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LA COMMISSIONE DEI CINQUE HA CONCLUSO I SUOI LAVORI: Il piano per l'indipendenza dell' Eritrea...

Date post: 24-Jan-2017
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LA COMMISSIONE DEI CINQUE HA CONCLUSO I SUOI LAVORI: Il piano per l'indipendenza dell' Eritrea esposto all' O.N.U. dal delegato guatemalteco Source: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, Anno 5, No. 6 (Giugno 1950), pp. 109-111 Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40757537 . Accessed: 15/06/2014 01:24 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO) is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente. http://www.jstor.org This content downloaded from 185.2.32.46 on Sun, 15 Jun 2014 01:24:16 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions
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LA COMMISSIONE DEI CINQUE HA CONCLUSO I SUOI LAVORI: Il piano per l'indipendenza dell'Eritrea esposto all' O.N.U. dal delegato guatemaltecoSource: Africa: Rivista trimestrale di studi e documentazione dell’Istituto italiano per l’Africae l’Oriente, Anno 5, No. 6 (Giugno 1950), pp. 109-111Published by: Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente (IsIAO)Stable URL: http://www.jstor.org/stable/40757537 .

Accessed: 15/06/2014 01:24

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AFFRICA 109

LA COMMISSIONE DEI CINQUE HA CONCLUSO I SUOI LAVORI

II piano per V indipendenza dell' Eritrea

esposto ali' O. N. U. dal delegato guatemalteco

Ginevra, giugno La Commissione dell'O.N.U. per l'Eritrea si avvia

alla conclusione dei suoi lavori. Non è dato di sapere se essa riuscirà a redigere un'unica raccomandazione al- l'Assemblea generale, come in origine ci si attendeva, o se dovrà limitarsi, date le notevoli divergenze di opinione esistenti tra i suoi membri ad esporre l'opi- nione delle varie delegazioni, così come dovette fare a suo tempo la Commissione inviata nelle ex colonie dai Sostituti dei Ministri degli Esteri delle quattro grandi Potenze.

Queste divergenze sono ormai uscite dal chiuso dei lavori della Commissione, attraverso il piccolo scanda- lo politico di cui è stato protagonista il delegato del Guatemala sig. Carlos Garcia Bauer.

Sin dalle prime riunioni in Eritrea, egli si è mani- festato il più fermo sostenitore del dovere di obietti- vità della Commissione dell'O.N.U., e il meno disposto a prendere per buona quella che era una evidente mes- sa in iscena tendente a dare ai delegati del maggiore consesso internazionale una visione del tutto falsa delle cose eritree.

Si dovettero a lui infatti quelle interrogazioni intel- ligenti ed accorte che più volte misero in confusione i delegati-fantoccio, dimostrando chiaramente quanto poco essi fossero preparati, quanto nelle loro deposizioni era lezioncina imparata a memoria, e quanto poco essi fos- sero rappresentanti di effettive correnti politiche esi- stenti nel paese.

A Ginevra il delegato del Guatemala, irritato dalla coltre di segreto che, contrariamente alle consuetudini e alla tradizione dell'O.N.U., si continuava a distendere su ogni atto della Commissione, convocò i giornalisti, e diede pubblicamente notizia del piano da lui presen- tato a nome del suo Governo in una precedente seduta segreta. Nel corso della conferenza stampa non esitò a rivelare le pressioni di cui, specialmente la sottocom- missione economica, era stata oggetto, e ad esprimere giudizi molto severi sulla incapacità dimostrata dagli inglesi ad assicurare l'ordine e la sicurezza in Eritrea.

Mozione di censura Ne derivò una mozione di censura da parte della

Commissione contro il delegato guatemalteco, la sua indignata protesta pubblicamente manifestata con l'ab- bandono della seduta, il suo clamoroso rifiuto a presie- dere la Commissione durante la settimana a lui spet- tante per turno, motivato con le continue infrazioni alle norme procedurali dell'O.N.U. commesse dai mem- bri della Commissione.

