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La classe che verrà? 57 La classe che verrà? · La LIM è l’ultima “diavoleria”...

Date post: 14-Feb-2019
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er rimanere sempre in contesto tec- nologico, quale miglior strumento di Wikipedia, la libera enciclopedia on line, per fornire una definizione della Lavagna Interattiva Multimediale (in sigla LIM; nel mondo anglosassone, che ad oggi ha prodotto la pubblici- stica più ampia, Interactive White- Board, in sigla IWB)? Sostanzialmen- te si tratta di una superficie che ripro- duce lo schermo del PC in grande, con una differenza sostanziale rispet- to alla semplice proiezione: non per- mette solo di ingrandire l’immagine, ma anche di interagire su di essa, modificando e salvando tutto ciò che vi appare. Si potrebbe dire uno stru- mento che coniuga lavagna d’ardesia e risorse digitali; non fosse che, rispetto alla lavagna tradizionale, lo sfruttamento delle potenzialità di riproduzione, modifica e conserva- zione permette di avere a disposizio- ne migliaia di schermi e di lavagne; per non parlare del “moltiplicatore” Internet il cui uso, in coppia con la LIM, può veramente offrire alla clas- se una finestra sul mondo. La LIM è l’ultima “diavoleria” tecnolo- gica che ha preso piede nel campo della didattica, a partire dai Paesi anglosassoni, fino ad arrivare a nume- rosi stati europei e, da un paio d’anni a questa parte, anche in Italia. Uno strumento che sta raccogliendo numerosi consensi, per la sua stessa natura di tecnologia al servizio dell’in- tera classe e delle sue dinamiche di insegnamento/apprendimento, ma anche di relazione. Infatti, l’idea che spesso, soprattutto in contesti culturali di tipo tradizionale, si ha delle Tecnologie per l’Informa- zione e la Comunicazione è che, se da un lato hanno moltiplicato le occasio- ni di contatto, scambio e condivisione, dall’altro hanno rarefatto l’idea di rela- zione e, in ambito scolastico, i suoi significati anche formativi. Per dirla con un’immagine, le tecnologie appaiono strumenti freddi della comu- nicazione, che lasciano poco spazio RI D’ 57 La classe che verrà? IN PRIMO PIANO La classe che verrà? DI DANIELE BARCA L’introduzione nella didattica della Lavagna Interattiva Multimediale: quando uno strumento tecnologico incide sulla relazione e sulla dinamica di classe “La lavagna interattiva multimediale è un dispositivo elettronico avente le dimensioni di una tradizionale lavagna didattica, sul quale è possibile disegnare usando dei pennarelli virtuali. Tipicamente è collegata ad un personal computer, del quale riproduce lo schermo. Permette quindi di mantenere il classico paradigma didattico centrato sulla lavagna, estendendolo con l’integrazione di multimedia, l’accesso ad Internet e la possibilità di usare software didattico in modo condiviso. A seconda della tecnologia usata, può essere necessario usare degli appositi pseudo-pennarelli, oppure può essere possibile interagire con il computer toccando la lavagna stessa con un qualunque oggetto, o semplicemente con le dita. Le lavagne interattive multimediali si dividono inoltre in due categorie per quanto concerne la tecnica di visualizzazione: possono essere retroproiettate o a proiezione frontale” Da http://it.wikipedia.org/wiki/Lavagna_Interattiva_Multimediale P
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er rimanere sempre in contesto tec-nologico, quale miglior strumento diWikipedia, la libera enciclopedia online, per fornire una definizione dellaLavagna Interattiva Multimediale (insigla LIM; nel mondo anglosassone,che ad oggi ha prodotto la pubblici-stica più ampia, Interactive White-Board, in sigla IWB)? Sostanzialmen-te si tratta di una superficie che ripro-duce lo schermo del PC in grande,con una differenza sostanziale rispet-to alla semplice proiezione: non per-mette solo di ingrandire l’immagine,ma anche di interagire su di essa,modificando e salvando tutto ciò chevi appare. Si potrebbe dire uno stru-mento che coniuga lavagna d’ardesiae risorse digitali; non fosse che,rispetto alla lavagna tradizionale, losfruttamento delle potenzialità diriproduzione, modifica e conserva-zione permette di avere a disposizio-ne migliaia di schermi e di lavagne;per non parlare del “moltiplicatore”Internet il cui uso, in coppia con la

LIM, può veramente offrire alla clas-se una finestra sul mondo.La LIM è l’ultima “diavoleria” tecnolo-gica che ha preso piede nel campodella didattica, a partire dai Paesianglosassoni, fino ad arrivare a nume-rosi stati europei e, da un paio d’annia questa parte, anche in Italia. Unostrumento che sta raccogliendonumerosi consensi, per la sua stessanatura di tecnologia al servizio dell’in-tera classe e delle sue dinamiche diinsegnamento/apprendimento, maanche di relazione.Infatti, l’idea che spesso, soprattutto incontesti culturali di tipo tradizionale,si ha delle Tecnologie per l’Informa-zione e la Comunicazione è che, se daun lato hanno moltiplicato le occasio-ni di contatto, scambio e condivisione,dall’altro hanno rarefatto l’idea di rela-zione e, in ambito scolastico, i suoisignificati anche formativi. Per dirlacon un’immagine, le tecnologieappaiono strumenti freddi della comu-nicazione, che lasciano poco spazio

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La classe che verrà?

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La classe che verrà?DI DANIELE BARCA

L’introduzione nella didattica della LavagnaInterattivaMultimediale: quando uno strumentotecnologico incidesulla relazione e sulla dinamica di classe

“La lavagna interattiva multimediale è un dispositivo elettronicoavente le dimensioni di una tradizionale lavagna didattica, sul quale è possibile disegnare usando dei pennarelli virtuali.Tipicamente è collegata ad un personal computer, del quale

riproduce lo schermo. Permette quindi di mantenere il classicoparadigma didattico centrato sulla lavagna, estendendolo con l’integrazione di multimedia, l’accesso ad Internet e lapossibilità di usare software didattico in modo condiviso.

A seconda della tecnologia usata, può essere necessario usare degli appositi pseudo-pennarelli, oppure può essere possibileinteragire con il computer toccando la lavagna stessa con

un qualunque oggetto, o semplicemente con le dita.Le lavagne interattive multimediali si dividono inoltre in duecategorie per quanto concerne la tecnica di visualizzazione:

possono essere retroproiettate o a proiezione frontale”Da http://it.wikipedia.org/wiki/Lavagna_Interattiva_MultimedialeP

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all’uomo, evocando scenari di dominiodella macchina.In realtà, tanto le prassi quanto l’uso chesi sta affermando delle nuove tecnologieper la didattica stanno spostando sem-pre più l’accento verso una lettura fon-data sull’idea di “nuovi media”, vale adire verso la valenza di linguaggio,mediazione e comunicazione che acqui-sta sempre più il multimediale nell’espe-rienza conoscitiva di tutti. Suffragando,di pari passo, l’idea che l’insegnante nondebba essere a tutti i costi un tecnologo,ma possa sfruttare le potenzialità “diver-se” che offrono PC e software (veicolo diTV, radio, suoni ed immagini, ma anche

lettore di DVD, punto di accesso ai quo-tidiani) e, al tempo stesso, considerare lechances delle tecnologie non un’occasio-ne o un progetto speciale, ma insegna-mento/apprendimento quotidiano. In questa prospettiva un grande soste-gno è dato dall’evoluzione vertiginosadi hardware e software in questi ulti-mi anni; la semplificazione di stru-menti ed applicazioni sta mutando ilpanorama della didattica con i nuovimedia che, in molte realtà – soprat-tutto all’estero, ma non mancanoesperienze italiane reperibili in inter-net –, si sta normalizzando. Dueesempi per tutti: l’utilizzo sempre piùampio, in tutti gli ordini di studio, deiblog per insegnare, grazie anche all’u-so di formati compressi (mp3) per ren-dere utilizzabili agevolmente fileaudio e video; la diffusione di mini-PCa prezzi altrettanto mini, fatti peressere utilizzati in dinamiche di clas-se collegati alla rete, magari attraversoreti senza fili, wireless.

