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L e ampane Ciii illazzano - Parrocchie.it parrocchiali...smo biblico del deserto ha nulla a che fare...

Date post: 24-Mar-2020
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1 - N OTIZIARIO TIZIARIO TIZIARIO TIZIARIO TIZIARIO P P P P P ARR ARR ARR ARR ARROCCHIALE OCCHIALE OCCHIALE OCCHIALE OCCHIALE N. N. N. N. N. 19 19 19 19 19 - - - - - GENN ENN ENN ENN ENNAIO AIO AIO AIO AIO 2008 2008 2008 2008 2008 Annuncio Celebrazione Testimonianza QUARESIMA QUARESIMA QUARESIMA QUARESIMA QUARESIMA 2008 2008 2008 2008 2008 STAMPATO IN PROPRIO - e-mail: [email protected] e e e ampane ampane ampane ampane ampane d d d d d i i i V V V illazzano illazzano illazzano illazzano illazzano C C C C C L L L L L Allora il deserto fiorirà (Is.32,15) Gobi, Kalahari, Sahara... oggi sono associati a safari, rally, vacanze, esperienze estreme di sopravvivenza oppure, se preferite, alla defunta corsa ex Parigi-Dakar recentemente tolta di mezzo per volontà di Al Qaeda. Tacerà per sempre il rombo dei motori che tormentavano le assolate e mobili dune dell’ Africa Occidentale. Ma domandiamoci: il deserto è tutto qui? Non parla più al cuore dell’uomo? Non risveglia più antichi richiami e voci lontane che sono state catturate dalla Parola di Dio che ancora grida nelle pagine bibliche? Tebaide, Sinai sono stati persi dalla memoria dell’uomo occidentale? Ecco all’inizio di questa Quaresima 2008 vorrei proporre una riflessione che mette al centro il deserto come luogo che ha il
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NNNNN OOOOO T I Z I A R I OT I Z I A R I OT I Z I A R I OT I Z I A R I OT I Z I A R I O P P P P P A R RA R RA R RA R RA R R O C C H I A L EO C C H I A L EO C C H I A L EO C C H I A L EO C C H I A L E N . N . N . N . N . 1919191919 - - - - - GGGGGENNENNENNENNENNAIOAIOAIOAIOAIO 2008 2008 2008 2008 2008

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QUARESIMAQUARESIMAQUARESIMAQUARESIMAQUARESIMA 2008 2008 2008 2008 2008

STAMPATO IN PROPRIO - e-mail: [email protected]

eeeee a m p a n ea m p a n ea m p a n ea m p a n ea m p a n e d d d d diiiii VVVVVi l l a z z a n oi l l a z z a n oi l l a z z a n oi l l a z z a n oi l l a z z a n oCCCCCLLLLL

Allora il deserto fiorirà (Is.32,15)

Gobi, Kalahari, Sahara...oggi sono associati a safari, rally,vacanze, esperienze estreme disopravvivenza oppure, sepreferite, alla defunta corsa ex Parigi-Dakar recentemente tolta dimezzo per volontà di Al Qaeda. Tacerà per sempre il rombo dei motoriche tormentavano le assolate e mobili dune dell’ Africa Occidentale.

Ma domandiamoci: il deserto è tutto qui? Non parla più al cuoredell’uomo? Non risveglia più antichi richiami e voci lontane chesono state catturate dalla Parola di Dio che ancora grida nelle paginebibliche? Tebaide, Sinai sono stati persi dalla memoria dell’uomooccidentale? Ecco all’inizio di questa Quaresima 2008 vorrei proporreuna riflessione che mette al centro il deserto come luogo che ha il

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compito di illuminare le strade del nostro presente. Quando si dicedeserto, nel Primo Testamento vuol dire soprattutto Sinai e nel Nuovorichiamo al Sinai. Dopo una premessa verranno brevemente illustratele tre tipiche dimensioni bibliche del deserto:

° PROVE o tentazioni che ci costringono a dimostrare ciò chesiamo,

° ALLEANZA che consiste in un particolare rapporto con Dio,° MEMORIA che vede nel passato il parametro dei comporta-

menti odierni.

PREMESSA

La Bibbia non dice che il deserto è…..Prima di tutto diciamo che il simboli-

smo biblico del deserto ha nulla a che fare con la ricerca spiritualedi solitudine dell’homo religiosus sintetizzata da S. Bernardo nel-la famosa espressione ‘Beata solitudo, sola beatitudo’ o con lafuga dalla civiltà (fuga mundi), come luogo di perdizione. Questadimensione dello spirito umano è sicuramente pregevole, ma nonpuò in alcun modo essere fondata sulla Parola rivelata.

La Bibbia, invece, dice che il deserto è…..Nella pagine della Rivelazione il deserto ha un duplice

significato:

- deserto come luogo geografico: l’acqua è scarsa, la vegetazionesofferente, abitare è impossibile, le sabbie non sono fertili e illuogo è abitato da demoni e da altre bestie malvagie. Da questopunto di vista il deserto è maledetto, mentre la terra abitata èbenedetta.Ebbene Dio ha voluto far passare il suo popolo attraverso questaterra orribile (Dt.1,19) prima di farlo entrare in quella dove scorrelatte e miele.

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- deserto come epoca privilegiata della storia della salvezza: inquesto contesto il deserto-desolazione diventa lo spazio in cuiDio cammina con il suo popolo, si mette al suo fianco, loaccompagna e lo guida verso la terra promessa facendolo passareattraverso esperienze dure, faticose, ma fortemente formative.

DIMENSIONI BIBLICHE DEL DESERTO

A. Luogo di proveDopo aver lasciato l’Egitto, i figli di Israele in fuga lungo le

piste del Sinai rimpiangono le cipolle della terra della schiavitùinvece di gustare il sapore della libertà, disprezzano la manna,cibo insipido caduto dal cielo, sognando, invece, le marmitte dicarne e il pane di cui era straricco l’Egitto. E poi la cronica carenzad’acqua. Queste prove o tentazioni caratterizzeranno i quarant’annidi vita nel deserto. Ma questo Mosè dove ci sta portando? Ci vuole far massacraretutti? Il Dio potente dove è finito? E il suo rappresentante che èandato sul monte perché non ritorna più? Non è il caso di costruirsiun bel vitello d’oro a cui affidare la propria vita invece di aspettarechi se ne è andato per gli affari suoi? E la gente di fronte a questedifficoltà soccombe: non supera le prove. Pure Mosè sente il pesodi tutta quella gente e brontola con il Signore:”Lasciami in pace!Io non ho niente a che fare con tutta questa gente, arrangiati…èaffare tuo, io me ne lavo le mani…”

La nostra vita giace sotto il segno della prova fino a quandoentreremo nel riposo di Dio.

Specie in Matteo, Gesù è visto come il nuovo Mosè che peròsupera le tentazioni preferendo la Parola di Dio al pane e il serviziodel Signore alla volontà di dominio, suggerita da satana e non silascia irretire dal vitello d’oro, segno dell’ingordigia umana.

Proprio per questo Gesù si presenta come colui che realizzaper noi le antiche promesse. Lui è l’acqua viva del pozzo a cuiricorre la Samaritana; lui è il pane del cielo, la vera manna chepuò saziare le folle; lui è la via da seguire, ma è anche la guida che

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indica la strada; lui è la luce nella notte, la nube luminosa del nuovoesodo; lui è il serpente innalzato a cui guardare per ottenere salvezzacome viene spiegato al buon Nicodemo. Da questo punto di vista possiamo dire che Gesù è il nostrodeserto, in lui abbiamo superato tutte le prove. L’immagine deldeserto trova compimento in Gesù: la figura cede il posto allarealtà.

B. Luogo dell’alleanzaIl monte Sinai è luogo dove è chiamata a radunarsi la torma

dei fuggiaschi, vittime del faraone. E’ lì che quel branco numerosodi fuggitivi diventa un popolo, il popolo dell’alleanza, il popolo diDio. Dio ha voluto che il suo popolo fossepartorito nel deserto. Intermediario di tuttoquesto è Mosè. L’alleanza è il patto sancito traDio e il suo popolo con un impegno solenne ereciproco.

