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LA FRAZIONE DEI TUMORI ATTRIBUIBILE ALL ...LA FRAZIONE DEI TUMORI ATTRIBUIBILE ALL’ESPOSIZIONE...

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LA FRAZIONE DEI TUMORI ATTRIBUIBILE ALL’ESPOSIZIONE PROFESSIONALE WORKSHOP Cancerogeni in ambienti di lavoro Padova, 28 gennaio 2016 Alessandra Binazzi INAIL, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale Laboratorio di epidemiologia occupazionale e ambientale Via Stefano Gradi 55 - 00143 Roma INAIL, DIPARTIMENTO MEDICINA, EPIDEMIOLOGIA, IGIENE DEL LAVORO ED AMBIENTALE (DiMEILA)
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LA FRAZIONE DEI TUMORI ATTRIBUIBILE ALL’ESPOSIZIONE

PROFESSIONALE

WORKSHOP

Cancerogeni in ambienti di lavoro

Padova, 28 gennaio 2016

Alessandra Binazzi

INAIL, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientaleLaboratorio di epidemiologia occupazionale e ambientale

Via Stefano Gradi 55 - 00143 Roma

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SINTESI DELLA RELAZIONE

Dimensione del fenomeno dei tumoriprofessionali

Stima del rischio per tumori professionali

Sorveglianza epidemiologica dei tumoriprofessionali

Difficoltà nell’identificazione dei tumorioccupazionali

Conclusioni

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Patologie tumorali: 14,9 milioni di casi incidenti e 8,2 milionidi decessi nel mondo (2013)

Seconda causa di morte (dopo le patologie cardiovascolari) nel2013 (da terza nel 1990)

Aumento della proporzione di decessi per tumore rispetto a tuttele cause di morte: dal 12% nel 1990 al 15% nel 2013

Più di 600.000 decessi per tumori professionali ogni anno nelmondo (stime globali ILO), di cui più di 200.000 nei paesiindustrializzati (sulla base dei dati di mortalità WHO del 2011)

Nei paesi EU più di 100.000 decessi per tumori professionali nel2014 (53% di tutti i decessi lavoro-correlati)

• Global Burden of Disease Cancer Collaboration. The Global Burden of Cancer 2013. JAMA Oncol. 2015;1(4):505–527• Takala J. Eliminating occupational cancer. Ind Health. 2015;53(4):307-9

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DIMENSIONE DEI TUMORI PROFESSIONALI

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La popolazione generale è esposta ad un ampio spettro di inquinantiambientali, provenienti da diverse fonti (abitazione, luogo di lavoro,ambiente in generale), esposizioni che normalmente NON possonoessere direttamente controllate a livello individuale

Alcune sostanze chimiche, metalli, polveri e circostanze occupazionali sonostate causalmente associate ad un aumentato rischio di specificitumori (polmone, cute, vescica, mesotelioma)

La IARC ha classificato 44 esposizioni professionali comecancerogeni per l’uomo:

• 32 agenti chimici o fisici e gruppi di agenti o miscele per le qualil’esposizione è prettamente occupazionale

• 12 processi industriali o professioni

In Italia circa 4,2 milioni di soggetti sono stati riconosciuti esposti adagenti cancerogeni (25% della forza lavoro)

• Cogliano VJ et al. Preventable exposures associated with human cancers. J. Natl. Cancer Inst 2011;103(24):1827–39• Kauppinen T et al. Occupational exposure to carcinogens in the European Union. Occup Environ Med 2000;57(1):10-8

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DIMENSIONE DEI TUMORI PROFESSIONALI

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Tutte le forme di Amianto sono cancerogene per l’uomo esono responsabili della più grande proporzione di tumoriprofessionali

Sufficiente evidenza di cancerogenicità per mesotelioma,tumore del polmone, della laringe e dell’ovaio, limitata pertumore del colon-retto, della faringe e dello stomaco

Circa il 5-7% di tutti i tumori del polmone può essereattribuito ad esposizione professionale ad amianto e negliesposti il mesotelioma può rappresentare più del 9% deidecessi totali

