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La Gazzetta dello Sport (05 - 12 - 2015)

Date post: 22-Jul-2016
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The Italian daily sport magazine
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www.gazzetta.it / GazzettaTv canale 59 martedì 12 maggio 2015 anno 119 - numero 110 euro 1,40 9 771120 506000 50 5 1 2> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano DA NON PERDERE 1 Iago-Tino Costa show Il Genoa ne fa 5 al Toro e torna a -1 dall’Europa DA RONCH, VERNAZZA ALLE PAGINE 16-17 L’annuncio di Di Natale «Continuo a giocare Udine mi ha commosso» VELLUZZI A PAGINA 18 Tennis: lampi e pause Fognini avanti a Roma Che spasso Totti-Djokovic DA PAGINA 36 A PAGINA 40 2 3 Lo Schalke 04 ha licenziato Boateng perché non si impegna. Melissa: «È strano, con me si applica molto». IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI w DALLA VITE, TAIDELLI PAG. 12-13 QUI INTER Hernanes e l’esultanza «Laziali, scusatemi» Guarin, stagione finita 12 IL COMMENTO di Andrea Masala 25 VELENI E CAPRIOLE MA IL GIORNO DOPO... La notte porta consiglio? Forse, non siamo così sicuri, almeno a giudicare da ciò che è accaduto a Roberto Donadoni ed Hernanes: una bella dormita non li ha aiutati a tenere il punto dopo le loro stoccate. Due storie diverse, accomunate da curiosi epiloghi. Chiamatele sterzate, se automobilisti, oppure strambate, se velisti. Gesti a volte virtuosi, a volte maldestri... L'ARTICOLO A PAGINA 25 CATAPANO, MALFITANO, G. MONTI A PAGINA 14 PARMA-NAPOLI FIGC: NESSUN ILLECITO HIGUAIN, SMS A MIRANTE Donadoni: retromarcia dopo le polemiche «L’indagine non serve» 14 EXTRATIME INGHILTERRA DOVE COMPRA LO STRANIERO BIANCHIN A PAGINA 5 OSPITE A GAZZETTATV Gattuso ringhia: «Ai rossoneri prima di tutto servono uomini Menez? Non basta fare gol» 5 BIANCHIN, BOCCI, DELLA VALLE, IARIA, RICCI ALLE PAGINE 6-7-8 Gigi Buffon, 86 presenze in Champions CHAMPIONS DOMANI LA JUVE DIFENDERA’ IL 2-1 DELL’ANDATA Buffon, assalto finale alla grande casa Real Gigi ha sempre perso al Bernabeu dove il Madrid segna in Europa da 4 anni E vi facciamo fare un giro al Museo del Prado: un quadro per ogni campione ARCHETTI, LICARI ALLE PAGINE 10-11 LA SEMIFINALE DI STASERA Pep contro Messi Stavolta sembra mission impossible A Monaco il Bayern deve rimontare 3 reti al Barça: serve un miracolo. Il tecnico: «Comunque resto qui» GUERRA, OLIVERO, PAGLIARA, PASOTTO DA PAGINA 2 A PAGINA 5 MILAN-CINA AFFARE DI STATO BERLUSCONI TRATTA COL PRESIDENTE XI JINPING L’ex premier italiano ha un filo diretto col leader di Pechino e segretario del partito comunista che ha la passione del calcio. E la promessa del 2009... Domenico Pozzovivo, 32 anni, subito dopo la caduta nella discesa di Barbagelata con il compagno di squadra Dupont IPP FORZA POZZO! DA PAGINA 26 A PAGINA 33 Giro, che paura per Pozzovivo Però sta bene Domenico cade in discesa e perde i sensi per qualche istante. La Tac ha escluso fratture. A Sestri Levante, la maglia rosa Matthews vince la volata su Felline e Gilbert www.forst.it
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Page 1: La Gazzetta dello Sport (05 - 12 - 2015)

www.gazzetta.it / GazzettaTv canale 59 martedì 12 maggio 2015 anno 119 - numero 110 euro 1,40

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DA NONPERDERE

1 Iago-Tino Costa showIl Genoa ne fa 5 al Toroe torna a -1 dall’EuropaDA RONCH, VERNAZZA ALLE PAGINE 16-17

L’annuncio di Di Natale«Continuo a giocareUdine mi ha commosso»VELLUZZI A PAGINA 18

Tennis: lampi e pauseFognini avanti a RomaChe spasso Totti-DjokovicDA PAGINA 36 A PAGINA 40

2

3Lo Schalke 04 ha licenziato Boateng perché

non si impegna. Melissa: «È strano, con me

si applica molto».

IL ROMPIPALLONEdi GENE GNOCCHI

w

DALLA VITE, TAIDELLI PAG. 12-13

QUI INTERHernanes e l’esultanza

«Laziali, scusatemi» Guarin, stagione finita

12IL COMMENTOdi Andrea Masala

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VELENI E CAPRIOLEMA IL GIORNO DOPO...

La notte porta consiglio? Forse, non siamo così sicuri, almeno a giudicare da ciò che è accaduto a Roberto Donadoni ed Hernanes: una bella dormita non li ha aiutati a tenere il punto dopo le loro stoccate. Due storie diverse, accomunate da curiosi epiloghi. Chiamatele sterzate, se automobilisti, oppure strambate, se velisti. Gesti a volte virtuosi, a volte maldestri...L'ARTICOLO A PAGINA 25

CATAPANO, MALFITANO, G. MONTIA PAGINA 14

PARMA-NAPOLIFIGC: NESSUN ILLECITOHIGUAIN, SMSA MIRANTEDonadoni: retromarcia dopo le polemiche«L’indagine non serve»

14

EXTRATIMEINGHILTERRADOVE COMPRA LO STRANIERO

BIANCHIN A PAGINA 5

OSPITE A GAZZETTATVGattuso ringhia: «Ai rossoneriprima di tutto servono uominiMenez? Non basta fare gol»

5

BIANCHIN, BOCCI, DELLA VALLE, IARIA, RICCI ALLE PAGINE 6-7-8 Gigi Buffon, 86 presenze in Champions

CHAMPIONS DOMANI LA JUVE DIFENDERA’ IL 2-1 DELL’ANDATA

Buffon, assalto finalealla grande casa Real Gigi ha sempre perso al Bernabeu dove il Madrid segna in Europa da 4 anniE vi facciamo fare un giro al Museo del Prado: un quadro per ogni campione

ARCHETTI, LICARI ALLE PAGINE 10-11

LA SEMIFINALE DI STASERA

Pep contro MessiStavolta sembramission impossibleA Monaco il Bayern deve rimontare3 reti al Barça: serve un miracolo.

Il tecnico: «Comunque resto qui»

GUERRA, OLIVERO, PAGLIARA, PASOTTODA PAGINA 2 A PAGINA 5

MILAN-CINAAFFARE DI STATO

BERLUSCONI TRATTA COL PRESIDENTE XI JINPING

L’ex premier italiano ha un filo diretto col leader di Pechino e segretario del partito comunista che ha la passione del calcio. E la promessa del 2009...

Domenico Pozzovivo, 32 anni, subito dopo la caduta nella discesa di Barbagelata con il compagno di squadra Dupont IPP

FORZAPOZZO!

DA PAGINA 26 A PAGINA 33

Giro, che pauraper PozzovivoPerò sta bene Domenico cade in discesa e perdei sensi per qualche istante. La Tac ha escluso fratture. A Sestri Levante, la maglia rosa Matthews vince la volata su Felline e Gilbert

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La cessione del clubè un affare di Stato

tra Silvio e Xi Jinping

E’ la Cina che vuole il Milan

1L’ex capodel Governo

italiano ha un filo diretto con il Capo di stato

e segretario del partito comunista

cinese. Anche in virtù di una

promessa fatta nel 2009

LA «DAMA GIALLA» ORA HA UN VOLTO E UN NOME: WANG XINGXIAN Due immagini della diplomatica cinese portatrice, come emissaria del governo di Pechino, della proposta di 580 milioni per acquisire il 51% del Milan. Mrs Wang(a sinistra in un evento a Shangai durante un evento Expo, a destra insieme alla delegazione dell’Apecf in visita alla fiera milanese) ha visto due volte Berlusconi

5 marzo 2015MR. BEE VA AD ARCORE...Taechaubol e Berlusconi siglano unprimo memorandum d’intesa. Segueun nuovo accordo preliminare, cheprevede la cessione di circa il 60%per un valore intorno ai 500 milioni

LE TAPPEDOPPIO TAVOLO

Mario PagliaraMarco Pasotto

Quando la prima vol­ta, nel 2009, gli chie­se se il Milan fossesul mercato, Berlu­sconi gli regalò unsorriso, una battuta

di spirito alla sua maniera. Maanche una promessa: «Quandolo sarà, sarai il primo a saperlo».Sei anni dopo, il presidente ros­sonero si è ricordato di quellastretta di mano con Xi Jinpingnel corso di uno dei tanti bilate­rali che l’allora governo Berlu­sconi allestì per promuoverenuovi rapporti commerciali traItalia e Cina. Quando ha decisodi mettere il Milan sul mercato,Silvio non si è fatto scapparequella che rappresenta soprat­tutto una gigantesca occasione,visto il momento finanziariodella società: da Arcore ha atti­vato il ponte comunicativo di­

rettamente con quello che al­l’epoca era il vicepresidente del­la Repubblica Popolare Cinese eche oggi è il Capo di Stato e se­gretario del Partito comunistacinese. Il leader cinese XiJinping, uno degli uomini piùpotenti del pianeta, e Silvio Ber­lusconi, ex presidente del Consi­glio italiano, ragionano, si con­frontano, dialogano di personacercando di costruire insieme lanuova era rossonera. Se non fos­se ancora chiaro, quella che ri­guarda il Milan è diventataun’autentica trattativa di Stato.Ad altissimi livelli, e con più in­teressi coinvolti e intrecciati.

MEDIASET Berlusconi ha appe­na parlato di «due offerte cinesiche oggi si stanno annuncian­do». Si riferiva alle due propostedi cui si parla ormai da settima­ne ma delle quali adesso si ini­ziano a conoscere con maggioreprecisione genesi e composizio­ne: da una parte c’è il capocor­

data Bee Taechaubol, sì thailan­dese ma con alle spalle i fondicinesi garantiti dall’appoggiodella banca d’affari Citic Securi­ties; dall’altra c’è il governo ci­nese. Con il quale si sta ragio­nando su uno scenario che supe­ra i confini del Milan: i due lea­der stanno parlando anche diMediaset (che ingolosisce alcu­ne aziende cinesi) e della possi­bilità di garantire a Fininvest al­cune fette del colossale mercatotelevisivo orientale. Non si trat­ta, dunque, solo di un appoggioesterno: nella trattativa il gover­no cinese è coinvolto diretta­mente, con il ruolo di attore pro­tagonista.

LA DAMA CINESE La svolta èarrivata quando a Milano èsbarcata la misteriosa dama ci­nese. Il cui velo di mistero si èdissolto col passare dei giorni.L’abbiamo chiamata Mrs Cina,all’anagrafe è Wang Xingxian,direttore della commissione

«The power of dream, comewith love» dell’organismo Ape­cf, una sorta di consorzio d’im­prese creato dal governo cineseper incrementare gli investi­menti in Europa e, nell’anno diExpo, soprattutto in Italia. MrsWang a Milano si è vista, per laprima volta, il 30 aprile, quan­do i cinesi hanno concluso ladue diligence (l’analisi dei contidel Milan) esprimendo un pare­re positivo, e la sera ha parteci­pato anche alla festa in piazzaDuomo per l'apertura di Expocon il concerto di Andrea Bocel­li. Nei due giorni successivi haricevuto gli «onori di stato» daBerlusconi (sono stati a sua di­sposizione l’autista di Silvio e ilcapo della sicurezza di Arcoreper visitare il Meazza e Casa Mi­lan), che ha incontrato due vol­te, il 2 e il 3 maggio. Una emis­saria del governo, portatrice della proposta di 580 milioniper acquisire subito il 51% delMilan.

LA CENSURA Mrs Wang è stataun’ambasciatrice di un governoche indirizza le scelte di tutte legrandi aziende cinesi attraversola partecipazione con fondi pub­blici al bilancio o con la politica.La settimana scorsa Berlusconisi è dedicato esclusivamente alMilan, isolandosi da tutti, anchedai dirigenti di Fininvest incari­cati di seguire la cessione delclub, prima di rituffarsi il 7 apri­le in campagna elettorale. DaVilla San Martino ha condottopersonalmente la trattativa conil presidente Xi Jinping e con ilprimo ministro del Consiglio diStato, Li Keqiang. Silvio ha par­lato in conference call con Pechi­no, a conferma che l’interessedell’apparato cinese è fortissi­mo: vuoi perché Xi è grande ap­passionato di calcio e simpatiz­zante del Milan, vuoi perché ilcalcio è stato individuato comela prossima frontiera da conqui­stare per affermare la leader­ship mondiale. La pista governa­

Primo pianoRLa trattativa

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3MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

2 aprile... E POI CI VA ANCHE MR. LEEBerlusconi riceve a Villa San MartinoRichard Lee, uno dei rappresentantidella cordata cinese. Anche in questocaso l’interesse manifestato è peracquisire la maggioranza del club

2 maggioLA SCELTA DI BERLUSCONIMr. Bee aveva formalizzato la propostad’acquisto per la maggioranza del club, ma Berlusconi al termine di un incontro in hotel dice: «Potrei tenermi il 51%, e intendo restare presidente».

3 maggioENTRA IN SCENA LA DAMA CINESEUna misteriosa donna cinese visitaprima il Meazza, poi Casa Milan equindi si reca ad Arcore, doveincontra Berlusconi. E’ il segnale chela pista cinese è più che mai viva

fSPORT, POLITICA E POTEREIL CAPO DI STATOXi, presidente milanista«Fissato» per il calcioSpedì a casa Camacho1Calciatore al liceo, simpatizzante rossonero e un sogno «Il Mondiale a Pechino con la mia nazionale protagonista»

«H o tre sogni calci­stici: che la mianazionale si qua­

lifichi per la Coppa del Mon­do, che la Cina possa ospitar­la e che un giorno possa vin­cerla». Era il 2011 e, mentreincontrava i leader sudcorea­ni, Xi Jinping creò l’occasioneper parlare di calcio. Il presi­dente della Repubblica popo­lare, uno degli uomini piùpotenti del mondo, ha la te­sta nel pallone: a 61 anni haaperto i forzieri di Stato percoinvolgere un intero Paesenella sua passione. Xi non èsolo «un tifoso praticante»,come si fa celebrare dallastampa, è descritto come un«fissato» per il football, ed èstato anche calciatore neglianni del liceo, in una Cinanella quale il calcio non solle­ticava neppure lontanamen­te i dirigenti del partito co­munista, né gli imprenditori.

COMPLEANNO AMARO Sì,nella Cina comunista Xi hasognato di diventare un cal­ciatore: era nella rappresen­tativa dell’istituto scolastico,poi da grande si è innamora­to del Milan di Berlusconi chevinceva tutto. Nel 1983 eraallo stadio di Shanghai quan­do dovette ingoiare la delu­sione di vedere la Cina scon­fitta in casa 5­1 dal Watford.Non era il numero uno dellaCina e non sapeva nemmenoche lo sarebbe diventato, maquando il potere si è concen­trato nelle sue mani ha reagi­to diversamente di fronte aun’altra umiliazione storicadella nazionale: il 15 giugno2013, nel giorno del suo 60°compleanno, dopo aver giàperso in amichevole controUzbekistan e Olanda, la Cinafu travolta a Hefei 5­1 da unaselezione giovanile thailan­dese. «Inaccettabile: è unodei giorni più brutti della sto­ria del calcio cinese», tuonò,obbligando alle dimissioni ilc.t. José Antonio Camacho. Fu a capo dei lavori di prepa­razione per l’Olimpiade Pe­

chino 2008. Ha pilotato l’ingres­so di Wanda nell’Atletico e nel­l’acquisto di Infront, ora lancial’ordine: la Cina dovrà diventareuna potenza calcistica.

AMICO E poi c’è Berlusconi. Sil­vio ha spalancato la porta sul­l’Europa alle imprese cinesi: ilsuo è stato un ruolo chiave nelprocesso che ha portato, soprat­tutto a partire dal 2001, a inten­sificare gli scambi commercialitra l'Italia e la Cina. I due leadernon hanno mai perso l’occasio­ne per incontrarsi. Come al G8nel 2009 all’Aquila, quando Xi,all’epoca vicepresidente, fu invi­

tato da Berlusconi che presiede­va i negoziati (la Cina non è nelG8). Xi atterrò di nuovo in Italiail 3 giugno 2011, ospite d’onorea Villa Doria Pamphili per le ce­lebrazioni della Festa della Re­pubblica e per il 150° anniversa­rio dell’Unità d’Italia. Dopo leparate, si firmarono 16 accordi(2 istituzionali e 14 commercia­li), per oltre 3 miliardi di dollari.Nell’ottobre dell’anno prece­dente, il governo italiano appro­vò il piano triennale: tra gliobiettivi, anche il raddoppiodell’interscambio bilaterale Ci­na­Italia entro il 2015. Moltoprima, il 30 ottobre 2003, Berlu­sconi volò a Pechino per il sestovertice Ue­Cina, un bilateraleItalia­Cina e a Shanghai incon­trò imprenditori italiani e cinesi.Silvio è stato tra i primi a fiutareil business offerto dalla svoltacapitalistica cinese. A Pechino èconsiderato un amico.

paglia-m.pas.© RIPRODUZIONE RISERVATA

ROspite di Silvio al G8 a L’Aquila nel2009 e per la festa dei 150 annidell'Unità d'Italia

LA STAMPA CINESEE la censura cancella i 2 fotomontaggi«Parte l'attacco per comprare il club» Ecco i due fotomontaggi pubblicati il 7 maggio da una testata cinese sui quali è intervenuta la censura governativa. «Il presidente Xi dà il via all’attacco: la forte Cina potrebbe comprare il Milan per 1 miliardo e 190 milioni», si legge nel primo. «Wang irrompe nei campionati europei e attacca ancora, ora la Serie A», nel secondo

Silvio Berlusconi stringe la manoa Xi Jinping in occasione

di un incontro di 4 anni fa a RomaLIVERANI

Xi Jinping si esibisce in un tiro al Croke Park Stadium di Dublino AP

L’INTERVENTO

Ma Doyen rilancia: «Con Bee costruiremo un Milan vincente» La Doyen fa chiarezza sul suo rapporto con il Milan. Nessun legame con Berlusconi, ma solo con Mister Bee. Una precisazione che tenta di rasserenare il clima con il club. Ci riuscirà? Ieri Nelio Lucas ha parlato attraverso il sito del fondo di cui è Ceo: «Doyen è orgogliosa di essere stata scelta da Taechaubol per la politica sportiva del Milan. Siamo sicuri di giungere a una conclusione positiva dei negoziati. Ma gli attuali proprietari sanno cosa è meglio per il Milan e sanno anche che Bee ha a cuore gli interessi del Milan. Una volta conclusa l’acquisizione da parte di Taechaubol, darà un

contributo con la propria conoscenza del calcio mondiale per costruire una squadra in grado di conquistare scudetto e Champions». Poi mette in luce il suo know-how: «Doyen ha esperienza con vari club di successo come Porto, Siviglia e Atletico Madrid, non sarà coinvolta nelle operazioni finanziarie per l’acquisizione del club e non sarà una parte centrale della struttura societaria. Tutti i calciatori legati a Doyen Sports sono di proprietàdei club, Doyen agisce come una fonte di finanziamento e non ha facoltà di decidere sul futuro dei calciatori. La decisione spetta sempre ai proprietari dei cartellini, che sono i club, e ai calciatori in questione».

IL PIANO DI PECHINO

Entro il 2017 il calcio a scuolae 100.000 nuovi giocatoriAndrea Guerra

P artire dalla base per (pro­vare ad) arrivare all’ec­cellenza. Il progetto del

governo cinese di sviluppo delcalcio è ambizioso e costruitosu numeri imponenti, come siconviene a un paese che puòcontare su un miliardo e quat­trocento milioni di individui edè in piena espansione economi­ca. Il pallone occupa una buonaparte dei pensieri del presiden­te Xi da tempo, e le idee hannopreso una forma concreta loscorso novembre, quando è sta­

to annunciato che il calcio sa­rebbe diventato una parte ob­bligatoria nei curricula scola­stici. Qualche numero per capi­re meglio la portata: alle spalledel progetto c’è un piano di in­vestimenti decennale pari a cir­ca 12,5 miliardi di euro.L’obiettivo è costruire ventimi­la campi e formare seimila in­segnanti di calcio, anche per­ché entro il 2017 il pallone di­venterà materia obbligatoria diinsegnamento in ventimilascuole elementari e medie. Si­gnifica, anche, ricevere mate­riale e attrezzature con l’obiet­tivo di aggiungere altri cento­

mila giocatori al movimento. Siparte da 26 mila scuole in 28province e 40 città per un totaledi 20 milioni di partecipanti,per arrivare a 400 mila scuole,31 province e 120 città per 260milioni di individui nel 2023.

CAPITALI E in questo contestoil Milan è stato identificato daivertici governativi come unodei modelli di riferimento(l’eventuale acquisizione delclub rientrerebbe in quei 12,5miliardi stanziati nel pianod’investimento). «Il calcio peranni è stato fonte di imbarazzonazionale», ha scritto non mol­

to tempo fa l’agenzia di stampanazionale Xinhua. L’obiettivo ètrasformare la Cina in una po­tenza calcistica mondiale, manon è l’unico: nel mirino c’è an­che il Mondiale, nel senso che ilDragone vorrebbe riuscire aospitarlo in tempi non troppolunghi, con l’impiego di capitalipubblici e privati. Insomma, ilprimo mattone è il piano gover­nativo per far crescere il calciocome sport di base nelle scuole;il punto d’arrivo va a coinvolge­re aspetti più ad ampio respiro:il calcio diventerebbe uno deiveicoli per affermare – con al­tre modalità – il ruolo centraledella Cina nell’economia mon­diale. Non solo bimbi e struttu­re di base, comunque: il calciointrodotto come materia nelcurriculum dello studente ser­virà anche da «qualificazione»per l’iscrizione all’università.

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tiva è top secret, ma anche in unpaese come la Cina (dove i gior­nali sono super controllati),qualcosa è scappato al filtro del­la censura. Il 7 maggio, infatti,una testata ha pubblicato la fotodi un membro del partito con al­le spalle lo stemma del Milan ela scritta: «Il presidente Xi dà ilvia all’attacco: la forte Cina po­trebbe comprare il Milan per 1miliardo e 190 milioni». Non so­lo. Poche ore dopo, ecco un’altrafoto. Stavolta in primo pianoc’era Wang Jianlin, il boss diWanda Group e amico persona­le del presidente Xi, con allespalle ancora il marchio rosso­nero: «Jianlin irrompe nei cam­pionati europei e attacca anco­ra, stavolta la Serie A» (il riferi­mento è all’acquisto di Wandadel 20% dell’Atletico Madrid).Queste foto sono rimaste onlinepoche ore, poi la censura gover­nativa ha fatto il suo lavoro: sulweb ora non ve n’è più traccia.

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5MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Gattuso: «Nel Milanc’erano delle regoleOra servono uomini»1Rino ospite a GazzettaTv: «Rossoneri patrimonio dell’Unesco. Menez un leader? Non bastano i gol»

Luca Bianchin@lucabianchin7

R ino Gattuso non sarà maiun manuale del calcio ­ latecnica è sempre stata un

po’ così... ­ però è un’enciclope­dia. Ha giocato con tutti e con­tro tutti, è un professore parti­colare ma comunque un profes­sore. Ieri sera a «Senza Appel­lo» su GazzettaTv ha parlato ditutti, ha raccontato e commen­tato. Via all’enciclopedia (e chenon si pretenda l’ordine alfabe­tico, il cattedratico è un tipo ori­ginale).

MILAN «Il Milan è patrimoniodell’Unesco, altro che Manche­ster City e Psg: loro sono senzastoria. Però si nota che non c’èprogrammazione. È importan­te parlare chiaro coi tifosi: siparla di giovani, poi i giovanivengono dati in prestito o ven­duti. Noi nello spogliatoio face­vamo rispettare le regole, man­ca questo ora al Milan».

INZAGHI «So che tensioni ci so­no nel suo lavoro, la stima perlui e quello che abbiamo condi­

viso rimangono. Non basta es­sere stato grande calciatore perallenare, noi dobbiamo sbaglia­re per capire ma a volte proteg­gere sempre la squadra non vabene. Al giorno d’oggi devi es­sere credibile, i giocatori nonaspettano altro: vogliono vede­re se ne sai. Se sbagli una voltasei morto».

MENEZ «Ha segnato tanti golma a livello di leadership nonbasta segnare. Difenderlo sem­pre, se sei il suo allenatore, nonva bene. Oggi il Milan deve cer­care per prima cosa degli uomi­ni».

BERLUSCONI «Il problema è seBerlusconi vuole vendere e ache condizioni. Lo conosco,vuole lasciare il Milan in buonemani. A breve accadrà qualcosadi buono».

GATTUSO «A vent’anni mi sonofatto la barba in spogliatoio enon ho pulito il lavandino. Co­stacurta mi ha dato uno schiaf­fetto: “Non è casa tua, vai a pu­lire”. Da bambino adoravo Ba­gni perché giocava coi calzetto­ni abbassati, ora il mio secondo

nome è Ringhio e voglio farel’allenatore».

ALLEGRI «Max sembra sprovve­duto e molle: è il contrario. Hauna dote in particolare, non sipiange mai addosso. Sa dove èpartito e sa preparare le partiteperò al Bernabeu è dura: l’at­

mosfera lì è unica. All’inizio fa­tichi a capire com’è fatto Alle­gri, poi comprendi che è un uo­mo vero. Voleva che mi inserissida mezzala ma io gli dicevo dilasciare stare, di lasciarmi farequello che sapevo fare bene elasciare il resto agli altri».

PIRLO «Tutti parlano dei suoipiedi ma lui è veloce di testa. È4­5 secondi avanti agli altri».

ANCELOTTI «Andrei a prender­lo in spalla per portarlo al Milanma mi pare molto difficile: perme sta al Real o va al City, vuoleun’altra Champions. Ancelottiha una dote, i giocatori lavora­no per lui. Se parli con un cal­ciatore che faceva panchina con

Carlo, non ne parlerà mai male.Ha un difetto: a volte non sta sulpezzo al 100%, quando vede igiocatori stanchi è troppo buo­no. Poi arriva al limite, essendotroppo buono non capiscequando deve lasciare un club».

ITALIA «Mi capita di vedere la Ae la Premier. In Italia ti addor­menti, gli stadi sono vuoti e l’at­mosfera fatiscente. In Inghilter­ra l’adrenalina è incredibile».

DYBALA «Non so se vale 40 mi­lioni, ma comunque siamo sullatrentina. Aveva un difetto, nonfaceva mai gol. Ora ha trovatola via e sa giocare a calcio: hatutto per diventare grande».

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Rino Gattuso, 37 anni, ospite della trasmissione «Senza Appello», in onda ieri sera su GazzettaTv BOZZANI

RINO GATTUSOEX CENTROCAMPISTA MILAN

«BERLUSCONI LO CONOSCO, VUOLE

LASCIARE IL MILAN IN BUONE MANI. A BREVE ACCADRÀ QUALCOSA»

I NUMERI

3 le squadre allenate in carriera da Gennaro Gattuso. Prima al Sion in Svizzera, poi al Palermo in Serie B, quindi all’Ofi Creta in Grecia

1 la Coppa del Mondo vinta da Gattuso da giocatore. È stato uno dei protagonisti della storica cavalcata dell’Italia di Lippi in Germania 2006

368 la presenze in Serie A collezionate da Gattuso. Quasi tutte con la maglia del Milan (335). Il debutto col Perugia (8 gettoni), poi la Salernitana (25)

STAGIONE AMARA

Inzaghi si consolacon l’affetto del tifoe le vecchie glorie1A Pavia l’allenatore verso l’addio ha dato il calcio d’inizio a un memorial con Baresi e altri ex del Milan

Filippo Inzaghi, 41 anni LAPRESSE

G.B. OliveroINVIATO A VIDIGULFO (PV)

Impegnato. Arrabbiato. De­luso. Fiducioso. Concentra­to. Stufo. Curioso. Ottimi­

sta. Ma alla fine della giornata,tutte le sere prima di addormen­tarsi, Pippo Inzaghi scopre di es­sere soprattutto sereno. Ed èuna sorpresa anche per lui, per­ché in effetti gli stati d’animocambiano spesso e gli sbalzid’umore sono inevitabili. La se­renità nasce dalla convinzionedi aver lavorato tanto e di averlofatto innanzitutto per il Milan.Per Pippo il club rossonero èdavvero una famiglia, ecco per­ché la pessima stagione dellasquadra lo fa soffrire. Ma dentrodi sé Inzaghi è convinto di averseminato: gli piacerebbe essereancora lì a raccogliere i frutti, che prima o poi nasceranno, mase questo non accadrà continue­rà a camminare a testa alta.

L’AMORE DELLA GENTE Nono­stante le difficoltà di questabrutta stagione Inzaghi è ancoranel cuore dei tifosi. Sabato dopol’espulsione contro la Roma èstato applaudito e rincuorato.Ieri sera, invece, Pippo è stato

acclamato a Vidigulfo dove si èpresentato in segno di amicizianei confronti di Roberto Boerci,storico massaggiatore del Milanche nella campagna pavese haorganizzato un Memorial dedi­cato al fratello Leonardo. Al­l’oratorio San Siro (e come pote­va chiamarsi, sennò?) sono sce­se in campo alcune vecchie glo­rie rossonere come Serginho,Nava, Ba, Fiori, Angelo Carbo­ne, Beniamino Abate. C’era an­che Franco Baresi, per la gioiadei tifosi. Inzaghi ha battuto ilcalcio d’inizio e si è goduto l’af­fetto della gente. Oggi il Milancomincia a preparare la partitacol Sassuolo, teoricamente laterzultima di Inzaghi sulla pan­china rossonera. Ma non c’ètraccia di smobilitazione, alme­no non nella mente e nel cuoredel tecnico. Il Sassuolo è soloun’altra tappa di un camminoche va percorso nel miglior mo­do possibile. E’ quello che pre­tende da se stesso e che ha chie­sto ai giocatori. Il resto è impor­tante, ma viene dopo.

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Super Gigi nella cattedrale del golLE TRE SCONFITTEMADRID AMARAPER IL NUMERO 1 1. 6 maggio 2003, semifinale d’andata di Champions: Real Madrid-Juve 2-1, Ronaldo (foto), Trezeguet e Roberto Carlos 2. 22 febbraio 2005, andata ottavi Champions: Real-Juve 1-0, segna Helguera 3. 23 ottobre 2013, fase a gironi di Champions: Real-Juve 2-1, C. Ronaldo su azione e su rigore (foto), e Llorente LIVERANI/OMEGA/REUTERS

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L’EROE DEL MUNDIAL 82

Zoff lo incorona:«Meglio di Casillase può superarmi»1 «Tra Buffon e lo spagnolo non c’è paragone. E ora ha l’occasione divincere il trofeo che mi è sfuggito»

Dino Zoff, ex portiere e c.t. azzurro, 73 anni LAPRESSE

Maurizio NicitaROMA

D ino Zoff e il Bernabeu, una favola natain una notte di luglio del 1982 con laCoppa del Mondo alzata al cielo e quel­

l’immagine fissata dal pittore Renato Guttu­so per un francobollo. In quello stadio, curio­so a dirsi, il grande portiere è tornato una so­la volta: 19 anni dopo. «Già, era per un Real­Lazio di Champions (febbraio 2001) ed erotornato sulla panchina della Lazio. Quella se­ra scrutai lo stadio in ogni angolo, rivedendonella mia mente i fotogrammi della straordi­naria vittoria contro la Germania. Quasi nonmi ricordavo lo stadio come luogo. Quandoscendi in campo per giocare una finale sei co­sì concentrato che non guardi i particolariesterni. Giocò anche bene quella Lazio, pec­cato per aver perso 3­2 nel finale».

E dire che proprio Casillas con una papera aveva regalato il 2-2 a Gottardi...«Stavolta non ci casco. Ricordo solo il rigore,generoso, concesso per il 3­2 di Figo».

Ma Casillas è meglio di Buffon?«Chiariamo una volta per tutte. A me non pia­ce stilare classifiche. Agli spagnoli avevo det­to che oggi il migliore è Neuer e che Gigi e lospagnolo sono molto bravi. Ho aggiunto chequest’ultimo si è ripreso nell’ultima stagionedopo essere andato in difficoltà e quella fraseè stata strumentalizzata. Approfitto oggi perchiarire definitivamente. Per me fra i duenon c’è partita: meglio Gigi».

Con Buffon un destino in comune: campioni delMondo, ma mai una Coppa dei Campioni.«Con una enorme differenza. Io non possopiù vincerla, lui sì. E al Bernabeu la Juve ha inumeri per arrivare in finale anche se il Realè fortissimo. Sarà dura controllare Ronaldo egli altri, ma i bianconeri hanno le qualità percontenere e poi ripartire e far male di rimes­sa. E Gigi non ha bisogno di consigli. Sarà si­curamente protagonista».

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Highlander Buffonsfida il tabù Madridsulla via per la Coppa1Il portiere Juve ha sempre perso e preso gol al BernabeuDomani deve spezzare l’incantesimo. Lippi: «Sarà decisivo»

Fabiana Della ValleMILANOtwitter@FabDellaValle

H a ancora lo stesso tagliodi capelli e la parata faci­le di 12 anni fa. La prima

volta che Gigi Buffon mise pie­de al Bernabeu aveva appenadue stagioni di Juventus sullespalle e di sicuro si sarà emozio­nato pure lui. Era il 6 maggio2003, semifinale di andata diChampions League anche quel­la volta, finì 2­1 per il Real Ma­drid ma fu una sconfitta indolo­re, perché la Juventus poi con­quistò ugualmente la finale conil 3­1 di Torino. Da allora peròGigi non è mai riuscito a vince­re e nemmeno a pareggiare nel­lo stadio dei galattici.

TABÙ E OSSESSIONE Tre parti­te, tre sconfitte, l’ultima un an­no e mezzo fa, quando Cristia­no Ronaldo lo trafisse due vol­te. Buffon non c’era il 5 novem­bre 2008, quando la Juventusvinse 2­0 al Bernabeu con dop­pietta di Del Piero (e standingovation di tutto lo stadio a fine

gara per il numero 10), era in­fortunato e al suo posto giocòManninger. Per raggiungere itraguardi più ambiziosi bisognacompiere grandi imprese, forseè per questo che il destino hamesso sulla sua strada il Real.La dolce ossessione di Buffon èla Champions League, il trofeoche manca nella sua bacheca

personale e che 12 anni fa, aManchester contro il Milan, glisfuggì solo per un soffio. Da al­lora il numero uno è passato at­traverso vittorie, sconfitte, mol­te parate meravigliose, qualcheerrore, l’inferno della Serie B,la risalita, un nuovo ciclo ditrionfi. Manca l’ultimo tasselloper completare il puzzle.

SFIDA TRA IMMORTALI Buffoncontro Casillas è un confrontotra Highlander. Bandiere, lea­der da decenni nel club come innazionale. Solo che Iker ha giàsollevato tre Champions, Buf­fon a 37 anni insegue la sua pri­ma volta. «Darei 200 delle mie500 partite con la Juve per vin­cere la Coppa», ha confessatoGigi qualche mese fa. Partiteche adesso sono 531, ovveroterzo posto nella classifica deifedelissimi bianconeri: davantia lui ci sono solo Scirea (552) eDel Piero (705), due che sonosaliti sul tetto d’Europa.

L’INVESTITURA DELL’EX «Buf­fon potrà essere determinanteal Bernabeu», ha profetizzatoMarcello Lippi a Radio Anch’ioSport. A Madrid Gigi non soloha sempre perso, ma ha semprepreso almeno un gol. Domanisarà importante proteggere laporta bianconera come se fosseil Santo Graal, perché una retedel Real rimetterebbe tutto indiscussione: l’1­0 basterebbe aigalattici per andare in finale.Segnare e non subire, questoserve ai bianconeri per rimane­re dentro al sogno europeo.Non sarà facile contro CR7 ecompagnia, però la Juve ha lamiglior difesa delle quattro se­mifinaliste (solo 6 gol incassa­ti), Gigi è stato più volte decisi­vo nel corso di questa stagione,in tutte le competizioni. Ha pa­rato tre rigori in Supercoppa,alla faccia di chi diceva che i tiridal dischetto non sono la suaspecialità, ma quella sera nonsono bastati per vincere il tro­feo. Il cammino per Berlino pas­sa attraverso il Bernabeu: civuole sempre una grande im­presa per raggiungere i traguar­di più ambiziosi. La Championsresterà la sua dolce ossessionefino a quando non riuscirà a si­stemarla nella sua bacheca.

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IL TABELLONE

FINALEBERLINO, 6 giugno

JUVENTUS Real Madrid2 - 1

Barcellona Bayern 3 - 0

Ritorno Madrid, domani ore 20.45

Ritorno Monaco, oggi ore 20.45

GDS

Gigi Buffon, 37 anni, 86 presenze in Champions,portiere della Juventus dal 2001GETTY IMAGES

I CONTI

Il club si espande su costi e ricaviIl pareggio di bilancio è più vicinoMarco Iariatwitter@marcoiaria1

L a Juventus conferma le suestime: il bilancio 2014­15 èprevisto in perdita ma si

punta a «consolidare il trend dimiglioramento degli ultimi treesercizi». Quindi, dopo aver ri­dotto il deficit dai 95,4 milionidel 2010­11 ai 48,7 del 2011­12ai 15,9 del 2012­13 ai 6,7 del2013­14, l’obiettivo è di avvici­narsi al pareggio. Tutto, però,dipenderà da fattori al momen­to imponderabili: 1) Come siconcluderà l’avventura in

Champions? 2) Come si risolve­ranno le ultime comproprietà agiugno, quella di Berardi in pri­mis? Ancora qualche settimanae si avranno idee più chiare.

DATI SALIENTI Nel frattempo ilcda presieduto da AndreaAgnelli ha licenziato ieri il reso­conto intermedio al 31 marzo: iprimi nove mesi della stagionesi sono chiusi con un rosso di5,8 milioni contro l’utile di 2,9dell’anno scorso. Numeri, que­sti, che vogliono dire poco onulla. Molto più interessantemettere l’accento su altri dati.Come quelli delle spese “sporti­

ve”, che continuano a cresceresegnalando il costante sforzodella società per migliorare l’or­ganico: nei primi nove mesi glistipendi sono aumentati del 7%(a 135,5 milioni) e gli ammor­tamenti del 14% (a 42,3 milio­ni). Non a caso l’indebitamentofinanziario netto si mantienesui 207 milioni, con due novitàrecenti: il prestito Exor da 50milioni e la riduzione dell’espo­sizione bancaria (dai 233 milio­ni del 31 dicembre ai 173 del 31marzo). La Juve non ha ancoraallentato il ciclo espansivo degliinvestimenti. Può permetterse­lo perché ha alle spalle una pro­

prietà robusta e perché il suo gi­ro d’affari cresce. Il fatturato, alnetto delle plusvalenze, supere­rà quota 300 milioni a fine an­no. Nei primi nove mesi è passa­to da 208,5 a 222,4 milioni:+7%. Ma i conti vanno aggior­nati con la Champions, la finaledi Coppa Italia e i ricavi incre­mentali dei diritti della A. E poic’è il capitolo delle plusvalenze:difficile eguagliare i 35,3 milio­ni del 2013­14. Per ora siamo a12,4 milioni. Le comproprietà potranno servire per fare cassa.Comunque, la Juve punta a di­versificare le entrate: ha cedutoal Gruppo Santa Clara il 50% diJ Medical (con plusvalenza di1,8 milioni) per la gestione diun poliambulatorio nel com­parto est dello stadio. E da lu­glio, col nuovo contratto Adi­das, il club gestirà direttamenteil licensing e il merchandising.

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Andrea Agnelli, 39 anni, è presidente della Juventus dal 19 maggio 2010: sta per festeggiare i cinque anni con 4 scudetti di fila, il ritorno nell’élite europea e il riequilibrio dei conti

ChampionsRRitorno semifinali

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7MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Super Gigi nella cattedrale del golRETI CHIAVEDAL PIPITA A CR7PARTY NO-STOP 1. 22 novembre 2011, fase a gironi di Champions: Real-Dinamo Zagabria 6-2, a segno anche Higuain (foto) 2. 23 ottobre 2013, fase a gironidi Champions: Real-Juve 2-1 con doppietta di Cristiano Ronaldo 3. 23 aprile 2014, semifinale d’andata di Champions: Real-Bayern 1-0, rete di Benzema REUTERS/EPA

Ma il Bernabeumette pauraReal a segnoda quattro anni1In Champions l’ultima notte «in bianco» nel 2011. E con Ancelotti 51 gare a bersaglio

Filippo Maria RicciCORRISPONDENTE DA MADRIDtwitter@filippomricci

«O vrebo, De Bleeckere,Busacca, Fr isk,Stark. Porqué? Yo no

entiendo». Ricordiamo questoclassico della Champions, la fa­mosa tirata di José Mourinhodel 27 aprile 2011 perché daquella sera di oltre 4 anni fa ilMadrid in Champions al Berna­beu ogni volta che ha giocato hasempre fatto almeno un gol.Nella notte dei «Porqué» la squa­dra di Mou perse 2­0 col Barça diGuardiola nell’andata delle se­mifinali. La temperatura nelbollente forno dei Clasicos, ad­dirittura 4 scontri in 17 giorni,era al massimo.

TRE GOL DI MEDIA Da alloracon Mou e poi Ancelotti in pan­china il Real ha giocato altre 23sfide europee nel suo stadio e hasempre segnato. E neanche po­co: 67 reti, quasi 3 di media.Quest’anno nelle 5 uscite casa­linghe accompagnate dall’innodella Champions il Real ha fatto

14 gol anche se i 3 con lo Schalkenon sono serviti ad evitare unasconfitta bruciante oltre che pe­ricolosa. Quello contro Di Mat­teo è stato anche l’unico rove­scio sofferto in questi 4 anni eu­ropei, accompagnato da 20 vit­torie e 2 pari. Nonché l’unicavolta nelle ultime 4 partite euro­pee che l’avversario del Madridè riuscito a far gol al Bernabeu.E oltre alla Champions c’è di più:considerando tutte le competi­zioni il Madrid in casa segna inmaniera consecutiva da 51 in­contri. Con Ancelotti in panchi­na in 55 partite giocate davantial proprio pubblico il Real solouna volta non ha fatto gol: 28 settembre 2013, una sconfittaper 1­0 in Liga contro l’Atleticoagli albori del regno di Carlo.Nei 20 mesi successivi al Berna­beu 43 successi, 3 k.o. e 5 pari,trovando sempre la porta.

LA GIUSTA PROSPETTIVA So­no numeri sufficienti per inca­nalare nella corretta prospettivala giustificata euforia biancone­ra. La Juventus fa bene ad averfede, è giusto che creda nelleproprie possibilità di arrivare infinale. Perché questo è un Ma­drid ferito, nervoso e confuso.Lo stadio che fischia, il mal dipancia di Bale, l’assenza di Mo­dric e i dolori di Kroos e Benze­ma, le scelte che Carlo deve fare(e di cui parliamo a parte), i 2 golincassati in ognuna delle ultime3 uscite. Ed è anche vero chequesti non sono più i tempi delfamoso «miedo escenico» e dellaminacciosa farse che Juanito de­dicò all’Inter in un italiano stor­piato rimasta nella storia delclub: «Noventa minuti en el Ber­nabeu son molto longo». Però ilMadrid resta la squadra campio­ne d’Europa e del mondo ed ètrascinata da un ragazzo porto­ghese che quest’anno ha già se­gnato 54 gol (9 in Champions).

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23Il Real in casa in Champions segna da23 gare di fila. L’ultima senza gol fu Real-Barça 0-2, semifinale, 27-4-2011

IL NUMERO

In queste 23 partiteil Real ha vinto 20 volte

L’unica sconfi�a,ininfluente,

il 10 marzo 2015contro lo Schalke

Pareggi

2 1

20

REAL MADRID (4-3-3)

JUVENTUS (4-3-1-2)DOMANI ORE 20.45

CASILLAS1

CARVAJAL15

PEPE3

SERGIO RAMOS4

MARCELO12

ISCO23

KROOS8

J. RODRIGUEZ10

BALE11

HERNANDEZ14

C. RONALDO7

BUFFON1

LICHTSTEINER26

BONUCCI19

CHIELLINI3

EVRA33

MARCHISIO8

PIRLO21

VIDAL23

POGBA6

MORATA9

TEVEZ10

REAL MADRIDPANCHINA 13 Keylor Navas, 17 Arbeloa, 2 Varane, 16 Lucas Silva, 24 Illarramendi, 20 Jesé, 9 BenzemaALLENATORE AncelottiSQUALIFICATI nessunoDIFFIDATI nessunoINDISPONIBILI Modric, Khedira

JUVENTUSPANCHINA 30 Storari, 15 Barzagli, 27 Sturaro, 37 Pereyra, 20 Padoin, 14 Llorente, 32 MatriALLENATORE AllegriSQUALIFICATI nessunoDIFFIDATI nessunoINDISPONIBILI Caceres

ARBITRO Eriksson (Sve)TV Canale 5

LA CURIOSITÀ

Arbitra ErikssonIl milionario chesi sente alpinista Luca Bianchin@lucabianchin7

«A rbitro, vendu­to!». Seh, non ciprovate. Il signor

Jonas Eriksson, qui sottocon espressione truce, ma­gari valuterà male un fallo inReal­Juve ma rischia di esse­re più ricco di qualche gioca­tore in campo. Nel 2007 havenduto per una decina dimilioni il 15% in suo posses­so di «Iec In Sports», societàche commercializza diritti tvcon uffici in Europa, MedioOriente, Asia e Oceania.

FISICO Eriksson è stato gior­nalista ­ c’è una speranza diarricchirsi per tutti ­ e hacambiato il conto in bancagrazie a un amico. Lo ha det­to lui: «Un ex collega mi hachiesto se volevo aderire aun progetto. All’inizio erava­mo in quattro, l’azienda è ar­rivata a un fatturato annuodi 20 milioni». In campo hafatto tutto più lentamente.In Svezia era criticato, nonpiaceva. Eriksson però nel2002 è diventato internazio­nale ed è arrivato ad arbitra­re la Supercoppa europea2013 tra Bayern e Chelsea.Molto robusto, mette sotto igiocatori anche fisicamentee fischia poco. Come tutti gliarbitri parla ancora meno e

la sua frase che riportano tutti èquesta: «La cosa più bella che iopossa fare è arbitrare».

L’ALPINISTA Eriksson è più lan­ciato di Sven Goran, più cono­sciuto di Sebastian, centrocam­pista del Cagliari. Il suo obietti­vo dichiarato è fischiare una fi­nale di Champions ma per ilsecondo anno in fila si fermeràalla semifinale. Al Mondiale2014 invece gli hanno affidatol’ottavo tra Argentina e Svizze­ra più due partite dei gironi. Èstato anche quarto uomo in Ar­gentina­Olanda e in Germania­Francia. Non facile sapere seanche quel giorno ha seguito ilsuo rituale pre­partita: chiusoin casa, non risponde al telefo­no e non legge la posta. «Arbi­trare è come fare l’alpinista ­ hadetto ­. È rischioso, ma dà emo­zioni uniche». Mai visto un alpi­nista che guadagna 10 milioniin un giorno.

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Jonas Eriksson, 41 anni

LE ULTIME DA MADRID

Il gran dubbio di Ancelotti: Ramos in difesa o a centrocampo? MADRID Nell’allenamento del Madrid di ieri Karim Benzema è stato con il gruppo per l’intera sessione, Toni Kroos per la metà, Gareth Bale è rimasto in palestra con gli infortunati Modric e Khedira. Stamattina nuovo appuntamento a Valdebebas e per Ancelotti si avvicina il momento delle scelte. Carlo ha qualche dubbio tra Coentrao e Marcelo (ultimamente in evidenti difficoltà) per il laterale sinistro, deve scegliere il centravanti, con il «Chicharito» in vantaggio su Benzema, visto che il centravanti francese è fermo da un mese per i problemi al ginocchio destro, valutare le condizioni di Bale e Kroos (entrambi sembrano poter

essere disponibili) e poi la madre di tutte le decisioni. Ripetere per la quarta volta con Sergio Ramos nella casella di Modric o dare spazio a tutti i piedi buoni a disposizione usando Isco e James Rodriguez come scudieri di Kroos e Ramos in difesa con Pepe o Varane? Florentino Perez ha fatto sapere ad Ancelotti che l’idea di Ramos a centrocampo (che nella semifinale d’andata con la Juventus non ha brillato) non gli piace tatticamente e formalmente (lascia in evidenza la campagna acquisti della Casa Blanca) e che lui preferirebbe vedere tutti i «buoni» sul prato all’unisono.

f.m.r.© RIPRODUZIONE RISERVATA

LE ULTIME DA VINOVO

Pogba titolare: più sì che noMorata favorito su Llorente VINOVO (To) Ultimi dettagli prima della grande sfida. Ieri la Juventus ha lavorato al mattino: allenamento tecnico e tattico, tutti a disposizione di Allegri tranne Caceres (a parte Asamoah, che però non è in lista Champions).A meno di sorprese, l’unico dubbio dell’allenatore bianconero sembra legato a Pogba: il centrocampista è appena rientrato dopo un lungo stop (50 giorni) per un brutto infortunio muscolare, Allegri sembra intenzionato a schierarlo dall’inizio anche se non ha i 90 minuti nelle gambe. Pogba ha fatto un po’ di rodaggio contro il Cagliari, segnando anche un gol. Logico che non possa essere

al top, è tornato a lavorare con i compagni solo da una settimana,ma può essere il valore aggiunto con la sua fantasia e imprevedibilità. Il modulo sarà lo stesso dell’andata: 4-3-1-2 con Bonucci e Chiellini in difesa, Vidal dietro alle punte e Morata nettamente favorito su Llorente per fare coppia con Tevez. Se Pogba dovesse partire in panchina, giocherà uno tra Sturaro e Pereyra. Oggi la Juve farà come al solito la rifinitura a Vinovo e partirà per Madrid nel pomeriggio. «Non siamo mai stati così vicini all’obiettivo — ha detto Giorgio Chiellini — lo stadio sarà tutto dalla parte dei Blancos, non potremo giocare in difesa».

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PRESENTATO L’EVENTO BENEFICO DEL 2 GIUGNO

Partita del cuore allo StadiumAllegri e Ramazzotti in campo TORINO Tutti uniti per la ricerca alla Partita del Cuore che si svolgerà il 2 giugno allo Juventus Stadium, presentata ieri con il sindaco Piero Fassino. Da una parte la Nazionale Cantanti, con Enrico Ruggeri, Niccolò Fabi, Luca Barbarossa, Paolo Belli, le new entry Il Volo, Lorenzo Fragola, Boosta dei Subsonicae alcuni innesti. Dall’altra i Campioni per la ricerca con Pavel Nedved, Andrea Agnelli, Massimiliano Allegri in campo nel ruolo di trequartista-punta, il ritorno del tifoso bianconero Eros Ramazzotti e la conferma di un altro cuore juventino, Massimo Giletti. Sono solo alcuni dei protagonisti, e ci saranno

sorprese. Il ricavato andrà alla Fondazione piemontese per la ricerca sul cancro di Candiolo, presieduta da Allegra Agnelli e a Telethon, l’evento andrà in onda in diretta su Rai 1. «La Partita del Cuore ha sempre portato un prezioso sostegno alla nostra Fondazione — ha detto la signora Agnelli — sono fiduciosa di vivere una serata speciale come fu nel 2013». Dal 26 maggio sarà attivo l’sms solidale per aiutare i ricercatori, basta digitare il 45509 per contribuire con due euro. I prezzi dei biglietti vanno dai 10 ai 20 euro e si trovano su www.listicket.com, finora ne sono stati venduti 24mila. Si punta a fare il pienone.

Gabriella Mancini© RIPRODUZIONE RISERVATA

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GDS

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8 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

LA SFIDA VISTA DAL PRADO CONTENUTOPREMIUM

LA COLLEZIONE JUVENTINA

CARLOS TEVEZIl 3 maggio 1808di Francisco Goya1814

ALVARO MORATAIl principe Baltasara cacciadi Diego Velazquez, 1635

ANDREA PIRLOIl giardino delle deliziedi HieronymusBosch1480-90

PAUL POGBARagazzi si arrampicano su un alberodi Francisco Goya1791-92

MAX ALLEGRIL’autunno o La vendemmiadi Francisco Goya1786

LA COLLEZIONE MADRIDISTA

CRISTIANO RONALDOLa maja desnudadi Francisco Goya1800

GARETH BALEFilippo IVa cavallodi Diego Velazquez1635

IKER CASILLASIl martiriodi San Sebastianodi El Greco1610-14

SERGIO RAMOSIl cavaliere con la manoal pettodi El Greco1580 circa

CARLO ANCELOTTILas meninasdi Diego Velazquez1656

Galleria ChampionsTEVEZ-CR7 A CASA DI GOYAANCELOTTI COME VELAZQUEZ

UN CAMPIONE, UN QUADRO: ABBIAMO PROVATO AD ABBINARLI PESCANDO

TRA I CAPOLAVORI DEL MUSEO DI MADRID.PERCHÉ UNA PARTITA È ANCHE OPERA D’ARTE

L’ITINERARIO di ALESSANDRA BOCCI

O gni quadro è una sfida, ogni quadro è unastoria. Vale per le fascinose Maja del Goya,come per i severi soggetti religiosi che po­

polano le gallerie del Prado. Ogni quadro costalacrime e sudore agli artisti prima che soldi aicommittenti, ma negli occhi di chi guarda restasolo la bellezza e in fondo anche i gesti dei fuori­classe sono così: se hai talento riesci a fare cosesenza che lo spettatore percepisca la fatica. Artee calcio, risultato e divertimento. Il museo con ilsuo immenso patrimonio si presta a una caccia altesoro un po’ speciale: cercare capolavori dipintiper raccontare i protagonisti di un match. Con lasperanza che alla fine, come accade per le grandiopere, anche di Real Madrid­Juve si ricordi sol­tanto la bellezza.

La Maja Desnuda: Ronaldo Con quella faccia unpo’ così e il corpo perfetto, forse l’unico senza ta­tuaggi nel mondo del grande calcio, non potevatoccare che a lui, Cristiano Ronaldo, l’accosta­mento alla Maja del Goya. Una Maja misteriosa(Duchessa? Popolana? Più probabile duchessa),interpretata da Ava Gardner al cinema, una Majache i preti accigliati del primo Ottocento pretese­ro di far sparire dalla circolazione. La Maja de­snuda era scandalosa, come i passi doppi e glialtri trucchetti di CR7. L’esposizione rimase proi­bita per cent’anni. La speranza per Allegri e i suoigiocatori è che l’esposizione delle grazie calcisti­che del portoghese resti proibita per almeno cen­to minuti.

Il 3 maggio 1808: Tevez Battaglia di popolo perun giocatore del popolo. Arrivano i francesi, oc­cupano la città e la popolazione di Madrid si ri­bella. I tumulti vengono resi splendidamente sul­la tela del Goya, ma il messaggio rivoluzionarionon piaceva molto a Ferdinando VII: il quadrorimase nel dimenticatoio per decine di anni, oggiè considerato fra i più importanti del Prado. E perun ribelle come Tevez è perfetto.

Il cavaliere con la mano sul petto: Sergio RamosGiubba nera, colletto di pizzo, spada pronta, ma­no sul cuore: Obbedisco, sembra dire il cavalieredel dipinto del Greco. Obbedisco, deve aver dettoSergio Ramos a Ancelotti ogni volta che gli hachiesto di fare il centrocampista. I risultati alloJuventus Stadium sono stati quelli che sono stati,ma Ramos è pur sempre l’uomo che ha traghetta­to il Madrid verso la Decima e Ancelotti verso iltrionfo. E alla fedeltà tutto si perdona.

Il giardino delle delizie: Pirlo Uomini, donne, ma­ri, foreste, conchiglie. In due parole: la creazionesecondo Hieronymus Bosch, il capolavoro delpittore olandese. E chi più di Pirlo può provare acreare qualcosa per tirare fuori la Juve con le sue

speranze intatte dal Bernabeu? Pirlo e i suoi pas­saggi, inferno e paradiso, dipende dai giorni.Nessuna creazione è perfetta e nulla in naturaavviene senza lotta, ma Pirlo non vede l’ora diconcedersi il capolavoro dell’età matura dopo leChampions della giovinezza.

Filippo IV a cavallo: Bale E’ arrivato a cavallo, Ga­reth Bale, nel senso che lo hanno trattato e lotrattano come un principe, così desidera il re­gnante Florentino Perez. E i milioni spesi per isuoi servigi e le critiche e i mugugni sembranorimbalzargli addosso. Impassibile come i nobili ei re dipinti da Velazquez, il gallese Bale corre ve­loce per la sua strada, mentre il suo procuratoreaccusa: «Se non funziona è perché non gli passa­no la palla». Ecco. I principi non hanno mai col­pe, e a chi non ha pane rispondono di mangiarebrioche.

Ragazzi che si arrampicano su un albero: PogbaTre ragazzini, il più intraprendente sale su e nes­sun tronco lo fermerà. E’ un dipinto allegro delGoya, facce sbarazzine fra tante famiglie reali ealti prelati che ti fissano dalle pareti del Prado, esembra quasi di vedere Pogba che in mezzo al

campo dà un’occhiata alla maestosità del Berna­beu e a tutti quei galattici schierati e pensa «Em­bé? Che ci vuole?». Pogba si è perso l’andata, hafatto di tutto per non perdersi il ritorno di questasemifinale. Se vuole arrampicarsi al livello deicampioni, non c’è posto migliore del Bernabeuper scalare tante posizioni in un colpo solo.

Il martirio di San Sebastiano: Casillas Cupi, con­torti, solenni, terribilmente spagnoli, ma dellaSpagna dell’Inquisizione, quella con occhi lunghiovunque, e nulla mai sfuggiva. El Greco era, perl’appunto, nato in Grecia, ma per la Spagna hacreato dipinti famosi come il San Sebastiano col­pito da ogni parte. Un po’ come Iker Casillas, chea volte ha colpe, altre no, ma ormai i fischi deitifosi sono assicurati. Non producono sangue co­me le frecce, però feriscono. Non solo le orecchie.