Qual è l’impegno di Dio?Dio si impegna

* a dare al suo popolo una terra dove scorrelatte e miele,

* a sconfiggere tutti i nemici che incontrerà sulla sua strada,* a dargli una discendenza* a fare di quel pugno di uomini il suo popolo prediletto a

cui darà prosperità, salute, benessere e cibi grassi esucculenti.

Qual è l’impegno di Israele?Il popolo si impegna

- a rispettare tutte le leggi e i precetti del Signore- ad ascoltare tutte le sue parole- ad evitare ogni tradimento

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L’alleanza è consacrata solennemente con il sangue di animalisacrificati, con un giuramento di fedeltà, come racconta il librodell’Esodo:

“Mosè versò metà del sangue degli animali uccisi in alcuni catini.Spruzzò l’altra metà sull’altare…Allora Mosè prese il sangue dai catini, lo spruzzò sul popolo edisse:”Questo sangue segna l’alleanza che il Signore concludecon voi, mentre vi dà tutti questi comandamenti” (Es. 24,6-8,passim).

Questa alleanza nel sangue di vittime animali anticipa eprefigura Gesù, vittima innocente che donerà liberamente il suosangue sulla croce. Come l’agnellopasquale, come il servo di Iahvèh,dunque anche i sacrifici del Sinaipreludono al monte Calvario, alla croce.E, poi, come la nascita umana nonavviene senza rottura del sacco delleacque e senza lacerazioni bagnate dalsangue, anche quella spirituale nasce dal costato aperto di Cristocrocifisso, da cui cola sangue e acqua. Nasce così con le medesimemodalità del passato, il popolo della Nuova Alleanza che avrà

* l’amore come legge, * un cuore di carne contrapposto a quello di pietra

* e il rapporto con Dio segnato dall’amicizia non dal forma-lismo.

C. Luogo della memoriaDio ha chiamato il suo popolo non a vivere nel deserto,

ma ad attraversare il deserto per vivere nella Terra Promessa.Perciò il deserto acquista il valore di figura, di simbolo a cuiispirare la propria vita. Il popolo dell’alleanza, invece, per durezzadi cuore e per imitazione dei popoli vicini spesso se ne frega delsuo impegno con Dio, cioè dimentica lo spirito del deserto e vuolevivere come i suoi confinanti.

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E’ in questo contesto che diventa insostituibile la irata vocedei profeti che richiamano tutti alla fedeltà a Dio, a ricordarel’antico patto. Il verbo ‘ascoltare’ diventa un costante ritornelloper richiamare Israele ai suoi impegni. Il deserto allora diventail parametro del vivere secondo Dio, non tanto perché si debbaandare nel deserto, ma perché senza lo spirito del deserto ilpopolo non è più popolo di Dio,ma ha tradito il suo legame conlui.

Nasce in questo contesto l’immagine sponsale del rapportotra Dio e il popolo e il concetto di gelosia tipico del rapportoconiugale. L’esperienza del deserto ha segnato irreparabilmentela vita del popolo eletto: non può più dimenticare quei giorni chesono entrati a far parte del suo DNA spirituale.

Il simbolismo del deserto continua ad esercitare un ruoloessenziale anche nella comprensione della vita della comunità diGesù. Gli eventi del passato sono accaduti per nostroammaestramento, afferma S.Paolo. Battezzati nella nube e nelmare, noi siamo nutriti dal pane vivo e abbeverati dall’acquadello Spirito che scaturisce dalla roccia: e questa roccia è Cristo(S. Paolo).

Nessuna illusione: noi viviamo ancora nel deserto, masacramentalmente. La figura del deserto resta quindiindispensabile per comprendere la natura della vita cristiana. Equesto non per motivi ascetici, ma teologici. La mistica dellafuga nel deserto, come abbiamo già detto, non ha direttamentefondamenti biblici. Il deserto invece deve ricordarci che siamochiamati a vivere lo spirito dell’esodo.

Senza questo spirito il cristiano è destinato a fare cilecca.Ma infin dei conti cosa è questo spirito dell’esodo? Consistenel riconoscere che^ il Dio dell’alleanza è un Padre che non fa distinzione di

persone,

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^ tutti gli uomini sono fratelli perché nati dal sangue di CristoRedentore,

^ l’amore come dono è il solo comandamento di Gesù,^ siamo chiamati far parte del popolo di Dio,^ siamo pellegrini su questo pianeta,^ le prove sono opportunità per dimostrare quanto amiamo il

Signore ...

Solo seguendo questo itinerario spirituale ‘allora il desertofiorirà’. Più esattamente questaespressione deve tradursi come segue‘allora il deserto diventerà ungiardino’, cioè un popolo nuovo nascenel deserto divenuto giardino in forzadella Nuova Alleanza. Il deserto diventacosì il grembo che partorisce il giardinoperduto dai nostri progenitori. Digiardino, infatti, parla implicitamenteMarco (Mc,1,12) nel suo vangelopresentando Gesù che viene tentato neldeserto. Così il deserto ci riporta algiardino dell’Eden, cioè a quel paradisoterrestre, di cui la terra promessa con ilsuo latte e miele fa memoria. E Paradisodiventa la destinazione ultima del nostropellegrinaggio terreno, come ci ricordanole parole di Gesù al ladrone pentito: “Oggi sarai con me in paradiso”(Lc.23,43).

Sia questo il nostro itinerario quaresimale di questo anno 2008.Ciao di cuore don Guido

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Quaresima 2008: un impegno e una grazia

Quaresima non deve richiamare alla mente qualcosa di intermina-bile, di faticoso e di noioso. Quaresima vuol dire tempo di gioia e diimpegno: vogliamo preparare la Pasqua! Vogliamo vedere sprigionarsila vita dal sepolcro. Proprio in questa dimensione vorrei racchiudere intre ambiti il significato operativo di questo tempo liturgico.

1. Ambito preghiera. Dare più spazio a Dio nella nostra vita. Eccoalcuni suggerimenti:

· partecipare mercoledì delle ceneri (06 febbraio) alle celebrazione di inizio quaresima con i ragazzi nel pomeriggio o alla

sera· partecipare ad una S. Messa infrasettimanale· intensificare la preghiera personale· servirsi del calendario di preghiera proposto dalla diocesi· meditare la Passione di Gesù con la Via Crucis: una Via Crucis

presso la Grotta rosario presso il Santuario della Grotta ognimercoledì

· pellegrinaggio familiare ad un santuario· itinerario per i comunicandi

2. Ambito cultura. L’articolo iniziale di questo giornalino affrontail tema spiritualità del deserto: è un piccolo contributo che puòaprire una finestra.Per il resto ecco quanto intendiamo proporre:

· ogni lunedì riflessione sul vangelo della domenica successiva· leggere un libro, anche piccolo, che dia cibo alla nostra fede· partecipare a qualche incontro cittadino di cultura· “Lettura spirituale della Parola di Dio” incontro con il nostro

Vicario Generale Tisi mons. Lauro

· “Dalla donazione di sangue ad una cultura dell’altro” incontrocon don Marcello Farina in collaborazione con la sezione Avis diVillazzano e Circoscrizione locale (venerdì 07 marzo p.v.).

· giornata della carità organizzata dalla Caritas diocesana (unsabato di quaresima)

3. Ambito penitenza e carità. Digiuno e carità si tengono per mano.S. Agostino ha scritto: “Sottrai alla tua ingordigia col digiuno

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quaresimale qualche cosa da offrire ai poveri. Stendi la tua carità atutta la terra, se vuoi amare Cristo, perché le membra di Cristo siestendono a tutta la terra”.

Per il cristiano il digiuno acquista la massima valenza religiosasolo se quanto ‘risparmiato’ viene donato ai poveri.

Concretamente:· digiuno dal cibo mercoledì delle Ceneri e Venerdì Santo· adeguata astensione dalle carni nei venerdì di quaresima· partecipazione alla cena del povero, specie se come famiglia

(15 marzo p.v.)· un pane per amor di Dio (Giovedì Santo): frutto delle rinunce· digiuno dal fumo, alcool, gioco azzardo o altro….· rinuncia ad una vita lussuosa, allo spreco come scelta di

sobrietà

Nota. Digiuno laico. Può essere praticato per protesta, per contestazio-ne, per partecipazione alle aspirazioni e alle lotte degli uomini trat-tati ingiustamente. Per motivi personali si parla più correttamentedi diete che talora possono rasentare situazioni patologiche o conte-nere motivazioni estetiche o di altra natura.

