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La fuga da Troia in fiammeEnea rievoca la fine di Troia Nel frattempo Enea venne avvertito del...

Date post: 26-Jan-2021
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città a lei particolarmente cara. Così, quando Giunone avvista la flotta di Enea al largo della Sicilia, con la complicità di Eolo, dio dei venti, scatena una vio- lenta tempesta per farla naufragare. Net- tuno, dio del mare, però se ne accorge e subito placa la furia dei venti e del mare. La fuga da Troia in fiamme E nea, l’eroe troiano esule dalla sua cit- tà ormai da sette anni, è diretto verso le coste del Lazio con la sua flotta: in que- sta terra, che è quella di origine dei suoi antenati, egli desidera fondare una nuova città e dare origine a una gloriosa stirpe, benché Giunone sia fortemente contraria al suo proposito. La dea, infatti, è furiosa con i Troiani perché il Fato ha stabilito in maniera indiscutibile che la stirpe di Enea un giorno distruggerà Cartagine, Esposto l’argomento del poema e invocata la musa, Virgilio apre il primo libro con la richiesta di Giunone al dio dei venti Eolo di scatenare una tempesta che faccia naufragare Enea e i suoi compagni. Gli esuli troiani però approdano illesi sulle coste africane accolti da Didone. La flotta, composta di venti navi, si salva dalla tempesta e giunge a Cartagine, in Libia. La dea Venere, molto ansio- sa per la sorte del figlio Enea, implora Giove di proteggerlo; quest’ultimo la rassicura dicendole che presto l’eroe troiano giungerà nel Lazio per dare origine alla stirpe romana. Poi il re degli dèi invia Mercurio a Cartagine, pregandolo di fare sì che i Cartaginesi riservino una bella accoglienza ad Enea e ai suoi compagni. La dea Venere, intanto, assunto l’aspetto di una giovane cartagi- nese, appare al figlio per raccontargli la storia di Cartagine, città fondata da una colonia di Fenici allontanatisi dalla loro patria al seguito della regina di Tiro, Didone, dopo che il fratello della loro sovrana, Pigmalione, le aveva assassina- to il marito Sicheo per usurpargli il tro- no. Enea fa il suo ingresso a Cartagine e la regina della città, Didone, lo accoglie con tutti gli onori. Venere chiede a Cupi- do di far sì che Didone si innamori di Enea.
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  • città a lei particolarmente cara. Così,quando Giunone avvista la flotta di Eneaal largo della Sicilia, con la complicitàdi Eolo, dio dei venti, scatena una vio-lenta tempesta per farla naufragare. Net-tuno, dio del mare, però se ne accorge esubito placa la furia dei venti e del mare.

    La fuga da Troia in fiamme

    Enea, l’eroe troiano esule dalla sua cit-tà ormai da sette anni, è diretto versole coste del Lazio con la sua flotta: in que-sta terra, che è quella di origine dei suoiantenati, egli desidera fondare una nuovacittà e dare origine a una gloriosa stirpe,benché Giunone sia fortemente contrariaal suo proposito. La dea, infatti, è furiosacon i Troiani perché il Fato ha stabilito inmaniera indiscutibile che la stirpe di Eneaun giorno distruggerà Cartagine,

    Esposto l’argomento del poema e invocata la musa, Virgilio apre il primo

    libro con la richiesta di Giunone al dio dei venti Eolo di scatenare

    una tempesta che faccia naufragare Enea e i suoi compagni. Gli esuli

    troiani però approdano illesi sulle coste africane accolti da Didone.

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    La flotta, compostadi venti navi, si salva

    dalla tempesta e giunge aCartagine, in Libia. Ladea Venere, molto ansio-sa per la sorte del figlioEnea, implora Giove diproteggerlo; quest’ultimo

    la rassicura dicendole chepresto l’eroe troiano giungerà nel Lazioper dare origine alla stirpe romana. Poi ilre degli dèi invia Mercurio a Cartagine,pregandolo di fare sì che i Cartaginesiriservino una bella accoglienza ad Enea eai suoi compagni. La dea Venere, intanto,

    assunto l’aspetto di una giovane cartagi-nese, appare al figlio per raccontargli lastoria di Cartagine, città fondata da unacolonia di Fenici allontanatisi dalla loropatria al seguito della regina di Tiro,Didone, dopo che il fratello della lorosovrana, Pigmalione, le aveva assassina-to il marito Sicheo per usurpargli il tro-no. Enea fa il suo ingresso a Cartagine ela regina della città, Didone, lo accogliecon tutti gli onori. Venere chiede a Cupi-do di far sì che Didone si innamori di Enea.