La LIM all’estero

La LIM si inserisce nel medesimopanorama; in commercio dal 1991, si èinizialmente diffusa nelle scuole delNord America (Canada, Stati Uniti eMessico), ma soprattutto in Gran Bre-tagna dove, a partire dall’inizio delsecondo millennio, è stata favoritaun’introduzione massiccia dello stru-mento, praticamente adottato in tuttele classi delle corrispondenti primariee secondarie di primo grado.Tale esperienza, significativa per illivello di organizzazione e di coinvolgi-mento dei docenti, è stata promossadal BECTA, l’ente per le nuove tecnolo-gie e l’innovazione didattica del RegnoUnito. I passi della sperimentazionehanno previsto un piano in cui, a fian-co delle dotazioni, hanno avuto ungrande rilievo la realizzazione di unportale di scambio e condivisione, la

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IN PRIMO PIANOLa classe che verrà?

Tanto le prassi quanto l’uso che si sta affermando delle nuove tecnologieper la didattica stanno spostando sempre più l’accentoverso una lettura fondata sull’idea di “nuovi media”

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predisposizione di materiali per ladidattica e la realizzazione di forma-zione specifica.L’azione didattica si è concentrata sulmiglioramento dell’apprendimentodella lingua inglese e della matema-tica. È stata creata una vera e propriarete di scuole con un sito ad accessolibero (http://www.nwnet.org.uk/pa-ges/index.html) in cui un team diricerca, in maniera dettagliata perogni periodo dell’anno scolastico, hacollocato sin dall’inizio:■ guide per declinare i programmidi insegnamento con il nuovo stru-mento;■ attività pronte da utilizzare operati-vamente classe per classe, materia permateria, sia con i software comune-mente usati da chiunque, sia con quel-li specifici dei diversi modelli di lava-gna in commercio.

Nel corso degli anni, poi, su questescuole pioniere sono stati realizzativari studi indipendenti, tesi a verifica-re l’efficacia della LIM nell’insegna-mento/apprendimento, curando gliaspetti del monitoraggio presso idocenti ma anche presso gli studenti,con strumenti di valutazione comequestionari, focus group, ma anche– inediti per la realtà italiana – diosservazione nelle classi, tramiteesperti e telecamere, delle dinamichedi impiego. Tale attenzione ha genera-to due studi dettagliati. Il primo è quello pubblicato a giugno2006 da Smith, Hardman ed Hig-gins, dell’Università di Newcastleupon Tine1; un’indagine sulle lava-gne nell’ambito dei piani ministeria-li per lo sviluppo e il miglioramentodella qualità dell’insegnamento e del-l’apprendimento di lingua inglese ematematica nella scuola primaria(National Literacy Strategy e NationalNumeracy Strategy)2. Il secondo, ilpiù recente nel panorama di analisiinternazionale del luglio 2007, pub-

blicato ad ottobre 2007, dal titoloEvaluation of the Primary Schools Whi-teboard Expansion, a cura del Centrefor ICT, Pedagogy and Learning del-l’Education & Social Research Insti-tute della Manchester MetropolitanUniversity3.Medesima cura ai risultati della spe-rimentazione è stata dedicata inAustralia, dove nell’aprile del 2007 èstato pubblicato lo studio di Schuck eKearney dell’University of Techno-logy di Sidney4, commissionato dalDepartment of Education and Trainingdel New South Wales, la più popolosaregione dell’Australia. Basato su 6

istituzioni scolastiche australiane,che coprivano tutto l’arco dei 12 anniprevisti tra primary e high school, sudiverse tipologie di istituti. Conun’attenzione forte, quindi, alle atte-se di tutti i protagonisti del dialogoeducativo e al loro coinvolgimentonei confronti dello strumento. Anche in ambito europeo sono stateintraprese iniziative specifiche per ladiffusione della LIM che, secondo unrecente studio, “The ICT impactReport”5, è ormai entrata a pieno titolotra gli strumenti di apprendimentoquale tecnologia efficace per perseguiregli obiettivi della strategia di Lisbona6.

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La LIM in Italia

Il recente avvio in Italia di progetti perl’utilizzo delle tecnologie nella didatticadelle classi di vari ordini di studio haacceso un grande interesse per questonuovo strumento di mediazione per l’in-segnamento e l’apprendimento, accom-pagnato da curiosità mista ad entusiasmie scetticismi in merito al valore aggiuntoche esso porta con sé nella pratica didat-tica. In Italia l’Ufficio Scolastico Regiona-le per la Lombardia è stato pioniere,finanziando, a partire dal 2005 con 1000euro, l’acquisto delle lavagne ed offrendosostegno didattico e metodologico perl’impiego in classe (http://www.scuoladi-gitale.lombardia.it). A livello nazionale un primo seme èstato piantato nell’anno scolastico2005/2006 con il progetto “@ppren-dere digitale”, che ne prevedeva la spe-rimentazione in 156 classi di scuolamedia di 4 regioni: Lazio, Puglia, Lom-bardia e Toscana. Il progetto ha visto laformazione metodologica dei docentida parte dell’allora Indire, ma non hamai preso il via per il mancato finan-ziamento del kit tecnologico.Al via, invece, nell’anno scolastico2006/2007, il progetto Digiscuola(www.digiscuola.it) che, nell’ambitodelle dotazioni previste, ha fornito1650 classi prime di secondaria supe-riore di secondo grado del Sud di unalavagna completa di PC e videoproiet-tore per sperimentare didattiche inno-vative in aula.Destinata a tutti gli ordini di studi è l’at-tività proposta dall’Ufficio ScolasticoProvinciale di Bologna nell’ambitodel Progetto Marconi. “School-Suite”(http://csa.scuole.bo.it/servizitecni-ci/lavagne) è il nome dell’iniziativa che,a partire da settembre 2006, ha fornitopiù di 100 scuole bolognesi di ogni ordi-ne di studi di un “corredo” completo dilavagna, PC, proiettore, lavagnette perstudenti e telecomandi-risponditori,grazie ad un finanziamento della Fon-