Digiuno religioso. Ebrei e musulmani praticano un loro digiuno.Ma qual è lo specifico del digiuno cristiano? E’ primariamente

· digiuno dai peccati· digiuno dal cibo o altro (es. fumo, alcool, vita lussuosa ecc )

per donare il corrispettivo ai poveri· digiuno per motivi ascetici (oggi meno sentito rispetto al passato).

Sono tornati alla Casa del Padre:Belli BlandinoMorandini UmbertoSartori FloraTrentini Giuliano

E’ diventata figla di Dio con il battesimoPorro Beatrice Maria

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SSSSSONOONOONOONOONO TORNATITORNATITORNATITORNATITORNATI ALLAALLAALLAALLAALLA C C C C CASAASAASAASAASA DELDELDELDELDEL P P P P PADREADREADREADREADRERESOCONTO OFFERTE PRODEBITO CASA PARROCCHIALE

DEBITO INIZIALE Euro 470.000,00��Interessi Passivi Maturati Anno 2006/2007 Euro 22.110,85

Euro 492.110,85

OFFERTE VARIE:Anno (ott/dic) 2006 Euro 20.053,63

Anno 2007 Euro 128.604,21

Gennaio 2008 Euro 1.795,00

TOTALE RACCOLTO Euro 150.452,84

Rimanenza Debito

al 21/01/2008 Euro 341.658,01

Le modalità per contribuire alla riduzione del debito sono le seguenti:

· Versamenti su c/c bancario con le seguenti coordinate:

EUR IBAN IT38 R083 0401 8010 0000 0002 862

intestato a Parrocchia S.Stefano presso la Cassa Rurale di Trentofil. Villazzano

· Ogni prima domenica del mese con raccolta buste durante lemesse

· Versamenti presso gli Uffici Parrocchiali Baobabogni mercoledì ore 14.30-17.00 e sabato 15.00-17.00 in CasaParrocchiale.

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LE SOLLECITAZIONI DEL

CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO

Il primo dei quattro incontri che il C.M.D. ha previsto per gli animatoridei gruppi missionari, si è tenuto il venerdì 10 novembre, a Borgo. Il temadell’incontro era:

LLLLLO SO SO SO SO STRANIERTRANIERTRANIERTRANIERTRANIERO NELLO NELLO NELLO NELLO NELLA BIBBIAA BIBBIAA BIBBIAA BIBBIAA BIBBIADal pregiudizio alla conoscenza

La relazione introduttiva al tema èstata tenuta da don Mario Filippi,sacerdote Fidei Donum (cioè sacer-dote diocesano che la Diocesi ha“donato” per un periodo a una Dio-cesi lontana.)La sua presenza in Brasile ha por-tato ad uno scambio di esperienzae mentalità e, in particolare, ha por-tato don Mario ad accostarsi a quelparticolare modo di leggere la Bib-bia, molto diffuso in America Lati-na, comunemente definito “lettu-ra popolare della Bibbia”: ungruppo si riunisce per analizzare unproblema che coinvolge la comu-nità, i componenti del gruppo cer-cano di scoprire insieme quali pas-si contenuti all’interno della Bib-bia, siano adatti ad illuminare lastrada che porta ad una possibilesoluzione del problemaevidenziato. L’indirizzo che donMario ha dato alla comune rifles-sione avviata a Borgo si è appuntobasato su questo metodo.

Poniamoci due domande: COMEVEDIAMO NOI LO STRANIE-RO? COME LO VEDE DIO?

COME VEDIAMO NOI LO STRA-NIERO?Come noi lo vediamo dipende dal tipodi interesse nei suoi confronti. Se i no-stri interessi sono viziati dall’egoismo,tenderemo a vederlo come forza lavo-ro da utilizzare finché ce ne bisogno enon oltre, un problema aggiunto aglialtri, qualcuno che ci sottrae risorse,un intruso di cui diffidare, un perico-lo da cui guardarsi.

MA COME LO VEDE DIO?Facciamoci aiutare dalla Bibbia: la vi-sione dello straniero che esce dallaBibbia è invece quella di una personanel bisogno, e pertanto da accogliere,proteggere, amare come uno di noi.

CHI È LO STRANIERO PERL’ANTICO TESTAMENTO ?Cominciamo con la storia del popo-lo ebraico, un popolo straniero in ter-ra non suaCome si è formato il popolo ebrai-co?Noi lo immaginiamo già da subitocome un popolo ben definito, ma agliinizi e per molto tempo non è stato

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IN CAMMINO VERSO IL SACERDOZIO

così. In realtà esso è una somma digruppi etnici che si sono mescolati eamalgamati con il passare dei secoli(anche per gli italiani è stato così ….)Abramo esce da Ur e, con i suoi ini-zia una storia da straniero in terra stra-niera, la terra di Canaan. Anche perIsacco sarà così, e per Giacobbe.Emigrano poi in Egitto, spinti dallacarestia (è successo così anche pernoi, per i nostri nonni, e succede cosìanche oggi: gran parte degli immigratifugge la fame e la guerra). Dopo 430anni gli israeliti fuggono dall’Egittoe il gruppo principale, guidato daMosè, si avvia verso la terra promes-sa, la terra di Canaan.Come è stata “conquistata” la ter-ra promessa?Una lettura superficiale del testobiblico darebbe l’idea di una conqui-sta attuata con le armi: il popoloebraico attacca, scaccia o uccide i varipopoli già presenti in Canaan. Ma èmolto difficile che le cose siano an-date proprio così: gli ebrei erano unpopolo di fuggiaschi, poveracci condonne e bambini, non un esercito. Inparticolare non avevano armi che co-munque non sapevano maneggiare,avevano solo pietre e bastoni. [1Sam13,19-22; Sam 21,9-19]. Non eranoquindi in grado di attaccare dei po-poli armati, potranno forse esserci sta-ti degli scontri, ma non battaglie veree proprie.Che ci siano state battaglie vere e pro-prie o meno non è però ciò che inte-ressa la Bibbia, ciò che la Bibbia dice

è che la vittoria di Israele non fu do-vuta alle armi, ma fu opera di Dio,ottenuta attraverso la preghiera (cosìsuccede per la battaglia contro gliAmaleciti [Es 17,8-16] vinta attra-verso la preghiera “sostenuta” diMosè. Il termine “passandoli a fildi spada” non significava quindiaver messo a morte ma aver ottenu-to lo scopo, essere riusciti a vinceregli ostacoli che impedivano di arri-vare alla terra promessa. E così an-che per le mura di Gerico [Gs 6, 7-14].Allora come sono probabilmente an-date le cose?La conquista non è stata fatta con learmi, ma infiltrandosi da stranieri trai popoli già presenti, (come i nostriimmigrati). Poi, crescendo di nume-ro (erano probabilmente più proli-fici, come accade adesso), si sonogradualmente mescolati con i popoliautoctoni, diventando un popolo mi-sto, che col tempo diventò maggio-ranza nella regione, continuandoperò sempre a vivere insieme aglialtri popoli. [Gd 1,27-35]. I popolipreesistenti non furono quindi eli-minati o scacciati, ma convisserofino ad essere in parte o totalmenteassimilati, con le prevedibili diffi-coltà ovviamente.Questa assimilazione fu un proces-so molto lungo. Per molto tempo lafede in Jahvè convisse con quelladelle religioni degli altri popoli. Poila religione di Israele prese semprepiù piede fino a predominare (ma i

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profeti ebbero sempre un gran d’af-fare a contrastare il sempre presen-te pericolo dell’idolatria). Con ilpassare degli anni le differenze tra ipopoli preesistenti e i nuovi arrivatisi attenuarono, la mescolanza si ac-centuò. Si venne a creare un nuovopopolo, che non era più uguale aiprecedenti ma ne era diventato la fu-sione, un misto.La coscienza di un popolo ben defi-nito non era quindi patrimonio co-mune, e i matrimoni misti non era-no un’eccezione. E così fu fino alritorno dall’esilio di Babilonia.Quello fu un periodo traumatico. Chiguida il popolo nel ritorno è Esdra.Esdra attua in quel periodo quelloche oggi si direbbe pulizia etnica.Chi non era israelita fu semplice-mente cacciato via, e così successeanche per le mogli straniere e i lorofigli [Es 9, 1-6; Es 10,44]. Fu l’ini-zio del “Giudaismo”, una deviazio-ne rispetto al messaggio biblico au-tentico, della quale anche Gesù saràvittima.

