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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso...

Date post: 26-Jul-2020
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FONTI LA MISSIONE SALESIANA TRA GLI INDIGENI DEL MATO GROSSO NELLE LETTERE DI DON MICHELE RUA (1892-1909) Antonio da Silva Ferreira INTRODUZIONE Sono 263 le lettere di don Michele Rua, conservate nell'ASC, che trattano dell'antica ispettoria di Lasagna: Uruguay, Paraguay e Brasile. Tali lettere si divi- dono, praticamente, in due periodi dei quali il primo — dal 1880, sino agli inizi del presente secolo — è chiaramente dominato dalla figura del vescovo di Tripo- li. Nel secondo hanno il primo posto i problemi propri delle singole parti in cui si divise quella ispettoria, — cioè UruguayParaguay, Brasile e Mato Grosso. In 102 di quelle lettere si parla del Mato Grosso. Anche qui con due periodi distinti: nel primo si presentano gli inizi di quella missione, coi collegi di Cuiabá e Corumbá e la colonia Teresa Cristina tra i Bororó; nel secondo la missione tra i bororó orientali costituisce, praticamente, il tema principale trattato da Rua. Noi pubblichiamo 60 di queste lettere, nelle quali o si parla esplicitamente della mis- sione tra gli indigeni o se ne trova qualche menzione. Don Michele Rua (1837-1910) Nato a Torino, s'incontrò da fanciullo con don Bosco, di cui diventerà uno dei più validi aiutanti. Vestì l'abito clericale nel 1852. Fu uno dei quattro ai quali il santo educatore propose nel 1854 di iniziare un esercizio di carità verso il pros- simo. Emise i voti privati nel '55. Accompagnò don Bosco nel primo viaggio a Roma del 1858. Nel 1859 fu eletto direttore spirituale della congregazione sale- siana appena iniziata. Sacerdote nel 1860, nel '63 ottenne l'abilitazione all'inse- gnamento nel ginnasio.
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FONTI

LA MISSIONE SALESIANA TRA GLI INDIGENI DEL MATO GROSSO NELLE LETTERE DI DON MICHELE RUA (1892-1909)

Antonio da Silva Ferreira

INTRODUZIONE

Sono 263 le lettere di don Michele Rua, conservate nell'ASC, che trattano dell'antica ispettoria di Lasagna: Uruguay, Paraguay e Brasile. Tali lettere si divi-dono, praticamente, in due periodi dei quali il primo — dal 1880, sino agli inizi del presente secolo — è chiaramente dominato dalla figura del vescovo di Tripo-li. Nel secondo hanno il primo posto i problemi propri delle singole parti in cui si divise quella ispettoria, — cioè UruguayParaguay, Brasile e Mato Grosso.

In 102 di quelle lettere si parla del Mato Grosso. Anche qui con due periodi distinti: nel primo si presentano gli inizi di quella missione, coi collegi di Cuiabá e Corumbá e la colonia Teresa Cristina tra i Bororó; nel secondo la missione tra i bororó orientali costituisce, praticamente, il tema principale trattato da Rua. Noi pubblichiamo 60 di queste lettere, nelle quali o si parla esplicitamente della mis-sione tra gli indigeni o se ne trova qualche menzione.

Don Michele Rua (1837-1910)

Nato a Torino, s'incontrò da fanciullo con don Bosco, di cui diventerà uno dei più validi aiutanti. Vestì l'abito clericale nel 1852. Fu uno dei quattro ai quali il santo educatore propose nel 1854 di iniziare un esercizio di carità verso il pros-simo. Emise i voti privati nel '55. Accompagnò don Bosco nel primo viaggio a Roma del 1858. Nel 1859 fu eletto direttore spirituale della congregazione sale-siana appena iniziata. Sacerdote nel 1860, nel '63 ottenne l'abilitazione all'inse-gnamento nel ginnasio.

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40 Antonio da Silva Ferreira

Nello stesso anno 1863 don Bosco lo inviò direttore del piccolo seminario di Mirabello. Mosso dal desiderio di stare sempre al fianco del suo «amatissimo figlio» e dalla necessità di sostenere la sua giovane età nel difficile compito di direttore di una comunità, gli trasmise, sotto forma di ricordi confidenziali, quegli orientamenti spirituali e quelle esperienze pedagogiche maturate a Valdocco che avrebbero dovuto modellare il servizio apostolico ed educativo della nuova casa.

Tornato a Valdocco dopo la morte di Alasonatti nel 1865, Rua, a poco a po-co messo da don Bosco al «timone del carro», prese su di sé la parte disciplinare e amministrativa. Col tempo — e questo si vede dalla corrispondenza dei missio-nari — a lui furono deputate le mansioni del governo ordinario della società sale-siana, mentre don Bosco si dedicava sempre di più al compito di fondatore e a convogliare la beneficenza pubblica verso le iniziative in favore della gioventù e delle missioni.

Nel 1884 il Papa Leone XIII lo nominò vicario di don Bosco il quale gli af-fidò la congregazione e la pose «tutta sulle sue spalle». La comunicazione me-diante circolare a tutti i salesiani fu fatta solo P8 dicembre 1885. Nel 1888 diven-tò il primo successore di don Bosco. Il processo di beatificazione e canonizzazio-ne ebbe inizio nel 1922. Rua fu dichiarato beato da Paolo VI nel 1972.

Non è questa la sede per parlare dell'azione organizzativa svolta da Rua in congregazione.1 Sotto il suo governo la congregazione si estese in

1 Cf A. AMADEI, Il Servo di Dio Michele Rua, Successore del Beato Don Bosco. Torino, S.E.I. 1931-1934, 3 voli. P. BRAIDO, Don Michele Rua primo autodidatta «Visitatore» salesiano [...], in RSS 9 (1990) 1, pp. 97-179; A.S. FERREIRA, O decreto de ereção canônica das inspeto-rias salesianas, de 1902, in RSS 6 (1985) 35-71; Regole o Costituzioni della Pia Società di S. Francesco di Sales seguite dalle Deliberazioni dei Sei Primi Capitoli Generali. S. Benigno Cana-vese, Scuola Tip. e Libraria Salesiana Ed. 1902, pp. 313-314, art. 492-496; Programma scolasti-co per le scuole di artigiani della Pia Società di S. Francesco di Sales. Torino, Tipografia Sale-siana 1903; Atti del Primo Congresso Internazionale dei Cooperatori tenutosi in Bologna ai 23, 24 e 25 aprile 1895. Torino, Tipografia Salesiana 1895; Actas del Segundo Congreso de Coope-radores Salesianos celebrado en Buenos Aires los dias 19-20-21 noviembre de 1900. Buenos Aires, Escuelas Tipográficas Salesianas del Colegio Pio IX de Artes y Oficios 1902; Atti del IH Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani con appendice sulla incoronazione di Maria Ausiliatrice per cura del Sac. Felice G. Cane. Torino XV-XVII Maggio MCMIII. Torino, Tipo-grafia Salesiana 1903; Actas del VI Congreso de los Cooperadores salesianos celebrado en San-tiago de Chile los días 21, 22 y 23 de noviembre de 1909. Santiago de Chile, EscuelaTalleres de la «Gratitud Nacional» 1910; J.M. PRELLEZO, La risposta salesiana alla «Rerum Novarum». Approccio a documenti e iniziative (1891-1910), in A. MARTINELLI e G. CHÉRUBIN (ed.), La dottrina sociale della Chiesa strumento necessario di educazione alla fede. Roma, Dicastero per la Famiglia Salesiana 1992, pp. 39-91.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 41

Europa, in Asia, in Africa e in America, passando da 64 a 341 case e da poco più di 700 soci a più di quattromila.

Nelle sue lettere Rua lascia trasparire tutto il suo amore per don Bosco, l'im-pegno per far vivere l'osservanza religiosa e, soprattutto, la paternità e la bontà con cui vuole siano trattati i missionari. Nel campo sociale ricordiamo l'azione di Rua in favore di una miglior formazione degli artigiani nelle case salesiane e l'impegno per una assistenza più accurata degli emigrati. L'enciclica Rerum No-varum poi fu oggetto di studio e di deliberazione dei capitoli generali e dei con-gressi salesiani, i quali misero in risalto specialmente i punti riguardanti il lavoro salesiano: formazione dei giovani operai, educazione della donna, missioni tra gli indigeni, assistenza agli emigrati.

Destinatari delle lettere

La nostra raccolta si apre con due petizioni al Papa Leone XIII, in occasione della consacrazione episcopale di Lasagna. C'è una lettera a Cagliero, un'altra a Albera. Ma le lettere che propriamente parlano della missione del Mato Grosso sono 56, delle quali 43 dirette a Malan, 12 a Balzola e una a Colbacchini.

I manoscritti

Furono presi in esame 61 manoscritti (due per la seconda petizione indiriz-zata a Leone XIII), dei quali 57 originali — 28 autografi, 5 apografi con il finale autografo, 24 apografi con firma autografa —, una copia litografata con pensiero autografo di don Bosco e poscritto autografo di Rua, due altre copie semplici e una fotocopia. Sessanta di questi manoscritti sono scritti in italiano, uno in fran-cese e in italiano. Quando non scriveva personalmente le lettere, Rua si serviva di diversi segretari, i quali sviluppavano con una relativa libertà i punti che Rua indicava. Variano quindi gli stili e le scritture; lasciamo a una futura edizione critica dell'epistolario di Rua il compito di identificarne gli amanuensi.

Caratteristiche dei manoscritti I manoscritti sono abbastanza ben conservati, con la carta ingiallita. Diverse

lettere a Malan, probabilmente messe in un raccoglitore, portano due fori sul margine sinistro, i quali qualche volta vengono a interessare il

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42 Antonio da Silva Ferreira testo, cosicché si è dovuto ricostituirlo.

Le due petizioni al Papa sono scritte in fogli grandi, 305 x 205 mm. 49 ma-noscritti hanno le normali dimensioni di una carta da lettera di quei tempi, in genere 210 x 136 mm.

La lettera col pensiero di don Bosco, litografata, ha la dimensione di tutte le altre di questo genere, 141x110 mm. Si trovano anche 4 biglietti per chiedere notizie di qualche colonia indigena oppure del conflitto con D'Amour, e perfino un piccolo biglietto di 67 x 104 mm. nel quale si chiedono notizie più precise sul viaggio a Rio de Janeiro. In 9 lettere il testo lascia l'ultima pagina interamente libera; in altre 4, un intero foglio. L'inchiostro è nero, diventato seppia in alcuni casi.

Criteri di edizione

Al numero progressivo, in stretto ordine cronologico, segue il nominativo del destinatario.

La data viene sempre messa all'inizio delle lettere. Vi si premette il segno * nei casi in cui, nell'originale, si trovasse alla fine.

Vengono numerate le righe e indicati anche i fogli della lettera, retto o ver-so, per facilitarne la citazione.

Quando si trattasse di apografi con correzioni autografe di Rua, queste ven-gono indicate con R, mentre le correzioni dell'amanuense vengono indicate con C.

Quanto ai nomi delle persone, ogniqualvolta dal nome indicato nella lettera non si riusciva a risalire alla persona in causa, si è dovuto intervenire. Negli altri casi la correzione si è fatta nelle note alla fine della lettera. Per il rimanente, si è rispettato il più possibile il testo dei manoscritti. I pochi interventi del curatore dell'edizione sono indicati tra parentesi quadre.2

ABBREVIAZIONI E SIGLE ACPVC Archivio del Collegio Pio di Villa Colón apost. apostolico arciv. arcivescovo ASC Archivio Salesiano Centrale

2 Ringraziamo don Brenno Casali, dell'ISS, per la paziente revisione fatta del testo di questo contributo, specialmente per la lingua italiana.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 43

BS «Bollettino Salesiano» capitol. capitolare card. cardinale cf. confer dirett. direttore E Epistolario di San Giovanni Bosco, a cura di Eugenio Ceria, 4 vol. Tori-

no, SEI 1955, 1956, 1958, 1959. ed. editore Emo. Eminentissimo FDB ASC, Fondo Don Bosco. Microschedatura e descrizione, a cura di A.

Torras. Roma 1980. FMA Figlie di Maria Ausiliatrice ispett. ispettore, ispettoriale LAS Libreria Ateneo Salesiano MB Memorie Biografiche di Don (del Beato... di San) Giovanni Bosco, 19

vol. (da 1 a 9: G.B. LEMOYNE; 10: A. AMADEI; da 11 a 19: E. CERIA) + 1 voi di Indici (E. FOGLIO). San Benigno Canavese-Torino 1898-1939 (Indi-ci, 1948).

mons. monsignore mons.r monsignore m.or monsignore m.r. monsignore n. nato

pref prefetto RSS «Ricerche Storiche Salesiane. Rivista semestrale di storia

religiosa e ci vile». Roma, LAS (Istituto Storico Salesiano) 1982 ss. sac. sacerdote sales. salesiano SDB salesiano di don Bosco S.E.I. Società Editrice Internazionale titol. titolare vesc. vescovo vic. vicario

Diversità di orientamenti nelle missioni salesiane dell'America Atlantica

Breve panorama delle missioni salesiane fino al 1910 Nel 1875 partiva da Torino la prima spedizione missionaria per l'America. I

salesiani andavano a Buenos Aires e, tra gli scopi prefissi da don Bosco, avevano quello di preservare la fede tra gli emigrati e di diffondere il vangelo tra i popoli pagani. Stabilitisi a S. Nicolás de los Arroyos e a Buenos Aires, si diedero spe-cialmente a curare gli emigrati italiani.

Durante la conquista del deserto, fatta da Roca, i salesiani entrarono

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44 Antonio da Silva Ferreira in contatto colle tribù indigene. Ma la definitiva entrata nella Patagonia si ebbe con Fagnano nel 1880.3 Posteriormente si crearono il vicariato apostolico della Patagonia settentrionale e la prefettura apostolica della Patagonia meridionale e della Terra del Fuoco. In Uruguay i salesiani partecipavano alle missioni popolari promosse dalla diocesi. Nel 1895 si incominciò la missione tra i bororo del Mato Grosso.

Cagliero, vicario apostolico della Patagonia, era anche vicario di don Bosco per l'America. Nel 1896 la regione fu divisa in due. Cagliero restò con l'America Atlantica e Costamagna, fatto vicario apostolico di Méndez y Galaquiza in Ecua-dor, fu vicario di Rua per il Pacifico.