dazione Cassa di Risparmio di Bologna.La formazione – compiuta dall’aziendafornitrice – è stata incentrata sugliaspetti addestrativi, lasciando ai marginila più ampia riflessione di tipo metodo-logico-didattico sugli effetti della suacollocazione in aula e sull’impiego nel-l’insegnamento quotidiano. A maggio2007 sono state presentate in un Con-vegno (i resoconti sono consultabiliall’indirizzo http://csa.scuole.bo.it/-scuola8/index.php) esperienze e risulta-ti in molteplici applicazioni, la cui posi-tività ha convinto USR e finanziatoridell’iniziativa a proseguire il progettoper il futuro.MARINANDO (MARettimo IN Am-biente di appreNDimento Ondine) hacome utenti gli studenti e i docenti disole tre classi della secondaria diprimo grado e nasce come una speri-mentazione del “fare scuola” a distan-za, utilizzando i moderni strumentidella tecnologia informatica e dellacomunicazione, al fine di far condivi-dere realmente e “in diretta” l’espe-rienza scolastica ad alunni e docentiche si trovano in luoghi diversi. Sitratta di una risposta all’isolamentogeografico in cui versa, per la granparte dell’anno, la piccola isola diMarettimo (Isole Egadi). Il progettorealizza il collegamento di una delleclassi prime della scuola media dell’I-stituto Statale della SS. Annunziata(Poggio Imperiale) di Firenze e del-l’IC “E. Fermi” di Scandicci, con lascuola di Marettimo, attraverso lavideoconferenza e la lavagna multi-mediale interattiva condivisa.SLIM4DIDA (http://www.didapat.it/-edulife) è un progetto ideato dalla PAT,Provincia Autonoma di Trento, che pre-vede una sperimentazione di servizi disupporto allo sviluppo della programma-zione didattica basata sull’uso delle lava-gne interattive. Nel periodo di febbraio-maggio 2007, le scuole – di vari ordini egradi – coinvolte nel progetto sono state10, per un totale di 225 lavagne installa-

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Le LIM costituiscono un vantaggio, un valore aggiunto per la didattica o sonosolo un fenomeno di moda?

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te. L’obiettivo finale è quello di fornireentro il 2012 una lavagna in ogni classedi ogni scuola della PAT. Va segnalato, inconclusione di questa rassegna delleesperienze avviate, che non esistono né amonte né a valle studi dettagliati, specifi-ci ed indipendenti sui casi italiani di ado-zione della LIM, per lo meno di parisignificatività statistica e metodologicarispetto al mondo anglosassone.Infine, ad aprile 2008 sono stati lanciatii bandi Innovascuola dal Dipartimentoper l’Innovazione e le Tecnologie dellapresidenza del Consiglio dei Ministri(http://www.innovazionepa.gov.it/dit/).

Verranno coinvolte 350 scuole seconda-rie di primo grado delle regioni del Sude 200 scuole primarie di tutto il territo-rio nazionale, per sviluppare progetti diutilizzo quotidiano delle tecnologie inclasse, grazie anche all’impiego di 3 LIMper scuola che saranno messe a disposi-zione dallo stesso Dipartimento. Uninvestimento significativo a livello nazio-nale, perché per la prima volta vengonocoinvolti anche in Italia gli ordini di stu-dio di base per i quali, probabilmente,negli ultimi anni a livello di dotazioni èstato fatto poco e sui quali, come segna-lano le ricerche straniere, la lavagna puòincidere in maniera più forte.

Moda o valore aggiunto?

Sin dal suo apparire, molte sono statele perplessità o, per lo meno, ledomande che hanno accompagnato lasua diffusione. Si è trattato solo dimarketing o è uno strumento di effet-tiva utilità? E più al fondo: la LIM èveramente una tecnologia che rivolu-ziona le metodologie – come sostengo-no i favorevoli – o si adegua a quellaadottata. Porta con sé effettivi vantaggio è solo un fenomeno la cui diffusioneè data dalla novità del momento?I titoli di due ricerche sintetizzanomolto efficacemente questo dibattito:■ Interactive Whiteboards: Boon or Band-wagon7? ■ Whiteboards: Boon or Boondoggle8?

Infatti, traducendo liberamente, leLIM costituiscono un vantaggio, unvalore aggiunto per la didattica o sonosolo un fenomeno di moda?Indubbiamente non si può pensareche uno strumento da solo determiniuna metodologia di insegnamentoche è fatta di una ricchezza di appor-ti e approcci che non si può ridurreall’impiego della lavagna. Come notaTanner, “IWBs do not determine peda-gogy by themselves”9. Per capire: chi ha

già un impianto didattico in cui fauso della partecipazione degli stu-denti, della multimedialità, dell’im-magine, non si vedrà trasformata lalezione di punto in bianco solo peraver adottato la lavagna; e lo stessodicasi per chi è abituato ad una didat-tica molto trasmissiva. Tuttavia, undato incontrovertibile nei molteplicistudi analizzati è l’accoglienza favo-revole e le manifestazioni di adesioneentusiastica alla LIM. Dov’è, allora, ilsegreto del suo successo?Faremo ricorso a Donald Norman, lostudioso di tecnologie che già diecianni fa preconizzava il successo perquelle tecnologie della cui esistenzanon ci si accorge e che, quindi, sonoinvisibili10. La LIM per la sua naturanon è affatto invisibile, anzi, la suacollocazione in ambiente scolasticofunge da catalizzatore dell’attenzione.Tuttavia, per chi l’ha sperimentata èdiventato uno strumento ordinario,normale della didattica; diventandoparte integrante dell’aula e delle atti-vità scolastiche; scontato quasi come illibro. Ma ancor di più la sua efficaciasembra essere definita dalle parole diun famoso saggio di Everett Rogersche, nel definire i paradigmi del suc-cesso delle innovazioni elencava 5caratteristiche fondanti11: ■ il vantaggio relativo;■ la compatibilità;■ la semplicità;■ l’affidabilità;■ l’osservabilità.

La lavagna offre numerosi vantaggirelativi, per lo meno nei confronti delsuo parente prossimo, la lavagna tra-dizionale: ne condivide la funzione divisualizzazione della lezione di fron-te a tutta la classe, ma in più permet-te la proiezione di molte lezioni con-temporaneamente; la modifica e con-sente il salvataggio delle annotazionifatte. È compatibile con la stragrandemaggioranza dei software in circola-

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zione, liberi e proprietari, per cui sipuò agire su un foglio di scrittura allastessa maniera del software dellalavagna. È semplice da usare. Basta-no competenze minime (utilizzo dicartelle, download di file, utilizzo diun foglio di calcolo, di una presenta-zione) per dar vita ad attività interes-santi. Se installata correttamente,anche la più grande incognita nellapreparazione della lezione con laLIM, il puntamento (cioè l’allinea-mento dell’immagine tra proiettore elavagna) può essere superata12. Infine, l’osservabilità; è ciò che ha per-messo alle varie ricerche di esperire sulcampo le effettive potenzialità dellaLIM. Come nel caso dello studio piùrecente in circolazione, condotto inInghilterra per conto del Becta e pub-blicato ad ottobre 2007. L’uso delleLIM in classe13: ■ accresce il livello di impegno deglistudenti nelle attività di studio;■ aiuta nell’insegnamento di concettidifficili, astratti e complessi;■ costituisce una sorta di portaleattraverso il quale si può accedere amolte e differenti risorse;■ permette l’accesso a una modalitàmultipla di strumenti: TV, computer,libro, proiettore, diagrammi, calcola-tore, timer;■ può segnare nelle classi della pri-maria una significativa differenza nel-l’apprendimento dei bambini, se inco-raggiati;■ in particolare nei primi anni di studio,quando prima di accedere alle capacità discrittura, grazie all’utilizzo dell’interazio-ne con la superficie, del copia-incolla,delle forme, può aiutare gli studenti nel-l’apprendimento e ad avere più fiducia emotivazione in loro stessi.

Ecco, allora, che l’innovazione-lavagnatrova anche nella verifica con studentie docenti la sua consacrazione; sembraavere tutti i crismi per un successoannunciato. Ciononostante non si può

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dimenticare che un utilizzo non coe-rente dello strumento può dare adito amolteplici perplessità. Forse, almenoper la realtà italiana dove l’introduzio-ne è ancora agli inizi, le criticità sonoda individuare altrove.

