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LA CSE SCRIVE A RENZI 2014.pdfRedazione romana Via Piave, 61 - 00187 Roma TEL. 06 - 42000358 TEL. 06...

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FlpNews n. 227 • 9 aprile 2014 PERIODICO DI INFORMAZIONE CULTURALE POLITICA SINDACALE E SOCIALE NO ALLA SPENDING REVIEW DI COTTARELLI SBLOCCO DEI CONTRATTI E RIFORMA DELLA P.A. LE NOSTRE PRIORITA’ LA CSE SCRIVE A RENZI
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FlpNewsn. 227 • 9 aprile 2014

PERIODICO DI INFORMAZIONE CULTURALE POLITICA SINDACALE E SOCIALE

NO ALLA SPENDING REVIEW DI COTTARELLISBLOCCO DEI CONTRATTI E RIFORMA DELLA P.A.LE NOSTRE PRIORITA’LA CSE SCRIVEA RENZI

• Flp News Aprile

FLP NEWSIL PERIODICO DELLAFEDERAZIONE LAVORATORI PUBBLICI E FUNZIONI PUBBLICHE

Sito www.flp.it e-mail: [email protected]: Via Roberto Bracco, 45 – 80133 Napoliredazione romana: ViaPiave, 61 – 00187 Romaeditore: FLP – Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubblicheregistrazione tribunale di Napoli n. 24 del 01.03.2004Iscrizione al R.O.C. n. 12298

FLP News è un periodico gratuito di informazione culturale, politica, sindacale e sociale, dell’Associazione Sindacale FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche), che informa, tutela e assiste i lavoratori italiani.E’ diffuso in formato cartaceo e disponibile online. Può essere scaricato dal sito internet www.flp.it; in tale sito trove-rete anche informazioni aggiornate relative ai singoli settori sinda-cali, nonché tutte le indicazioni per iscriversi alla FLP.Chiunque può collaborare con la redazione, inviando notizie, commenti o articoli da pubblicare in formato Word, all’indirizzo e-mail: [email protected] contenuti espressi negli articoli firmati dai collaboratori, sia interni che esterni, sono da considerare opinioni personali degli autori che non impegnano pertanto la FLP.

Associato USPI Unione Stampaperiodica italiana pubblicità

FLP (Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche)Via Piave, 61 – 00187 RomaTel. 06- 42000358 Fax. 06 - 42010268e-mail: [email protected] sito internet: www.flp.it

RIC ONOSCIMENTO.DEL.CREDITO.D’ IMPOSTA.PER ININVESTIMENTI IN CAMPAGNE PUBBLICITARIE LOCA- LIZZATEGrazie alla legge 289 e alla delibera CIPE successiva le imprese cheincrementano i propri investimenti pubblicitari in campagne su mezzi locali certificati, anche per l’anno 2006, otterranno delle agevolazioni fiscali.Le informazioni e la modulistica per richiedere il credito d’imposta sonodisponibili all’indirizzo dell’Agenzia delle Entrate:Http://www1.agenziaentrate.it/dre/abruzzo/cop/bonus_pubblicita.htm

DirettoreMarco Carlomagno

Direttore ResponsabileRoberto Sperandini

Comitato EditorialeLauro Crispino, Roberto Sperandini,

Vincenzo Patricelli

Progetto Grafico e ImpaginazioneChiara Sernia

Redazione romana Via Piave, 61 - 00187 RomaTEL. 06 - 42000358 TEL. 06 - 42010899FAX. 06 - 42010628e-mail: [email protected]

Redazione: Marco Carlomagno, Roberto Sperandini, Lauro Crispino,

Vincenzo Patricelli

Collaboratori:Gabriella Carlomagno, Elio Di Grazia, Claudio Impera-tore, Dario Montalbetti, Giancarlo Pittelli, Rinaldo Sa-tolli, Pasquale Nardone, Fabio Tozzi, Piero Piazza, Rai-mondo Castellana, Maurizio Polselli

Comitato Scientifico:Leonardo Bugiolacchi, Marco Carlomagno, Vittorio Carlomagno, Amelia Crasta, Vincenzo Maria Cesaro, Stefano Dumontet, Ezio Ercole, Gennaro Ferrara, Lu-cilla Gatt, Riccardo Izzo, Gaetano Laghi, Francesco Lambiase, Maria Luigia Melillo, Claudio Quintano, Ma-rio Quinto, Antonio Scamardella, Concezio Ezio Sciarra, Maurizio Sibilio

Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche

SOMMARIO 04 PUBBLICA AMMINISTRAZIONE No alla S.R. di Cottarelli 06 Riunione ARAN 08 Decreti ingiuntivilli 10 Ci negano il diritto alla salute

12 DIPARTIMENTO FORMAZIONE UNIVERSITARIA Corsi alta formazione

14 MINISTERI: bac Incontro con il Ministro

16 MINISTERI: interno Riorganizzazione della prefetture 18 Spending review

20 MINISTERI: difesa Regolamento attuativo 22 Tavolo tecnico

24 MINISTERI: giustizia Interpello Nazionale

26 MINISTERI: lavoro Gli ispettori del lavoro

28 RIFLESSIONI IN SANITA’ Parla la Dott.ssa Germana Carla Germani 30 VIAGGI Napoli

32 NON SOLO MODA Gonne lunghe

34 NOTIZIE DAL CANILE Ares e Diana

36 RICICLO CREATIVO Reciclare la stoffa 38 RETROSCENA Divergent

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

rascriviamo di seguito integralmente la nota che la Segreteria Generale della CSE ha inviato al Presidente del Consiglio

Matteo Renzi in ordine ai recenti annunci del Governo in materia di rilancio dell’economia, di spending review e di riordino della PA.

NO ALLA SPENDING REVIEW DI COTTARELLISBLOCCO DEI CONTRATTI E RIFORMA DELLA PALE NOSTRE PRIORITA’LA CSE SCRIVE A RENZI

T

Questo Paese ha certamente bisogno di ripensare alla pubblica amministrazione in modo organico e lo deve fare partendo dalle prean-nunciate riforme istituzio-nali e dei livelli di governo, garantendo al Paese una pubblica amministrazione sempre più vicina ai citta-dini, semplificata nelle pro-cedure, fattore di sviluppo e non di freno della nostra economia.

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Signor Presidente del Consiglio,la riforma dello Stato, dei livelli di governo e della pubblica ammi-nistrazione, unitamente alla necessità di dare un primo segnale per rilanciare il potere d’acquisto di chi ha meno, hanno costituito le prime opzioni del nuovo Governo da Lei presieduto. Sono senza dubbio un primo passo, assolutamente condivisibile, tanto è che in questi anni tali materie sono state oggetto di numerose iniziative della nostra confederazione sindacale.Siamo infatti convinti che sia necessario uscire dalla crisi economica attraverso una politica di rilancio dei consumi che può essere garantita solo dando fiato ai salari, agli stipendi ed alle pensioni da troppi anni bloccati.Scelte, queste annunciate, che per la CSE debbono però avere garanzia di finanziamento e di stabilità anche negli anni a venire, non solo per i lavoratori dipendenti ma anche per i pensionati. Debbono dare speranza alle nuove generazioni creando occupazione, unitamente ad una riforma del mercato del lavoro che deve essere in grado di superare la pre-carietà. Con la stessa franchezza con la quale abbiamo commentato i primi annunci in materia di proposte per il rilancio dei consumi e di riforme istituzionali, dobbiamo dirle che abbiamo accolto con notevole preoccupazione molti aspetti della relazione che il Commissario Cottarelli ha presentato nei giorni scorsi in Senato.Nel rilevare come Ella abbia a questo proposito voluto rappresentare come il lavoro svolto dal Commissario sia un lavoro “tecnico” e che invece le scelte politiche spettano al Governo intendiamo quindi da subito ribadire alcuni concetti per noi dirimenti. L’approccio di Cottarelli e del suo staff, a differenza di quanto annunciato all’insediamento, è ancora legato alle politiche nefaste dei tagli lineari, si muove in buona parte nella medesima direzione del passato, e mediante annunci roboanti di presunte eccedenze di circa 85.000 pubblici dipendenti, riprende del tutto impropriamente la pro-paganda anti dipendente pubblico ormai in voga da anni nel nostro Paese, inaugurata dalle campagne sui “fannulloni” tante care a Brunetta ed ai governi precedenti. L’idea di fare “rivisitazione della spesa” solo sulle spalle dei lavoratori pubblici, prima bloccando i contratti, poi tagliando in modo consistente il salario di produttività ed infine minacciando licenziamenti di massa, è non solo ingiusta e lesiva della dignità e della professionalità di centinaia di migliaia di lavora-tori, ma è anche profondamente sbagliata dal punto di vista dell’equità, della sostenibilità e della tenuta dello stato sociale. Bisogna invece, ed è quello che noi auspichiamo, mettere in campo una politica e scelte che aggrediscano i veri nodi legati agli sprechi ed ai privilegi, alle tantissime ed ingiustificate esternalizzazioni delle attività, alle consulenze, ai mega stipendi dei manager ed a quelli dei troppi dirigenti generali della pubblica amministrazione, alle duplicazioni organizzative e gestionali volute in questi anni dal sistema dalla cattiva politica per creare consenso e poltrone. Questo Paese ha certamente bisogno di ripensare alla pubblica amministrazione in modo organico e lo deve fare partendo dalle preannunciate riforme istituzionali e dei livelli di governo, garantendo al Paese una pubblica amministrazione sempre più vicina ai cittadini, semplificata nelle procedure, fattore di sviluppo e non di freno della nostra economia. Si può, anzi si deve parlare di spending review, ma senza diminuire i servizi e le tutele per i più deboli, senza abbassare la guardia ed il presidio sul territorio nei campi della legalità e della sicurezza, del contrasto all’evasione fiscale e previdenziale, recuperando le sacche di inefficienza, riorganizzando la macchina organizzativa, mettendo al centro di un processo veramente riformatore e non, invece, demolitore le risorse umane e le professionalità tanto presenti nel nostro lavoro pubblico. Per fare questo è necessaria una coraggiosa politica di tagli agli sprechi, ma soprattutto un’immediata inizia-tiva del Governo per rinnovare i contratti dei lavoratori del pubblico impiego. Ripensare la PA, significa garantire servizi e “buone pratiche”, contare su dipendenti motivati, formati e meglio pagati. Significa mettere in soffitta, nell’organizzazione del lavoro e degli Uffici e nella gestione del rapporto di lavoro, quella burocrazia e quelle farraginosità ottocentesche che Brunetta ha riproposto con un’anacronistica rilegificazione, ridando invece nuova dinamica alla partecipazione, all’impegno ed al merito.Per fare avanzare un vero processo di innovazione e di riforma è necessario che riprenda un confronto serrato ed a tutto campo con chi ogni giorno opera nei diversi settori della PA, evitando le semplificazioni ed i consigli dei soliti noti, e/o dei tagliatori di testa per professione. Non è possibile che di riforme e di lavoro pubblico ne parlino tutti tranne coloro che ogni giorno vivono in prima persona le problematiche e sono quelli che poi dovranno far camminare sulle loro gambe le scelte assunte. La CSE, confederazione sindacale rappresentativa nei comparti del pubblico impiego, nata dieci anni fa per dare voce ai lavoratori ed alle lavoratrici che non si sentivano più rappresentati da sindacati ormai burocratizzati e lontani dai loro bisogni ed aspettative, che volevano vedere riconosciuta la propria dignità e contribuire con il proprio lavoro al miglior funzionamento delle amminis-trazioni in cui operavano, non intende certo rinunciare al suo ruolo di rappresentanza, in un momento in cui c’è bisogno di più e vero sindacato. Tenuto conto quindi della centralità delle questioni poste e di quanto da Lei più volte dichiarato con riferimento all’importanza delle stesse, Le chiediamo l’immediata apertura di un confronto, reale e non formale, con le parti sociali, a partire da un urgente incontro per rappresentarle le nostre priorità e proposte.In attesa di riscontro inviamo distinti saluti.