Nella regione del Pacifico c'erano missioni propriamente dette soltanto tra i jívaros dell'Ecuador. Tra i lebbrosi della Colombia si faceva un lavoro di evange-lizzazione e promozione umana degno di ogni lode. Nel Caribe si lavorava pure tra i neri dalla Giamaica.

Nel nord-Africa ci furono presenze salesiane a Tunisi, destinate principal-mente agli emigrati italiani. L'ispettoria medio-orientale aveva case in Palestina, Egitto e Turchia.

Alla fine del periodo si aprirono case nel Mozambico (1907), a Macao (1906) e nell'India (1906). Ma il vero orizzonte missionario della congregazione, fino all'entrata in scena della Cina e dell'India, è sempre l'America del Sud. Delle notizie missionarie pubblicate dal BS nel periodo 1900-1909, due terzi abbondan-ti parlano delle missioni dell'America Atlantica e poco meno di un quarto si rife-riscono alle missioni tra i jivaros e tra i lebbrosi. Le notizie riguardanti missioni nelle altre parti del mondo sono meno di un decimo delle notizie pubblicate dal BS e quasi tutte si riferiscono all'India e alla Cina.

I salesiani dell'America Atlantica non avevano però una maniera uniforme di concepire l'attività missionaria.

3 Giuseppe Fagnano (1844-1916), n. a Rocchetta Tartaro, Asti, studiò nel seminario di Asti. Come volontario della Croce Rossa entrò nella legione di Garibaldi; servì come infermie-re nell'ospedale militare di Asti.

Salesiano nel 1864, sac. nel '68, partì con la prima spedizione missionaria del 1875 e fu direttore a S. Nicolás de los Arroyos. Andò in Patagonia nel 1880. Parroco a Patagones, vi costruì la chiesa, i collegi dei salesiani e delle FMA, creò la banda musicale e l'osservatorio meteorologico, cercò di evangelizzare gli indigeni. Prefetto apostolico della Patagonia Meri-dionale e della Terra del Fuoco (1883-1912), arrivò a Punta Arenas nel 1887, dove creò un osservatorio meteorologico. Fondò le missioni dell'isola Dawson (1891-1911) e della Candelaria, nella Terra del Fuoco. Si distinse nella difesa delle tribù indigene. Morì a Santiago del Cile.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 45 L'attività missionaria nella Patagonia

Essa consistette nel curare la formazione della gioventù di entrambi i sessi in alcuni collegi fondati dai salesiani e dalle FMA, nel gestire le parrocchie e nel percorrere immense distanze per pacificare gli indigeni, predicare il vangelo e assistere religiosamente gli emigrati dispersi in quelle contrade.4

Nell'estremo sud del continente Con la creazione della prefettura apostolica della Patagonia meridionale e

della Terra del Fuoco si delineò chiaramente una diversità di tendenze nell'azione missionaria salesiana. Mentre nella Patagonia si continuava con il sistema inco-minciato nel 1880, nel sud Fagnano pensò di imitare le antiche riduzioni dei ge-suiti, creando dei villaggi indigeni, separati dai civili, nei quali gli indigeni potes-sero essere più facilmente difesi, curati e educati cristianamente. Due sono state le principali missioni di questo tipo: quella dell'isola Dawson (1891-1911), nella parte cilena della missione e quella della Candelaria, nell'isola grande.5

Nei primi anni questo sistema sembrava ottenere dei risultati eccellenti. Mentre nel vicariato gli indigeni restavano praticamente soggetti ai capricci dei civili6 e l'azione sporadica del missionario poco poteva fare per la difesa dei loro diritti e per la loro promozione umana, nelle missioni della Prefet-

4 Cf lettera Bosco-Eminenza Rever.ma 31.12.77, in E III, 257; relazione sulle missioni della Patagonia, marzo 1882, in E IV, 123-127; circolare ai cooperatori salesiani 15.10.86, in E IV, 361; E. VALENTINI (ed.), Profili di Missionari Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice, Roma, LAS [1975], passim; ASC A 849 6412 A. RICCARDI, Sunto della Relazione di Monsignore all'E-mo. Card. Gio. Simeoni, Pref. di Propaganda del 06.08.86; J. BORREGO, Originalidad de las misiones patagónicas en Don Bosco, in J.M. PRELLEZO GARCIA (ed.), Don Bosco en la historia. Actas del Primer Congreso Internacional de Estudios sobre San Juan Bosco (Universidad Pontifi-cia Salesiana - Roma, 16-20 enero 1989). Roma, LAS - Madrid, Editorial CCS 1990, pp. 467-470.

5 La diversità di orientamento tra Cagliero e Fagnano viene chiaramente descritta da G. Vespignani: «Ma mi sia permesso ricordare ciò che Mons.r Cagliero mi diceva riguardo al sistema di Mons.r Fagnano per la Terra del Fuoco (erano due missionari abilissimi pieni dello spirito di D. Bosco, ma andavano per due differenti vie, o almeno avevano un concetto distin-to... sarà stato anche per le circostanze dei luoghi e l'indole degli indigeni): - Ma se io, diceva M.r Cagliero, dovessi sostenere una Missione, incaricandomi di dar da mangiare a tutta una popolazione... come fa D. Fagnano... non me la caverei... non lo credo possibile né vedo che sia il nostro sistema - (e poi alludeva all'impresa delle pecore, dei terreni da pascolo, ai confratelli intenti a provvedere il mangiare quotidiano ecc., poi al vapore «Torino», alla goletta «Maria Aus.ce» che importavano spese enormi)» (ASC F 086 BRASILE Campo Grande Osservazioni fatte e raccolte nella visita al Mato Grosso (Curumbà 2 Ott. Cuyabà 13 Ott. e segg. 1925).

6 Cf ASC 1381205 lettera Cagliero-Bosco 30.07.85.

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46 Antonio da Silva Ferreira tura gli indigeni non solo venivano difesi, ma si poteva incominciare a pensare a un programma per la loro civilizzazione e cristiana educazione così concepito:

— ridurre gli indigeni alla vita civile e cristiana per mezzo dei loro figli, ai quali si chiedeva di mettere in pratica la religione e le virtù cristiane sin dalla infanzia e di poter così provare i vantaggi e le gioie morali della vita sociale;

— ridurre gli indi alla vita civilizzata per mezzo del lavoro produttivo: arti, mestieri e specialmente pastorizia e altre attività agricole.

Ancor più che nel primo, in questo secondo orientamento si rendeva indi-spensabile la cooperazione delle FMA per ottenere i frutti desiderati dalle ridu-zioni indigene.7

Nella campagna uruguayana A Paysandù, nell'Uruguay, i salesiani seguirono una tendenza che chiame-

remmo mista nei riguardi degli emigrati italiani, numerosi in quelle campagne. Vedendo che una delle cause principali della perdita della fede e della pratica religiosa era il loro sradicamento dalle tradizioni patrie, i missionari, da un lato passavano ogni tanto per le estancias per il servizio religioso, dall'altro cercarono di impiantare, in terreno appositamente acquistato, delle colonie, in cui gli emi-grati conservassero le usanze portate dall'Italia sia nel campo religioso che in quello civile.8 Lasagna, in un primo momento, volle trasferire questo modello da Paysandù a Botucatù, in Brasile, nel tentativo non riuscito di creare una missione nell'ovest paulista.9

Nel Mato Grosso Creando la missione tra i Bororó nel 1896, si pensò al modello delle ri-

7 Cf il «Piano delle Missioni salesiane» presentato in cinque punti da U.E. IMPERATORI, Giovanni Coglierò, Bologna, L. Cappelli [1931], pp. 23-24, nei quali si trovano elementi presi da diverse lettere di don Bosco, specialmente da quella del 31.12.77, E III, 257-258, e dalla circolare ai cooperatori del 15.10.86, E. IV, 361; cf anche ASC A 849 6412 lettera Simeoni-Fagnano 24.08.88; ASC A 849 6421 lettera suor Vallese-Rua 28.01.94; R. ENTRAIGAS, Monseñor Fogna-no - el hombre - el misionero - el pioneer, Buenos Aires, Editorial S.E.I. 1945; origine e sviluppo della missione di Dawson, pp. 283-504, passim; decadenza e fine, pp. 518-521, 544-548).

8 Cf A.S. FERREIRA (ed.), Cronistoria o diario di Mons. Luigi Lasagna [...], II, 104-116, in RSS 10 (1987) 110.

9 Cf A.S. FERREIRA, Essere ispettore-vescovo agli inizi delle missioni salesiane in Uruguay, Paraguay e Brasile: mons. Luigi Lasagna, in RSS 19 (1991) 213.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 47 duzioni. Questo modello resistette alla crisi che la missione attraversò negli anni 1918-1931 e, nonostante le critiche mosse da Rondón10 e dagli stessi salesiani, continuò ancora fino a dopo il Concilio Vaticano II. In applicazione del rinnova-mento voluto dal concilio, si tentò qualcosa di diverso nel lavoro missionario. Nel campo della sanità si promosse una massiccia vaccinazione degli indigeni, facili-tandone così la sopravvivenza fisica; col paziente aiuto di alcuni medici dell'Uni-versità di S. Paolo si riuscì a impedire la difusione della tubercolosi; si costituiro-no degli agenti sanitari tra gli stessi indigeni capaci di intervenire, nei casi più comuni, sia con la loro medicina tradizionale che con quella occidentale. Nel campo dell'evangelizzazione e della promozione umana si trasferì la responsabili-tà del loro incivilimento alle stesse comunità indigene. Nel Mato Grosso però questo nuovo modello si rese possibile solo grazie all'arrivo dei chavante nella missione.11

Nelle Amazzoni Dal 1914, nel Rio Negro, i salesiani avevano incominciato la missione tra i

Tucano e le altre tribù di quel fiume. All'inizio della missione, Giordano 12 volle che i missionari si servissero del nheen gatù, detto anche «lingua generale» per-ché serviva alla comunicazione tra le diverse tribù indigene del Brasile; il gover-no brasiliano impose nel 1930 l'uso della lingua portoghese.

Massa13 adottò il modello proposto già dal Comboni per l'evangelizza-

10 Candido Mariano da Silva Rondon, giovane ancora, si incontrò con Lasagna, nel viag-gio di ritorno dal Mato Grosso. Si distinse per gli ideali di integrazione nazionale. Esplorò personalmente gran parte dell'altipiano nella parte meridionale delle Amazzoni. Collegò quelle lontane regioni con il sud del paese attraverso una linea telegrafica. Direttore degli indi, fu uno dei più strenui difensori della catechesi laica. Il suo nome è oggi legato a uno degli Stati della federazione brasiliana, quello di Rondonia.

11 La grande capacità di adattamento dei chavante alla vita civile fece sì che nello spazio di quarant’anni essi passassero dalla foresta all'Università.

12 Lorenzo Giordano (1856-1919) n. a Ciriè, Torino. Sales. nel '73, andò a lavorare in Francia. Sac. nel '78. Nell'81 andò in Uruguay. Fondò il Liceo del Sacro Cuore di S. Paolo del Brasile e il collegio di Recife. Fu ispettore del nordest del Brasile (1908-1912). Fu anche mae-stro dei novizi. Primo prefetto apostolico del Rio Negro (1916-1919), morì nella povera capana di un caboclo sulle sponde del fiume Javari.

13 Pietro Massa (1880-1968) n. a Cornigliano Ligure, Genova. Sales, nel 1900 fu inviato in Brasile. Sac. nel 1905. Procuratore generale delle missioni salesiane a Rio de Janeiro (19091917), ispettore del Mato Grosso (1918-1919). Prefetto apostolico del Rio Negro nel 1920, riuscì a elevare la prefettura apostolica a prelatura nel 1925.

Fu contemporaneamente anche amministratore apostolico di Corumbá, nel Mato Grosso, e prelato del fiume Madeira. I superiori di Torino gli chiesero ancora di aiutare l'ispettore del Mato Grosso, Antonio Dalla Via, che non era abile nell'amministrare i beni dell'ispettoria. Vescovo titolare di Ebron nel 1941.

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48 Antonio da Silva Ferreira zione dell'Africa, e riproposto da don Bosco per la Patagonia:14 creò dei collegi dove si formasse la gioventù indigena che, tornata ai propri villaggi, sarebbe passata a vivere la propria cultura già in senso cristiano.

Più tardi i missionari pensarono alla creazione di villaggi di tipo occidentale, e in ogni villaggio si cercò di stabilire una scuola elementare i cui maestri erano scelti tra gli stessi indigeni.

Questi tentativi acuirono i contrasti e polemiche già esistenti tra i missionari e gli antropologi, anzi, ne crearono dei nuovi con la classe politica. Nel passaggio dal villaggio indigeno a quello di tipo civile, si sentì specialmente la mancanza di un programma preventivo di vaccinazione e di controllo della tubercolosi.15

Finalmente, seguendo l'esempio delle missioni dell'Ecuador e sotto la spinta del Consiglio Indigenista Missionario (CIMI) e del Consiglio dei Popoli e Orga-nizzazioni Indigene del Brasile, si creò una federazione delle comunità indigene del Rio Negro, che attualmente lotta per la proprietà della terra e l'emancipazione civile degli indigeni della regione.

Orientamenti missionari nelle lettere di Rua

Non troveremo in Rua la trattazione dei grandi temi e problemi dell'attività missionaria. Le sue lettere riguardano piuttosto l'immediatezza del quotidiano dei missionari. Perfino il rispetto per la cultura indigena è visto nell'ottica del biso-gno pressante di far sopravvivere quei selvaggi e non in quella dell'inculturazio-ne.

Nelle lettere di Rua da noi pubblicate si notano due periodi ben distinti. Nel primo, che è quello della colonia Teresa Cristina,16 Rua era ancora sotto l'influsso degli esiti iniziali di Fagnano e premeva perché nel Mato Grosso si imitasse l'e-sperienza fueghina: «Insomma devi pensare a costituire

Aveva il senso dei propri limiti. Nel Rio Negro si fece sostituire da vescovi ausiliari quali Joseph Domitrovisch e Giovanni Marchesi, più capaci ai compiti della vita missionaria. Massa rimase a Rio per chiedere l'aiuto della carità dei buoni e per assicurare alle missioni i sussidi del governo che furono sempre puntualmente confermati dopo le varie ispezioni fatte da diver-se commissioni governative e perfino dallo stesso presidente Juscelino Kubitschek.

