La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
I
SCUOLA SUPERIORE PER MEDIATORI LINGUISTICI (Decreto Ministero dell’Università 31/07/2003)
Via P. S. Mancini, 2 – 00196 - Roma
TESI DI DIPLOMA DI
MEDIATORE LINGUISTICO
(Curriculum Interprete e Traduttore)
Equipollente ai Diplomi di Laurea rilasciati dalle Università al termine dei Corsi afferenti alla classe delle
LAUREE UNIVERSITARIE IN
SCIENZE DELLA MEDIAZIONE LINGUISTICA
TITOLO DELLA TESI
RELATORI: CORRELATORI: prof.ssa Adriana Bisirri
prof. Paul Farrell prof.ssa Marie Françoise Vaneecke
Prof.ssa Claudia Piemonte
CANDIDATA: Federica Fratoni
ANNO ACCADEMICO 2015/ 2016
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
II
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La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
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Sommario
VERSIONE ITALIANA
Prefazione........................................................................... X
Introduzione.................................................................... XV
I. La Parigi dello Spleen e dei poeti maledetti ............... XVII
I.2. Rifugio nella fuga e ricerca dell' " ideale " ..................................................................... XXII
I.3. RIMBAUD : Un enfant prodige ribelle ..................................................................... XXVII
I.4. Perdizione e ricerca dell' ignoto .................................................................................. XXIX
II. La Beat Generation .............................................. XXXIV
II.1.Rifiuto degli schemi e mantra del libero fluire della vita.............................................. XXXIV
II.2. Sulla strada. Jack Kerouac, personalità ambivalente ...................................................... XL
III. HEGEL .................................................................. XLIV
III.1. Il concetto di " dialettica " e la Fenomenologia dello spirito .......................................... XLV
III.2. Il viaggio formativo e l' autoaffermazione della coscienza ........................................... XLVI
IV. Hermann Hesse ........................................................... LI
IV.1. Il viandante del '900 ................................................................................................ LII
IV.2. Rifiuto della frenesia moderna e viaggio anacronistico................................................... LV
IV.3. Siddharta e il Bildungsroman: la via della saggezza ................................................... LVIII
V. RICHARD BACH e " Il gabbiano Jonathan Livingston " ...................................................................................... LXII
V.1. L' incidente aereo e la rinascita nel volo .................................................................... LXIV
V.2. Jonathan Livingston: l' analogia con Siddharta e l' arte del volo come metafora della vita ................................................................................................................................... LXVII
VI. CONCLUSIONI ..................................................... LXX
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V
ENGLISH VERSION
Preface .....................................................................LXXVII
Introduction ............................................................... LXXX
I. Paris and its cursed poets ........................................ LXXXI
I.1. BAUDELAIRE: ennui and rejection of reality . LXXXIII
I.2. Escapism and the search for the " ideal " ................................................................. LXXXVI
I.3. RIMBAUD: child prodigy and rebel ........................................................................ XC
I.4. Perdition and " the unknown " ..................................................................................... XCI
II.1. Rejection of the rules and the free flowing of life . XCIV
II.2. On the road. Jack Kerouac, a double personality ........................................................ XCVI
III.2. The Phenomenology of Spirit and self-consciousness ....................................................... CII
IV. HERMANN HESSE .................................................................................................. CV
IV. 2. Rejection of the modern frenzy and anachronistic travel .............................................. CVI
IV.3. Siddhartha, the Bildungsromane and the path of wisdom ............................................ CVII
V. RICHARD BACH and Jonathan Livingston Seagull .. CIX
VI. CONCLUSIONS .....................................................CXII
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VI
VERSION FRANÇAISE
Préface ............................ Errore. Il segnalibro non è definito.
Introduction .................... Errore. Il segnalibro non è definito.
I. Paris et le Spleen ......... Errore. Il segnalibro non è definito.
I.1. BAUDELAIRE : l'ennui et le déni de la réalité .. Errore. Il segnalibro non è definito.
I.3. Rimbaud: un enfant prodige ................................... Errore. Il segnalibro non è definito.
II. La Génération Beat ..... Errore. Il segnalibro non è definito.
III. HEGEL ..................... Errore. Il segnalibro non è definito.
IV. HERMANN HESSE .. Errore. Il segnalibro non è definito.
V. RICHARD BACH et Jonathan Livingston le goéland ........................................ Errore. Il segnalibro non è definito.
VI. Conclusions ............... Errore. Il segnalibro non è definito.
BIBLIOGRAFIA ......................................................... CXVI
SITOGRAFIA ............................................................ CXLV
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VII
A chi vede la bellezza nell' imperfezione e la rende magia,
A chi vede la luce nel cambiamento,
A chi trova nelle difficoltà il coraggio di imparare.
A mia sorella e alla mia famiglia.
Alle mie amiche, compagne di viaggio.
A me stessa.
Grazie.
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VIII
Versione Italiana
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IX
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
X
Prefazione
Questa tesi nasce da un periodo di crisi personale e dal
tentativo di trovare risposte nel pensiero di chi ha tentato di
esporre, nero su bianco, le motivazioni che si celano dietro
all'esigenza di
fuggire dalle
noiose e
banali
responsabilità
di una
quotidianità
opprimente.
Nasce dalla
necessità di
capire se il proprio percorso formativo e umano siano solo il
frutto di una triste omologazione di massa o se siano, al
contrario, una libera e veritiera espressione della propria
persona e delle sfumature che contraddistinguono ogni
individuo, in una variopinta scala cromatica.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XI
Considerando, tuttavia, l'impossibilità di risolvere un
dilemma se si vuole " esistenziale " in poche pagine, si cercherà
di esporre una tesi ripercorrendo il pensiero di filosofi e
scrittori sensibili all'argomento, cercando di seguire
accuratamente l'ordine di una scaletta tematica piuttosto che
cronologica. Si giungerà quindi a conclusione con il pensiero
dell'autore che, sui criteri di un'analisi soggettiva e del tutto
personale, mostrerà più sensibilità all'argomento e che sarà in
grado di coglierne le cause più profonde, focalizzando al
contempo l'attenzione sulla ricerca di soluzioni pratiche e
necessarie.
A seguito di una breve ma esaustiva introduzione, si
tenterà di guardare al tema con un'ottica filosofica e letteraria.
In un primo momento verranno riportati alcuni aspetti
del decadentismo e simbolismo francesi e saranno citati in
particolare i due poeti maledetti Baudelaire e Rimbaud.
Riguardo al primo, si discuterà dello Spleen, stato d'animo
caratterizzato da malinconia e insoddisfazione, i cui sintomi
non hanno una causa apparente né precisa. Sensazione
d'ipocondria, questa, che conduce il poeta a una condizione di
smarrimento emotivo , che lo porterà a sua volta a desiderare
di più di ciò che appare e a fuggire in una dimensione di
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XII
fantasie inesistenti, compiendo una sorta di viaggio
sentimentale. Ed è esattamente su questa desiderio di fuga ed
esigenza di ricerca che si concentrerà l'attenzione. Per ragioni
di rilevanza e non d' importanza, minor spazio verrà riservato
al secondo, di cui si parlerà della necessità di perdizione a
contatto con la natura ai fini di ricercare l'ispirazione poetica.
In un secondo momento, verranno menzionati i Beatnik,
i poeti della Beat Generation. Molte delle loro caratteristiche,
quali la scelta del nomadismo come rifiuto di una società
conformata e la preferenza verso uno stile di vita più libero e
spontaneo ,rendono questo movimento artistico e letterario
un perfetto elemento da aggiungere al quadro generale.
Maggior rilevanza riceverà On the road, romanzo
autobiografico di Jack Kerouac nonché libro cult e simbolo, o
quasi manifesto, dell'intero movimento culturale.
Successivamente entrerà in scena Hermann Hesse,
filosofo e scrittore tedesco del secolo scorso, di cui si
prenderanno in considerazione gli scritti Siddharta e Il
viandante, e non mancheranno riferimenti alle sue Riflessioni sul
viaggiare. I temi chiave su cui verterà il capitolo saranno la
rinuncia del quotidiano per lo straordinario e la ricerca
personale della via verso la saggezza.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XIII
In stretta connessione con le tematiche del Siddharta,
seguiranno considerazioni sul romanzo Il gabbiano Jonathan
Livingston di Richard Bach, e si approfondirà la tematica
dell'importanza del coltivare le proprie passioni incuranti del
giudizio altrui, in una dimensione di ricerca e
perfezionamento personale.
Quasi a conclusione della tesi verrà introdotto G. W. F.
Hegel, rappresentante più importante dell'idealismo tedesco.
Nello specifico, in riferimento alla sua Fenomenologia dello
Spirito, si tratterà il concetto dei tre momenti di cui si
compone l'Universalità dell' idea (in sé, fuori di sé, in sé e per
sé) . Lo scritto filosofico di Hegel altro non è che la storia
romanzata della coscienza o meglio, per citare l' autore, "
l'itinerario della coscienza naturale la quale urge verso il vero sapere;
... l'itinerario dell' anima che percorre la serie delle sue tappe
formative, delle sue figurazioni, quali stazioni prescrittele dalla
natura, perché si rischiari a Spirito e, mediante la piena esperienza di
sé stessa, giunga alla conoscenza di ciò che essa è in sé stessa."1
Infine, si trarranno conclusioni personali, in riferimento a
quanto sostenuto in precedenza. Verranno qui citati Seneca e
Marcello Veneziani che, in Vivere non basta, si fa portavoce di
1 G. W. F. Hegel, Fenomenologia dello Spirito, 1807
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XIV
Lucilio, rispondendo alle famose epistole di Seneca con 2000
anni di ritardo.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XV
Introduzione
" Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati.
Dove andiamo?
Non lo so, ma dobbiamo andare "2.
Partire, viaggiare, fuggire. Abbandonarsi o ritrovarsi.
Approdare all'ignoto o ricongiungersi con la propria
essenza.
Nasce così un
dilemma esistenziale,
una crisi di coscienza o
più semplicemente un
bisogno innato di
scoprire il mondo e noi
stessi. Più lontani da
dove siamo, più vicini a
noi.
2 J. Kerouac, Sulla strada, 1957
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XVI
E si schiude così il guscio di un'insoddisfazione che porta
alle forme più straordinarie di libertà. A un battito d' ali. Alla
vita.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XVII
I. La Parigi dello Spleen e dei poeti maledetti
La metafora del viaggio come evasione da una realtà nella
quale ci si sente estranei, dunque oppressi, si ripropone
ciclicamente in diverse generazioni.
Trova, però, terra fertile nelle affollate strade parigine
dell'Ottocento. Nella Parigi dei cambiamenti, dello sviluppo
finanziario e del conseguente
boom demografico causato
dagli importanti flussi
migratori dalle campagne alla
città. I confini cittadini si
espandono, dando origine alle
banlieue ( quartieri operai di
periferia) , e la città si ritrova presto avvolta da una nube di
caos, oltre la quale i margini tra alta borghesia e classe operaia
appaiono ben distinti.
È in questo contesto storico che si situano due tra i più
grandi poeti maledetti: Baudelaire e Rimbaud.
La loro reazione umana e artistica a questo caotico clima
di cambiamento passerà dalla malinconia struggente e
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XVIII
anticonformista del primo,
all'ansia di rinnovamento del
secondo, accomunati tuttavia da
un inesorabile desiderio di fuga
dal reale, verso le regioni più
intime dell'animo umano,
aspirando all'ignoto.
I.1. BAUDELAIRE: il senso di " ennui " e rifiuto del reale
Charles Baudelaire nasce nella Parigi del 1821. Sul piano
biografico, la sua vita appare altalenante. Affascinato
dall'ambiente snob dell'alta borghesia, di cui lui stesso è parte,
si ritrova però vittima della traumatica e violenta esperienza di
una città che si fa sempre più caotica e si trasforma
rapidamente in una metropoli moderna. Succube e spaesato
da questa nuova realtà, nutre sentimenti ambivalenti,
sentendosene ora attratto, ora respinto.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XIX
Alterna perciò fasi di vita
sregolata ( in cui si perde nel vizio
dell'alcol, delle droghe, delle
prostitute e nei debiti) ad altre di
un rigore austero e monastico, quasi preso dai sensi di colpa.
Ed è proprio qui che nasce in lui una sensazione di
inadeguatezza e disadattamento a quei valori borghesi con i
quali è cresciuto, nonché un forte senso di sconforto dovuto al
disagio che prova nel confrontarsi con la massa indifferente
del suo pubblico, attenta più agli stimoli del consumismo
dell'epoca che all'umana profondità emotiva che tormenta
invece il poeta.
Si paragona nei seguenti versi a un albatro che, sebbene
maestoso e regale volteggia nel cielo, viene deriso a terra dai
marinai che non comprendono la sua grandezza:
"Il Poeta è come lui, principe delle nubi
che sta con l’uragano e ride degli arcieri;
esule in terra fra gli scherni, impediscono
che cammini le sue ali di gigante. "3.
3 C. Baudelaire, L'Albatro, I fiori del male, 1857
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XX
Sono gli elementi biografici, di cui in precedenza, che
influenzano la sua sfera letteraria. Sul piano linguistico e
artistico, infatti, questo senso di tediosa inadeguatezza e
disagio angosciante si traducono con il termine inglese Spleen,
che non trova nell'italiano una traduzione che gli renda
giustizia. Si potrebbe definire come uno stato d'animo di noia
aberrante che causa sconforto, disperazione e oppressione
dinanzi alla violenza di una realtà che non si vive serenamente
..e della quale non ci si sente parte.
Baudelaire traduce in poesia le sue sensazioni ed esprime con estrema chiarezza questo concetto, scrivendo: " Quando, come un coperchio, il cielo basso e greve schiaccia l’anima che geme nel suo tedio infinito, e in un unico cerchio stringendo l’orizzonte fa del giorno una tristezza più nera della notte (...)
Senza tamburi, senza musica, dei lunghi funerali sfilano lentamente nel mio cuore: Speranza piange disfatta e Angoscia, dispotica e sinistra, pianta sul mio cranio riverso la sua bandiera nera. "4.
4C. Baudelaire, Spleen, I fiori del male, 1857
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXI
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXII
I.2. Rifugio nella fuga e ricerca dell' " ideale "
Incompreso dal mondo esterno e ribelle all'angosciosa
inettitudine a cui lo conducono disadattamento e noia,
Baudelaire cerca disperatamente e quasi spasmodicamente
rifugio nella fuga. Una fuga tutta romantica, sentimentale e
simbolica verso le straordinarie regioni della fantasia e
dell'arte.
Inseguendo, pertanto, il desiderio di vivere la vita con più
leggerezza e cercando distacco dalle soffocanti banalità della
vita quotidiana scrive in versi:
" mio spirito, agilmente ti muovi e come
un nuotatore a suo agio tra le onde
solchi la fonda immensità, godendo
indicibili e maschie voluttà (...)
e ogni mattina, come le allodole, s’alza
nei pensieri con libertà nel cielo
e si libra ben alto sulla vita e non fa
fatica a intendere i fiori e le altre cose mute! "5.