Ma qual’è invece l’autentico pen-siero della Bibbia, l’insegnamen-to dei profeti?Il pensiero e il progetto di Dio si ri-vela in netto contrasto con ilgiudaismo.Il libro di Rut, che si riferisce allagenealogia di Davide, riferito a fattianteriori ma scritto ai tempi diEsdra, narra che Noemi di Betlemmeemigra in terra moabita costretto

dalla fame. Il figlio di Noemi sposauna donna moabita, Rut. Alla mortedel figlio Noemi ritorna a Betlemmecon la vedova Rut. Rut si risposa conBooz. Dal loro matrimonio nasceObed, che genera Iesse, padre di Da-vide. Pertanto lo stesso Davide, pre-diletto da Dio, non era israelita puro,ma aveva sangue moabita (sanguestraniero).Il libro del terzo Isaia scritto an-ch’esso al tempo del ritorno da Babi-lonia, contiene un forte messaggiouniversalista:“Gli stranieri che hanno aderito al Si-gnore ….li condurrò sul mio montesanto” [Is 56-66];“Io verrò a radunare tutti i popoli……. essi annunzieranno la mia glo-ria alle nazioni…..anche tra essi miprenderò sacerdoti e leviti ….” [Is 56-1,7];“Non molesterai il forestiero ne lo op-primerai, perché voi siete stati fore-stieri nel paese d’Egitto” [Es 22,20];“Il forestiero dimorante tra di voi lotratterete come colui che è nato tradi voi” [Lev 10,33-34]“il Signore protegge lo straniero …”[Si 146,7-9]“Alleluia. Lodate il Signore popolitutti, voi tutte nazioni ….” [Salmo117]

CHI È LO STRANIERO PER ILNUOVO TESTAMENTO ?Nel Nuovo Testamento lo straniero di-venta un “luogo teologico fondamen-

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tale”, perché non si tratta più diAbramo che diventa straniero in ter-ra di Canaan, o del popolo di Israeleche diventa straniero in terra di Egit-to, ma è lo stesso Gesù, figlio di Dio,che esce dalla sua patria, il seno delPadre, per farsi straniero nel mon-do degli uomini.E poiché “noi siamo invitati a colti-vare gli stessi sentimenti di Gesù”[Fil 2,5-8], la grande novità del Nuo-vo Testamento è che non vi sono piùstranieri perché sulla terra siamotutti stranieri.Nel nuovo testamento le cose si chia-riscono in maniera assoluta, perchéil popolo di Dio non è più formatoda una razza o privilegio di una raz-za, ma da tutti quelli che, indipen-dentemente da razza, lingua, colore,accolgono il suo messaggio. In Gesùil compimento della promessa al po-polo di Israele si amplia ad una mis-sione universale destinata a tutti gliuomini.Fin dalla sua nascita Gesù è dono disalvezza per tutta l’umanità (davan-ti alla grotta gli angeli cantano “Glo-ria a Dio nel più alto dei cieli e pacein terra agli uomini che egli ama”[Lc 2,13] (“agli uomini che egli ama”, cioè tutti e non solo quelli di unacerta razza).Nella sinagoga di Nazaret proclamadi essere consacrato a favore dei po-veri, dei prigionieri e degli oppressi[Lc 4,18-19] e non a favore di unarazza.Il concetto di universalità ricorre con-tinuamente:

“Verranno da oriente e da occiden-te, da settentrione e da mezzogior-no” cioè da tutto il mondo “e siede-ranno a mensa nel regno di Dio” [Lc13,29]E in tutte le Messe, alla Consacra-zione, viene detto: “Prendete e be-vetene tutti ….. versato per voi e pertutti in remissione dei peccati”E Pietro dice:“In verità sto rendendomi conto cheDio non fa preferenza di persone, machi lo teme e pratica la giustizia, aqualunque popolo appartenga, è alui accetto”[At 10,34-35];“…non c’è più ne giudeo ne greco;non c’è più schiavo ne libero; nonc’è più uomo ne donna, perché tuttivoi siete uno in Cristo Gesù” [Gal3,28]“Carissimi, io vi esorto come stra-nieri e pellegrini….” [1Pt 2,11,16]Significativa è anche la visionedell’Apocalisse: “Dopo di ciò appar-ve una moltitudine immensa, chenessuno poteva contare, di ogni na-zione, razza, popolo e lingua ….av-volti in vesti candide, e portavanopalme nelle mani” [Ap 7,9-10]Per concludere:Qui sulla terra siamo tutti stranie-ri, come lo è stato Gesù, in attesa diritornare alla nostra patria definitivain Paradiso.Ma contemporaneamente nessunotra noi deve sentirsi straniero, per-ché la bibbia ci insegna che lo stra-niero va trattato come uno di noi.

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Pastorale battesimale: lavori in corso

Sono passate solo poche settimane dallanascita di un Bambino che ha cambiato ilcorso della storia e forse siamo nello spiritomigliore per riflettere sui bambini che na-scono all’interno della nostra comunità diS.Stefano.Non per una sterile denuncia del loro pro-gressivo calo, bensì in vista di un’accoglien-za gioiosa di quanti si affacciano alla vita,segno di “un Dio che non è ancora stancodell’uomo” (Tagore).Ed è forse qui, dai neonati e dalle loro fami-glie, che potrebbe emergere quel “volto mis-sionario” che le nostre parrocchie sono chia-mate ad esprimere in questi anni. Viaggiaancora attorno al 90% (in certi paesi euro-pei non raggiunge ormai il 30%) la quota digenitori che chiedono il sacramento delBattesimo per i loro figli. Le motivazioni sonodiverse, come diversa è la fede delle fami-glie. E’ tuttavia evidente che il numero deibattezzati è sproporzionato rispetto al 20%di abitanti in parrocchia che poi frequentala nostra comunità; essere battezzato si-gnifica ben poco se resta solo un nome sulregistro parrocchiale.Possiamo noi come comunità rimettere inmoto quanti si sono ormai abituati a consi-derare la fede insignificante nel contestodella propria esistenza? Il momento dellanascita di un figlio potrebbe essere un mo-mento favorevole per riflettere sul senso delvivere, nascere, morire. Il mistero di un fi-glio non lascia nessuno indifferente e la ri-chiesta del Battesimo, anche se solo pertradizione, è segno di una piccola fiammellanon ancora spenta.La sfida è grande, e probabilmente nonpotrá essere sostenuta a lungo. Da bambi-

ni questi giovani genitori hanno potutocontare su una famiglia che li ha educa-ti alla fede, tra breve non sarà più così.Se i genitori giovani non si sentono par-te di una comunità cristiana, non saràloro possibile far scoprire al figlio cheesiste un Padre nei cieli.Perché non tentare qualche esperienzadi accompagnamento per motivare la ri-chiesta di un sacramento? Dal lieto an-nuncio dell’amore di Dio all’interno delloro amore di coppia che li ha resi parte-cipi dell’azione creatrice del Padre allaproposta di far parte di una comunità difratelli, una famiglia di famiglie dove illoro bambino potrebbe crescere senten-dosi a casa propria.La pastorale battesimale, un nuovo set-tore della pastorale familiare, sta com-piendo i primi passi nella nostra diocesi,ma è un germoglio che dà già frutti, inumiltà e semplicità. Il Piano Pastoralediocesano la considera una proposta dastudiare e “sperimentare” nell’otticadell’evangelizzazione. Il Consiglio Pasto-rale ha dato il viaper un progetto di minima, così da potergradualmente introdurre questa novitàanche nella nostra comunità. D’ora inpoi i genitori in attesa di un figlio o quan-ti, dopo la nascita, si troveranno a bus-sare in canonica per chiedere il Battesi-mo, avranno la novità della proposta diun accompagnamento da parte di alcu-ne coppie di sposi che si affiancheran-no a don Guido per gli incontri, da con-cordare insieme come orari, sede, mo-dalità. Maria Teresa e Francesco Pederiva

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MAGIA DELLA MUSICA SACRA

Il concerto natalizio del 28 dic. sc. ha stupitoquanti vi hanno presenziato nella nuova chiesa diVillazzano ed é stata una gradita sorpresa ancheper i componenti del Coro S.Stefano organizzatoredella riuscita serata. In questa occasione allanostra corale il promotore e regista impareggiabiledon Renato aveva assegnato il compito di fare dariempitivo alle prestazioni del giovane trio diaffermati musicisti fortunosamente ingaggiato.