Nei paesi EU più di 100.000 decessi per mesotelioma edasbestosi (circa il 60% di quelli globali) nel periodo 1994-2010

• World Health Organization (WHO). 2009. Mortality and Burden of Disease Attributable to Selected Major Risks. Geneva, Switzerland• International Agency for Research on Cancer (IARC). 2011. Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans. Lyon, France• Boffetta P. Malignant mesothelioma: Epidemiology. In: S. Anttila and P. Boffetta (eds), Occupational Cancers, Springer Verlag, London 2014, pp. 253-264• Kameda T et al. Asbestos: use, bans and disease burden in Europe. Bull World Health Organ. 2014 Nov 1;92(11):790-7

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AGENTI CANCEROGENI PROFESSIONALI PIÙ DIFFUSI

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Silice cristallina: nei paesi EU più di 2 milioni di lavoratoriesposti nelle industrie della lavorazione dei minerali,dell’energia, dei metalli e delle costruzioni

Arsenico (esposizione per inalazione, ingestione, contatto):eccesso di rischio per tumori della cute, del polmone e dellavescica, e con meno consistenza, del rene, del fegato e dellaprostata

Oli di scarico diesel (classificati come cancerogeno di gruppo1 nel 2012) associati a aumento di rischio per tumore del polmonee della vescica, in esposizioni professionali nelle miniere nonmetallifere, nelle ferrovie e nei trasporti

• Maciejewska A. Occupational exposure assessment for crystalline silica dust: approach in Poland and worldwide. Int J Occup Med Environ Health2008;21(1):1–23

• Straif K et al. A review of human carcinogens – Part C: Metals, arsenic, dusts, and fibres. Lancet Oncol 2009;10(5):453–4• Benbrahim-Tallaa L et al. Carcinogenicity of diesel-engine and gasoline-engine exhausts and some nitroarenes. Lancet Oncol 2012;13(7):663–4• Olsson AC et al. Exposure to diesel motor exhaust and lung cancer risk in a pooled analysis from case–control studies in Europe and Canada. Am J Respir Crit

Care Med 2011;183(7):941–8

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AGENTI CANCEROGENI PROFESSIONALI PIÙ DIFFUSI

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Amine aromatiche: associate ad un aumento di rischio per tumore dellavescica, leucemia e linfomi, tumori del polmone e dello stomaco(recentemente è stato evidenziato un eccesso di rischio per tumore della vescica ed esposizionead alcuni erbicidi, che sono amine aromatiche)

Formaldeide (industrie tessili e delle materie plastiche): associataad un aumento di rischio per tumori del nasofaringe, leucemia mieloide

Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) (produzione di alluminio,gassificazione e produzione del carbone): associati ad un aumento dirischio per tumore del polmone e della cute

Benzene: evidenza di una associazione positiva con linfoma non-Hodgkin(NHL), leucemia linfocitica acuta (ALL) e cronica (CLL), mieloma multiplo(associazione tra esposizione a benzene e NHL in studio prospettico di popolazione a Shanghaisu più di 70.000 donne: manifattura di prodotti in gomma, sostanze chimiche organiche, veicoli amotore, miscellanea di materiali elettronici e componenti di apparati radio televisivi)

• Koutros S et al. Occupational exposure to pesticides and bladder cancer risk. Int J Epidemiol 2015, 1–14• Espina et al. European Code against Cancer 4th Edition: Environment, occupation and cancer. Cancer Epidemiology 39S (2015) S84–S92• IARC (International Agency for Research on Cancer), 2012. Benzene. IARC Monogr Eval Carcinog Risk Hum 100F:249–294• Bassig BA et al. Occupational exposure to benzene and non-Hodgkin lymphoma in a population based cohort: the Shanghai Women’s Health Study.

