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LA GESTIONE DEI DANNI CAUSATI DALLA FAUNA...

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LA GESTIONE DEI DANNI CAUSATI DALLA FAUNA SELVATICA NELLE AREE PROTETTE DI ROMANATURA: PREVENZIONE E MONITORAGGIO Questa relazione è il resoconto del lavoro svolto nell'ambito del contratto d’affidamento d'incarico professionale stipulato tra l'Ente e il soggetto scrivente in data 27/7/2010, protocollo n. 3989. Roma, 29/8/2011 Dott.ssa Paola Aragno Tutte le attività sono state svolte in collaborazione ed accordo con la Dott.ssa Paola Pierucci. Si è collaborato inoltre con la Dott.ssa Francesca Ronchi nell’ambito della sperimentazione di metodi di monitoraggio delle specie responsabili dei danni e con il Dott. Andrea Marsan per l’uso dei metodi preventivi. Si ringraziano Alessio Mariucci e i guardiaparco di Decima Malafede, in particolare Luca Mangoni, per la collaborazione nella realizzazione e monitoraggio dei recinti elettrici. Istallazione di fototrappole per il controllo delle recinzioni (foto P.Aragno) Progetto: Sperimentazione e collaudo di “interventi di controllo e monitoraggio” sulle specie che arrecano maggiori danni alle colture agricole all’interno delle aree protette gestite dall’Ente RomaNatura: metodi a confronto”. Responsabile del progetto: Dott. Luca Marini (Dirigente del Settore Naturalistico e Sviluppo Sostenibile) Responsabile del procedimento: Dott.ssa Paola Pierucci Coordinamento del progetto: Dott.ssa Paola Pierucci (Ufficio Agricoltura e Sviluppo Sostenibile)
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LA GESTIONE DEI DANNI CAUSATI DALLA FAUNA SELVATICA NELLE AREE PROTETTE DI ROMANATURA: PREVENZIONE E MONITORAGGIO Questa relazione è il resoconto del lavoro svolto nell'ambito del contratto d’affidamento d'incarico professionale stipulato tra l'Ente e il soggetto scrivente in data 27/7/2010, protocollo n. 3989. Roma, 29/8/2011

Dott.ssa Paola Aragno Tutte le attività sono state svolte in collaborazione ed accordo con la Dott.ssa Paola Pierucci. Si è collaborato inoltre con la Dott.ssa Francesca Ronchi nell’ambito della sperimentazione di metodi di monitoraggio delle specie responsabili dei danni e con il Dott. Andrea Marsan per l’uso dei metodi preventivi. Si ringraziano Alessio Mariucci e i guardiaparco di Decima Malafede, in particolare Luca Mangoni, per la collaborazione nella realizzazione e monitoraggio dei recinti elettrici.

Istallazione di fototrappole per il controllo delle recinzioni (foto P.Aragno) Progetto: “Sperimentazione e collaudo di “interventi di controllo e monitoraggio” sulle specie che arrecano maggiori danni alle colture agricole all’interno delle aree protette gestite dall’Ente RomaNatura: metodi a confronto”. Responsabile del progetto: Dott. Luca Marini (Dirigente del Settore Naturalistico e Sviluppo Sostenibile) Responsabile del procedimento: Dott.ssa Paola Pierucci Coordinamento del progetto: Dott.ssa Paola Pierucci (Ufficio Agricoltura e Sviluppo Sostenibile)

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Premessa ..................................................................................................................... 2 Sperimentazione e divulgazione di metodi preventivi contro i danni da fauna selvatica: le recinzioni elettrificate.................................................................................................... 3 1 le diverse fasi ........................................................................................................ 4 2 azioni pilota 2010 ................................................................................................. 13 3 divulgazione del metodo e dei risultati ottenuti ...................................................... 23 4 nuove azioni ........................................................................................................ 25 5 analisi dei costi .................................................................................................... 35

Gestione del database numerico e del sistema informativo territoriale dei danni da fauna selvatica .................................................................................................................... 37 Supporto nel procedimento di indennizzo dei danni da fauna selvatica tramite l'uso del sistema informativo territoriale e del gps ..................................................................... 42 Supporto nella realizzazione del censimento delle aziende agricole di RomaNatura ......... 45 Collaborazione nella sperimentazione del monitoraggio delle specie che arrecano danni: fototrappolaggio e faecal pellet group count del cinghiale ............................................. 47 Allegati ...................................................................................................................... 48 Bibliografia di riferimento ............................................................................................ 58

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PREMESSA L’Ente RomaNatura ha intrapreso da qualche anno una strategia di gestione dei danni all’agricoltura da parte della fauna selvatica che prevede la messa in campo di diversi strumenti: primo tra tutti l’uso dei metodi preventivi, in secondo luogo il monitoraggio delle specie responsabili, per arrivare infine all’introduzione di metodi per il controllo di queste popolazioni. L’uso sinergico di questi strumenti potrebbe portare alla mitigazione di un problema che diviene di anno in anno sempre più rilevante, su tutto il territorio nazionale. La diffusione dei metodi preventivi tra gli agricoltori che svolgono la loro attività all’interno del territorio gestito dall’Ente, in particolare l’uso della recinzione elettrificata contro i danni causati da cinghiale, è stata una delle prime azioni intraprese. Questo strutture, infatti, hanno dimostrato in diversi ambiti di essere un metodo efficace. Perché questi impianti possano essere realmente efficienti devono tuttavia rispondere a dei requisiti che si ottengono solo attraverso una progettazione che tenga conto dello specifico contesto nel quale devono essere realizzati e delle specie dalle quali devono difendere. A questa fase devono far seguito la scelta e l’acquisto del materiale giusto. E’ inoltre fondamentale che gli impianti vengano monitorati costantemente per verificare che mantengano le caratteristiche necessarie e che vengano sottoposti a manutenzione appropriata. Si è quindi scelto di sperimentare l’uso di questo metodo in collaborazione con gli agricoltori stessi, ponendosi come principale obiettivo quello di verificare insieme ad essi l’efficacia, rendendoli partecipi e diffondendo in questo modo l’uso corretto delle strutture.

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SPERIMENTAZIONE E DIVULGAZIONE DI METODI PREVENTIVI CONTRO I DANNI DA FAUNA SELVATICA: LE RECINZIONI ELETTRIFICATE La sperimentazione è stata condotta attraverso diverse fasi che possono essere così sintetizzate:

• Individuazione dei contesti; • Incontri con gli agricoltori scelti; • Rilievo dell’estensione areale e perimetrale del campo per realizzare una preliminare

progettazione; • Scelta dei materiali e individuazione dei requisiti necessari; • Indagine di mercato ed acquisto; • Redazione di un contratto di comodato d’uso per affidare il materiale agli agricoltori presso

cui sono state sperimentate le strutture, corredato di note tecniche riguardanti la realizzazione e la conduzione degli impianti;

• Realizzazione delle strutture in collaborazione con gli agricoltori; • Verifica costante della funzionalità delle strutture;

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1 LE DIVERSE FASI 1.1 INDIVIDUAZIONE DEI CONTESTI Nell’ambito del precedente incarico (vedi la relazione “I danni da fauna selvatica nelle aree protette di RomaNatura”, protocollo 3423 del 22/06/2010) sono state prodotte delle carte del rischio di danno nelle quali emerge che alcune aree, a causa delle maggiore densità di danni, possono essere considerate più vulnerabili (fig.2). Dall’analisi dei dati archiviati negli anni è inoltre emersa la maggiore vulnerabilità di alcune colture e i soggetti che più frequentemente sono stati colpiti dal fenomeno (vedi la relazione “I danni da fauna selvatica nelle aree protette di RomaNatura”, protocollo 3423 del 22/06/2010). In considerazione di questi aspetti e con l’intento di verificare l’efficacia in diversi ambiti sono stati scelti i contesti presso cui condurre la prima sperimentazione. Gli agricoltori scelti sono stati poi contattati e si sono avuti degli incontri nei quali gli è stato spiegato il lavoro da realizzare e ne è stata verificata l’ effettiva disponibilità (fig.1). Di seguito vengono elencati i contesti scelti per le prime prove:

• coltivazione di cocomeri con ubicazione variabile negli anni (Gianluca Zamperlin) • piccola coltivazione di meloni e altre orticole invernali (Sergio Cinili) • coltivazione di mais (Marcello Delfini)

Figura 1. Incontro con gli agricoltori

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Figura 2. Carta del rischio di danno dell’area Decima-Malafede realizzata sulla base dei danni da cinghiale degli anni 2004-2009. In rosso le aree che si possono considerare più vulnerabili. In azzurro i campi recintati con recinto elettrico nella stagione 2010.

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1.2 RILIEVO DELL’ESTENSIONE AREALE E PERIMETRICA DEI CAMPI E PRELIMINARE PROGETTAZIONE Con il GPS portatile (Garmin Colorado 300) è stata memorizzata la traccia corrispondente al confine del campo (fig.3). Tramite il software mapsource le coordinate geografiche (WGS84) dei punti del percorso sono state visualizzate nel Sistema Territoriale Informativo dell’Ente (SIT). Tramite la visualizzazione sono state quindi “disegnate”, all’interno di un geodatabase ESRI, le aree da recintare, le linee corrispondenti al confine delle recinzioni e i punti di possibili pali angolari e della posizione dell'elettrificatore (fig.4). In tal modo si è prodotta una cartografia preliminare da sottoporre agli agricoltori coinvolti. Ad essi è stato poi richiesto di contribuire alla progettazione, dando indicazioni su quale potesse essere la posizione migliore della linea rispetto al margine del campo, la posizione e il numero dei sezionamenti necessari per accedere al campo, il tipo di elettrificatore, ossia se alimentato da pannello solare o da rete elettrica e la sua posizione lungo la linea. L'intento era quello di realizzare la struttura in modo da renderla il meno possibile d'intralcio alla conduzione della coltivazione.

Figura 3. Rilevamenti con il GPS

Figura 4. Mappa preliminare sottoposta all’agricoltore interessato

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1.3 SCELTA DEI MATERIALI E INDIVIDUAZIONE DEI REQUISITI NECESSARI Per questa fase importante del progetto è stata rilevante l’esperienza fornitaci dal Dott. Andrea Marsan che nell'area del Parco delle Cinque Terre utilizza da anni queste strutture. Inoltre diversi fornitori sono stati contattati per conoscere le caratteristiche dei diversi materiali disponibili sul mercato. La regola di base che è stata seguita è che una tensione 3500 V e una energia di 300 mj circa sono necessarie perché la scossa sia sentita dal cinghiale (dall'energia della scossa dipende il "dolore") inducendolo ad evitare in futuro la recinzione (Marsan, 2009). Particolarmente importanti sono quindi la potenza e la tensione dell’elettrificatore e la conducibilità del filo conduttore, entrambi devono quindi essere scelti in modo che anche nel punto più lontano del recinto, rispetto all’elettrificatore, si abbia sempre una scossa sufficiente. Una recinzione elettrificata è un circuito elettrico in cui la corrente generata dall'elettrificatore passa dai fili conduttori nel terreno quando il contatto dello sventurato cinghiale crea un collegamento conduttori-suolo (vedi Allegato B – scheda tecnica). Questo contatto corrisponde ad una scossa che è dolorosa per l’animale e lo induce a non proseguire e soprattutto ad evitare l’aerea in futuro. Se lungo il tracciato della recinzione è presente della vegetazione che tocca i conduttori si ha un corto circuito che riduce la potenza della scossa che prenderebbe l’animale toccandola. L'elettrificatore alimentato dalla corrente della rete elettrica garantisce per questo una miglior prestazione in quanto non si avrà mai l'esaurimento dell'energia, che si potrebbe avere con corti circuiti in impianti alimentati da batteria. Una prestazione simile la hanno gli elettrificatori che utilizzano pannelli solari (fig.5) in cui la carica della batteria è mantenuta costante. Per questo motivo nella sperimentazione si è scelto di utilizzare solo questi due tipi di elettrificatori, a seconda che fosse possibile o meno l'allaccio alla rete elettrica. Per la scelta del filo conduttore si è puntato ad ottenere una conducibilità medio-elevata, per avere la possibiltà di coprire estensioni anche notevoli. La scelta è quindi ricaduta su un filo realizzato da sottili fili di nylon avvolti a fili di due diversi conduttori: acciaio e rame. Il primo materiale garantisce che l’”insieme” possa essere facilmente avvolto, il secondo è un mediocre conduttore ma fornisce resistenza ed è economico, il terzo è più costoso ma garantisce la buona conducibilità dell’insieme. Particolare attenzione è stata posta nella scelta del colore, in questo caso per renderlo invisibile agli animali. Il principio è che se l'animale vede l'ostacolo nel tempo potrà trovare il modo di superarlo (Marsan, com.pers.). Per questo motivo sono stati scelti colori nelle gradazioni del rosso e del giallo meno visibili per gli Ungulati (fig.6). I paletti di linea, sia che si tratti di una recinzione fissa sia che si tratti di una recinzione mobile, non devono opporre resistenza all'eventuale brusco passaggio dell'animale, in quanto è preferibile che vengano abbattuti piuttosto che resistano conducendo alla rottura del filo conduttore (Marsan, com.pers.). Sono stati scelti quindi paletti in fibra di vetro (fig.7), perchè sono leggeri ma resistenti alla rottura e mostrano una maggior resistenza all'usura, rispetto ad altri materiali. Inoltre sono corredati di un breve puntale metallico che li rende facilmente applicabili. Sono stati scelti di colore verde per avere un minor impatto visivo per strutture poste all'interno di un area protetta. L'altezza idonea dipende dalle specie contro la quale ci si deve difendere, o meglio dall'altezza alla quale è opportuno posizionare i fili conduttori. Nel nostro caso si è scelta un'altezza fuori dal terreno di 100 cm, per poter mettere un ultimo filo conduttore un po' più alto e tentare, in contesti in cui poteva esser necessario, anche la difesa da incursioni da parte di daini. In allegato A (richiesta di preventivo inviata a diversi fornitori) è presente la lista dei materiali e le caratteristiche ritenute necessarie. Anche in questa fase sono stati coinvolti gli agricoltori; i materiali scelti sono stati sottoposti alla loro approvazione, spiegandogli la rilevanza di determinate caratteristiche, ad esempio la maggior resistenza della fibra di vetro, materiale per loro poco conosciuto, oppure la necessità di scegliere il filo di un colore invisibile per gli animali. L'intento era sempre quello di mediare tra la loro esigenza

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di avere il minor intralcio possibile con la conduzione della coltivazione e avere al contempo una struttura efficace.

