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La F I S I O L O G I A dell E S C U R S I O N I S M O CORSO di FORMAZIONE per ACCOMPAGNATORI di...

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A dell’ E S C U R S I O N I S M O CORSO di FORMAZIONE per ACCOMPAGNATORI di ESCURSIONISMO Club Alpino Italiano Prati di Tivo - 2 giugno 2010 A E Attilio Piegari
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La F I S I O L O G I Adell’ E S C U R S I O N I S

M O

CORSO di FORMAZIONE perACCOMPAGNATORI di ESCURSIONISMO

Club Alpino ItalianoPrati di Tivo - 2 giugno 2010

A E Attilio Piegari

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brevi note sui principali aspetti medici e fisiologici relativi all’attività escursionistica

in montagna

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brevi note sui principali aspetti medici e fisiologici relativi all’attività escursionistica

in montagna

Molte malattie ed infortuni che si verificano in montagna sono causate dalle condizioni climatiche ed ambientali tipiche delle alture o comunque ad esse correlate.

Il congelamento, il colpo di calore, il mal di montagna sono strettamente dipendenti dal particolare clima montano.

Le valanghe, la caduta di sassi, i fulmini, lo scivolare in un crepaccio sono incidenti di montagna, conseguenza di fenomeni caratteristici dell’ambiente delle montagne.

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brevi note sui principali aspetti medici e fisiologici relativi all’attività escursionistica

in montagna

E’ indispensabile pertanto conoscere bene le caratteristiche geofisiche dell’ambiente montano ed i processi di adattamento dell’organismo a seconda della quota da raggiungere.

Così come è necessario possedere nozioni di meteorologia e di orientamento, di alimentazione e di fisiologia dello sport, oltre ad una accurata scelta dell’abbigliamento e delle attrezzature.

Come si è giunti a queste considerazioni ?

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brevi note sui principali aspetti medici e fisiologici relativi all’attività escursionistica

in montagna

Le Alpi, tra la fine del Settecento e la metà dell’Ottocento, si trasformarono in laboratorio a cielo aperto, favorendo il legame tra scienza e alpinismo e stimolando l’interesse degli scienziati del Piemonte sabaudo, della Lombardia austriaca e delle Accademie europee.

A Torino l'Accademia delle Scienze ebbe un ruolo attivo nella ricerca scientifica, inizialmente interessata agli aspetti geologici, naturalistici e climatici. Ben presto gli studi sulla pressione atmosferica indirizzarono l’attenzione degli studiosi sugli effetti subìti dal corpo umano.

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brevi note sui principali aspetti medici e fisiologici relativi all’attività escursionistica

in montagna

A partire dalla metà del XIX secolo l’esperienza dell’alpinista unita alle competenze dello scienziato e la costruzione di laboratori in quota resero più sistematici gli studi di fisiologia.

Fra le opere fondamentali di Angelo Mosso (1846-1910) “Fisiologia dell’uomo sulle Alpi” del 1897 è nota non solo agli specialisti ma anche a un pubblico di appassionati, grazie alla ristampa anastatica curata dal CAI nel 1993 in occasione del centenario della Capanna Margherita e all’attività dell’Istituto al Col d’Olen, recentemente ristrutturato.

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brevi note sui principali aspetti medici e fisiologici relativi all’attività escursionistica

in montagna

Le osservazioni di Mosso sul freddo, la fatica, i disturbi nervosi e la paura furono d’avanguardia così come i suoi studi furono la base delle conoscenze sul lavoro muscolare, sulla pressione arteriosa, sulla respirazione e sugli scambi gassosi.

Ma torniamo al clima in montagna ed ai suoi effetti sulla salute.

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Il clima e la salute

Le condizioni climatiche sono da attribuire alle variazioni ed alle correlazioni di tre elementi:

TEMPERATURA

PRESSIONE UMIDITA’

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Il clima e la salute: temperatura alta

Il calore della superficie terrestre dipende dall’irraggiamento solare (raggi infrarossi, luminosi ed ultravioletti), che è più intenso a causa del minore strato di atmosfera sovrastante le montagne.