In principio era l’ardesia…

“La qualità dell’insegnamento può esseremigliorata in molte situazioni utilizzan-do la lavagna per evidenziare puntiimportanti e difficoltosi. Le illustrazionigrafiche, in particolare gli schizzi, rappre-sentano un metodo efficace per chiarire ipunti oscuri”14.

Questa citazione tradotta risale al 1935e si riferisce sì alle potenzialità comu-nicative della lavagna; ma di quellad’ardesia. È la sintesi di una riflessionesvolta su una rivista pedagogica dell’e-poca sul ruolo della lavagna nell’inse-gnamento. Ne illustra la funzionalità,dato troppo scontato nella dimensionedell’ambiente (in senso ampio) scola-stico in cui siamo abituati ad agire, erichiama l’attenzione su uno strumen-to – la lavagna d’ardesia – negli ultimitempi probabilmente emarginato nelladinamica della lezione, soprattutto perle discipline umanistiche. Non sihanno dati su questo, ma la sensazioneè che per le discipline dove l’oralità èdeterminante, si faccia un uso rarodella lavagna, affidandosi al mediumunico “parola” e, conseguentemente,ad un setting d’aula piuttosto staticonella dinamica cattedra-banchi a pol-laio. Eppure la lavagna (tanto quellaantica, quanto la LIM) ha dalla sua lapotenzialità di poter visualizzare con-cetti ed idee coram populo, di fronte atutta la classe; e, quindi, di evidenziaree chiarire, grazie all’uso dell’immaginee della potenza dei simboli, astrazioniche fino ad un certo ordine di studiosono difficili da afferrare, oppure colle-gamenti oscuri e complessi per gli stu-

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denti più grandi. Coinvolgendo unadinamica di classe che prevede “l’anda-re alla lavagna”, il dare il proprio con-tributo alle correzioni e, in ogni caso,favorendo il dialogo e lo scambio intor-no al testo che la superficie propone. Se, perciò, in qualche modo la diffi-coltà può risiedere nel movimentare lalezione grazie ad una sorta di riscoper-ta dello strumento lavagna, la LIM necostituisce solo la versione tecnologica-mente rinnovata?

Il valore aggiunto delle LIM

La LIM, “letta” nelle sue potenzialità especificità comunicative, si può defi-nire in sintesi flessibile e convergen-te. Se, infatti, una prima connotazio-ne è, sicuramente, la possibilità dileggere e scrivere in grande sia comefattore motorio-sensoriale, sia comefattore socializzante dell’insegnamen-

L’uso delle LIM in classe: accresce il livello di impegno degli studenti nelle attività di studio

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to/apprendimento, si propone perdiverse finalità e stili di apprendimen-to. Senza dimenticare il “gancio”motivazionale quello che nel mondoanglosassone chiamano “the ‘wow’ fac-tor”15, vale a dire la nota “spettacola-rizzante” dello strumento.La flessibilità è data anche dalla com-mistione sullo schermo tra scritturadigitale e scrittura manuale che posso-no affiancarsi nella visualizzazione e,ancor di più, nella possibilità di tra-sformare l’una nell’altra. Il dinami-smo, l’interattività che si compie sulloschermo ha anche una corrispondenzacon il movimento “fisico” che si svolgeattorno allo stesso, ereditata dalla lava-gna tradizionale: la manipolazione deifile, la gestualità, la fisicità, il muoversiintorno e sullo strumento.Nella connotazione di flessibilitàrientrano anche peculiarità già tocca-te, come l’essere uno strumento perla didattica con l’intera classe, con ilcorollario forte del conservare lemodifiche operate in plenaria daglistudenti o dal docente, aspetti checoniugano una delle potenzialità delPC (appunto la possibilità di modifi-care e conservare) con il fattore socia-lizzante e relazionale dell’insegna-mento/apprendimento.Ma, ancor di più, la sua attualità èdata dall’essere convergente tecnolo-gicamente, perché in essa possonoconfluire una serie di hardware, disoftware, di periferiche; Internet stes-sa con i suoi ulteriori canali. Paralle-lamente questa convergenza è, così,anche culturale, in quanto il suo esse-re al pari del PC “medium canale dialtri media” offre strumenti atti adintegrare nell’azione formativa tuttele suggestioni del proprio tempo e delsapere, sotto svariate forme: “a cultu-ral process wich involves the flow of sto-ries, images, sounds, brands, relationshi-ps across the entire media system”16.Una citazione che, pur non riferendo-si alle LIM, sembra definire bene il

flusso di opportunità comunicative edi contenuto insite nel loro impiego.Del resto, la convergenza si esprimeanche come incontro tra pensiero, scrit-tura e attività; lo schermo modificabileè il luogo fisico e visibile dove le idee(del docente, degli studenti) si “sedi-mentano”, ma possono essere anchemodificate, arricchite, corrette. Si pensial ruolo – anche formativo – che assu-mono le problematiche della rappre-sentazione, logica o fantastica.È evidente, perciò, che, al di là dellesingole caratteristiche riscontrabilianche in altri media per l’apprendi-mento/insegnamento, non solo tec-nologici, si tratti di uno strumento

adatto alla didattica di classe, dell’in-tera classe, in cui convergono molte-plici risorse (molti dei materiali percostruire la presentazione didatticasono offerti senza ulteriori costi dalleaziende produttrici delle LIM), utiliz-zabile senza la rete e con la rete17, eversatile al punto da poter essereimpiegato in diversi contesti: dallalezione frontale alla lezione dialoga-ta, dallo studio individuale al lavorocollaborativo, dall’insegnamento tra-smissivo all’“apprendere facendo oscoprendo”.In sostanza, arricchendo la sinergiadelle potenzialità del PC, del video-proiettore ed eventualmente della

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rete (documentazione, reiteratività,interattività, scambio, condivisione,ricerca, multimedialità, rappresenta-zione, visualizzazione, costruzione,simulazione, ecc.) con la possibilitàdi modificare istantaneamente quan-to visualizzato e di conservarne ilrisultato.

Come vivono la LIMstudenti e docenti

Come studenti e docenti “vivono” laLIM? Questa è la domanda che sotten-de molta della letteratura corrente sul-l’argomento. La percezione di studenti

e docenti è, in generale, positiva ai con-fini con l’entusiasmo. La ricerca australiana, per esempio,elenca tutti i fattori di gradimento,anche rispetto alle idee dei dirigenti:■ ha una natura “visuale”;■ va incontro alla cultura digitaledegli studenti;■ è semplice da utilizzare;■ è immediata, flessibile e convenien-te nell’impiego;■ è catalizzatrice dell’apprendimento“tecnologico” dei docenti;■ facilita la pratica riflessiva;■ è interattiva;■ aiuta la scoperta e l’apprendimentodi nuove abilità.