Il principe Baltasar a caccia: Morata Un principi­no. Educato, composto, neppure ha esultato algol, perché il Madrid lo ha cresciuto e Alvaro nonè il tipo che si lascia andare ad atti sconsiderati.Come il principe Baltasar di Velazquez, che va acaccia con cane e fucile e non ha affatto l’ariaferoce. Noblesse oblige, eppure chissà se Moratasaprebbe trattenersi anche in caso di qualifica­zione in finale proprio al Bernabeu.

Las Meninas: Ancelotti Parata di stelline, pizzi,sovrani che osservano nascosti dietro le tende. Eil pittore in un angolo, nell’ombra, con la sua ta­volozza. Il pittore è Velazquez che si autoritrae inuno dei suoi quadri più famosi. Lo sguardo è iro­nico, come quello del tecnico italiano nel vortica­re continuo del madridismo. Comunque vada,Ancelotti non farà neanche un plissè.

La vendemmia: Allegri In Italia ha già colto i fruttie secondo i critici più velenosi erano frutti deglialtri, in Europa cerca la grande svolta della suacarriera. E vuole farlo a modo suo, godendoselafino in fondo, come il protagonista del dipintodel Goya pieno di colori e di luce. Domani Allegrisaprà se l’ora del raccolto è già arrivata.

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ChampionsRRitorno semifinali

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9MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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LE ULTIME DAL BAYERN

Una chance per Götze Carica Müller «Crediamoci»

Thomas Müller, 25 anni REUTERS

INVIATO A MONACO

I l Bayern non segna da361 minuti, tre partiteintere più tre quarti

(supplementari compresi)della semifinale di coppacontro il Borussia. Il Barcel­lona non ha incassato retinelle ultime sette uscite, in­filandone 25, ma l’atteggia­mento migliore per la ri­monta è quello di difenderee «dimenticare la mentalitàtedesca»: «Avanti, sempreavanti alla ricerca del gol. No, così non va», spiegaGuardiola. «Bisogna difen­dere bene, non lasciare ilcontropiede, cercare di usa­re le nostre qualità per met­terli in difficoltà. Non dob­biamo commettere lo stessoerrore dell’anno scorso con­tro il Real Madrid». Quandol’andata fu meno crudele,1­0 per Ancelotti, ma il ri­torno si chiuse in mezzoracon tre sberle, poi diventatequattro. «Perché non abbia­mo ragionato e ci siamo but­tati alla cieca. Stavolta ser­ve pazienza». Senza Ribery,Robben, Alaba e Badstubernon sono molte le opportu­nità di cambiamenti. Una ri­guarda Götze, molto critica­to ultimamente. «Dobbiamocercare di non complicare lasituazione al ragazzo», hadetto Rummenigge. Götzepotrebbe avere una possibi­lità dall’inizio, se non altroper limitare le avanzate aDani Alves. Neuer e ThiagoAlcantara hanno saltatol’ultima rifinitura, il club hafatto sapere che «sarannodella partita». Müller, checon Lewandowski (ieri an­cora con la maschera) avràil peso dell’attacco, ha usatoi toni da battaglia: «Passio­ne, carattere e il sostegnodel pubblico per passare: cicrederemo fino al fischio fi­nale».

p.f.a.© RIPRODUZIONE RISERVATA

COSÌ A MONACO, ORE 20.45

PANCHINA:13 Bravo, 23 Vermaelen, 21 Adriano, 15

Bartra, 6 Xavi, 12 Rafinha A., 7 Pedro

SQUALIFICATI: nessuno

DIFFIDATI: nessuno

INDISPONIBILI: nessuno

PANCHINA:23 Reina, 8 J. Martinez, 4 Dante,

31 Schweinsteiger, 14 Pizarro, 20 Rode,

30 Weiser

SQUALIFICATI: nessuno

DIFFIDATI: nessuno

INDISPONIBILI: Badstuber, Alaba, Robben, Ribery,

Starke

1. TER STEGEN

18. JORDI ALBA

22. DANI ALVES

3. PIQUÉ

14. MASCHERANO

8. INIESTA

5. BUSQUETS

9. SUAREZ4. RAKITIC

11. NEYMAR

10. MESSI13. RAFINHA

21. LAHM

25. MÜLLER

9. LEWANDOWSKI

19. GÖTZE3. X. ALONSO

6. T.ALCANTARA

17. J.BOATENG

5. BENATIA

18. BERNAT

1. NEUER

BAYERN4-3-3

BARCELLONA4-3-3

TV Sky Sport 1 HD, Calcio 1 HDINTERNET gazzetta.it

ARBITRO Clattenburg (Inghilterra)GUARDALINEE Beck-Collin (Inghilterra)

QUARTO UOMO Burt (Inghilterra)ADDIZIONALI Taylor-Marriner (Inghilterra)

ALLENATORE: Guardiola ALLENATORE: Luis Enrique

CENTIMETRI Il pallonetto di Messi su Neuer: è il 2° dei 3 gol del Barça nell’andata REUTERS

Bayern, serve il miracoloma comunque vadanon sarà una rivoluzione

Pierfrancesco ArchettiINVIATO A MONACO

L’ ultima volta fu una rivo­luzione vera, di quelletalmente incisive da cam­

biare la storia, tanto che non siè più vista una ripulita così radi­cale al Bayern. L’ultima voltache i rossi persero quattro parti­te consecutive, prima di questetre settimane, era ottobre 1991,quasi 24 anni fa. La prima diquelle quattro cadute causò il li­cenziamento dell’allenatore. Sichiamava Jupp Heynckes: sì, ilgenio della tripletta del 2013.Arrivò Soren Lerby e, forse per­ché è danese, il debutto in Euro­pa fu spettacolare, per i suoiconnazionali: B1903 Copena­ghen­Bayern 6­2, in Uefa; rima­ne il più alto k.o. dei rossi nellecoppe. La stampa commentò:Mickey Mouse Truppe, la squa­dra di Topolino. Il presidente,che non era Walt Disney bensìFritz Scherer, capì che l’inter­

vento doveva essere profondo.Chiamò Franz Beckenbauer,c.t. campione del mondo in esi­lio miliardario al Marsiglia; te­lefonò a Karl­Heinz Rummenig­ge, calciatore pensionato conl’hobby delle telecronache, vo­ce tecnica della nazionale. Ra­gazzi: smettetela con i diverti­menti e venite a salvare il vostroex club. Entrarono come vicepresidenti il 25 novembre 1991:la genesi del Bayern moderno.

RIALZARSI Il Bayern ha semprevinto in casa in questa Cham­pions, con 13 reti nelle ultimedue uscite, ma anche se oggi di­venteranno cinque, le battuted’arresto consecutive non pro­durranno un terremoto comenel ‘91: le leggende del club so­no ancora tutte in carica e digrandi ex in giro ce ne sono po­chi. Lothar Matthäus come ènoto non è benvoluto «nemme­no come giardiniere» (disse Ho­eness); Luca Toni potrebbe oc­cuparsi delle pubbliche relazio­

ni, ma si diverte ancora sul cam­po. Il Bayern ha visto svanireuna Champions al 92’ mentre al90’ era in vantaggio (1999 con­tro il Manchester United): dueanni dopo acchiappò la coppa.Il Bayern è affogato nelle lacri­me di chi perde lo stesso trofeoin casa, nel 2012, e all’ultimo ri­gore: dodici mesi dopo lo ha ri­portato in sede. Succederà cosìanche adesso, in caso di un’eli­minazione data per certa, a me­no di miracoli: si metterà acomprare per arrivarci l’annoprossimo, o tra due. L’eccellen­za si perde quando si spariscedall’Europa in autunno, non amaggio.

200 MILIONI DI VOLTE: RESTOCome prima del ritorno controil Porto, quando doveva recupe­rare un 3­1, Pep Guardiola hariaffermato ieri che resterà nel­la prossima stagione. Sarà ladecima replica del concetto nel­l’ultimo mese, a memoria deicronisti, ma Pep ha voluto esa­gerare apposta: «Oh ragazzi,l’ho detto duecento milioni divolte. Ho ancora un anno dicontratto e la prossima stagionerimango qui. È tutto». Non lo haspiegato per scaramanzia, vistoche i portoghesi sono statischiacciati con sei gol; sono levoci riaffiorate su un passaggioimmediato al Manchester City,è la richiesta retorica di Becken­bauer, nel suo ruolo di opinio­nista e non di presidente onora­rio, di «confessare» a costringe­re Pep alla risposta. Guardiolaha in mente di rifare questoBayern per riprovarci almenoun’altra volta. Dopodiché saràlibero di andare in Inghilterra,come argomenta da tempo.

RASSEGNAZIONE? Quando di­ce di «non essere il migliore almondo, queste sono cagate: hovinto tanto perché avevo gioca­tori formidabili, a Barcellonacome qui», Pep sottintende cheadesso i migliori non li ha per­ché sono rotti e per una voltaanche il Kaiser è d’accordo: «Ilpotenziale attuale non è suffi­ciente per superare il Barcello­na». Ma Guardiola ci prova:«Siamo il Bayern: non ho mai pensato prima di una partita dinon avere alcuna chance. Sonorealista ma ottimista». Che vuoldire tutto e niente. Anche Lerbybatté i danesi al ritorno: soltan­to 1­0. Cinque mesi dopo venneesonerato.

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RI dirigenti sannoche il potenziale a disposizione oggiè inferiore a quellodel Barcellona

ChampionsRRitorno semifinali

1Lo 0-3 dell’andata sembra una sentenza, ma non inciderà sul destino di Guardiola: «L’ho già detto duecento milioni di volte, resterò qui»

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11MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Missione Luis Enrique: cancellare Pep1Dalla crisi di gennaio alla rinascita: così l’ex allievo ha riportato il Barça al top in Spagna e in Europa

INVIATO A MONACO

Non esiste turnover nel Barcellona, non in Champions almeno. Dagli ottavi alle semifinali, cinque partite più quella di stasera, Luis Enrique ha schierato sempre gli stessi undici. Tranne due eccezioni «obbligate»: Mathieu per Busquets (infortunato, col City all’andata) e Montoya per Alves (squalificato, nell’andata col Psg). Stasera Luis Enrique confermeràla squadra che ha distrutto 3-0 il Bayern una settimana fa, con Messi schierato a destra. E senza fare calcoli tattici, come spiega Mascherano, leader del reparto arretrato: «Noi sappiamo giocare soltanto in un modo, all’attacco. E quindi non ci chiuderemo: complicheremmo la qualificazione alla finale, in 90’ possono succedere tante cose. Non ci fidiamo del Bayern: sono tedeschi». Per le statistiche, questa è la settima semifinale del Barça nelle ultime otto Champions. Una striscia incredibile, ma con un paradosso. Delle sei precedenti il club catalano ne ha vinte soltanto due (nel 2008-09 e nel 2010-11), perdendo le altre quattro, compresa l’ultima contro l’Atletico Madrid. Ma quando s’è qualificato per la finale ha poi centrato l’obiettivo (e sempre contro il Manchester United). In totale 3 successi, come il Milan, da quando il torneo si chiama Champions League (nell’albo d’oro c’è anche l’edizione 2005-06 vinta contro l’Arsenal): nel mirino c’è il Real Madrid primatista con 4.

f.li.© RIPRODUZIONE RISERVATA

LE ULTIME DAL BARÇA

Niente turnover«Non ci fidiamoE attacchiamo»

Fabio LicariINVIATO A MONACO

«N oi i migliori del mon­do in contropiede?Se lo dice Pep è fan­

tastico…». A Barcellona e din­torni quello di Guardiola po­trebbe non essere consideratoun complimento. E Luis Enriqueconosce bene Pep: ex compagnonel Barça e in nazionale, ex«boss» nello staff tecnico catala­no, collega al quale si è ispiratoper far rinascere una squadra ilcui ciclo sembrava finito propriodopo il suo addio (e le stagionicon Vilanova e Martino). Ricor­date i funerali al tiqui­taka, defi­nito un calcio del passato, tra­volto dal ritmo moderno delBayern due anni fa in semifina­le? La situazione sembra essersiribaltata ancora, nello stessoturno di coppa, e il Barcellona èdi nuovo il modello europeo.Con dentro il Dna di Guardiola,sì, ma modificato geneticamen­te con variabili tecniche, tatti­che e atletiche. L’immensità diMessi – che già sogna di ripren­dere a Ronaldo il Pallone d’oro,e con il quale sarà sempre identi­ficato il Barça nei libri di storiadel calcio – rischia insomma dinascondere l’altro grande prota­gonista: Luis Enrique. A 90’ dal­la finale di Champions e daltrionfo in Liga e Copa del Rey.

CIFRE IMPRESSIONANTI Pri­mo ostacolo, il Bayern. Saràquello sperduto e fragile dell’an­data? Andrà all’assalto alla di­sperata per recuperare lo 0­3?

Luis Enrique non si nascondeche i tedeschi hanno già recupe­rato l’1­3 con il Porto, ma questasembra un’altra storia. E a leg­gere le cifre recenti del suoBarça si resta impressionati.Non subisce gol da 7 gare. Havinto 17 delle ultime 18 partite,28 delle ultime 30 e addirittura38 su 42. La cosa divertente èche gli stop sono arrivati soltan­to con medie (pari col Siviglia) epiccole (pari Getafe, k.o. Mala­ga e Real Sociedad). In Cham­pions siamo a 10 successi su 11,gli ultimi 9 consecutivi, soltanto

una caduta col Psg ma nei grup­pi, altra epoca. Perché la vera ri­nascita comincia nel 2015 e pro­prio con una sconfitta, quellacon la Real Sociedad, il 4 genna­io.

GUERRA E DIPLOMAZIA Quelgiorno Luis Enrique non schieraMessi, Neymar e Piqué rientratidalle ferie. Il rapporto con l’ar­gentino scende ai minimi termi­ni, rischiando di comprometterela stagione. I due neanche si par­lano. Interviene il presidenteBartomeu spiegando al tecnicoche, nel malaugurato caso «oMessi o Luis Enrique», lui nonsarebbe stato il prescelto. E invi­tandolo a qualche compromessoin più. La diplomazia ha succes­so. Messi, intoccabile pure con­tro l’ultima in classifica, torna asorridere e correre. A Neymar eSuarez vengono risparmiati mi­nuti evitabili e niente più. Tur­

nover azzerato o quasi.

GUARDIOLA «MODIFICATO» Incambio arrivano le risposte tan­to attese, e viste clamorosamen­te contro Psg e Bayern: il guar­diolismo «alla» Luis Enrique. Lamanovra predilige sempre gliscambi, ma il Bayern per esem­pio ne fa di più (7.428 contro7.355 nel torneo), e il possessopalla (anche qui tedeschi avanti61­60%): ma non sono più to­tem. Se per un gol potevano ser­vire anche tredici passaggi,adesso ne bastano tre. Il tecnicoha recuperato la pressione altis­sima che fa girare la testa a chiimposta: gran merito è del su­perlavoro di Suarez, ma anche ilcentrocampo, rimasti Busquetse Iniesta, ha trovato in Rakiticun indispensabile che fa il dop­pio lavoro di recupero e impo­stazione, offrendo profondità ecorsa. E poi Messi a destra, Pi­

qué recuperato, una preparazio­ne fisica che fa ancora correregli interpreti dopo quasi 9 mesi.

«GLI SPAZI DA SFRUTTARE»Corsa ancora più utile per chinon si vergogna di abbassarsiogni tanto e ripartire in contro­piede. Riconosce Luis Enrique:«Sicuramente Pep andrà all’at­tacco in tanti modi. È un attac­cante. Domina la difesa e creaoccasioni con il pallone. Il mioobiettivo è frenare i suoi assalti esfruttare gli spazi che ci conce­deranno. Solo dopo avremo me­ritato la finale». Chiarissimo.Perché Guardiola è un amico eun modello ma Luis Enrique nons’è mai omologato: anche quan­do allenava il Barça­B non si pie­gava alla richiesta del capo,Guardiola appunto, di giocarecome lui. Giocava alla Luis Enri­que.

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RIl pressing è di nuovo altissimo erispetto al passatoil possesso palla non è più un totem

Luis Enrique, 45 anni EPA

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12 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

SVOLTA TATTICAHANDANOVIC

D’AMBROSIO RANOCCHIA VIDIC

MEDEL KOVACIC

PODOLSKI HERNANES

ICARDI

PALACIO

JUAN JESUS

4-2-3-1

GDS

Ranocchia, Icardi, D’Ambrosio e Guarin festeggiano Hernanes dopo il momentaneo 1-1 segnato contro la Lazio ANSA

LA POLEMICA

Ranocchiapunge Silvio: «Sera bestiale»1Criticato da Berlusconi, risponde con una foto ritoccata e un tweet Thohir, in arrivo, sceglie il silenzio

La foto twittata da Ranocchia domenica notte

Luca Taidelli

C on ironia e leggerezza. Nella notte, do­po il pesante successo sulla Lazio, An­drea Ranocchia ha deciso di replicare a

Silvio Berlusconi, che pure sabato sera nonaveva usato lo stesso tatto, complice anche latrance elettorale... «Potrei fare un Milan disoli italiani. Non mi piacciono le squadre co­me l’Inter in cui ci sono 10 stranieri e Ranoc­chia, una bestia» aveva detto il presidenteonorario dei rossoneri. Il capitano prima è ri­masto concentrato sulla partita e ha rispostocon i fatti. Giocando una gran partita ­ mal­grado Felipe Anderson e Candreva sianoclienti difficili per chiunque ­ e salvando an­che un gol sulla linea con un gran tuffo ditesta sulla conclusione di Parolo, con la Laziogià in vantaggio. Il tutto stringendo i dentiper l’affaticamento agli adduttori che duran­te la settimana gli aveva impedito di allenar­si. «3 punti importanti! Serata da Bestie!» re­cita il tweet, accompagnato dalla foto di Ra­nocchia con testa di rana e mani verdi.

IL SILENZIO DI ET Nessuna replica invece daparte della società e di Erick Thohir alle altrefrasi «eleganti» di Berlusconi: «Massimo Mo­ratti ha ceduto a questo Thohir che non sem­bra avere la capacità di rendere di nuovo l’In­ter protagonista in Italia e nel mondo. Io in­vece cerco chi sia in gradi di immettere dena­ro fresco e mantenere la squadra al top ancheall’estero, non voglio chi cerca pubblicità». Ilpresidente non ha gradito l’uscita di Berlu­sconi, ma ha scelto la strada del silenzio. An­che perché venti giorni fa, in un’intervista alCorriere della Sera, aveva preferito non intro­mettersi in vicende altrui quando gli era statochiesto di commentare le trattative per il pas­saggio di proprietà del Milan.

BLITZ E MANCIO A meno di contrattempi, nelweekend Thohir farà un blitz a Milano perassistere al match contro la Juve. Sarà anchel’occasione per un secondo faccia a faccia conMancini, dopo quello del 21 aprile. Quandoaveva rassicurato il tecnico sull’intenzione difare un mercato da grande Inter. Sarebbe ilmodo migliore di rispondere a Berlusconi.

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Mancini alla HoudiniIl 4-2-3-1 cambia l’InterPodolski uomo chiave1Vittorie contro Roma, Udinese e Lazio grazie alla rivoluzione in corsa. E il tedesco diventa l’arma tattica

Matteo Dalla Vite@Emmedivu

L’ esplosione la innescaogni volta lui: Lukas Po­dolski. Il tedesco è la

miccia del 4­2­3­1: e la detona­zione porta sempre a qualcosadi buono. Mancini ormai lo sa:Shaqiri per ora guarda dallapanchina (forse sabato seratornerà titolare: forse), e il tut­to perché il tecnico sa che se lecose vanno malino o sono im­pantanate c’è sempre la varian­te tattica per la svolta. Unasvolta qualitativa, con dentroPodolski. Dal 4­3­1­2 iniziale al4­2­3­1: e l’Inter s’impenna.

5 ESEMPI DI SVOLTA In alcunicasi diventa facile poter direche l’Inter ha vinto in netta su­periorità numerica, in 11 con­tro 9 (contro Udinese e Lazio).Vero: ma la cosa non sempre èscontata né facilissima. Il Man­cio ha rivoltato le partite (ri­schiando anche moltissimo,per esempio contro friulani eKlose) spalmando la propriasquadra larga e asfissiante.Contro la Roma, Stramaccionie la Lazio ce l’ha fatta. A Napoli(2­2 in rimonta) e contro la Ju­ve un girone fa (1­1 sfiorandol’1­2 e la quasi rissa con Osval­do) ha rimontato. Ecco come econ chi.

I PRODROMI Partiamo da die­tro, 6 gennaio: Shaqiri non èancora dell’Inter, Podolski sì.L’Inter è allo Juventus Stadiume sotto di un gol. Mancio inseri­sce il tedesco (esordio) all’8’ stal posto di Kuzmanovic: davan­ti alla difesa resta il duo Gua­rin­Medel, il trio dietro a Icardiè formato da Poldi­Kovacic­Hernanes. E arriva l’1­1 di Icar­di. Siamo all’8 marzo, 2­2 in ri­monta sul Napoli avanti 2­0. Inquesto caso è Hernanes cheprende il posto di Brozovic,Shaqiri è già in campo. Ecco laspalmatura: Guarin­Medel;Shaqiri­Hernanes­Palacio;Icardi. Rimontona.

TRE MOSSE DA FUTURO Poi, ec­coci agli ultimi tre esempi: che

portano 9 punti. L’Inter ricevela Roma in casa. Solito 4­3­1­2che cambia al 35’st: davanti al­la difesa resta il duo Hernanes­Kovacic, poi Podolski­Shaqiri­Palacio dietro a Icardi. Finale,2­1. A seguire, la trasferta diUdine: Strama rimane con 9soldati, l’Inter rischia tantissi­mo e Mancini infila Podolski al20’ st. Medel e Kovacic stannodavanti alla difesa e i tre dietroa Icardi sono Poldi­Hernanes­Palacio. Ed è il tedesco che ri­solve col suo unico gol in Italia.Per chiudere, la trasferta di Ro­ma: Lazio in 9, Handanovicmura Klose, Podolski entra al 1’st e la composizione è Medel­Kovacic con Podolski­Herna­nes­Palacio dietro a Icardi. Tut­te prove tecniche per l’annoprossimo, sempre che non arri­vino sconquassi e che il merca­to porti quel che Mancini cerca,ovvero giocatori duttili che sappiano fare i due moduli. LaMancInter­Houdini trasformi­sta: con farcitura di qualità.

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LA VOLATA PER L’EUROPA LEAGUENAPOLI PT. 60 Cesena JUVENTUS Lazio

FIORENTINA PT. 55 Parma PALERMO Chievo

SAMPDORIA PT. 54 Lazio EMPOLI Parma

INTER PT. 52 Juventus GENOA Empoli

GENOA PT. 53 SASSUOLO ATALANTA Inter

TORINO PT. 48 Chievo MILAN Cesena

In MAIUSCOLO le gare in trasfertadifficilemediaDIFFICOLTÀ: facile

STATO DI FORMA: scarso buono o�imo

La 4ª e la 5ª classificata vanno dire�amente alla fase a gironi, la 6ª al terzo turnopreliminare (30 luglio-6 agosto)

36ª 37ª 38ª

GDS

CAPRIOLE E SCUSE

Il sermone di Hernanes: «Laziali, non era per voi»1I suoi ex tifosi lo insultano, lui pubblica un video in risposta. Dove non nomina mai Lotito, ma spiega: «Ho già detto per chi era l’esultanza»

V enti righe di scuse, in vi­deo. La doppietta squas­sa­Lazio al primo ritorno

all’Olimpico da ex ha forse cam­biato la vita di Hernanes ma an­che fatto infuriare molti tifosidella Lazio, cosa che lui ha vis­suto malissimo. Così, ecco che ilProfeta ha pubblicato il... ser­mone. «A tutti i tifosi laziali vo­levo chiedervi scusa perché seavessi saputo prima che la miacapriola sarebbe stata interpre­tata come una mancanza di ri­spetto nei vostri confronti, nonl’avrei mai fatta. C’è stato unmotivo e ho già dichiarato qualè stato (Lotito che aveva detto

“Venderlo è stato un colpo dafuoriclasse”, ndr). Forse perònon era neanche tanto nobile!Va bene, l’orgoglio a volte tiporta a fare cose che neanchecapisco bene! Ma di una cosasono sicuro, che io non ho maimancato con rispetto nei vostriconfronti neanche quando mifischiavate quando indossavoancora la maglia della Lazio enon stavo giocando tanto be­ne. E non era adesso che avreifatto una cosa del genere: e seanche osservate bene, non hoesultato quando ho segnatocontro voi a San Siro, non hoesultato quando ho segnato il

secondo gol e anche la capriolaè stata una capriola triste sen­za esultanza. Scusatemi vi pre­go, e mi dispiace tanto per co­me è andata!».

VALE QUANTO FU PAGATO In­somma, è andata com’è andata,ma resta il fatto che il Profeta hasvoltato, inchiodandosi (certa­mente più di prima) la magliadell’Inter: poi il mercato è infi­nito e imprevedibile, ma oggicome oggi questo vero Herna­nes ha conquistato Mancini el’Inter tutta. Mostrandosi gioca­tore da... 20 milioni, che l’Interora pensa di tenere a sé.

LA SVOLTA MENTALE La svoltadi Hernanes è stata anche age­volata dal suo mental coach,Sandro Corapi (che segue an­che Candreva, anch’egli in gol).I due si sono conosciuti nel mag­gio 2013, nei giorni in cui Cora­pi collaborava con la Lazio tut­ta. «Lui da subito fu uno dei gio­catori più ricettivi e determinatiad applicare i dettami dei mieiinsegnamenti, in campo e nelquotidiano ­ dice il mental coa­ch ­. Sono convinto di una cosa:oggi sembra al top ma può anco­ra progredire del 30­40%. L’im­portanza del mio lavoro con lui?Sicuramente ho contribuito a ri­

svegliare le sue motivazioni econvinzioni, ma se l’allievo nonè ricettivo e sensibile, beh, pocosi può. Il distacco dalla Lazio lovisse come un’uscita da una fa­miglia, ma l’idea di una nuovasfida ha bilanciato e dato pro­pulsione al suo rilancio. Come siè ripreso l’Inter? Ha ritrovatoprima di tutto l’equilibrio inte­riore, poi ha preparato gli alle­namenti nel modo giusto ed èriesploso, facendo sì che lasciar­lo fuori dal campo fosse diffici­le». Sabato il Profeta salterà laJuve: chi erediterà il suo verbo?

m.d.v.© RIPRODUZIONE RISERVATALa capriola di Hernanes, 29 anni ANSA

Roberto Mancini, 50 anni

Serie ARRicetta vincente

Dal 4-3-1-2 iniziale, ecco che Mancini passa al 4-2-3-1: davanti alla difesa c’è stato anche Guarin

Page 13: La Gazzetta dello Sport (05 - 12 - 2015)

13MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Ciao Guarin: il campionato è già finito1Stamane gli esami: il colombiano dell’Inter è stirato alla coscia destra e teme anche per la Coppa America

Luca Taidelli@LucaTaidelli

S tagione finita per FredyGuarin. La sentenza defi­nitiva arriverà soltanto

stamattina, dopo gli esami stru­mentali cui il centrocampistasarà sottoposto presso l’IstitutoHumanitas dallo staff medicodell’Inter, ma la sostanza resta.

STIRAMENTO CERTO L’infortu­nio al retto femorale della co­scia destra è più grave di unacontrattura. E se anche la riso­nanza odierna accertasse unalesione di primo grado ­ la piùlieve ­ i tempi di recupero sa­rebbero intorno alle tre setti­mane. Con il campionato che fi­nisce il 31 maggio, i conti sonopresto fatti. Nella migliore del­le ipotesi il Guaro potrebbe fareil miracolo di tornare per l’epi­logo casalingo contro l’Empoli.Ma salterà sicuramente la sfidadi sabato prossimo contro la Ju­ventus e la trasferta col Genoa,domenica 24 maggio. Due garecruciali per l’Inter nella difficilerincorsa all’Europa League.Senza dimenticare che contro ibianconeri mancherà anche losqualificato Hernanes, il più informa della squadra.

GIÀ DOMENICA Guarin si è in­fortunato nel finale del primotempo del match contro la La­zio, calciando una gran puni­zione che ha costretto Marchet­ti alla paratona. Il colombianoha stretto i denti fino all’inter­vallo, ma poi ha dovuto lasciareil posto a Podolski. Fosse statoper lui, avrebbe voluto fare gliesami già domenica sera. O alpiù tardi ieri. Invece in questicasi è meglio fare passare alme­no 36 ore perché l’ematoma siassorba e la «fotografia» del

muscolo venga il più nitida pos­sibile.

OCCHIO ALLA LIGA Resta il fat­to che non va escluso che quelladi domenica sia stata l’ultimauscita in nerazzurro di Guarin.Perché è vero che Mancini stra­vede per lui, ma l’Inter ha biso­gno assoluto di fare cassa e sedovesse arrivare l’offerta giu­sta... Tra le possibili destinazio­ni ci sarebbero, stando allastampa spagnola, Valencia e Si­viglia, che già in gennaio eranostate vicine al colombiano. L’In­ter disse no al prestito con dirit­to di riscatto, ma avrebbe ac­cordato ai due club una sorta didiritto di prelazione in vistadell’estate. Da luglio infatti so­prattutto il Siviglia (che quasidi sicuro farà la Champions)partirebbe in vantaggio sulleeventuali altre pretendenti alcolombiano, in virtù di un di­

scorso già avviato con la diri­genza nerazzurra.

DUBBIO COPPA AMERICA Gua­ro però vuole vincere con l’In­ter. E ora, oltre alla rabbia diperdere la supersfida contro laJuve, è in apprensione ancheper la copa America che si gio­cherà in Cile dall’11 giugno al 4luglio. La sua Colombia, cheinizierà il preritiro addiritturail 20 maggio, è inserita nelgruppo C con Brasile, Perù eVenezuela, selezione contro cuii cafeteros esordiranno il 14.Una paura dunque giustificata,visto che Guarin rischia di arri­vare a questa competizione noncerto al top.

IN 4 PER TRE MAGLIE Ma il pro­blema più pressante è quello diRoberto Mancini, chiamato areinventarsi il reparto più deli­cato proprio nella partita con­

tro la squadra che ha uno deimigliori centrocampo d’Euro­pa. L’assenza di due intoccabilicome Fredy ed Hernanes intan­to lo costringerà a decidere chischierare come trequartista.Dopo sei panchine consecutive,potrebbe tornare titolare Xher­dan Shaqiri. Lo svizzero, assen­te il 6 gennaio all’andata per­ché l’Inter stava ancora trattan­do col Bayern Monaco, negli ul­timi tempi ha avuto unaflessione. Ecco perché non è daescludere l’ipotesi Kovacic, luisì bello tonico da un mese aquesta parte. Giocando però damezzala, dove potrebbe torna­re utile anche sabato. Quando ilreparto sarebbe completato daMedel e uno tra Brozovic eGnoukouri. Il baby specialistain big match, avendo giocatodal 1’ soltanto contro Milan eRoma.

© RIPRODUZIONE RISERVATALa smorfia di dolore di Fredy Guarin, 28 anni, dopo l’infortunio LAPRESSE

Serie ARLa tegola

Shaqiri scalpita show in allenamento Titolare con la Juve? APPIANO Settimana intensa, quella che precede la Juventus. Ieri la squadra è stata divisa in due gruppi e poi è andata in scena la consueta partitella a campo ridotto. Bel gol di Brozovic ma in grande forma è apparso Xherdan Shaqiri: con la squalifica di Hernanes e l’infortunio di Guarin, lo svizzero potrebbe tornare titolare, ma nemmeno questa opzione al momento è sicura. L’ultima gara giocata dallo svizzero dal 1’ risale al match interno contro il Parma. La squadra lavorerà oggi pomeriggio, domani mattina e poi nei pomeriggi di giovedì e venerdì, giorno di vigilia della gara contro i bianconeri. Intanto, nella notte di Roma, Rodrigo Palacio ha confermato che la squadra crede nella qualificazione alla prossima EL. «L’Europa League? Abbiamo giocato sempre per vincere, così cercheremo di fare anche nella prossima gara per essere più vicini all’Europa».

MANCIO, CINA E INDONESIA Assieme al capitano Andrea Ranocchia, mercoledì pomeriggio il tecnico dell’Inter Roberto Mancini andrà in visita all’Expo e in particolare al padiglione dell’Indonesia, paese del presidente Erick Thohir, e della Cina. La visita allo stand cinese rappresenta un piccolo antipasto per la tournée che ci sarà quest’estate e che metterà l’Inter di fronte a Bayern, Real Madrid e Milan in tre tappe diverse.

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14 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Mimmo MalfitanoNAPOLI

L’ assurdità è nei silenzi delNapoli, oltre che nel com­portamento dei suoi tes­

serati. Il giorno dopo lo squallo­re di Parma, da Castel Volturnoarrivano soltanto messaggini,da far girare tra i media locali,ma niente dichiarazioni. Unmodo grezzo di comunicare,che non si addice a un club chevuole proporsi tra le grandid’Europa. Una strategia di pococonto se rapportata all’impor­tanza della comunicazione, so­prattutto in momenti come que­sti, quando c’è da rispondere adaccuse ben precise, che metto­no in discussione l’aspetto mo­rale della società, dei suoi diri­genti e calciatori. Lacune che

andrebbero colmate per evitarefiguracce come quelle fatte neldopo partita di Parma, quandoagli attacchi di Donadoni e Pal­ladino, il responsabile della co­municazione ha risposto condue Tweet di circostanza.

FUORI I NOMI La notte avràportato consiglio, i dirigenti na­poletani avranno avuto il tempodi valutare quanto accaduto du­rante e dopo la gara del Tardini,dopodiché è stato deciso di fararrivare il messaggio divulgato,poi, dalle agenzie e dai siti loca­li. Insomma, dopo l’interventodi Donadoni a una radio locale,col quale l’allenatore del Parmaha provato ad alleggerire il pesodelle sue stesse accuse rivolte aHiguain, ai giocatori e ai diri­genti del Napoli, da Castel Vol­turno è partito il tam tam: per­ché Donadoni non fa i nomi deitesserati che avrebbero insulta­to e irriso i suoi giocatori nelcorso della gara? Ovviamente la

I GIALLOBLÙ

Ma ora Donadonifa retromarcia: «Nessuna indagine»1«So cosa significaavere un traguardoe vederlo sfuggire»Il sindaco Pizzarotti«De Laurentiis si scusi»

Caso Parma, dopo i veleniNapoli a caccia dei «nomi»E Higuain scrive a Mirante 1Il Pipita ritrova serenità e condivide con i tifosi una foto da casa Telefonata chiarificatrice tra il d.s Bigon e il tecnico degli emiliani

Roberto Donadoni, 51 anni, terza stagione alla guida del Parma ANSA

Gianluca Monti

L a quiete dopo la tem­pesta. A sorpresa, vistoche appena finita Par­

ma­Napoli le accuse da par­te di Roberto Donadoni neiconfronti di calciatori e di­rigenti azzurri erano stateparticolarmente dure e cir­costanziate. Il tecnico delParma (ed ex del Napoli)aveva riportato le frasi pocosportive pronunciate incampo da Higuain e compa­gni, e aveva puntato il ditocontro chi dall’esterno delcampo aveva rincarato ladose. Ieri, invece, i suoi tonisono stati diversi specie do­po che il Napoli si era dettomolto risentito invitandoDonadoni a fare i nomi deidirigenti che avrebbero da­to dei «falliti» ai giocatoridel Parma: «Non credo sia ilcaso che la Procura Federa­le apra un’inchiesta — hadetto Donadoni a radio Crc—. Sono stato calciatore eso che significa vedere untraguardo e non riuscire araggiungerlo. Tuttavia, noncredo che il Napoli volessein regalo da noi i tre punti.La foga in campo spesso tiporta a dire sciocchezze,piuttosto chi è fuori, e quin­di più lucido, non dovrebbeavere certe reazioni».

CHIARIMENTO Donadoni èstato raggiunto telefonica­

mente dal direttore sportivoazzurro Bigon (ieri a Covercia­no come relatore al corso perosservatori di società calcisti­che) che gli ha spiegato comele rimostranze da parte suafossero relative alle perdite ditempo reiterate dei calciatoriemiliani. Un dialogo serenotra due esperti uomini di cal­cio che quando sono in panchi­na cercano, logicamente, diportare acqua al proprio muli­no. Bigon lamentava l’atteg­giamento ostruzionistico delParma, per altro logico vista lasituazione di punteggio cheprescinde dalla situazione diclassifica dei ducali. Il chiari­mento è durato una decina diminuti.

SINDACO POLEMICO Chi inve­ce aspetta ancora delle scuseufficiali da parte del Napoli è ilsindaco di Parma, FedericoPizzarotti: «Quello che è suc­cesso dovrebbe far riflettereseriamente tutti all’interno delmondo del calcio — ha scrittoil primo cittadino su Facebook— L’accusa da parte di alcunigiocatori e dirigenti del Napolidi essersi impegnati troppo vi­sta la già matematica retroces­sione ci svela quanta ipocrisiaci sia nelle parole che sentia­mo in tanti salotti televisivi.Soltanto qualche giorno fa ilpresidente del Napoli De Lau­rentiis si è scagliato contro Pla­tini e la Uefa per l’arbitraggionell’andata della semifinale diEuropa League. In conferenzastampa invece avrebbe dovutoandarci ieri (domenica ndr) per chiedere scusa a tutti gliappassionati di questo sport, acominciare dai tifosi del suoNapoli. Sono invece, ancorauna volta, orgoglioso perquanto sta facendo il Parma».

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formula diffusoria è stata la so­lita, quella che si usa per far ar­rivare messaggi senza esporsi inprima persona: «si è appreso daambienti vicino alla società…».Donadoni, invece, ha volutochiudere lì la questione, facen­do un dietrofront incomprensi­bile, considerata la gravità dellesue accuse. Il tecnico ha anchericevuto una telefonata chiarifi­catrice dal d.s. Bigon.

SMS DI HIGUAIN Mirante ha ri­velato di aver ricevuto un mes­saggino da Higuain, ma non havoluto svelarne il contenuto, ri­mandando a domani le sue con­siderazioni, che farà nel corsodi una conferenza stampa. «Pre­ferisco, in questo momento,non intervenire pubblicamente.Spiegherò cosa è successo do­menica, al termine della partitae renderò noto il mio punto divista», ha detto il portiere delParma a Radio KissKiss Napoli.«Posso confermare di aver rice­

vuto un messaggio da Higuain,ma non voglio rendere noto ilcontenuto. Lo farò solo merco­ledì (domani, ndr). Queste coseriguardano solo il campo e incampo devono finire».

PIPITA SERENO Dopo l’arrab­biatura di Parma, è tornata laquiete in casa Higuian. L’attac­cante ha postato un foto suTwitter, scattata dal terrazzo dicasa, che lo ritrae sorridente di­nanzi al mare di Napoli. «Buonpomeriggio a tutti. Bellissimogiorno a Napoli. Qui lascio unafoto», ha scritto il Pipita. L’im­pressione è che la vicenda si ri­solverà nell’ennesima bolla disapone. A Castel Volturno, in­tanto, Benitez prepara il ritornodella semifinale di Europa Lea­gue di giovedì, a Kiev, contro ilDnipro. L’1­1 dell’andata tienein apprensione Rafa che avreb­be voluto conquistarla al SanPaolo, la finale di Varsavia.

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Higuain (a destra) e Mirante trattenuti e tenuti lontani da altri tesserati domenica a fine partita ANSA

ANTONIO MIRANTE PORTIERE DEL PARMA

HO RICEVUTO UN SMS DA HIGUAIN, MA RESTA

PRIVATO. QUESTESONO COSE DI CAMPO,

E LÌ DEVONO FINIRE

IL GIUDICE SPORTIVO

Nessun illecito, solo ingiurie: per la Figc il caso non c’è

Alessandro Catapano

P er la giustizia sportiva ilcaso non c’è. Almeno nonnelle dimensioni previste

nell’immediato post­partita, enemmeno per l’accusa più infa­mante adombrata nelle ultimeore, l’illecito sportivo (o il ten­tativo, che è ugualmente puni­to). Non scherziamo. In Figcnessuno prende seriamente inconsiderazione l’ipotesi che itesserati del Napoli abbiano

compiuto «atti diretti ad altera­re lo svolgimento o il risultatodella gara», condizione indi­spensabile a prefigurare l’ille­cito sportivo. E le ragioni sonoabbastanza evidenti. La prima:gli atteggiamenti dei giocatoridel Napoli finiti sotto accusa,comunque assolutamente bia­simabili, sono stati rilevati perlo più a fine gara, quando eradiventato impossibile alterare il risultato della gara. E poi: nédurante né al termine dellapartita, i giocatori del Napoli

avrebbero rivendicato il man­cato rispetto di accordi presi inprecedenza con gli avversari, ma si sarebbero «limitati» a in­sultare i colleghi del Parma, inquanto già «retrocessi e falliti».Se il referto dell’arbitro e quel­lo degli ispettori federali con­fermassero l’insussistenza del­l’illecito sportivo, al giudiceGianpaolo Tosel, che oggi po­meriggio emetterà il suo co­municato, non resterebbe chevalutare le eventuali ingiuriepronunciate dai calciatori delNapoli, sempre considerandoche le offese tra colleghi sonoritenute dal Codice assai menogravi (e punibili) di quelle aldirettore di gara. Tutto riassun­to e tradotto in soldoni, è pro­

babile che Higuain e compagnise la cavino con un’ammoni­zione e/o un’ammenda. Per di­re, ci si aspetta la mano più pe­sante su Lazio­Inter.

A MENO CHE... Il giudice sporti­vo non decida di sospenderel’eventuale pena in attesa del­l’esito di indagini supplemen­tari, a carico della Procura fe­derale. Ma appare poco per­corribile anche questa strada.Del resto, ieri è stato lo stessoDonadoni, facendo una clamo­rosa marcia indietro, a scon­giurare l’intervento della Pro­cura federale. Altra cosa sareb­be riflettere sull’ineleganza deigiocatori del Napoli.

© RIPRODUZIONE RISERVATALa tensione vissuta in campo alla fine del match tra Parma e Napoli ANSA

Serie ARIl caso

1Negli atteggiamenti del Pipita e compagninon ci sono atti diretti ad alterare la partitaPer le offese probabile un’ammenda

RIntanto Benitezè già concentratosulla sfida di Kievin Europa League:è caccia alla finale

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15MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Rudi Garcia, 51 anni, è alla seconda stagione in giallorosso LAPRESSE Stefano Pioli, 49 anni, prima stagione sulla panchina della Lazio ANSA

TENSIONE GIALLOROSSA

Calvario Pjanic Dolore, critichee Luis Enriqueche ci prova1Il bosniaco gioca nonostante il fastidio alla caviglia, intanto il Barcellona lo vuoleRoma in ritiro, ma con una formula «breve»

Massimo CecchiniROMA

A bordo campo, qualchesorriso l’ha regalato, pro­babilmente gli unici di

questi giorni poco sereni. An­che Miralem Pjanic avrebbe do­vuto avere la racchetta in manoe partecipare all’evento orga­nizzato da RomaCares al ForoItalico, ma professionalità vuo­le che la caviglia destra sia me­glio non sforzarla.

IL CONTATTO Il periodo che staattraversando è senz’altro fra imeno belli. Il bosniaco soffre diun’infiammazione ai tendinidella caviglia che sta passando,

anche se una distorsione accu­sata alla vigilia della partita colMilan lo ha costretto di nuovoagli antidolorifici. La prestazio­ne di San Siro, inutile dirlo, neha risentito. Rudi Garcia ne eraa conoscenza, ma ha chiesto algiocatore – ancora una volta –di stringere i denti. Pjanic ha ri­sposto «obbedisco», con l’effet­to paradossale di non riuscire amettere il naso fuori da queltunnel di critiche della tifoseriache ormai lo accompagna damesi, rendendolo un (troppo) comodo capro espiatorio. Colsenno di poi, probabilmente ilgiocatore avrebbe detto qual­che no in più per salvaguardarecaviglia e reputazione, ma in­dietro non si torna, e così l’in­

candescenza della piazza fa tor­nare di moda il mercato, soprat­tutto se si dovrà vendere unpezzo pregiato. Nelle scorse set­timane Pjanic è stato contattatoda Luis Enrique che, dopo aver­lo allenato a Roma, lo vorrebbeal Barcellona come erede di Xa­vi, ma il club catalano al mo­mento ha il mercato chiuso perla sanzione Fifa. Si tratterà diaspettare appelli ulteriori, op­pure accettare la corte di altriclub come Bayern e Liverpool.

VIA AL RITIRO Intanto oggi ilbosniaco probabilmente dovràpreparare la valigia, visto chepotrebbe cominciare il ritiroprevisto però solo fino a doma­ni o dopodomani massimo. So­lo un modo per fare gruppo (ul­timamente sfilacciato), diconoa Trigoria, con la dirigenza cheha scelto questa linea più «du­ra» (si fa per dire) rispetto a unasanzione che solo la scorsa set­timana Garcia riteneva «inuti­le». Il francese – reduce dal suoblitz in Francia per questioni personali – è pronto comunquead adeguarsi, anche se diversigiocatori sono un po’ seccati dalfatto che le notizie sul ritirogiungano loro più dai mediache da chi deve decidere.

NAINGGOLAN: «JUVE? NO» Male grandi manovre giallorosso riguardano anche il futuro. Ca­pitolo Nainggolan: la Roma peril riscatto offre 11 milioni men­tre il Cagliari ne chiede 15. E alForo Italico, a un tifoso che diceal Ninja: «Vieni alla Juve», Luirisponde secco: «No». C’è un of­ferta di 14 milioni per Gervinhoda parte degli arabi di Al Jazee­ra, mentre piace l’attaccanteDiaz del Cerro Porteno. Non ba­sta. Detto che si prova a stringe­re nella trattativa infinita per losvincolato Ayew (Marsiglia),continua a interessare anche ilcentravanti Benteke (Aston Vil­la). Titoli di coda. Visto che lestrategie delle grandi societàsono sempre più su basi inter­nazionali, rimbalza la voce chela Roma possa acquisire il clubpolacco Korona Kielce per farneuna società satellite. la cosa piùimportante, però, è arrivare inChampions League. Tutto il re­sto, al momento, è contorno.

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LA POLEMICA

Messina: «Lotito? Gli arbitri li gestisco come credo»1Il designatore risponde al patron laziale: «Massa dispiaciuto per l’errore sull’1-1ma riceviamo solo critiche e zero proposte»

Francesco Ceniti

E rrore sì, interferenze no. Cimette la faccia DomenicoMessina, designatore della

Can A, dopo le polemiche di La­zio­Inter. Ci mette la faccia perspiegare come mai è stata com­messa una svista («il primo goldi Hernanes era da annullare perfuorigioco di Medel»), ma nellostesso tempo alza una muragliacinese sulle considerazioni (veree presunte) fatte nel dopo parti­

ta dai dirigenti della Lazio. Quel­le in tv del d.s. Tare sono stateascoltate da tutti («Massa nonera adeguato per una gara cosìimportante, ci voleva maggioreattenzione vista l’importanzadella posta in palio. Gli errori so­no evidenti»), mentre il presi­dente Lotito si è confidato conchi gli stava attorno. Ieri la Lazioha ammesso la sua rabbia («Erafuori di sé, per questo non è an­dato in sala stampa»), ma non lefrasi forti dette in privato («Di­pendesse da me, Massa avrebbe

chiuso»). Parole che hanno fattosobbalzare Messina e il presi­dente dell’Aia, Marcello Nicchi.Era già pronta una presa di posi­zione forte a livello federale (Lo­tito è consigliere della Figc), mapoi la precisazione della Lazioha evitato lo scontro.

COME NASCE UN ERRORE Mes­sina ha messo in chiaro le cose,anche sulla scelta di Massa. Loha fatto ai microfoni di RadioRai della «La politica nel pallo­ne» su Gr Parlamento. Così il de­signatore: «Non ho niente da di­re a Lotito. Guardo in casa mia egestisco gli arbitri come megliocredo. Ho il dovere di non di­sperdere un capitale umano co­struito negli anni. Sento sempre

critiche, mai proposte concre­te». Sugli episodi della gara,Messina ha spiegato: «Massa è ilprimo a essere dispiaciuto: si èconcentrato sulla barriera perun eventuale fallo di mano e nonha percepito la posizione di Me­del. Era convinto che non avesseinfluito nel gol. È stato un erro­re, l’unico importante della sfi­da, su una situazione resa diffi­cile pure dai continui cambia­menti sul fuorigioco. Servirebbeanche per noi maggiore chiarez­za». Nel corso della trasmissionesi è fatto un primo bilancio dellastagione e si è chiuso sulla tec­nologia anti gol fantasma. «Lamia è stata un’esperienza positi­va, ho trovato un gruppo forte ecoeso, frutto del lavoro dei miei

predecessori Collina e Braschi— dice Messina — Ho cercato ditrasmettere le mie filosofie, chesono lavoro e responsabilità.Non mi sono piaciute alcune si­tuazioni: in Juve­Roma si pote­va fare meglio, ma chiedere chein una stagione non si verifichi­no errori arbitrali è come pre­tendere di andare sulla luna apiedi. La tecnologia? È positivadove c’è oggettività. Se la Juvedovesse eliminare il Real non cisarà il tempo tecnico per speri­mentarla nella finale di Coppa Italia (anticipata al 20 maggio,ndr). Sarà introdotta la prossi­ma stagione come aggiunta agliaddizionali, questa è la nostraindicazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATADomenico Messina, 52 anni IPP

Miralem Pjanic è l’unico giallorosso rimasto del primo mercato Usa AFP

LO SPRINT PER LA CHAMPIONS

In MAIUSCOLO le gare in trasfertadifficilemediaDIFFICOLTÀ: facile

STATO DI FORMA: scarso buono o�imo

36ª 37ª 38ª

SAMPDORIA Roma NAPOLI

Udinese LAZIO Palermo

Cesena JUVENTUS Lazio

La 2ª classificata va dire�amente alla fase a gironi, la 3ª ai playoff (18-26 agosto)

ROMA PT. 64

NAPOLI PT. 60

LAZIO PT. 63

JUVENTUS campione d'ItaliaGLI IMPEGNI CHE ATTENDONO ROMA, LAZIO E NAPOLI NELLE ULTIME TRE GIORNATE DI CAMPIONATO

TENSIONE BIANCOCELESTE

Rebus De Vrij e fischiettiQuante spine per la Lazio1Il rientro dell’olandese resta incerto Fermi pure Biglia, Cataldi e Novaretti E continuano le critiche a Massa

Stefano CieriROMA

L a difesa fa acqua e con­tinua a perdere i pezzi.Il problema della Lazio

è soprattutto lì dietro. Solodue gol incassati nelle ottopartite vinte consecutiva­mente, sei al passivo nellecinque successive, nella qua­li la squadra di Pioli ha rac­colto appena cinque punti.L’assenza di De Vrij (si è fattomale in Lazio­Empoli, l’ulti­ma delle otto partite vinte) èstata letale. Già in preceden­za, ad ogni assenza dell’exFeyenoord era corrispostauna sconfitta. La serie nega­

tiva è continuata: nelle ultimecinque gare, tutte senza l’olan­dese, sono arrivate due sconfit­te, due pareggi e una sola vitto­ria.

EMERGENZA CONTINUA Il pro­blema è che non si sa quandorientrerà De Vrij. Sembrava po­tesse farcela per l’Inter, ma il gi­nocchio continua a far male e aquesto punto non è sicuro ne­anche che giochi sabato con laSamp. «Non posso dire quandotornerò – ha confermato ieri DeVrij –, non è facile stare lontanodal campo in questo momento».Poi però ha tranquillizzato i ti­fosi laziali sul futuro: «A Romaho imparato molto e sono di­ventato un difensore migliore.

Sono felice alla Lazio, sarò quianche il prossimo anno. Sperodi giocare la Champions, manon è determinante per il miofuturo. Se non dovessimo farce­la, non cambierebbe nulla: re­sto qui». La sua presenza è in dubbio per il match di sabato aMarassi. Ma per Pioli l’emer­genza non finisce qui. E si con­centra soprattutto sul repartoarretrato, dove Marchetti eMauricio saranno squalificatidal giudice sportivo, Cana e No­varetti non stanno bene e diffi­cilmente recupereranno, men­tre Gentiletti non è pronto. Maanche a centrocampo le cosenon vanno meglio. Sia Biglia siaCataldi sono a rischio per Geno­va (contusioni a un ginocchioper entrambi), mentre Lulic(contrattura al polpaccio) nonè sicuro che possa rientrare.

POLEMICHE ARBITRALI Intan­to, a Formello e dintorni, non siplacano le polemiche per la di­rezione arbitrale di Massa inLazio­Inter. «C’è ancora moltorammarico vista l’importanzadella partita – ha ribadito ieri ild.s. Tare –. Era un’occasioneunica perché vincendo avrem­mo messo le mani sul nostroobiettivo che è la Champions.Gli errori di Massa? Gli episodisono molto chiari, anche ana­lizzati a freddo. Capita a tutti disbagliare, ma mi piacerebbesentire un arbitro che ammettadi aver sbagliato (ieri comun­que il designatore Messina harivelato che Massa è dispiaciutoper l’errore, ndr)». Tare ha an­che fatto chiarezza sulle dichia­razioni di Lotito nel dopogara:«Il presidente era furioso, manon ha mai parlato di Massa».Effettivamente, da parte di Lo­tito, non ci sono state dichiara­zioni rilasciate ai media sullapartita. In zona mista, però, apochi metri da numerosi gior­nalisti, il presidente della Laziosi è intrattenuto con i dirigentiinteristi Ausilio e Fassone. Nelcorso del colloquio a un certopunto ha detto: «Questo con meva a casa, ha rovinato una parti­ta bellissima». Massa non è cita­to, ma sembra difficile che Loti­to potesse riferirsi a qualcun al­tro.

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Stefan De Vrij, 23 anni, centrale olandese, prima stagione con la Lazio ANSA

Serie ARDuello Capitale

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GENOA 7,5

Tiro, personalità, visione. In mancanza di Perotti, il Genoa se lo carica sulle spalle. E pensare che gioca meno di un tempo. Tino Costa caro (agli avversari)

7,5

IL MIGLIORETINO COSTA

PERIN 6 Qualcosa da ridire solo su barriera e posizionamento in occasione dell’1-1.RONCAGLIA 6 Tenta la “roncagliata” con un retropassaggio, ma Perin la disinnesca. Poi si ripiglia.BURDISSO 6,5 Maxi Lopez tocchetta e tacchetta con grazia, ma ci vuole altro per scomporlo.DE MAIO 6,5 A volte è così in anticipo che anticipa anche se stesso, nel senso che va oltre. RINCON 6 Falsa partenza in fascia, anche per ragioni tattiche. Più a suo agio da in mezzo.BERTOLACCI 7 Gol bellissimo e prova da tuttocampista. KUCKA 6,5 Forza allo stato puro. Sradica palloni, rimbalza avversari.EDENILSON 6,5 Diligente sentinella di fascia, non esaltante in spinta.IAGO FALQUE 7,5 Più duttile non si può: punta esterna o trequartista poca differenza fa (Izzo s.v.)BORRIELLO 7 Rieccolo: 53’ di peso, suo l’assist per l’1-0 (ma che bello il taglio che lo precede).NIANG 7 L’azione dell’1-0 è farina del suo sacco. Niang fa sbang, lascia lì Maksimovic e schiaccia il tasto on. PAVOLETTI 7 Un paio di cose da centravanti vero, gol incluso. ALL. GASPERINI 7,5 Esageriamo? Massì: oggi il Genoa gioca il miglior calcio d’Italia per volontà di colpire e capacità di adattamento alle situazioni.

RIECCO UN BEL BORRIELLO, NIANG FA SBANGMOLINARO D’ACCIAIO, MAKSIMOVIC HORROR

ORSATO Sprizza personalità a ogni fischio ed è pocodialogante coi giocatori, come è giusto che sia (secondonoi). Ammonizioni azzeccate, intesa coi guardalinee. Un

arbitro nel pieno di se stesso e delle sue funzioni.POSADO 6,5 GIALLATINI 6,5 - GUIDA 6 LA PENNA 6

LE PAGELLE di S.V.

TORINO 4,5

L’ultimo ad arrendersi. Anzi, l’unico a non arrendersi mentalmente. Filante e performante sulla fascia sinistra. E’ lui che crea i guai più grossi al Genoa.

6,5

IL MIGLIOREMOLINARO

PADELLI 5,5 Prende 5 gol senza particolari colpe. Un paio di parate importanti.MAKSIMOVIC 4,5 Una specie di buco nero, in cui il Toro viene più volte inghiottito.GLIK 5 Non è giornata se pure Glik fa glu glu. Affondato.MORETTI 4,5 Troppo movimentisti gli attaccanti Genoa: risucchiato e abbindolato di continuoBRUNO PERES 5 Anonimo a destra. Non spinge come sa, non difende come dovrebbe (Amauri s.v.)BENASSI 5 E’ una bella promessa, ma se non si dà una mossa rischia di decadere a promessa mancata. GAZZI 6 Da battaglia: non gli si può chiedere anche di avere anche intuizioni alla Pirlo.EL KADDOURI 6,5 Prestazione opaca, ma la gran punizione dell’1-1 ci costringe al bel voto.MAXI LOPEZ 5,5 A lungo il Toro si regge sulle volate di Molinaro e sui suoi tocchi, poi pure Maxi si fa mini. QUAGLIARELLA 5,5 In scivolata, sullo 0-0, si divora un’occasione. Poi un infortunio serio, pare.MARTINEZ 5 Non lascia grandi tracce di sé.FARNERUD 5,5 Unico acuto la punizione deviata a fatica da Perin.ALL. VENTURA 5 Toro sulle gambe, appagato, che troppo subisce e che poco costruisce.

7

Il Genoa acchiappal’ultimo euro-trenoMa senza biglietto1Torna a -1 dal sesto posto in attesa del ricorso perla licenza Uefa. Doppietta Tino Costa, Toro ancora giù

Sebastiano VernazzaINVIATO A GENOVA@GazzaVernazza

N o, dai, sarebbe un criminesportivo se questo Genoanon andasse in Europa Le­

ague perché la società non è inregola con la documentazioneUefa. Situazione kafkiana, datoche Enrico Preziosi, il responsa­bile unico dell’eventuale manca­ta euro­licenza, questa squadral’ha creata, bene o male di tascasua. Come fai a prendertela conchi sul mercato ha pescato IagoFalque, Tino Costa e Perotti, cheper giunta ieri non c’era? Toroannichilito e fuori dai giochi eu­ropei. Cinque a uno per i rosso­blù, che si attestano al 7° posto a­1 dalla Samp. Prestazione mo­struosa, impressionante dimo­strazione di forza del Genoa.