L’assenza per indisposizione della ventunenneKatherine Nikitine “Regina dell’Organo” ha comportato variazioni nelprogramma che hanno coinvolto maggiormente sia l’organista Paolo Oreniche il violinista Pietro Fabris, a supporto anche dei pezzi cantati, iltutto riuscito oltre ogni aspettativa. Particolarmente apprezzata purela presentazione di don Renato dei canti e sonate, nello spirito delladedica richiamata nello stupendo depliand distribuito: “Perché il Natalecanti … oltre il Natale e continui a fiorire il sogno della pace nell’ecodell’armonia dei cuori”.

Della generale soddisfazione si é fatto interprete il portavoce del CoroFabio Caprioli, al quale va inoltre attribuito il merito della acquisizionedegli sponsor per coprire i notevoli costi della serata, cui é stata espressaviva gratitudine.

Certamente si è trattato di un concerto di classe elevata, iniziativache, vien da dire, sembrerebbe preclusa al nostro Coro Parrocchiale incrisi di direzione tecnica da un paio di anni; sennonché anche in questalieta evenienza va riconosciuto … fino a quando le fortune della coraleS.Stefano poggeranno sulle capaci spalle del nostro mentore?

Grazie a Dio, la parabola dirigenziale del complesso sembra in fase dirisalita considerata la disponibilità offerta da Filippo Cadamuro diaccompagnare i coristi all’organo sia nelle prove che nelle Funzioniliturgiche; chissà che il nuovo anno non ci regali pure l’ indispensabile“capo coro”!

R.G.

Villazzano, Gennaio 2008

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Carissimi chierichetti,Carissimi chierichetti,Carissimi chierichetti,Carissimi chierichetti,Carissimi chierichetti, molte persone mi hanno detto: che bella la molte persone mi hanno detto: che bella la molte persone mi hanno detto: che bella la molte persone mi hanno detto: che bella la molte persone mi hanno detto: che bella la

Santa Messa di Mezzanotte a Natale con tutti queiSanta Messa di Mezzanotte a Natale con tutti queiSanta Messa di Mezzanotte a Natale con tutti queiSanta Messa di Mezzanotte a Natale con tutti queiSanta Messa di Mezzanotte a Natale con tutti queichierichetti che facevano corona attorno all’altare,chierichetti che facevano corona attorno all’altare,chierichetti che facevano corona attorno all’altare,chierichetti che facevano corona attorno all’altare,chierichetti che facevano corona attorno all’altare,e rendevano solenne la celebrazione Eucaristica.e rendevano solenne la celebrazione Eucaristica.e rendevano solenne la celebrazione Eucaristica.e rendevano solenne la celebrazione Eucaristica.e rendevano solenne la celebrazione Eucaristica.

Anche don Guido è rimasto contento nelAnche don Guido è rimasto contento nelAnche don Guido è rimasto contento nelAnche don Guido è rimasto contento nelAnche don Guido è rimasto contento nelvedervi così numerosi ed anche molto attenti.vedervi così numerosi ed anche molto attenti.vedervi così numerosi ed anche molto attenti.vedervi così numerosi ed anche molto attenti.vedervi così numerosi ed anche molto attenti.

Per voi è senz’altro un sacrificio e unPer voi è senz’altro un sacrificio e unPer voi è senz’altro un sacrificio e unPer voi è senz’altro un sacrificio e unPer voi è senz’altro un sacrificio e unimpegno, ma siate felici di farlo, perché è un onoreimpegno, ma siate felici di farlo, perché è un onoreimpegno, ma siate felici di farlo, perché è un onoreimpegno, ma siate felici di farlo, perché è un onoreimpegno, ma siate felici di farlo, perché è un onoreessere a servizio di Gesù e della Comunitàessere a servizio di Gesù e della Comunitàessere a servizio di Gesù e della Comunitàessere a servizio di Gesù e della Comunitàessere a servizio di Gesù e della Comunitàparrocchiale. Questo vi aiuterà a crescere e aparrocchiale. Questo vi aiuterà a crescere e aparrocchiale. Questo vi aiuterà a crescere e aparrocchiale. Questo vi aiuterà a crescere e aparrocchiale. Questo vi aiuterà a crescere e amaturare nella vostra vita di uomini e di cristiani,maturare nella vostra vita di uomini e di cristiani,maturare nella vostra vita di uomini e di cristiani,maturare nella vostra vita di uomini e di cristiani,maturare nella vostra vita di uomini e di cristiani,Gesù sarà felice e vi sorriderà.Gesù sarà felice e vi sorriderà.Gesù sarà felice e vi sorriderà.Gesù sarà felice e vi sorriderà.Gesù sarà felice e vi sorriderà.

Avete incominciato circa 3 anni fa, con il parroco don Carlo,Avete incominciato circa 3 anni fa, con il parroco don Carlo,Avete incominciato circa 3 anni fa, con il parroco don Carlo,Avete incominciato circa 3 anni fa, con il parroco don Carlo,Avete incominciato circa 3 anni fa, con il parroco don Carlo,eravate veramente pochi e tanto perplessi. Dopo qualche mese è arrivatoeravate veramente pochi e tanto perplessi. Dopo qualche mese è arrivatoeravate veramente pochi e tanto perplessi. Dopo qualche mese è arrivatoeravate veramente pochi e tanto perplessi. Dopo qualche mese è arrivatoeravate veramente pochi e tanto perplessi. Dopo qualche mese è arrivatodon Guido e piano, piano siete aumentati, e oggi iscritti siete 24, senzadon Guido e piano, piano siete aumentati, e oggi iscritti siete 24, senzadon Guido e piano, piano siete aumentati, e oggi iscritti siete 24, senzadon Guido e piano, piano siete aumentati, e oggi iscritti siete 24, senzadon Guido e piano, piano siete aumentati, e oggi iscritti siete 24, senzacontare quei 2 o 3 grandi che vengono nelle feste più importanti.contare quei 2 o 3 grandi che vengono nelle feste più importanti.contare quei 2 o 3 grandi che vengono nelle feste più importanti.contare quei 2 o 3 grandi che vengono nelle feste più importanti.contare quei 2 o 3 grandi che vengono nelle feste più importanti.

Se il numero aumenterà sarà ancora più bello.Se il numero aumenterà sarà ancora più bello.Se il numero aumenterà sarà ancora più bello.Se il numero aumenterà sarà ancora più bello.Se il numero aumenterà sarà ancora più bello.Bella anche la Santa Messa delle ore 10; con la vostra presenzaBella anche la Santa Messa delle ore 10; con la vostra presenzaBella anche la Santa Messa delle ore 10; con la vostra presenzaBella anche la Santa Messa delle ore 10; con la vostra presenzaBella anche la Santa Messa delle ore 10; con la vostra presenza

la rendete più ricca. Devo veramente ringraziarvi, perché anche se io ala rendete più ricca. Devo veramente ringraziarvi, perché anche se io ala rendete più ricca. Devo veramente ringraziarvi, perché anche se io ala rendete più ricca. Devo veramente ringraziarvi, perché anche se io ala rendete più ricca. Devo veramente ringraziarvi, perché anche se io aquesta Eucaristia non posso essere presente, so che a chi tocca è semprequesta Eucaristia non posso essere presente, so che a chi tocca è semprequesta Eucaristia non posso essere presente, so che a chi tocca è semprequesta Eucaristia non posso essere presente, so che a chi tocca è semprequesta Eucaristia non posso essere presente, so che a chi tocca è semprepuntuale. Bravi !!!…puntuale. Bravi !!!…puntuale. Bravi !!!…puntuale. Bravi !!!…puntuale. Bravi !!!…

Un sentito grazie ai vostri genitori che vi aiutano e vi spronanoUn sentito grazie ai vostri genitori che vi aiutano e vi spronanoUn sentito grazie ai vostri genitori che vi aiutano e vi spronanoUn sentito grazie ai vostri genitori che vi aiutano e vi spronanoUn sentito grazie ai vostri genitori che vi aiutano e vi spronanoa rendervi disponibili a questo servizio. Salutatemeli.a rendervi disponibili a questo servizio. Salutatemeli.a rendervi disponibili a questo servizio. Salutatemeli.a rendervi disponibili a questo servizio. Salutatemeli.a rendervi disponibili a questo servizio. Salutatemeli.

