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«L T1).pdf · umano», la «produzione di embrioni umani a fini di ricerca», «ogni forma di...

Date post: 06-Jul-2020
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LA CONSULTA SPIEGA L'INTERVENTO SULLA «40» La sostanza della legge resta nonostante la brutta sentenza FRANCESCO OGNIBENE L a legge 40 è una legge che funziona, dati alla mano: più •gravidanze, meno effetti collaterali negativi, successi clinici e scientifici crescenti. Tutto documentato dalle cifre ufficiali fornite solo poche settimane fa dai centri dove si realizza la fecondazione assistita in Italia e dalle ricerche pubblicate sulle riviste di settore. A questi risultati si è giunti attraverso - e non malgrado - norme che, in un delicato intreccio di garanzie e divieti, ha posto al centro la tutela dell'embrione. La sentenza con la quale la Corte Costituzionale ha messo parzialmente mano a questa struttura calibrata ed efficiente, pronunciamento del quale ieri sono state rese note le motivazioni, vorrebbe in un certo senso cambiare l'ordine dei fattori partendo da un'affermazione - «la tutela dell'embrione non è assoluta» - che lascia più che perplessi, anche se poi non le riesce di alterare più di tanto la macchina che ha mostrato di saper equilibrare diritti di più soggetti in una materia delicatissima. La Consulta ha spiegato di aver rimosso il limite massimo di tre embrioni realizzabili a ogni ciclo di procreazione assistita per proteggere meglio la «salute della donna» da insidie come le gravidanze plurigemellari e le patologie che derivano dai troppi cicli per ottenere una maternità. Ad aver la pazienza di scorrere i dati scientifici, più volte evocati dagli stessi giudici come doveroso riferimento per ogni scelta, risulta però evidente che la «salute della donna» è sempre meglio garantita dall'applicazione di una legge che gli addetti ai lavori stanno imparando a maneggiare con crescente sicurezza ed efficacia: i centri più professionali vantano un tasso minimo di gravidanze con tre gemelli, mentre la temutissima sindrome da iperstimolazione ovarica ha nell'Italia uno dei Paesi con 1 incidenza più bassa. E allora, perché tentare di intervenire in una legge che funziona? Eperché farlo con una sentenza che introduce più di un'ambiguità interpretativa e che dunque è per questo votata a non essere presa troppo sul serio? Se è intento e scopo istituzionale della Corte togliere ogni nebulosità alle leggi, con le argomentazioni diffuse ieri si è ottenuto l'effetto opposto. Affidando all'«autonomia e responsabilità del medico» la scelta caso per caso sul numero di embrioni da creare come su quelli da impiantare o da accantonare e congelare, i giudici hanno introdotto un alone di discrezionalità che non solo il legislatore aveva accuratamente provveduto a dissolvere, ma anche i medici avevano imparato ad apprezzare come sfida per risultati più che soddisfacenti. La Corte ha poi lasciato in piedi il divieto di crioconservazione (articolo 14) inserendo una «deroga al principio generale» per effetto di una «scelta medica», in vista - beninteso - della «salute della donna». Ma chi stabilisce l'estensione di questa deroga? Come può la Consulta confermare la persistenza di un divieto tanto netto - l'avrebbe potuto cassare ma non l'ha fatto - e insieme ammettere la sua violabilità in base a condizioni fumose? A rendere ancor più incerto il diritto in una materia tanto sensibile è la possibile riapertura dei congelatori dove i centri di fecondazione assistita dovrebbero stoccare gli embrioni avanzati e inutilizzati: che ne sarà di loro se il primo embrione impiantato avrà già prodotto una gravidanza? Senza contare che la legge all'articolo 6 continua a prescrivere l'obbligo di impianto di tutti gli embrioni realizzati. No, la legge 40 non è stata affatto smantellata. Basta scorrere unugqlo di vincoli ancora leggibili a chiare lettere e lasciati integri anche dall'ampio argomentare delle motivazioni. Vogliamo ripassarli? Restano vietati «qualsiasi sperimentazione su ciascun embrione umano», la «produzione di embrioni umani a fini di ricerca», «ogni forma di selezione a scopo eugenetico», «interventi di clonazione» e «produzione di ibridi» (articolo 13), la «soppressione di embrioni» così come la «riduzione embrionaria di gravidanze plurime», con l'obbligo di non «creare un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario» (articolo 14). Su tutto, quel passaggio dell'articolo 1 dove si fissa come premessa generale che la legge «assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito». La legge resta, i successi anche. A chi serve allora questa sentenza? COME DUEMILA ANNI FA Aritroso,il viaggio di Pietro con in mano anche lui le reti DAVIDE RONDONI 1 1 Papa in viaggio verso la Terra Santa è accompagnato dall'ombra di san Pietro che fece il viaggio inverso (da Gerusalemme a Roma). Con Benedetto XVI è come se l'apostolo facesse a ritroso