GASP TRASFORMISTA Gasperi­ni è partito con l’avanti tutta: tri­dente puro Niang­Borriello­Iago.Venti minuti col Toro inchiodatonei venti metri davanti a Padelli.Una goduria l’1­0, qualcosa dimolto vicino all’azione perfetta.Niang il promotore nella sua me­

tà campo: tocco a saltare Maksi­movic, progressione e innesco diBorriello a tagliare sulla sinistra.Dal centravanti palla in mezzo,ad attraversare l’area e affettarela difesa granata, con destinazio­ne finale Iago Falque, lasciato so­lo dall’altra parte. Inappellabile il tiro dello spagnolo. Una filieradel genere non nasce dal nulla,ma è frutto di lavoro, movimenti

provati in allenamento. Sull’1­0Gasperini si è corretto: basta conl’arrembaggio e Genoa più sag­gio. Cambio di pelle, Iago tre­quartista per un logico 3­4­1­2 eristabilita parità numerica a cen­trocampo (non che il Toro nellaprima fetta di gara avesse sfrut­tato la teorica superiorità in me­diana ma meglio cautelarsi).

VENTURA ATTENDISTA Percontro Ventura è stato attendi­sta, ha lasciato scorrere gli eventie non ha fatto granché per indi­rizzarli. Il Toro si è visto nella pri­ma parte della ripresa, quando una punizione di El Kaddouril’ha rimesso in carreggiata. E nonè un caso che i granata, se siesclude una palla gol sciupata daQuagliarella nel primo tempo, si­ano stati pericolosi soltanto su ti­ri da fermo, con la rete del ma­rocchino e con un altro insidiosocalcio franco di Farnerud. L’1­1però è stato un’illusione, è dura­to lo spazio di nove minuti, per­ché Gasperini era già oltre l’at­tendismo venturiano. Con unapunizione deviata da El Kaddou­ri – guarda un po’ che coinciden­za – Tino Costa, altro sudameri­cano estratto dal cilindro, ha ri­

Calcio scommesseR

Ilievski parla ancora,poi sarà scarceratoOra i rinvii a giudizioFrancesco CenitiINVIATO A CREMONA

D omani ultima tappa deltour d’interrogatori con­dotto per Hristyian Ilie­

vski: l’ex capo degli Zingari e dal27 aprile anche ex latitante dopo4 anni trascorsi in Macedonia, sa­rà ascoltato per la terza volta dalGip Guido Salvini. Salvo sorpre­se, il giudice accoglierà la richie­sta di scarcerazione avanzata dal­l’avvocato Luca Curatti. Lo slavoha collaborato, raccontando mol­ti particolari e blindando l’inchie­sta sul calcioscommesse in diversipunti. Soprattutto nei punti caldi:le combine effettuate nel campio­nato italiano con i soldi arrivatida Singapore, Ungheria o portatidallo stesso Ilievski. Le rivelazionisu Mauri (inguaiato pure dal ver­bale di Bruni, l’ex commercialistadi Signori, che parla di continuicontatti del laziale col Civ sullescommesse), Milanetto, Bettarinie tanti altri giocatori più i dettaglisu Lazio­Genoa, Lecce­Lazio e letante sfide taroccate, dovrebberovalere allo slavo il via libera perl’uscita dal carcere. E’ probabileche il Gip gli conceda l’obbligo didimora in provincia di Cremona.

IL COLORE DEI SOLDI Ieri Ilie­vski è stato sentito per la terzavolta dal pm Roberto di Martino:altre 4 ore nelle quali si è soffer­mato su alcuni passaggi agli atti.Ha raccontato, per esempio, deisoldi messi dagli ungheresi per

Palermo­Bari (poi restituiti daMasiello e soci perché la sfida finì2­1 invece che 3­1). Denaro por­tato in contanti anche nella suacasa di Cernobbio. Ilievski ha am­messo di aver tentato di alterarePalermo­Napoli, mostrando i sol­di via Skype a Bressan, Tisci, Baz­zani e Bellavista, ma non se ne fe­ce nulla. Lo slavo ha visionato lefoto di 170 giocatori (molti rico­nosciuti) e parlato della tantepartite combinate a suo dire dalSiena, ma senza mai fare riferi­mento ad Antonio Conte. Intantodalla Malesia giunge la notiziadella scarcerazione di Pho Hock:Cremona ne aveva richiestol’estradizione perché era stato acasa di Signori probabilmente perconsegnare del contante. L’in­chiesta volge al giro di boa, il pmsentirà venerdì Marilungo (Cese­na) per fatti riferiti all’Atalanta,poi entro metà giugno procederàcon le richieste di rinvio a giudi­zio.

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Ilievski in Procura a Cremona

Serie ARPosticipo 35a giornata

Tino Costa, 30 anni, esulta dopo il gol del 2-1. Segnerà poi il 5-1 al 95’ ANSA

portato sopra i rossoblù, ieri inmaglia blu con bordini e panta­loncini rossi per omaggiare il pri­mo scudetto (1898). In svantag­gio Ventura ha provato a correg­gersi, ha immesso Amauri, ma il4­3­3 non ha attecchito perchénon è sistema nelle corde di que­sta squadra. E così il Genoa si èfatto grandine: reti di Bertolacci(bellissima), Pavoletti (bella) eancora di Tino Costa (cinica).Cinque a uno, che batosta per igranata. Troppo facile appigliar­si alla stanchezza per le troppegare giocate. Più verosimile che ilToro abbia staccato la spina unavolta battuta la Juve nel derby. Inogni caso grande Genoa, uno deipiù belli dell’epopea gasperinia­na.

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ENRICO PREZIOSIPRESIDENTE GENOA

«SAREBBE UNA BEFFA ARRIVARE IN EUROPA E

VENIRE ESCLUSI. NOI SIAMO SANI, NESSUNO

CI ACCOSTI AL PARMA»

Page 17: La Gazzetta dello Sport (05 - 12 - 2015)

17MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

CLASSIFICASQUADRE PT PARTITE RETI

G V N P F S

JUVENTUS 80 35 24 8 3 65 20ROMA 64 35 17 13 5 49 27LAZIO 63 35 19 6 10 65 34NAPOLI 60 35 17 9 9 64 45FIORENTINA 55 35 15 10 10 52 44SAMPDORIA 54 35 13 15 7 45 38GENOA 53 35 14 11 10 54 41INTER 52 35 13 13 9 52 40TORINO 48 35 12 12 11 41 42MILAN 46 35 11 13 11 48 46PALERMO 43 35 10 13 12 48 51CHIEVO 42 35 10 12 13 27 35UDINESE 41 35 10 11 14 39 49VERONA 41 35 10 11 14 43 60EMPOLI 41 35 8 17 10 41 45SASSUOLO 40 35 9 13 13 42 54ATALANTA 36 35 7 15 13 35 49CAGLIARI 28 35 6 10 19 43 64CESENA 24 35 4 12 19 34 64PARMA (-7) 17 35 6 6 23 29 68

CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI

SABATO 16 MAGGIOINTER-JUVENTUS ore 18SAMPDORIA-LAZIO ore 20.45DOMENICA 17 MAGGIO, ore 15SASSUOLO-MILAN ore 12.30ATALANTA-GENOACAGLIARI-PALERMOTORINO-CHIEVOVERONA-EMPOLIROMA-UDINESE ore 20.45LUNEDÌ 18 MAGGIOFIORENTINA-PARMA ore 19NAPOLI-CESENA ore 21

PROSSIMO TURNO

MARCATORI20 RETI Tevez (2, Juventus).19 RETI Toni (3, Verona).18 RETI Icardi (4, Inter).16 RETI Menez (8, Milan); Higuain (3, Napoli).14 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria); Di Natale (1, Udinese).13 RETI Dybala (3, Palermo); Quagliarella (3, Torino).12 RETI Klose (Lazio).11 RETI Iago Falque’ (2, Genoa); Callejon (Napoli); Berardi (6, Sassuolo).10 RETI Maccarone (1, Empoli); Felipe Anderson (Lazio).9 RETI Paloschi (Chievo); Candreva (2), Mauri e Parolo (Lazio); Eder (1, Sampdoria); Zaza (1, Sassuolo); Thereau (Udinese).

fIL PERSONAGGIOIAGOFlop a chi? Il baby d’oro s’è fatto uomo con Gasp1Da prodigio a meteora giramondo, in rossoblù lo spagnolo è rinato. E ieri lo sfizio del gol a Ventura, che a Bari non lo usava

Alessio Da RonchGENOVA

C hi non si arrende vin­ce. Iago Falque al Ge­noa più che un esem­

pio è un simbolo. Lui è l’ani­ma di una squadra incapacedi sentirsi sconfitta. I rosso­blù continuano la loro corsainseguendo il sogno euro­peo, lo fanno anche se il lorogiocatore migliore, Perotti, èinfortunato e lo sarà per tut­to il finale di stagione, insi­stono anche se la Figc ha, peril momento, bocciato la ri­chiesta della società per la li­cenza Uefa.

RAGAZZO PRODIGIO Ungruppo unito che imita unragazzo e la sua storia. Iagoera un ragazzo prodigio,conteso tra Barcellona e Re­al Madrid, poi in qualchemodo bocciato. Stessa sortegli toccò nelle sue prime av­venture europee, prima allaJuventus, poi al Tottenham,persino al Bari di Ventura, inSerie B. Il fenomeno parevaperduto. E invece no. Il Ge­noa è la vera occasione dellariscossa: Iago arriva in ros­

soblù, ritrova se stesso e si lan­cia nuovamente nel futuro.«Questione di fiducia, qui l’hosentita sulla pelle, da parte diGasperini e di tutta la società».E’ all’undicesimo gol della sta­gione, record eguagliato rispet­to al 2010­11, ai tempi del Villa­real B, seconda divisione spa­gnola, ma ha un significato di­verso.

UOMO MERCATO Da talentoperduto si è trasformato in po­chi mesi in uomo mercato, hagià raggiunto una quotazionesuperiore ai 10 milioni, e nel bi­lancio del Genoa figura quotato500 mila euro. La plusvalenzasarebbe clamorosa. Lui non cipensa ma non vuole fermarsi.Intanto si gusta le rivincite, o

presunte tali: «Ventura? L’hosalutato volentieri, mi ha fatto icomplimenti. Rivincita? Mac­ché, anche da lui, come da tutti,ho imparato molto. Per mequello fu un momento difficile,ma per un giovane ogni cosa èutile, anche quelle che appaio­no negative. Il giocatore cui miispiro? Del Piero. Ho imparatomolto allenandomi con lui nellaJuventus». Non fa neppure casoallo stop della licenza Uefa:«Noi siamo giocatori e dobbia­mo pensare solo al campo. Sia­mo concentrati sull’Atalanta, alresto pensa la società». Ecco Ia­go, l’uomo nuovo del Genoa,quello che mantiene vivi i sognicon i suoi gol e i suoi scatti con­tinui. Uomo simbolo dell’atteg­giamento di una squadra chevuole superare se stessa. «Quel­la che non si vede ­ ha confidatoGasperini ­ è la sua dote più im­portante, soprattutto se unitaalle altre. Iago ha una resisten­za incredibile, attacca e difendee lo fa per tutta la partita. Anzi,proprio quando pensi che nonne abbia più e ti prepari a sosti­tuirlo, lo vedi ripartire in aiutoalla difesa. Per questo è un gio­catore fondamentale per il Ge­noa».

© RIPRODUZIONE RISERVATAIago Falque,25 anni ANSA

GENOA 5 1 TORINOPRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Iago (G) al 18’ p.t., El Kaddouri (T) al 16’, Tino Costa (G) al 24’, Bertolacci (G) al 42’, Pavoletti (G) al 47’, Tino Costa (G) al 50’ s.t.

ARBITRO Orsato di SchioNOTE Spettatori paganti 3.780, incasso 76.291 euro; abbonati 16.502, quota di euro 170.781. Tiri in porta 8-4. Tiri fuori 3-4. In fuorigioco 3-1. Angoli 5-2 Recuperi p.t. 0’, s.t. 5’

GENOA (3-4-3) Perin; Roncaglia, Burdisso, De Maio; Rincon, Bertolacci, Kucka, Edenilson; Iago Falque (dal 41’ s.t. Izzo), Borriello (dal 9’ s.t. Tino Costa), Niang (dal 28’ s.t. Pavoletti) PANCHINA Lamanna, Sommariva, També, Lestienne, Bergdich, Mandragora, LaxaltALL. Gasperini ESPULSI nessuno AMMONITI De Maio e Roncaglia per gioco scorrettoBARICENTRO MEDIO 53,7 METRICAMBI DI SISTEMA 3-4-1-2 dal 32’ p.t., 4-4-1-1 dal 41’ s.t.

TORINO (3-5-2) Padelli; Maksimovic, Glik, Moretti; Bruno Peres (dal 36’ s.t. Amauri), Benassi (dal 28’ s.t. Farnerud), Gazzi, El Kaddouri, Molinaro; Maxi Lopez, Quagliarella (dal 4’ s.t. Martinez)PANCHINA Ichazo, Castellazzi, Basha, Gonzalez, Jansson, Vives, Silva, Darmian ALL. Ventura ESPULSI nessuno AMMONITI Maxi Lopez, Bruno Peres, Moretti e Amauri per gioco scorrettoBARICENTRO BASSO 48,8 METRICAMBI DI SISTEMA 4-3-3 dal 37’ s.t.

Tino Costa, 30 anni, esulta dopo il gol del 2-1. Segnerà poi il 5-1 al 95’ ANSA 42

I gol nella 35a giornata: è il record stagionale, superati i 36 centri della 33a. Per la prima volta dal 2004/2005 hanno segnato tutte le 20 squadre di A

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18 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

A TU PER TU CON... CONTENUTOPREMIUM

L’INTERVISTA di FRANCESCO VELLUZZIINVIATO A UDINE

I l giorno dopo la vita è la solita: l’inseparabileSimone accanto. La banca, gli uffici, il caffè,la scuola calcio. Tutto di corsa. Totò Di Nata­

le è davanti alla banca a sistemare i suoi tantiaffari. Ma finalmente si ferma. E si emoziona. «E’stato bello, bellissimo. Mi sono emozionato tan­tissimo. E ancora di più lo era Filippo, mio figlio.Ha capito che Udine mi aveva fatto qualcosa digrande«. E qualcosa di grande c’è tra Udine e To­tò Di Natale che deciderà il suo futuro a giugno,ma che domenica sera, chiusonella saletta al piano di sottodel ristorante di Maria e Vin­cenzo (che oggi gli faranno lapromessa grigliata in casa),con Ilenia, la moglie («lei mi hamesso a posto»), Filippo e Di­letta, i figli, ha pensato che no,non può finire così. Perchéquando le emozioni sono trop­pe in così poco tempo, non puoipensare di andartene sul piùbello. Ieri sera la festa è conti­nuata in tv, su Udinese Channelcon Totò ospite d’onore. Un’al­tra serata speciale (con filmatiinediti, l’intervista alla moglie,la maglia numero 10 in palioper il messaggio più bello e nesono arrivati tantissimi, le per­le con la Spagna a Euro 2012 ead Anfield), dopo i pomeriggidi sabato e domenica, con lepersone a cui Totò tiene calci­sticamente tantissimo: «Ho vo­luto Carnevale, il Barone Cau­sio, Bertotto, Giacomini. E i ra­gazzi della Donatello, la scuolacalcio che seguo».

Domenica c’è stato l’abbracciodel Friuli tutto in piedi. Lei è en-trato in campo con Filippo e Di-letta, e ha trovato 206 bambinicon i palloncini e patron Pozzo eil presidente Soldati sul pratocon la targa speciale. Cosa l’hacolpita di più?«I diecimila della tribuna conquei cartelloni tra le mani alza­ti verso l’alto. Anche mio figlioè stato colpito soprattutto daquella marea umana. E’ un ge­sto d’amore incredibile. Certo,significa che io ho dato tanto,ma vuol dire soprattutto che mivogliono un bene incredibile».

La famiglia Pozzo le ha organiz-zato feste, premi, magliette a te-ma. E Gianpaolo Pozzo ha dettochiaramente che lei a Udine hainciso più di un certo Zico...«Io approfitto di questa occa­sione per ringraziarli. Quello che ha fatto la famiglia Pozzoper me in questi anni è un qual­cosa di speciale. Un rapportounico. Non pensavo facesserouna festa del genere. Non erafacile giocare e segnare dopotutta questa cerimonia».

E pensare che gli osannati Balo-telli, El Shaarawy, Destro, Im-

mobile, tanto per citarne un paio, giocano poco,stanno spesso a guardare e guadagnano molto più di Di Natale e Toni che segnano ogni domenica.Questo significa che lei chiederà un sostanziale adeguamento del contratto, se giocherà ancora con l’Udinese?«No. Le assicuro che non faccio questioni di soldi.Per il semplice motivo che la famiglia Pozzo mi hasempre accontentato e mi ha fatto star bene».

Lei a 14, Toni a 19 reti. Che coppia sarebbe?«In Nazionale è successo. Ma ora chi corre? (ri­de). Luca è un campione, a Verona abbiamo par­lato un po’, vuol dire che serviamo ancora».

E scambiate ancora la maglia. Aproposito: domenica con laSamp, la sua la volevano tutti gliavversari...«Devo ammettere che ne devodare sempre 3­4 a partita. Nonmi pesa perché è il riconosci­mento di quel che faccio».

Domani forse verrà RobertoBaggio a trovarla... Lo ha appe-na superato.«Non so se sarà domani. Loaspetto. Quando viene sono fe­lice di dargli un pensiero che gliho preparato. Sarà una cosa in­tima. Noi in questo siamo simi­li, non siamo mediatici, non cifacciamo pubblicità. A me lecose piace farle».

Adesso Baggio è passato, ci so-no Altafini e Meazza.«Quando fai dei record, e rag­giungi gli obiettivi, te ne ponisubito degli altri. Ho due cam­pioni davanti».

Vuol superare anche loro?«Vuol dire che sto bene, che stogiocando bene».

E che ha intenzione di continua-re?«Diciamo di sì, mi è tornata tan­to la voglia di giocare e di darequalità. La palla in una partitasi tocca per non più di sei minu­ti. L’importante è fare gol».

Con Andrea Stramaccioni?«Sì, il patron lo ha confermato.Lo ha detto proprio alla Gazzet­ta. Con Strama si è creato unbel rapporto, ha un anno in piùdi me. Parliamo di tutto. Lui miha dato e io ho aiutato lui, a ca­pire come è questo ambiente equesta società».

L’Udinese può alzare l’asticella?«Con un paio di innesti sì. Cisiamo salvati bene, con largoanticipo. Non abbiamo corsorischi».

Gli innesti più lei. Quando diràche resta?«Il 3 giugno gioco a Milanocontro la Germania, ho un ma­trimonio il 6, E vado al mare .Poi decido, devo riflettere be­ne». Forse ha già deciso.

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L'IDENTIKITANTONIO DI NATALENATO A NAPOLIIL 13 OTTOBRE 1977RUOLO ATTACCANTEALTEZZA 1.70 PESO 72 KG

Totò Di Natale è cresciuto a Empoli, scuola di attaccanti. Ha fatto esperienza in C1 e C2 tra Iperzola, Varese e Viareggio. Poi il ritorno a Empoli fino al 2004 col matrimonio con l’Udinese. Ha segnato 207 gol in A, 18 dei quali con la maglia dell’Empoli.

LE SUE SQUADREEMPOLI 1995-1997IPERZOLA 1997-1998VARESE giugno-ottobre 1998VIAREGGIO ottobre 1998-1999EMPOLI 1999-2004UDINESE 2004-2015

«CONTINUO A GIOCARE E RINCORROALTRI RECORD»

Di Natale

«LA VOGLIA È TORNATA. RESTO A UDINE? A GIUGNO DECIDO, MA I POZZO PER ME HANNOFATTO COSE INCREDIBILI E QUEI 10 MILA TIFOSI IN PIEDI MI HANNO FATTO PIANGERE»

Antonio Di Natale, 37 anni, entra in campo per la grande festa del Friuli con i figli Filippo e Diletta PETRUSSI

Serie ARIl personaggio

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19MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

MAGICErrata corrige: Gomez è da 7,5 Per un errore, sulla Gazzetta in edicola ieri, nelle pagelle di Palermo-Atalanta, èstato attribuito 7 ad Alejandro Gomez. In realtà il Papu dei nerazzurri era stato valutato da 7,5 dal nostro inviato. Ai fini del concorso Magic, dunque, Gomez riceverà 7,5 punti più i bonus e meno i malus. Ci scusiamo con i lettori.

PREMIO MAESTRELLIFerrero, Iachini e Rugani tra i vincitori La giuria del premio «Maurizio Maestrelli» ha reso noti i 13 vincitori di quest’anno. Alla cerimonia di Frosinone, il 18 maggio, saliranno sul palco a ritirare il premio anche Massimo

Ferrero (presidente della Samp), Sean Sogliano (d.s. del Verona), Beppe Iachini (allenatore del Palermo), Danilo Cataldi (giocatore della Lazio) e Daniele Rugani (difensore dell’Empoli).

CESENALugaresi ai tifosi: «Risorgerà il sole» Il presidente del Cesena Giorgio Lugaresi non si abbatte per la retrocessione in Serie B e su Facebook invita i tifosi a restare ottimisti e svela l’intenzione di rifare la squadra. «L’affetto dimostrato ai “nostri ragazzi” al termine della partita da parte dei tifosi, che si sono comunque attardati sui gradoni cantando, è stato commuovente. Mi ero promesso che ci saremmo salvati, non ce l’abbiamo fatta. L’anno prossimo faremo una nuova squadra come Cesena si merita. Risorgerà il sole».

TACCUINO

Salah come Beep BeepCorre, sfugge e... segna1La rete con l’Empoli è ormai il marchio di fabbrica dell’egiziano della Fiorentina: l’obiettivo è ripeterla anche giovedì con il Siviglia

Giovanni SardelliFIRENZE

F uga, che porta alla vitto­ria. Perché se tre indizifanno una prova, il quarto

consegna il verdetto. Il gol diSalah, alla Salah, è pronto peressere consegnato all’ufficiobrevetti. Partenza lanciata,possibilmente piuttosto lonta­na dalla porta. Accelerazioneprolungata, dribbling, toccovincente. Semplice da leggere,facile da scrivere, complicatoda fare. Non per lui. Capace dipensare la cosa giusta quandotocca il massimo della velocità.Per la gioia viola.

A SAN VALENTINO Quandoparte a razzo con un po’ di cam­po davanti frullando gambe ebraccia, c’è sempre la sensazio­ne che qualcosa di bello stia peraccadere. E questa è già unavittoria. Degli otto gol segnatiin tre mesi e mezzo di viola, al­meno 4 hanno la stessa matri­ce. Con la cavalcata solitaria di­ventata marchio di fabbrica delpirotecnico egiziano. In princi­pio fu il Sassuolo. Il primo ba­cio a Firenze avvenne proprio ilgiorno di San Valentino. Taccosmarcante di Babacar e quaran­ta metri di fuga con Cannavaroe Gazzola a rincorrere. Sinistrovincente e amore a prima vista.

ROAD RUNNER La rete che lo haincoronato re gigliato, però, èarrivata sul campo dei rivali disempre. Il 5 marzo scorso, nel­l’andata della semifinale diCoppa Italia, la Fiorentina gio­ca allo Stadium contro la Juve.Finì 2­1 per la Viola, doppiettadi Salah. Il primo acuto ha fattostoria. Controllo di tacco nellapropria metà campo e via senzavoltarsi mai. Un fulmine perPadoin e altro sinistro impara­bile dopo la cavalcata epica. LaJuventus passeggerà poi alFranchi (0­3) guadagnandosila finale. Ma il gesto resta cla­

moroso. Tanto che il popolo delweb lo elesse «Road Runner vi­ola». Non fa «beep beep» perfuggire da «Wile E. Coyote». Maschizza veloce verso le aree av­versarie.

FOTOCOPIE La perla di aprilearriva alla vigilia di Pasquacontro la Samp. Due tocchi intrentacinque metri per supera­re Regini e Silvestre. E gol (didestro). Quella di maggio l’hasfornata a Empoli un paio digiorni fa. Filtrante di Ilicic, ag­gancio in corsa a tutta velocitàdell’egiziano. Due dribblingappena entrato in area per libe­rarsi di Rugani e Laurini e altrograffio all’angolo. Ha segnatoSalah. Alla Salah.

CREDERCI! E dire che ieri il nu­mero 74 viola ha fatto preoccu­pare tutti. Sottoponendosi, in­sieme a Vargas e Richards, aesami strumentali. «Solo una

botta» fa sapere sollevata la so­cietà: la presenza giovedì con­tro il Siviglia non è quindi indubbio. Si riparte dal 3­0 del­l’andata: ma nonostante unpronostico semi chiuso, la Fio­rentina spera nella rimonta.Oggi la squadra si allenerà (alle17 al Franchi) in via ecceziona­le a porte aperte, cercando l’ab­braccio dei fan. Per caricare ul­teriormente tifoseria e ambien­te, la Viola ha creato l’hashtag#giochiamolainsieme, invitan­do a usarlo per postare il pro­prio incitamento alla squadracon foto e video: così come faràla Fiorentina stessa con i proprigiocatori. L’invito finale, inol­tre, è quello di presentarsi alFranchi giovedì colorati di vio­la «per creare un’unica ondad’incoraggiamento verso lasquadra di Firenze». Fiorenti­na­Siviglia, in pratica, è già ini­ziata.

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(g.sar.) Doppio guaio per Montella. Micah Richards è stato sottoposto ad accertamenti diagnostici che hanno evidenziato una lesionemuscolare di primo grado al bicipite femorale sinistro. Per l’inglese dieci giorni di stop. E’ andata addirittura peggio a Vargas, anche lui infortunatosi contro l’Empoli. Gli esami strumentali effettuati dal peruviano hanno certificato una lesione della giunzione miotendinea dell’adduttore lungo destro. Tra quindici giorni sarà eseguita una rivalutazione clinica. La sua stagione è praticamente già finita.

Stagione finitaper VargasRichards k.o.

Mohamed Salah, 22 anni, è arrivato alla Fiorentina a gennaio AP

SAMPDORIA

Soriano specialistadei gol d’asportoper l’Europa1Quattro centri, tutti fuori casa: ora il trequartista doriano vuole esultare a Marassi

Roberto Soriano, 24 anni, centrocampista della Samp PEGASO

Alessio Da Ronch

E’ il cannoniere con lavaligia, il jolly euro­peo. Roberto Soria­

no ha firmato la doppiettache, a Udine, ha reso possi­bile il ritorno al successodella Sampdoria. I suoi duegol, da distanza ravvicinatasfruttando la sua dote mi­gliore (il tempismo nell’in­serimento nell’area avver­saria), hanno portato i blu­cerchiati sul 2 a 0, il restodella sfida è stato poi in di­scesa.

GOL IN VIAGGIO Curiosa­mente il centrocampista na­to in Germania, che da pocoha fatto l’esordio con la Na­zionale azzurra di Conte, inquesta stagione ha fattocentro soltanto in trasferta:un rete al Parma al Tardini,una al Milan al Meazza, estavolta la doppietta al Friu­li. Quattro centri, due vitto­rie e un pareggio. Ora, perlo sprint che vale l’Europadovrà cercare una prodezzapure al Ferraris.

RICORDO SPECIALE L’ap­puntamento di sabato sera aMarassi contro la Lazio perlui sembra perfetto. Contro ibiancoazzurri nel novem­bre 2013 cambiò improvvi­samente la sua carriera e,probabilmente, la sua vita.Mihajlovic, alla prima con la

Samp, gli diede fiducia, dopoun periodo scurissimo vissutosubendo le decisioni di DelioRossi, Roberto entrò e fececentro con un colpo di testa(come il suo primo in assolutoin blucerchiato, in Serie B, con­tro il Varese). Una prodezzache valse un punto e rese stabi­le e sicura la fiducia dell’alle­natore nei suoi confronti. Quelgiorno, come accadrà sabatosera, in porta per la Lazio c’eraBerisha. Insomma, il destinopare aver preparato per lui unevento speciale, nello stadioche quest’anno non lo ha anco­ra visto esultare. Da tempo luisogna un gol alla Del Piero, didestro con tiro ad effetto. Pro­va la prodezza in allenamento,con buoni risultati. E’ il mo­mento per mostrarla ai suoi ti­fosi al Ferraris.

FANTASIA ED EQUILIBRIO Daquel Sampdoria­Lazio è tra­scorso quasi un anno e mezzo eda allora tutto è cambiato. So­riano da riserva fissa si è tra­sformato in titolare assoluto,capace di sfondare anche in az­zurro. Dentro di lui si esaltaquel mix di caratteristiche campane (la sua famiglia è ori­ginaria di Sperone, in provin­cia di Avellino) e tedesche: fan­tasia ed equilibrio. Soriano sastupire con colpi a sorpresa,con assist illuminanti e inseri­menti improvvisi, per Mihajlo­vic però è fondamentale per lasua duttilità. Roberto può gio­care fantasista o esterno nel 4­2­3­1, ala o centrocampista la­terale nel 4­3­3, i due modulipreferiti dal tecnico. Spesso ilsuo ruolo, o le sue differentimansioni all’interno delloschema, cambiano l’assettodella squadra, la riequilibrano,la rendono poco prevedibile.

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35aGIORNATA

Magic+3RCampionato

chi è L’UCCELLO VELOCECHE FA IMPAZZIRE WILE E. COYOTE

Beep Beep (o Road Runner) è un personaggio animato creato nel 1948 da Chuck Jones per la Warner Bros. Viene associato a Wile E. Coyote, che gli dà la caccia negli episodi della serie Looney Tunes. Beep Beep è un uccello dei deserti californiani che spicca per la sua velocità ed è imprendibile.

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20 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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21MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

era andato a Cavalese, in montagna, a passare San Silvestro con mogli e fidanzate. Io no. Giornidopo, mi riferirono che Piero Fanna al brindisiaveva proclamato: “Possiamo vincere lo scudet­to”. Allora in spogliatoio feci un discorso: “Ragaz­zi, anch’io comincio a crederci, però nelle intervi­ste dobbiamo continuare con la solfa della salvez­za prima di tutto”. E così fu».

I PROTAGONISTI «Il mio principio era quello dellasberla. Nel senso che bisogna cercare sempre didare almeno una sberla all’avversario, qualunqueesso sia, anche contro la Juve, perché prima o poiuno schiaffo dalla Juve lo pigli, tanto vale tentareper primi. Oggi vedo squadreche si preoccupano troppo di chihanno davanti. La rosa del Vero­na scudetto era ristretta, 17­18giocatori, tra i quali Donà e Tur­chetta. Garella, il portiere, eraun ragazzo fatto alla sua manie­ra, io lo chiamavo Ciccio. Gli par­lai deciso prima della partita colMilan a San Siro, gli dissi che do­veva sempre uscire sui cross,perché loro erano forti di testa:disputò una grande gara. Ferro­ni era un marcatore veloce, il no­stro Gentile. Marangon faceva lafascia sinistra, spingeva, amavala vita notturna, ma a me interes­sava che si allenasse. Una sera ri­cevetti la telefonata di uno chemi diceva di averlo visto in disco­teca. Beh, Luciano era lì con me,questo per spiegare che la gentespesso racconta balle, ingiganti­sce. Tricella era il nostro Scirea,ci capivamo con lo sguardo. Fon­tolan lo stopper alla vecchia ma­niera, bravo di testa. Briegel pa­reva un carrarmato, quell’anno segnò nove gol.Fanna aveva potenzialità enormi, in altre società siera sentito limitato dai troppi compiti, io lo lasciailibero di esprimersi. Volpati in spogliatoio era fon­damentale e in campo ricopriva qualsiasi ruolo.Galderisi l’attaccante piccolo e svelto, perché perme davanti devi avere uno grande e grosso chefaccia da sponda per uno basso e agile. La pallaalta per Elkjaer che la smistava a Galderisi era unadelle giocate più frequenti. Di Gennaro il registad’attacco, un numero 10 completo, bravo anche adifendere: in Nazionale avrebbe meritato più for­tuna. Elkjaer un falso matto, quando c’era da esse­re seri era il primo a essere serio. Sacchetti avevagrande duttilità. Bruni risolveva tanti problemi».

SE CERCATE I LADRI… «Il nostro scudetto vienericordato anche per la storia degli arbitri che era­no a sorteggio integrale (in realtà non fu così, ve­nivano divisi in fasce e poi sorteggiati, ndr) e lacosa un po’ mi offende, ci toglie qualcosa. Perché,se gli arbitri non fossero stati sorteggiati, che cosasarebbe successo?». Nella stagione successiva ilVerona in Coppa Campioni uscì al secondo turno,gli ottavi di allora, contro la Juve: 0­0 al Bentegodie 2­0 per i bianconeri al Comunale. Quest’ultimapartita è rimasta nella storia per una frase di Ba­gnoli. «A Torino giocammo a porte chiuse (uno strascico della tragedia dell’Heysel, ndr) e subim­mo un arbitraggio scandaloso. Quelle cose che tu

capisci che c’è qualcosa sotto.Troppo sfacciato (sottinteso l’ar­bitro, ndr), non penso che si fac­ciano degli errori così: sono an­cora di quell’idea. Alla fine, nelnostro spogliatoio, un giocatore,mi pare che fosse Di Gennaro,dal nervoso ruppe un vetro conuno zoccolo. Arrivò la polizia e ame venne da dire questa battuta:“Se cercate i ladri, sono dall’altraparte”. Gli agenti capirono».

COMUNISTA O NO? «Dopo loscudetto venni contattato da di­verse squadre. Sì, c’era anche ilMilan. Gianni Brera ­ che mi sti­mava e mi chiamava Schope­nauer come il filosofo ­ suggerì aBerlusconi di prendermi, maBerlusconi rispose che non pote­va perché io ero comunista. A di­stanza di anni lo ripeto: non eroe non sono comunista, mi sonosempre definito apolitico. Io vo­tavo socialista, perché mi fidavodel mio papà che era socialista».

«Quando ero all’Inter, ogni mercoledì il presidentePellegrini mi invitava a cena e la sua signora michiedeva di scrivere qualcosa: un autografo, unadedica. Venni a sapere da un dirigente che lei in­terpretava la scrittura e che diceva che forse erouno che non poteva comandare. Di recente hoavuto la soddisfazione di leggere un’intervista aErnesto Pellegrini, il mio presidente all’Inter. Glihanno chiesto qual è stata la cosa che non rifareb­be e lui ha risposto: “Licenziare Bagnoli, che è sta­to con Trapattoni il più bravo allenatore che io ab­bia mai conosciuto”. Ultima domanda: oggi il Ve­rona ’85 rivincerebbe lo scudetto? «Il mondo ècambiato e forse è cambiato male».

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L’AMARCORD CONTENUTOPREMIUM

Lo scudetto di VeronaBAGNOLI E IL 1985 «UN’IMPRESA PER POCHI, NATAA CAPODANNO»

L’EX TECNICO RACCONTA: «FU FANNA A PARLARE PER PRIMO DI SCUDETTO TRA UN BRINDISI E L’ALTRO. AVEVO UNA ROSA DI SOLO 18 GIOCATORI: BRIEGEL UN CARRARMATO, ELKJAER UN FALSO MATTO»

L’INTERVISTA di SEBASTIANO VERNAZZA@GazzaVernazza

«M io padre si chiamava Aristide, eranato a Cremona e si era trasferito aMilano. Lavorava alla Fargas di No­

vate Milanese, dove costruivano stufe. Mia madreVittoria era orfana, venne a Milano da certi suoicugini e così conobbe papà. Abitavamo in Bovisa,quartiere operaio. La casa era in via Candiani. Sta­vamo in due stanze e avevamo il bagno fuori, sulballatoio. A 14 anni già ero in fabbrica, andavo afare le cinture per i pantaloni. Poi passai inun’azienda nuova, di sanitari: ero garzone, facevoi water. Tre­quattro anni dopo entrai in un’officinameccanica, mi misero al tornio. Oltre al lavoro, giocavo al calcio e mi prese il Milan. Sul finire de­gli anni Cinquanta il Milan mi diede al Verona. Lìho conosciuto mia moglie Rosanna. All’epoca si fa­cevano delle festicciole in casa, si ascoltava la mu­sica: è andata così. La prima volta a Verona, dagiocatore, mi ammalai, presi una brutta pleurite.Sei­sette mesi fermo, rischiai di chiudere col cal­cio. All’ospedale ogni mattina mi alzavo per lavar­mi e il medico un giorno mi rimproverò: “Non far­lo più sennò rischi di peggiorare. Preferisco avere

un malato che puzza”. Il Verona mi mandò 40 giorni al lago e 40 giorni in montagna. Quandoripresi, giocai 38 partite su 38. Poi l’Hellas mi ven­dette all’Udinese e cominciai a girare l’Italia: Udi­nese, Catanzaro, Spal, ancora Udinese, Verbania.A Verbania andai perché mi promisero che a finecarriera mi avrebbero dato il posto in una legato­ria, anche se io sognavo di andare a lavorare alleOfficine Mondadori di Verona, di avere il posto fis­so. Non andò così, iniziai ad allenare».

COME NASCE UNO SCUDETTO «Nella primaveradel 1981, col Cesena che stava per salire in A, ven­ne a cercarmi il Verona. Al Cesena si meravigliaro­no che rinunciassi alla Serie A, ma volevo riporta­re moglie e figlie a Verona. Con l’Hellas vincem­mo subito il campionato di B. La squadra delloscudetto cominciammo a costruirla quando arri­vò Emiliano Mascetti come direttore sportivo. Laparola scudetto la pronunciammo per la primavolta all’ultimo dell’anno. Un gruppo di giocatori

Un libro di 160 pagine sullo storico scudetto conquistato dalla squadra di Bagnoli 30 anni fa: è in edicola, a Verona e provincia, a 9,99 euro. Chi non vive in provincia di Verona può ordinarlo in edicola o sul web nello store di Gazzetta.it.

Alcuni dei protagonisti della storica impresa dei gialloblù. 1 Il tecnico Osvaldo Bagnoli in trionfo dopo la conquista dello scudetto, il 12 maggio 1985 a Bergamo. 2 L’esterno Piero Fanna in azione. 3 Il centrocampista tedesco Hans Peter Briegel, 9 gol in 27 partite. 4 L’attaccante danese Preben Elkjaer Larsen, autore della rete del pareggio trent’anni fa contro l’Atalanta: viene ricordato anche per l’incredibile gol segnato senza una scarpa al Bentegodi contro la Juve: era il 14 ottobre 1984

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QUEST’ANNO DOPPIA FESTA PER L’OSVALDOIl trentennale dello scudetto, oggi (fu conquistato il 12 maggio 1985 dopo l’1-1 a Bergamo con l’Atalanta) e i suoi ottant’anni, che festeggerà il 3 luglio: un 2015 denso di amarcord per Osvaldo Bagnoli. Ecco ampi stralci di una chiacchierata con l’allenatore del Verona campione d’Italia 1984-85. Un pomeriggio di qualche tempo fa nel suo ufficio all’aperto, il parco sotto casa. Una bella giornata di sole, bambini che giocano, l’Adige in lontananza. Lo scudetto del Verona e non solo. L’intervista integrale la trovate nel libro «Uno storico scudetto», in vendita a Verona e provincia.

Un libro sul trionfoLa Gazzetta raccontala corsa tricolore

Serie ARIl trionfo del 12 maggio di 30 anni fa

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23MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

VENERDÌ, ORE 20.30PERUGIA-CARPI (0-4)SABATO, ORE 15AVELLINO-TRAPANI (1-4)CATANIA-CITTADELLA (2-3)ENTELLA-LATINA (1-1)FROSINONE-CROTONE (0-2)LANCIANO-SPEZIA (3-3)LIVORNO-VICENZA (0-0)MODENA-TERNANA (0-1)PRO VERCELLI-BOLOGNA (0-3)VARESE-PESCARA (0-2)BARI-BRESCIA ore 18 (1-2)

SERIE A PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSIONI

CLASSIFICASQUADRE PT PARTITE RETI G V N P F S

CARPI 79 40 22 13 5 59 26FROSINONE 68 40 19 11 10 58 46VICENZA 64 40 17 13 10 41 35BOLOGNA 64 40 16 16 8 47 34SPEZIA 61 40 16 13 11 56 40PERUGIA 60 40 14 18 8 45 40AVELLINO 58 40 15 13 12 39 38PESCARA 58 40 15 13 12 65 53LIVORNO 58 40 15 13 12 56 46BARI 51 40 13 12 15 40 46LANCIANO 50 40 10 20 10 49 45LATINA 49 40 11 16 13 37 38TRAPANI 49 40 12 13 15 53 65CATANIA 48 40 12 12 16 57 57PRO VERCELLI 48 40 12 12 16 44 54CROTONE 47 40 12 11 17 41 49MODENA 46 40 10 16 14 35 36TERNANA 45 40 11 12 17 32 46ENTELLA 43 40 9 16 15 35 52CITTADELLA 41 40 8 17 15 44 52BRESCIA (-6) 39 40 11 12 17 49 58VARESE (-4) 32 40 8 12 20 38 64

Serie BRL’analisi

FINALEROVENTE

Dal Frosinone ai playoutE’ un campionato in 180’1Finora solo due verdetti, ma sabato è attesa la seconda promozionePlayoff, piazzamenti vantaggiosi e salvezza: ecco cosa può succedere

Novara in B, l’altalena continua«Questa la vittoria più difficile»1De Salvo: «In campo e in tribunale: che fatica. Toscano resta? Se vuole...»

Lega ProRLa terza squadra promossa

BRESCIATriboldi presidenteLettera a Tavecchio BRESCIA (g.p.l.) Ufficializzato l’organigramma del nuovo Brescia: il presidente è Alessandro Triboldi; l’a.d. oltre che direttore generale è Rinaldo Sagramola. Il cda è completato dall’avvocato Aldo Ghirardi. «Sono riconoscente a Gino Corioni, che per 25 anni si è speso per il Brescia, e a Marco Bonometti, principale artefice del salvataggio del club», ha detto Triboldi, d.g. di Centro Padane, già d.g. del Comune di Brescia. Il club ha anche scritto una lettera a Tavecchio per chiedergli di non fare differenze fra i club (attivismo per il Parma, disinteresse per gli altri).

IL GIUDICE SPORTIVOSpinta all’arbitro:3 turni a Dugandzic MILANO Il giudice sportivo ha squalificato per 3 giornate Dugandzic (Ternana), perché dopo essere stato ammonito ha «spinto all’altezza della spalla il direttore di gara». Tre giornate anche a Ceccarelli (Bologna) «per avere, a gioco fermo, colpito un avversario con uno schiaffo al volto». Due giornate a Cesar (Entella), una a Blasi (Varese), Comotto (Perugia), Goldaniga (Perugia), Alhassan (Latina), Brugman (Pescara), Calderoni (Bari), Ant. Caracciolo (Brescia), Nenè (Spezia), Minala (Bari), Oduamadi (Latina), Pasciuti (Carpi) e Sgrigna (Cittadella). Ammende: 3.500 allo Spezia, 3.000 euro al Latina, 1.500 a Pro Vercelli e Vicenza.

TACCUINO

Nicola Binda

D ue promozioni dirette,sei squadre nei playoff(le prime due ammesse

subito alle semifinali), due aiplayout e tre retrocessioni di­rette. Questo è il menù inizialedella Serie B. Ma a 180 minutidalla fine ci sono soltanto duecertezze: il Carpi è in Serie A eil Varese in Lega Pro. Possonoancora succedere tantissimecose e al momento soltanto al­tre due squadre (Bari e Lancia­no) sembrano fuori dai giochi.Tutte le altre, in alto o in basso,chi più e chi meno, devono an­cora fare qualche sforzo. Cer­chiamo di capirne di più.

PROMOZIONE DIRETTA

IN CORSA Un posto: Frosino­ne, Vicenza, Bologna.

LO SCENARIO Il Frosinone sa­bato può fare festa. Se vincecon il Crotone è fatta, se pareg­gia deve sperare che non vinca­no Vicenza e Bologna, se perdedeve sperare che anche il Vi­cenza perda e che il Bolognanon faccia più di un pareggio.Perché il Frosinone è in van­taggio col Bologna, mentre colVicenza deve giocare all’ultimagiornata dopo aver vinto 1­0all’andata.

PLAYOFF

IN CORSA Sei posti: le dueescluse dalla promozione di­retta, più Spezia, Perugia,Avellino, Pescara e Livorno.

LO SCENARIO Vicenza e Bolo­gna, se non superano il Frosi­none, devono almeno difende­re terzo e quarto posto per evi­tare il primo turno e andare di­rettamente in semifinale. Per iquattro posti del primo turnosono in corsa cinque squadre,che tra l’altro devono anchecercare di conquistare una po­sizione vantaggiosa per il fat­tore campo (il primo turno èinfatti una gara unica sul cam­po di quinta e sesta). Allo Spe­zia manca un punto per la qua­

lificazione aritmetica, al Peru­gia invece due potrebbero nonbastare. Al momento la classi­fica avulsa esclude il Livorno,ma c’è ancora uno scontro di­retto all’ultima giornata e pro­babilmente sarà proprio que­sta sfida che scioglierà il dub­bio: Pescara­Livorno.

PLAYOUT

IN CORSA Due posti: Latina,Trapani, Catania, Pro Vercelli,Crotone, Modena, Ternana,Entella, Cittadella e Brescia.

LO SCENARIO Oggi la sfida sa­rebbe tra Ternana ed Entella;in corsa ci sono sei squadre checercano di scappare e raggiun­gere quota 50 (oggi garantisce

la salvezza, ma alla fine po­trebbe abbassarsi) e altre dueche inseguono la disperata ri­monta. Anche qui gli scontridiretti potrebbero fare la diffe­renza, a cominciare da Entella­Latina (Latina salvo con il pari)e Modena­Ternana (Modenasalvo con i tre punti) di sabato,per arrivare probabilmente a Crotone­Entella, Latina­Mode­na e Trapani­Pro Vercelli del­l’ultima giornata. Queste sfidepotrebbero in teoria rimetterein gioco il Cittadella, che peròdeve come minimo vincere aCatania: in questo caso la squa­dra di Marcolin potrebbe finirenei guai.

RETROCESSIONE DIRETTA

IN CORSA Due posti: Crotone,Modena, Ternana, Entella, Cit­tadella e Brescia.

LO SCENARIO Cittadella e Bre­scia, come detto, rincorrono al­meno i playout. Il Cittadella è a­2 ma ha il calendario più osti­co, dovendo (dopo la trasfertaa Catania, che potrebbe mette­re la parola fine) ricevere al­l’ultima un Perugia in corsa peri playoff. Invece il Brescia è a ­4e deve sperare nel miracolo (6punti potrebbero non bastare):basta non vincere a Bari sabatoper essere subito in Lega Pro.

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L’esultanza dei giocatori del Frosinone: sabato può essere A D’ANNIBALE

LA GUIDA

Ecco il riepilogo dei verdetti e il programma della fase finale della Lega Pro dopo la conclusione del campionato.

SUPERCOPPA Questa manifestazione serve per indicare la squadra regina della Lega Pro per la stagione 2014-15.PRIMA GIORNATA Sabato 16: Novara-Salernitana (ore 20.45).SECONDA GIORNATA Mercoledì 20: il Teramo affronta la squadra che ha perso alla prima giornata (Novara in casa, Salernitana fuori); il caso di pareggio, riceve il Novara.TERZA GIORNATA Sabato 23: il Teramo o riceve il Novara o va a Salerno.REGOLAMENTO Se ci sono due o tre squadre con gli stessi punti, si guardano, nell’ordine: differenza reti, maggior numero di reti segnate, maggior numero di reti segnate nella gara in trasferta. Se la parità resta, si va al sorteggio.

PLAYOFF Da determinare la quarta promozione in B dopo quelle delle prime classificate Novara, Teramo e Salernitana.PRIMO TURNO Sabato 16: Benevento-Como (ore 17). Domenica 17: Bassano-Juve Stabia (ore 15, diretta Raisport), Ascoli–Reggiana (ore 16) e Matera–Pavia (ore 17).SEMIFINALI Andata domenica 24, ritorno il 31: la vincente di Benevento-Como affronta la vincente di Matera-Pavia (andata sul campo della peggio classificata), la vincente di Bassano-Juve Stabia affronta la vincente di Ascoli-Reggiana (andata sul campo della peggio classificata).FINALE Andata domenica 7 giugno, ritorno il 14: andata sul campo della squadra peggio classificata in campionato.

PLAYOUT Oggi a Firenze c’è un incontro in Lega con le 12 società per definire programma e orari. Ecco al momento le partite: si gioca sabato 23 e sabato 30 e chi perde retrocede.GIRONE A Pordenone-Monza e Lumezzane-Pro Patria.GIRONE B Pro Piacenza-Gubbio e Savona-Forlì.GIRONE C Savoia-Messina e Ischia-Aversa Normanna.RETROCESSE AlbinoLeffe (A), San Marino (B) e Reggina (C).

Sabato c’è il via alla SupercoppaBenevento-Como apre i playoff

FIRENZE Francesco Ghirelli è tornato nella sede della Lega Pro e si è riappropriato del suo ufficio dopo il licenziamento di settembre, poi annullato dal Tribunale di Firenze. La presenza ha destato qualche disagio ai dirigenti di Lega, in una giornata campale. In mattinata si è svolta una riunione informale dei club, voluta dai dissidenti con alcune promosse dalla D. Quante erano? C’è stato anche un piccolo giallo. Durante la conferenza allestita (casualmente?) nel pomeriggio dai vertici della Lega Pro per presentare le novità per la prossima stagione, è stato distribuito un elenco di 17 società presenti quando in realtà erano 32; a testimoniare la trasparenza dell’incontro c’era anche la Reggiana con il presidente Barilli, che è pure consigliere di Lega. «La nostra riunione - ha detto Toccafondi, che ha presentato dati molto interessanti - ha confermato che la Lega Pro è in stato prefallimentare sotto l’aspetto sportivo, politico ed economico. Abbiamo proposte costruttive da discutere in assemblea». Intanto però la Lega ha già preso decisioni di notevole importanza, illustrate dal vice presidente Archimede Pitrolo (attuale n. 1 per l’inibizione di sei mesi a Macalli), affiancato dall’altro vice Antonio Rizzo e dal d.g. Cipollini. Le fidejussioni per l’iscrizione calano da 600 a 400 mila euro: la Lega Pro garantirà la differenza. Le società che non supereranno il milione di ingaggi riceveranno un bonus di 100 mila euro. In rosa (come da accordo con l’Aic) sono consentiti al massimo 24 professionisti, dei quali 8 dovranno essere under 21: una società riceverà contributi in graduale crescita se gli under saranno almeno 5. Al contrario di Toccafondi, Pitrolo ha parlato di «momento favorevole per la Lega Pro. E’ positivo che esista una contrapposizione, purché non sia strumentale per altre finalità». Pitrolo ha anche detto che Sportube ha avuto 24 milioni di contatti e che l’Under 21 avrà meno spazio in favore di U16 e U18. E Ghirelli? Sulla questione ha fatto chiarezza Rizzo: «Dovremo riunire il Direttivo, la sentenza è recentissima».

Alberto Paoli

GIORNATA CALDA A FIRENZE

L’auto-riunione dei club«Stato prefallimentare»E la Lega cambia le rose

Matteo Pierelli

P oco meno di un anno faMassimo De Salvo si stavaleccando le ferite: Novara

retrocesso in Lega Pro, squadrada rifare, ambiente ostile e futu­ro pieno di insidie. Ora il presi­dente dei piemontesi, leader nelsettore sanitario, si gode la terzapromozione della sua gestione,iniziata nel novembre 2006. «E’stata la più sofferta — dice —combattere nei tribunali è quasipiù dura che farlo in campo. Ciavevano dato 8 punti di penaliz­zazione, dopo che la Procura fe­derale ne aveva chiesti 3, per ipagamenti in ritardo che per noierano incentivi all’esodo e quin­di non sottoposti alle scadenzepreviste per i giocatori in rosa. E’stata una mazzata a poche gior­nate dalla fine, poi siamo stati bravi a far valere le nostre ragio­ni e almeno 5 punti ce li hannorestituiti».

Non è stato l’unico momento buiodella stagione. Sul campo le cosenon erano cominciate nel miglio-re dei modi. «C’erano le scorie della retroces­sione da smaltire, l’ambiente eradepresso e la squadra non gira­va. Dopo otto partite, a metà ot­tobre, eravamo undicesimi, asette punti dal Bassano. Quasiun disastro».

L’allenatore Domenico Toscano in

quel frangente ha rischiato l’eso-nero?«No. Abbiamo fatto delle valuta­zione come succede dopo ognipartita. Quando sei favorito e parti male è ancora più difficilerisalire, quindi abbiamo cercatodi compattare il più possibilel’ambiente e piano piano la squa­dra ha acquisito la giusta consa­pevolezza dei propri mezzi e i ri­sultati sono cominciati ad arri­vare».

Poi la gioia di domenica scorsa aLumezzane, dove lei era assen-te... «Avevo la prima comunione dimia figlia Gaia e poi non volevosoffrire troppo. Ho seguito lapartita da solo, isolato da tutti.Ero al telefono col d.s. DomenicoTeti che mi teneva aggiornato.Quando la partita è finita ho

avuto le stesse sensazioni del2010, quando salimmo in Serie Bdopo 33 anni».

L’anno dopo arrivò addiritturaanche il salto in A...«E non facemmo male, anche sepoi arrivò la retrocessione. Ab­biamo chiuso il campionato di­gnitosamente a 32 punti, battutodue volte l’Inter e riportato lagente allo stadio».

Ma il Novara due anni dopo si èritrovato in Lega Pro.«Abbiamo fatto delle scelte sba­gliate. La retrocessione è stataun dramma sportivo. Nessuno selo aspettava, nemmeno io, an­che perché la squadra non eracosì scarsa».

A quel punto la società è stata ri-voluzionata.«Eravamo tutti da cacciare, iocompreso, ma quello non erapossibile... Ho cambiato quasitutti perché dopo un fallimentodel genere era necessario fareordine. Come direttore sportivoho scelto Teti su segnalazione diPasquale Sensibile e non mi sonopentito».

Ora servono i rinforzi per esserecompetitivi anche in Serie B. CheNovara vedremo la prossima sta-gione?«Toscano ha ancora un anno dicontratto e se lui vuole rimarrà.L’ossatura della squadra va man­tenuta, perché questo è un grup­po di valore. Certo, le categorievanno rispettate e in B c’è piùqualità che in Lega Pro, inutilenascondersi. Quindi qualche ac­quisto va fatto. Io sono juventi­no, ma ovviamente è impensabi­le avere loro come modello. Noidobbiamo fare come Chievo oUdinese, piccole realtà dove èpossibile fare un calcio sosteni­bile e di livello».

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Massimo De Salvo, 37 anni ANSA

VENERDì 22, ORE 20.30BOLOGNA-LANCIANO (2-1)BRESCIA-AVELLINO (0-2)CARPI-CATANIA (2-0)CITTADELLA-PERUGIA (1-3)CROTONE-ENTELLA (1-1)LATINA-MODENA (0-0)PESCARA-LIVORNO (2-1)SPEZIA-BARI (3-0)TERNANA-VARESE (0-2)TRAPANI-PRO VERCELLI (0-1)VICENZA-FROSINONE (0-1)

41a GIORNATA

42a GIORNATA

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24 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

MATTINA7 Gazzetta News7.30 Gazzetta News8 Gazzetta News8.30 Gazzetta News9.05 Campioni a confronto9.30 Condò Confidential10.05 The Speedgang-La banda dei motori11.05 Perfection: Momenti di gloria

11.30 Qui Foro Italico - Diretta12.05 Bomber13 Gazzetta News13.30 Gazzetta News

POMERIGGIO 14 Gazzetta News Sottocanestro14.15 Le nuove forze del calcio14.30 Gazzetta News CorriAmo

14.45 Autogol News15 The Speedgang - La banda dei motori15.55 Sfide senza limiti - Prima Tv16.20 Pazzi per i derby17.15 Bomber18.05 Perfection: momenti di gloria18.30 Fantanews19 Calcio Market 19.30 Gazzetta News Giro d’Italia

SERA20 Qui Foro Italico - Diretta20.30 Gazzetta News20.45 Gazzetta News21.05 Perfection: Momenti di gloria21.35 Bomber22.30 Condò Confidential23 Gazzetta News23.15 Gazzetta News Giro d’Italia

Il futuro dell’Inter è su GazzettaTv 1«Calciomarket» sul domani nerazzurro. In più tennis e l’intervista a Datome, star italiana dei Boston Celtics

Gabriella Mancini

G iornata divisa tra varisport su GazzettaTv: dalbasket all’atletica, dal ci­

clismo al tennis e naturalmenteal calcio. Tutto sul canale 59 deldigitale terrestre.

TENNIS Gli appuntamenti con ilForo italico scattano alle 11.30 esaranno replicati in prima sera­ta, alle 20. Tutti gli aggiorna­menti degli Internazionali d’Ita­lia, gli highlights e anche il col­po più bello dallo studio di Gaz­zettaTv con i nostri inviati.Notizie a rullo anche su Gazzet­ta News.

CICLISMO Passiamo al Girod’Italia. Alle 13.15 via al puntosulla quarta tappa Chiavari­LaSpezia, piena di insidie, alle19.30 spazio allo Speciale Girocon i commenti del campionedel mondo Paolo Bettini e degliinviati della Gazzetta delloSport; alle 23.15 il riassunto del­la gionata con Andrea Berton instudio e interventi del vicediret­tore della Gazzetta Pier Bergon­zi e Luca Gialanella, il responsa­bile della redazione ciclismo.

BASKET Grande basket alle13.45 con l’intervista a LuigiDatome, ala dei Boston Celtics ecapitano della nostra Naziona­le. Il campione sardo (è di Ol­bia), parlerà della stagione vis­suta tra Detroit e Boston, degliazzurri e del futuro: rimarrà inNba o ritornerà in Europa? Ve­dremo se Datome si sbottonerà.L’intervista, realizzata dai gior­nalisti Michele Gazzetti e Davi­de Chinellato, sarà replicata inserata, alle 20.45. Alle 14 ap­puntamento con Sottocanestro.

CALCIO GIOVANILE Nel primopomeriggio calcio giovanilecon Le nuove forze del calcio: inprimo piano la Nazionale Un­der 17, impegnata negli Euro­pei in Bulgaria. In collegamen­to, il capo delegazione Gian­franco Serioli spiegherà per­ché la Federazione ha portatoin ritiro anche gli insegnanti. Ilprogramma si conclude con laTop5 degli Under 21 nell’ulti­ma giornata di serie A. Pocodopo torna l’atletica con la ru­brica CorriAmo, dedicata al

Il cestista dei Boston Celtics Gigi Datome con il nostro Davide Chinellato nello studio di GazzettaTv BOZZANI

running; oggi c’è il maratonetamarocchino Migidio Bourifa.Come sempre, i consigli di untecnico per imparare a correre.

