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U F F I C I O E V A N G E L I Z Z A Z I O N E E C A T E C H E S I
D I O C E S I M A S S A C A R R A R A
La gestione del gruppo : proposte operative
Come i porcospini…
Come i porcospini….
Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione. (Shopenhauer)
Il gruppo….
Tutti sanno che ogni gruppo ha una propria
fisionomia, suoi modi di essere, di sentire, di
pensare … Quando si dice che una classe è
buona o cattiva, ha buon morale o no, o un gruppo
è attivo e vitale o, al contrario, è fiacco e pigro, si
giudica e si qualifica proprio l’individualità
collettiva” .
Cosa vuol dire ‘ GESTIRE’ ?
L’organizzazione e gestione del gruppo concerne le
condizioni e le modalità
adottate dal formatore per
consentire alla
classe/gruppo di risultare
un contesto ordinato nel
quale i ragazzi partecipano
e sono coinvolti.
I formatori motivano?
I formatori motivano se sanno stimolare l’interesse degli alunni.
e se ne facilitano l’apprendimento. Ma per motivare è necessario acquisire gli strumenti
adatti alla comunicazione
Modelli di gestione della classe
Modello di gestione legata al monitoraggio: il formatore ha ben presente il gruppo anche quando l’attenzione è rivolta al singolo.
Conduzione di tipo lassista: il formatore non monitora i propri ragazzi e durante l’esecuzione del lavoro individuale, non controlla.
Conduzione stimolante e positiva: il formatore di fronte al gruppo sa trovare lo stile giusto per interessarlo, per dare senso al lavoro, rendendolo piacevole
Cosa fare….
ADATTARE : trasformare il sapere in oggetto di insegnamento, in funzione del luogo,del pubblico e delle finalità didattiche che ci si pone. Trovare le parole e i modi giusti per farsi capire
DIMOSTRARE l’amore per il sapere e per ciò che vogliamo insegnare, nel nostro caso un amore grande per Gesù.
GESU’ MAESTRO
ANCHE NOI……
Il catechismo quindi deve prevedere anche che il formatore –oltre a conoscere i contenuti- dimostri chiaramente di avere fede, di essere un testimone vivo e credibile di quanto sta dicendo, deve presentarsi come maestro/modello, COME GESU’…
COME GESU’..
POSA IL SUO SGUARDO SU DI TE…
TI GUARDA NEGLI OCCHI…
TI ALZA DA TERRA SE CE N’E’ BISOGNO.. TI PARLA, PARTENDO DALLE TUE ESIGENZE
SA ASPETTARE
SA ASCOLTARE
VUOLE CAPIRE BENE CIO’ CHE STAI DICENDO
TI FA CAPIRE CHE SEI IMPORTANTE PER LUI
TI RISPONDE PER DARE SENSO ALLA TUA DOMANDA
NON TI LASCIA DA SOLO
TI RENDE LIBERO
TRASFORMARE
TRASFORMARE
Trasformare il gruppo in un gruppo di amici, in cui ognuno ha un compito, per costruire la propria conoscenza e la capacità di condividere e convivere con serenità.
In questo clima dare semplici regole di comportamento: rispettare gli altri, alzare la mano, non alzare la voce…
Il formatore stesso si deve mostrare calmo, non deve alzare la voce, anzi è preferibile abbassarla e modularla…come in una canzone (ninna nanna) o una fiaba
Quali mezzi ?
S.Claris/2008 4
I mediatori didattici
Attivi
Iconici
Analogici
Simbolici
Proposte …a tappe….
1- Lavoro di gruppo, ma non solo. Alla scoperta del Cooperative Learning.
2- I porcospini di Schopenhauer. Giochi di simulazione per la gestione dei conflitti.
3- Il caos organizzato. I vantaggi della Complex Instruction.
4- C’è un tempo per ogni cosa. Il circle time.
5- Il brainstorming .
6- I colori di Van Gogh. Educare al pensiero attraverso l’arte.
Cooperative learning
Proposte a tappe…
Un formatore deve basare il suo stile di insegnamento sull’interazione con gli allievi e tra gli allievi , e il suo principale obiettivo consiste nell’educare ragazzi alla capacità critica e riflessiva.. Per lui gli atteggiamenti e i valori dei ragazzi, così come il clima di classe, sono elementi importanti da sviluppare.