Il Segretario Generale CSEMarco Carlomagno

Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

opo una prima riunione di carattere assoluta-mente interlocutorio e di “ripresa delle attività” in tema di relazioni sin-

dacali, sospese oramai da tempo immemore, tenutasi a fine gennaio, l’Aran ha convocato una secon-da riunione con le Confederazioni maggiormente rappresentative del Pubblico Impiego allo scopo di definire un nuovo Contratto Collettivo Nazionale Quadro sul Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS).E’ appena il caso di sottolineare come l’argomento, comunque importante nel contesto legato alla materia dell’igiene e della sicurezza sui luoghi di lavoro, è regolato da un primo ed unico CCNQ datato 10 luglio 1996 e che successivamente, con il D. Lgs 81/2008, sono state inserite alcune modificazioni impor-tanti per via legislativa che richie-devano già in allora la rivisitazione del CCNQ.Dopo mesi e mesi di silenzio ass-ordante del Ministro della Pubblica

Amministrazione e dell’Aran su tutte le importantissime questioni che riguardano i lavoratori del Pubblico Impiego, dalle relazioni sindacali alla spending review, per non parlare del mancato rinnovo dei contratti di lavoro bloccati da oltre 5 anni, il confronto con la parte pubblica dovrebbe riprendere sulla tematica degli RLS ...Come è nostro costume abbia-mo partecipato e portato il nos-tro contributo ad una riunione che comunque, e non ci voleva tanto a prevederlo, si è caratterizzata per i suoi contenuti assolutamente inter-locutori e per l’ennesima genericità sia della proposta di parte pubblica che di molti interventi “sindacali”…L’Aran si è limitata a consegnare una pagina contenente l’indice degli argomenti da trattare (sono gli 11 punti che caratterizzano il prece-dente CCNQ ), confermando al con-tempo di non avere ancora ricevuto dal Ministro della Funzione Pubblica D’Alia il necessario atto di indirizzo sulla materia (intanto ci mettiamo avanti con il lavoro!!).

RIUNIONE ARAN CONFEDERAZIONI DEL P.I. DEL 6.2.2014L’ARAN CONVOCA LE OO.SS PER DISCUTERE DI RAPPRESENTANTI DELLA SICUREZZA.E IL RINNOVO DEI CONTRATTI?

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La CSE è del parere che bisogna andare ad un nuovo accordo che non solo adegui i contenuti del CCNQ alle sopravvenute modifiche normative, ma che soprattutto raf-forzi le prerogative e le agibilità dei lavoratori nello svolgimento di tali delicate ed importanti funzioni, in una fase in cui i forti tagli lineari allepubbliche amministrazioni riduco-no gli spazi ed il numero degli Uffici, la possibilità di manutenzi-one sulle infrastrutture, le stesse politiche della formazione e dell’aggiornamento, argomenti questi profondamente connessi con la sicurezza e la salubrità dei luoghi di lavoro, nonché con il ruolo e la funzione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.A nostro parere, quindi, non basta una lettura tecnica ed asettica dei testi, una mera riformulazione astratta dei contenuti del previgente CCNQ, ma bisogna capire esatta-mente il mandato dell’Aran e cosa intendono “spendere” su questa materia.Non siamo infatti interessati al balletto di chi, per dimostrarsi comunque impegnato (e parliamo sia dell’Aran - che deve “giustificare la pagnotta” - che di qualche altra OO.SS.), prende tempo per non essere costretto a chiedere di aprire il confronto sul rinnovo del contratto

di lavoro che è l’assoluta priorità di questo momento.La CSE invece già a maggio 2013 ha presentato alle controparti le piattaforme per il rinnovo dei con-tratti, ha proposto come e dove reperire le risorse necessarie, ha denunciato le iniquità insite nel blocco di contratti e del salario accessorio, ha portato per il tramite della sua Federazione FLP, che ha ottenuto l’importante ordinanza delGiudice del lavoro di Roma, la ques-tione di incostituzionalità innanzi alla Corte Costituzionale.Certo che parteciperemo ai momenti di “approfondimento” che l’Aran hapreannunciato di voler calendariz-zare sulla questione RLS, ci man-cherebbe altro.Anche su questo faremo bene la nostra parte. Ma sia chiaro a tutti che non ci lasceremo distrarre per un solo momento!!Come CSE ed FLP continueremo ad incalzare le controparti e ripro-porremo ai lavoratori pubblici le nostre proposte ed iniziative. A par-tire dalla nuova giornata di mobili-tazione e di lotta, a difesa del lavoro pubblico, per il rinnovo dei con-tratti e contro le politiche di sman-tellamento della PA che ci vedrà manifestare il 28 febbraio 2014 a Roma dinanzi al Dipartimento della Funzione Pubblica.

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

ue settimane: tante sono bastate al tribu-nale di Torino per emet-tere i 7 decreti ingiun-tivi a favore di altrettanti

lavoratori assunti dopo il 2000 e dare ragione alla FLP, che ha patrocinato tali ricorsi pilota per affermare il diritto dei lavoratori in regime di TFR a non vedersi decurtare lo stipendio del 2,5 per cento, come avviene oggi nonostante la sentenza della Corte Costituzionale abbia chiarito che tale prelievo è illegittimo.Certo, ora l’amministrazione resis-tente (in questo caso l’Agenzia delle Entrate) ha 40 giorni di tempo per fare opposizione ma la strada scelta dalla FLP ha il pregio di essere comunque quella più veloce e di avvicinare il momento in cui sarà ineludibile che tale diritto venga riconosciuto a tutti i lavoratori senza bisogno di cause massive (che comunque faremo ma solo se ques-to si renderà indispensabile.

Nel frattempo, invitiamo ancora tutti i lavoratori a presentare la diffida allegata al Notiziario FLP n. 11 per interrompere i tempi di prescrizione.A questo proposito dobbiamo regis-trare l’iniziativa del portale NoiPa, teso chiaramente a “depistare” e scoraggiare i lavoratori dal rivendi-care i propri diritti: nei giorni scorsi infatti questo portale istituzionale del MEF, mostrando una ben strana interpretazione della sua funzione, ha inviato a tutti i lavoratori una informativa con la quale si afferma che dopo la sentenza n. 223 della Corte Costituzionale è intervenuta la Legge n. 228 del 2012 e che quindi è confermato come dovuto il contributo del 2,5 per cento a titolo di trattenuta per la buonuscita e le eventuali cause pendenti sono estinte d’ufficio.Tralascia volutamente, il portale NoiPa, il fatto che questo è sosteni-bile solo per i lavoratori che sono stati riportati in regime di TFS ma

DOPO IL TRIBUNALE DI PERUGIA ANCHE QUELLO DI TORINO CONCEDE I DECRETI INGIUNTIVI

SI CONFERMA VINCENTE LA STRATEGIA DELLA FLP, NONOSTANTE IL TENTATIVO DEL PORTALE NOIPA DI “DEPISTARE” I LAVORATORI

DL’iniziativa del portale NoiPa non è casuale ma mirata al fatto che, se dovesse venire fuori ciò che sosteniamo da tempo, e cioè l’illegittimità di questo balzello, si chiari-rebbe definitivamente anche un’altra fregatura che si sta tentando di perpetrare a carico dei lavoratori più giovani e che riguarda i fondi di previdenza complementare del pubblico impiego (Sirio, Espero e Perseo).

CHIESTI DALLA FLP!

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non è affatto vero per coloro che sono in regime di TFR, cioè tutti gli assunti dopo il 2000, che continua-no a subire questo prelievo inde-bitamente e nonostante la Corte Costituzionale abbia chiarito che la trattenuta del 2,5 per cento deve essere a carico del datore di lavoro e non dei lavoratori.L’iniziativa del portale NoiPa non è casuale ma mirata al fatto che, se dovesse venire fuori ciò che sosteniamo da tempo, e cioè l’illegittimità di questo balzello, si chiarirebbe definitivamente anche un’altra fregatura che si sta tentando di perpetrare a carico dei lavoratori più giovani e che riguarda i fondi di previdenza complementare del

pubblico impiego (Sirio, Espero e Perseo). Qualora infatti il 2,5 per cento venisse restituito in busta paga, sarebbe chiaro che gli incen-tivi di cui blaterano i sindacati di regime in caso di adesioni ai fondi di previdenza da loro gestiti, sono null’altro che una parte (ma solo una parte, badate bene) di quel 2,5% che oggi viene loro scippato da una norma incostituzionale che origina da un accordo confederale e che invece dovrebbero avere per intero senza bisogno di aderire a fondi che servono solo ad assicurare lauti sti-pendi a certi sindacalisti.Quando si dice che ad avere certi amici che ti tutelano (dovrebbero) uno non ha bisogno di nemici...

Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

La nostra classe politica dimostra ancora una volta di disprezzare i lavoratori che assicura-no ogni giorno i servizi

alla collettività. Dopo il blocco dei contratti, degli stipendi e delle car-riere, infatti, ora arriva anche la negazione del diritto alla salute.Il decreto legge 101/2013, converti-to nella legge 125/2013, ha introdot-to disposizioni restrittive in materia di assenze per malattia dei dipen-denti pubblici al fine di “contrastare il fenomeno dell’assenteismo nelle pubbliche amministrazioni”. In particolare la legge ha modifi-cato la normativa vigente in mate-ria di assenze per visite, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici, prevedendo espressa-mente che, per effettuarli, non si possa più ricorrere all’assenza per

malattia, nemmeno nel caso in cui siano già stati utilizzati i giorni di permesso retribuito per documentati motivi personali.Ovviamente, non si è fatto atten-dere più di tanto l’intervento della Funzione Pubblica la quale con la Circolare n.2 del 17 febbraio scor-so, a firma dell’ex-Ministro D’Alia, chiarisce che per visite diagnostiche e specialistiche o terapie bisogna usare i permessi retribuiti oppure istituti che la Funzione Pubblica ritiene similari ma che tali non sono e cioè permessi brevi per motivi per-sonali o banca delle ore.Una vera e propria aberrazione che vorrebbe cancellare diritti costitu-zionalmente garantiti come quello alla salute, previsto dall’articolo 32 della Costituzione, che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e

DOPO IL BLOCCO DEICONTRATTI E DEGLI STIPENDI ORA VORREBBERO NEGARCI ANCHE IL DIRITTO ALLA SALUTE! LA FUNZIONE PUBBLICA VIETA DI PRENDERE GIORNI DI MALATTIA PER VISITE, TERAPIE E ESAMI DIAGNOSTICI. SONO NECESSARIE FORME DI AUTODIFESA DA UNA CLASSE POLITICA MIOPE CHE DISPREZZA I LAVORATORI E LA COSTITUZIONE

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DOPO IL BLOCCO DEICONTRATTI E DEGLI STIPENDI ORA VORREBBERO NEGARCI ANCHE IL DIRITTO ALLA SALUTE! LA FUNZIONE PUBBLICA VIETA DI PRENDERE GIORNI DI MALATTIA PER VISITE, TERAPIE E ESAMI DIAGNOSTICI. SONO NECESSARIE FORME DI AUTODIFESA DA UNA CLASSE POLITICA MIOPE CHE DISPREZZA I LAVORATORI E LA COSTITUZIONE

interesse della collettività”. Questa restrizione viene per di più imposta in una situazione generale di innalzamento progressivo dell’età media dei dipendenti pubblici con-seguente anche all’impossibilità di accedere alla pensione per effetto della controriforma Fornero.Ci chiediamo: cosa succederà se e quando il dipendente avrà terminato le ore di permesso per motivi per-sonali e quelle di permesso breve (la cui durata giornaliera non può superare la metà dell’orario di lavoro ed è pari a 36 ore annue)? Dovrà utilizzare le giornate di ferie?E cosa pensano i nostri governanti, che ci divertiamo a prendere giornate di malattia per poterci curare anche quando non ne abbiamo bisogno? Ricordiamo a costoro che oggi per chi si ammala c’è una decurtazione non solo del salario di produttività ma anche di parti del salario di base e che nessuno rinuncia volentieri a quote della propria retribuzione se non è necessario.Ricordiamo invece ai lavoratori che comunque la visita specialistica, la prestazione diagnostica o la tera-pia possono essere concomitanti con una situazione di malattia, che in questi casi farà sempre fede il certificato di malattia del proprio medico curante e che l’attestazione dell’avvenuta visita (o terapia ecc.) servirà solo a giustificare l’assenza dal proprio domicilio in caso di visita fiscale. Davvero non riusciamo a compren-dere come chi ci governa sia arriv-ato a disprezzarci così tanto da non comprendere che misure come questa, lungi dal portare soldi nelle casse dello Stato, possono rivelarsi provvedimenti-boomerang non solo per l’effetto diretto ma per quello indiretto dal quale già cent’anni fa scienziati dell’organizzazione, pur di matrice conservatrice, mettevano in

guardia.Infatti, a forza di essere trattati come delinquenti abituali, i lavoratori per-dono motivazione e mettono, anche non volontariamente, in atto forme di autodifesa che sono controprodu-centi anche per i “padroni”.I sindacati servono a tutelare i lavoratori e ad incanalare le giuste rivendicazioni individuali in contratti e vertenze collettive che vedano i lavoratori prestare la propria opera più sereni e liberi dai bisogni e l’azienda (in questo caso lo Stato e la collettività) prosperare. Purtroppo, i governi che si sono succeduti dimostrano di non tenere in alcun conto i rappresentanti dei lavora-tori (a meno che non siano disposti a scambi indicibili che pure sono avvenuti nel recente passato) ed hanno inoltre la convinzione di poter gestire un rapporto diretto con i lavoratori contraddistinto da minac-ce, insulti e tagli di salario.È ora che i lavoratori facciano sentire la propria voce e che si organizzino, anche con misure di autodifesa, contro leggi o circolari che intendo-no tagliare anche i diritti elementari. La FLP, sia chiaro, si opporrà con ogni mezzo a questo ennesimo attacco ai diritti (tutelati anche costi-tuzionalmente) dei lavoratori pub-blici.Nell’incontro che la nostra confeder-azione avrà con il nuovo Ministro della Pubblica amministrazione, Madia, questo problema sarà cer-tamente posto con forza. Stiamo inoltre valutando eventuali profili di illegittimità della norma in questione. Stavolta davvero si è passata la misura e non abbiamo nessuna inten-zione di stare fermi e aspettare.

Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche

DIPARTIMENTO FORMAZIONE UNIVERSITARIA

a Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche, in collaborazione con il DISSE - Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” ha attivato, nelle Regioni Lazio e Campania dei corsi di Alta Formazione. Tali corsi, rappresentano per i pubblici dipen-denti, l’occasione di arricchire il proprio bagaglio formativo, di rafforzare il proprio curriculum lavorativo e di acquisire crediti formativi universitari. Intendono far maturare le necessarie conoscenze sociologiche,

economiche,giuridiche etiche, manageriali e finanziarie, per comprendere e gestire efficacemente il processo di Management e Governance della Pubblica Amministrazione ed in particolare l’aziendalizzazione della Sanità Pubblica sulla base del rispetto dei principi del welfare. Non è prevista alcuna selezione per l’accesso ai corsi, farà fede l’ordine di arrivo delle domande di partecipazione. Possono partecipare ai corsi, tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione (ex gestione INPDAP), senza limitazioni di età e cittadinanza, senza alcun vincolo di classe di laurea e Facoltà di provenienza, purché trattasi di Laurea di primo livello, o della Laurea Specialistica o Magistrale o vecchio ordinamento. Ciascun corso ha una durata pari a 120 ore di impegno complessivo, e prevede il rilascio di un attestato finale e di n. 15 Crediti Formativi Universitari (CFU). L’inizio dei corsi è previsto per il prossimo mese di maggio. Il numero minimo di partecipanti per l’attivazione dei corsi è di 15 unità, mentre il numero massimo è pari a 30 partecipanti. I corsi, pur avendo un valore pari ad € 2.200,00 sono interamente gratuiti in quanto finanziati dall’INPS ex Gestione INPDAP. E’ possibile presentare la domanda soltanto per uno dei corsi disponibili secondo le seguenti modalità:- richiedere il PIN attraverso la sezio ne PIN ON LINE disponibile sul Portale www.inps.it (tempi di rilascio 10 giorni lavorativi), oppure presso la sede territoriale INPS di competenza (il rilascio è a vista).Le domande devono essere trasmesse telematicamente dal richiedente entro i medesimi termini di scadenza pre-visti dei corsi, pubblicati dal DISSE- Sapienza (i dati di ciascuna iniziativa formativa e relativa scadenza, nonché i requisiti di ammissione ai corsi, sono reperibili sul sito internet www.diss.uniroma1.it).Per presentare la domanda telematicamente, occorre collegarsi al sito www.inps.it , attraverso la sezione “Servizi per il cittadino” – Servizi ex Inpdap – Per tipologia di servizio – domande – Borse di studio/Master Executive e CUAP.Entro e non oltre 5 giorni dall’invio a mezzo mail da parte di INPS ex Gestione INPDAP della comunicazione di assegnazione della borsa di studio per la frequenza al corso, il candidato dovrà formalizzare l’accettazione, colle-gandosi nell’area riservata “servizi in linea” (inserendo il proprio PIN) sul sito www.inps.it , è necessario registrarsi preventivamente al sistema informativo dell’Università degli Studi di Roma “Sapienza” seguendo le istruzioni ripor-tate sulla pagina www.uniroma1.it/studenti - cliccando su REGISTRATI. Al termine della registrazione il sistema rilascerà un numero di matricola che deve essere inserito nella domanda di ammissione al Corso.Se il candidato è stato già studente de “Sapienza” non dovrà registrarsi nuovamente, in quanto è già in possesso del numero di matricola, che deve comunque riportare nella domanda di ammissione;Le domande di iscrizione , corredate dagli allegati previsti dal bando, devono essere inviate, mediante raccoman-data A/R o consegna a mano, entro e non oltre il 30 aprile 2014, all’indirizzo Direttore del Corso Prof. Sandro Bernardini presso Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche, via Salaria 113, 00198, Roma (secondo piano). In alternativa, possono essere depositate presso la sede della CSE in via Aniene, 14 – Roma.In allegato la brochure con i corsi disponibili. Per ulteriori informazioni inviare una e-mail all’indirizzo [email protected]

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CORSI FINANZIATI DALL’ INPS-EX GESTIONE INPDAP DI ALTA FORMAZIONEREGIONI: LAZIO E CAMPANIA

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13Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche

MINISTERI: BAC

incontro tra il Ministro Franceschini e le OO.SS. ha segnato l’avvio di una nuova fase di confronto sulle ben note questioni

che, al di là degli allarmanti proclamidi alcuni e le buone intenzioni di altri, sono ancora lì, intrappolate negli ingranaggi di una macchina, quella politica, che sembra proprio non rimettersi in moto.Lo sappiamo tutti: il problema è il “Sistema Paese”: sperpero di dana-ro pubblico, prevaleredi interesse particolaristici, corruzio-ne, mancate riforme, immobilismo della classe politica, ma questa potrebbe essere l’ultima “partita” e richiede tutto il senso di responsabi-lità, l’impegno e la determinazione a voler fare bene. E presto. Anzi prestissimo.Lo abbiamo detto a gran voce al nuovo Ministro: siamo disponibili e aperti al dialogo, pronti a collabo-rare, ma non faremo sconti.In questo momento di grandi muta-menti, abbiamo segnalato al Ministro l’esigenza di diversi modelli organiz-zativi. In particolare, vi è da rilevare la presenza di dirigenti altamente preparati dal punto di vista tecnico-scientifico ma, non altrettanto for-mati per quanto riguarda la gestione delle risorse umane. Questa nuova impostazione, in Istituti complessi quali sono le nostre Soprintendenze,

risulta essenziale al fine di miglio-rare sia qualitativamente che quan-titativamente l’erogazione di servizi all’utenza.Per dovere di cronaca e pur essen-do consapevoli che ognuno di voi ben conosce le criticità grandi e piccole di questa Amministrazione, vi diamo informazione dei punti sol-levati durante l’incontro.· CARENZA DI ORGANICOSi può mantenere inalterata l’offerta culturale nei termini stabiliti nel 2001 quando l’organico della nostra Amministrazione poteva contare su 27500 unità, oggi che i lavoratori del MiBAC sono ridotti a 18500? La ris-posta, On.le Ministro, la aspettiamo da Lei. Per quanto riguarda il nostro punto di vista abbiamo vivamente rappresentato la nostra ferma deter-minazione a contrastare:1) Le scelte di apparente “copertura” del vuoto di organico, come quella attuata dall’ex Ministro Bray con il bando per i “500 catalogatori”;2) Le assunzioni attraverso ALES (la Società in house assumerà il per-sonale in esubero delle Fondazioni liriche e, a breve, 30 Assistenti alla vigilanza e accoglienza e 23 Amministrativi per il sito di Pompei) sulle quali sarà necessario un eleva-to livello di attenzione per garantirne la necessaria trasparenza.Abbiamo chiesto invece l’amplia-mento dell’organico attraverso:

LLa gravissima “amnesia” del nostro Ufficio Legislativo nella fase istruttoria del D.Lgs. n.179/09 (“norme utili da conservare a fronte delle norme da tagliare per la semplificazione ) ha, di fatto, privato i nostri colleghi della fonte normativa; per lo stesso profilo di personale abbiamo chiesto il varo di una norma che ne consen-ta l’assimilazione a quello omologo del Ministero degli Interni consentendoin tal modo anche per il nostro personale l’erogazione mensile delle indennità spettanti.

PRIMO INCONTRO CON IL MINISTROFRANCESCHINI

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1) Deroga alla norma che impe-disce di attingere alle graduatorie dei Concorsi interni già conclusi;2) Stabilizzazione dei comandati da altre Amministrazioni e modifica dell’art. 1 commam 3 del mille pro-roghe (una spada di Damocle sui comandati della scuola)3) Concorsi esterni come chance per giovani laureati a cui trasmettere,quasi fuori tempo mas-simo, la professionalità che il mondo ci riconosce custodita ormai solo da un manipolo di funzionari anziani e demotivati. 2000 assunzioni di funzionari amministrativi e tecnici quali: biblio-tecari, archivisti, archeologi, storici dell’arte, architetti e assistenti alla vigilanza e accoglienza sarebbero una goccia nell’oceano del bilan-cio dello Stato ma produrrebbe nel medio periodo un balzo in avanti del settore culturale e del suo enorme indotto.· SUPPORTO DEI PRIVATI PER LA VALORIZZAZIONECome abbiamo avuto modo di sottolineare in varie occasioni, la nostra posizione al riguardo non rappresenta una forma di chiusura preventiva ma, anche sulla base dell’esperienza sin qui maturata nel rapporto pubblico-privato all’interno del nostro settore, abbiamo soste-nuto anche in questa circostanza la necessità di completare il processo di riorganizzazione delle funzioni isti-tuzionali e un serio piano di risana-mento dell’intero apparato di set-tore. Soltanto a questa condizione e dopo aver individuato rigorose linee guida da applicarsi senza eccezione alcuna alle future gare di appalto, potranno essere consentite forme di collaborazione a Società private.· AVVIO IMMEDIATO DEL CON-FRONTO PER RISOLVERE DEFI-NITIVAMENTE LE SEGUENTI

CRITICITA’1) Approvazione del nuovo organico, moratoria per i distaccati e riequi-librio di scelte antiche e recenti che, con la trasformazione delle gradu-atorie regionali in un’unica gradu-atoria di livello nazionale, hanno penalizzato i nuovi assunti;2) Rapida soluzione delle problema-tiche connesse con il riconoscimento immediato del profilo professionale sulla base delle mansioni svolte per almeno tre anni (come previsto e disciplinato dal CCNL).3) Esame della possibilità di ricorso a procedure straordinarie di mobilità interna ed esterna, già sperimen-tate in Abruzzo e a Pompei, per la tutela e valorizzazione della Reggia di Carditello;4) Necessità di un’iniziativa leg-islativa immediata per il ripristino della qualifica di “Agente di Pubblica Sicurezza” per il personale apparte-nente al profilo della vigilanza e acco-glienza. La gravissima “amnesia” del nostro Ufficio Legislativo nella fase istruttoria del D.Lgs. n.179/09 (“norme utili da conservare a fronte delle norme da tagliare per la sempli-ficazione ) ha, di fatto, privato i nostri colleghi della fonte normativa; per lo stesso profilo di personale abbiamo chiesto il varo di una norma che ne consenta l’assimilazione a quello omologo del Ministero degli Interni consentendo in tal modo anche per il nostro personale l’erogazione men-sile delle indennità spettanti. Senza troppi demagogici proclami, la FLP punta alla concreta risoluzione delle problematiche attraverso richieste puntuali e immediate.5) Attività di tutela e missioni: i lavora-tori direttamente coinvolti nelle attiv-ità di tutela sul territorio sono costret-ti a subire l’applicazione di stringenti regole completamente mancanti di senso. Per avere un’idea si pensi

a quella che non consente l’utilizzo dell’autostrada e che, associata a quella del massimo contenimento dei limiti chilometrici di copertura assicurativa, rende ogni missione un’impresa.6) Progressioni economiche: tral-asciando di sottolineare la beffa a cui i confederali stanno sottoponen-do i lavoratori con la proposta di assistenza legale a quanti ritengano di essere stati lesi da un accordo che essi hanno convintamene sottoscrit-to e ritenendo di dover rapidamente voltare questa pagina vergognosaabbiamo chiesto formalmente l’avvio di un confronto per accertare le risorse disponibili e avviare un nuovo bando (previsione del CCNL). E’ doveroso porre rimedio alla scel-leratezza di certe scelte. Non lasceremo indietro nessuno, compresi coloro che intendano richi-edere assistenza legale per avere ragione dei torti subiti .IL COORDINAMENTO NAZIONALEBreve replica del MinistroIl Ministro ha assicurato l’avvio immediato del confronto sui temi da noi proposti.Ha manifestato la volontà di proce-dere agli accorpamenti necessari per l’applicazione DPCM assicuran-do al contempo il coinvolgimento delle parti sociali per la stesura del DPR necessario alla riorganizzazio-ne definitiva del MIBACT, anticipan-do la volontà di evitare duplicazioni e di scindere il ruolo delle Direzioni Regionali dalle Soprintendenze.Verificherà all’interno di un quadro economico difficilissimo, la possibil-ità di nuove assunzioni.Per quanto riguarda le aperture straordinarie ha anticipato la volontà di renderle stabili pur tenendo conto della necessità da noi rappresentata delle risorse necessarie.

Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche

MINISTERI: INTERNO

onsiderata l’esigenza di mantenere la presenza dello Stato sul territorio, che per il Paese (e per i servizi da garantire ai

cittadini) è da ritenere imprescindi-bile anche in caso di soppres-sione delle Province, si ravvisa la necessità (per motivi finalizzati all’aumento dell’efficienza e alla riduzione della spesa) di rimodu-lare (a livello legislativo) tale pre-senza, agganciandola a contesti territoriali di particolare estensione e/o presenza di città medie o grandi e/o considerando la densità abita-tiva di determinati territori.Nelle competenze degli Uffici Territoriali del Governo (o dello Stato) dovrebbero rientrare (dando così finalmente attuazione alla legge già vigente, che prevede in tal senso la riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio) anche le competenze di determi-nati uffici statali dislocati nei territori delle attuali Province.Per venire incontro alle esigenze di spending review, tale accorpa-mento, oltre che di tipo funzionale,

dovrebbe avvenire anche fisica-mente (accorpando tutti gli uffici in un unico stabile) e organizzando le postazioni di front office (es. UU.RR.PP. integrati) come spor-telli unici in grado di interfacciare l’Amministrazione Statale (tutti gli uffici delle amministrazioni statali) per offrire una qualità di risposta migliore e più ampia alle esigenze dei cittadini di ricevere informazioni e servizi in modo più agevole e meno dispendioso (esperienze di questo tipo risultano già da anni funzionanti in alcuni grandi comuni con risultati positivi).Ovviamente, bisogna considerare l’impatto che un simile processo di riorganizzazione potrà avere in determinati territori (dove alcune forze politiche manifestano ostilità alla presenza dell’entità Stato sul territorio): lo Stato viene identificato con le figure di Prefetti e prefettizi… spesso impegnati in commissaria-menti di Comuni e di altri enti locali e che in passato svolgevano una vera e propria attività di controllo sull’attività di questi enti.Una ulteriore avversità potrebbe

MISURE DA ADOTTARE A LIVELLO PERIFERICO E CHE RIGUARDANO LA RIORGANIZZAZIONE DELLE

PREVEDENDO ANCHE L’ACCORPAMENTO (FUNZIONALE E FISICO) DI ALTRI UFFICI DELLO STATO DISLOCATI SUL TERRITORIO

Per ridurre tali ostilità e attenuare l’impatto che gli effetti di tale processo di riorganizzazione potrebe-ro produrre in determinate realtà, sarebbe opportuno regolamentare le funzioni dirigenziali negli “Uffici Territoriali del Governo”, che dovrebbero divenire “Uffici Territoriali dello Stato”, affidando alla diri-genza contrattualizzata tutte le funzioni che non rientrano specificamente negli ambiti della “funzi-one di governo”.

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PREFETTURE /UU.TT.GG.,

• Flp News Aprile

poi venire dai sindacati di categoria, da altre amministrazioni e dai dirigenti coinvolti nel processo di riorganizzazio-ne/assorbimento, per il timore che da parte della “carriera prefettizia” possa registrarsi un “esproprio di competenze” a discapito della “dirigenza contrattualiz-zata”, nella gestione di materie che nulla hanno a che fare con la “funzione di governo” considerata in senso stretto… ovvero con quella funzione che la car-riera prefettizia dovrebbe svolgere in via esclusiva e in virtù della quale nel 1993 si sottrasse alla privatizzazione del pub-blico impiego e nel 2000 ottenne una riforma ad hoc.Per ridurre tali ostilità e attenuare l’impatto che gli effetti di tale processo di riorganizzazione potrebbero produrre in determinate realtà, sarebbe oppor-tuno regolamentare le funzioni dirigen-ziali negli “Uffici Territoriali del Governo”, che dovrebbero divenire “Uffici Territoriali dello Stato”, affidando alla dirigenza con-trattualizzata tutte le funzioni che non rientrano specificamente negli ambiti della “funzione di governo”.A tal fine, va considerato che già ora molte funzioni dirigenziali svolte nelle Prefetture/UU.TT.GG. da personale appartenente alla carriera prefettizia non sono in nessun modo riconducibili alla c.d. “funzione di governo” e non dovreb-bero essere pertanto svolte dai prefettizi, ma dalla dirigenza contrattualizzata.Il processo di “allargamento” della carriera prefettizia nello svolgimen-to di funzioni “improprie” è stato negli anni favorito e alimentato dai vertici dell’Amministrazione Civile dell’Interno, che hanno perseguito esclusivamente interessi di appartenenza e di casta, osteggiando il riconoscimento e la costi-tuzione di una dirigenza contrattualiz-zata, o limitandone comunque i numeri a pochissime unità, anche con interventi di tipo del tutto strumentale.Dal 2001 si è infatti arrivati al para-

dosso che, per supplire alla carenza dei Direttori di Ragioneria (figura essenziale almeno nel numero minimo di uno per ogni sede) anziché bandire i concorsi per assumere dirigenti che avessero capa-cità specifiche nel settore (preferendo continuare invece a bandire concorsi, di assai dubbia utilità, per l’accesso alla carriera prefettizia) si è fatto ricorso - con l’assenso di alcuni sindacati - al conferi-mento di funzioni dirigenziali (nelle sedi in cui mancava il dirigente) conferite al personale contrattualizzato (funzionari amministrativo-contabili) mascherate da “posizioni organizzative”… con l’intento di supplire così alle carenze negli organi-ci della dirigenza.Tali operazioni sono state giudicate ille-gittime e strumentali da una serie di pronunciamenti giurisprudenziali (otte-nuti da alcuni ricorrenti/destinatari del conferimento di “posizioni organiz-zative) che hanno comportato la con-danna dell’amministrazione a risarcire ognuno dei ricorrenti con diverse decine di migliaia di euro, oltre al pagamento delle spese per la soccombenza proces-suale… spese che sono state ovvia-mente scaricate sui cittadini contribuenti.Considerato quanto sopra esposto, si ritiene necessario attuare nel processo di riorganizzazione dello Stato sul ter-ritorio, una inversione di tendenza volta a ricostituire e/o incrementare una diri-genza contrattualizzata (con contestuale dimagrimento della carriera prefettizia) e a riconoscere, in capo alla “dirigenza contrattualizzata”, tutte le funzioni diri-genziali che non riconducibili alla “funzi-one di governo”.Nel prossimo notiziario pubblicheremo il quarto punto della nostra proposta, che si riferisce alle misure da adottare, livello periferico per realizzare risparmi di spesa per l’affitto d’immobili che ospitano le articolazioni periferiche dello Stato (Prefetture/UU.TT.GG. o UU.TT.SS.).

17Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche

MINISTERI: INTERNO

l Ministero dell’Interno, a nostro parere, è intasato di dirigenti appartenenti alla carriera prefettizia… solo a Roma ce ne sono centinaia e

non se ne comprendono le ragioni e l’utilità.Per di più, il prefetto Luciana Lamorgese, un paio di anni fa, quan-do ricopriva solamente l’incarico di Capo Dipartimento per le Politiche del Personale… “volle… e fortis-simamente volle” (nonostante la nostra presa di posizione ferma-mente contraria) bandire un nuovo concorso a 30 posti per l’accesso alla qualifica iniziale della carriera prefettizia, le cui prove si stanno concludendo in questi giorni.L’incarico di presidente della com-missione concorsuale è stato conferito all’ex prefetto Giuseppe Amoroso che, da quando è andato in pensione, pare si sia mantenuto sempre molto “attivo” ricevendo, prima dalla ex Ministra dell’Interno Cancellieri e poi dall’attuale vertice burocratico dell’Amministrazione Civile dell’Interno, il conferimento di una serie di incarichi.Ricordiamo che Amoroso fu prima il vice di Procaccini (mentre ques-ti era Capo Dipartimento per le Politiche del Personale) e poi lo sos-tituì nell’incarico quando Procaccini

andò a fare il Capo di Gabinetto del Ministro… e, proprio nell’ultimo periodo in cui Amoroso ricopriva l’incarico di Capo Dipartimento per le Politiche del Personale, l’attuale vertice amministrativo di quel dipar-timento fu promosso e piazzato nei posti chiave.Noi della FLP non abbiamo mai avuto modo di apprezzare la “din-amicità e il “decisionismo” del prefetto Amoroso quando dirigeva il Dipartimento del Personale, tuttavia speriamo che ora si impegni (come presidente della commissione del concorso a 30 posti per l’accesso alla qualifica iniziale della carriera prefettizia) affinché le prove di quel concorso si concludano nel miglio-re dei modi. Torniamo adesso alla proble-matica che riguarda la diri-genza dell’Amministrazione Civile dell’Interno: molte funzioni dirigen-ziali svolte negli uffici centrali del Ministero e nelle Prefetture/UU.TT.GG. da personale appartenente alla carriera prefettizia non sono in nes-sun modo riconducibili alla c.d. “fun-zione di governo”.Ricordiamo che nel 1993 la carriera prefettizia si sottrasse alla privatiz-zazione del pubblico impiego e nel 2000 ottenne una riforma ad hoc, in virtù delle “funzioni di governo” che avrebbe dovuto svolgere in via esclusiva.

UNA PROPOSTA PER LA SPENDING REVIEW TARGATA FLP NECESSITÀLA DIRIGENZA DELL’AMMINISTRAZIONE CIVILE DELL’INTERNO

Possiamo quindi affermare che vi è stato, da parte della carriera prefettizia, un vero e proprio “esproprio di competenze” a discapito della “dirigenza contrattua-lizzata” nella gestione di materie che nulla hanno a che fare con la “funzione di governo”.

I

DI RISTRUTTURARE

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Tuttavia, nel corso degli anni suc-cessivi abbiamo assistito ad un pro-cesso di “allargamento” della car-riera prefettizia nello svolgimento di “funzioni improprie”… processo che è stato favorito e alimentato dai vertici dell’Amministrazione Civile, i quali hanno perseguito interessi di appartenenza e di casta, osteg-giando il riconoscimento e la costi-tuzione di una dirigenza contrattu-alizzata, o limitandone comunque i numeri a pochissime unità.Possiamo quindi affermare che vi è stato, da parte della carriera prefet-tizia, un vero e proprio “esproprio di competenze” a discapito della “dirigenza contrattualizzata” nella gestione di materie che nulla hanno a che fare con la “funzione di go-verno”. Pertanto, al fine di restituire al Ministero dell’Interno efficienza e credibilità, riteniamo che vi sia bisogno di una radicale ristruttura-zione della dirigenza e tale ristrut-turazione dovrà necessariamente passare per una sensibile diminuzi-one dei dirigenti appartenenti alla carriera prefettizia, onde permettere - ad invarianza di spesa - di aumen-tare i posti di dirigente nel settore contabile e di istituire dei nuovi posti dirigenziali nei settori amministrati-vo, sociale e soprattutto informatico.Alla dirigenza contrattualizzata dovranno essere affidate tutte le funzioni che non rientrano specifi-camente negli ambiti della “funzi-one di governo”, mentre per rein-ternalizzare le attività informatiche che sono attualmente appaltate a soggetti privati esterni (realizzando così un notevole risparmio di spesa) bisognerà avere nell’organico (ed in servizio) dei dirigenti (ingegneri) informatici realmente competenti che possano a pieno titolo assu-mere la titolarità di uffici e servizi informatici.LA PROPOSTA DI NOMINARE I PREFETTI “PRO TEMPORE”Per quanto riguarda i prefetti, dob-

biamo registrare che con le ultime nomine il loro numero è arrivato a quota 207 (record di tutti i tempi).Ovviamente, non esistendo un così elevato numero di postazioni per poterli sistemare tutti, molti di loro sono stati collocati “a disposizione” oppure distaccati presso altri uffici od organismi istituzionali.Ciò vuol dire che il Paese sostiene un elevato costo per questi prefetti, senza che essi rendano il servizio per il quale vengono pagati, oppure, trovandosi in sovrannumero, occu-pano dei posti potenzialmente destinabili ad altri funzionari che probabilmente costerebbero molto di meno. Il premier Renzi ha parlato della necessità di contenere gli sti-pendi dei dirigenti pubblici e di con-ferire loro degli incarichi a scadenza (con verifica dei risultati conseguiti). Se tale proposito fosse realmente attuato, riteniamo che vi siano dei validi presupposti per applicare tali princìpi partendo proprio dai prefetti.Si tratta infatti di investiture prev-alentemente di carattere politico, finalizzate allo svolgimento di speci-fiche funzioni che, più di altre, sono valutabili dai risultati.Il venir meno di uno qualsiasi di questi presupposti giustificherebbe il riposizionamento degli alti dirigenti nella condizione (anche stipendiale) in cui si trovavano prima di essere nominati prefetti.Ovviamente, per far ciò sarebbe necessario apportare delle modi-fiche a livello legislativo… ma questo sarebbe comunque d’obbligo anche per le altre categorie di dirigenti per i quali il premier ha pubblicamente annunciato le misure di intervento già apprezzate da tutto il Paese.Nel prossimo comunicato affron-teremo il settimo punto della nos-tra proposta, che si riferisce alla possibilità di recupero, in capo al Ministero dell’Interno, di alcune fun-zioni di coordinamento in materia di Protezione Civile.

19Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche

S

MINISTERI: DIFESA

in dalla sua prima bozza, consegnata alle OO.SS. a conclusione dell’incontro con il Ministro Mauro in

data 3 luglio u.s., lo schema di D. Lgs. in materia del personale attua-tivo della L. 244/2012 per il riordino in chiave riduttiva dell’assetto delle FF.AA., conteneva la novella dell’art. 1836 del Codice dell’Ordinamento militare (COM) e prevedeva che il c.d “fondo casa” fosse finalmente destinato a tutto il personale delle Difesa e dunque anche ai civili, che invece la norma originaria attribui-va solo “al personale dell’Esercito italiano, della Marina Militare e dell’Aeronautica Militare”, con esclu-sione dunque anche del personale dell’Arma dei CC. Una novità che allora apprezzammo apertamente, in quanto andava a collocarsi nel solco di quella pari opportunità che abbiamo sempre rivendicato tra mili-

tari e civili, traguardo ancor oggi di là da venire. Quella prima bozza è andata poi incontro a successive modificazioni, fino al testo definitivo contenuto nell’art. 6, comma 1, let i), del D.Lgs. n. 8/2014, avendone però sempre mantenuto la novità relativa ai beneficiari individuati in entrambe le categorie di personale della Difesa. Le innovazioni norma-tive apportate hanno tratto origine dalla presa d’atto del fallimento del vecchio fondo casa a causa del dis-interesse degli istituti di credito, reso evidente dal fatto che tutte le gare bandite da COMMISERVIZI sono andate sempre deserte. La prima e fondamentale innovazi-one è consistita nella trasformazi-one del vecchio fondo in un fondo di garanzia “di ultima istanza fino ad un massimo dell’80% della quota capitale” e “nei limiti della dis-ponibilità annuale” avendone però

AVVIATO SOLO CON I COCER IL CONFRONTO SUL REGOLAMENTO ATTUATIVO DELL’ART. 1836 NOVELLATO DAL D.LGS. N.8 FONDOCASA. FLP DIFESA CHIEDE UN INCONTRO A SMD

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mantenuto identica denominazione (“fondo casa”), ed è finalizzato “ad agevolare l’accesso alla concessioni di mutui da parte di istituti di credito per l’acquisto o la costruzione della prima casa” da parte di dipendenti del Ministero della Difesa, civili e militari, ad esclusione ancora del personale militare dell’Arma. L’alimentazione di detto fondo sarà assicurata “dagli introiti derivanti dalla riassegnazione al bilancio dello Stato delle trattenute al personale del Ministero della Difesa”, nella percentuale del 15% essendo la res-tante parte destinata alla manuten-zione degli alloggi. Il comma 3 dell’art. 1836 novellato dal D. Lgs. n. 8 prevede che le modalità di gestione del fondo di cui trattasi ven-gano regolamentate con decreto del MD di concerto con il MEF e, a tal riguardo, ci era stata preannunciata da parte di STAMADIFESA per gio-

vedì 27 u.s. una convocazione delle OO.SS. nazionali, poi rinviata, per un primo confronto sull’argomento con le Rappresentanze del perso-nale che, interessando ambedue le categorie di personale, immagina-vamo venisse convocato contestu-almente ancorché su tavoli diversi, come da prassi consolidata e per ultimo sempre utilizzata nei con-fronti relativi ai decreti attuativi della Legge delega per la riduzione dello strumento militare. E, invece, così non è stato, purtrop-po, e ne siamo venuti a conoscen-za attraverso un comunicato del COCER interforze, che reca peral-tro un giudizio fortemente negativo (“proposte irricevibili ed inaccetta-bili”) sugli intendimenti della nostra Amministrazione, e che rende evi-dente a tutti come in data 20 marzo u.s. si sia già tenuta una prima riunione con le Rappresentanze

militari ma non anche con quelle civili, che tuttora mancano di alcuna informazione al riguardo. Per quanto sopra, abbiamo imme-diatamente inviato a SMD – 1° e V° Reparto – la nota con la quale chiediamo che venga rapidamente avviato il tavolo di confronto con le Rappresentanze nazionali del per-sonale civile della Difesa. Sul nostro sito, sono pubblicati il comunicato COCER e le slide di SMD che lo accompagnano. Vi terremo tempes-tivamente informati degli sviluppi di questa nostra iniziativa.

Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche

MINISTERI: DIFESA

PERSOCIV, si è tenuta la prima riunione, pre-sieduta dalla dr.ssa Preti, tra la nostra O.S. e l’A.D., che ha avviato il confronto negoziale

sulla distribuzione del FUA 2014. Un confronto che parte quest’anno con sensibile anticipo rispetto agli anni pas-sati, come FLP aveva richi-esto e di questo diamo atto al D.G. di PERSOCIV, pur a fronte della recente crisi di Governo che ne ha ritardato l’avvio in ragione del tempo di attesa del rinnovo della delega da parte della neo Ministra.La bozza predisposta da Persociv, recante l’articolato dell’ipotesi di accordo e tutti gli allegati relativi alle diverse indennità, che pubblichiamo anche sul nostro sito dopo averla già trasmessa alle nostre strutture sindacali, ripropone in toto l’accordo 2013, con alcune novità che segnaliamo.Le somme FUA 2014 messe a bilancio dal MEF, ancora una volta in assenza di dati di dettaglio da parte di detto Ministero in merito alla provenienza delle risorse che alimentano il fondo, circostanza questa che costituisce a nostro avviso davvero un assurdo (e poi parliamo di trasparenza..), sono previsionalmente pari quest’anno a € 55.553.610,00 al lordo oneri dell’A.D. e dovrebbero essere comprensive dei tagli operati sulla base dei ces-sati (art. 9, comma 2-bis, DL 78/2010: “riduzione dei FUA in misura proporzionale alla riduzione del perso-nale in servizio”). Dunque, rispetto al 2013, la dotazione attuale del FUA 2014 mostra una significativa riduzione (-2.495.770 €), ma potrebbe essere suscettibile, in sede di assestamento del bilancio, di incrementi deri-vati da eventuali risorse variabili. Ove così fosse, però, in relazione al rilievo mosso da FP e MEF all’ipotesi di accordo FUA 2013 (si veda il Notiziario n. 8 del 30.01.2014) poi recepito nel testo definitivo di accordo e ovviamente mantenuto nella bozza dell’ipotesi di accordo 2014, occorrerà procedere alla sottoscrizione

di un nuovo specifico accordo. Da qui, le due possibili opzioni proposte: o si procede con la sottoscrizione di due distinti e separati accordi, di cui il secondo prevedi-bilmente verso settembre/ottobre; oppure, si unificano i due momenti e si procede allora con la sottoscrizione di un unico accordo, ovviamente a settembre/ottobre. Per quanto ci riguarda, atteso che l’accordo nazionale costi-tuisce punto di riferimento ritenuto dai più necessario per la contrattazione decentrata locale, noi riterremmo utile e opportuno scindere i due momenti e procedere comunque, a conclusione della trattativa oggi avviata, alla sottoscrizione del primo accordo.Con riferimento alla dotazione FUA, va a tal proposito tenuto presente che il 2015 potrebbe riservare delle soprese negative, alla luce di quanto previsto dal comma 456, art. 1, della legge di stabilità 2014.Tornando al FUA 2014, dalla disponibilità del Fondo dovranno essere detratti gli accantonamenti per le diverse voci finanziate dal FUA, che proviamo qui a sintetizzare per punti, cercando di coniugarli con le osservazioni/proposte avanzate dalla nostra O.S. nel corso della riunione.- Fondo AID: è pari al 4% della dotazione del fondo (€ 2.222.144,40); inoltre, come per gli anni scorsi, è assi-curata al personale AID la stessa quota pro capite FUS destinata al personale della Difesa.- Posizioni Organizzative (P.O.): confermate per il 2014 sia la somma accantonata nel 2013 (2.525.281,00 lordo oneri AD) che il contingente numerico (n. 1.723 unità). A tal riguardo, FLP DIFESA si è riservata, entro il corrente anno e dunque con congruo anticipo risp-etto all’emanazione della circolare della D.G. riferita alla ri-cognizione degli incarichi e ai criteri di pagamento delle P.O. 2014, di presentare al Direttore generale una propria proposta in merito alla tipologia degli incarichi conferibili e alla loro assegnazione alle due categorie

LA NOSTRA O.S. HA CHIESTO UN TAVOLO TECNICO DI CONFRONTO SUI PASSAGGI ECONOMICI 2015PARTITA LA TRATTATIVA PER LA DISTRIBUZIONE DEL FUA 2014

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previste.- Particolari posizioni di lavoro (PPL), turni e reperibilità: gli accantonamenti 2014 risultano esattamente gli stessi del 2013 (rispettivamente: 4.295.649,23, 8,1 e 3,4 mln, tutti al lordo oneri AD); invariate, rispetto all’anno prec-edente, per ciascuna fattispecie, sia la disciplina che le misure.Con riferimento all’indennità di imbarco/lavorazione (all. 7), la dr.ssa Preti, su segnalazione dello SMM, ha proposto l‘inserimento di una quota maggiorata per il personale che presta servizio sui pontoni (55 persone) e con incarico di capo pontone (6 persone). Nel dichi-ararsi d’accordo, FLP DIFESA ha a sua volta segnalato la necessità che la predetta indennità venga estesa al personale addetto alla conduzione di gru e autogru lungo le banchine o i bacini di carenaggio per le attività di imbarco e sbarco di materiali, eliminando la differenziazi-one tra lavoro a bordo e quello a terra. Ne discuteremo alla prossima riunione, la cui data deve essere ancora definita e calendarizzata.Infine, con riferimento alle PPL, abbiamo riproposto la necessità di recuperare l’elenco delle “eccezioni” (L. 104; congedi maternità e di paternità; donazioni; lutto; citazione e giudice popolare) che non darebbero luogo a decurtazioni, elenco che, come si ricorderà, era stato espunto nell’accordo FUA 2012 sulla base dei rilievi formulati dalla F.P. al 3° capoverso della nota F.P. del 13.12.2012 (vds Notiziario n. 52/2013), ma che abbiamo visto comunque mantenuto in ipotesi di accordo di altri Ministeri. Cercheremo di verificare se quell’elenco sia stato mantenuto anche negli accordi definitivi di quelle AACC. e, ove così fosse, è di tutta evidenza che la nos-tra richiesta troverebbe supporto.- Indennità di mobilità: l’accanto-namento 2014 pro-posto dall’Ammi-nistrazione risulta esattamente uguale a quello dell’anno 2013, e cioè 900.000 €, e ci appare francamente un po’ sovradimensionato rispetto alle reali esigenze. Abbiamo pertanto proposto alla dr. Preti un riduzione della somma accantonata, che potrebbe con-cretizzarsi nella misura di un terzo, stante la disponibilità dell’A.D..- Fondo Unico di Sede (FUS): la quota pro capite 2013 risulta pari a € 901,87 al netto oneri datoriali, tenuto conto del numero dei dipendenti in servizio al 1.01.2014 (n. 28.502), e fa dunque registrare un decremento risp-etto al 2013 (- € 52,53), dato questo che appare in diretta relazio-ne alla riduzione della dotazione del FUA 2014 rispetto a quella dell’anno precedente. Confermate in toto le finalità del FUS, e in particolare la destinazione al finanziamento di progetti e programmi locali di produt-tività di quota parte non inferiore al 72%. I criteri di riferimento per la distribuzione del FUS ripropongono in

toto l’impianto 2013, con il preciso richiamo alla “contrat-tazione di posto di lavoro” e l’espresso riferimento ai pro-getti locali di produttività per la misurazione/valutazione dell’apporto individuale.Segnaliamo, infine, l’opportuna mo-difica introdotta al comma 4 dell’art. 10 che attribuisce alla dotazione nazio-nale del FUS, e non a quella locale, gli eventuali residui derivanti dagli accantonamenti destinati alle diverse fattispecie, che risolve alcuni equivoci ingeneratosi in alcune sedi.- Passaggi economici 2015: con riferimento alla “dichiara-zione congiunta” allegata all’ipotesi di accordo 2013 sot-toscritta dalla dr.ssa Preti e dallo scrivente Coordinatore Generale (“Le Parti, su invito della O.S. FLP, si impeg-nano a rivedere nel 2014, in vista dell’effettuazione degli sviluppi economici, l’ammontare di tutti gli attuali accantonamenti per singolo istituto al cui finanziamento il FUA è preordinato”), atteso che il blocco delle nostre retribuzione dovrebbe concludersi al 31 dicembre del corrente anno, FLP DIFESA ha chiesto che, successiva-mente alla sottoscrizione dell’ipotesi di accordo, si apra rapidamente un tavolo tecnico di confronto per l’esame di tutte le questioni (destinatari; numeri; risorse; verifica accordo passaggi 2010) connesse con l’avvio di una nuova fase di passaggi interni dopo quella già realizzata con decorrenza 1.1.2010. A tal riguardo, la dr.ssa Preti si è dichiarata disponibile e dunque se ne parlerà vero-similmente nella seconda metà di quest’anno.A conclusione della riunione, abbiamo chiesto un aggior-namento sullo stato di avanzamento delle pratiche FUA/FUS 2012,2013 e 2014 ancora aperte. A seguito delle risposte dell’Amministrazione, informiamo che, presum-ibilmente verso luglio/agosto p.v., dovrebbero avvenire i pagamenti relativi a:- saldo FUS 2012 derivante dai residui delle somme accantonate e non spese (importo pro capite di importo non ancora quantificato, ma presumibilmente dell’ordine di qualche decina di €);- indennità relative a turni/reperibilità/PPL con riferimento al primo semestre 2014;- somme FUS 2013 (ricordiamo che la quota pro capite è pari a € 954,40, lordo lavoratore), che dovrà ovviamente avvenire sulla base dei criteri fissati dagli accordi locali sul FUS 2013.