FANTACALCIO Non mancanogli Autogol. Oggi si lancerannoin un’imitazione celestiale,quella di Papa Francesco, tifo­so del fuoriclasse argentino Li­onel Messi. Nel tardo pomerig­gio linea a +3 Fantanews: tuttii segreti del Fantacalcio, i top ei flop della giornata. Tra i pro­tagonisti ci sarà Hernanes, au­tore di una doppietta contro laLazio mentre il nostro MatteoDalla Vite commenterà le pa­gelle di Lazio­Inter.

MERCATO Infine Calcio­market. Alle 19 tutte le ultimedel mercato con Federica Mi­gliavacca, il nostro espertoCarlo Laudisa e il direttoresportivo Giorgio Perinetti. Ilsondaggio è puntato sull’Inter:riuscirà a qualificarsi per l’Eu­ropa League? A chi affidare lechiavi del centrocampo traShaquiri ed Hernanes? E chiandrebbe sacrificato tra Gua­rin, Icardi, Kovacic e Handano­vic per puntare a un topplayer? Scatenatevi.

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25MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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La tiratura di lunedì 11 maggio è stata di 293.568 copie

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PREZZI ALL’ESTERO: Albania e 2,20; Argentina $ 15,50; Austria e 2,20; Belgio e 2,20; Canada CAD 3,50; Cz Czk. 64; Cipro e 2,20; Croazia Hrk 17; Francia e 2,20; Germania e 2,20; Grecia e 2,50; Irlanda e 2,20; Lux e 2,20; Malta e 2,20; Monaco P. e 2,20; Olanda e 2,20; Portogallo/Isole e 2,50; SK Slov. e 2,20; Slovenia e 2,20; Spagna/Isole e 2,50; Svizzera Fr. 3,00; Svizzera Tic. Fr. 3,00; Hong Kong HK$ 45; UngheriaHuf. 700; UK Lg. 1,80; U.S.A. USD 4,00.

DIRETTORE RESPONSABILEANDREA MONTI

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VICEDIRETTORE VICARIOGianni Valenti

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VICEDIRETTORIPier Bergonzi

[email protected] Cazzetta

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CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

PRESIDENTE Maurizio Costa

AMMINISTRATORE DELEGATOPietro Scott Jovane

CONSIGLIERI Gerardo Braggiotti,Laura Cioli,Paolo Colonna,Teresa Cremisi,Dario Frigerio,Tom Mockridge,Stefano Simontacchi

DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri

OPINIONI

Vorrei tornare su Messi, con una riflessione e una domanda. Dopo quel suo strepitoso gol contro il Bayern, vedendo come era crollato Boateng, ho pensato a Gentile e mi sono chiesto se lui sarebbe stato capace di fermare Messi, come fece nel mondiale 1982 con Maradona e Zico. Noi italiani recitiamo a memoria Zoff, Gentile, Cabrini, oppure Zenga, Bergomi, Ferri, e ancora Tassotti, Baresi, Maldini. La globalizzazione ci ha fatto dimenticare che la difesa è la base di ogni squadra. È casuale che la Juve con la difesa quasi tutta italiana domini il campionato da quattro anni?

Genesio Volpato, Padova

P arto dal fondo. Non è un casoche la Juventus continui a vincere in Italia con la migliore

difesa, tra l’altro prevalentemente italiana. Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini, la base dello squadrone triscudettato di Conte che Allegri ha potuto schierare soltanto quando ha recuperato Barzagli nelle partite in cui ha scelto la difesa a tre, sono importanti come il capocannoniere Tevez. Ma nel nostro, come negli altri principali campionati europei, alla distanza è ancora più importante non prendere gol che farne. Rileggere, per credere, la classifica in Italia, dove la Lazio ha segnato lo stesso numero di gol della Juventus (65) ma ne ha incassati 14 in più (34­20). Il discorso vale anche per la Liga, in cui a parità di gol (107) il Barcellona stacca il Real Madrid grazie alla sua miglior difesa (19­34). In Premier, addirittura, il Chelsea, neocampione d’Inghilterra, ha realizzato più gol del Manchester

City secondo (70­77), ma ne ha subiti meno (28­36). E infine, in Bundesliga, il Bayern Monaco ha il miglior attacco (77) ma anche la miglior difesa (16), mentre il Wolfsburg, secondo, ha incassato 35 reti, più del doppio. Ciò non vuol dire, ovviamente, che Juventus, Barcellona, Chelsea e Bayern si preoccupano più di difendere che di attaccare, ma semplicemente che unabuona difesa, a livello organizzativo e individuale, è la prima indispensabile base per vincere. E del resto in Italia c’è un precedente clamoroso che lo conferma, perché quello che molti considerano il migliore e più spettacolare Milan di Berlusconi, il primo di Sacchi cioè, segnò meno gol del Napoli con un certo Maradona (43­55), ma ne incassò poco più della metà (14­27) vincendo lo scudetto nel 1988. Da Maradona a Messi il passaggio è obbligato e coinvolge due epoche del calcio, quella in cui gli stranieri erano in netta minoranza e soprattutto quella in cui i difensori marcavano a uomo. E allora è facile ripensare a Gentile, entrato nella storia del calcio, non soltanto italiano, dopo aver annullato Maradona e Zico al mondiale 1982. Anche se non esisterà mai la controprova, avendolo visto di persona e non soltanto nei filmati, sono convinto che Gentile, con la sua grinta e la sua feroce concentrazione, non lascerebbe tanto spazio a Messi e gli renderebbe la vita più difficile di tanti difensori di oggi perché l’ex azzurro e bianconero, come il suo degno erede campione del mondo Cannavaro, aveva una qualità oggi quasi del tutto scomparsa: l’anticipo. E non a caso, per tornare al tema di partenza, l’Italia di Bearzot nel 1982 e quella di Lippi nel 2006 vinsero grazie a grandi difese e grandi difensori. Mentre Messi, che non ha mai avuto un Gentile alle sue spalle, sta ancora aspettando di festeggiare un mondiale…

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Lettere alla Gazzetta

SE CI FOSSE GENTILEA MARCARE MESSICAMBIEREBBE TUTTO

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TEMPI SUPPLEMENTARIdi ALBERTO CERRUTIemail: [email protected]

L a notte porta consiglio? Forse,non siamo così sicuri, almeno agiudicare da ciò che è accadutoa Roberto Donadoni edHernanes: una bella dormita

non li ha aiutati a tenere il punto dopo le loro stoccate. Due storie diverse, accomunate da curiosi epiloghi. Chiamatele sterzate, se automobilisti, oppure strambate, se velisti. Gesti a volte virtuosi, a volte maldestri, Come capita a Donadoni ed Hernanes.

L’allenatore del Parma, dopo la rissa sfiorata nel finale con il Napoli, accusa: «Sentirsi dire che dovevamo perdere perché siamo falliti è indecoroso, indecente e schifoso». Chi conosce il tecnico gialloblù non si stupisce della reazione: Roberto è un uomo corretto, mai e poi mai si sognerebbe di uscire sconfitto senza giocarsela. I suoi compagni a Milanello lo ricordano bene: non sopportava nemmeno di perdere a biliardo o alle carte, men che meno in partitella. Donadoni tutto d’un pezzo, che c’è di strano? Beh, c’è di strano che il giorno dopo l’allenatore sente il bisogno di correggere il tiro. «A fine partita ho avuto una reazione forte, ma è finita lì, il capitolo è chiuso abbondantemente. Non bisogna aspettare che qualcuno ti regali qualcosa, nemmeno con una squadra retrocessa e fallita. È lecito pensare che certe cose non accadano e che non si arrivi a tanto, ma preferisco metterci una pietra sopra». A proposito di pietre, però, non è che si può scagliare un macigno e poi nascondere la mano. Tanto che ci sarebbero gli estremi per l’intervento della Procura Federale. E qui Donadoni si trasforma da ex centrocampista dai numeri divini in libero vecchia maniera e spazza via in tribuna, non in tribunale: «L’apertura di un’indagine mi sembrerebbe

un’assurdità, vorrebbe dire aggiungere sciocchezze su sciocchezze». Sciocchezze? Sarà… Le parole sono importanti, gridava il pallanotista Nanni Moretti in Palombella rossa. Non è che abbiamo scherzato. Se davvero Donadoni ha visto e sentito porcherie, continui dritto per la sua strada, non ha bisogno di altri dribbling per la standing ovation. Altrimenti adeguiamoci tutti all’andazzo italico del«tengo famiglia», del «volemose bene».

Anche a Hernanes il lunedì serve per spiegare, precisare, o meglio ritrattare. Il giorno prima con l’Inter all’Olimpico firma una doppietta vincente alla sua ex, la Lazio. E vai con le capriole: non è soltanto provetto ginnasta a corpo libero, ma è anche schermidore. Giù stoccate a Claudio Lotito: «Mi dispiace per i tifosi, ma la dedica era per il presidente. Ha parlato troppo, ha considerato la mia cessione un affare». Frasi da vendetta, ieri però il Profeta si esibisce in un’altra giravolta, stavolta verbale: «A tutti i tifosi laziali volevo chiedere scusa perché se io avessi saputo prima che la mia capriola sarebbe stata interpretata come una mancanza di rispetto nei vostri confronti, non l’avrei mai fatta! L’orgoglio a volte ti porta a fare cose che neanche capisco bene». Poi, sempre più difficile!, avanti con la capriola più avvitamento: «Se osservate bene, non ho esultato quando ho segnato contro di voi a San Siro e nemmeno per il secondo gol all’Olimpico e anche la capriola è stata triste, senza esultanza!». La capriola triste, questa ci mancava, può risultare utile a tutti quelli che annunciano «se segno, non esulto», schiera affollata, ma chissà perché e in base a quale oscura logica.

Donadoni ed Hernanes insomma sono tormentati, ma non si lacerino più di tanto in ulteriori riflessioni. Abbiano il coraggio dei loro sentimenti e delle loro azioni: di sicuro strapperanno tanti altri meritati applausi.

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Prima stoccate, poi ripensamenti

DONADONI-HERNANESQUANDO LA NOTTE NON PORTA CONSIGLIOIL COMMENTOdi ANDREAMASALA

I n una intervista qualche mese fa avevodichiarato che il mio alpinismo è finito.Era seguita una lunga scia di polemiche.

Mi si accusava di aver affermato che dopo di

Il dibattito

ALPINISMO: PIÙ DEI RECORD CONTANO LE EMOZIONIL’AVVENTUROSOdi REINHOLDMESSNER

me l’alpinismo era morto. Direi che la differenza non è sottile. Venerdì sera sul palco del Festival della Montagna di Trento ho detto chiaramente e con gioia che no, l’alpinismo nonè morto. L’ho detto avendo accanto a me una dimostrazione: Hervé Barmasse, un giovane alpinista che ha ben capito il significato profondo di questa attività. Che non è solamente pratica sportiva. È anche cultura, frutto di una lunga storia. Non basta scalare. Chi lo fa dovrebbe anche trasmettere nei modi

che gli sono più congeniali il suo patrimonio di emozioni. Non con le cifre o l’albo dei record. Ma con libri, conferenze, film. Io ci provo anche con i miei musei. Hervé ha saputo vivere grandi avventure non solo in luoghi lontani, maanche sulla «sua» montagna, il Cervino, e ha tratto ispirazione dalla storia. L’ha approfondita con passione. Lo ha ben dimostrato nella serata che abbiamo condotto insieme, dedicata agli anniversari della Grande Becca ­ i 150 anni della prima salita di Whymper ma anche di

Carrel e i 50 anni dell’ultima, immensa impresa di Walter Bonatti ­ e ai 100 anni della Grande Guerra. Di quell’ingresso dell’Italia nel conflitto che portò gli scontri in alta quota, dall’Ortles all’Adamello e alle Dolomiti. Ma al Festival non ci sono solo gli appuntamenti in programma. A casa dell’amico Loris Lombardini ho incontrato un alpinista più anziano del vecchietto che sono: Cesare Maestri. Qualcuno ha scritto che abbiamo fatto pace, ma non sono mai stato in guerra con lui. È stato semplicemente l’incontro di due uomini. Lontano da ogni montagna, simbolica o fisica.

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MERCEDES AMGScuderia di F.1 BREAKING NEWS: @Arsenal si prepara per il 2016 con la linea più veloce al mondo! :-) #HamiltonHenry @MercedesAMGF1

La vignettadi Valerio Marini

Twitter

GIANMARCO POZZECCOEx cestista PER SEMPRE...GRAZIE VARESE!!!@theoriginalpoz

FEDERICA PELLEGRINIOlimpionica di nuoto Questi sondaggi mettono gioia e speranza in un futuro migliore... alle ragazze piace faticare e sacrificarsi@mafaldina88

Page 26: La Gazzetta dello Sport (05 - 12 - 2015)

26 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

RAPALLO

SESTRI LEVANTE

Mar Ligure

BarbagelataBarbagelata92 km

95 km

GPM

QUINTO AL GIRO 2014 Domenico Pozzovivo

è nato il 30 novembre 1982a Policoro (Matera) e vive a

Montalbano Jonico. Pro' dal 2005con la Panaria-Navigare (poi CSFGroup e Colnago), nel 2013 passa

alla francese Ag2r La Mondiale. Incarriera vanta 12 vittorie. Questo

era il suo nono Giro: il migliorepiazzamento nel 2014, 5°.

Due successi nel 2015: una tappaal Catalogna e una al Trentino.

Eccolo orgoglioso con il dorsalenumero 1 del Giro ROBERTO BETTINI

1Ha il dorsale 1: scivola in discesa, resta incosciente,si riprende. Sollievo: niente fratture, trauma cranico

98° Giro d’ItaliaRTerza tappa, Rapallo-Sestri LevanteSan Lorenzoal Mare

Sanremo1

Albenga

Genova2

Rapallo

Sestri Levante3

Chiavari

La Spezia4

La Spezia

Abetone5

MontecatiniTerme

Castiglionedella Pescaia

6

Grosseto

Fiuggi7

Fiuggi

CampitelloMatese

8

Benevento

San Giorgiodel Sannio

9

CivitanovaMarche

Forlì10

Forlì

Imola11

Imola

Vicenza(Monte Berico)

12

MontecchioMaggiore

Jesolo13

Treviso

Valdobbiadene14

Marostica

Madonnadi Campiglio

15

Pinzolo

Aprica16

Tirano

Lugano(Svizzera)

17

Melide

Verbania18

Gravellona Toce

Cervinia19

Saint-Vincent

Sestriere20

Torino

Milano21

GERRANSTEAM ORICA

MATTHEWSVIVIANI

MATTHEWSMATTHEWS

km 17,6 km 177 km 136 km 150 km 152 km 183 km 264 km 186 km 215 km 200 km 153 km 190 km 147 km 59,4 km 165 km 174 km 134 km 170 km 199 km 178km 236

KM 95, ORE 16.20 Pozzovivo, che schiantoIl Giro trattiene il fiato

«Peccato, ci tenevo molto»

Alessandro ContiClaudio GregoriGENOVA

I l dramma è esploso improvviso. Come il blitzdel fulmine che squarcia il cielo. Alle 16.20 icorridori scendevano rapidi dal Passo della

Scoglina. Infilavano un’ampia curva a destra adalta velocità. Le bici erano bob scagliati giù dallagravità. La strada trasformata in un toboga da bri­vido. I corridori erano proiettili colorati nel verdedella primavera. Sospesi solo ai due punti di tan­genza delle ruote, volavano. Sfidavano il brivido,domando il serpente della paura che mordeva icuori. Giù, a tomba aperta.

LA FRENATA Prima di quel curvone DomenicoPozzovivo, forse punto dal presentimento, ha fre­nato. La ruota anteriore ha pattinato sull’asfaltoscivoloso come il ghiaccio. Caduta inevitabile.Drammatica. La testa ha colpito l’asfalto schizzan­do avanti e trascinando il corpo. Il corridore eratrasformato in marionetta a cui era stato tagliato ilfilo. Pozzovivo è rimasto a terra inerte. Un piccolosegmento spezzato in mezzo alla strada. Immobi­le. Inanimato. Come un ramo spezzato dal vento.Le ruote delle biciclette e delle ammiraglie lo sfio­ravano. Aveva la faccia rivolta a terra. Il sanguecolava sulla strada. Un piccolo rivolo rosso sul gri­gio dell’asfalto. La scena era un fotogramma spez­za­cuore.

IL TIFOSO Un tifoso, generoso e incauto, ha cerca­to di soccorrerlo. Gli ha sollevato la testa. Gli hafatto scudo col proprio corpo, deciso a proteggerloa rischio della vita. Ha armeggiato intorno a lui,sotto gli occhi di Dupont, che era piegato sopra ilcompagno, sgomento. Pozzovivo aveva perso co­noscenza. Il tifoso ha tentato la respirazione boccaa bocca. Poi gli ha sfilato il casco. Dopo 40 secondiecco la macchina medica n. 1, con la rianimatrice,la dottoressa Elena Della Valle, che, d’improvviso,si è trovata davanti lo spettro di Wouter Weylandt,il ragazzo di Gand perito nella discesa del Bocco il9 maggio di 4 anni fa.

LE PAURE Pozzovivo, però, dopo un breve mo­mento, riprendeva conoscenza. Ma l’immobilità eil sangue davano l’impressione di un trauma gra­ve. Alimentavano sospetti terribili. Anche nei tele­spettatori i ricordi spuntavano dal mare, improv­visi e terribili, come i serpenti che avevano avvoltoLaocoonte nelle sue spire. E il popolo del Giro, ge­lato da quella vista, ha temuto la tragedia. Con ilsuo bel nome che diffonde ottimismo, con il suonumero 1, che era una promessa di vittoria, Pozzo­vivo non era un corridore, ma l’elfo del Giro. Unacreatura della fantasia. Piccolo e bello come lognomo di una fiaba. Il folletto che sale sulle mon­tagne come un colibrì. Ha la levità dei semi di sof­fioni. Tutti lo amano. E, in quello spasmo di dolo­re, lo hanno amato di più.

I SOCCORSI Poi la macchina dei soccorsi si è mes­

Tutti con Domenico

Su GazzettaTv e sul nostro sito guardate le immaginidi Pozzovivo in ospedale e le prime rassicuranti parole

I VIDEO IN OSPEDALE CON LE PRIME PAROLE: ORE 13.15, 19.30, 23.15

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27MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

San Lorenzoal Mare

Sanremo1

Albenga

Genova2

Rapallo

Sestri Levante3

Chiavari

La Spezia4

La Spezia

Abetone5

MontecatiniTerme

Castiglionedella Pescaia

6

Grosseto

Fiuggi7

Fiuggi

CampitelloMatese

8

Benevento

San Giorgiodel Sannio

9

CivitanovaMarche

Forlì10

Forlì

Imola11

Imola

Vicenza(Monte Berico)

12

MontecchioMaggiore

Jesolo13

Treviso

Valdobbiadene14

Marostica

Madonnadi Campiglio

15

Pinzolo

Aprica16

Tirano

Lugano(Svizzera)

17

Melide

Verbania18

Gravellona Toce

Cervinia19

Saint-Vincent

Sestriere20

Torino

Milano21

GERRANSTEAM ORICA

MATTHEWSVIVIANI

MATTHEWSMATTHEWS

km 17,6 km 177 km 136 km 150 km 152 km 183 km 264 km 186 km 215 km 200 km 153 km 190 km 147 km 59,4 km 165 km 174 km 134 km 170 km 199 km 178km 236

1. Domenico Pozzovivo soccorso dopo la caduta durante la discesa dal Passo della Scoglina ANSA 2. I medici del Centro Mobile di Radiologia lo stabilizzano per il trasporto, in auto ed elicottero ANSA 3. All'ospedale San Martino di Genova GENITLE

3

sa in moto. Dopo 7 minuti ecco il Centro Mobile diRadiologia. Il paziente è stato stabilizzato. Da Ge­nova, intanto, era partito l’elicottero. Pozzovivo,fin lì con il rianimatore Fabio Volonté, è decollatoalle 17.07, assistito dal rianimatore Giovanni Pa­lermo e dall’infermiere Gianluca Ambrosini.«Aveva un trauma cranico commotivo. Ma erasempre vigile. Con un “Glasgow coma scale” ­ unascala di valutazione neurologica sullo stato di co­scienza dopo un trauma cranico ­ 14/15, quasinormale», diceva Palermo. Alle 17.17 Pozzovivo,in codice giallo, è atterrato al­l’ospedale San Martino di Genova.Lo abbiamo visto entrare, grazie al­le prodezze del nostro auriga Mas­simo volato sulla strada. Pozzovivoera immobile in barella. Gli occhibendati. Il rosso del sangue mac­chiava il turbante di bende bianchesopra l’occhio destro. La copertatermica nascondeva il corpo, non le scarpe da cor­sa ancora indosso. La registrazione in ospedaledava le 17.32.

LA DIAGNOSI «È vigile, attento. Il quadro sembraabbastanza confortante. Escluderei pericoli di vi­ta, ma non vorrei essere troppo ottimista. È statoun trauma di un certo rilievo. Stiamo facendo laTac cerebrale. Valuteremo se ci sono fratture. Cer­tamente gli applicheremo punti di sutura», dichia­rava il primario del Pronto Soccorso, dottor PaoloMoscatelli alle 18.15. L’attesa era di vetro. Anche i

pazienti, lì per altri traumi, s’interessavano allesorti di Pozzovivo. Poi, alle 19.05, l’annuncio libe­ratore: «Tac negativa. Escluse lesioni encefaliche.Non ci sono fratture, né danni significativi», dice­va Moscatelli. «La diagnosi? Trauma cranico fac­ciale. Ci sono danni a livello cutaneo sopra e attor­no all’occhio destro. Una ferita non lineare e nonpulita, serviranno non pochi punti di sutura. Pro­gnosi? Resta in osservazione fino a domani. Poivaluteremo. Di solito ci vogliono 24 o 48 ore».

I PUNTI In quel momento, nella sa­la del Pronto Soccorso, il dott. Ha­mad Nidal, palestinese, lavoravacon le sue mani magiche intorno alvolto di Domenico. Alla fine i puntidi sutura sono 25. Ed è anche statorimosso un corpo estraneo, unapietra, penetrata nei tessuti. Pozzo­vivo, sempre cosciente, ma con un

filo di voce, in barella, ha detto: «Peccato! Ci tene­vo tanto a questo Giro». Poi ha aggiunto: «La cadu­ta? Non la ricordo nemmeno». Più tardi Moscatelliha chiamato la fidanzata Valentina. Domenico l’hasalutata affettuosamente. Ha usato i vezzeggiatividegli innamorati. L’ha rassicurata. Le ha racco­mandato di rincuorare i genitori. Poi è calata lasera. E l’Elfo del Giro, al primo piano del RepartoMedicina d’Urgenza nell’area di terapia semi­in­tensiva dell’Ospedale San Martino, sul letto nume­ro 7, ha affrontato la notte più lunga.

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1 2

Tutti con Domenico

IL RITRATTO

Pulce o MarmottaColto e poliglottaSuona ChopinMarco PastonesiINVIATO A SESTRI LEVANTE (GE)

E’ la Pulce della Sila, loScoiattolo della Lu­cania, la Marmotta

di Montalbano Jonico. E’uno sherpa mediterraneo,un alpinista della MagnaGrecia. E’ un verticalista adue ruote. Ed è un piccologrande uomo. Il suo nomesquilla festoso e signorile:Domenico. Il suo cognomesuona profondo e dinami­co: Pozzovivo. I suoi 32 annisembrano due volte 16: lataglia «small» è quella di un

ragazzino, ma con filosofia esaggezza «extralarge». E nellavita di tutti i giorni possiedesempre quell’equilibrio che, ie­ri, per un attimo gli è mancato.Domenico è sempre Domeni­co. I compagni di squadra loprendevano in giro quando lui,nei raduni, nei ritiri, perfinonei grandi giri, portava con sélibri di economia politica eaziendale: poi però i compli­menti quando si è laureato conuna tesi sulle «Politiche meri­dionalistiche dall’Unità d’Italiaai giorni nostri».

CHI É Se si siede al pianoforte,è per suonare Chopin o Schu­

bert. La musica se la porta den­tro anche in bici, ogni salita —spiega — ha la sua melodia. Senaviga al computer, è per pre­vedere il meteo e programma­re il futuro. Pozzovivo è so­stanza, non forma, è etica, nonestetica, è essenza, non appa­renza. Legge, osserva, obietta.Si schiera. Puntiglioso, scrupo­loso, preciso. Orgoglioso. Per fare il capitano è dovuto anda­re all’estero, ma era un emi­grante già da junior, Piemonte,Brianza e Toscana, Veneto.Adesso, al terzo anno nel­l’Ag2R, parla il francese comese fosse nato a Versailles. nonsi tira indietro quando la bicinon è più un cavallo alato dacorsa ma la piccola regina del­la strada: lo scorso anno haportato per 3465,4 km da Bel­fast a Trieste una poesia infila­ta nel manubrio. Pozzovivo èsalita, non discesa. E l’8 ago­sto, il giorno del matrimonio,scalerà il suo Everest.

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Ospedale di Genova, 25 punti al volto. Domenico parla: rassicura la fidanzata

LA CHIAVE

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MANUEL BONGIORNO 23 ANNI, BARDIANI-CSF, PRO’ DAL 2013

«IL GIRO HA PERSO UN PROTAGONISTA: ORA RIMETTITI PRESTO GRANDE POZZO»

RINALDO NOCENTINI 37 ANNI, SCALATORE AG2R

«MI HANNO DETTO DELLA CADUTA A FINE DISCESA: NON CI POTEVO CREDERE»

Ciro ScognamiglioINVIATO A CAVI LAVAGNA (GENOVA)

«Q uei minuti sonostati lunghi. Trop­po lunghi. Ho avu­to paura». L’alber­

go dell’Ag2r è a uno sguardodal mare e all’ora di cena gliatleti che scendono a mangia­re si mescolano con le famiglieche hanno appena finito di go­dersi una tranquilla giornatadi vacanza. Hubert Dupont hagià saputo che le condizioni diDomenico Pozzovivo sono ras­sicuranti «e questa è l’unicacosa che conta. Da quello checi hanno fatto sapere, è andatabene, soprattutto rispetto aquello che sembrava nell’im­mediato», spiega.

EMOZIONE Dupont ha 34 an­ni. È un professionista di lungocorso, è all’Ag2r da una vita e

ne ha viste tante. Oltre a Poz­zovivo, qui al Giro ci sono Mat­teo Montaguti e Rinaldo No­centini: Dupont divide la ca­mera proprio con Montaguti(mentre Pozzovivo aveva lasingola) e poco prima di scen­dere a cena si è fermato a par­lare un po’ con Nocentini e gliha raccontato gli istanti di cuitutti hanno parlato e che lui havissuto in prima persona. Eravicino a Domenico e ha appog­giato subito la bici sul cigliodella strada, prima di vedere la persona che ha cercato dispostare il lucano: «Non ho vi­sto subito Domenico in faccia,ce l’aveva rivolta verso l’asfal­to. Però quando è stato giratoho visto il sangue in viso e hoavuto paura. Aveva gli occhibianchi. Quella persona hapreso la lingua e gliel’ha tiratafuori. Mi sono tranquillizzatoun po’ quando mi sono resoconto che Domenico respira­va, muoveva un po’ il naso. Lefoto dell’accaduto non voglio rivederle, ce le ho in testa».

SCAMPATO PERICOLO A ruotadi Pozzovivo c’era anche Ste­ven Kruijswijk, olandese dellaLotto­Jumbo, che per una sin­golare coincidenza ieri sera al­loggiava nello stesso albergodell’Ag2r a Cavi di Lavagna.«Ho ancora l’adrenalina ad­dosso, quei momenti dell’inci­dente non mi passano dalla te­sta. Non era una curva dove siandava a velocità elevatissi­ma, non so perché ma a Dome­nico è scappata la ruota. Sonoancora molto scosso». «Chefosse Pozzovivo l’ho capito inuna frazione di secondo, dallescarpe — racconta MatteoMontaguti —. Non ho avuto iltempo di realizzare che cosafosse successo ma non ho pen­sato subito che potesse esserequalcosa di grave, pensavoche fosse una frattura alla cla­vicola per come avevo vistocon la coda dell’occhio che te­neva le braccia. Mi hanno spie­gato dopo. E dire che l’avevoaiutato in salita, poi mi erostaccato, pensavo che la tappanon presentasse più pericoli.Ora non vedo l’ora di riabbrac­ciarlo».

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DUPONT «AVEVA GLI OCCHI BIANCHI

IL TIFOSO GLI HA TIRATO LA LINGUA»

fLA SQUADRALE EMOZIONI DEI COMPAGNI

Dentro la paura

Marco PastonesiINVIATO A SESTRI LEVANTE

«E rano passati fra i 10 ei 20 secondi. La no­stra macchina era in

coda al primo gruppo. Pozzo­vivo era sulla strada, immobi­le, senza casco: qualcuno glie­lo aveva sfilato. Aveva il voltoinsanguinato: una profonda fe­rita al sopracciglio. Respirava.Per pochi attimi è stato inco­sciente. Poi ha ritrovato orien­tamento e consapevolezza. Ri­spondeva. Collaborava».

REGNO Elena Dellavalle è unangelo custode. Polo blu, sullaschiena la scritta, bianca, «doctor». E’ di Torino, ha 41anni, è rianimatrice, dal 2003fa parte dello staff medico delGiro d’Italia. Ha occhi neri,profondi, parlanti. Il suo regnoè quella sottile linea di confine

fra vita e morte. «Pozzovivosi muoveva, braccia e gam­be. Parlava, era lucido e hasempre respirato autono­mamente. Ha avuto un seriotrauma craniofacciale, manon presentava altre ferite».Allora avrà tirato un sospirodi sollievo: quel 9 maggio diquattro anni fa, con WouterWeylandt, lei c’era. Ma im­potente.

APOSTOLO Se la Dellavalleè un angelo custode, il pro­fessore Giovanni Tredici, da31 anni al Giro d’Italia, at­tuale responsabile del servi­zio medico, è un vecchioapostolo: «Sette minuti piùtardi è giunto sul posto ilcentro mobile di rianima­zione. Constatate lo stato dicoscienza e di lucidità, il re­spiro autonomo e le condi­zioni stabili, si è deciso diportare Pozzovivo in mac­china alla fine della discesa,e da qui, sull’elicottero del118 di Genova all’ospedaledi riferimento, quello di SanMartino a Genova. Il tra­sporto in elicottero non èstato fatto per una partico­lare emergenza del caso, maper evitare il traffico strada­le della giornata».

STAFF L’assistenza sanitariadel Giro continua a essereperfezionata. «Possiamocontare – spiega Tredici ­ su2 macchine mediche dotatedi macchinari per intubare especiali barelle pieghevoli:la prima con un medico e unrianimatore, la seconda conun rianimatore e un infer­miere specializzato in emer­genze. Poi su 4 autoambu­lanze, di cui due con ortope­dici e traumatologi, le altrecon anestesista e rianimato­re. E’ stato aggiunto un altrocentro mobile di rianima­zione in coda al gruppo, làdove una volta c’era il ca­mion­scopa che accoglieva icorridori che abbandonava­no la corsa. Non toccate gliatleti — predica Tredici —.Non è il tempo che conta,ma i modi. Fare le cose perbene e con calma».

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LA RIANIMATRICE,LA STESSA

DI WEYLANDT«ERA IMMOBILE»

fI SOCCORRITORII MEDICI IN PRIMA LINEA

98° Giro d’ItaliaRLe reazioni

MATTEO MONTAGUTICORRIDORE AG2R

«PASSANDO HO VISTO COME TENEVA LE

BRACCIA, PENSAVO FOSSE UNA FRATTURA

ALLA CLAVICOLA»

GIOVANNI TREDICICAPO DEI MEDICI DEL GIRO

«UNA MACCHINA L'HA TRASPORTATO AI PIEDI

DELLA DISCESA,POI L'ELICOTTERO PER EVITARE IL TRAFFICO»

Page 29: La Gazzetta dello Sport (05 - 12 - 2015)

29MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

5° Il piazzamento di Pozzovivo al Giro 2014, alle spalle di Quintana, Uran, Aru e Rolland, a 6’32” dal colombiano. Questa era la sua nona partecipazione alla corsa rosa: 9° nel 2008, 8° nel 2012, Una vittoria di tappa, Lago Laceno 2012CARLOS BETANCUR 25 ANNI, COLOMBIANO DELL’AG2R

«L’ABBANDONO DI POZZOVIVO È TRISTE: AVEVA TUTTO PER FARE UN GRAN GIRO»

1Pozzovivo puntava forte al podio del Giro. Ma dopo le prime due tappe aveva già un ritardo di 1’50” da Contador: nel finale di Genova era rimasto coinvolto nella caduta. E ieri da Rapallo era partito molto arrabbiato

INVIATO A SESTRI LEVANTE

«M i sono sentita mo­rire». ValentinaConte è la fidanza­

ta di Domenico Pozzovivo. La data del matrimonio c’è già: 8agosto 2015. E c’è già anche lacasa dove già vivono: a Rende,in provincia di Cosenza. Era lì,davanti al maxi­televisore di ul­tima generazione (un regaloproprio di Domenico), che Va­lentina stava guardando la ter­za tappa del Giro d’Italia.

BRIVIDI «Dei primi istanti nonho già più una chiara percezio­ne ­ racconta al telefono Valen­tina, che sta completando glistudi di ingegneria edile ­. Eracome se il tempo si fosse ferma­to. Mi sono spaventata anchequando ho visto lo spettatoreche muoveva Domenico, unacosa che non si dovrebbe fare

mai in una circostanza così. Hoiniziato a tranquillizzarmiquando ho avuto l’impressioneche muovesse il diaframma. Maè quando mi hanno fatto sentirela sua voce al telefono in vivavo­ce dall’ospedale che sono rina­ta. Ho sentito solamente “Staitranquilla, sto bene”, ma sonostate le quattro parole più belledel mondo». La sorella gemelladi Valentina, Paola, era stata in­vestita da piccola ed era stata incoma. E’ stato come rientrare inun incubo: «Domenico è sfortu­nato. Quando lo guardo in tele­visione, sono sempre in appren­sione quando ci sono le discese,perché lo so che non sono il suoforte. Per questo Giro si era pre­parato benissimo, poteva mi­gliorare il risultato dello scorsoanno, magari il podio. Ma checosa conta tutto questo? Checosa contano la bici, il lavoro,tutto il resto, tutte le quotidianearrabbiature inutili che ci pren­diamo? Lascio tutto ora e vogliocorrere da Domenico, arriveròa Genova con l’aereo da Lame­zia Terme, ho visto che devo fa­re scalo a Roma. Magari nell’im­mediato dovrò lasciarlo tran­quillo ma appena possibile vo­glio vederlo».

TERRORE I genitori di Domeni­co, Leonardo e Rosanna, stava­no pure loro guardando la tap­pa a casa. A Montalbano Jonico,il paese della Basilicata di cuiDomenico è originario. Aveva­no già programmato di venire alGiro in corrispondenza dei finesettimana, la prima occasionesarebbe stata sabato a Campi­tello Matese. «Sono stati cin­que, sei, sette minuti di terrorepuro ­ racconta papà Leonardo­. Abbiamo pensato al peggio.Le tappe preferiamo guardarleda soli, siamo sempre in tensio­ne. Mia moglie peggio di me, leile discese non le può proprio se­guire. Non auguro a nessun ge­nitore di passare quello che ab­biamo passato noi. Le notizieche sono arrivate dopo ci hannoun po’ tranquillizzato, per for­tuna. Lo so benissimo che le ca­dute fanno parte del ciclismo, però Domenico davvero non hafortuna. Perché deve semprepagare un prezzo così severo?».

ci.sco.© RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PADRE «CINQUEMINUTI DI TERRORE»

LA RAGAZZA «MI SONO SENTITA MORIRE»

fLA FAMIGLIADAVANTI ALLA TELEVISIONE

Paolo MarabiniINVIATO A SESTRI LEVANTE

L a giornata da paura diDomenico Pozzovivo eracominciata con l’umore

nero, figlio di quell’1’57” di ri­tardo dalla maglia rosa, e1’50” da Alberto Contador, ac­cumulato in due sole tappe.C’era la rabbia per la cadutadel giorno prima, una cadutadi massa causata da uno scri­teriato spettatore entrato sulpercorso con una fixie bike.C’erano state anche paroleforti: «E’ mancato il controllo»aveva detto lo scalatore luca­no, l’italiano più atteso in que­sto Giro d’Italia insieme conFabio Aru, riferendosi a queltratto del percorso non tran­sennato. «E secondo me, vistoquello che è successo, sarebbestata più giusta la neutralizza­zione del finale di tappa».

IL RICORDO Poi il via. Unafrazione nervosa, magari lasmania di restare nelle po­sizioni di testa e, al chilo­metro 95, la tremenda ca­duta in discesa, un terrenosul quale Pozzovivo non sisente a proprio agio. Lì sia­mo sbiancati. E Mauro Ve­gni più di tutti. «In quegliattimi interminabili mi si ègelato il sangue» ha detto ildirettore del Giro d’Italia.«Ero nella zona dell’arrivo.E appena ho visto le imma­gini di Domenico a terra,immobile, il ricordo m’èandato subito a quel 9 mag­gio di quattro anni fa. Ine­vitabile, penso che sia statoun pensiero comune. Ilgiorno per me più doloro­so, un giorno che non potròmai dimenticare. E, ironiadella sorte, allora eravamoproprio da queste parti, apochi chilometri da qui».«Tra l’altro ­ ha aggiuntoMauro Vegni ­ proprio que­sta mattina (ieri, ndr) al ra­duno di partenza avevo in­contrato i genitori di Wou­ter Weylandt. Sì, è stato unmomento di forte commo­zione, come è naturale chefosse, anche se sono giàpassati quattro anni. Il do­lore per la perdita di un fi­glio, di un figlio così giova­ne, non si anestetizza facil­mente».

TREPIDAZIONE Attaccatoai monitor Rai, Vegni ha se­guito con trepidazione ognisecondo successivo alla ca­duta di Pozzovivo. «Mi so­no tranquillizzato soloquando ho sentito le paroledel professor Tredici (lostorico responsabile medi­co del Giro, che è da 31 an­ni al seguito della corsa ro­sa; ndr). Solamente in quelmomento ho tirato un so­spiro di sollievo. Ma con­fesso che vivo ogni discesadel Giro e di tutte le corseche dirigo con ansia, con ilcuore in gola. E soltantoquando l’ultimo corridore èarrivato in fondo sano e sal­vo mi metto il cuore in pa­ce».

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CUORE IN GOLA VEGNI «HO PENSATO

SUBITO A WOUTERPOI IL SOLLIEVO»

fIL DIRETTORE DEL GIROLA TENSIONE DEGLI ORGANIZZATORI

VALENTINA CONTELA FIDANZATA

«QUANDO HO SENTITO LA SUA VOCE SONO

RINATA: “TRANQUILLA,STO BENE”. LE PAROLE

PIÙ BELLE DEL MONDO»

MAURO VEGNIIL PATRON DELLA CORSA ROSA

«PROPRIO PRIMA DEL VIA AVEVO INCONTRATO

I GENITORI DI WEYLANDT: È STATO

COMMOVENTE»

Page 30: La Gazzetta dello Sport (05 - 12 - 2015)

30

ALBERTO CONTADOR SPAGNOLO, 32 ANNI, RE DEL GIRO 2008

«LA SQUADRA HA FATTO UN LAVORO ECCEZIONALE: LO DICE ANCHE L’SRM»

FABIO ARU 24 ANNI, ASTANA, 11° NELLA GENERALE A 23”

«AVEVAMO PROVATO LA TAPPA, ERA COMPLICATA: TUTTO COME PREVISTO»

La rosa che pungeMatthews: «Felicità»1L’australiano leader in classifica vince lo sprint di SestriSecondo un super Felline: «Ci riproverò. Anche subito»

2 Le tappe vinte da Michael Matthews in maglia rosa:prima di ieri s’era imposto lo scorso anno nella Sassano-Montecassino

Marco PastonesiINVIATO A SESTRI LEVANTE

A ll’arrivo, «Bling» si è illu­minato d’immenso: unaluce, un lampo, un ba­

gliore. A scintillare erano gli oc­chi, il sorriso, la mano al cielo,la maglia rosa. Michael «Bling»(significa sgargiante, vistoso)Matthews era l’unico dei veloci­sti – ma continuare a conside­rarlo soltanto un velocista è ri­dicolo – ancora davanti. Conuna volata di potenza ha battu­to l’allungo di Felline e abbattu­to la progressione di Gilbert. Eseconda vittoria di tappa in ma­glia rosa: era già successo unanno fa a Cassino.

NUMEROSA Sulla tappa: «Mer­coledì scorso avevamo fattouna ricognizione degli ultimi80 km, ci eravamo convinti chenon sarebbe stata una corsa fa­cile, e quella che si è creata èstata forse più dura di quelloche mi aspettavo. Non voleva­

mo che si formasse una fuga co­sì numerosa, però dentro c’era­no due dei nostri, scalatori, e quindi eravamo ben rappresen­tati. In salita ho tenuto, e cosìsapevo che, se la fuga fosse sta­ta ripresa, poi tutti i miei com­pagni sarebbero stati per me. Ecosì, alla fine, è andata megliodi quanto fosse stato program­mato». Sulla classifica: «Già lavittoria nella cronosquadre erastata una gioia. Già la mia ma­glia rosa era stata una soddisfa­zione. Adesso questa vittoria èla felicità. E il bello è che il miocompagno di camera SimonClarke è secondo in classifica.Non capita tutti i giorni di esse­re primi e secondi nella stessastanza». Sul Giro: «Di quello del2014 conservo bellissimi ricor­di, anche se avremmo potutofare anche di più. Ma quello del2015 promette di essere ancorapiù ricco. Non c’è un unico lea­der, siamo tutti atleti specialistiin ogni disciplina, con il massi­mo di fiducia reciproca, prontia metterci a disposizione».

CONTENTO Folgorante, Mat­thews. Anche quando ricorda laprima bici («Una Giant, ma ave­vo già 17 anni»), la prima corsa(«Subito dopo») e la prima vit­toria («Dopo sei mesi di gare, icampionati nazionali under19»). Soprattutto quando parladi Pozzovivo: «Ero quattro ruo­te dietro di lui, l’ho visto caderee ne sono rimasto impressiona­to. Sono contento che sia tuttook, dedico la vittoria anche alui, vedere un ragazzo così ta­lentuoso a terra mi spezza ilcuore, a questo Giro d’Italiaavrebbe potuto fare molto dibuono». E folgorante anchequando gli è stato chiesto se,prima o poi, avrà anche lui uncamper dove dormire da solo,come Richie Porte: «No, grazie,sono contento così, mi piacecondividere la cena con la squa­dra e poi la stanza con un com­pagno, mi piace condividere lagioia di una vittoria o anche ladelusione di una sconfitta. Maper chi cerca la vittoria finale elotta anche nei minimi dettagli,

se dormire in un camper da solopuò garantire quell’1% decisi­vo, non sono contrario. E se aPorte va bene, sono contentoper lui. Siamo buoni amici: oggi(ieri, ndr) ho aiutato lui, facen­dolo andare avanti, magari unaltro giorno lui aiuterà me».

SCALTRO E, quasi folgorante, èstato anche Fabio Felline: «E’stata una tappa incredibile, eme l’aspettavo dura così. Fatta atutta, dall’inizio alla fine, senzarespiro, senza tregua. Mat­thews mi ha restituito quelloche gli avevo dato ai Paesi Ba­schi. Stavolta è stato più scaltrodi me. Io ero alla ruota di un suo

compagno, e lui alla mia. Io so­no scattato al momento giusto,non ho nulla da recriminaresulla mia scelta di tempo, ma luimi ha saltato, ed è stato bravo.Comunque ci riproverò. Conti­nuo a stare bene e ad andare be­ne, corro giorno dopo giorno,anche la tappa di domani (oggi,ndr) potrebbe essere quellabuona». Potrebbe essere pro­prio Fabio – una luce, quelladella sua giovinezza (25 anni),un lampo, quello della sua vola­ta (da uomo di classiche), e unbagliore, quello della sua felici­tà (senza dover essere sgargian­te) ­ a illuminarsi d’immenso.

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Michael Matthews, 24 anni. In alto la volata di Sestri in cui si è imposto su Felline e Gilbert BETTINI

98° Giro d’ItaliaRLa tappa di ieri

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Page 31: La Gazzetta dello Sport (05 - 12 - 2015)

31MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

21 Le maglie rosa dell’Australia, conquistate con sei corridori diversi: la prima fu tredici anni fa, nel 2002, con Cadel Evans. Michael Matthews, attuale leader della classifica generalecon 6” su Clarke e 10 su Gerrans e Chaves, è già a quota 8.RIGOBERTO URAN COLOMBIANO, 28 ANNI, ETIXX-QUICKSTEP

«SONO CONTENTO CHE QUESTA TAPPA SIA PASSATA: ERA DAVVERO DURA»

FABIO FELLINE25 ANNI (BETTINI)

«TAPPA DURA COMEME L’ASPETTAVO.

SONO SCATTATO BENE MA MATTHEWS È STATO

PIÙ SCALTRO DI ME»

VIVIANI INEDITO LOOK VINTAGESU UNA PINARELLO ANNI 60Quale modo originale per sfoggiare la maglia rossa di leader della classifica a punti conquistata il giorno prima con la vittoria nel cuore di Genova? A Elia Viviani (foto BETTINI) s’è accesa la lampadina. Un direttore sportivo del Team Sky aveva con sè una bici Pinarello «Veneto», un modello replica stile Anni 60. E il ragazzo veronese ha avuto la pensata: s’è messo in testa un cappellino vintage rosso, ha inforcato la bici rossa ed è andato così agghindato al foglio firma, attirando l’attenzione. Chissà, magari stamattina concede il bis, avendo conservato la maglia. «Il giorno dopo il successo di Genova è stato davvero un gran bel giorno, anche se in corsa poi ho dovuto faticare parecchio. Confesso, ero un po’ frastornato, non sapevo cosa volesse dire vincere una tappa al Giro. E m’ha fatto venire una gran voglia di riprovarci alla prossima occasione per velocisti».

fIL RETROSCENA

Frequenze radio anti-motorini:c’è la polizia postaleClaudio GhisalbertiINVIATO A SESTRI LEVANTE (GE)

U n controllo silenziosoe ben gestito. Ierimattina al via da Ra­

pallo tre ispettori della Poli­zia Postale sono arrivati incarovana. Ufficialmente illoro compito era quello diroutine, verificare cioè ilcorretto utilizzo delle radioricetrasmittenti utilizzate incorsa. Il servizio «radio cor­sa», coordinato dalla Legadel ciclismo professionisticodella Fci, ha in concessionecinque licenze radio dal Mi­nistero dello sviluppo eco­nomico, così ripartite: dire­zione gara, scorta stradale esoccorsi; commissari e giu­ria; motociclisti; radio cro­naca per ammiraglie e se­guito; arrivo. Ma attorno al­la corsa si muovono moltepersone con lo scanner, unapparecchio capace di cap­tare qualsiasi frequenza,usato dai team anche perascoltare illecitamente lecomunicazioni dei rivali persapere in anticipo la tatticadi gara. E sarebbe stata unasegnalazione di «disturbo»uno dei veri motivi del con­

trollo della Postale, concentra­ta ormai sui reati informatici.

IN MOTORINO Ma c’è anchedell’altro ed è legato al misterodei «motorini», di cui si conti­nua a sospettare l’uso, come di­mostrano i cinque controlli ef­fettuati sulle bici sabato. L’ac­censione e lo spegnimento inmolti modelli avviene via blue­tooth o wifi, ovvero tramitefrequenze radio. Con questi si­stemi il comando può esseredato anche da parecchi metridi distanza. Ma la tecnologiagià da tempo s’è spinta oltre,tanto che un corridore in corsapuò ricevere mail, messaggi equant’altro, oltre che esseremonitorato sia nella posizione,sia per i suoi valori prestazio­nali: velocità, frequenza cardi­aca, potenza... Al via di Sanre­mo, un’innovativa azienda pia­centina ha presentato una bicicon telaio da corsa in carbonioe il motorino attivabile tramiteiPhone. L’azionamento di unapparecchio ormai può esserefatto persino da una persona dall’altra parte del mondo. Edè anche su questo che gli uomi­ni della Postale stanno lavo­rando. Le onde sono invisibili,non introvabili.

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IVAN BASSO37 ANNI (BETTINI)

«GIORNATE COME QUESTE NON PASSANO

DAVVERO MAI, E NON VEDI SOLO L’ORACHE FINISCANO»

Page 32: La Gazzetta dello Sport (05 - 12 - 2015)

32 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

6 Le tappe del Giro con arrivo a La Spezia: la 1a nel ‘29 (vinse Alberto Dinale), l’ultima nell’89 (Laurent Fignon)SONNY COLBRELLI 24 ANNI, BARDIANI CSF

«LE BOTTE DI DOMENICA MI STANNO CONDIZIONANDO: DEVO TENERE DURO»

Claudio GhisalbertiINVIATO A SESTRI LEVANTE (GENOVA)

C orta e molto complicata, un toboga. È laChiavari­La Spezia, 4a frazione del Giro.Pochi chilometri di pianura e si scala la Col­

la di Velva (gpm di 3a) che immette nella Val diVara, dove si sale sul Bracco. Discesa abbastanzatecnica e si entra nelle Cinque Terre, attraversatoLevanto si scala il Termine (gpm di 3a cat., 8,8 kmabbastanza regolari con pen­denza massima del 10%). Ledifficoltà però non sono affattofinite perché si punta verso Vo­lastra e giù in picchiata versoRiomaggiore, altre ondulazionied eccoci a La Spezia. Prima deltraguardo, però, i corridori do­vranno affrontare un circuitoparzialmente cittadino moltoimpegnativo, caratterizzatodalla salita di Biassa: 3,5 km con gli ultimi millemetri sempre sopra il 10 per cento. Gli ultimi 3chilometri della corsa, invece, sono piatti su stra­de larghe. «È una tappa impegnativa – spiegaAlessandro Petacchi che a La Spezia ci è nato evissuto per lungo tempo ­.Già prima di entrarenel circuito finale non sarà facile perché è tuttoun su e giù, destra­sinistra. Le strade, tra l’altro,sono quello che sono. Il finale lo conosco bene eoltre alla salita non bisogna sottovalutare la di­

scesa, che è tutta da pedalare. Credo che a giocar­si la volata arriveranno una cinquantina di corri­dori. Il mio favorito? Dico Michael Matthews».

CINQUE TERRE Se fosse stato ancora corridore,quella odierna sarebbe stata una frazione perfet­ta per Paolo Bettini. «Assolutamente si — rispon­de con un sorriso l’ex iridato —. Sul Garibaldiavrei fatto un bel cerchietto rosso, di quelli cheindicano l’obiettivo. È una tappa molto interes­sante, nervosa. Nella storia del ciclismo le Cinque

Terre hanno sempre significatotanta fatica. In più le strade so­no insidiose. Il finale invece èmolto bello». La domanda chemolti si potrebbero porre è se cisarà battaglia tra i big di classi­fica, i favoriti alla vittoria finaledel Giro. «Non credo che cambiqualcosa di significativo — pro­segue Bettini — però devonocorrere con la massima atten­

zione e gli occhi bene aperti perché su questestrade anche un guasto meccanico può pesaremolto». Nei pronostici Bettini è a due su tre, nelsenso che ha indovinato le vittorie della Oricanella cronosquadre d’apertura e quella di Mat­thews ieri a Sestri Levante. «Stavolta dico Gil­bert, anche se mi piacerebbe vedere Visconti sgo­mitare per la vittoria». Ma questa maglia rosa co­me la batti?

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Contador-Aru, attenti!Curve, salite e trappoleda Chiavari a La Spezia1Ci sono 3200 metri di dislivello in soli 150 km. Un ottovolanteche può fare male. Petacchi: «Occhi aperti, ve lo dico io...»

IL GIRO AI RAGGI XDATA TAPPA KM ARRIVO MAGLIA ROSA ROSSA AZZURRA BIANCA9/5 1a SAN LORENZO AL MARE-SANREMO (cronosquadre) 17,6 ORICA GERRANS - - MATTHEWS10/5 2a ALBENGA-GENOVA 177 VIVIANI MATTHEWS VIVIANI LINDEMAN MATTHEWSIeri 3a RAPALLO-SESTRI LEVANTE 136 MATTHEWS MATTHEWS VIVIANI KOCHETKOV MATTHEWSDATA TAPPA KM DIFFICOLTÀ e GIUDIZIO GAZZETTAOggi 4a CHIAVARI-LA SPEZIA 150 *** Senza un attimo di tregua, quasi una classica in miniatura piena di insidieDomani 5a LA SPEZIA-ABETONE 152 **** Il primo arrivo in salita, dove il mondo scoprì Coppi: i big si possono testare14/5 6a MONTECATINI T.-CASTIGLIONE DELLA PESCAIA 183 * Si tira il fiato dopo la partenza scoppiettante, occasione per le ruote veloci15/5 7a GROSSETO-FIUGGI 264 ** Tappa-maratona, la più lunga. Ultimi 350 metri al 4%, adatti a Gilbert & C.16/5 8a FIUGGI-CAMPITELLO MATESE 186 **** Primo vero esame per i big, con l’infinita Forca d’Acero e i 13 km finali al 7%17/5 9a BENEVENTO-SAN GIORGIO DEL SANNIO 215 **** Più dura del previsto, si sale e scende di continuo: 4000 metri di dislivello18/5 RIPOSO a CIVITANOVA MARCHE19/5 10a CIVITANOVA MARCHE-FORLÌ 200 * Si inizia la risalita dopo il primo riposo, spazio agli uomini da volata20/5 11a FORLÌ-IMOLA (Autodromo Ferrari) 153 *** Tappa non facile: nel finale 3 volte il circuito Tre Monti e arrivo nell’autodromo21/5 12a IMOLA-VICENZA (Monte Berico) 190 *** Ultimi 60 km da fuoco e fiamme, i 1200 metri finali con punte all’11%22/5 13a MONTECCHIO MAGGIORE-JESOLO 147 * Un biliardo: la quiete prima della tempesta, finale velocissimo, e le rotatorie... 23/5 14a TREVISO-VALDOBBIADENE (crono individuale) 59,4 ***** L’unica crono: 30 km piatti, poi 29,4 su e giù tra i vigneti. Molti qui perdono il Giro24/5 15a MAROSTICA-MADONNA DI CAMPIGLIO 165 **** Ecco le Dolomiti: il Daone - salita e discesa - è da temere più di Campiglio25/5 RIPOSO a MADONNA DI CAMPIGLIO 26/5 16a PINZOLO-APRICA 174 ***** Tonale, Aprica, Mortirolo, Aprica: bastano i nomi. Saranno emozioni forti27/5 17a TIRANO-LUGANO 134 * Giornata di recupero, via libera ai velocisti usciti sani e salvi dalle Dolomiti 28/5 18a MELIDE-VERBANIA 170 ** Il Monte Ologno (10 km al 9%; Gpm a 36 km dall’arrivo) è un trampolino29/5 19a GRAVELLONA TOCE-CERVINIA 236 ***** Quasi 4800 metri di dislivello, per lo più negli ultimi 90 km con 3 salite da 20 km30/5 20a SAINT-VINCENT-SESTRIERE 199 ***** Si decide il Giro, il Colle delle Finestre con gli ultimi 9 km di sterrato fa paura31/5 21a TORINO-MILANO 178 * Passerella finale a Milano dopo 2 anni: si passa dall’Expo, poi circuito in corso Sempione

98° Giro d’ItaliaRLa tappa di oggi

LA PIÙ DURA DELLA PRIMA PARTE

CHIAVARI3 m

1019155 140260 150

Colladi Velva536m

Borghe�oVara98m Levanto

5m

Passodel Termine548m Biassa

323m

LA SPEZIA3 m

km 10

GPM3

GPM3

GPM3RS

S

Colla di VelvaColla di Velva

LevantoLevanto

Passo del TerminePasso del Termine BiassaBiassa

Pendenza maxsalita Biassa(3,5 km al 5%)

Pendenza maxsalita Biassa(3,5 km al 5%)

CHIAVARI

LA SPEZIA

14%Ritrovo alle 11.40 a Chiavari in piazza Ma�eo�i,partenza alle 13.10 dalla via Aurelia

GDS

RL’ex c.t. Bettini: «Faticosae ricca di insidie. Anche un guasto può pesare molto»

Page 33: La Gazzetta dello Sport (05 - 12 - 2015)

33MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

10” I secondi di abbuono che spettano al vincitore della tappa: 6” al 2°, 4” al 3°. Traguardi volanti, 3”, 2” e 1”GIUSEPPE MARTINELLI 60 ANNI, TEAM MANAGER ASTANA

«SE LA TINKOFF TIRA COSÌ, SIGNIFICA CHE CONTADOR STA MOLTO BENE»

AG2R LA MONDIALED.S. Biondi1 POZZOVIVO ITA2 BERARD FRA3 BETANCUR COL4 DOMONT FRA5 DUPONT FRA6 GRETSCH GER7 HOULE CAN8 MONTAGUTI ITA9 NOCENTINI ITA

ANDRONI-SIDERMECD.S. Savio11 PELLIZOTTI ITA12 APPOLLONIO ITA13 BANDIERA ITA14 DALL'ANTONIA ITA15 FRAPPORTI ITA16 GATTO ITA17 STORTONI ITA18 TVETCOV ROM19 ZILIOLI ITA

ASTANA PRO TEAMD.S. Shefer21 ARU ITA22 CATALDO ITA23 KANGERT EST24 LANDA SPA25 MALACARNE ITA26 ROSA ITA27 SANCHEZ SPA28 TIRALONGO ITA29 ZEITS KAZ

BARDIANI CSFD.S. Reverberi31 BONGIORNO ITA32 BARBIN ITA33 BATTAGLIN ITA34 BOEM ITA35 CHIRICO ITA36 COLBRELLI ITA37 PIRAZZI ITA38 RUFFONI ITA39 ZARDINI ITA

BMC RACING TEAMD.S. Baldato41 GILBERT BEL42 ATAPUMA COL43 BOOKWALTER USA44 BURGHARDT GER45 CARUSO ITA46 DILLIER SVI47 KÜNG SVI48 MOINARD FRA49 ZABEL GER

CCC SPRANDI POLKOWICED.S. Wadecki51 PATERSKI POL52 BOLE SLO53 MARYCZ POL54 MATYSIAK POL55 MIHAYLOV BUL56 OWSIAN POL57 RUTKIEWICZ POL58 SAMOILAU BIE59 SZMYD POL

ETIXX - QUICK-STEPD.S. Bramati61 URAN COL62 BOONEN BEL63 BOUET FRA64 DE LA CRUZ SPA65 KEISSE BEL66 MEERSMAN BEL67 SABATINI ITA68 SERRY BEL69 VAKOC R.CEC

FDJD.S. Guesdon71 GENIEZ FRA72 COURTEILLE FRA

73 ELISSONDE FRA74 FISCHER BRA75 MOUREY FRA76 PINEAU FRA77 RÉZA FRA78 ROUX FRA79 VEIKKANEN FIN

IAM CYCLINGD.S. Carlstrom81 CHAVANEL FRA82 CHEVRIER FRA83 CLEMENT OLA84 HAUSSLER AUS85 KLUGE GER86 PELUCCHI ITA87 PINEAU FRA88 REICHENBACH SVI89 SARAMOTINS LET

LAMPRE - MERIDAD.S. Maini91 ULISSI ITA92 FERRARI ITA93 GRMAY ETI94 MODOLO ITA95 MORI ITA96 NIEMIEC POL97 POLANC SLO98 RICHEZE ARG99 XU CINA

LOTTO SOUDALD.S. Leysen100 VAN DEN BROECK BEL101 ARMEE BEL102 BAK DAN103 BROECKX BEL104 GREIPEL GER105 HANSEN AUS106 HENDERSON N.ZEL107 MONFORT BEL109 VERVAEKE BEL

MOVISTAR TEAMD.S. Garcia111 INTXAUSTI SPA112 AMADOR C.RICA113 ANTON SPA114 FERNANDEZ SPA115 HERRADA SPA116 IZAGUIRRE SPA117 LOBATO SPA118 D. QUINTANA COL119 VISCONTI ITA

NIPPO - VINI FANTINID.S. Giuliani121 CUNEGO ITA122 BERLATO ITA123 BISOLTI ITA124 COLLI ITA125 DE NEGRI ITA126 GROSU ROM127 ISHIBASHI GIAP128 MALAGUTI ITA129 STACCHIOTTI ITA

ORICA GREENEDGED.S. White 131 MATTHEWS AUS132 BEWLEY N.ZEL133 CHAVES COL134 CLARKE AUS135 DURBRIDGE AUS136 GERRANS AUS137 HEPBURN AUS138 LANCASTER AUS139 WEENING OLA

SOUTHEASTD.S. Parsani141 BELLETTI ITA142 BUSATO ITA143 CARRETERO PAN144 FAVILLI ITA145 FINETTO ITA146 GAVAZZI ITA

147 MONSALVE VEN148 PETACCHI ITA149 ZHUPA ALB

TEAM CANNONDALE - GARMIND.S. Wegelius151 HESJEDAL CAN152 ACEVEDO COL153 BROWN USA154 CARDOSO POR155 DANIELSON USA156 FORMOLO ITA157 MARANGONI ITA158 SLAGTER OLA159 VILLELLA ITA

TEAM GIANT - ALPECIND.S. Engels161 MEZGEC SLO162 ARNDT GER163 DE BACKER BEL164 FAIRLY USA165 GESCHKE GER166 HAGA USA167 JI CINA168 LUDVIGSSON SVE169 STAMSNIJDER OLA

TEAM KATUSHAD.S. Konyshev171 PAOLINI ITA172 BELKOV RUS173 CHERNETSKI RUS174 KOCHETKOV RUS175 LAGUTIN RUS176 PORSEV RUS177 TROFIMOV RUS178 VOROBYEV RUS179 ZAKARIN RUS

TEAM LOTTO NL - JUMBOD.S. Boven181 KRUIJSWIJK OLA182 BENNETT N.ZEL183 FLENS OLA184 HOFLAND OLA185 KEIZER OLA186 LINDEMAN OLA187 TJALLINGII OLA188 VAN DER LIJKE OLA189 WAGNER GER

TEAM SKYD.S. Cioni191 PORTE AUS192 EISEL AUT193 HENAO COL194 KIRYIENKA BIE195 KONIG R.CEC196 NIEVE SPA197 PUCCIO ITA198 SIUTSOU BIE199 VIVIANI ITA

TINKOFF SAXOD.S. De Jongh 201 CONTADOR SPA202 BASSO ITA203 BOARO ITA204 JUUL JENSEN DAN205 KREUZIGER R.CEC206 PAULINHO POR207 ROGERS AUS208 ROVNY RUS209 TOSATTO ITA

TREK FACTORY RACINGD.S. Baffi211 NIZZOLO ITA212 ALAFACI ITA213 BEPPU GIAP214 COLEDAN ITA215 FELLINE ITA216 SILVESTRE POR217 VAN POPPEL OLA218 VANDEWALLE BEL219 WATSON AUS

22 SQUADRE, RESTANO IN 193

L’ARRIVO

CLASSIFICA GENERALE L’INIZIATIVA

A PUNTI MONTAGNA GIOVANI TEAM A PUNTITEAM A TEMPI ULTIMO KM

La maglia rossa «Algida» va al leader della classifica a punti, assegnati a seconda della categoria della tappa e su ognuno dei traguardi volanti: 1. EliaVIVIANI (Sky) 53 punti; 2. Frapporti 40; 3. Hofland (Ola) 35; 4. Gilbert (Bel)26; 5. Matthews (Aus) 25; 6. Greipel (Ger) 25; 7. Lindeman (Ola) 20; 8. Zhupa (Alb) 20; 9. Mezgec (Slo) 18.