Si tratta di aspetti di varia natura, checoinvolgono l’ambito delle problemati-che dell’apprendimento, ma che confer-mano anche il ruolo di visualizzazione elinguaggio della cultura digitale comeelementi fondamentali per entrare insintonia con gli studenti e con le loromotivazioni allo studio. Per dirla in sin-tesi: “The Visual helps me understand thecomplicated things”18, così come eviden-ziato dal giudizio di uno studente delleprimarie sull’argomento che interpreta laLIM come ausilio prezioso per capire laspiegazione e, soprattutto, per colmare ladistanza nella comprensione tra astrattoe concreto19. In effetti, la visualizzazioneproposta dalla LIM sembra essere al cen-tro dell’interesse degli studenti, tanto chel’aspetto della novità è sicuramente unodei più controversi e “distoglienti” ai finidell’effettiva comprensione del significa-to dell’impatto della LIM20. Infatti, al paridell’introduzione dei nuovi media nelladidattica in senso più ampio, va ricorda-

to che in mancanza di una normalizza-zione e di una stabilizzazione dello stru-mento nella didattica quotidiana, è diffi-cile stabilire se l’incremento della moti-vazione sia dato più dalla rottura dellaconsuetudine che dalle potenzialità effet-tive del medium. È probabile, infatti, cheun utilizzo della LIM più stabile e dilungo termine permetterebbe di capiremeglio la sua efficacia21. La LIM è anche un punto d’incontro,intendendola come una via comodaper incontrare la cultura digitale giova-nile, sia perché in classe permette allostudente di riconoscere simboli, moda-lità ed “estetica” del mondo che quoti-dianamente lo circonda; sia perché ildocente, dal punto di vista del linguag-gio multimediale, può scendere sullostesso terreno dello studente, facilitan-do il superamento di quella separazio-ne generazionale che prende il nomedi “digital disconnect”.Diventa così occasione per i docenti,grazie agli strumenti di costruzione,multimedializzazione e documenta-zione della LIM, di utilizzare ed acce-dere in maniera intuitiva a svariaterisorse, di renderle visibili con colorie immagini, di far vedere il tutto “ingrande” e di salvarne le modifiche.Così come confermato dalle intervistedelle ricerche, l’idea di un migliora-mento complessivo della lezione conla LIM è diffusa non solo negli stu-denti intervistati, ma anche presso idocenti che ritengono semplice edefficace lo strumento, non solo in ter-mini di flessibilità ed efficienza nellalezione frontale, ma anche per lamotivazione, la pianificazione ed ilsostegno della propria preparazione

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È probabile che un utilizzo della LIM più stabile e di lungo termine permetterebbe di capire meglio la sua efficacia

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alla lezione. Sia in chiave pratica direalizzazione di materiali personaliz-zati che in chiave più metodologica diautoriflessione sugli effetti delle scel-te didattiche e degli stili di apprendi-mento degli studenti22. Insomma, la lavagna come mezzo diautoformazione e riflessione professiona-le, un giudizio che collide con le criticitàche sembrano emergere ad ogni rileva-zione sul rapporto tra docenti e nuove tec-nologie evidenziando il più delle volte undisagio nei confronti dell’adozione didatti-ca dei nuovi media, ma che la raccontalunga sul ruolo della LIM come mediumcatalizzatore, sia nei confronti dei bisogniformativi dei docenti che nei confrontidella lezione stessa. Due aspetti non sepa-rati, se si considera che, superato l’effetto

sorpresa e quello novità, con molta proba-bilità ci si accorgerà che la validità dellaLIM, in fondo, non risiede nell’attrarrel’attenzione della platea motu proprio, manell’essere “strumento per” concentrarel’attenzione amplificando in senso multi-mediale l’elaborazione della lezione e deimateriali proposti. In questo senso la tec-nologia, lungi dal depauperare il docentedella sua funzione di guida, ne amplia gliorizzonti d’intervento, soprattutto per leproblematiche legate alla dialettica inse-gnamento/apprendimento.

Come cambia la lezione

Proviamo ad entrare in una classe e adassistere a quel che può accadere dopol’installazione della LIM, prima, duran-te e dopo la lezione:■ si possono utilizzare sia risorsedigitali già pronte che prodotti realiz-zati dal docente o dallo studente con isoftware normalmente usati, oppurescaricati dalla rete;■ viene resa multimediale (suoni,colori, immagini, video) la spiegazio-ne del docente ma anche la verificaorale dello studente, facilitando lacomprensione grazie alla visualizza-zione “in grande”;■ si accede alla rassegna di risorse diInternet, accostandosi al mondo digi-tale in cui lo studente è immerso;■ la lezione strutturata dal docente uti-lizza i codici comunicativi di quelmondo;■ è favorita una maggiore concentra-zione ed una partecipazione interatti-va alla lezione frontale e plenaria;■ è possibile condividere i prodottimultimediali elaborati dal docente oda gruppi di studenti;■ aumentano le occasioni di intera-zione nel dialogo educativo, tanto tradocenti e studenti, quanto tra studen-ti e studenti, quanto, ancora, conmateriali e risorse contenutistiche disvariate tipologie;

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La tecnologia, lungi dal depauperareil docente della suafunzione di guida, ne amplia gli orizzontid’intervento

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■ singolarmente o in gruppo si pos-sono operare modifiche sui materialidi tutti, conservarle tutte, impiegarlecome compiti a casa o, semplicemen-te, documentarle come un portfolioelettronico;■ è facilitata la correzione e l’autocor-rezione, grazie alla visualizzazione col-lettiva;■ dando l’opportunità a tutti di mette-re a frutto intelligenze e competenzedifferenti, vengono rafforzate le stra-tegie di personalizzazione della lezio-ne e di apprendimento collaborativo;■ il docente, pur dando ampio spazioagli studenti, anche da un punto divista dei movimenti, grazie alla LIMha in mano il bandolo della matassa,gestisce il processo;■ il setting si trasforma, perché “l’at-trazione” dello schermo rende piùdinamica e relazionale la lezione.

Tutto questo se la LIM è utilizzatacoerentemente e non come un sem-plice schermo di proiezione. Nellarealtà, tuttavia, almeno nelle espe-rienze documentate, il rischio è che lostrumento nuovo non incida affattosul modo di far lezione. La lavagnanon muta il cosiddetto “recitationscript”23, vale a dire non cambia il co-pione (meglio sarebbe dire il “cano-vaccio”) della lezione. L’insegnantealtro non fa che adattare la strategiad’insegnamento abituale al mediumtecnologico: “Teachers may use theIWBs technical affordances effectively yetto support an established, conventionalstyle of teaching”24. Anzi, paradossalmente, afferendo allatradizione di insegnamento anglosasso-ne, la LIM sembra quasi esaltare la lezio-ne condotta davanti a tutta la classesecondo il modello IRF (Initiation,Response, Follow-up) in tre tempi25: l’in-troduzione all’argomento, sotto la formadi presentazione e domanda del docente;la risposta degli studenti sotto forma diinterventi più o meno lunghi e pensati; il

follow-up, vale a dire la restituzione che ildocente dà allo studente (spesso sottoforma di valutazione). Un modello, seb-bene dialogico nel suo proporsi, ancoramolto trasmissivo per certi versi: “tea-chers spent the majority of theyr time eitherexplaining or using highly structured que-stion and answer sequences”26. Un peccato, perché le modalità collabo-rative e di lavoro di gruppo ben si con-fanno alle potenzialità dello schermogrande, e non solo perché i documentiufficiali e gli studiosi riconoscono unadimensione costruttivista e sociale27

all’apprendimento con la lavagna, maanche perché la dimensione dellacostruzione condivisa è nel suo DNA,almeno rispetto, per esempio, al PC, in

quanto sulla LIM possono lavorareanche in molti contemporaneamente.Ma la modalità che sembra essere piùconvincente è quella dell’interazionebasata soprattutto sulla lezione dialoga-ta, secondo il modello analizzato daAlexander di “dialogic teaching ”28 che,nel tentativo di sfrondare la vaghezza el’ambiguità del termine “interazione”,propone un’idea di didattica che, attra-verso il dialogo, apre la lezione ad uninsegnamento che esalta la collabora-zione, la costruzione degli apprendi-menti, il sostegno reciproco e l’autocor-rezione, la pianificazione condivisa29. Ecco giunti, allora, alla questione chiave:che cosa significa interattività quando siparla di lezione con la LIM? Riguarda

