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L INTRE CIO DEI C LORI A IMENTA L U MO LA NATU A ET RNAMENTE.

Date post: 02-May-2015
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L’INTRE CIO DEI C LORI A IMENTA L’ U MO LA NATU A ET RNAMENTE
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Page 1: L INTRE CIO DEI C LORI A IMENTA L U MO LA NATU A ET RNAMENTE.

L’INTRE CIODEI C LORI

A IMENTA L’ U MO

LA NATU A ET RNAMENTE

Page 2: L INTRE CIO DEI C LORI A IMENTA L U MO LA NATU A ET RNAMENTE.

Una domanda per noi…

Un’arte, la capacità di esprimere.

È immaginazione

È tutto, il non colore non è

nulla.

Il colore ti aiuta a vedere e

creare.

È felicità e

tristezza.

Il colore toglie la tristezza, fa parlare le cose.

Fa esprimere emozioni.

È indispensabile, altrimenti c’è il nulla.

Il colore è fantasia.

Il colore è sentimento.

Il mondo senza colore sarebbe triste.

Ogni colore ha un significato.

Il grigio è solitudine.

Il colore è sensazione.

Un modo per esprimersi

I colori sono esperimento perché puoi mescolarli e trovarne tanti nuovi

I colori sono parole

Le varietà danno possibilità infinite

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Molto tempo fa i colori iniziarono a litigare: ognuno di essi affermava di essere il migliore, il più importante, il più utile, il favorito.

Il Verde disse: "E' chiaro che sono io il più importante. Sono segnale di vita e speranza. Io fui scelto per l'erba, gli alberi e le foglie, senza me, tutti gli animali morirebbero. Guardate la

campagna e vedrete che sono nella maggior parte delle cose."

Il Blu interruppe: "Tu pensi solamente alla terra, ma considera anche il cielo ed il mare. È l'acqua che è la base della vita, viene giù dal cielo, dalle nuvole dal mare profondo. Il cielo dà spazio,

pace e serenità. Senza la mia pace, tutti voi non sareste nulla."

Il Giallo ridacchiò: "Voi siete tutti così seri. Io porto risa, felicità, e calore nel mondo. Il sole è giallo, la luna è gialla, le stelle sono gialle. Ogni volta che guardi un girasole, il mondo intero sorride di

gioia. Senza di me non ci sarebbe divertimento."

Proseguì l'Arancione: "Io sono il colore della salute e della forza. Io porto le più importanti vitamine: pensate alle carote, zucche, arance, al mango. Non sono sempre presente, ma quando

riempio il cielo, all'aurora o al tramonto, la mia bellezza si diffonde così tanto che nessuno può distogliere lo sguardo"

Rachele Arianna G. Riccardo G. Alessio

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Il Rosso, urlò forte: "Io sono il padrone di tutti di voi, io sono il sangue, il sangue della vita! Io sono il colore del pericolo e del valore. Io porto fuoco nel sangue. Senza me, la terra sarebbe vuota come la

luna. Io sono colore di passione e d'amore, la rosa rossa ed il papavero.“

Toccò poi al Porpora. Lui parlò con grande pompa: "Io sono il colore della regalità e del potere. Sono il segnale di autorità e di saggezza. Le persone non mi interrogano, loro mi ascoltano e mi rispettano."

Infine, parlò l'Indaco, molto più quietamente di tutti gli altri: "Pensate a me. Io sono il colore del silenzio. Io rappresento il pensiero e la riflessione. Avete tutti voi bisogno di me per equilibrio, per preghiera e

pace interna."

Rachele Arianna G. Riccardo G. Alessio

E così i colori continuarono a vantarsi, ognuno convinto della propria superiorità.Ma ci fu improvvisamente un bagliore brillante, la pioggia iniziò a cadere implacabile. I colori si

acquattarono per la paura, avvicinandosi l'un l'altro.La pioggia cominciò a parlare:

"Siete colori sciocchi, lottate fra voi, tentando di dominare l'uno sull'altro. Non sapete che ognuno di voi è stato creato per uno scopo speciale? Prendetevi le mani e venite da me!”

Fecero come fu detto loro e si diedero la mano. La pioggia continuò dicendo: "D'ora in poi, quando piove, tutti voi uniti attraverserete il cielo in un grande arcobaleno, in segno

di pace e speranza per il domani."In questo modo, ogni volta che una pioggia viene a lavare il mondo, ed un arcobaleno appare nel

cielo, ci è permesso di apprezzare e ricordare tutti i colori.

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Possiamo dire che la fisica del colore  è essenzialmente quella scoperta da Newton,

con le successive dimostrazioni della natura

ondulatoria della luce e delle proprietà delle onde elettromagnetiche. 