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  • Enea narra le peripezie di Troia

    Invaghita dal bell’eroe troiano, Didonelo invita nel suo palazzo e qui organizzaun fastoso banchetto in suo onore. Duran-te la festa Enea racconta la sua storia e levicende che l’hanno condotto fino al por-to di Cartagine. L’eroe fa iniziare la suanarrazione dagli eventi descritti nell’Ilia-de. L’astuto Ulisse aveva escogitato unostratagemma per penetrare nella città diTroia: aveva fatto costruire un enormecavallo di legno, cavo al suo interno, nelquale si sarebbero nascosti lui e i più valo-rosi guerrieri greci. I Troiani, all’oscuro ditutto, spinti dall’acheo Sinone che li avevaconvinti dell’imminente partenza dei Gre-ci (che in realtà si erano solo nascosti!) edella fine dell’assedio, e incuriositi dalgigantesco cavallo, avevano deciso di tra-sportarlo all’interno delle mura di Troia.Questo avvenne nonostante gli avverti-menti della profetessa Cassandra, figliadel re Priamo, e del sacerdote di NettunoLaocoonte («Temo i Greci e i loro doni»aveva dichiarato invano). Il bugiardoSinone aveva detto ai Troiani che il caval-lo di legno era un’offerta per placarel’ira di Minerva, offesa dai

    Greci. Questi ultimi auspicavano che,collocato al di fuori della cerchia dellemura di Troia, il cavallo avrebbe cataliz-zato il favore della dea, volgendolo aloro vantaggio. Qualora il cavallo, inve-ce, fosse stato trascinato entro le muradella città, Minerva avrebbe concessotutto il suo sostegno ai Troiani. Sinonestava mentendo ai Troiani circa la realefunzione del cavallo, ma i Troiani glicredevano. All’improvviso due mostriserpentiformi uscirono dalle onde delmare e raggiunsero l’altare di Nettu-no, uccidendo il sacerdote Laoco-onte as sieme ai suoi figli. Inorri-diti, i Troiani si convinsero cheLaocoonte era stato punitoper la sua empietà, avendomesso in dubbio la veri-

    Enea, narrando a Didone le sue avventure fino al momento

    del suo approdo sulle coste della Libia, ripercorre i momenti

    cruciali della fine di Troia: l’inganno del cavallo di

    legno, la cruenta battaglia nella città ormai data

    alle fiamme e la morte del vecchio re Priamo.

    6 • ENEIDE

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    Didone: il racconto dell’amore tra Didone, regina diCartagine, ed Enea ci è noto soprattutto attraversol’ Eneide, ma si tratta in realtà di una leggenda moltopiù antica, già familiare ai Romani due secoli prima diCristo. Elisa (il nome di Didone le venne attribuito inepoca più tarda) era figlia del re di Tiro, Belo, e mogliedi Sicharbas (Sicheo, Sychaeus per Virgilio).

    dicità delle parole di Sinone e avendodunque rifiutato il cavallo come dono aMinerva. Dunque spalancarono le portedi Troia e spinsero il cavallo davanti altempio della dea. La notte seguentefesteggiarono la fine della guerra annun-ciata loro da Sinone. Il tranello era riusci-to: quella stessa notte Sinone si accostò alcavallo di legno, aprì una botola e aiutòUlisse e i suoi compagni a uscire dal loronascondiglio. Gli Achei, che in verità nonsi erano mai allontanati, si precipitaronoalle porte della città, neutralizzarono

    penetrarono, devastandola.

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    vi le guardie e

  • Enea rievoca la fine di Troia

    Nel frattempo Enea venne avvertito deldisastro dall’ombra di Ettore, che gliera apparso in sogno e lo aveva svegliato.Poté allora osservare la città in preda allefiamme e il palazzo reale invaso dai solda-ti greci. Vide anche il vecchio re Priamo e isuoi figli sgozzati senza pietà, mentre ledonne della famiglia reale venivano fatteprigioniere e ridotte in schiavitù: quandogli Achei invasero la città, infatti, Priamoed Ecuba, accompagnati dalle loro figlie, sirifugiarono nel tempio di Zeus. ScorgendoNeottolemo che stava uccidendoil suo giovane figlio Polite,

    Priamo afferrò una spada per tentare dicolpire Neottolemo, ma quest’ultimo tra-scinò il vecchio re fuori dal tempio e louccise. Enea incontrò nella città ormai infiamme la bella Elena e gli venne l’istin-to di ucciderla, perché proprio a causasua era scoppiata la guerra, ma Venere gliimpedì di cercare vendetta. Solo gli dèi,spiegò al figlio, erano responsabili diquella immane tragedia e gli ordinò di

    Enea narra a Didone della sua precipitosa fuga dalla città in fiamme,

    portando in salvo con sé il figlio Iulo e il vecchio padre Anchise,

    ma senza essere riuscito più a trovare sua moglie Creusa. Da li avrà

    inizio una serie di peregrinazioni destinate a durare molti anni.

