Date post: | 01-May-2015 |
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La gestione delle malattie croniche La gestione delle malattie croniche in in
Medicina Generale:Medicina Generale:
La Malattia DiabeticaLa Malattia Diabetica
(epidemia del III millennio)(epidemia del III millennio)
Dr Paolo Giorgianni
Le caratteristiche delle malattie croniche
• Curabili, ma non guaribili• Insidiose come decorso
clinico• Etiologia spesso non
univoca e non definita• Incerta evoluzione clinica• Possono causare gravi
complicanze • Influenzano e sono
influenzate dallo stile di vita
• Il trattamento farmacologico è importante per il benessere e la sopravvivenza
• Comportano una disciplina quotidiana
• Interferiscono con la vita sociale
• Intervengono molti specialisti nella loro gestione
• Richiedono la formazione del paziente
Il carico crescente delle malattie cronicheIl carico crescente delle malattie croniche
Invecchiamento della popolazione;
Aumento dei fattori di rischio: fumo, cambiamenti dell’alimentazione, aumentata inattività, inquinamento atmosferico
Miglior trattamento delle malattie croniche e delle complicanze correlate.
CASO CLINICO 1
GiorgioSTEP 1
Giorgio, un paziente di 49 anni viene in visita per la prima volta dal medico di famiglia per un certificato per attività sportiva non agonistica.
Non risultano precedenti accertamenti di laboratorio.
L’analisi della storia personale e familiare e l’esame obiettivo fanno emergere:non familiarità per diabete tipo 2, non fumo di tabaccolavoro sedentario (insegnante) – non pratica di attività sportivapeso 78 Kg, altezza 163 cm (BMI 29.4), CA 104 cmPA 142/86 mmHg (media di tre misurazioni)
Approfitteresti del contatto occasionale per richiedere
esami di inquadramento nosologico? Se si, quali?
E perché?
MEDICINA D’OPPORTUNITA’
CASO 1 STEP 2
Sulla base di questi dati il medico richiede il dosaggio della glicemia a
digiuno che risulta essere 122 mg/dl.
Cosa fai ? E perché?
WHY?
La patogenesi del diabete è caratterizzata dalla insulino resistenza
ma anche dalla disfunzione della betacellula
IL PAPIRO DI EBERS
• Esistono riferimenti alla malattia fin dal tempo degli egizi.
• Una condizione poliurica simile dal punto di vista clinico al Diabete mellito era stata descritta dagli antichi Egizi in un Papiro, detto di Ebers, datato circa 1550 a.C. all’interno di una tomba a Tebe.
• È probabile che questo sia il primo testo medico a noi noto che descrive il diabete ed il suo trattamento.
Nel II secolo d.C. Areteo di Cappadocia ha fornito un’eccellente descrizione del Diabete :
“…Il Diabete è una terribile malattia, non molto frequente negli uomini, che si presenta come un dissolvimento dei tessuti e degli arti nelle urine.
I pazienti non smettono mai di urinare ed il flusso è incessante, come l’apertura di un acquedotto.
La vita è breve, spiacevole e piena di sofferenze, la sete è insaziabile, il bere eccessivo ed inadeguato alla grande quantità di urina, perché ancora più urina viene prodotta.
Non si riesce ad arrestare né il bere né l’urinare.
Se si astengono per un certo tempo dal bere, le loro bocche diventano asciutte e i loro corpi secchi: le viscere sono ardenti, inquietudine e sete ardente e in poco tempo muoiono.”
Anche Galeno, contemporaneo di Areteo nei sui scritti descrive clinicamente il diabete.
Nel X secolo Avicenna, famoso medico arabo descrive la glicosuria, la gangrena e l’impotenza come complicanze della malattia diabetica.
Nel XIX secolo la terapia del Diabete era in genere limitata a regimi alimentari basati sul digiuno.
Se da una parte queste diete riducevano la poliuria e i sintomi correlati dall’altra impediva la progressiva degradazione dei grassi e delle proteine.
I pazienti diventavano così gradualmente deboli da non potersi alzare più dal letto.
Erano passati 2000 anni dalla prima descrizione del Diabete e ancora non era stata trovata la cura.
Solo nella seconda metà del XIX secolo, Paul Langherhans, uno studioso tedesco , identificò gruppi di piccole cellule all’interno del tessuto pancreatico in grado di secernere “sostanze ipoglicemizzanti”.
