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Periodico edito dall’ Provinciale di BresciaDicembre 2013 - anno XLVI - n. 175
A Natale fai un bel regalo...
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2 la goccia 175 | dicembre 2013
Dicembre 2013 . Numero 175 . Anno XLVI
Sommario
in questo numero:Sped
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Periodico edito dall’ Provinciale di BresciaDicembre 2013 - anno XLVI - n. 175
A Natale fai un bel regalo...
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Direzione Redazione e Amministrazione:
Segreteria AVIS
Piazzetta AVIS, 1 - 25124 Brescia
Tel. 030 3514411 - Fax 030 3514490
Direttore responsabile: Marcello Zane
Registrazione del Tribunale di Brescia - n. 2 del 14/2/1968
Sped. in abb. postale art. 2 - comm 20/c legge 662/96
Filiale di Brescia
Progetto editoriale e stampa:
Tipolitografia Pagani
25065 Lumezzane S.S. - via Divisione Acqui 10/12
tel. 030 8920276 - fax 030 8920487 - e-mail:[email protected]
3 ScIeNzA, umANItà e reSpoNSAbILItà Il dono del sangue è gesto guidato oggi dalla tecnologia ma generato dalla umanità e responsabilità di ogni donatore
4 ADempImeNtI fIScALI e reSpoNSAbILItà AVISINe: ApprofoNDImeNtI e VALutAzIoNI A Brescia un importante convegno nazionale presso la sede del Provinciale. Un incontro di "ripasso" per meglio conoscere e valutare i rischi fiscali e gestionali associativi
6 tempI DI coNSerVAzIoNe DeI DocumeNtI cArtAceI e INformAtIVI DI AVISL’assemblea provinciale haaffrontato i nodi del presente edelineato le sfide del futuro
7 pIAcere AVIS Progetti di promozione della solidarietà Anno 2013 - 2014
16 Le uNItà DI rAccoLtA ASSocIAtIVe VerSo L’AccreDItAmeNto Nuovo Consiglio e presidenza Avis della Provincia di Brescia
17 IL coNSIgLIo eSecutIVo regIoNALe A breScIA 60° DI foNDAzIoNe DeLL’AVIS DI cArpI
18 coNSIgLI per I DoNAtorI A Brescia un importante convegno nazionale presso la sede del Provinciale
20 IN SceNA ALL’AVIS proVINcIALe “DoV’è NIkoLAjewkA?” Uno spettacolo per ricordare il sacrificio dei soldati italiani nella neve di Russia
22 NewS DAL moNDo gIoVANI
23 SguArDI DI DoNNe SuLLA mALAttIA Un convegno presso la sede provinciale dell’Avis dell’Associazione “Donne per le Donne”
24 Aperto IN cIttà IL NuoVo poLo cuLturALe DeLLA DIoceSI Inaugurato il 30 ottobre alla presenza del vescovo Monari, sede di numerose associaizioni legate ai giovani e al territorio
25 A breScIA LA “SettImANA DeLLA LottA ALLA poVertà” coNtINuA LA SINergIA frA AVIS e AIDo breScIANe
26 IL quArtIere come beNe comuNe: uN pArco per tuttI
27 A eDoLo LA feStA DeL DoNAtore
28 LogrAto
29 SALò bArghe e SAbbIo chIeSe
30 cArpeNDoLo - AcquAfreDDA
31 uN LIbro DA uN AVISINo VobArNeSe: “IL SIgNor gNec” beDIzzoLe
32 trAVAgLIAto mAzzANo
33 LeNo: LA feStA DeL 2013
34 DeSeNzANo: corSo DI formAzIoNe
35 roVAto: INAugurAtA LA NuoVA SeDe
36 breNo: cINquANt’ANNI DI SoLIDArIetà
38 gLI AVISINI e LA reDAzIoNe porgoNo ALLe fAmIgLIe SeNtIte coNDogLIANze
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la goccia
La donazione di sangue ed emo componenti è un gesto che garantisce ai nostri con-cittadini malati la garanzia e la disponibilità di un farmaco
"salvavita" e agli ospedali la possibilità di programmare interventi chirurgici e tera-pia, far fronte alle urgenze ed emergenze, collaborare all'autosufficienza regionale e nazionale, conservare una efficacia ed efficienza sanitaria di ottimo livello. Dal pionierismo alla programmazione, la ge-nerosità ed abnegazione dei donatori sono rimaste immutate ed immutati i valori che li determinano. In questi anni la medicina trasfusionale ha avuto degli sviluppi rivo-luzionari puntando a strategie terapeuti-che sempre più mirate. Ma, il gesto gene-roso, anonimo, consapevole, volontario e responsabile dei donatori ha reso questo possibile e ha insieme aumentato il livello di sicurezza dei "prodotti". Questo processo virtuoso ha visto prota-gonisti i medici ma anche i donatori che hanno appieno, compreso il loro ruolo e la loro responsabilità.
Il ruolo del donatoreNon basta infatti rendere la propria dispo-nibilità al gesto del dono ma serve anche e soprattutto, essere in buona salute, avere dei comportamenti e stili di vita adeguati, mantenere una correttezza inequivocabile di rispetto del proprio corpo e della pro-pria vita. Avere percezione del proprio benessere non come mancanza apparente di malattia ma come consapevolezza del prevenirla. Per se stessi e a tutela degli altri. Un percorso virtuoso di educazio-ne al "ben essere", agli stili di vita sana, all'evitare comportamenti a rischio. Inoltre, i donatori vengono costantemente monitorati e controllati con esami e visi-
te mediche, sollecitati con informazioni e formazione, possono trovare disponibilità e momenti di confronto e spiegazioni cir-ca la loro salute e il modo per conservarla. La medicina moderna che ha pur avuto sviluppi diagnostici e terapeutici rivolu-zionari e sempre più raffinati, guarda con particolare interesse alla prevenzione. Per aumentare la qualità della vita, garantirla anche in età avanzata, allontanare il ri-schio di malattie e delle loro complicanze, diminuire l'incidenza della cronicità e la necessità di assistenza, ridurre il consu-mo di farmaci.La qualità della nostra vita si misura su molti fattori ma in particolare sulla con-sapevolezza che ognuno ha di se, di come li conosce e di quali comportamenti mette in campo per attuarli o evitarli. Evitare al-col e fumo, dieta sana e varia, Lunghe e frequenti camminate, movimento, interes-si culturali e sociali.Avis è solo una parte di questo! Il dona-tore lo sa ma può rappresentare un buon punto di partenza, un inizio condiviso per contribuire a vivere in una società più sana e rispettosa, in un contesto famiglia-re e comunitario più solidale e virtuoso in ogni gesto e comportamento. Anche nel rispetto della propria integrità.
Un Natale di responsabilitàTutti e nessuno! Anche oggi questa do-manda emerge con forza: Chi è il respon-sabile del sangue di questi fratelli e sorel-le? Nessuno! Tutti noi rispondiamo così: non sono io, io non c’entro, saranno altri, non certo io. Ma Dio chiede a ciascuno di noi: «Dov’è il sangue di tuo fratello che grida fino a me?». Oggi nessuno nel mondo si sente responsabile di questo; abbiamo perso il senso della responsa-bilità fraterna; siamo caduti nell’atteggia-
mento ipocrita del sacerdote e del servi-tore dell’altare, di cui parlava Gesù nella parabola del Buon Samaritano: guardia-mo il fratello mezzo morto sul ciglio del-la strada, forse pensiamo “poverino”, e continuiamo per la nostra strada, non è compito nostro; e con questo ci tranquil-lizziamo, ci sentiamo a posto. La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi, ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono l’illusione del futile, del provvisorio, che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferen-za. In questo mondo della globalizzazione siamo caduti nella globalizzazione dell’in-differenza! Ci siamo abituati alla sofferen-za dell’altro, non ci riguarda, non ci inte-ressa, non è affare nostro!” Queste parole di Papa Francesco siano il nostro moto e il nostro stimolo: nel-la serenità delle nostre case, nella gioia delle nostre famiglie, nella condivisione dei nostri affetti, negli auspici dei nostri proposti, nella riconoscenza della nostra appartenenza umana. Il Cristo che nasce, nella sua fragilità umana e nella sua provvisorietà, sia per tutti noi stimolo e luce. Speranza con-tro ogni tenebra e sofferenza, riscatto di ogni uomo e società, attraverso la soli-darietà personale e comunitaria. Sia per i credenti, ma comunque per tutti, guida ed esempio a ritrovare inclusione e con-divisione. Non solo per una notte serena ma nell'impegno rinnovato di ogni quo-tidianità. A tutti voi è alle vostre famiglie i più sin-ceri Auguri.