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    marcia indietro per mettersi sulle traccedella moglie, ma la sua disperata eaffannosa ricerca non approdò a nulla.Giunto ormai al colmo della dispera-zione, incontrò l’ombra della moglieormai defunta che lo esortava a nondisperarsi, ma di procedere piuttostosenza indugio e rimpianti verso un nuo-vo glorioso destino. L’amatissimaCreusa, rimasta uccisa nella catastrofegenerale, fu poi trasformata in semidea.

    fuggire lontano con i suoi cari. Enea aquel punto ragionò sul da farsi: la cosapiù importante era portare in salvo suopadre Anchise, sua moglie Creusa e illoro figlioletto Ascanio. Fu così cheEnea caricò l’anziano e zoppicante padresulle spalle e, stringendo il figliolettoper mano, si lanciò attraverso le fiamme,mentre Creusa con grande fatica loseguiva. Enea non si voltò indietro fin-ché non ebbe raggiunto il santuario diCerere, sul colle vicino a Troia. Quando

    finalmente si fermò si accorse cheCreusa non era più dietro di loro.

    Enea fece immediatamente

    Anchise: principe troiano, fu amato da Afrodite, che ungiorno lo notò mentre pascolava le greggi sul monte Ida.Dalla loro unione nacque Enea.

    ENEA RIEVOCA LA FINE DI TROIA • 9

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  • Le peregrinazioni di Enea

    Le peregrinazioni di Enea e dei suoi compagni proseguono,

    nel puntuale racconto che Enea fa a Didone, costellate da eventi

    terribili, quali lo scoppio della peste a Creta fino alla partenza

    della flotta alla volta delle isole Strofadi nel mar Ionio.

    Enea, aiutato da Anchise, Iulo e un grup-po di troiani, mise insieme una flottacon cui dirigersi verso la Tracia. Arrivatifin lì, dopo aver elevato un altare in segnodi ringraziamento, Enea e i suoi compagnicercarono del fogliame per ricoprirlo. Rag-

    giunsero un cespuglio nelle vicinanzedella riva e scoprirono con orrore che daisuoi rami scendevano gocce di sangue.Dalle fronde proveniva una voce peravvertirli che la Tracia non avrebbe riser-vato loro un’accoglienza amichevole,

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    colo, il responso fu quello diritornare al più presto in

    madrepatria: lì Enea e i suoidiscendenti sarebbero diventati

    i capostipiti di un grande eglorioso impero. Anchise eraconvinto che per madrepatriasi dovesse intendere l’isoladi Creta, da dove provenivail primo re di Troia, Teucro.Una volta giunti sull’isola,

    Enea e i suoi ebbero variedisavventure: la carestia prima

    e una terribile pestilenza poifecero molte vittime. Enea era

    davvero disperato, quando gli appar-vero in sogno i Penati, gli dèi di Tro-

    ia, per spiegargli che la madrepatria nonera Creta, bensì la città di Corito (Tarquinia) in Italia. Così i Troiani ripresero il mare e giunsero su un’isola delle Strofadi.

    benché il re di Troia, Priamo, conside-rasse Polimestore un suo alleato. Il redi Troia aveva inviato in Tracia untesoro per metterlo al sicuro e l’avevaaffidato al suo giovane figlio Polido-ro. Quando in Tracia giunse la noti-zia della caduta di Troia, Polime-store fece uccidere Polidoro perimpossessarsi del tesoro. Infinescaraventò il suo corpo dalle muradella città. La moglie di Priamo,Ecuba, distrutta dal dolore per la per-dita del figlio, si scagliò su Polime-store, uccise i suoi due figli e infine loaccecò, realizzando così la sua vendet-ta. Quella che usciva dal cespuglio reci-so e raccontava queste tristi vicende non eraaltro che la voce del defunto Polidoro, cugi-no di Enea, il quale dall’oltretomba mettevain guardia Enea del pericolo imminente: laTracia non era la terra ospitale che lui pensa-va! Così i Troiani abbandonarono in tuttafretta la Tracia inospitale e fecero rotta versoDelo, isola nella quale si trovava il santuariodel dio Apollo. Dopo aver consultato l’ora-

    Polidoro: figlio di Priamo e Laotoe, era il piùgiovane dei figli del re e perciò gli fu impedito dipartecipare alla guerra di Troia.

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