il medesimo percorso. Pietro che andò da Gerusalemme a Roma è la "controfigura" potente di questo viaggio del Papa. Se non si tiene conto del tracciato di Pietro, non si vede bene cosa sta disegnando il tracciato di Benedetto. E come allora Pietro incontrò nel suo cammino terre non cristiane, lo stesso accadrà a Benedetto. Che si fermerà ad annunciare la sostanza del Vangelo dove qualcuno vorrà ascoltano. Un viaggio al contrario di quello di duemila anni fa. E pero un viaggio esattamente come duemila anni fa, di annuncio e di testimonianza. Perché il Parja fa il Papa. Cioè Pietro. Non e capo di un organismo politico internazionale. Non è un mediatore incaricato da nessun Orni. E oggi, per così dire, Pietro ripercorre i propri passi. Ritorna sul suo tragitto. E ripercorrendo la strada fatta allora per andare ad annunciare il Vangelo e per morire a Roma divenendo, con il martirio, la "pietra", come lo aveva chiamato il suo amato amico Gesù, Benedetto come Pietro riporterà sul luogo dove il cristianesimo è nato, la stessa fede di allora arricchita di tanta storia e di tante esperienze. Mostrando come l'annuncio cristiano non è contro alcuno, ma favorisce l'uomo in ogni luogo - e perciò potrà celebrare una Messa in un Paese quasi totalmente musulmano. In questo modo la fede degli inizi e la fede che ha duemila anni di storia si mostrano con lo stesso volto. Capace di miracoli. Come ad esempio spostare la montagna del pregiudizio secondo cui sono le religioni a minare la convivenza dei popoli. La santa Messa celebrata nella capitale della Giordania, non è solo il prodigioso segno che va in controtendenza rispetto ai luoghi comuni sul rapporto tra isiam e cristianesimo. Prima ancora di essere un preziosissimo segno di dialogo e convivenza in un mondo dove, proprio coloro che spesso invocano dalla Chiesa più dialogo, sono fautori faziosi di rotture e di scontri, ad ogni livello, la Messa in Giordania è un gesto come quelli che Pietro faceva quando viaggiava. Un segno per i suoi (e per tutto il mondo), un annuncio. E un segno poiché come per Pietro che si mise in viaggio, accadeva che al suo passaggio si radunavano le piccole prime comunità cristiane, allo stesso modo, in questo "ritorno di Pietro sui suoi passi" le comunità non enormi di ora si radunano. E le parole che risuoneranno non saranno molto diverse da quelle risuonate nel viaggio di "andata" da Gerusalemme a Roma. L'annuncio della speranza. E la ripetizione che Pietro per le prime tre volte compie nel Vangelo e pòi, nel suo cuore, per tutta la vita: «Signore, tu lo sai che ti amo». LA STRANA MUFFA DELLE BIBLIOTECHEVENEZUELANE Chavez sostituisce i libri scomodi Ma senza idee, nascono muraglie ATRSSANDRO ZACCURI I 1 combustibile c'è già in abbondanza, ed è il petrolio venezuelano appena nazionalizzato dal presidente Hugo Chavez. Se poi il rogo dei libri "controrivoluzionari" sia davvero in procinto di essere acceso o se, peggio, sia già in atto da tempo, è notizia tutta da verificare. Fatto sta che, secondo quanto assicurano le autorità di Caracas, da quelle parti i libri conservati nelle biblioteche pubbliche non si bruciano, a meno che non siano attaccati da muffe, parassiti o altri accidenti che li rendano inutilizzabili. L'elemento curioso e un po' inquietante è che, a quanto pare, le muffe venezuelane Hanno un debole per le opere inconciliabili con il guevarismo imperante. Da qui la purga, appunto. Igienista e non ideologica, forse. 0 forse no. // piccolo prìncipe di Antoine de Saint-Exupéry, per dirne una, è tra i titoli a cui capita di scomparire dagli scaffali. Per iniziativa dei parassti, viene da pensare, perché altre ragioni per prendersela con la più classica delle favole moderne restano difficili da ipotizzare. Magari non va bene che il protagonista sia un principe? Le teste coronate non hanno mai amato le rivoluzioni, si sa. E poi quell'aviatore, quell'aeroplano in panne... Così un bambino si mette in testa strane idee, molto meglio che impari a sognare sfogliando una vita illustrata del Che. La denuncia, che proviene da diversi responsabili del sistema bibliotecario venezuelano, lascerebbe intravedere un'attività di distruzione selettiva in grande stile. Mai dichiarata, si capisce, ma non per questo meno odiosa. Improvvisamente ci si accorge che i gialli di Hitchcock (troppo americani, nonostante il regista fosse inglese) e i tragici greci (troppo attenti al destino personale e ignari delle sorti collettive, probabilmente) versano in condizioni di conservazione tale da renderne consigliabile l'avvio al macero. Non li si brucia, come accadeva ai tempi del Terzo Reich, però li si affoga in un pastone da cui sarà possibile ricavare nuova carta, destinata magari a ospitare opere di provata fede progressista. Almeno un titolo si può provare ad anticiparlo: Le vene aperte dell'America latina di Eduardo Galeano, vale a dire il volume che lo stesso Chavez ha esibito in dono a Barack Obama qualche