Siamo riusciti ad avere il testo preciso del discorso tenuto dal delegato del Guatemala nella seduta segreta della Commissione, a presentazione del suo piano per il futuro dell'Eritrea,

Dopo avere rievocato, in una rapida premessa, l'in- chiesta compiuta dalla Commissione nelle varie località dell'Eritrea, ed avere ricordato, con un evidente im- plicito accenno agli italiani, le strade magnifiche per- corse, le industrie ammirate, e « gli ostacoli nei quali in Eritrea si urta per un normale sviluppo delle atti- vità » , il delegato guatemalteco ricorda le consultazioni effettuate dalla Commissione con i Governi considerati come principalmente interessati al problema.

(( E' giunto il momento di fermarsi a considerare tutte le informazioni raccolte e procedere alla valuta- zione di quanto si è visto ed udito, per concretare e de- finire i punti di vista e le posizioni di ognuna delle cinque Delegazioni che compongono questa Commis- sione delle Nazioni Unite » .

Il delegato prosegue rilevando il disinteresse del suo Paese nella questione, e la imparzialità della sua Delegazione, e quindi esamina con molta realistica se- renità la situazione eritrea, così come gli è apparsa du- rante l'indagine.

Due opposte tendenze (( La Commissione, egli scrive trovò gli abitanti

dell'Eritrea raggruppati in due principali gruppi poli- tici, espressione di due punti di vista radicalmente dif- ferenti: quello di coloro che si manifestavano a favore dell'annessione del territorio all'Etiopia, il cui principale esponente è il Partito unionista, e quello di coloro che propugnano l'indipendenza del territorio, che hanno coordinato i loro sforzi in quello che si chiama il Bloc- co dell'Indipendenza, e il cui partito di maggioranza è la Lega Mussulmana dell'Eritrea.

Attraverso il territorio dell'Eritrea la Commissio- ne ebbe l'opportunità di udire i portavoce di ambo i gruppi politici, che coincidevano nella loro opposizione alla spartizione del territorio, esprimersi in favore ora dell'unione, condizionata o incondizionata, all'Etiopia, ora per l'indipendenza dell'Eritrea. Soltanto allorché la Commissione giunse nella Provincia Occidentale trovò altri gruppi con una nuova opinione politica, i gruppi che hanno detto di costituire la « Lega Mussulmana del- la Provincia occidentale» e che espressero il loro de- siderio a che la provincia occidentale si ponesse sotto l'amministrazione fiduciaria del Regno Unito per dieci anni, alla fine dei quali desideravano avere l'indipen- denza. E' interessante segnalare che anche i membri di questi gruppi manifestarono la loro opposizione al- l'annessione della Provincia occidentale al Sudan.

I vari gruppi vantavano costantemente un numero di aderenti superiore alla cifra totale della popolazione della regione che si visitava e in cui si teneva l'udienza. Tali numeri erano in tal maniera esagerati che, se si som- massero, darebbero un totale almeno quindici volte su- periore a quello fornito dall'Amministrazione britannica

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come numero totale degli abitanti del territorio. Que- sto fatto rendeva difficile sapere con esattezza la forza dei diversi gruppi politici di ogni regione e in gene- rale la forza numerica di ognuno dei partiti politici del territorio. Ciò malgrado, in termini generali e sulla base di ciò che potè vedere e sapere la Commissione, si può dire che nelle provincie che costituiscono l'altopiano la maggioranza è favorevole all'annessione all'Etiopia men- tre sulla costa, includendovi la provincia occidentale e la provincia del Mar Rosso, la maggioranza spetta ai sostenitori dell'indipendenza.

La Commissione ripetute volte si trovò nell'occasio- ne di ricevere querele dai diversi gruppi ma principal- mente dai partigiani dell'indipendenza, relative ad at- tività terroristiche compiute per prevenire la comparsa dei suoi affiliati dinanzi alla Commissione, come pure per obbligare con la forza o col timore di rappresaglie, a cambiare affiliazione politica. Si indicò pure alla Commissione la interferenza delle Autorità religiose della Chiesa copta in favore dell'annessione e in genere del partito unionista (ponendosi in risalto che la Chiesa copta dell'Eritrea dipende gerarchicamente da quella dell'Etiopia), come pure le minacce e le rappresaglie dei dirigenti della Chiesa copta dell'Eritrea su coloro che si dichiaravano contrari all'annessione.