Figura 5. Elettrificatore alimentato da pannello solare

Figura 6. Bobine di filo conduttore

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Figura 7. Paletti in fibra di vetro

1.4 INDAGINE DI MERCATO ED ACQUISTO A seguito dell'individuazione delle caratteristiche che dovevano avere i materiali per garantire l'efficacia delle strutture, è stata preparata una richiesta di preventivo standard, in cui è stato specificato in dettaglio il materiale richiesto e le sue caratteristiche (Allegato A). Tale richiesta è stata inviata a 4 diversi fornitori che hanno risposto inviando i preventivi. La scelta del preventivo è stata fatta tenendo conto sia di quanto i materiali proposti rispondessero alle caratteristiche richieste sia della convenienza economica. 1.5 CREAZIONE DI UN MAGAZZINO E DEL RELATIVO DATABASE INVENTARIO Diverso materiale è stato acquistato in eccesso rispetto a quello necessario per le prove previste, in modo da disporre di materiale sia per la manutenzione degli impianti sia per condurre nuove prove nelle successive stagioni agricole. Tutto il materiale è stato registrato in un database excel (INVENTARIO.xls) e gli oggetti di valore economico superiore a 30 euro sono stati inventariati. Nell’archivio sono stati via via registrati anche il soggetto a cui, tramite contratto di comodato d’uso gratuito, veniva affidato il materiale. 1.6 REDAZIONE DEL CONTRATTO DI COMODATO D'USO La redazione del contratto (Allegato B) è stata realizzata prendendo spunto da quelli in uso in altre realtà simili, ed in particolare quello utilizzato presso il Parco Regionale dei Monti Lucretili, adattandolo al particolare contesto. E' stata infatti posta particolare enfasi al fatto che l'agricoltore ricevendo il materiale dall'Ente si impegnava a costruire l'impianto secondo le indicazioni fornite e soprattutto si impegnava a provvedere alla conduzione e alla manutenzione dell'impianto, e solo se avesse garantito questo gli sarebbero stati corrisposti degli indennizzi nel caso in cui le strutture si fossero mostrate inefficaci. All'interno del contratto è stata quindi inserita una scheda tecnica con le indicazioni di base per la realizzazione e conduzione dell'impianto. Questa impostazione è stata

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data proprio perché il fine ultimo del progetto era quello di verificare insieme agli agricoltori l'efficacia del metodo, non privandoli della possibilità dell'indennizzo solo perché il parco forniva loro il materiale ma piuttosto nel caso in cui non avessero rispettato le indicazioni che venivano date per la corretta realizzazione e una manutenzione efficace. 1.7 REALIZZAZIONE DELLE STRUTTURE La fase di messa in opera è stata caratterizzata dalla stretta collaborazione tra gli agricoltori e il personale dell'Ente (Settore Sviluppo Sostenibile e Naturalistico, collaboratori esterni ed i guardiaparco della R.N.Decima - Malafede). Questo aspetto è stato ritenuto fondamentale proprio per poter meglio trasmettere i criteri per una corretta realizzazione delle strutture e rafforzare il rapporto di collaborazione e fiducia con gli agricoltori (fig.8).

Figura 8. La realizzazione delle strutture

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1.8 CONTROLLO DELLE STRUTTURE La verifica costante del corretto funzionamento delle strutture è fondamentale perchè il metodo risulti efficace. Questo controllo può essere svolto tanto più agevolmente quanto più si è tenuto conto di questo nella progettazione dell'impianto, soprattutto per ciò che riguarda la presenza di sezionamenti in posizioni facilmente raggiungibili. Alla base di tutto vi è il fatto che se nel punto dell'impianto più lontano dall'elettrificatore (con la sua messa a terra), sia per quanto riguarda l'estensione lineare dell'impianto, sia per quanto riguarda la distanza nel terreno, vi è una scossa sufficiente (Joule e Volt), l'impianto è efficace in tutta la sua estensione. La misura del voltaggio e dell'energia può essere realizzata tramite un voltmetro e un joulimetro digitali (fig.9).

Figura 9. Misurazione della scossa

Al momento del collaudo dell'impianto, in assenza di vegetazione che tocca l'impianto e in condizioni di terreno mediamente umido (condizioni standard), si rilevano dei valori di riferimento per le future misurazioni, sia nei punti terminali che in punti intermedi, ed in particolare dove siano stati inseriti dei sezionamenti. L'uso di picchetti metallici fissati nei punti di misura permette di controllare la variabilità delle misurazioni dovute alla variazioni di umidità del terreno. Nelle successive misurazioni di controllo, qualora dovessero rilevarsi misure diverse da quelle di riferimento, è possibile dedurre che nell'impianto è presente un corto circuito. Tramite i sezionamenti è possibile eliminare tratti di impianto e verificare in quale tratto è presente il guasto. I sezionamenti e punti di misura previsti nei diversi impianti verranno descritti nel seguito. Il controllo delle recinzioni è stato condotto dal personale dell'Ente che circa due volte a settimana si recava nei pressi delle strutture. Gli agricoltori sono stati comunque dotati di un voltmetro a led che permetteva loro di rilevare in modo autonomo la presenza o meno di un voltaggio adeguato. Nei casi in cui le misure rivelavano la presenza di un corto circuito si procedeva alla sua individuazione e quindi alla sua eliminazione, sempre in stretta collaborazione con l'agricoltore. Le caratteristiche del nostro particolare contesto, ossia la presenza di un terreno sabbioso e spesso particolarmente arido (le prove sono state condotte principalmente nella stagione estiva, periodo in

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cui si concentra l'attività agricola di Decima-Malafede), ha messo in rilievo l'importanza della conducibilità del terreno per l'efficacia del metodo e ha indotto a ripetere spesso le misurazioni anche lungo il tracciato, non solo nei punti terminali. Il terreno con queste caratteristiche ha mostrato infatti di essere quasi totalmente impermeabile alla corrente, lasciando a volte dubbi circa l'efficacia della scossa. Capitava spesso che tratti di terreno particolarmente arido mostrassero una scossa quasi nulla anche se in tratti successivi dell'impianto era presente una scossa sufficiente. Per ovviare a questo problema in due delle tre strutture è stata introdotta una variazione (Marsan, com. pers.) rispetto all'impianto standard, che verrà descritta nel seguito. A prescindere dagli aspetti più tecnici la verifica periodica del corretto funzionamento degli impianti è risultata fondamentale perché si è riscontrata una bassa propensione degli agricoltori a provvedere spontaneamente alla manutenzione dell'impianto, probabilmente a causa della scarsa fiducia che riponevano nel metodo, nonostante poi tale azione non avrebbe comunque sottratto molto tempo alle altre attività. Durante i sopralluoghi sono stati registrati e rilevati con il GPS i punti delle recinzioni che presentavano evidenti segni di sfondamento da parte di animali, in modo da poter in seguito evidenziare i tratti più vulnerabili e la frequenza delle incursioni.

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2 AZIONI PILOTA 2010 2.1 COLTIVAZIONE DI COCOMERI CON UBICAZIONE VARIABILE NEGLI ANNI 2.1.1 Caratteristiche della recinzione (pianta, materiali e accorgimenti tecnici)

Figura 10. Mappa dell’impianto realizzato a difesa del campo di cocomeri

• elettrificatore alimentato da batteria e pannello solare (30W) con energia di scarica a vuoto 3 J e tensione di picco 15000 V.

• 15 rotoli di filo conduttore da 500 m. • un rotolo da 25 m di filo ad alto isolamento per le connessioni. • circa 600 paletti di linea in fibra di vetro già dotati di due isolatori. • 7 pali di legno. • circa 1200 isolatori per paletti e 30 isolatori per legno. • 1 picchetto di terra. • 1 parafulmine • 1 maniglia per sezionamento • 1 cassetta in metallo per difendere dai furti l'elettrificatore. • bobine e 2 avvolgitori per riporre il filo in fase di smontaggio.

Costo approssimativo: 2920 euro

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Figura 11. La recinzione del campo di cocomeri La recinzione è stata realizzata a difesa di una coltivazione di cocomeri che nella stagione estiva 2010 è stata condotta nell'area compresa tra la Pontina e la Macchia di Capocotta, zona di rifugio per cinghiali e daini (fig.10). E' stata montata in circa due giorni e sono state coinvolte circa sei persone, tra il personale dell'Ente, l'agricoltore e il suo personale. L'istallazione è avvenuta quando la coltivazione era già in atto, più o meno contemporaneamente all'eliminazione dei tunnel posti a protezione delle piantine in crescita. La coltura diviene attrattiva per la fauna al momento della maturazione dei frutti. La struttura è rimasta in opera nei mesi di luglio ed agosto. Anche per smontare la recinzione ci sono voluti circa due giorni con l'impegno di circa quattro persone. E' stata definita mobile appunto perché era previsto di smontare la struttura al termine del periodo produttivo quando la coltura viene tolta per essere realizzata poi l'anno successivo in un sito diverso. Solo nelle posizioni angolari sono stati quindi inseriti pali di forza in legno mentre per il resto della linea sono stati utilizzati i paletti in vetroresina. Si è ritenuto sufficiente l'uso di una struttura aperta, preferita dall'agricoltore che così poteva accedere più agilmente al campo, perché la presenza della Pontina rendeva poco accessibile per i selvatici quel lato della coltivazione. I fili conduttori sono stati posizionati a tre diverse altezze 20, 50 e 100 cm da terra, con l'intento principale di difendere la coltura da incursioni certe ed altamente dannose da parte del Cinghiale. La posizione estremamente bassa del primo filo (il più utile anche per il Cinghiale) avrebbe potuto mostrarsi utile per la difesa da attacchi di Istrice mentre il filo più alto avrebbe permesso la difesa da eventuali ingressi di daini, che seppur non risultino pericolosi per il frutto sono presenti nell'area. Con il procedere della stagione estiva il terreno sarebbe divenuto sempre più arido e quindi caratterizzato da scarsa conducibilità, in particolare l'uso della micro-irrigazione avrebbe accentuato il problema rispetto ad altre coltivazioni. Per arginare tale inconveniente è stato da subito previsto l'uso di un terzo filo conduttore, a circa 30 cm da terra, non collegato alla corrente ma all'uscita di terra dell'elettrificatore. Tale accorgimento fa si che quando l'animale passa, toccando contemporaneamente un filo portatore di corrente e il filo di terra, chiude il circuito e riceve una scossa sicura, che non dipende dalla conducibilità del terreno. Tale accorgimento