5 C. Baudelaire, Elevazione, I fiori del male, 1857
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXIII
Non è un caso che nella poesia di Baudelaire l'elemento
del viaggio sia così ricorrente.
Nel 1841, a causa del suo dissoluto e dispendioso stile di
vita e della frequentazioni di cattivi ambienti,e su decisione
della famiglia, s' imbarca su una nave, la Paquebot des Mers du
Sud, diretta verso Calcutta, in India. Sostando dapprima
sull'isola di Riunione e successivamente su quella di Mauritius,
decide di non portare a termine il viaggio e d'imbarcarsi sulla
nave Alcide per far ritorno in Francia.
Nonostante l'incompiutezza del viaggio, il giovane
Baudelaire sviluppa proprio in questo periodo uno spiccato
interesse verso l'esotismo, che influenzerà incisivamente il suo
pensiero e si rifletterà automaticamente sulla sua più grande
opera: I fiori del male.
" Amare a bell' agio,
amare e morire
nel paese che ti somiglia
Tutto parlerebbe,
segretamente all'anima
la sua dolce lingua nativa
tutto, laggiù, è ordine e beltà
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXIV
lusso, calma e voluttà. "6
In questi versi il poeta esprime a pieno la necessità di
fuggire dalla realtà in cui è costretto a vivere. Con l'animo in
esilio sogna ad occhi aperti e immagina, rivolgendosi alla
sorella, di vivere in un luogo esotico che calzi a pennello con la
sua concezione di patria, che soddisfi completamente le sue
fantasie, distogliendolo dalla noia che lo affligge e dando alla
sua mente un senso di appagamento e di sollievo.
Un viaggio sentimentale, questo, verso una regione
platonica dove si situa il segreto della sua anima e che gli
permetterà quindi di intravedere una sorta di mondo
superiore, ove restaurare l'unità tra sensi corporei e
immaginazione. Una regione dove
" i suoni rispondono ai colori, i colori ai profumi (...)
d' una corrotta, trionfante ricchezza
che tende a propagarsi senza fine- così
l' ambra e il muschio, l' incenso e il benzoino
a commentare le dolcezze estreme dello spirito e dei sensi. "7.
6 C. Baudelaire, I fiori del male, Spleen e Ideale, Invito al viaggio, 1857
7 C. Baudelaire, Corrispondenze, I fiori del male, 1857
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXV
Se infatti, come sostiene Sergio Cigada in " Antropologia
e poetica di Baudelaire", un polo dell'esperienza psicologica
dell'uomo è lo spleen, l'altro è certamente l'ideale. E l'ideale si
raggiunge allontanandosi dal male di un mondo corrotto e
decaduto incapace di comprendere. Si raggiunge
abbandonando lo spleen. Perché " la vita dell’uomo non consiste
nella contemplazione del male e nel sogno del bene, consiste nell’agire
e allora tutto il meccanismo fondamentale dell’azione umana consiste
nel tentativo di uscire dal mondo dello spleen, dal mondo
dell’esperienza che è male e, in qualche modo, attingere, toccare il
mondo dell’armonia ricostruita. Questa è la dinamica che
fondamentalmente promuove tutta l’azione umana nei suoi dettagli e
nelle sue linee di fondo. "8.
Come emerge chiaro da Paradisi artificiali all'interno di I
fiori del male, la rincorsa all'armonia Baudelaire la trova negli
stupefacenti, nel vino e nell'alcol. La trova in una fuga
disperata, in un viaggio sentimentale e mentale che lo portino
lontano dalla condizione umana e dalla tediosa esperienza
terrestre , che lo conducano verso un mondo immaginario di
bellezza armonica e pace dei sensi.
8 Sergio Cigada, Antropologia e poetica di Baudelaire, 1995
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXVI
" Dentro questo mondo, come afferma Cigada, si colloca però
un seme misterioso, che è l’arte."9. Il vero viaggio del poeta, infatti
non consiste tanto nell'assunzione di sostanze che alterino le
sue percezioni fisiche, quanto nella contemplazione del bello,
nella sublime esperienza artistica che, implicita, si cela dietro a
degli effimeri tentativi di perdizione.
9 Sergio Cigada, Antropologia e poetica di Baudelaire, 1995
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXVII
I.3. RIMBAUD : Un enfant prodige ribelle
Se in Baudelaire la scoperta del viaggio come soluzione di fuga e ricerca è graduale e perciò sofferta, in Rimbaud non vi sono dubbi sin dal principio.
Enfant prodige di Charlesville, nasce da una ricca famiglia borghese nel 1854. Cresciuto con rigidità e distacco, non riceve né l'affetto paterno, che lo abbandona in età precoce, né della madre, che lo educa con severità autoritaria.
Dopo aver dato prova della sua straordinaria precocità intellettuale, all'età di 16 anni rifiuta la rigidità degli schemi educativi della madre e scappa di casa. Inizia così per lui un lungo periodo di vagabondaggio che durerà essenzialmente per tutta una vita e che si rifletterà in maniera esplicita sulla sua poetica.
Tra soste a Parigi, viaggi a Londra, a Bruxelles, Marsiglia,
Giava, Cipro e Abissinia, il poeta si sposta continuamente
come alla ricerca di un'ispirazione non solo poetica ma al
contempo di vita. Rimbaud non fugge soltanto da un passato
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXVII
I
che lo soffoca e non lo ispira, ma è alla ricerca di nuovi
impulsi, di sensazioni sconosciute e di terre ignote. Desidera
perdersi e immergersi nella natura, deragliare i propri sensi e
contemplare la nuova realtà durante il tragitto. Perché è solo
perdendosi che ci si può ricostruire, è solo la contemplazione
del nuovo che ci fa mettere da parte i vecchi schemi. Solo così
si può approdare all'ignoto.
" I miei unici pantaloni avevano un largo squarcio.
Pollicino sognante, nella mia corsa sgranavo
Rime. La mia locanda era sull’Orsa Maggiore.
– Nel cielo le mie stelle dolcemente frusciavano
Le ascoltavo, seduto sul ciglio delle strade "10.
10
A. Rimbaud, La mia bohème, 1870 " Questa bohème è la vita vagabonda e disperata del giovane poeta, afflitto anche dalla miseria; una vita sregolata, vuota di responsabilità e d' impegno, pregna, tuttavia di un naturalismo, non tanto realistico, quanto idealizzato, e quasi ambito prediletto ispiratore del suo estro. L' Autore vaga tra boschi e fattorie, ove, tra i garzoni consuma pasti frugali, senza neanche sedersi. E continua il suo vagabondaggio immaginando amori sublimi, non senza un contrappunto di prosaicità, indubbiamente voluto, quando, considerando il buco del suo unico e lacero pantalone, s' immagina il Pollicino della fiaba che spargeva i sassolini per ricordarsi il sentiero; mentre lui sparge rime sotto il luccichio delle stelle, tra la rugiada notturna, per lui vino vivificante. Componendo tra le ombre notturne e fantasmagoriche del bosco, si allaccia nel contempo le scarpe, quasi, egli dice, pizzicando le corde di una cetra, tenendo premuto il piede sul cuore, in uno stato d' animo impregnato oltre che di dolore, di simbolismo e di realismo. Uno dei suoi vecchi professori lo vide arrivare una sera a Bruxelles, smunto e lacero, che raccontava del suo peregrinare e della sua esasperata bohème. " (E. Maynial: Anthologie des poètes du XIXe siècle)
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXIX
I.4. Perdizione e ricerca dell'ignoto
In uno dei suoi capolavori composti in età precoce, Il
battello ebbro, l'artista esprime al meglio questo concetto e
regala al lettore versi emozionanti e coinvolgenti.
Scrive di un battello senza equipaggio che naviga tra le
acque di un fiume incontaminato dell'allor primitiva America,
diretto verso le acque del mare immenso. L'imbarcazione non
ha equipaggio, o meglio l'ha perso. Lungo il tragitto il
paesaggio è fatto di terrori visionari e bellezze inquietanti.
Vengono descritte le
onde del mare, isole
alla deriva e cieli
deliranti11.
" Nei furiosi
sciabordii delle maree
l'altro inverno, più sordo d'un cervello di fanciullo,
ho corso! E le Penisole salpate
non subirono mai caos così trionfanti."12
11
A. Rimbaud, Il battello ebbro, 1871 12
A. Rimbaud, Il battello ebbro, 1871
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXX
Rimbaud fa del battello la propria personificazione, del
paesaggio visionario la metafora dell'esperienza con le droghe,
mentre la navigazione altro non è che il suo eterno viaggiare, le
sensazioni che prova nello scoprire nuovi confini, tangibili e
non.
Il messaggio è chiaro, se si legge tra le righe.
Lo stato visionario del poeta non è da intendersi come
perdizione inconscia, in realtà. Al contrario, è la sua
sensibilità, e se si vuole ipercoscienza, nei confronti di una realtà
con cui non si sente a proprio agio che lo conduce verso la
continua ricerca del nuovo, dell'ignoto, di un qualcosa che lo
inebri a tal punto da farlo sentire a casa.
Ecco di nuovo il tema del disagio dato dall'inadeguatezza
dell'io dinanzi all'esterno. Rimbaud rifiuta la rigidità cruenta e
l'ipocrisia della moderna società capitalista, abbandona tutto e
si cimenta in un viaggio visionario ma eccitante, tenebroso
quanto attraente e si perde, momentaneamente, nella
magnificenza di questa impresa. Il deragliamento dei sensi
comporta una distorsione della realtà terrena, la perdita della
concezione di tempo e di spazio, in un audace tentativo di
sublimazione spirituale.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXXI
Tuttavia, in un punto cruciale del componimento, e
quindi del viaggio stesso, il poeta avverte la necessità di
tranquillità, di restaurare quella concezione di tempo e di
spazio che era andata perduta e, quindi, di tornare alla realtà.
Sembra quasi suggerire che, sebbene il viaggio sia un
elemento essenziale nella vita dell'uomo, prima o poi dovrà
tornare alla quotidianità. Esso, infatti, è un concentrato di
sensazioni e di emozioni in contrasto tra di loro, a tal punto da
stordire i sentimenti umani con un mix di estasi e terrore.
In conclusione, si potrebbe affermare che a seguito di una
rottura della realtà e di una conseguente purificazione
dell'animo nel raggiungimento dell' ignoto, occorre ristabilire i
limiti temporali e spaziali e riconciliarsi con il proprio io.
L'uomo si fa naufrago e, sebbene devastato dallo
sregolamento dei sensi e della mente, ne esce più forte.
Il poeta-battello, allo stesso modo, in questo suo caos e
mediante un lungo, immenso e ragionato disordine di tutti i sensi13,
si fa veggente e, abbandonando le vie facili e scontate dei temi
canonici, riesce a scrutare dove non arriva lo sguardo comune.
Così, in una fuga apparentemente folle ma necessaria, l'unico
mezzo per acquisire questa capacità di penetrazione sembrano
13
A. Rimbaud, Lettera del veggente, 1871
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXXII
essere le vie trasgressive, al limite della mostruosità e della
follia, quelle vie tanto care a Baudelaire e alle quali è stato
dedicato l'intero capitolo "Paradisi artificiali" dell' opera " I fiori
del male" .
Nella sua Lettera del veggente Rimbaud scrive:
" Ineffabile tortura nella quale ha bisogno di tutta la fede, di
tutta la forza sovrumana, nella quale diventa il grande infermo, il
grande criminale, il grande maledetto,- e il sommo Sapiente - Egli
giunge infatti all' ignoto! Poiché ha coltivato la sua anima, già ricca,
più di qualsiasi altro ".14
Dalle parole di questo indiscusso genio ribelle emerge un
concetto chiave per la comprensione di questa tesi.
Il cosiddetto maledettismo cui fa riferimento Rimbaud, non
è da intendersi come atto perverso e irresponsabile che si
14
A. Rimbaud, Lettera del veggente, 1871
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXXII
I
esaurisce nel gesto scandaloso, bensì come azione volta al
potenziamento delle capacità intuitive del poeta, che se ne
serve per uscire dalla realtà, azzerare i propri preconcetti e
riconciliarsi con il proprio vero io, ben lontano dalle
convenzioni prestabilite e comuni.
Se s' intende questo, l' analogia tra l'esperienza mistica
delle droghe vissuta dal poeta e il viaggio di riscoperta
compiuto dall'uomo, appare evidente e simbolica.
L' uomo-poeta se pur s'immerge nel caos della perdizione,
sottomettendo il proprio corpo a uno stress fisico ed
emozionale importante e ancora rendendo mostruosa la
propria anima, ne esce vincitore. Il coraggioso si fa allievo e
diventa Sapiente. E il vagabondaggio e la trasgressione
diventano l'emblema della ricerca di un senso da dare alla vita,
delle esperienze e delle sensazioni alle quali è bello e poetico
non sottrarsi.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXXI
V
II. La Beat Generation
II.1.Rifiuto degli schemi e mantra del libero fluire della vita
1948. "Ah, questa qui non è che una Beat generation". In
un'intervista rilasciata e pubblicata più tardi ( 1952 ) per il New
York Times Magazine, Jack Kerouac conia l'espressione di un
movimento artistico nato già anni prima e di cui lui stesso fa
parte.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXXV
“La Beat Generation e un gruppo di bambini all’angolo della
strada che parlano della fine del mondo”15.
Una citazione, un'espressione che riassume lo spirito di
questo movimento e che racchiude in sé la bellezza e
l'innocenza critica e al contempo ribelle con la quale Kerouac
e i suoi compagni vivono l'esperienza del viaggio, metafora
della vita e del suo eterno libero fluire.
I beatnik si inseriscono in un contesto storico particolare,
che vede una società americana percorsa da mille
contraddizioni, in un'America alle prese con la Guerra Fredda
e trainata da una parte dalla lotta al comunismo e dall'altra dal
consumismo più sfrenato. Tutti giovani tra i 18 e i 30,
accomunati da un forte senso di disagio e angoscia nei
confronti di un mondo cui non appartengono internamente e
dal quale sentono la necessità di evadere.
Evasione, questa, che non è sinonimo di abbattimento
delle istituzioni né di una presuntuosa volontà di cambiare il
mondo, bensì esigenza di distacco dai convenzionali schemi
sociali che dirigono la vita degli Americani e quindi rifugio in
15
J.Kerouac, New York Times Magazine, 1952
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXXV
I
un mondo esclusivo, in un'élite artistica tutta nuova e
rivoluzionaria.
Non è un caso, infatti, che la vera arma dei Beat non
risulti tanto in quegli atteggiamenti di trasgressiva
provocazione al sociale , quanto nell'assenza e nel loro non
coinvolgimento a livello spirituale. Un atteggiamento
psicologico, emozionale e di conseguenza fisico in cui si
vedono coesistere la fuga, il motivo del viaggio e uno spiccato
senso di nomadismo.