Se ciò si accompagna al cielo terso ed al riflesso della neve e dei ghiacciai, la quantità dei raggi ultravioletti è notevole, con rischio elevato di eritema (arrossamento cutaneo diffuso od a chiazze), scottature solari di I e II grado, danni oculari ed insolazione (colpo di sole).

N.B.: sulla base della letteratura scientifica, l’OMS ha identificato ben nove gravi malattie strettamente legate all’esposizione a radiazioni ultraviolette.

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Il clima e la salute: eritema solare

L’eritema solare si presenta con un arrossamento cutaneo di tipo congestizio e può essere diffuso o manifestarsi a chiazze in rilievo (aspetto a grattugia) sulle parti esposte al sole sino alla formazione di bolle.

La gravità del problema dipende da quanto lungo è stato il tempo di esposizione al sole, dalla zona in cui è avvenuto e nei soggetti con una peculiare sensibilità.

Talvolta però la reazione eritematosa si diffonde all'intera superficie del corpo, anche se l'area direttamente esposta è limitata. Quasi sempre l'eritema provoca un intenso prurito. Dopo qualche giorno tende a recedere spontaneamente con il progredire dell'abbronzatura.

Questo tipo di sensibilità al sole sembra esprimere, più che una reattività locale, un vero e proprio stato di alterazione dell'organismo, in cui giocano un ruolo importante l'uso di alcuni farmaci come la pillola anticoncezionale ed alcuni antibiotici.

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Il clima e la salute: raggi UV

La maggior parte dei raggi UV che raggiungono la superficie terrestre sono UV-A e, in piccola parte, UV-B, mentre gli UV-C sono totalmente assorbiti dall’atmosfera.

I livelli di UV sono più alti al crescere dell’altitudine (ogni 1000 m di altezza i livelli di UV crescono del 10-12%) e dell’altezza del Sole (specialmente verso mezzogiorno nei mesi estivi) e al diminuire della latitudine e della nuvolosità.

Altri fattori ambientali che influenzano i livelli di UV sono lo strato di ozono e la capacità riflettente della superficie terrestre (la neve riflette circa l’80% delle radiazioni UV).

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Il clima e la salute: consigli anti-UV

Limitare il più possibile l’esposizione alla luce solare nelle ore più calde, tra le 10 e le 14, restando all’ombra, ricordando che alberi, ombrelli e tettoie non proteggono completamente dalla luce solare.

Indossare indumenti protettivi: un cappello a falda larga protegge adeguatamente occhi, orecchie, faccia e retro del collo; gli occhiali da sole ad alta protezione riducono enormemente i rischi per gli occhi; gli indumenti con maniche lunghe ed i pantaloni lunghi (esistono tessuti con caratteristiche anti UV) offrono protezione dalla luce solare agli arti ed al tronco.

Usare creme solari protettive, riapplicandole ogni due ore (o più frequentemente dopo aver molto sudato).

N.B.: A tal proposito, al variare del numero SPF (Fattore di Protezione Solare) la percentuale di radiazione solare bloccata incrementa, ma …

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Il grafico è molto interessante e mostra, al variare del numero SPF, la percentuale di radiazione solare bloccata. Possiamo allora constatare che una crema con fattore di protezione 15 blocca il 93% delle radiazioni solari, mentre una con fattore 30 ne blocca il 97%.

E’ altresì evidente che, per SPF maggiore di 30, la curva ha un andamento quasi orizzontale, il che comporta un aumento di percentuale molto piccolo al crescere della SPF.

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Il clima e la salute: creme solari

E’ stato più volte affermato che SPF superiori a 50 non garantiscono sostanziali miglioramenti sulla protezione, ma hanno il solo effetto di impressionare e confondere i consumatori. Inoltre i prodotti solari, in generale, sono in grado di filtrare in modo soddisfacente i raggi UVB, ma hanno un’efficacia minore sui raggi UVA, che penetrano più in profondità nella pelle, provocandone l’invecchiamento, e danneggiano il sistema immunitario. Dunque non esiste una protezione totale dai raggi ultravioletti.