14 Cf J. BORREGO (ed.), La Patagonia e le terre australi del continente americano [pel] sac. Giovanni Bosco, in RSS 13 (1988) 413-414.

15 Per mancanza di documentazione più precisa non trattiamo qui dell'incidenza altamen-te negativa sul lavoro missionario dell'attività del cartel de Medellin nella coltivazione della coca e nemmeno dell'ostilità al lavoro della missione da parte delle grandi compagnie" minera-rie.

16 Di essa si parlerà alla fine di questa introduzione.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 49 costì, come fanno i nostri Confratelli nell'isola di Dawson, un vero paese cristia-no».17

Poi — quando i salesiani si stabilirono in proprio sul Rio das Mortes e si era ormai verificato il crollo delle missioni tra gli indigeni dell'estremo sud del conti-nente —, Rua adottò una posizione molto più pragmatica: le missioni non dove-vano essere un luogo dove in forma caritatevole si assistesse all'estinzione delle tribù indigene, ma uno stimolo alla loro sopravvivenza e al loro progresso. La cultura indigena doveva essere valorizzata, promossa e lievitata dal cristianesimo.

Per questo ci volevano pazienza, tempo e tante risorse spirituali e materiali. A poco a poco si arrivò alla coscienza che, partendo dall'approfondita conoscenza della natura dell'indio, della sua mentalità e della sua cultura, come voleva il sistema educativo di don Bosco, si sarebbe avuta una delle chiavi per la soluzione del problema dell'evangelizzazione e della civilizzazione delle tribù indigene. Dei grandi missionari salesiani di quei tempi in Brasile, Balzola18 arrivò soltanto alla soglia di questa coscienza, mentre sarebbe stato Colbacchini a svilupparla più chiaramente e a fornire la base per un futuro sviluppo del lavoro tra i bororó e i chavante.

Periodo della colonia Teresa Cristina

Passaggio dalla vita nomade a quella sedentaria - il lavoro Per Rua la questione di fondo era ottenere che gli indigeni abbandonassero

la vita nomade per avere una dimora fissa: «solo con tal mezzo sa-

17 ASC A 4470604 lettera Rua-Balzola 05.08.97. 18 Giovanni Balzola (1860-1927) n. a Villa Miroglio, Alessandria; sales, nel 1888; sac.

nel '92; segretario di Lasagna fino al '95, quando partì con la seconda spedizione missionaria nel Mato Grosso, per assumere la direzione della colonia Teresa Cristina. Nel 1902 fondò la colonia del Sacro Cuore, con la quale i salesiani davano inizio, in proprio, alla missione tra i bororó. Nel 1914 gli fu affidato il compito di dare inizio alle missioni salesiane nel Rio Negro, nelle Amazzoni. Fino alla morte, avvenuta a Barcelos, sul Rio Negro, fu un valido collaborato-re di Giordano e di Massa. Grande parte della sua corrispondenza è stata pubblicata sul BS. Importanti le lettere confidenziali, scritte con un fine senso critico della propria azione missio-naria.

— Antonio Colbacchini (1881-1960) n. a Bassano del Grappa, Vicenza; sales, nel '97, partì per il Mato Grosso. Vittima del beriberi, dovette tornare in Italia. Sac. nel 1903, tornò in Brasile e si dedicò alla missione tra i bororo. Dagli indigeni fu proclamato loro cacico; pubbli-cò diversi libri sulla loro cultura. Dopo un periodo di crisi, dovette ritirarsi a Campo Grande e Corumbá. Tornò nell'Araguaia nel '49 per tentare l'evangelizzazione dei chavante, che potè abbraciare nel 1950. Ritornato in Italia, morì a Castel di Godego, Treviso. Dal governo brasi-liano fu insignito della decorazione della Croce del Sud.

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50 Antonio da Silva Ferreira rebbe possibile cristianizzarli e civilizzarli stabilmente».19 Non si trattava di for-zare gli indi, ma di allettarli a questo passaggio; passaggio che si sarebbe fatto gradualmente, abituandoli poco alla volta al lavoro, innamorandoli della vita stabile in un sito.

Il primo problema che si presentò fu quello del mantenimento della popo-lazione indigena. Balzola aveva pensato a provvedere una mandria di buoi da macellare secondo il bisogno. Pensava anche di ripartire le terre della colonia Teresa Cristina fra gli indigeni, dando ad ogni famiglia una base territoriale stabi-le. Rua lodò il piano ma non credette che questa «riforma agraria» si potesse subito attuare. Solo dopo alcuni anni si sarebbe potuto far sì che l'indio acquistas-se le attitudini che gli avrebbero permesso di sostenersi da sé: l'abitudine al lavo-ro costante, all'amministrazione di famiglia, all'uso del danaro.20

Nell'attesa che arrivasse quel momento, i missionari e i bororó coltivavano i terreni in forma comunitaria. E Rua raccomandava: «studiate anche il mezzo di far produrre dalla terra quanto è necessario al vitto e poco alla volta anche il ri-manente».

Balzola si metteva alla testa dei lavoratori, dando per primo l'esempio; Rua, considerando che il missionario doveva fare «da vero Parroco e sindaco in pari tempo», avrebbe voluto che esso si facesse aiutare dai salesiani coadiutori e che fosse «come la ruota maestra della Missione, mettendo in moto tutti gli altri Sale-siani, non Salesiani civilizzati e selvaggi», rimanendo esso fermo nel centro, o muovendosi solo per vedere se erano eseguiti i suoi ordini; «[...] resteranno pur alleggerite le tue enormi fatiche, che diventeranno forse molto più utili».21

Il lavoro era anche visto da un punto di vista formativo: con una costante e adeguata occupazione del tempo, si evitavano l'oziosità e le sue conseguenze. Rua raccomandava di trovare «gl'istrumenti necessari al lavoro da poter occupare un gran numero di uomini». «Sarà cosa ottima se potrai trovare occupazione anche leggera per tutti i poveri indii capaci di lavorare. La pastorizia, l'agricoltu-ra, l'orticultura, mestiere di falegname, fabbro, carrettaio, muratore, fabbricante mattoni sono tutte professioni utilissime alla civilizzazione».22

19 ASC A 4470603 lettera Rua-Balzola 10.07.96. 20 Cf ASC A 4470603 lettera Rua-Balzola 10.07.96; ASC A 4470615 lettera RuaBalzola

24.01.96. 21 Cf ASC A 4470606 lettera Rua-Balzola 12.02.98; ASC A 4470604 lettera RuaBalzola

05.08.97. 22 ASC A 4470603 lettera Rua-Balzola 10.07.96.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 51 Nel lavoro poi, seppure con la mentalità della cultura da cui proveniva, Rua

trattava della distinzione dei lavori propri dell'uomo da quelli propri della donna, «specie i lavori domestici». Alle FM A toccava insegnare alle donne a lavorare.23

Curare la salute dei bororo Appena iniziata l'esperienza di vita sedentaria nella colonia esplose una epi-

demia di influenza. Gli indigeni, — che non avevano nessuna difesa organica contro i raffreddori, l'influenza e altre malattie dei civili, — si dispersero nei bo-schi, ritornando più tardi, quando ormai il pericolo era passato. Se si voleva che la missione non facesse la fine che fecero poi le missioni dell'estremo sud del continente, urgeva curare l'educazione igienica dei bororo. E si incominciò dalle abitazioni: «sarà pur necessario far fabbricare molte nuove capanne, per non la-sciarli agglomerati in numero troppo grande in una sola capanna». Le donne «fal-le avvezzare a tener la pulizia delle loro capanne e delle loro persone. Se ci fosse stata maggior regolarità nella pulizia forse non si sarebbe sviluppata cotanto l'in-fluenza».24

Le case avrebbero dovuto essere stabilite «a piccola distanza le une dalle al-tre, così se scoppia l'incendio in una, le altre restano facilmente salve. Mettetele con simmetria e comodità per quanto si può».25

La prevenzione mediante l'educazione igienica non bastava. «Sarà anche bene cercare se vi è qualche rimedio per far cessare l'epidemia quando viene a manifestarsi. Un mezzo molto utile è l'isolamento. Perciò converrà fare un po' di ospedale. D. Traversa potrà dare savi consigli intorno all'assistenza degli infer-mi».26

La nudità: Per gli indigeni la nudità era l'espressione di un essere perfetto e sano; essi

si coprivano il sufficiente per preservare l'integrità fisica dei loro corpi e

23 ASC A 4470603 lettera Rua-Balzola 10.07.96. 24 ASC A 4470604 lettera Rua-Balzola 05.08.97; cf anche ASC A 440606 lettera Rua-

Balzola 12.02.98. 25 ASC A 4470606 lettera Rua-Balzola 12.02.98. 26 ASC A 4470606 lettera Rua-Balzola 12.02.98. — Raffaele Traversa (1839-1910) n. a Neive, Cuneo; sales, nel 1886; sac. nel 1889, rimase

a S. Benigno in qualità di consigliere degli artigiani. Nel '98 partì per il Mato Grosso. Morì a Sangradouro.

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52 Antonio da Silva Ferreira per difendersi dal malefìcio.27 Per i missionari, la nudità era il segno più evidente della miseria materiale e morale in cui li aveva precipitati il peccato. Dei ragazzi della strada del Brasile, diceva Massano: «Ma nelle vie, nel porto ed in tutti i canti delle città vedevamo gruppi di poveri ragazzi con un povero cencio indosso ma la più parte senza, in piena nudità, abbandonati alla sventura». E Balzola, parlando degli indi del Paraguay, racconta: «Quivi potemmo vedere gli indii nel loro vero stato [...]. Fummo molto impressionati nel vedere quei poveretti, coi cappelli tutti scarmigliati e lunghi che le [sic] pendevano sulle spalle, con un sacco o vecchia coperta legata ai lombi, con alcune penne d'uccelli in testa, ed in queste consisteva il loro mezzo vestito». «Oggi in Concepción abbiamo [avuto occasione di] vedere davvicino lo stato dei poveri Indii che quasi nudi percorrono le vie della città. Che miseria! Che scandalo!».28

Arrivato alla colonia Teresa Cristina, Balzola non si era affrettato a vestire gli indigeni. Rua se ne meravigliava: «Mi disse la Madre [Daghero] con mia ma-raviglia che codesti selvaggi stanno ancora nudi: speravo che a quest'ora avessero già tutti qualche specie di vestimenta da comparir almeno con qualche decenza. Sia questa una delle prime tue cure». Come per altri usi civili anche qui il missio-nario doveva intervenire senza farsi accorgere, più con l'esempio che con prescri-zioni.29

Condizione della donna Più deciso l'intervento sia di Balzola che di Rua quando si trattava di cam-

biare l'umiliante condizione della donna tra i bororo. «Mi fanno rabbrividire le cose che mi racconti delle povere figlie esposte a tanti pericoli [...]. Spero che il Signore benedica il tuo zelo e coraggio per impedire i disordini d'immoralità che mi hai accennati. Tu però non disgiungere mai lo zelo dalla preghiera e dalla pru-denza».30 Gli indigeni stimavano troppo Balzola per mancargli di rispetto quando era chiamato ad intervenire d'autorità in dife-

27 Tipico abbigliamento dell'uomo, che raggiungeva la pubertà, era il no ba con il quale si copriva, specialmente quando c'erano le donne (Cf A. COLBACCHINI, I bororos orientali «ora-rimugudoge». Torino, S.E.I. [1924], pp. 31-33).

28 Cf A.S. FERREIRA (ed.), Uruguay e Brasile visti dalle lettere di Teodoro Massano (1881-1888), in RSS 3 (1983) 315.63-65; Cronistoria o diario di Mons. Lasagna [...], II, 637; 640-643; 936-938, in RSS 10 (1987) 131, 141.

29 ASC A 4470604 lettera Rua-Balzola 05.08.97; ASC A 4470605 lettera Rua-Balzola 13.10.97; cf anche ASC A 444 lettera Tabone-Rua 25.07.97; ASC A 444 lettera Traversa-Rua 01.08.97.

30 ASC A 4470603 lettera Rua-Balzola 10.07.96.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 53 sa delle ragazze minacciate da violenza: «Noti che questi giovanotti non mi odia-no per questo, al contrario mi temono e non lasciano di dimostrarmi benevolen-za», scrisse il missionario; inoltre il capo tribù nei momenti più delicati coprì l'integrità fisica dei missionari con la sua presenza, evitando qualsiasi vendetta da parte di chi vedeva frustrati i propri desideri.31

Rua però non si accontentava di una azione repressiva. «Quello fa vedere il bisogno che vi è di promuovere la bella usanza di persuadere i giovani al matri-monio in età giovanile assai [...]. A tal fine sarà d'uopo il fabbricar case a misura che si formeranno nuove famiglie». «Dovrà essere anche vostra cura combinar matrimonii cristiani fra i giovani e le zitelle ed assegnar loro pezzi di terra da coltivare fabbricando loro qualche casa e capanna, quando ve n'è bisogno».32

Educazione religiosa dei bororo Ai missionari poi raccomandava di non «aver tanto premura di aumentar la

popolazione della colonia, quanto di rassodarli nella religione e virtù e formarne dei buoni cristiani». Indicava ad essi il compito di «formar dei villaggi cattolici, [..] istruire i selvaggi nelle verità della fede, [...] col battesimo farli cristiani, colla cresima e gli altri Sacramenti renderli buoni cristiani [...]».33

Alle suore spettava l'istruzione delle donne e delle ragazze, insegnando loro le orazioni e le verità della fede.34

Balzola doveva fare da vero parroco, tenendo in ordine i registri dei sacra-menti conferiti ai membri della colonia.35

In un paese cristiano i morti dovevano essere seppelliti in maniera cristiana: «Converrà pure che destiniate una località ad uso di cimitero pei cristiani. Se potrete cingerlo di mura, piantarvi la Croce in mezzo andrà tanto bene».36

31 ASC A 4370109 lettera Balzola-Rua 03.04.96. 32 ASC A 4470603 lettera Rua-Balzola 10.07.96; ASC A 4470604 lettera Rua-Balzola

05.08.97. 33 ASC A 4470603 lettera Rua-Balzola 10.07.96. 34 Cf ASC 4470604 lettera Rua-Balzola 05.08.97; ASC A 4470603 lettera Rua-Balzola

10.07.96. 35 ASC A 447 lettere Rua-Balzola 05.08.97; 10.07.96. 36 ASC A 4470606 lettera Rua-Balzola 12.08.98.