settimana fa, provocando un'improvvisa impennata nelle vendite del capolavoro dello scrittore uruguaiano. Per ironia della sorte, la recente e aggiornatissima Storia universale della distruzione dei libri è opera di uno studioso venezuelano, Femando Bàez. Ed era stato proprio un grandissimo autore latinoamericano, l'argentino e cosmopolita Jorge Luis Borges, a far -notare come, fin dai tempi dell'imperatore cinese Shi Huangdi, la distruzione dei libri sia sempre andata di pari passo con la costruzione di muraglie. Il più potente dei baluardi non basta a difendere il potere, se quello stesso potere può essere corroso dall'interno attraverso la forza silenziosa delle idee. È un errore commesso da molti in passato e che solo qualcuno ha avuto il coraggio di ammettere. Che cosa stia combinando Chavez non è ancora abbastanza chiaro, ma a quanto pare le muraglie non gli dispiacciono. Zuppa e panbagnato tagliarcorto negli slogan elettorali di Dino Basili Vengo anch'io. Dalla finestra, giorni fa, campeggiavano megafo- to di uno sconosciuto signore con lo slogan «In Italia per l'Euro- pa». L'indomani quei manifesti sono coperti da un altro candida- to che sollecita «Più Italia in Europa». Nottetempo si sovrappone, perentorio, un terzo concorrente: «Voglio portare l'Europa in Ita- lia». Andirivieni di zuppe e panbagnato. Ieri risveglio pop. Un'af- fissione, non abusiva, annuncia l'imminente concerto romano di Enzo Jannacci. Vagabolario. La congiuntura politico-economica richiede accu- rate distinzioni tra iperbole e iperballa: soprattutto quando l'i- perballa è ipersonica e nasce da ipercofìa (disfunzione biliare). PENSIAMO A QUESTO NELLA GIORNATA DI DOMANI Sostenere la Chiesa un modo per servire tutti UMBERTO FOLENA c omunione, corresponsabilità, partecipazione, uguaglianza, trasparenza. Domani, Giornata di sensibilizzazione alla promozione del sostegno economico alla Chiesa, le parrocchie italiane hanno l'opportunità di mettere al centro queste cinque parole, nelle quali è racchiuso lo stile con cui essere comunità ecclesiale e comunità civile. Questo infatti è l'otto per mille per i fedeli: un modo per pensare non soltanto alla propria parrocchia e al proprio prete, ma a tutte le parrocchie e a tutti i preti. Al proprio quartiere, al proprio paese; a tutti i quartieri e a tutti i paesi, in Italia e nel mondo. E un modo, per la prima volta nella storia, per poter garantire ad ogni prete - dalla metropoli all'ultimo grumo di paesini di montagna -la stessa remunerazione di base. Ed è una forma di democrazia diretta, applicata al sistema fiscale: sono i cittadini, e non il ministro, a decidere la destinazione di una piccola quota del gettito fiscale. "Sostenere la Chiesa per servire tutti", il documento con cui l'anno scorso i vescovi riprendevano e rilanciavano i temi e i valori del nuovo sistema, parla di quelle cinque parole come "mete ed ' obiettivi". Nessuno è così ingenuo ed illuso da pensare che quelle cinque parole siano conquiste assodate. In particolare, i vescovi ricordano come il rendiconto sulla destinazione della quota di otto per mille assegnata alla Chiesa cattolica sia sempre stato particolarmente accurato e messo a disposizione di tutti, e assicurano: «Siamo fermamente intenzionati a continuare su questa linea, cercando, se possibile, di essere ancora più precisi e dettagliati». Ma la trasparenza è un obiettivo esigente da perseguire a tutti i livelli, al vertice come alla base: «Ogni comunità parrocchiale - scrivono i vescovi - ha diritto di conoscere il suo bilancio contabile, per rendersi conto di come sono state destinate le risorse disponibili e di quali siano le necessità concrete della parrocchia, perché sia all'altezza della sua missione». Quelle cinque parole possono contribuire a combattere uno dei virus più pericolosi che insidiano entrambe le comunità, ecclesiale e civile: l'individualismo esasperato. La stessa democrazia diretta, alla base dell'otto per mille, è una democrazia solidale, perché le risorse messe a disposizione della Chiesa tornano tutte alla società, in forma diretta o indiretta. E le occasioni in cui risulta evidente come l'Italia abbia bisogno di solidarietà - per crescere, a volte soltanto per salvarsi - sono innumerevoli, e non occorrono i terremoti a ricordarcelo. Cinque parole per la comunità ecclesiale; cinque parole per tutti. Il nuovo sistema è solido perché affonda le sue radici in un concetto sano, positivo, moderno ed inclusivo di laicità; per questo non bastano le periodiche scossene laiciste a minarne la struttura. Le basi stanno nell'articolo 1 dell'Accordo di revisione del Concordato dell'84: «La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti ed alla reciproca collaborazione per la promozione dell'uomo e il bene del Paese». Sono indipendenti; ma collaborano, perché entrambi nanno a cuore il bene della persone e della società. E un cattolico che è responsabile e partecipa, fa crescere la Chiesa, ma rende