Ed è su questo particolare mood di distacco evasivo che si
concentra l'attenzione.
" Mi trovavo a metà strada attraverso l’America alla linea
divisoria tra l’est della mia giovinezza e l’ovest del mio
futuro..."16
Sulla strada. Titolo del romanzo da cui proviene la
sopracitata frase di Kerouac. Sulla strada. Luogo privilegiato di
chi viaggia, di chi scappa e va via. Sinonimo di fuga e
disimpegno verso ciò che ci si lascia alle spalle e, al contrario,
disponibilità verso chi ci cammina davanti e le meraviglie
16
J. Kerouac, Sulla strada, 1957
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXXV
II
inaspettate e sconosciute che ci si propongono davanti al
cammino. Scommessa su sé stessi nonché personale ricerca di
esperienze e persone tutte nuove da cui imparare e con le quali
vivere e improvvisare.
È su questi principi, o se si vuole atteggiamenti di vita, che
si costruisce l'importanza del viaggio per le personalità della
Beat Generation.
In una citazione di Hermann Hesse, cui verrà dedicato un
intero capitolo nelle prossime pagine, è racchiuso questo
concetto di spontaneo peregrinare che ha caratterizzato tutto il
pensiero beat.
" ...chiamare il romanticismo del viaggiare: la varietà delle
impressioni, l' attesa, serena o ansiosa, di sorprese, ma anzitutto il
lato meraviglioso dei rapporti con persone che ci sono nuove ed
estranee... Chi nei suoi verdi anni ha viaggiato un bel po' con scarsi
quattrini e senza un bagaglio che si rispetti, ha provato senz' altro
queste impressioni...per costruire il bell' edificio di una vasta
comprensione della terra e della sua vita. ".17
17
H. Hesse, Sulla pratica del viaggiare, Il viandante, 1993
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXXV
III
La strada, zaino e sacco a pelo in spalla, un taccuino su cui
scrivere costituiscono lo scenario con cui edificare l'immagine
della Beat Generation.
Il senso di distacco dalle noiose e conformistiche
convenzioni borghesi e dai valori del capitalismo delineano
una continua necessità di introspezione, che non sempre trova
come motore di ricerca il viaggio inteso come spostamento
fisico. La sperimentazione di alcol e di droghe, tra cui
mescalina, funghi sacri, acido lisergico ( LSD ), hashish e
marijuana sono, infatti, un altro mezzo di allontanamento
dall'esperienza del reale per immergere i sensi in una corrente
mistica e compiere un viaggio diverso, in grado di espandere le
proprie capacità cognitive ed elevarsi a un' altra realtà. Non a
caso le opere di Baudelaire e Rimbaud sono tra le letture in
cui si dilettano e si riconoscono di più i beatnik.
Se si potesse riassumere la vastità del concetto di viaggio
per gli artisti della Beat Generation, si potrebbe senz'altro fare
riferimento alla seguente citazione della giornalista Silvia
Morosi:
"... I giovani della Beat Generation, che contestano il
conformismo della società materialista, mettono in discussione i
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XXXI
X
canoni standard di “ rispettabilità ” ed esprimono il loro rifiuto con
un atteggiamento nel quale confluiscono spinte diverse: in primo luogo
ribellione, manifestata attraverso la scelta di un’esistenza vagabonda
sulle strade e sui treni d’America... Si tratta di un atteggiamento
volutamente passivo, che non si propone di abbattere le istituzioni per
stabilirne altre più consone alle esigenze dell’uomo, ma contrappone,
alla falsità della società borghese, la chiusura in un proprio mondo
solitario, del quale fanno parte solo coloro che condividono gli stessi
ideali. ".18
18
S. Morosi, Kerouac e la Beat Generation: il viaggio di Jack , sognatore e ribelle, 14 marzo 2015
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XL
II.2. Sulla strada. Jack Kerouac, personalità ambivalente
Se si prende in considerazione Sulla strada, romanzo di
Kerouac cui si fa riferimento in precedenza nonché manifesto
dell'intero movimento beat, si riesce a percepire in modo
evidente l'accezione più profonda che assume il viaggio in
questo periodo storico e si evidenziano chiaramente gli
elementi chiave che lo denotano.
Il tema principale del libro è, in effetti, l'avventura dei due
protagonisti della storia, Sal Paradise e Dean Moriarty. Dopo
aver fatto conoscenza a New York, i due amici si spostano in
macchina , percorrono gli Usa in autostop e girovagano
vivendo alla giornata e rompendo ogni schema di vita
ordinaria e programmata.
Partono dalla Grande Mela e attraversano Chicago, San
Francisco, Denver fino al Messico.
Il romanzo è autobiografico e Kerouac sembra descrivere
la sua prima traversata degli Stati Uniti datata 1947, anno in
cui risale l'inizio della sua vita sulla strada.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XLI
In quest'ottica i personaggi Sal e Dean corrispondono
rispettivamente all'alterego dell'autore stesso e all'amico Neal
Cassady. I due sembrano essere agli antipodi: il primo, più
razionale con aspirazioni letterarie, il secondo anticonformista
e ribelle, preso dalla smania di conoscere il brivido dell'alcol,
delle droghe e del sesso, alla scoperta dell' America.
La cronaca romanzata dei due amici sembra farsi
portavoce del malessere dei giovani degli anni '60 i quali,
estranei ai valori borghesi e al benessere economico dei loro
padri, sono alla continua ricerca di un'esistenza come fuga da
una società cui non si sentono di appartenere. Di qui il
continuo desiderio di viaggiare senza una meta, l'assunzione di
alcol e droghe come valvole di sfogo e scappatoie.
"Tutti eravamo felici, " scrive Kerouac, " ci rendevamo conto
che stavamo abbandonando dietro di noi la confusione e le sciocchezze
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XLII
e compiendo la nostra unica e nobile funzione nel tempo, andare."19
Se si cerca di comprendere più a fondo la psicologia del
romanzo, tuttavia, vi sono altri aspetti interessanti su cui
soffermarsi. Nella prima parte del libro, si percepisce un senso
di soggezione latente di Sal nei confronti dell'amico. Se da un
lato avverte, infatti, un immenso desiderio di quotidianità e la
naturale esigenza di costruirsi una famiglia propria, dall'altro, è
completamente e spasmodicamente trasportato dallo stesso
impulso trasgressivo che prova Dean e che lo porta a spostarsi
da una città all'altra in un eterno nomadismo. Ogni viaggio
rappresenta per lui un allontanamento dal suo desiderio di
vita stabile, tanto da confonderlo e da fargli perdere la
percezione di sé e il concetto di casa.
"A me piacciono troppe cose e io mi ritrovo sempre confuso e
impegolato a correre da una stella cadente all'altra finché non
precipito. Questa è la notte e quel che ti combina. Non avevo niente
da offrire a nessuno eccetto la mia stessa confusione." 20
19
J. Kerouac, Sulla strada, 1957 20
J. Kerouac, Sulla strada, 1957
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XLIII
Nella quinta e ultima parte del libro, i due personaggi si
separano e il romanzo si conclude con le riflessioni di Sal su
Dean Moriarty e sulle strade che attraversano l'America. È qui
che il protagonista tira le somme del proprio viaggio e
metaforicamente della propria vita.
Se ci si allontana, inoltre, dalla concezione di viaggio
inteso nella sua accezione più fisica, si realizza che il vero
percorso di Sal è avvenuto sostanzialmente all'interno di sé
stesso e che il vero spostamento l'ha compiuto la sua coscienza
per indagare su di sé e su cosa desidera veramente dalla vita.
In questa visione, il reale motivo del viaggio sembra essere
la ricerca di una nuova autenticità esistenziale e spirituale e il
risultato di un'ambivalenza tra il rifiuto dei punti saldi della
società benpensante e il naturale desiderio umano di costruire
il proprio nido insieme a una seconda persona.
" Una macchina veloce, l'orizzonte lontano e una donna da
amare alla fine della strada. "21
21
J. Kerouac, Sulla strada, 1957
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XLIV
III. HEGEL
Come si evince nei capitoli precedenti, l'800 sembra
essere il secolo in cui il viaggio assume l'accezione di ricerca
personale e percorso formativo dell'io in antitesi con il mondo
esterno.
Gli intellettuali cui si fa
riferimento in precedenza
conferiscono al tema del viaggio una
connotazione originale e
rivoluzionaria e lo intendono come
completamento della propria
formazione artistica e personale, in
un'intensa esperienza di
cambiamento che avviene più al loro interno che all'esterno.
Tuttavia, altro non fanno che continuare un viaggio già
iniziato da altri secoli prima.
Basti pensare agli antichi filosofi grechi, quali Socrate,
Platone o ancora Aristotele, e allo stesso concetto filosofico di
dialettica che nasceva in quegli anni.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XLV
III.1. Il concetto di " dialettica " e la Fenomenologia dello spirito
La dialettica è definita in filosofia come " il metodo
d'indagine razionale che, attraverso il dialogo e la discussione degli
argomenti dell'avversario, si propone di determinare il contenuto
concettuale della verità " o ancora " il procedimento di ostacolo e
superamento attraverso cui l'io infinito che costituisce tutto oltrepassa
inconsciamente sé stesso, limitandosi e vincendosi di continuo".
In quest'ottica, se ci si allontana momentaneamente dalla
connotazione fisica che assume il viaggio in sé e di per sé, si
potrebbe elaborare un' analogia tra esso e la dialettica.
Ed è in questo contesto che Georg Wilhelm Friedrich
Hegel, filosofo rappresentante dell'idealismo tedesco, si può
considerare il più grande precursore del concetto di viaggio
inteso non solo come fuga dal reale, ma anche e soprattutto
come ricerca introspettiva e completamento ( miglioramento )
di sé e della propria persona.
Tale concetto è espresso al meglio nella Fenomenologia
dello Spirito dello stesso Hegel, la quale altro non è che la
storia romanzata della coscienza.
In diverse tappe il filosofo descrive il coscienzioso
percorso formativo dell'uomo il quale esce dalla propria
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XLVI
individualità per confrontarsi con il mondo esterno e
raggiungere quindi l'universalità, per poi riconoscersi come
ragione ( per citare l' autore) e ricongiungersi con il proprio io,
cambiato e cresciuto grazie a un processo formativo doloroso e
pieno di contrasti, ma che riesce in conclusione a maturare i
suoi frutti.
III.2. Il viaggio formativo e l'autoaffermazione della coscienza
Le sezioni in cui si articola la Fenomenologia dello Spirito
sono sei: coscienza, autocoscienza, ragione, spirito, religione e
filosofia. Le più significative sono le prime tre.
coscienza: attenzione verso l'oggetto ( tesi )
autocoscienza: attenzione verso il soggetto (
antitesi )
ragione: unità profonda tra soggetto e oggetto
(sintesi)
Tuttavia, ai fini di questa tesi, si prenderà in
considerazione solo la prima.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XLVII
In essa, Hegel descrive il processo in cui la coscienza arriva
a riconoscersi come autocoscienza. Tale percorso si suddivide a
sua volta in tre momenti principali:
la percezione sensibile, in cui essa riconosce
gli oggetti e si confronta con la realtà attraverso l'uso
della sensibilità,
la percezione intellettuale, in cui l'io
riconosce gli oggetti da un punto di vista scientifico e,
non soddisfatto dell'Esperienza sensibile, cerca di
individuare la causa dei fenomeni,
L' intelletto, momento in cui comprende che
tra sé stesso e il mondo non c'è contraddizione e si
riconosce come Autocoscienza.
L' oggetto non è più qualcosa di
estraneo al mondo esterno, al
contrario s'immedesima e
quindi si riconosce in esso.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XLVII
I
In realtà, per comprendere compiutamente come Hegel si
possa inserire nel tema del viaggio è sufficiente spiegare il
sistema ternario e idealistico che è alla base del suo pensiero
filosofico e di cui si serve per spiegare ogni suo concetto.
Il sistema di Hegel è un ragionamento che parte da un
terminus a quo ( qualsiasi cosa venga posta come inizio di un
ragionamento ) e arriva a una conclusione seguendo uno
schema triatico che prevede la confutazione di una tesi e in
seguito di un'antitesi per giungere alla sintesi, che corrisponde
sempre a una mediazione tra i primi due elementi.
Per spiegare il concetto di Idea, ad esempio, Hegel
descrive i tre momenti di
la Logica ( in sé )
la Natura ( fuori di sé )
lo Spirito ( in sé e per sé ).
Essa, secondo quanto afferma il filosofo, altro non è che
l'identità tra pensiero e realtà, l'unità tra l'ideale e il reale, la
sintesi dialettica tra questi due opposti.
Se si rivolge nuovamente e momentaneamente
l'attenzione a quanto sostenuto nei capitoli precedenti, si
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XLIX
ricorderà certo l'ambivalenza dilemmatica sofferta dai poeti
maledetti che, sofferenti di un disagio e di un'insoddisfazione
nei confronti di un mondo in cui non si riconoscevano e, non
contenti dell' esperienza sensibile, tentavano disperatamente di
sperimentare altro al fine di elevarsi a una nuova realtà e
ricongiungersi spiritualmente con il proprio io.
E bene l'attitudine di questi, sembra calzare perfettamente
con la filosofia hegeliana, con'unica e sola differenza che
appare talvolta incisiva.
In Baudelaire e Rimbaud, così come avviene per Kerouac
e tutti gli altri beatnik, nonostante l'esperienza del viaggio sia
essenziale se intesa come motivo di evasione, introspezione e
crescita personale, risulta vana in sensi pratici.
Infatti, così come i poeti maledetti si ritrovano
amaramente costretti a tornare alla realtà dopo aver assaporato
le dolci fantasie causate dall'assunzione di sostanze
stupefacenti, allo stesso modo Kerouac alla fine del suo
romanzo autobiografico ammette che ogni viaggio rappresenta
per lui un allontanamento dal suo desiderio di vita stabile,
tanto da confonderlo e da fargli perdere la percezione di sé e il
concetto di casa.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
L
Nella Fenomenologia dello Spirito, al contrario, la
coscienza compie un viaggio formativo che la spinge a
confrontarsi con una realtà che le è estranea e, infine, a
riconoscersi in essa, attraverso un processo di mediazione che
si definisce dialettico.
Ed è qui che rientra in gioco la dialettica. Attraverso di
essa, il soggetto uscito di sé per entrare in contatto con altre
realtà, interagisce con l'esterno. La dialettica facendosi
strumento di mediazione tra i due, permette al soggetto di
riconoscersi con l'oggetto e di conseguenza di ricongiungersi
spiritualmente con il proprio io.