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54 Antonio da Silva Ferreira

Tramonto delle missioni nella Terra del Fuoco

Negli anni seguenti entrarono in crisi le missioni del sud del continente. La missione della Candelaria, nella Terra del Fuoco, aveva superato tante difficoltà nei pochi anni della sua storia: l'incendio del 1896, i contrasti con don José Me-néndez per la proprietà dei terreni, le polemiche sui giornali. Nel giugno 1900 contava 43 ragazzi e 35 ragazze interni, più 90 indigeni esterni. Ma presto inco-minciarono a essere decimati dalla tubercolosi.

Prima della venuta dei missionari gli indigeni raramente arrivavano a essere nonni; tale parola mancava nella loro lingua. Una volta raccolti nelle missioni, abbandonarono le loro primitive usanze di vivere all'aria libera e si rinchiusero in abitazioni nelle quali mancava l'igiene. Non resistettero al cambiamento del gene-re di vita e si resero facili prede della malattia. Non per niente un medico, che passò per la Candelaria nel giugno del 1900, aveva dato come unica medicina: Remedios generales, aire puro, agua buena y limpieza. Inoltre dalla cronaca si vede che la missione ospitava, con frequenza, sia i lavoratori delle vicine fattorie, sia i viaggiatori che erano di passaggio. Il contagio era quindi inevitabile.

Ma anche quelli che si ritiravano dalla missione venivano contaminati. «Nel-la Missione della Candelaria ove stanno meglio non muoiono tanto, ma essendo liberi con facilità lasciano la Missione[,] si uniscono a cattivi cristiani e quindi alcune volte ritornano peggiori. Noi facciamo il nostro dovere e quindi essi do-vranno dar conto a Dio». «Questi poveri indii muojono anche nei boschi, ma tra noi come santini e colà come la giustizia e la misericordia del Signore dis[porrà]». Nel 1909 non restavano che una dozzina di uomini con i salesiani e cinque donne e una piccola orfanella con le FMA.37

Parlando dell'isola Dawson, scriveva Ricaldone nel 1909: «Tutti conoscono il bene immenso che si fece agli Ona dai nostri confratelli con sì grandi sacrifìzii ed è pure noto che il morbo della tisi poco a poco distrusse questi poveretti dei quali attualmente non ne rimangono nella missione che due uomini e 7 o 8 don-ne». Già all'inizio del secolo scriveva Fagnano: «Le nostre Missioni vanno bene, ma sgraziatamente gli indii muojono, mentre adesso crescono i mezzi per alimen-tarli, vestirli, educarli». «La conversione degli indii e la loro applicazione al lavo-ro va adagio, ma l'educazione dei ra-

37 Cf ASC F 893 Crònica de la Misión Salesiana de Rio Grande Tierra del Fuego 18931946, pp.31 ss.; ASC B 703 Fagnano Gius. pref. apost. lettere Fagnano-Lazzero 24.09.902; 12.03.903: C. BRUNO, Los salesianos y la hijas de María Auxiliadora en la Argentina, II, Buenos Aires, Instituto Salesiano de Artes Gráficas 1983, pp. 435-455.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 55 gazzi e delle ragazze va benissimo, quantunque la morte faccia molte stragi per tutti, lasciandoci la consolazione che muoiono bene con tutti i soccorsi della no-stra Santa religione». Inutilmente Fagnano prodigò le cure di un medico a quegli indigeni: «Adesso vedremo se col medico in casa potremo riuscire a salvare la gioventù degli indii e con questo sarà completa l'opera salesiana in queste Mis-sioni». «Severi[,] non vogliono aversi riguardi nella malattia e quindi soccombo-no alle tubercolosi - grandi e piccoli». Per ben due volte si dovette aumentare il cimitero e, alla fine, anche quella missione si dovette abbandonare.38

La nuova missione tra i bororo

In mezzo a queste notizie arrivò a Rua il lieto annuncio che i salesiani si ap-prestavano a fondare una nuova missione tra i bororo, nella regione orientale del Mato Grosso. Erano partiti da Cuiabá con una solenne funzione di addio e si stabilivano in proprio. Rua ne era contento e raccomandava: «Fate attenzione a fissar la sede quanto più potete vicino ai paesi civilizzati: mi piace l'idea di non costituirvi come stipendiati del Governo, bensì chiedergli ajuti di quando in quando».39

Scrivendo ai missionari, che aspettavano da mesi l'arrivo degli indigeni, li incoraggiava e li consolava: «Coraggio, dunque, e avanti, Dio vi consolerà e premiará [sic] le vostre privazioni e pene con un felice esito, con un fiorito avve-nire [...] e Maria Ausil[iatri]ce colla sua protezione vi guidi, vi diffenda [sic] da ogni pericolo e special[men]te dal peccato maledetta sorgente d'ogni male».40

Gradualità del passaggio alla vita civile Arrivati i bororo, Rua parla nelle sue lettere del come trattarli. In primo luogo, non avere fretta di farli passare alla vita civile; ammetterli poco alla volta tra la popolazione della missione. Poi «bisognerà colà

38 ASC F 219 CILE Punta Arenas e Patagonia meridionale Visita straordinaria di D. Ri-caldone alla missione S. Raffaele Isola Dawson (Chili), p. 14; ASC B 703 Fagnano Gius. pref. apost. lettere Fagnano-Barberis 16.01.1901; Fagnano-Lazzero 20.07.902; 12.03.903; 21.11.903.

39 ASC A 452 lettera Rua-Malan 02.11.901. 40 ASG A 4470610 lettera Rua-Balzola 12.09.902. Quest'ultimo augurio era quasi una

profezia, come si può vedere da quanto i bororo raccontarono ai missionari (Cf A. COLBACCHINI, UKÉ-WAGUU, Torino, S.E.I. 1931, pp. 39-41; 158-159).

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56 Antonio da Silva Ferreira fare molta attenzione a non trattenere i fanciulli e ragazzi in luoghi rinchiusi; ma quanto sarà compatibile, continuar tenerli secondo i loro usi, affinché non avven-ga loro di contrarre l'etisia, come avviene ordinariamente ai selvaggi se si voglio-no fare passare troppo presto agli usi della vita civile. Hanno bisogno di molta aria e continuar cibarsi degli alimenti loro usuali nella vita selvaggia». «Non esigete dai poveri Indii di star lungo tempo rinchiusi: secondateli nelle loro usan-ze lecite e nel loro modo di vivere quanto potete».41

Dopo alcuni anni l'insistenza di Malan,42 perché si lasciasse più libertà agli indigeni, non fu ben accolta dai direttori delle colonie. Scrissero a Rua e questi all'ispettore: «Si crede da essi che tu voglia che si lascino liberamente partire i selvaggi adulti e ragazzi ogni qualvolta ne salta loro il ticchio; come vedrai dalla lettera qui unita, io son persuaso che tu intendi solo che non si abbiano da tratte-nere per forza; ma che però sii contento che si cerchi di trattenerli con buone maniere e colla persuasione, conoscendo anche tu quanto possa essere pericoloso l'allontanarsi per settimane e mesi dalla colonia».43

Il villaggio - l'igiene Rua raccomanda che si aumenti il numero poco alla volta e che non si supe-

rino le 500 o 600 persone. Approva senza difficoltà la creazione di una nuova colonia, quella dell'Immacolata sul fiume Garças.44

Nel costruire il villaggio converrebbe, «nel distribuire e formare le capan-ne[,] aver riguardo alla simmetria, igiene e comodità».45

Tra i bororo, che erano fuori delle colonie, scoppiò un'epidemia. Quelli che riuscirono a trascinarsi sino alle missioni cercarono le cure dai missionari, ma trasmisero la malattia a quelli delle missioni. Morirono parecchi

41 ASC A 452 lettera Rua-Malan 11.03.903; ASC A 4470611 lettera Rua-Balzola 23.05.903.

42 Antonio Malan (1864-1931), n. a S. Pietro di Cuneo, si trasferì a Parigi con la fami-glia. Sui vent'anni conobbe don Bosco a Torino. Sales, nell'85, lavorò in Francia. Nell'89 partì per l'Uruguay e fu ordinato sacerdote a Montevideo. Nel '34 partì con Lasagna per assumere la direzione della missione salesiana del Mato Grosso. Vice-ispettore (1896-1901) e ispettore (1901-1918). Vesc. titol. di Amiso e prelato di Registro do Araguaia (1914-1924). Vesc. di Petto-rina, Pernambuco (1924-1931), vi fondò il seminario, il collegio delle FMA e vi costruì la bella cattedrale in stile gotico. Morì a S. Paolo del Brasile.

43 ASC A 452 lettera Rua-Malan 19.08.909. 44 Cf ASC A 4470613 lettera Rua-Balzola 16.03.904; ASC A 452 lettere Rua-Malan

13.01.905; 17.05.905; 27.06.905. 45 ASC A 4470613 lettera Rua-Balzola 16.03.904.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 57 indigeni e anche un coadiutore salesiano, ma non si ebbero gli effetti disastrosi che si verificarono nel sud del continente. Per simili emergenze Rua consigliava: «In tal caso converrebbe isolare interamente i poveri infermi e destinare alcuni a far da infermieri dando loro tutte le norme per non prendere la malattia».46

Ancora in tema di igiene, Rua veniva alle usanze funebri dei bororo: «Quanto a certi usi che hanno codesti selvaggi specie intorno ai loro morti, pro-curate di non disprezzarli, ma (ad esempio di quello che faceva la Chiesa nei tempi antichi in mezzo ai popoli pagani) cercate di santificarli, se non sono usan-ze dannose alle anime od ai corpi. - Così hai fatto bene cominciar ad insegnare la bella usanza di sep[p]ellire nel cimitero. Converrà fabbricare un qualche recinto intorno al sito destinato a tal uopo, erigervi una bella croce, benedirlo e cominciar a praticare le cerimonie della chiesa per le sepolture. - Se vogliono lavare le ossa dopo venti giorni converrà persuaderli ad aspettare maggior tempo per evitare i pericoli d'infezione».47

C'erano però usanze che non si dovevano tollerare. In questo senso Rua scrisse all'ispettore: «Converrà pure mettersi d'accordo coi direttori affinché pru-dentemente vigilino per impedire il grave disordine che D. Peretto mi ha accen-nato di far perire i bambini; ed anche infermi più adulti; nell'intento che si verifi-chino a tempo e luogo le profezie di codesti bari».48

Vestito e abbigliamento Le FMA prendevano parte sempre più attiva al lavoro della missione; con

attenzione ad esse Rua riprende il tema della nudità. Quanto alle FMA «bisogna che tu abbia i dovuti riguardi [..] riguardi per osservare tutte le cautele nelle loro relazioni coi confratelli e coi selvaggi, che sono richieste dalla decenza e dalla moralità».49

Spesso la nudità sarà anche lo spunto perché si parli delle attività produttive nelle colonie: «Quanto alle difficoltà delle biancherie e dei vestiarii spero che venendo qua D. Malan si potrà combinare di fare un'abbondante provvista da portare con se al ritorno. Intanto pensa un po' se non sia conveniente mettervi anche a coltivar il cotone e la canape per poter col tempo provvedere voi mede-simi a tali necessità». «Chi sa se non potrete anche voi

46 ASC A 4470614 lettera Rua-Balzola 05.07.905. 47 ASC A 4470612 lettera Rua-Balzola 31.12.903. 48 ASC A 452 lettera Rua-Malan 19.08.909. 49 ASC A 462 lettera Rua-Malan 11.03.906.

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58 Antonio da Silva Ferreira arrivare a fare stoffe di cotone per coprire codesta popolazione, come nella Terra del Fuoco già si provvedono le stoffe di lana, le coperte, gli abiti pei Fueghi-ni?».50

Qualche anno dopo propone l'impianto di un artigianato tessile: «Desidero pure sapere se avete già potuto cominciare a lavorare il cotone e ridurlo a drappi per uso famigliare». E avendo fornito la missione di mezzi per lavorare il cotone, scrisse: «Fammi anche sapere se avete potuto impiantare i telai». «Ti ringrazio delle notizie che mi dai intorno alle macchine per tessere [...]». Già in fin di vita, insisteva ancora: «Sarà pur bene cercare di abituare gli Indii a portar sempre qualche abito almeno quanto basti per la decenza ed ispirar loro orrore per la nudità. A tal fine sarà molto bene se si potrà usufruire dei telai che avete portato con voi e così cominciare a farli provvedere da se stessi delle stoffe di cui hanno bisogno. Da principio stenterete a mettere le cose [in] ordine e a fare le stoffe discretamente bene; ma poi poco alla volta vi andrete perfezionando».51

Altre attività produttive Poco si parla delle altre attività produttive. Scrivendo a M alan, Rua dice:

«Confido che fra breve quei cari Confratelli potranno coi raccolti delle loro terre provvedere in gran parte ai loro bisogni». «Spero che potrai dare alla Colonia dell'Immacolata Concezione lo stesso sviluppo che all'altra cosicché le spese per sostenerla diminuiranno mano a mano».52

Sorsero dei dubbi quanto alla maniera di abituare gli indigeni al lavoro pro-duttivo. Rua scrisse all'ispettore: «credo sia anche tuo desiderio che, quando gli Indii non si presentano pel lavoro spontaneamente, siano invitati a venire alle occupazioni senza però far loro nessuna violenza».53

Sussidi materiali per le colonie indigene «Ci fa pure gran pena che abbiate a sopportare spese così gravi per la nuova

colonia in momenti così critici. Speriamo il Signore vi farà vedere più chiaramen-te la sua amabile Provvidenza [...]». «Certo poi che le difficoltà

50 ASC A 4470613 lettera Rua-Balzola 16.03.904; ASC A 4470612 lettera Rua-Balzola 31.12.903.

51 ASC A 452 lettera Rua-Malan 17.11.907; ASC A 452 lettera Rua-Malan 12.10.908; ASC A 452 lettera Rua-Malan 03.07.909; ASC A 452 lettera Rua-Malan 19.08.909.

