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La comunicazione del team protesico nell’era digitale

Date post: 30-Dec-2016
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368 | DENTAL CADMOS | 5/2014 Speciale odontotecnica Nel lontano 2001 Marc Prensky, scrittore e educatore ameri- cano, pubblicò l’articolo “Digital natives, digital immigrants” in cui elaborò la teoria che lo rese celebre nel mondo: “L’ana- logico sta al digitale come l’immigrante sta al nativo”. Citando questa teoria risulta immediato il riferimento a due generazioni che si confrontano, allora come oggi, soprattutto in alcuni ambiti lavorativi. Stringendo il campo e arrivando a considerare un solo settore, quello in cui siamo coinvolti tutti i giorni con la nostra professione, la teoria rimane vali- da ma con alcune eccezioni che modificano almeno in parte l’equazione. Il settore odontoiatrico è entrato da diversi anni nell’era delle nuove tecnologie, ma il concetto di odontoiatria e odontotecnica digitale stenta ancora ad affermare la pro- pria identità. Ciò che appare evidente è che in tantissimi par- lano di tecnologia digitale nelle più svariate applicazioni, ma solamente alcuni odontoiatri e odontotecnici si sono accorti quanto essa sia ormai una realtà oggettiva e fruibile da tutti. Il motivo di quest’apparente freddezza forse è proprio da ri- cercarsi nel fatto che nel nostro settore tarda ad affermarsi il confronto tra le due generazioni, non tanto tra gli stessi operatori ma in particolare tra odontoiatri e pazienti. A farla da padrone è paradossalmente l’esperienza degli immigrati digitali odontoiatri e odontotecnici che, essendo abituati a pensare e ad agire in modo analogico, non avvertono la neces- sità di esplorare la nuova offerta, anzi ne sono spaventati. In mancanza di stimoli veri viene meno l’esigenza di esplorare il nuovo territorio, un territorio che ben presto sarà affollato di pazienti nativi digitali ai quali si dovranno presentare pro- poste nuove utilizzando un linguaggio appropriato e a loro comprensibile. Questo non significa abbandonare il pensiero e la competenza analogici, ma servirsene in maniera costruttiva La comunicazione del team protesico nell’era digitale Fabrizio Molinelli a , Enrico Manca b a Odontotecnico titolare di laboratorio a Varese, relatore a conferenze e corsi sulla protesi a supporto implantare e sulla comunicazione multimediale, socio fondatore e responsabile didattico del progetto Tèchne, socio fondatore del progetto DSS, socio effettivo Amici di Brugg b Libero professionista in Cagliari, docente Master di Implantoprotesi Università degli Studi di Pisa, visiting professor Università di Valencia, Master di Chirugia implantare, Soci attivio IAED, ESCD per affrontare nel miglior modo possibile sia il linguaggio sia la versatilità che la stessa tecnologia digitale può offrire. In altre parole, solamente adattando il nostro pensiero sarà possibile trarre realmente dal digitale i grandi vantaggi attesi in termini di sostenibilità dei costi e alta qualità dei prodotti che da esso derivano. Questo aspetto, a distanza di 13 anni, è definito dallo stesso Prensky “saggezza digitale”. Un esempio su tutti è costituito dalla fotografia: dal rullino da sviluppare è passata ai file da scaricare e visionare imme- diatamente, portandoci dall’analogico al digitale serenamente e senza particolari traumi. D’altronde questo stesso esempio induce una considerazione: la fotografia è senza dubbio una forma d’arte espressiva, ma è anche un validissimo strumen- to di comunicazione. Entrambi gli aspetti hanno molto a che fare con il lavoro che svolgiamo tutti i giorni e sempre più rappresentano un importante strumento di analisi. Attraverso la fotografia infatti si possono fermare le immagini, le espres- sioni e notare quegli aspetti che sfuggono all’osservazione in tempo reale. Si può quindi elaborare un progetto con occhi diversi, contestualizzarlo nel viso del paziente e visualizzare il lavoro protesico attraverso un esame molto vicino alla realtà, associando il reale analogico al virtuale digitale. Arriviamo così all’argomento specifico che riguarda il design digitale del sorriso, o per dirlo con un linguaggio internazionale, al “digi- tal smile”. Utilizziamo questa definizione unicamente perché consente di identificare immediatamente il contesto, ma la nostra visione è più ampia e si rivolge in particolare al proget- to estetico che porta allo sviluppo protesico, favorendo inoltre una più efficace comunicazione tra clinico, paziente e tecnico. Per lavorare con le immagini del paziente si utilizza in gene- rale un software di editing fotografico, per esempio Keynote
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Nel lontano 2001 Marc Prensky, scrittore e educatore ameri-