" Non tutti i viaggi si fanno fisicamente, e non tutti i percorsi
sono viaggi. Alcuni dei viaggi più grandi si fanno solo nel profondo
senza muoversi col proprio corpo. Sono i viaggi in cui si lascia che sia
la coscienza a maturare un' esperienza intima, che la porti a non
essere più del tutto uguale a prima: esattamente come deve accadere
in un viaggio che veramente sia tale "22 suggerisce Aldo L' Erario
nel suo articolo Il viaggio della coscienza: l' epopea dell' io nell'
Idealismo, pubblicato il 25 agosto del 2012.
22
A. L' Erario, Il viaggio della coscienza: l' epopea dell' io nell' idealismo, Discorsivo, 2012
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LI
IV. Hermann Hesse
" Prega insieme a me per il piccolo Hermann... Il bambino ha
una vitalità e una forza di volontà così decisa e ... un' intelligenza che
sono sorprendenti per i suoi quattro anni. Che ne sarà di lui? ... Dio
deve impiegare questo senso orgoglioso, allora ne conseguirà qualcosa
di nobile e proficuo, ma rabbrividisco solo al pensiero per ciò che una
falsa e debole educazione potrebbe fare del piccolo Hermann ".
Astuto, caparbio e testardo. Così lo descrive la madre in
una preoccupazione che rivolge al marito, quando il figlio è
ancora in età infantile.
Hermann Hesse nasce a Calw, Germania, il 2 luglio del
1877.
Riceve un'educazione pietistica, impartitagli dalla famiglia,
che influenzerà la sua personalità in modo singolare,
causandogli talvolta insofferenza e istinto di ribellione a ogni
tipo di comando familiare.
Tra crisi interiori ed esteriori, fallisce in ogni suo tentativo
di adeguarsi alle convenzioni borghesi e di condurre una vita
ordinariamente normale.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LII
IV.1. Il viandante del '900
Hesse si sposta da una città all'altra e viene definito il
viandante del '900, quasi a suggerire il titolo di una sua opera
omonima.
Quello del viaggio, è infatti uno dei temi a lui più cari, a
cui dedicò molte delle sue opere, tra le quali si ricordino
Siddharta, Il viandante
appunto, nonché alcune sue
riflessioni sul viaggiare presenti
anche in L'arte dell' ozio.
Avendo abbandonato gli
studi ginnasiali, si vede
costretto a conseguire un
apprendistato presso l'officina
di orologi da campanile di un
certo Heinrich Perrot a Calw.
Successivamente lui, animo
ribelle, progetta di fuggire in Brasile, per poi abbandonare
invece l'officina l'anno successivo, al fine di ottenere un
apprendistato da libraio a Tubinga.
Il viandante sul mare di nebbia, Caspar David Friedrich, 1818
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LIII
La biografia di Hermann Hesse altro non è che il preludio
su cui si compone il suo pensiero filosofico e questi excursus
nella sua vita aiutano a comprendere la rilevanza che il tema
del viaggio assume nella sua esistenza.
" Motivi per partire non mancano mai ", scrive in un punto
estratto dalla sua opera Il viandante. Secondo quanto spiega
Volker Michels nella prefazione dello stesso scritto, in questo
anno Hesse è di ritorno da uno dei suoi giri di conferenze
prima a Dresda, Praga, Brunn e Saarbrucken e in seguito a
Weirmar. Quello precedente è stato invece l'anno del viaggio
più lungo e remoto della sua vita, una gita di tre mesi a
Ceylon, in Malesia.
Hesse asseconda molto spesso, ricorda Michels, " l'impulso
che lo spinge a evadere dalla monotonia di tutti i giorni per rigenerarsi
con nuove impressioni ed esperienze ".
Il periodo in cui si reca più spesso in viaggio è senza
dubbio quello compreso tra la fine dell'800 e l'inizio della
Prima guerra mondiale. Le sue mete preferite sono le calde e
accoglienti terre del Sud. Non a caso inserisce l'Italia tra le sue
destinazioni favorite.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LIV
Tuttavia, il clima e le conferenze non sembrano essere le
uniche ragioni che motivano i suoi viaggi. Hesse sembra,
infatti, assumere un atteggiamento estremamente critico verso
le conseguenze dei progressi tecnologici, la conseguente
degradazione della natura e la smania nevrotica che caratterizza
la società della sua epoca.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LV
IV.2. Rifiuto della frenesia moderna e viaggio anacronistico
" Negli anni della mia fanciullezza e adolescenza ho vissuto nella
Foresta Nera il processo di industrializzazione di una cara, piccola
valle fluviale, e in anni maturi sono sfuggito a questo processo ogni
volta che mi si avvicinava e ho cercato angoli tranquilli, per il
momento ancora dimenticati dal frastuono del mondo "23.
Malgrado questa sua esigenza di evadere dal chiasso di
un'Europa industrializzata e caotica, Hesse non scade nella
frenetica banalità dei viaggi programmati, del tutto compreso
che è così in voga tra i suoi contemporanei e che è volto
esclusivamente all'arricchimento delle moderne agenzie di
viaggio. Al contrario sostiene " l'anacronismo ", ovvero " la
possibilità di gustare intensamente il senso della vita " che
risulta possibile " solo al di fuori di ogni schema " e
mescolandosi a diretto contatto con le popolazioni locali, il
paesaggio e lo stile di vita della gente comune.
" Un tempo ero un giramondo, viaggiavo con un bagaglio
leggerissimo e molto a piedi, e questo mi faceva bene e rispondeva
meglio al mio atteggiamento verso il mondo che non questo modo 23
H. Hesse, Resoconto agli amici, 1951
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LVI
attuale di viaggiare, che non consente di sottrarci al condizionamento
della macchina ", scrive Hesse in Il viandante.
La vera arte del viaggiare, secondo lo scrittore,
consisterebbe pertanto nel fascino del rischio, nel cogliere le
sorprese che si celano dietro l'inaspettato, il non previsto
vagabondare in terre sconosciute dalle quali lasciarsi
meravigliare e sorprendere a ogni singolo passo. Solo così si
riesce a soddisfare l'innato desiderio di libertà di cui si nutre
l'uomo e trovare l'espressione più adeguata alle proprie
impressioni.
Secondo Hesse, e tenendo conto di quanto afferma
Michels,
" nel vivere la natura ognuno trova conferma di sé stesso, gode
della possibilità di vedere e di associare organicamente la nuova
conquista a quanto già gli è famigliare, di ritrovare antiche verità e
leggi sotto altri rapporti, riconoscendo così sempre di nuovo l' unità
dietro la molteplicità ".
In quest' ottica appare evidente che questo temerario
bisogno di viaggiare consiste in realtà in un'innata necessità di
ricercare sé stessi e nel continuo tentativo dell'uomo di
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LVII
esprimersi, lontano da quel caotico frastuono di una civiltà
che non gli permette di ascoltarsi.
" Non sia anche una smania di dimenticare, di rimuovere ciò che
è stato nella misura in cui ne siamo angosciati, di coprire immagini
vissute con il maggior numero possibile di nuove immagini ", rileva
Hesse in una delle sue lettere circolari nel 1953.
Hesse considera tutti i suoi viaggi una fuga dal tempo in
cui si ritrova a vivere e in cui non si riconosce e che addirittura
può " nel migliore dei casi soltanto tollerare ". Una fuga di ricerca,
ancora una volta, che prevede la scoperta di sé stesso e del
proprio io nel mondo. Tale percorso risulta talvolta complesso
e, a volte, persino doloroso e proprio per questo motivo la
modalità di viaggio schematico e programmata non si addice a
questo tipo di ricerca. È necessario conservare, pertanto, quel
pizzico di avventura che fa da scudo contro un mondo fin
troppo programmato e solo apparentemente ordinato, che in
realtà ci confonde e non ci rappresenta.
" Soltanto così ogni viaggio sarà alla scoperta non solo del mondo
esterno, ma anche del nostro mondo interiore ".
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LVIII
IV.3. Siddharta e il Bildungsroman: la via della saggezza
L'argomento del viaggio non ricorre solo in Il viandante,
al contrario trova la sua massima espressione in Siddharta,
capolavoro filosofico e letterario del medesimo autore.
Romanzo breve pubblicato nel 1922, è la storia
idealmente ispirata alla vita di Siddharta Gautama24, il Buddha
storico, il quale nella trama farà solo da sfondo dietro lo
pseudonimo di Gotama.
Il vero protagonista non è infatti l' asceta, bensì un
giovane ragazzo che abbandona la famiglia per intraprendere
un viaggio di ricerca e scoperta del mondo che saranno spunto
di riflessione per affrontare nuovamente il tema del viaggio.
Il racconto è considerato proprio per questa ragione un
romanzo di formazione, o meglio Bildungsroman25 come
suggerisce il termine tedesco che viene coniato proprio in
questi anni.
Si descrive più precisamente nell'opera, il percorso di
maturazione individuale di un giovane uomo che diviene 24
Siddharta Gautama (566 ca. - 486 ca. a.C.) era un principe indiano che, dopo aver abbandonato la famiglia e le sue ricchezze per una vita di rigido ascetismo e penitenza, giunse attraverso la meditazione alla condizione del Nirvana (cioè, l’illuminazione perfetta coincidente con l’annullamento della propria individualità). Il Buddha si dedicò poi alla predicazione e all’insegnamento, diventando una figura spirituale di riferimento per tutto il mondo asiatico. 25
Romanzo di formazione”: genere narrativo imperniato sulle esperienze formative del protagonista, il quale viene maturando progressivamente il proprio carattere e la propria identità morale.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LIX
adulto, mediante un lungo cammino fatto talvolta di momenti
critici e difficoltosi.
Nel caso specifico, il viaggio ha come obiettivo principale
il raggiungimento della saggezza, che viene in principio
ricercata erroneamente dal ragazzo in terze persone o
addirittura nelle mete stesse del viaggio. Si pensi, ad esempio,
all'incontro con la figura storica di Siddharta Gautama e
all'iniziale convinzione di poter trovare la via della saggezza nei
suoi insegnamenti o in quelli dei samana, presso i quali ha
sostato tempo prima.
Benché Siddharta percorra le stesse tappe del Buddha, è
curioso e ammirevole notare come questa ricerca di una
dimensione interiore autentica e pacificata non si fermi alla
semplice imitazione del percorso compiuto dal sommo
maestro. Al contrario il giovane allievo dapprima impara da lui
e in seguito lo supera, rendendo i suoi insegnamenti delle
salde radici su cui costruire una personalità tutta propria.
A metà tra gli eccessi dell'ascetismo intransigente dei
Samana e la vita passionale e terrena sperimentata con
Kamala, Siddharta comprende che l'unico modo per
raggiungere l'illuminazione, scopo ultimo della sua esistenza,
non sta nella rinnegazione del mondo e il rifiuto della vita,
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LX
bensì nel completo abbandono al libero fluire delle cose e
nell'accettazione della propria figura nel mondo esterno.
Se si contestualizza la storia di Siddharta, si comprende la
connotazione che assume il viaggio nel pensiero di Hesse.
Il giovane Buddha in conflitto con il mondo e preso da
una forte inquietudine spirituale, com' è tipico dell'età
adolescenziale, è pronto ad abbandonare il proprio nucleo
familiare per intraprendere un viaggio di ricerca del proprio io
e del mondo.
Ingenuamente crede di
poter trovare risposte
valide alle sue
domande in luoghi
remoti e sconosciuti e
negli insegnamenti di
sommi maestri di tutto rispetto.
Siddharta, come Hesse, non si accontenta della
monotonia della vita ordinaria che conduce in casa propria e
viaggia nel frenetico tentativo di scoprire di più.
Alla fine del romanzo capirà, tuttavia, che la vera strada
da percorrere verso la saggezza risiede proprio dentro di lui.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXI
Tuttavia, Hesse non intende sottrarre importanza
all'esperienza del viaggio. Al contrario, è grazie a esso che
Siddharta ritrova la propria dimensione e impara a vivere
l'esperienza del reale in modo del tutto sereno e in armonia
con la propria persona.
" Ora Siddharta non me lo voglio più lasciar scappare! Basta,
cominciare il pensiero e la mia vita con l' Atman e col dolore del
mondo! Basta, uccidermi e smembrarmi, per scoprire un segreto dietro
le rovine"Non sarà più lo stesso Yoga-Veda a istruirmi, né l' Atharva-
Veda né gli asceti, né alcuna dottrina. È da me che voglio imparare,
di me stesso voglio essere il discepolo, voglio conoscermi, svelare quel
mistero che ha nome Siddharta".
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXII
V. RICHARD BACH e " Il gabbiano Jonathan Livingston "
" Per il padre de Il gabbiano Jonathan Livingston la Terra è solo
una tappa di un viaggio più celeste... E così, come il delicato ribelle
del suo bestseller, fende il cielo per ricucire l'anima lacerata dalla
consuetudine e dagli schemi, che impediscono a idealisti e sognatori di
volare nella libertà che vive nel profondo di noi "26.
Sono queste le parole che Antonello Guerrera rivolge in
omaggio a Richard Bach, aviatore e scrittore statunitense nato
a Oak Park il 23 giugno del 1936, facendo riferimento a una
delle sue opere.
26
A. Guerrera, Richard Bach: ecco la mia seconda vita da gabbiano, Repibblica.it, 2014
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXIII
Prima di dedicarsi alla scrittura, Bach si arruola nella
United States Navy Reserve e successivamente nella New Jersey
Air National Guard's 108th Fighter Wing come pilota di un F-
84. Non è un caso, infatti, che molti dei suoi racconti abbiano
a che fare con il volo.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXIV
V.1. L' incidente aereo e la rinascita nel volo
Il 31 agosto del 2012 rimane coinvolto in un incidente
aereo a Washington che cambierà in parte la sua visione del
mondo e influenzerà in modo incisivo i suoi scritti.
É nel corso della convalescenza che trova l'ispirazione per
concludere la quarta parte del suo capolavoro Il gabbiano
Jonathan Livingston, originariamente composto da sole tre
parti.
In quest'opera, più di tutte, il tema del volo è il nucleo
attorno al quale si sviluppa la storia. Bach utilizza, infatti, le
sue conoscenze di aviatore professionista per descrivere la
storia di Jonathan, un gabbiano giovane e disinvolto con
un'irrefrenabile voglia di perfezionarsi nella tecnica del volo,
che considera una vera e propria arte da coltivare. Questo, il
motivo del continuo scontro con il proprio stormo di
appartenenza, lo stormo Buonappetito, che rigido e
conformista sembra avere come unico scopo quello di
procacciarsi cibo in una continua lotta tra simili, tipica di chi
possiede poco intelletto ed eccessiva ingordigia.
Tuttavia, nonostante l'iniziale timore e disagio del sentirsi
diverso, e malgrado l'espulsione da parte del Consiglio degli
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXV
anziani che considerano pericolosa e quasi blasfema questa sua
irrequietezza d'animo, Jonathan persiste e si cimenta in voli
sempre più difficoltosi, cadendo e fallendo numerose volte ma
rialzandosi altrettante.