migliore anche la società. Pensiamo a questo, domani. E a ciò che davvero l'otto per mille racchiude e rappresenta. GIORNALE QUOTIDIANO DI ISPIRAZIONE CATTOLICA PER AMARE QUHXI CHE N O N CREDONO Direttore responsabile: Dino Boffo , Vicedirettori: Tiziano Rese* - Marco Tarquinio AVVENIRE Nuova Editoriale Italiana SpA Piazza Carbonari, 3 MILANO Centralino: (02) 6780.1 Presidente Marcello Semeraro Vice Presidente Lorenzo OmaghtJ Consiglieri Giuseppe Camadinl Francesco Cerìotti Franco Dalla Sega Paolo Mascarìno Domenico Pompili Paola Ricci Sindoni Luigi Roth Direttore Generale Paolo Nusiner Registrazione Tribunale di Milano n.227 del 20/6/1968 Servizio Clienti Vedi recapiti in penultima pagina - Abbonamenti 800820084 - Arretrati (02) 6780.362 - Informazioni 800268083 Redazione di Milano Piazza Carbonari, 3 20125 Milano Centralino telefonico (02)4780.1 (32 linee) Segreteria di redazione (02)6780.510 Redazione di Roma Vicolo dei Granarì. 10 /A 00186 Roma Telefono: (06) 68.82.31 Telefax: (06) 68.82.32.09 Edizioni Teletrasmesse C.S.Q Centro Stampa Quotidiani Via dell'Industria. 52 Erbusco (Bs)T(030)77255l I STEC, Roma via Giacomo Peroni, 280 Tei. (06) 41.88.12. Il TI.ME. Sri Strada Ottava / ZonaIn- dustriate 95121 Catania Centro Stampa L'UNIO- NE EDITORIALESpA Via Omodeo - Elmas (CA) Tei. (070) 60131 Distribuzione: A & G Marco SpA. Rza Macelli 60 20099 Sesto San Giovanni (MI) Poste Italiane Spedizione in A. P. - D.L 352/2003 conv.L 46/2004. artl.c.l. DCB Milano FEDERAZIONE ITALIANAEDITORI GIORNALI LA TIRATURA DEL 8/5/2009 E STATA DI 149.410 COPIE ISSN 1120-6020 La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250 SU Un senzatetto ha salvato la vita di una bambina di due anni che, sfuggita all'attenzione dei genitori, è precipitata dal balcone di casa, al quinto piano di un appartamento nel centro di Parigi. Con l'aiuto di alcuni passanti, l'uomo è riuscito ad ammortizzare la caduta della piccola. Ricoverata d urgenza in ospedale, la bambina non è in pericolo di vita. Clochard salva una bimba caduta dal quinto piano «L a cosa •più importante è che la bimba sia salva, lo ho fatto solo il mio dovere». E con queste parole Francois, un senzatetto parigino, ha chiuso la sua intervista alla radio francese. Poche parole per commentare un gesto straordinario compiuto l'altro ieri. L'uomo, mentre era per strada, vicino alla fermata di un autobus, si è accorto che una bambina si stava sporgendo pericolosamente da un balcone del palazzo di fronte. «Mi sono istintivamente precipitato - ha raccontato il senzatetto - e ho allungato le braccia per prenderla a volo». E, grazie anche all'aiuto di alcuni passanti allertati da Francois, la caduta della piccola è stata ammortizzata. siu Forse ubriaco, è caduto sulle scale del suocondominio, a Sanremo, e si è ferito alla testa. Ma i vicini non lo hanno soccorso. «Credevamo che avesse soltanto bevuto troppo», si sono giustificati. Invece Bruno Fazzini, 47 anni, era in coma. È stata la sua ex- compagna a dare l'allarme, dopo 10 ore. Adesso l'uomo è ricoverato in gravissime condizioni. Cade e va in coma: i vicini lo lasciano per le scale P are che qualcuno, per arrivare al proprio pianerottolo, abbia perfino scavalcato il poveretto. Tra l'altro, dalla testa di Fazzini è uscito un bel po' di sangue, anche se alcuni testimoni hanno riferito che la chiazza non era visibile, in quanto coperta dal corpo. Su come sia effettivamente andata questa allucinante vicenda indagano i poliziotti del commissariato locale: non è esclusa l'apertura di un'inchiesta per omissione di soccorso. Ma una cosa è certa e dimostrata dai fatti: anche tra gli splendidi fiori della riviera sanremese può annidarsi il germe maligno dell'indifferenza. Osservati La crisi colpisce anche la Nasa Arischioil programma per Marte T ornare sulla Luna e spingersi fino a Marte? No, non possiamo. Non con questa crisi. Sembra essere questo l'orientamento dell'amministrazione Obama in merito al futuro prossimo dell'esplorazione spaziale. Il governo degli Stati Uniti na infatti in programma per quest'estate di "rivedere 1 le attività dei voli spaziali con equipaggio umano. Grossi interrogativi si aprono quindi sulla possibilità di portare avanti nei termini previsti l'ambizioso programma "Constellation", avviato da George W. Bush. In discussione, in particolare, la sostituzione degli attuali Shuttle con una nuova generazione di capsule spaziali riutilizzabili. " , L operazione sarebbe dovuta avvenire a partire dal 2015, ma la commissione di esperti incaricata di riesaminare il programma dovrà ora proporre possibili alternative. Se il risultato sarà un rallentamento nella corsa allo spazio, lo si vedrà nei prossimi mesi. Certo è che, al momento, l'idea di una base lunare da usare come trampolino per portare l'uomo su Marte appare un po' più vicina alla fantascienza. Riccardo Spagnolo
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LA CONSULTA SPIEGA L'INTERVENTO SULLA «40»