cano, pubblicò l’articolo “Digital natives, digital immigrants”

in cui elaborò la teoria che lo rese celebre nel mondo: “L’ana-

logico sta al digitale come l’immigrante sta al nativo”.

Citando questa teoria risulta immediato il riferimento a due

generazioni che si confrontano, allora come oggi, soprattutto

in alcuni ambiti lavorativi. Stringendo il campo e arrivando

a considerare un solo settore, quello in cui siamo coinvolti

tutti i giorni con la nostra professione, la teoria rimane vali-

da ma con alcune eccezioni che modificano almeno in parte

l’equazione. Il settore odontoiatrico è entrato da diversi anni

nell’era delle nuove tecnologie, ma il concetto di odontoiatria

e odontotecnica digitale stenta ancora ad affermare la pro-

pria identità. Ciò che appare evidente è che in tantissimi par-

lano di tecnologia digitale nelle più svariate applicazioni, ma

solamente alcuni odontoiatri e odontotecnici si sono accorti

quanto essa sia ormai una realtà oggettiva e fruibile da tutti.

Il motivo di quest’apparente freddezza forse è proprio da ri-

cercarsi nel fatto che nel nostro settore tarda ad affermarsi

il confronto tra le due generazioni, non tanto tra gli stessi

operatori ma in particolare tra odontoiatri e pazienti. A farla

da padrone è paradossalmente l’esperienza degli immigrati

digitali odontoiatri e odontotecnici che, essendo abituati a

pensare e ad agire in modo analogico, non avvertono la neces-

sità di esplorare la nuova offerta, anzi ne sono spaventati. In

mancanza di stimoli veri viene meno l’esigenza di esplorare

il nuovo territorio, un territorio che ben presto sarà affollato

di pazienti nativi digitali ai quali si dovranno presentare pro-

poste nuove utilizzando un linguaggio appropriato e a loro

comprensibile. Questo non significa abbandonare il pensiero e

la competenza analogici, ma servirsene in maniera costruttiva

La comunicazione del team protesico nell’era digitaleFabrizio Molinellia, Enrico Mancab

a Odontotecnico titolare di laboratorio a Varese, relatore a conferenze e corsi sulla protesi a supporto implantare e sulla comunicazione multimediale, socio fondatore e responsabile didattico del progetto Tèchne, socio fondatore del progetto DSS, socio effettivo Amici di Bruggb Libero professionista in Cagliari, docente Master di Implantoprotesi Università degli Studi di Pisa, visiting professor Università di Valencia, Master di Chirugia implantare, Soci attivio IAED, ESCD

per affrontare nel miglior modo possibile sia il linguaggio sia

la versatilità che la stessa tecnologia digitale può offrire.

In altre parole, solamente adattando il nostro pensiero sarà

possibile trarre realmente dal digitale i grandi vantaggi attesi

in termini di sostenibilità dei costi e alta qualità dei prodotti

che da esso derivano. Questo aspetto, a distanza di 13 anni, è

definito dallo stesso Prensky “saggezza digitale”.