52 Cf ASC A 452 lettere Rua-Malan 26.12.902; 06.01.906. 53 ASC A 452 lettera Rua-Malan 19.08.909.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 59 crescono collo sviluppo delle opere medesime, ma la buona Provvidenza che, come mi dici nella tua del 27 Nov. 05, vi ha ajutati fin adesso non può lasciar perdere quello che ha cominciato».54

Raccomandava di ricorrere al governo centrale di Rio, all'Opera della Pro-pagazione della Fede di Lione, all'Opera della Santa Infanzia di Parigi, per otte-nere i sussidi di cui le missioni avevano bisogno. Approvava pure il viaggio di Malan in Europa, in cerca di aiuti.

E Rua stesso andava a chiedere ai benefattori francesi che venissero in aiuto delle missioni dei bororó: «Una prova che io non vi dimentico puoi averla in questo, che, passando, or sono quindici giorni, a Parigi, mi diedi premura di visi-tare i tuoi benefattori di quella città, tra gli altri la famiglia Frouchier, per animar-li alla santa impresa di aiutare i Missionarii del Matto Grosso, e ti posso assicura-re che, non ostante che in questi tempi ci sia molto da pensare ai bisogni della Chiesa di Francia, essi non lasciano di adoperarsi anche in vostro favore».55

Integrità fisica dei missionari Forse a causa degli episodi di violenza contro i salesiani che si erano verifi-

cati nello stretto di Magellano da parte di alcuni indu, Rua si preoccupava per l'integrità fisica dei missionari. Parlando dell'inizio della colonia del Sacro Cuore, Rua scriveva a Malan: «Hai fatto molto bene a mandar un numero considerevole di missionari affinché possano difendersi in caso di un assalto [...]. Quando sarà ristabilita costì la pace se si potrà avere qualche appoggio dal Governo (in modo però che i soldati non siano d'impedimento alla conversione dei selvaggi) sarà cosa buona». E insisteva che non si lasciasse isolata quella missione: «[...] si farà molto bene a stabilire nuove missioni fra voi e D. Balzola appena si possa per non lasciare quei cari Confratelli così separati dalle nostre case e da Cuyabà [...]».56

Arrivati i bororo, raccomandava a Balzola: «Ma state attenti a non lasciar lo-ro maneggiare armi da fuoco. - Abbiamo visto con tal quale spavento i pericoli corsi».57

Voleva che i missionari avessero cura della propria sanità. Agli inizi della colonia del S. Cuore scriveva a Balzola: «Fa coraggio: in mezzo alle

54 ASC A 452 lettere Rua-Malan 24.01.902; 06.01.906. 55 ASC A 452 lettere Rua-Malan 02.11.901; 16.07.909; 11.03.906. 56 Cf ASC F 849 Patagonia meridionale lettera Pistone-Monsignore 12.09.89; ASC A 452

lettera Rua-Malan 23.01.902. 57 ASC A 452 lettera Rua-Balzola 23.05.903.

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60 Antonio da Silva Ferreira molte occupazioni abbi riguardo alla tua salute e a quella dei Confratelli e Conso-relle, e cerca imitar D. Bosco, che in mezzo ai più gravi fastidi e difficoltà con-servava sempre una grande calma e confidenza in Dio, in M[aria] Aus[iliatrice] e S. Fran[ces]co di Sales». Più tardi diceva a Colbacchini: «Non isgomentarti delle difficoltà e dei pericoli; ed in pari tempo non pretendere di fare più di quello che le tue forze comportano». E a Malan: «Hai fatto bene col procurare un po' di riposo al caro D. Balzola: spero che dopo un po' di tempo potrà essere pronto a nuove imprese. Intanto durante questo riposo procuragli la comodità di racco-gliersi spiritualmente, dopo tanto tempo di fatiche materiali. Rinvigorendo lo spirito resterà anche più rinforzato il fisico».

Le stesse sollecitudini aveva per le suore che lavoravano con i bororó: «Go-do di sentire che le Figlie di M [aria] A[usiliatrice] sono di grande aiuto per la Missione; ma anche per esse bisogna che tu abbia i dovuti riguardi. Riguardi a non soprac[c]aricarle di lavoro e non lasciar loro mancare il necessario [...]».58

Speciale pericolo corsero i missionari nel 1908. A Rio de Janeiro si celebrava una grande esposizione nazionale.59 D'accordo con il governo centrale e con quello di Mato Grosso, Malan vi portò la banda musicale dei bororó per partecipare all'esposizione. Durante il viaggio morirono tre ragazzi bororó: Vital da Cruz, cognato del cacico mag-giore Uké-Wagùu, e i due figli del cacico: Miguel Magone e Jorge. Con un telegramma Malan chiese a Emanuel Gomes de Oliveira, direttore di Cuiabá, di andare nelle colonie per dare la notizia ai missionari e alle famiglie, notizia che il bari, lo stregone, aveva già comunicato loro. Ricevuto ufficialmente l'annunzio della morte dei tre giovani, i bororo seguirono gli usi della loro cultura per una simile occorrenza; ma lo stesso cacico impe-dì che gli indi si vendicassero e che arrecassero qualsiasi danno ai missionari. Balzola si precipitò a Guaratinguetà, via Goiàs e Araguari, per ricondurre la banda musicale e i salesiani alle colonie. Rua seguì con ansia tutto questo episodio e, una volta finito,

58 ASC A 452 lettera Rua-Malan 23.01.902: ASC 4470611 lettera Rua-Balzola 23.05.903; ASC A 4470613 lettera Rua-Balzola 16.03. 904; ASC A 450 lettera Rua-Colbacchini 02.06.908; ASC A 452 lettera Rua-Malan 17.11.907; ASC A 452 lettera Rua-Malan 11.03.906.

59 Un secolo prima Napoleone I aveva invaso il Portogallo e il re portoghese, Giovanni VI, con l'appoggio dell'Inghilterra, era emigrato in Brasile trasferendovi la sede del governo. Uno dei primi atti del suo nuovo governo fu quello di aprire i porti del Brasile al commercio colle nazioni amiche. Nel 1815 elevò il paese alla categoria di regno unito al Portogallo. Ne fu così il primo imperatore, titolo riconosciuto dal trattato del 1825, che sancì la definitiva separa-zione del Brasile dal Portogallo. Nel 1908 si volle celebrare il centenario dell'apertura dei porti con un'esposizione a Rio de Janeiro, nella Praia Vermelha.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 61 scriveva: «mi fa però molta pena la prova assai grave a cui il Signore si compiac-que assogettarvi e ve ne faccio le condoglianze. Pazienza! Il Signore così ha di-sposto, Egli saprà trarne vantaggio per la sua gloria e per le anime [...]. Fa corag-gio; pregherò il Signore a compensarti con tante reclute e conversioni, della per-dita fatta dei tre individui rapiti dalla morte».60

Educazione religiosa dei bororo «Pare che sia giunto il tempo della redenzione di coteste povere tribù: spe-

riamo che presto potranno essere evangelizzate e battezzate [...]». Desiderava intensamente vedere quei selvaggi battezzati, avviati alla vita cristiana: «Mi fan-no già piacere le notizie che mi dai della Colonia: ma mi sarà ancor più caro quando riceverò notizie del battesimo dei selvaggi, del loro avviamento alla vita cristiana». «Spero che presto riceverò da te notizie di battesimi e di altri Sacra-menti da voi amministrati, specie di matrimoni per cominciar a santificare le unioni fra i due sessi». «Solo jeri ho ricevuto la gradita tua del 27 Dic[embre] che mi ha recato grande consolazione: la colonia del S. Cuore comincia divenir cri-stiana mediante la grazia del S. Battesimo: Deo gratias. Ti ringrazio dei nomi che hai imposti ai primi battezzati: Faccia il Signore che portino degnamente tali nomi».61

E tracciava norme semplici per un catecumenato appropriato a quei figli di Dio: «Preparateli bene a ricevere il S. Battesimo facendo loro conoscere gli effetti mirabili di questo Sacramento nonché della Cresima». «In quanto alla prepara-zione degli Indii al battesimo converrà che tu renda persuasi i tuoi Direttori ed il personale che non si richiede una grande istruzione per poter conferir loro il bat-tesimo; ma anche che può bastare che conoscano le principali verità di nostra santa religione, continuando in seguito ad istruirli anche per prepararli agli altri sacramenti; pei quali specialmente converrà far loro imparare le orazioni più or-dinarie come il Pater, l'Ave, il Credo e l'atto di contrizione in lingua volgare». «Procurate tra tutti di istruire anche gli adulti nelle verità principali di nostra san-ta religione procurando che possano imparare almeno il Pater noster, l'Ave Maria, il Credo, l'Angele Dei, i Comandamenti di Dio e della chiesa e l'Atto di contri-zione». «E quando già sono Battezzati insegnate loro ad accostarsi convenien-

60 Cf ASC A 452 lettera Rua-Malan 05.09.908. Si veda la lettera Balzola-Rua del 29.09.908 in BS 32 (1908) pp. 365-369; cf anche BS 32 (1908) pp. 271-272, 306-307; ASC A 4370112 lettera Balzola-Rua 20.10.908.

61 ASC A 452 lettere Rua-Malan 17.11.907, 11.03.903, ASC A 4470612 lettera Rua-Balzola 16.03.904.

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62 Antonio da Silva Ferreira temente alla Confessione ed alla Comunione».62

Non si dimenticava di raccomandare si tenessero bene «i registri de' battesi-mi, dei matrimoni ed anche delle cresime se siete autorizzati ad amministrarla».63

Il figlio del cacico maggiore era venuto in Europa con Malan e aveva ricevu-to un'educazione più raffinata. Rua non voleva che ritornasse a vivere in famiglia per non perdere quanto acquisito in quel tempo di formazione. Intanto raccoman-da: «si dovrà però stare attenti che non abbia ad insuperbire per i privilegi di cui fu fatto oggetto e per la stima che ora gode nella sua popolazione. Andrà bene che non dimori in famiglia; tuttavia converrà che usi rispetto e mostri affetto a suo padre ed ai suoi parenti; penso che quello farà buona impressione ai suoi compae-sani».64

Non si nascondeva le difficoltà che il contatto con i civili — in gran parte cercatori di oro e diamanti — avrebbe potuto arrecare all'opera di evangelizza-zione: «Vorremmo anche noi aver molto personale da poter prevenire l'arrivo dei civilizzati fra coteste tribù e premunirle contro gli esempi deleteri che molto pro-babilmente ne avranno». Ma considerava il lavoro missionario, in una regione storicamente afflitta dai conflitti tra i bororo e i civili, come un lavoro di pacifica-zione e di incivilmento. «Gesù Bambino vi porti la pace ed il trionfo sulla barba-rie di codeste povere tribù selvagge».65

Feste religiose - nuova cappella «Le vostre feste dell'Immacolata e del Natale mi hanno divertito e diverti-

ranno eziandio i nostri Confratelli e Cooperatori». Si imponeva la costruzione di una cappella adeguata ai crescenti bisogni della missione: «Mi darai notizie più precise in quanto al progetto della Cappella di cui mi esponi la necessità per la Missione».66

62 ASC F 480 lettera Rua-Colbacchini 02.06.908; ASC A 452 lettera Rua-Malan 19.08.909.

63 ASC A 4470611 lettera Rua-Balzola 23.05.903; ASC 4470612 lettera Rua-Balzola 31.12.903.

64 Miguel Magone ( - 1908), figlio del cacico Uké-Wagúu, fu accolto nella colonia del Sacro Cuore nel 1902. Venne in Europa nel 1906. Morì durante il viaggio a Rio de Janeiro del 1908. Cf Una nuova spedizione di missionari, in BS 30 (1906) 10, p. 317; lettera Balzola-Rua 14.07.907 in BS 31 (1907) 10, pp. 305-306; ASC A 452 lettera Rua-Malan 27.09.907; notizia della morte in BS 32 (1908) 9, p. 272.

65 ASC A 452 lettera Rua-Malan 17.11.907; ASC A 452 lettera Rua-Malan, marzo 1909; ASC 452 lettera Rua-Malan 07.12.902.

66 ASC A 4470613 lettera Rua-Balzola 16.03.1904; ASC A 452 lettera Rua-Malan 18.07.906.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 63 Personale per le missioni

Le difficoltà del personale erano sempre presenti nell'organizzazione della missione: «Quanto alla nuova colonia, di cui mi parli, puoi immaginarti con quanto piacere la vedrei effettuarsi; ma c'è sempre la difficoltà del personale. Malgrado questo si farà il possibile per appagare la tua dimanda».

Rua desiderava che le missioni presto avessero del personale nativo del po-sto: «Confido che i due noviziati vi daranno un prezioso contingente per sostene-re quella Colonia ed altre che si fonderanno in seguito». Purtroppo la stragrande maggioranza del personale che lavorò fino a oggi nelle colonie fu sempre di ori-gine europea.

«Per quanto è possibile procura che siano sempre in ogni Colonia due sacer-doti che possano farsi buona compagnia, aiutandosi a vicenda al progresso della propria missione».

Quanto alle FMA godeva di sentire che erano di grande aiuto per la missio-ne, ma raccomandava di «osservare tutte le cautele nelle loro relazioni coi Con-fratelli e coi selvaggi che sono richieste dalla decenza e dalla moralità».67

Bisogno dì unità di vedute e dì azione nelle missioni Malan era andato di persona insieme con i primi missionari a scegliere il po-

sto dove stabilire la nuova missione tra i bororo. Negli anni seguenti si faceva presente nelle missioni con regolari escursioni. Il moltiplicarsi delle colonie, però, fece sì che ci fossero diversità di vedute e qualche direttore ne scrisse a Rua. Questi prese l'iniziativa di parlarne all'ispettore: «Non ti sarà discaro che io ti metta sott'occhio alcune osservazioni che mi vennero fatte dai Direttori delle tue colonie e son persuaso che non te la prenderai contro di loro, perché hanno scritto a me, essendo questo loro diritto e conforto. Così tu potrai modificare nel tuo governo quello che avesse bisogno di modificazione e potrai anche darmi qualche spiegazione se sarà necessario».

«Discorrendo amabilmente coi Direttori potrai venire a conoscere altri di-sordini e concertare con essi il modo di apportarvi rimedio». «Al qual fine è pro-prio necessario che tu li tratti paternamente, od almeno come fratello maggiore fra i diletti fratelli». Suggeriva queste cose per «rendere sempre più cordiali ed intime le tue relazioni coi dipendenti; specialmente dalla per-

67 ASC A 452 lettera Rua-Malan 19.08.909; ASC A 452 lettera Rua-Malan 04.10.902; ASC 452 lettera Rua-Malan 05.09.908; ASC A 452 lettera Rua-Malan 11.03.906.