Dr. Gianpietro BriolaPresidente Avis provinciale
Scienza, umanità e responsabilitàIl dono del sangue è gesto guidato oggi dalla tecnologia ma generato dalla umanità e responsabilità di ogni donatore
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L’Avis Provinciale di Brescia ha ospitato sabato 16 novembre un convegno, organizzato insieme ad AVIS NAZIONALE e regionale Lombardia per dirigenti associativi sulle principali novità in ambito fiscale e
amministrativo.L’evento ha visto la partecipazione di oltre 120 soci in rappresentanza di molte Avis delle regioni centro-settentrionali. Durante l’incontro sono stati forniti anche I chiarimenti dell’Agenzia delle entrate (Circolare
Ministeriale n. 39/E del 19 agosto 2005) Oggetto Somme di denaro e beni in natura Limite deducibilità Minor ammontare tra: - 10% del reddito complessivamente dichiarato dal soggetto erogatore - Euro 70.000 annui Rimane ferma la possibilità, per i titolari di reddito di impresa, di applicare il vecchio limite del 2% sul reddito (art. 100, comma 2, DPR 917/1986 – TUIR) Erogazioni liberali in natura - Considerate al valore normale, ovvero con riferimento al prezzo di mercato di
Adempimenti fiscali e responsabilità avisine: approfondimenti e valutazioniA Brescia un importante convegno nazionale presso la sede del Provinciale. Un incontro di "ripasso" per meglio conoscere e valutare i rischi fiscali e gestionali associativi
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la gocciabeni della stessa specie o similari (art. 9, comma 3, DPR 917/1986 – TUIR) Soggetti erogatori Persone fisiche ed Enti soggetti all’IRES (individuati dall’art.73, DPR 917/1986 – TUIR) Soggetti beneficiari 1. ONLUS ex. Art. 10, comma 1, D. Lgs. 460/1997, ivi comprese:- ONLUS “di diritto” ex comma 8, Art. 10 -2 - ONLUS “parziali” ex comma 9, Art. 10 - 2. Associazioni di promozione sociale (ASP) iscritte nel registro nazionale previsto dall’art. 7, commi 1 e 2 della legge 383/2000 - 3. Fondazioni e associazioni non riconosciute aventi per oggetto statutario la tutela, la promozione e valorizzazione dei beni di interesse artistico, storico e paesaggistico di cui al D. Lgs. 42 del 22 gennaio 2004, nonché lo svolgimento o la preparazione di attività di ricerca scientifica Adempimenti contabili Per i soggetti beneficiari - Tenuta di scritture contabili atte a rappresentare con completezza e analiticità le operazioni poste in essere (applicazione dell’art. 14 DPR 600/1973) a prescindere dalla loro natura giuridica e dalle loro dimensioni reddituali - Redazione di un documento che rappresenti la situazione patrimoniale, economica e finanziaria, entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio (consigliata anche una Relazione sulla gestione) - Rilascio di apposita ricevuta dell’erogazione liberale. Restano fermi gli ulteriori obblighi contabili a carico delle ONLUS Per i soggetti erogatori - Erogazioni in contanti da effettuarsi tramite banca, ufficio postale e/o altri sistemi di pagamento (come previsti dall’art. 24, D. Lgs 241/1997) ovvero mediante carte di debito, di credito e prepagate, assegni bancari o circolari (si applicano anche per le erogazioni di cui all’art. 100, DPR 917/1986 – TUIR) - Onere di verifica dell’adempimento degli obblighi contabili da parte del beneficiario Sanzioni - Non deducibilità delle erogazioni -
Responsabilità solidale tra l’ente erogante e quello beneficiario ed i suoi amministratori.Per quanto riguarda viceversa la raccolta fondi occasionale, l’Art. 143 del DPR 917/1986 (TUIR) al c. 3 stabilisce che non concorrono in ogni caso alla formazione del reddito degli enti non commerciali di cui alla lettera c) del comma 1 dell’art. 73: i fondi pervenuti ai predetti enti a seguito di raccolte pubbliche effettuate occasionalmente, anche mediante offerte di beni di modico valore o di servizi ai sovventori, in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione. La Circolare Ministeriale n. 59/E ha precisato quanto segue: la raccolta di fondi deve essere occasionale ed in concomitanza con ricorrenze o campagne di sensibilizzazione; i beni ceduti in occasione della raccolta occasionale di fondi devono essere di modico valore; per ogni evento va redatto entro 4 mesi un apposito rendiconto comprensivo di relazione illustrata (art. 20 DPR 600/73);la relazione illustrata deve indicare gli ammontanti raccolti per singolo versamento e le somme destinate per singolo progetto; la maggior parte dei fondi raccolti deve essere destinata a finanziare i progetti per i quali si effettua la raccolta; va posta attenzione all’assorbimento delle spese amministrative ed ai costi imputati all’attività di raccolta; l’attività di controllo spetta all’Agenzia per le Onlus.Una giornata, insomma, utile per fornire approfondimenti circa gli obblighi di natura fiscale in capo alle Avis, e per fornire adeguati strumenti operativi alle sezioni per far fronte a questa crescente proliferazione normativa che tocca tutto il mondo del no-profit.
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Tempi di conservazione dei documenti cartacei e informativi di AVIS
Documento termine di conservazione minimo
termine di conservazione minimo
Documenti amministrativo-contabili 10 anni 15 anni
Documenti concernenti il rapporto di lavoro 5 anni 10 anni
Documenti medici funzionali alla tracciabilità della donazione 30 anni 30 anni
Documenti associativi concernenti la tracciabilità della donazione 30 anni 30 anni
documenti associativi interni (verbali, votazioni deleghe)
10 anni dalla cessazione del rapporto associativo come
ogni contratto
10 anni dalla cessazione del rapporto associativo come
ogni contratto
Anagrafica degli ex soci discrezionale, normalmente 2 anni
discrezionale, normalmente 2 anni
Il tema della conservazione dei dati “personali” è disciplinato dal Codice della Privacy che all’art. 7 riconosce alle persone fisiche il diritto all’oblio e cioè il diritto a opporsi al trattamento dei dati “di cui non è necessaria la conservazione
in relazione agli scopi per i quali i dati sono stati raccolti o successivamente trattati” (Art. 7 C.Priv.), cui corrisponde il correlativo dovere di conservare i dati non oltre detto periodo. Avuto riguardo a ciascuna categoria documentale è necessario identificare di volta in volta l’esistenza di un termine di conservazione previsto per legge o regolamento, anche tenendo conto della prassi della pubblica amministrazione. Possiamo a titolo esemplificativo evidenziare tre aree di produzione documentale: documenti contabili, lavoristici e associativi.Per quanto concerne la documentazione istituzionale di AVIS occorre fare riferimento alla normativa specifica dettata in questo settore: Rilevante è in primo luogo il contenuto dell’art. 14 del D.M. 3 marzo 2005 del Min. Salute infatti stabilisce che “presso ogni struttura trasfusionale
deve essere predisposto un sistema di registrazione e di archiviazione dati che consenta di ricostruire il percorso di ogni unità di sangue o emocomponenti, dal momento del prelievo fino alla sua destinazione finale” ed enumera i dati da conservare in apposito schedario donatori: a. cognome e nome, sesso, luogo e data di nascita, residenza e domicilio, se diverso dalla residenza, recapito telefonico; b. Associazione o Federazione di volontariato di appartenenza del donatore (ed eventualmente anche recapito telefonico del posto di lavoro, codice fiscale e sanitario).La tenuta dello schedario deve, naturalmente, garantire l’identificazione univoca, e proteggere l’identità del donatore, con particolare riferimento alla disciplina sulla tutela dei dati, quanto a riservatezza e sicurezza, facilitando al tempo stesso la tracciabilità della donazione; Alla luce di questo panorama ricostruttivo si più ipotizzare un primo schema di lavoro salvo successive integrazioni e miglioramenti sulla base dell’esperienza degli operatori.