In suo onore questi gruppi di cellule sono state battezzate “isole di Langherhans”.
Jan de Meyer, un medico belga, ha successivamente denominato “insulina” (dal latino insula = isola), l’ormone ipoglicemizzante secreto dalle isole di Langherhans.
Solo nel 1921 Banting e Best riuscirono ad ottenere un estratto pancreatico da pancreas di cani che iniettato in cani diabetici esplicava la sua azione ipoglicemizzante.
Venne così scoperta l’insulina.
Alla fine del 1921 un altro scienziato Collip si unì a loro e mise a punto un processo di estrazione in grado di fornire preparati più puri e potenti, adatti all’utilizzo clinico, a partire da pancreas di bovini adulti.
Il trattamento del diabete nell’ uomo era diventato realtà.
Il D.M. rappresenta una delle patologie croniche a maggiore diffusione ed è responsabile, per le complicanze tardive, di un enorme impatto sulle aspettative e qualità di vita dei pazienti.
Esso è gravato da un elevato peso assistenziale destinato ad aumentare con l’incremento dell’età media ed assumere dimensioni veramente imponenti.
“Il diabete mellito descrive un disordine metabolico ad eziologia multipla,
caratterizzato da iperglicemia cronica con alterazioni del metabolismo di
carboidrati, lipidi e proteine, derivanti da difetti della secrezione insulinica,
dell’azione insulinica o di entrambe” Report of a WHO Consultation, 1999
Il Diabete nel mondoIl Diabete nel mondo: un problema crescenteun problema crescente..
2003: 194 milioni 2025: 333 milioni (+72%)
Incidenza nel 2003
Incidenza nel 2025
Aumento % dal 2003 al 2025
23.0
36.2
57%
14.2
26.2
85%
7.1
15.0
111%
48.4
58.6
21%
43.0
75.8
76%
39.3
81.6
108%
19.2
39.4
105%
*Adattato da Diabetes Atlas, 2nd Edition, International Diabetes Federation, 2003
Nord AmericaNord America
SudamericaSudamerica
AfricaAfrica
EuropaEuropa
Medio OrienteMedio Oriente
AsiaAsia
Sud-Est AsiaticoSud-Est Asiatico
www.eatlas.idf.org
194 Milioni di persone sono affette da Diabete (IDF)
50-70% dei soggetti in terapia NON sono a goal terapeutico di HbA1c<7%
Pertanto 50-80 Milioni di persone sarebbero già oggi selezionabili per una terapia
• Ogni 24 ore ...Ogni 24 ore ...
• 3,600 nuovi casi di diabete sono diagnosticati• 580 persone muoiono per complicanze correlate al diabete• 225 persone sono amputate per complicanze diabetiche• 120 persone affette da nefropatia diabetica vanno in dialisi• 55 persone con diabete diventano cieche55 persone con diabete diventano cieche
Diabete:un contenitore di malattie diverse
Secondario
Gestazionale
Tipo 2LADA
diabete autoimmune dell'adulto caratterizzato da insulino-dipendenza
MODY (Maturity Onset Diabetes in the Young), DM II
colpisce giovani sotto i 30 anni, obesi e con
predisposizione genetica.