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richiede particolare attenzione nella ripulitura del tracciato dall'erba, che potrebbe creare facilmente contatti sia tra terreno e primo filo molto basso, sia tra filo di terra e fili conduttori: è stato quindi possibile introdurlo grazie all'impegno dell'agricoltore nel pulire preventivamente il tracciato. La recinzione è stata posizionata lungo il confine del campo, lasciando all'interno una strada percorribile dai mezzi agricoli; solo un piccolo tratto è stato posizionato più lontano, in una valletta a ridosso del campo (tra 4 e 7 in fig.10). Tale scelta, proposta dall'agricoltore per aver un minor intralcio, ha consentito al contempo di accorciare l'estensione della recinzione rendendola più efficiente e di mantenere più lontane dalla coltura appetibile le specie che vivono nella Macchia. L'elettrificatore è stato posizionato in posizione centrale (5 in fig.10), per rendere il tratto percorso dalla corrente, nelle due direzioni, il più breve possibile. In corrispondenza dell’elettrificatore è stata inserito un sezionamento che in caso di guasto avrebbe permesso di individuare più facilmente il tratto danneggiato. La presenza lungo tutta la linea di una strada percorribile da mezzi normali ha reso possibile un agile controllo della struttura. 2.1.2 Resoconto dell'attività di controllo settimanale Nell'arco dei due mesi sono stati effettuati 17 controlli da parte del personale dell'Ente (circa due volte a settimana), durante i quali venivano rilevate la tensione e l'energia della scossa tramite Joulimetro e Voltmetro digitali. Lungo il tracciato sono stati individuati diversi punti di misurazione, tuttavia solo i due terminali (1 e 6 nella figura 10) sono stati frequentemente utilizzati per il controllo, in quanto molto comodi e più utili ai fini della verifica. In diverse occasioni il rilevamento in questi punti di valori diversi da quelli di riferimento iniziali hanno permesso di evidenziare la presenza di alterazioni dell'impianto: quando la potenza dell'elettrificatore era stata abbassata dall'agricoltore ad insaputa dell'Ente, in occasione di ciuffi di erba che toccavano l'impianto e in occasione di uno sfondamento ad opera probabilmente di pecore o forse daini. Le rilevazioni effettuate in generale hanno messo in evidenza l'effetto della presenza di un terreno particolarmente arido e l'utilità del filo di terra, in quanto con il procedere della stagione secca spesso le misurazioni effettuate senza il filo di terra rivelavano una scossa di energia insufficiente (sotto 0,3 J). 2.1.3 Efficacia della struttura (incursioni e manutenzione necessaria) Durante tutto il periodo di attività della struttura non è stato mai necessario effettuare nuovi interventi di taglio dell'erba lungo tutto il tracciato ma solamente degli interventi puntiformi per abbassare dei singoli cespugli presenti lungo la linea. La recinzione è stata mantenuta efficiente fino circa alla metà di agosto quando la perdita di produttività della coltura ha fatto sì che l'agricoltore non si preoccupasse di eliminare l'erba che a quel punto aveva ricominciato a crescere diffusamente lungo tutto il tracciato abbassando in modo consistente l'energia della scossa rilevata; poco tempo dopo la recinzione è stata smontata, anche per evitare che venisse danneggiata da pecore che abusivamente venivano lasciate pascolare nell'area. Poco tempo dopo l'istallazione sembra ci sia stata un'incursione da parte di daini, tuttavia non sono stati rilevati danni alla coltivazione. La recinzione era stata alterata ma non sfondata. Verso la Pontina invece sono stati trovati alcuni cocomeri probabilmente mangiati da cinghiali provenienti dal fosso al margine con la Pontina (fig.10). Un grosso sfondamento della struttura si è avuto alla fine di luglio, ma la cultura non è stata danneggiata e c'è il sospetto che sia stato ad opera di un gregge di pecore che in seguito è stato visto frequentemente nell'area. Solo in seguito a questo evento è stato necessario un intervento di manutenzione per il ripristino di circa 200 m di tracciato. Non sono stati riscontrati danni ad opera di istrici.

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2.1.4 Considerazioni finali Fondamentale è risultata la pulizia del tracciato effettuata dall'agricoltore prima della messa in opera e utilissima è stata la presenza della strada percorribile lungo tutto il tracciato. La struttura dell'impianto si è dimostrata molto funzionale, con punti terminali di misurazione posizionati in modo molto comodo. 2.2 COLTIVAZIONE DI MAIS 2.2.1.Caratteristiche della recinzione (pianta, materiali e accorgimenti tecnici)

Figura 12. Mappa dell’impianto realizzato a difesa del campo di mais

• elettrificatore alimentato dalla rete elettrica con energia di scarica a vuoto 4 J e tensione di picco 10000 V.

• 10 rotoli di filo conduttore da 500 m. • 11 rotoli da 100 m di filo ad alto isolamento per le connessioni. • circa 770 paletti di linea in fibra di vetro già dotati di due isolatori. • 13 pali di legno. • circa 770 isolatori per paletti e 26 isolatori per legno. • 1 picchetto di terra. • 1 parafulmine. • 4 maniglie per sezionamenti. • 6 maniglie con molla per cancello. • bobine e 2 avvolgitori per riporre il filo in fase di smontaggio.

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Costo approssimativo: 3360 euro

Figura 13. La recinzione del campo di mais

La struttura è stata posta a difesa di un'area dove tutti gli anni viene condotta la coltivazione estiva del mais che costantemente è oggetto di danni da parte di cinghiali. E' stata montata in circa tre giorni e sono state coinvolte circa sei persone, tra il personale dell'Ente, l'agricoltore e il suo personale. E' stata istallata quando la coltura era già in atto, ma quando ancora l'assenza del frutto la rende poco vulnerabile. Più efficace è l'istallazione prima della semina che permette di proteggere anche il seme che nei pochi giorni prima della germogliazione è comunque attrattivo per il Cinghiale. La struttura è rimasta in opera nei mesi di luglio ed agosto. E' stata considerata una struttura semi-mobile perché il mais viene riseminato nell'area ogni estate ed è possibile scegliere di smontarla a fine di ogni stagione come pure lasciarla in funzione anche durante il periodo invernale, in assenza della coltivazione, per evitare che il Cinghiale si riabitui a frequentare la zona. Tuttavia questo comporta che il lavoro necessario a mantenerla efficace venga proseguito durante tutto l'anno. In seguito a questa prima sperimentazione si è scelto di smontare la struttura, e l'operazione è stata condotta autonomamente dall'agricoltore. Anche in questo caso i pali di legno sono stati utilizzati come punti di forza per le posizioni angolari e in corrispondenza dei cancelli concordati con agricoltore. Si è scelta una recinzione chiusa perché in questo caso la specie problematica poteva accedere da qualsiasi lato, sebbene alcuni lati si supponeva che sarebbero stati più vulnerabili (il tratto 6-12 in fig.12, dove è presente un fosso). I fili conduttori sono stati posizionati a due altezze, 25 e 50 cm, in quanto nell'area non risulta la presenza di daini. La realizzazione di questa struttura rappresentava una sfida piuttosto difficile: dissuadere i cinghiali dalla sfruttamento di una fonte alimentare molto appetibile e presente nell'area da sempre, nel periodo più secco dell'anno, quando la disponibilità di cibo è globalmente inferiore. Inoltre l'irrigazione a pioggia, condotta in modo costante nel periodo di maggior siccità, porta alla creazione di accumuli d'acqua altrettanto attrattivi per la specie. In ultimo questa coltura rappresenta una fonte alimentare particolarmente comoda per la specie che può trovare anche rifugio nelle piante. Per poter avere in partenza una struttura con elevate potenzialità si è quindi scelto di utilizzare un'elettrificatore alimentato dalla rete elettrica, sebbene questo comportasse l'aumento della spesa dovuto all'uso di filo ad alto isolamento (circa 555 euro) necessario per connettere l’impianto all’elettrificatore posto vicino alla casa (fig.12). L'uso di questo elettrificatore avrebbe permesso di contenere il calo d'efficienza della struttura in caso di corti circuiti dovuti all'erba che si prevedeva sarebbe stata eliminata con difficoltà da parte dall'agricoltore che lamentava mancanza di tempo e personale. Analogamente si sarebbero arginati eventuali cali di potenza dovuti a sfondamenti che certamente ci sarebbero stati da parte del Cinghiale. Anche l'uso del filo di terra lungo il tracciato non è stato introdotto perché avrebbe costretto ad una maggior accortezza nella pulizia del

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tracciato dall'erba; contemporaneamente si prevedeva che l'irrigazione a pioggia avrebbe garantito un sufficiente livello di umidità del terreno anche nel periodo più secco. La struttura complessa dell'impianto, costituito di due parti connesse tra loro, è derivata dalla necessità di trovare un punto d'incontro tra una recinzione più efficace (un unico recinto per tutta l'area coltivata) e l'esigenza dell'agricoltore di utilizzare l'area compresa tra i due campi per il pascolo delle sue vacche (fig.12). In corrispondenza della pompa tramite la quale l'agricoltore prelevava l'acqua per l'irrigazione era presente una sponda di cemento non valicabile dal Cinghiale ed è stata quindi creata una interruzione dell'impianto in cui i due lati sono stati connessi tramite filo isolato. L'impianto era chiuso e i sezionamenti dell'impianto sono stati previsti nei punti 19 (tra i due recinti, si riteneva potesse risultare utile disconnettere le due sezioni nell'individuazione di eventuali corto circuiti) e 3/4 (inizio e fine del secondo recinto). 2.2.2 Resoconto dell'attività di controllo settimanale Sono stati effettuati 23 sopralluoghi nell'arco dei due mesi durante i quali venivano effettuate misurazioni tramite Voltmetro e Joulimetro, perlustrazioni a piedi di parti del tracciato, ricerca di segni di presenza di Cinghiale (danni o tracce) e foraggiamento puntiforme al fine di verificare la presenza di individui all'interno del recinto, quando il mais era già alto. Le prime misurazioni, effettuate in diversi punti lungo il tracciato, sono risultate estremamente variabili nel tempo e questo le avrebbe rese inutili ai fini dell'individuazione dei guasti. Questa variabilità era probabilmente dovuta alla modalità di irrigazione, in quanto i due campi venivano irrigati alternativamente e il terreno variava continuamente da molto umido a molto secco. Si è quindi scelto di posizionare dei picchetti di metallo in alcuni punti, che poi sarebbero stati adottati come riferimenti, in particolare sono stati scelti quelli nei quali erano presenti sezionamenti o cancelli: 1/2 24, 15, 3/4 (fig.12). Nel corso del tempo poi sono risultati realmente utili solamente i punti facilmente raggiungibili ossia i cancelli. L'assenza di una fascia di terreno pulito ai lati della recinzione, tantomeno una strada percorribile con i mezzi normali, ha rappresentato un limite importante nel controllo e manutenzione della struttura e per la pulizia del tracciato dall'erba (fig.13). Inoltre si è riscontrato che lo scostamento sostanziale delle misure rispetto ai valori di riferimento si verificava solamente in presenza di lunghi tratti con erba in contatto con i conduttori e non con corto circuiti dovuti al filo caduto. Anche in presenza di tali scostamenti la struttura manteneva comunque livelli ritenuti accettabili di tensione ed energia (maggiori di 3000 V e 300 mJ). Questo da una parte garantiva l'efficacia della struttura anche quando in diversi periodi l'erba era divenuta toppo alta, dall'altra non permetteva di riconoscere chiaramente la presenza di guasti dovuti a sfondamento. Nei tratti 19-22 e nel punto 15 si rilevavano spesso valori di energia di scossa, presi senza picchetto di riferimento, piuttosto bassi, probabilmente a causa del terreno secco.

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Figura 13. Effetti della mancanza di una fascia di terreno pulito lungo il tracciato 2.2.3 Efficacia della struttura (incursioni e manutenzione necessaria) Come evidenziato nel capitolo precedente la mancanza di una fascia pulita di terreno, preliminarmente preparata e adibita all'alloggio della recinzione, ha fatto si che la linea venisse posizionata a ridosso della vegetazione spontanea e l'agricoltore fosse costretto ad intervenire spesso nel ripulire il tracciato, non riuscendo ad essere sempre efficace. Tale margine ai lati della recinzione avrebbe anche permesso di individuare più chiaramente i punti in cui gli animali tentavano il passaggio e sarebbe stato possibile intervenire più rapidamente. Ci sono stati tentativi di sfondamento ed incursioni vere e proprie, probabilmente da parte di cinghiali, durante tutto il periodo, inaspettatamente più nel primo recinto che nel secondo. I tratti che più frequentemente sono stati oggetto di tentativi di passaggio sono stati quelli intorno a 19-20 e 6-7 (fig.12). All'inizio ci sono stati sfondamenti anche da parte delle vacche e più volte nel tempo da parte di pecore che pascolavano nei campi vicini. Diversi paletti sono stati piegati e molti isolatori sono stati trovati alzati o abbassati, oppure rotti. E' stata accertata per avvistamento la presenza all'interno dei due recinti di due cinghiali. Uno è stato avvistato invece nella parte compresa tra i due recinti. Al termine della stagione è stata valutata l'entità del danno che è risultato inferiore rispetto a quello degli anni passati, anche a detta dell'agricoltore; l'entità del danno è stata maggiore nel primo recinto. Nel campo protetto dal primo recinto è stata accertata la presenza di Istrice (feci e aculei) ma i danni causati dalla specie sono stati irrilevanti. 2.2.4 Considerazioni finali La struttura è risultata efficace in quanto l'impatto del Cinghiale è risultato inferiore agli altri anni; le incursioni da parte della specie erano inevitabili ed è necessario del tempo perché gli animali abituati a quella fonte alimentare comprendano l'inaccessibilità complessiva dell'area. A tal fine sarebbe utile lasciare la struttura sul campo, attiva durante tutto l'anno. Per la gestione della struttura potrebbe essere utile spostare il collegamento tra i due recinti nel punto 15 (fig.12) in quanto soltanto in questo modo sarebbe possibile separare agilmente i due recinti (il sezionamento nel punto 19 non è risultato facilmente raggiungibile e quindi di scarsa utilità). Fondamentale è la presenza di una fascia di terreno pulita ai lati della recinzione e di notevole aiuto sarebbe poter percorrere il tracciato con un mezzo. Considerando che le incursioni sono avvenute inaspettatamente più di frequente nel primo campo e la modalità lascia supporre che gli individui trovassero rifugio nella zona compresa tra i due recinti, una strategia molto utile potrebbe essere quella di costruire un unico recinto che comprendesse anche la zona di macchia.