Di questo, molti di noi sono consapevoli, però forse non a tutti è chiaro che il colore dipende dalle caratteristiche fisiche della luce che arriva sul

nostro occhio, ma non è di per sé un'entità fisica: il colore è una qualità della nostra sensazione visiva, e come tale è un'entità puramente soggettiva, come

molti esperimenti possono mettere in luce.  L'idea che i colori non fossero una caratteristica legata alle cose osservate, si è fatta lentamente

strada nel corso della storia umana.

A partire dal Cinquecento, però, questa idea divenne chiara a molti studiosi, fra cui Galileo  (1564-1642) che in proposito

scrisse nel Saggiatore:  ... per lo che io vo pensando che questi

sapori, odori, colori, ... tengano solamente lor residenza nel corpo

sensitivo, sì che rimosso l’animale sieno levate e annichilite tutte queste

proprietà...Matteo S. Tommaso P.

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I colori sono generati dalla luce, che riflettendosi sulle cose, arriva poi ai nostri occhi. Ci sono oggetti che riescono a riflettere tutta la luce che ricevono e ci appaiono bianchi, altri invece riflettono una parte di luce e una parte la assorbono, dando luogo ai vari colori. Il blu, il giallo ed il rosso sono detti colori primari. Perché non possono essere generati da altri colori. Tutti gli altri colori invece possono essere ottenuti combinando i tre colori primari. Ecco alcuni esempi :

Per fare colori naturali, si possono utilizzare: bacche, frutti, foglie, corteccia, radici e fiori colti di mattina presto quando sono freschi e umidi. Devono essere freschi e maturi in modo che i coloranti che contengono siano abbondanti e non ossidati dal

sole. Queste sostanze sono solubili in acqua, soprattutto calda, e in alcool e queste proprietà idrofile si usano per l’estrazione. Si lasciano in infusione per una

nottata, le foglie e gli steli per 2-3 giorni, le cortecce e le radici (le più fibrose e coriacee) per una settimana circa.

L’ infuso così ottenuto viene bollito poi per almeno mezz’ ora per completare l’ estrazione (decotto) con il calore e si filtrano poi i residui solidi con un colino

molto fine per ottenere un liquido limpido.

Kiara Matilde Leonardo Tommaso M.

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I colori naturali si chiamano così perché nascono dalla natura e si possono creare con sostanze

naturali come: caffè, zafferano, fiori, foglie,

corteccia di albero…

L’origine del nome COLORE è latina: color coloris.

Deriva e prende la radice dal verbo celare cioè nascondere

infatti il colore, generalmente serve per coprire qualcosa.

Rachele Arianna G. Riccardo G. Alessio B.

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Il caffè è una bevanda ottenuta dalla torrefazione e macinazione dei semi della Coffea Arabica, una pianta originaria dell'Etiopia.

Il suo nome dovrebbe infatti derivare dalla regione di Kaffa in cui il caffè è stato coltivato in origine.

Esistono molte leggende sull'origine del caffè.La più conosciuta dice che un pastore chiamato Kaldi portava a pascolare le capre e un giorno queste, incontrando una pianta di caffè, cominciarono

a mangiare le bacche e a masticare le foglie.Arrivata la notte le capre, anziché dormire, si misero a vagabondare con energia e vivacità. Vedendo questo il pastore ne individuò la ragione e

abbrustolì i semi della pianta mangiati dal suo gregge, li macinò e, dopo averne fatta un'infusione, scoprì il caffè.

Le capacità eccitanti della bevanda furono presto sfruttate in ambito religioso per le veglie notturne e la bevanda fu grandemente apprezzata dai

Mistici Sufi.

Elia Alessandro Be.

La miscela del caffè è un ottimo colorante sia per tessuti che per dipingere

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Lo spinacio è una pianta erbacea che non cresce spontaneamente in Italia. Proviene dall'Asia sudoccidentale ed è stato introdotto in Europa attorno al 1000, ma ha acquistato importanza come alimento solo nel corso del diciannovesimo secolo. Di questa pianta si consumano le foglie, spesse e di colore verde scuro.

Estrazione della clorofilla (verde)

La clorofilla è un pigmento naturale presente in tutte le piante verdi dove svolge la funzione fotosintetica.

È un pigmento liposolubile pertanto non estraibile con solo acqua.

Noi abbiamo estratto la clorofilla dalle foglie di spinacio utilizzando l'alcool etilico come solvente.

Possiamo seguire la seguente procedura:sminuzzare le foglie

immergere nell'alcool etilico pestare in un mortaio

lasciare a riposare il macerato in modo che l'alcool abbia il tempo di reagire con la clorofilla estraendola

dalle foglie, filtrare il macerato

infine mettere a riscaldare a bagno-maria in modo che l'alcool etilico evapori.

