Date post: | 01-May-2015 |
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LA LEZIONE
Ambra Amerini
PATTO D’AULA
• La lezione
• Vari tipi di lezione
• Percorsi di apprendimento tipici
• Le variabili di una lezione
• Gestire momenti critici
LA LEZIONE
• COSA SI INTENDE COMUNEMENTE
PER LEZIONE ?
LA LEZIONE
• Tradizionalmente si intende la lezione come una
conferenza…
• Comunicazione a una via, con esposizione
prevalentemente verbale e continuata con spazio finale
riservato alle domande
• Eppure nel Medio Evo non era così…
LA LEZIONE
LIMITI
• Solo nozioni, concetti e
principi
• Apprendimento basato
su modelli
• Ascoltare è faticoso
• Il docente ha pochi
feedback
VANTAGGI
• Efficienza: tanti allievi
simultaneamente
• Trasmissione di
conoscenze di base di
una certa materia
• Per il docente è facile
programmarla,
progettarla, gestirla
IL SUCCESSO DI UNA LEZIONE
Presidiare elementi riconducibili a 4 categorie
• Aspetti logistici
• Preparazione della lezione
• Gestione in aula della lezione
• Atteggiamenti del docente
LEZIONE VS CONFERENZA
LEZIONE
• Insegnare
• 8 -15 partecipanti
• Documenti prima o
durante
• 1 – 2 ore
• Domande dei
partecipanti durante
CONFERENZA
• Informare
• 30 – 50 … partecipanti
• Documenti dopo (atti)
• 20 – 30 minuti
• Domande dei
partecipanti alla fine
LA LEZIONE FRONTALE
• Il docente è come un attore: in piedi o seduto, di fronte
al suo pubblico con un suo copione già scritto:
• può esporre a memoria la lezione, addirittura
leggerla (lectio = lettura)
• presenta il suo “scritto” commentando le sue note e i
suoi lucidi
LA LEZIONE FRONTALE
• Gli studenti hanno ruoli passivi:
• ascoltano
• prendono appunti
• Possono sperimentare due sentimenti:
• soddisfazione per il “nutrimento” che ricevono
• frustrazione per non aver trovato lo spazio
espressivo
LA LEZIONE FRONTALE
• QUANDO FUNZIONA:
• Il gruppo dei partecipanti è numeroso
• I tempi a disposizione sono molto stretti
• I livelli iniziali di sapere sono molto bassi
LA LEZIONE ATTIVA
• Il docente fonda la sua lezione sul dialogo e sulla
discussione:
• riconosce e valorizza l’esperienza dei partecipanti e
la realtà in cui operano
• condivide e organizza il sapere insito negli studenti
LA LEZIONE ATTIVA
• Gli studenti parlano per primi sollecitati da domande
studiate per far emergere il sapere informe e
frammentato.
• In loro prevale il sentimento di
• corresponsabilità e di coinvolgimento
LA LEZIONE ATTIVA
• QUANDO FUNZIONA:
• Alla base c’è un’esperienza sul tema in esame
• I tempi a disposizione sono più lunghi
• Il docente ha grande dominio del sapere
LA LEZIONE RIFLESSIVA
• Il docente educa a definire correttamente i problemi più
che fornire soluzioni
• Allena i partecipanti a porsi domande intelligenti, a
sostare nell’incertezza e a ricercare personalmente le
risposte
LA LEZIONE RIFLESSIVA
• I partecipanti sono al centro del processo formativo:
• costituiscono le proprie mappe mentali
• verificano e mettono in discussione il sapere
LA LEZIONE RIFLESSIVA
• QUANDO FUNZIONA:
• Quando si considera l’apprendere dall’esperienza il
miglior metodo per l’apprendimento degli adulti
Lezione riflessiva
Lezione attiva
Lezione frontale
Livello della capacitàdi apprendimento individuale
Complessitàdel compito
di apprendimento
moltocomplesso
semplice
basso alto
ALCUNI PERCORSI TIPICI
• Deduttivo: dal generale al particolare
• Induttivo: dal particolare al generale
• Per problemi
• Storica
SEQUENZA DEDUTTIVA
PREMESSA
PRINCIPIGENERALI
SVILUPPOARGOMENTI
CONSEGUENZEPRATICHE/ESEMPI
E’ il percorso utilizzato più spesso
E’ adatto per: trasmettere definizioni spiegare procedure dare informazioni in breve tempo
Rischi: noia linguaggio troppo alto troppe informazioni in rapporto al tempo a
disposizione
SEQUENZA INDUTTIVA
CASO PARTICOLARESITUAZIONE SPECIFICA
RIFLESSIONI
CONCETTI
CONSEGUENZEALTRI CASI
E’ adatto per: spiegare concetti complessi pubblico neofita livelli medio/bassi
Rischi: banalizzazione tempi lunghi
SEQUENZA PER PROBLEMI
DOMANDESIGNIFICATIVE
CONFRONTO TRAPARTECIPANTI/
DOCENTI
SOLUZIONIE CONCETTI
CONSEGUENZE
Più difficile da progettare
Poco standardizzabile
E’ adatto per: convincere vendere
Ha maggiori probabilità di efficacia
Rischi: non toccare le corde giuste
SEQUENZA STORICA
ANNI 60
ANNI 70
ANNI 90
OGGI
Maggiore profondità all’argomento
Trattazione più lunga e astratta
E’ adatto per: partecipanti già esperti
Consente di comprendere meglio la situazione attuale
Da utilizzare alla fine con partecipanti meno esperti
UNA LEZIONE DI SUCCESSO
ESEMPI C
ON
CR
ETI
ESEMPI C
ON
CR
ETI C
OIN
VO
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CO
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OLG
IME
NTO
METAFORE/ANALOGIE
METAFORE/ANALOGIE STORIELLE/BATTUTE
STORIELLE/BATTUTE
MA SOPRATTUTTO …
… PREPARARSI !!