Tipo 1 deficit insulinico
assoluto
da insulino resistenza con deficit relativo di secrezione o da prevalente deficit di secrezione insulinica
DIABETE:
Coacervo di fenotipi differentiCombinazione di alterazioni cliniche, biochimiche, fisiologiche
Caratteristiche differenziali del Diabete Caratteristiche differenziali del Diabete tipo 1 e tipo 2tipo 1 e tipo 2
Livelli di insulina SintomatologiaSintomatologia Chetosi PesoPeso Età d’esordio (anni) Comparsa delle Comparsa delle complicanze cronichecomplicanze croniche Prevalenza Familiarità Sistema HLASistema HLA Autoimmunità TerapiaTerapia
Assenti o ridottiImportanteImportantePresenteMagroMagro< 35Parecchi anni dopo Parecchi anni dopo l’esordiol’esordio0,6%ModestaCorrelatoCorrelatoPresenteInsulinaInsulina
Normali o aumentatiSpesso assenteSpesso assenteAssenteObesità o sovrappesoObesità o sovrappeso> 35Spesso presenti alla Spesso presenti alla diagnosidiagnosi3-7% ImportanteNon correlatoNon correlatoAssenteDieta, Dieta, ipoglicemizzantiipoglicemizzanti orali, orali, talora insulinatalora insulina
TIPO 1 TIPO 1 TIPO 2 TIPO 2
1000 paz 1500 paz
Diabete tipo 1 1 1-2
Diabete tipo 2 50 * 75*IGT ** 50 75
Diabete non diagnosticato **
50 75
TOTALE 151 227
POPOLAZIONE DIABETICA IN MEDICINA GENERALE
Situazione nel 2002
Prevalenza considerata 5.5 %
* Di cui il 15-20% (12-13 casi) insulino trattati per fallimento secondario degli antidiabetici orali
** Prevalenza 5%
Adattato da Type 2 Diabetes BASICS. International Diabetes Center; 2000Adattato da Type 2 Diabetes BASICS. International Diabetes Center; 2000
La storia naturale del diabete di tipo 2. Funzionalità delle isole pancreatiche nella
progressione della malattia DiagnosiDiagnosi
Insulina
Glucosio
Prediabete(IFG/IGT)
NGT Diabete
Danni macrovascolariDanni macrovascolari
Danni microvascolari Danni microvascolari
Riduzione dellaRiduzione dellafunzione funzione ββ-cellulare -cellulare
Inadeguata funzioneInadeguata funzioneββ-cellulare-cellulare
Glicemia post-prandialeGlicemia a digiuno
Insulino-resistenzaSecrezione insulinica
α-Cellule (glucagone)
* Polipeptide Amiloide InsulareAdattato da Rhodes CJ. Science. 2005; 307:380–384.
Normale T2DM
β-Cellule(insulina)
•riduzione della massa β-cellulare•iperplasia delle cellule α•Placche di amiloide (AIPP)*
•fibrosi•ialinizzazione
Placche di amiloide
Morfologia delle isole pancreatiche: evidenti difetti strutturali nel T2DM
Glucosio
Flusso attraverso la via dei polioli
Flusso attraverso la via delle esosamine Prodotti
della Glicosilazione
avanzata
Diacilglicerolo
Attivazione della
Proteinchinasi C (β e δ)
Glucosio SorbitoloAldose reduttasi
NADPH
Rigenerazione delGlutatione ridotto
Alterato stato redoxcellulare
Alterazione della:Funzione delle proteineEspressione genicaInduzione di segnali
eNOS Endotelina -1 TGF-β NADPH – ossidasi PAI-1 Fatt. nucleare κ B
Arachidonato Prostaglandina E2
Disfunzione vascolare
Flusso sanguigno anormaleStato protromboticoAngiogenesiAlterata espressione genica Na+/K+ATPasi
Processo infiammatorio
Arterianormale
Attivazione
endoteliale
Progressione
Complicanze
Strietipiche
Ateromaintramurale
maturo
Rotturacappafibrosa
Placcafibrosa/calcifica
Erosioneendoteliale
Rimodellamento
Trombosi Stenosi Trombosi
Disfunzione endoteliale
UNA “ESPLOSIONE” DI COMPLICANZEUNA “ESPLOSIONE” DI COMPLICANZE
GastropatiaGastropatiaNeuropatia Neuropatia AutonomicaAutonomica
Nefropatia Nefropatia diabeticadiabetica
Neuropatia Neuropatia PerifericaPeriferica
Retinopatia Retinopatia Edema Edema MaculareMaculare
IpertensioneIpertensione
Patologie Patologie cardiovascolaricardiovascolari
DislipidemieDislipidemie
Micro e MacroMicro e MacroAngiopatieAngiopatie
Disfunzione Disfunzione ErettileErettile
DIABETE MELLITODIABETE MELLITO
ANGIOPATICHE
COMPLICANZE DEL DIABETE MELLITO TIPO 2
Piede diabetico
Cardiopatia ischemica
Vasculopatia cerebrale
Vasculopatia periferica
Retinopatia
Nefropatia
NEUROPATICHE
MACRO MICRO
Deficit erettile
Linee guida American Diabetes Association
Criteri diagnostici
Glicemia a digiuno
< 100mg/dl
Normale
Fra 100 e 125 mg/dl
Alterata glicemia a
digiuno
Diabete
>=126 mg/dl
riconfermato
OGTT
Glicemia dopo carico orale di glucosio
<140 mg/dl
Normale
Fra 140 e
200 mg/dl
Ridotta tolleranza glicidica
Diabete
≥ 200 mg/dl
Body Mass Index (Indice di Massa Corporea)
Peso (Kg)Altezza (metri)2 BMIBMI==
BMI classificazione rischio
< 25 normopeso minimo
25-29 sovrappeso basso
30-34,9 Obesita moderata moderato
35-39 Obesità severa Rischio elevato
> 40 Rischio elevatissimo
American Journal of Clinical Nutrition 2002; 76:399-403
Circonferenza addominale maschi femmine
Diabetico ,S.M. ≥ 94cm ≥80cm
Soggetto obeso ≥102 ≥88
Attenzione a dove mettiamo il metro!
