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La Felicità Possibile - diocesimondovi.it · Il percorso espositivo con 11 opere e 8 documenti...

Date post: 17-Feb-2019
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La Felicità Possibile In Gesù Cristo il Nuovo Umanesimo Opere e documenti del patrimonio artistico della Diocesi di Mondovì in mostra nelle sale del Vescovado a Mondovì Piazza dal 10 aprile al 3 maggio 2015 Verrà inaugurata venerdì 10 aprile nelle sale del Vescovado a Mondovì Piazza la mostra “La Felicità Possibile: in Gesù Cristo il Nuovo Umanesimo”, fortemente voluta dal Vescovo di Mondovì, Monsignor Luciano Pacomio, che l’ha inserita nel programma di preparazione al 5° Convegno Ecclesiale Nazionale che si svolgerà il prossimo autunno a Firenze ( dal 9 al 13 novembre), il cui richiamo è nel sottotitolo della mostra. (http://www.firenze2015.it/ ) Il percorso espositivo con 11 opere e 8 documenti storici si snoda all’interno del Palazzo vescovile, già sede universitaria tra il 1560 e il 1566, che custodisce ambienti di grande pregio storico ed artistico, quali la Sala delle Lauree, la Sala dei Vescovi e la Sala degli Arazzi (quest’ultima ospita quattro arazzi realizzati su cartoni di Rubens e un crocifisso in avorio attribuito al Bernini). Saranno visitabili anche i salottini cinesi adiacenti alle sale espositive, solitamente non accessibili al pubblico.. Le opere e i documenti esposti fanno parte del patrimonio artistico della Diocesi di Mondovì, custodito in Cattedrale, nella Biblioteca del Seminario, nell’archivio di Curia e della Misericordia, e nel Santuario di Vicoforte.
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La Felicità Possibile In Gesù Cristo il Nuovo Umanesimo

Opere e documenti del patrimonio artistico

della Diocesi di Mondovì in mostra nelle sale del Vescovado

a Mondovì Piazza dal 10 aprile al 3 maggio 2015

Verrà inaugurata venerdì 10 aprile nelle sale del Vescovado a Mondovì Piazza la mostra “La Felicità Possibile: in Gesù Cristo il Nuovo Umanesimo”, fortemente voluta dal Vescovo di Mondovì, Monsignor Luciano Pacomio, che l’ha inserita nel programma di preparazione al 5° Convegno Ecclesiale Nazionale che si svolgerà il prossimo autunno a Firenze ( dal 9 al 13 novembre), il cui richiamo è nel sottotitolo della mostra. (http://www.firenze2015.it/ ) Il percorso espositivo con 11 opere e 8 documenti storici si snoda all’interno del Palazzo vescovile, già sede universitaria tra il 1560 e il 1566, che custodisce ambienti di grande pregio storico ed artistico, quali la Sala delle Lauree, la Sala dei Vescovi e la Sala degli Arazzi (quest’ultima ospita quattro arazzi realizzati su cartoni di Rubens e un crocifisso in avorio attribuito al Bernini). Saranno visitabili anche i salottini cinesi adiacenti alle sale espositive, solitamente non accessibili al pubblico.. Le opere e i documenti esposti fanno parte del patrimonio artistico della Diocesi di Mondovì, custodito in Cattedrale, nella Biblioteca del Seminario, nell’archivio di Curia e della Misericordia, e nel Santuario di Vicoforte.