Siate costanti e sarà una bellaSiate costanti e sarà una bellaSiate costanti e sarà una bellaSiate costanti e sarà una bellaSiate costanti e sarà una bellaesperienza che vi arricchisce e viesperienza che vi arricchisce e viesperienza che vi arricchisce e viesperienza che vi arricchisce e viesperienza che vi arricchisce e viaiuta ad affrontare la vita.aiuta ad affrontare la vita.aiuta ad affrontare la vita.aiuta ad affrontare la vita.aiuta ad affrontare la vita.

Più avanti si farà un incontroPiù avanti si farà un incontroPiù avanti si farà un incontroPiù avanti si farà un incontroPiù avanti si farà un incontroe qui spero di vedervi tutti.e qui spero di vedervi tutti.e qui spero di vedervi tutti.e qui spero di vedervi tutti.e qui spero di vedervi tutti.

Ciao, ciao a tutti belli eCiao, ciao a tutti belli eCiao, ciao a tutti belli eCiao, ciao a tutti belli eCiao, ciao a tutti belli ebrutti… ma sempre miei carissimi ebrutti… ma sempre miei carissimi ebrutti… ma sempre miei carissimi ebrutti… ma sempre miei carissimi ebrutti… ma sempre miei carissimi esimpatici amici.simpatici amici.simpatici amici.simpatici amici.simpatici amici.

suor Ottiliasuor Ottiliasuor Ottiliasuor Ottiliasuor Ottilia

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Come ogni anno, dal 2 al 5 gennaio si è tenuto a Dovena il campeggioinvernale per i ragazzi delle superiori.Il tema di queste giornate è stato “Artù e i cavalieri della tavola ro-tonda”: ogni ragazzo, affrontando prove, giochi, pregando e imparan-do a conoscere se stesso, è riuscito a diventare UN CAVALIERE.

La parola ai ragazziAllora...mmm...che difficile scrivere tutto in poche parole... come sipossono racchiudere tutte le cose che abbiamo fatto e combinato alcampeggio in alcune righe? no...mi allargherò un po...Allora, come prima cosa vorrei dire che è stato bellissimo e che Dovena2008 è stato il campeggio invernale più divertente e piacevole dei trea cui ho partecipato. Forse la compagnia; forse il gruppo affiatato chesi sta creando; magari le attività interessanti e più coinvolgenti rispettoagli anni passati; la neve. Le attività che abbiamo fatto mi sono piaciu-te, i giochi serali sono stati sempre divertenti e anche qui mi sonodivertita, come dite voi, mettendomi in gioco. Il tempo libero, perfortuna, non mancava e abbiamo potuto confrontarci tra noi, parlaretanto, affrontare argomenti di cui normalmente non si parla, argo-menti che mi hanno avvicinato tantissimo a persone che, visto il tantotempo passato da Eraclea, sentivo ormai distanti. Gli spazi per studia-re non sono mancati e sono riuscita a fare i miei compiti, senza poitrovarmi troppo con l’acqua alla gola. La sera, nel letto, durante laradio, noi ragazze ci trovavamo sempre tutte in un letto e questo haaiutato la nostra unione: l’essere in pochi non è sempre uno svantag-gio: abbiamo fatto gruppo e nessuna era esclusa, si parlava assieme enon c’erano i gruppetti tipo Eraclea. I momenti di preghiera, che purnon essendo mancati, non sono stati tanti e nessuno si è lamentato:anche questo è positivo! La mancanza dei cuochi è stato forse l’unicolato negativo perchè voi animatori non potevate dedicarvi pienamentea noi, ma cmq, dando tutti una mano, ce la siamo cavata benone. Per laprima volta ho anche apprezzato il ritiro dei cellulari: è verissimo chesenza c’è più comunicazione e più unione tra noi ragazz!!! Penso di averdetto tutto. Spero che anche per voi animatori sia stato un bel cam-peggio e spero che vi siate divertiti anche voi, almeno tanto quantome. Un bacione, Marty

Questo campeggio invernale è stato il migliore che ho passato perchèha nevicato, mi piace il gruppo che si è formato e che con ogni uscita sirafforza sempre di più. Bella l’idea degli animatori di ambientare iltema del campeggio su Re Artù e i cavalieri della tavola rotonda. Matteo

DOVENA 2008

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Ciao, per essere il mio primo campeggio con voi mi sono divertita e misono trovata molto bene. Le attività erano molto divertenti e anche lepreghiere che di solito sono un po una rottura mi sono piaciute. Viringrazio, ciao. Sara

Il campeggio è stato veramente fantastico, come ho già detto uno deipiù belli campeggi invernali. E per una volte non c’è stato niente chenon mi sia piaciuto. Siete stati veramente bravi ad organizzarvi. Pamela

Ciao! Siamo Alice ed Ale, siamo dispiaciutissimi di non essere potutiandare al campeggio invernale. Il gruppo è fantastico e ci si divertesempre un sacco, quindi la prossima volta ci saremo di sicuro. Alice eAle Vak

Mi è piaciuto perché eravamo in pochi e siamo riusciti a parlare contutti soprattutto la sera quando noi ragazze ci ritrovavamo tutte suuno/due letti a parlare delle nostre cose. Mi sono divertita tantissi-mo anche quando siamo andati a slittare. Milena

Mi è piaciuto molto perché ho potuto fare più comunità e rafforzarele vecchie amicizie. Michele G. (Acss)

È stato molto divertente, ho riso un sacco e ho potuto confrontarmicon gli altri su molti argomenti. Peccato sia durato solo 4 giorni.La Lolly (Roberta)

Salve gente!! Al campeggio invernale mi sono divertita tantissimo!!!Perché eravamo in pochi e ho potuto approfondire i rapporti con tutti.Peccato che sia durato solo pochi giorni e che la neve non fosse molta.Elena

Ciao a tutti. Il campeggio è stato bello perché si sono potute raffor-zare le amicizie. E stato tutto bello ma è durato veramente poco!By Gruppo Giovani Villastyle (Andrea)

Ciao a tutto Villazzano!Il campeggio invernale svoltosi a Dovena è stato molto divertente;durante questo campeggio ho potuto approfondire le amicizie. Il temadel campeggio era diverso dal solito e quindi mi ha coinvolto partico-larmente ed è stato interessante; le attività che abbiamo fatto sonostate molto coinvolgenti ed educative. Secondo me dovrebbe parteci-pare ai campeggi un po di gente in più, ormai quelli che li frequentano

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da tempo si conoscono molto bene, quindi … INVITO I GIOVANI DIVILLAZZANO A VENIRE.Michele B.

La parola agli animatoriQuestanno il campeggio di Dovena è stato davvero ricco di emozioni.La cosa che più ci rallegra è il fatto che ogni incontro, ogni uscita,ogni campeggio diventa occasione di crescita e confronto per tutti epermette di far rafforzare i rapporti allinterno di una gruppo che èsempre più unito e forte!Grazie a tutti.Gianni, Luca, Luisa, Simo

Ciao a tutti e…

… vi ricordiamo che il nostro appuntamento è ogni venerdì alle20:30 in casa parrocchiale!!!