Environ Health Perspect 2015;123:971–977

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AGENTI CANCEROGENI PROFESSIONALI PIÙ DIFFUSI

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I tumori professionali non si differenziano dagli altri tipi ditumore in termini biologici o clinici

Si concentrano tra specifici gruppi di lavoratori, caratterizzati da:

• esposizioni ad agenti cancerogeni particolari per intensità e durata• rischio di sviluppare una particolare forma di tumore molto più alto rispetto

alla popolazione generale

Esposizioni nel posto di lavoro ad agenti chimici e fisici causalmenteassociati all’insorgenza delle neoplasie maligne, in concentrazionimaggiori del livello basale

Si ipotizza una correlazione lineare dose-risposta senza la presenza diuna soglia al di sotto della quale non è osservabile alcun effetto (bassedosi)

Driscoll T et al. The global burden of disease due to occupational carcinogens. Am J Ind Med 2005;48(6):419-31

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IL FENOMENO DEI TUMORI PROFESSIONALI

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Mancanza o inaffidabilità di dati diretti sulla morbosità e mortalità

L’evidenza del fenomeno è valutabile solo in termini di eccesso di rischio con metodo indiretto:

“Frazione di rischio attribuibile” “Frazione di casi di malattia in una data popolazione che non si sarebbero verificati se

il fattore di interesse fosse stato assente”

Il rischio attribuibile può essere misurato sia tra i soli esposti (ARe)che nella popolazione generale (PAR)

Nel primo caso il rischio dipende dalla ampiezza dell’associazione tral’esposizione e la patologia, che si assume essere causale, nel secondocaso dipende anche dalla prevalenza dell’esposizione nella popolazione(studi caso-controllo “population-based” e studi di coorte, dove la coorterappresenta un campione casuale della popolazione generale)

STIMA DEL RISCHIO PER TUMORI PROFESSIONALI

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• Levin ML. The occurrence of lung cancer in man. Acta Unio Int Contra Cancrum 1953;9:531-41• Barone-Adesi F et al. Population attributable risk for occupational cancer in Italy. Int J Occup Environ Health 2005; 11:23-31

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STIMA DEL RISCHIO PER TUMORI PROFESSIONALI

Criteri di causalità per una associazione tra esposizione e rischio ditumore:

forza dell’associazione relazione dose-risposta consistenza risultati analogia con relazioni causali precedentemente dimostrate

Metodi quantitativi e qualitativi per la valutazione dell’esposizione (matricilavoro-esposizione, questionari lavoro-specifici)

La proporzione di tumori attribuibili all’ambiente lavorativo è sesso-,luogo- e periodo-specifica: la prevalenza di persone professionalmenteesposte nella popolazione varia nel tempo e nello spazio

Tale quota, discussa ed aggiornata ripetutamente nella comunità scientifica,è estremamente variabile per settore economico e sede anatomica dellaneoplasia

Tuttavia i risultati possono essere estendibili all’insieme della popolazionelavorativa e generale che ha presentato caratteristiche simili di esposizionee di industrializzazione

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Tumori rari ad elevata frazione eziologicaoccupazionale (60-90%)

Mesoteliomi Tumori naso-sinusali (adenocarcinomi) Angiosarcomi epatici

Tumori diffusi nella popolazione a limitata frazione eziologica occupazionale (10-40%)

Tumori del polmone Tumori della vescica Tumori della laringe Leucemie Adenocarcinoma pancreatico Carcinoma sieroso dell’ovaio

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IL FENOMENO DEI TUMORI PROFESSIONALI

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In diversi paesi sono stati fatti dei tentativi per quantificare ladimensione dei tumori di origine professionale per evidenziarel’impatto dell’esposizione a cancerogeni nei posti dilavoro

Il 9% dei decessi per tumore del polmone è stato stimato diorigine professionale (6% in Europa occidentale e 5% inUSA)

Tutti gli studi concordano che il tumore del polmonerappresenta più della metà dei tumori professionali el’amianto l’esposizione professionale più importante

• Driscoll T et al. The global burden of disease due to occupational carcinogens. Am J Ind Med 2005;48(6):419-31• Straif K. 2008. The burden of occupational cancer. Occup Environ Med 65(12):787-8.