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Progetti di promozione della solidarietà
Anno 2013 - 2014
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16 la goccia 175 | dicembre 2013
Dopo gli incontri di Mantova e Bologna del 2012 e vista l’imminente scadenza del 31 dicembre 2014, data entro cui il sistema trasfusionale italiano deve essere pienamente conforme alle norme in materia di sicurezza, qualità ed efficienza,
AVIS Nazionale continua il percorso di monitoraggio e accompagnamento nell’iter di autorizzazione e di accreditamento a cui si stanno sottoponendo le unità di raccolta AVIS.
Per tale motivo, è stato organizzato un incontro di confronto
e aggiornamento sullo stato dell’arte che si è svolto il 10
novembre 2013 presso il Crowne Plaza a San Donato Milanese.
Sul sito dell’Avis nazionale www.avis.it è possibile scaricare
le relazioni tenute durante l’incontro e i video degli interventi
stessi illustranti i criteri di accreditamento e l’analisi della
situazione in Italia.
Le Unità di raccolta associative verso l’accreditamento
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60° di Fondazione dell’AVIS di Carpi
Domenica 20 ottobre 2013 l’AVIS di Carpi, gemellata dal 2012 con l’AVIS Provinciale di Brescia, ha festeggiato il suo 60°
di Fondazione. La cerimonia è iniziata con la S. Messa presso la Parrocchia di Quartirolo ed è poi proseguita presso il Centro Sociale con i saluti alle Autorità ed alle Delegazioni Ospiti e la consegna delle benemerenze ai numerosissimi donatori presenti. Alla manifestazione ha partecipato il Consigliere Bortolo Fontanella in rappresentanza della nostra AVIS Provinciale ed una delegazione
dell’AVIS di Pavone Mella – Cigole. Si è svolta anche una visita alla nuova sede con annesso nuovo centro trasfusionale, in avanzata fase di completamento e che si pensa di inaugurare a gennaio del 2014. Il nuovo complesso, all’avanguardia dal punto di vista tecnico e funzionale, si estende su una superficie di 450 mq., è ubicato al primo piano di un complesso ben servito di parcheggi, ed è stato acquistato in data 14 luglio 2013 dal Comune di Carpi in diritto di superficie con scadenza al 6 Ottobre 2031. Il costo complessivo per l’acquisto, la ristrutturazione, l’acquisto
delle attrezzature e dell’arredamento sarà pari a 380.000 Euro. I primi 60.000 Euro, necessari alla formalizzazione del rogito notarile di acquisto, sono stati offerti dall’AVIS Provinciale e dalle Avis Comunali della nostra Provincia, in occasione del gemellaggio, quale gesto di solidarietà a seguito del terremoto del 2012 che aveva reso inagibile la sede ed il centro trasfusionale di Carpi con la necessità temporanea di donare presso una emoteca mobile messa a disposizione da un’AVIS di un’altra Regione.
Il consiglio esecutivo regionale a bresciaSabato 16 novembre si è tenuta presso l’Avis provinciale la seduta
congiunta del consiglio esecutivo dell’Avis regionale Lombardia e del consiglio esecutivo del provinciale di brescia. L’incontro, oltre a prevedere una visita alla sede bresciana (visita che ha riscosso il plauso e la sorpresa dei delegati Lombardi), ha premesso di fare il punto della situazione del territorio bresciano relativamente alle unità di raccolta ed alle varie norme – fiscali, sanitarie, associative – che regoleranno nel futuro la vita dell’Avis.
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Norme di comportamento prima, durante e dopo la propria donazione
Prima della donazione* ricordarsi di indossare indumenti idonei e comodi (occorre stare sdraiati per qualche minuto sulla poltrona ortopedica ed avere maniche che si possano rimboccare senza stringere troppo il braccio);
* non è necessario un digiuno completo, ma è consentita una leggera colazione (senza troppo zucchero o marmellata); se si pensa di effettuare una plasmaferesi od una piastrinoaferesi è consigliato anche un pasto leggero; la sera precedente è consigliato un pasto normale, senza abusi di bevande alcoliche oltre eccessi alimentari. è comunque necessario il digiuno nel caso di esami da ricontrollare;
* chi raggiunge il centro trasfusionale di corsa, arrabbiato perché ha perso l’autobus o ha preso una contravvenzione, è meglio che attenda qualche minuto in sala di attesa prima di presentarsi dal medico;
* dopo un turno di lavoro notturno, o comunque particolarmente faticoso, è meglio non sottoporsi al prelievo;
* il questionario che le segretarie invitano a riempire deve contenere risposte sincere e veritiere, con particolare attenzione alle domande poste per conoscere eventuali fattori di rischio per trasmissione, con il sangue, di infezioni virali;
* se volete farvi accompagnare dal vostro bambino, portate anche un accompagnatore che lo sorvegli mentre voi effettuate la donazione.Le donne che hanno in corso la terapia anticoncezionale non devono sospendere l’assunzione quotidiana della pillola contraccettiva Durante la donazione* Il prelievo è generalmente ben tollerato, dopo la donazione ci si sente esattamente come prima della donazione
* Rilassati, ascolta la musica, leggi
* A volte possono comparire disturbi (sudorazione, nausea, senso di vertigine, molto raramente lo svenimento). Se avverti qualcuno di questi sintomi devi segnalarlo immediatamente al personale presente.
* Al termine della donazione, rimani sul lettino del prelievo ancora qualche minuto e almeno 20 minuti in sala ristoro Dopo la donazione* Assicuratevi che il cotone, tenuto fermo dall’apposito cerotto, funga sicuramente da tampone. Se esce ancora qualche goccia di sangue, ritornate in sala prelievi per il necessario intervento;
* Nelle ore immediatamente successive alla donazione è importante assumere liquidi (acqua, spremute, succhi di frutta, almeno ½ litro). Il pasto successivo alla donazione deve essere ben digeribile.
* E’ consigliabile astenersi dal fumo, dall’uso di alcolici e dagli eccessi alimentari, nelle prime ore successive alla donazione.
* Controllate che gli indumenti non determinino compressione a monte del punto di prelievo. Slacciate per qualche minuto colletto e cintura, se troppo stretti: respirerete meglio;
* Evitate di piegare il braccio per almeno 15-20 minuti dopo la donazione;
* Evitate bruschi movimenti del capo e repentine variazioni di posizione (da seduto alla posizione eretta e viceversa);
Consigli per i donatori
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* Non sostate in piedi subito dopo avere donato, ma passeggiate;
* Fate colazione seduti, e possibilmente all’ombra. Subito dopo la donazione non bevete alcolici e non consumate cibi eccessivamente impegnanti la digestione;
* Non portate pesi con il braccio che è stato utilizzato per il prelievo (borsa della spesa, bambini, ecc.);affollati;
* Nella giornata della donazione, evitate le attività fisiche intense, lavori faticosi, attività sportiva, lunghi viaggi in auto;
* Sentitevi comunque fieri per aver contribuito, con il vostro dono anonimo e gratuito, a salvare una vita. Il giorno della donazione dovrebbe essere una giornata di riposo, occorre quindi evitare attività fisiche intense, sport o lavori pericolosi o che richiedano doti di equilibrio (autista, arrampicate, lavori su ponteggi, ecc.).
NorMATIVA ATTUALe MA SeMPre IN VIA DI ADATTAMeNTo reLATIVA ALLA SoSPeNSIoNe
Infezioni Epatite B riammissione rivalutabile dopo guarigione clinica ed esami
Esami endoscopici(gastroscopia, colonoscopia, artroscopia)
sospensione 4 mesi dall’esame
Viaggi o soggiorni in zone a rischio di malattie tropicali sospensione per 6 mesi dopo rientro da zone malariche
Soggiorni nel Regno Unito per + di 6 mesi (nel totale dei soggiorni) dall'80 al '96
sospensione definitiva non solo per il soggiorno ma anche per chi, in quegli anni, avesse subito una trasfusione di sangue nel Regno Unito
Interruzioni di gravidanza sospensione 6 mesi
Tatuaggi, piercing, agopuntura, fori ai lobi sospensione 4 mesi
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Uno spettacolo per ricordare il sacrificio dei soldati italiani nella neve di Russia
La rappresentazione della tragedia di Nikolajewka nella nuova “Sala dei 500” dell’Avis Provinciale a cura del “Teatro di Gavardo” (stupenda per efficacia scenica e la voce narrante di Andrea Giustacchini) che è stata tratta dall’opera dello scrittore “Maestro” Maurizio
Abastanotti intitolata “Dov’è Nikolajewka?”, da poco edito dalla casa editrice bresciana Liberedizioni è stata emozionante.