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2.3.PICCOLA COLTIVAZIONE DI MELONI E ALTRE ORTICOLE INVERNALI 2.3.1 Caratteristiche della recinzione (pianta, materiali e accorgimenti tecnici)

• elettrificatore alimentato dalla rete elettrica con energia di scarica a vuoto 2 J e tensione di picco 10000 V.

• 2 rotoli di filo conduttore da 500 m. • 1 rotolo da 25 m di filo ad alto isolamento per le connessioni. • 84 paletti di linea in fibra di vetro già dotati di due isolatori. • 5 pali di legno. • 84 isolatori per paletti e 15 isolatori per legno. • 1 picchetto di terra. • 1 parafulmine. • 3 maniglie con molla per cancello.

Costo approssimativo: 450 euro

Figura 14. Mappa dell’impianto realizzato a difesa del piccolo campo di meloni

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Figura 15. La recinzione del campo di meloni

La recinzione è stata costruita per difendere un piccolo campo nel quale ogni estate vengono coltivati i meloni, costantemente attaccati dal Cinghiale. La recinzione è stata definita fissa per la chiara intenzione dell'agricoltore di lasciarla attiva durante tutto l'anno, con l'intento di condurre nell'area altre coltivazioni invernali. I pali di legno sono stati utilizzati comunque solo nelle posizioni angolari. La struttura è stata costruita in totale autonomia dall'agricoltore, prima della messa a dimora delle piantine, a fine aprile. I fili conduttori sono stati messi a tre altezze, 25, 50 e 100 cm. L'ultimo filo è stato previsto per difendere le colture invernali da eventuali attacchi di daini che sembra siano presenti nell'area. Nella progettazione iniziale non era previsto il filo di terra perchè la ridotta dimensione del recinto lasciava supporre che ci sarebbe stata una corrente sufficiente. Per motivi che verranno spiegati in seguito il filo centrale è stato poi destinato a filo di terra, disconnettendolo dall'uscita della corrente per attaccarlo invece a quella di terra. Per analogo motivo all'inizio era stato previsto un elettrificatore con energia a vuoto di 1,1 J, che successivamente è stato sostituito con quello da 2 J. La struttura è chiusa, in quanto circonda tutto il campo, ma il circuito è aperto perché si interrompe nel punto chiamato 'fine'.Tra 'inizio' e fine è stato posizionato un cancello, connesso al circuito nel punto 'inizio' (fig.14). 2.3.2 Resoconto dell'attività di controllo settimanale Nei primi tre mesi e mezzo dalla messa in opera sono stati effettuati 15 sopralluoghi. Venivano effettuate misurazioni della corrente con gli idonei strumenti e perlustrazioni del confine alla ricerca di tracce di animali. I primi sopralluoghi hanno inaspettatamente evidenziato dei valori di scossa e voltaggio molto bassi, principalmente nel punto 'metà', il più lontano nel terreno dalla terra. Altre misurazioni effettuate in punti compresi tra metà e inizio presentavano energia di scossa addirittura nulla. La prima ipotesi è stata che la potenza dell'elettrificatore potesse non essere sufficiente, per questo è stato sostituito con uno da 2 J. Tuttavia il problema continuava a presentarsi e si è compreso che il terreno sabbioso era probabilmente impermeabile alla corrente e l'aumento di potenza dell'elettrificatore non avrebbe risolto; si è quindi scelto di modificare il circuito facendo divenire il filo centrale un filo di terra. Le misurazioni effettuate in seguito, connettendo filo di terra e conduttori, davano valori soddisfacenti. Durante il periodo invernale l'agricoltore ha piantato delle orticole invernali e ha mantenuto la struttura in funzione. Le saltuarie misurazioni effettuate hanno evidenziato che l'umidità del terreno in inverno rende il recinto efficace anche senza il filo di terra. 2.3.3 Efficacia della struttura (incursioni e manutenzione necessaria) La struttura è risultata totalmente efficace. Inizialmente c'è stato un tentativo di sfondamento senza successo e in seguito sono state rilevate impronte di cinghiale eterne al recinto, lungo tutto

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un lato del campo, quello da cui sono sempre giunti gli attacchi da parte della specie. Il percorso dell'individuo testimoniavano l'efficacia della recinzione (fig.16).

Figura 16. Tracce del cinghiale lungo il recinto.

2.3.4.Considerazioni finali Nella stagione 2010 l'agricoltore ha subito notevoli danni al pescheto presente in una zona non molto distante dal piccolo campo recintato. Negli anni passati i danni al frutteto erano stati più che altro ad opera dei volatili, può darsi quindi che la protezione dei meloni abbia indotto i cinghiali ad utilizzare maggiormente il pescheto come fonte alimentare. Una strategia efficace potrebbe quindi essere di estendere la recinzione in modo da comprendere anche tutto il pescheto, la potenza dell'elettrificatore attualmente in uso lo consentirebbe.

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3 DIVULGAZIONE DEL METODO E DEI RISULTATI OTTENUTI INCONTRO CON GLI AGRICOLTORI L’incontro è stato realizzato il 25 febbraio 2011, presso la sede del Settore naturalistico e sviluppo Sostenibile nella Torre di Perna (fig.17).

Figura 17. L’incontro con gli agricoltori

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Tutti gli agricoltori di cui era nota l’attività agricola all’interno delle aree gestite da RomaNatura sono stati contattati personalmente per invitarli a partecipare all’incontro. Nella riunione sono stati presentati i risultati ottenuti con l’istallazione delle prime recinzioni messe in opera nella stagione 2010, esponendo le varie fasi che avevano caratterizzato la loro realizzazione, e mettendo in luce l’impegno che era stato necessario sia per il personale dell’Ente sia per gli agricoltori coinvolti. In particolare sono state messe in evidenza le problematiche emerse nelle diverse strutture, con l’intento di diffondere il giusto modo di realizzarle e provvedere alla loro conduzione e manutenzione. Gli agricoltori coinvolti nella prima sperimentazione erano presenti e sono stati invitati ad esprimere la loro opinione riguardo l’esperienza. Durante l’incontro è stata resa disponibile per tutti i partecipanti la scheda tecnica che è parte integrante del contratto di comodato (vedi Allegato B), nella quale vengono riportati i rudimenti per la realizzazione di un recinto elettrico. Ai partecipanti è stato chiesto di manifestare il loro interesse a partecipare ad eventuali successive prove iscrivendosi in un elenco di interessati che l’Ente avrebbe potuto tenere in considerazione per successive prove volte alla diffusione del metodo. In seguito anche altri agricoltori hanno contattato l’Ente manifestando interesse a riguardo. PRESENTAZIONE DI UN POSTER AD UN CONVEGNO INTERNAZIONALE Al convegno internazionale Problematic Wildlife: conservation and management (3-5 febbraio 2011, Castello Colonna, Genazzano, Roma) è stato presentato un poster intitolato “Il ruolo della gestione partecipata nella prevenzione dei danni causati dal Cinghiale all’agricoltura nelle aree protette di RomaNatura”(Allegato C). L’intento è stato quello di comunicare il percorso intrapreso dall’Ente nella gestione del problema dei danni da fauna selvatica e i risultati ottenuti.

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4 NUOVE AZIONI Con la finalità ultima di diffondere la metodologia e al contempo ridurre la spesa dovuta all’indennizzo dei danni da fauna è stata intrapresa la realizzazione nuove strutture preventive. L’intento era quello sia di continuare la collaborazione con gli agricoltori coinvolti nelle prime azioni, sia di intraprendere la collaborazione con nuovi soggetti. Con l’avvicinarsi della stagione in cui normalmente venivano avviate le loro colture, i Signori Zamperlin e Delfini, sono stati contatti tramite l’invio di una lettera in cui veniva loro ricordato l’impegno che avevano preso con la stipula del contratto di comodato d’uso, ossia di difendere le loro colture utilizzando il materiale che gli era stato fornito. Si rammentava l’estrema importanza di comunicare all’Ente le varie fasi della realizzazione delle strutture, dalla preparazione del terreno, alla messa in opera e monitoraggio, in modo da poter avviare una collaborazione analoga a quella avuta nella realizzazione di primi recinti. Si ricordava inoltre che per il corretto utilizzo del materiale è necessario:

• istallare la recinzione prima della messa a coltura; • effettuare la pulizia del terreno sottostante il filo; • creare accanto alla recinzione una strada percorribile con un mezzo.

L’Ente si rendeva inoltre disponibile a fornire ulteriore supporto. Veniva infine richiesto di comunicare tempestivamente l’eventuale loro intenzione ad interrompere la collaborazione con l’Ente, in modo che il materiale loro fornito potesse essere destinato ad altro agricoltore interessato. Al Signor Sergio Cinili non sono state inviate comunicazioni in quanto la sua struttura è rimasta in funzione durante tutto l’inverno. Durante la stagione estiva ha di nuovo dato avvio alla coltivazione di meloni ed in tale occasione ha provveduto a pulire accuratamente il terreno lungo il tracciato. La recinzione ha continuato a rivelarsi efficace. Il signor Delfini ha scelto di non coltivare il mais. Ha messo in campo colture a reddito più basso, per le quali ha preferito non realizzare la recinzione, scegliendo di accettare l’eventuale danno che avrebbe subito, senza quindi richiedere l’indennizzo all’Ente. L’Ente ha preferito lasciare il materiale all’agricoltore che in tal modo continua ad avere l’opportunità di mettere in campo la struttura preventiva. Altri agricoltori che avevano manifestato interesse in seguito all’incontro di febbraio sono stati contattati e si è dato avvio alla progettazione e realizzazione di alcune delle strutture:

• coltivazione di zucche con ubicazione variabile negli anni (Agricoltura Nuova) • coltivazione di meloni e pescheto (Nicola Cinili) • pescheto (Sergio Cinili) • coltivazione di mais (Fabio Dionisi)

4.1.COLTIVAZIONE DI ZUCCHE 4.1.1 Caratteristiche della recinzione (pianta, materiali e accorgimenti tecnici)

• 1 elettrificatore alimentato da batteria e pannello solare (30W) con energia di scarica a vuoto 3 J e tensione di picco 15000 V.

• 3 rotoli di filo conduttore da 500 m. • 160 paletti di linea in fibra di vetro già dotati di due isolatori. • 7 pali di legno. • 160 isolatori per paletti e 16 isolatori per legno. • 1 picchetto di terra. • 1 parafulmine. • 4 maniglie con molla per cancello.