Un giorno, allenandosi in solitaria, incontra due gabbiani
dal piumaggio luminoso e splendente, all' apparenza eterei,
che lo condurranno in una nuova dimensione, o se vogliamo
livello di esistenza ( per citare il libro), dove condividerà con
altri suoi simili le sue stesse passioni. Tra questi, figure
essenziali per la crescita spirituale del protagonista sono
Sullivan, il mentore, e Chiang, il gabbiano più anziano che gli
insegnerà a elevarsi con il pensiero e distaccarsi di conseguenza
dai limiti del corpo. La perfezione risiede, innata, in ognuno
di noi e l'unico modo per raggiungerla non è quello di
ricercarla all'esterno o in posti sconosciuti, poiché è già dentro
di noi. Ciò che fa la differenza e ci eleva realmente, secondo il
maestro, è istruirsi sull'amore e trasmettere il proprio sapere al
prossimo.
Jonathan, ormai fonte di sapere, torna così sulla Terra
dallo stormo Buonappetito, lo stesso che lo aveva etichettato a
reietto ed esiliato successivamente. Qui riesce a crearsi i suoi
discepoli, tra cui il giovane gabbiano Fletcher Lynd in cui si
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXVI
rivede, poiché precedentemente esiliato anche lui per eccesso
di audacia e curiosità. Una volta trasmesse tutte le proprie
conoscenze Jonathan sente che la sua missione è compiuta e
svanisce nel nulla, in un tremulo barlume.
Nella parte conclusiva dell' opera il messaggio è chiaro e le
parole risuonano mitiche: l'unico modo per trovare l'amore e la
perfezione è dentro di noi. Gli occhi vedono solo ciò che è limitato.
Guarda con il tuo intelletto e scopri quello che conosci già... E allora
imparerai come si vola27.
27
R. Bach, Il gabbiano Jonathan Livingston,
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXVII
V.2. Jonathan Livingston: l' analogia con Siddharta e l' arte del volo come metafora della vita
Il riferimento implicito a Siddharta chiude l'ultima pagina
con un finale emozionante che riassume il significato
dell'intero romanzo suggerendo una profonda riflessione a
tutti noi, lettori e viaggiatori. Per trovare la felicità, ognuno
deve dapprima imparare a conoscere sé stesso, perché è solo lì
che troverà tutte le risposte alle domande che si pone. Ogni
persona deve cercare la propria strada, ricavando il massimo
dalla vita e sfruttando al meglio le proprie capacità e
potenzialità. È essenziale per la nostra crescita non perdere di
vista la meta, bensì dare ascolto al proprio istinto che, sebbene
ci possa far sbagliare al principio, ci condurrà alla forme
migliori di libertà. E il regalo più grande che si possa fare è
aiutare gli atri a capire cosa desiderano FARE. Perché, come
sostiene Bach , " Jonathan è quel vivido piccolo fuoco che arde in
tutti noi, che vive solo per quei momenti in cui raggiungiamo la
perfezione ". Non a caso, l'autore del romanzo rivolge la dedica
iniziale a un lettore speciale e scrive: " Al vero gabbiano Jonathan
che vive nel profondo di noi tutti ".
Si torni per un istante alla biografia di Bach e all'incidente
aereo che lo coinvolse.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXVII
I
Nell'intervista rilasciata ad Antonello Guerrera per la
Repubblica.it, cui precedentemente si fa riferimento, lo
scrittore rivela la grande lezione di vita che ha imparato dal
suo triste episodio e afferma:
" L' amore è la nostra unica realtà, l' unico vero senso possibile.
Per me è come una piccola voce che ascolto tutti i giorni... Credo che
ogni sfida della vita sia un test per arrivare all' Amore. Ricorda cosa
diceva la volpe al piccolo principe di Saint-Exupéry? " Non si vede
bene che col cuore, l' essenziale è invisibile agli occhi "".
Tornando di nuovo al romanzo, a questo punto, la storia
di Jonathan e la sua passione per il volo sembrano essere una
metafora della vita. E se si scorge un po' più a fondo, il tema
del volo può senza dubbio essere paragonato a quello del
viaggio.
Gli audaci tentativi di perfezionamento della tecnica del
volo sono implicitamente dei continui viaggi che Jonathan
compie per allontanarsi dalla monotonia di una vita banale e
ordinaria che non lo soddisfa, per ricercare la propria via,
seguendo istintivamente l' impulso della passione. Ancor più,
la sua esperienza paradisiaca presso la terra, o meglio il cielo,
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXIX
di quei gabbiani dal piumaggio luminoso e splendente
rappresenterà per lui un vero e proprio percorso formativo dal
quale tornerà nuovo, sapiente e illuminato. Sarà proprio
questo viaggio a condurlo nella una reale dimensione.
" Jonathan ci insegna che non siamo incapaci o incompresi, come
ci vorrebbero far credere, e che non serve seguire la folla a scapito delle
nostre passioni. Perché solo ciò che amiamo dà senso alla vita. Non a
caso, tutte le persone di successo hanno seguito le loro passioni. Per me
è stato il volo, per altri la danza, la tecnologia, la pubblicità. Se si
seguono le passioni, le nostre vite saranno certo più complicate di chi
vi rinuncia. Ma saranno anche più felici "28.
28
R. Bach, intervista per laRebubblica.it, 2014
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXX
VI. CONCLUSIONI
Si è discusso finora del tema del viaggio e, in modo
specifico, della tendenza ad associarlo a un'avventurosa
evasione dinanzi a una realtà con cui non ci si identifica e
dalla quale ci sente fuori e oppressi. Una fuga nichilista, se si
vuole, in cui il rifiuto del quotidiano sfocia nell'esigenza di
sperimentare qualcosa di altro rispetto a noi e alle forme in cui
la quotidianità si esprime.
Prendendo come punto di partenza la letteratura francese
e il mondo Beat, e inserendo vita e pensiero dei loro maggiori
esponenti, si è analizzato quel senso di inappagamento di chi,
pur sperimentando continui cambiamenti, non è riuscito a
liberarsi della tediosa insoddisfazione del reale ed è ricaduto
nella disperazione nichilista , nell'eterno circolo vizioso del
convenzionale.
Se da un punto di vista ludico, per le personalità descritte
nei primi capitoli l'esperienza del viaggio, fisico o metafisico,
risulta sensazionale e mistico, ai fini pratici sembra essere vano
e straziante. Benché lungi dalla convinzione che viaggiare
possa in qualche modo essere sinonimo di inutile diletto, è
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXI
pur vero che la ricerca del naturale e dello stravagante in
dimensioni diverse e del tutto nuove, ha ricondotto con un
inesorabile tempismo tutti e tre gli artisti29 a fare i conti con i
proprio demoni. Se si riconduce la mente a quanto detto su
Kerouac, ad esempio, si ricorderà senz'altro come ogni viaggio
rappresenti per lui un allontanamento dal suo desiderio di vita
stabile, tanto da confonderlo e da fargli perdere la percezione
di sé. Questo suo incessante bisogno di sentirsi ambulante, lo
fa sentire vivo ma mai pago. Tuttavia, il senso di discontinuità
che il viaggio porta con sé, rompe gli schemi ordinati di una
quotidianità che " annoia " ( se s' intende nella sua accezione
francese di ennui ) ed è per questo che l'impulso evasivo, per
queste personalità tormentate, non perde mai il suo splendore.
È una variabile che allontana dal proprio vissuto, che
trasporta in una dimensione nuova, da cui lasciarsi senza
dubbio stupire, ma da cui si può anche imparare.
Ed è da qui che si può ripartire. Non a caso è stato
riportato, negli ultimi capitoli, il pensiero di autori che hanno
trattato il tema del viaggio in modo del tutto originale e
illuminante.
29
Baudelaire, Rimbaud, Kerouac
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXII
Si prenda Hesse, ad esempio. Vicino a Baudelaire, come
anche a Rimbaud, per quel senso di inadeguatezza nei
confronti della realtà in cui vive e per quel voler sottrarsi al
condizionamento della macchina, il pensatore e scrittore tedesco
si distingue per il suo tentativo di imparare a cogliere il meglio
da ogni esperienza di viaggio vissuta e a imparare quindi da
essa. Il suo Siddharta, infatti, non si accontenta della
monotonia che scandisce la vita ordinaria in casa propria.
Pertanto viaggia nel frenetico tentativo di scoprire di più, e
non solo. Alla fine del romanzo capirà che la vera strada da
percorrere verso la saggezza risiede proprio dentro di lui.
" Mutano i cieli sotto i quali ti trovi, ma non la tua situazione
interiore poiché sono con te le cose da cui cerchi di fuggire ", scrive
Seneca in una delle sue lettere indirizzate a Lucilio.
Tradotto analogamente a quanto detto finora, l'inutilità
del viaggio in quanto evasione si scopre quando si associa a
una mera fuga da noi stessi.
Secondo lo stesso Seneca30, non c'è viaggio che possa
tenere il corpo lontano dalle sensazioni, la mente fuori dai
pensieri, dai problemi. La ragione è una e semplice: ciò da cui
si fugge rimane al proprio fianco, i guai, l' ira così come la
30
Seneca, Dentro di noi sono le cause dei mali
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXIII
paura. Se si corregge sé stessi, invece, e s'impara a cogliere gli
insegnamenti che ci si pongono davanti a ogni esperienza, ci si
può scrollare di dosso ogni peso, tanto da accendere una luce
che cacci via i propri demoni. Solo così è possibile accogliere la
vita e ci si può riconciliare con il proprio io, in un tutt'uno
con il mondo esterno. Solo così e con questi presupposti, ci si
deve mettere in viaggio.
" Nessuna esperienza ti arricchisce davvero senza la riflessione
che ne seleziona e conserva i tesori. E nessun bene del mondo riesce a
sostituire il bene dell' intelletto che coglie la vita al suo passaggio e ti
fa abitare il mondo con la lucida coscienza di esistere, cioè di essere e
di finire "31.
31
M. Veneziani, Vivere non basta, Lettere a Seneca sulla felicità, 2012
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LXXI
V
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
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English Version
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXV
I
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXV
II
Preface
This thesis comes from a period of personal crisis. It is the
result of the need to find answers in the thought of those who
explained, in black and white, what is concealed behind the
necessity of breaking out of the boring routine of normal daily
living. It
comes from
the will to
understand if
our own life
path is
actually the
outcome of
our choices or
just a
consequence of a depressing homogenisation.
Considering the impossibility of solving an existential
dilemma in few pages, it will be sought to support an
argument going back over the thought of philosophers and
writers sensitive to this topic.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXV
III
After a short introduction, there will be some philosophic
and literary analyses.
Firstly, some aspects of the symbolism and the decadent
movement will be discussed, such as the sense of Spleen and
escapism, that is the tendency to avoid the unpleasant, scary
and banal aspects of daily life, in order to find shelter
somewhere in the inner regions of human fantasies and
emotions.
Secondly, mention may also be made of the Beat
movement and that particular attitude to refuse conformism
in favour of nomadism and the free flowing of life. More
attention will be given to " On the road ", biographical novel
of Jack Kerouac as well as the manifesto of the new movement.
Then, account will be taken of Hermann Hesse and his
main works, such as Siddhartha. The key issues of this chapter
will be the choice of extravagance and the personal seek of the
path of wisdom.
With a close link to this topics, some considerations
about Jonathan Livingston Seagull will be proposed.
Afterwards, G. W. F. Hegel will be mentioned. In
particular, with reference to his " The phenomenology of spirit
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXI
X
", there will be a description of the way consciousness develops
and relates to the outside world, as well as to itself.
Finally, some personal conclusions will be drawn, with a
link to what said previously.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXX
Introduction
" Sal, we gotta go and never stop going till we get there. Where
we going, man? I don't know but we gotta go "32
To move on, to travel,
to flee. To let yourself go or
to find yourself. That is the
question.
An existential dilemma,
a crisis of conscience or just
an inner need to discover
the world and yourself.
Further from where you
stand, closer to who you are.
The door opens and
you fly away, flapping your wings. Pain never existed.
32
J. Kerouac, On the road, 1957
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXX
I
I. Paris and its cursed poets
Journey as a metaphor for escaping the reality is a
common topic in all generations. It seems to touch the hearts
of poets and artists of all times.
In particular, it seems to find fertile soil on the busy street
of Paris in the 19th century. At this time, the city is subjected
to several changes, such
as financial and
demographic growth due
to rural-to-urban
migrations.
The city expands its
boundaries and soon
finds itself involved in a
cloud of chaos, in which a sharp line could be drawn between
the working class and the bourgeoisie.
It is in this historical background that the two cursed
poets Baudelaire and Rimbaud were born.
Their human and artistic reaction to this chaotic
atmosphere of changes consists in a melancholic and heart
breaking attitude, anxiety and spirit of renewal, in both cases
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXX
II
with a strong desire of escapism from reality aimed at reaching
the most intimate and unknown folds of human heart.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXX
III
I.1. BAUDELAIRE: ennui and rejection of reality
Charles Baudelaire was
born in Paris in 1821.
Biographically, he seems to
lead a seesawing life. Fascinated by the bourgeois pompous
milieu of which he is part, at the same time he suffers the
violence of the chaotic urban atmosphere of the new Parisian
metropolis.
Dominated and disoriented by this reality, in his soul
different feelings coexist.
He alternates periods in which he conducts a very
dissolute life with others in which he seems to be absolutely
rigorous and austere.
This ambivalence arises in him a sense of
inappropriateness and annoyance towards those bourgeois
values with which he grew. Moreover, a nasty sense of unease
comes over him when it comes to deal with the indifference of
his mass audience. What bothers him the most is the fact that
people are more interested in consumerism than in their
emotional depths and integrity, conversely loved by the poet.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXX
IV
In the following verses, he
compares himself to an
albatross. Majestic and regal he
seems to be the prince of the
sky, but when on Earth, he
appears, in the eyes of the sailors, as ugly and ridiculous
because of his huge wings which prevent him for walking.
" The poet resembles this prince of cloud and sky
Who frequents the tempest and laughs at the bowman;
When exiled on the earth, the butt of hoots and jeers,
His giant wings prevent him from walking "33.
The biographic aspects previously reported have a strong
influence in his poetry. On an artistic and linguistic level, in
fact, his sense of boredom and uneasiness adopts the name of
Spleen. It could be precisely defined as a strong feeling of
unusual boredom causing discouragement, distress as well as a
sense of painful oppression towards a world in which he feels
put on the shelf.
33 William Aggeler, The Flowers of Evil (Fresno, CA: Academy Library Guild, 1954)
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXX
V
Baudelaire translates his feelings into poetry and writes
drown:
" When under the heavy flakes of snowy years
Ennui, the fruit of dismal apathy,
Becomes as large as immortality.
— Henceforth you are no more, O living matter!
Than a block of granite surrounded by vague terrors,
Dozing in the depths of a hazy Sahara
An old sphinx ignored by a heedless world,
Omitted from the map, whose savage nature
Sings only in the rays of a setting sun. "34
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXX
VI
I.2. Escapism and the search for the " ideal "
Misunderstood by the world and trying not to fall victim
of despair, Baudelaire spasmodically escapes his demons to
find release. And he flies away to another dimension, that is
imagination and art.