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STIME DELLA PROPORZIONE DEI CASI DI TUMORE NELLA POPOLAZIONE ATTRIBUIBILI AD

ESPOSIZIONI PROFESSIONALI

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Finlandia: 24% dei decessi per tumore del polmone attribuito adagenti cancerogeni in ambito lavorativo (circa la metà di questi daamianto)

USA (1997), Francia (2000): 75% dei tumori professionalirappresentato dal tumore del polmone (più della metà dei casicorrelati all’amianto in USA)

Gran Bretagna: mesotelioma (94,9%), tumori naso-sinusali(34,4%), del polmone (14,5%) e della mammella (4,6%) cause piùrilevanti di mortalità lavoro-correlata (con il contributo più grandefornito dall’esposizione ad amianto)

• Nurminen M, Karjalainen A. Epidemiologic estimate of the proportion of fatalities related to occupational factors in Finland. Scand J Work Environ Health 2001;27(3):161-213

• Steenland K et al. Dying for work: The magnitude of US mortality from selected causes of death associated with occupation. Am J Ind Med 2003;43:461–82

• Boffetta P et al. An estimate of cancers attributable to occupational exposures in France. J Occup Environ Med 2010;52(4):399-406• Rushton L al. Occupation and cancer in Britain. Br J Cancer 2010;102(9):1428-37

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STIME DELLA PROPORZIONE DEI CASI DI TUMORE NELLA POPOLAZIONE ATTRIBUIBILI AD

ESPOSIZIONI PROFESSIONALI

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Svezia: 82% (uomini) e 32% (donne) dei tumori professionalirappresentati dal tumore del polmone e dal mesotelioma, mentre iltumore alla mammella il 55% di tutti i casi di tumore lavoro-correlato tra le donne

Italia: circa 8.000-8.500 decessi stimati per tumori professionalinel 2006: 77% rappresentato dal tumore del polmone negliuomini e 91% complessivamente da tumori della mammella, delpolmone ed il mesotelioma nelle donne

• Järvholm B et al. Mortality attributable to occupational exposure in Sweden. Scand J Work Environ Health 2013;39(1):106-11• Binazzi A et al. The burden of mortality with costs in productivity loss from occupational cancer in Italy. Am J Ind Med. 2013;56(11):1272-9

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STIME DELLA PROPORZIONE DEI CASI DI TUMORE NELLA POPOLAZIONE ATTRIBUIBILI AD

ESPOSIZIONI PROFESSIONALI

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FRAZIONI ATTRIBUIBILI AD ESPOSIZIONE PROFESSIONALE

*AF: frazione di rischio attribuibile ad esposizione professionale

SEDE BIBLIOGRAFIA AF* (%)

Tutte Doll e Peto (1981) 4

Swedish Cancer Committee (1992) 2

Merler et al. (1999) 6

Nurminen e Karjalainen (2001) 2-14

Boffetta et al. (2010) 0,3-2,7

Rushton et al. (2010) 5,3

Polmone Fingerhut M et al. (2006) 9

Driscoll et al. (2005) 9

Barone-Adesi et al. (2005) 12-36

Rushton et al. (2010) 14,5

Naso Rushton et al. (2010) 34,4

Järvholm et al (2012) 20-46

Mesotelioma Rushton et al. (2010) 94,9

Järvholm et al (2012) 25-90

Vescica Kogevinas M et al. (2003) 7,4

Barone-Adesi et al. (2005) 4-24

Rushton et al. (2010) 5,3

Järvholm et al (2012) 1,9-7,1

Leucemie Fingerhut M et al. (2006) 2

Driscoll et al. (2005) 1-3

Rushton et al. (2010) 0,8

Järvholm et al (2012) 0,5-0,9

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D. Lgs. 277/91, art. 36

D. Lgs 626/94, art. 71

D. Lgs 66/2000

DPCM 308/2002

DL 257/2006

Istituzione del Registro Nazionale dei casi di Asbestosi e di Mesotelioma asbesto-correlati