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MINISTERI: GIUSTIZIA

opo le tante richieste della FLP, le circolari esplicative del Ministero che in queste ultime set-timane sono state inviate

ai Capi degli Uffici periferici, arriva anche la nota prot. 119/5/SB/I del 10 aprile 2014; questa volta dopo le reitereate richieste della FLP indiriz-zata anche alle OO.SS. portante per oggetto: Direttiva per la riasseg-nazione del personale amministra-tivo negli uffici del giudice di pace in soppressione per effetto dell’art. 4,comma 2, del decreto legislativo 7 settembre 2012 n.156.La FLP ritiene inadeguato detto provvedimento in considerazione del fatto che i lavoratori aspettano da troppo tempo gli interpelli nazio-nali propedeudici poi…… agli inter-pelli delle Corti.Si ritiene che: l’interpello DEVE ESSERE FATTO PER TUTTA LA REGIONE E NON SOLO PER IL CIRCONDARIO in quanto alcuni perdenti posto potrebbero avere la loro abitazione più vicina ad un

Tribunale, Procura o GdP di un circondario che in un altro (esem-pio: GdP Foligno di competenza futura del GdP di Spoleto che abita a Bastia Umbra è sicuramente più vicino a Perugia che a Spoleto!!!) E così via per tantissime città italiane. Sembrava che l’Amministrazione in questa circostanza avesse pensato di mettere a disposizione tutti i postivacanti, ma così non è stato.A questo punto occorre fare una diffida formale da parte di tutti gli inte-ressati al Ministro al fine di chiedere l’immediata emanazione dell’interpello nazionale e la sospen-sione della direttiva.Sulla base della citata circolare (vedi nota allegata), che la FLP prenderàcome informazione preventiva, verrà chiesto un urgentissimo incontro al fine di trovare le giuste soluzioni al problema ed evitare i tantissimi contenziosi che si aprirebbero tra lavoratori e Amministrazione cen-trale.Tutto ciò ci lascia di sasso; chi rap-presenta i lavoratori e riceve cen-

MENTRE SI ATTENDE L’INTERPELLO NAZIONALE, IL MINISTERO EMANA UNA DIRETTIVA PER I PERDENTI POSTO…DEI GDP SOPPRESSI PER EFFETTO DEL DL. N.156 DEL 7/9/2012, SENZA TENER CONTO DELL’ ACCORDO CON LE OO.SS. DEL 2012. LA FLP CHIEDE SUBITO UN INCONTRO AL MINISTRO.

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tinaia di richieste di chiarimento da parte dei propri associati non viene convocato ad un tavolo monotemati-co.Queste cose succedono solo al Ministero dell’ ”in” Giustizia.Una riforma così profonda che investe e travolge tutti i lavoratori non è materia di confronto preven-tivo con le OO.SS..Ad ogni modo ci vorrà uno specifico

decreto del Ministro della Giustizia per indicare la data da cui l’effetto della soppressione degli Uffici in parola sarà efficace.Intanto dalla circolare si evince che il 71,61% del personale dovrebbe andare ai Tribunali, il 24,77 alle Procure ed il 3,62 ai GdP accor-panti, tenendo conto delle vacanze insistenti in tali uffici a prescindere dalla qualifica.Ma la cosa più bella è che dopo aver fatto la “frittata” i capi degli uffici periferici procederanno assicurando l’informazione preventiva e succes-siva alle OO.SS. e alle RSU degli Ufficicoinvolti saltando d’emblée il “Tavolo Nazionale”Ma, “udite udite”, l’individuazione del personale avverrà sulle esigenze dell’ufficio ricevente e…… delle…. eventuali aspirazioni del personale anche in sovrannumero.Tutto ciò dovrà avvenire sempre secondo la circolare entro l’entrata in vigore del decreto ministeriale di cui all’articolo 5 comma 1 del d. lgs.156/2012.Intanto arrivano ancora tantissimi quesiti come per esempio: il per-sonale comunale che non ha la qualifica di Cancelliere come farà a compiere gli atti del Cancelliere? Il codice di procedura civile e penale non parla del dipendente comunale ma del Cancelliere. Ci sarà oppure no una proroga????A questa e a tutte le altre domande che ci sono pervenute potremo dare una risposta solo e quando Andrea Orlando ci convocherà, prima di emanare il decreto.

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GLI ISPETTORI DEL LAVORO:E’ ORA DI PASSARE AI FATTI

on il presente notiziario,vi i alleghiamo la lettera di richiesta di incontro invia-ta al Ministro del Lavoro e al Segretario Generale

per discutere sulle problematiche relative all’attività ispettiva che sono diventate ancor più gravi dopo i fatti di Casalnuovo.Finora nessun intervento concreto si è avuto né da parte del Ministro né del Segretario Generale né si avverte la volontà di affrontare e risolvere criticità legate all’attività ispettiva più volte segnalate da questa Organizzazione Sindacale.Gli ispettori di Napoli, lasciati soli in questo momento molto delicato, hanno riconsegnato le autorizza-zioni all’uso del mezzo proprio, in forma di protesta, in attesa che vengano presi dei provvedimenti

urgenti e risolutivi soprattutto a tute-la della sicurezza degli ispettori che vigilano sul rispetto di norme dello Stato. Facciamo in modo che questa volta i riflettori sull’attività ispettiva restino accesi fino a quando il Governo si renda conto che è ora di cambiare registro e, con la collaborazione di coloro che ogni giorno sono “sul campo”, modificare quelle norme che finora non hanno prodotto i risultati sperati e il nostro Ministro si decida ad incontrare le OO.SS. per esaminare la serie di proposte pre-sentate per permettere agli ispettori di svolgere la loro attività.Ci aspettiamo segnali forti di solida-rietà da tutti gli ispettori del lavoro. Unitevi alla protesta di Napoli!!! Solo se saremo uniti si potranno ottenere dei risultati.

MINISTERI: LAVORO

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GLI ISPETTORI DEL LAVORO:E’ ORA DI PASSARE AI FATTI

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Il tragico evento di Casalnuovo e il silen-zio ostinato dell’Amministrazione di fronte alla susseguente gogna mediatica che si è abbattuta sugli Ispettori del lavoro, colpe-voli solo di aver assolto al proprio dovere,

nel pieno rispetto delle leggi, dei regolamenti e delle circolari ministeriali, hanno messo ancora di più a dura prova l’attività di vigilanza sul territorio.Numerosi sono gli episodi che, in questi ultimi giorni, hanno visto come vittime di aggressioni, minacce ed intimidazioni, Ispettori del lavoro delle varie DTL rica-denti sul territorio nazionale, per cui appare oramai indifferibile la necessità di porre in essere misure atte a salvaguardare l’incolumità fisica dei colleghi impegnati in prima linea sul fronte della lotta al lavoro sommerso e della prevenzione delle cd. morti bianche.Nell’incontro sindacale del 10 marzo u.s., la scriven-te O.S. ha presentato al Segretario Nazionale Dr. Pennesi, una serie di proposte in tal senso, cui, ad oggi, non si è avuto alcun riscontro ufficiale.Tra queste, degne di rilievo sono:• la presenza permanente di un rappresentante dell’Amministrazione in seno al Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico, istituito presso le Prefetture dei capoluoghi di provincia;• costituirsi parte civile contro chi ha attaccato e vilipeso indegnamente l’immagine degli Ispettori del lavoro, pre-via acquisizione dei filmati e dei resoconti giornalistici sull’accaduto• la programmazione di spots del tipo pubblicità-pro-gresso, a cura della Presidenza del Consiglio, per res-tituire dignità ed onorabilità alla figura dell’Ispettore del lavoro, infangata oltremodo da un linciaggio mediatico senza limiti; detti spots devono essere propedeutici alla prevista riunione della Commissione Centrale di Coordinamento dell’attività di vigilanza che dovrebbe tenersi, come promesso, a Napoli nel prossimo mese, alla presenza del Ministro del lavoro e del Presidente della Repubblica;Alla luce di quanto accaduto, molte sono le questioni che meritano un approfondimento risolutivo divenuto ormai improcrastinabile:• La stipula di una polizza assicurativa a carico del Ministero e a favore degli Ispettori del lavoro che possa coprire i rischi derivanti dall’attività svolta, per non

lasciar ricadere sul singolo Ispettore le spese di un eventuale giudizio;• Una programmazione dell’attività di vigilanza sul ter-ritorio, che dia più spazio alle richieste di intervento provenienti dai singoli lavoratori, dalle Associazioni Sindacali e da altri Enti, perché è proprio su questo versante che può misurarsi l’efficienza e l’efficacia dell’azione ispettiva sul territorio, soprattutto agli occhi dell’opinione pubblica; • una rivisitazione del sistema sanzionatorio, in quanto si ha più che mai la convinzione che il lavoro nero non si possa combattere unicamente attraverso un inasprimento delle sanzioni amministrative, ma, anche e soprattutto, attraverso la diffusione di una cultura della giustizia e della prevenzione sul territorio, basata su azioni premiali a favore delle imprese virtuose e su reazioni punitive contro quelle imprese che operano illegalmente;L’Amministrazione dovrebbe rappresentare al Parlamento che l’incisività del nostro lavoro è ormai da qualche tempo compromessa a causa della cronica carenza di fondi e di risorse. Pertanto, se a livello politico si proclama la necessità di reprimere fenomeni illeciti, è indispensabile prevedere la disponibilità di strumenti e mezzi, di natura economi-ca e contrattuale, che consentano di esercitare ener-gicamente la funzione di vigilanza istituzionalmente assegnata, altrimenti si rischia di cadere in una banale ed inevitabile contraddizione.In quest’ottica, appare più che mai indispensabile la revisione delle tabelle chilometriche, equiparandole a quelle previste dall’ACI e l’attribuzione dell’indennità di P.G. agli Ispettori del lavoro. Occorre, inoltre, ai fini del riconoscimento della specificità della funzione ispettiva, prevedere un’area separata di contrattazione nell’ambito del rinnovo del CCNL di comparto e una diversa articolazione dell’orario di lavoro dei Funzionari addetti alla vigilanza, che possa servire a rendere più efficace l’attività di controllo sul territorio. E’ su questi ed altri temi che interessano il ruolo del personale ispettivo che lo scrivente Dipartimento degli Ispettori del lavoro-FLP Lavoro- torna a sollecitare un tavolo permanente di confronto con il Ministro, a cui chiediamo di essere convocati al più presto.