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64 Antonio da Silva Ferreira suasione di essere da te amati e stimati essi attingeranno coraggio ed impegno nella loro grave e difficile impresa».68

Alcune questioni che si trovano nelle lettere di Rua

Presentiamo velocemente al lettore tre fatti che si trovano nelle lettere di Rua: la questione della colonia Teresa Cristina, l'incidente tra i salesiani e il ve-scovo di Cuiabá, la chiusura del collegio salesiano mons. Lasagna di Asunción del Paraguay.

La colonia Teresa Cristina Lasagna era andato nel Paraguay e nel Mato Grosso con la mediazione di

Alonso Criado e di Jaime Cybils.69 La storia salesiana si incrociava con Carlos Casado del Alisal, che aveva grandi possedimenti nel Chaco Paraguayo, e con la famiglia Murtinho, che aveva buona parte delle azioni della Mate Loranjeira ed era una delle grandi forze economiche e politiche del Mato Grosso. Casado fu di poco aiuto ai salesiani, nonostante le speranze suscitate in Lasagna da Alonso Criado. Non così i Murtinho.

Andando a Cuiabá nel 1894 per dare inizio alla missione salesiana del Mato Grosso, Lasagna fu ben ricevuto dal governatore Manoel Murtinho che affidò ai salesiani la colonia Teresa Cristina.70 Essa era stata fondata sul fiume S. Lorenzo nel 1886 dall'alfiere Antonio José Duarte, per ordine dell'allora governatore Joa-quim Galdino Pimentel. Aveva per scopo di tentare

68 ASC A 452 lettera Rua-Malan 02.11.901; ASC A 452 lettera Rua-Malan 23.01.902; ASC A 452 lettera Rua-Malan 27.06.905: ASC A 452 lettera Rua-Malan 09.10.905; ASC A 452 lettera Rua-Malan 12.10.905; ASC A 452 lettera Rua-Malan 17.11.907; ASC A 452 lettera Rua-Malan 07.10.908; ASC A 452 lettera Rua-Malan, marzo 1909; ASC A 452 lettera RuaMa-lan 19.08.909.

69 Matías Alonso Criado (1852-1922), n. a Astorga, León, Spagna, nel 1873 si laureò in legge a Salamanca. Nel '74 partì per l'Uruguay. Dal '75 curò la pubblicazione del «Boletín Jurídico Administrativo», prima rivista del genere nel paese. Dal '76 curò la pubblicazione della Colección Legislativa de la República Oriental del Uruguay. Fondò nel '77 «La Colonia Española», giornale che difese i salesiani nei momenti più critici.

Console del Cile e del Paraguay a Montevideo. Nel '90 ricevette la cittadinanza paragua-yana, in riconoscimento di quanto aveva fatto a bene di quella nazione. Morì a Montevideo.

— Jaime Cybils, dedito al commercio, aveva la sua sede a Corumbá; servì da intermedia-rio tra il vescovo di Cuiabá e i salesiani.

70 Cf A.S. FERREIRA (ed.), Cronistoria o diario di monsignor Luigi Lasagna [...], II, 782787; 798-804, in RSS 10 (1987) 136-137.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 65 la pacificazione dei bororó in un momento in cui quegli indi costituivano un serio pericolo per la popolazione civile del centro del Mato Grosso. Oltre gli indigeni vi risiedevano un reparto della milizia dello Stato e una settantina di civili.

Lasagna mandò nel Mato Grosso il suo segretario, Giovanni Balzola, con un gruppo di salesiani e di FMA che si insediarono nella colonia Teresa Cristina col beneplacito di Antonio Correa da Costa (1895-1898), successore di Manoel Murtinho nel governo dello Stato.

Nel 1898 Correa da Costa lasciò il governo; lo sostituì il vice-presidente Antonio Cesario de Figueiredo, del gruppo che faceva capo a Generoso Ponce e che era contrario ai Murtinho. Figueiredo voleva che i salesiani e le FMA continuassero nella colonia, purché la gestione della parte materiale fosse affidata a un suo congiunto. L'ispettore rifiutò formalmente le proposte del governo.71

Nel frattempo arrivavano a Cuiabá informazioni del tutto sfavorevoli alla maniera di agire del nuovo direttore salesiano Angelo Cavatorta, che sostituiva Balzola in viaggio per l'Europa. Esse coincidono con quanto esprimeva la cronaca delle FMA, in data 31 marzo: «Essendosi [sic] assente il Direttore D. Balzola dalla Colonia per motivi sopra ac[c]ennati, il Rev. D. Angelo Cavatorta Prefetto del Collegio dei Salesiani di Cuyabà venne Lui a tenerne le veci, ed approfittandosi dell'occas[ione] dettò pur anche gli Esercizi Spirituali alle Suore ed ai Salesiani che durarono circa cinque giorni.

Questo cambio fu fatale per gli indii. Siccome questo nuovo Direttore cambiò fin dai primi giorni di sistema [sic], non si vollero sottomettere72 quindi in pochi giorni si vide la Colonia quasi spopolata. Questi si ritirarono nella foresta per un tempo lasciando le proprie capanne per sale dei topi ed altri animali.

Questo lo venne [a] sapere il Governo in pochi giorni, e subito inviò un suo delegato per assicurarsi del caso. L'inviato si presentò colla più fina politica, esaminò tutto e si partì dopo alcuni giorni per Cuyabà».73 Il vice-

71 Cf ASC F 087 Relatório da Obra Salesiana de Dom Bosco nas Missões do Mato Grosso - Est[ad]os Unfidjos do Brasil 1894-1900, presentato al Congresso delle Missioni Sudamericane, Buenos Aires 1901, pp. 19-21; cf anche ASC A 4440448 lettera Traversa-Rua 01.08.97, Nota.

72 «Julgou ainda necessario fazer acompanhar os indios por praças armados durante a colheita... Como os pobres selvagens tentaram repelir a afronta, retorquiu-lhes que podiam retirar-se, visto que nenhuma falta faziam...» («O Republicano» di Cuiabá, citato da J.B. DURQURE, Dom Bosco em Mato Grosso, [Campo Grande], Missão Salesiana do Mato Grosso 1977, pp. 136-137).

73 Cf AGfma 15 (895) 9 Teresa Cristina Colonia Governativa - Mato Grosso, Brasile Cronaca dal 20 maggio 1895 al 27 settembre 1898 in un unico quadernino, giorno 31 marzo.

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66 Antonio da Silva Ferreira presidente dispensò senz'altro i salesiani dalla direzione della colonia.

A Cuiabá le opposte correnti politiche continuarono ad alternarsi nel gover-no. Nel '99 il tentativo di Ponce di arrivare mediante elezioni al governo dello Stato provocò una ribellione di quanti appoggiavano i Murtinho. Assunse il go-verno Antonio Pedro Alves de Barros. Figueiredo e i suoi principali fautori furo-no imprigionati e inviati a Rio per essere giudicati dalla Suprema Corte, che però li prosciolse da ogni accusa e li mise in libertà.74

Nel 1901 scoppiava una nuova ribellione, che portava la distruzione e la morte un po' dappertutto. Diamantino fu interamente distrutta.75 Tutti quelli che erano sospetti di opposizione al governo vennero uccisi. Uno di essi, il maggiore João Lourenço, si rifugiò nei boschi e fece voto di essere l'incaricato della festa del Divino Spirito Santo nel 1903, se fosse riuscito a tornare sano e salvo a casa. L'adempimento di questo voto diede origine all'increscioso incidente tra i salesia-ni e il vescovo diocesano, di cui si parlerà più avanti.

A Cuiabá, convinti che non si sarebbe mai riusciti a controllare i terribili bororó senza il contributo dei figli di don Bosco, si insisteva perché quei religiosi tornassero alla direzione della colonia Teresa Cristina. Erano poi tutti convinti, dopo l'incidente con il vescovo Carlos D'Amour, che i salesiani si occupavano soltanto del bene delle coscienze e non dipendevano da

Rua, ricevendo queste notizie raccomandava ai missionari: «Voi altri nelle persecuzioni e tribolazioni usate preghiera, prudenza, pazienza e, quando occorre, anche energia per isventare ingiuste vessazioni» (ASC A 452 RUA Lazzero-Persico lettera Rua-Malan 14.10.98).

74 «A nome del medesimo P. Malan, le ripeto ciò che già le scrissi nella mia letterina, cioè che la passata rivoluzione non ci apportò alcun danno, anzi pare molto bene. - Il presidente, nostro principale promotore di persecuzione già abbandonò il governo, e un altro per diritto di posizione lo prese fino alla nuova elezione che sarà il 15 di agosto; e questo nuovo Presidente riconoscendosi come seconda autorità dello Stato, dopo il generale di distretto, partecipò a P. Malan la sua elezione mettendosi a nostra disposizione» (ASC F 085 lettera Philippe-Barberis 10.07.99; cf anche ASC F 085 lettera Balzola-Barberis 08.05.93).

75 «Tout Mato Grosso est en révolution depuis le mois de 7.bre dernier; il y a déjà eu plusieurs forts combats en divers points de l'Etat — beaucoup de morts — entre autres, plus[ieurs] chefs révolutionnaires, ce qui fait espérer que ça apaisera un peu à l'avenir. En conséquence de cette révolution ravageuse, qui a déjà détruit villages entiers, comme le Dia-mantino etc., les vivres sont devenus trois et quatre fois plus chers et ces prix continueront encore pour un an au moins, parce que tous les cultivateurs, qui sont déjà peu[,] au lieu de travailler la terre et faire les plantations ont été enrôlés dans la révolution. Les salésiens ont été presque les seuls en liberté [...] Quand à nous, malgré tous ces mouvements nous n'avons souf-fert aucune violence, nous sommes même très respectés par le parti dominant. Dans le parti déchus nous avions nos plus grands ennemis. Toujours ceux qui nous ont mis hors de la Colo-nie «Thérèse Christine» Dieu les a humiliés encore une fois. Qu'il les pardonne, parce qu'ils ne savent pas ce qu'ils font» (ASC F 085 lettera Malan-Rua s/d).

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 67 nessuno dei gruppi che disputavano il potere. Malan prese tempo per deliberare e per vederci chiaro; mandò due salesiani a prendere contatto con alcune tribù indi-gene del nord dello Stato e inviò alcuni altri a predicare missioni popolari in tanti paesi che da tempo non vedevano un sacerdote.76

L'incidente tra i salesiani e il vescovo di Cuiabá A Cuiabá la massoneria muoveva una campagna ostile contro il vescovo

diocesano. Questo da parte sua, come affermò Albera, non si occupava «di altro che di scoprire massoni e infliggere loro pene ecclesiastiche, cui essi ignorano o disprezzano».77

Per la visita pastorale delle parrocchie, il vescovo si serviva dei salesiani. Ma quando Albera andò a Cuiabá nel 1901 il vescovo «non disse una parola del bene che fanno i Salesiani in Matto Grosso, dove non esistono che sei Sacerdoti vecchi, infermi e...». Soprattutto il vescovo non si dava pace per il fatto che, in tante cose, i salesiani dipendevano dal loro superiore religioso e non dall'ordina-rio del luogo. E se ne sfogava con Albera, il quale scriveva: «Quanto mi disse per sapere se poteva o doveva immischiarsi delle cose nostre citando e commentando decreti di Roma».78

In questo clima si situa l'incidente coi salesiani. Quando João Lourenço, ottenuta la grazia, si presentò al vescovo chiedendo

di ricevere l'incarico della festa per poter mantenere il suo voto, il prelato non glielo concesse perché l'incaricato doveva essere indicato nel sorteggio fatto nella festa della Pentecoste del 1902. Il sorteggio però indicò João Lourenço, il quale si mise con entusiasmo a preparare la festa del 1903.

A quel tempo la cattedrale di Cuiabá era in restauro e mancavano i fondi per portarne avanti i lavori. Nel marzo 1903 il vescovo chiamò Lourenço e gli comu-nicò che, di quanto era in programma per la preparazione

76 Cf ASC F 087 Relatório sobre a Obra Salesiana de Dom Bosco [...], pp. 23-24. Per una più approfondita conoscenza della politica nel Mato Grosso dalla fine dell'impero

fino al governo di mons. Francisco D'Aquino Correa si veda Virgilio CORREA FILHO, História do Mato Grosso, Rio de Janeiro, Instituto Nacional do Livro 1969.

77 ASC F 051 lettera Albera-Rua 11.07.901. 78 ASC F 051 lettera Albera-Rua 11.07.901. — Paolo Albera (1845-1921), n. a None, Torino, entrò a Valdocco nel '58. Sales, nel '62.

Sac. nel '68. Direttore a Sampierdarena e a Marsiglia, ispettore in Francia, tornò a Torino in qualità di direttore spirituale della congregazione. Visitò diversi paesi, tra i quali quelli dell'A-merica. Rettor Maggiore nel 1910, governò la congregazione nei difficili anni del primo conflitto mondiale. Morì a Torino.

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68 Antonio da Silva Ferreira della festa, sarebbero rimasti solo i giorni in cui si raccoglievano le limosine per la cattedrale, escluso però l'accompagnamento della banda musicale ai questuanti. Nella domenica di Pentecoste sarebbero state cancellate le messe del mattino e tutta la parte profana della festa. Escluse, dalla sfilata del pomeriggio, le donne e i fanciulli.

Alle rimostranze di Lourenço, che si appellò agli obblighi già assunti con la popolazione della città, il vescovo rispose che l'unica risposta possibile era l'ub-bidienza a quanto prescritto dall'autorità ecclesiastica.

Il 5 aprile Lourenço chiese a Malan di celebrare il 31 maggio, domenica di Pentecoste, una messa in onore dello Spirito Santo e in ringraziamento della gra-zia ricevuta. Voleva anche un triduo di predicazione, che l'ispettore salesiano credette bene di non accettare. Il 30 aprile Lourenço pubblicava sul giornale «O Debate» una nota con la quale rinunziava all'incarico della festa, poiché non era d'accordo con le proibizioni del vescovo diocesano. Questo gli rispose con lettera aperta, pubblicata il giorno dopo, e nominò una commissione incaricata di racco-gliere le limosine per la cattedrale. Passati i giorni in cui si dovevano raccogliere quelle limosine, Malan partì per visitare la nuova colonia del Sacro Cuore e al suo posto rimase a Cuiabá il direttore del collegio S. Gonçalo, Helvecio Gomes de Oliveira.