Segnalazione dei casi di tumore di sospetta origine professionale

Sistema di monitoraggio dei rischi in modifica dell’art. 71 del d.Lgs. 626/94

Decreto attuativo Registro Mesoteliomi

Registro Mesoteliomi secondo disposizioni ex art 71 del d.Lgs. 626 e abrogazione d.Lgs. 277/91

EVOLUZIONE DEL QUADRO NORMATIVO INAIL, D

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D. Lgs 81/2008

in attuazione della delega per il riassetto

legislativo in materia di salute e sicurezza nei

luoghi di lavoro

Art. 244

Registrazione dei tumori

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EVOLUZIONE DEL QUADRO NORMATIVO

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• Autorizzazione ex lege allaraccolta, registrazione eanalisi di dati nominativi

• Rete completa di Centriregionali

• Il DPCM 308/2002 è citatonel testo di legge

• Sezioni dedicate

• Contenuti e modalitàdell’intero sistema sonodeterminati dal Ministerodella salute, d’intesa conle regioni e le P.A.

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SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA DEI TUMORI PROFESSIONALI:

REGISTRO NAZIONALE DEI MESOTELIOMI (ReNaM)

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PRODUZIONE ED IMPORTAZIONI DI AMIANTO IN ITALIA (1946-1992)

Fonte: Marinaccio A et al. Il Registro Nazionale dei Mesoteliomi. Secondo rapporto. Monografia Ispesl, Roma 2006

Dal dopoguerra al bando del 1992 sono state prodotte 3.748.550 tonnellatedi amianto grezzo (più di 160.000 tonnellate/anno nel periodo 1976-1980)

Le importazioni di amianto grezzo si mantengono superiori alle 50.000tonnellate/anno fino al 1991

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CONSUMI DI AMIANTO E SCENARI PER I CASI DI MESOTELIOMA (ITALIA, 2005)

Fonte: Marinaccio A et al. Predictions of mortality from pleural mesothelioma in Italy: a model based on asbestos consumption figures supports results fromage-period-cohort models. Int J Cancer (2005) 155:142-147

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Archivio 1993-2012:21.463 casi di Mesotelioma Maligno (MM)

MM pleura 19.955 (93%)MM peritoneo 1.392 (6,5%)MM pericardio 51 (0,2%)MM tunica vag. testicolo 65 (0,3%)

M/F = 2,5M = 71,6%F = 28,4%*

* la percentuale di donne passa dal 27,5% per i mesoteliomi pleurici al 31,4% e 41,3% rispettivamente per i casi del pericardio e del peritoneo

Età mediana: 70 anni 429 casi (2%) <45 aa

V RAPPORTO ReNaM: RISULTATIIN

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EMIO

LOG

IA, IGIEN

E DEL LAVO

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Tassi di incidenza (MM pleura, Italia, 2011):M = 3,64F = 1,32

(casi per 100.000)

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Settori di attività maggiormente coinvolti (periodo1993-2012, soli soggetti colpiti dalla malattia per motivoprofessionale):

• Edilizia (15,2%)• Industria pesante (8,3%)• Cantieri navali (6,7%)• Industria tessile (6,7%) • Difesa militare (4,1%)• Attività di fabbricazione di prodotti in metallo (5,7%)• Metallurgia (3,9%)• Rotabili ferroviari (3,4%) • Industria del cemento-amianto (3,1%)

L’insieme di questi settori è responsabile di circa il 60%dei casi registrati negli archivi del ReNaM

V RAPPORTO ReNaM: RISULTATIIN

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IA, IGIEN

E DEL LAVO

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Altri settori coinvolti (variegati e frazionati, esposizione perpresenza del materiale nel luogo di lavoro e non per uso diretto):

• Trasporti terrestri (3,9%), marittimi (2,1%) e movimentazione merci nei porti (1,6%)

• Zuccherifici (0,9%) e altre industrie alimentari (2,1%)• Industria chimica e delle materie plastiche (3,6%)• Vetro (1,2%), Carta (0,9%), Gomma (1,2%)• Estrazione e raffinerie di petrolio (1%) • Produzione di energia elettrica e gas (1,6%) • Produzione, riparazione e manutenzione degli autoveicoli e

motoveicoli (4,1%)