Allora è necessario essere percepiti dai ragazzi come una persona equilibrata e affidabile dal punto di vista della “tenuta emotiva”; saper esporre ; permettere agli allievi di interagire; adattare il proprio stile ai bisogni dei singoli studenti;dimostrare che si è persone di fede.
L’arte dell’ascolto: le sette regole di M.Sclavi
1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca.
Arte dell’ascolto
L’arte dell’ascolto: le sette regole di M.Sclavi
2. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista
L’arte dell’ascolto: le sette regole di M.Sclavi
3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva.
L’arte dell’ascolto…
4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico
Dalla parte dei piccoli…
L’arte dell’ascolto
5. Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti,perchè incongruenti con le proprie certezze.
L’arte dell’ascolto
6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione interpersonale. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti.
Mediazione del conflitto
L’ARTE DELL’ASCOLTO…
7. Per divenire esperto nell'arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare,l'umorismo viene da sè.
COSA INSEGNO, COME INSEGNO
L’idea è quella di far percepire ai ragazzi e ai genitori che non siamo in una scuola, ma che stiamo costruendo insieme una comunità nuova.
Permettere loro di fare domande – imparare ad ascoltarli – dare loro importanza mentre parlano, sottolineare le cose dette e magari farle scrivere in un cartellone da appendere
Con i disegni dei bambini di ogni unità e poche righe di commento, costruire alla fine dell’anno il loro libro
E’ preferibile usare il racconto/la musica/immagini dal computer che far disegnare schede su schede…(lo fanno già a scuola)
COSA INSEGNO, COME INSEGNO
ETA’ 6-7 ANNI
1- Io sono nato/a perchè Dio e i miei genitori mi hanno voluto e mi ha messo nel mondo creato da Lui (Padre Nostro e creazione)
2-Per meglio capire la sua volontà, il Padre manda Gesù, che ci presenta il messaggio d’amore
3- Natale
4- Pasqua
5-Nasce la Chiesa e la comunità cristiana e si riconosce attraverso il battesimo
Il battesimo come luogo di incontro con Dio e con la comunità
Luogo di incontro
COSA INSEGNO, COME INSEGNO
Il primo incontro deve essere <una festa>, per imparare a conoscerci e a chiamarci per nome . Preparare cartellone con i nomi dei bimbi e dove la volta seguente attaccare le foto dei bimbi ..
Cosa apprende il bimbo?
per la religione cristiana Dio è Padre e Creatore e comprende che il mondo è opera di Dio affidato alla responsabilità dell’uomo;
conosce Gesù come Figlio di Dio e lo sente come un fratello maggiore;
conosce i segni essenziali e il significato del Natale e della Pasqua;
comprende che la religione cristiana si fonda sul comandamento dell’amore verso Dio e verso il prossimo
il sacramento del Battesimo come segno per entrare nella comunità cristiana
Comprende la liturgia battesimale
COSA INSEGNO, COME INSEGNO
MODALITA’: N° incontri, due-tre-quattro… al mese
Un incontro al mese con i genitori da soli per spiegare cosa si sta insegnando ai ragazzi
-2 momenti di spiritualità insieme (Natale e Pasqua)
-Rito in cui i genitori e padrini-madrine ricordano il loro battesimo
E’ importante che ragazzi e genitori/padrini-madrine partecipino alla Messa domenicale insieme.