Nel frattempo la commissione andò da Lourenço per ricevere le insegne proprie della festa; egli si rifiutò di consegnarle, perché le doveva passare solo al nuovo incaricato, da essere scelto nel sorteggio della prossima festa della Pente-coste. Il vescovo dichiarò Lourenço scomunicato perché riteneva illecitamente in suo potere quei beni della Chiesa.

A Lourenço, pur scomunicato, incombeva però l'obbligo di coscienza di mantenere il suo voto con celebrazione della messa il 31 maggio. Il 28 maggio il vescovo proibì la celebrazione di qualsiasi messa nella chiesa del Signore dos Passos appartenente alla diocesi e ufficiata da Oliveira, il quale restituì al vesco-vo la chiave della chiesa. Perché si mantenesse il voto di Lourenço, si trasferì alla cappella del collegio salesiano la messa da lui richiesta. Ma il 29 il vescovo proi-bì che la messa di Lourenço fosse celebrata in qualsiasi chiesa o cappella della diocesi e da qualsiasi sacerdote, diocesano o religioso.

Il 30 Oliveira ricevette la lettera del vescovo. Scelse di ottemperare alla co-scienza di Lourenço, piuttosto che ubbidire a quell'ordine, e in questo senso ri-spose al prelato. Il mattino del 31, data la folla convenuta per assistere a quella messa, celebrò con l'altare alla porta — ma ancora dentro alla cappella dei sale-siani —, per non dover chiedere permesso per una messa campale. Ad essa non assistette il Lourenço, scomunicato.

Nello stesso giorno il vescovo sospendeva dal ministero sacerdotale in

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 69 diocesi tutti i salesiani. Oliveira comunicò la sospensione a Malan e agli altri salesiani che lavoravano nel Mato Grosso, il quale rimase così praticamente senza clero. La popolazione della città, improvvisamente quasi senza assistenza religiosa, si schierò in maggioranza con i salesiani.

Il 16 giugno Malan tornava dalla visita alla colonia del Sacro Cuore e, per lettera, restituiva al vescovo le parrocchie e le cappellanie che fino allora erano state curate dai salesiani. Inutilmente il vescovo cercò di convincere i religiosi a tornare al servizio pastorale. Erano stati premuniti da Albera già al tempo della sua visita a Cuiabá, di non lasciarsi dividere tra di loro dal vescovo: «Se si continuasse a lasciarlo [il vescovo] parlare con tutti i Salesiani indistintamente, riuscirebbe a mettere la disunione fra essi come la mise fra i Lazzaristi».79 Malan, senza salutare il vescovo, partiva per Petrópolis, per sentire il parere del nunzio apostolico.

D'Amour aveva scritto al metropolita, il card. Arcoverde, e al nunzio, esigendo che fossero allontanati dal Mato Grosso Oliveira e Malan, quest'ultimo perché aveva permesso al direttore del collegio di rimanere a Cuiabá fino alla fine degli esami degli alunni, e perché aveva restituito al vescovo l'asilo Santa Rita, fino allora curato dalle FMA. Arcoverde inviò a tutti i vescovi del Brasile una circolare riservata con la documentazione fornita dal vescovo di Cuiabá, e chiese al nunzio che obbligasse i salesiani a una congrua riparazione dell'offesa arrecata all'autorità diocesana

Malan accettò quanto indicato dal nunzio: disapprovò pubblicamente quanto operato da Oliveira e lo allontanò dal Mato Grosso. Il vescovo di Cuiabá ritirò le censure inflitte ai salesiani, essendosi reso conto dell'impossibilità di attendere ai bisogni della diocesi senza l'aiuto di quei religiosi.

Dieci anni più tardi il nunzio in Brasile mons. Giuseppe D'Aversa, arcivescovo di Sardi, affermava a Pietro Massa, procuratore dei salesiani a Rio de Janeiro: «La Congregazione Salesiana è[,] più di qualsiasi altra, benemerita nel tempo presente. Io desidero che si cancelli completamente il ricordo del triste episodio di Mons.r [D']Amour di Cuiabá e della condanna canonica da loro ingiustamente patita, e che ebbe un[a] eco dolorosa sia nell'episcopato brasiliano, colla comunicazione ufficiale fatta dall'Arcivescovo di Rio ai suoi suffraganei, sia nella stessa Curia Romana. E credo che non vi sia mezzo più efficace e vittoria più solenne dell'elezione di tre Vescovi Salesiani, specialmente se la nomina cade su quelle stesse persone che vennero condannate. Questo è il mio programma verso di loro e spero che la Congregazione mi aiuterà a realizzarlo».80

79 ASC F 051 lettera Albera-Rua 11.07.901. 80 ASC F 095 BRASILE San Paolo lettera Massa-Albera 18.04.914.

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70 Antonio da Silva Ferreira Ad ausiliare di D'Amour, in Cuiabá, fu eletto il salesiano Francisco D'Aqui-

no Correa; Malan fu fatto Prelato di Alto Araguaia, nelle missioni tra i bororo. Qualche anno dopo anche Helvecio Gomes de Oliveira sarebbe stato assunto all'episcopato.

Con questa chiara presa di posizione della nunziatura, «quella specie di in-cubo sotto cui si era rimasti, dopo i casi del 1902 del Mato Grosso[,] pare del tutto scomparso: anche i Vescovi meno simpatici all'Opera nostra, con lettere e telegrammi applaudirono l'atto della Santa Sede; primo fra tutti l'Arcivescovo di Cuiabá, con una bellissima lettera di felicitazione a D. Malan [...] e lo stesso Car-dinale Arcivescovo [di Rio] disse al Rev.mo Sig. Ispettore ed a me, in una visita che gli si fece, ringraziandolo, “Oramai è tempo che i Salesiani prendano parte attiva nella vita spirituale della Chiesa in Brasile” (parole testuali)».81

Il collegio mons. Lasagna di Asunción del Paraguay Lasagna aveva concepito l'opera salesiana di Asunción nel quadro della ri-

costruzione del Paraguay dopo la guerra della Triplice Alleanza. Vi si doveva aprire una scuola di arti e mestieri per dare alla gioventù povera uno strumento con cui guadagnarsi onestamente la vita e, insieme, la possibilità di crescere buo-ni cristiani. Quando aprì quella casa, Turriccia si ispirò al collegio Pio, dal quale proveniva, e vi introdusse una sezione di studenti che presto diventò il gruppo più importante del collegio. Pensò anche a un pensionato universitario, per il quale aveva già ottenuto il permesso dei superiori di Torino, ma le condizioni economi-che della città non gli permisero di realizzare quel disegno.82

Intanto la sezione degli artigiani non riusciva a raggiungere gli obiettivi per cui era stata creata. Quando il presidente Egusquiza lasciò il potere e Aceval, suo successore, fu deposto da una rivoluzione, la stampa incominciò una campagna contro il collegio «Mons. Lasagna». I principali capi di

81 ASC F 085 lettera Massa-Albera 07.07.1914. 82 Cf ASC F 147 lettera Gamba-Cagliero 11.01.903. — Ambrogio Turriccia (1865-1953) n. a Lugo, Ravenna, nel '77 entrava nel seminario di

Faenza. Nell'82 conobbe don Bosco e andò a S. Benigno. Sales, nell'83, partì per l'Uruguay. Sac. a Buenos Aires nell'87. Direttore a Villa Colon, nel '94 era presidente della Junta de Veci-nos. Fu il primo direttore della casa di Asunción. Andato in Cile nel 1912, fu direttore in diver-se case, membro del consiglio ispettoriale, consigliere della nunziatura apostolica. Godeva della fiducia delle autorità ecclesiastiche e civili. Nel 1922 organizzò il Congresso Eucaristico Nazionale. Morì a Santiago.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 71 accusa contro i salesiani erano: non si insegnava il mestiere agli allievi come in una vera scuola, i laboratori erano piuttosto uno stabilimento di produzione indu-striale che muoveva sleale concorrenza ai piccoli esercenti di Asunción; venivano inoltre inflitti castighi corporali agli allievi del corso di arti e mestieri; mancava finalmente la chiarezza nell'amministrazione economica della casa.83 Sulla que-stione dei laboratori i salesiani si difendevano affermando, e con ragione, che le famiglie non lasciavano i loro figli in collegio il tempo sufficiente per imparare bene il mestiere. Quanto agli altri punti le lagnanze dei superiori salesiani erano quasi le stesse della stampa: «Egli [Turriccia] stesso battè alcuna volta i giovani, e disse a qualche confratello che il vero mezzo di riuscire nel dirigere i giovani è di menar le mani [...]. La sua contabilità è assai imperfetta perché non ha confi-denza in D. Castagno Prefetto, e gli fa conoscere solo ciò che crede».84

Nell'agosto 1902 il governo inviò una commissione per far luce sulla que-stione dei castighi corporali. La commissione trovò ostacoli da parte del direttore salesiano, che finì per contestare allo Stato il diritto di ispezionare gli Istituti privati. Con apposito decreto il Vice-Presidente della Repubblica chiudeva allora il collegio «Mons. Lasagna».

Quel decreto creò un problema di natura istituzionale. I salesiani avevano ri-cevuto per legge, in donazione, terreno e edilizi dallo Stato e solo mediante una loro rinuncia volontaria quel patrimonio poteva tornare allo Stato. Camera e Se-nato uniti convocarono il ministro degli Esteri, di Giustizia e di Pubblica Istru-zione, che diede spiegazioni sul decreto di chiusura. Alla fine tale decreto fu dichiarato nullo e si cercò un accomodamento con i salesiani.85

Il parere dei superiori, del vescovo e degli amici era che i salesiani conse-gnassero gli stabili al governo mediante congruo compenso e si stabilissero in proprio. Su questo anche il governo era d'accordo. Ma avendo il direttore del collegio offeso il ministro, la questione incominciò a protrarsi oltre il previsto, nonostante la mediazione di Malan, accorso dal Mato Grosso in aiuto ai salesiani. Comprendendo, con Alonso Criado, che la vera difficoltà era la presenza del direttore, Rua lo trasferì a Santiago del Cile, ma Caglie-

83 Cf ASC F 389 Notas editoriales - nunca es tarde. 84 ASC B 051 lettera Albera-Rua 11.07.901; sulla disastrata situazione economica dell'ope-

ra si veda anche ASC F 147 lettera Gamba-Cagliero 24.07.902. 85 Cf ASC F 389 [A.M. TURRICCIA], Clausura del Colegio Mons. Lasagna - Apuntes,

Asunción, Escuela Artes y Oficios 1902; ASC F 389 Asuncion - Mons. Lasagna La cuestión sale-siana - interpelación al Ministro de Justicia; ASC F 389 Asunción - Mons. Lasagna legge del 21.04.96, art. 1.

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72 Antonio da Silva Ferreira ro86 intervenne per ottenere che Turriccia restasse a Asunción fino alla definitiva soluzione del problema.87

Sorsero altre difficoltà per arrivare ad un accordo: ad Asunción ci fu un pe-riodo di instabilità politica; quanto ai salesiani, l'ispettore Gamba non credeva fosse possibile che i salesiani si stabilissero in proprio e, mentre si opponeva alla firma dell'accordo, già approvato dal vescovo e dai superiori, presentava un'altra proposta su basi diverse. Cagliero allora intervenne di persona e dopo otto giorni di faticose trattative riuscì finalmente a firmare col governo un accordo che ac-contentava entrambe le parti: i salesiani restituivano gli stabili allo Stato, riceve-vano un congruo indennizzo e si stabilivano in proprio.88

86 Giovanni Cagliero (1838-1926), n. a Castelnuovo d'Asti fu uno dei primi e principali collaboratori di don Bosco. Sac. nel '62; dal '75 vicario di don Bosco e poi di don Rua per l'America, carica che divise nel '96 con Costamagna, nominato vicario di don Rua per il Pacifi-co. Vie. apost. della Patagonia, fu consacrato vescovo nell'84. Ritornò in Italia nel 1904. Fu nunzio apost. nel Centro America (1908-1915); cardinale nel 1915, vesc. di Frascati dal 1920. Morì a Roma.

87 Cf ASC F 389 lettera Cagliero-Turriccia 03.01.903; ASC F 147 lettera Turriccia-Gamba 31.01.903; ASC F 085 lettera Malan-Rua 23.01.903; ASC F 147 lettera Gamba-Cagliero 11.01.903; ASC F 147 lettera Gamba-Cagliero 24.07.902.

88 Cf ASC F 389 lettera Turriccia-Rua 08.07.903; ASC F 147 lettera Gamba-Cagliero 27.01.903; ASC F 389 lettera Gamba-Turriccia 06.02.903; ASC F 389 le nuove basi presentate da Gamba; J. BORREGO (ed.), Las llamadas «Memorias» del card. Giovanni Cagliero in RSS 19 (1991) 335; cf anche, a p. 334, la nota 531-543.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 73

Al papa Leone XIII

ASC F 095 31 BRASILE SAN PAOLO Corrisp. coi Sup. Maggiori dal 1885 al 1924Copia, italiano, con correzioni aut., 2 ff. carta bianca, rigata, 305 x 206 mm., inchiostro seppia.fir, in alto, inchiostro nero, Si prega il Sig. D. Rua di correggere l'unita istanza e rimandarla co­piata e firmata per la sua pronta presentazione. Roma 10.12-92; l Copia da conservare; matita,22-12-92; f2v inchiostro viola, Spedito originale Torino 22 Dicembre 1892.

l post presentazione del I dati del (cor ex della) documento sono (emend ex di D.) diD. Lasagna.

Presenta il salesiano Luigi Lasagna e chiede venga insignito del carattere episcopale.

[Torino 22 Dicembre 1892]

tl r Beatissimo Padre,

Il sottoscritto Rettor Maggiore della Pia Società Sa1esiana umilmente prostratoal bacio del S. Piede, offre a nome suo e di tutti i suoi confratelli gli omaggi del piùprofondo attaccamento e della più sincera divozione alla Persona Veneratissima delVicario di Gesù Cristo, ed in questa circostanza del Santo Natale e del Capo d'anno 5eleva a Gesù Bambino i più ardenti voti per la preziosa conservazione e salute delNostro Santo Padre, del Nostro Duce, del Nostro Gran Maestro e Signore in terra.