Di particolare rilievo la tela dell’Adorazione del Bambino, attribuita alla Bottega del Morazzone del Sec. XVI, recentemente restaurata e conservata nel Santuario di Vicoforte e la statua lignea del Buon Pastore del sec. XVII, custodita nel Duomo di Mondovì. Tra i documenti esposti di estremo valore la bolla di Urbano VI (Perugia 8 giugno 1388) che assegna il titolo di Città a Mondovì ed erige la chiesa di San Donato in Cattedrale e una Bibbia stampata a Lione nel 1569. “Proprio facendo riferimento alle linee guida del Convegno Ecclesiale – sostiene Monsignor Pacomio – si è voluto cucire insieme l’esposizione di opere d’arte e documenti storici con parole e testi che portino ad una lettura in chiave umana di Cristo, della sua vita e del suo annuncio, anche attraverso un percorso che testimonia un intreccio di vite ed esperienze personali.” "La Mostra – aggiunge il Vescovo di Mondovì - corrisponde a una buona attesa delle fondamentali esigenze personali, di tentativi di collaborazione e di ricerca di risposte alle fondamentali esigenze umane. Una riscoperta, da riconoscere come vero appello, che per l’arte, la cultura, la fede resta un cristiano punto fermo: la storia umana di Gesù. Riscoprirsi umani e aprirsi a prospettive sempre più radicali e coinvolgenti non è solo speranza, ma volontà di collaborare in modo profondo". Con questo nuovo appuntamento, che fa seguito alla mostra “Oltre il tempo, la Croce”, allestita nell’autunno 2013 sempre in Vescovado, si intende continuare l’opera di sensibilizzazione e raccolta di adesioni al progetto del Museo diocesano da ospitare nei locali sotterranei del Duomo. Curatori della mostra gli architetti Gianpiero Danni e Igor Violino, con il coordinamento dell’arch. Luciano Marengo dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Mondovì, e la consulenza storico-artistica di Giancarlo Comino e Laura Marino. Le sezioni della mostra: “Eventi e memorie”, “Morte e vita”, “Gesù-Uomo. Ucciso e glorificato”. Iniziativa promossa dalla Diocesi di Mondovì Vescovo Luciano Pacomio Vicario generale Bartolomeo Bessone Parroco Giuseppe Bongiovanni In collaborazione con: Associazione Volontari per l’Arte Con il Patrocino della Città di Mondovì Con il contributo di: Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo Fondazione CRT Coordinamento generale Diocesi di Mondovì Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici Luciano Marengo

Ideazione e progettazione Giampiero Danni Igor Violino Tino Porta Consulenza storico-artistica Giancarlo Comino Laura Marino Progettazione grafica Enrica Vaschetti E con l’apporto di Antonio Rizzi Alessandro Bracco Vanna Bracco Sergio Bruno Orari di apertura della Mostra in Vescovado a Mondovì Piazza dal 10 aprile al 3 maggio - sabato, domenica e festivi ore 15-18 – Ingresso libero Inaugurazione: venerdì 10 aprile ore 17 presso il cortile del Vescovado ( in caso di maltempo in Sala “Ghisleri”) Visite per le scuole su prenotazione: Antonio Rizzi al numero 0174 41549 Info www.diocesimondovi.it

La Felicità Possibile - In Gesù Cristo il Nuovo Umanesimo Mondovì 10 aprile - 3 maggio 2015 OPERE IN MOSTRA

1. Piviale di San Pio V | MONDOVì, cattedrale

AUTORE: manifattura italiana TITOLO E DATA DELL’OPERA: piviale di S. Pio V (1557 – 1568) MATERIALE E TECNICA DI REALIZZAZIONE: broccatello di seta, taffetas di seta, filo dorato, seta lanciata, filo d’argento MISURE: 145x295 cm

2. Ritratto di Mons. Casati | MONDOVì, cattedrale

AUTORE: ambito piemontese TITOLO E DATA DELL’OPERA: ritratto di Mons. Michele Casati (seconda metà XIX secolo) MATERIALE E TECNICA DI REALIZZAZIONE: olio su tela MISURE: 96.5x71.5 cm

3. Tela con Annunciazione (copia da A. Pozzo) | MONDOVì, cattedrale

AUTORE: ambito piemontese TITOLO E DATA DELL’OPERA: Annunciazione (prima metà XIX secolo) MATERIALE E TECNICA DI REALIZZAZIONE: olio su tela MISURE: 133x100 cm