Incontri in aula o in Chiesa per scoprire i simboli
COSA INSEGNO, COME INSEGNO la pedagogia
A QUEST’ ETA’: Il ragazzo sta imparando che è bello stare insieme
I genitori sono l’esempio per eccellenza, fare spesso riferimento a loro
Stare con gli altri, fa allargare il loro modo di vedere la vita e il mondo, diventano importanti anche altri adulti
Nasce un bimbo, si ammala qualcuno, c’è la guerra, alla TV si parla di catastrofi… s’impara a capire che la vita è complessa
Dio è rappresentato come un uomo, simile ai genitori
Capisce i simboli, che presentiamo, e allargare i significati fa nascere la curiosità di sapere di più
COME INSEGNO, COSA INSEGNO
8 ANNI
Dio con la creazione ci regala il mondo
-Noè, Abramo, Mosè
- Il diluvio e la distruzione per l’abbandono di Dio: Noè viene salvato perché giusto
- Abramo segue la sua parola e trova la terra promessa e un popolo
- Mosè e le 10 parole
- Ri-conciliarci, bene e perdono
-Dio invia Gesù nel mondo per aiutarlo a capire: Beatitudini
- gli strumenti della salvezza
9-10 ANNI Da Mosè a Gesù
La storia del popolo di Dio
Gesù ci fa capire l’amore, ci insegna il perdono e la
speranza
I segni della salvezza, i sacramenti
-Gesù ci dona le Beatitudini e cambia il mondo
-Gesù dona se stesso nell’ultima cena
L’Eucaristia
Simboli e liturgia-linguaggio
COME INSEGNO, COSA INSEGNO
sa che per la religione cristiana Dio è Padre e Creatore e comprende che il mondo è opera di Dio affidato alla responsabilità dell’uomo;
- conosce Gesù come Figlio di Dio e portatore del Suo messaggio di Amore;
- conosce nei suoi tratti essenziali la comunità Chiesa e la sua missione d’amore;
-conosce i segni essenziali e il significato del Natale e della Pasqua;
- capisce l’importanza dei sacramenti -i sacramenti della riconciliazione e l’eucaristia
COSA INSEGNO, COME INSEGNO la pedagogia
Impara che è bello stare insieme, comincia a ricercare l’amicizia (non una persona in particolare)
I genitori sono l’esempio per eccellenza, vogliono acquistare la loro stima e si fa confronto con altri adulti
Stare con gli altri fa allargare il loro modo di vedere la vita e il mondo, le relazioni si fanno più intense, gli insegnanti diventano un altro punto di riferimento
Dio è rappresentato come un uomo, simile ai genitori, che presenta dei valori semplici
Capire i simboli, che presentiamo e allargare i significati fa nascere la curiosità di sapere di più, di andare oltre il proprio vissuto quotidiano
COSA INSEGNO, COME INSEGNO
11-12 anni Gesù è veramente uomo Dio?
La storia di Gesù, ambiente e miracoli
La chiamata dei primi apostoli
Morte e resurrezione
I vangeli raccontano Gesù
Le prime comunità, nasce la Chiesa e si sviluppa il rito, la liturgia…
Il messaggio di Cristo dà senso alla vita
Adolescenza e progetto di vita
Santi moderni
13 anni
La rivoluzione del messaggio di Gesù
Lo Spirito Santo e i suoi doni
Come si svolgeva la vita nelle prime comunità (Atti)
I viaggi di Pietro e Paolo
Il Cristianesimo conquista il Mediterraneo
Io sono cristiano se comprendo cosa significa pace, giustizia, misericordia
Vocazione come gratuità e incontro
La confermazione: chiamato ad essere santo
COSA INSEGNO, COME INSEGNO
Il ragazzo apprende:
Gesù centro del messaggio
Conoscere le Beatitudini in rapporto con la storia del tempo
Conoscere rapporto tra Cristianesimo e prime comunità
La chiesa e il suo rapporto col mondo
La liturgia e vivere la Messa
Lo Spirito Santo
La vocazione come chiamata a un progetto di vita
COSA INSEGNO, COME INSEGNO il ragazzo apprende-cambia
11-12 Ricerca di una nuova libertà.
Progressivo allontanamento dalle figure genitoriali per sperimentare autonomia
Capacità di regolare il proprio comportamento avendo come
riferimento regole interiorizzate
Le prime domande sul senso della vita
Scoperta nuova del mondo religioso. Dio visto come essere trascendente
Rifiuto di forme precostituite di
tensione verso il trascendente e ricerca di espressioni personali di religiosità. Certe volte rifiuto del sacro.
13 anni
Bisogno di autonomia, cerca di operare scelte sulla base di ideali (quale scuola superiore??)
Ricerca di ideali e sogni per il futuro e allontanamento dalle regole familiari
Ricerca di significato dell’esperienza, che viene compresa in modo più complesso e problematizzato
Ricerca nell’ambito religioso di una risposta ai propri bisogni, e richiesta di un Dio che risolve i problemi
Sperimentazione intensa dei propri
cambiamenti e sentimento di diversità che porta ad un senso di incomunicabilità, soprattutto rispetto al mondo adulto e del religioso Rifiuto del religioso come è stato insegnato. Necessitano esperienze forti
Cerco il tuo volto…
Cerca il volto di colui che ami. Io cerco il tuo volto, Signore. Caro Gesù, mio Signore, non nascondermi così a lungo il tuo volto! (Sal 26,8-9). Ecco, ho capito, il tuo volto è quello di tutte le creature che incontro ogni giorno!