Esposizione inconsapevole (presenza non nota di amianto in luoghidi lavoro spesso aperti al pubblico):

• Pubblica amministrazione (1,1%)• Sanità (1,9%),• Banche, poste e assicurazioni (0,5%),• Istruzione (0,4%),• Alberghi, bar e ristoranti (0,6%)

V RAPPORTO ReNaM: RISULTATIIN

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Riduzione progressiva tra i quadrienni 1993-1996 e2009-2012 del peso percentuale dei settori dei cantierinavali (dal 12,8% al 5%) e dell’industria di produzionedei manufatti in cemento-amianto (dal 7,1% al 2,5%)

Aumento casi con esposizione nell’edilizia, che produceoggi il maggior numero di casi e che desta preoccupazionianche per la possibilità di esposizioni attuali

Grande frantumazione dei settori con possibilità diesposizione che deve essere considerata quando sidiscuta di casi di mesotelioma per i quali non esistonoevidenze di attività ”a rischio” svolte in precedenza

NUOVO SCENARIO ESPOSIZIONI

V RAPPORTO ReNaM: RISULTATIIN

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Marinaccio A. et al. Il Registro Nazionale dei Mesoteliomi (ReNaM). Quinto Rapporto. INAIL, Milano, novembre 2015

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SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA DEI TUMORI PROFESSIONALI:

REGISTRO NAZIONALE DEI TUMORI NASO-SINUSALI

(ReNaTuNS)

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I tumori dei seni nasali e paranasali (TuNS) rappresentanomeno dell’1% di tutti i tumori

Incidenza molto bassa nella popolazione : 0,8 negli uominie 0,3 nelle donne (casi per 100.000, Italia, 2006-2009)

Frazione rilevante di casi negli esposti agli agenti causali

Evidenza certa di cancerogenicità per l’uomo (IARC):

Polveri di legno Polveri di cuoio Nichel Fumo di tabacco Radio 226 e 228 Produzione di alcool isopropilico

TUMORI NASO-SINUSALI:DATI EPIDEMIOLOGICI

• AIRTUM- ITACAN: Tumori in Italia, Versione 2.0. Associazione Italiana dei Registri TUMori (http://www.registri-tumori.it)• Agents Classified by the IARC Monographs, Volumes 1–112. Lyon, France: International Agency for Research on Cancer; 2011

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Archivio 1989-2012:

1.352 casi di Tumori Naso-Sinusali

(TuNS)

M/F = 2,7

M = 73,4%F = 26,6%

Età mediana: 67 anni

78 casi (5,8%): <45 aa223 casi (16,5%): <55 aa

1068 casi (79%): 55-84 aa

I RAPPORTO ReNaTuNS (in press) RISULTATI

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Tassi di incidenza (Italia, 2010-2011)M = 0,86F = 0,31

(casi per 100.000 residenti)

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I RAPPORTO ReNaTuNS (in press)RISULTATI

Distribuzione delle esposizioni professionali definite con almeno un agente cancerogeno identificato

(Italia, 1989-2012, NE=616)

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AGENTE CANCEROGENO NE %

Polveri di legno 304 49,4

Polveri di cuoio 240 39,0

Solventi 70 11,4

Cromo 30 4,9

Formaldeide 28 4,5

IPA 15 2,4

Polveri tessili 17 2,8

Sughero 11 1,8

Tannini 11 1,8

Nichel 7 1,1

Pesticidi 11 1,8

Altro 24 3,9

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nell’esposizione a polveri di legno:

• fabbricazione di altri mobili in legno (30,3%)• fabbricazione di porte e finestre in legno (escluse porte blindate) (1,8%) • fabbricazione di mobili (12,7%)

nell’esposizione a polveri di cuoio:

• fabbricazione di calzature non in gomma (64%)• fabbricazione di parti e accessori per calzature non in gomma (15,2%) • riparazione di calzature e di altri articoli in cuoio (7,2%)

nell’esposizione a solventi:

• fabbricazione di calzature non in gomma (47,7%)• fabbricazione di parti e accessori per calzature non in gomma (16,4%)• fabbricazione di altri mobili in legno (10,4%)

Settori di attività maggiormente coinvolti(periodo: 1989-2012, soli soggetti colpiti dalla malattia per motivo professionale)

I RAPPORTO ReNaTuNS (in press) RISULTATI

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SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA DEI TUMORI PROFESSIONALI:

TUMORI A BASSA FRAZIONE EZIOLOGICA PROFESSIONALE

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Sistema nazionale di indagine anamnestica individualedifficilmente praticabile:

componente eziologica professionale più bassa rispetto aimesoteliomi e ai tumori naso-sinusali

gettito complessivo di casi per anno molto rilevante (tumori delpolmone, della vescica, della laringe, leucemie)

Convenzione INAIL-INPS per lo scambio di dati e per ladefinizione delle procedure con cui INAIL può acquisire le storiecontributive (di fonte INPS) di soggetti di interesse perl’identificazione dei casi di tumore di sospetta origineprofessionale

TUMORI A BASSA FRAZIONE EZIOLOGICA PROFESSIONALE

OBIETTIVI

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OCCAM (Occupational Cancer Monitoring): realizzazione di sistemidi monitoraggio dei rischi attraverso la connessione degli archividi patologia (prevalentemente Registri Tumore di popolazione earchivi delle SDO) con la banca dati di fonte previdenziale (INPS)delle storie lavorative dei lavoratori del settore privato

Studio caso-controllo dove sia i casi che i controlli provengonoda fonti amministrative di dati disponibili a livello istituzionale(Registri Tumori, SDO, Registri di Mortalità, Anagrafe degliAssistiti):

Casi incidenti: soggetti affetti da neoplasie maligne Controlli: campione casuale della popolazione residente Esposti: soggetti con attività prevalente nel settore (es. siderurgia,

tessile) Non esposti: lavoratori con attività esclusivamente nel settore del

terziario

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METODI

TUMORI A BASSA FRAZIONE EZIOLOGICA PROFESSIONALE

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Complessità ed instabilità delle esposizioni occupazionali

Carente informazione sul numero effettivo di soggetti arischio

Difficile individuazione dei tumori a limitata frazioneeziologica occupazionale

Effetti additivi o sinergici di cancerogeni multipli, agentioccupazionali e fattori ambientali (inclusi gli stili di vita),come la combinazione del fumo di tabacco con il radon,l’amianto, l’arsenico e l’alcool

Differenza nelle stime tra i due sessi: mansioni e uso di dispositivi di protezione individuale diversi possibile effetto confondente legato a fattori non occupazionali (fumo, alcool, fattori

ormonali e genetici) aumento della popolazione lavorativa femminile con un potenziale incremento delle

esposizioni a cancerogeni occupazionali

LIMITI NELLA STIMA DELLE ESPOSIZIONI PROFESSIONALI

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• IARC Working Group on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans. Tobacco smoke and involuntary smoking. IARC Monogr Eval Carcinog Risks Hum. 2004;83:1-1438

• Beir VI. Health effects of exposure to radon. Committee on health risks of exposure to radon, Board on radiation effects research, Commission on life sciences, National Research Council (1999)

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Molteplicità delle cause (abitudini voluttuarie, esposizioni ambientaliextralavorative, suscettibilità individuale)

Difficile reperimento delle storie occupazionali dei pazienti:difficoltà nel ricordo, sensibilità verso l’eziologia professionalenell’ambito delle strutture di diagnosi e cura

Le stime attuali dei tumori professionali sono il risultato di esposizioniad agenti cancerogeni avvenute nel passato

Alcune sostanze (silice, oli esausti) sono prodotti di processiindustriali, mentre altre (lavoro a turni) sono rischi emergenti chenecessitano di essere gestiti nei luoghi di lavoro e regolati da specifichenormative