4. Tela con Adorazione del Bambino (bottega del Morazzone) | VICOFORTE, santuario

AUTORE: Bottega del Morazzone (?), attr. TITOLO E DATA DELL’OPERA: Adorazione del Bambino (XVI secolo) MATERIALE E TECNICA DI REALIZZAZIONE: olio su tela MISURE: 192x143 cm

5. Croce in marmo rosa | MONDOVì, cattedrale

AUTORE: ambito piemontese TITOLO E DATA DELL’OPERA: croce d’altare (prima metà XIX secolo) MATERIALE E TECNICA DI REALIZZAZIONE: legno scolpito e intagliato, marmo rosa scolpito e intagliato, lamina metallica sbalzata MISURE: 97.5x39.5x14.5 cm

6. Ostensorio architettonico | MONDOVì, cattedrale

AUTORE: ambito torinese TITOLO E DATA DELL’OPERA: Ostensorio architettonico (ultimo quarto secolo XVIII) MATERIALE E TECNICA DI REALIZZAZIONE: argento fuso, sbalzato, cesellato, parzialmente dorato MISURE: 70.6x35 cm

7. Pace | MONDOVì, cattedrale

AUTORE: argentiere centroitaliano TITOLO E DATA DELL’OPERA: Pace (terzo quarto del XVI secolo) MATERIALE E TECNICA DI REALIZZAZIONE: argento fuso, cesellato, bulinato MISURE: 20x11.5x5.2 cm

8. Piviale detto di Santo Stefano | MONDOVì, cattedrale

AUTORE: manifattura italiana (?) e manifattura francese (?) TITOLO E DATA DELL’OPERA: Piviale (primo quarto del XVIII secolo) MATERIALE E TECNICA DI REALIZZAZIONE: velluto di seta, taffetas di seta, seta laminata, velluto cesellato, filo dorato, cotone MISURE: 140.5x289 cm

9. Calice con piede figurato | MONDOVì, cattedrale

AUTORE: argentiere piemontese TITOLO E DATA DELL’OPERA: Calice (metà del XVIII secolo) MATERIALE E TECNICA DI REALIZZAZIONE: argento sbalzato, bulinato, inciso, dorato MISURE: 24x15.5 cm

10. Incoronazione di spine | MONDOVì, cattedrale

AUTORE: ambito piemontese TITOLO E DATA DELL’OPERA: Dipinto con Incoronazione di spine (secondo quarto del XVIII secolo) MATERIALE E TECNICA DI REALIZZAZIONE: olio su tela MISURE: 144.5x116 cm

11. Buon Pastore in legno dorato| MONDOVì, cattedrale

AUTORE: ambito piemontese TITOLO E DATA DELL’OPERA: Statua di Cristo Buon Pastore (seconda metà del XVII secolo) MATERIALE E TECNICA DI REALIZZAZIONE: legno scolpito, intagliato e dorato MISURE: 86x31x22 cm

