Date post: | 13-Apr-2017 |
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La Dislessia: cosa è ed come si manifesta.Dott.ssa Claudia DistefanoPsicologa – Psicoterapeuta Cognitivo ComportamentaleEsperta in Psicologia Scolastica e Disturbi Specifici dell’Apprendimento
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Che cosa è la Dislessia?
Dott.ssa Claudia Distefano - Psicologa, Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale, Esperta in Psicologia Scolastico e Disturbi Specifici dell'Apprendimento
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Cosa è la Dislessia?
La Dislessia è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento che può manifestarsi in età evolutiva in soggetti con assenza di handicap neurologici, sensoriali o cognitivi o condizioni di svantaggio socioculturale e relazionale.
È un disturbo innato dell’apprendimento che comporta lievi, moderate o gravi incompetenze nei processi di codifica e decodifica del testo scritto.
Può accompagnarsi a problemi anche nella scrittura e nel calcolo
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In Italia è ancora poco conosciuto come fenomeno. Le stime riportano che in Italia sono presenti circa
1500000 persone dislessiche con una presenza di almeno un bambino per classe.
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Una definizione di Dislessia
L’International Dyslexia Association definisce la Dislessia:«Una disabilità dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura (ortografia). Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di una adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere problemi di comprensione nella lettura del testo scritto ed una ridotta crescita del vocabolario e della conoscenza generale, conseguente ad una ridotta pratica nella lettura»
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Quali sono le cause?
Le cause sono neuro-biologiche. È un disturbo di tipo costituzionale, che permane per
l’intero corso della vita con diversi gradi di espressione . Vi sono tuttavia diversi modelli teorici che si sono
approcciati allo studio della dislessia
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Ipotesi del doppio deficit
Ipotesi che il locus del disturbo possa essere distinto in un deficit nella componente fonologica e un’inefficienza nel recupero rapido delle informazioni fonologiche e quindi di denominazione veloce – Denckla e Rudel (1976).
Per le ortografie maggiormente regolari, la costruzione delle relazioni tra ortografia e fonologia è un obiettivo non particolarmente ostico che può essere appreso.
Ciò che rappresenta un ostacolo vero è la fluenza, derivante da un rallentamento nei processi di recupero della memoria a lungo termine delle informazioni rilevanti sublessicali e lessicali.
Elemento critico è quindi la velocità di denominazione
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Ipotesi delle due vie
Modello appartenente alla neuropsicologia cognitiva. La lettura può avvenire normalmente tramite due vie:1. Indiretta - Fonologica: si basa su regole di
trasformazione del testo scritto in corrispondenti fonemici
2. Diretta - Lessicale: che porta al riconoscimento immediato della parola scritta.
In alcuni disturbi sarebbe compromessa la via fonologica ed in altri la via diretta.
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PAROLA
RICONOSCIMENTO DIRETTO
RECUPERO CORRISPONDENZA FONOLOGICA
RECUPERO SIGNIFICATO
APPLICAZIONE REGOLE
TRASFORMAZIONE TRA
ORTGRAFIA E FONOLOGIA
FUSIONE INFORMAZIONI FONOLOGICHE
LETTURA AD ALTA VOCE
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Il disturbo della lettura appare come una conseguenza di un arresto o di un marcato rallentamento nell’acquisizione della fase lessicale, che consente all’individuo di riconoscere una parola «intera» senza la necessità di operare delle trasformazioni intermedie tra ortografia e fonologia utilizzando i singoli grafemi, le singole sillabe o i singoli morfemi.
Vi sono 3 sottotipi di dislessia:1. Superficiale2. Dislessia fonologica3. Dislessia profonda
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Ipotesi neuropsicofisiologica - Bakker
Bakker identifica due momenti fondamentali nell’apprendimento della lettura:
1. Fase delle strategie visuopercettive2. Fase delle strategie linguistiche
Si possono identificare due tipologie di dislessia:1. P-type: vi è utilizzo di strategie percettive, lettura è molto
lenta, ma a grandi linee corretta.2. L-type: vi è utilizzo di strategie linguistiche, lettura è veloce,
ma sono presenti molti errori.
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Due caratteristiche principali
Per poter diagnosticare la dislessia è necessaria la compresenza di due elementi:
Discrepanza
•Compromissione dell’abilità specifica deve essere significativamente inferiore ai risultati attesi per l’età/classe frequentata•Livello intellettivo deve essere nella norma rispetto alla media dell’età
Specificità •Compromissione deve interessare uno specifico dominio di abilità in modo significativo ma circoscritto
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Come si manifesta la Dislessia?
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Come si manifesta la Dislessia?
La dislessia, essendo un disturbo dell’apprendimento, si manifesta generalmente quando si viene esposti ai primi compiti di apprendimento, quindi in età evolutiva.
L’alunno dislessico per riuscire a leggere si sforza enormemente, impegna tutta la propria energia, risultando tuttavia lento nella prestazione e commettendo varie tipologie di errori.
Essa, difatti, incide notevolmente sulla vita scolastica recando anche conseguenze inerenti la motivazione, l’autostima ed il senso di autoefficacia dell’alunno.
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Conseguenze della Dislessia
Autostima
Motivazione
Comportamento
AffettivitàControllo delle emozioni
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Tipologie di errori.
Inversioni di lettere («al» invece di «la») Ribaltamento di lettere («u» invece di «n», «d» invece
di «p», «b» invece di «q») Sostituzioni di lettere simili ( «n» invece di «m» quindi
per esempio «mano» al posto di «nano») Omissioni di lettere, sillabe o parole Difficoltà a riconoscere gruppi sillabici complessi (es
«gh», «ch», «sc»)
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Difficoltà tipiche
Difficoltà ad imparare informazioni in sequenza (es giorni della settimana, nome dei mesi, tabelline,…)
Difficoltà di coordinazione oculo-motoria Difficoltà di attenzione e concentrazione Difficoltà di comprensione del testo scritto
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Grazie per l’attenzione
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