“Dov’è Nikolajewka”: un libro per i giovani.Moltissimo è stato scritto sulla tragica campagna di Russia, a partire dal celebre “Centomila gavette di ghiaccio”, ma questa fatica di Abastanotti, merita un’attenzione particolare per vari motivi:
1. L’Io narrante, in questo caso è rappresentato da un simpatico nonno che nei panni di un alpino fortunosamente sopravvissuto alla tragica ritirata racconta con la sensibilità e il dolore di uno scampato, alla carissima nipotina Ottavia, durante un’immaginaria vacanza estiva in montagna, le vicissitudine liete (poche) tragiche (molte), del corpo di spedizione italiano in Russia, racconto scorrevole avvincente, a volte simpaticamente intrigante.
2. A volte quando il racconto dei fatti sanguinosi e sconvolgenti della terribile ritirata, in continua battaglia con le truppe Russe, molto superiori per numero, armamenti,
vestiario invernale (per resistere alle temperature polari, fino a 40° sottozero, tipiche della desolata, infinita steppa del Don) l’autore interrompe la narrazione, ricordando alla nipotina le cure della casa, l’aiuto dovuto alla nonna brontolona, le necessarie cure del nonno, ai conigli insediati dai ratti, dando cosi al racconto un po’ di tregua alla terribile tragedia.
3. L’autore poi riesce a descrivere con chiarezza i movimenti strategici delle nostre truppe sotto il comando dei generali Gariboldi, Nasci e Reverberi (quest’ultimo passato alla storia quando per sfondare l’accerchiamento russo saltò su un carro armato gridando “Avanti Tridentina”). Inoltre l’autore ricorda anche come l’alleato tedesco considerava i nostri soldati come di “secondo livello”. Al contrario la fredda, ma efficace e precisa penna dell’autore racconta il nitido, doloroso coraggio dei nostri alpini contro anche il nemico e forse di più contro il freddo e la fame; veramente strazianti sono le righe in cui l’autore ricorda il dolore dei nostri soldati costretti ad abbandonare i feriti ad un’atroce morte sotto il morso del gelo, lontani mille miglia dalla patria e della “Ca?”!
4. Un po’ di sollievo per cosi dire, è la comparsa nella narrazione della “Cammella Tota”, che docile e mansueta, adottata dall’alpino Bignotti collaborò fattivamente trainando slitte per portare a salvamento alpini gravemente feriti. La Tota
In scena all’Avis provinciale “Dov’è Nikolajewka?”
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arrivò felicemente in Italia dove venne ospitata con onore in uno zoo di Milano. L’avventura della Tota era rappresentata da una serie avvincente di fumetti dell’eccellente penna di Chiara Abastanotti, figlia dell’autore, i suoi riuscitissimi schizzi, contribuiscono a rendere la lettura più serena e piacevole.
5. Molte fotografie in bianco e nero danno un’immagine visiva efficace della tragedia della ritirata: lunghissime infinite schiere di alpini che si trascinano faticosamente in mezzo all’alta neve.
6. Utile e commovente è stata, a mio parere, l’idea di aggiungere, alla fine del racconto, il nome e la data della morte dei 3280 alpini bresciani, della città e della provincia, non esiste un paese per piccolo e sperduto che sia della nostra vasta provincia, che non vi sia rappresentato! Scorrendo quel freddo elenco mi sono ricordato ed ho recepito lo stesso brivido doloroso che mi ha colpito molti anni orsono, visitando Gerusalemme il Memoriale dell’Olocausto, delle molte migliaia di ebrei uccisi nei campi di sterminio nazisti, una fitta penombra, una triste musica sottofondo, mentre una voce scandiva sommessamente il nome dello scomparso.
7. Opportuno l’accenno più volte ripetuto all’incosciente irresponsabilità con la quale Mussolini e gli altri Gerarchi fascisti, sostennero la necessità dell’invio del corpo di spedizione in Russia nella speranza di poter sedere con maggior forza al tavolo delle trattative dopo “immancabile vittoria”. Come pure bene ha fatto Abastanotti a mettere in giusto rilievo la pietà della popolazione ucraina verso i nostri soldati, che dovevano subire come loro le tragiche realtà di una guerra non voluta. Concludendo queste mie righe auguro che i lettori avisini e non leggano questo aureo libro e lo facciano leggere, soprattutto ai giovani e nelle scuole, a diffondere ideali di coraggio, solidarietà, carità, valori dei quali i nostri soldati sono stati protagonisti della tragica ma gloriosa battaglia di Nikolajewka. Grazie e congratulazioni vivissime all’amico Abastanotti, ai collaboratori (in primis la figlia Chiara) e agli artisti del “Teatro di Gavardo” per la bellissima rappresentazione che mi auguro abbia ampia diffusione non solo nella nostra provincia.
Il libroIl volume narra la storia di un reduce dalla Campagna di Russia, dall’andata verso il Don sopra un treno carico di soldati ormai stanchi di guerra, alla steppa russa, desolata e infinita. Attraverso le parole del protagonista prende vita una storia intessuta di piccole vicende di vita quotidiana, da episodi cruenti o umanissimi, da generali e da soldati semplici, da cuochi e da addetti ai muli. Arriva l’attacco russo, con un potenziale d’urto sei volte superiore a quello delle nostre Divisioni. Segue il racconto commovente ed emozionante della ritirata: tutti camminano, in una disperata lotta per la sopravvivenza, nel gelo (40 gradi sottozero…) e nella neve, nella speranza di una salvezza che pare impossibile, nel ricordo di una casa e degli affetti più cari. La marcia del Corpo d’Armata Alpino verso la salvezza fu un evento drammatico, doloroso ed allucinante, costellato da innumerevoli episodi di valore, di grande solidarietà, in cui i nostri soldati si batterono disperatamente, senza sosta, per 15 interminabili giorni e per 200 chilometri. E poi arriva Nikolajewka, un paese che ora non c’è più sulle carte geografiche…
Qualcuno ha detto che ai giovani d’oggi la storia sembrerà scritta da un marziano. Il volume intende ricordare quella storia, affinché il sacrificio di quei giovani italiani non sia stato vano.Una preoccupazione che si coglie nell’opera dlel’autore del libro, Maurizio Abastanotti, maestro elementare che attraverso l’esperienza dell’insegnamento della storia nella Scuola Primaria e l’animazione di laboratori di storia nelle Scuole Secondarie ha elaborato una narrazione degli eventi storici attenta al punto di vista degli ultimi e ai riflessi sulla storia locale.
Ha pubblicato A chi dimanda di me. Lettere e diari dei soldati valsabbini e gardesani alla Grande Guerra 1915/18 (2008), Il Garibaldino nella foto. Storia di un contadino in camicia rossa (2011). E’ autore anche di un breve Manuale di falegnameria per bambini dal titolo: Falegnami si nasce? (2004) G. C. Callegari
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News dal mondo giovaniLa goccia intende riservare al mondo dei giovani avisini uno spazio apposito. una, due
pagine se necessario, per accogliere idee, resoconti di attività, iniziative. Saranno le Le News dal mondo giovani, per far conoscere i donatori di oggi e i responsabili di domani. bastano immagini, volantini, qualche riga informativa: per aprirsi alla realtà avisina bresciana e non solo, con occhio spumeggiante e creativo.
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Sguardi di donne sulla malattiaUn convegno presso la sede provinciale dell’Avis dell’Associazione “Donne per le Donne”
Si svolta in novembre l’affollata manifestazione organizzata dall’Associazione “Donne per le Donne” ospitata presso l’auditorium dell’Avis, con una qualificata presenza di L’artrite reumatoide è una malattia
infiammatoria, cronica, multifattoriale autoimmune che colpisce le articolazioni.
Il sistema immunitario che normalmente difende l’organismo dalle aggressioni esterne, attacca le strutture dell’organismo, confondendole con un aggressore esterno, causandone l’infiammazione e il danno articolare. Per la sua natura sistemica può coinvolgere, in alcuni casi, altri organi e apparati come il sistema cardiovascolare, l’apparato respiratorio, gli occhi, il sistema nervoso e i reni.