Riguardo alle udienze compiute, sopratutto sul cam- po, per conoscere i desideri della popolazione circa il futuro dell'Eritrea, occorre segnalare che costantemente si è vista la medesima gente in diverse località, ciò che rendeva difficile conoscere la forza esatta dei differenti gruppl. Generalmente la commissione potè ascoltare sol- tanto coloro che si presentavano come portavoce dei gruppi locali e alcuni di essi comparvero più di una volta dinnanzi alla Commissione come portavoce di gruppi di diverse località: mentre si notava in luoghi distanti una tale coincidenza nelle risposte che si spie- ga soltanto quando queste sono state preparate in pre- cedenza su una traccia generale.

Scenari predisposti Pertanto, quando qualche membro della Commis-

sione interrogava altre persone all'infuori dei portavoce designati o faceva domande fuori dell'usuale, si notava un disorientamento e si avevano risposte che ponevano in evidenza la mancanza di conoscenza che essi ave- vano dei problemi sui quali li si interrogava.

La Commissione dovette tenere udienza in sce- nari appositamente predisposti e muoversi su un ter- reno artificialmente preparato, ciò che non è propizio per conoscere la vera maniera di pensare della popola- zione. Ma da queste udienze anche se non si avessero altri elementi di giudizio, si può dedurre che l'Eritrea non ha allo stato attuale sufficiente gente preparata per go- vernarsi indipendentemente. Ci sono altre ragioni per le quali la Delegazione del Guatemala stima che l'Eri- trea non può godere dell'indipendenza immediata, ma in questa occasione ci limitiamo a segnalare ciò che si riferisce alla preparazione dei suoi abitanti per assu- mere direttamente le responsabilità inerenti all'ammini- strazione indipendente del Paese.

In queste condizioni è ovvio che non si può dire che una proposta di annessione di tutto il territorio dell'Eri- trea all'Etiopia risponda ai desideri di tutta la popola- zione o di una grande maggioranza. Inoltre la Delega- zione del Guatemala crede che non si debba omettere di segnalare a questo riguardo la forte ostilità verso

l'Etiopia che si nota in certi gruppi di popolazione, specialmente nelle terre basse orientali.

Le stesse considerazioni valgono contro la tesi di annessione all'Etiopia della parte orientale dell'Eritrea, cioè di quattro provincie dell'Eritrea, annettendo invece l'altra provincia, la Provincia occidentale, al Sudan, tesi questa sostenuta come la più adatta dal Regno Unito. Se si seguisse questa proposta la Provincia del Mar Ros- so, dove si incontra una maggioranza che si oppone al- l'annessione e dove si trova principalmente l'ostilità di cui ho parlato, dovrebbe restare sotto la giurisdizione dell'Etiopia, ciò che evidentemente è contro l'espresso desiderio della maggioranza degli abitanti di questa pro- vincia.

Unanimità contro la spartizione Contro la tesi della spartizione deve pure considerarsi

l'opposizione di quasi l'unanimità dei partiti politici. La Commissione delle Quattro Potenze, che visitò l'Eritrea alla fine del 1947, riconobbe pure il fatto che tutti i partiti politici erano d'accordo nella loro opposizione alla divisione del territorio. Dopo che la Commissione ebbe ricevuto il punto di vista del Regno Unito in fa- vore della spartizione, che non potè immediatamente rendere pubblico a causa delle richieste di detto Go- verno perché non si pubblicasse mentre la Commissione era in Eritrea, negli ultimi giorni della permanenza del- la Commissione delle Nazioni Unite in Asmara si rice- vette dal Presidente generale del Partito Unionista una nota dove tra l'altro è detto « che se il risultato delle udienze della Commissione agli abitanti della Provin- cia occidentale prova che una maggioranza sostanziale degli abitanti si oppone alla annessione, il Partito Unio- nista, da parte sua, non si opporrà alla adozione di una soluzione separata per gli abitanti della Provincia Oc- cidentale a condizione però che il resto dell'Eritrea sia annesso incondizionatamente all'Etiopia » .

