha messo in
evidenza che la salute del pazien-
te è quanto deve stare a cuore a un
clinico. Punti cruciali sono stati la
distinzione tra prodotto cosmetico
e dispositivo medico (vedi problema
della vendita “cosmetica” degli alli-
neatori) e le sostanze nocive che po-
trebbero essere parte di dispositivi
costruiti con prodotti di importazio-
ni non controllate. Di qui la necessità
di formazione per acquisire compe-
tenze nella scelta dei materiali.
Micarelli (Aiop), rappresentan-
te di un’accademia scientifica, ha
messo al centro del suo intervento
3 punti: collaborazione, informazio-
ne e formazione, chiedendo al Mini-
stero la possibilità di fare una tavola
rotonda anche con i consumatori.
Pamich (Unidi) si è soffermata
sulla complessità del regolamento,
che ha implicazioni pesanti per il
comparto industriale e distributivo,
ponendo il problema realistico del-
le tempistiche di adeguamento, in
considerazione degli stock presenti
presso i distributori e i laboratori.
Si è chiusa la prima edizione del
Congresso “Prosthetic Connection”
organizzato a Catania dall’Univer-
sità e dal SIOCMF.
Il 20, 21 e 22 settembre 2018 in cui
il Congresso si è svolto, sono date
che in molti ricorderanno perché in
Sicilia, a meno che la memoria non
tradisca, non si era mai visto un con-
gresso di queste dimensioni dedica-
to alla protesi. Ai precongressuali di
giovedì 20 il successo è arriso aven-
do riscontrato almeno 100 presenze.
Ma anche nella prima mattina di
venerdì 21, 450 tra dentisti e odon-
totecnici avevano affollato la sala
convegni dell’hotel Four points by
Sheraton. Un successo sperato ma
non scontato, grazie alla sinergia
tra Università e le Associazioni degli
odontotecnici e dei dentisti.
In molti hanno detto (e scritto)
di aver respirato in tale circostanza
un’aria nuova, di condivisione, uni-
versità, clinica e odontotecnica uni-
te con l’obiettivo di offrire un pro-
dotto d’eccellenza: Loiacono, Gatti,
Bosshart, Prosper, Noè, Bonfiglioli,
Venezia, Lacasella, Panebianco, Pra-
della, Nannini, Ortensi, Borromeo,
Cicciù, Tallarico, Pappalardo, Cavallo,
Carossa, Zarone, Ferrari, Sorrentino,
Cannizzaro e Calesini sono i compo-
nenti di una squadra che vincerebbe
qualsiasi campionato a mani basse.
Anche perché il presidente è
stato un grande leader: il professor
Ernesto Rapisarda egregiamente
supportato da Raffaele Lombardo,
Giada Gonnelli e Daisy Cosentino.
La platea ha seguito con entusia-
smo e continuità le relazioni, di
grande spessore. Al successo quin-
di, non poteva non tener dietro
un brillante seguito: la data della
seconda edizione, già stata fissata,
si terrà a Catania il 24, 25 e 26 set-
tembre del 2020.
Dental Tribune Italia
ANTLOmeeting 2018, tante cose nuove in attesa di giudizio
A Catania dal 21 al 23 settembre una “Prosthetic Connection”
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LAB TRIBUNE ITALIAN EDITION Anno VIII Numero 4, Novembre 2018
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DENTAL TRIBUNE EDIZIONE ITALIANA FA PARTE DEL GRUPPO DENTAL TRIBUNE INTERNATIONAL CHE PUBBLICA IN 25 LINGUE IN OLTRE 90 PAESI
< pagina 1 Santaniello (Andi), ribadendo
che la salute è al centro dell’attività
professionale e un comune deno-
minatore per tutto il comparto, ha
dichiarato che il Medical Device è il
trade-union tra paziente e dentista
per quanto concerne la sicurezza e il
rispetto delle regole. Il regolamento
potrebbe offrire in caso di contro-
versia delle opportunità specie in
tema di abusivismo.