Nonostante sia una delle malattie autoimmuni più frequenti, l’artrite reumatoide è ancora, spesso diagnosticata con un ritardo fatale per il decorso e la progressione della malattia. Danni sostanziali e irreversibili si manifestano, infatti, proprio nei primi mesi dall’insorgenza della malattia e possono essere particolarmente severi nei primi due anni successivi alla diagnosi. Per tali ragioni, uno dei primi passi per contrastare la malattia è riconoscerne, precocemente, i segnali.
Prima causa di disabilità nel mondo occidentale, l’artrite reumatoide, colpisce circa 300 mila italiani. Circa il 75% sono donne in età compresa tra i 35 e i 50 anni, con un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini. Entro i primi due anni il 10% sviluppa un’invalidità grave e meno del 50% mantiene un’attività lavorativa o svolge le normali attività a 10 anni dall’esordio. Secondo le stime, in Italia, il costo sociale complessivo della patologia è superiore a 1 miliardo e 700 milioni di euro annui, di cui oltre 1 miliardo per la perdita di produttività e 600 milioni per la perdita di capacità lavorativa. Questi i dati presentati all’incontro aperto al pubblico «Donne per le donne: sguardi di donne sull’artrite reumatoide», svoltosi presso la sede dell’Avis provinciale con la collaborazione dell’Unità operativa di Reumatologia degli Spedali Civili, di cui è responsabile Angela Tincani, ed il sostegno incondizionato di Roche.
Grazie alla partecipazione di alcuni professionisti coinvolti nel trattamento della patologia, si è fatto il punto sull’andamento dell’artrite reumatoide in Italia e nella provincia di Brescia coinvolgendo chi con questa malattia è costretto a vivere e lottare ogni giorno.
24 la goccia 175 | dicembre 2013
Aperto in città il nuovo Polo culturale della diocesiInaugurato il 30 ottobre alla presenza del vescovo Monari, sede di numerose associaizioni legate ai giovani e al territorio
La Diocesi di Brescia, coerentemente con la sua natura di Chiesa particolare, da sempre si è preoccupata della cultura e
della educazione: lo si riscontra nelle tante iniziative anche editoriali che sono sorte dal suo interno. Cultura ed educazione richiedono strumenti e spazi oltre che passione. Per questo si è inteso allocare in parte dello stabile dell’ex-seminario alcuni uffici e istituzioni finalizzati a promuovere la formazione di docenti e studenti del territorio.
La struttura di via Bollani fino a poco tempo fa ospitava il Seminario diocesano e che dal 30 ottobre, dopo l’inaugurazione del vescovo Monari,
diventa dunque un vero e proprio centro culturale attivo in più ambiti. La scelta della diocesi rispecchia quella che è la volontà della Cei a livello nazionale. L’obiettivo è quello di creare un’istituzione in grado di rendere reale la Chiesa in tutto il sistema educativo, dalla scuola fino al mondo universitario.
Il Polo culturale è un grande contenitore che oltre all’Ufficio scuola ospita anche diverse realtà: Comunità e Scuola (Adasm-Lesic, Age, AGeSC, Aimc, Fidae, Uciim, Cooo. Servizi scuola materna, Centro culturale “F. Frassati”, Sfera onlus), il Cud (Centro universitario diocesano), la Biblioteca diocesana, il Museo Zammarchi, l’Archivio musicale, l’Opera pia don Giovanni Carboni, la Scuola diocesana di musica della Fondazione S. Cecilia e Spes at work (la speranza è giovane: iniziative a favore dell’occupazione giovanile). Le associazioni o le realtà coinvolte dall’operazione polo culturale non pagheranno l’affitto, ma contribuiranno in parte alle spese di ristrutturazione dell’immobile, eccezion fatta per due realtà scolastiche non strettamente
collegate alle diocesi che invece lo pagheranno. L’idea è quella di arrivare a regime entro il 2014.
La presenza di una aula magna permetterà di ospitare anche iniziative di carattere formativo e culturale. Inutile ribadire che l’intervento, molto oneroso per le casse diocesane, permette di attrezzare una struttura che altrimenti sarebbe sotto utilizzata; non dimentichiamoci che nell’area un tempo teatro del Seminario oggi ci sono il Lunardi e la Casa del clero. E un domani, forse, ci sarà anche la Università Cattolica. Fra le assocaizoni presenti anche la “Sfera” braccio operativo del Rotary per interventi in terra Africana.
Con la scelta di allocare negli ambienti dell’ex-seminario la sede delle attività sopraddette si intende dare unità alle iniziative diocesane attinenti alla cultura e all’educazione con l’obiettivo di offrire alla città e alla provincia un servizio più efficace. Riteniamo che l’impegno per la cultura e l’educazione sia imprescindibile per formare il tessuto della società attuale e futura.
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A Brescia la “Settimana della lotta alla povertà”
Continua la sinergia fra Avis e Aido bresciane
Anche nella ricca Brescia la crisi sta colpendo duro. E la povertà non è più relegata a pochi interessati, ma coinvolge
ormai famiglie e lavoratori. Anche l’Avis bresciana è da tempo vicina a questi temi e ha seguito con interesse l’iniziativa degli incontri dedicati al tema della lotta alla povertà tenutisi recentemente a Brescia.
Forum del Terzo settore di Brescia e Centro Servizi del Volontariato
hanno infatti organizzato in ottobre una serie di incontri tematici presso varie istituzioni cittadine, per indagare le risposte del variegato sistema non profit bresciano alla povertà, nelle sue più svariate forme. In particolare, ci si è confrontati sul tema “Emergenza abitativa a Brescia”, su Povertà e risposta alle prime necessità, (Sono sempre di più i cittadini che hanno difficoltà ad acquistare i medicinali. Un fenomeno preoccupante documentato nel
dossier sulla “povertà sanitaria” che la Fondazione Banco Farmaceutico ha presentato insieme alla Caritas Italiana) E ancora:
Accoglienza di bassa soglia, l’emergenza lavoro – i dati statistici dei senza lavoro è a livelli di vera emergenza; Proposte operative per lavoro e dignità.
Infine una affollata Tavola rotonda sulla proposta di legge del reddito d’inclusione sociale, Progetto SIA (sostegno inclusione attiva).
Si è svolto in ottobre, presso l’Auditorium della sede Provinciale Avis l’incontro pubblico organizzato dall’Aido
(guidata dall’infaticabile Lino Lovo) nell’occasione del 40° di fondazione, sul tema: “Il passato, il presente ed il futuro del prelievo e del trapianto di
organi, tessuti e cellule nella nostra
provincia”
Un’iniziativa rivolta a chi ha assunto
l’impegno e la responsabilità
di promuovere la cultura della
donazione degli organi conoscerne
la storia consente di parlarne con
maggior precisione ed accuratezza.
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Il quartiere come Bene Comune: un parco per tutti
Avviato a Brescia un progetto per rafforzare il senso di coesione sociale e l’identità del quartiere di S.Polo e
Sanpolino. Una ventina fra enti e associazioni con migliaia di volontari saranno impegnate per i prossimi tre anni ad organizzare iniziative, valorizzare spazi comuni, mettere rete competenze, aiutare gli altri, promuovere momenti di aggregazione collettiva. L’obiettivo è di far incontrare i cittadini del quartiere, creare legami di solidarietà, valorizzare l’identità e la storia del quartiere “bene comune”. Il progetto voluto da Auser, Anffas, Acli e Uisp si chiama proprio “Il quartiere come bene comune”, una zona di Brescia con 23 mila residenti, tante diversità, tante difficoltà, barriere, ma anche forte della presenza di tante associazioni. L’obiettivo è di mettere in circolo le energie buone e positive e costruire rapporti sociali solidali, rendere vivibile il quartiere.
Il progetto è nato ascoltando il territorio e le sue esigenze ed ha ottenuto un finanziamento dalla Fondazione Cariplo. Il primo passo del progetto sarà la costruzione di una carta d’identità sociale della zona, definire un mappa delle associazioni, dei bisogni e dei talenti. Un altro aspetto del progetto è il “welfare di quartiere”, con la presenza in zone diverse del quartiere di una sorta di “mediatore sociale” in grado di dare una mano a gestire e risolvere i problemi.