Grazie alla misura della circonferenza (parametro più preciso rispetto al BMI +controllo pressorio+ pochi esami di routine, abbiamo la possibilità di individuare soggetti ad alto rischio
Glicemia a digiuno (nessun introito calorico nelle ultime 8 ore)< 100 mg/dl basso rischio100-125 mg/dl rischio aumentato (IFG = impaired fasting glucose)≥ 126 mg/dl diabete (da confermare)
Glicemia 2 ore dopo un carico orale di glucosio (75 g)< 140 mg/dl basso rischio (normale tolleranza al glucosio)140-199 mg/dl rischio aumentato (IGT ridotta tolleranza al glucosio)≥ 200 mg/dl diabete
Emoglobina glicata< 5,6% basso rischio5.6 – 6.4% rischio aumentato≥ 6,5% diabete (da confermare)
Soggetti a rischio di Diabete
Standards of care –ADA 2010
Gestione del diabete tipo 2 in Medicina Generale
Insulino-resistenza: quando sospettarla- Trigliceridemia > 150 mg /dl in particolare se associata a:
- Familiarità I° grado per Diabete Mellito- Anamnesi positiva per diabete gestazionale- Sindrome ovaio policistico- Glicemia a digiuno > 100 mg/dl- Obesità
COME TRATTARE L’IPERGLICEMIA NEL PAZIENTEDIABETICO TIPO 2
Obiettivi Terapeutici nel Diabete Tipo 2HbA1c
Glicemia a digiunoGlicemia pre-prandialePicco glicemico post-prandiale** ( due ore dall’inizio del pasto )LDLTrigliceridiHDLPressione arteriosaCessazione fumoAntiaggreganti piastrinici
<7%90-130 mg/dl90-130 mg/dl<180 mg/dl
<100 mg/dl<150 mg/dl
>40 (M), >50 (F) mg/dl<130/80 mmHg
Standard di cura Italiani AMD
Corrado D.
Al Sig Corrado, paziente di 64 anni, con familiarità per diabete mellito tipo 2, è stato diagnosticato un diabete mellito tipo 2 da circa 6 mesi. Il BMI è 26,6 (Peso kg 77, H 170 cm), la CA 98 cm, la PA (ultima rilevazione di 4 mesi prima) 135-90 mmHg. Altri dati clinici: steatosi epatica e calcolosi delle vie urinarie (eco addome effettuata 1 anno prima). Al paziente fu raccomandato fin dalla diagnosi di modificare lo stile di vita (consigli alimentari e attività fisica). L’ECG e il fundus sono normali. Altri dati obiettivi (per es: polsi periferici, esame del piede) negativi.
Si ripresenta in studio con gli esami di controllo al termine di questo periodo di intervento non farmacologico che, a suo dire, ha seguito. Non assume al momento nessun farmaco.
La PA in studio è 145-90 mmHg Fc 86 b/m
Risultati: • Autocontrollo glicemia: • range glicemia a digiuno = 140-162 mg\dl,• range glicemia post prandiale = 168-203 mg/dl• emoglobina glicata = 7.7% (la precedente, sei mesi prima, 7.1%)• urine del mattino: normali; urinocoltura: negativa• creatininemia = 1,1 mg\dl; • clearance creatinina (Cockroft e Gault) 78,3 ml\min • (corretta per il peso ideale 71 ml\min) • microalbuminuria 24 h = 15 mg/L• AST = 54 U/l (>), ALT = 50 U/l (>), gamma GT= 72 U/l (>),
CPK= normali • CT = 263 mg/dl; TG = 190 mg/dl; C- HDL = 39 mg/dl; • C LDL = 186 mg/dl
In base al fenotipo e ai valori della glicemia, HbA1c quali farmaci prescriveresti?
E perché?
E’ stato corretto l’atteggiamento di attesa terapeutica (rispetto ai farmaci) del medico curante?