Costo approssimativo: 1180 euro

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Figura 18. Mappa dell’impianto realizzato a difesa del campo di zucche

Figura 19. La recinzione del campo di zucche

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La cooperativa agricola Agricoltura Nuova conduce attività agricola all’interno dell’area protetta Decima malafede dagli anni 70’, in particolare nell’area che circonda la Torre di Perna. Le sue produzioni sono state negli anni oggetto di danni ad opera di cinghiali ma solo in un’occasione è stato richiesto l’indennizzo all’Ente. Si è scelto di recintare la coltivazione di zucche che l’azienda aveva intenzione di condurre nella valle di Perna in quanto questa coltura, per esperienze avute presso altri agricoltori, sembra essere particolarmente appetibile sia per cinghiale che per l’istrice. Inoltre nella valle sono presenti sempre numerosi segni di presenza di cinghiale, in particolare rooting (diffusi scavi nel terreno, realizzati per la ricerca del cibo) . In ultima analisi la posizione del campo, molto vicina alla sede dell’Ufficio, avrebbe permesso un controllo particolarmente frequente della struttura tanto che è stato deciso di monitorala anche ponendo alcune fototrappole lungo il confine (immagini di copertina), in corrispondenza dello sbocco di stradelli usati dalla fauna selvatica (punti blu della figura 18). Il recinto è stato istallato intorno al 10 di maggio, in corrispondenza della semina; attualmente è ancora in campo. E’ una struttura mobile perché a fine coltura verrà rimossa. I pali di legno sono stati utilizzati solo nelle posizioni angolari. I fili conduttori sono stati messi a 25 e 50 cm, con l’intento di difendere la coltura principalmente dagli attacchi di cinghiali. La struttura è chiusa (circonda tutto il campo) ma è un circuito aperto interrotto nel punto 2 (fig.18). L’elettrificatore è stato posizionato nel punto 1. Le fototrappole sono state impostate in modo che registrassero video di 1 minuto, ogni qualvolta il sensore fosse stato attivato. 4.1.2 Resoconto dell'attività di controllo settimanale Il controllo della recinzione è stato effettuato una-due volte a settimana. In queste occasioni si rilevavano i valori di energia e tensione della scossa, per accertarsi che fossero al di sopra dei valori soglia (300 mj e 3500 V), si verificava che i fili conduttori non fossero in contatto con la vegetazione e si controllava se lungo il confine vi fossero segni di passaggio di animali. Le misurazioni di controllo venivano effettuate nei punti 2 (fine del circuito) e 3, entrambi al margine di una strada percorribile anche con la macchina. Saltuariamente veniva verificata la presenza di scossa sufficiente anche in altri punti, in particolare dove erano stati riscontrati segni che lasciavano supporre il passaggio di animali. Tutte le misurazioni effettuate hanno sempre indicato la presenza di una scossa sufficiente, salvo due momenti in cui l’erba aveva avvolto la recinzione. In tali occasioni è stato sollecitato l’agricoltore a procedere con la ripulitura del tracciato. Durante i controlli del perimetro, in alcune occasioni, sono stati trovati segni del passaggio di qualche animale: paletti piegati, fili alzati od abbassati. Il controllo con le fototrappole ha evidenziato che la coltura è attrattiva sia per l’Istrice che per il Cinghiale, in quanto entrambe le specie sono state filmate. Si è inoltre costatato tramite alcuni video che l’Istrice prende la scossa solo se il filo è mantenuto molto basso, tanto che l’individuo arrivi a toccarlo con il naso, mentre se lo tocca con gli aculei non prende la scossa. Nel caso del Cinghiale non si sono ottenuti ad oggi video in cui si è vista chiaramente l’interazione con la recinzione. Si è tuttavia potuta documentare la presenza di individui sia dentro che fuori la recinzione. La prima antecedente alla seconda. In entrambi i video lo spostamento è risultato parallelo al tracciato delle recinzione. Nel video fuori si è registrato l’arrivo dell’individuo presso la recinzione e la scelta dell’animale di non attraversarla ma di spostarsi lateralmente. 4.1.3 Efficacia della struttura (incursioni e manutenzione necessaria) Come già detto, dall’inizio delle coltivazione ad oggi, sono stati due i momenti in cui l’agricoltore ha dovuto ripulire il tracciato dall’erba. Probabilmente prima della metà di settembre, periodo previsto per la raccolta, sarà necessario ripeterlo una terza volta. Ci sono state incursioni ricorrenti da parte di istrici e tramite i video ottenuti si è potuto comprendere che è necessario abbassare molto il filo perché la struttura possa essere efficace contro la specie. I danni ad opera dell’istrice sono presenti e concentrati nella parte più vicina al fosso. L’incursione del cinghiale è stata documentata tramite fototrappola, tuttavia anche dalle tracce rilevate in seguito, e dal controllo

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dello stato del recinto, è stato possibile ipotizzare che una volta entrato l’animale abbia cercato unicamente il modo per uscire. Infatti sono state rilevate tracce lungo il perimetro, all’interno, e punti in cui la recinzione risultava alterata. Sono state poi trovate anche tracce parallele al perimetro ma esterne. Da controllo accurato della coltura inoltre è emersa la totale assenza di danno ad opera del Cinghiale. 4.1.4 Considerazioni finali Sulla base dei primi risultati è possibile concludere che il recinto elettrico può essere utile per la difesa dagli istrici solo se si pone particolare cura nel mantenere il filo molto basso, ma questo implica anche che la pulizia del tracciato dall’erba debba essere fatta con una frequenza maggiore. La coltura è risultata attrattiva per l’istrice non appena sono comparsi i frutti mentre il cinghiale sembra essere attratto solamente quando i frutti sono più maturi. Diverse sono invece gli elementi che ad oggi confermano l’efficacia del metodo contro il Cinghiale. 4.2 COLTIVAZIONE DI COCOMERI CON UBICAZIONE VARIABILE NEGLI ANNI 4.2.1 Progettazione

Figura 20. Aree delle recinzioni da realizzare a protezione dei campi di cocomeri. Per le recinzioni dei due campi di cocomeri messi a dimora nell’estate 2011 è stata fatta solo la preliminare progettazione tramite la quale si è ottenuta la stima del materiale necessario e il corrispondente importo.

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• 2 elettrificatori alimentati da batteria e pannello solare (30W) con energia di scarica a vuoto 3 J e tensione di picco 15000 V.

• 32 rotoli di filo conduttore da 500 m. • un rotolo da 50 m di filo ad alto isolamento per le connessioni. • circa 1475 paletti di linea in fibra di vetro già dotati di due isolatori. • circa 20 pali di legno. • circa 2950 isolatori per paletti e 60 isolatori per legno. • 2 picchetti di terra. • 2 parafulmini. • 6 maniglie con molla per cancello. • bobine e 2 avvolgitori per riporre il filo in fase di smontaggio.

Costo approssimativo: 3630 euro (in aggiunta al materiale già fornito lo scorso anno) Diversi motivi hanno poi condotto alla mancata realizzazione delle strutture. L’agricoltore ha mostrato poca disponibilità alla collaborazione sin dall’inizio della stagione, non prendendo contatti con l’Ente e non comunicando preliminarmente le aree in cui intendeva condurre la coltura . Ha quindi proceduto alla messa in opera delle colture senza tener conto di accorgimenti che sarebbero stati necessari per la realizzazione delle strutture preventive, alcuni per altro a lui già noti dalla precedente sperimentazione, come ad esempio la necessità di lasciare un margine intorno al campo nel quale istallare la linea dei fili conduttori. Quando l’Ente ha sollecitato l’agricoltore perché fornisse le informazioni necessarie per la progettazione delle strutture, è emerso il problema della presenza, in entrambe le aree, di linee elettriche ad alta tensione che sarebbero state paralleli alla linea dei conduttori. Queste condizioni avrebbero reso la recinzione elettrica meno sicura in quanto sarebbe potuto accadere che il circuito venisse attraversato da correnti elettriche indotte anche quando l’elettrificatore fosse stato spento. L’Ente ha quindi provveduto a ricordare all’agricoltore la possibilità di arginare il problema seguendo le indicazioni consigliate dal Comitato Elettrotecnico Italiano, riportate fra l’altro anche nelle istruzioni dell’elettrificatore che gli era stato fornito nella precedente sperimentazione. Il CEI prescrive di mantenere distanze crescenti dalle linee elettriche, in funzione della tensione di queste ultime. Il testo delle prescrizioni è il seguente:

Gli incroci con le linee elettriche aeree devono essere evitati ovunque, se possibile. Se non li

si può evitare, tali incroci devono avvenire al di sotto della linea elettrica e il più vicino

possibile all’angolo retto che si forma con essa.

Se i cavi di raccordo e quelli del recinto elettrico per animali sono installati vicino a una

linea elettrica aerea, le distanze in aria non devono essere inferiori a quelle indicate nella Tab. BB1.

Tab. BB1 – Minime distanze in aria per le linee elettriche dei recinti elettrici per animali

Tensione della linea elettrica Distanza in aria

1000 V 3 m

> 1 000 e < 33 000 V 4 m

> 33 000 V 8 m

Se i cavi di raccordo e quelli del recinto elettrico per animali sono installati vicino a una

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linea elettrica aerea, la loro altezza dal terreno non deve superare i 3 m.

Detta altezza si applica su entrambi i lati della proiezione ortogonale dei conduttori più esterni

della linea elettrica sulla superficie del suolo per una distanza di:

– 2 m per le linee elettriche funzionanti con una tensione nominale non superiore a 1 000 V;

– 15 m per le linee elettriche funzionanti con una tensione nominale superiore a 1 000 V.

L’Ente ha inoltre comunicato all’agricoltore la disponibilità a fornire tutto il materiale che sarebbe stato necessario tenendo conto che per allontanarsi dalla linea elettrica sarebbe stato necessario probabilmente realizzare una recinzione più ampia. L’agricoltore non ha voluto comunque procedere nella collaborazione, sostenendo che l’uso de le strutture non risultava compatibile con le sue colture. 4.2.2 Considerazioni finali L’atteggiamento poco collaborativo dell’agricoltore ha avuto come conseguenza non solo la mancata realizzazione delle strutture preventive che avrebbero potuto proteggere le sue colture ma ha anche fatto si che l’Ente tenesse in sospeso il materiale disponibile, non fornendolo ad altri agricoltori interessati, perdendo così l’occasione di difendere anche le loro colture nella stagione in corso. Da questa esperienza emerge quanto sia importante che l’agricoltore collabori con l’Ente in tutte le fasi che caratterizzano la sua particolare attività agricola, in quanto l’Ente, contattato preventivamente, avrebbe potuto sconsigliare la scelta di siti con caratteristiche simili a quelli da loro selezionati. Entrambi i campi infatti non solo si estendono parallelamente e al di sotto di linee elettriche ad alta tensione ma sono anche delimitati da fossi che in ambiente agricolo sono normalmente utilizzati dai cinghiali come vie di spostamento. Sebbene gli agricoltori in generale siano restii a modificare, anche solo limitatamente, la conduzione della loro attività in funzione della presenza delle specie selvatiche è questo un passaggio inevitabile perché anche l’uso della prevenzione possa mostrarsi realmente efficace. Con l’intento di trovare soluzioni migliori applicabili in futuro in analoghe situazioni, che per altro facilmente potrebbero verificarsi alla periferia di una grande città, si è contattato il fornitore del materiale acquistato precedentemente e si è venuti a conoscenza della prossima messa in produzione di un dispositivo che montato sulle recinzioni permetterebbe di filtrare le eventuali correnti indotte da linee ad alta tensione, scaricandole a terra. Il fornitore ha già inviato una scheda tecnica che illustra la corretta istallazione del filtro e l’Ente può sin da ora considerare la possibilità di acquistare dispositivi simili. 4.3 PESCHETO 4.3.1 Progettazione

• 4 rotoli di filo conduttore da 500 m. • 1 rotolo da 50 m di filo ad alto isolamento per le connessioni. • circa 150 paletti di linea in fibra di vetro già dotati di due isolatori. • circa 10 pali di legno. • circa 150 isolatori per paletti e 27 isolatori per legno. • 1 picchetto di terra. • 1 parafulmine. • 12 maniglie con molla per cancello.

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Costo approssimativo: 680 euro

Figura 21. Area della recinzione da realizzare a protezione del pescheto (campo 2) Come già detto nelle considerazioni finali riguardo la recinzione del campo di meloni del Signor Sergio Cinili, nell’estate del 2010 il suo pescheto è stato oggetto di danni particolarmente ingenti causati dal cinghiale. In conseguenza di questo evento, considerando anche che i danni causati dalla specie al suo frutteto si ripetono da anni, l’Ente può considerare di fornire all’agricoltore il materiale sufficiente a recintare anche questa porzione del suo terreno. A tal fine è stata realizzata una preliminare progettazione (tracciato, numero di fili e aperture necessarie) ed è stato calcolato il materiale necessario e la spesa che comporterebbe. La recinzione prevista sarà caratterizzata da due fili conduttori e un filo di terra, struttura analoga alla recinzione già realizzata. Parte del materiale è già disponibile.

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4.4 PESCHETO E COLTIVAZIONE ESTIVA DI MELONI 4.4.1 Progettazione

Figura 22. Area della recinzione da realizzare a protezione del campi di meloni e del pescheto.

• elettrificatore alimentato dalla rete elettrica con energia di scarica a vuoto 4 J e tensione di picco 10000 V.

• 7 rotoli di filo conduttore da 500 m. • 1 rotolo da 25 m di filo ad alto isolamento per le connessioni. • 273 paletti di linea in fibra di vetro già dotati di due isolatori. • 15 pali di legno. • 273 isolatori per paletti e 45 isolatori per legno. • 1 picchetto di terra. • 1 parafulmine. • 15 maniglie con molla per cancello.