L’intento è dunque quello di contribuire al consolidarsi di una cultura del vivere insieme, promuovendo l’idea di una comunità capace di generare e consolidare i legami e di facilitare il confronto tra le persone e le associazioni presenti sul territorio, attraverso un lavoro di rete in grado di valorizzare esperienze, buone pratiche e spazi sociali. L’obiettivo è che il quartiere di San Polo e Sanpolino attraverso il rafforzamento della propria identità ed un esercizio di cittadinanza attiva torni a prendersi cura di sé e dei suoi abitanti. E fra le prime attività si segnala la promozione di attività di volontariato tra i giovani e la sperimentazione della figura del custode sociale per le persone anziane in condizioni di particolare fragilità.
Frattanto si è tenuta la festa per l’avvio delle attività del nuovo parco delle Cave, alla quale è stata presente anche l’Avis bresciana, che segue con interesse, unitamente ad altre decine di associazioni, questo straordinario “esperimento”.
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A Edolo la Festa del donatore
Nel 2014 taglierà il traguardo dei quaranta anni di attività la sezione intercomunale Avis Alta Valle Camonica, che ha sede a Edolo. Recente è poi il consiglio
direttivo ad opera dei circa seicento iscritti. Dopo due mandati Martindomenico Rossini, in base allo statuto, non poteva essere rieletto e ha passato la mano a Romeo Comensoli, edolese in pensione con oltre 15 anni di donazioni alle spalle. Al suo fianco altri dodici consiglieri, fra cui i vicepresidenti Fabio Moles e Monica Radici. Tesoriere è Cesare Rizzi e segretario Silvio Comensoli. Il Gruppo raccoglie i donatori di sangue di 18 Comuni, principalmente in un’area che si espande da Cedegolo in su. Attualmente i donatori attivi sono 535 (circa il 20% del totale camuno), in grado di garantire oltre un migliaio di sacche di sangue, plasma e piastrine ogni anno. Tutti fanno riferimento all’Ospedale di Edolo e sono supportati gratuitamente dai direttori sanitari dott. Luigina Livelli e dott. Luca Simoncini. Gli iscritti all’Avis dell’Alta Valle stanno gradualmente aumentando e ringiovanendo di età. Lo scorso anno, a fronte di una trentina di soci che per motivi diversi sono diventati inattivi, sono da segnalare 54 nuovi donatori. “Non è vero
che i giovani non sono disponibili a dare una mano agli altri - osserva il neo presidente Romeo Comensoli - e lo dimostra il fatto che i nostri nuovi donatori sono per la gran parte giovani, anzi alcuni sono giovanissimi, cioè poco oltre i diciotto anni, l’età minima ammessa. C’è da essere soddisfatti”. In effetti sembra dare risultati l’opera di sensibilizzazione rivolta agli studenti in atto da vari anni. Attualmente gli incontri nelle scuole, l’ultimo a Vezza d’Oglio, vengono effettuati col supporto di alcuni docenti dell’Università Cattolica. Altri momenti importanti sono iniziative come le feste annuali che si tengono a rotazione nei diversi paesi; lo scorso anno è toccato a Corteno Golgi, quest’anno, lo scorso settembre è stata la volta di Temù.: una manifestazione ben riuscita e partecipata.
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Grande festa per la celebrazione del 40° anniversario di costituzione della sezione Avis di
Lograto che comprende anche i gruppi di Brandico e Pievedizio- Mairano. Il programma è stato il seguente: venerdì 04 ottobre alle 20.45 presso il teatro comunale di Lograto in scena la rappresentazione del musical “PINOCCHIO” eseguito dalla compagnia teatrale “Q.d.V. (Quelli del Venerdì) gruppo nato in seno al Centro Educativo S.P.E. Cerioli (Andreana) di Orzinuovi che è stata molto partecipata ed il teatro era al completo (140 presenze); sabato 05 ottobre alle 20.30 presso il teatro parrocchiale di Lograto si è tenuta la rappresentazione della commedia “gom fat be a copà el padru” rappresentata dal gruppo teatrale della parrocchia di Lograto “i trac en sema” ed anch’essa è stata molto partecipata. Domenica 06 ottobre ci siamo ritrovati presso
la sede Avis ubicata al Municipio di Lograto alle 08.30 dove abbiamo accolto circa 70 alfieri delle Avis consorelle della Provincia di Brescia; alle 9.30 abbiamo dato inizio al corteo per le vie del paese accompagnati dalla banda di Mairano ed abbiamo depositato le corone presso i monumenti dei caduti e dell’Avis. Siamo arrivati poi nella Chiesa Parrocchiale di Lograto per la celebrazione della Santa Messa alle 10.30 a cui ha avuto seguito la posa della prima pietra della “Casa dell’avisino” presso la Cascina Torcolo di Lograto con la benedizione del parroco di Lograto; durante l’evento, particolarmente partecipato anche dai comuni cittadini, si sono tenuti i discorsi delle autorità.Il sindaco del comune di Lograto Alberto Mezzana ha presentato i dettagli del progetto che beneficia già delle previste autorizzazioni e per questo motivo l’inizio dei lavori è imminente con probabile inaugurazione nel maggio 2014. Il vice presidente dell’Avis Provinciale
Rag. Ezio Quaglietti oltre ad elogiare l’iniziativa sottolineando la lungimiranza con la quale il comune di Lograto provvederà in proprio alla realizzazione dell’opera, ha auspicato che la nuova sede sia punto di riferimento territoriale per le donazioni di sangue anche da parte delle sezioni limitrofe che come le altre dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni normative che entreranno in vigore a partire dal 2015.è seguita la premiazione di 83 avisini con le benemerenzeLa CASA DELL’AVISINO arriva giusta in tempo ed avrà tutte le caratteristiche richieste per la donazione; per questo dobbiamo ringraziare, tra gli altri, l’Amm.ne Comunale che si farà carico della realizzazione dei questa importante opera del valore di circa 500.000 euro. Naturalmente una struttura così importante ed anche onerosa economicamente non dovrà essere solo la nostra ma la condivideremo con tutte le Avis di zona che vorranno usufruire di questa sede.
Lograto
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la goccia
Avis Salò, presieduta da Gianluca Banalotti, raggruppa iscritti di tutto l’Alto Garda bresciano: 402 di Salò, 221 di Toscolano Maderno, 102 di Gargnano, 91 di Roè Volciano, 79 di S.Felice del
Benaco, 68 di Gardone Riviera, 55 di Tremosine, 48 di
Tignale. E ancora: Puegnago, Manerba, Polpenazze,
Villanuova, Vobarno, Valvestino e Magasa. Questi
ultimi, per recarsi nella sede (è situata all’interno del
vecchio ospedale) devono compiere un autentico tour
de force: 85 chilometri tra andata e ritorno.
In ottobre sono stati premiati due donatori per aver
raggiunto le 100 donazioni. Un bel traguardo, quello
di Bruno Festa e Domenico Goffi, che ora possono
portare con orgoglio il distintivo in oro e smeraldo.
Salò
barghe e Sabbio chieseInaugurato il nuovo
centro di raccolta per le
Avis valsabbine situato a
Barghe. Ne daremo conto
sul prossimo numero de
“La Goccia”. Ma ci preme
ricordare il bel traguardo,
solennizzato anche dal
concerto di beneficenza
che si è svolto il 15
dicembre per l’occasione,
sponsorizzato dal Rotary
Club di Valle Sabbia e da
alcune imprese private,
tenutosi presso il Teatro
parrocchiale di Sabbio
Chiese. Un modo per farsi
conoscere, per festeggiare
un traguardo ambito, per
uno scambio di auguri nel
nome della solidarietà.