Sul fondo del pentolino è rimasta "la clorofilla", il pigmento fotosintetico puro, comunemente utilizzato

nell'industria pasticcera per colorare i dolciumi.

Elia Alessandro Be.

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Estrazione del rosso

Per ricavare il rosso dobbiamo utilizzare la radice della Bietola Rossa. Il colorante è contenuto nelle radici che sono coloranti

idrosolubili. L’estrazione avviene per spremitura delle radici o per soluzione acquosa.

Il procedimento da utilizzare per colorare tessuti è il seguente:

tagliare finemente la radice delle bietole pestare in un mortaio per favorire l'estrazione del colorante

farle bollire in poca acqua infine, immergervi la stoffa e farla bollire per alcuni minuti.

Per variare la tonalità del rosso si può aggiungere del succo di limone che rende più stabili i colori

La barbabietola è una pianta del genere Beta. Ne esistono diverse qualità: da orto, da foraggio, destinate all'alimentazione del bestiame, quelle da zucchero.

Elia Alessandro Be.

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Il pigmento si estrae dal murice comune detto sconciglio (haustellum brandaris), un mollusco appartenente alla famiglia

dei muricidae. Viene secreto da una ghiandola, come liquido vischioso di

colore violaceo.Veniva utilizzata per la colorazione delle

stoffe fin dall'antichità, con la quale Fenici e Romani dipingevano le tuniche.

L'estrazione è un procedimento lunghissimo e laborioso. Per tingere una piccola quantità di tessuto è necessaria un’enorme quantità di molluschi. Si può

estrarre solo una goccia da ogni conchiglia, quindi il suo costo era molto

elevato. Dopo avere pescato i molluschi, forse con nasse, questi venivano messi in ampie vasche. Rotte le conchiglie che ricoprivano i molluschi, essi subivano un processo di macerazione, durante il quale si otteneva il pigmento. A questo punto si diluiva il colore con acqua di mare, a seconda dell'intensità della gradazione desiderata, dal rosso cupo al violetto.

DAL MARE UN COLORE ANTICO…

Andrea Pasqualino Luca Alessio M. Francesco

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Caratteristica specifica dei camaleonti è il mimetismo, la capacità di cambiare colore della pelle, passare da colori scuri come il verde o il marrone, a colori chiari come il giallo. Alcune specie cambiano colore

dalla notte al giorno, altri se spaventati o infastiditi, altri ancora se combattono, o quando corteggiano una femmina.

Il maschio nei combattimenti assume tonalità più vivaci e colori più intensi e spettacolari. Colori meno intensi si osservano prima della riproduzione. Le femmine hanno una gamma di colori meno vivace. La maggior parte delle specie possiede colori che si armonizzano con l'ambiente in seguito alla selezione naturale. Il mimetismo si basa sulla tattica di far credere all’avversario di essere una specie pericolosa, pur essendo innocua, scoraggiandone così l’attacco.

Un giovane camaleonte del Madagascar.

Camaleonte in difesa

Diventano di colore più chiaro se la luce e la temperatura influiscono sul colore: diventano di colore molto scuro per assorbire più luce e quindi per scaldarsi al sole.

Lisa Ari C. Flavia

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A differenza delle credenze popolari, però, il fine del mutamento di

tonalità non è la mimetizzazione, ma la manifestazione di determinate

condizioni fisiche o fisiologiche, o di stati emozionali come la paura.

Il cambiamento di colore dei camaleonti è dovuto ad alcuni strati di

cellule specializzate che si trovano sotto la pelle trasparente dell'animale.

Le cellule poste nello strato superiore contengono pigmenti gialli e verdi.

Quelle dello strato inferiore contengono una sostanza cristallina colorata

detta guanina. Le guanofore riflettono una parte della luce, in particolare

la luce blu o bianca. Se le cromatofore sovrastanti sono gialle, la luce blu

riflessa produce un colore verde. Sotto lo strato delle guanofore e delle

cromatofore esiste un terzo strato di cellule melanofore contenenti

melanina. Questo strato può scurire o schiarire i colori prodotti dagli

strati sovrastanti.

Lisa Ari C. Flavia

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Perché gli animali sono

colorati?!?

Nascondere: E' il caso delle colorazioni definite, grazie alle quali l'animale si confonde con l'ambiente circostante. Un esempio ne è la farfalla foglia.

Avvertire: molte farfalle,

esibiscono colori vivaci per spaventare ed evitare eventuali

aggressori.

Comunicazione sessuale: spesso i maschi ostentano

colori brillanti, efficaci nel

corteggiamento o nelle manifestazioni

di territorialità.