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LA REGIONE E GLI INTERVENTI DI PREVENZIONE DELLE MALATTIE RESPIRATORIE

resso il consiglio regionale di via della Pisana si e’ tenuto un convegno ” La regione Lazio e le iniziative avviate nell’ ANNO EUROPEO DELL’ARIA” sulla gestione delle malattie allergiche e respiratorie all’interno di istituti

scolastici della regione Lazio.Un problema di sanità pubblica che deve entrare nell’agenda politica nazionale e regionale.Sono intervenuti :Sandra Frateacci, Presidente Ass.ne ALAMA, Riccardo Agostini,Consigliere Commissione VII -politiche sociali e salute, Rodolfo Lena, Presidente Commisssione VII -Politiche sociali e salute, Enrico Panunzi, presidente Commissione VI -Ambiente, lavori pubblici , mobilità, politiche della casa e urbanistica, Lucia Migliaccio, sergretario Generale Ass.ne PRIMA , Coordinatrice dei lavori.Protagonisti della Tavola Rotonda:Elisabetta Colaiacomo , Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare; Annamaria De Martino Ministero della salute, direzione Generale della pre-venzione; Francesca De Maio Istituto superiore per la protezione e la Ricerca ambientale ISPRA

L’incontro e’ stato organizzato nella “Giornata Nazionale del Paziente Allergico” e promosso da FEDERASMA Onlus – Federazione Italiana delle Associazioni di Sostegno ai Malati Asmatici e Allergico, ALAMA – Associazione Laziale Asma e Malattie Allergiche in collaborazione con l’associazione “PRIMA – Insieme per la qualità della vita”. In tale sede è stata presentata la proposta di legge regionale per l’istituzione di presidi sanitari scolastici e norme per la prevenzione ed il con-trollo delle malattie allergiche e dell’asma bronchiale, firmata dal consigliere regionale Riccardo Agostini. Agostini ha sottolineato l’importanza per la sanità regio-nale di creare una rete collegata di servizi che ottimiz-

zi il servizio di prevenzione e la necessità di uscire dal commissariamento attraverso la modifica del piano di rientro. Quest’ultimo infatti, così com’è, impedisce un’adeguata razionalizzazione delle risorse di beni e servizi procurando in realtà un aumento dei costi attra-verso le esternalizzazioni. Pur in questo contesto è doveroso per le istituzioni intervenire a livello legislativo per tutelare la salute dei più giovani, di chi è palese-mente più indifeso, come i bambini in età scolare.Dello stesso avviso Rodolfo Lena che ha evidenziato come i vincoli legati al piano di rientro sottopongono la gestione della regione alle istituzioni Governative impedendone la completa possibilità di soddisfare le politiche di intervento territoriale, annunciando comunque una rapida calendarizzazione della proposta di legge regionale.Numerosi sono stati i dati raccolti in occasione dell’ANNO EUROPEO DELL’ARIA e tra questi quello che evidenzia come la maggior parte dei cittadini comunitari (56%) ritenga che la qualità dell’aria sia peg-giorata negli ultimi 10 anni. In Italia è di questa opinione addirittura l’81% degli intervistati…E’ stato ribadito più volte che le crisi asmatiche e res-piratorie sono esperienze ben note a tutti i genitori: è quindi necessario che le scuole, dove i nostri figli trascorrono gran parte della giornata, siano adegua-tamente attrezzate per favorire un rapido intervento in situazioni di emergenza, anche attraverso la possibilità di “somministrazione farmaci” tramite la creazione di presidi infermieristici che rispondano a protocolli stu-diati e ottimizzati anche con l’intervento del 118.

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“RIFLESSIONI” IN SANITÀ

a cura della Dott.ssa Germana Carla Germani

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olti si chiederanno, in un'epoca di reces-sione in cui la crisi contemporanea inter-rompe cicli evolutivi e impedisce lo sviluppo della ricerca, “come può Il Nursing trovare

la possibilità di riscattarsi dopo anni di completo silenzio e annullamento da organismi di patrocinio medico che hanno oscurato la visibilità e lo sviluppo nonché la fun-zione importantissima della professione Infermieristica?”La risposta la si trova ancora tra le discusse e con-citate argomentazioni di studiosi di politiche sociali e giuristi che cercano di dare soluzione alla tanto contro-versa questione dello sviluppo delle competenze , che attribuirebbe all'infermiere sviluppi professionali diversi velocizzando il cambiamento di quello status pregresso che relegava l'immagine del Nursing a semplice funzi-one assistenziale senza capacità logiche e intellettuali.Restare professione non basta e di questo molti se ne rendono conto, occorre riscattarsi, conquistare uno status sociale che sia più apprezzato e valorizzato dalla comunità, il tempo passa, gli anni passano e le nuove generazioni di professionisti sentono questo bisogno, si ribellano, vogliono esprimere la loro indignazione per i loro sacrifici durante gli anni di studio che non attribuis-

cono un adeguato riconoscimento né economico né lavorativo. Il Nursing nonostante tutto resta in piedi, non può crollare, se ciò accadesse l'intero sistema sanitario ne subirebbe conseguenze nefaste e irrimediabili sarebbe improponibile sostituire la figura dell'infermiere con altre figure professionali ausiliarie che per rispondere ad esi-genze di economicità potrebbero sostituirla.La professione infermieristica vuole avere il suo posto nella corsa al cambiamento non e' solo uno spettatore vuole partecipare per raggiungere un traguardo e otte-nere un posto degno nel nostro SSN, vuole raggiungere un obiettivo "il Riscatto"; il traguardo non e' lontano, ma bisogna solo correre il più velocemente per raggiungerlo altrimenti si resta indietro e si rischia di restare soli e in piedi. Aiutandoci possiamo accelerare il cambiamento e la maturazione della categoria. Il limite all’interno della professione potrebbe essere questo: ognuno sta chiuso nel suo posto pensando che attraverso uno sforzo personale si è conquistato la sua strada senza alzare lo sguardo per vedere di portare anche gli altri a vedere nuovi orizzonti.

“RISCATTIAMO IL NURSING: ’IMPORTANTE NON È RESTARE IN PIEDI, MA LA VELOCITÀ CON CUI EVOLVI”.

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NAPOLIVIAGGI

N apoli è un comune italiano, capoluogo dell’omonima provincia e della regione Campania. Situata in posizione pressoché centrale nell’omonimo golfo, tra il Vesuvio e l’area vulcanica dei Campi Flegrei, è il terzo comune italiano per popolazione dopo Roma e Milano, nonché cuore di una delle aree metro-politane più popolose d’Europa e quarto complesso economi-

co-produttivo del Paese, dopo Torino.Fondata intorno alla metà dell’VIII secolo a.C. fu tra le città egemoni della Magna Graecia,grazie al rapporto privilegiato con Atene,] ed esercitò una notevole influenza commerciale, culturale e religiosa sulle popolazioni ita-liche circostanti tanto da diventare il centro della filosofia epicurea in Italia. Dopo il crollo dell’Impero romano, nell’VIII secolo la città formò un ducato autonomo indipendente dall’Impero bizantino; in seguito, dal XIII secolo e per circa seicento anni, fu capitale del regno di Napoli. Divenuta capitale del Regno delle Due Sicilie sotto i Borbone, conobbe un lungo periodo di sviluppo socioeconomico culminato in una serie di primati civili e tecnologici tra cui la costruzione della prima ferrovia in Italia.Dopo l’annessione al Regno d’Italia soffrì di un sensibile declino esteso anche a tutto il sud Italia.Per motivi storici, artistici, politici ed ambientali è, dal IX secolo fino ad oggi, tra i principali centri di riferimento culturale d’Europa.Sede della Federico II, la più antica università statale d’Europa,ospita altresì l’Orientale, la più antica università di studi sinologici ed orientalistici del continente e la Nunziatella, una delle più antiche accademie militari al mondo, eletta patrimonio storico e culturale dei Paesi del Mediterraneo da parte dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo.Luogo d’origine della lingua napoletana, ha esercitato ed esercita un forte ruolo in numerosi campi del sapere, della cultura e dell’immaginario collettivo a livello mon-diale.Punto focale dell’Umanesimo attraverso l’Accademia Pontaniana,centro della filosofia naturalistica del rinascimento,culla dell’illuminismo in Italia,è stata lungamente un punto di riferimento globale per la musica classica e l’opera attraverso la scuola musicale napoletana, dando tra l’altro origine all’opera buffa. Città dall’imponente tradizione nel campo delle arti figura-tive, che affonda le proprie radici nella pittura pompeiana, ha dato luogo a movimenti architettonici e pittorici originali, quali il rinascimento e il baroc-

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co napoletanoil caravaggismo,la scuola di Posillipoed il Liberty napoletano, nonché ad arti minori ma di rilevanza internazionale, quali la porcellana di Capodimonte ed il presepe napoletano. È all’origine di una forma distintiva di teatro,di una canzone di fama mondiale e di una peculiare tradizione culinaria che comprende alimenti che assumono il ruolo di icone globali, come la pizza napoletana.Nel 1995 il centro storico di Napoli, il più vasto d’Europa, è stato riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio mondiale dell’umanità. Nel 1997 l’apparato vulcanico Somma-Vesuvio è stato eletto dalla stessa agenzia internazionale (con il vicino Miglio d’Oro, in cui ricadono anche i quartieri napoletani di San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli) tra le riserve mondiali della biosfera. Visitare Napoli è un'esperienza ricca di sorprese. In vicoli stretti, bui e affollati si incontrano all'improvviso cortili ario-si, monumentali e addirittura silenziosi, fac-ciate di chiese e palazzi di incredibile, ma mai proterva, bellezza. E se, naturalmente, Capodimonte e il Museo (Borbonico) archeologico sono tappe fondamentali di una visita alla città, si tratta solo di un inizio attraverso una lunga serie di meraviglie.I castelli per esempio. C'è il Maschio Angioino che fu chiamato Castel Nuovo per distinguerlo da Castel dell'Ovo (costruzione che si sporge sul mare e sembra quasi galleggiare sull'acqua) e da Castel Capuano, edifici già esistenti. Fu iniziato nel XIII secolo da Carlo d'Angiò, ma poi completamente riedificato da Alfonso d'Aragona nel Quattrocento. Oggi la sua imponente mole scura, ingentilita dallo splendido arco di trionfo all'ingresso, è uno dei simboli cittadini. Ma la vera icona da queste parti è San Gennaro: la guglia a lui dedicata, la più antica della città, è un ex-voto offerto dai napo-letani al loro patrono per averli protetti dall'eruzione del Vesuvio nel 1631. Svetta a pochi passi dal Duomo dove è custodita la preziosa Cappella del Tesoro di San Gennaro, dominata dall'alto dalla spettacolare visione del Paradiso del pittore emiliano Giovanni Lanfranco. È qui che si conserva il busto-reliquiario, capolavoro di oreficeria gotica, insieme alle ampolle che contengono il sangue del santo. Due volte l'anno migliaia di fedeli assistono al miracolo della sua liquefazione, affidando alla realizzazione di questo evento le sorti della città.Le chiese di Napoli sono moltissime e un visitatore armato di passione e di pazienza dovrebbe tenacemente cercare di trovare aperte quella dei Gerolamini, quella di Donnaregina, San Giovanni a Carbonara, Santa Maria La Nova.Più accessibili ma non meno affascinanti sono la celebre

Santa Chiara e la gotica San Domenico Maggiore. È qui che ha lasciato uno straordinario ciclo di affreschi Pietro Cavallini, uno dei più importanti artisti del XIV secolo, considerato negli ultimi tempi all'altezza di Giotto, di cui insidia il primato di grande innovatore.A qualche secolo più tardi risale invece la magnificenza barocca dell'interno di San Gregorio Armeno, mentre, per confronto, appare sobria, nonostante il bugnato di Piperno a punta di diamante, la monumentale facciata del Gesù Nuovo.Si trovano tracce del tempo che scorre nella struttura del complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore: facciata settecentesca con portale ancora del Trecento, interno gotico, resti greco-romani sotto il chiostro. E, se a San Francesco di Paola è pos-sibile considerare la potenza razionale, e forse anche l'utopia, di una rinnovata classicità, tipica del XVIII secolo, a Santa Maria della Sanità ti incanta l'estro e l'invenzione di un altare sopraelevato che si raggiunge dalla curva di due scaloni.E da qui si potrebbe partire per una nuova avventura estetica: quella tra i palazzi. Ecco le scenografìche scali-nate che inquadrano i cortili dei Palazzi Sanfelice e dello Spagnolo. Le ha immaginate l'architetto settecentesco Fernando Sanfelice. È a lui che si deve anche lo scalone di Palazzo Serra di Cassano dove è ospitato l'Istituto di studi filosofici. Una visita è obbligatoria a Palazzo Firrao e a Palazzo Filomarino. Tra le mura di quest'ultimo, si potrà immaginare il filosofo Benedetto Croce alle prese con le sue leggendarie storie dedicate a Napoli. E infime, per capire l’importanza storica di questa città, si dovrà varcare la soglia seicentesca di Palazzo Reale e ammirare saloni e scale, teatrini di corte e cappelle, scuderie, bizzarrissimi leggii e una straordinaria biblio-teca.E dopo aver passeggiato sotto l'imponente copertura in vetro e ferro della Galleria Umberto I, dopo aver visitato il meraviglioso teatro di San Carlo, dopo essere saliti alla Certosa di San Martino e a Castel Sant'Elmo, dopo aver visitato la ricca collezione di maioliche della Floridiana, varrà la pena di scendere giù, in quella Napoli sotter-ranea che sembra esistere per sorprendere. Una città nascosta, scavata nel tufo e fatta di cunicoli, catacombe, ipogei, cimiteri. Un mondo che contrasta in ogni angolo con quello che gli sta sopra eppure gli appartiene. E se di fronte ai teschi delle Fontanelle si avvertirà lo stesso turbamento che coglie la splendida Ingrid Bergman, pro-tagonista del film Viaggio in Italia di Rossellini, basterà tornare su per reimmergersi in una nuova, impetuosa corrente di vitalità.