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Si è svolta il 6 ottobre la festa per il Cinquan-tesimo di Fondazione dell’Associazione Avis Carpenedolo-Acqua-
fredda. Tanti i partecipanti e i mo-menti da ricordare durante la giorna-ta. Con la presenza di due (Il Corpo Musicale Carpenedolese e la Crazy Band di Acquafredda) che data l’oc-casione si sono unite in una sola compagine e, dirette dal maestro Mario Mazza, hanno accompagnato tutta la manifestazione; i 15 labari di altre Avis consorelle e dell’AIDO, ed i gonfaloni dei due Comuni; le autorità: il sig. Baresi in rappresen-tanza dell’Avis Provinciale, il sindaco Gianni Desenzani e il vice Sindaco Antonio Taffelli di Carpenedolo, il sindaco Alessio Guerreschi e il vice Sindaco di Acquafredda Roberto Ghi-sini, il Maresciallo Alfonso Gentile
comandante dei Carabinieri della se-zione di Carpenedolo, il comandante Dario Ghisini della Polizia Locale, il presidente dell’Avis Carpenedolo- Acquafredda Ambrogio Zaniboni e gli ex presidenti Luigi Carleschi, Andrea Coppi, Renato Cavallari, Pierluigi Za-niboni, Mary Tebaldini e Ettore Bosio e un buon gruppo di Avisini e la po-polazione. L’associazione in tutti questi anni ha avuto ben 1700 soci donatori ed ha raccolto circa 33000 sacche di san-gue. Finiti gli interventi si ha dato inizio alle premiazioni, ben 115 i premiati (quasi tutti presenti) che a seconda delle donazioni effettuate sono stati premiati con le rispettive medaglie. Finita la funzione religio-sa, sempre in corteo, accompagnati dalle bande, ci si è diretti in piazza Matteotti presso Palazzo Caprioli, dove è stata inaugurata la nuova sede
AVIS-AIDO Carpenedolo- Acquafred-da. Prima della benedizione e del taglio del nastro sono intervenuti il Presidente dell’Avis Zaniboni, che ha ricordato il lavoro dei volontari per la sistemazione dei locali dati in uso dal Comune (è stata stipulata una con-venzione per 4 anni rinnovabile) e i costi sostenuti dalle due associazioni per poterli effettuare. Il Presidente dell’AIDO Giovanni Ron-cadori ha sottolineato l’importanza della realizzazione della nuova sede per poter essere più vicini e visibili alla popolazione, ringraziando anche lui tutti coloro che hanno contribuito al lavoro. Per ultimo è intervenuto il sindaco di Carpenedolo che ha rico-nosciuto lo sforzo fatto dalle due as-sociazioni per poter ottenere i locali e per i lavori eseguiti, evidenziando anche lui l’importanza della presenza sul territorio di questa realtà.
Carpendolo - Acquafredda
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Un avisino con la passione per la scrittura. Massimiliano Levrangi ha editato per i tipi della liberedizioni un romanzo originale nella storia e, ancor più, nella costruzione. Il titolo:
“Il signor Gnec”.Una vicenda che segue un itinerario pronto a superare i confini del giallo e del noir, grazie all’abilità dell’autore e ad una scrittura aggressiva e sorvegliata che conferisce all’opera uno spessore di taglio quasi cinematografico. Schegge di parole, taglienti, penetrano la storia e la pervadono di drammaticità. Sin oltre l’ultima riga.Massimiliano Levrangi che ha pubblicato nel 2008, il racconto lungo In Bilico. E non trattasi di autotrasportatore, ricevendo diversi riconoscimenti in Concorsi letterari, dimostra in queste nuove pagine di aver affinato la propria capacità letteraria, in una storia dove trama e scrittura si intrecciano indissolubilmente, con leggerezza e molteplicità che richiama le Lezioni americane di Italo Calvino. Da leggere.
Un libro da un avisino vobarnese: “il signor Gnec”
Una cerimonia affollata, sentita, cui ha partecipato anche una rappresentanza dell’Avis provinciale. Protagonista l’Arma dei carabinieri. E’ accaduto a Bedizzole in ottobre, dove ha avuto
luogo la inaugurazione del monumento dedicato ai carabinieri donato alla popolazione dalla locale sezione dei carabinieri in congedo di Bedizzole e Calvagese della Riviera che festeggiava il 35esimo anniversario. Il monumento è situato nel parcheggio a lato delle scuole medie, a due passi al centro medico e da piazzale Europa, in buona sostanza dal centro storico. La cerimonia ha preso avvio dalla casa di riposo dove il corteo è partito di primo mattino. Poi, dopo la messa, la seconda parte della manifestazione in piazza Vittorio Emanuele II con il ricordo dei Caduti delle guerre e, infine, l’ultimo parte dell’evento con il corteo e ben tre tra fanfare e Bande musicali ad aggirare il centro per dirigersi nel luogo deputato dove, di fronte a centinaia di persone, è stato scoperto il monumento, che reca una pietra con sopra l’effige dell’Arma.Erano in tanti i rappresentanti delle istituzioni intervenuti: il sindaco di Bedizzole Roberto Caccaro e il primo cittadino di Calvagese della Riviera Ivana Palestri. C’erano vari esponenti dell’Arma: il generale Antonio Serra, il comandante della compagnia di Desenzano del Garda, capitano Fabrizio Massimi, il comandante della caserma di Bedizzole maresciallo Maurizio Caserta, il maggiore Carlo Arli e il presedente della sezione Stefano Moretti.
Bedizzole
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Travagliato
mazzano
Si è svolta in ottobre la cerimonia per i 50 anni della sezione Avis di mazzano, in concomitanza con altri anniversari dell’Aido e
degli Artiglieri locali. un intreccio che sta a significare il forte legame della comunità e fra le diverse associazioni che la animano. una due giorni impegnativa ma perfettamente riuscita, fra spettacoli musicali, cortei celebrativi, deposizione di corone e fiori ai simboli associativi, l’inaugurazione del nuovo monumento ed apprezzati interventi delle varie autorità.
Bella e riuscita festa per i 52 anni dalla fondazione – un traguardo di grande importanza - della sezione avisina di Travagliato, una fra le più vecchie dell’intera provincia bresciana. Un pranzo
sociale – per l’Avis provinciale era presente il vice Ezio Quaglietti - che è servito per fare il punto della situazione e premiare gli avisini emeriti, nonchè tracciare l’itinerario dell’immediato futuro, compresi i lavori per il centro di raccolta in via di completamento.
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Leno: la festa del 2013
Domenica 6 Ottobre si è svolta l’annuale Festa dell’Avis. Tutto è iniziato con la donazione domenicale alla quale hanno partecipato circa 70 avisini. Dopo la donazione, verso le 10.30, un piccolo
corteo composto dagli alfieri degli altri Paesi, da alcuni membri del consiglio e da alcuni avisini è partito dall’Ospedale sotto una pioggerellina fastidiosa che ci ha impedito l’accompagnamento musicale della Banda di Leno che nonostante le intemperie era venuta a svolgere il suo servizio e per questo la ringraziamo. Dall’Ospedale ci siamo spostati in Chiesa dove Don Renato ha celebrato la S. Messa e durante la predica ha speso parole molto nobili e toccanti per la nostra Associazione. Dopo la lettura della Preghiera dell’Avisino anche il nuovo Abate di Leno ha voluto spendere parole ben auguranti rivolte all’Avis.
Dopo Messa ci siamo spostati al nostro monumento dove è stata deposta una corona d’alloro in memoria degli avisini defunti che hanno svolto un prezioso servizio nel corso degli anni.
Per il pranzo ci siamo spostati alla Trattoria “I Santi” di Ghedi, dove tra una portata e l’altra circa 160 tra avisini e famigliari hanno potuto godere di un clima di serenità, amicizia, allegria. A fine pranzo sono
stati premiati un gruppo di avisini croci d’oro che hanno ricevuto una piccola targa a riconoscenza per la loro cessata attività e per la loro grande passione nei confronti dell’Avis. E’ stato riconosciuto anche un piccolo pensiero a tutti coloro che quotidianamente prestano il loro tempo gratuitamente per il buon funzionamento della nostra Associazione.
La Festa è stato un bel momento per riunire una parte della famiglia degli avisini e per trascorrere una giornata alternativa e che ha permesso a diverse generazioni di conoscersi e confrontarsi per rendere sempre migliore la nostra Avis.
Le croci d’oro premiate per la loro cessata attività e per il servizio svolto negli anni. Dall’alto a sinistra: Miglioli Giuseppe, Galuppini Giuseppe, Presidente PierAntonio Zanotti, Regorelli Mario, Davo Vittorio, Renato Lavagnini, Del Barba Silvano, Ceresa Davide, Loda Alessandro, Colosio Luciano. Dal basso a sinistra: Dagani Giovanni, Armanti Carlo, Del Pero Giovanni, Bonetta Pietro, Rodella Angelo, Dott. Piovani Marino, Zucca Luigi, Colosio Silvestro.