• Non sottovalutare l’importanza della preparazione
anche per chi conosce la materia
• Riorganizzare le conoscenze in modo fruibile per
quell’uditorio, in quel seminario, entro quel lasso di
tempo…
BILANCIAMENTO TEMPO - CONTENUTI
• Esplicitare gli argomenti chiave
• Insicurezza: molto materiale
• Questo non si può non dire
• Unica indicazione: provare e aggiungere 50 - 80%
del tempo
• Scaletta complessiva da sfoltire
I PARTECIPANTI
• Età e scolarità
• Posizione aziendale ricoperta e anzianità nella
mansione
• Numero e tipo di esperienze formative
• Livello presunto di conoscenza della materia
• Atteggiamento ipotizzabile verso la lezione
I LUCIDI
• Frasi sintetiche
• prepara i lucidi come se fossero il suo parlato
• dispense da dare anche a chi non è in aula
• Curare la visibilità
• Scritte scure su fondo chiaro
• Titoli sintetici
• Pochi estetismi e disegni
COME SI DIVENTA DOCENTI
• Ridurre la monotonia:
• Esercitazioni pratiche
• Nel pomeriggio poca teoria
• Alternanza
IL LINGUAGGIO
• Ogni materia ha il suo linguaggio specifico
• Glossario
• Definire sui lucidi i termini specifici
• Spazio alle domande
• Costruzione delle frasi
• Velocità e ritmo
• Trascinamenti e intercalari
LA COMUNICAZIONE NON VERBALE
• La mimica facciale
• Lo sguardo
• I gesti
• Il movimento
COME COINVOLGERE ?
• Chiedere pareri sulla chiarezza di quanto esposto
• … o sulla condivisione dei principi esposti
• … o sulle esperienze personali maturate
• … o sull’utilizzabilità pratica di quanto visto insieme
• Evitare domande dirette ai singoli partecipanti
COME RISPONDERE ALLE DOMANDE
GLI ERRORI PIU’ COMUNI
• Comunicare con l’atteggiamento che la domanda è
inutile
• Entrare in contraddittorio acceso e prolungato
• Rimandare sistematicamente le risposte a quando si
tratterà l’argomento
• Commentare, valutare o interpretare le domande
COME RISPONDERE ALLE DOMANDE
• Rispettare il partecipante aspettando che concluda la
sua esposizione
• Accreditare la sua obiezione iniziando la risposta con un
segnale di comprensione
• Evidenziare gli aspetti che si condividono
• Esporre il proprio punto di vista con parole differenti da
quelle utilizzate nella prima formulazione
I RIEPILOGHI
• Riepiloghi a fine lezione
• Riepiloghi a fine giornata
• Riepiloghi a fine corso
• Riepilogo del docente
• Riepilogo guidato
• Riepilogo libero
LA GESTIONE DEI MOMENTI CRITICI
CAUSE:
• Il modo in cui sono stati convocati i partecipanti
• Il messaggio implicito che trasmette il corso
• Le persone presenti in aula
• Il clima dell’organizzazione
• Il comportamento del docente
LA GESTIONE DEI MOMENTI CRITICI
• Il gruppo tace
• Il gruppo polemico o prevenuto
• I personaggi difficili
• Il domandologo
• Il logorroico
• L’esperto un po’ saccente
LE SITUAZIONI PARTICOLARI E RICORRENTI
Ottenere informazioni
Dare un ordine
Disarmare la collera
AscoltareDare rinforzo positivo
Chiedere qualcosa
Fare una critica
Gestire le obiezioni
Gestire una critica
Dire di no
LA CRITICA DISTRUTTIVA
Si focalizza sulla persona, tende ad etichettare (“sei un
pasticcione”)
Generalizza (sempre, mai: “non capisci mai niente!”)