Il gruppo giovani di Villazzano.

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NOTIZIE BAOBAB

Cos’è l’associazione BAOBABLa “BAOBAB Nuovo Oratorio Villazzano”, as-

sociazione costituita il 16 marzo 2006 sulla spinta deigiovani della Parrocchia di Villazzano, non ha fini di lu-cro e persegue finalità di solidarietà civile, culturale esociale volte alla promozione dell’aggregazione, in par-ticolare delle giovani generazioni. L’Associazione è col-legata alla più vasta associazione “NOI Trento”, nataper sostenere e coordinare le energie degli oratoritrentini, che a sua volta fa parte dell’analoga associa-zione nazionale “NOI Associazione Oratori”.

Per meglio perseguire le sue finalità l’Associazione cerca e mantieneforme di collegamento e collaborazione con altre entità orientate verso mede-sime finalità. In particolare stretta è la collaborazione con la “Tre Fontane”, lecui finalità sono pure focalizzate sul mondo giovanile. Per aderire alla BAOBABè necessario tesserarsi mediante il versamento di una quota annuale, preva-lentemente devoluta a scopo assicurativo. I vantaggi della “Baobab” non sonosolo organizzativi, ma anche di tipo assicurativo-burocratico, potendosi la“Baobab” avvalersi della consulenza amministrativa della più vasta “NOITrento”. Alla “Baobab” è stata affidata la gestione operativa della nuova casaparrocchiale, dove le attività giovanili si intrecciano con quelle dell’utenza adul-ta.

Le principali iniziative 2007La presenza della “Baobab” ha facilitato una serie di iniziative volte ai

giovani e non giovani. Quelle che nel 2007 hanno riguardato i giovani, sonostate principalmente:- Grest (Gruppo Estivo)

dall’11 al 22 giugno, volto ai bambini delle scuole elementari; si tratta di unperiodo di due settimane, durante le quali si sono alternate attività pressoVillazzano a escursioni e attività esterne.

- campeggio estivo a Dovena (Castelfondo)dal 30 giugno al 7 luglio, con la partecipazione di 21 ragazzi/edalla II° alla V° elementare.

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- campeggio estivo a Malga Tedon (Val Campelle) dall’8 al 15 luglio, con la partecipazione di 22 ragazzi/e delle medie.- campeggio estivo al mare (Eraclea) dal 28 luglio al 7 agosto con la partecipazione di 31 giovani della terza media e delle medie superiori.- corso di ricamo

il corso è stato organizzato nel mese di luglio, aperto ai ragazzi/e dalla IIelementare alla III media, ed è stato reso possibile grazie alle Suore diMaria Bambina.

Le principali iniziative 2008Si prevede di ripetere anche per il 2008 le iniziative del 2007 sopra

menzionate, con date da precisare non appena possibile. Sono peraltro inprogettazione delle ulteriori proposte di cui si anticipano i contenuti:- la giornata ecologica per la promozione della raccolta differenziata e

della conoscenza del nostro ambiente naturale, da tenersi in giugno ;- incontri sportivi per i ragazzi della comunità con vari sport (tra cui il tiro

con l’arco), nel periodo maggio-giugno;- “rotte per internauti responsabili” momenti di approfondimento e rifles

sione sull’uso dei sistemi di comunicazione internet, dedicati sia ai giovani che ai genitori, in date in via di definizione.

Altra novità proposta dalla BAOBAB per il presente anno è l’aperturadell’oratorio di almeno un sabato pomeriggio al mese (a partire dal 19 gen-naio, continuando con il 16 febbraio, il 15 marzo e il 19 aprile), per dareun’occasione di ritrovo ai ragazzi della comunità.

Te s s e r a m e n t o 2 0 0 8Presso l’ufficio Baobab è aperto il tesseramento 2008. La quota è anche

quest’anno di 8 euro, sia per il rinnovo che per le nuove tesere. Per dare forzaall’Associazione siamo tutti invitati ad iscriverci.

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Quando don Guido mi disse: “ Vorreiche quest’anno venisse fatto un pre-sepe che rappresenti la nostra chie-sa di Villazzano, il contesto del pae-se e i ragazzi della catechesi”, dicerto non immaginavo dove sarem-mo andati a finire.Subito il mio pensiero fu di chiedereaiuto ad alcune persone: mi ricordaiche l’anno prima due amici alpini -Umberto e Dino - avevano dato unamano alle maestre della scuola percostruire un presepe. Non fu difficile

coinvolgerli vista la loro disponibilitàin ogni iniziativa sociale.Fatto un sopraluogo in chiesa ancheinsieme a Renzo N., Giorgio , Sergio,Graziano, Marco e Renzo R., si deci-se che il luogo poteva essere il latosud della chiesa “storica”.Nessuno aveva un progetto, tutti tan-te idee che venivano esternate inestemporanea e poi condivise, inne-scando un “Role Play” e un ascoltoattivo, comunicazione verbale enon, da far invidia ai professoroni dicomunicazione.

Un altro spunto per la realizzazioneè stata una casa costruita qualcheanno fa per il presepe della scuolamaterna e che papà Mireno hamesso a disposizione.Il tempo era tiranno, bisognava de-dicare le sere - a volte anche lenotti - per poter concretizzare leidee venute in mente durante lagiornata sul lavoro, al bar o nellefaccende quotidiane.Cominciammo così l’avventura ….Si decise di rendere il nostro prese-pe visibile, costruendo una piatta-forma di una certa altezza, per

questo ci potevano aiutarei banchi della chiesa con lepedane sottostanti.Dino maestro gessino disse:“Facciamo la Marzola?!”Le idee venivano approva-te o meno secondo le rea-zioni dei presenti. Usuali era-no le esternazioni: “Ma setmat?…dai bevi de men! …E dopo cossa fente? … Daida brao non sen miga a sco-la profesor!” … e altre indici-

bili in tale circostanza.Si cominciò con la Marzola. Nellanostra Piazza faceva bella vista undisegno con i sentieri della monta-gna, mi venne l’idea di fotografa-re tale disegno (ora sostituito dauna foto) e portarlo come campio-ne. La cosa piacque e cosi la foto-grafia divenne uno strumento es-senziale per poter realizzare le co-struzioni delle case e delle duechiese.Realizzare la Marzola non è stato

Un presepe speciale

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difficile visto la qualificata mae-stranza, il problema era dove col-locarla…. Quella sera si erano ag-giunti alla compagnia anche Gra-ziano da sempre appassionatopresepista, Giuseppe F. geometradi professione, oratore e criticocommediante in questa occasio-ne, e Gioacchino (che ci fornì isacchi di juta da impregnare digesso).La Marzola è stata progettata sututti i lati, una serata fu persa perdecidere dove collocarla: ognunodiceva la sua fra le risate dei pre-senti..Si scelse di farla di fronte rispetto achi guarda.Renzo N. provvedeva durante ilgiorno a reperire il materiale, il sot-toscritto faceva le foto aicaseggiati, alla sera si lavorava.La cosa divertente era la capaci-tà del gruppo di lavorare insiemee di scambiarsi continuamente ilruolo di consigliere, direttore lavo-ri, manovale.Abbiamo iniziato dalla Chiesa sto-rica, fatta e rifatta almeno tre vol-te. Il materiale principale è stato ilcartone, poi legno e tanto entusia-smo. Giorgio si propose per la chie-sa nuova, che doveva essere im-ponente e solida visto che avreb-be ospitato la Natività. Per questofu scelto il compensato.Giuseppe F. lo ha aiutato nella co-struzione della parte superiore.Graziano ha voluto rendere omag-gio alla Grotta costruendo la Chie-sa del Santuario, anche la suamamma ha voluto collaborare re-alizzando il tappeto interno.