Vogliamo ricordare in questa occasione il nostro amico e vicepresidente Guido Losio che per anni ha speso tempo, amore e passione per la nostra associazione. Ciao Guido, ti ricorderemo per sempre. I tuoi amici avisini.
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Desenzano: corso di formazione
Si è tenuto presso l’Aula Magna del presidio Ospedaliero di Desenzano il II° Corso di Formazione ed Informazione per soci e dirigenti Avis organizzato dalla sezione Avis Desenzanese
Scopo del corso è quello di fornire ed affinare la conoscenza, ormai indispensabile, delle problematiche legate al mondo del Volontariato ed in modo particolare del mondo avisino. Il corso, patrocinato e sostenuto dall’Avis Provinciale, in collaborazione con il CSV, si è articolato in cinque incontri ed ha affrontato tematiche di attualità associativa integrandosi con i momenti formativi in ambito provinciale.
Gli argomenti “Perchè Avis e l’impegno di un dirigente - La tutela della salute del donatore e del ricevente - La legislazione del volontariato - Finalità del D.Lgs. 196/2003 - L’uso clinico del sangue nelle urgenze e nella chirurgia elettiva “, grazie anche alla competenza ed alla capacità di esposizione dei relatori, hanno suscitato molto interesse e sono stati seguiti con attenzione; inoltre la partecipazione di numerosi dirigenti, anche delle sezioni vicine (Lonato, Pozzolengo, Calcinato e Valtenesi) ha messo in luce la bontà dell’iniziativa.
Al termine dell’ultimo incontro è stato consegnato un attestato di partecipazione a tutti i presenti.
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Rovato: inaugurata la nuova sede
L’Avis di Rovato riapre la propria casa, completamente ristrutturata e rimessa a nuovo grazie a un intervento da circa 200mila messo in campo dai soci, con un accordo trentennale siglato dall’Avis
provinciale che consentirà il rientro dall’importante investimento, e l’adesione della proprietà Asl Mellini di Chiari, il Comune di Rovato e la locale sezione avisina presideuta da Giovanni Cicolari. La sede ha sempre la stessa ubicazione:
via Golgi, 2, di fronte all’entrata principale dell’ospedale “Don Gncochi”. Una bella soddisfazione per le centinaia di soci Avis di Rovato, sodalizio fondato nei lontani anni Cinquanta e ancora oggi tra i più numerosi e attivi nella capitale della Franciacorta.
Così in occasione dei festeggiamenti per il patrono di Rovato, San Carlo Borromeo (4 novembre), l’Avis di Rovato ha così ianugurato – presenti numerose autorità, il presidente Avis Gianpietro Briola e il vice Ezio Quaglietti - ufficialmente la struttura.
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“e’un grande piacere per me oggi p r e s i e d e r e un sodalizio
di volontariato che giunge ad un così importante traguardo. Traguardo non inteso come arrivo, ma come compleanno, momento di festa per tutti i volontari Avisini”. Queste sono le prime parole del presidente di sezione Mario Pedersoli che con
gioia ed emozione il 13 ottobre 2013 ha aperto i festeggiamenti per il 50° compleanno dell’Avis Intercomunale di Breno. Cinquant’anni, una lunga e grande storia che racchiude sentimenti, racconti, testimonianze e tanti ricordi; ed un po’ di commozione trapela quando vengono ricordati 2 amici storici della sezione scomparsi nel 2013: il Cav. Mario Farisè , per il quale è stata bandita una borsa di studio per i giovani laureati in
medicina, ed il direttore sanitario dott. Lucio Marchi. Doveroso è anche il ricordo degli amici defunti che in passato hanno contribuito a far nascere e crescere il sodalizio: il 1° presidente Santo De Paoli con la sig.ra Erminia Valli Sala (fondatori della sezione), il Cav. G.Franco Fornari presidente per 24 anni. Un lungo applauso viene tributato a chi, ancora oggi, ci mette tempo, entusiasmo e passione: Fantini Faustino già
Breno: cinquant’anni di solidarietà
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presidente dal 2002 al 2008, alla fine ricordato con una targa. Attualmente la Sezione Intercomunale conta circa 950 donatori attivi, ed in 50 anni ha donato circa 70 mila sacche di sangue, quasi 70mila gesti di amore ed altruismo che vanno ad inserirsi nell’odierno tessuto sociale, muovendo all’opera volontaria altre forze, raccogliendo altri consensi; nuova linfa per poter continuare con impegno a seguire la via tracciata da chi ci ha preceduto. Dopo il saluto del Presidente è stata la volta del sindaco di Breno dott. Sandro Farisoglio, il quale ha elogiato l’associazione per il lavoro svolto con l’augurio che possa continuare
a farlo. Alla fine il Presidente Pedersoli lo ha nominato Avisino Onorario offrendogli la Goccia d’oro con dedica in pergamena “Si onora assegnare al sindaco di Breno per la sincera condivisione e appoggio costante ad ogni attività della nostra Associazione”.La parola poi al V. Presidente Provinciale e Consigliere Regionale signor Ezio Quaglietti per i saluti di rito.Successivamente il saluto del responsabile di zona signor Marcello Ravani, dopo di lui ha portato il saluto il dott. Giacomo Bellicini 1° Direttore Sanitario e v. Presidente 50 anni fa. La parola infine è stata data al dott. Renato Pedrini, direttore generale dell’ASL, rimarcando l’ottimo rapporto con l’Avis. Un piccolo ricordo è stato consegnato ai sigg. Sindaci partecipanti, un mazzo di fiori per la vedova dell’indimenticabile Gianfranco Fornari, ai figli del grande amico Farisè e alle figlie del compianto amico dott. Marchi. Dopo le “premiazioni” ed i convenevoli presso il salone del BIM di Breno, in corteo accompagnati dalle note della Civica Banda del comune,
ci si è trasferiti in Duomo per la celebrazione della S. Messa. Lungo il tragitto una doverosa sosta davanti al monumento del donatore ha consentito ai partecipanti di intonare l’inno dell’Avis. La funzione religiosa è stata accompagnata dal canto del coro Voci dalla Rocca che ha contribuito alla solennità del rito.Il pranzo conviviale ha chiuso la giornata. Si è trovato lo spazio per ringraziare ancora i più stretti collaboratori, tutti i consiglieri di Sezione, tutti i Capi Gruppo, tutti gli Avisini presenti e non, tutti gli operatori del Centro Trasfusionale, tutti coloro che hanno aiutato a realizzare questa festa. La grandezza del gesto di donare il sangue è quella dell’atto di generosità anonima e disinteressata che trasmette la vita da uomo a uomo senza distinzione; si tratta di un dono vero, proprio perché non presuppone alcuna contropartita e tra tutte le “medaglie” consegnate agli avisini durante la giornata, permettetemi di dire che per un donatore è questa la “medaglia” più bella.
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Gli avisini e la redazione porgono alle famiglie sentite condoglianze
Blanco SalvatoreMedaglia d’oro con diamante
Avis Nave
Luciano Buzzeni
Avis Rezzato
Domenighini Roberto
Avis Breno
Ariossi Giovan Battista
Avis Breno
Fiorino Gasparini
Avis Breno
Pedretti Giacinto
Avis Breno
Dante Damiola
Avis Breno
Uberti Ilario Medaglia d’oroAvis Cologne
Uberti RenatoMedaglia d'argento
Avis Cologne
Egidio Fada Medaglia d'argento
Avis Bovegno
Gemma Oliana
Avis Lavone
Umbertina Porteri
Avis Lavone
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la goccia
Gli avisini e la redazione porgono alle famiglie sentite condoglianze
Amorini Venturino
Avis Darfo
Chitto' Giovanni Medaglia d’oro
Avis Sarezzo
Ronchi Mariagrazia
Avis Sarezzo
Losio GuidoDistintivo con fronde
Avis Leno
Lupatini Antonio Fronda d'Oro
Avis Castrezzato
Marco Richini Medaglia d’oro
Avis Darfo
Vito BonanomiMedaglia d’oro
Avis Tavenole s/Mella
Luigi Pellegrini
Avis Valtenesi
Maria Bettoni Medaglia d’oroAvis Pisogne