Iandolo (Cao), coordinatore del
gruppo di lavoro ha evidenziato il rap-
porto speciale creatosi tra i neo presi-
denti Cao e Antlo Marin, sin dall’inizio
del loro mandato. «Intanto abbiamo
riconvertito mettendo il paziente al
centro di tutta la categoria!» ha escla-
mato con entusiasmo, richiamando
poi odontoiatri ed odontotecnici alla
vigilanza e alla collaborazione traspa-
rente sul tema dei dispositivi.
Tutto quanto arriva dall’estero
va controllato e deve avere le certifi-
cazioni. La Federazione e la Cao non
giustificano i colleghi che sbaglia-
no e questo devono farlo anche gli
odontotecnici.
Marin (Antlo) ha accolto sinteti-
camente i pareri delle altre compo-
nenti, sottolineando che i bisogni
sono diversi e gli obiettivi comuni.
Marletta (Ministero della Salute)
ha parlato della conoscenza venten-
nale con Antlo. Ha consegnato una
targa ai figli del defunto Malfi, ri-
cordando di aver collaborato per 20
anni con lui, persona competente,
pur ritenendosi un Dirigente pre-
parato sulla normativa dei disposi-
tivi, ha sempre trovato in Malfi un
interlocutore difficile, ispiratore di
ulteriori approfondimenti.
Oggi il Ministero è attento alla
tutela del paziente, ha sottolineato
Marletta. Il regolamento sui dispo-
sitivi medici porta nuove regole
e necessità di formazione. Il vero
problema dell’odontoiatria è il rifa-
cimento delle cure, il che deve far
riflettere. Nel 2020 entrerà in vigore
il regolamento e quindi dobbiamo
essere pronti ad affrontarlo. Alcuni
i punti sembrano gli stessi per tutti,
ma in realtà non lo sono per quanto
concerne la responsabilità.
Alcuni prodotti impropriamente
dichiarati cosmetici finiscono ma-
gari nei low cost e sono necessari dei
piani di sorveglianza post marketing.
Inoltre ci sarà il problema europeo,
perché ogni stato ha leggi diverse. I
problemi sottoposti da Pamich, in
rappresentanza dell’industria, sono
un problema grave a livello europeo
che renderà difficile le tempistiche e
le scadenze. Bisognerà trovare solu-
zioni il meno onerose possibili.
A conclusione del Memorial, un
video sulla vita di Dino Malfi seguito
da una commossa standing ovation.
L’appuntamento del congresso in-
ternazionale Antlo è fissato al 2020,
essendo stato scelta, in tema di cam-
biamenti, un’edizione biennale.
Dental Tribune Italia
Tavola Rotonda incentrata sui dispositivi medici in cui sono intervenute tutte le rappresentanze dell’odontoiatria.
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Attualità
vorremmo che fossero, ma quelle
adatte alla persona e al singolo caso.
La notizia rivoluzionaria con la
quale concludo è che la protesi mo-
bile continua ad essere una branca
dell’odontoiatria, sempre più diffi-
cile da apprendere, ma che talvolta
torna utile per migliorare la qualità
di vita di alcune persone. Perdere
questa dimestichezza rappresenta
un impoverimento delle capacità
tecniche di un odontoiatra.
Michele Cassetta
Eseguire un bordaggio calpesta la
mia dignità di raffinato protesista,
ma mi procura un sottile piacere,
che viene da lontano. Mentre lo fac-
cio, i miei giovani e bravissimi con-
sulenti mi guardano con sospetto e
si domandano se sono capitati nel
posto giusto per imparare la profes-
sione o se sono stati riportati indie-
tro da una macchina del tempo.
In questo mondo di “denti fissi in
giornata”, “impianti postestrattivi”,
“ricostruzioni ossee”, “implantolo-
gia computer guidata”, capita anco-
ra di imbattersi in qualche paziente
che non è adatto a intraprendere
questo percorso. Dopo trent’anni di
esperienza riconosci subito chi non
pulirà mai la Toronto e sarà sempre
colpa tua se ci saranno dei problemi.
Esistono diseredati, ammalati
di diverse patologie, avari, paurosi,
temporeggiatori che chiedono di-
speratamente una dentiera. In tutti
questi casi nella mia mente nostal-
gica riemerge la seducente imma-
gine della protesi totale che, strano
a dirlo, funziona e soddisfa ancora
alcune persone.