DOCUMENTI STORICI IN MOSTRA

1. Bolla di Urbano VI dell’8 giugno 1388, Mondovì, Archivio del Capitolo della Cattedrale

Autore: ---- Materiali: pergamena, piombo e seta (sigillo) Misure: mm. 510x427 Stato di conservazione: buono Breve scheda 1. Bolla di Urbano VI in forma solenne con cui concede a Mondovì il titolo di città ed erige la chiesa di S. Donato in cattedrale. Perugia, 8 giugno 1388. All’inizio di giugno del 1388 una delegazione monregalese, guidata dal sindaco Manuele Biglione, si reca a Perugia per chiedere al papa Urbano VI la concessione del titolo di città e contestualmente l’istituzione della nuova diocesi di Mondovì. Il momento non poteva essere più favorevole, con la Chiesa divisa tra le due obbedienze, quella di Roma e quella di Avignone, dopo lo scisma di dieci anni prima. Da dieci anni il conte di Savoia era tra i più assidui sostenitori dell’antipapa Clemente VII, e negli stati sabaudi le uniche adesioni al pontefice romano erano venute da Nizza e da Sion: avere dunque una diocesi dalla propria parte nel Piemonte meridionale che riducesse notevolmente l’influenza astigiana filo avignonese era un’occasione da non perdere. La richiesta trovò pertanto accoglienza nell’animo del papa, e nel breve volgere di poco più di due settimane Urbano VI prima istituì la nuova diocesi, poi vi nominò il primo vescovo, e infine concesse alla nuova città il vessillo di Santa Romana Chiesa. Nella fretta non poterono essere definiti i confini, che vennero fissati genericamente tra il Tanaro e la Stura, per cui alcune comunità rifiutarono il passaggio alla nuova diocesi, preferendo rimanere sotto quella di Asti, e ciò fino al 1768.

2. Visita apostolica di mons. Gerolamo Scarampi, Mondovì, Archivio della Curia vescovile, vol. I, relazione

Autore: --- Materia: carta, pergamena (rilegatura) Misure: cm. 34,5x23,5x3,5 Stato di conservazione: buono Breve scheda I visitatori apostolici furono istituiti dal papa Pio V per conferire maggiori poteri e una più ampia manovra d’azione rispetto a quelli dei vescovi in vista della piena attuazione dei decreti tridentini. Infatti, dopo i primi tentativi di conoscere lo stato delle diocesi, molto rimaneva da fare, e la riforma della Chiesa era largamente inapplicata. Gerolamo Scarampi, dei marchesi del Cairo, era ritenuta la personalità più adatta a visitare l’ampia diocesi di Mondovì, che in alcune sue zone presentava

pericolosi focolai di eresia. Eletto nel 1571 vescovo di Campagna e Satriano, la sua nomina a visitatore apostolico fu caldamente sostenuta dall’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo. La sua visita iniziò dalla città di Mondovì, dove giunse il 10 dicembre 1582, per concludersi l’anno seguente, affiancato o sostituito per alcuni luoghi dal convisitatore Bartolomeo Giorgi. Oltre alla relazione, qui esposta, possediamo anche i decreti e gli inventari dei beni dei vari enti religiosi che, nell’insieme, costituiscono una fonte di fondamentale importanza, testimoniata dalle due copie esistenti, una conservata nello stesso Archivio della Curia Vescovile di Mondovì, l’altra a Roma, nell’Archivio della Sacra Congregazione del Concilio. Gerolamo Scarampi morì nel novembre del 1583, e la sua visita fu conclusa dal canonico Bartolomeo Ferrero, poi vescovo di Aosta.

3. Statuti della confraternita di S. Antonio abate, 1429 Autore: Giorgio “de Bardineto” Materiale: pergamena, carta e pelle (rilegatura). Rubrica e capilettera in rosso Misure: mm. 264x188 Stato di conservazione: buono Confraternita della Misericordia, Via della Misericordia, Mondovì Piazza Breve scheda Statuti della confraternita di S. Antonio abate, finiti il 22 dicembre 1429, Mondovì, confraternita della Misericordia Sorta probabilmente tra XIII e XIV secolo sull’onda del grande movimento penitenziale iniziato nel 1260 in Umbria da Ranieri Fasani, la confraternita di S. Antonio abate è attestata per la prima volta in un testamento del 1361. Nel 1429 si dota di Statuti ad opera di un certo Giorgio “de Bardineto”, che non è stato possibile identificare, e gestisce un ospedale come stabilito dalla volontà del suo benefattore del 1361. Il testo si compone di 32 articoli, a cui ne è stato aggiunto uno sul gioco; la confraternita è governata da un rettore che viene eletto due volte l’anno, affiancato da otto consiglieri. Tutta la vita devozionale ruota