La maglia azzurra «Mediolanum» va al leader della classifica dei gran premi della montagna, con punteggi diversi a seconda della categoria dellesalite: il massimo è previsto per la Cima Coppi, poi 9 gpm di 1a categoria, 8 di 2a, 13 di 3a e 8 di 4a. Classifica: 1. Pavel KOCHETKOV 15 punti; 2. Ulissi 12; 3. Zardini 7; 4. Chaves (Col) 6.

La maglia bianca «Eurospin» va al leader della classifica (a tempi) dei giovani, nati cioè dopo il 1° gennaio 1990. Classifica: 1. Michael MATTHEWS (Aus, Orica); 2. Chaves (Col) a 10”; 3. Aru a 23”; 4. Felline a 33”;5. Elissonde (Fra) a 36”; 6. Bongiorno a 47”; 7. Formolo a 1’03”; 8. Herrada (Spa) a 1’40”; 9. Dillier (Svi) a 1’54”.

La classifica per squadre a tempi prende in considerazione i primi tre corridori di ciascuna squadra. La somma dei loro tempi determina il tempo di squadra. Class.: 1. ORICA GREENEDGE 23h40’59”; 2. Tinkoff Saxo a 7”; 3. Astana Pro Team a 13”; 4. Etixx - Quick-Step a 19”; 5. Movistar Team a 21”; 6. Bmc Racing Team a 25”.

La classifica a squadre a punti si basasui punti presi dalle squadre in più classifiche coi piazzamenti dei ciclisti.Classifica: 1. ORICA-GREENEDGE 120; 2. Astana 60; 3. Bmc Racing 58; 4. Team Sky 57; 5. Trek Factory Racing 52; 6. Lotto-Jumbo 46; 7. SothEast 40; 8. Tinkoff-Saxo 38; 9. Team Katusha 37; 10. Lotto Soudal 29.

La classifica Energia «Gdf Suez» premia il corridore che, lungo l’intero Giro d’Italia, avrà percorso più rapidamente gli ultimi 3 chilometri di ogni tappa in linea. A ogni tappa si assegnano punti ai tre corridori più veloci. Classifica: 1. Sergey LAGUTIN (Rus) 4 punti; 2. Hofland (Ola) 4; 3. Matthews (Aus) 2; 4. Viviani 2.

Sorpresa Tiralongo:chiude 5° in volata

Diego Ulissi, 25 anni, in fuga nella tappa di ieri BETTINI

POS.CORRIDORE TEMPO1 MATTHEWS (AUS) km 330,6 in 8h06’27”, media 40,777 km/h2 CLARKE (AUS) a 6"3 GERRANS (AUS) a 10"4 CHAVES (COL) 5 KREUZIGER (R.CEC) a 17"6 CONTADOR (SPA) 7 ROGERS (AUS) 8 TIRALONGO (ITA) a 23"9 ARU (ITA) 10 ROSA (ITA) 11 SANCHEZ (SPA) 12 CATALDO (ITA) 13 LANDA (SPA) 14 GILBERT (BEL) a 25"15 URAN (COL) a 29"16 BOUET (FRA) 17 IZAGUIRRE (SPA) a 31"18 AMADOR (C.RICA) 19 VISCONTI (ITA) 20 INTXAUSTI (SPA) 21 FELLINE (ITA) a 33"22 CARUSO (ITA) a 35"23 CLEMENT (OLA) 24 BOOKWALTER (USA) 25 MOINARD (FRA) 26 GENIEZ (FRA) a 36"27 MOUREY (FRA) 28 ELISSONDE (FRA) 29 PAOLINI (ITA) a 37"30 PORTE (AUS) 31 SIUTSOU (BIE) 32 KONIG (R.CEC) 33 NIEVE (SPA) 34 TROFIMOV (RUS) 35 ZAKARIN (RUS) 36 VAN DEN BROECK (BEL) a 39"37 MONFORT (BEL) 38 KRUIJSWIJK (OLA) a 46"39 BATTAGLIN (ITA) a 47"40 BONGIORNO (ITA) 41 ANTON (SPA) a 50"42 BOLE (SLO) a 55"43 PATERSKI (POL) 44 BETANCUR (COL) a 58"45 MONSALVE (VEN) a 1'02"46 GAVAZZI (ITA) 47 FORMOLO (ITA) a 1'03"48 CARDOSO (POR) 49 HESJEDAL (CAN) 50 SLAGTER (OLA) 51 CUNEGO (ITA) a 1'07"52 BASSO (ITA) a 1'22"53 KANGERT (EST) a 1'32"54 HERRADA (SPA) a 1'40"55 ATAPUMA (COL) a 1'44"56 REICHENBACH (SVI) 57 LAGUTIN (RUS) a 1'46"58 DILLIER (SVI) a 1'54"59 PIRAZZI (ITA) a 1'56"60 ZARDINI (ITA) 61 SAMOILAU (BIE) a 2'04"62 POLANC (SLO) a 2'18"63 NIEMIEC (POL)

64 GRMAY (ETI) 65 ULISSI (ITA) 66 STORTONI (ITA) a 2'22"67 FINETTO (ITA) a 2'23"68 HANSEN (AUS) a 3'07"69 KOCHETKOV (RUS) a 3'32"70 BOARO (ITA) a 4'25"71 FAVILLI (ITA) a 4'47"72 DE LA CRUZ (SPA) a 4'52"73 ZEITS (KAZ) a 5'06"74 MONTAGUTI (ITA) a 5'41"75 VILLELLA (ITA) a 5'46"76 PAULINHO (POR) a 7'51"77 WEENING (OLA) a 8'11"78 BURGHARDT (GER) a 9'10"79 BELLETTI (ITA) a 9'37"80 ROVNY (RUS) a 10'22"81 BARBIN (ITA) a 10'31"82 SZMYD (POL) a 10'39"83 KIRYIENKA (BIE) a 10'42"84 HENAO (COL) 85 KEIZER (OLA) a 10'51"86 DUPONT (FRA) a 11'01"87 PELLIZOTTI (ITA) a 11'18"88 CHEVRIER (FRA) a 12'07"89 MORI (ITA) a 12'23"90 ARMEE (BEL) a 13'25"91 SABATINI (ITA) a 14'04"92 BROWN (USA) a 14'28"93 VIVIANI (ITA) a 14'34"94 NIZZOLO (ITA) a 14'46"95 GRETSCH (GER) a 15'05"96 PETACCHI (ITA) a 15'09"97 COLLI (ITA) a 15'14"98 DE NEGRI (ITA) 99 APPOLLONIO (ITA) a 15'20"100 PUCCIO (ITA) a 15'23"101 KÜNG (SVI) a 15'26"102 LUDVIGSSON (SVE) a 15'33"103 ZILIOLI (ITA) a 15'43"104 FERNANDEZ (SPA) a 15'47"105 FISCHER (BRA) a 15'52"106 GESCHKE (GER) a 16'04"107 VANDEWALLE (BEL) a 16'07"108 BISOLTI (ITA) a 16'23"109 MIHAYLOV (BUL) a 17'22"110 BEPPU (GIAP) a 17'37"111 TOSATTO (ITA) a 17'43"112 BOONEN (BEL) a 17'47"113 GREIPEL (GER) a 17'53"114 CHAVANEL (FRA) a 17'57"115 HOFLAND (OLA) a 17'58"116 CHIRICO (ITA) a 18'09"117 DURBRIDGE (AUS) a 18'32"118 MARANGONI (ITA) a 18'42"119 JUUL JENSEN (DAN) a 19'07"120 LOBATO (SPA) a 19'21"121 BEWLEY (N.ZEL) a 19'43"122 NOCENTINI (ITA) a 19'48"123 HOULE (CAN) 124 RICHEZE (ARG) a 20'00"125 OWSIAN (POL) a 20'06"126 DANIELSON (USA) a 20'08"127 LANCASTER (AUS) a 20'14"128 ALAFACI (ITA) a 20'20"

129 HAUSSLER (AUS) a 20'51"130 BELKOV (RUS) a 20'59"131 FRAPPORTI (ITA) a 22'08"132 EISEL (AUT) a 22'27"133 BAK (DAN) a 22'28"134 MALACARNE (ITA) a 22'35"135 TJALLINGII (OLA) a 22'37"136 MEERSMAN (BEL) a 22'41"137 REZA (FRA) a 22'48"138 PORSEV (RUS) a 22'49"139 RUFFONI (ITA) a 22'59"140 PINEAU (FRA) a 23'01"141 MATYSIAK (POL) a 23'07"142 RUTKIEWICZ (POL) 143 BERLATO (ITA) a 23'08"144 MEZGEC (SLO) a 23'11"145 BROECKX (BEL) a 23'12"146 SILVESTRE (POR) a 23'18"147 DOMONT (FRA) a 23'19"148 MARYCZ (POL) a 23'22"149 VAN POPPEL (OLA) a 23'37"150 HAGA (USA) a 23'46"151 BUSATO (ITA) a 23'49"152 ARNDT (GER) a 23'50"153 ZABEL (GER) a 23'56"154 COLBRELLI (ITA) a 24'08"155 HENDERSON (N.ZEL) a 24'12"156 FERRARI (ITA) a 24'45"157 LINDEMAN (OLA) a 24'51"158 VAKOC (R.CEC) a 25'29"159 BANDIERA (ITA) a 25'44"160 MODOLO (ITA) a 26'08"161 VAN DER LIJKE (OLA) a 26'13"162 FAIRLY (USA) a 26'26"163 ACEVEDO (COL) a 26'30"164 MALAGUTI (ITA) a 26'34"165 STACCHIOTTI (ITA) 166 BERARD (FRA) a 26'36"167 WATSON (AUS) a 26'49"168 XU (CINA) a 26'52"169 COURTEILLE (FRA) a 26'58"170 VERVAEKE (BEL) a 27'11"171 ROUX (FRA) a 27'21"172 FLENS (OLA) a 27'41"173 QUINTANA (COL) a 27'43"174 GATTO (ITA) a 27'58"175 PINEAU (FRA) a 28'03"176 TVETCOV (ROM) a 28'08"177 GROSU (ROM) a 28'14"178 DE BACKER (BEL) a 28'15"179 KEISSE (BEL) a 29'05"180 CHERNETSKI (RUS) a 29'08"181 STAMSNIJDER (OLA) a 29'22"182 JI (CINA) a 29'28"183 ZHUPA (ALB) a 29'31"184 WAGNER (GER) a 34'01"185 BOEM (ITA) a 34'19"186 HEPBURN (AUS) a 35'01"187 VEIKKANEN (FIN) a 35'51"188 DALL'ANTONIA (ITA) a 36'04"189 KLUGE (GER) a 36'59"190 COLEDAN (ITA) a 43'37"191 ISHIBASHI (GIAP) a 43'45"192 SARAMOTINS (LET) a 44'38"193 PELUCCHI (ITA) a 46'58"

POS. CORRIDORE TEMPO1 MATTHEWS (AUS) km 136 in 3h33’53”, media 38,151 km/h2 FELLINE (ITA) a 0"3 GILBERT (BEL) 4 LAGUTIN (RUS) 5 TIRALONGO (ITA) 6 PAOLINI (ITA) 7 GAVAZZI (ITA) 8 BATTAGLIN (ITA) 9 SANCHEZ (SPA) 10 MONSALVE (VEN) 11 BOLE (SLO) 12 ARU (ITA) 13 MONTAGUTI (ITA) 14 FAVILLI (ITA) 15 DILLIER (SVI) 16 FORMOLO (ITA) 17 AMADOR (C.RICA) 18 VILLELLA (ITA) 19 CONTADOR (SPA) 20 ROSA (ITA) 21 GERRANS (AUS) 22 POLANC (SLO) 23 KANGERT (EST) 24 KREUZIGER (R.CEC) 25 CARUSO (ITA) 26 CATALDO (ITA)

27 CHAVES (COL) 28 CARDOSO (POR) 29 SIUTSOU (BIE) 30 ROGERS (AUS) 31 ZEITS (KAZ) 32 ZAKARIN (RUS) 33 ATAPUMA (COL) 34 VAN DEN BROECK (BEL) 35 PORTE (AUS) 36 KRUIJSWIJK (OLA) 37 ANTON (SPA) 38 GENIEZ (FRA) 39 CLEMENT (OLA) 40 CLARKE (AUS) 41 BOOKWALTER (USA) 42 URAN (COL) 43 IZAGUIRRE (SPA) 44 TROFIMOV (RUS) 45 BETANCUR (COL) 46 REICHENBACH (SVI) 47 BONGIORNO (ITA) 48 PIRAZZI (ITA) 49 MONFORT (BEL) 50 NIEVE (SPA) 51 KONIG (R.CEC) 52 VISCONTI (ITA) 53 LANDA (SPA) 54 CUNEGO (ITA)

55 FINETTO (ITA) 56 KOCHETKOV (RUS) 57 MOINARD (FRA) 58 GRMAY (ETI) 59 INTXAUSTI (SPA) 60 DE LA CRUZ (SPA) 61 HANSEN (AUS) 62 MOUREY (FRA) 63 HESJEDAL (CAN) 64 SLAGTER (OLA) 65 STORTONI (ITA) 66 ELISSONDE (FRA) 67 BOUET (FRA) 68 ULISSI (ITA) 69 NIEMIEC (POL) 70 ZARDINI (ITA) 71 PATERSKI (POL) 72 SAMOILAU (BIE) 73 BASSO (ITA) 74 HERRADA (SPA) 75 WEENING (OLA) a 3'18"76 BOARO (ITA) a 4'08"77 PAULINHO (POR) 78 ARMEE (BIE) a 8'35"79 BURGHARDT (GER) 80 BELLETTI (ITA) 81 MIHAYLOV (BUL) 82 SZMYD (POL)

83 HAUSSLER (AUS) 84 BARBIN (ITA) 85 KÜNG (SVI) 86 DUPONT (FRA) 87 BROWN (USA) a 10'05"88 SABATINI (ITA) 89 CHEVRIER (FRA) 90 KIRYIENKA (BIE) 91 HENAO (COL) 92 KEIZER (OLA) 93 PELLIZOTTI (ITA) 94 BELKOV (RUS) 95 ROVNY (RUS) 96 MORI (ITA) 97 LUDVIGSSON (SVE) a 14'07"98 FISCHER (BRA) 99 PETACCHI (ITA) 100 DOMONT (FRA) 101 CHAVANEL (FRA) 102 BEPPU (GIAP) 103 VIVIANI (ITA) 104 CHIRICO (ITA) 105 BAK (DAN) 106 TOSATTO (ITA) 107 MARANGONI (ITA) 108 NIZZOLO (ITA) 109 DURBRIDGE (AUS) 110 APPOLLONIO (ITA)

111 ZILIOLI (ITA) 112 DANIELSON (USA) 113 NOCENTINI (ITA) 114 GESCHKE (GER) 115 GRETSCH (GER) 116 PUCCIO (ITA) 117 VANDEWALLE (BEL) 118 LOBATO (SPA) 119 FERNANDEZ (SPA) 120 FRAPPORTI (ITA) 121 HOULE (CAN) 122 QUINTANA (COL) 123 BISOLTI (ITA) 124 DE NEGRI (ITA) 125 COLLI (ITA) 126 JUUL JENSEN (DAN) 127 BOONEN (BEL) a 17'18"128 LANCASTER (AUS) 129 HOFLAND (OLA) 130 LINDEMAN (OLA) 131 OWSIAN (POL) 132 RICHEZE (ARG) 133 PINEAU (FRA) 134 ALAFACI (ITA) 135 EISEL (AUT) 136 GREIPEL (GER) 137 BERLATO (ITA) 138 TJALLINGII (OLA)

139 BEWLEY (N.ZEL) 140 JI (CINA) a 22'12"141 ARNDT (GER) 142 ZHUPA (ALB) 143 KEISSE (BEL) 144 ROUX (FRA) 145 ZABEL (GER) 146 MARYCZ (POL) 147 VAKOC (R.CEC) 148 RUTKIEWICZ (POL) 149 MATYSIAK (POL) 150 GROSU (ROM) 151 TVETCOV (ROM) 152 ACEVEDO (COL) 153 COURTEILLE (FRA) 154 XU (CINA) 155 HEPBURN (AUS) 156 STACCHIOTTI (ITA) 157 DALL'ANTONIA (ITA) 158 BROECKX (BEL) 159 MALAGUTI (ITA) 160 GATTO (ITA) 161 VERVAEKE (BEL) 162 RUFFONI (ITA) 163 VEIKKANEN (FIN) 164 FAIRLY (USA) 165 BERARD (FRA) 166 KLUGE (GER)

167 DE BACKER (BEL) 168 MEZGEC (SLO) 169 SILVESTRE (POR) 170 PINEAU (FRA) 171 ISHIBASHI (GIAP) 172 VAN DER LIJKE (OLA) 173 FLENS (OLA) 174 VAN POPPEL (OLA) 175 REZA (FRA) 176 STAMSNIJDER (OLA) 177 HAGA (USA) 178 BANDIERA (ITA) 179 MALACARNE (ITA) 180 FERRARI (ITA) 181 MODOLO (ITA) 182 WATSON (AUS) 183 HENDERSON (N.ZEL) 184 BOEM (ITA) 185 COLBRELLI (ITA) 186 PORSEV (RUS) 187 CHERNETSKI (RUS) 188 BUSATO (ITA) 189 MEERSMAN (BEL) 190 SARAMOTINS (LET) a 30'00"191 PELUCCHI (ITA) 192 COLEDAN (ITA) 193 WAGNER (GER)

VOROBYEV (RUS) n.p.POZZOVIVO (ITA) rit.

Gran festa a Genova per il 31° Torneo Ravano:98 bambini in bicicletta sulle strade del GiroGrande festa domenica a Genova dove 98 bambini, tanti quante le edizioni del Girod’Italia, hanno pedalato sul percorso della 2a tappa rosa passando sotto il traguardo come veri campioni delle due ruote. Una bella iniziativa organizzata nell’ambito del 31° Torneo Ravano–22a Coppa Mantovani, il più grande torneo scolastico d’Europa che ha coinvolto quest’anno oltre 5000 bambini tra gli 8 e i 10 anni per dieci giornate all’insegna dello sport e del divertimento. Ideata nel 1985 dal presidente della Sampdoria Paolo Mantovani e oramai ben radicata su tutto il territorio ligure, la manifestazione, che si concluderà questo giovedì, si propone di intrattenere i ragazzi con partite di calcio, basket, volley e rugby promuovendo i temi dello sport, della comunicazione, dell’ambiente e dell’alimentazione. «Ho vissuto questa pedalata dalla fiera al traguardo del Giro come un momento unico, una nuvola rosa per le strade di Genova - ha spiegato Ludovica Mantovani, figlia di Paolo -. Un’opportunità per 98 bambini del torneo Ravano di vivere un’esperienza indimenticabile grazie a uno sport, il ciclismo, che per noi è una bellissima novità».

98° Giro d’ItaliaRLa guida

La programmazione Rai sul Giro:GIRO MATTINARai3, ore 12.25-12.45ANTEPRIMA GIRORaiSport1, ore 14DIRETTA TAPPARaiSport1-Rai3, canale 501 dig. (HD), ore 15.10. Telecronaca Francesco Pancani e Silvio MartinelloPROCESSO ALLA TAPPARai3, al termine della tappa.Conduce Alessandra De Stefano con Stefano Garzelli e Beppe ContiTGIRORaiSport1, ore 20. Con Andrea De Luca e Massimiliano LelliGIRO NOTTERaiSport1, ore 0.30

IN TV

Diretta dalle 14su RaiSport1Dalle 15.10 Rai3

PORTE, DAL MOTORHOME AI... PEDALIRichie Porte ha stupito tutti al Giro: dorme in un motorhome stile Usa a cinque stelle per non avereproblemi con gli alberghi. Ma intanto si diverte con una pubblicità a pedali: ecco la nuova casa....

Page 34: La Gazzetta dello Sport (05 - 12 - 2015)

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un passo falso lo paga. Domenica la Mercedes haallargato il divario, grazie a un pacchetto di ag­giornamenti che ha fatto la differenza. E ora Ma­ranello deve correre ai ripari.

TEST VERITÀ Il team principal Maurizio Arriva­bene, al quale non fa certo difetto la franchezza,dopo la gara ha ammesso senza remore: «Noncerco la scusa della pista scivolosa, del vento odelle condizioni particolari, ci sono state ancheper gli altri. Sono convinto che non sia tutto sba­gliato nelle novità che abbiamo portato e chequalcosa funzioni. Ma ci aspettavamo un grandesalto avanti, invece abbiamo fatto solo un piccolopasso. Serve un bagno di umiltà e se necessario

tornare indietro, correggendogli errori». La configurazione diali, diffusore, fondo, deflettorie fiancate che ha debuttato alMontmelò va rivista e i test dioggi e domani saranno moltoutili. Peccato che a provare laSF15­T – dopo Raffaele Mar­ciello che girerà (oggi) in quan­to «rookie» – non sarà uno fra ititolari Vettel e Raikkonen, mail terzo pilota Esteban Gutier­rez. Scelta discutibile, dettatada interessi commerciali.

VECCHI GUAI? Per la Ferrari è preoccupante cheil primo, vero pacchetto di sviluppi varato in que­sta stagione non abbia dato i frutti sperati, tantoda spingere gli ingegneri a lasciare le novità sullavettura di Vettel e tornare alle vecchie soluzionisu quella del più scontento Raikkonen, nel tenta­

Luigi PernaINVIATO A MONTMELÒ (SPAGNA)

L e corse sono anche spionaggio. Ed è facilepensare a ciò che può essere successo fraFerrari e Mercedes dietro le quinte del caso

flussometri, nel quale sarebbero entrambe coin­volte. Una spifferata alla Fia? Probabile di sì. Machiunque sia stato a farla, alla fine accusatori eaccusati si sono ritrovati sulla stessa barca. Il de­legato tecnico Charlie Whiting ha infatti tiratouna linea e richiamato le due squadre (ma forseanche altri team) alla corretta interpretazionedella regola, precisando che «il flusso di carbu­rante deve restare costante al disopra dei 90 chilogrammi/ora», per evitare che i motoristisfruttino le oscillazioni crean­do delle sovrappressioni peraumentare la potenza.

SI COPIANO La cosa che ha in­curiosito i commissari della Fe­derazione, che ora hanno piaz­zato sensori per monitorare iflussometri in più punti, sareb­be stata la somiglianza di certesoluzioni «personalizzate» tro­vate dalle squadre, in particolare Ferrari e Mer­cedes. «Si copiano in tutto», sarebbe stata la loroconclusione. Plausibile, pensando al travaso diingegneri e conoscenze che c’è stato nei mesiscorsi in direzione Stoccarda­Maranello. La Fer­rari, in ritardo sulla tecnologia ibrida, è infattiandata a pescare risorse umane e cervelli in Ger­mania. Le due rivali del Mondiale adesso proce­dono su binari paralleli, nella corsa ai «cavalli».

TITOLO PROFEZIA La rossa, che da due mesi vo­lava sulle ali dell’entusiasmo e di risultati inatte­si, al Montmelò è tornata ai guai antichi. Erroridi strategia del muretto che hanno penalizzato lagara da leone di Sebastian Vettel e quella di ri­messa di Kimi Raikkonen, ma soprattutto novitàsulla vettura che non hanno convinto. La Gazzet­ta mercoledì scorso era stata profetica, titolan­do: «Ferrari, tanti sviluppi. Ma è vietato sbaglia­re». E l’allarme calza a pennello, dopo le tre gior­nate difficili del GP di Spagna. Gli equilibri cam­biano in fretta, in questa F.1 che marcia al ritmodi soluzioni trovate in galleria del vento e al si­mulatore, perciò chi si ferma è perduto. E chi fa

Formula 1RDopo il GP Spagna

Rossa rimandata E il Mondialesi gioca anchea colpi di spiate1Ferrari e Mercedes, richiamate all’ordine sui flussometri, si copiano nelle idee estreme

tivo di chiarirsi le idee. La rossa è una vetturanata bene, senza difetti, e perciò si pensava chegli atavici problemi legati alle indicazioni dellagalleria del vento e del simulatore fossero ormaisuperati, anche perché a Maranello hanno inve­stito moltissimo la passata stagione, dotandosidi banchi prova dinamici e altri strumenti cheprima non c’erano.

RITARDO La gara di domenica ha riportato inve­ce a galla vecchi fantasmi, segnando una frenatanel programma di crescita della vettura imposta­to a suo tempo dal direttore tecnico James Alli­son. «Sono per i test in pista, non al simulatore.Ma queste regole valgono anche per gli altri. E inostri rivali (la Mercedes; n.d.r.) questa voltahanno lavorato meglio», ha detto Arrivabene.Peraltro stanno arrivando mesi caldi, in cui (ol­tre al presente) bisognerà gettare le basi per pro­gettare la rossa del prossimo anno. La Ferrari pa­gherà il ritardo? Lo capiremo presto, già in Cana­da, pista più indicativa di Montecarlo. Ma di cer­to è necessaria una reazione… doppia.

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Sebastian Vettel, 27 anni, quattro podi nelle prime cinque gare GETTY-LIVERANI

Primo giorno di testcon soli 5 titolari Marciello sulla SF15-T Oggi dalle 9 alle 18 al Montmelò è in programma la prima delle due giornate di test collettivi. Assente la Manor. Scenderanno in pista 9 piloti. Solo 5 di questi sono titolari nelle rispettive squadre. La Ferrari farà girare Raffaele Marciello. Ecco l’elenco completo: Rosberg (Mercedes), Kvyat (Red Bull), Massa (Williams), Marciello (Ferrari), Turvey (McLaren), Wehrlein (Force India), Gasly (Toro Rosso), Maldonado (Lotus), Ericsson (Sauber). Domani seconda e ultima giornata: per la Ferrari ci sarà Gutierrez.

La medaglia di San Cristoforoportafortuna nella scarpa di Vettel

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35MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Andrea CremonesiINVIATO A MONTMELÒ

N iente discoteca. Malgra­do ami sciogliere la ten­sione accumulata negli

autodromi, scatenandosi neiballi, Nico Rosberg è ormai co­stretto a ragionare e compor­tarsi da futuro papà. «Mia mo­glie è embarazada (incinta;n.d.r.)», spiegava ieri in spa­gnolo nel consueto video con ilquale il lunedì risponde alledomande che i tifosi gli rivol­gono attraverso twitter. Dun­que notte tranquilla per ripre­sentarsi poi, fresco e riposato,di nuovo a Montmelò neppure24 ore dopo il primo, impor­tantissimo successo stagionaleche ha avuto benefici effetti,oltre che sul proprio morale,anche per le casse della fonda­zione Laureus impegnata acombattere il disagio giovaniledi cui è ambasciatore: «60 girial comando, 4,655 km per gi­ro, 100 euro al km: ben 27.930euro raccolti per @Laureus­Sport», ha twittato con orgo­glio la Mercedes.

DISTACCO Nico è tornato in pi­sta per un evento della Petro­bras, sponsor e fornitore tecni­co della sua freccia d’argento, eoggi ci rimetterà piede per se­dersi nell’abiticolo per la primadelle due giornate di collaudi.Una occasione in più per ce­mentare il feeling con la mac­china che dopo le ultime modi­fiche ha allungato il passo sullaFerrari. «Il divario è aumenta­to — è la spiegazione senzafronzoli di Niki Lauda — per­ché semplicemente abbiamolavorato meglio degli altri». Adingigantire l’impresa c’è ancheun particolare, finito in secon­do piano: la Mercedes ha otte­

nuto la quarta vittoria (e la ter­za doppietta) dell’anno con unmotore che era già alla quintagara (mentre quelli di Mara­nello erano alla seconda) e cheverrà impiegato ancora a Mon­tecarlo, prima di introdurre inCanada il secondo esemplare.

VERDETTO In teoria dovrebbetrattarsi di una evoluzione, an­che se la Mercedes lascia im­maginare che potrebbe anchenon essere così, che i 7 gettonirisparmiati in inverno potreb­bero essere invece spesi piùavanti. «Vincere questa garaera importante per due ragioni— spiega il direttore tecnicoPaddy Lowe —: perché perconsuetudine la prima tappaeuropea è quella dove tutti spe­discono in pista monopostoevolute e non c’era garanziache i rapporti di forza potesse­ro restare immutati. La secon­da ragione è che questa pistaesalta pregi e difetti delle mac­chine». Dunque aver allungatoqui può rappresentare unasvolta per il resto del campio­

nato. In particolare la Merce­des volava nel terzo settore delMontmelò, che per caratteri­stiche è simile a Monaco e Ca­nada, piste dove conta la tra­zione. E dove i tedeschi torne­ranno con un Rosberg piena­mente ritrovato: «Nico si èripreso — spiega Lauda — equesto è una buona notizia perlui e per noi. La mia preoccupa­zione è che se non avesse gui­dato bene qui, avrebbe perso ilmomento propizio e questoavrebbe potuto influire sullasua testa. Invece Nico è invecetornato ai livelli dell’anno scor­so».

SOSTE Nico ha vinto con meri­to partendo dalla pole, ma ilgiorno dopo si discute ancorase Hamilton non avesse potutoosare, restando in pista con legomme dure sino al traguardo:«No — spiega Lowe — questegomme per loro natura perdo­no prestazioni all’improvviso,non si poteva rischiare il secon­do posto».

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«Questa vittoriaha valore doppioper la Mercedes»1Lowe: «Non era scontato restare davanti»Lauda: «Nello sviluppo noi più bravi della Ferrari»

fIL PUNTO

Una Formula noia?Sì, se gli ingegneri«bloccano» i pilotiTodt deve agire

Pino AllieviMONTMELÒ

J ean Todt, sopravvissu­to al terremoto in Ne­pal, è apparso come

un lampo ai box del GP diSpagna. Da tempo il presi­dente Fia ha un ruolo defila­to nelle vicende dei granpremi. Non interviene, nonprende posizione se non suquestioni istituzionali. Maquanto è accaduto domeni­ca dovrebbe spingerlo a dar­si una mossa. È vero che isuoi poteri sono limitati dalConcord Agreement, ma aTodt non può essere sfuggi­ta la noia di una gara senzasorpassi, in cui due duelliannunciati al fulmicotone,tra Vettel e Hamilton e fraBottas e Raikkonen sonoevaporati dinanzi al fattoche non appena una mac­china arrivava nella sciadell’altra, intervenivano leturbolenze a sconsigliare lamanovra. Per cui Hamiltonnon ha attaccato Vettel e al­trettanto Raikkonen non haaggredito Bottas. A Mont­melò, come su altre piste, èsempre stato così. Da anni.

CAOS Ma cosa hanno fattoFia, Fom e team per evitarequella che è un’offesa alpubblico pagante, ai tele­spettatori? Niente. In com­penso, si sono stilate regoleaccessibili a pochi eletti suquestioni riguardanti i flus­si di benzina, le power unit,l’Ers e altri elementi chehanno generato un’impen­nata dei costi senza incideresullo spettacolo, anche sel’avvento dei motori ibridi èuna svolta perché il futurova in quella direzione.

ERRORI Ma c’era una cosa chesi poteva fare senza aggravio dispese: una riduzione drasticadell’aerodinamica. Possibileche nelle gare di Indy si sorpas­si a 300 all’ora senza turbolen­ze, col pubblico che va in visibi­lio, e in F.1 sia vietato? Cheperversione è un sorpasso«agevolato» da artifizi come ildrs che snatura l’essenza dellecorse e annulla i fondamentalidi uno sport basato su azzardoe coraggio? La F.1 è diventatauna disciplina da eroi proprioper certi episodi che hanno fat­to trepidare i tifosi. Il giro folledi Arnoux e Villeneuve a Digio­ne ne è l’emblema. In tanti an­ni di lamentele e gare sonno­lente, la Fia non ha mai affron­tato il tema, i team sono distan­ti anni luce da ciò che vuole lagente, il Concord Agreementha lasciato un potere inauditoagli ingegneri, ai quali non in­teressa regalare lo show a chiguarda i GP. Si dice che Todtabbia pronto un piano di busi­ness della F.1 attuabile a breve.Bene. Ma nel frattempo non siinterviene sulle regole attuali,che hanno cancellato i GP dagliinteressi dei giovani.

MEETING Giovedì, a Londra,c’è l’ennesima riunione degliinutili «gruppi di lavoro» dellesquadre, con Helmut Markoche pare voglia chiedere —nulla è chiaro nel mondo deiGP — un ritorno alla centralitàdella Fia per i regolamenti. Ov­viamente il suo fine è averemotori migliori per la Red Bullin disgrazia, attraverso una ri­voluzione allargata. Discutia­mone. Ma qualcuno solleverà ilproblema noia dalla parte deitifosi? No: la cosa più impor­tante non è all’ordine del gior­no…

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Rosberg con Edwin Moses GETTY

27930 Gli euro raccolti domenica da Rosberg per la Laureus. Il tedesco dona 100 euro per ogni km in testa: in Spagna ne ha percorsi 279,300 al comando.

NOTIZIE TASCABILI

«Se a breve non avremo un motore competitivo o non arriverà l’Audi, diremo addio alla F.1». La Red Bull minaccia di abbandonare il Mondiale. E fin qui nulla di nuovo. Per la prima volta, però, il capo del Motorsport Helmut Marko parla dell’Audi come possibile partner motoristico. E la Casa di Ingolstadt per la prima volta risponde, attraverso il suo a.d. Rubert Stadler: «Nella vita devi mantenere le opzioni aperte — dice all’inglese Auto Express —. Abbiamo già tanti progetti vincenti nel motorsport. Con la F.1, aspettiamo e vediamo. Per Audi è un’opzione. Non adesso, forse, ma è comunque un’opzione».

Parole che ovviamente non fanno altro che fare aumentare le speculazioni relative alla possibilità da parte del colosso di Ingolstadt di subentrare alla Renault, in crisi da quando, nel 2014, è iniziata l’era ibrida. «Ufficialmente non c’è stata alcuna richiesta o trattativa — precisa Marko alla Bbc —. Il gruppo Volkswagen prima deve risolvere alcune cose al suo interno, poi forse potrà pensare a cosa fare nel Motorsport». La Red Bull, per contratto, si è impegnata a correre in F.1 fino al 2020, mentre la partnership con la Renault è valida fino al 2016. Fino a poche settimane fa, a impedire un arrivo di Audi in F.1 era il parere negativo di Ferdinand Piech, presidente del Gruppo Volkswagen, fortemente contrario a un progetto di questa fattura. Ma ora che Piech ha lasciato la carica... Anche perché, in Casa Audi dallo scorso anno lavora Stefano Domenicali, l’ex team principal Ferrari, arrivato a Ingolstadt con un ruolo, per la verità poco credibile, di responsabile dei servizi e della mobilità.ASCOLTI — Record stagionale per la F.1 su Sky: il GP Spagna è stato infatti visto da 1.076.089 spettatori medi.

Alonso ai box senza freni COLOMBO (p.g.) Rovinosa caduta di Andrea Iannone alla velocissima Arrabbiata 1 al Mugello durante i test Ducati in preparazione al GP d’Italia (31 maggio). Pilota ok e di nuovo in pista nel pomeriggio. Definiti gli assetti nel primo assaggio della nuova GP15 sul tracciato toscano coi titolari.I tempi: Dovizioso 1’47”9 e Iannone 1’48”0, vicini al record di Marquez 2013 (1’47”639). Oggi girano mezza giornata, poi trasferimento a Le Mans. ASCOLTI SBK — (p.g.) La Superbike a Imola è stata vista sulle reti Mediaset da 1.715.000 telespettatori, share 7.30%, +311.000 rispetto al 2014.

TEST DUCATI AL MUGELLODovi a 3 decimida Marquez 2013Brivido Iannone

(co.ca.) Un calendario con due gare in più: è questo l’obiettivo che il presidente della Fia Jean Todt e Alejandro Agag, organizzatore del campionato, si pongono per il futuro della Formula E. Non solo: nella conferenza stampa, tenuta sabato a Montecarlo, si è manifestata l’intenzione di avere gare più lunghe con l’uso di una sola monoposto. Tra le corse che potrebbero entrare c’è Parigi: «aspettiamo una risposta», ha detto Agag. Per Todt, «presto potremmo correre anche in Medio Oriente e Africa. Sono certo che la Formula E migliorerà con l’aumento della concorrenza fra costruttori».

FORMULA ENel 2016 Parigi, gare più lunghee una sola auto

Sfortuna senza fine per Fernando Alonso: il guasto ai freni che domenica lo ha costretto al ritiro è stato causato dallo «strappo» della visiera del casco, che si è andato a incastrare nel tubo dell’impianto frenante. Lo ha svelato il team principal McLaren Eric Boullier.

LA CAUSA DEL RITIROAlonso, che jellaI freni in tiltper una visiera

PRIME AMMISSIONI

Red Bull chiama Audi risponde: «Opzione aperta»

Nico Rosberg, 29 anni, conla moglie Vivian COLOMBO

Sebastian Vettel, 27 anni, davanti a Lewis Hamilton, 30 EPA

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Fabio Fognini, 27 anni, numero 31 del mondo. ha superato con qualche patema il californiano Steve Johnson, numero 50 del mondo ANSA

Fognini lampi e pause adesso c’è DimitrovBolelli subito fuori 1Fabio piega Johnson in due set mentre la Pennetta palleggia con Totti & c. E Donati brilla anche in doppio

Vincenzo MartucciROMA

F lavia rideva e rideva, perbeneficenza, palleggiandocoi calciatori della «Maggi­

ca», cento metri più in là, sul«Pietrangeli» quasi pieno. Men­tre il suo Fabio entrava in atmo­sfera Foro Italico testando dritti,rovesci e servizi per il 2° turnocontro Grisha Dimitrov (rivinci­ta dei due k.o, stagionali sullaterra rossa), nel centrale semi­deserto. Mentre la giovane Ita­lia, Matteo Donati­Stefano Na­politano, beffava gli yankees dalgran servizio, Isner e Querry per

14­12 al super tie­break. Meglioalleggerire la pressione sul nu­mero 1 d’Italia, meglio lasciareun po’ le briglie sciolte a Fognini,già pressato dal brutto iniziodello squadrone azzurro, con 5su 8 eliminati già al primo turnoin questo Foro Italico infiamma­to dal sole e dal pubblico. Megliolasciarlo per un po’ solo aglisguardi degli ambasciatori, Ni­cola Pietrangeli (campione a Ro­ma nel 1957 e nel ‘61) e Lea Peri­coli. Sembrava una formalitàcontro questo Johnson qualsiasi,il modesto Steve, 25enne dai co­lori sgargianti come quando vasulla sua Redondo Beach, in Ca­lifornia, e decisissimo a picchiar

forte qualsiasi palla, come sefosse sul cemento, e buttarsi arete. Ovviamente, il progetto diFlavia Pennetta, magari com­prensivo di romantica cenettavicino al River Chateau ­ dimoraromana di «Doc laser», Pierfran­cesco Parra ­, è fallita. Perché Fa­bio ci ha impiegato un’ora e trequarti a sbrigare la pratica, epoi, fra doccia, media e massag­gi, è rientrato troppo tardi al­l’ovile. Succede nel tennis. E’successo anche al principino Ri­chard Gasquet che, quand’haavuto fra le mani Thomas Fab­biano, promosso dalle qualifica­zioni, se l’è lasciato scappare.Sorpreso da un paio di vincenti

del numero 199 del mondo. An­che se poi ha ribadito al tie­bre­ak il suo rango di numero 21.

SPETTACOLO Il tennis è dispet­toso. Il tennis è ingannevole. Ecosì i presidenti Coni e Fit, Mala­gò e Binaghi, si sono goduti, ma­gari a sorpresa, un paio di sprintdi prima qualità di Fognini, ge­nio e sregolatezza. Un mix di ac­celerazioni e tocchi melliflui delnumero 31 del mondo da ubria­care il numero 50 e trascinarlo,sul 6­6, dal purgatorio dell’unicapalla­break del match e da unbim­bum­bam senza qualità, al­l’inferno del fulmineo 7­0 al tie­break, assolutamente senza sto­ria. Un’accelerata davvero note­vole, che non s’è allungata perun pelo col break d’acchito nel 2°set, e magari con un risultato piùsecco. Ma, anzi, per la gioia delpubblico, sempre più numeroso,ha trovato il brivido di una palla­break, salvata dall’italiano a re­te. Così come a rete, con la voléealta di rovescio, Fabio ha firmatoil 2­1 contro l’americano, esor­diente a Roma e anche nel tennische conta, con la prodigiosa sca­lata di 120 posti in classifica del­l’anno scorso. Ma era troppo su­periore, sulla terra, per rischiaredavvero. Doveva solo attenderel’occasione, che è arrivata sul4­3, ed è diventata show con col­pi spezza­gambe per l’america­no tutto d’un pezzo, e un delizio­so lob finale da applausi.

DELUSIONE Intanto, sfortunatonel sorteggio, Simone Bolelli èstato sfortunato anche nell’an­damento del match contro il ta­lento Dominic Thiem, 21enneaustriaco targato appena 49 delmondo dal delizioso rovescio auna mano cui coach Nystrom(l’ex gemello di Wilander)stacostruendo solidi servizio e drit­to. Con la conseguenza che, do­po 2 set persi al tie­break, il bo­lognese s’è lamentato più per isecondi che per il primo: «Sonoabbastanza soddisfatto del gio­co, è stata una partita moltoequilibrata, nel 2° set ho avutoparecchie palle break ma non leho sfruttate. C’è anche moltorammarico. Lui è stato moltobravo a variare il servizio, alter­nandolo anche con qualche ser­ve and volley. Credo di aver co­struito bene il punto, ma ho rac­colto meno di quello che ho se­minato. Lui può diventare forte,è già molto completo, io devoconcentrarmi sul doppio con Fa­bio (Fognini), credo che rinun­cerò al torneo di Nizza». E fa ma­le perché sta giocando bene, maha bisogno di partite.

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3 I numeri 1 del mondo in che saranno in campo oggi sul Centrale: i due in carica (Novak Djokovic e Serena Williams) più l’ex regina Maria Sharapova.

70 La percentuale di prime palle messe a segno da Simone Bolelli, battuto ieri in due tie break dall’austriaco Dominic Thiem.

FABIO FOGNINISUL PROSSIMO AVVERSARIO

«CON DIMITROV HO LA CHIAVE, SPERO

SIA LA VOLTA BUONA...»

SIMONE BOLELLISUL K.O. CON THIEM

«CREDO DI AVER COSTRUITO BENE IL

PUNTO, MA HO RACCOLTO POCO»

THOMAS FABBIANOSCONFITTO 6-1 7-6

PROMOSSO DALLE QUALIFICAZIONI

HA CEDUTOCON GASQUET

PAOLO LORENZIFUORI AL PRIMO TURNO

IL ROMANO LASCIA IL TORNEO DI CASA

SCONFITTODA CUEVAS

TennisR

ITAL AInternazionali Bnl

d’crisi di nervi

Un primo game di 16 minuti, tanta battaglia da fondo mortificato dal terrificante 1-4 in 35 minuti, la 19enne Katerina Siniakova non regge alla rabbia e scoppia in lacrime

davanti alla 34enne Venus Williams sul centrale del Foro Italico. Una vera crisi di nervi per la biondina ceca, promossa dalle qualificazioni, che ritrova il sorriso al time-out

col coach quando scorge il proprio volto, gigante, sul mega-schermo.

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37MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Francesca Schiavone, 34 anni, numero 81 del mondo. La regina di Parigi 2010 è uscita sconfitta dal derby con la Knapp ITALY PHOTO PRESS

Schiavone s’inchinaDerby alla KnappErrani ride, Vinci no1Fischi ingiusti a Francesca: «La gente dimentica in fretta» Sara: «Io e Roby insieme a Rio 2016? Parliamo del singolare»

Riccardo CrivelliROMA

A ccalcati, accaldati, ap­passionati. Il marmo delPietrangeli ribolle, e non

soltanto per i 30 gradi al solegià di buona mattina. Quellafolla in coda con ventagli e cap­pellini reca l’omaggio conclusi­vo alla gloria che fu della Regi­na di Francia. Sono lì per laSchiavone, per i suoi ultimi rug­giti, fino a quando un cenno dabordo campo concede l’accessoalla tribuna autorità, chiusa alpubblico, per allargare la plateae consentire ai tanti che stavano

sull’erba in attesa quantomenoun’ammirazione fugace. C’è pu­re la curiosità mista all’adrena­lina di una sfida tutta italiana,perché dall’altra parte della reteè ben piantata Karin Knapp. Lapartita ha un senso solo nel pri­mo set, con le due che si inse­guono tra break e controbreak,fino a quando il dritto martel­lante dell’altoatesina ormai la­ziale d’adozione piega definiti­vamente il rovescio a una manodi Francesca. Il secondo parzia­le non dà brividi, solcato dal ce­dimento soprattutto fisico dellavincitrice del Roland Garros2010, cui qualcuno senza cuorenon concede neppure il rispetto

che si deve a un monumento,indirizzandole fischi che paio­no pugnalate: «Potevo aspettar­melo — sorride amara la Schia­vone, alla 18a presenza nel tor­neo — perché la gente dimenti­ca in fretta, soprattutto inquesto Paese. La sconfitta delcrepuscolo? Ho messo poco dime in questo match, è vero, mache ci crediate o no io sento chesto migliorando, anche se anco­ra non si vede».

DOPPIA SPERANZA Karin, conla saggezza e l’armonia di chi èrisorto almeno un paio di voltetra ginocchia frantumate e uncuore ballerino, si inchina co­

munque alla storia: «Francescaè una mia grande amica e unagrandissima giocatrice, vorreiarrivare alla sua età con la stes­sa energia». Poi, più che al pros­simo incrocio con la caldissimaKvitova, il pensiero corre aldoppio con la Vinci, novità degliultimi giorni che verrà esporta­ta anche a Parigi: «Cominciamoquesta avventura senza grandepressione. Vediamo quello chene uscirà fuori». Roby, peraltro,non bagna il freschissimo ma­trimonio con una prestazioneda tramandare. Anzi. Contro laWatson, la testa dà gli ordini mail braccio non esegue e i 30 erro­ri gratuiti che ne discendonochiudono un brutto cerchio:«Prestazione pessima, una dellepeggiori partite della mia car­riera — ammette onestamentela tarantina — non ci ho capitonulla fin dall’inizio. Mi dispia­ce, Roma è davvero stregata perme, magari in doppio le cose miriusciranno meglio, mi sembre­rà un po’ strano non avere piùSara al fianco, però affrontoquesta nuova sfida con moltasperanza».

VERSO SERENA La separazionedelle Cichi, comunque, rimaneuna ferita aperta e sanguinante,come illustra la risposta fulmi­nante della Errani alla tradizio­nale richiesta in merito: «Ro­berta ed io di nuovo insieme peri Giochi di Rio? Parliamo di sin­golare, è meglio». Bene. E alloraapplausi alla piccola grande Sa­rita, che nell’incrocio contro laveterana Hantuchova e le suegambe da fenicottero ottieneuna vittoria da Errani se ce n’èuna, perché dal 5­2 sotto del 2°set e con l’altra sempre aggres­siva, trova nelle gambe e so­prattutto nel rovescio la via pertagliare il campo e il vento, finoal tiebreak della liberazione:«Mi sono piaciuta? Sì e no. C’eratantissima tensione e tecnica­mente non sono molto soddi­sfatta. Le condizioni in camponon erano semplici e Daniela hafatto una bella partita, ma so­prattutto per la pressione chesento: difendo la finale dell’an­no scorso, è chiaro che è un ri­sultato a cui pensi quando gio­chi». E il fantasma di Serena, ri­spetto a 12 mesi fa, è già dietrol’angolo, con la possibile rivin­cita fin dagli ottavi: «Non possofarci nulla ­ sorride amara la Ci­chi ­ il sorteggio me l’ha messasulla strada così presto e io pos­so avvicinarmi alla partita solocon lo spirito di prendere allaleggera tutto ciò che verrà».Semplicemente, filosofia appli­cata al tennis.

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FRANCESCA SCHIAVONESUL FUTURO

«SONO AL CREPUSCOLO? CHE CI CREDIATE O NO

IO SENTO CHE STO MIGLIORANDO, MA

ANCORA NON SI VEDE»

SARA ERRANIQUALIFICATA AL 2° TURNO

«BENE, MA NIENTE PRONOSTICI: LA

CONDIZIONE PUÒ CAMBIARE»

KARIN KNAPPPROMOSSA AL 2° TURNO

«IN DOPPIO CON LA VINCI ANCHE A

PARIGI, MA SENZA PRESSIONI»

ROBERTA VINCIFUORI AL 1° TURNO

«SONO DIMAGRITA, STO MEGLIO. SPERO

DI RITROVAREIL BEL GIOCO»

NASTASSJA BURNETTFUORI AL 1° TURNO

«IO FERMA A LUNGO, CON

PIÙ CATTIVERIA AVREI VINTO»

RISULTATI E PROGRAMMA: OGGI LA PENNETTACosì ieri al 1° turno degli Internazionali d’Italia (Roma, 3.830.000 euro, terra). Uomini, singolare: Dimitrov (Bul) b. Janowicz (Pol) 6-3 7-6 (4); Thiem (AUT) b. BOLELLI 7-6 (4) 7-6 (5); Simon (Fra) b. Sock (Usa) 4-6 7-6 (2) 6-3; Isner (Usa) b. Sousa (Por) 7-5 6-3; Gasquet (Fra) b. FABBIANO 6-1 7-6 (0); Monaco (Arg) b. Lajovic (Ser) 6-3 6(5)-7 6-2; Cuevas (Uru) b. LORENZI 6-3 6-2; Kohlschreiber (Ger) b. Young (Usa) 6-4 6-1; Ilhan (Tur) b. Mannarino (Fra) 6-4 6-1; FOGNINI b. Johnson (Usa) 7-6 (0) 6-3.Donne, singolare 1° turno: ERRANI b. Hantuchova (Svk) 6-4 7-6 (4); Kerber (Ger) b. Cornet (Fra) 6-2 6-3; Watson (Gbr) b. VINCI 6-3 6-1; Pavlyuchenkova (Rus) b. Stosur (Aus) 6-4 7-5; KNAPP b. SCHIAVONE 6-4 6-1; Keys (Usa) b. Brengle (Usa) 6-2 6-4; Lisicki (Ger) b. Stephens (Usa) 6-4 6-1; Rybarikova (Svk) b. BURNETT 6-3 7-6 (5); Diyas (Kaz) b. Pironkova (Bul) 7-5 6-1; Bacsinszky (Svi) b. Pliskova (Cec) 7-6 (5) 6-1; McHale (Usa) b. Strycova (Cec) 7-6 (5) 6-1; Riske (Usa) b. Lepchenko (Usa) 6-4 6-3; Gajdosova (Aus) b. Vesnina (Rus) 1-6 6-2 7-6 (14); V.

Williams (Usa) b. Siniakova (Cec) 6-2 6-2.Doppio, 1° turno uomini: DONATI/NAPOLITANO b. Isner/Querrey (Usa-Usa) 7-6 (4) 4-6 14-12.OGGI: Campo Centrale, ore 12: Sharapova (Rus) c. Gajdosova (Aus), a seguire Wawrinka (Svi) c. Monaco (Arg), Djokovic (Ser) c. Almagro (Spa). Non prima delle 19.30: S. Williams (Usa) c. Pavlyuchenkova (Rus). Non prima delle 21: Berdych (Cec) c. DONATI. Grandstand, ore 11: Cilic (Cro) c. Garcia-Lopez (Spa), a seguire Lopez (Spa) c. Kyrgios (Aus), Azarenka (Bie) c. Dellacqua (Aus), Bacsinszky (Svi) c. Lisicki (Ger). Non prima delle 19: Gasquet (Fra) c. Ferrer (Spa).

Pietrangeli, ore 11: Barthel (Ger) c. Suarez Navarro (Spa), a seguire Svitolina (Ucr) c. PENNETTA, ARNABOLDI c. Goffin (Bel), Querrey (Usa) c. Tsonga (Fra). Non prima delle 19.30: Jankovic (Ser) c. GIORGI.Campo 1, ore 11: Gavrilova (Rus) c. Bencic (Svi), a seguire Tomic (Aus) c. Troicki (Ser), Schmedlova (Svk) c. Safarova (Cec), KNAPP/VINCI c. Hlavackova/Hradecka (Cec-Cec).Campo 2, ore 11: Bellucci (Bra) c. Schwartzman (Arg), a seguire Halep/SCHIAVONE c. Jurak/Parra Santonja (Cro-Spa), Jovanovski (Ser) c. Garcia (Fra), Anderson (S.Af) c. Kohlschreiber (Ger), LORENZI/VANNI c. Cabal/Farah (Col-Col).Campo 3, ore 11: Mladenovic (Fra) c. Puig (P.ric), a seguire Klizan (Svk) c. Dolgopolov (Rus). Quarto match CAMERIN/DENTONI c. Hantuchova/Stosur (Svk-Aus).Campo 4, ore 11: Dulgheru (Rom) c. Doi (Gia), a seguire Begu (Rom) c. Radwanska (Pol), Granollers (Spa) c. Bautista Agut (Spa).TV: uomini su Sky Sport 2 e Sky Sport 3, donne su SuperTennis.