Pursuing his dream of living his daily life with an
uncommonly light touch, he writes:
" My soul, you move with ease,
And like a strong swimmer in rapture in the wave
You wing your way blithely through boundless space
With virile joy unspeakable ( ... )
He whose thoughts, like skylarks,
Toward the morning sky take flight
Who hovers over life and understands with ease
The language of flowers and silent things! "35
35
C. Baudelaire, Elevation, Flowers of evil, William Aggeler, The Flowers of Evil (Fresno, CA: Academy Library Guild, 1954)
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXX
VII
And nor is it by chance that travel is such a recurring
theme in Baudelaire's works.
In 1841, due to his dissolute lifestyle and improper
friends, he's forced to set sail and travel to India. Nevertheless,
he decides not to end his journey and he returns home.
After this episode, Baudelaire begins to show a very keen
interest in the exotic, which will have a strong influence in his
life and automatically in his main work " Flowers of Evil ".
" See on these canals those sleeping boats whose mood is
vagabond; it’s to satisfy your least desire that they come from the
world’s end. —Setting suns reclothe fields, the canals, the whole town,
in hyacinth and gold; the world falling asleep in a warm light.
There, there’s only order, beauty: abundant, calm,
voluptuous."36
This is how the poet imagines to live in another place, an
exotic dimension where he finds himself and he feels
comfortable in sharp contrast with the reality in which is
forced to live.
36
Keith Waldrop, “Invitation to a Voyage," The Flowers of Evil
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXX
VIII
This kind of spiritual travel gives him a sense of
satisfaction, allowing him to reach a new platonic dimension,
a sort of supernatural world, where he can rejoin his bodily
senses with his imagination. A dimension where
" There are perfumes as cool as the flesh of children,
And others are corrupt, and rich, triumphant,
With power to expand into infinity,
Like amber and incense, musk, benzoin,
That sing the ecstasy of the soul and senses. "37
As also stated by Sergio Cigada in Antropologia e poetica di
Baudelaire, effectively, if one side of human psychological
experience is the sense of Spleen, the other is surely
represented by the concept of " the ideal ". And this new level
can be reached by detaching from a corrupt world, unable to
understand. It can only be reached leaving Spleen aside.
Because " human life doesn't consist in contemplating the evil
and dreaming the good. On the contrary, he consists in acting in order
37 William Aggeler, The Flowers of Evil (Fresno, CA: Academy Library Guild, 1954)
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
LXXX
IX
to get rid of bad feelings, abandoning the corrupt world to achieve our
inner harmony ".
As evinced in Artificial Paradises, Baudelaire finds this
harmony in drugs and alcohol.
" Nonetheless, in this world there' s a mysterious seed that is Art
"38 affirms Sergio Cigada. Effectively, the real journey of the
poet doesn't consist in assuming drugs, but in contemplating
Beauty as well as in the implicit artistic experience behind the
ephemeral perdition.
38
Sergio Cigada, Antropologia e poetica di Baudelaire, 1995
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XC
I.3. RIMBAUD: child prodigy and rebel
The child prodigy of Charlesville was born in 1854 as a
member of a wealthy bourgeois family. Raised with the strict
values of his mother, Rimbaud grows up with no paternal
affection.
Showing his intellectual precocity, by the age of 16 he
rejects the rules of his family and runs
away from home.
He travels to Paris, London,
Brussels, Marseille, Cyprus
and Abyssinia. He continuously
moves on in order to find an
inspiration for his poetry and life.
Rimbaud escapes an oppressive reality which doesn't inspire
him, looking for new impetus and unknown feelings. He
wants to get lost in Nature, derailing his senses and
contemplating the new realities found along the way.
" My only pair of breeches had a big whole in them.
Stargazing Tom Thumb, I sowed rhymes along my way.
My tavern was at the Sign of the Great Bear.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XCI
My stars in the sky rustled softly.
And I listened to them, sitting on the road-sides "39.
I.4. Perdition and " the unknown "
In one of his earliest work, called The drunken boat, the
poet describes through touching verses the journey of a boat
resembling him.
The boat has no
crew and its direction
is the limitless sea.
Along the way
the landscape is made
of terrifying visions
and disturbing
sceneries, but there are also wonderful beauties to admire.
" I followed during pregnant months the swell,
Like hysterical cows, in its assault on the reefs,
Without dreaming that the luminous feet of the Marys 39
As translated by Oliver Bernard: Arthur Rimbaud, Collected Poems (1962)
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XCII
Could constrain the snout of the wheezing Oceans! "
The vessel is obviously Rimbaud's personification, the
mystical landscape is a result of the effects of drugs and the
journey stands for his strong desire to travel beyond tangible
borders.
Nonetheless, this weird psychological condition in which
fantastic visions seem to cloud reality, has not to be considered
as an unconscious perdition of the poet. On
the contrary, it should be seen as the result
of an acute perception of reality that drives
him to temporarily get lost in this great
experience.
This is plainly demonstrated by the fact
that at the end of the poem, the artist feels the necessity to
come back and restore his sense of time, previously lost along
the way. He needs peace of mind.
The poet - and more generally man - becomes a
shipwrecked, the only survivor of this adventure. Although the
journey upsets him, in a certain way it makes him stronger and
he comes out as a winner.
In one of his compelling works, he writes:
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XCIII
" Unspeakable torture where he needs all his faith, all his super-
human strength, where he becomes among all men the great patient,
the great criminal, the one accursed and the supreme Scholar! Because
he reaches the unknown! Since he cultivated his soul, rich already,
more than any man! "40.
The so-called " accursed " - to which he refers - must not be
intended as a sinful and scandalous act, but as a way to escape
reality. Thanks to it, the poet finds the way to get rid of all
conventional rules and is able to reconcile with himself.
In this sense, by wandering and transgressing Rimbaud - or mankind - is in search of life's meaning and in the meanwhile he benefits from the new wonderful sensations he feels along the way.
40
A. Rimbaud, The seer letter, 1821
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XCIV
II. The Beat Generation
II.1. Rejection of the rules and the free flowing of life
" The Beat generation is a group of children at the corner talking
about the end of the world ".
The quote mentioned above, reflects the idea of innocent
beauty that springs to mind when someone names the Beat
generation. By these words Jack Kerouac seems to summarise
the rebel criticism of the Beatniks, who perceive the theme of
travel as a metaphor for life and its free flowing.
The personalities of this artistic movement live in a
critical period in which America has to face structural and
political problems such as the Cold War. American society has
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XCV
to deal with the fight against communism on one side, and
against the unbridled consumption on the other one. This
artists are all in their twenties and they all need to escape a
reality to which they don't belong.
Nonetheless, it does not mean they pretentiously want to
change the world and its society, but rather they need to
detach from all oppressing conventional rules. It is a need to
find shelter in their new exclusive artistic dimension.
It is no coincidence that the main features of the
Beatniks are not their transgressive leanings, but their spiritual
non-involvement. This particular psychological, emotional
and physical attitude automatically turns into a strong desire
to travel.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XCVI
II.2. On the road. Jack Kerouac, a double personality
" I was halfway across America, at the dividing line between the
East of my youth and the West of my future.”
On the road is the name of Kerouac' s novel to which the
above-mentioned quote belongs. On the road is the privileged
place for those who travel to go away. It is a break, a release
from what they leave behind and, on the contrary, a kind of
availability to others and to new adventures.
Loosely based off of Kerouac's life travels through
America, the main theme of this novel is the nomadic journey
of two young friends seeking liberation from daily life routine.
The author takes on the form of Sal Paradise, the protagonist
of the story, and his partner in crime Dean Moriarty is actually
Kerouac's friend Neal Cassady. If Sal seems to be more
rational, his friend is the polar opposite of him and he is eager
to go through drugs experience all around America.
The story seems to reflect the disaffection of the 60s
youth, very far from the bourgeois values and economic well-
being of their fathers. Seeking liberation from a society in
which they do not recognise themselves, they lead an odd life
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XCVII
as nomads, going through alcohol and drugs experience, used
to hide dissatisfaction.
" We were all delighted, we all realized we were leaving
confusion and nonsense behind and performing our one and noble
function of the time, move. "41
In order to get a more detailed insight into the novel, it is
necessary to focus on some other aspects.
In the first part of the book it is perceived that Sal feels a
hidden sense of awe towards his friend. Effectively, if on one
hand he secretly wants to have a daily routine and maybe
create good bases for family life, on the other hand he has his
same impetus to experience transgression and travel the world.
Nevertheless, each travel constitutes a serious barrier
standing in the way of a stable life. He is actually confused and
in a certain way he loses himself too.
" I like too many things and get all confused and hung-up
running from one falling to another till I drop. This is the night, what
41
J. Kerouac, On the road, 1957
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XCVII
I
it does to you. I had nothing to offer anybody except my own
confusion. " 42
In the last part of the book, Sal distances himself from
Dean and meditates on his journey and metaphorically on his
entire life.
If travel is intended in its highest meaning, it is easy to
understand that the real voyage of discovery is the one made
by his consciousness.
According to this vision, the real reason behind the
journey seems to be a personal search for identity as the result
of an ambivalence between the rejection of all conventional
schemes and the human need to build solid bases for a family
or simply for a quieter life to share with another person.
42
J. Kerouac, On the road, 1957
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
XCIX
" A fast car, the far horizon and a woman to love at the
end of the road. " 43
43
J. Kerouac, On the road, 1957
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
C
III. HEGEL
As it can be inferred from the previous chapters, the 19th
century could be considered as the historical period in which
travel is seen as a metaphor for personal introspection or,
better, as the growth path of consciousness in contrast with
the outside world.
The intellectuals referred to
above give a particular connotation
to this theme and they perceive
travel as something that has a strong
impact on their personality.
Nonetheless, a few centuries
earlier, someone else laid down the
foundations for this topic.
Suffice it to mention the ancient Greeks and to think
about the dialectical principle, arisen in those years.
The dialectic is discussion and reasoning by dialogue as a
method of intellectual investigation or, better, any systematic
reasoning, exposition, or argument that juxtaposes opposed or
contradictory ideas and usually seeks to resolve their conflict, as a
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CI
method of examining and discussing opposing ideas in order to find
the truth.44
In this vision, Georg Wilhelm Friedrich Hegel can be
considered as the main precursor of the idea of travel as a
personal growth in close connection with the outside world.
This concept is clearly expressed in The Phenomenology of
Spirit, that is the story of the growth path of human
consciousness.
In different steps Hegel describes the journey of man who
goes beyond his individuality to interact with the world. He
finally recognises his personality, by getting himself back. It is
worth noting that, even though he goes through suffering, at
the end of this journey he emerges as a better man precisely
thanks to it.
44
Merriam Webster Dictonary
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CII
III.2. The Phenomenology of Spirit and self-consciousness
The Phenomenology of Spirit is divided into six sections:
Consciousness, Self-Consciousness, Reason, Spirit, Religion, and
Absolute Knowledge. However for the purpose of this thesis only
the first one will be taken into account.
In this part of his work, Hegel
describes the process through which
consciousness recognises itself as a
self-consciousness.
It features three main moments:
sense-certainty, in
which it faces the reality of the
outside world by using its
perception,
perception, in which it scientifically recognises
objects and not satisfied by its physical perception it tries
to find out the reasons behind them,
force and the understanding, that is the exact
moment in which it realises between the outside world
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CIII
and itself there is no contradiction, so that it can
recognises itself as a self-consciousness.
Actually, in order to understand how Hegel can
blend with this context, suffice it to think about his
dialectical system through which he explains all his
theories.
The Hegelian system is a reasoning starting from a
terminus a quo ( something set as a precondition ) and
ending with a logical conclusion. It features three main
steps, that are supporting a thesis and then its antithesis,
and mediating between both sides, finally coming to a
conclusion.
To explain the concept of the idea, for example,
Hegel describes three moments:
Logic ( inside )
Nature ( outside )
Spirit ( self-recognition )
The abstract concept of an idea, according to him, is the
dialectical synthesis between thought and reality, the
mediation between ideal and real.
In reference to what claimed previously, it should be
remembered the devastating dilemma of the cursed poets who
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CIV
felt discouragement and distress as well as a sense of painful
oppression towards a world in which they were put on the
shelf. The one solution to them was escaping in mystical
experiences but with no solution. And the same happened to
the Beatniks. Despite the initial bliss that involved all of them,
in fact, in the end they were forced to get back to reality.
The Hegelian struggle for consciousness self-recognition,
instead, consists in human social growth. By going outside its
inner dimension, consciousness is forced not only to face
reality but also to learn from it and mediate between the
outside world and itself. It is the reason why it comes out as a
better entity.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CV
IV. HERMANN HESSE
Clever and stubborn, Hermann Hesse was born on July 2
in Calw, Germany.
He receives a very strict education but his demeanour is
not compatible with the rigidity of his parent's rules. This is
mainly the reason why he is hostile and rebel to all kind of
parental orders.
Living through periods of
personal crisis, he fails in every
attempt to lead an ordinary life.
It is no coincidence that the
theme of travel seems to perfectly fit
in Hesse' s life.
He travels the world mainly working and holding
conferences. But he also travels for leisure. He loves Italy and
its mild Mediterranean climate.
Nonetheless, duty and leisure are not the only reasons
behind his journeys.
Hesse remains critical about the consequences of
technological advances, the destruction of Nature and the
consumer attitude typical of his time.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CVI
IV. 2. Rejection of the modern frenzy and anachronistic travel
Despite his hostile attitude against industrialised Europe
and its chaotic atmosphere, Hesse is not in favour of the
services of all inclusive trips, typical of his time. On the
contrary, he supports the anachronism of the journey, that is
according to him the possibility of enjoying life outside all
traditional schemes. The only way to travel consists in living
into direct contact with local people and adopting their
lifestyle.
The real art of travel, in fact, lies in the fascination of risk,
that means to him taking events by surprise. This is the only
way to fulfil the innate human desire for freedom. This is the
only way to find the adequate expression for his expectations.
In this vision, it seems evident that this reckless desire for
travel is an innate need to listen and express himself, far from
the chaotic urban atmosphere.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CVII
IV.3. Siddhartha, the Bildungsromane and the path of wisdom
The theme of travel finds its ultimate expression in
Siddhartha, Hesse' s philosophical and literary masterpiece.
Short novel published in 1922, it is a story inspired by
Siddhartha Gautama's life, the Buddha himself.
However the real protagonist is a young spiritual pilgrim
who abandons his family to seek enlightenment and personal
growth. In this sense this novel can be considered as a
Bildungsromane45.
The path of wisdom includes difficulties as well as
obstacles. Nonetheless, Siddhartha goes on, even though
sometimes his quest for knowledge complicates other areas of
his life.