intorno alla pratica della disciplina, cioè la pubblica flagellazione per le strade della città ogni ultima domenica del mese, indossando le cappe bianche e a volto coperto, facendo tappa per le preghiere nelle varie chiese. Essa era proibita di notte. 4. Libro dei condannati a morte della confraternita della Misericordia, Mondovì, confraternita della Misericordia Autore: il rettore o il cappellano della confraternita Materiale: carta Misure: mm. 290x100 Stato di conservazione: restaurato nel 2010 Breve scheda Libro dei condannati a morte della confraternita della Misericordia, Mondovì, confraternita della Misericordia Esauritasi l’assistenza ospedaliera con l’accorpamento di tutti gli ospedali della città in quello “maggiore” di S. Croce nel 1547, la confraternita di S. Antonio dovette cambiare le sue finalità assistenziali, e nel 1604 chiese e ottenne l’aggregazione all’arciconfraternita della Misericordia della Nazione fiorentina di Roma, aggiungendo pertanto al primitivo titolo di S. Antonio abate quello di S. Giovanni Battista decollato. Da questo momento si occupò sistematicamente dell’assistenza ai carcerati, del conforto e della sepoltura dei condannati a morte. A partire dal 10 giugno 1758 tenne regolarmente un registro dove il rettore o il cappellano annotavano il nome o i nomi dei condannati, se l’esecuzione era di più persone insieme, il loro luogo di origine e il tipo di condanna a morte subita e le eventuali pene accessorie, come le tenaglie infuocate o lo squartamento del cadavere e l’esposizione dei quarti, infine come era morto il condannato. Infatti grande importanza assume il conforto per ottenere una morte riconciliata con Dio, conforto tenuto prima dai Gesuiti, poi, dopo la loro soppressione, dal cappellano stesso della confraternita. L’ultimo condannato a morte assistito fu giustiziato a Bagnasco il 9 novembre 1858. 5. Atto di morte del venerabile Giovanni Battista Trona, Mondovì, Archivio della parrocchia della Cattedrale Autore: il curato della cattedrale Materiale: carta Misure: cm. 28,5x18x3,5 Stato di conservazione: discreto Breve scheda Giovanni Battista Trona, filippino, morì a Piazza, in casa del marchese Clemente Vivalda, la domenica 13 dicembre 1750: la salma, dopo essere stata imbalsamata, fu esposta per due giorni alla venerazione dei fedeli, infine fu sepolta nella chiesa di S.

Filippo, nel luogo che secondo la tradizione lo stesso Trona aveva indicato alcuni anni prima. Nato al Serro di Frabosa il 18 ottobre 1682, la sua vita fu segnata all’età di tredici anni dall’assassinio della madre, mentre con lui stava raccogliendo castagne. Entrato nella congregazione di S. Filippo nel 1705, si segnalò ben presto per lo zelo pastorale, la carità e l’umiltà, che lo fecero ritenere, ancora in vita, un santo. La causa di beatificazione, iniziata due anni dopo la morte, fu interrotta nel 1779, ripresa nel 1902 fino al titolo di venerabile. È autore di un’opera in due volumi, Raccolta delle cose più principali spettanti alla fede, alla speranza e alla carità sì verso Dio che verso noi, ed i nostri prossimi, fatta da un Padre della Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo Neri di Mondovì, Torino 1741. 6. Bibbia Sacra, Lione 1569 Mondovì, Biblioteca Diocesana “G. Bona” (Seminario) Autore: … Materiale: carta, pelle (rilegatura) Misure: cm. 38,5x25,5x7,5 (in-folio) Stato di conservazione: buono Breve scheda Nel XVI Lione fu uno dei centri più importanti di tutta l’Europa per il numero e la qualità delle sue edizioni a stampa: si calcola che mentre a Parigi tra il 1500 e il 1599 furono stampati 25000 volumi, a Lione ne furono stampati 15000. Con l’avvento della Riforma gli editori-librai-stampatori si divisero in sostenitori e avversari dell’eresia: i primi emigrarono ben presto a Ginevra, mentre gli altri rimasero, schierandosi a favore della reazione cattolica. Tra questi uno dei più importanti fu Guillaume Roville, che diede alle stampe questa Bibbia nel 1569: è una magnifica edizione del tipografo più celebre della Francia, come lo definisce una nota manoscritta nel foglio di guardia, celebre per le ingenti somme che spendeva per decorare “di figure in legno bellissime” (xilografie) “le sue già belle edizioni”. La Biblioteca del Seminario possiede anche un’altra Bibbia dello stesso stampatore, anteriore di pochi anni.