I colori nelle fa

rfalle e negli a

ltri

animali posso

no avere 3

funzioni prin

cipali:

Bianca Francesca Giulia

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La polverina sulle ali I colori e disegni delle ali delle farfalle sono dovuti a una polverina,

costituita da squame microscopiche disposte sulla superficie dell'ala come le tegole di un tetto. Le squame formano un vero e proprio mosaico, così delicato da non poter essere toccato senza essere danneggiato. La polverina non è indispensabile per volare, come

spesso si crede, ma permette alle farfalle di comunicare attraverso i colori. Senza di essa le ali sarebbero trasparenti, come quelle della

maggior parte di insetti.

Natura dei colori

Le varie colorazioni metalliche ed iridescenti, molto diffuse nelle farfalle, sono dovute a sostanze chimiche dette pigmenti per lo più melanine, che si trovano

sulle piccole squame delle ali e del corpo (la famosa "polverina")Nel fantastico mondo delle farfalle come non considerare le innumerevoli specie tropicali? Queste, specie presentano spesso dimensioni e colorazioni ancora più appariscenti e sgargianti.È possibile suddividere la superficie terrestre in diverse "regioni". Queste vaste aree, spesso assimilabili ad interi continenti, racchiudono una varietà di specie non ancora quantificabile con certezza. Sono proprio le regioni tropicali che raccolgono le più belle farfalle al mondo!

Bianca Francesca Giulia

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Su questi bellissimi esseri è nata anche una leggenda…

Sulle rive del fiume Orinoco, molto tempo fa vivevano sette bellissime farfalle ballerine, che ballavano e ballavano sui petali dei gigli e

dei papaveri della prateria. Ognuna di esse aveva il suo colore: arancione, azzurro, rosso, verde, giallo, violetto ed indaco. Alla sera rimanevano appese ad un fiore o ad una foglia e si consegnavano al

sonno. Un giorno in cui le sette bellissime farfalle ballavano, la gialla si ferì un’ala saltando verso un ramo e cominciò ad agonizzare. Le sue amiche si

fecero attorno e vedendo che stava per morire si domandarono cosa potessero fare per rimanere vicine alla loro amica. All'improvviso si udì

una voce che disse loro: “Siete disposte a fare ogni sacrificio per non lasciar sola la vostra amica?”

“Sì” risposero tutte. Il cielo divenne subito scuro. Un fulmine traversò il cuore della prateria. La prateria sussultò lanciando un grido che si perse nell'immensità dell’universo. Un’ora dopo il sole tornò a brillare e nel cielo

apparve l’arcobaleno con i suoi sette colori. Questi colori non erano altro che lo spirito delle sette bellissime farfalle.

Bianca Francesca Giulia

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Viene anche chiamata Lapis Haematitas, dal latino Pietra ed Ematite, ed è lo strumento più antico, ma anche il più comune per scrivere e disegnare.

La prima produzione di matita è stata sotto forma di bastoncini di carbone o di ematite.

La matita vera e propria invece è un’invenzione per così dire più vicina a noi, infatti la sua scoperta risale alla seconda metà del XVI secolo, quando si pensò

di utilizzare questo minerale in tutt’altro modo.

Nel 1564 a Borrowdale, nord dell’Inghilterra, la scoperta della grafite sancì la fine del piombo usato fino ad allora per scrivere e disegnare.

La grafite è una forma di carbonio, che è uno dei minerali più teneri. Quando viene premuta sulla carta, se ne staccano strati sottilissimi che lasciano un

segno nero. Una qualità di grafite polverosa e nerissima, ottima per la produzione di matite, proviene da Sonora, nel Messico. La guaina che racchiude

la mina deve essere di legno abbastanza tenero, per poterla temperare facilmente. Il più usato è il cedro bianco proveniente dalla Sierra Nevada in

California e il migliore quello ottenuto da alberi di 150-200 anni.

Emanuele Matteo

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La mina si ottiene mescolando grafite fine e argilla e cuocendo poi questo impasto in un forno.

La grafite non può essere macinata in un mulino normale, perché la sua struttura friabile la rende un lubrificante naturale. Si usa perciò un

"mulino a dischi“, che spezzano la grafite in frammenti sempre più piccoli.

L'impasto di grafite, argilla e acqua viene spinto in un cilindro forato, dalla cui estremità esce una sorta di bastoncino dal diametro della

mina, che viene tagliato a pezzi della lunghezza delle matite ed essiccato in forno.

Infine, le mine cosi ottenute vengono trattate con cera per assicurarne un facile scorrimento sulla carta.

Per fare la guaina si taglia il legno a tavolette lunghe come una matita e larghe a misura, di spessore pari a metà di quello di una matita. Nelle tavolette si praticano delle scanalature, dove si collocano le

mine, vi si pone sopra un'altra tavoletta scanalata. Poi, una macchina taglia il tutto in singole matite di sezione esagonale o circolare, che

alla fine vengono dipinte esternamente con vernice non tossica.

Emanuele Matteo


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