La sostanza della legge restanonostante la brutta sentenza

FRANCESCO OGNIBENE

La legge 40 è una legge chefunziona, dati alla mano: più

•gravidanze, meno effetti collateralinegativi, successi clinici e scientificicrescenti. Tutto documentato dallecifre ufficiali fornite solo pochesettimane fa dai centri dove si realizzala fecondazione assistita in Italia e dalle

ricerche pubblicate sulle riviste di settore. A questirisultati si è giunti attraverso - e non malgrado - normeche, in un delicato intreccio di garanzie e divieti, haposto al centro la tutela dell'embrione. La sentenza conla quale la Corte Costituzionale ha messo parzialmentemano a questa struttura calibrata ed efficiente,pronunciamento del quale ieri sono state rese note lemotivazioni, vorrebbe in un certo senso cambiarel'ordine dei fattori partendo da un'affermazione - «latutela dell'embrione non è assoluta» - che lascia più cheperplessi, anche se poi non le riesce di alterare più ditanto la macchina che ha mostrato di saper equilibrarediritti di più soggetti in una materia delicatissima.La Consulta ha spiegato di aver rimosso il limitemassimo di tre embrioni realizzabili a ogni ciclo diprocreazione assistita per proteggere meglio la «salutedella donna» da insidie come le gravidanzeplurigemellari e le patologie che derivano dai troppi cicliper ottenere una maternità. Ad aver la pazienza discorrere i dati scientifici, più volte evocati dagli stessigiudici come doveroso riferimento per ogni scelta,risulta però evidente che la «salute della donna» èsempre meglio garantita dall'applicazione di una leggeche gli addetti ai lavori stanno imparando a maneggiarecon crescente sicurezza ed efficacia: i centri piùprofessionali vantano un tasso minimo di gravidanzecon tre gemelli, mentre la temutissima sindrome daiperstimolazione ovarica ha nell'Italia uno dei Paesi con1 incidenza più bassa.

E allora, perché tentare di intervenire in una legge chefunziona? E perché farlo con una sentenza cheintroduce più di un'ambiguità interpretativa e chedunque è per questo votata a non essere presa tropposul serio? Se è intento e scopo istituzionale della Cortetogliere ogni nebulosità alle leggi, con le argomentazionidiffuse ieri si è ottenuto l'effetto opposto. Affidandoall'«autonomia e responsabilità del medico» la sceltacaso per caso sul numero di embrioni da creare come suquelli da impiantare o da accantonare e congelare, igiudici hanno introdotto un alone di discrezionalità chenon solo il legislatore aveva accuratamente provvedutoa dissolvere, ma anche i medici avevano imparato adapprezzare come sfida per risultati più chesoddisfacenti. La Corte ha poi lasciato in piedi il divietodi crioconservazione (articolo 14) inserendo una«deroga al principio generale» per effetto di una «sceltamedica», in vista - beninteso - della «salute delladonna». Ma chi stabilisce l'estensione di questa deroga?Come può la Consulta confermare la persistenza di undivieto tanto netto - l'avrebbe potuto cassare ma nonl'ha fatto - e insieme ammettere la sua violabilità in basea condizioni fumose? A rendere ancor più incerto ildiritto in una materia tanto sensibile è la possibileriapertura dei congelatori dove i centri di fecondazioneassistita dovrebbero stoccare gli embrioni avanzati einutilizzati: che ne sarà di loro se il primo embrioneimpiantato avrà già prodotto una gravidanza? Senzacontare che la legge all'articolo 6 continua a prescriverel'obbligo di impianto di tutti gli embrioni realizzati.No, la legge 40 non è stata affatto smantellata. Bastascorrere unugqlo di vincoli ancora leggibili a chiarelettere e lasciati integri anche dall'ampio argomentaredelle motivazioni. Vogliamo ripassarli? Restano vietati«qualsiasi sperimentazione su ciascun embrioneumano», la «produzione di embrioni umani a fini diricerca», «ogni forma di selezione a scopo eugenetico»,«interventi di clonazione» e «produzione di ibridi»(articolo 13), la «soppressione di embrioni» così come la«riduzione embrionaria di gravidanze plurime», conl'obbligo di non «creare un numero di embrionisuperiore a quello strettamente necessario» (articolo14). Su tutto, quel passaggio dell'articolo 1 dove si fissacome premessa generale che la legge «assicura i diritti ditutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito».La legge resta, i successi anche. A chi serve allora questasentenza?