Per questo motivo l’UE ha stabilito che le espressioni come “schermo totale”, “protezione al 100%” e simili, essendo ingannevoli e fuorvianti, non devono comparire nel linguaggio commerciale. Inoltre le etichette dei prodotti in vendita dovranno indicare, oltre al livello di protezione dai raggi UVB, anche quello relativo alle radiazioni di tipo UVA. -

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Il clima e la salute: danni oculari

L’esposizione solare prolungata (ai raggi UV-B) senza protezione, può determinare arrossamento e/o bruciore (fotocheratite).

I raggi UV possono originare la formazione precoce di cataratta, caratterizzata da una opacità del cristallino e, in alcuni casi, possono colpire la retina provocando reazioni fototossiche, cause potenziali di degenerazione maculare senile. Sono i raggi più dannosi per gli occhi in quanto:

il 90% degli UV può penetrare attraverso le nuvole la neve riflette fino all’80% degli UV gli stessi aumentano del 4% ad intervalli di 300 metri di altezza nelle ore centrali del giorno tra le 10:00 e le 14:00 si concentra il

60% degli UV.

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Il clima e la salute: danni oculari

Gli occhiali da sole sono indispensabili: preservano dagli effetti dannosi dei raggi UV e dai fastidiosi riflessi solari. In particolar modo, le lenti, oltre a garantire una buona protezione dai raggi ultravioletti (UV-A e UV-B), devono avere una colorazione tale da permettere una visione ottimale in caso di difetti della vista (miopia, ametropia, astigmatismo, ipermetropia). Ad esempio, gli ipermetropi dovrebbero prediligere colori freddi quali il grigio o il verde, mentre i miopi toni più caldi quali, per esempio, il marrone. Il condizionale è d’obbligo in quanto l’effetto visivo della tonalità delle lenti è sempre molto soggettivo, quindi le indicazioni sopra riportate sono puramente indicative.

Gli occhiali da sole sono utili anche per bambini e anziani, spesso esposti ai danni dei raggi UV più di quanto si creda. In particolar modo, nei soggetti in giovanissima età, il cristallino è in fase di formazione: alterato dalla luce diretta dei raggi, può irritarsi e dare luogo ad infezioni o allergie.

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Il clima e la salute: danni oculari

Acquistando un paio di occhiali da sole, occorre, prima di tutto, verificarne la qualità, che viene segnalata dalla apposita marcatura CE, frutto di specifiche normative, e il grado di protezione dei raggi UV indicato con un numero progressivo, compreso tra lo 0 e il 4 (più alto è il numero maggiore sarà la protezione che offre la lente). Attenzione agli occhiali da sole a basso costo: le lenti sono fabbricate con materiali scadenti che non proteggono sufficientemente.

Gli occhiali devono essere indossati anche all’ombra, perché i raggi solari, in particolari condizioni di incidenza su alcune superfici riflettenti (neve, specchi d'acqua) risultano dannosi anche se filtrati. Di conseguenza, le montature degli occhiali da sole non devono essere troppo piccole in quanto non permettono una completa protezione dagli ultravioletti, ma anzi devono avere una protezione laterale. -

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Il clima e la salute: insolazione

Anche alle basse temperature delle alte quote è possibile il “colpo di sole” (insolazione), provocato da un eccessivo riscaldamento del cervello per l'azione dei raggi solari (le radiazioni infrarosse e ultraviolette) quando il capo - non protetto da un berretto o dal casco - si trova ad essere esposto al sole per molto tempo. Sono più vulnerabili le persone con la pelle chiara.