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NON SOLO MODA

onne lunghe Primavera Estate 2014: i modelli più chic. Se avete sfogli-ate i cataloghi dedica-

ti alle collezioni estive, vi sarete sicuramente rese conto che le gonne lunghe quest’anno sono uno dei trend più popolari, sia nelle proposte firmate dalle griffe di alta moda che in quelle low cost. La pri-mavera 2014 vuole tra le sue grandi protagoniste gonne sul ginocchio, sotto il ginocchio, modelli al polpac-cio e le immancabili gonne lunghis-sime in stile gitana, pensate spesso in colorazioni molto intense.La bella stagione è da sempre il periodo ideale per tentare qual-cosa di nuovo abbinando capi più vivaci, lo sanno bene le maison di lusso che quest’anno hanno portato in passerella per le loro collezioni estive capi coloratissimi, tra questi

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GONNE LUNGHE PRIMAVERA

ESTATE 2014: I MODELLI PIÙ

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principalmente gonne lunghe.Le gonne lunghe sono uno dei must have della primavera 2014 che sta riscuotendo maggior successo, forme che i brand commerciali hanno ripreso al volo adattandole nelle proprie linee in maniera personale. Tra i marchi più famosi che hanno premiato questo capo bon ton ci sono stati giganti del settore come Christian Dior e Prada, Derek Lam e Givenchy, quest’ultimo puntando su modelli stampati tra i più particolari.Le gonne Givenchy riprendono le stesse fantasie floreali a rose che abbiamo ammirato nella collezione di scarpe e borse, ma sono proposte anche in versioni con parte inferiore arricchita da volant, forme molto gettonate anche in collezioni come quelle di Cos, Zara e Mango.Nella sua collezione primavera estate 2014 il marchio economico ha voluto tantissime gonne lunghe a tinta unita e principalmente in bianco o in nero, da abbinare ai capi sporty chic della col-lezione, seguito a ruota da Asos con le sue gonne lunghe a ruota e i suoi modelli asimmetrici o plissettati, e da Topshop, che da grande appassionato di abbigliamento eccentrico sceglie di adattare stampe etniche o animate alle sue gonne.Gonne lunghe e stampate anche nelle collezioni di Stella Jean e X’s Milano, modelli che si fermano sul polaccio e varianti lunghe fino alle caviglie spes-so pensate in colori caldi tipicamente estivi. Modelli più eleganti e sofisticate popolano le collezioni di Marni, Roberto Cavalli, Chloè e Giambattista Valli.Immancabili poi quest’anno le gonne lunghe di jeans, tornate prepotente-mente di moda in queste settimane: da Victoria Beckham a Diesel, nessuno dei grandi marchi è immune da questo trend! Sfogliate le immagini della nos-tra fotogallery, quale di queste gonne lunghe correrete a comprare?

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NOTIZIE DAL CANILE

ROV. DI CATANIA - ARES E DIANA, stesso passato di abbandono per due cuccioli molto diversi. Entrambi cer-

cano casa in Sicilia e centro-nord, saranno affidati già microchippati, vaccinati e trattati con vermifugo e antiparassitario. per info [email protected] oppure 3899856300

ARES, ritrovato per strada, triste e solo, a soli 2 mesi e mezzo, adesso è in stallo (non adeguato!).E’ un cucciolo dolce, impossibile non amarlo. Al momento convive con un’altra cucciola e con una cagnetta di taglia media, da soli, in una stanza in cui li andiamo a trovare alcune volte al giorno....ma un cucciolo salvato non può fare questa vita per molto. ci aiutate a

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PROV. DI CATANIA - abbandonate sul ciglio di una strada trafficata a soli 20 giorni di vita, adesso sono al sicuro ma cercano casa non appena termineranno lo svezza-mento. Saranno una futura taglia grande e verranno affidate già trat-tate con vermifugo e antiparas-sitario e microchippate. Per info [email protected]

trovargli casa? Ares sarà un futura taglia media.

PROV. DI CATANIA - DIANA, abbandonata davanti la porta dell’ass. locale, è una cucciola di 2 mesi e mezzo circa, a pelo raso mix pastore tedesco/molosso, futura taglia medio-grande. Vivace, tosta, ma anche dolcissima...un peperino dagli occhi a mandorla.

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RICICLO CREATIVO

istemare gli armadi per il cambio di stagione potrebbe diventare una risorsa inesauribile di articoli e abiti di stoffa da riutilizzare. Spesso scontenti di ciò che possediamo, tendiamo a conservare capi ormai passati attraverso più di

due decadi. Dopo una cernita certosina risponderanno all’appello una serie di articoli di non precisa classifi-cazione, ma utili per i nostri progetti e per rinfrescare il look.Riciclare all’interno dell’armadioSpesso tra gli abbandoni nell’armadio è possibile recuperare magliette vecchie e consumate, jeans rotti ma ricordo di tempi memorabili, borse bucate, calze e collant riparate più volte, tappeti, stoffe comprate nei mercatini ma abbandonate in fondo al cassetto e ovvia-mente una montagna di maglioni e sciarpe infeltrite. Riciclare è la parola d’ordine. Non si butta via nulla ma si riutilizza e trasforma, fino a conferire nuovo fascino ad articoli ormai dimenticati.In preda poi alla moda e alla passione per il riciclo, felicemente influenzate dall’amore per il ricamo, taglia e cuci, knitting e crochet che strizzano l’occhio dagli Usa e da Parigi, siamo tutti un po’ vittime della voglia di non sprecare. Personalizzare e rinfrescare articoli e accessori è facile, anche per chi non è pratico di ago e filo. Come sempre l’obbiettivo principale è quello di recuperare senza sprecare, riciclare per non inquinare.Rinnovare l’immagine della propria casa, o cambiare faccia ad abiti e accessori, è facile e divertente. Basta

solo un po’ di pazienza e di ispirazione, oppure di voglia di mettersi all’opera per realizzare oggetti unici senza sprecare risorse e soldi. ad esempio un vecchio maglione infeltrito potrebbe trasformarsi in un perfetto copri paralume per una lampada a sospensione o da comodino. Sagomare la maglia in misura del paralume è facile, basterà fissare le estremità con pochi punti nascosti in modo che la lana possa rivestire perfet-tamente il supporto. Ovviamente è meglio utilizzare lampadine a basso voltaggio.Con lo stesso concetto potrete rivestire vasi, cornici, sgabelli oppure creare originali cover per cuscini. Con le maniche della maglia ottenere manicotti o scalda-muscoli personalizzati, magari con l’aggiunta di un ricamo fatto con ago e filo di lana. Oppure, nel caso la maglia fosse troppo infeltrita, lavorarla con il sapone per ottenere la materia prima per il felting. La famosa tecnica di lavorazione della lana infeltrita, attraverso la quale realizzare spille, animaletti, fino a sassi di vario formato di lana infeltrita.Con gli scampoli di lana, ma anche di stoffa, è pos-sibile realizzare copertine o tappeti patchwork. Molto amata in USA è una tecnica che sfrutta completamente il concetto di recupero, componendo insieme quadrati di stoffa di vario formato e cuciti per ottenere una com-posizione multicolore. L’ideale è sposare in modo armo-nico stoffe e colori, per ottenere un risultato omogeneo. Sagomando e ritagliando vecchi avanzi di stoffa, ad esempio vecchie magliette o camicie di cotone, è possi-

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RECICLARE LA STOFFA

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bile realizzare borse e tracolle orig-inali. E ancora cuscini sagomati, a forma di animali o dalla linea clas-sica ma dal decoro accattivante.Infine realizzare fiori finti per dec-orare la tavola, divertenti borselli portamonete, grembiuli con scam-poli sovrapposti di vario colore, fino a gonne e magliette ottenute ritagliando e combinando decori con texture sovrapposte. Se dove-te arredare la cucina niente paura, con i vecchi canovacci tagliati a strisce è possibile realizzare ten-dine shabby chic, magari abbellite con passamaneria e pizzo minimal. Mentre per il tappeto o la passatoia potrete riciclare vecchi asciuga-mani o vecchie strisce di stoffa di varia tipologia. Per creare un articolo unico recuperate una rete antiscivolo di gomma, nel formato che più vi è utile, quindi tagliate il tessuto in strisce di 2x14cm. Fissate la prima striscia con un nodo al primo foro e proseguite in questo modo ricoprendo l’intera superficie della rete, avrete così ottenuto un tappeto a ciuffetti colorati.Con la stoffa è possibile rivisitare l’aspetto di qualsiasi oggetto e ambiente, magari con l’aggiunta di un tocco di pittura e di fantasia. Ad esempio ricoprire le copertine di libri, agende e quaderni, creare pupazzi originali per i vostri bambini, cucce e abitini per i vostri animali di casa, presine e sottopentola otte-nuti combinando vecchi centrini con scampoli di cotone per la base e l’imbottitura interna, fino a gioielli originali e unici nati dalla com-binazione di stoffe intrecciate, perle e cor-dini. E ancora cerchietti e fasce per capelli, cravatte originali, sciarpe e obi-cinture, pins, tovaglie, bracciali e tutto ciò che la vostra voglia di creare vi spingerà a realizzare

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n un futuro in cui una grande guerra ha distrutto le città e reso necessario un muta-mento nell’organizzazione delle società, la

razza umana vive divisa in cinque caste la cui apparte-nenza non si dà per nascita ma per scelta individuale al compimento della maggiore età. I Candidi (sempre sinceri) si occupano di esercitare la legge, i Pacifici (sempre gentili) coltivano la terra per sfamare tutti, gli Eruditi (sempre a conoscenza di tutto) sono insegnanti e ricercatori, gli Abnegati (altruisti) si occupano di gov-ernare e infine gli Intrepidi si occupano della protezi-one. Al momento di compiere un test sulla personalità utile a capire a quale gruppo si è più affini Beatrice Prior risulta Divergent, cioè non affine a nessuna categoria, un risultato rarissimo che la mette in pericolo. L’ordine sociale infatti impone di eliminare quelli come lei poichè la loro stessa esistenza è una minaccia all’ordine così costruito. Celando la sua natura Beatrice sceglie gli Intrepidi e comincia il suo addestramento a una vita di cui non è certa.Come gran parte della nuova narrativa popolare per ragazze che tracima in sala anche Divergent rime-scola le carte di paradigmi di provato successo come la lotta di un’adolescente contro le convenzioni della propria società, l’amore contrastato da nascondere e il cambiamento nella propria vita come metafora della crescita. Tuttavia la maniera in cui Neil Burger sceglie di mettere in immagini il romanzo di Veronica Roth è tra le più scialbe che si siano viste (se si considerano tutti i “primi” film delle grandi serie arrivate al cinema).Limitandosi a portare in sala la storia, con i suoi alti e bassi come sono descritti nelle pagine di carta, il film di Divergent dimentica di avere anche il dovere di creare una dimensione cinematografica per un racconto che nasce come letteratura. Burger infatti sceglie la più scontata e pigra delle cornici fantascientifiche, sfrut-tando il setting della storia e ricalcando quanto di più scontato si è fatto nel genere. Divergent però, nonos-tante apparentemente ne usi figure e scenari tipici, non si può assolutamente qualificare come fantascienza,

nella medesima maniera in cui Twilight non poteva essere qualificato come horror (tant’è che Catherine Hardwicke, per il primo film, optò con intelligenza per un look emo di tutta la pellicola dimenticando qualsiasi soluzione dell’orrore). Quella di un futuro distopico è solo una scusa, una quinta messa per dar fascino alla trama e non la struttura di un genere. In Divergent non c’è nulla che renda la fantascienza tale, a cominciare dalla presenza della scienza nella concezione degli artefatti futuri (indistinguibili dalla magia non tanto per quel che fanno ma per la coerenza delle trovate e il rifiuto di darne anche solo una minima descrizione), fino alla necessità di avere un rapporto con la tecnolo-gia (sia di opposizione che di collaborazione). Il racco-nto di Veronica Roth è una storia d’amore avventurosa, che segue pedissequamente la struttura fissata da Hunger Games, con il suo rito all’inizio, l’affermazione di un’unicità della protagonista pericolosa per l’ordine sociale e la società in cui la classe dei genitori vessa quella degli adolescenti (curiosamente manca la dop-pia storia d’amore, una delle componenti più fresche e liberatorie di questo tipo di successi).Fermo restando che il rapporto vitale e appassionato che film e storie come Divergent intrattengono con il loro pubblico, proponendo loro una versione aggior-nata con intelligenza di dinamiche eterne, è una delle novità migliori del cinema e della letteratura di suc-cesso degli ultimi anni, il film di Burger si qualifica come un sottoprodotto, sia per originalità che per resa cinematografica. Invece che scoprire talenti, sfrutta volti inespressivi, invece che valorizzare i grandi nomi a disposizione (Kate Winslet) li instrada nella banalità e invece che aggiungere la profondità del linguaggio per immagini alle parole scritte ne segue pedissequamente i dettami, limitandosi a rappresentare visivamente quel che le pagine dicono. Tutto ciò può andare bene a chi ha letto i libri e deve solo ripassare sopra le medesime emozioni già provate, ma è assolutamente insufficiente a chi fruisca solo del film.

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RETROSCENA

DIVERGENT

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csecsecseDipartimento per la Sicurezza nei luoghi di Lavoro

Confederazione Indipendente Sindacati Europei


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