Costo approssimativo: 1150 euro Anche l’attività agricola del Signor Nicola Cinili è oggetto di ingenti danni da parte dei cinghiali che frequentano l’area. Per questo motivo si è scelto di procedere alla preliminare progettazione di un recinto elettrico che possa difendere buona parte del suo terreno. Anche questo recinto prevede due fili conduttori ed un filo di terra.

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4.5 COLTIVAZIONE DI MAIS 4.5.1 Progettazione

Figura 23. Area della recinzione da realizzare a protezione della coltivazione di mais

• elettrificatore alimentato dalla rete elettrica con energia di scarica a vuoto 4 J e tensione di picco 10000 V.

• 5 rotoli di filo conduttore da 500 m. • 293 paletti di linea in fibra di vetro già dotati di due isolatori. • 8 pali di legno. • 293 isolatori per paletti e 16 isolatori per legno. • 1 picchetto di terra. • 1 parafulmine. • 6 maniglie con molla per cancello.

Costo approssimativo: 1100 euro Sebbene solo in alcuni anni il Signor Dionisi abbia richiesto l’indennizzo dei danni causati dal cinghiale alla sua coltivazione di mais, è in realtà costantemente colpito dal fenomeno. La sua azienda si trova infatti nell’area compresa tra via Pratica di Mare e via Tullio Giordana, ossia tra la Macchia di Capocotta e la Tenuta di Castelporziano, una zona particolarmente vulnerabile, così come è possibile vedere dalle carte del rischio di danno (fig.2). Per questo motivo si è proceduto

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alla progettazione preliminare di un recinto volto a proteggere in particolare la porzione di terreno nel quale viene condotta questa coltura particolarmente vulnerabile.

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5 ANALISI DEI COSTI Nelle tabelle 1-4 e nel grafico di figura 24 viene mostrato un confronto tra i costi dei danni da fauna prima dell’uso della prevenzione ed in seguito alla sua messa in campo. Tra parentesi sono indicati il periodo e il numero di anni a cui si riferiscono le somme e le medie. Per numero di anni si intende il totale di quelli in cui l’agricoltore ha sicuramente condotto la coltura. Nel caso di Delfini la recinzione non è risultata totalmente efficace quindi è stato messo in conto anche il costo dell’indennizzo che è stato corrisposto nel 2010, così come da accordi presi attraverso la stipula del contratto di comodato d’uso. I valori riportati mostrano chiaramente la convenienza nell’uso delle recinzioni elettrificate nella gestione del problema dei danni da fauna. Va inoltre messo in luce che con il passare degli anni, supponendo che l’uso delle strutture preventive continui a mostrarsi efficace, la spesa iniziale per il materiale verrà sempre più ammortizzata. Tabella 1. Spesa media annua per specifici danni da fauna, senza e con prevenzione (al 2011). Agricoltore-coltura-specie Senza prevenzione Con prevenzione Zamperlin-cocomero-cinghiale 17520 (2001-2009 – 8 anni) 2750 (2010 – 1 anno) Cinili S.-melone-cinghiale 640 (2006-2009 – 4 anni) 225 (2010-2011 – 2 anni) Delfini-mais-cinghiale 7250 (2000-2009 – 9 anni) 3360 + 2250 (2010 – 1 anno)

Figura 24. Confronto tra il costo dei danni da fauna con e senza prevenzione (tabella 1)

Tabella 3. Spesa media annua per specifici danni da fauna, senza e con prevenzione (previsione per il 2012). Agricoltore-coltura-specie Senza prevenzione Con prevenzione efficace al

100% Cinili S.-pesche-cinghiale 1960 (2004-2011 – 5 anni) 680 (2012 – 1 anno) Cinili N.-pesche e melone-cinghiale

2220 (2004-2011 – 5 anni) 1150 (2012 – 1 anno)

Dionisi-mais 2000 (2005-2011 – 3 anni) 1100 (2012 – 1 anno)

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Tabella 2. Spesa totale per specifici danni da fauna, senza e con prevenzione (al 2011). Agricoltore-coltura-specie Senza prevenzione Con prevenzione Zamperlin-cocomero-cinghiale 140180 (2001-2009 – 8 anni) 2750 (2010 – 1 anno) Cinili S.-melone-cinghiale 2570 (2006-2009 – 4 anni) 450 (2010-2011 – 2 anni) Delfini-mais-cinghiale 65230 (2000-2009 – 9 anni) 3360 + 2250 (2010 – 1 anno) Tabella 4. Spesa totale per specifici danni da fauna, senza e con prevenzione (previsione per il 2012). Agricoltore-coltura-specie Senza prevenzione Con prevenzione efficace al

100% Cinili S.-pesche-cinghiale 9800 (2004-2011 – 5 anni) 680 (2012 – 1 anno) Cinili N.-pesche e melone-cinghiale

11110 (2004-2011 – 5 anni) 1150 (2012 – 1 anno)

Dionisi-mais 6000 (2005-2011 – 3 anni) 1100 (2012 – 1 anno)

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GESTIONE DEL DATABASE NUMERICO E DEL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE DEI DANNI DA FAUNA SELVATICA I database numerico e territoriale realizzati nell’ambito del precedente incarico (“DANNI_FAUNA_ROMANATURA” e “danni_fauna_gis”, vedi la relazione finale “I danni da fauna selvatica nelle aree protette di RomaNatura”, protocollo 3423 del 22/06/2010) sono stati aggiornati inserendo i dati riguardanti i danni richiesti ed indennizzati nelle stagioni 2010 e 2011. Sono state apportate alcune modifiche alla struttura di entrambi i database, con l’intento di semplificare l’archiviazione e renderla sempre più funzionale alla conduzione del procedimento d’indennizzo dei danni. Per quanto riguarda l’aggiornamento dei dati, nel geodatabase “danni_fauna_gis” sono stati creati i due strati informativi “danni_fauna10” e “danni_fauna11”. Contemporaneamente nel database numerico venivano archiviate tutte le altre informazioni relative alle domande di indennizzo giunte all’Ente nei due anni e connesse con i dati del SIT tramite l’ID_STIMA. Si ricorda che per “stima” si intende l’unità territoriale danneggiata, che si caratterizza per coltura interessata, percentuale di danno e specie responsabili. Su questa unità, nel procedimento d’indennizzo, viene calcolata la cifra da erogare attraverso la formula: estensione del danno (ettari) X la percentuale di danno X la produttività della coltivazione (Kg/ettaro) X il costo della produzione (€/Kg). Nelle immagini seguenti (fig.25 e fig.26) viene visualizzata la distribuzione dei danni che hanno interessato in particolare l’area di Decima Malafede nell’arco dei due anni.

Figura 25. Distribuzione dei danno da fauna che hanno interessato l’area di Decima-Malafede nel

2010.

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Figura 26. Distribuzione dei danno da fauna che hanno interessato l’area di Decima-Malafede nel

2011. E’ stato poi aggiornato lo strato “aziende_da_09”, che rappresenta l’estensione territoriale delle “aziende” che diventano via via note all’Ente man mano che gli agricoltori richiedono un danno. Essi infatti contestualmente alla presentazione della domanda di indennizzo, sono tenuti ad allegare i contratti d’affitto nei quali sono specificate le particelle catastali. Lo strato è stato aggiornato solo con i dati di contratti che hanno una durata maggiore di un anno. Si è continuato quindi ad aggiornare anche la tabella CONTRATTI, che archivia anche nel database numerico i contratti di proprietà o d’affitto. Le tabelle contenenti le particelle delle aziende (CONTRATTI_CATASTO) è stata eliminata preferendo archiviare questa informazione solamente nella feature class già citata (“aziende_da_09”). Analogamente si è preferito non aggiornare più la tabella DANNO_CATASTO, che conteneva le particelle di ciascuna stima, preferendo desumere l’informazione direttamente dagli strati informativi corrispondenti creati nel geodatabase (danni_fauna<anno>). Si è inoltre dato inizio alla creazione di strati informativi contenenti anche l’estensione dei contratti stagionali, ossia i terreni che vengono affittati e coltivati dagli agricoltori solo per una stagione (è stato realizzato solo per i contratti giunti all’Ente nel 2011), nel quale è stato inserito anche il campo “coltura”, ossia la coltivazione che veniva condotta nelle varie particelle. La conoscenza della distribuzione dell’attività agricola sul territorio e il suo evolversi nel corso degli anni rappresenta un’informazione utile in diversi ambiti, ed in particolare nella gestione del problema dei danni, e a tal fine si è dato inizio alla sua archiviazione. Tuttavia bisogna tener presente che l’informazione ottenuta solo nell’ambito del fenomeno dei danni è certamente lacunosa e risulterebbe più utile se completata con appropriate indagini.

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Nel database numerico è stata importata la tabella SUPERFICIE_CATASTALE, presente nel nuovo database “catastoRN.mdb” creato da Fabrizio Foschi. Questa tabella contiene tutte le particelle del territorio gestito dall’ente. La sua introduzione ha condotto alla scelta di eliminare la tabella CATASTO che semplicemente serviva ad archiviare tutte le particelle che via via divenivano note perchè interessate da danno o perché parte di aziende di cui si veniva a conoscenza. La nuova tabella è corredata del campo “superficie catastale”, espressa in ettari, are e centiare, e questa informazione è risultata molto utile perché richiesta per la redazione del documento finale prodotto per ogni perizia, in cui viene riportata, insieme all’estensione della porzione di particella realmente danneggiata, dedotta invece dal SIT. La tabella PER_CALCOLO del database numerico è stata eliminata e al suo posto si provvedeva a creare all’occorrenza dei file excel, di più semplice utilizzo, nei quali venivano introdotti i campi necessari per il calcolo della cifra da erogare. L’uso dei due database nell’ambito del procedimento d’indennizzo dei danni verrà comunque meglio descritto nel capitolo “Supporto nel procedimento d’indennizzo dei danni da fauna selvatica tramite l'uso del sistema informativo territoriale e del GPS”. Per rendere più semplice l’inserimento dei dati nel database numerico sono state create delle maschere d’inserimento dati corredate di appositi controlli che permettono di contenere gli errori d’inserimento. Ad esempio per l’inserimento dei richiedenti, delle specie responsabili e delle colture coinvolte, nella tabella fondamentale, quella contenente i dati delle stime (STIMA_DATI), l’operatore deve per forza attingere da un elenco, che può aggiornare soltanto preliminarmente. Nelle figure seguenti (figure 27-30)vengono riportate la nuova struttura del database e alcune delle maschere create. Per fornire uno strumento di più semplice consultazione è stato inoltre creato e fornito all’Ente un database Excel (“DANNI_ROMANATURA_consegna_Ente_agosto2011”) nel quale sono state esportate le informazioni salienti contenute nel database numerico Access. In particolare sono state esportate le tabelle STIMA_DATI, RICHIEDENTE, SPECIE_RESPONSABILI, danni_fauna9, danni_fauna10, danni_fauna11 e una tabella contenente le richieste e i verbali di accertamento di tutte le stime.

Figura 27. Struttura del database Access.

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Figura 28. Maschera per l’archiviazione dei dati salienti delle perizie.

Figura 29. Maschera per l’inserimento delle specie responsabili dei danni.