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solo il livello tecnologico o tocca la sferadelle dinamiche relazionali? In effetti la LIM, per il profilo che ne èemerso finora, è un “aggregatore interat-tivo” in senso molto ampio. Permette diinteragire tra le persone, nelle formuleuno-uno, uno-molti, molti-molti, conparole e segni; con la rete, con media econ tecnologie varie; nel tempo e nellospazio; con i materiali, proposti ocostruiti, pensati o realizzati sul momen-to. In sostanza, permette nell’istante del-l’impiego e nell’ambito della classe, diaprire la lezione a un’interazione a 360gradi e di applicare una circolarità diconoscenze e competenze che è tipica diun modello di tipo “laboratoriale”.Tanner sottolinea come, da un punto divista del rapporto docente/studente edin relazione con le attività possibili, visiano diversi livelli di profondità dell’in-terazione e di controllo da parte dell’unoo dell’altro: dalla lettura (alto controllodel docente) alla riflessione collettiva(alto controllo da parte degli studenti)30. Miller evidenzia una crescita neldocente della consapevolezza rispettoallo strumento in tre fasi: un primo uti-lizzo come “supporto visivo”, con bassainterazione. Una seconda fase in cuiinizia a coinvolgere gli studenti ponen-do loro interrogativi in base a stimoliverbali e visivi costruiti appositamenteper stimolarne la reazione. Una terzain cui la LIM diventa una parte dellalezione e viene integrata in un sistemapiù ampio di coinvolgimento degli stu-denti in gruppi o tra pari31. Immaginiamo che tipo di esperienzepossono essere realizzate. Le aree diutilizzo possibili32, sono varie. In pri-mis l’esposizione, attraverso la presen-tazione di filmati, risorse Internet,l’impiego di software, la modellizzazio-ne di forme e oggetti (2D e 3D), lariproduzione di fenomeni e modellidinamici, l’analisi di risorse (visive,musicali, linguistiche). Ma anche losviluppo di esperienze (collaborative,metacognitive, di problem solving) può

trovare un valido supporto. Gillen pre-senta sei esempi di utilizzo didattico,grazie alle immagini, all’evidenziazio-ne, ai video, al potenziamento dellalezione dialogata, alla correzione deglierrori, al reimpiego delle modifiche,analizzando anche le dinamiche rela-zionali docente-studente in classi discuola primaria (7-11 anni)33. Se integrata con altre metodologie,software, tecnologie – secondo le indi-cazioni dello studio australiano diSchuck – si arriva fino a quasi 40modi di utilizzarla in ogni ordine distudi, in molteplici modalità, discipli-ne, tipologie di insegnamento34. Sva-riate attività didattiche che corrispon-dono a molteplici approcci didattici:l’interazione dell’intera classe, il lavo-ro di gruppo, l’organizzazione e la rac-colta dei materiali, la trasmissione o lacostruzione di contenuti, l’impiego dicontesti autentici o simulati, l’uso deiquesiti e dei problem solving, la realiz-zazione e la gestione delle presenta-zioni degli studenti, l’incoraggiamen-to all’apprendimento autonomo edindividuale.

La classe che verrà

Così, l’interrogativo del titolo sembratrasformarsi in scenari d’uso ben piùpropositivi e reali. La LIM appare comeuno strumento di sintesi, capace difacilitare l’integrazione di molteplicirisorse digitali e l’utilizzo di Internetcome vera piattaforma di apprendi-mento, una sorta di “ambiente” intor-no a cui possono ruotare (non solometaforicamente…) molteplici saperi ecompetenze.Permette di impiegare una molteplicitàdi tipologie didattiche a più livelli, inquanto favorisce l’incontro tra unalezione molto strutturata e l’adattamen-to della stessa in tempo reale alla realtàdella lezione che si svolge. Tutto, dallapreparazione della lezione prima del-l’accensione, durante il suo funziona-mento, sullo schermo, e dopo la lezio-ne, si fonda su una circolarità di mate-riali, conoscenze, competenze il cuiperno resta il docente grazie alla suacapacità di comunicazione e costruzio-ne didattica rispetto a tutti i percorsiattivati dagli studenti, in classe e a casa.

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In merito alla propria disciplina, l’inse-gnante possiede le conoscenze, le com-petenze, sa trasmetterle, costruirle,aggregarle e farle riconoscere. La LIMgli offre l’opportunità di rafforzare lapropria confidenza tecnologica fondan-dola sull’integrazione delle risorse del-l’insegnamento. Solo il docente può fardiventare questa idea anche una propo-sta di metodo di apprendimento checontamina i tutti i media a disposizioneed educa al loro impiego.Si può pensare alla lezione frontalesenza nessun materiale preparato, incui, per esempio, scrivere modelli difrasi o schemi di argomenti da salvare eriproporre agli studenti o mandandoliper posta elettronica o conservandolinel PC che si impiega con la LIM. Maanche alla raccolta di idee tramitemappe o semplici appunti, una sorta dibrain storming organizzato. Si può uti-lizzare direttamente Internet, attraver-so un percorso preparato di cui sivogliono evidenziare determinate pagi-ne; si pensi, per esempio a come lesezioni storiche o geografiche di Wiki-pedia possono essere integrate in unalezione con la lavagna. Ma si possonoanche introdurre le figure geometricheo le carte geografiche spesso presentinelle raccolte del software delle lavagne.Passando dalla lezione frontale a quel-la dialogata, si possono chiamare glistudenti alla lavagna a dare il propriocontributo, in aggiunta o a modifica diquello degli altri, individualmente o agruppi. Partendo da una frase stimolo,o da una vera e propria presentazione,si può proporre un argomento nuovoprocedendo nel primo caso per scoper-ta, nel secondo per trasmissione, deci-dendo il livello di intervento degli stu-denti sul materiale preparato dal pro-fessore; oppure chiedere loro una resti-tuzione fondata su un’altra presenta-zione da fare in gruppo o individual-mente, da presentare nelle lezioni suc-cessive, con la possibilità di modifichee arricchimenti tutti da salvare.