COME DUEMILA ANNI FA

A ritroso, il viaggio di Pietrocon in mano anche lui le reti

DAVIDE RONDONI

11 Papa inviaggio versola Terra Santa

è accompagnatodall'ombra di sanPietro che fece ilviaggio inverso(da Gerusalemme

a Roma). Con Benedetto XVI ècome se l'apostolo facesse aritroso il medesimo percorso.Pietro che andò da Gerusalemmea Roma è la "controfigura"potente di questo viaggio delPapa. Se non si tiene conto deltracciato di Pietro, non si vedebene cosa sta disegnando iltracciato di Benedetto. E comeallora Pietro incontrò nel suocammino terre non cristiane, lostesso accadrà a Benedetto. Che sifermerà ad annunciare la sostanzadel Vangelo dove qualcuno vorràascoltano. Un viaggio al contrariodi quello di duemila anni fa. Epero un viaggio esattamentecome duemila anni fa, di

annuncio e di testimonianza.Perché il Parja fa il Papa. CioèPietro. Non e capo di unorganismo politicointernazionale. Non è unmediatore incaricato da nessunOrni. E oggi, per così dire, Pietroripercorre i propri passi. Ritornasul suo tragitto. E ripercorrendo lastrada fatta allora per andare adannunciare il Vangelo e per morirea Roma divenendo, con ilmartirio, la "pietra", come loaveva chiamato il suo amatoamico Gesù, Benedetto comePietro riporterà sul luogo dove ilcristianesimo è nato, la stessa fededi allora arricchita di tanta storia edi tante esperienze. Mostrandocome l'annuncio cristiano non ècontro alcuno, ma favoriscel'uomo in ogni luogo - e perciòpotrà celebrare una Messa in unPaese quasi totalmentemusulmano. In questo modo lafede degli inizi e la fede che haduemila anni di storia si mostrano

con lo stesso volto. Capace dimiracoli. Come ad esempiospostare la montagna delpregiudizio secondo cui sono lereligioni a minare la convivenzadei popoli. La santa Messacelebrata nella capitale dellaGiordania, non è solo il prodigiososegno che va in controtendenzarispetto ai luoghi comuni sulrapporto tra isiam e cristianesimo.Prima ancora di essere unpreziosissimo segno di dialogo econvivenza in un mondo dove,proprio coloro che spessoinvocano dalla Chiesa più dialogo,sono fautori faziosi di rotture e discontri, ad ogni livello, la Messa inGiordania è un gesto come quelliche Pietro faceva quandoviaggiava. Un segno per i suoi (eper tutto il mondo), un annuncio.E un segno poiché come perPietro che si mise in viaggio,accadeva che al suo passaggio siradunavano le piccole primecomunità cristiane, allo stessomodo, in questo "ritorno di Pietrosui suoi passi" le comunità nonenormi di ora si radunano. E leparole che risuoneranno nonsaranno molto diverse da quellerisuonate nel viaggio di "andata"da Gerusalemme a Roma.L'annuncio della speranza. E laripetizione che Pietro per le primetre volte compie nel Vangelo e pòi,nel suo cuore, per tutta la vita:«Signore, tu lo sai che ti amo».

LA STRANA MUFFA DELLE BIBLIOTECHE VENEZUELANE

Chavez sostituisce i libri scomodiMa senza idee, nascono muraglie

ATRSSANDRO ZACCURI

I 1 combustibilec'è già inabbondanza,

ed è il petroliovenezuelanoappenanazionalizzato dalpresidente Hugo

Chavez. Se poi il rogo dei libri"controrivoluzionari" sia davvero inprocinto di essere acceso o se,peggio, sia già in atto da tempo, ènotizia tutta da verificare. Fatto stache, secondo quanto assicurano leautorità di Caracas, da quelle parti ilibri conservati nelle bibliotechepubbliche non si bruciano, a menoche non siano attaccati da muffe,parassiti o altri accidenti che lirendano inutilizzabili. L'elementocurioso e un po' inquietante è che, aquanto pare, le muffe venezuelaneHanno un debole per le opereinconciliabili con il guevarismoimperante. Da qui la purga,appunto. Igienista e non ideologica,forse. 0 forse no. // piccolo prìncipedi Antoine de Saint-Exupéry, perdirne una, è tra i titoli a cui capita discomparire dagli scaffali. Periniziativa dei parassti, viene dapensare, perché altre ragioni perprendersela con la più classica dellefavole moderne restano difficili daipotizzare. Magari non va bene cheil protagonista sia un principe? Leteste coronate non hanno maiamato le rivoluzioni, si sa. E poiquell'aviatore, quell'aeroplano inpanne... Così un bambino si mettein testa strane idee, molto meglioche impari a sognare sfogliando una