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Figura 30. Maschera per l’archiviazione dei documenti prodotti nell’ambito delle perizie

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SUPPORTO NEL PROCEDIMENTO DI INDENNIZZO DEI DANNI DA FAUNA SELVATICA TRAMITE L'USO DEL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE E DEL GPS Il supporto nel procedimento di indennizzo dei danni arrecati dalla fauna alle colture veniva fornito in diverse fasi che costituiscono la procedura. Preliminarmente alla realizzazione del sopralluogo di verifica veniva prodotta una mappa con i terreni di proprietà o affittati dal richiedente, utilizzando la feature class “aziende_da_09”. Per aziende non presenti nell'archivio (perché nuovi richiedenti, nuovi contratti o contratti di solo un anno) veniva ugualmente prodotta una carta utilizzando il database “catasto.mdb”, tramite il quale venivano visualizzate le particelle dichiarate nella richiesta di sopralluogo inviata all'Ente. Durante il sopralluogo veniva rilevata l'estensione della coltivazione o della porzione interessata dal danno: percorrendo il campo e registrando con il GPS il tracciato percorso. Successivamente la visualizzazione nel SIT del tracciato rilevato consentiva di disegnare correttamente e misurare automaticamente il poligono dell'area danneggiata. Tale poligono veniva poi inserto nello stato relativo ai danni dell'anno in corso, “danni_fauna10” o “danni_fauna11”. L'informazione "superficie danneggiata" così prodotta veniva quindi importata nel database numerico, nel quale venivano contemporaneamente archiviate tutte le altre informazioni relative alla domanda d'indennizzo: richiedente, data della domanda e suo protocollo, data del sopralluogo e protocollo del verbale, ecc. Tramite l'uso di una Query di creazione tabella veniva quindi realizzata la congiunzione dell'informazione territoriale, ossia l'estensione dell'area danneggiata suddivisa nelle diverse particelle corredate della loro superficie catastale, con le altre informazioni relative alla pratica. Tale sintesi veniva quindi esportata sotto forma di file excel denominati perizie_2010 e perizie_2011. Nelle tre immagini seguenti viene mostrata la struttura delle Query tramite le quali sono stati creati i tre fogli che compongono il file Excel perizie_2011 (uno analogo è stato prodotto per il 2010). Il foglio stime2011 (fig.31) contiene alcune delle informazioni necessarie al calcolo: coltura interessata, superficie danneggiata dedotta dal GIS e percentuale di danno. Ad esso venivano aggiunti sia i campi contenenti la produttività e il costo della produzione sia il campo che calcola automaticamente la cifra da erogare (il prodotto dell'estensione dell’area danneggiata (ettari), per la percentuale di danno, per la produttività della coltivazione (Kg/ettaro), per il costo della produzione (€/Kg)). Nel foglio particelle2011 (fig.32) sono contenute le particelle di tutte le stime e la loro superficie catastale. Nel foglio richieste2011 (fig.33) sono contenuti i protocolli di tutte le richieste e tutti i verbali relativi a ciascuna stima.

Figura 31. Struttura della query per la creazione del foglio stime2011.

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Figura 32. Struttura della query per la creazione del foglio particelle2011.

Figura 33. Struttura della query per la creazione del foglio richieste2011.

A conclusione del procedimento veniva quindi prodotta una planimetria rappresentante l’area danneggiata, come quella mostrata in figura 34.

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Figura 34. Mappa del danno sul grano di Morasca causato dal cinghiale nella stagione 2011.

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SUPPORTO NELLA REALIZZAZIONE DEL CENSIMENTO DELLE AZIENDE AGRICOLE DI ROMANATURA Attraverso l’uso del GIS si è fornito supporto al Settore Naturalistico e Sviluppo Sostenibile nel censimento delle aziende agricole presenti sul territorio, intrapreso per altre finalità. In particolare, relazionando i dati contenuti in un database fornito dall’Ente, contenente le aziende agricole del Comune di Roma (corredate del dato catastale) e il geodatabase catasto.mdb è stato possibile individuare le aziende presenti nel territorio di Romanatura e ottenerne sia il numero indicativo sia la loro posizione geografica. Nella tabella 5 viene riportato il numero di aziende presenti, stimato con la procedura descritta. Si fa presente che l’informazione può essere imprecisa in quanto derivante da dati dinamici, che subiscono evoluzione nel tempo. Le aziende agricole infatti possono cessare la loro attività cosi come ne possono nascere di nuove. In modo analogo si è ottenuta la mappatura delle aziende che fanno parte, in particolare, del Registro delle Imprese Multifunzionali dell’Ente. In questo caso l’informazione territoriale fornita dall’Ente è stata confrontata, a scopo di controllo, con quella archiviata nello strato “aziende_da_09”. Sono stati poi prodotti shape file singoli per ciascuna delle aziende che fanno parte del registro. Nell’immagine di figura 35 viene mostrata la mappa prodotta per il RIM, visualizzando gli shape prodotti.

Figura 35. Elenco delle aziende agricole iscritte al RIM e mappa di quelle presenti nel territorio di

Decima Malafede

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Tabella 5. Numero di Aziende agricole presenti nel territorio di RomaNatura Area Protetta Numero aziende presenti Decima Malafede 112

Insugherata 8

Marcigliana 61

Parco della Cellulosa 3

Pineto 1

Tenuta Mazzalupetto e Quarto Ebrei 9

Tenuta dei Massimi 6

Tenuta di acquafredda 4

Valle dei Casali 2

Totale 206

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COLLABORAZIONE NELLA SPERIMENTAZIONE DEL MONITORAGGIO DELLE SPECIE CHE ARRECANO DANNI: FOTOTRAPPOLAGGIO E FAECAL PELLET GROUP COUNT DEL CINGHIALE La strategia intrapresa dall'Ente per la gestione del problema dei danni da fauna, ha previsto anche l'avvio del monitoraggio delle specie responsabili. In questo ambito si è collaborato alla realizzazione dei campionamenti sperimentali che sono stati condotti dal tecnico incaricato dall'Ente, la Dott.ssa Francesca Ronchi, e che hanno visto l'applicazione di due diversi metodi, introdotti specificatamente per il cinghiale: il conteggio presso siti di foraggiamento artificiali, realizzato con l'ausilio di fototrappole e foraggiatori automatici, e il rilevamento di segni di presenza (faecal pellet count) lungo transetti lineari. La collaborazione è stata fornita nelle diverse fasi che hanno caratterizzato la sperimentazione: l'acquisto del materiale necessario (indagine di mercato e scelta dell'attrezzatura più idonea alla finalità, per quanto riguarda le fototrappole e i foraggiatori), la conduzione di prove finalizzate alla messa a punto della strumentazione, l'ideazione del disegno di campionamento e la conduzione delle prime sessioni di rilevamento. Inoltre si è fornito un supporto tramite l'uso del Sistema Informativo Territorale dell'Ente: utilizzando le diverse informazioni in esso contenute (distribuzione delle aree boscate e delle aree coltivate, presenza di centri abitati) e in particolare nel geodatabase relativo ai danni (distribuzione delle aree danneggiate negli anni, affittuari e proprietari dei terreni, colture in atto, ecc.) è stato possibile individuare a priori le aree più idonee per l'istallazione della strumentazione e per la realizzazione dei campionamenti di entrambi i metodi. Si è poi collaborato alla presa di contatti con i proprietari o affittuari dei terreni dei siti individuati, molti dei quali già noti perché coinvolti nel problema dei danni.

Figura 36. Posizione dell'istallazione fototrappola-foraggiatore P1 all'interno delle aziende dei

Signori Cinili, da sempre coinvolti nel problema dei danni da fauna. La descrizione dettagliata dei monitoraggi condotti e i risultati saranno oggetto della relazione che verrà presentata dal tecnico incaricato.

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ALLEGATI

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ALLEGATO A: RICHIESTA DI PREVENTIVI

OGGETTO CARATTERISTICHE TECNICHE MINIME QUANTITÀ richiesta

Filo ad alto isolamento

- isolamento per voltaggi superiori ai 10000 V - in rotoli da 50 m

25

Elettrificatore collegato alla rete elettrica dotato di uscita a rete ridotta

- energia di scarica a vuoto minima 4 J - tensione di picco minima 10000 V - uscita a potenza ridotta: 800mJ

4

Elettrificatore collegato alla rete elettrica

- energia di scarica a vuoto minima 2 J - tensione di picco minima10000 V

1

Elettrificatore collegato alla rete elettrica

- energia di scarica a vuoto minima 1 J - tensione di picco minima10000 V

1

Elettrificatore alimentato a batteria, dotato di pannello solare a 30 W

- energia di scarica a vuoto minima 3 J - tensione di picco minima 12000 V

3

Batteria 12 V , 80 A

3

Antifurto - struttura che permetta di ancorare l’elettrificatore al terreno

3

Picchetto di messa a terra

- lunghezza 1 m 9

Parafulmine - 9 Caricabatteria - 2 Conduttore - filo di colorazione molto visibile

- tendente al rosso - resistenza alla rottura maggiore o uguale a

100 kg - resistenza elettrica inferiore o uguale a17

Ohm/100 m - in rotoli da 500 m

50

Guaine per collegamenti

- per fili di diametro 5 mm 160

Avvolgitore - dotato di cinturino da mettere in spalla - dotato di bobina con capacità maggiore o

uguale a 500 m di filo standard

6

Bobine - capacità maggiore o uguale a 500 m di filo standard.

44

Paletti - in vetroresina - sezione ovoidale - altezza 125 cm - colore verde - dotato di tallone e puntale in metallo lungo

2800

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50

almeno 15 cm OGGETTO CARATTERISTICHE TECNICHE MINIME QUANTITÀ

richiesta Isolatori - per paletti in vetroresina

- dotati di taglio che permetta di inserire facilmente il conduttore

10700

Pali di legno - diametro 12 cm - altezza 150 cm

65

Isolatori - per pali di legno - dotati di taglio che permetta di inserire

facilmente il conduttore

270

Cartelli di pericolo

- a norma 180

Maniglie - dotate di molla estensibile fino a 3 m - dotate di 2 isolatori per pali di legno

30

Maniglie - dotate di 2 isolatori per pali di legno 10 Voltmetro a led - da 1 a 10 KV 7 Joulmetro-Voltmetro digitale

- da 0 a 99 J - da 0 a 12 KV - da 0 a 100 A - da 0 a 20 K Ohm

2

Voltmetro digitale

- da 0 a 10 KV 2

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ALLEGATO B: CONTRATTO DI COMODATO D’USO E SCHEDA TECNICA ALLEGATA

CONTRATTO DI COMODATO D'USO GRATUITO

TRA

L'Ente RomaNatura con sede in Roma presso Villa Mazzanti, in via Gomenizza 81 - 00195 Roma,

rappresentato dal Direttore____________, nato a _____________, domiciliato per la carica c/o la

medesima sede, quale Comodante

E

il Sig._______________________________residente in __________________________________

Via ________________________________________________________________________

codice fiscale ___________________________________nato a ___________________________

il ________________________, in qualità di ___________________________________

_______________________________________________________________________________,

quale Comodatario

PREMESSO CHE

- L'Ente RomaNatura ha approvato il progetto: ______________________________con Determina Dirigenziale n.______ del. _________.

- L'Ente RomaNatura ha inviato al Sig. ____________________________ la richiesta di

colloborazione al progetto n. prot. _______________del_______________ - L'Ente RomaNatura ha provveduto all'acquisto di materiale per la realizzazione di recinzioni

elettrificate con Determina Dirigenziale n. ________ del. ___________. - con Determina Dirigenziale n._____________________del._____________________è stato

approvato lo schema generale di contratto da utilizzare per la concessione in comodato d'uso gratuito del materiale per la realizzazione di recinzioni elettrificate.

- con Determina Dirigenziale n._____________________del._____________________ è stato

concesso in comodato d'uso gratuito al Sig. ____________________________ il materiale per la realizzazione di recinzioni elettrificate in difesa di colture ubicate all’interno delle A.A.N.N.P.P. gestite dall’Ente RomaNatura.

TUTTO CIÒ PREMESSO

Art.1 (premesse) Le premesse e l'allegato sono parte integrante del presente contratto. Art.2 (oggetto del comodato)

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L’Ente RomaNatura concede in comodato d’uso gratuito al Sig _____________________, i materiali di seguito elencati, necessari per la realizzazione di una recinzione elettrificata: (ELENCO DEL MATERIALE, CON NUMERO D'INVENTARIO) ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ ________________________________________________________________________________ Art.3 (uso del materiale) Il materiale dovrà essere utilizzato esclusivamente per la realizzazione di recinzioni elettrificate contro i danni da fauna selvatica alle colture agricole all’interno delle A.A.N.N.P.P gestite dall’Ente. La realizzazione delle recinzioni elettrificate sarà a carico del comodatario. L'efficacia delle recinzioni elettrificate è strettamente dipendente dalla corretta realizzazione delle strutture stesse e dovrà avvenire esclusivamente, nelle aree, sulle colture con le modalità e nei tempi concordati con i tecnici incaricati dall'Ente. Il comodatario si impegna a seguire le indicazioni di base fornite loro tramite la scheda tecnica allegata e le ulteriori indicazioni che verranno fornite dai tecnici incaricati dall'Ente, in corso d'opera, per ogni specifico contesto. Art.4 (gestione e manutenzione dell'impianto) L'efficacia delle strutture elettrificate è fortemente dipendente dalla corretta gestione dell'impianto che consiste nella costante verifica del suo funzionamento e nella realizzazione di semplici interventi di manutenzione. A tal proposito il Comodante si impegna nell'attuazione di tale gestione, le cui modalità di base sono fornite nella scheda tecnica allegata e verranno ulteriormente definite con i tecnici dell'Ente durante la realizzazione, per ogni particolare contesto. Art.5 (durata del comodato) Il Comodatario è stato immesso nel possesso delle cose descritte nel precedente art.2 in data__________come da verbale di consegna del giorno__________. L’uso del materiale è concesso fino alla revoca del presente contratto da parte dell’Ente. Art.6 (restituzione del materiale) Fatto salvo quanto previsto dall’art. 1804 comma 3 del Codice Civile, ai sensi dell'art.1810 dello stesso Codice, l'Ente RomaNatura ha facoltà di richiedere l’immediata restituzione del materiale. Art.7 (obblighi del Comodatario) Il materiale dovrà essere conservato ed utilizzato nel modo più idoneo al fine di evitarne lo smarrimento, il furto o l’usura, salvo il naturale deterioramento. Il comodatario è responsabile di eventuali usi difformi da quelli previsti dai precedenti articoli 3 e 4.