Giorno dopo giorno le case comincia-vano a prendere forma e il numero dipersone cresceva: si aggiunsero Flavio,Michele, Alessandro.Paolo N., maestro pittore, durante ilgiorno cercava di correggere qualchescelta di pittura fatta durante la not-tata.Si crearono degli esperti per il tetto, lefacciate, la pittura, il legno: in questomodo tutti collaboravano a fare tutto.Passata qualche ora di lavoro, qualcu-no attirava l’attenzione dicendo: “Paolo… gò i crepi sulla lengua”. Allorasi faceva pausa.Mi sembra superfluo dire che ogni se-rata finiva in letizia assaporando qual-che dolce o salato preparato dallemogli delle maestranze, innaffiato dabuon vino. Don Guido si aggregavaimpegni permettendo, la segreteriaBaobab - Andreina e Renzo N. - prov-vedeva al vettovagliamento.Durante le serate venivano ricordatianeddoti della giovinezza vissuti nellecase del centro storico, nomignoli deipersonaggi di Villazzano di 50 - 60 annifa… sembrava di essere ritornati ai filòdei nostri nonni, una ricchezza di storiaper il sottoscritto che non è “de lazòca” (nato a Villazzano).Molte altre persone hanno collabora-to: le catechiste, i catechisti e gli stessibambini, che hanno portato le lorofoto per diventare parte integrante delpresepe.“Il presepe siamo Noi” - dice la scritta– e lo siamo veramente quando di fron-te ad un obiettivo riusciamo ad attivar-ci, quando insieme aiutiamo chi habisogno, quando mettiamo a disposi-zione il nostro tempo libero per gli altrisenza secondi fini.

Paolo Errigo

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“ C E N A D E L P O V E R O 2 0 0 8 ”(anticipazioni)

Sabato 15 marzo, (vigilia delle Palme), tutta la comunità sarà invitataall’annuale appuntamento con la “Cena del Povero”. Come lo scorso anno,si inizierà con un incontro in chiesa, seguito dalla cena vera e propria datenersi presso la casa parrocchiale. La riflessione in chiesa sarà guidata dacanti e letture, per la cui preparazione si chiederà la collaborazione deivari gruppi parrocchiali. Il menù della cena sarà ovviamente “povero”,simile cioè a quello che si può permettere, quando ci riesce, la granmoltitudine dei poveri del mondo. Le offerte raccolte saranno destinateinfatti a loro, all’interno dell’impegno quaresimale “Spezza il tuo panecon i poveri di tutto il mondo” e, insieme a quelle delle altre parrocchie,saranno poi divise tra tutti i missionari trentini nel mondo.

A suo tempo l’iniziativa sarà ricordata con un apposito invito checonterrà orario e modalità di partecipazione.

“Aiutiamo i bambini poveri diAquile a frequentare la scuola!”

(situazione microprogetto)

L’autotassazione proposta ha avuto sino ad ora circa 35 adesioni, conuna raccolta che ha superato 2.200 euro, corrispondenti a circa il il 30%sul totale prefissato di euro 7.500. La prima parte delle offerte raccolte ègià stati spedita a fra Marco, che potrà iniziare da subito a distribuire ilmateriale didattico necessario (quaderni, penne, matite, …..).

Fra Marco e i suoi bambini ringraziano di cuore chi ha voluto e vorràcollaborare a portare a termine il microprogetto.

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Approfitto dello spazio che ci viene gentilmenteconcesso da don Guido per ricordare che la nostra asso-ciazione, come ogni anno da oltre 10 anni, durante l’estateospiterà un gruppo di bambini bielorussi, provenienti dallezone divenute radioattive in seguito al disastro provocatodallo scoppio della centrale nucleare di Chernobyl.

Lo scorso anno sono stati ben 7 i piccoli ( fra i 7 egli 8 anni) che sono venuti in Italia, accolti da altrettantefamiglie, per la prima volta. Sarebbe molto importante po-

ter invitare qualche nuovo bambino anche quest’anno.Ma per far questo abbiamo bisogno di famiglie disposte a mettersi in gioco e

offrire il loro amore e il loro tempo a questi bambini.Offriamo a tutti la possibilità di vivere questa bellissima ed emozionante espe-

rienza , che non è solo donare e mettersi in gioco ma, anche e soprattutto, ricevere incambio tanto affetto e tante gratificazioni.

Se ve la sentite di provare è questo il momento di contattarci perché le adesio-ni devono essere presentate entro il 31 gennaio. Sono moltissimi i bambini che hannobisogno di allontanarsi dall’ambiente spesso degradato a causa dell’alcolismo, dell’igno-ranza e della povertà in cui si trovano a vivere.

Quest’anno l’ospitalità si effettuerà approssimativamente dal 15 giugno al 15luglio.

I bambini verranno accolti, intrattenuti ed accuditi tutte le mattine dalla loromaestra Nina Palkova e da alcuni volontari. Effettueranno attività varie, giochi, corso dinuoto, lezioni etc. in un ambiente protetto e in un clima sereno.

Questo allo scopo di permettere loro di rilassarsi e scambiare le esperienzecon gli amici bielorussi e nello stesso tempo permettere alle famiglie ospitanti di averedel tempo libero per i propri impegni.

Avendola vissuta più volte posso assicurare che l’ospitalità è un’esperienzapositiva, molto gratificante e costruttiva sia per noi adulti che per i nostri figli e cheinsegna a condividere e a conoscere una cultura diversa dalla nostra.

Chi invece, per qualunque ragione non potesse ospitare ma volesse comunqueaiutare i ragazzi bielorussi, può offrire una borsa di studio, del costo di 150 € l’anno enormalmente della durata di tre anni, che permetterà ad un ragazzo o ad una ragazza dicontinuare gli studi lontano da casa alle scuole superiori o all’università,.

Siamo molto soddisfatti di questa iniziativa in cui crediamo molto e che haavuto un riscontro sopra le nostre aspettative. Sono ben 18 le borse di studio offerte, inparte da noi come associazione, in gran parte da privati. Ma sono ancora moltissimi iragazzi che hanno bisogno di una mano.

Consideriamo molto importante questa iniziativa perché riteniamo che con l’istru-zione vissuta nella loro realtà, nel loro paese, questi ragazzi, meno fortunati dei nostri,

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possano sfuggire alla vita di miseria morale e materiale da cui sono circondati e a cuisono altrimenti destinati, e possano avere la possibilità di iniziare un percorso di cresci-ta, sia per sé stessi che per la loro comunità.

Chiunque fosse interessato alle nostre iniziative può telefonarmi al numero340 2586456 o chiedere informazioni presso il negozio di verdure Goller.

Il presidenteGiordana Detassis

luglio 2007 : i nostri piccoli ospiti in gita

ASSOCIAZIONE VILLAZZANO SOLIDALEVia dei Valoni 34 – 38050 Povo (Tn)

Indirizzo mail: [email protected] 340-2586456

Codice Fiscale 01767100223 Cassa Rurale di Trento C/C 00-306544 CAB 01810 ABI 08304

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La “Canta della Stella”Quest’anno la “Canta della Stella” si è svolta

in modo diverso dagli altri anni: invece di andare casa

per casa per 4-5 serate, abbiamo fatto una piccola

celebrazione in Chiesa, dopo la messa di sabato 5

gennaio. E’ stata un’idea originale organizzata con

semplicità dal Gruppo Animatori, a cui hanno partecipato anche il Gruppo Gio-

vani (con canti, letture e preghiere), il Gruppo Medie (con la preparazione

delle candele e delle stelline, che sono state distribuite come ricordo a tutti

i presenti) e alcuni bambini. Fondamentale è stata la presenza del “coro del

sabato sera”, che, con bravura, ha cantato varie canzoni natalizie, trasmet-

tendo gioia e felicità.

Due momenti particolari sono stati la video-rappresentazione “Natale

moderno”, recitata da alcuni rappresentanti di ogni gruppo presente, e la pro-

iezione delle foto dei campeggi estivi della parrocchia, momenti in cui ognuno

di noi ha modo di essere “luce” per gli altri con tutto se stesso.

Anche se, purtroppo, non c’è stata moltissima adesione, abbiamo rac-

colto ben 328 €, che verranno utilizzati per le attività dell’oratorio con bam-

bini e ragazzi.

Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno dato la loro disponibilità

per questa celebrazione e tutti coloro che hanno voluto essere con noi in

questa serata, in cui abbiamo voluto ricordare il messaggio di speranza del

Natale e in cui abbiamo voluto pregare così: “Bambin Gesù, tu sei la vera

STELLA”.


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