vita illustrata del Che. La denuncia,che proviene da diversi responsabilidel sistema bibliotecariovenezuelano, lascerebbe intravedereun'attività di distruzione selettiva ingrande stile. Mai dichiarata, sicapisce, ma non per questo menoodiosa. Improvvisamente ci siaccorge che i gialli di Hitchcock(troppo americani, nonostante ilregista fosse inglese) e i tragici greci(troppo attenti al destino personalee ignari delle sorti collettive,probabilmente) versano incondizioni di conservazione tale darenderne consigliabile l'avvio almacero. Non li si brucia, comeaccadeva ai tempi del Terzo Reich,però li si affoga in un pastone da cuisarà possibile ricavare nuova carta,destinata magari a ospitare opere diprovata fede progressista. Almeno

un titolo si può provare adanticiparlo: Le vene apertedell'America latina di EduardoGaleano, vale a dire il volume che lostesso Chavez ha esibito in dono aBarack Obama qualche settimanafa, provocando un'improvvisaimpennata nelle vendite delcapolavoro dello scrittoreuruguaiano. Per ironia della sorte, larecente e aggiornatissima Storiauniversale della distruzione dei libriè opera di uno studiosovenezuelano, Femando Bàez. Ed erastato proprio un grandissimo autorelatinoamericano, l'argentino ecosmopolita Jorge Luis Borges, a far

-notare come, fin dai tempidell'imperatore cinese Shi Huangdi,la distruzione dei libri sia sempreandata di pari passo con lacostruzione di muraglie. Il piùpotente dei baluardi non basta adifendere il potere, se quello stessopotere può essere corrosodall'interno attraverso la forzasilenziosa delle idee. È un errorecommesso da molti in passato e chesolo qualcuno ha avuto il coraggiodi ammettere. Che cosa stiacombinando Chavez non è ancoraabbastanza chiaro, ma a quantopare le muraglie non glidispiacciono.

Zuppa e panbagnatotagliarcorto negli slogan elettorali

di Dino Basili

Vengo anch'io. Dalla finestra, giorni fa, campeggiavano megafo-to di uno sconosciuto signore con lo slogan «In Italia per l'Euro-pa». L'indomani quei manifesti sono coperti da un altro candida-to che sollecita «Più Italia in Europa». Nottetempo si sovrappone,perentorio, un terzo concorrente: «Voglio portare l'Europa in Ita-lia». Andirivieni di zuppe e panbagnato. Ieri risveglio pop. Un'af-fissione, non abusiva, annuncia l'imminente concerto romano diEnzo Jannacci.Vagabolario. La congiuntura politico-economica richiede accu-rate distinzioni tra iperbole e iperballa: soprattutto quando l'i-perballa è ipersonica e nasce da ipercofìa (disfunzione biliare).

PENSIAMO A QUESTO NELLA GIORNATA DI DOMANI

Sostenere la Chiesaun modo per servire tutti

UMBERTO FOLENA

c omunione,corresponsabilità,partecipazione,

uguaglianza, trasparenza.Domani, Giornata disensibilizzazione allapromozione del sostegnoeconomico alla Chiesa, le

parrocchie italiane hanno l'opportunità dimettere al centro queste cinque parole, nellequali è racchiuso lo stile con cui esserecomunità ecclesiale e comunità civile. Questoinfatti è l'otto per mille per i fedeli: un modoper pensare non soltanto alla propriaparrocchia e al proprio prete, ma a tutte leparrocchie e a tutti i preti. Al proprioquartiere, al proprio paese; a tutti i quartieri ea tutti i paesi, in Italia e nel mondo. E unmodo, per la prima volta nella storia, perpoter garantire ad ogni prete - dalla metropoliall'ultimo grumo di paesini di montagna -lastessa remunerazione di base. Ed è una formadi democrazia diretta, applicata al sistemafiscale: sono i cittadini, e non il ministro, adecidere la destinazione di una piccola quotadel gettito fiscale. "Sostenere la Chiesa perservire tutti", il documento con cui l'annoscorso i vescovi riprendevano e rilanciavano itemi e i valori del nuovo sistema, parla diquelle cinque parole come "mete ed' obiettivi". Nessuno è così ingenuo ed illusoda pensare che quelle cinque parole sianoconquiste assodate. In particolare, i vescoviricordano come il rendiconto sulladestinazione della quota di otto per milleassegnata alla Chiesa cattolica sia semprestato particolarmente accurato e messo adisposizione di tutti, e assicurano: «Siamofermamente intenzionati a continuare suquesta linea, cercando, se possibile, di essereancora più precisi e dettagliati». Ma latrasparenza è un obiettivo esigente daperseguire a tutti i livelli, al vertice come allabase: «Ogni comunità parrocchiale - scrivonoi vescovi - ha diritto di conoscere il suobilancio contabile, per rendersi conto di comesono state destinate le risorse disponibili e diquali siano le necessità concrete dellaparrocchia, perché sia all'altezza della suamissione». Quelle cinque parole possonocontribuire a combattere uno dei virus piùpericolosi che insidiano entrambe lecomunità, ecclesiale e civile: l'individualismoesasperato. La stessa democrazia diretta, allabase dell'otto per mille, è una democraziasolidale, perché le risorse messe adisposizione della Chiesa tornano tutte allasocietà, in forma diretta o indiretta. E leoccasioni in cui risulta evidente come l'Italiaabbia bisogno di solidarietà - per crescere, avolte soltanto per salvarsi - sonoinnumerevoli, e non occorrono i terremoti aricordarcelo. Cinque parole per la comunitàecclesiale; cinque parole per tutti. Il nuovosistema è solido perché affonda le sue radiciin un concetto sano, positivo, moderno edinclusivo di laicità; per questo non bastano leperiodiche scossene laiciste a minarne lastruttura. Le basi stanno nell'articolo 1dell'Accordo di revisione del Concordatodell'84: «La Repubblica italiana e la SantaSede riaffermano che lo Stato e la Chiesacattolica sono, ciascuno nel proprio ordine,indipendenti e sovrani, impegnandosi alpieno rispetto di tale principio nei lororapporti ed alla reciproca collaborazione perla promozione dell'uomo e il bene del Paese».Sono indipendenti; ma collaborano, perchéentrambi nanno a cuore il bene della personee della società. E un cattolico che èresponsabile e partecipa, fa crescere la Chiesa,ma rende migliore anche la società. Pensiamoa questo, domani. E a ciò che davvero l'ottoper mille racchiude e rappresenta.