VOLÉE DI ROVESCIOdi PAOLOBERTOLUCCI

NADAL: ROMA PER RITROVARSI PRIMA DEL ROLAND GARROS

N iente di eclatante, maqualche spunto incoraggiante nel

torneo di Madrid Rafa Nadal lo aveva dato. Piccoli passi, un gradino alla volta, segnali poco più che sufficienti. Forse le vittorie contro i teneri Dimitrov e Berdych avevano illuso, se non altro a immettere un po’ di fiducia e qualche certezza nel serbatoio ma non a fugare pienamente i dubbi sullo stato di forma dello spagnolo. Dubbi che

sono diventati macigni di fronte allo scoglio Murray. Rafa è apparso smarrito, privo di soluzioni, falloso e poco centrato, vanificando quel poco di buono che era riuscito a esprimere in precedenza. Il tempo è tiranno e a Roma, ultima fermata, ultimo test prima del Roland Garros, non potrà accontentarsi ma avrà bisogno di un voto con la lode per convincere se stesso e gli avversari che il re della terra è tornato in

sella. Dovrà trovare nel diritto il fedele alleato, affidarsi al rovescio per tenere lontano gli avversari, far frullare le gambe come ai vecchi tempi e mantenere un’ alta percentuale di prime palle di servizio. Alla fine del torneo parigino si tireranno le somme e, senza l’alibi dell’attrezzo e della disabitudine alla gara, gli eventuali nodi verranno al pettine: scioglierli non sarà assolutamente facile.

che donne!Oggi scendono in campo

la n.1 Serena Williams e Maria Sharapova

21 Le palle break concesse da Francesca Schiavone a Karin Knapp in 8 turni di battuta. La milanese, unica italiana a conquistare il Roland Garros, ne ha cancellate 15 (71%).

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Vincenzo MartucciROMA@VinceMartucci

K ei Nishikori è il numero 6del mondo. L’anno scor­so, dopo aver allargato i

confini del suo Giappone en­trando per la prima volta fra i«top ten», ha anche toccato lastorica finale Slam, degli UsOpen. E adesso sta definitiva­mente allargando i propri oriz­zonti, proponendosi come pro­tagonista assoluto anche sullaterra rossa.

Battere due volte di fila Ferrer aMadrid è il suo successo più im-portante sul rosso d’Europa?«Il mio gioco qua sopra miglio­ra sempre di più, come l’attitu­dine sulla superficie e il piacereche ci metto a giocarci. Perché,più mi ci sento a mio agio piùfaccio colpi diversi, ora cerco lapalla corta, alterno traiettorietese e a palle alte, e mi divertomaggiormente. Così sono an­che più aggressivo. E nello stes­so tempo sono più calmo e sicu­ro».

Ma se pensa al primo Slam da vincere, di certo non immagina ilRoland Garros.«No, penso al cemento, agli UsOpen o in Australia. Quelli sonoi miei campi».

Però, con Murray che vince duetornei di fila sul rosso e Rafa chescivola al 7 del mondo, il Roland Garros è più aperto.«Con Andy ho appena perso insemifinale a Madrid, l’ho vistomolto aggressivo: picchia duro,è solido, non concede chance,ha un gran servizio, è duro dabattere. I primi 10 del mondoavranno tutti una possibilità aiFrench Open, dopo Djokovic,che sta giocando in modo fan­tastico, ci sono anche Tomas(Berdych), Andy (Murray), eforse ci sono anch’io. Sto gio­cando bene e spero di farlo an­che al Roland Garros. Ma nondimentichiamoci mai Rafa: ma­gari a Madrid non ha giocato almeglio, ma per il 25 maggio sa­rà a posto, e sarà sempre l’av­versario più duro. Tornerà informa di sicuro».

Che influenza ha avuto coach

Michael Chang nel farle accetta-re la terra rossa?«Mi segue dal gennaio dell’an­no scorso ed è stato subito mol­to importante quello che mi hadetto, le indicazioni che mi hadato, che rimangono segrete, ehanno avuto un riscontro im­portante anche sulla terra ros­sa, a Barcellona e Madrid: untorneo l’ho vinto, l’altro l’hoperso solo in finale, solo controRafa, e facendomi male. Queirisultati hanno oggi un influssosul mio tennis da terra rossa».

Che influenza ha in generale ilpiù giovane re del Roland Garrossull’eroe del tennis giapponese?«Fra lui e me, fra quel tennis equesto, sono passati una venti­na d’anni, ma come giocatorisiamo simili, io sono un po’l’evoluzione, credo, di quelloche sarebbe potuto essere lui.Quindi i suoi suggerimenti so­no stati d’oro».

Che rapporto avete?«Parliamo tanto, soprattuttoprima dei match. Qualche voltanon è facile perché lui ci mettetanta passione e a tratti ha biso­gno di infondermene un po’.Comunque c’è anche Dante(Bottini), che mi ha seguito dal­la Bollettieri Academy, mi ci al­

leno ormai da quattro anni, efra loro due c’è un gran bel­l’equilibrio: siamo un team.Senza un vero boss. Cioé, il bossdovrei essere io».

Un allenatore cino-americano,un altro argentino: in questo tennis sempre più globale, dov’èla giapponesità di Nishikori?«Proprio non lo so: dai 14 annivivo negli States, e sono piùeasy­going di un giapponeseclassico, più aggressivo, leggopiù facilmente in giapponese,però, ed è vero: quando sonoarrivato da Bollettieri non man­giavo altro che il cibo del miopaese, che è sano, ma non facrescere tanto... Mi sono dovu­to adattare, qualcosa dovevopur mangiare, anche McDonal­d’s, certo. Del resto non so cuci­nare... E dovevo anche impara­re la lingua. Non è stato facilis­simo, ma è stato molto impor­tante per ambientarmi. No,casa non m’è mancata: avevotroppo lavoro da fare sul miotennis».

Oggi Kei Nishikori è un top ten diaffidamento.«Pian pianino ho preso coscien­za di me, ho acquisito fiducia,ho capito che davvero possostare fra i primi dieci del mon­

Nishikori: «Io, evoluzione di Chang»1Il giapponese, allenato da Michael, dopo la finale agli Us Open sta crescendo anche sulla terra: «Mi ha insegnato molto, lo vedrete... Ma il primo Slam lo vincerò sul cemento»

Dimitrov piega Janowicz Isner, 13 ace e Sousa va a casa ROMA — Una tranquilla giornata in ufficio, con il 77 per cento di punti al servizio e nessuna palla break concessa, con il solo brivido di un tiebreak del secondo set dove peraltro non ha mai rischiato di deragliare. Se ti chiami Dimitrov, sei stato numero 8 al mondo (ora 11) e ti porti dietro l’etichetta di nuovo Federer praticamente dalla culla, è tutto normale. Però il fidanzato della Sharapova, in questo 2015, raramente ha offerto le sue migliori versioni, le stesse che l’anno scorso lo portarono a un battito d’ali, come rendimento, dai tre-quattro più forti e in semifinale qui a Roma. Grisha, comunque, respinge senza patemi il gigante Janowicz, uno di quelli che sembrava destinato a ben altre ambizioni, e si proietta sulla terza sfida in un mese contro Fognini: «Forse è un po’ strano,

ma come giocatore lo rispetto molto».OUTSIDER Basta un’ora, invece, a John Isner per sbrigare la pratica Sousa con la solita dose di ace (13) e spingardate da fondo. Lo spilungone del North Carolina ha percorsi piuttosto contorti sulla terra, certamente la superficie meno diletta: eppure nel 2011 portò Nadal al quinto al Roland Garros, a Montecarlo un mese fa lo ha tenuto in campo tre set e a Madrid è diventato il primo americano dopo sei anni a raggiungere i quarti sul rosso in un Masters 1000. Insomma, un outsider pericoloso, se continua a far danni con il servizio. Tra le donne, tiebreak maratona nel terzo set tra Gajdosova e Vesnina: alla fine l’australiana naturalizzata se lo prende a 14.

ri.cr.© RIPRODUZIONE RISERVATA

KEI NISHIKORISUL SUO ALLENATORE CHANG

HO ACQUISITO FIDUCIA, HO CAPITO CHE POSSO

STARE FRA I PRIMI DIECI DEL MONDO. MI

SENTO MATURO

PARLIAMO TANTO, PRIMA DEI MATCH.

QUALCHE VOLTA NON È FACILE PERCHÉ LUI CI

METTE TANTA PASSIONE

Kei Nishikori, 25 anni, vive negli Stati Uniti da quando ne aveva 14. Nel 2014 ha perso da Marin Cilic la finale agli Us Open REUTERS

TennisRInternazionali d’Italia

do. Mi sento maturo. E quindiposso puntare più su, ai torneiMasters 1000 e quindi agliSlam. Le basi ci sono, come ilgioco, come il fisico».

La riprova c’è stata agli Us Open,quando ho giocato due settima-ne a livello più alto.«E’ stato fantastico, ho giocatoil mio miglior tennis, ho battutoDjokovic per la seconda volta,ma in uno Slam è diverso, è spe­ciale, perché tutti cercano digiocare al 100%. E io ce l’ho fat­ta dopo aver battuto il numero6, Raonic, e il 4, Wawrinka. Chesensazione! Anche se, in finale,con Cilic, ero forse troppo ner­voso».

L’investimento del Giappone suNishikori è stato ingente, comela pressione. A partire dal famo-so «Project 45», per migliorare ilnumero 45 del mondo del pionie-re, Shuzo Matsuoka, nel 1992.«Se vivessi lì sarei terrorizzatodi tutta quell’attenzione, cheso, che avverto, ma che fortu­natamente accuso poco, grazieal fatto che risiedo negli Usa e ilmio manager fa un bel lavoro.Però, quando torno in Giappo­ne sento che la mia casa è lì, esarà lì che vivrò, dopo il tennis».

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L'IDENTIKITKEINISHIKORINATO A SHIMANE (GIAPPONE)IL 29 DICEMBRE 1989PROFESSIONISTA DAL 2007RANKING ATP NUMERO 5

In classifica mondiale è stato al massimo numero 4 (2 marzo scorso.) TITOLI Ha vinto 9 titoli Atp: il primo conquistato sul cemento diDelray Beach nel 2008 e l’ultimo sulla terra di Barcellona poche settimane fa. Vanta 23 vittorie contro i top 10 di cui 2 vittorie su Roger Federer (Madrid 2013 e Miami 2014) e 2 vittorie su Novak Djokovic (a Basilea nel 2011 e nella semifinale dell’Us Open 2014). Nel 2015 ha vinto per la terza volta consecutiva il torneo indoor di Memphis e per la seconda volta di fila Barcellona.

I RECORD

4 La classifica record raggiunta da Kei Nishikori il 2 marzo scorso. Il giapponese ha poi chiuso il 2014 al numero 5 del mondo.

1 I giapponesi in finale in uno Slam: Kei Nishikori è stato il primo di sempre all’Us Open 2014, finale persa contro il croato Marin Cilic.

2 I tennisti giapponesi vittoriosi in un torneo del circuito Atp: Shuzo Matsuoka (Seul 1992) e Kei Nishikori (9 vittorie Atp).

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La Roma in campoper i bambiniTotti-Nole show1Giallorossi con gli assi del torneo. Il capitano: «Date uno sgabello a Florenzi. La rete è più alta di lui»

Marco CalabresiROMA

D al Centrale del Foro Itali­co, c’è addirittura chi ri­nuncia a vedere qualche

scambio di Fognini per affac­ciarsi sul Pietrangeli. Dev’esser­ci qualcosa di speciale, laggiù:Francesco Totti e Novak Djoko­vic nella stessa metà del campo,dall’altra parte Alessandro Flo­renzi e Caroline Wozniacki.Max Giusti a fare da mattatore(e a imitare Diego ArmandoMaradona quando in campo en­tra l’argentino Juan Monaco),mille persone sulle tribune chehanno pagato il biglietto (altrisono stati comprati dai calciato­ri) per finanziare progetti dedi­cati a bambini disagiati. «Ten­nis with Stars», organizzato daRoma Cares, la fondazione delclub giallorosso, è stata un’oradi divertimento vero e spensie­rato, per niente turbato dalla si­tuazione della squadra, che po­chi metri più in là – all’Olimpico– si giocherà un posto in Cham­pions. Terra rossa, calciatori ve­stiti di bianco (le racchette el’abbigliamento indossato ieri

sera saranno venduti sul sito charitystars.com) e soprattuttomicrofonati.

DIVERTIMENTO Iniziano Totti eFlorenzi con qualche palleggiodi riscaldamento. «La racchet­ta? L’ho comprata oggi allaStanda, ti piace?», dice Totti,mentre Florenzi mima il rove­scio. I due imitano anche le urladi sforzo dei tennisti; più silen­zioso Daniele De Rossi, mentreRadja Nainggolan (a cui un tifo­so chiede: «Vieni alla Juve» e ilbelga risponde «No») dimostradi dover migliorare. In borghe­se Pjanic e Gervinho, più Iturbee Ljajic che in campo non entre­ranno, a differenza di AshleyCole e Leandro Paredes. Poi sigioca sul serio: quattro tie­bre­ak, vince chi arriva per primo adieci. Flavia Pennetta in coppiacon Nainggolan, che non vor­rebbe servire: «Devi, per forza».Monaco, che invece gioca conDe Rossi, prova a imbrogliare,sempre sul servizio: «Ladro»,gli urla Flavia, poco prima diuno scatto di Nainggolan e delrimbrotto scherzoso di De Ros­si: «Oh, domenica dovemo gio­ca’…».

TOTTI SHOW Non c’è Federer,che per pochi minuti non è riu­scito a incrociare i giocatori del­la Roma (oggi al Foro anche ilaziali Pioli e Candreva), ma ar­riva Djokovic. Nole fa coppiacon Totti, contro Florenzi eWozniacki. I romanisti fanno latelecronaca dei loro movimenti(«Guarda come attaccamo al­ti», dice Florenzi; «La rete è piùalta de te, dateje uno sgabelloper battere», risponde Totti),fin quando un lob della danesescatena le (finte) polemiche. Ilgiudice di sedia scende per con­trollare il segno, Djokovic provaa corromperlo, Caroline offre dipiù e si prende il punto. Gioca­

no bene, Totti e Florenzi: il capi­tano sbaglia una volée comoda,poi fa correre Florenzi fino allosfinimento per il punto del 6­6,con il centrocampista (ma an­che terzino, ma anche attaccan­te) che per lo slancio finisce inbraccio ai compagni. Infine,escono fuori i tennisti: Nole eCaroline e si prendono a palla­te, alla fine la spunta il serbo.Standing ovation del Pietrange­li. Match point, pallonetto sba­gliato dalla Wozniacki, Totti(con lui, anche il figlio Cristian)e Djokovic in trionfo, sotto gliocchi del presidente del Coni, Giovanni Malagò, e della diri­genza della Roma: il ceo Zanzi,

il d.g. Baldissoni e Zecca, uomodi fiducia del presidente Pallot­ta.

COLE E GARCIA A bordo campo,calciatori e tennisti ne approfit­tano per scambiare due chiac­chiere e scattarsi selfie («Gran­de serata con grandi personeper una grande causa», twitteràDjokovic). Totti poi vince anco­ra, stavolta in coppia con DeRossi, contro Florenzi e Naing­golan. Avevano fatto lo stesso,contro Luca Vanni e Paredes,anche Cole e Garcia. Non Rudi,ma Caroline.

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E RE FEDERER OSSERVA RAFA(m.cal.) Rafa Nadal sul campo numero 5; Roger Federer sul 6, accanto. Scena da collezionisti per il primo giorno al Foro Italico di Rafa e Roger. Che prima di andare a fare la doccia, si è fermato a vedere l’allenamento dello spagnolo. TEDESCHI

Murray è a Roma: ma giocherà?(m.cal.) Andy Murray è a Roma. Aveva annunciato il viaggio poche ore dopo il trionfo di Madrid: lo scozzese ha chiesto a Luca Vanni (già eliminato dal tabellone degli Internazionali) di allenarsi per ben due volte, ma la sua presenza in campo al Foro è ancora incerta (il suo esordio sarebbe fissato per domani, come Nadal e Federer). Non ci sarà Milos Raonic, ma quello del canadese era un forfait annunciato: dovrà essere operato al piede destro. CLASSIFICHE: NADAL 7°Scende di tre posizioni Rafa Nadal nel ranking mondiale. Dopo la sconfitta in finale a Madrid contro Murray, il mancino è sceso dal quarto al

settimo posto. 1. Djokovic (Ser) 13.845; 2. Federer (Svi) 8645; 3. Murray (Gb) 7130; 4. (6.) Raonic (Can) 5160; 5. (7.) Berdych (Cec) 5140; 6. (5.) Nishikori (Giap) 5040; 7. (4.) Nadal (Spa) 4990; 8. Ferrer (Spa) 4310; 9. Wawrinka (Svi) 3575; 10. Cilic (Cro) 3360. Italiani: 31. Fognini 1215; 39 (40) Seppi 1115; 57 (63) Bolelli 861; 100 (117) Vanni 529.Donne: 1. S. Williams (Usa) 10.156; 2. Halep (Rom) 7115; 3. Sharapova (Rus) 6915; 4. Kvitova (Cec) 6670; 5. Wozniacki (Dan) 4940; 6. Bouchard (Can) 4063; 7. Ivanovic (Ser) 3905; 8. Makarova (Rus) 3465; 9. (10.) Petkovic (Ger) 3315; 10. (12.) Navarro (Spa) 3250. Italiane: 15. Errani 2665; 26 (25) Pennetta 1835; 37 (34) Giorgi 1300; 44. (46) Vinci 1112; 51. Knapp 975; 81 (73) Shiavone 727.

TACCUINO

1 Che coppia: Novak Djokovic con Francesco Totti 2 Daniele De Rossi in azione 3 Il doppio misto Florenzi-Wozniacki MANCINI/TEDESCHI

21

3

TUTTO SUL TORNEO:DUE APPUNTAMENTIIN DIRETTA DAI CAMPI

Da quest’anno l’offerta della Gazzetta, per gli Internazionali d’Italia, triplica. Oltre a giornale e gazzetta.it arriva anche la televisione, con due appuntamenti imperdibili. Ogni giorno alle 11.30 e alle 20 si parlerà del torneo a «Qui Foro Italico», la trasmissione di GazzettaTv che va in onda sul canale 59 del digitale terrestre. In studio oltre alle firme della Gazzetta, i giocatori, allenatori e personaggi del mondo dello sport. Grandi ospiti che commenteranno i risultati e i fatti più salienti, giorno dopo giorno, anche con l’ausilio delle immagini dei match più significativi. Gli Internazionali di Roma avranno poi uno spazio in tutte le edizioni del Tg Gazzetta news.

TennisRInternazionali d’Italia

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41MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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42 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Samuels il miglioreEcco i nostri premi1Il pivot simbolo della stagione dominante di Milanoche ha il sesto uomo dell’anno e Gentile tra i big italiani

L’ITALIANO

Vitali, cuore di Cremona Ma il futuro è all’estero?

SESTO UOMO

Brooks, talento veroE Milano vuole tenerlo

D opo ogni partita, puntua­le, arrivava il suo tweet.Di incoraggiamento, di

esultanza, a seconda del risul­tato. Ma con una presenza fis­sa, l’hashtag #family. Perchéquest’anno la Vanoli è stata unafamiglia. Non è arrivata ai playoff, ma il solo fatto che fos­se in corsa a tre giornate dallafine, è un grande merito. E buo­na parte va al miglior italianodella stagione, Luca Vitali.

CIFRE Secondo miglior assi­stman del campionato con 5.7 apartita, primo per media valu­tazione con 19.7, quinto ai libe­ri con l’87.4%. Domenica al ter­mina dell’ultima gara stagiona­le, è uscito dal PalaRadi con ilpubblico che cantava il suo no­me e gli regalava una standing

ovation. La società gli ha giàproposto il rinnovo contrattua­le e vorrebbe mantenere il nu­cleo italiano intatto. Lui nic­chia, perché, pur avendo trova­to una casa a Cremona, non glidispiacerebbe fare un’esperien­za all’estero, che ancora glimanca (Gran Canaria potrebbeessere una destinazione). Fabene a guardare a se stesso, maper il campionato italiano sa­rebbe una grave perdita. Prima,però, lo aspetta un’altra estatein azzurro, jolly indispensabileper Pianigiani, che, facendo dinecessità virtù, in passato lo hautilizzato anche come centro.Se Cremona è arrivata a dispu­tare le Final Eight di Coppa Ita­lia, dopo essere partita col soloobiettivo di salvarsi, lo deve alsuo capitano. Per noi il miglioritaliano della stagione.

Menzione d’onore: Alessandro Gentile (Milano), Andrea Cinciarini (Reggio Emilia).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

U n sesto uomo di lusso.Perché la dimensione diMarShon Brooks è quel­

la, specie in Italia, di una guar­dia da quintetto, ma nella me­tamorfosi milanese post scu­detto l’ex Lakers ha trovato lasua collocazione ideale uscen­do dalla panchina come uomodi rottura. Spesso ha messo lasua firma, tra primo e secondoquarto, negli allunghi micidialidell’EA7.

CIFRE Un impatto testimoniatoanche dalle cifre: Brooks è pri­mo assoluto, tra i milanesi, nelplus/minus medio, ovvero lastatistica che calcola il punteg­gio della gara con la presenzadi un giocatore in campo o me­no. La guardia Usa in media haun impatto di +10.1 per gara,

precedendo David Moss (+9.3)e Alessandro Gentile (+9.0).Dopo un ambientamento nonimmediato ha tenuto fede allesue grandi doti di realizzatore:è il decimo marcatore del cam­pionato con 15.3 a partita ma ilsecondo dietro Tony Mitchell diTrento per punti al minuto.Viaggia a 24.4 di media ogni 40minuti in campo. L’exploit a Va­rese, in un derby dominato da­gli attacchi, chiuso con 37 pun­ti. Per trovare una prestazionemigliore di un giocatore Olim­pia bisogna risalire al 2002­’03quando Naumoski ne mise 48.Visto il rapporto qualità­prezzo(non ha uno stipendio da big) el’età (26 anni) la si può definireun’operazione perfettamenteriuscita. L’idea del club è quellodi provare a confermarlo nono­stante le molte richieste, anchedall’Europa.

Menzione d’onore: Tomas Ress (Ve-nezia), Metta World Peace (Cantù)

© RIPRODUZIONE RISERVATALuca Vitali, 29 anni CIAMILLO MarShon Brooks, 26 anni CIAMILLO

MVP

Samardo più di MitchellNessuno ne ha un altro

MIGLIORATO

Peric: grandi si diventaChe duello con Polonara

O nore a Tony Mitchell, vo­tato mvp della stagionedalla Legabasket , top

scorer del campionato e gioca­tore più spettacolare della se­rie A.

CIFRE Per noi il n.1 dell’anno èSamardo Samuels dell’EA7,non solo perché è il miglior gio­catore per le statistiche poundper pound (nella valutazionesu 40’ è il n.1 del campionatoed è il quarto realizzatore delcampionato: tutti i giocatori diMilano, visti i minutaggi limi­tati, sono penalizzati nelle gra­duatorie assolute) ma ancheperché nessuna avversaria hauna contromossa individualeper un giocatore di 2.06 e oltre120 chili, con quella rapidità dipiedi e mani così dolci. L’unico

modo per fermarlo è non fargliarrivare la palla o sperare chesia in quelle giornate un po’ ca­raibiche, è giamaicano, dove èun po’ pigro. Segna 13.9 puntiin 23’, rispetto alla scorsa sta­gione, al debutto in Italia dopole promesse non mantenutenella Nba, ha migliorato del10% la percentuale da duepunti (ora al 66.8%, il migliorein A per un solo decimo davantia Shane Lawal) e del 6% ai li­beri, una grande cosa conside­rato che è il giocatore di Mila­no ne tira di più. Ha chiuso lastagione regolare con 25 punticontro la Granarolo, prima av­versaria nei playoff, suo massi­mo in Italia. A Milano sta bene,dice di voler restare anche se èin scadenza di contratto, ma laconferma passa attraverso unsostanzioso aumento viste an­che le offerte europee ricevute.

Menzioni d’onore: Tony Mitchell (Trento), Hrvoje Peric (Venezia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

S cegliere tra i giocatoriche sono migliorati di piùrispetto al passato un at­

leta che compie trent’anni a ot­tobre come il croato Hrvoje Pe­ric può apparire un controsen­so, ma non c’è dubbio che seVenezia, fin dalle prime gior­nate, ha fatto corsa di testa èstato per il suo grande gironedi andata, da mvp del campio­nato. Ma è un testa a testa conAchille Polonara di ReggioEmilia, che ha raddoppiato lasua produzione a rimbalzo.

CIFRE Le cifre di Hrvoje non so­no fantasmagoriche (14.7 dipunti media) simili a quelle didue stagioni fa a Cremona. Madi certo quest’anno, unico con­fermato della Reyer rispetto al­la passata stagione, ha mostra­

to una maturità da big del cam­pionato. E’ il top scorer di Vene­zia che è soltanto 3­3 quandoPeric ha segnato meno di 10punti ed è 12­2 quando ne harealizzati più di 15. Ha realiz­zato il suo record in una gara inItalia nel 2015 contro Avellino(28 punti). Portato in Italia daTreviso nel 2010, è alla quartastagione da noi. Anche i mi­glioramenti di Achille Polonaranon si evidenziano tanto dallestatistiche, quanto dalla solidi­tà con la quale è stato in campofotografata dagli 8.4 rimbalzidi media, contro i 4.8 dell’annopassato. Con 7 doppie doppie,ha chiuso al quinto posto nellavalutazione statistica. Gli pre­feriamo Peric anche perché laReyer è la squadra miglioratamaggiormente in serie A, pas­sando in dodici mesi dall’undi­cesimo al secondo posto.

Menzione d’onore: Achille Polonara (Reggio Emilia), Ariel Filloy (Pistoia).

© RIPRODUZIONE RISERVATASamardo Samuels, 26 anni CIAMILLO Hrvoje Peric, 29 anni CIAMILLO

I NUMERI UNO PER LA REDAZIONE BASKETConclusa la stagione regolare e alla viglia dei playoff, anche la Gazzetta sceglie i migliori giocatori della stagione. La Legabasket ha premiato, sulla base dei voti degli addetti ai lavori, tre esponenti di Trento, Tony Mitchell miglior giocatore, Maurizio Buscaglia coach dell’anno, Salvatore Trainotti miglior manager, più Simone Fontecchio di Bologna, miglior giovane. Noi abbiamo voluto esprimere il nostro parere su altre tre importanti categorie eleggendo mvp Samardo Samuels per la stagione dominante dell’EA7 Milano.

Designatore: la Lega alza i toni«Ci saranno i soliti sospetti...» ROMA Il romano Valerio Bianchini si diverte a scherzare, nella sala conferenze del Corriere dello Sport, con Carlo Recalcati: «Gioca questi playoff e poi ritirati, devi andare in pensione, l’Inps ti ha fatto i conteggi?». Pronta la replica: «Guarda che in pensione ci sono da un bel po’, devo solo vedere ora se mi restituiscono i soldi che mi hanno tolto con la legge Fornero». È la giornata dei premi della Lega, con Trento che ha calato il tris grazie all’ala Tony Mitchell («Dopo il titolo di mvp del campionato punto a quello della finale scudetto»), al tecnico Maurizio Buscaglia («Grande emozione») e al g.m. Salvatore Trainotti («Sono appassionato di musica: dovessi associare un gruppo alla mia squadra direi gli

U2, i miei favoriti»). Sorrisi pure per Simone Fontecchio, miglior Under 22: «Se mi chiamano, nell’Nba ci vado a piedi…». E mentre Milano col presidente Flavio Portaluppi e il tecnico Luca Banchi proverà a mantenere il ruolo di favorita, la giornata si chiude con la polemica del presidente della Lega, Nando Marino, sulla questione arbitri. «Avevamo detto che rimettere il designatore era pericoloso: ora si creeranno i soliti sospetti, il clima non sarà buono...». Non la pensa così il presidente federale Gianni Petrucci: «Non è un andare contro la Lega, ma col ricambio generazionale in atto il sorteggio non era giusto: come li avremmo aiutati a crescere?».

Mario Canfora© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Italdonne verso l’EuropeoRicchini: «Il gruppo può stupire» ROMA Tutti aspettano l’Italia di Simone Pianigiani che a settembre comincerà a Berlino un Europeo su cui la Fip di Petrucci ripone tante speranze, ma per il momento tocca alle donne sognare. L’obiettivo è sempre lo stesso: andare all’Olimpiade di Rio del prossimo anno. Prima (vincendo la manifestazione che si terrà tra Ungheria e Romania dall’11 al 28 giugno: difficile per non dire impossibile) o dopo (ossia attraverso il preolimpico cui parteciperanno le squadre che si classificheranno dal secondo al quinto posto: da tale torneo, che includerà anche le formazioni degli altri quattro continenti, usciranno altre cinque squadre che poi voleranno a Rio) conta poco. Nell’incantevole location

della terrazza che si affaccia sui campi degli Internazionali BNL di tennis, le azzurre hanno avuto un incitamento d’eccezione, con la presenza della squadra, capitanata da Catarina Pollini, che nel 1995 vinse l’argento a Brno. L’Italia, inserita nel girone B, esordirà l’11 giugno con la Bielorussia ad Oradea (Romania) poi sfiderà Grecia, Polonia e Turchia. «Difficile inquadrare la situazione – spiega il tecnico Roberto Ricchini – l’inizio con la Bielorussia è fondamentale, ma sono molto fiducioso. Dobbiamo e possiamo continuare la nostra crescita». Da venerdì stage a Roma con l’Ungheria e due amichevoli nella casa della Stella Azzurra in via Flaminia.

canf© RIPRODUZIONE RISERVATA

DATOME OSPITE IN GAZZETTAGigi Datome è stato ospite ieri nella redazione della Gazzetta. Alle 13.45 e in replica alle 20.45 andrà in onda la sua intervista su Gazzetta Tv. Su Gazzetta.it è invece già online un’altra «one on one» con l’ala che ha chiuso la stagione con i Celtics BOZZANI

BasketRConclusa la stagione regolare

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43MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

LeBron e quei magici ultimi tiri1James sulla sirena salva i Cavs a Chicago. Da Jordan a Metta, ecco i più grandi di sempre

Il tiro della vittoria di LeBron James, 30 anni, davanti a Butler AP

Massimo Oriani

C i sono momenti, frazionidi secondo, che defini­scono la carriera di un

giocatore. LeBron James ne havissuti tanti. Uno dei più signi­ficativi è arrivato domenica, colcanestro sulla sirena che ha sal­vato i Cavs da un 1­3 nella se­mifinale Est con Chicago, arri­vato dopo una serata da dimen­ticare (10/30 al tiro, 8 perse).Segue quello di Derrick Rose divenerdì che aveva dato il 2­1 aiBulls e di Paul Pierce sabato peril 2­1 Wizards sugli Hawks. C’èuna frase di Michael Jordanche dice tutto: «Ho sbagliatopiù di 9000 tiri in carriera, per­so quasi 300 partite, 26 voltemi hanno affidato il tiro dellavittoria è l’ho fallito. E’ per que­sto che ho avuto successo». Nel­

la classifica dei più grandi tirivincenti allo scadere però, ov­viamente, c’è anche lui. Ecco, inordine sparso, i più famosi del­la storia dei playoff pro’.

MICHAEL JORDAN ‘89 Gara­5di 1° turno (allora al megliodelle 5) contro i Cavs. Passatoalla storia come «The Shot».Due secondi dalla fine, Cleve­land sopra 100­99, MJ si liberadal raddoppio, riceve palla,parte in palleggio e si alza al­l’altezza della lunetta, restandoin aria un’eternità, così almenoparve ai comuni mortali. E sicu­ramente al povero Craig Ehlo,che lo marcava e da allora è ri­cordato solo per quello. Il balzodi Air Jordan col pugno all’ariaè un’istantanea che vivrà persempre come immagine del piùgrande di tutti i tempi. I Bullsvennero poi eliminati in finaledi conference dai Pistons.

DEREK FISHER ‘04. Ovvero 0.5.Gara­5 di semifinale Ovest 2 traLakers e Spurs. Duncan ha ap­pena infilato un impossibile ti­ro in sospensione che porta itexani sul 72­71 con 5 decimisul cronometro. Timeout L.A.,rimessa di Gary Payton perFisher che si gira in aria e lasciapartire una morbida parabolache vale il 3­2 nella serie per igialloviola. Che poi persero iltitolo in finale con Detroit.

ROBERT HORRY ‘02 Reduci dalback to back, i Lakers trovanosulla loro strada i Kings, o Que­ens come li chiamava con spre­

gio Shaq. Gara­4 coi gialloviolasotto 2­1 e col rischio di tornarea Sacramento e venire elimina­ti. Sul 99­97 per gli ospiti con11 secondi da giocare, la pallafinisce nelle mani di Bryant cheperò sbaglia il sottomano delpareggio. Così come O’Neal, ilcui tap in non trova il fondo del­la retina. Invece di cercare diassicurarsi il rimbalzo, Vlade Divac smanaccia la palla fuoridall’area. Che, per sua sfortu­na, finisce nelle mani di tal Ro­bert «Big Shot Bob» Horry. Tri­pla, 2­2, e threepeat un paio disettimane più tardi.

LEBRON JAMES ‘09 Il Presceltoè ancora a caccia del primoanello. Gara­2 di finale Est conOrlando avanti 1­0. A un secon­do dalla fine, i Magic sono so­pra 95­93. Rimessa di Mo Wil­liams, palla a King James, triplafrontale sulla sirena e pareggionella serie. Che però alla fineportarono a casa i Magic 4­2con un Howard da 40 punti 14rimbalzi nella decisiva gara­6.Orlando che poi venne sconfit­ta 4­1 dai Lakers nella serie peril titolo, il primo dei due in filaper Kobe e soci.

JOHN STOCKTON ’97 Gara­6 difinale Ovest con Phoenix, 100pari con 2.8 secondi da giocare.Rimessa per Stockton, un pal­leggio verso sinistra, arresto etiro da tre. Solo retina. I Jazzconquistano la prima finaleNba della loro storia. Ne perde­ranno due in fila contro un cer­to Michael Jordan...

RON ARTEST ‘10 C’è anche l’og­gi canturino Metta World Peacenella lista dei più grandi «buz­zer beater» dei playoff. Gara­5di finale Ovest sul 2­2 contro iSuns di Steve Nash, 3.5 secondisul cronometro, palla a Kobeche forza in allontanamento. Lapalla finisce nella mani del Pan­da che da sotto infila il 103­101.

IL MEGLIO DEL RESTO Jordanin gara­1 di finale ‘97 contro Utah, Ralph Sampson che eli­mina i Lakers al Forum in ga­ra­5 di 1° turno con i suoi Roc­kets, Kobe in gara­4 di 1° turno2006 contro Phoenix, ma an­che Rik Smits in gara­4 di finaleEst per il 2­2 dei Pacers con Or­lando. In attesa dei prossimi,che visto come stanno andandoquesti playoff, non si farannoattendere.

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50% LeBron è 4/8 nei tiri conun secondo o meno da giocarenei playoff. La media del restodella Nba in situazioni identicheè solamente del 20%

3 I canestri vincenti sulla sirena in carriera di LeBron, nella postseason. Raggiunge così Michael Jordan. Nessuno come lui negli ultimi 15 anni

Il fallo sistematico non paga: Clippers sul 3-1 con Houston Nonostante la strategia di Houston, fallo sistematico su DeAndre Jordan, spedito in lunetta 34 volte (28 nel solo 1° tempo, record Nba), con 20 errori, i Rockets vengono travolti dai Clippers e vanno sotto 3-1.Est, gara-4: Chicago-Cleveland 84-86 (2-2); Atlanta-Washington 1-2 (ieri gara-4). Ovest, gara-4: LA Clippers-Houston 128-95 (3-1); Golden State-Memphis 1-2 (ieri gara-4).

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Page 44: La Gazzetta dello Sport (05 - 12 - 2015)

44 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Andrea CrippaNOVARA

A un passo dal sogno. A di­stanza di 11 anni e pocopiù di un mese dall’ulti­

ma volta, Novara si prepara adaffrontare questa sera a Cre­mona, contro la Pomì Casal­maggiore, una sfida che po­trebbe valere la conquista delprimo scudetto. Quell’ultimavolta era il 19 aprile 2004, unlunedì sera e sul taraflex delPalaNorda la Foppapedretti diGruen, Kilic e Piccinini dominògara­5 di una serie pazzesca, ri­masta nella storia di entrambele piazze, e che assegnò lo scu­detto a Bergamo, dopo che No­vara si era portata avanti 2­0nella serie e per 5 volte (tra ga­ra­3 e 4) si trovò a un pallonesolo dall’impresa.

CON BERGAMO Fu quella fina­le, persa nel modo più rocam­bolesco e crudele (sportiva­mente) che si possa immagina­re, a trasformare il sogno in quello che per qualcuno oggi èun tabù da sfatare e per altri(forse la maggior parte dei 250tifosi che questa sera sarannoal seguito della Igor a Cremo­na) è un vero incubo, da can­cellare. Questa sera a Cremonala Igor giocherà soprattutto perloro. Anche perché, nonostan­te dal 2012 sia iniziato un nuo­vo corso societario, in tanti an­che tra i protagonisti di oggi,hanno vissuto sulla propria pel­le la delusione delle finali perseda Novara. A cominciare dallacapitana Martina Guiggi, per 3volte finalista scudetto conquesta maglia e una quarta…contro, naturalmente vincente,con Pesaro. E poi il tecnico Lu­ciano Pedullà, il ds Enrico Mar­chioni, suor Giovanna, ma an­che tantissime persone che inquesti 15 anni non hanno maismesso di faticare dietro lequinte, per pura passione e conun solo grande sogno, quel tri­colore troppe volte sfiorato.

SORTILEGIO Sì, perché quellafinale persa a Bergamo, non fula prima e nemmeno l’ultimaper Novara nella sua storia pal­lavolistica. Iniziata sui campi

dell’oratorio di Trecate, grazieproprio a suor Giovanna Sapo­riti, tornata 3 anni fa al timonedella società al fianco del nuo­vo sponsor Fabio Leonardi. Unarisalita (dall’A­2 alla finale scu­detto in 3 stagioni), tanto ful­minea quanto lo fu l’afferma­zione di Novara nell’ormai lon­tana stagione 2001­02, quandoda neopromossa centrò la pri­ma finale. In panchina, oggi co­me allora, Luciano Pedullà. Lasconfitta in gara­4 con la Fop­papedretti, fu comunque unafesta per la città. Al punto che,di fronte ai quasi 6 mila spetta­tori che in gara­1 presero d’as­salto il vecchio Palasport DalLago, il Comune si dovette at­trezzare con i maxi schermi inpiazza per le successive sfide.

MAXISCHERMI Nemmeno sitrattasse della finale del mon­diale di calcio. Era quello l’ini­zio di un periodo magico, nelquale Novara ha vinto tanto, inItalia e in Europa, ma senzamai arrivare al tricolore. Nel2003 è ancora finale, contro laPerugia d Kirillova­Aguero­Francia. Troppo per quella No­vara. L’anno successivo la ma­dre di tutte le finali, ancoracon la Foppapedretti. Novaraha in panchina un mito comeJenny Lang Ping, in campostelle come Glinka, De Carne,Cardullo e Anzanello, ed èpronta. Di fronte c’è una Ber­gamo stellare, con Gruen, Ki­lic, Piccinini, Poljak. Ma Nova­ra vince al tie break le primedue sfide e in gara tre, a Berga­

mo, si ritrova avanti 2 set a 1 e21­24. Nella curva dei tifosinovaresi c’è chi già si abbrac­cia, mentre le telecamere diSky indugiano sul primo pianodi patron Caserta, pronte a im­mortalare la sua esplosione digioia. Che però non arriva. Laluce in casa Asystel si spegne,Gruen e Kilic fanno il resto eNovara crolla. Si torna al DalLago e Novara ha la forza diportare la gara al quinto e sul14­12 ha ancora lo scudetto aportata di mano. Lo accarezza,ma le sfugge, di nuovo. La pal­la cade sempre nella metàcampo sbagliata. Stessa sortenel 2009­2009. Stasera, a Cre­mona, può abbattersi un ta­bù...

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Una tradizione consolidata del PalaTerdoppio di Novara: alla fine della partita le ragazze dell’Igor danno il «5» ai tifosi schierati TARANTINI

I QUATTRO ASSALTI PRECEDENTI: TUTTO COMINCIO’ NEL 2002

2001-2002 É la prima finale: Novara vince gara­1 contro Bergamo, poi però crolla nelle 3 successive

2002-2003Contro Perugia di Barbolini va sotto 2-0 nella serie, vince la terza (2-3), poi cade ancora al tiebreak

2003-2004Ancora contro Bergamo di Caprara va sopra 2-0 ma poi si fa rimontare e battere: 3-2, 3-2 e 3-0

2008-2009Sconfitta in tre sole partite contro la Scavolini Pesaro di Vercesi campione in carica

Ecco la notte della veritàNovara e il tabù scudetto1La squadra nata in oratorio, arrivata alla quinta finale tricolore, ha il match ball, come quella volta nel 2004 contro Bergamo...

Fowler, la grande rimonta del più sopravvalutato 1L’americano si riscatta con un recupero senza precedenti e va a vincere The Players Championship

Stasera ore 20.45diretta Rai Sport (gio.gar.) Tutto esaurito al PalaRadi per cercare di portare Novara a gara-5. Sarebbe servito un impianto molto più grande per tutti i supporter della Pomì che hanno bruciato i tagliandi in meno di due ore. A Casalmaggiore maxischermo in riva al Po per chi non riesce ad andare a Cremona.SERIE Pomì Casalmaggiore-Igor Gorgonzola Novara 1-2. Questa sera (a Cremona) ore 20.45, in diretta su Rai Sport, gara-4. Eventuale gara-5 è in programma in Piemonte sabato sera alle 20.45

Modena sold outaspetta Trento (p.r.) il presidente di Modena Catia Pedrini ha affidato a Facebook un messaggio alla sua gente in vista della decisiva gara-4 di domani sera (20.30) «servirebbero due palazzetti per ospitare in questa finale tutti i modenesi») un messaggio che contiene anche una promessa: andiamo avanti. «L’entusiasmo dei modenesi è il premio più grande per lo sforzo da me compiuto insieme alla famiglia Piacentini. Qualunque sia l’epilogo di una annata straordinariamente positiva, è mio desiderio continuare l’avventura con questo splendido gruppo». La serie vede Trento in vantaggio 2-1 PLAYOFF A-2 (f.c.) Primo match-ball per la A-1 per Potenza Picena. Stasera (ore 20.30) si gioca a Corigliano gara-4 della finale playoff di A-2 maschile (al meglio di 3 su 5) fra Aiello e B-Chem coi marchigiani che conducono nella serie 2-1. Tuttavia in caso di successo dei calabresi tutto si deciderà in gara-5 prevista sabato 16. A PERUGIA (an.me.) In attesa del nuovo allenatore la Sir Safety Perugia ha confermato il primo acquisto: il 20enne schiacciatore cubano Mestre Uriarte. ALTRA MODENA (p.r.) Primo colpo di mercato per la Liu-Jo Modena. Ufficializzato l’accordo biennale con Dora Horvath. La Liu Jo sarebbe sulle tracce anche di Valentina Diouf. A Firenze ingaggiata la palleggiatrice belga Ilka Van de Vyver. A PIACENZA (m.mar) Ufficiali gli acquisti del libero Giulia Leonardi e della schiacciatrice Francesca Marcon che arrivano a Piacenza dopo essere state protagoniste con Busto

TACCUINO

GolfRRivincita dell’eterno perdente

Massimo Lopes PegnaCORRISPONDENTE DA NEW YORK

R ickie Fowler è il ragazzino(ora di 26 anni) che piacealle donne e in campo era

impossibile non vedere. Fino aqualche tempo fa, sempre fa­sciato in vistosi completini colo­ratissimi. Spesso in arancionedalla testa ai piedi. Un perso­naggio, ma anche una grandepromessa, anzi, The Next Big

Thing, dopo aver conquistato ilsuo primo (e unico fino a dome­nica) torneo del Pga nel 2012.Quando, però, non vinci più eimbrocchi magari un’annatastorta, finisci per perdere il ri­spetto del gruppo. Così, in unrecente sondaggio segreto diSports Illustrated i suoi colleghilo hanno votato come il piùoverrated, sopravvalutato, delcircuito insieme all’inglese IanPoulter. Senza considerare cheun anno fa, Rickie Yutaka aveva

strabiliato ai Major: due voltesecondo, all’US Open e British,3° al Pga Championship e 5° alMasters. Almeno top 5 nellastessa stagione, come riuscitosolo a Nicklaus e Tiger.

3 BIRDIE Domenica ha dato larisposta migliore a quel sondag­gio: vincendo The PlayersChampionship, considerato ilquinto Major. In rimonta e anco­ra ai playoff (come il suo primosuccesso) contro Sergio Garciae Kevin Kisner. E che rimonta.Perché a 6 buche dal termine,Fowler aveva un ritardo di 5lunghezze. Persino sua mammaLynne, che lo segue ovunque,era già sulla via dell’aeroporto.

Poi, ascoltando le notizie che ar­rivavano dai green, aveva ordi­nato al taxi l’inversione. Rickiestava recuperando terreno contre birdie e un eagle fra la 15 e la18. Nessuno c’era mai riuscitonella storia del torneo. Termi­nato il suo giro a ­12 al coman­do, era stato poi raggiunto daGarcia e Kisner. Il suo capolavo­ro alla buca 17, una delle più te­mute al mondo, con il green cir­condato dall’acqua. Domenical’ha affrontata tre volte con lostesso esito: tre birdie. Adessodiventa il numero 8 del ranking,mentre il numero 1, Rory McI­lroy, si è piazzato 8°, e Tiger èfinito 69°.

© RIPRODUZIONE RISERVATARickie Fowler, 26 anni, esulta nel giorno del riscatto EPA

PallavoloRFinale scudetto femminile, gara-4

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45MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

I MITI CONTENUTOPREMIUM

LA STORIA di MARIO SALVINI

O ggi compie 90 anni Yogi Berra. E se non sa­pete chi è Yogi Berra, un po’ di dati che vipossano dar l’idea: è’ l’uomo che ha vinto

più World Series, cioè 10, una più di Dimaggio. E’senza dubbio il personaggio di baseball più amatodagli americani. L’Orso Yogi si chiama così in suoonore. Ed è anche citato più di quasi tutti gli scrit­tori del mondo : i suoi modi di dire, le sue gaffe,sono entrati nel lessico degli americani. Veri e pro­pri aforismi chiamati Yogiism. Quasi sempre invo­lontari, ma memorabili. Uno su tutti: «It ain’t overtill it’s over«, «Non è finita, finché non è finita»,Lanny Kravitz ci ha intitolato una canzone. Ma,più di tutto, per decenni milioni di italo americanibassi e tozzi se cercavano da qualche parte unesempio, la prova vivente che anche loro avrebbe­ro potuto farcela, non avevano che da guadare lui:Lawrence Peter Berra. Perché, in barba a chi dice­va che con quel fisico non ce l’avrebbe mai fatta, èstato un giocatore eccezionale per tutte e19 le sue stagioni in MLB, sempre e soloai New York Yankees.

CUGGIONESE Stasera dalla salaconsigliare del Comune di Cug­giono, in provincia di Milano, sicollegheranno con lui. Perché è dalì, precisamente dalla frazione di Malvaglio, che nel 1909 partirono i suoigenitori, Pietro e Paolina. Si stabilironoa St.Louis, nel quartiere The Hill, doveandavano tutti i cuggionesi. Così cheLawdie – mamma Paolina non riusciva apronunciare Lawrence ­ ha cominciato agiocare a baseball in parrocchia, che ov­viamente si chiamava St.Ambrose. Con lui c’era Joe Garagiola che sarebbe anda­to ai St.Louis Cardinals, e c’erano Jim Pi­soni e Frank Crespi, tutti cuggionesi,tutti finiti in Mlb. Tanto che quel trattodi Elizabeth Avenue dove sono cresciutioggi è detto «Hall of Fame place», ma aitempi, quando i quattro erano ragazzini,nel resto di St.Louis la zona era nota co­

me Dago Hill, e «dago» era un modo non moltogentile per indicare gli italiani.

YOGI Un compagno della squadra di ragazzini dilì, un giorno vide su una guida dell’India una fotodi un bramino in posizione yoga, a gambe incro­ciate, proprio come stava Lawdie quando aspetta­va di andare alla battuta. Uno Yogi. Da allora Ber­ra avrebbe dimenticato di chiamarsi Lawrence.Hanna & Barbera poi non l’hanno mai conferma­to, ma l’assonanza Yogi Berra­Yogi The Bear, l’Or­so Yogi, è evidente. E l’ispirazione ­ data la simpa­tia di Berra ­ è data per assodata.

IN GUERRA Solo che a St.Louis i Cardinals offriro­no 500 dollari al suo paesano Garagiola e 250 alui, perché che era solo un metro e 72, più largoche alto, con le orecchie sventola. Yogi disse no:«Valgo come Joe». Sarebbe stata la fortuna deiNew York Yankees. Dove arrivò nel 1942, anche sein MLB avrebbe debuttato solo nel ’46. Dopo esse­

re andato volontario in Marina: il 6giugno del 1944 era a bordo del Bay­

field che copriva lo sbarco in Normandia.

ITALIANS Poi dal 1946 al 1965 sarebbe rimastodietro il piatto di casa base dei New York Yankees,

catcher. Ovvero quello che riceve i lanci del lan­ciatore e che, rivolto al campo, guarda, e dun­que dirige, i compagni. Davanti a lui negli annisi sarebbe materializzata forse la più grandesquadra di ogni tempo, gli Yankees imbattibi­li, gli Yankees molto italiani che avrebberovinto 5 World Series consecutive tra il 1949e il 1953. Con Phil Rizzuto, il suo grandeamico e compagno di stanza, calabrese

della provincia di Cosenza. Con Frankie Crosetti,figlio di genovesi, il quiet­man, il più Yankee ditutti, l’uomo che ha indossato il pigiama a strisceper 37 anni (16 da giocatore, 19 da assistente alle­natore). Con Joe Dimaggio, ovviamente, sicilia­no, genitori da Isola delle Femmine, il suo oppo­sto: alto, mentre Yogi era tarchiato; elegante,quando Yogi vestiva un po’ come capitava; dal­l’eloquio «senza accento italiano», come si stupi­vano i giornali del tempo, specie se paragonatoalla sintassi approssimativa di Yogi. E poi con VicRaschi, il lanciatore, quasi certamente parente del leggendario cronista della Gazzetta Bruno,perché originario delle stesse frazioni del comunedi Calestano, sull’Appennino Parmense. E con Bil­ly Martin, di cui gli Yankees hanno ritirato il nu­mero 1, e la cui storia di emigrazione potrebbepiacere ai leghisti, visto che portava il cognomeportoghese di un padre mai conosciuto, ma erafiglio di una ragazza madre poverissima che si chiamava Jenny Salvini. «Per tutta la vita aveva­mo cercato di integrarci – ha raccontato qualchegiorno fa Yogi – e quindi evitavamo l’italiano, an­che perché lo parlavamo poco e in modo molto

diverso. Ma in spogliatoio a volte qualche frasescappava. Ci faceva sentire più uniti».

LAUREA Yogi è l’ultimo rimasto di quei sei ragazziitaliani a cui guardava tutta l’America. E che sonotutti ai primi posti della classifica dei giocatori con più World Series vinte. Anche se nessuno neha tante come Yogi: 10. Ancora oggi, a 50 anniesatti dal ritiro, detiene il record di più partite epiù valide battute alle World Series. Giocate conuno spirito tutto suo. Combattivo: era un battitoreeccezionale nei momenti delicati. E divertente:con i suoi nonsense era la delizia dei cronisti. Lo èrimasto da allenatore e poi da icona di se stesso,ogni volta che c’è una celebrazione degli Yankeeso della Mlb è lui il più acclamato ed applaudito. Elui non delude: «Il baseball è al 90% una questio­ne mentale, per l‘altra metà fisica». «Non abbiamopiù il futuro di una volta». Però intanto la Mon­tclair University del New Jersey gli ha conferitouna laurea honoris causa, proprio per i suoi afori­smi. E gli ha dedicato il Campus, che ci chiama«Yogi Berra». A Montclair Yogi ci ha sempre vissu­to, anche se l’anno scorso, quando è mancata suamoglie Carmen, con cui aveva festeggiato i 65 an­ni di matrimonio, ha venduto la casa. Per 888.888dollari, perché l’8 è sempre stato il suo numero,che naturalmente oggi non può più indossare nes­sun Yankee. E, sempre a Montclair c’è il suo Mu­seo, gestito dai figli, da cui stasera si metterà da­vanti a uno schermo. Indosserà la casacca dellanazionale italiana inviatagli dalla Fibs e riceveràle chiavi di Cuggiono. Il paese del più vincentegiocatore della storia del baseball.

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NON E’ FINITA FINCHE’ NON E’

DAVVERO FINITA

VI DO UN CONSIGLIO: NON

RISPONDETE ALLE LETTERE ANONIME

SE VI TROVATE A UN BIVIO

IMBOCCATELO

BERRA, IL VERO UOMO DEI SOGNI

Buon compleanno

YogiLAWRENCE PETER BERRA è nato a St.Louis, da genitori di Cuggiono (Milano), il 12 maggio 1925. Ha giocato in MLB dal 1946 al 1965, sempre ai New York Yankees, con cui ha vinto 10 World Series: più di qualsiasi altro giocatore della storia

BaseballRL’anniversario

I 90 ANNI DEL GIOCATORE PIÙ VINCENTE DELLA STORIA. CHE HA ISPIRATO IL NOME

DELL’ORSO DEI FUMETTI. E STASERA FESTEGGIA IN COLLEGAMENTO CON

CUGGIONO, IL SUO PAESE D’ORIGINE

E’ CELEBRE PER GLI YOGIISM, FRASI COME QUESTE

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46 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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47MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

1AZZURRI CRICKET PER L’EUROPEO (a.m.v.) Due vittorie per l’Italia nell’Europeo T20 di 1ª Divisione sull’Isola di Jersey: travolta 214-74 la Norvegia, (Petricola 70, Sandri 50 e 3 eliminazioni al lancio), Guersney 123/5-122 (Northcote 39). Domani con i danesi: vincendo, per gli azzurri titolo e qualificazione mondiale.TUTTENOTIZIE

Andrea BuongiovanniINVIATO A CLUSANE (BRESCIA)

I n casa azzurra continuaa piovere sul bagnato.

Alla già lunga lista di infor­tunati importanti, da Danie­le Greco in giù, si aggiungeun altro nome prestigioso,quello di Federica Del Buo­no, una delle (poche) puntedel movimento. La 20enne

vicentina, splendido bronzonei 1500 agli Euroindoor diPraga di inizio marzo, non siallena praticamente da allora.Anzi, da prima, dato che all’ap­puntamento si presentò dopoun paio di tribolate settimane.«Non riesco a correre – ammet­te –: negli ultimi due mesi hofatto non più di tre o quattro la­vori e nemmeno completi». Ilproblema maggiore resta alpiede destro: gli ultimi accer­tamenti hanno riscontrato «un

versamento intrarticolare al­l’alluce, oltre a un piccolo ede­ma al flessore».

STAGIONE Federica è com­prensibilmente giù di morale:«Prima ho sofferto al bicipitefemorale sinistro – spiega – poia inizio aprile, al raduno fede­rale di Colorado Springs, dovemi ha seguita mia mamma­co­ach (l’ex azzurra Rossella Gra­mola), è tornato a farsi sentireil piede. Ci avevano garantitoche l’assistenza sarebbe stataall’altezza, ma senza dar colpead alcuno, non è stato così. Tut­ti i guai potrebbero essere figlidi problemi di postura. Restache ho perso la condizione eche la ripresa, quando ne usci­rò, non sarà rapida». La porta­colori della Forestale ieri è tor­nata a Brescia, dove è in cura:«Al centro di medicina sportivaMarathon di Brescia (fondatodal dottor Gabriele Rosa, pa­dre di Federico, suo managerche ha base a Clusane, ndr) –dice – e allo Sportlife MedicalCenter del dottor Lorenzo Be­nassa. Faccio ozonoterapia,iniezioni di acido ialuronico,sono seguita da un osteopata eho solette di sostegno. La setti­mana prossima mi sottoporrò auna risonanza e aggiorneremola situazione. Ma a oggi il dolo­re persiste».

STAGIONE La prima parte distagione è compromessa:«Niente Golden Gala, nienteEuropei a squadre – sospira –:spero in quelli under 23 del 9­12 luglio a Tallinn, ma solo seprima sarò in grado di fare unpaio di gare tra 800 e 1500». Itempi stringono.

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Federica Del Buono, 20, vicentina, bronzo europeo indoor nei 1500 COLOMBO

Pascià Lest e Nesta Effe reduci dal GP Lotteria saranno impegnati domenica a Vermo nella Finlandia Ajo, assieme all’altro italiano di nascita Oasis Bi. E ritroveranno tra gli avversari la francese Vincennes che li ha appena battuti nella finale napoletana. Ma non è Vincennes l’unica minaccia per i nostri. Molto pericoloso si annuncia Moving On, sorprendente vincitrice del Prix de l’Atlantique a Enghien.Nesta Effe ha vinto questa corsa nel 2013. L’altro italiano a segno è Igor Font nel 2009. Al via anche il campione in carica Universe de Pan. Il record della corsa è del francese Quarcio du Chene: 1.10.6 nel 2010.FINLANDIA-AJO- euro 110.000 – m 1609; 1 Pascia’ Lest (A. Guzzinati); 2 David Sisu (J. Kontio); 3 Bret Boko (A. Moilanen); Oasis Bi (B. Goop); Thai Broadway (G. Austevoll); Vincennes (Ö. Kihlström); Kash’s Cantab (E. Adielsson); Moving On (F. Nivard); Univers de Pan (P. Daugeard); Nesta Effe (R. Vecchione)

ATLETICA

Del Buono nel guadotra piede e postura«Ferma fino a luglio»1La mezzofondista di bronzo resta nei guai«Ho sempre dolore, quando potrò correre?»