But this is not all. Even though in his youth he learns
from the teachings of some greatest masters, he refuses any
doctrine that seems to ring the false, because to him it is not
the right way to enlightenment. If from one hand he disagrees
with both asceticism and materialism, on the other hand he is
able to bring the best out of both situations. Without being
45
a type of novel concerned with the education, development, and maturing of a young protagonist.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CVIII
too materialistic, he does
not accept the doctrine
supporting the rejection
of life. On the contrary,
he strongly believes in
the seize-the-moment
philosophy and in the free flowing of life.
Moreover, Siddhartha's journey consists in discovering
and developing his wider role in the world. And he actually
does it.
Without detracting from the importance of travel, Hesse
wants to explain that the real journey is inward and
Siddhartha's spiritual growth only depends on him. However,
travelling helps him to understand who he is and to discover
himself and the world.
“I shall no longer be instructed by the Yoga Veda or the Aharva
Veda, or the ascetics, or any other doctrine whatsoever. I shall learn
from myself, be a pupil of myself; I shall get to know myself, the
mystery of Siddhartha." He looked around as if he were seeing the
world for the first time.”46
46
H. Hesse, Siddhartha
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CIX
V. RICHARD BACH and Jonathan Livingston Seagull
Richard Bach is an American aviator and writer born in
Oak Park on June 23, 1936.
It is no coincidence that almost all of his works concern
the theme of flight.
On August 31, 2012 he is involved in an aviation accident
in Washington. This episode will influence the rest of his life
and works. Moreover, during the recovery period he gets
inspired for the final chapter of his masterpiece Jonathan
Livingston Seagull.
In this novel, more than in others, Bach shows his love of
flying and describes the story of a young seagull with big
ambitions. Jonathan sets himself apart from his flock and is
ready to defy even his parents just to push himself to fly at
tremendous speeds and make his technique perfect. His rebel
and stubborn mindset is in sharp contrast with the banality of
the other gulls whose sole purpose is to eat.
Despite the difficulties the brave gull reaches a higher
plane of existence practicing his techniques with other
brilliant seagulls, learning from the teachings of the elder
Chiang who drives him to the secret of perfect speed.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CX
At the end of the novel Jonathan will return his flock in
order to teach them what he has learnt.
It is clear enough that flying is a metaphor for travel and
life,
and in this sense the analogy with Siddhartha is not so
difficult to understand.
At the end of the book the reference to Hesse' s
philosophy is implicit but evident.
" Don' t believe what your eyes are telling you. All they show is
limitation. Look with your understanding. Find out what you already
know and you will see the way to fly. "47
Even though he dearly pays the price of being
misunderstood by being banished by his flock, he pursues his
biggest dream and reaches a higher plane of existence.
Similarly to Siddhartha, his main struggle is to seek his own
way, learning from life how to make better use of his
capacities. Although in this way he initially makes mistakes, in
the end he will conquer his freedom by making the difference.
In this vision, his ambitious attempts to perfectly fly at
tremendous speeds actually represent the different ways in
47
R. Bach, Jonathan Livingston Seagull
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXI
which he steps away from the monotony and banality of
everyday life, in order to achieve a deeper self-awareness.
Once again, travel is perceived as a way to achieve self-
improvement and personal growth.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXII
VI. CONCLUSIONS
From what has been discussed so far, travel is often
considered as a fuga mundi48 or, better, a charming escape from
reality. A sort of nihilistic escape mechanism in which a strong
need is felt to break the habit.
Starting from French literature and continuing with the
Beatniks, attention has been paid to that particular feeling of
boredom typical of those who, going through new experiences,
are anyway forced to come back to reality and its annoying
distress.
Suffice it to think about Kerouac and his protagonist Sal.
Even though he feels a strong impetus to experience
transgression and travel the world, each travel constitutes a
serious barrier standing in the way of a stable life. He is
actually confused and in a certain way he loses himself too.
This desire for extravagance makes him feel alive but never
satisfied.
In the following chapters, instead, all of the above-
mentioned authors try to learn from their journeys and make
48
Fuga Mundi – “flight from the world” – captures the meaning of detachment
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXIII
better use of what life has taught them. This is why they are
able to go beyond their suffering and find their own way.
Hesse, for example, teaches us how to take the best from
every experience and his Siddhartha is proof of that.
" If you really want to escape the things that harass you, what
you' re needing is not to be in a different place but to be a different
person "49 is what Seneca writes in one of his letters addressed
to Lucilio.
Nearer to what said so far, travel becomes aimless if
considered as an escape from ourselves. No journey can set us
apart from our fears and thoughts. Only by improving
ourselves it is possible to deal with the monsters and demons
49
Seneca, Letters from a Stoic
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXIV
lurked within us. Only in this way should everyone start his
journey.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXV
Version Française
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXVI
Préface
Cette mémoire est le résultat d'une période de crise
personnelle, la nécessité de trouver pourquoi on a souvent
besoin de rompre avec le quotidien et, pour cela, d’aller plus
loin.
Par conséquent, une analyse sur la pensée de différents
auteurs qui ont traité le thème sera présenté.
D'abord, Baudelaire et Rimbaud seront mentionnés. En
ce qui concerne le premier, il y aura une description du mot
Spleen, ou plus précisément de cet état d'esprit qui reflète
mélancolie et insatisfaction. Cet égarement émotionnel
amènera le poète à désirer quelque chose d'autre et à chercher
refuge ailleurs, dans son Imagination. Pour ce qui est du
second, nous allons réfléchir sur sa perdition et son besoin de
rechercher l'inspiration poétique dans l'inconnu.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXVII
En second lieu, nous allons citer la Génération Beat et ses
principales caractéristiques, c'est-à-dire le refus de la société et
de ses normes, le nomadisme et le choix d'une vie plus libre et
spontanée.
Dans les chapitres successifs, nous allons prendre en
considération le philosophe allemand Hermann Hesse et son
célèbre ouvrage
nommé
Siddhârta. Les
thèmes qui
figurent sont le
chemin de la
sagesse et
l'épanouissement
personnel et
social.
En étroite relation avec ces sujets, nous allons mentionner
Richard Bach et son chef-d'œuvre Jonathan Livingston le goéland.
Nous accorderons une importance particulière au fait de
poursuivre ses propres rêves et à la volonté de s'améliorer
humainement et professionnellement.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXVII
I
Successivement, nous allons citer le philosophe idéaliste
allemand Hegel et sa Phénoménologie de l'Esprit, par laquelle
l’auteur décrit l’histoire de l’homme qui prend conscience de
lui-même.
Finalement tirer des conclusions personnelles, en citant
Sénèque et ses lettres adressées à Lucile.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXIX
Introduction
" Sal, il faut y aller et ne
pas s’arrêter avant d'y être.
Et où ça mon pote ?
Je ne sais pas, mais il faut
y aller "
Aller, partir, fuir.
S'abandonner ou se
retrouver. Aller à l'inconnu ou s’unir à soi-même.
Un doute existentiel qui surgit, une crise de conscience
ou plus simplement un besoin naturel de découvrir le monde.
De se connaitre. Plus loin d'ici, plus près de chez nous.
La porte ouverte, du chemin à faire. C'est quoi la
douleur ?
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXX
I. Paris et le Spleen
Le voyage comme métaphore de la fuite a toujours été un
point qui donne à réfléchir.
Il trouve une terre fertile dans les rues bondées de Paris.
C'est le XIX siècle et la ville fait face à plusieurs changements
comme le développement financier et la croissance
démographique engendré par les flux migratoires provenant de
la campagne. Les limites
urbaines s'étendent, les
banlieues apparaissent et
la ville est touchée par le
chaos. Dans ce contexte,
la différence entre
bourgeoisie et classe ouvrière est plus qu’évidente.
C’est dans cette période historique que vivent Baudelaire
et Rimbaud et leur réaction humaine et artistique par rapport
à ce nouveau climat est exceptionnelle et intéressante.
En ce qui concerne le premier, nous allons concentrer
l'attention sur sa mélancolie et sa nécessité de fuir la réalité.
Pour ce qui est du second, nous allons examiner sa curiosité
pour la recherche de l'inspiration poétique dans l'inconnu.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXXI
I.1. BAUDELAIRE : l'ennui et le déni de la réalité
Charles
Baudelaire nait à Paris
en 1821.
Biographiquement, sa vie est ambivalente. Fasciné par le
milieu bourgeois dont il fait partie, il est en même temps
bouleversé par le chaos de la nouvelle métropole. Il alterne des
périodes de vie déréglée à d’autres plus tranquilles et
rigoureuses.
Cette ambivalence, qui le fait sentir incomplet, est la
première cause de sa souffrance. Si d' une part il est hostile aux
valeurs bourgeoises avec lesquelles il a grandi, d' autre part il
est mal à l'aise avec l’indifférence de son public, qui semble
plus intéressé aux nouvelles tendances de consommation
plutôt qu’à la sphère émotionnelle qui fend, au contraire, le
cœur du poète.
Sur ces mots, Baudelaire se compare à un albatros. Bien
qu’il tournoie majestueusement dans le ciel, il est quand
même ridiculisé par les marins qui ne comprennent pas sa
magnificence.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXXII
" Le Poète est semblable au prince des nuées
Qui hante la tempête et se rit de l’archer ;
Exilé sur le sol au milieu des huées,
Ses ailes de géant l'empêchent de marcher " 50
La vie du poète influence sans nul doute sa poétique. Au
niveau linguistique et artistique, en effet, nous pourrions
traduire son inadaptation intérieure avec le mot anglais Spleen.
Il est mieux défini comme un sens d'ennui aberrant qui
conduit généralement à une situation de désespoir
émotionnel.
Cette sensation extrêmement ennuyeuse n'a pas de causes
évidentes, mais elle est bien sûr entraînée par une condition
d'inquiétude due à une réalité violente et n'est pas vécue dans
la tranquillité.
Baudelaire traduit en poésie ses émotions, en écrivant :
" Quand le ciel bas et lourd pèse comme un couvercle
Sur l'esprit gémissant en proie aux longs ennuis,
Et que de l'horizon embrassant tout le cercle
50
C. Baudelaire, L’Albatros, 1857
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXXII
I
Il nous verse un jour noir plus triste que les nuits (...)
Et de longs corbillards, sans tambours ni musique,
Défilent lentement dans mon âme ; l'Espoir,
Vaincu, pleure, et l'Angoisse atroce, despotique,
Sur mon crâne incliné plante son drapeau noir "51.
Incompris par les autres et hostile à l'inaptitude causée par
désespoir et ennui, Baudelaire cherche refuge dans la fuite.
Il s'agit d’une fuite sentimentale et spirituelle, où le poète
voyage vers les régions inconnues de son Imagination.
Tout en cherchant à s'éloigner de la banalité du
quotidien, il écrit en vers :
Mon esprit, tu te meus avec agilité,
Et, comme un bon nageur qui se pâme dans l'onde,
Tu sillonnes gaiement l'immensité profonde
Avec une indicible et mâle volupté (...)
Celui dont les pensers, comme des alouettes,
Vers les cieux le matin prennent un libre essor,
— Qui plane sur la vie, et comprend sans effort
Le langage des fleurs et des choses muettes !52
51
C. Baudelaire, Spleen, 1857 52
C. Baudelaire, Élévation, 1857
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXXI
V
Ce n'est pas par hasard que le thème du voyage a toute sa
place dans la poétique de Baudelaire.
En 1841, à cause de mauvaises amitiés et de sa vie
déréglée, il est obligé par sa famille à partir pour Calcutta.
Bien qu’il ne mène pas à terme son voyage, c'est dans cette
période qu’il développe son intérêt pour l'exotisme, qui
influencera toutes ses œuvres.
" Aimer à loisir,
Aimer et mourir
Au pays qui te ressemble !
Tout y parlerait
À l'âme en secret
Sa douce langue natale.
Là, tout n'est qu'ordre et beauté,
Luxe, calme et volupté 53".
Son âme est en exil dans des régions de rêve. Il est
complètement à l'aise dans un lieu où il se sent chez lui et où
ses sens corporels vont de pair avec son Imagination.
53
C. Baudelaire, Invitation au voyage, 1857
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXXV
Effectivement, si l'expérience psychologique du poète, et
de l'homme plus en général, se constitue d' une part à partir de
l’ennui, d' autre part elle est représentée par le concept d'idéal.
Et seulement en s'éloignant de la corruption du monde réel
qui cause la souffrance, on peut atteindre cet idéal.
Toutefois, comme le montrent Paradis Artificiels du même
poète, bien que Baudelaire cherche refuge dans l'alcool et dans
les drogues, sa véritable fuite est représentée par la
contemplation de la beauté. Elle est représentée par la sublime
expérience artistique, cachée derrière ses éphémères tentatives
de perdition.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXXV
I
I.3. Rimbaud : un enfant prodige
Enfant prodige de Charleville, Rimbaud nait en 1854.
Grandi avec des valeurs strictes, il ne reçoit pas l'affection de
ses parents et il montre d’emblée ses capacités prodigieuses et
sa personnalité rebelle. De surcroit, en refusant tout type de
règles conventionnelles, il fuit sa maison et commence à
bourlinguer d'une ville à l’autre
durant toute sa vie.
Il voyage à la recherche de
l'inspiration poétique, en
reniant une réalité qui l'étouffe et
l'opprime. Il ne veut pas rester dans
les sentiers battus. Au contraire, il
veut se perdre pour se reconstruire, parce que seulement par la
contemplation du nouveau il peut se retrouver et mettre de
coté ennui et désespoir.
Dans son chef-d'œuvre Le bateau ivre, Rimbaud s'explique
en se comparant à un bateau qui a perdu son équipage et doit
rejoindre la mer infinie.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXXV
II
Si l'embarcation est sans aucun doute la personnification
du poète, le paysage visionnaire n'est que l'effet des drogues,
qu'il consomme comme Baudelaire.
Le message est assez clair. La condition visionnaire dans
laquelle le poète se trouve n'est pas simplement le résultat de
sa perdition morale. Au contraire, elle est le résultat d'une
extrême sensibilité à travers laquelle l'artiste juge le monde
extérieur.
Rimbaud refuse la rigidité brutale et hypocrite de la
moderne société capitaliste et cherche refuge dans le
déraillement de ses sens, dans une dimension où il se sent chez
lui.
Toutefois, dans le même poème, il reconnait avoir besoin
de reconstruire le sens du temps qu'il a perdu pendant le
trajet. Dans cette vision, le poète-bateau est un naufragé et il
en ressort plus fort. Dans sa fuite apparemment folle mais
essentielle en réalité, il se rend capable de rejoindre les régions
de l'inconnu, auxquelles le commun des mortels ne parvient
pas.
Dans sa Lettre du voyant, Rimbaud écrit :
" Ineffable torture où il a besoin de toute la foi, de toute la force
surhumaine, où il devient entre tous le grand malade, le grand
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXXV
III
criminel, le grand maudit, - et le suprême Savant ! - Car il arrive à
l'inconnu ! - Puisqu'il a cultivé son âme, déjà riche, plus qu'aucun ! ".