GIORNALE QUOTIDIANODI ISPIRAZIONE CATTOLICAPER AMARE QUHXI CHE N O N CREDONO

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FEDERAZIONEITALIANA EDITORIGIORNALI

LA TIRATURA DEL 8/5/2009E STATA DI 149.410 COPIE

ISSN 1120-6020

La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250

SU

Un senzatetto hasalvato la vita di unabambina di due anniche, sfuggitaall'attenzione deigenitori, èprecipitata dalbalcone di casa, alquinto piano di unappartamento nelcentro di Parigi. Conl'aiuto di alcunipassanti, l'uomo èriuscito adammortizzare lacaduta della piccola.Ricoverata d urgenzain ospedale, labambina non è inpericolo di vita.

Clochard salva una bimbacaduta dal quinto piano

«L a cosa•più

importante èche la bimba siasalva, lo ho fattosolo il miodovere». E conqueste paroleFrancois, un

senzatetto parigino, ha chiuso la sua intervistaalla radio francese. Poche parole percommentare un gesto straordinariocompiuto l'altro ieri. L'uomo, mentre era perstrada, vicino alla fermata di un autobus, si èaccorto che una bambina si stava sporgendopericolosamente da un balcone del palazzo difronte. «Mi sono istintivamente precipitato -ha raccontato il senzatetto - e ho allungato lebraccia per prenderla a volo». E, grazie ancheall'aiuto di alcuni passanti allertati da Francois,la caduta della piccola è stata ammortizzata.

siuForse ubriaco, ècaduto sulle scaledel suo condominio,a Sanremo, e si èferito alla testa. Ma ivicini non lo hannosoccorso.«Credevamo cheavesse soltantobevuto troppo», sisono giustificati.Invece Bruno Fazzini,47 anni, era in coma.È stata la sua ex-compagna a darel'allarme, dopo 10ore. Adesso l'uomoè ricoverato ingravissimecondizioni.

Cade e va in coma: i vicinilo lasciano per le scale

Pare chequalcuno,

per arrivare alpropriopianerottolo,abbia perfinoscavalcato ilpoveretto. Tral'altro, dalla

testa di Fazzini è uscito un bel po' disangue, anche se alcuni testimoni hannoriferito che la chiazza non era visibile, inquanto coperta dal corpo. Su come siaeffettivamente andata questa allucinantevicenda indagano i poliziotti delcommissariato locale: non è esclusal'apertura di un'inchiesta per omissione disoccorso. Ma una cosa è certa edimostrata dai fatti: anche tra gli splendidifiori della riviera sanremese può annidarsiil germe maligno dell'indifferenza.

OsservatiLa crisi colpisce anche la NasaA rischio il programma per Marte

T ornare sulla Luna espingersi fino a Marte?

No, non possiamo. Non conquesta crisi. Sembra esserequesto l'orientamentodell'amministrazioneObama in merito al futuroprossimo dell'esplorazionespaziale. Il governo degliStati Uniti na infatti inprogramma per quest'estatedi "rivedere1 le attività deivoli spaziali con equipaggioumano. Grossi interrogativisi aprono quindi sullapossibilità di portare avantinei termini previstil'ambizioso programma"Constellation", avviato daGeorge W. Bush. Indiscussione, in particolare, la

sostituzione degli attualiShuttle con una nuovagenerazione di capsulespaziali riutilizzabili. " ,L operazione sarebbedovuta avvenire a partire dal2015, ma la commissione diesperti incaricata diriesaminare il programmadovrà ora proporre possibilialternative. Se il risultatosarà un rallentamento nellacorsa allo spazio, lo si vedrànei prossimi mesi. Certo èche, al momento, l'idea diuna base lunare da usarecome trampolino perportare l'uomo su Marteappare un po' più vicina allafantascienza.

Riccardo Spagnolo

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