IPPICA

Pascià e Nestacontro Vincennesin Finlandia

Vincennes 1° nel Lotteria PERRUCCI

(r.g.) Si è concluso ieri a Mosca, alla soglia delle semifinali, il percorso dei Thunder Italia nell’edizione delle World Series 2015. Troppo forte la Russia nei confronti delle giovane squadra allenata da Lello Bergamasco. I padroni di casa hanno vinto 4-1 anche nella seconda giornata, ma appare importante il successo del giovane supermassimo Vianello, che ha conquistato il punto della bandiera, battendo il forte Babanin, vice campione nazionale 2010, 2013, 2014, che aveva a superato a Londra, l’inglese Joyce, fino ad allora imbattuto nel torneo. Vittoria beneaugurante per il ventenne romano. I risultati. 52: Arutiunian b. Bidhuri Td3; 60: Subkhankulov b. Cosenza Td4; 69: Butaev b. Di Russo 3-0 (50-41, 50-42, 50-43); 81: Yakushiev b. Fiori 3-0 (50-45, 50-45, 50-45); +91: Vianello b. Babanin 3-0 (48-47, 48-47, 48-47. Le semifinali fissate il 22-23 maggio: Ad Astana (Kaz): Kazakistan-Russia; all’Havana: Cuba-Messico. La finale il 12-13 giugno in sede neutra

BOXE/ WSB

Thunder fuoriNon basta ungrande Vianello

Guido Vianello, 20 anni BOZZANI

(v.p.) Dopo 20 anni, i Campionati Nazionali Universitaritornano a Salsomaggiore. Dal 15 al 24 maggio, saranno 6mila le presenze in rappresentanza di 49 Cus, a gareggiare in 185 gare di 23 discipline. É una tappa di un percorso ambizioso, condiviso con la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, che prevede a ottobre una convention dello sport universitario, e che ha come obiettivo quello di una «veste giuridica più consona per il movimento», diventare una federazione sportiva vera e propria impegnata nel mondo universitario. «Vogliamo unire la forza dirompente dello sport e quella della cultura», dice Lorenzo Lentini, il presidente dei Cusi. Che riceve l’elogio di Malagò: «Il Cusi supplisce a una carenza culturale che c’è nel Paese». Nel programma dell’evento, organizzato dal Cus e dalla Università di Parma con il comune di Salsomaggiore, ci sarà anche la consegna della laurea honoris causa a Vittorio Adorni il 18. Il sindaco di Salsomaggiore Filippo Fritelli promette: «Vogliamo diventare la città dello sport».

UNIVERSITARI

Edizione superda venerdìa Salsomaggiore

Giovanni Malagò D’ANNIBALE

Da oggi alla Traktor (casa dell’omonima squadra di hockey di KHL) di Chelyabinsk, in Siberia, i 22mi Mondiali. L’Italia, nella non ha mai conquistato l’oro. Ha 5 argenti,15 bronzi, ma sul gradino più alto del podio non è mai salita. Stavolta le speranze sono nella -87 su Carlo Molfetta, olimpionico di Londra, alla quinta partecipazione, con due argenti (2001 Jeju e 2009 a Copenhagen) e un bronzo (2011 Gyeongju). Oltre che su Leo Basile (+87, bronzo a Madrid 2005) e sul giovanissimo Roberto Botta (-80), all’esordio, sempre sul podio negli ultimi sei Open a cui ha partecipato. Il direttore tecnico Yoon Soon-Cheul (col coach Marcello Pezzolla) ha convocato anche Antonio Flecca (-54), Simone Crescenzi (-63) e Claudio Treviso (-68). Giovanissime le ragazze, solo Erica Nicoli (-49) ha già una partecipazione Mondiale, esordienti la 18enne Licia Martignani (-53), Cristina Gaspa (-57) e Daniela Rotolo (-62). Oggi -46 donne e -58uomini, quindi nessun azzurro. Domani Erica Nicoli nei trentaduesimi con la cubana Yania Aguirre.

TAEKWONDO

Mondiali al viaa ChelyabinskL’Italia spera

Erica Nicoli, 20 anni

(c.r.) Rottura fra la federazione austriaca e Anna Fenninger per via del manager Klaus Kärcher. La federazione chiede alla venticinquenne di sciogliere il contratto: ieri la due volte regina di Coppa, un oro olimpico, 3 titoli mondiali, ha risposto via email: «Da 3 anni collaboro col mio management, 3 anni nei cui ho raggiunto i successi più importanti. Non è tutto merito di Klaus, ma è lui a darmi consigli e sostegni importantissimi senza conflitti d’interesse. Inoltre dispone di una lungimiranza necessaria per le mie questioni economiche. Per tutto questo ritengo inadeguato costringermi a chiudere il rapporto con lui. Anzi prima di accettare questa condizione mi ritirerei con effetto immediato». La Fenningers’è rivolta così al presidente Peter Schröcksnadel, al ds Hans Pum, a Jürgen Kirchbaum (capo-allenatore delle donne) e al suo allenatore personale Meinhard Tatschl. «Questa email non doveva essere resa pubblica», ha detto Kärcher. Non è la prima volta che scoppia la crisi tra Fenninger, Kärcher e federazione sulla questione sponsor. Anna non voleva prolungare il suo contratto con Raiffeisen (una banca del pool federale), Kärcher preferisce la Mercedes.

SCI ALPINO / AUSTRIA

La Fenninger minaccia il ritiro: federsci controil suo manager

ATLETICA SOCIETARI (si.g.) I societari. A Torino. Donne. 5000: Roffino 16’18”16. A Milano. Uomini. 200 (0.0): Cattaneo 21”22; Pivotto 21”30. 3000 siepi: Chatbi 8’52”02. 110 hs (+0.1): Perini 14”08. 400 hs: Lambrughi 51”53; Diaz 51”62. Alto: Bettinelli 2.15. Giavellotto: Bertolini 74.07. A Lodi. Donne. 100 (+0.3): Riva 11”66. 800: Cornelli 2’07”55. 3000 sp: Reina (j) 10’37”16. 100 hs (+0.4): Balduchelli 13”57. Peso: Stevanato 14.37. 5000 marcia: Curiazzi 22’17”96. A Marcon (Ve). Uomini. Triplo: Boni 16.01 (+1.0). Giavellotto: Gottardo 71.99. Donne. Alto: Vallortigara 1.81. Lungo: Strati 6.18 (+1.1). A Borgo Valsugana (Tn). Uomini. 3000 siepi: Elkounia 8’43”65. A Udine. Uomini. Martello: Bortolato 70.84. Donne. Alto: Rossit 1.81. Asta: Cargnelli 4.15. A Modena. Uomini. Asta: Rubbiani 5.00. Triplo: Bocchi (j) 15.97 (+1.6). Donne. 400: Folorunso (j) 53”47; Lukudo 53”74. Asta: Benecchi 4.10. A Campi Bisenzio (Fi). Uomini. 100 (+1.8): Beltramini 10”59. 5000: 3. S. Dini 14’07”53. Alto: Lemmi 2.26. Disco: Apolloni 58.21. Donne. 100. II (+1.8): Bongiorni 11”75. 200 (+0.4): Siragusa 24”05; Bongiorni 24”32. Alto: Marchetti (a) 1.78. Disco: Strumillo 53.84. Martello: Palmieri 62.35; Mariani 61.09. A Chieti. Uomini. Giavellotto: Tamberi 73.10. A Rieti. Uomini. 400: Sciscione 47”06. 110 hs (+1.5): Tedesco 14”00. Peso: Bianchetti (j) 17.14. Donne. 100 (3.7): 2. Draisci 11”55; 3. Chigbolu 11”67. 200 (-2.0): 3. Chigbolu 24”19. 400 hs: Doveri 58”63. Lungo/Triplo: Derkach 6.28 (+2.9, r. 6.13)/12.94 (-1.3). Peso: Cantarella 14.69. Disco: Aniballi 56.76. A Napoli. Uomini. 200 (-0.2): Riccardi 21”34. 400: Leonardi (j) 47”45; Donne. 5000 marcia: Gabellone 22’31”11. A Matera. Uomini. 100 (-0.2)/200 (+1.2): Corsa (j) 10”54/21”30. 400: Haliti 47”13. Donne. Asta: Semeraro (j) 4.00. A Palermo. Uomini. 3000 siepi: A. Zoghlami 8’46”01. 400 hs: Biondo (j) 51”98. Donne. Lungo: La Mantia 5.79 (+0.1).

BASEBALL COLABELLO (m.c.) Il prima base Chris Colabello chiude 3 su 4 (con 1pbc) però non basta a Toronto per battere Boston: l’azzurro resta a 556 di media dopo 5 gare. Per Alex Liddi 2/3 nel derby di Arkansas. Tiago Da Silva sconfitto in doppio A, dopo 2 vittorie in singolo avanzato.

BEACH VOLLEY SABBIA SVIZZERA (c.f.) Qualifiche donne oggi per l’Open di Lucerna (Svi), 2a tappa del World Tour. In campo Cicolari-Giogoli, cui servono due vittorie per accedere al tabellone principale. Prima sfida con Lunde-Solvoll (Nor). Da domani Momoli-Giombini ed il torneo maschile, cui hanno rinunciato Nicolai-Lupo.

BOXE PARI A TORINO (r.g.) A Torino, nei superleggeri, Shakib Elkadimi e Lucian Cirlig pari, nonostante la superiorità del primo, mentre Touay Helmi batte Davide Calì, il piuma Shoaib Zaman supera Gianni Ricupido, tutti sui 4 round. A Etnaspolis Valcorrente (Ct) il welter Gaetano Guttà (7-1-1) batte Italo Brussolo (10-7-2) 6 t.

FOOTBALL PER PARMA I Panthers Parma, dopo aver fin qui giocato senza stranieri, ha ingaggiato Joe “Jersey” Martinek, 26 anni, da Rutgers e già in campo in partite di pre-season coi New York Giants. Sarà utilizzato come runningback.

HOCKEY GHIACCIO MONDIALI Ai Mondiali in R.Ceca, cominciato il 7° e ultimo turno della fase di qualificazione ai quarti. Ieri - Girone A (a Praga): Austria-Germania 3-2 rigori; Svezia-Francia 4-2. Classifica: Canada 18; Svezia 16*; R.Ceca 13; Svizzera 9; Germania* 7; Austria 5; Lettonia 4; Francia 3 (*una in più). Girone B (a Ostrava): Finlandia-Bielorussia 3-2 rigori; Slovenia-Danimarca 1-0. Classifica: Usa 15; Russia, Finlandia 14; Bielorussia 11; Slovacchia 8; Norvegia 6; Danimarca* 4; Slovenia* 3 (*una

partita in più). PLAYOFF NHL Anaheim è la seconda qualificata alle finali di Conference: nella Western troverà Chicago. Eastern: Washington-NY Rangers 3-4 (serie 3-3). Western: Aneheim-Calgary 3-2 t.s. (4-1).

HOCKEY PISTALA FINALE VIAREGGIO-FORTE (m.nan) Inizia (20.45 dir. RaiSport2) la finale scudetto (su 5) tutta versiliese fra Cgc Viareggio e Forte dei Marmi. Forte costruita attorno al fuoriclasse spagnolo Pedro Gil, detentore ma che ha fallito sia la coppa Italia che l’Eurolega; Cgc coi fratelli Mirko e Alessandro Bertolucci e 4 giocatori che solo un anno fa erano costretti alla retrocessione con l’altra squadra cittadina. Nei tre confronti di quest’anno altrettanti successi del Viareggio,.La Prefettura di Lucca ha vietato per oggi la vendita dei biglietti ai residenti di Forte dei Marmi e comuni limitrofi.

IPPICA IERI 15-12-10-7-8 Ad Albenga (m 1600): 1 Omega d’Alfa (M.Volpato) 1.15.6; 2 Original Caf; 3 Ohan dei Greppi; 4 Nilo dell’Est; 5 Mon Ami; Tot.: 8,98; 2,34, 1,57, 2,77 (31,56). Quinté: 5.089,24. Quarté: 566,13. Tris: 110,66. OGGI QUINTÉ A ROMA A Capannelle (inizio convegno alle 16) scegliamo Porter House (4), Ekendriya (1), Saum (11), Gaiagol (12), Complikated Theme (6) e Melite (8). SI CORRE ANCHE Trotto: Milano (14.35), San Giovanni Teatino (15.10) e Trieste (15.15).

NUOTO TURRINI E MASINI (al.f.) Alla coppa Mart Tirreno di Livorno. Uomini: 100-200 sl, 50 do Turrini 52”07, 1’53”27, 26”94. Donne: 50-100-200 sl, 50 do Masini Luccetti 26”86, 57”10, 2’03”24, 31”45. LEVEAUX PAPÀ (al.f.) L’ex nuotatore francese Amaury Leveaux, recentemente sulla ribalta per il libro Sesso, droga e nuoto, diventerà presto papà: la sua compagna Elizaveta, gemmologa russa conosciuta giocando a golf, partorirà ad agosto.

RUGBYPRO 12: IL XV IDEALEUn pool di dodici giornalisti di Irlanda, Galles, Scozia e Irlandam ha scelto il XV ideale della stagione di Pro 12 (nessun italiano). XV: L. Williams (Scarlets); Seymour (Glasgow), Henshaw (Connacht), Horne (Glasgow), Gilroy (Ulster); Biggar (Ospreys), Webb (Ospreys); Strauss (Glasgow), O’Donnell (Munster), Stander (Munster); Van der Merws (Ulster), A.W. Jones (Ospreys); Nel (Edimburgo), Best (Ulster), Buckley (Connacht). A SETTE (i.m.) A Glasgow (Sco) nella penultima tappa delle World Series Sudafrica, Figi e Nuova Zelanda hanno centrato la qualificazione a Rio 2016 nel rugby seven maschile. Il quarto pass è in ballottaggio fra Inghilterra e Australia, deciderà l’ultima tappa a Londra.

TRIATHLON DOSSENA (al.f.) Sara Dossena è 2a in coppa Europa a Madrid su distanza olimpica in 2h10’34” dietro la francese Lehair.

TUFFI GRANDI ALTEZZE (al.f.) Orlando Duque (Col) vince la coppa del Mondo grandi altezze (27 m) di Cozumel (Mes) con 565.80 bissando il successo del 2014; sul podio il russo Silchenko (559.55) e lo statunitense Lobue (553.80); 16° De Rose (404.25). Tre le donne (20 m) vince Rachelle Simpson (Usa, 224.40).

VELA LARIOX2 (e.m.) Poco più 13 ore per completare le 50 miglia della Lariox2, per due persone organizzata dal Club Orza Minore e disputata sul lago di Como. Questo il risultato del vincitore, No Name di Emanuele Ottolina, alla quinta vittoria alla Lario x2, e Antonio Volpi che hanno preceduto di 3 secondi Gemelli di Alessandro Politi e Lorenzo Porro.

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48 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

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49MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORTAltriMondiR

di GIORGIO DELL’[email protected]

La notizia di oggi è che ForzaItalia alle elezioni comunali diBolzano ha preso il 3,6% deivoti, mentre nel 2010 aveva ot­tenuto un buon 21,61%. Intermini assoluti: 1.046 votiadesso contro 9.798 allora.Bolzano ha poco più di cento­mila abitanti, non faremodunque l’errore di scambiarlaper l’Italia intera. Però ForzaItalia è andata male in tutto ilTrentino ed è andata male an­che in Valle d’Aosta, regionidove si è votato domenica (esolo domenica) per rinnovare iconsigli comunali. È andatainvece molto bene la Lega, chein alcuni casi ha preso tre voltepiù voti dei berlusconiani (aTrento, Lega 6034, Forza Ita­lia 1963). Questi due elementici dicono qualcosa sul futuro del centrodestra? Forse sì.

1 Intanto bisognerebbeavere anche qualche no-tizia sul Pd.

Ha retto bene. A Trento è statoriconfermato il sindaco de­mocratico Alessandro Andre­atta, ad Aosta è passato al pri­mo turno il renziano FulvioCentoz, a Bolzano il democra­tico Luigi Spagnolli andrà alballottaggio col candidato dicentrodestra Alessandro Urzì,ma la distanza tra i due è tale(41,6 contro 12,7) che è diffi­cile prevedere sorprese. An­che se Andreatta ha avuto me­no voti dell’altra volta, nelcomplesso i democratici han­no mantenuto la stessa per­centuale di consensi. Ci sonodichiarazioni soddisfatte di Guerini e della Serracchiani.

2 L’astensionismo?Il 6 per cento di votantiin meno, ma siamo sem­

pre sopra al 60%.

3Veniamo al centrodestra.Un panorama di mace­rie. Il 2,3 ad Ala, il 4,7 a

Riva del Garda, il 4,25 a Tren­to. Eccetera. In ognuna diqueste piazze, e anche altro­ve, la Lega ha preso molto di

più. Commento di Salvini: «ATrento e a Bolzano abbiamotriplicato i voti rispetto alleelezioni di due anni fa, abbia­mo raggiunto il massimo sto­rico della Lega di sempre. Sia­mo il secondo partito a Tren­to, terzo partito a Bolzano. Setanto mi dà tanto è un bell’an­tipasto per il 31 maggio(quando si voterà per le regio­nali – ndr). Per quanto riguar­da il calo di Forza Italia, lascioche siano loro a fare la rifles­sione necessaria». La rifles­sione di Forza Italia viene daGiovanni Toti, candidato inLiguria: la colpa, secondoToti, è tutta della dirigenza lo­cale, mentre il partito a livellonazionale farà presto vederedi che pasta è fatto. Testual­mente: «Bisogna al più prestonominare un commissarioperché i risultati del voto am­ministrativo in Trentino AltoAdige sono ampiamente delu­denti. Ritengo siano il fruttodi inadeguatezza di ricette, li­tigi, distinguo e totale incapa­cità della nostra locale classedirigente — passata, presente

e futura — di rappresentarei nostri elettori e le loro esi­genze. Forza Italia e la coali­zione di centrodestra, dovesi presentano uniti e con unasquadra credibile, come ac­cade in Liguria e in altre re­gioni, dimostreranno di es­sere non solo competitivi,ma vincenti. Aspettare il 31maggio per credere». Il pu­gliese Raffaele Fitto, che siprepara alla scissione, è ditutt’altro avviso: «Credo chesia necessario rifondare ilcentrodestra. Anche alla lu­ce dei risultati che arrivanodal resto d’Italia si confermache il centrodestra messo incampo da Berlusconi è abba­stanza superato».

4Berlusconi?Non ha parlato. Ma leagenzie hanno battuto

nel pomeriggio l’interessan­te notizia che Piersilvio eMarina hanno staccato unassegno da centomila europer aiutare il partito del pa­pà. In questo gesto – reso do­verosamente noto, perché ipartiti devono far sapere al­la Camera quanti soldi han­no preso e da chi li hannopresi – dobbiamo leggere unmessaggio nascosto: se i duerampolli della casa realemettono un po’ di soldi nelpartito del padre, vuol direche in questo partito ci cre­dono.

5 Funzionerà?L’aria è che il segnale diTrento e Bolzano sia un

preallarme serio. Berlusconiha prima appoggiato l’Itali­cum, e poi lo ha contrastato,ha prima detto che Renzi erauna specie di suo figlio poli­tico ideale e adesso sostieneche si tratta di un campionedi autoritarismo. A questo siaggiungano le litigate furi­bonde in casa, l’inguardabi­le cerchio magico che lo cir­conda, e le prossime, sicurescissioni: quella di Fitto equella di Verdini. Verdini stamettendo insieme una trup­pa che vada a sostenere Ren­zi in Senato quando si tratte­rà di votare la riforma costi­tuzionale. Fitto, in Europa,vuole addirittura lasciare ilPpe ed entrare nel gruppodei Conservatori e Riformi­sti di Cameron. Un po’ tutti,da quel lato, fanno le mostredi volersi accodare a Came­ron, vincitore delle elezioniinglesi. Fino ad ora Silvio hadetto di voler fondare, dopol’estate, un Partito Repubbli­cano, sempre guidato da luie aperto all’ingresso di tuttigli altri soci del centrode­stra. Al momento, che Salvi­ni, la Meloni, Alfano e gli al­tri si mettano ancora unavolta sotto il suo ombrello,sembra una pia illusione.

IL FATTODEL GIORNOUN PARTITOIN MACERIESilvio Berlusconi, 78 anni, durante un comizio elettorale: ha fondato Forza Italia il 18 gennaio 1994 ANSA

Ma il k.o. di Forza Italiaa Trento e Bolzanoè un allarme serioper il centrodestra?1Il primo test per le Regionali fotografa la crisi degli azzurri Così Berlusconi cede il passo alla Lega che vola nei consensi

GRANDI MANOVRE

Banda larga, spunta Enel. Schiaffo a Telecom 1Il governo puntasull’azienda del Tesoroper il web ultraveloceLa società telefonicaperde l’1,79% in Borsa

C onnettersi a una velocitàdi 100 Mbps (megabit persecondo): è ciò che offre la

banda ultra larga, una chimerain Italia dove, da casa, si navigasul web a una velocità media di10,95 megabit per secondo indownload (in Germania sono30,54). In marzo il governo ave­va fissato l’obiettivo del piano (inrealtà basato su «un mix virtuosodi investimenti pubblici e priva­ti»): permettere all’85% della

popolazione di navigare a 100Mbps entro il 2020. Secondo Re­pubblica, l’esecutivo intende affi­dare questo piano all’Enel, il co­losso energetico controllato dalTesoro, per far correre la fibra ot­tica con i cavi elettrici. Divente­rebbe così secondario il ruolo diTelecom, il cui titolo, ieri in Bor­sa, ha perso l’1,79%. In ballo cisono i 6,5 miliardi di investimen­ti stanziati dal governo nell’arcodi cinque anni. Matteo Renzitwitta: «La banda ultra larga èobiettivo strategico. Non tocca algoverno fare piani industriali».

SPOSA L’Enel aveva scritto al­l’Autorità per le garanzie nellecomunicazioni offrendo il pro­prio contributo per lo sviluppodel web velocissimo (il cui cavo,

passando attraverso i tralicci,può arrivare nei piccoli centri).Naufragata la trattativa fra Tele­com e Metroweb per creare unasocietà comune, il governo po­trebbe aver puntato sull’Enel. «Ci saranno incentivi per gli ope­ratori che vorranno investire nel­le aree dove nessuno si fa avanti— chiarisce il sottosegretario al­le Comunicazioni, AntonelloGiacomelli —. Non è il governoche sceglie la sposa». C’è chi fanotare che nelle grandi cittàl’Enel non arriva nelle case con lapropria rete (ci sono le munici­palizzate) e che Telecom e lastessa Enel avevano firmato unaccordo proprio per collaboraresu questo fronte.

f.riz.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Matteo Renzi, 40 anni: Palazzo Chigi ha stanziato 6,5 miliardi in 5 anni per la fibra ottica ANSA

NOTIZIE TASCABILI

Atene ha rimborsato con un giorno di anticipo al Fmi i 750 milioni di euro di prestito in scadenza oggi. La Grecia è in crisi di liquidità e c’erano dubbi sulla reale possibilità delgoverno Tsipras di onorare il debito. Atene, intanto, continua a trattare con la Ue per avere i 7,2 miliardi di euro previsti dal piano di salvataggio e al momento congelati. L’Eurogruppo ha accolto con favore i passi avanti: «Abbiamo accolto con favore i progressi fatti finora, occorrono ancora tempo e sforzi per colmare il divario sulle questioni ancora aperte»,la nota con cui su chiarisce che il termine dei negoziati è previsto a fine giugno. «C’è convergenza, l’accordo è molto vicino», ha concluso il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis.

RIMBORSATO IL FMIGrecia, si trattaancora con l’Ue«Accordo vicino»

Buone notizie sul fronte Ilva. Il gip di Milano D’Arcangelo ha sbloccato ieri i fondi sequestrati ai Riva: si tratta di un miliardo e 172 mila euro, al momento ancora in una banca di Lugano, ma presto a disposizione dell’Ilva in amministrazione straordinaria.Nel decreto del Gip si applica la legge «Salva Ilva», che prevede unsofisticato meccanismo tecnico per permettere all’azienda di utilizzare quei fondi e destinarli al risanamento e al rilancio.

SVOLTA PER TARANTOIlva, il gip sblocca1,2 miliardi di eurosequestrati ai Riva

Dopo l’incontro con Raul Castro, papa Francesco ha ufficializzato le date del suo atteso e storico viaggio a Cuba: dal 19 al 22 settembre, subito prima della sua visita negli Stati Uniti, dove si tratterrà fino al 28 settembre. Bergoglio andrà a L’Avana, Holguin, al Santuario della Madonna del Cobre e a Santiago di Cuba. Saranno occasioni importanti per parlare di politica internazionale, cosa che ha in parte fatto ieri con i 7 mila bambini delle scuole primarie romane: «Tanti potenti non vogliono la pace perché vivono delle guerre, si guadagnano la vita con la fabbrica delle armi... È l’industria della morte. Si guadagna di più con la guerra, ma si perde la vita, la cultura e l’educazione», ha detto.

SUBITO PRIMA DELLA VISITA NEGLI USA

Papa Francesco durante l’udienza di ieri davanti a 7000 bambini ANSA

È ufficiale: papa Francescoa Cuba dal 19 al 22 settembre

L’Ilva, colosso siderurgico di Taranto

Polemiche negli Stati Uniti dopo le affermazioni del giornalista premio Pulitzer Seymour Hersh, che in un articolo apparso sulla «London Review of Book» sostiene che Obama mentì sul l’uccisione di Bin Laden. A suo parere, infatti, quella del 2011 non fu un’operazione «tutta americana», come il

presidente ha sempre sostenuto, ma fu possibile grazie a una soffiata, pagata 25 milioni di dollari, dell’intelligence pachistana. Immediata la risposta della Casa Bianca che ha definito la notizia «palesemente falsa».

GIORNALISTA ACCUSA«Obama mentìsulla mortedi Bin Laden»

Osama Bin Laden fu ucciso nel 2011

Dopo la bufera per le dure parole di Beppe Grillo contro Veronesi che «pubblicizza la necessità per le donne di fare le mammografie», il leader del M5S contrattacca: «Sono inc... come una bestia — ha scritto sul suo blog in un post dal titolo “La prevenzione ti salva la vita, la disinformazione uccide” —. Avete messo sui giornali una notizia vergognosa per coprire la marcia per il Reddito di Cittadinanza. Come se io avessi consigliato alle donne di non farsi la mammografia! Io non ho consigliato nulla, non ho voluto fare il medico, ho detto solo che oggi si tende, con un’informazione tendenziosa a trasformare una persona sana in un malato cronico».

IL LEADER DEL M5S NELLA BUFERAGrillo si difende dopo il caso Veronesi«Mai detto di non fare mammografie»

Page 50: La Gazzetta dello Sport (05 - 12 - 2015)

50 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Sbarchi, Mogheriniporta il piano all’Onu«Agire è un dovere»1La rappresentante Ue ha parlato ieri a New York«Bisogna mettere fuori uso i barconi dei trafficanti»

L’Alto Rappresentante Ue Federica Mogherini alle Nazioni Unite AFP

Daniele Vaira@danvaira

L a situazione nel Mediter­raneo «è senza precedentied eccezionale», per que­

sto serve «una risposta eccezio­nale, immediata e coordinata».Cosi si è espressa l’Alto rappre­sentante per la politica Estera edi Sicurezza europea, FedericaMogherini, parlando, ieri, da­vanti al Consiglio di sicurezzadell’Onu riunito a New York perdiscutere l’emergenza immi­grazione. Quella del flusso dimigranti nel Mediterraneo«non solo è un’emergenza uma­nitaria, ma anche una crisi di si­curezza. E noi siamo qui peragire e per agire subito. Per noiè un dovere morale». La Moghe­rini ha illustrato alle NazioniUnite la bozza del piano di azio­ne dell’Europa, che verrà di­scusso e approvato domani.

L’ITER Quattro i punti principa­li: aiuti agli Stati di origine e ditransito dei migranti, controllialle frontiere in Libia e nei Paesiconfinanti, una serie di missio­ni contro i trafficanti di esseriumani e gli scafisti e infine lasuddivisione dei profughi attra­verso un meccanismo di quotetra i Paesi dell’Unione. La bozzadell’accordo prevede che gliStati membri che riceveranno irichiedenti asilo «saranno re­sponsabili dell’esame delle ri­chieste nel rispetto delle regolee delle garanzie». Il meccani­smo di distribuzione sarà basa­to su criteri come il Pil, la popo­lazione, il tasso di disoccupa­zione e il numero di rifugiati giàaccolti. A promettere battaglia,però, ci pensa il Regno Unito:«Ci opporremo a ogni propostadella Commissione Ue per in­

trodurre quote non su base vo­lontaria», ha detto ieri il mini­stro dell’Interno britannicoTheresa May. Sul mandato diuna operazione navale per fer­mare il traffico illegale di mi­granti l’Europa vuole lavorarecon l’Onu. La Mogherini ha det­to che il mandato dell’operazio­ne verrà sottoposto al ConsiglioEuropeo di lunedì. «Bisogna di­struggere il modello di businessdei trafficanti di immigrati ed

essere sicuri che i barconi nonvengano più usati».

DETERMINAZIONE Il tema del­l’emergenza migranti sta moltoa cuore al Presidente della Re­pubblica Sergio Mattarella, cheieri è tornato sulla questione:«Se l’Europa non intervienepresto per migliorare le condi­zioni dei Paesi da cui partono imigranti avremo in futuro benaltre ondate migratorie e diquello occorre preoccuparsi».Si aspettano 20 mila sbarchi neiprossimi mesi. Quanto all’ipote­si che alcune nazioni dell’Ue sioppongano ad accogliere quotedi immigrati, «non conosco ve­ti, so che nell’Unione — ha af­fermato il Capo dello Stato — sista affrontando questo tema eche il presidente Juncker lo staaffrontando con chiarezza».

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SERGIO MATTARELLACAPO DELLO STATO

HO GRANDE FIDUCIA NELL’EUROPA, OCCORRE INTERVENIRE NEI PAESI

DA CUI PARTONOTUTTI I MIGRANTI

Caos in Libia,l’esercitobombardanave turca Alta tensione tra Libia e Turchia dopo il bombardamento del mercantile turco «Tuna-1» da parte dell’esercito libico lungo le coste di Tobruk, attacco in cui è morto il terzo ufficiale e che ha causato diversi feriti nell’equipaggio. Le forze armate libiche, guidate dal generale Khalifa Haftar, hanno confermato di aver agito contro la nave: «Aveva violato le acque territoriali libiche nonostante gli avvertimenti — ha detto il comandante dell’aviazione al servizio del Parlamento riconosciuto di Tobruk —: inizialmente abbiamo sparato dei colpi di avvertimento, ma visto che non davano ascolto abbiamo sparato all’obiettivo». Una tesi che in un secondo tempo è stata smentita non solo dalla Turchia, ma anche dal ministero degli Esteridell’autoproclamato governo libico di Tripoli, che ha confermato che la nave è stata colpita «in acque internazionali, a 13 miglia dallitorale della città di Tobruk» dove doveva «deporre un carico di mattoni di gesso», invitando il governo e l’Onu a condurre «rapidamente» un’inchiesta internazionale sull’attacco per «punire i criminali» che l’hanno compiuto. La stessa richiesta è arrivata dal governo di Ankara che ha anche presentato un’istanza formale di protesta alle autorità libiche. L’Onu è già al lavoro, mentre la Ue si è detta subito «molto preoccupata» per quanto accaduto.

Il cargo turco colpito dai libici

I DATI DELL’INPS

Con gli sgravi fiscaliè boom di contratti:+24% di posti fissi1I rapporti di lavorostabili sono stati203 mila in più rispetto al 2014Renzi: «Ripartiamo»

Le offerte in un’agenzia di lavoro ANSA

G li sgravi fiscali fannovolare i contratti atempo indeterminato

e le riconversioni di contrat­to nei primi tre mesi del2015. La conferma arrivadall’Inps, secondo il qualenei primi 90 giorni dell’annosono stati quasi 268 mila irapporti di lavoro instauraticon l’esonero contributivo fi­no a 8.060 euro previsto dal­la legge di Stabilità. L’Istitutosottolinea che 206.786 sonostate le assunzioni a tempoindeterminato e 61.184 letrasformazioni di contratti atermine. Il numero più alto siè avuto a marzo (115.317).Uno spaccato ulteriore per­mette di dire che i rapporti dilavoro a tempo indetermina­to sono cresciuti di 203 milaunità (sono stati 470.785)nel primo trimestre + 24%rispetto al 2014: è il risultatodella somma di nuovi rap­porti «stabili» più le trasfor­mazioni di rapporti a termi­ne e apprendisti, meno lecessazioni. Nei primi 3 mesi2015 sono stati attivati oltre1,33 milioni di contratti di la­voro mentre i rapporti cessa­ti sono stati 1,012 milioni conun saldo positivo di 319.873unità (+138% sul 2014). Laquota di assunzioni con rap­porti stabili è passata dal36,61 % del primo trimestredel 2014 al 41,84% del primotrimestre del 2015. In parti­colare, nel corso del mese dimarzo 2015 la quota di nuovirapporti stabili ha raggiuntola misura del 48,2%.

LE REAZIONI Soddisfazionesui dati è stata espressa dalpremier Matteo Renzi, chenon ha nascosto un po’ dicautela: «La strada è ancora

lunga, ma la macchina è riparti­ta». Commenti positivi anchedal Pd: «Buoni i dati Inps sull’oc­cupazione. Soprattutto il boomdell’indeterminato: molti oggihanno diritti prima sconosciu­ti», ha twittato il presidenteMatteo Orfini. Sulla stessa lun­ghezza d’onda il ministro delLavoro Giuliano Poletti: «Oggi inumeri ci dicono che c’è un mi­glioramento qualitativo delmercato del lavoro perché dacontratti precari siamo passan­do a contratti stabili». Sul temaè intervenuta anche la Cisl, cheperò, per bocca del segretarioconfederale Gigi Petteni, ha in­vitato già a guardare al futuro.«Bisogna fare qualcosa di con­creto anche nel 2016 stabiliz­zando gli incentivi». La Cgil ha,invece, attaccato il governo.«Non si tratta di nuova occupa­zione, ma di un regalo alle im­prese».

dan. va.© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’AGGRESSIONE IN STRADA

Roma, tassista violentataIl 30enne in cella: «Raptus»1Domani previstol’interrogatorio. Pronti a scioperarei sindacati: «Vogliamopiù sicurezza»

H a raccontato con calma elucidità di essere statovittima di un «raptus».

Adesso Simone Borgese, il30enne romano che domenicaha confessato di aver picchiato,stuprato e rapinato una tassistain zona Ponte Galeria, è rin­chiuso nel carcere di ReginaCoeli. «È una cosa di cui mi pen­tirò per tutta la vita — ha ag­giunto — non mi era mai suc­cessa una cosa del genere: loconfesso subito e mi tolgo unpeso, sono stato io, chi cercatesono io». La Procura di Roma hainviato al gip la richiesta di con­valida del fermo e l’emissionedel provvedimento di custodia

cautelare: l’interrogatorio digaranzia è stato fissato per do­mani. Borgese, che deve rispon­dere di rapina, lesioni e violen­za sessuale aggravata, compa­rirà davanti al gip Flavia Co­stantini. A giorni si avranno poii risultati degli esami del Dna edei prelievi salivari, anche seBorgese ha già descritto nel det­taglio quanto avvenuto queldrammatico venerdì mattina inuna strada sterrata non lontanadalla via Aurelia. Per quanto luicontinui a parlare di «raptus im­

provviso», Borgese non ha unafedina immacolata: tra i suoiprecedenti ci sono un furto adun autogrill e un’aggressione alcompagno della madre.

LA PROTESTA Intanto la città diRoma è in fermento. Ieri il Cam­pidoglio ha comunicato che sicostituirà parte civile nel pro­cesso contro Borgese. «Si trattadi un crimine terribile — hadetto il sindaco Ignazio Marino— Roma è accanto alla sua tas­sista». Ma resta alta la tensionetra i tassisti. I sindacati di cate­goria sono pronti a dare batta­glia: «L’emergenza sicurezzanella Capitale resta alta — hadetto il segretario nazionaledell’Ugl Taxi, Alessandro Geno­vese — è assurdo che si aspettiil verificarsi di fatti così dram­matici per agire: per questo ab­biamo deciso di indire, con lealtre sigle sindacali, una gior­nata di sciopero».

e.e.© RIPRODUZIONE RISERVATASimone Borgese, 30 anni

DIVERSAMENTE AFFABILEdi FIAMMASATTA

SE L’IGNORANZA PUÒ FERIREUNA CAMPIONESSA DISABILE

H o letto una bellaintervista a SabrinaFidaleo, una

pallavolista della Nazionaledisabili che quindici anni fa ha subito l’amputazione di una gamba in seguito a un’infezione contratta dopo una banale artroscopia al ginocchio. Come ogni altra vicenda simile, anche la sua profuma di dolore, coraggio, determinazione, resilienza e ritrovata voglia di vivere grazie allo sport. Ma accanto a tutto questo bendidìo convive anche una buona dose di sacrosantissima rabbia di fronte a certa ottusa burocrazia sanitaria. Siamo tutti d’accordo sul fatto che gli arti amputati non rispuntino come i funghi o come il razzismo in tempo di crisi? Bene. Allora state a sentire cosa

si è sentita rispondere Sabrina in una Asl dopo aver palesato un lecito dubbio sulla reale necessità di doversi sottoporre all’ennesima revisione periodica di accertamento di invalidità: «Se vai a Lourdes e guarisci, noi come facciamo a saperlo?». L’affermazione, talmente idiota da risultare sublime, va ad aggiungersi alle tonnellate tossiche di ignoranza, insensibilità, mancanze di rispetto, disattenzioni, barriere architettoniche e norme disattese che il nostro Paese deve ancora smaltire per potersi definire civile.

IL TRAMONTOSU MARTE:TINTO DI BLUSu Marte, il pianeta rosso, il tramonto è blu (il merito è delle particelle di polvere diffuse nell’atmosfera): lo mostrano le immagini catturate dal robot-laboratorio della Nasa Curiosity. Sono state pubblicate le foto scattate nell’arco di 6 minuti: si vede il sole che scivola dietro una montagna (ANSA).

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AltriMondiR

470 Le migliaia di contratti a tempo indeterminato stipulatinei primi tre mesi dell’anno. Gli accordi firmati sono stati 1,33 milioni, quelli cessati 1,12 milioni

Page 51: La Gazzetta dello Sport (05 - 12 - 2015)

51MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI

LA SITCOM«I LIVE WITH....»

LA STRANA VITADI UN BARISTAQUASI MODELLOIl mondo della moda fa ridere con la sit com «I live with models». Il protagonistaè Tommy, un barista nerd e sovrappeso che però possiede delle bellissime mani e grazie a questa «qualità», viene scoperto da un’agenzia di modelli. Dovrà convivere con due coinquiline belle, ma snob e un coinquilino stordito. Tra i doppiatori della prima puntata Alfonso Signorini.DA VEDERE STASERA ALLE 21 SU COMEDY CENTRAL (SKY 124)

CALCIOGenOA-TOrInOSerie A (replica)9.00 - Sky Sport 1PArISSAInT GermAIn-GuInGAmPLigue 1 (replica)11.00 - Fox Sport SmILAn-rOmASerie A (replica)14.30 - Sky Sport 1CrOAzIA-SPAGnAEuropeo U1715.45 - EUroSport 2STOCCArdA-mAInzBundesliga (replica)16.15 - Sky SUpEr cALcioGermAnIA-rePubbLICACeCAEuropeo U1717.45 - EUroSportbArCeLLOnA-bAyernmOnACOchampions LeagueSemifinale. Gara di andata.(replica)18.00 - Sky SUpEr cALciobAyernmOnACO-bArCeLLOnAchampions League20.45 - Sky Sport 1,Sky cALcio 1JuvenTuS-CAGLIArISerie A (replica)21.00 - Sky SUpEr cALcio

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TennISWTArOmA11.00 - SUpEr tEnniSATPrOmA11.00 - Sky Sport 3ATPrOmA12.00 - Sky Sport 2ATPrOmA19.00 - Sky Sport pLUS

vOLLeyPOmìCASALmAGGIOre-IGOrGOrGOnzOLAnOvArASerie A1 femminileplayoff. Finale, gara 420.45 - rAi Sport 1

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DOPODOMANI

a cura di ILMETEO.IT 16°26°

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L’operosità sul lavoro premia. Come la faccia di glutei. Anche se lo sfigopessimismo v’assale. State su, tutto va bene! Il sudombelico è tosto.

21/3 - 20/4ARIETE

7-

Ordine e cura del dettaglio vi portano al successo. Guardatevi però alle spalle. E ai glutei: ci son fetentiche li rimirano. L’ardor suino cresce mucho.

23/9 - 22/10BILANCIA

6,5

Parecchi tasselli si mettono a posto e voi vi rilassate. Motivazione e consensi crescono, il saldo bancario pure, lo slancio suino s’indirizza meglio.

21/4 - 20/5TORO

7+

La Luna vi fa spiccare nel lavoro e spazza via chi rompe gli zebedei. Creatività e sudombelico s’impennano, i guai si attenuano, voi siete fascinosi.

23/10 - 22/11SCORPIONE

7,5

L’umore è sfigogrigio e lavoro, privacy, rapporti ne risentono. Marte è pure entrato nel vostro segno e vi faun cicinìn sclerare. Ma vivifica l’ormon.

21/5 - 21/6GEMELLI

5,5

Giornata complicatina. E a molti di voi sembra di avere nella pancia una massa di ultras indiavolati: rasserenatevi. Baldanze suine un cicinìn in calo.

23/11 - 21/12SAGITTARIO

5,5

Luna OK per lavoro, prove di studio, affari con mercati esteri e gente lontana. Voi siete fighi, il sudombelico si dà una calmata, ma è più fantasioso.

22/6 - 22/7CANCRO

7+

Potete riscuotere successi piuttosto golosi, oggi, gettando basi solide per il vostro futuro. Il sudombelico freme, ma poi si perde in mille esitazioni.

22/12 - 20/1CAPRICORNO

7

Per sbrigare tutto, evitate paranoie, tutelate i vostri interessi, non martellate gli zebedei altrui. Il vigore cresce, la fornicazione si fa più spigliata.

23/7 - 23/8LEONE

6

Una vostra mossa dà ristoro all’economia. Ma è consigliabile che non parliate troppo. E che preferiate il pragmatismo all’indolenza. Exploit suini.

21/1 - 19/2ACQUARIO

7

I rapporti interpersonali non appaiono del tutto sereni. E qualche impedimento alla vostra libertà (purefornicatoria) si staglia. Calm and cold blood!

24/8 - 22/9VERGINE

6

Ogni iniziativa ha uno start propizio, con la Luna nel vostro segno. Ergo: non perdete tempo. E tirate fuori gli zebedei. L’amor vi carica a pile atomiche.

20/2 - 20/3PESCI

8

LO SPORT IN TVIL CONSIGLIO

AltriMondiR

Musica, fumetti e chefTorino “si legge” così1Il Salone del Libro che scatta giovedì esplora mondi diversiOspiti Emis Killa e Favij, spazio a graphic novel e cucina vegana

Francesco Rizzo

D icono che il viaggio siapiù importante della me­ta e al 28° Salone del Li­

bro di Torino (da giovedì a lune­dì, ingresso 10 euro, app gratisper costruirsi un programmapersonale già scaricata da 40mila utenti) cercano di dimo­strarlo. Perché il Paese ospite èla Germania e il tema condutto­re sono le meraviglie d’Italia,tra cultura e natura (luoghi dascoprire attraverso la lettura),

perché il Salone si sparge in cit­tà e dintorni con 500 eventi(scambi di libri, concerti e gite)e perché il Salone si attraversalungo tante rotte. Gli ospiti cheincontrano il pubblico? Sì, dallagiallista Läckberg al franceseCarrère, italiani come Giorda­no, Carofiglio e Veronesi, pureGiacomo del Trio e Zoff, ma quisegnaliamo tre alternative.

SUONI Tanti cantanti nel cartel­lone. In tre, però, per parlaredei loro libri. Vinicio Capossela(sabato) che, ne Il paese dei cop­

poloni, racconta un luogo doveil tempo si è fermato «alle ottomeno venti. L’ora in cui finì unmondo, quello della civiltà con­tadina»; Francesco Guccini (sa­bato) che con Loriano Macchia­velli ne La pioggia fa sul serio ve­ste l’Appennino di noir e Rober­to Vecchioni (lunedì) per Ilmercante di luce e un’av­ventura fra i versi dei li­rici e dei tragici greci.Ma per parlare di rock,musica colta e rap, pas­sano pure Finardi,Morgan ed Emis Killa.

GIOVANI Questi ultimi due sa­ranno al Bookstock Village, unospazio pensato per attirare i piùgiovani tra i libri con l’esca dellefirme (la regina del fantasy Li­cia Troisi, venerdì e sabato) maanche no (la star di YouTube Fa­vij, domenica). E qui si scopreuna delle novità del Salone2015, “Crossover”: la sezionedove il fumetto e la graphic no­vel (con Richard McGuire, Ze­rocalcare e Leo Ortolani, padredi Rat­Man) dialogano con ce­lebri scrittori. Previsti decine dilaboratori dedicati proprio alfumetto ma pure al digitale.

ASSAGGI Casa CookBook èun’area dedicata agli editori dicucina ma non solo: tornano la­boratori di cucina aperti al pub­blico e guidati da chef esperti(su prenotazione), mentre unappuntamento quotidiano saràriservato alla cucina vegana. Il

mercato fatica, il Salone tagliai costi del 20% e per ripete­re le 340mila presenze del2014 bisogna semprestuzzicare la fantasia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La star italianadi YouTube Favij, 19 anni. sarà a Torino

I PREMI DEL CINEMA

Corsa ai David «Anime Nere»è senza rivali1Per il film di Munzi 16 nomination,al Giovane Favoloso 14. E Venezia sceglie Cuaron a capo della giuria

Il regista premio Oscar Alfonso Cuaron ANSA

È quasi incredulo Francesco Munzi. Il suoAnime Nere, film applauditissimo a Ve­nezia sulla malavita in Aspromonte trat­

to dal libro di Criaco, ha battuto colossi comeMartone e Moretti nelle nomination ai Daviddi Donatello. «Sono strafelice — ha detto ilregista — abbiamo tenuto duro su un proget­to molto difficile, dal percorso anticonvenzio­nale. C’è stato un grande lavoro di squadra». Eha ragione: le 16 candidature ricevute, tra cuimiglior film e miglior regia, premiano tutti,dagli sceneggiatori ai produttori, dagli attorialle musiche, dai costumi al trucco. Il giovanefavoloso di Martone si ferma a 14, tra cui quel­la ad Elio Germano come miglior protagoni­sta; Mia Madre di Moretti, in attesa di Cannes,ne riceve 10, compresa quella per MargheritaBuy come attrice protagonista. Entrambi so­no candidati come Anime Nere per il migliorfilm, insieme a Hungry Hearts di Saverio Co­stanzo e Torneranno i prati di Ermanno Olmi.Tra le altre nomination va segnalata quella diVirna Lisi come migliore attrice protagonistaper il film Latin Lover di Cristina Comencini.

PRESIDENTE AL LIDO Domani inizia il Festi­val di Cannes, ma ieri le notizie sono arrivatedalla rassegna veneziana, in programma dal2 al 12 settembre. Il presidente della Giuriainternazionale del concorso di questa 72a edi­zione sarà il regista Alfonso Cuaron, premiatonel 2014 con due Oscar (miglior regia e mi­glior montaggio) per Gravity, film che si por­tò via sette statuette e che nel 2013 vennescelto proprio per aprire il Festival di Venezia.

IN ARRIVO 14 SHOW

Vasco si allena: tra un mese via al tour1Il Kom in Puglia corre e prova con la band«Ma non aspettatevi concerti celebrativi...»

F are la rockstar è un mestie­re faticoso, soprattutto al­la tenera età di 63 anni: e

così Vasco Rossi prepara il nuo­vo tour (14 date dal 7 giugno aBari) allenandosi a Castellaneta

Marina, nel Tarantino, dove haradunato la band per provare lascaletta in una grande discote­ca. Sui social il “Kom” posta fotoe filmini dei suoi esercizi sullaspiaggia e racconta come sarà il

tour: «Ci saranno molti pezzi dell’album nuovo, quindi nonsarà un concerto celebrativo: cimetterò anche il mio passato,ma con uno sguardo al futuro,al Vasco di domani». Intanto staper arrivare in radio Guai, ilnuovo singolo tratto dall’albumSono innocente. Appuntamentofissato per venerdì.

© RIPRODUZIONE RISERVATAVasco Rossi, 63 anni: il suo primo album è del 1978 ANSA

Il 28° Salone del Libro di Torino (a sinistra, uno stand) al via giovedì; a lato, la star del thriller Camilla Läckberg, 40 anni, tra gli ospiti comeil rapper Emis Killa, 25 (sotto) ANSA

Page 52: La Gazzetta dello Sport (05 - 12 - 2015)

52 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

Page 53: La Gazzetta dello Sport (05 - 12 - 2015)

EXTRA TIME Settimanale di calcio [email protected] - @etgazzetta

Martedì 12 Maggio 2015Numero - 178

GRECIALa Calciopoli

di Atene: 26sotto inchiesta

4

GERMANIAPrince Boateng

via dallo Schalke E ora gli Usa?

5

USAIl primo derby

di New Yorkè dei Tori

6

AFRICAPierre e Samu

migrantinel pallone

7

SPAGNAPer Martin, Zizouha perso la Segunda

5

Roman Abramovich, proprietario del Chelsea, e lo sceicco Mansour, padrone del Manchester City

England F.C.Qui compralo straniero1 Dai russi agli indiani e arabi ormai

quasi 30 club inglesi appartengono a magnati esteri. E i valori raddoppiano

Stefano Boldrini alle pagine 2 e 3

VENDUTA

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2 EXTRATIMEPRIMO PIANO

Qui passa lo straniero1In principio furono Abramovich e Glazer1Ora nel football professionistico d’Oltremanica sono quasi 30 (e oltre la metà nella sola Premier) i club di proprietà estera: dagli arabi ai malesi, russi e italiani, svizzeri, indiani e belgi 1Per non parlare anche dei club registrati nei paradisi fiscali, con possibili evasioni da miliardi di euro 1 E valori raddoppiati in soli 10 anniStefano Boldrini corrispondente da Londra

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D E L A W A R EArsenalMillwall

N E W Y O R KAston V.

M A S S A C H U S E T T SLiverpool

R U S S I AChelseaBournemouth

I N D I ABlackburn

I S O L E C A Y M A NManchester United

Birmingham

B A H A M A STo�enham

B E R M U D AFulham

E M I R A T I A R A B IManchester City

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T H A I L A N D I ALeicester

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B E L G I OCharlton Athletic

L U S S E M B U R G OWatford

I T A L I ALeedsLeyton Orient

M A L E S I AQPRCardiff

U S ADerby CountyCoventry

Premier Championship Terza serie

E G I T T OHull

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proprietà

SquadredI PREMIER

SquadredI champIonshIp

SquadredI terza serIe

L’INVASIONE

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ENGLAND F.C.Altro che splendido isolamento, lo straniero è passato da un pezzo. Nell’isola mai invasa nel­l’ultimo millennio dalle truppe d’oltremare, do­ve si sono disintegrati i grandi eserciti della sto­ria, in realtà un’occupazione c’è stata e riguardale squadre di calcio: 29 club professionisti delsistema inglese ­ 25 in Premier e Championship­ sono oggi nelle mani di statunitensi, russi, ma­lesi, indiani, irlandesi, thailandesi, arabi, sviz­zeri e persino italiani, con il trio Pozzo­Cellino­Becchetti, proprietari rispettivamente di Wa­tford, Leeds e Leyton Orient. C’è una data cheassurge a simbolo: il 16 maggio 2005. Quel gior­no, un lunedì, la famiglia statunitense Glazer siassicurò il controllo del Manchester United. Ungruppo di tifosi duri e puri dei Red Devils fondòper reazione il F.C. United, partito dalle serie in­feriori e ora, dopo 4 promozioni, è a due catego­rie dalla Football League Two (quarta serie). IGlazer non si lasciarono impressionare dallaprotesta e dopo un decennio festeggiano il rad­doppio del loro patrimonio calcistico. Nel 2005,il Manchester Utd valeva 1,1 miliardi d’euro: og­gi è a 2,3 miliardi. Questa crescita è in linea conil trend dei club acquistati dagli stranieri. Quan­do le squadre di Premier e Championship furo­no rilevate da ricchi uomini d’affari d’oltremare,valevano complessivamente 3,85 miliardi di eu­ro. Oggi la loro quotazione è di 8,06 miliardi.

Corsa alle CaymanUn boom gigantesco, che nasconde però dueombre inquietanti. La prima è stata focalizzatain una ricerca effettuata dal giornale Guardian,insieme al gruppo Tax Justice Network: aggirarele tasse. Le registrazioni in paradisi fiscali comele isole Cayman, le Isole Vergini Britanniche,Bermuda e località degli Stati Uniti con regimiparticolari, alimentano i sospetti. Il valore dellefinanze offshore del calcio inglese è quantificatoin 3 miliardi di sterline (4,2 di euro), con il Man­chester United, iscritto nelle Cayman, che da so­lo rappresenta un quarto della torta. Il Leicester,posseduto dalla famiglia thailandese Srivad­dhanaprabha, appare nei registi delle Isole Ver­gini Britanniche. Il Tottenham ha la sede fiscalenelle Bahamas, dove soggiorna il proprietario,Joe Lewis, miliardario dal doppio passaporto, britannico e statunitense. Lo stesso Watford deiPozzo è domiciliato in Lussemburgo. L’altra zo­na buia è quella del riciclaggio di denaro. La vi­cenda di Carson Yeung, proprietario del Birmin­gham, condannato da un tribunale di HongKong nel marzo 2014 a sei anni di carcere peraver «ripulito» il denaro, è un segnale da nonsottovalutare.

Manna tv Il flusso di denaro maggiore per alimentare ilbusiness arriva dalla televisione. Nel triennio2016­2019, la Premier sarà sommersa da un di­luvio di denaro, proveniente dal nuovo contrat­to tv: 7,16 miliardi di euro. Gli introiti commer­ciali ­ magliette e gadget di ogni genere ­ e lesponsorizzazioni sono le altre fette consistentidella torta. Ma acquistare un club inglese è utileanche ad altri scopi: concludere affari, realizza­re operazioni di economia internazionale o ga­rantirsi un passaporto diplomatico. Un esempioè il Manchester City. L’acquisizione del club nel2008 da parte dello sceicco Mansour è stata lachiave vincente di una strategia industriale: unpiano di investimento di 1 miliardo di sterlineper lanciare in Europa la compagnia aereaEtihad di Abu Dhabi. L’operazione è pienamenteriuscita, grazie anche ai gol di Aguero e al lavoroin panchina di Roberto Mancini.

Lewis alle BahamasIl più noto dei miliardari stranieri del calcio in­glese è Roman Abramovich, russo, 48 anni, pa­trimonio di oltre 10 miliardi di euro, dal 2003boss del Chelsea. Non ha mai concesso un’inter­

vista e sul suo conto circolano storie leggenda­rie: l’esercito di guardie del corpo, circa 40, chelo protegge, i contributi copiosi allo Stato d’Isra­ele, il famoso yatch Eclipse lungo 162 metri, conil quale fa tappa d’estate anche in Italia. Per re­stare alle barche, non è niente male l’Aviva, loyacht di Joe Lewis, proprietario del Tottenham.Ormeggiato alle Bahamas, ha sei piani. Su quel­lo superiore sono collocati gli uffici, dove Lewiscontrolla i mercati azionari di tutto il mondo.Con la sua Aviva, Lewis naviga una volta l’annofino a Londra, risalendo il Tamigi.

Arte e politica Randy Lerner, boss statunitense dell’Aston Villa,finanzia la National Portrait Gallery di Londra:ha donato 7 milioni di euro. Il thailandese checontrolla il Leicester, Vichai Srivaddhanapra­bha, gioca a polo. L’irlandese Darragh MacAn­thony, proprietario del Peterborough, è un pro­fessionista del poker. Lo statunitense Stan Kroe­nke, azionista di maggioranza dell’Arsenal, sigode un ranch nel Montana dove scorre un fiu­me. Kroenke è un salutista, adora il basket ed èun apprezzato viticultore. Il malese Tony Fer­nandes, fondatore e presidente della compagnialow­coast AirAsia, possiede il QPR, ma per lui siprospettano tempi duri: la squadra è appena re­trocessa in Championship e i bilanci disastratisono nel mirino delle autorità calcistiche. Il bel­ga Roland Duchatelet, proprietario del Charlton­ nel suo «pacchetto» anche Standard Liegi, CarlZeiss Jena e Ujpest in Ungheria ­, è l’ispiratoredel partito Liberali e Democratici FiamminghiAperti: è così open che ha voluto aggiungere unclub inglese alla sua collezione.

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Tre italiani in cerca di gloria1Il trio Pozzo-Cellino-Becchetti rappresenta l’Italia:

proprietari rispettivamente di Watford, Leeds e Leyton Orient.1Anche se il Watford, neopromosso in Premier, è domiciliato

in Lussemburgo. E intanto il belga Duchatelet ha fondato un partito

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3MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT

PRIMO PIANO

Qui passa lo stranieroBenvenuti al Nord E i Tories amanoi business men1Cameron, che ha appena rivinto le elezioni politiche, non è mai intervenuto sulla politica dei prezzi alti1Il pubblico ricco garantisce gli investitori stranieri

bold da Londra

Business chiama business: con iltrionfo dei conservatori non cisaranno scossoni nel calcio in­glese. I due partiti principali,tories e laburisti, nei loro pro­grammi elettorali avevano de­dicato un capitolo al football,passione che coinvolge nellasola Gran Bretagna almeno 25milioni di persone. E il Man­chester United, ad esempio, hauna platea di 659 milioni di fol­lowers nell’intero pianeta, dicui 325 nel Sud­Est asiatico,108 in Cina e 173 in Medio­Oriente e Africa. Solo l’1% deifans dei Red Devils risiede nelRegno Unito, secondo i dati delclub.

Problema prezzi Le politiche dei governi hannoquindi rilevanza in Gran Breta­gna ­ ed è ai tifosi di casa che sisono rivolti conservatori e la­buristi nei loro programmi ­,ma hanno un peso anche al­l’estero. Se avesse vinto il La­bour Party, il nuovo governoavrebbe risposto alle istanzedelle associazioni dei tifosi che

chiedono di abbassare i prezzidelle partite, sempre più alti efuori dalla portata delle taschedi una buona fetta della popo­lazione. I fans di alcune squa­dre ­ Arsenal e Liverpool inparticolare ­ sono sul piede diguerra, ma il successo dei con­servatori non è per loro unabuona notizia. Nei 5 anni del primo governo Cameron, l’ese­cutivo di conservatori e lib­dennon è mai intervenuto sulla po­litica dei prezzi. Nel program­ma elettorale si puntava su al­tre questioni, come quella del­le strutture ­ nuovi campi per ivivai ­ e della protezione dellascuola nazionale, ma nessunaccenno al caro­biglietti.

Riserva indiana Gli stadi inglesi sono ormaiuna riserva indiana per i ricchied è una situazione che non di­spiace ai conservatori e ralle­gra gli imprenditori. Un pub­blico con le tasche piene garan­tisce affari con tutto l’indotto,cuore del business: magliette,gadget, ristoranti. Un fiume didenaro, che attira gli investito­ri stranieri, considerati i ben­venuti dal governo. Nella pa­tria del capitalismo, non po­trebbe essere diversamente.