Parla del passato (“ormai lo sbaglio è fatto e non si può
rimediare”)
Ha intenti punitivi e suscita difese (“chi sbaglia, paga”)
Demoralizza, demotiva
LA CRITICA COSTRUTTIVA
Si focalizza su un problema (“in questa relazione, sei stato un po’ confuso”)
E’ specifica (“guarda che forse qui ….”)
Guarda al futuro (“se ci riprovi, credo che rimedierai l’errore”)
Ha intenti informativi e offre sostegno (“ti dò una mano, ti faccio vedere come si fa”)
Incoraggia, motiva
SAPER DIRE DI NO
Sostenere i “vostri” diritti
Distinguere tra bisogni - diritti - doveri
Fissare limiti - priorità personali “invalicabili”
Non farsi influenzare dai sensi di colpa
Rifiutare con calma ma fermamente
Pur rifiutando concedere, se esistono, possibilità future
Sostenere le parole con un comportamento non verbale
coerente (fermo - deciso - ma gentile)
GESTIRE OBIEZIONI Non reagire negativamente
Capire se l’obiezione è:
- di contenuto/specifica
- pretestuosa/generica
Usare strategie di gestione coerenti:
- se obiezioni specifiche strategie di approfondimento:
. aumento delle informazioni
. sviluppo di più alternative
. bilanciamento dei “contro” con dei “pro”
- se obiezioni pretestuose strategie di ristrutturazione:
. specificazione attraverso domande che limitano l’obiezione
. appoggio di ritorno attraverso conferme dell’affermazione dell’interlocutore asuo uso per riproporre
GESTIRE UNA CRITICA
Non reagire emotivamente
Esaminare oggettivamente la critica
Far specificare - far approfondire (per circoscrivere la critica)
Fornire fatti/informazioni oggettive e plausibili per soddisfare le
domande di chi critica
Verificare il grado di “persuasione” dell’interlocutore
Dare, se necessario, altre spiegazioni
SAPER CHIEDERE
Scegliere le parole più adatte
Accompagnare le parole con una comunicazione non verbale adeguata
(ferma-decisa ma non aggressiva)
Spiegare con argomentazioni forti il perchè della richiesta
Parlare in prima persona
Non “diluire” con argomentazioni “deboli”
Fare la richiesta
Presentare i vantaggi-svantaggi comuni se la richiesta è accettata
Ribadire i vantaggi/svantaggi comuni a fronte del rifiuto
DARE RINFORZO POSITIVO
Non sottovalutarne l’importanza: le persone hanno bisogno di attenzione
Può essere utile per:
- rinforzare comportamenti specifici
- rassicurare e incoraggiare- aumentare la stima di se
L’elogio deve essere:
- tempestivo
- specifico- appropriato- accompagnato/sostenuto dal comportamento non verbale
Spiegare perchè il comportamento è positivo Manifestare fiducia nelle capacità dell’elogiato Motivarlo a “non mollare”
SAPER ASCOLTARE
Ascoltare il punto di vista dell’interlocutore anche se e’ diverso dal proprio
Guardare l’interlocutore
Non pensare a come ribattere mentre ti stanno ancora parlando
Non giudicare prima di aver capito
Non interrompere - lascia che l’altro sviluppi il proprio pensiero
Fare domande per avere altre informazioni, se è necessario per capire
Fare sintesi per verificare la comprensione
Ascoltare attivamente: non saltuariamente, non superficialmente
DISARMARE LA COLLERA
Non reagire emotivamente
Cogliere il momento opportuno
Ignorare selettivamente (non accettare provocazioni - rispondere solo a quelle parti dell’aggressione che si possono accettare)
Aprirsi all’altro
Cercare di capire l’altro ed il motivo che ha provocato l’irritazione
Usare la tecnica del “contratto”: non accettare insulti o minacce (siete disposti a discutere solo se l’altro assumerà un comportamento più calmo e controllato)
Non offendere l’altrui dignità
Scusarsi se siamo in difetto
Spiegare le motivazioni del nostro comportamento
Chiudere positivamente
DARE UN ORDINE
Convincersi che è nostro diritto ottenere quell’obiettivo
Fare la richiesta:
- fornendo le motivazioni “forti” che la sostengono
- con voce determinata ed energica
- guardando negli occhi l’interlocutore (non esagerare)
- in modo conciso e preciso
- parlando in prima persona
Usare la tecnica del “disco rotto” (ripetere con calma ma fermamente il proprio punto di vista)
Far precedere o seguire al comando un’espressione cortese se e’ necessario prevenire possibili aggressività
Non temere il silenzio dopo la richiesta
Non cedere - deve cedere l’altro
OTTENERE INFORMAZIONI
Mettere a fuoco le “informazioni” che servono per risolvere il nostro problema
Creare un clima positivo
Fare domande:
- chiuse per ottenere informazioni specifiche- chiare e concise
Non fare troppe domande
Non fare domande aggressive
Stimolare con il comportamento non verbale (sguardo)
Spiegare perchè servono quelle informazioni
Chiedere “aiuto” a fronte del rifiuto