Quando si tratta di protesi totali
di passaggio, in attesa dell’implan-
tologia, allora sento meno il senso di
colpa, ma tendo comunque a giusti-
ficarmi per non essere stato in grado
di offrire i “denti fissi in giornata”
reclamizzati sull’autobus. Cerco di far
capire che, rispetto ad una vita inte-
ra, l’obbligo immotivato di andare di
fretta sia spesso un’assurdità dettata
dal rispettare promesse pubblicitarie
e voler prendere vantaggi competitivi
su colleghi più attendisti e prudenti.
Chiariamoci subito: non è che
gli impianti non li sappia fare né
che non sia entusiasta dei successi
dell’implantologia e della computer
guidata. Anzi: inserisco quotidia-
namente impianti e ne vedo anco-
ra alcuni, fatti da me trent’anni fa,
funzionare benissimo.
E quello era davvero tempo di
pionieri: sceglievi la lunghezza
dell’impianto sovrapponendo luci-
di millimetrati su ortopantomogra-
fie sbiadite, sperando che la distor-
sione non fosse più del 10%; restavi
deluso quando, dopo il passaggio
del bisturi, scoprivi che una cre-
sta che sembrava spessissima era a
lama di coltello. C’erano maestri che
suggerivano di non fare la troncula-
re per capire se si stava lesionando
il nervo alveolare; gli odontotecni-
ci perdevano il sonno a modella-
re denti enormi o piccolissimi, da
montare su impianti che sembrava-
no sparati a caso nell’osso.
L’odontoiatria attuale, rispetto a
quella di trent’anni fa, si è trasfor-
mata e fortunatamente l’implanto-
logia è diventata pratica di routine
nelle mani di quasi tutti gli odonto-
iatri. Ma c’è anche il rovescio della
medaglia. Le terapie mediche non
dovrebbero essere quelle che noi
La dentiera... che nostalgia!Un rimpianto che sa di antico
< pagina 1
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Lab Tribune Italian Edition - Novembre 20184 Pratica & Clinica
Questo articolo vuole descrivere
una tecnica alternativa di splintaggio
tramite barra, denominata OkSplint/
OkWeld, che prevede un’operatività
decisamente più semplice; tale tec-
nica, già impiegata da tempo con
successo presso lo studio di uno degli
autori (AM), è attualmente oggetto
di studi biomeccanici e clinici volti a
valutarne scientificamente l’efficacia
anche a medio-lungo termine.
La tecnica OkSplint/OkWeldLa tecnica prevede l’impiego di un
abutment primario, composto da un
componente dinamico che compren-
de due barre in titanio contrapposte e
un componente statico, su cui quello
dinamico viene posizionato e stabi-
lizzato per interferenza meccanica
secondo il principio del “Cono-Morse”
(Fig. 1). Le barre in titanio contrappo-
ste trovano alloggiamento in apposite
cavità di un abutment secondario. Sia
il componente statico dell’abutment
primario che l’abutment secondario,
entrambi realizzati in titanio di grado
5 e quindi dotati di elevata resistenza
e resilienza meccaniche, si connetto-
no ad una connessione conica dritta o
angolata attraverso una vite passante.
La tecnica prevede che dopo l’in-
serimento degli impianti, sugli stessi
siano connessi alternativamente gli
abutment primari e secondari, e che
le barre dei componenti dinamici,
in titanio di grado 2 e quindi malle-
abili e facilmente modellabili, siano
piegate fino a farle alloggiare nelle
cavità dell’abutment secondario, con
il vantaggio di poter ripetere l’ope-
razione infinite volte (in quanto si
ritroverà sempre un riferimento ripo-
sizionando il componente dinamico
che porta le barre in estensione), fino
all’ottenimento di una modellazione
che consenta un alloggio passivato
negli slot dell’abutment secondario.