Quando questa nota fu ricevuta, la Commissione ave- va già. concluso le sue udienze sul campo in Eritrea ed aveva ascoltato dagli stessi rappresentanti locali la loro opposizione alla spartizione del territorio. Non potè comprovare in conseguenza se questo cambiamento così repentino rappresentava l'opinione di tutti i membri del Partito Unionista ma, per la forma e per il momento in cui fu fatta, come pure per il modo in cui i gruppi locali della popolazione si erano manifestati contro la divisione, c'è una forte base per pensare che questo mutamento di atteggiamento comunicato dal presidente del Partito Unionista non risponda all'opinione di tutto il partito. Questa opinione si rafforza con la nota rice- vuta dalla Commissione in data 4 aprile, nella quale la sezione di Cheren del Partito Unionista respinge quanto è detto in 'quella comunicazione del Presidente generale del Partito stesso e mostra che non la si consultò, e che è in contraddizione completa con i principii dello Sta- tuto del Partito Unionista, che stabilisce come le con- siderazioni relative a questioni sul futuro dell'Eritrea si debbano considerare e decidere nell'Assemblea generale del Partito. Lo stesso portavoce e segretario generale del Partito Unionista, sig. Tedia Bairù, confermò che non si erano adempiute queste formalità e si espresse in una forma che non denota molta convinzione a questo riguar- do, nella sessione durante la quale lo si interrogò su que- sto particolare.

A questo punto il delegato guatemalteco esamina vari fattori di ordine economico che, egli afferma, si op- pongono alla spartizione del territorio: complementa-

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rietà economica delle terre alte e di quelle basse del- l'Eritrea, per la diversità dei loro prodotti vegetali, per l'intercambio delle materie prime per l'industria, e per lo scambio stagionale del bestiame al pascolo. Per quan- to riguarda la possibilità per l'Eritrea di divenire un territorio economicamente vitale, il dott. Garcia Bauer rileva che « l'economia del paese è stata pregiudicata principalmente dalla incertezza sul futuro del territorio, dall'incremento delle attività terroristiche, e conseguente mancanza di sicurezza, come pure dalle restrizioni di ogni specie » .

Secondo il delegato l'impiego di moderni mezzi pos- sono sviluppare la produzione agricola, mineraria ed industriale dell'Eritrea sì da renderla economicamente sviluppata. I legami che uniscono l'economia eritrea a quella etiopica non sono elemento sufficiente per de- terminare una unione politica. Il delegato ritiene che ciò giustificherebbe invece la celebrazione di accordi di carattere economico per migliorare le relazioni econo- miche tra i due Paesi mirando ad una « unione econo- mica » che potrebbe estendersi ad altri territori vicini con profitto generale.

Zone libere nei porti eritrei Circa lo sbocco al mare per l'Etiopia, uno dei punti

di riferimento dati dall'Assemblea generale dell'O.N.U. nella risoluzione del 21 novembre 1949 alla Commis- sione per l'Eritrea, il delegato guatemalteco rileva come l'Etiopia si valga del porto di Gibuti, di quello di Mas- sua e di quello di Assab. La proposta di dare all'Etiopia un corridoio nella Dancalia perché essa abbia boceo al Mar Rosso nel porto di Assab trova resistenza nello stesso Governo etiopico e forte opposizione da parte degli abitanti della Regione. Assab fu uno dei pochi luoghi dove la commissione non trovò affatto gente fa- vorevole all'annessione all'Etiopia. D'altronde mentre Assab costituirebbe uno sbocco per alcune regioni del- l'Etiopia, i prodotti di altre regioni si esportano e im- portano dai porti di Massua e Gibuti. Quindi il dele- gato guatemalteco propone che oltre a celebrare accordi fra ambo i paesi per il transito di merci da e per l'Etio- pia, si stabiliscano zone libere nei porti dell'Eritrea, che sarebbero benefici anche al commercio degli altri paesi.

Riferendosi all'art. 77 della Carta delle Nazioni Unite, che stabilisce che il regime di amministrazione fiducia- ria si applicherà tra l'altro ai territori che come conse- guenza della seconda guerra mondiale furono staccati da stati nemici, il delegato del Guatemala propone che si ponga l'Eritrea sotto amministrazione fiduciaria al fine di promuovere il benessere degli abitanti, il loro progresso politico, economico, sociale ed educativo e prepararli al proprio governo ed alla indipendenza entro un periodo di dieci anni.