Si possono sfruttare immagini diimpatto grafico o semplici simboli,numeri o parole, magari per fissarenozioni piuttosto mnemoniche; oppu-re per esercitarsi tutti insieme con letabelline; oppure, ancora, per conosce-re un’opera d’arte; oppure, infine, peresercitarsi con la grammatica o le varieanalisi della lingua italiana.La combinazione di immagini e paro-le, per esempio, può giovare allo stu-dio delle lingue, dove funziona anchela presentazione di strisce, fumetticon situazioni tipo, personaggi e dia-loghi da riempire (o completare) inclasse a cura dei ragazzi. Entriamo,così, nella grande frontiera degli eser-cizi interattivi. E non solo quelli giàpronti o proposti on line (come, peresempio i learning object per l’appren-dimento) ma anche quelli realizzabiliin maniera più artigianale.Infatti, invece della lezione, magari inpreparazione di altre prove tradiziona-li, si può proporre alla classe esercizi,con tipologie varie di quesito. Coniu-gando questa necessità con l’uso diparole, colori, forme geometriche sipuò lavorare su esercizi di completa-mento che, grazie allo spostamento deivari elementi sullo schermo, possonoessere ripetuti più volte con gli studen-ti alla lavagna.Si può intervenire anche con confrontitestuali, paralleli; o anche confronti diimmagini, opere d’arte, evidenziando edettagliando sullo schermo quantoserve alla spiegazione di particolariimportanti; e lo stesso dicasi per ivideo, di cui si possono catturare fermiimmagine significativi e arricchirli dispiegazioni verbali ed evidenziazioni.Infine, con un po’ di tempo, si possonocostruire dei veri e propri percorsi, net-viaggi, che coinvolgano immagini etesti scelti, nonché tutte le risorse repe-ribili in rete, utilizzandoli per la spie-gazione o l’interrogazione.Vista la molteplicità degli scenarid’uso, si può dire che quasi tutte le

tipologie di lezione possono essereproposte in versione LIM, a confermadelle sue peculiarità centrate sull’inse-gnamento/apprendimento e sull’in-tensificazione dello scambio e dellarelazione interattiva docente-studenti.Da un punto di vista della mediazionedidattica, pur partendo dalle potenzia-lità tipiche di un modello antico comequello della lavagna di ardesia, la LIMpermette di superare le categorie tra-dizionali della comunicazione didatti-ca (la lezione, la presentazione), dellasperimentazione mediata (la simula-zione, il videogioco, il virtuale), dellasperimentazione diretta (l’esperimen-to, il laboratorio), riassumendole tuttenel suo impiego. Lo studente, nelcorso della stessa lezione o della stes-sa attività didattica, può assistere allaspiegazione, interagire con una simu-lazione virtuale e, soprattutto, inambito di scrittura (linguistica, mate-matica, scientifica), verificare diretta-mente le proprie competenze con unamanipolazione reale di quanto im-presso sulla lavagna. Quest’ultimoaspetto della sperimentazione direttaesce, poi, potenziato se si aggiunge l’u-tilizzo della webconferenza o di altristrumenti interattivi, magari coordina-to con vere attività di laboratorio: dal-l’impiego di cuffie e chat per gliapprendimenti linguistici, alla condi-visione di esperimenti scientifici, all’u-so di programmi di wiki per la costru-zione di testi condivisi.

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Quasi tutte le tipologiedi lezione possonoessere proposte in versione LIM

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Nella LIM si coniugano, allora, lepotenzialità digitali, elettroniche emultimediali del medium tecnologicocon la familiarità dello scambio edella relazione professore-classe-stu-dente. Un’ora di lezione fondata sul-l’interattività di idee, saperi, paroletrova nella lavagna un alleato preziosoper fissare, modificare e documentaregli sforzi individuali e di gruppo. È la

frontiera dell’”authentic learning35”che, lungi dal separare ulteriormenteil mondo digitale degli studenti, tra-sforma la LIM in finestra interattivaverso altre classi, altri studenti, esper-ti, laboratori ed offre l’opportunitàalla classe intera di agganciare lanozione scoperta sul libro ad unluogo, un’esperienza, una competen-za del mondo reale.

1 F. Smith, F. Hardman, S. Higgins, The impactof interactive whiteboards on teacher-pupil interac-tion in the National Literacy and Numeracy Stra-tegies, in British Educational Research Journal,Volume 32, Issue 3, June 2006, pp. 443-457[http://www.informaworld.com/smpp/con-tent~content=a745934236~db=all].2 BECTA, What the research says about interacti-ve whiteboards, 2003 [http://www.becta.org.uk/-page_documents/research/wtrs_whiteboards.-pdf ]. Altri studi sulla sperimentazione inglese:

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Bibliografia

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■ Miller 2005 = D. Miller, D. Averis, V. Door, D. Glover, How canthe use of an interactive whiteboard enhance the nature of teachingand learning in secondary mathematics and modern foreign lan-guages?, BECTA, 2005; [http://www.becta.org.uk/page_docu-ments/research/bursaries05/interactive_whiteboard.pdf];■ Moss 2007 = G. Moss, C. Jewitt, R. Levaãiç, V. Armstrong, A. Car-dini, F. Castle, The Interactive Whiteboards, Pedagogy and PupilPerformance Evaluation: An Evaluation of the Schools WhiteboardExpansion (SWE) Project: London Challenge, Department for Educa-tion and Skills, University of London, Institute of Education, 2007;[http://www.dfes.gov.uk/research/data/uploadfiles/RR816.pdf];■ Schuck 2007 = S. Schuck, M. Kearney, Exploring pedagogywith interactive whiteboards: A case study of six schools 2005-2006, University of technology, Sydney, April 2007;[http://www.ed-dev.uts.edu.au/teachered/research/iwb-project/pdfs/iwbreportweb.pdf];■ Smith 2005 = H. J. Smith, S. Higgins, K. Wall, , J. Miller, Inte-ractive whiteboards: boon or bandwagon? A critical review of theliterature, in Journal of Computer Assisted Learning, 21, 2005, pp.91-101;■ Smith 2006 = F. Smith, F. Hardman, S. Higgins, The impact ofinteractive whiteboards on teacher-pupil interaction in the NationalLiteracy and Numeracy Strategies, in British Educational ResearchJournal, Volume 32, Issue 3, June 2006 , pp. 443-457;[http://www.informaworld.com/smpp/content~content=a745934236~db=all];■ Tanner 2005 = H. Tanner, S. Jones, S. Kennewell, G. Beau-champ, Interactive Whole Class Teaching and Interactive White-Boards, in Building Connections: Research, Theory and Practi-ce, Proceedings of the Annual Conference MERGA (Mathema-tics Education Research Group of Australasia), Melbourne, July,2005, pp. 720-727; [http://www.merga.net.au/docu-ments/RP832005.pdf];■ Wall 2005 = K. Wall, S. Higgins, H. Smith, “The Visual helpsme understand the complicated things”: pupils views of teachingand learning with interactive whiteboards, in British Journal of Edu-cational Technology 36(5), 2005, pp. 861-867;[http://www.ncl.ac.uk/cflat/publications/publication/23983];