Sintomi: Mal di testa di tipo "gravativo" (cioè di testa pesante) complicato da uno stato di confusione mentale che lo porta persino a straparlare. Se tenta di alzarsi, è colto da vertigine violenta e da nausea tali da non potersi reggere. Non di rado chi ne è colpito lamenta anche un fastidioso dolore nucale e una grande spossatezza e fa persino fatica a respirare.

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Il clima e la salute: insolazione

Trasportare comunque il colpito in un luogo ombroso e quanto più ventilato possibile e, nei casi meno gravi, si cerchi di sciacquare il viso con acqua fredda e fargli bere a piccoli sorsi una bevanda fresca.

Nei casi più gravi chiamare il 118.

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Il clima e la salute: basse temperature

La temperatura diminuisce salendo di quota perché l’aria meno densa ha minore capacità termica. Ecco perché a 4.000 m, anche d’estate, le temperature sono prossime allo 0° ed a 8.000 metri scendono a -30°/-40°C anche in assenza di vento.

Semplice regola da memorizzare: ogni 100 metri di dislivello la temperatura dell’aria, espressa in gradi Celsius, discende di:

- circa 0,6°C se l’aria è umida (50 % risposte esatte) - circa 1°C se l’aria è secca (40 % risposte esatte).

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Il clima e la salute: freddo

L’escursione termica giorno-notte in montagna è sempre notevole, tanto che da alcune decine di gradi di giorno in pieno sole, si passa facilmente a vari gradi sotto zero di notte.

L’esposizione dell’organismo a temperature basse per diverso tempo può portare al rischio del congelamento (zona limitata del corpo con lesioni locali di pelle e tessuti circostanti) o dall’assideramento (colpisce l'intero organismo portando persino a morte).

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Il clima e la salute: congelamento

Il congelamento interessa molto frequentemente le parti più esposte quali mani, naso, orecchie e si manifesta con diversa gravità. Si passa dal semplice eritema cutaneo con diminuzione della sensibilità sino alla necrosi vera e propria che richiede l'amputazione della parte.

Il trattamento (diverso a seconda della gravità della lesione) prevede che sia innanzitutto riscaldata e mossa passivamente la zona per riattivare al circolazione sanguigna. Eliminare gli eventuali indumenti bagnati ed immergere (se possibile) la parte in acqua calda a 37°- 40°C. Dopo averla asciugata, bendare in maniera non stretta la zona e porla in alto per diminuire il gonfiore.

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Il clima e la salute: assideramento

L’assideramento si manifesta con brividi, rigidità muscolare, difficoltà di concentrazione e attenzione, sonno, diminuzione del battito cardiaco e della frequenza respiratoria fino alla perdita di coscienza e morte.

Occorre riscaldare il paziente con indumenti caldi (coperte o telo termico) e porlo in posizione antishock, con gli arti inferiori sollevati. Se cosciente, gli si può somministrare bevande calde non alcoliche (the, caffè, cioccolata, ecc.). Tenendo sotto continuo controllo le funzioni vitali (battito cardiaco, respiro, coscienza) lo si deve ospedalizzare al più presto.

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Il clima e la salute: il vento

Il vento abbassa notevolmente la temperatura corporea, in quanto accentua la dispersione termica (wind chill = temperatura percepita per effetto del vento), sia per l’aumento della traspirazione cutanea, sia per la sua stessa bassa temperatura.

In media il vento fa diminuire la temperatura del corpo di 1°C ogni 3 Km di velocità. Un vento moderato, a 30 Km/h, ma con temperatura attorno allo 0° può provocare assideramento se non si è ben protetti con indumenti wind-stopper o piumino.

Inoltre concorre a disidratare l’escursionista, se questi non è adeguatamente protetto da indumenti.

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Il clima e la salute: dispersione termica

La pelle è l’organo che provvede a disperdere il calore nell’ambiente esterno (aria o acqua) e lo fa mediamente con 4 meccanismi fisici:

1) IRRAGGIAMENTO (raggi infrarossi calorici) = 60 % 2) EVAPORAZIONE dell’acqua (traspirazione insensibile della

pelle e con il vapore acqueo della respirazione) = 25 % 3) CONDUZIONE all’aria circostante (convezione) = 12 % 4) CONDUZIONE DIRETTA agli oggetti a contatto della pelle

= 3%

La produzione di SUDORE subentra quando gli altri meccanismi sono INSUFFICIENTI.