Bassi livelli di esposizione: nuovi rischi difficili da individuare

Misclassificazione dell’esposizione: difficoltà nel considerare ungruppo di lavoratori omogeneo rispetto all’esposizione

FRAZIONE LIMITATA DI TUMORI OCCUPAZIONALI IDENTIFICATI

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Implicazioni della lunghezza della latenza nella definizione di tumore professionale:

Lungo periodo di latenza dei tumori (range: 6-40 anni; media: 12-25anni): la malattia insorge spesso in soggetti non più attivilavorativamente

Variabilità nell’intervallo di tempo tra l’inizio dell’esposizione ad undeterminato agente cancerogeno e la manifestazione della patologiatumorale

Possibile sovrastima del periodo di latenza:

• coincidenza dell’inizio dell’attività lavorativa con l’inizio dell’esposizione

• esclusione dagli studi di coorte di soggetti con esposizioni più intense econ latenze più brevi che potrebbero essere deceduti prima dell’inizio delfollow-up

• inclusione di soggetti più giovani che potrebbero essere maggiormenterappresentati e quindi determinare latenze più brevi

LATENZA DEI TUMORI OCCUPAZIONALI

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Burdorf A et al. Occupational characteristics of cases with asbestos-related diseases in The Netherlands. Ann Occup Hyg 2003;47(6):485-92

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ICD-10 NC450 Mesotelioma della pleura 567 50,0%C34 Tumore maligno dei bronchi e del polmone 309 27,3%C67 Tumore maligno della vescica 74 6,5%C44 Altri tumori maligni della cute 41 3,6%C30 Tumore maligno di cavità nasale e dell'orecchio medio 33 2,9%C45.1 Mesotelioma del peritoneo 28 2,5%C31 Tumore maligno dei seni paranasali 23 2,0%C32 Tumore maligno della laringe 9 0,8%C92 Leucemia mieloide 6 0,5%C18 Tumore maligno del colon 4 0,4%

Tumori (C00-D48) per sede (anno di protocollo: 2013; N>3)

Nota: sono considerate le malattie professionali denunciate entro il 31/12/2013

Maschi Femmine Totale

2013 1055 78 1133

2012 994 67 1061

2011 1094 77 1171

2010 1121 81 1202

Tumori (C00-D48) per anno di protocollo e genere

De Felice M et al. Quaderni di ricerca INAIL. Malattie professionali. Un modello di lettura (della numerosità) su “open data” dell’INAIL. Dicembre 2014, N. 4

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I DATI DI DENUNCIA ALL’INAIL

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Differenza tra il dato di denuncia all’INAIL di tumoreprofessionale ed il dato epidemiologico:

criterio medico-legale (opera a livello individuale): difficoltàoggettive di anamnesi lavorativa del soggetto

strumenti epidemiologici (definiscono aumenti di rischio, cioèdelle probabilità): si basano sulla sorveglianza e sullaapplicazione di stime

CONSIDERAZIONI FINALI

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CONSIDERAZIONI FINALI

Il tema dei tumori professionali è rilevante(diversi paesi hanno prodotto stime per quantificare ladimensione dei tumori di origine professionale ed evidenziarel’impatto dell’esposizione a cancerogeni nei posti di lavoro)

Difficoltà nell’identificazione dei tumoriprofessionali (lunga latenza, molteplicità delle cause,complessità ed instabilità delle esposizioni occupazionali, difficilereperimento delle storie occupazionali…)

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I risultati dei sistemi di sorveglianza epidemiologica deitumori professionali su base di popolazione, così comeprevisto dalla normativa vigente, possono consentiredi:

supportare le politiche di indennizzo

aumentare l’efficacia delle politiche di prevenzione

accrescere le conoscenze sull’epidemiologia ed eziologiadelle malattie (non solo di origine professionale)

Lo scopo è che congiuntamente INAIL e operatorisanitari contribuiscano alla identificazione dei casi ditumore professionale, riducendone la sottostima

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CONSIDERAZIONI FINALI

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Grazie per l’attenzione

Contatti: [email protected]

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