7. Bibbia sacra, Anversa 1603, Mondovì, Biblioteca Diocesana “G. Bona” (Seminario) Autore: … Materiale: carta, pelle (rilegatura) Misure: cm. 39x26x8,5 (in-folio) Stato di conservazione: buono Breve scheda Nato in Turenna tra il 1514 e il 1520, Christophe Plantin si trasferì nel 1548-1549 ad Anversa, dove sperava di portare avanti con successo la sua attività di stampatore, approfittando dell’importanza culturale ed economica della città delle Fiandre. Il suo colpo di fortuna fu quando il re di Spagna Filippo II lo appoggiò nell’impresa di pubblicare una grande Bibbia poliglotta, che per la prima volta vedeva l’impiego della lingua siriaca. Questa impresa gigantesca lo rese famoso in tutto il mondo, anche grazie al monopolio che il sovrano gli assicurò per la Spagna e le colonie. Nei suoi laboratori impiegava più di 200 operai a ritmo continuo, ed esportava libri in tutte le maggiori città europee. Dopo la sua morte l’impresa fu continuata da uno dei suoi generi, Jean Moerentorf, che latinizzò il proprio nome in Moretus, alla moda degli umanisti. La Bibbia qui esposta presenta un ricco frontespizio illustrato, e gli eleganti caratteri usati dalla stamperia; dal 1608 i libri usciti dalla sua produzione furono illustrati da Rubens. Jean Moretus morì nel 1610 e l’opera fu continuata dai figli. 8. Lettere pastorali di mons. Michele Casati vescovo di Mondovì, Mondovì, Biblioteca Diocesana “G. Bona” (Seminario) Autore: Michele Casati Titolo e data: Raccolta di lettere pastorali dell’Illustrissimo e Reverendissimo monsignor Michele Casati della Congregazione de’ Chierici regolari vescovo di Mondovì e conte, colla traduzione di quelle che sono latinamente scritte, Torino, Giammichele Briolo, 1778 Materiale: carta, pelle (rilegatura) Misure: cm. 23,5x19 Stato di conservazione: buono Breve scheda Michele Casati fu eletto vescovo di Mondovì nel 1753, voluto fortemente dal re di Sardegna che aveva avuto modo di apprezzarlo durante il periodo del suo insegnamento all’Università di Torino. Nato da nobile famiglia milanese, entrato nell’Ordine dei Teatini, divenne uno degli esponenti di punta del Cattolicesimo subalpino, dove si impegnò a favore della disciplina ecclesiastica, della moralizzazione dei costumi e dell’educazione dei giovani. Fondò il collegio che

ancora oggi porta il suo nome, incoraggiò la formazione del clero e pubblicò un famoso Catechismo della dottrina cristiana che divenne un modello insuperato, largamente diffuso in tutta Italia. Visitò tutta la diocesi e sostenne l’azione caritativa di Rosa Govone. Nel 1768 ottenne finalmente l’unione alla diocesi di Mondovì delle parrocchie di Pamparato, Niella, Torre, S. Michele, Cigliè e Roccacigliè; nel 1777 consacrò il santuario di Vicoforte. Nel 1778 pubblicò a Torino un’ampia raccolta delle sue lettere pastorali, qui esposte. Morì nel 1782.


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