La barra viene quindi stabilizzata
definitivamente sull’abutment se-
condario utilizzando del cemento
resinoso dedicato (per metallo). Tale
tecnica è denominata “OkSplint”. La
tecnica può essere impiegata anche
in abbinamento alla saldatura in-
traorale (“OkWeld”). In questo caso
l’abutment secondario non presenta
le cavità per accogliere le barre dell’a-
butment primario. Tutte le compo-
nenti del sistema sono state oggetto
di simulazioni matematiche attraver-
so l’approccio FEM (Finite Elements
Model) al fine di valutarne la resisten-
za ai carichi cui le stesse possono esse-
re potenzialmente sottoposte (Fig. 2).
La sequenza fotografica (Fig. 3)
illustra un esempio di caso eseguito
con la tecnica OkSplint.
La tecnica introduce alcuni cam-
biamenti significativi rispetto quella
di splintaggio attraverso barra, che
mirano a semplificare l’operatività
del chirurgo e a permettere di otte-
nere più facilmente la passivazione
dell’intera sovrastruttura metallica
di solidarizzazione degli impianti;
il principio è quello di evitare di do-
vere adattare un’intera barra a più
monconi, ma di suddividere la barra
in porzioni che, essendo più corte e
dovendo connettere solo due im-
pianti adiacenti, vedono diminuire
significativamente il numero di vin-
coli meccanici tridimensionali che
devono essere rispettati per ottenere
la solidarizzazione del manufatto. La
solidarizzazione complessiva viene
quindi raggiunta connettendo pro-
gressivamente segmenti più brevi e
quindi di più facile gestione.
L’operatività nel cavo orale è faci-
litata ulteriormente dal fatto che le
Una tecnica alternativa di splintaggio intra-orale per la realizzazione di protesi su barra. Principi di funzionamentoAngelo Marangini*, Danilo Alessio Di Stefano**
* Studio Privato, Napoli, Italy** Studio Privato, Milano, Italy
< pagina 1
Fig. 2 - Un esempio di simulazione at-traverso modelli matematici dei carichi, rappresentati con una scala colorime-trica, cui sono sottoposti i componenti utilizzati nell’applicazione della tecnica OkSplint nelle tre configurazioni “All on Two”, “All on Four” e “All on Six”. Simulazioni di questo tipo permettono di valutare con precisione, e già in fase di progettazione, la resistenza delle strutture che saranno prodotte al fine di assicurare che le stesse possieda-no ampi margini di tolleranza alle sollecitazioni meccaniche cui saranno sottoposte una volta realizzate, e siano quindi intrinsecamente sicure.
Fig.1 - Le componenti del sistema OkSplint e come le stesse si connettono tra loro. A, il componente statico dell’abutment primario; B, il componente dinamico; C, l’abutment secondario con gli alloggi per le “braccia” del componente dinamico. Nell’immagine sottostante è mostrata il dettaglio della connessione tra le tre componenti.
componenti dinamiche non richie-
dono alcuno strumento per il loro
fissaggio, stabilizzandosi su quelle
statiche per conometria. La pre-
senza degli opportuni alloggi sugli
abutment secondari facilita ulte-
riormente l’ottenimento della pas-
sivazione: la struttura sarà passiva
quando si constaterà che la barra in-
gaggia l’alloggio senza tensioni. La
realizzazione di questo framework,
oltre a fornire i vantaggi indicati du-
rante la presa dell’impronta evita la
realizzazione di una struttura in la-
boratorio, operazione anch’essa che
può causare problemi di passività al
manufatto, oltre che richiedere un
costo aggiuntivo.
La tecnica OkSplint permette
all’operatore non familiare con l’u-
tilizzo della saldatrice intraorale
di acquisire in breve tempo la ca-
pacità di costruire sovrastrutture
metalliche completamente passive;
l’operatore invece familiare con la
saldatrice intraorale, utilizzando la
tecnica OkWeld vedrà comunque ri-
dotti i tempi operativi e otterrà con
più facilità una struttura dotata del
necessario grado di passivazione.
Fig. 3 - Un caso illustrativo dell’impiego della tecnica OkSplint. Un paziente, con alcuni elementi compromessi nell’arcata inferiore, viene sottoposto ad estrazione e riabilitazione dell’arcata ora edentula attraverso l’inserimento di quattro impianti osteointegrati, secondo l’approccio “All-on-four”. Gli abutment sono splintati attraverso la tecnica OkSplint per realizzare una protesi tipo Toronto-Branemark.
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