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I principali proprietari esteri in Inghilterra 1) Abramovich, Chelsea 2) Glazer, MU 3) Mansour, M. City 4) Kroenke Arsenal 5) Henry, Liverpool 6) Lerner, Aston V. 7) Allam, Hull 8) Short, Sunderland 9) Srivaddhanaprabha, Leicester 10) Fernandes, Qpr 11) Liebherr, Southampton 12) Lewis, Tottenham 13) Yeung, Birmingham 14) Rao, Blackburn 15) Demin, Bournemouth 16) Tan, Cardiff 17) Khan, Fulham 18) Duchatelet, Charlton 19) Pozzo, Watford 20) Cellino, Leeds

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Bournemouth russo L’ultima promossa 1Dopo il Watford «italiano» la new entry in Premier è il club della Manica dalla maglie rossonere in onore del Milan 1Acquisito nel 2011 dal petroliere Demin, ha conquistato tre promozioni con in panchina il giovanissimo Howe

bold da Londra

«Life’s a beach for Premier Lea­gue Bournemouth». La vita èuna spiaggia per questo clubapprodato per la prima voltanella sua storia ­ fu fondato nel1899 ­ nel massimo campiona­to inglese e festeggiato da 50mila tifosi il 4 maggio scorso inuna parata con il bus scopertosul lungomare. Sembrava Co­pacabana nei giorni migliori:era invece la distesa di sabbiache si affaccia sul Canale dellaManica, nel Dorset, 150 km aSud­Ovest di Londra. Bourne­mouth è un paradiso dei surfi­sti. È il buon ritiro dei pensio­nati inglesi, che vanno a go­dersi il clima in un posto dovela media della pioggia è la me­tà del resto della Gran Breta­gna. Quaggiù si è rifugiato ne­gli ultimi anni Paul Gascoignee qui scorre il denaro, ma nel2008 il Bournemouth, precipi­tato in League Two, la quartacategoria inglese, stava per fal­lire: si salvò in extremis, grazieall’intervento di una new com­pany di imprenditori locali chesottoscrissero un piano di pa­gamento dei debiti e accettaro­

no di partire nella stagione2008­2009 con una penalizza­zione di 17 punti. Dopo due al­lenatori, in piena disperazionela squadra fu affidata a EddieHowe, 31 anni, ex difensorequi con 2 presenze nella Under21 dei Tre Leoni, che riuscì nel­l’impresa di salvare il Bourne­mouth.

The New MouCon Howe, oggi 37 anni, ilBournemouth ha compiuto lascalata fino ad arrivare in Pre­mier. Howe viene descritto co­me il manager del futuro: loparagonano, per personalità estile, a Mourinho. Il personag­gio è originale: ha tatuato sulpolso il segno della R, in me­moria di un cane labrador, Ro­dney, al quale era affezionatis­

simo. Howe lavora dodici oreal giorno e si rilassa correndola sera sul lungomare. Howeha un ottimo rapporto con Ma­xim Demin, 44 anni, il miliar­dario russo che rilevò le azionidel Bournemouth nel novem­bre 2011, spendendo 850 milasterline (circa 1,2 miliardi dieuro). Demin, petroliere e tra­der, vive in una villa da 6 milio­ni di euro. L’acquisto del club siè rivelato un affare. La promo­zione in Premier porterà 140milioni di euro nelle casse e laspesa subito da affrontare, pri­ma di rinforzare la squadra ­ siparla in attacco dell’arrivo diJermaine Defoe ora al Sunder­land ­, riguarda l’ampliamentodello stadio, con annessi risto­ranti e punti marketing. Il De­an contiene adesso 11.700spettatori: l’obiettivo è arriva­re a 15 mila. In questa minieradi storie in riva alla Manica, c’èanche quella che riguarda lemaglie. Gli attuali colori rosso­neri, fino ad allora biancoros­si, furono adottati nel 1972prendendo come modello ilMilan. Era l’epoca di Rocco, Ri­vera e Prati. Uno squadroneche fece innamorare i dirigentie i tifosi del Bournemouth, alpunto di cambiare la tinta del­le maglie.

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i miliardi di euro di valore dei beni di tutti i proprietari stranieri di club di Premier League e Championship.

La festa dei giocatori del Bournemouth lo scorso 2 maggio dopo la promozione in Premier (REUTERS)

Se Jaguar e Land Rover sono in mano agli indiani, se Bentley e Rolls Royce parlano tedesco, se l’Aston Martin e le Church’s sono italiane non possiamo stupirci che i più importanti club della Premier non siano di proprietà inglese. Per poco meno di un decennio ­ a cavallo degli anni Dieci di questo secolo ­ Londra è stata la capitale finanziaria del mondo. Significa qualcosa. Dopo aver strappato lo scettro a New York, la City l’ha restituito temporaneamente alla Grande Mela, in attesa del sorpasso della lanciatissima Hong Kong, annunciato per quest’anno. Anche Manchester United, Manchester City, Chelsea, Arsenal, Liverpool e Tottenham sono icone del made in England e ­ con target e proporzioni diverse ­ funzionano più o menocome il settore calzaturiero della contea inglese del Northamptonshire. Le meravigliose scarpe Brit, ormai si fabbricano soprattutto per il mercato estero, per il lusso che seduce vecchi e nuovi ricchi, in particolare sul fronte asiatico.Nel calcio non è tanto diverso. Inizialmente, assicurarsi questi club significava conquistare uno status. Roman Abramovich ha investito centinaia di milioni nel Chelsea, garantendo una buona continuità di rendimento e la persistenza dei Bleus nel circolo Pickwick delle migliori squadre del pianeta. Giustamente, in tempi più recenti, è scattato il sospetto di gigantesche elusioni legate al trasferimento della sede legale di alcuni club in paradisi fiscali. Più in generale, c’è la sensazione che qualche imprenditore sia sbarcato in Inghilterra più per «prendere» soldi che per investire. Di sicuro in questi anni la Premier è molto cresciuta, sul piano commerciale. È diventata sempre più una vetrina di interesse globale, anche se i risultati sportivi non sono coerenti al livello di crescita. Il prossimo salto di qualità è legato ai diritti tv. Nel prossimo triennio i club della Premier incasseranno più o meno 7 miliardi di euro. Tanti soldi da spartire.

IL MERCATOGLOBALEE I MARCHIMADE IN UK

DECATREND

di Alessandro de Calò

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4 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORTEXTRATIME

«Match truccati? In Asia è peggio, miliardi di puntate»1Karl Dhont è ispettore della Commissione Uefa, esperto di betting 1«Per la finale in Brasile 2014 il 90% delle scommesse fatto nei Paesi asiatici»

Alec Cordolcini

«Il match fixing è il crimine per­fetto» denuncia il belga KarlDhont, ispettore della Com­missione Disciplinare Uefaesperto di scommesse. «Flussidi denaro impossibili da trac­ciare, omertà generalizzatadell’ambiente, guadagni eleva­ti. Meglio che rapinare unabanca». Dhont vanta un’espe­rienza pluridecennale nell’am­bito delle scommesse: diretto­re della Snai italiana dal 1998al 2005, consulente in Belgioper diversi bookmakers, finoall’ingresso nel 2008 nell’Uefa.«L’Italia è uno dei Paesi più dif­ficili per combattere certe pra­tiche. È insito nella cultura delsuo sistema calcio: oggi ti do una mano, domani tocca a te.Quando iniziarono i flussi ano­mali su Atalanta­Pistoiese (’00,

Karl Dhont, ispettore della Commissione Disciplinare Uefa

Marinakis e Sarris gli indagati numeri 1, Alafouzos accusa 1) Evangelos Marinakis, 47 anni, presidente dell’Olympiacos dal 2010, neo campione di Grecia per la quinta volta consecutiva; il più potente armatore greco e per i Lloyd il n.73 fra gli uomini al mondo più influenti nel settore navale con la Capital Product Partners, patrimonio di circa un miliardo di euro, è il principale dei26 accusati. 2) Yiannis Alafouzos, azionista del Panathinaikos e proprietario di Sky Tv, di radio e di vari giornalifra cui Kathimerini, è fra gli accusatori: «Aggiustano le gare per far salvare i club amici» 3) L’ex n.1 della Federcalcio greca Giorgos Sarris, altro indagato, ha rassegnato le dimissioni a dicembre. Fra gli altrisotto inchiesta: Giannis Kompotis presidente del Levadiakos, Giorgos Spanos dell’Atromitos e Giorgos Arvanitides, ex maggior azionista del Veria; Christos Ifantis, vicedirettore Federcalcio, 2 membri della corte d’Alto Arbitrato e altri del Comitato Disciplinare della Lega e 6 arbitri.

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1La procura della capitale accusa il presidente dell’Olympiacos, l’ex n.1 della federazione e altre 24 persone di corruzione, partite truccate, istigazione all’estorsione e alla violenza 1Reati gravi per i quali sono previsti fino a dieci anni di carcere 1«Il Sistema è una metastasi», racconta il presidente dell’Aek. E quello del Panathinaikos: «Abbiamo subìto tre attentati» Iacopo Iandiorio

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LA MAFIA DI ATENE

Evangelos Aslanidis, presidente dell’Aek Atene, grande decaduta ora in lotta per la promozionein Super League (la serie A greca), non usa giridi parole: «Questa è una mafia, hai bisogno dilegami illegali per avere successo qui». Mafia oSistema, come l’hanno definito altri. Sembra unromanzo noir di Petros Markaris e del suo com­missario Charitos. Ma purtroppo a fine aprile iltutto è diventato realtà processuale: la procuradi Atene ha accusato di corruzione Evangelos Marinakis, presidente dell’Olympiacos frescocampione (quinto titolo consecutivo e 17 negliultimi 19 anni) e altre 25 persone, fra cui l’exnumero uno della Federcalcio Giorgos Sarris,altri presidenti di club (Giannis Kompotis delLevadiakos, Giorgos Spanos dell’Atromitos eGiorgos Arvanitides, ex capo del Veria), arbitri edirigenti del settore arbitrale, della federazionee della Lega. Le accuse: partite truccate, corru­zione, istigazione all’estorsione e alla violenza,manipolazione di risultati di partite finalizzataal mercato delle scommesse. In sintesi, per la procura, «l’essere membri di un’organizzazionecriminale». Reati gravi che comportano unacondanna fino a 10 anni di carcere. Marinakis,47 anni, dal 2010 boss dell’Olympiacos Pireo, ilpiù potente armatore greco e per i Lloyd il nu­mero 73 fra gli uomini al mondo più influentinel settore navale con la sua Capital ProductPartners, con un patrimonio di circa un miliardodi euro, sarà sentito dai magistrati ai primi digiugno e, ovviamente, ha respinto tutte le accu­se.

Arbitri e dirigenti corrottiIl Sistema, come chiamano ad Atene questa or­ganizzazione, controlla il calcio e trucca le parti­te anche al fine di guadagnare col giro delle scommesse. «Aggiustano le partite per far salva­re i club amici e far retrocedere quelli che nonsono del giro», dice Yiannis Alafouzos, presiden­te del Panathinaikos, l’altro grande club di Ate­ne (20 titoli). «E gli arbitri sono fondamentalinell’andare contro chi è fuori dal Sistema o nelfavorire gli amici». Aggiunge Aslanidis dell’Aek:«Da quando la Grecia è sempre più povera, ilmondo del calcio si è popolato di gente legataalle scommesse. E non pochi: questo è il motivodel deteriorarsi del nostro ambiente. Il Sistemasignifica che sai già come andrà a finire una par­tita e ciò avviene spudoratamente e senza alcu­na cautela. E anno dopo anno il Sistema diventasempre più forte, è una metastasi». Stamatis Vel­lis, ex proprietario dal 2008 al 2014 dell’ApollonSmyrni, ha evitato il fallimento del club ateniesefondato nel 1891 in Turchia, l’ha ripreso in quar­ta serie, conquistando 3 promozioni in 4 stagio­ni. Ora è in B, ma lui ha lasciato disgustato l’an­no scorso. E ha testimoniato in procura: «La cor­ruzione inizia in Federazione. Perché se ci fosseun’Ente etico nessun presidente di club si po­trebbe permettere tali crimini ­ dice ­. E non soloi vertici federali sono collusi ma anche alcuniarbitri e membri della commissione disciplina­re».

Pieni di debitiVellis poi si pone un problema economico: «Quando vedo i budget e le spese di certi club michiedo ma come fanno con un capitale aziona­rio minore del mio? Sappiamo tutti che i ricavida biglietti sono quasi inesistenti, gli sponsor so­no scappati, i diritti tv non sono sufficienti per

coprire tutte le spese… Come fanno?». Alafou­zos, il presidente del Pana e proprietario di SkyTv, di radio e di vari giornali fra cui Kathimerini,rincara la dose: «Molti club hanno debiti versolo Stato o i giocatori per milioni di euro. Le ban­che non prestano più una dracma. Due club diSuper League sono già falliti quest’anno (OfiCreta e Niki Volos, ndr). Almeno 5­6 club nondovrebbero ottenere la licenza Uefa e altri 2 nonl’hanno nemmeno chiesta».

C’è chi dice no. E rischiaLe indagini avviate anni fa daAndreas Koreas (poi rimossodall’incarico a fine 2014, un ca­so?) parlano anche di violenze.Alafouzos, boss del Pana, rac­conta di intimidazioni subitedal suo gruppo editoriale: «Ab­biamo ricevuto tre attentati fi­nora. Una volta degli incap­

pucciati hanno lanciato dei blocchi di metalloattraverso le finestre e delle molotov, con tantodi principio di incendio nei nostri uffici. Altredue volte hanno agito con granate: una era vec­chia e non è esplosa e un’altra si è inceppata, perfortuna. Comunque, un’indagine della polizia èin corso». C’è chi non è stato così fortunato. Pe­tros Konstantineas, ex arbitro internazionale,anni fa subì pressioni per favorire alcuni team. Ele respinse. «Sentivo che qualcosa di strano sta­va accadendo in federazione», dice. «Una voltaun dirigente di club mi ha minacciato “Sei finito,pezzo di m…”. Ma io non ho mai avuto paura».Poi, febbraio 2012, una bomba è esplosa nel suopanificio. «Intorno all’1.20 di notte, io dovevoaprire il forno alle tre… Hanno distrutto tutto,dieci auto sono rimaste bruciate. Finanche i po­liziotti erano scioccati».

Il governo contro la Uefa«Oltre al controllo dei campionati il Sistema la­vora per guadagnare con le scommesse clande­stine», dice Alafouzos del Panathinaikos. «Ci so­no state finora tante inchieste a proposito, macon scarsi risultati. E poi c’è la “carota” dei dirittitv: con questi proventi si pagano i piccoli clubaccondiscendenti al cartello». Alla BBC LawrieSanchez, ex tecnico dell’Apollon, ha raccontato:«A tavola i giocatori parlavano serenamente diTizio e Caio che si erano venduti la partita o sierano messi d’accordo». Poi l’anno scorso un’in­credibile rimonta a metà stagione di un club, ilVeria, molto compromesso in classifica fino adallora «mi ha fatto pensare: sta succedendoqualcosa di strano». Per questo a fine aprile ilgoverno di sinistra di Syriza ha deciso di legife­rare per riformare la Federazione. Apriti cielo! Èintervenuta l’Uefa (spalleggiata dalla Fifa), cheteme sempre un’intromissione della politica nelcalcio, minacciando l’esclusione a tempo inde­terminato da tutti i tornei per club e nazionaligreci. Ma per Alafouzos del Pana «il governo haragione: bisogna colpire i corrotti». E aggiungeVellis, ex presidente dell’Apollon: «L’Uefa deveconsiderare il merito della questione. E se perripulire il mondo del calcio dobbiamo restarfuori dall’Europa e sia!». Uefa e governo poi sisono incontrati proprio la settimana scorsa e pa­re che si arriverà a un soluzione. Ma alcuni dei26 indagati (fra cui Kobotis, presidente del Le­vadiakos) sono stati subito interdetti da ognicoinvolgimento col calcio. E se nel corso del pro­cesso capitasse a Marinakis e all’Olympiacos (anovembre scorso rivale della Juventus) la Uefache farebbe? Nel 2011 il Fenerbahçe turco persela Champions per un caso di match fixing. Cheaccadrà stavolta?

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L’INCHIESTA

GREATENE

nata convocai i giornalisti ­ insegreto ­ presi 8 partite delweekend e dissi loro: finirannocosì. Le azzeccai tutte. Per­demmo 82 milioni di euro».

Amichevoli e tornei ad hocPoi Dhont è andato in Belgio.«Lo scandalo che portammo al­la luce fu quasi ridicolo per lemodalità. Non si era mai vistoun match­fixer che sedeva intribuna a guardare la partitadella squadra che si era vendu­ta l’incontro. Ma una cosa chemi ha sempre sorpreso in tuttigli scandali nei quali mi sonoimbattuto, è stato il non ruolodi opinionisti, giornalisti e ad­detti ai lavori. Mi chiedo comepersone che da anni lavoranoin un determinato ambito nonsi accorgano di nulla, salvo poifare fuoco e fiamme una voltascoperto il marcio». Di recenteDhont è stato nelle Filippine, ilcuore delle società di betting.

«Lì ci sono i grandi colossi delsettore, la SBO Bet e la IBC Bet.Fatturano quanto la Coca Cola,danno lavoro a migliaia di per­sone e godono di un regime fi­scale privilegiato. Hanno paga­to le licenze una miseria e oramuovono centinaia di milionidi euro. Solo per la finale Mon­diale nel mondo ci sono statepuntate per 4 miliardi di euro.Il 90% in Asia!». Un mostrocresciuto in modo esponenzia­le negli ultimi anni. «Il mercatodel betting è del tutto cambia­to. Il giro di affari si è decupli­cato, e il 90% delle scommesseoggi sono piazzate live. Sequalcuno mette 1 milione suBruges­Anderlecht, in puntateda 150­200mila euro, tutto siperde nel flusso globale. I nuo­vi trend del match fixing? Ami­chevoli e calcio giovanile. Ab­biamo scoperto tornei creati adhoc per le scommesse».

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coppa Italia, ndr), con monta­gne di denaro puntate sullo 0­0quotato 1,08, portammo tuttoai carabinieri, ma la denunciascomparve nella burocrazia.Allora contattammo l’antima­fia». Anni dopo partì Calciopo­li. «A 6 giornate dalla fine laSerie A diventava un mercato.Come Snai ci rifiutammo diquotare le gare, all’ultima gior­

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5MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORTEXTRATIME

milione di euro. «Guadagnapiù di Jesé», «Guadagna quasicome Isco», le voci che corronoa Madrid. Ma non è solo unaquestione di stipendio. Il picco­lo Martin gode d’immensi pri­vilegi, inusuali per uno dellasua età che di fatto deve ancoradimostrare tutto. Si allena solocon la prima squadra poi nelweekend si abbassa a giocarecol Castilla. Non conosce i com­pagni né il loro gioco. Ancelottisubisce ogni tipo di pressioneper farlo debuttare in Liga e inChampions perché batta recorddi precocità. Come se il Madridfosse la squadretta di quartiere.Carlo resiste. E il Castilla crolla.

La caduta Non sarebbe giusto addossare

al piccolo Ødegaardtutte le responsabilitàdella picchiata dellasquadra di Zidane peròi numero sono deva­stanti. Martin debuttacol Castilla l’8 febbra­io. In questi 3 mesi hagiocato 10 partite inbianco: una vittoria, 4

pari e 5 k.o. Un solo gol segna­to. Il team di Zizou è passatodal 1° al 9° posto: la vetta oggi èlontana 13 punti, i playoff 5 aun turno dalla fine. In 3 mesi ilCastilla ha vinto tre gare : duesenza Odegaard quando Zida­ne si è imposto e l’ha lasciatofuori. Sui giornali sono affiora­te critiche alla gestione della si­tuazione da parte della CasaBlanca, e soprattutto As è statodurissimo: «Odegaard ha mu­tato l’ecosistema del Castilla ­ sileggeva sul quotidiano sportivomadrileno (e madridista) il 26marzo scorso ­. Allo spogliatoionon va giù il suo status di galac­tico». Dalla Casa Blanca nessuncommento ufficiale, però il Ca­stilla è stato colpito e affonda­to, la promozione buttata via.Tutto per un ragazzino norve­gese.

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Kevin Prince Boateng (28 anni) e la sua compagna Melissa Satta, 29. Dopo l’esperienza in Germania vorrebbero andare a New York (LAPRESSE)

Il Piccolo Principe. No, Antoine de Saint­Exupérynon c’entra nulla: il riferimento è a Kevin­PrinceBoateng, 28 anni, tornato da due stagioni in Ger­mania, e al suo comportamento. Lo Schalke hadeciso ieri di rescindere, con effetto immediato,il contratto all’ex giocatore del Milan e del suocompagno di squadra Sidney Sam, 27 anni, so­spendendo per una settimana Marco Höger, 25anni. Sono mesi che il rapporto fra Prince e loSchalke è ormai logoro: a febbraio l’inaccettabilesconfitta nel derby col Dortmund per 3­0. Le sta­tistiche erano imbarazzanti: 34 tiri a 3. Il peggio­re in campo era proprio Boateng. Nessuno avevapercorso meno chilometri di lui, nessuno avevatoccato meno volte il pallone. Dal giocatore piùpagato della rosa ci si aspetterebbe ben altro at­teggiamento. In realtà non segna in campionatodal 1 febbraio 2014 (al Wolfsburg).

Al Milan via Ibra e i big non ha retto La sua parabola discendente allo Schalke ricordamolto quella vissuta al Milan: nel 2010­11 eral’eroe dello scudetto, l’uomo che esaltava la fol­la, ballando il moonwalk alla Michael Jackson.Nella stagione successiva il gol da urlo al Barcel­lona. Poi quando nel 2012, ceduti Ibra e Thiago eandati via i senatori, il Milan doveva ripartire dalui, Boateng è improvvisamente imploso. Que­st’anno dopo il derby contro il Borussia Dort­mund a fine febbraio, Di Matteo non lo ha piùschierato titolare. Non è bastato questo, né la de­cisione di portare tutti in ritiro, per tirar fuori la

squadra (che, sesta con soli due punti di vantag­gio sul solito Dortmund, rischia di non qualifi­carsi per l’Europa League) dalla crisi. Dopo l’umiliante sconfitta col Colonia di domenica po­meriggio la società ha preso la drastica decisio­ne. «Non abbiamo più fiducia in lui», ha spiegatoHorst Held, direttore generale dello Schalke. Ilclub, già da qualche mese, era disposto a regala­re il cartellino di KP Boateng (pagato dieci milio­ni nel 2013) pur di non averci più niente a chefare.

Birra, sigarette e feeling con DortmundIl rapporto coi tifosi dello Schalke non era parti­to nei migliori dei modi: nell’estate del 2013, po­chi giorni prima di trasferirsi a Gelsenkirchen,Boateng aveva dichiarato di sperare di tornare alDortmund, dove era passato nel 2009, «il clubpiù bello del mondo». Ci sono presentazioni mi­gliori. Segnando 3 gol nelle prime 5 partite diBundesliga nel 2013­14 però il problema sem­brava risolto. In realtà, già a ottobre 2013, le pri­me critiche: nel derby col Dortmund (perso 3­1)Boateng si fa parare un rigore. Nel febbraio del2014 il grande scandalo: la Bild pubblica una suafoto mentre fuma e beve birra pochi minuti dopo

una partita col Leverkusen. De­cisamente un cattivo esempio.Anche in campo di mese in me­se le sue prestazioni peggiora­no: da stella indiscussa diventauna semplice comparsa, spessoanche fastidiosa e indisponen­te. Da un anno il ghanese vienespesso accusato di scarso impe­gno e di guastare l’armonia del­

lo spogliatoio con atteggiamenti boriosi.

No alla Cina, magari in serie ANelle scorse settimane Boateng aveva rifiutatodelle offerte dalla Cina. Il suo desiderio è quellodi tornare in Italia, ma difficilmente i club di Asono disposti a offrirgli lo stipendio cui è abitua­to. Possibile allora un futuro a New York, coi RedBulls. A convincerlo a trasferirsi in MLS ci si èmessa la compagna Melissa Satta, che sogna unacarriera d’attrice negli Usa. Lì Prince potrebbesentirsi una star, ma deve lasciare in Europa gliatteggiamenti da piccolo principe.

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GERGELSENKIRCHEN

NOTIZIE DALL’EUROPA

INGHILTERRAPOSTICIPI

Arsenal ko in casa Rayo batte Getafe

Bergodi vince fuori

(safta) Occasione persa dall’Arsenal per raggiungere il City al 2° posto ieri: in casa ha perso 1-0 con lo Swansea, gol di Gomis al 40’ s.t. L’Arsenal resta a 70 punti (una gara in meno), lo Swansea sale a 56. In Spagna il Rayo ha battuto 2-0 il Getafe (gol di Manucho e Fedor): Rayo a 46 punti, Getafe a 36. Intanto il Rapid Bucarest di Bergodi ha vinto 1-0 fuori casa col Ceahlaul e ora è a 1 solo punto dalla salvezza (Gaz Metan).

CIPRONICOSIA

L’Apoel primo cambia tecnico

a 2 turni dalla fine

(a.luch.) A soli due turni dalla fine del campionato la capolista Apoel Nicosia ha rescisso il contratto col tecnico tedesco Thorsten Fink, 47 anni, ex Amburgo e Basilea, arrivato solo a gennaio pe ril greco Giorgos Donis. È bastata la sconfitta per 1-0 contro l’Apollon di Limassol, secondo in classifica a due punti dall’Apoel, campione in carica e 23 titoli in bacheca. La squadra è stata affidata a Gustavo Manduca, ritiratosi un mese fa.

BELGIOANVERSA

Un altro mortoin campo

in quarta serie

(cordol) Tim Nicot, 23 anni, difensore del Beerschot Wilrijk, club di quarta serie belga appena promosso in terza, è morto ieri per un attacco cardiaco durante un’amichevole. È il secondo giocatore a morire in Belgio in due settimane. Il 30 aprile scorso è scomparso Gregory Mertens del Lokeren, a 24 anni, ex difensore dell’Under 21 di Bruxelles, a seguito di un infarto nella partita tra squadre riserve Lokeren-Racing Genk.

Martin Ødegaard, 16 anni, talento norvegese del Real Madrid (REUTERS)

Si intuiva da un po’, ora è ufficia­le: il Real Madrid Castilla gio­cherà un altro anno in SegundaB, la terza serie spagnola nellaquale è retrocesso lo scorso an­no. Affidata a Zidane la secon­da squadra del Madrid è partitamalissimo, 5 sconfitte e appena3 punti su 18 nelle prime 6 gior­nate, ultimo posto a ­13 dallavetta, ma poi ha cominciato avolare. Vittorie in serie, una so­la caduta in 16 giornate e 1° po­sto in solitario il 25 gennaio. Leacide polemiche generate dalfatto che Zizou non avesse an­cora ottenuto il paten­tino da allenatore se­polte, gli elogi al fran­cese in costante au­mento.

Il colpo Il 22 gennaio il Madridpresenta alla stampaMartin Ødegaard. Nu­meri mai visti per un ragazzo di16 anni in arrivo dalla Norve­gia: due tv del suo Paese dannol’evento in diretta, a Valdebe­bas la sala stampa è piena. Il ra­gazzino accanto a Butraguenosorride e se la cava non senzaimpacci. L’idea è quella che al­terni allenamenti con la primasquadra a quelli col Castilla, eche giochi in campionato conZidane. Immediatamente peròsi apre una crepa bella grossa:il capitano della seconda squa­dra del Madrid, Sergio Aguza,a chi gli chiede un parere sul­l’acquisto galactico rispondechiaro: «Piacerebbe anche a meguadagnare ciò che prendeØdegaard». Già. Lo stipendiodel pupo norvegese che primadi approdare a Valdebebas hafatto il giro delle sette migliorichiese del calcio europeo, haun ingaggio ben superiore al

Per MartinZizou perse la Segunda1Da quando è arrivato il baby talento norvegese Ødegaard il Castilla di Zidane è precipitato 1Perdendo i playoff per la promozione in serie B

Filippo Maria Ricci corrispondente da Madrid

Schalke, Boa cacciato Ora sogna l’America1L’ex milanista ha rescisso in Bundesliga 1In panchina da fine febbraio, non segna da 15 mesi 1Vuole New York e la Mls per far felice la SattaElmar Bergonzini

GERMANIA

MONACO

Doppietta Bayerntitolo femminile con la Manieri

(el.ber.) La squadra femminile del Bayern Monaco (con l’italiana Raffaella Manieri, 28 anni, difensore, ex Torres, in Germania dalla scorsa stagione) ha vinto domenica il campionato scavalcando il Wolfsburg, bloccato dal Francoforte all’ultima giornata. Per la prima volta nella storia del calcio tedesco la stessa società vince il campionato sia con i maschi che con le donne. Il Bayern femminile non vinceva il titolo dal 1976. Domenica alla gara erano presenti oltre 5.000 persone.

Raffaella Manieri, 28 anni

SPAMADRID

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6 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORTEXTRATIMESTATI UNITI

Un’esultanza di Bradley Wright-Phillips, 30 anni, sollevato dai compagni dei NY Red Bulls: per doppietta ai cugini del City domenica (AP)

Gli devono ancora assegnare un nome. Il derbyfra i New York Red Bulls e i New York City Foot­ball Club non ha un termine particolare a indi­carlo. Del resto, fino a domenica scorsa era unasfida inedita, perché i Nycfc (di proprietà delManchester City) la stagione scorsa neppure esistevano. Qualcuno ha azzardato «Hudson Ri­ver Derby», in onore del fiume che divide NewYork dal New Jersey, perché lo stadio dei RedBulls è ad Harrison nel New Jersey, appunto, loStato limitrofo. Dunque più che una «stracitta­dina» bisognerebbe considerarla una «strastata­le». Non stiamo a sottilizzare, da Manhattan so­no appena venti chilometri, un quarto d’ora ditreno o di auto. E poi la Mls, nel suo ventesimoanno di vita, sostiene che almeno un derby nellasua Lega (per un po’ di tempo c’è stato quello diLos Angeles, prima che i Chivas fallissero) siaindispensabile per aumentare la popolarità e as­somigliare ai tornei europei o sudamericani.

Sostiene ReynaL’idea di un duello calcistico fra due team dellastessa città (o quasi) ha intrigato persino il NewYork Times che, come un maestrino di scuola, haprovato a spiegare ai suoi lettori che cosa sia un«derby», vocabolo troppo inglese e calcistico peressere compreso da tutti. Negli Usa, le stracitta­dine nel baseball, football, basket e hockey lechiamano più genericamente «rivalry», rivalità.

«Nel soccer, invece, la rivalità è una partita co­me Barcellona­Real Madrid, il derby è Real Ma­drid contro Atletico, due squadre dello stessoluogo», ha scritto il prestigioso quotidiano. E percercare di trasmettere «la febbre da derby», haintervistato chi ha vissuto quelle esperienze for­ti. Non ha dovuto pescare lontano, perché il di­rettore sportivo dei Nycfc, Claudio Reyna, ex ca­pitano della nazionale, ha giocato nel GlasgowRangers fra il 1999 e il 2001 ed è stato protago­nista di alcuni match infuocati contro i Celtic: «Èuna partita che comincia molti giorni prima enon ho mai sentito un frastuono simile dentrouno stadio», ha raccontato. Sarà difficile ricrea­re l’atmosfera surriscaldata di Milan­Inter oStella Rossa­Partizan o Real­Atletico, da duefranchigie che domenica si sono affrontate perla prima volta nella storia. Dura costruire da ze­ro una tradizione che da noi esiste da sempre.

Buon sangue non mente«Ma sono certo che dopo questi primi 90’ ciodieremo un po’ di più», ha detto Bradley Wri­ght­Phillips, 30 anni, fratello di Shaun (al Qpr,ex Chelsea) e figlio di Ian Wright (una vita al­l’Arsenal), il centravanti dei Red Bulls che una

decina d’anni fa giocava nelManchester City e ha qualchemanciata di minuti di espe­rienza nei derby con il Man­chester United. Forse non pro­prio per caso, è stato lui l’uomodecisivo domenica: doppiettae cugini purgati per 2­1. Ora laclassifica dei Nycfc piange:hanno vinto appena una volta,

perso 6 delle ultime 7 gare e sono sprofondati inclassifica (terzultimi) nella Eastern Conference.Ma la stella David Villa è stata spesso infortuna­ta e il rinforzo Lampard arriverà a luglio. I RedBulls invece si sono arrampicati fino al 3° posto.Non hanno più Thierry Henry, che ha preferitoandarsene in pensione, hanno assunto un nuovoallenatore, Jesse Marsch, 41 anni, ex coach diMontreal, il 15° in vent’anni, e sono a caccia delloro primo scudetto. Zero tituli, nonostante itanti soldi investiti. Per ora, il primo derby (conoltre 25 mila spettatori) è stato solo quello dellamediocrità.

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USANEW YORK

NOTIZIE DAL MONDO

BRASILESAN PAOLO

Brasileirao: subito Pato e Robinho

in gol e vincenti

(m.can.) Due ex milanisti brillano nel 1° turno del campionato brasiliano. Pato in gol nel 2-1 del San Paolo sul Flamengo. Entra al 26’ s.t., al 28’ partecipa all’azione dell’1-0 di Luis Fabiano; e al 34’ raddoppia. Robinho invece sblocca in trasferta per il Santos, che però si fa recuperare dall’Avaí: 1-1. Il Cruzeiro campione perde 1-0 in casa col Corinthians (Romero). Il Vasco del tecnico Doriva, ex Samp, fa 0-0 col Goias.

ARGENTINABUENOS AIRES

Pareggiano le bigSale il Belgrano:

ora è secondo

(seu) Il Racing campione in carica rallenta la corsa del River: 0-0. Ma anche il Boca fa pari (1-1) con l’Independiente; in gol l’ex romanista Guillermo Burdisso. Così, a sorpresa, sale al 2° posto e a 2 punti dagli Xeneize, il Belgrano: 2-0 all’Arsenal (Zelarrayán e Rigoni). Pari (1-1) anche per il San Lorenzo col Newells (Cauteruccio riprende Ponce). Intanto Alejandro Nanìa è stato esonerato dal Nueva Chicago.

PALESTINAHEBRON

L’Ahli al Khalil di Cusin vince

la coppa nazionale

(m.arc.) L’Ahli al Khalil allenato dall’italiano Stefano Cusin da metà gennaio ha vinto la coppa di Palestina, battendo in finale 4-3 ai rigori (0-0 al 90’) i favoriti del Balata di Nablus, il club col miglior attacco della West Bank e 2° in classifica (vinta dallo Shabab Al Thahrea). Il team di Hebron, che in stagione ha vinto pure la coppa di Lega, il prossimo anno parteciperà alla Afc Cup (seconda manifestazione asiatica).

Miller Bolaños, 24 anni, attaccante dell’Emelec: 5 gol in Libertadores

Per passare da mela marcia aidolo ci vuole una «fiducia cie­ca nei propri mezzi». La lezio­ne viene da Miller Bolaños Re­ascos, 25 anni a giugno, scrol­latosi di dosso anni di emargi­nazione, fiaschi e polemicheper diventare simbolo e trasci­natore di quell’Emelec che, ol­tre a dominare in patria da dueanni, adesso vola alto anche inLibertadores. Dove il trequar­tista ecuadoriano, che ha giàcollezionato tre assist, cinquereti e guadagnato tre premi dimigliore in campo èstato inserito da FoxSports tra le rivelazio­ni del torneo.

Da reietto a starI quarti di finale, daconquistare dopodo­mani notte a Medellin,sono a un passo so­prattutto grazie a lui, a segnoanche nel 2­0 con cui l’Emelecha regolato l’Atletico Nacionalcolombiano all’andata la setti­mana scorsa. L’ennesima ri­prova del fatto che Miller, inmeno di due anni, è divenutoanima e braccio del club diGuayaquil, dov’era arrivatonell’estate del 2013 trascinan­dosi la fama di rissoso e pian­tagrane. Fino ad allora, infatti,Miller aveva fatto parlare di sépiù che altro per le ripetute zuffe coi compagni della LDUQuito, per la svariate intempe­ranze al Chivas (nella Mlsamericana nell’estate 2013) esoprattutto per la squalificaper doping (cocaina) rimedia­ta nel 2007, quando non anco­ra maggiorenne fu scaricatodal Barcellona di Guayaquil.Per otto anni, Miller ha fattoterra bruciata attorno a séovunque sia andato. Sino alla

svolta giunta all’alba dei 24anni grazie alla cura dell’allo­ra tecnico argentino dell’Eme­lec Gustavo Quinteros (ora c.t.della nazionale di Quito), cheprima lo ha messo in riga e poilo reinventato trequartista. Èstato subito un successo: capo­cannoniere dello scorso cam­pionato (vinto nella storica fi­nale contro i cugini del Barcel­lona con tanto di sua doppiet­ta, contro il fratello Alex,espulso al ritorno solo dopo 10minuti), premio di miglior gio­catore del torneo e capocan­noniere della coppa Sudame­ricana (col cileno Vilches, a 5gol).

Senza limiti Un’autentica esplosio­ne, quella di Miller,che nel frattempo è di­ventato un punto fer­mo anche per il nuovotecnico Omar De Fe­lippe grazie alla bel­lezza di 10 gol e 8 as­sist in 17 giornate dicampionato (di cui è

nuovamente capocannoniere,assieme a Neculman del Riverdi Quito), anche se l’Emelec èsoltanto terzo a 8 punti dallaLDU, ma con una gara in me­no, a cinque turni dalla finedella Primera. «Ho sempre sa­puto di poter sfondare, non homai smesso di crederci. Maavevo bisogno di cambiare te­sta», ha ammesso Miller a di­cembre dopo aver trascinato l’Emelec al trionfo bis in cam­pionato. Per De Felippe, unduro forgiatosi nella guerradelle Malvinas (da buon ar­gentino, non le chiamerà maiFalklands), è «un ragazzo chenon conosce limiti, un poten­ziale fuoriclasse». Che a Gua­yaquil, dove ha appena rinno­vato fino al 2019, sperano digodersi ancora per un po’ pri­ma che arrivi la solita, inevita­bile offerta irrinunciabile.

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Con Bolaños, l’ex niño malo, l’Emelec vola1 Miller sta trascinando la squadra di Guayaquil in coppa Libertadores 1Fermato per cocaina nel 2008, il bad boy adesso è goleador e idolo

Adriano Seu

Metti un derby a NYE i Bulls fanno storia1La Grande Mela ha ospitato per la prima volta assoluta una stracittadina in Mls 1Hanno vinto i Red Bulls mentre i City sprofondanoMassimo Lopes Pegna da New York

David Villa in maglia NY City (AFP)

gli anni di vita della Major League Soccer (Mls) e anche dei New York Red Bulls, nati come MetroStars (e così fino al 2005), e che vantano soltanto una finale per il titolo, nel 2008 (k.o. coi Columbus Crew 3-1). E una finale di coppa nazionale nel 2003: 0-1 contro i Chicago Fire.

ECUADOR

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7MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORTEXTRATIMEIL REPORTAGE

Il viaggio crudeledi Pierre e Samu«Europa o morte»1Uno giocava nella massima divisione ivoriana, l’altro in Senegal 1Sperano di fare come Drogba o Eto’o, intanto sono fermi in Niger ma contano di attraversare presto il Mediterraneo 1Come migliaia di subsahariani: «Un trafficante mi ha proposto di viaggiare gratis per Tripoli se gli trovo dei clienti. Adesso voglio tentare e arrivare» Andrea de Georgio da Niamey (Niger)

Un sacchetto di plastica o uno zai­netto. Riempito dello stretto ne­cessario: una maglietta, un paiodi mutande e di calze di ricam­bio, il caricatore del telefonino,spazzolino e cuffie per la musi­ca. È il corredo ciò che distingueil migrante dagli altri viaggiato­ri. In qualsiasi stazione dell’Afri­ca occidentale la scena è semprela stessa: fra la marea umanache si accalca attorno ai bus inpartenza un gruppo di viaggia­tori resta in disparte, in attesache il caporale di turno gli dicadove mettersi. Sono giovani, maci sono anche adulti, anziani edonne con bambini. È la «gentein viaggio», migranti sulla viadell’Europa. Dei quasi 1200 chel’ultima mareggiata, ad aprile,ha affondato nel Canale di Sici­lia, la maggioranza provenivadall’Africa subsahariana. Da Se­negal, Mali, Guinea, Ghana,Gambia, Costa d’Avorio, Burki­na: affrontano un lungo viaggioprima di arrivare ai barconi chedalla Libia li traghettano versol’Europa.

Dal Mali non si passa piùNelle rotte che attraversanol’Africa il Niger è oggi un passag­gio obbligato. Disastrato Paese ­col 70% della popolazione chevive con meno di un dollaro algiorno, ultimo al mondo per l’In­dice di Sviluppo Umano ­ è di­ventato un imbuto in cui conflu­iscono le rotte delle migrazioni.Da quando nel 2013 la guerracontro gli jihadisti di Al Qaedanel Maghreb ha bloccato la stra­da che attraversava il nord delMali, molti migranti passanodalla capitale del Niger, Niamey,verso la Libia. Il ritrovo dei mi­granti a Niamey è la stazionedella compagnia Rimbo, di pro­prietà di un tuareg nigerino chefa affari d’oro coi trasporti. Daqui partono ogni mattina bussgangherati verso Arlit e Aga­dez, porte del deserto da cui sipuò proseguire solo in jeep o incamion. Il biglietto Niamey­Aga­dez costa una quarantina di eu­ro, quanto guadagna al mese untassista. I migranti che hanno fi­nito i soldi nel tratto precedentedel viaggio (che arriva a costare5­600 euro fra bus e «dogane») oche sono stati respinti dalle poli­zie di frontiera libiche e algerinee sono tornati, si ritrovano in­trappolati in questo non­luogo alungo, fino a quando non riesco­no a racimolare la somma per ri­partire. La Rimbo offre un dor­mitorio con docce e tv.

A Zinder non si mangiavaPer molti come Pierre la stazio­ne degli autobus diventa una ca­sa. «Sono in viaggio da anni e da2 mesi sono qui. Ho lasciato ilmio Paese, la Costa d’Avorio conla guerra del 2011, quando han­no sospeso il campionato di cal­cio». Pierre ha calcato i campi dimezza Africa nella speranzamai avverata di giocare, ungiorno, in Europa. «Quando eropiù giovane ho giocato in Gha­na, Togo e Benin. Ma se nessuneuropeo mi aveva notato, allorasarei andato lì con le mie gam­be. Ho attraversato il deserto esono arrivato a Tamanrasset, inAlgeria. Ma lì i militari mi han­no rispedito indietro perchénon avevo più soldi per corrom­perli». Rispedito indietro ad Ar­lit Pierre si ammala gravemen­te. È portato da un amico a Zin­der, seconda città del Niger, do­ve è curato e ricomincia agiocare. «Stavo bene, così mi so­no allenato al campo della pri­ma squadra della città. Appenal’allenatore mi ha visto, mi ha ingaggiato subito». Ma non è facile la vita del calcia­tore in Africa. Tanto meno nellaSerie A nigeriana. «Il presidentemi ha ospitato a casa sua, manon mi dava da mangiare. Mi hadetto: ti devi arrangiare». In Ni­ger la paga media di un giocato­re di A è sui 60 euro al mese. Al­la fine del terzo Pierre non ave­va ancora visto un franco. «Allo­ra meglio giocare in terza oquarta serie in Italia! Così quan­do siamo venuti in trasferta aNiamey mi sono fermato qui enon sono tornato con la squadraa Zinder». Oggi mendica allastazione di Niamey, facendoschizzi di schemi di gioco sul re­tro della richiesta d’asilo escherzando sul fatto che anni diviaggio l’hanno segnato e nessu­no crede che abbia 24 anni. «Lastrada del deserto non la prendopiù, ho visto troppa gente mori­re. Appena trovo i soldi torno acasa. Lì farò l’allenatore».

Portiere di giornoSamuel è un altro dei ragazzisperduti di Niamey. Ha 19 anni,è del Senegal. «In famiglia sia­mo 7 fratelli, io sono il maggio­re. È il momento di sacrificarmiper gli altri». Per tanti comelui il viaggio verso l’Europaha i tratti del rito inizia­tico: si parte bambini e sitorna uomini (e ricchi, sispera). «Non riuscivo più asostenere la vergogna dinon riuscire a portare acasa nulla per la mamma.Anzi, ero l’unico che an­dava a scuola e pesavasull’economia della fami­glia. Da dove vengo pochi al­la mia età vanno a scuola,molti sono partiti. Alcuni di

loro sono tornati e hanno co­struito casa, comprato l’auto».Samuel, Pierre e gli altri vedononel calcio l’ascensore socialeche può portare fino all’Olimpodi Eto’o, Drogba e compagni. «Ioso fare soltanto il portiere. InGuinea Bissau ho giocato 4 mesiin una squadra di serie B di pro­prietà di un bianco, mi stavanofacendo i documenti per portar­mi in Europa a giocare ma con iconflitti che ci sono stati alleelezioni politiche dell’annoscorso tutto è saltato».

Amico di ManéSamu viene da una regio­ne del Senegal che ha pro­

dotto migliaia di migrantie anche calciatori ora in

Europa. «Ho frequen­tato la scuola cal­cio di Demba Cis­sé, l’attaccantedel Newcastle, inInghilterra. Lo co­nosco bene, siamo

dello stesso quartie­re. Ho giocato pure

con Sadio Mané, ora alSouthampton, ci allena­

vamo nello stesso campetto».Ma non tutti hanno avuto la

stessa fortuna. «Da noi il talen­to non basta, devi avere qualcu­no che ti aiuti. Quello che chia­miamo un “braccio lungo”. Seno, non emergerai mai. Perquesto partiamo». Per pagarsi ilviaggio Samu aiuta i coxeur, itrafficanti d’uomini, a procac­ciarsi clienti. «Ero ad Agadez,ho finito i soldi e mio fratello non mi riusciva a mandar nulla.Così il proprietario del dormito­rio, un libico, mi ha proposto ditornare a Niamey, mandarglidei clienti per un mese e poiviaggiare gratis con lui a Tripo­li». Racconta la perdita di unamico nel naufragio di aprilenel mare italiano. «Quando miamadre l’ha saputo mi ha implo­rato di tornare a casa. Ma nonposso: arrivare o morire. Vogliotentare». Samu, Pierre, Moha­med, Amidou e gli altri. Giovanisenza speranze, alla ricerca diun lavoro, di diritti, di soldi damandare a casa, di un futuro.Anche se gli si dice che l’Europanon è il Paradiso, che il viaggiouccide, si voltano dall’altra par­te e aspettano il prossimo bus,stringendo forte lo zaino sottoal braccio.

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I FLUSSI MIGRATORIVERSO L’ITALIA

LIBIA

NIGERMALI

NIGERIA

COSTAD’AVORIO

GHANAGAMBIA

SENEGAL

TUNISIA

ALGERIA

Ouargla Tripoli

Djanet

Sebha

Agadez

ZinderNiamey

Tamanrasset

KanoBamako

Bengasi

MALTA

I PROTAGONISTI LA TESTIMONIANZA

L’Under Mohamad è già in Sicilia Aiutalo con Msf Mohamad ha 17 anni, è arrivato in Italia col padre e lo zio. È una punta delle nazionali giovanili siriana. Di gol ne ha segnati tanti, dice: 64 in 52 partite. È scappato dalla Siria il 15 aprile. Lì andare ad allenarsi era un rischio. Quando viaggiava sul bus, le esplosioni erano frequenti. Un giorno durante una partita una bomba è scoppiata in campo, un suo compagno è morto. Non ce l’ha fatta più a continuare. L’anno prossimo, a 18 anni, avrebbe dovuto combattere per l’esercito siriano. «È per il suo futuro che abbiamo affrontato il viaggio», dicono: 24 ore attraverso la Turchia, fino a Mersin. Il viaggio è anche pieno di pericoli: mezzi di fortuna, tratti a piedi sulle montagne, e poi evitare i trafficanti senza scrupoli. A Mersin salgono su una barca, stipati con centinaia di siriani. Presto imbarcano acqua. Quando arrivano i soccorsi, la barca è quasi affondata: 5 giorni in mare prima di essere portati in salvo. «Spero che i club europei mi diano una mano a realizzare il mio sogno: giocare a calcio. Vorrei riuscire ad arrivare in Germania o in Spagna. In Siria non posso più tornare, sono un disertore». Mohamad ora è al Centro di Primo Soccorso e Accoglienza di Pozzallo, dove i medici di Msf, infermieri, psicologi e mediatori culturali lavorano da febbraio per aiutare chi raggiunge le nostre coste. Qualcuno porta un pallone. Mohamad palleggia, poi di testa fa acrobazie, non si ferma più. Tutti battono le mani. È la prima volta che sorride.

MARIA CARLA GIULIANO

MEDICI SENZA FRONTIERE Con la campagna #Milionidipassi (www.milionidipassi.it o www.medicisenzafrontiere.it, https://twitter.com/MSF_ITALIA) Msf vuole raccontare i passi di chi è costretto a fuggire per salvarsi la vita e i passi degli operatori umanitari per portare soccorso e chiede a tutti di fare un passo per garantire alle persone in fuga assistenza.

In attesa dei bus presso la stazione della compagnia Rimbo, a Niamey (FOTO DI LUCA PISTONE)

Dall’alto, il senegalese Samuel, 19 anni, portiere, al dormitorio della stazione dei bus di Niamey in Niger. Poi Pierre, 24 anni, ivoriano, col tesserino di calciatore e gli schemi sul retro della richiesta d’asilo. Sotto, uno dei tipici autobus che coprono la tratta fino ad Agadez, deserto del Ténéré.

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8 MARTEDÌ 12 MAGGIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORTEXTRATIME

Jürgen Klopp tecnico del Borussia DortmundEX

SMS (cord) Andreas Laudrup, figlio di Michael, ex Real e Nordsjællandha annunciato il ritiro a 24 anni per artrite: non gli permette più di giocare senza dolore.

Laudrup junior molla (sm) George Best si chiamava in realtà Ronald Samuel, come riporta il certificato di nascita (22-5-1946), cambiato dopo 15 giorni per motivi sconosciuti.

Best era Ronald (ac) Cercasi Direttore Generale È l’annuncio dal Lokeren, A belga, su Vacature.com sito operante nel settore delle risorse umane; richiesta esperienza decennale.

A.A.A. cercasi d.g. (falc.) Sargis Hovsepyan, 42 anni, il recordman di presenze (132) dell’Armenia, è il nuovo c.t. ma resta pure alla guida dell’Under 21 e del Pyunik, primo

Fa tutto Sargis

TVOGGI, DOMANI E GIOVEDÌCHAMPIONS E LIBERTADORESChampions, oggi: Bayern-Barcellona- (Sky Sport 1, 20.45), domani Real M.-Juve (Canale 5, 20.45). Libertadores: domani Cruzeiro-San Paolo (FS, 00.30), giovedì Boca-River (FS, 2.00).

SABATO BUNDESLIGALOTTA PER LA SALVEZZAIn Bundesliga si giocano tutte le gare sabato: Stoccarda-Amburgo (Sky Supercalcio HD, 15.30) e Wolfsburg-Borussia Dortmund (Sky Sport Plus HD, 15.30).

DOMENICA E LUNEDÌ 17-18UNITED-ARSENAL E IL BARÇA Per la Premier Swansea-Manchester City (FS, 14.30) e Manchester United-Arsenal (FS, 17). In Liga Atletico Madrid-Barcellona (FS, 19) e diretta-gol. Lunedì WBA-Chelsea (FS, 21).

SABATO 16 MAGGIOA TUTTA PREMIER E SERATA COL PSGPer la Premier Southampton-Aston Villa (Fox Sports, 13.45), Tottenham-Hull (FS, 16) e Liverpool-Crystal Palace (FS, 18.30). In Ligue 1: Montpellier-Psg (FS, 21, nella FOTO Cavani) e diretta gol delle altre partite fra cui Monaco-Metz, Lione-Bordeaux e Lilla-Marsiglia.

A sinistra, Mohamed Aboutrika, 36 anni; e l’ex presidente Morsi (AFP)

REP. DEM. CONGOKINSHASA

Addio Ilunga, l’uomo che uscì dalla barriera

(f.m.r.) Nell’immaginario popolare Mwepu Ilunga sembra aver vissuto per non più di 2 minuti, trascorsi il 22 giugno del 1974 al Parkstadion di Gelsenkirchen: la durata del video che lo ritrae mentre al fischio dell’arbitro rumeno Rainea esce dalla barriera dello Zaire per andare a calciare una punizione assegnata al Brasile e affidata a Rivelino. Per il mondo la pittoresca dimostrazione dell’ignoranza calcistica dell’Africa, per il difensore dello Zaire un’eclatante maniera di protestare contro il regime di Mobutu che alla forte nazionale aveva offerto macchine e soldi, salvo poi convertire le promesse in minacce di morte dopo le sconfitte tedesche con la Scozia (2-0) e la Jugoslavia (9-0). Mwepu Ilunga in realtà è vissuto tanto, prima e dopo quei due minuti. Con il suo TP Englebert (lo

stesso che poi col nome di TP Mazembe è arrivato al Mondiale per club contro l’Inter nel 2010) negli anni 60 aveva vinto 2 Coppe dei Campioni africane. E con lo Zaire, prima subsahariana ad arrivare al Mondiale, anche la Coppa d’Africa del 1974. Dopo il Mondiale Ilunga e i suoi compagni sono stati emarginati e vessati dal regime ma il difensore ha continuato a lottare per i suoi diritti: ancora nel dicembre del 2013 aveva organizzato un sit-in davanti al Ministero delle Finanze dell’oggi Repubblica Democratica del Congo per protestare per il mancato versamento dei 500 dollari mensili di vitalizio offerti da Mobutu ai mondialisti del ’74 e mai arrivati. E nel gennaio scorso era in Guinea Equatoriale come secondo di Florent Ibengé, c.t. del Congo. Venerdì a Kinshasa il 65enne Ilunga ha smesso di lottare.

QATARDOHA

Via il c.t. BelmadiArriva Carreño,

ex Al Arabi Il Qatar ha esonerato il c.t.

Djamel Belmadi, 39 anni, a soloun mese dall’inizio delle

qualificazioni per il Mondiale2018. Arriva José Carreño,

52enne tecnico uruguaiano ed exallenatore di Al Nassr ed Al Arabi.

OLANDAAMSTERDAM

La famiglia Gudelj «acquistata»

in massa dall’Ajax (cordol) La famiglia Gudelj

all’Ajax. Dopo il trasferimentodall’Az del centrocampista

Nemanja, per 6 milioni di euro,gli ajacidi hanno messo sotto

contratto il padre Nebojsa, extecnico del Nac che all’Ajax farà

il talent scout. E stanno perchiudere col Nac per il fratelloDragi, 17 anni, Under 18 serbo.

Gudelj è il nono giocatoredell’Ajax preso dall’Az negli ultimi

15 anni, per una spesa totaledi 30 milioni di euro.

EGITTOIL CAIRO

Aboutrika accusato di finanziare i Fratelli

Mohamed Aboutrika, 36 anni, ha lasciato da poco più di un anno il calcio giocato ma al Cairo e in tutta l’Africa è un’istituzione. Cento gare in nazionale e 38 reti (il 3° egiziano di sempre), campione d’Africa nel 2006 (segnando il rigore decisivo in finale) e nel 2008 (altro gol all’ultimo atto) con l’Egitto, e 5 Champions League africane in bacheca (in gol in 3 finali) con l’Al Ahly (club più titolato al mondo).

Ebbene la settimana scorsa l’ex campione è stato accusato di aver finanziato i Fratelli Musulmani, movimento al potere nel 2012 con Morsi e dichiarato organizzazione terroristica nel 2013, sequestrando le azioni di Aboutrika nell’agenzia viaggi che egli stesso ha fondato. «Non lascerò il Paese» ha twittato Aboutrika, ricevendo l’appoggio di migliaia di fan. Ora rischia anche una condanna al carcere.

EXTRATIME Supplemento di calcio internazionale di Iacopo Iandiorio, progetto grafico di Domenico Coppola

LA MISS DELLA SETTIMANA

La Messi delle fancerca l’impresa

contro il vero Leo

HELEN

Stasera serve l’impresa? Sì,serve. E se da parte Barça c’è

Messi, dall’altra parte il Bayern(nella foto, Lewandowski

mascherato) schiera la Messidelle tifose. Cioè Helen De Muro:

papà italiano, nata a Monaco ebiancorossa al midollo. Leo è

fisicamente minuto ma nonlo prendi mai? Helen è pure

più minuta (1.58 di altezza)ma sul fisico non le si può

dire nulla e ha due alitatuate a tutta schiena

che suggerisconoaltrettanta imprendibilità.

Leo ha vinto quattro Pallonid’oro? Lei ha fatto il paginone

centrale di Playboy sia inGermania che in Venezuela con

interviste a coté del tipo «Trecose che mi piacciono? Musica,sesso e whisky». Leo ha perso la finale in Brasile? Lei era allo

stadio con la maglietta dellaGermania e l’ha vinta.

BULGARIASOFIAA Simitli il sindaco esonera il tecnico eprende il suo posto (safta) Il sindaco di Simitli ha deciso di diventare allenatore. Il Septemvri, club di serie B della cittadina a sud-ovest di Sofia, ha perso 4 delle ultime 5 gare e rischia di essere risucchiato verso la zona retrocessione. Così Apostol Apostolov, ex arbitro di A e sindaco, ha esonerato il tecnico Spas Stoimenov, in quanto il Comune è sponsor e proprietariodel club, e ha preso il suo posto. Nella sua storia il Septemvri è arrivato al massimo in semifinale di coppa nazionale nel 2012.

SUDAFRICAJOHANNESBURG Benni McCarthy vittima di rapina a mano armata Brutta disavventura per Benni McCarthy, 37 anni, ex nazionale sudafricano e ritiratosi da un paio di anni dopo una carriera da attaccante con le maglie di Ajax, Celta Vigo, Porto e Blackburn. McCarthy è stato vittima di una rapina a mano armata mentre si trovava dal barbiere a Johannesburg: un uomo gli ha puntato una pistola al volto, portandogli via orologio, orecchini e anche la fede nuziale. L’ex giocatore, che ha saputo mantenere la calma, ne è comunque uscito illeso e gli altri clienti non sono stati coinvolti. Campione d’Europa nel 2004 col Porto di Mourinho e poi re dell’Intercontinentale (segnò un rigore nella serie finale contro l’Once Caldas colombiana), McCarthy è il miglior cannoniere nella storia dei Bafana Bafana (32 gol in 80 match), recentemente aveva lavorato nello staff tecnico dell’Hibernian in Scozia.

La frase della settimana«Mi sarei dovuto dimettere

alla prima giornata. Da quando ho dato le dimissioni

non perdiamo più»TRA FUN


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