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Il clima e la salute: irraggiamento

La dispersione del calore nell’ambiente esterno per irraggiamento è indipendente dallo spessore e dal tipo di indumenti, perché i raggi infrarossi passano attraverso i vestiti e sono fermati solo dai teli di alluminio antiriflesso (di sopravvivenza).

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Il clima e la salute: convezione

La dispersione del calore nell’ambiente esterno per convezione all’aria circostante viene ostacolata dagli indumenti, in specie se isolanti (piumino o primaloft) o con trattamento antivento (trattamento wind-stopper), pur permettendo essi il passaggio del vapore acqueo.

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Il clima e la salute: conduzione

La dispersione del calore nell’ambiente esterno per conduzione diretta prevale in caso di immersione del corpo in acqua fredda, a temperatura inferiore a 35°C.

Cadere in un torrente di alta montagna determina il rischio di rimanere assiderati in pochi minuti.

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Il clima e la salute: evaporazione

A riposo l’evaporazione avviene soprattutto in maniera impercettibile con la traspirazione della pelle e con il vapore acqueo del respiro. Fenomeno continuo ed inavvertito che comporta, in clima temperato, la perdita di circa un litro d’acqua al giorno.

In escursione (per la respirazione accelerata e più profonda) si possono perdere per via respiratoria sino a quattro litri di acqua al giorno: di qui la necessità di un aumento cospicuo di liquidi da bere.

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Il clima e la salute: sudorazione

L’attività muscolare intensa produce, anche a temperature molto basse, ulteriore calore che determina la sudorazione, finalizzata a sottrarre calore all’organismo. Per tal motivo l’evaporazione del sudore non deve essere ostacolata da indumenti impermeabili in nylon, con il rischio di trovarsi in condizioni di ipotermia.

Ne consegue la necessità di integrare le perdite di acqua e di sali minerali.

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Il clima e la salute: alta quota

Salendo di quota la pressione atmosferica si riduce, così come la pressione parziale di ossigeno.

Ne consegue che, in specie dopo i 3.000 metri compare difficoltà respiratoria, anche a seguito di attività di medio impegno, mentre le pulsazioni cardiache possono triplicarsi cercando di compensare la richiesta di ossigeno.

Si avverte un netto calo delle prestazioni muscolari, con conseguente aumento del tempo per superare un dislivello: se di norma un’ora è sufficiente per salire 330 metri, sui 5.000 metri basta ad elevarsi di soli 80 metri.

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Il clima e la salute: alta quota

Se ciò non bastasse si avvertono, in modo diverso, riduzione della concentrazione, difficoltà respiratorie, aumento dei cataboliti muscolari, sensazione di fatica profonda.

Ad una alta percentuale delle persone che salgono rapidamente (ad esempio con la teleferica) dislivelli senza acclimatazione compaiono sintomi caratterizzati da cefalea, inappetenza, vomito, ronzii, vertigini, dispnea, tachicardia, insonnia: sintomi che vanno sotto il termine di mal di montagna.

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Il clima e la salute: alta quota

Il mal di montagna è provocato soprattutto dalla diminuzione dell’ossigeno dell’aria delle alte quote, oltre alla diminuzione della temperatura esterna ed alla disidratazione.

E’ importante distinguere il mal di montagna «vero» dalle reazioni emotive che possono comparire in soggetti sensibili trasportati rapidamente in alta quota in funivia ed in presenza di precipizi o grandi vuoti. In questo caso compaiono vertigini e cefalea, accompagnati da senso di panico e di angoscia. Per ridurli potrebbe bastare un po’ di riposo al coperto o sdraiati ad occhi chiusi.

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buona montagna a tutti

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buona montagna a tutti


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