Un esempio su tutti è costituito dalla fotografia: dal rullino

da sviluppare è passata ai file da scaricare e visionare imme-

diatamente, portandoci dall’analogico al digitale serenamente

e senza particolari traumi. D’altronde questo stesso esempio

induce una considerazione: la fotografia è senza dubbio una

forma d’arte espressiva, ma è anche un validissimo strumen-

to di comunicazione. Entrambi gli aspetti hanno molto a che

fare con il lavoro che svolgiamo tutti i giorni e sempre più

rappresentano un importante strumento di analisi. Attraverso

la fotografia infatti si possono fermare le immagini, le espres-

sioni e notare quegli aspetti che sfuggono all’osservazione in

tempo reale. Si può quindi elaborare un progetto con occhi

diversi, contestualizzarlo nel viso del paziente e visualizzare il

lavoro protesico attraverso un esame molto vicino alla realtà,

associando il reale analogico al virtuale digitale. Arriviamo

così all’argomento specifico che riguarda il design digitale del

sorriso, o per dirlo con un linguaggio internazionale, al “digi-

tal smile”. Utilizziamo questa definizione unicamente perché

consente di identificare immediatamente il contesto, ma la

nostra visione è più ampia e si rivolge in particolare al proget-

to estetico che porta allo sviluppo protesico, favorendo inoltre

una più efficace comunicazione tra clinico, paziente e tecnico.

Per lavorare con le immagini del paziente si utilizza in gene-

rale un software di editing fotografico, per esempio Keynote

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Speciale odontotecnica

Fig. 1a,b Le immagini della paziente mettono in evidenza la complessità del caso dal punto di vista estetico e funzionale

1a 1b

Fig. 2a,b (a) In apertura, il software consente di inserire i dati del paziente e le informazioni relative al progetto da realizzare. (b) Le foto utili al progetto si inseriscono nei riquadri corrispondenti

2a 2b

Fig. 3a,b La conversione da pixel a misure lineari si ottiene mediante un apposito occhiale centratore (a), oppure inserendo una misura nota (b), per esempio la distanza tra due denti frontali

3a 3b

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Fig. 5 Nella fase Smile Overview, la funzione Mouth Extraction permette di definire il ritaglio della parte intraorale visibile, attivando così l’area di lavoro

Fig. 4a-d (a) Lips Outlines delimita il margine del labbro inferiore e superiore. (b) Incisal Edge consente di posizionare i margini incisali degli elementi. (c) Mediante la funzione Linear Measurement è possibile individuare l’esatta corrispondenza con le misure reali. (d) Face Proportion è la funzione che indica la proporzione dei terzi del viso

4a

4c

4b

4d

Fig. 6a,b (a) La foto riguardante la parte intraorale si può allineare alla foto del sorriso. (b) Selezionata la foto intraorale, si esegue l’allineamento automatico delle due immagini

6a

6b

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Fig. 8a-e (a,b) Nell’area Guidelines, mediante un indice prospettico verticale e due linee di posizionamento orizzontali, si definisce lo spazio entro cui andranno posizionati i denti. (c,d) In Positioning si definiscono il disegno e le misure dei denti. (e) In Summary il progetto è ultimato e visibile nell’immagine del sorriso

8a 8b

8c 8d

8e

Fig. 7 Nell’area di lavoro Teeth Library è possibile creare una libreria denti personalizzata per il singolo paziente, oppure come in questo caso, selezionare una forma di faccette più adatta alla tipologia del viso

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Fig. 9a-c (a) Lab Aligment apre la sessione dedicata al progetto tecnico. (b) La foto del modello viene allineata perfettamente alla foto intraorale. (c) I denti del progetto estetico si posizionano automaticamente sul modello

9a 9b

9c

Fig. 10 Lab Summary consente all’odontotecnico di ricavare tutte le informazioni per eseguire la ceratura

o Photoshop, con il quale è possibile ottenere risultati sor-

prendenti, a volte irraggiungibili e quindi molto pericolosi, il

tutto con grande dispendio di tempo ed energia. Da questo

aspetto e per questo motivo è scaturita l’idea di realizzare

uno strumento semplice e intuitivo dedicato interamente al

lavoro odontoiatrico e odontotecnico: il software Digital Smi-

le System (DSS). Lo strumento DSS è un contenitore vir-

tuale in cui inserire le foto del paziente, scattate secondo un

adeguato protocollo ed elaborate poi con semplici e intuitivi

passaggi. Il caso che andremo a descrivere è a nostro avvi-

so emblematico perché riguarda una paziente molto giovane

(fig. 1a,b), quindi una nativa digitale, che in seguito a un trau-

ma ha perso gli elementi frontali (11, 21, 22). È evidente che

in casi simili l’aspettativa è molto alta ed è davvero difficile

poterla soddisfare in mancanza di strumenti adeguati alla

stesura di un percorso visivo che porti a un progetto chiaro

e predicibile. Ovviamente, sia per il clinico sia per il tecnico

la responsabilità è molto elevata e il lavoro, affrontato nel-

la consuetudine dell’analogico, si caricherebbe di un notevole

impegno manuale per la realizzazione di cerature estetiche e

mock-up in resina.