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E' altresì responsabile dei danni subiti da cose o da persone derivanti da un uso improprio del materiale. Art.8 (spese) Le spese inerenti l'uso del materiale sono a carico del comodatario. Le spese di manutenzione ordinaria nonché le spese per gli eventuali danni causati a terzi o a proprietà di terzi nell'utilizzo del materiale, sono a carico del comodatario. Nel caso si renda necessario sostituire il materiale per danneggiamento, malfunzionamento, perdita o furto del materiale, dovuti all'incuria del comodatario, il comodatario stesso, previa comunicazione all'Ente, sarà obbligato a procedere alla sostituzione, a proprie spese, del materiale danneggiato o mancante nei tempi e modalità indicate dall'Ente RomaNatura. Art.9 (norme finali) Tutte le clausole di cui ai punti che precedono, discusse anteriormente alla sottoscrizione del contratto, sono valide ed efficaci tra le parti. Le parti dichiarano di avere attentamente preso visione della presente scrittura che accettano integralmente. A pena di nullità, qualunque modifica al presente contratto dovrà essere inderogabilmente apportata con atto scritto, sottoscritto da entrambe le parti. Le parti, in maniera concorde, decidono di non registrare il presente atto; laddove ve ne fosse la necessità, la registrazione sarà a carico di chi ne avrà dato luogo con il suo inadempimento. Per quanto non espressamente previsto, le parti fanno espresso riferimento alle norme in materia di comodato previste negli artt. 1803 – 1812 Cod. Civ. Art.10 (foro competente) Il Foro di Roma è competente per l'applicazione del presente contratto. Letto, confermato e sottoscritto, Roma, lì___________________________ Il Comodatario____________________ Per l'Ente RomaNatura, Il Direttore

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SCHEDA TECNICA PER LA REALIZZAZIONE DI UNA

RECINZIONE ELETTRIFICATA

Autori: Paola Aragno e Andrea Marsan

Principi generali

La costruzione di un recinto elettrificato consiste nel realizzare un circuito elettrico nel quale la corrente è fornita dall’elettrificatore, chiamato anche “pastore elettrico”. L’elettrificatore può essere alimentato dalla rete fissa a 230 V o da una batteria da 9 o 12 V. La batteria a sua volta può essere ricaricata tramite la corrente a 230 V oppure tenuta in carica utilizzando un pannello fotovoltaico. La corrente trasformata e fornita dal pastore elettrico è caratterizzata da un elevato Voltaggio o Differenza di potenziale (6000-12000 V) e da una bassa Intensità (misurata in Ampere, A o milliampere, mA). Questo aspetto rende il sistema sicuro in quanto è la corrente ad elevata intensità ad essere pericolosa per l’essere umano (sopra 10 mA). L’energia trasmessa all’animale è ciò che determina il dolore e viene misurata in Joule (J) o millijoule (mJ). Questa energia dipende dalle caratteristiche dell’elettrificatore, dall’energia in uscita dal pastore elettrico e dalla resistenza incontrata lungo il percorso. I fili conduttori, il terreno e la presa di terra sono gli elementi che costituiscono il circuito e ciascuno di essi è caratterizzato da una diversa resistenza che si oppone al passaggio della corrente e “consuma” una parte dell’energia. L’elevato voltaggio permette alla corrente di attraversare le resistenze conservando una parte elevata dell’energia che esce dall’elettrificatore. Normalmente il circuito è aperto e la corrente non passa, quando l’animale lo tocca il circuito si chiude e l’animale percepisce il dolore. Lo schema seguente sintetizza quanto descritto.

TERRENO

ELETTRIFICATORE

PRESA DI TERRA

fili conduttori

percorso della corrente

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Costruzione dell’impianto

Il materiale fornito dall’Ente è costituito indicativamente da:

- elettrificatore - filo conduttore - bobine per avvolgere il filo conduttore - pali di forza da utilizzare negli angoli e ai due lati delle aperture del recinto - isolatori per agganciare il filo conduttore ai pali di legno - paletti di linea in fibra di vetro con due isolatori di tipo diverso già inseriti - paletti per realizzare la presa di terra - filo ad alto isolamento per realizzare le giunzioni tra le diverse parti dell’impianto - voltmetro a led che permetterà all’agricoltore di verificare costantemente il

funzionamento dell’impianto. - Maniglie per la creazione di aperture e per il frazionamento dell’impianto.

L’Elettrificatore alimentato dalla rete elettrica andrà posizionato vicino ad una presa elettrica per la connessione all’impianto (vedi anche 'Norme di sicurezza'). L’alimentatore collegato ad una batteria deve essere posizionato in modo che sia equidistante dalle due estremità dell’impianto. La connessione tra l’elettrificatore e il recinto sarà realizzata tramite il filo ad alto isolamento cercando di limitare al massimo le giunzioni, per le quali dovranno essere utilizzate le connessioni appositamente fornite dall’Ente. I paletti in vetroresina dovranno essere posti a circa 4 metri uno dall’altro nelle porzioni pianeggianti dell’impianto, diminuendo via via la loro distanza nel caso in cui vi siano pendenze. Il numero dei fili conduttori e la loro altezza sarà diversa a seconda delle specie contro cui deve essere efficace la recinzione: due fili a 25 e 50 cm circa nel caso dei cinghiali; tre fili a 25, 50 e 100 cm contro cinghiale e daino; tre fili a 20, 50 e 100 cm per lepre, istrice, cinghiale e daino. In generale è necessario che l'attivazione dell'impianto avvenga prima che la coltura abbia raggiunto lo stadio nel quale generalmente avviene l'attacco da parte della specie responsabile; in particolare, nel caso di colture colpite allo stadio di seme o nelle prime fasi di sviluppo della pianta, è fondamentale che la recinzione sia messa in funzione prima della semina. La presa di terra sarà costituita da uno o più paletti di terra piantati nel terreno sempre umido, collegati tra loro e all’elettrificatore (vedi anche 'Norme di sicurezza'). In casi di particolare aridità del terreno la conducibilità del sistema potrà essere aumentata inserendo tra due fili conduttori un terzo filo, possibilmente di colore diverso, collegato alla presa di terra . Tramite questo sistema la chiusura del circuito, che si verifica quando l’animale tocca la recinzione, avverrà tramite il filo di terra e non attraverso il terreno. In questo caso si dovranno effettuare verifiche quasi giornaliere dell’efficienza dell’impianto per controllare che non ci siano contatti tra il filo di terra e i fili conduttori.

Gestione e manutenzione dell’impianto

Appena completata l’istallazione verrà effettuato in presenza dei tecnici incaricati dall’Ente, un collaudo per verificare il funzionamento dell’impianto. Al momento del sopralluogo, il terreno interessato dall’intervento dovrà presentarsi ripulito dalla vegetazione sui due lati

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del perimetro per una fascia di almeno 1 m. In seguito sarà necessario provvedere a ripulire il tracciato del recinto per evitare che il contatto con la vegetazione crei corto-circuiti che comprometterebbero l’efficacia dell’impianto. Nella fase di collaudo, con il terreno pulito e umido e l’impianto non ancora sottoposto ad usura, verranno definiti i valori di riferimento per quanto riguarda il voltaggio e l’energia della scossa. Nella successiva gestione dell’impianto si dovrà verificare che questi parametri non si discostino dai valori di riferimento. In base ai valori di riferimento verrà tarato il voltometro a led di cui sarà dotato l’agricoltore e che fornirà indicazioni sufficienti per accertare la funzionalità della protezione. La verifica dell’impianto andrà effettuata ogni due o tre giorni nel caso in cui le coltivazioni non siano in produzione: in questo caso sarà opportuno controllare quotidianamente la tensione . Le misurazioni dovranno essere effettuate nel punto più lontano dall’elettrificatore. Almeno una volta alla settimana sarà necessario procedere all’ispezione visiva di tutto l’impianto. Nei casi in cui venisse riscontrata una tensione inferiore a quella di riferimento sarà necessario individuare il punto in cui si verifica l'interruzione del circuito o un corto-circuito e si dovrà provvedere ad una semplice riparazione che consisterà il più delle volte nella sostituzione di un tratto di filo conduttore. Il frazionamento dell'impianto in una o più parti, a seconda dell'estensione lineare, permetterà di individuare più rapidamente la posizione del guasto lungo il tracciato del recinto.

Norme di sicurezza

Il materiale fornito dall'Ente risponde alla normativa europea vigente in materia. È responsabilità dell’agricoltore farne un uso corretto al fine di evitare danni a se stesso e a terzi. L’Elettrificatore alimentato dalla rete elettrica andrà posizionato in luogo coperto o avere una adeguata protezione dagli agenti atmosferici; la sua presa di terra dovrà trovarsi ad almeno 5 m da quella dell'impianto elettrico dell'abitazione. La distanza tra i fili di due recinzioni vicine, alimentate da elettrificatori diversi, dovrà essere di almeno 5 m. Lungo i cavi conduttori del recinto, ogni 50-100 metri, andranno assicurati i cartelli gialli di avviso forniti dall’Ente. In prossimità di strade pubbliche la frequenza di posizionamento dei cartelli dovrà essere aumentata. I cartelli hanno una dimensione di 20 X10 cm e presentano la dicitura “ATTENZIONE! RECINTO ELETTRICO”. L’uso del parafulmine riduce notevolmente la possibilità di danneggiamento dell’impianto elettrico casalingo.

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ALLEGATO C: POSTER PRESENTATO AL CONVEGNO SULLA FAUNA PROBLEMATICA

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BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO Delibera del Consiglio Direttivo dell'Ente RomaNatura, 29 luglio 1999."Disciplinare per l'indennizzo dei danni provocati dalla fauna selvatica nelle Aree Protette di RomaNatura" Delibera del Consiglio Direttivo dell'Ente RomaNatura, 4 settembre 2002, n.30. "Disciplinare per l'indennizzo dei danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e alle opere approntate sui terreni, all'interno delle aree protette gestite dall'ente regionale RomaNatura". AA.VV., 1999. I danni causati dal cinghiale e dagli altri ungulati alle colture agricole. Stima e prevenzione. ARSIA - Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione nel settore Agricolo-forestale, Firenze. AA.VV., 2002. La prevenzione dei danni alle colture da fauna selvatica. Gli ungulati: metodi ed esperienze. ARSIA - Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione nel settore Agricolo-forestale, Firenze. Aragno P., 2010. I danni da fauna nelle Aree Protette di RomaNatura. Relazione finale. Gellini S., C. Matteucci, M. Genghini, 2003. Carta del richio di danneggiamento da fauna selvatica alle produzioni agricole. Regione Emilia Romagna. Gorreri L., Macchio S., Mazzanti L., Nardelli R., Santilli F., Silvestri N., Spina F., 2008. I danni provocati dall'avifauna in agroecosistemi. Felici Editore. Gorreri L., Moscardini G., 1997. I danni provocati alle colture agrarie dalla fauna selvatica nei Parchi Naturali. Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli. Marsan A., 2009. Gli ungulati selvatici in Liguria. Edizioni Il Piviere. Marsan A., Schenone L., Spanò S., 2000. Il cinghiale in Liguria. Regione Liguria - Struttura allevamento, caccia e pesca. Monaco A. Carnevali L., Toso S., 2010. Linee guida per la gestione del cinghiale (Sus Scrofa) nelle aree protette. Quad. Cons. Natura, 34. Min. Ambiente - ISPRA. Monaco A., B. Franzetti, L. Pedrotti e S. Toso, 2003. Linee guida per la gestione del Cinghiale. Min. Politiche Agricole e Forestali - Ist. Naz. Fauna Selvatica. Puddu G., Pierucci P., Scarfò F. Wild boar vs other fauna: damages in natural protect areas. Rulli M., S. Savini, 2008. Linee guida per la gestione del cinghiale nel Parco Regionale di Veio. Istituto di Ecologia Applicata, Roma. Scarselli D., L. Lami, C. Moretto, R. Petrini, E. Venturato, P. Cavallini, 2004. Dove mangiano i cinghiali: un modello spaziale predittivo. V meeting degli utenti di GRASS. Toso S. e L. Pedrotti, 2001 - Linee guida per la gestione del cinghiale (Sus Scrofa) nelle aree protette. Quad. Cons. Natura, 2. Min. Ambiente - Ist. Naz. Fauna Selvatica.


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