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K. Wall, S. Higgins, H. Smith, “The Visual helps meunderstand the complicated things”: pupils views ofteaching and learning with interactive whiteboards,in British Journal of Educational Technology 36(5),2005, pp. 861-867 [http://www.ncl.ac.uk/claft/pu-blications/publications/23983].D. Miller, D. Averis, V. Door, D. Glover, How canthe use of an interactive whiteboard enhance thenature of teaching and learning in secondary mathe-matics and modern foreign languages?, BECTA,2005 [http://www.becta.org.uk/page_docu-ments/research/bursaries05/interactive_white-board.pdf ].J. Gillen, J. K. Staarman, K. Littleton, N. Mercer, A.Twiner, A “learning revolution”? Investigating peda-gogics practices around interactive whiteboards in bri-tish primary classroom, Paper presented at theAERA Conference, San Francisco 2006[http://www.educ.cam.ac.uk/iwb/docs/AERA2006.pdf ].R. Condie, B. Munro, L. Seagraves, S. Kenesson,The impact of ICT in schools – a landscape review,BECTA, January 2007 [http://partners.be-cta.org.uk/upload-dir/downloads/page_docu-ments/research/impact_ict_schools.pdf ].G. Moss, C. Jewitt, R. Levaãiç, V. Armstrong, A.Cardini, F. Castle, The Interactive Whiteboards,Pedagogy and Pupil Performance Evaluation: AnEvaluation of the Schools Whiteboard Expansion(SWE) Project: London Challenge, Department forEducation and Skills, University of London, Insti-tute of Education, 2007 [http://www.dfes.go-v.uk/research/data/uploadfiles/RR816.pdf].3 AA.VV., Evaluation of the Primary Schools White-board Expansion, a cura del Centre for ICT, Peda-gogy and Learning dell’Education & Social Resear-ch Institute, Manchester Metropolitan University,October 2007 [http://partners.becta.org.uk/up-load-dir/downloads/page_documents/resea-rch/whiteboards_expansion.pdf].4 S. Schuck, M. Kearney, Exploring pedagogy withinteractive whiteboards: A case study of six schools2005-2006, University of technology, Sydney,April 2007 [http://www.ed-dev.uts.edu.au/-teachered/research/iwbproject/pdfs/iwbre-portweb.pdf ].5 A. Balanskat, R. Blamire, S. Kefala, The ICTImpact Report. A review of studies of the ICTimpact on Schools in Europe, European School-net, 2006, [http://insight.eun.org/shared/-data/pdf/impact_study.pdf ].6 Conclusioni della Presidenza del Consigliostraordinario di Lisbona del 23-24 marzo 2000[http://ue.eu.int/ueDocs/cms_Data/docs/pres-sData/it/ec/00100-r1.i0.htm].7 H. J. Smith, S. Higgins, K. Wall, J. Miller, Inte-ractive whiteboards: boon or bandwagon? A criticalreview of the literature, in Journal of ComputerAssisted Learning, 21, 2005, pp. 91-101.

8 Consortium for School Networking (CoSN),Whiteboards: Boon or Boondoggle?, in Annual con-ference in San Francisco, April 2007 [partone:http://www.youtube.com/watch?v=pbKDhNfyFV; [part two: http://www.youtube.com/watch?-v=MPlshkkM3A8].9 H. Tanner, S. Jones, S. Kennewell, G. Beau-champ, Interactive Whole Class Teaching andInteractive WhiteBoards, in Building Connec-tions: Research, Theory and Practice, Procee-dings of the Annual Conference MERGA(Mathematics Education Research Group ofAustralasia), Melbourne, July, 2005, pp. 720-727[http://www.merga.net.au/documents/RP832005.pdf ].10 D. Norman, The invisible computer, Mit press,Boston 1998 (tr. it. Apogeo, Milano 2005)11 E. M. Rogers, Diffusion of innovations, FreePress, New York 2003.12 È doveroso ricordare che nell’installazionedel dispositivo lavagna-proiettore-PC un partico-lare riguardo andrebbe riservato agli ancoraggi,al muro o al soffitto e alla messa in sicurezza deicablaggi. Aspetti che, però, spesso esulano dallaresponsabilità di chi fa lezione, mentre il pas-saggio dell’allineamento proiettore-lavagna nonè eludibile.13 AA.VV., Evaluation of the Primary SchoolsWhiteboard Expansion, a cura del Centre for ICT,Pedagogy and Learning dell’Education & SocialResearch Institute, Manchester MetropolitanUniversity, London, October 2008, p. 47.14 R. E. Fildes, Blackboards and Their Use, “TheElementary School Journal”, Vol. 35, No. 10.(Jun., 1935), pp. 760-767.15 A. Hutchinson, Literature Review Exploringthe Integration of Interactive Whiteboards in K-12Education, July, 2007 pp. 9-10 [http://pro-jects.cbe.ab.ca/sss/ilscommunity/learningspa-ces/IWB%20Lit%20Review%20July%202007-2.doc].16 Henry Jenkins in http://www.henryjenkins.-org/2006/06/convergence_and_divergence_two.html#more.17 In ogni caso, per uno sfruttamento ancor piùpotenziato è vista con favore la sua integrazionein un sistema più ampio che permetta anchel’accesso ad Internet, magari con i nuovi sistemiwireless, nella classe che la utilizzi. Inoltre, nonva dimenticato che, trattandosi di hardware esoftware sperimentali, vengono continuamentesviluppate nuove soluzioni, come quelle chepermettono un sistema di videoconferenza inte-grata, la connessione wireless con la lavagna dipiù PC presenti nell’aula, la realizzazione dilavagne con sistemi di proiezione incorporatache eliminano gli annosi problemi legati alladisposizione del proiettore e ai cavi necessariper i collegamenti.

18 La citazione è ripresa dal titolo di un arti-colo di K. Wall, S. Higgins, H. Smith, “TheVisual helps me understand the complicatedthings”: pupils views of teaching and learningwith interactive whiteboards, in British Journalof Educational Technology 36(5), 2005, pp.861-867 [http://www.ncl.ac.uk/cflat/publica-tions/publication/23983].19 Condie 2007, ivi, p. 41.20 Tanner 2005, ivi, p. 726, ricorda che, al paridi tutte le innovazioni tecnologiche, ogni verifi-ca sull’effettiva incidenza della LIM sul versantedell’incremento della motivazione e dell’atten-zione paga il pegno dell’effetto-novità.21 Schuck 2007, ivi, p. 78.22 Schuck 2007, ivi, pp. 9, 73-74.23 R. G. Tharp, R. Gallimore, Rousing minds tolife: teaching, learning and schooling in social con-text, Cambridge 1988.24 Nelle conclusioni, J. Gillen, J. K. Staarman, K.Littleton, N. Mercer, A. Twiner, A “learning revolu-tion”? Investigating pedagogics practices around inte-ractive whiteboards in british primary classroom,Paper presented at the AERA Conference, SanFrancisco 2006, p. 10 [http://www.educ.cam.-ac.uk/iwb/docs/AERA2006.pdf ].25 Il modello, tipico della didattica anglosasso-ne, altrove è denominato anche IRE (Initiate-Respond-Evaluate), Schuck 2007, ivi, p. 74.26 Smith 2006, ivi, p. 454.27 Ribadita ancora a gennaio 2007 nel piùrecente documento del BECTA sulla LIM, Con-die 2007, ivi, p. 41.28 Il saggio più noto di Alexander (Towardsdialogic teaching: rethinking classroom talk, Ed.Dialogos, York 2005) è da lui stesso sintetiz-zato in un intervento reperibile in rete (R.Alexander, Culture, dialogue and learning: noteson an emerging pedagogy, Paper presented atInternational Association for Cognitive Edu-cation and Psychology (IACEP), 10th Interna-tional Conference, University of Durham,UK, 10-14 July 2005, pp. 13-14 [http://www.ro-binalexander.org.uk/docs/IACEP_paper_-050612.pdf ].29 Nel dettaglio, i cinque criteri individuati daAlexander sono: “collective, reciprocal, supportive,cumulative, purposeful”.30 Tanner 2005, ivi, p. 723.31 La scansione è in Miller 2005, ivi, p. 4, ripre-sa da Condie 2007, ivi, pp. 41-42.32 La categorizzazione è presa da G. Boniauti,IWB: Uno strumento per l’innovazione della didatti-ca? Intervento tenuto alla rassegna “Scuola 8.0”,Bologna 16 Maggio 2007 [http://scuola8.scuo-le.bo.it/atti/bonaiuti_lavagne_bologna.pdf ].33 Gillen 2006, ivi, pp. 5-9.34 Schuck 2007, ivi, pp. 25-43.35 Schuck 2007, ivi, pp. 75-76.

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La classe che verrà?

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