Vediamo ora nel dettaglio tutti i passaggi del progetto esteti-

co virtuale che portano al mock-up fisico.

Il primo passo è creare la cartella clinica in cui inserire tutte

le informazioni relative alla paziente e il set di fotografie utile

al progetto (fig. 2a,b).

A questo punto si entra direttamente nella prima fase del pro-

getto, che consiste nella centratura della foto in riferimento

alla linea bipupillare. Si definisce così il piano estetico oriz-

zontale. Rimanendo nella stessa fase si esegue la taratura del

software, ossia la conversione dei pixel fotografici in misure

lineari (fig. 3a,b).

Eseguita la taratura si entra nella fase Studio, nella quale,

mediante alcune semplici funzioni, è possibile analizzare l’ar-

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Fig. 12a,b (a) Si effettua il ritaglio dei denti in cera. (b) I denti in cera si posizionano automaticamente nella foto intraorale

12a 12b

Fig. 13 (a) Il mock-up in resina provato sul modello. (b) Il mock-up in resina nel cavo orale

Fig. 14a-c La prova estetica con il mock-up in resina in situ

14a 14b 14c

Fig. 11a,b (a) La foto della ceratura viene caricata dal software. (b) Il modello con la ceratura allineato alla foto intraorale

11a 11b

13a 13b

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Fig. 15a,b (a) Il modello 3D allineato alla situazione intraorale. (b) I denti del progetto estetico posizionati sul modello3D

15a 15b

chitettura del viso, i tratti somatici, le linee estetiche, le misu-

re ecc. (fig. 4a-d).

Si procede al ritaglio della parte visibile intraorale (fig. 5) e

poi all’allineamento automatico delle due foto principali, viso

con sorriso e viso con divaricatori (fig. 6a,b).

L’area di lavoro è in questo modo attivata per l’inserimento

dei denti contenuti nell’apposita libreria, suddivisi per tipo-

logia di forma (fig. 7). Mediante l’indice prospettico si de-

finiscono i volumi e le relative misure dei denti per arrivare

a contestualizzarli nel viso e poterli mostrare alla paziente

(fig. 8a-e).

Realizzata la parte prettamente estetica si procede con gli

step riguardanti il progetto tecnico.

La foto del modello in gesso viene allineata alla foto intra-

orale, in questo modo il restauro presentato alla paziente si

posizionerà sul modello (fig. 9a-c).

Lavorando direttamente sul modello virtuale, attraverso le

trasparenze, l’indice prospettico, le linee estetiche e le misure,

il tecnico potrà ricavare indicazioni precise che gli consenti-

ranno di eseguire, in modo analogico, la ceratura delle forme

(fig. 10).

Realizzata la ceratura reale, la foto della stessa verrà alline-

ata alla foto intraorale (fig. 11a,b) e i denti in cera ritagliati

(fig. 12a) si adatteranno automaticamente al contesto della

foto del viso (fig. 12b).

Tutto è pronto adesso per la prova estetica reale in resina

(figg. 13a,b e 14a-c).

Il procedimento per la realizzazione del mock-up in resina

sarà presto disponibile anche in modalità 3D seguendo questi

passaggi: la foto del modello in gesso viene sostituita con la

foto del modello 3D (fig. 15a,b) quindi, attraverso gli stessi

step esaminati in precedenza, si contestualizza la foto della

ceratura virtuale 3D ottenuta con un software di CAD design

(fig. 16). La ceratura virtuale 3D salvata in formato STL po-

trà essere riprodotta in polimetilmetacrilato (PMMA) da una

fresatrice, mediante un normale procedimento CAM.

Ottimizzati e resi fruibili in modo intuitivo nello strumento

DSS, gli step sopra descritti permetteranno la produzione di-

retta del mock-up e forniranno la base di lavoro per la realiz-

zazione finale del restauro protesico.

Fig. 16 La ceratura virtuale 3D contestualizzata nella foto intraorale


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