Le " raccomandazioni " A corollario delle considerazioni esposte nel suo

lungo e documentato rapporto, il delegato del Guate- mala ha presentato alla Commissione dell'O.N.U. per l'Eritrea il seguente piano:

1) che l'Eritrea nei suoi attuali confini sia uno Stato sovrano indipendente;

2) che questa indipendenza sia resa effettiva alla fine di un periodo di dieci anni a decorrere dalla data> in cui l'Assemblea generale approverà questa raccoman- dazione;

3) che durante il periodo menzionato nel punto precedente, l'Eritrea sia posta sotto il regime interna-

zionale di amministrazione fiduciaria, con l'Organizza- zione delle Nazioni Unite* come autorità amministra- trice;

4) che l'Amministratore che esercita l'autorità in nome delle Nazioni Unite sia aiutato e assistito da un Consiglio consultivo, composto dai rappresentanti dei seguenti Stati: Stati Uniti d'America (per il loro con- tributo al programma di sviluppo dei paesi poco svi- luppati), Italia ed Etiopia (per i loro riconosciuti inte- ressi), un paese mussulmano (per la percentuale di po- polazione mussulmana e per assicurare la distribuzione geografica), un paese latino-americano (per il principio della distribuzione geografica e per l'interesse dell'Ame- rica nella sorte dei territori non autonomi).

Che per facilitare la rappresentanza della popola- zione facciano parte del Consiglio consultivo un rap- presentante della popolazione cristiano-copta, un altro della popolazione mussulmana ed un rappresentante delle minoranze;

5) che si celebri una convenzione economica fra l'Eritrea e l'Etiopia, principalmente per favorire l'in- tercambio commerciale ed il transito delle merci con tendenza verso una Unione economica nei termini di cui si è già detto.

6) che si fissino zone libere nei porti di Massaua e Assab per facilitare lo scambio di merci ed il movi- mento marittimo, per godere delle condizioni speciali di ambo i porti e della strategica posizione geografica;

7) che allo scopo, di promuovere lo sviluppo in- tegrale del Paese, le Nazioni Unite inviino una Mis- sione con esperti delle diverse organizzazioni specializ- zate allo scopo di compiere gli studi necessari e si pro- ceda allo sviluppo del paese su una base tecnica.

Il delegato del Guatemala ha raccomandato inoltre, a coronamento del suo progetto:

a) che rU.N.E.S.GO. studi la convenienza di sta- bilire un centro universitario con sede in Asmara, sfrut- tando la posizione geografica di questo luogo, che non sarebbe di sola utilità per l'Eritrea, ma pure per i paesi vicini che non dispongono di altri centri di cultura;

b) che al riceversi del rapporto della Missione delle Nazioni Unite dianzi suggerita, si compiano i passi appropriati per il finanziamento dei programmi che saranno suggeriti per lo sviluppo dell'Eritrea d'accordo con le raccomandazioni che farà questa Missione.

Le grandi ricchezze del Sud Africa e sopratutto le possibi- lità di sfruttamento di queste ricchezze hanno fatto convergere verso questo paese interessi di tutti i generi con ampie riper- cussioni internazionali e determinando all'interno una crisi nel-

l'equilibrio fra i vari gruppi di abitanti e più precisamente fra europei e non europei.

Tale crisi è ancor più aggravata dall'applicazione del prin- cipio delV "apartheid" , applicazione che va diventando sempre più totalitaria e, naturalmente, a sfavore degli indigeni ai quali a poco a poco viene tolto il diritto di voto e imposte ogni sorta di limitazioni nel campo sociale.

E' logico però ritenere che tale situazione di repressione dell'elemento indigeno finisca col produrre fra breve una disa- strosa esplosione; ma il dott. Malan, capo del governo nazio-

nalista, a cui è dovuta tale politica razzista, giustifica il suo atteg- giamento col pericolo del comunismo che potrebbe invadere

l'Africa, e proprio in questi giorni è stata approvata la legge da lui proposta, che pone fuori legalità il partito comunista.

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