Le grand maudit auquel l'artiste se réfère ne doit pas être
considéré comme un geste scandaleux, pervers et
irresponsable. Et là encore, la perdition de Baudelaire ne
l’entraine pas vers le malin. Au contraire, ses actions peu
conventionnelles sont nécessaires pour atteindre une autre
dimension qui ne pourrait pas être découverte autrement.
Bien qu’à travers un parcours qui fait dérailler son âme, le
poète et l'homme plus en général, en ressort gagnant. Par
conséquent, le vagabondage et la transgression deviennent le
symbole du sens que nous devons donner à la vie, des
expériences et des émotions auxquelles nous ne devons pas
renoncer.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXXI
X
II. La Génération Beat
Nous sommes en 1948. À l'occasion d'une entrevue, Jack
Kerouac invente l'expression d’un mouvement artistique né
quelques années avant et dont il fait partie.
" La Génération Beat n'est qu'un groupe d’enfants dans la rue
qui parlent de la fin du monde "54.
Cette citation résume l'innocence rebelle et en même
temps critique par laquelle Kerouac et ses amis vivent
l'expérience du voyage, métaphore de la vie et de son libre flux.
Les beatniks vivent dans une période historique où les
États Unis sont confrontés à la Guerre Froide d'une part, et à
la lutte contre le communisme et le consumérisme d'autre
54
J. Kerouac, New York Times Magazine, 1952
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXXX
part. Ce sont tous des jeunes unis par une certaine angoisse
face à une société dans laquelle ils ne s'identifient pas.
C'est la raison pour laquelle ils ressentent le besoin de fuir
le monde capitaliste. Toutefois, ils ne pensent pas changer le
fonctionnement de la société moderne. Au contraire, ils vont
s'éloigner et se refugier de quelque façon dans leur élite
artistique. Ce n'est pas par hasard que leur véritable atout
réside dans leur absence au niveau social. Dans cette attitude
psychologique, émotionnelle et par conséquent physique, nous
pourrions mettre en lumière deux caractéristiques essentielles :
fuite et nomadisme.
" J'étais à mi-chemin de la traversée de l'Amérique, sur la ligne de
partage entre l'Est de ma jeunesse et l'Ouest de mon avenir "55
Sur la route est le nom du roman dont est tirée cette
citation. Sur la route, lieu privilégié de ceux qui se mettent en
voyage pour aller loin. Synonyme de rupture avec ce qu' nous
laissons derrière, il représente en même temps un engagement
à prendre ce que nous rencontrons pendant le trajet.
Sur ces principes les artistes de cette génération
construisent leur pensée.
55
J. Kerouac, Sur la route, 1957
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXXX
I
Prise en considération de ce roman, il semble faire
référence à la biographie de Kerouac et à ces fréquents voyages.
L'auteur décrit l'histoire de deux amis, Sal et Dean, qui
correspondent respectivement à Kerouac et son camarade Neal
Cassaday. Ils sont aux antipodes. Le premier plus réfléchi et
calme, le second plus dynamique et turbulent, mais liés par un
très fort sens de transgression et un besoin de rompre avec la
quotidienneté, à la découverte du monde.
Les deux protagonistes se font l'écho des problèmes d'une
génération entière. En refusant les strictes règles imposées par
leurs familles, ils cherchent la fuite dans la transgression des
drogues et de l'alcool, en voyageant à travers l’Amérique.
Si nous allons plus au fond du roman, il y a un autre
aspect fondamental à considérer. Dans la première partie, Sal
semble intimidé par l'exubérance de son ami. En effet, si d'
une part il ressent le besoin de se construire des bases pour
une vie stable, d'autre part il partage avec Dean le même désir
de transgresser. Toutefois, chaque voyage représente un
éloignement de lui-même. Dans la dernière partie du roman,
Sal s'éloigne de son camarade et réfléchit sur son ami et sa vie
en général. C'est dans ce moment-là qu'il réalise que le
véritable voyage a été celui de sa conscience. Dans cette vision,
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXXX
II
son parcours représente un voyage de découverte de soi et à la
recherche d'un sens à donner à la vie. Il est le résultat d'une
ambivalence entre le refus d'une société bien-pensante et le
désir humain de s'assurer un avenir stable à partager avec une
autre personne.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXXX
III
III. HEGEL
Comme il ressort des chapitres précédents, pendant le
XIX siècle, le voyage prend la connotation de recherche
personnelle et parcours de formation de l'individu en conflit
avec le monde extérieur.
Toutefois, si l'on pense aux
anciens philosophes grecs, on réalise
qu’en réalité cette acception existait
déjà depuis longtemps. Il suffit de
penser au concept de dialectique, qui
naissait pendant ces années là.
En philosophie elle est considérée
comme " la méthode de raisonnement qui consiste à analyser la
réalité en mettant en évidence les contradictions de celle-ci et à
chercher de les dépasser ". Ou là encore, elle est " l'art de conduire
un raisonnement rigoureux sous la forme : thèse, antithèse et synthèse
“.
Dans cette vision, si l'on s'éloigne du voyage dans le sens
physique, on pourrait élaborer une analogie entre ceci et la
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXXX
IV
dialectique. Pour faire cela, on utilisera la
pensée du philosophe Hegel.
Dans son œuvre principale, La
Phénoménologie de l'Esprit, il décrit l'histoire
de la conscience humaine dans le monde
vécu.
Dans le premier chapitre, il retrace son parcours
d'évolution en auto conscience, par le biais de trois stades :
la certitude sensible, où elle reconnait les objets et fait
face à la réalité à travers sa perception sensible,
la perception, où elle enquête scientifiquement sur le
monde et cherche les causes des phénomènes, car elle n'est pas
satisfaite de sa perception sensible,
le phénomène. Force et Entendement, qui est le
moment où elle comprend qu’entre elle et le monde il n'y a
pas de contradictions et se reconnait comme auto conscience.
Si l'on se rappelle des poètes maudits français ainsi que
des artistes de la Génération Beat, on se rappellera bien sûr de
leur échec à sortir du Spleen et en général du sens d'angoisse
face à une réalité dans laquelle ils ne se reconnaissent pas. En
effet, bien que le voyage, spirituel ou physique, soit une
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXXX
V
expérience magnifique et mystique, ils ressentent tous la
nécessité de revenir à la réalité.
Dans la pensée de Hegel, au contraire, le voyage aide la
conscience à faire la paix avec le monde extérieur et, par
conséquent, à murir et à retrouver son équilibre intérieur.
Grace à la méthode dialectique, l'individu ressort de soi-
même pour entrer en contact avec l'extérieur et interagir avec
lui. Le résultat de cette médiation entre subjectivité et
objectivité est complètement positif. Non seulement l'individu
est obligé de se confronter à une réalité différente, mais il doit
aussi s'y reconnaitre. Et en faisant cela, il se trouve aussi lui-
même.
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
CXXX
VI
IV. HERMANN HESSE
Rusé et têtu, Hermann Hesse nait à Calw, en Allemagne,
en 1877.
Il reçoit une éducation piétiste qui lui causera souffrance
et intolérance envers tous les
ordres de ses parents.
Entre crises personnelles, il
échoue dans chaque tentative à
s'adapter aux valeurs bourgeoises
de sa famille et à mener une vie
ordinairement normale. Par
conséquent, il commence à être
continument en quête de quelque chose d'autre.
En se déplaçant d'une ville à l'autre, il est considéré le
marcheur du XX siècle. Toutefois, sa biographie est seulement
le prélude à partir duquel se développe toute sa pensée.
Des raisons pour partir ne lui maquent jamais. Il entame
des voyages de travail, à l' occasion de certaines conférences
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auxquelles il doit participer. Mais il voyage aussi pour son
plaisir. Il aime bien l'Italie et son climat chaud.
Toutefois, travail et plaisir ne semblent pas être les seules
raisons qui justifient ses départs. Hesse, en effet, semble
extrêmement critique à l'égard du développement
technologique et de la frénésie de son époque.
Malgré son exigence de fuir le chaos d'une Europe trop
moderne pour lui, il ne tombe pas dans le piège du tout compris
des agences de voyages. Au contraire il favorise la spontanéité
et le caractère imprévisible qui distingue le voyage de la
banalité du quotidien.
La véritable essence du voyage correspond selon Hesse au
charme du danger et de l'inattendu. Seulement en faisant cela,
nous pouvons satisfaire le sens de liberté qui est le propre de
l'homme.
Toutefois, il est important de souligner un autre aspect
qui caractérise le voyage selon l'écrivain.
Dans son chef-d'œuvre Siddhârta, Hesse décrit l'histoire
d'un jeune ascète qui abandonne sa famille pour rechercher le
sens de sa vie et assumer sa place dans le monde.
Ce roman peut être considéré un roman d'apprentissage,
parce qu'il a pour thème principal l'évolution du protagoniste
La fuga mundi come ricerca di sé: analisi letteraria e filosofica
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jusqu' à ce qu’il
devienne une personne
accomplie et qui
exprime son
apprentissage de vie.
Dans le cas
particulier c'est l'histoire de Siddhârta qui, malgré les obstacles
et les difficultés qu'il rencontre pendant le trajet, est capable
d'apprendre à croire en lui-même et à construire sa
personnalité grâce à ceux-ci. Si d' abord, en effet, il recherche
la vérité absolue dans la doctrine des autres, à l'issue du roman
il comprend que ce qu'il cherche réside déjà en lui-même.
Si l'on place l'histoire de Siddhârta dans le contexte du
voyage, il est facile de comprendre le sens du voyage selon
Hesse.
L'adolescent est en conflit avec le monde extérieur et
d'ailleurs c’est absolument normal si nous pensons à son jeune
âge. Il se rebelle contre sa famille, en se mettant en route pour
découvrir le monde et assumer sa place dans le monde. Et il en
ressort gagnant. Effectivement, il construit sa propre
personnalité en dépassant tous ses maitres. Par conséquent, le
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véritable voyage a été celui de sa conscience, pour se
reconnaitre et se comprendre.
Toutefois, Hesse ne veut pas réduire l'importance du
voyage. Au contraire, grâce à ceci Siddhârta apprend à vivre sa
vie dans la tranquillité et l'harmonie.
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V. RICHARD BACH et Jonathan Livingston le goéland
Richard Bach est un aviateur passionné par l'écriture. Il
nait à Oak Park le 23 juin 1936.
Ce n'est pas par hasard que la quasi-totalité de ses œuvres
a pour thème principal celui du vol.
Le 3 aout 2012, il a un accident aérien. Pendant la
période de sa convalescence, il trouve l'inspiration pour
conclure son œuvre Jonathan Livingston le goéland. Dans cette
œuvre plus que dans les autres, le thème du vol est le noyau
autour duquel l'histoire se déroule.
Jonathan n'est pas un oiseau ordinaire. Il ne se contente
pas d'apprendre à voler pour quêter sa nourriture comme tous
les autres. Il veut, au contraire, se perfectionner dans la
technique du vol. Pour faire cela, il se rebelle contre sa famille
et il est aussi banni par sa communauté.
Malgré les obstacles, Jonathan va au-delà des préjugés et
apprend par d'autres oiseaux parfaits toutes les techniques
dont il a besoin. À l'issue du roman, il reviendra à sa
communauté pour donner des leçons à tous et leur
transmettre ses connaissances.
L’analogie entre Jonathan et Siddhârta est évidente.
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Tous deux se mettent en route pour poursuivre un rêve,
même si cela signifie se rebeller contre leur famille et être seuls
contre tous.
Dans cette vision, son exil représente l'occasion pour
cultiver sa passion. C’est le voyage dans lequel il trouve le
courage pour s'écouter et se donner la possibilité de murir.
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VI. Conclusions
Nous avons examiné jusqu'ici le thème du voyage et
notamment la tendance à l'associer à une véritable évasion.
Une fuite nihiliste ou plus simplement un refus du quotidien
qui comporte la nécessité de connaitre quelque chose de
nouveau.
Nous avons mentionné la biographie et la pensée de
plusieurs artistes qui ont donné leur touche à ce sujet.
À partir des poètes maudits et des Beatniks, nous allons
analyser le sens d'insatisfaction de ceux qui, malgré les
fréquents changements, n'ont pas réussi à se décharger de
l’ennui et qui, par conséquent, sont retombés dans le
désespoir.
Effectivement, bien que pour ces personnalités
l'expérience du voyage (mystique ou réelle) soit sensationnelle
et évasive, elle résulte inutile aux fins pratiques. À l'issue de
leur parcours ils sont tous forcés de revenir à la réalité et de
faire face à leurs démons. Si l'on prend comme exemple
Kerouac, on peut constater que son incessant besoin d'être
ambulant le fait sentir vivant mais jamais satisfait. Toutefois, il
lui permet de rompre avec une quotidienneté qui l’ennuie. Et
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pour cela, l'impulsion évasive ne perd jamais son charme pour
cette âme troublée.
Le voyage représente une variable qui éloigne du banal et
qui conduit vers une autre dimension. C’est une expérience
qui étonne mais qui peut en même temps nous montrer la
voie à suivre.
Dans les derniers chapitres, les auteurs mentionnés
s'occupent de ce thème-ci, c'est-à-dire du voyage comme
parcours d'apprentissage et d'épanouissement personnel.
Siddhârta, par exemple, se met en route pour rechercher
la voie de la sagesse, mais à l'issue du roman il comprendra
que le véritable chemin à suivre est celui qui se trouve déjà
dans son âme. La raison est simple si on l'explique à travers la
pensée de Sénèque. Si ce que l'on fuit reste à coté de nous, il
est complètement inutile de se mettre en route, parce que nos
démons marcheront sur nos traces et continueront à nous
tourmenter. Si, au contraire, nous faisons face à ce qui nous
effraie, nous serons libres. Et seulement dans ce cas là nous
devrions nous mettre en route.
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BIBLIOGRAFIA
Richard Bach, Il gabbiano Jonathan Livingstone,1970
Hermann Hesse, Il viandante, a cura di V. Michels,
tradotto da Fernando Solinas, Mondadori, 1993
Ibidem, Siddartha, 1922
Ibidem, L' arte dell' ozio, 1935
Charles Baudelaire, I fiori del male, 1857
Arthur Rimbaud, Il battello ebbro, 1871
Jack Kerouac, On the road, Viking Press, 1957
Marcello Veneziani, Vivere non basta, 2011
Erika Eramo, Il viaggio come inutile fuga dall'io: tecum
sunt quae fugis, Aperture 2011
G. W. F. Hegel, La fenomenologia dello spirito, 1807
C. Baudelaire, Poesie e prose, a cura di G. Riboni,
Mondadori, Milano, 1973
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SITOGRAFIA
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www.truecheck.it
www.kerouacontheroad.altervista.com
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www.biography.com
www.sparknotes.com
www.enotes.com
www.larousse.fr
www.la-philosophie.com
www.linternaute.com
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