Sicuro poi di procurare al cuore di Vostra Santità non lieve consolazione, anchel'umile sottoscritto si è adoprato di festeggiare il Centenario Colombiano ed il fau­stissimo Giubileo Episcopale di Vostra Santità, nel modo che credeva dover tornare lOpiù gradita alla medesima Santità Vostra, dando cioè maggiore impulso all'operadelle Missioni nostre dell'America da Colombo scoperta.

In questo mese sono già partiti in numero di cinquantasei i Missionarii per l'A­merica, e dopo le feste Giubilari di Vostra Santità si appresterà una nuova schiera diSalesiani e di Suore, Figlie di Maria Ausiliatrice, che andranno in quei lontani paesi 15a far conoscere ed amare Gesù Cristo ed il suo Vicario in terra.

Tutta l'America offre un vasto campo alle fatiche dei nostri cari Missionariisparsi già dal Messico fino all'estrema punta della Terra del Fuoco, ma presente­mente le cure del sottoscritto devono rivolgersi di preferenza all'immenso territoriodel Brasile. È la terra di America che ha più selvaggi. Si calcolano oltre dodici milioni 20gli sciagurati indigeni che scorazzano come fiere tra le fitte boscaglie ancora inesplo­rate di quel paese. I

flv Le Diocesi abbracciano estensioni troppo vaste; il Clero nazionale è insufficien-te pei bisogni più comuni; eppure oltre i selvaggi cui nessuno può pensare, bisognaaggiungere una moltitudine veramente straordinaria di poveri nostri italiani, che 25colle loro famiglie vanno a popolare quelle foreste, esposti al più triste abbandono.Ve ne sono già più di un milione.

Di più il Governo Federale del Brasile, desideroso di aumentare il numero deiSudditi, ed in caso di guerra di soldati, ha stretto contratto coll'Impero Cinese perl'introduzione di due milioni di cinesi nel Brasile, dentro lo spazio di tre anni. 30

Da questo si rileva quanto sia urgente il bisogno di provvedere al più presto dizelanti Missionarii quella vastissima Republica, approfittando in fretta dell'ampia li-

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74 Antonio da Si/va Ferreira

bertà che concede quel Governo Republicano, per intraprendere Opere svariate avantaggio degli emigrati italiani, degli stessi Brasiliani e più ancora dei pagani cinesi

35 ed indigeni, che da tanti secoli aspettano invano chi li soccorra.Affine poi di munire di maggior autorità e prestigio il capo di quelle nostre at­

tuali e future Missioni, e possa così ottenere dai Governi dei diversi Stati della fede­razione, maggiori vantaggi a prò delle opere esistenti e da incominciare, il sottoscrit­to osa pregare la Santità Vostra che voglia degnarsi di insignirlo del Sacro Ordine

40 Episcopale.Munito di sì alta dignità e della grazia che l'accompagna, egli potrà colla predi­

cazione e coll'opera giovare immensamente di più all'impianto di riduzioni e colonieagricole di selvaggi, di scuole e collegi per la gioventù, di Missioni, di Società edOpere Cattoliche a favore degli emigrati italiani, e, correndo da uno stato I all'altro I2r

45 di quel vastissimo territorio, potrà collo zelo e la prudenza suscitare con maggior ef­ficacia lo spirito di religione e di pietà, l'amore e l'ubbidienza al Papa, al Vicario diGesù Cristo.

Tanto più che questo Superiore dovendo recarsi allo Stato di Matto Grosso persoccorrere di Missionarii il Vescovo di Cuyabà, da tanti anni bramoso di aiuto, do­

50 vrà pure di passaggio attendere alle Missioni del Paraguay, che la Santità Vostra ciha testè tanto raccomandate, e che stanno pure a cuore di noi tutti.

L'attuale Superiore delle nostre Missioni del Brasile e dell'Uruguay che dovràestendere pure l'opera sua al Paraguay, e che ha già in suo aiuto cento e due salesia­ni e cento venticinque suore, Figlie di Maria Ausiliatrice, è venuto da poco fra noi in

55 Italia per indurci a concedere altri ed altri compagni di lavoro. Egli è il Molto Reve­rendo Don Luigi Lasagna che da ben sedici anni si consacra indefessamente e confrutto a quelle lontane Missioni. D'anni quarantatre, Professore di Lettere e Filoso­fia, ha pure insegnata Teologia nelle Case di America, dove ha già formata un'elettaschiera di giovani Sacerdoti, che l'aiutano, e fondati due Noviziati di Salesiani, e due

60 per le zitelle che aspirano alla Congregazione delle Figlie di Maria Aus.ce[.]Ora è questo nostro caro Confratello, che tra poco ritornerà in quei lontani

paesi, che noi vorremmo vedere insignito del carattere Episcopale, affinché l'operasua e la sua attività possa essere d'una efficacia maggiore e più propor[zionata agli f2venormi bisogni a cui deve provvedere, ed al campo sterminato in cui deve esercitarsi.

65 Implorando sopra di tutti i Salesiani e loro allievi e Cooperatori l'ApostolicaBenedizione si protesta coi sensi di figliale, profondo ossequio e di illimitata devo­zione

Della Santità VostraUmil.mo Osseq.mo Obb.mo Figlio

70 Sac. Michele RuaR.M. dei Salesiani

3 post offre del nel 7 Santo add si R post Padre del Santo R 13 numero] NumeroC 15 , Figlie add si R 20 dodici milioni Is 33 intraprendere corr ex intrappren-dere R 36-37 attuali e future add si R 43 gioventù] Gioventù C 48 Matto Grosso]Mattogrosso C 49 di emend ex il 60 aspirano COIT ex aspiraI 70 Sac.] firmato:Sac C 71 R.M. emend ex super. R.

l Leone XIII: Gioacchino Pecci (1810-1903) n. a Carpineto, Frosinone. Studiò nel CollegioRomano. Membro dell'Accademia dei nobili ecclesiastici (1832) e prelato domestico. Sac. nel

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La missione salesiana tra gli indigeni del M ato Grosso 75

1838. Delegato pontificio a Benevento (1838) e Perugia (1841). Arciv. titol. di Damietta e nun­zio apost. a Bruxelles (1843). Vesc. di Perugia (1846-1878). Card. del titolo di S. Crisogono(1853-1878). Papa (1878-1903).Dell'ampia attività di Leone XIII interessano il nostro lavoro:

la celebrazione del quarto centenario della scoperta dell'America, in quanto un evento si­gnificativo nell'opera di evangelizzazione;

l'impulso dato alle missioni in America del Sud con la creazione del vicariato apostolicodella Patagonia settentrionale, - con Cagliero vico apost., - della prefettura apostolica della Pa­tagonia meridionale e della Terra del Fuoco, - con Fagnano prefetto apost., e l'elezione diLasagna a vesc. titol. di Tripoli, con l'incarico di ridare vita alle missioni indigene del Brasile edi consacrare il nuovo vescovo di Asuncion del Paraguay;- la ripresa dei rapporti diplomatici con l'Argentina e l'elevazione della rappresentanza dellaSanta Sede in Brasile al rango di nunziatura;- l'adozione del tomismo come filosofia preferita dalla Chiesa.Tra le encicliche di Leone XIII, ricordiamo la Rerum Novarum che tanto influsso ebbe nelleleggi sociali di molti paesi.11-15 «Hanc enim praecipue sententiam atque hoc propositum eius insedisse animo constat;aditum Evangelio per novas terras novaque maria patefacere [...] Ab Alexandro VI Pontificemaximo viros apostolicos maturat per litteras petere, in quibus ea est sententia; sacrosanctumIesu Christi nomen et Evangelium quam latissime disseminare me aliquando posse, Deo aiutore,confido» (LEONIS Papae XIII Epistola de Christophoro Columbo Quarto abeunte saeculo, in«Acta Sanctae Sedis» 25 (1892-1893) pp. 4,5). Il primo passo viene citato da BS 16 (1892) 9,p.170.16-20 Cf Feste Colombiane e partenza dei missionari salesiani, in BS 17 (1893) l, pp. 8-11; No­tizie dei nostri missionari, in BS 17 (1893) 4, pp. 74-76; La partenza di Mons. Lasagna con altrimissionari salesiani, in BS 17 (1893) 5, pp. 96-96.21-23 «Per la Congregazione Salesiana, le feste che si celebrano a Genova pel quarto centena­rio della scoperta dell'America, sono, si può dire, una festa di famiglia. Basta volgere unosguardo alla carta dell'America del Sud, per vedere quanti missionari nostri si sono, in questiultimi anni, slanciati a domandare la loro parte d'eredità in questa vigna del Signore, così va­sta, così feconda, da formare le speranze più belle della Chiesa. Da Mons. Cagliero all'ultimocatechista di Puntarenas, laggiù nella Terra del Fuoco, tutti guida lo stesso spirito, lo stessozelo: una la fede, uno l'intento, una la bandiera, una la ricompensa; il manipolo della messedi Dio, manipolo copioso, stretto in pugno da quegli operai fino al momento di portado lassù,testimonio del lavoro, dei sacrifici, dell'olocausto di se stessi» (BS 16 (1892) 7, p. 142).25-27 Il censimento del 1888 stimava la popolazione del Brasile in quattordici milioni di abi­tanti, dei quali meno di un milione erano indigeni.45-50 Cf A.S. FERREIRA, Essere ispettore-vescovo agli inizi delle missioni salesiane in Uruguay,Paraguay e Brasile: Mons. Luigi Lasagna (1876-1895), in RSS 19 (1991) 207, 213-214.62 Cf l.E. BELzA, Luis Lasagna, el obispo misionero, Buenos Aires, 1970, pp. 221-222; A.S.FERREIRA, Essere ispettore-vescovo f. .. ], in RSS 19 (1991) 195-196.63-64 Cf ASC A 443 RUA Ottonello-Riccardi lettera Rampolla-Rua 14.12.92.74-75 Las Piedras e Lorena, per i salesiani, Villa Colon e Guaratinguetà-Carmo, per le FMA.

2

Al papa Leone XIII

Di questa lettera abbiamo in mano un primo abbozzo, con quattro fogli, fatto da Lasagna ecorretto da Barberis, e due manoscritti di Rua. Diamo la descrizione di questi due ultimi, chechiameremo manoscritto A e manoscritto B. Pubblichiamo il testo riportato dal manoscritto B,

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76 Antonio da Silva Ferreira

indicando anche le correzioni fatte in A.- manoscritto A:ASC in via di collocazionefotocopia 4 ff. carta bianca.i fogli vengono numerati in alto, inchiostro nero, Rua 1; Rua 2; Rua 3; Rua 4.- manoscritto B:ASC B 716 273.11-17 LASAGNA LUIGI Docum. personalicopia, italiano, 3 ff. carta bianca, rigata, 305 x 205 mm., inchiostro nero.fir, in alto, inchiostro nero, I.M.I. S.to; inchiostro china, (Per (emend ex Dopo) la consecraz.di Mons. Lasagna); mrg. sin., inchiostro china, Alcuni dignitari della diocesi di Casale; f2r, inalto, matita, Copia lettera D. Rua al Papa 1893 ob. Lasagna episcopum consecratum; s.273.

Ringrazia Leone XIII per l'elevazione di Lasagna alla dignità episcopale. Cenni sulla vita del­l'eletto.

Beatissimo Padre fl r

Sento l'animo mio ripieno della più profonda gratitudine verso di V. S[antità]che agli inumerevoli benefizi già prodigati alla nostra umile società volle aggiungereuna nuova prova di benevolenza insigne elevando alla dignità episcopale il nostro

5 caro confratello missionario D. Luigi Lasagna.lo spero che assistito dalla grazia dello Spirito Santo e sorretto da Vergine SS.

Ausiliatrice egli potrà nel nuovo stato cui è innalzato da V. S[antità] fare del granbene alle anime, onorare la Chiesa ed estendere con efficacia il regno di Nostro Si­gnor Gesù Cristo. E fondamento di sì lieta speranza sono l'attività grande, la pietà,

lO ed ingegno del nuovo eletto, che nelle diferenti cariche da lui coperte nella nostraCongregazione ha sempre dimostrato attitudine e zelo unito a grande prudenza.

D. Luigi Lasagna nacque da modesta ed onorata famiglia di Montemagno,Diocesi di Casale Monferrato ai 4 di marzo dell'anno 1850. Ricevette il Sacramentodella Cresima nella parrocchia di Casorzo nell'anno 1861 da Mons. Luigi Nazari di

15 Calabiana e gli era padrino il Marchese Domenico Fassati.Fin da fanciullo mostrò amore grande alle cose di pietà e nella sua parrocchia

spendeva volentieri una parte della mattinata nel servir la S. Messa.Nell'autunno dell'anno 1863 essendosi portato D. Bosco in Montemagno con

alquanti dei suoi allievi, s'incontrò in lui, ed avendo avuto eccellenti notizie sul suo20 conto lo invitò ad entrare nelle sue case, gli prese affetto e lo diresse con cura specia­

le fino al Sacerdozio animandolo esso stesso a consacrarsi tutto a Dio nella Congre­gazione Salesiana.1

In tutte le classi ginnasiali il giovane Lasagna si segnalò per istudio, pietà e in- f1vtelligenza ed al fine d'ogni anno riportò il premio nei suoi esami.

25 Vestì l'abito clericale il primo di novembre 1866 e dopo d'aver fatto l'anno delnoviziato emise i suoi voti nel 1867 e dopo gli studi adeguati fu chiamato da D. Bo­sco prima ad insegnare la lingua latina nell'Oratorio di S. Francesco di Sales di To­rino, poi a Lanzo ad insegnare la retorica ed in ogni luogo non solo soddisfece i suoiSuperiori, ma lasciava ovunque desiderio di se. Posto anche per due anni ad inse-

30 gnare la filosofia si adoperò in ogni modo e riuscì ad introdurre la filosofia tomisticacontro quanto usavasi nelle Diocesi del Piemonte in quei tempi.

Presa nel 1872 la laurea in belle lettere nella Università di Torino fu inviatoprofessore nel nostro Liceo di Alassio dove era quando venne invitato alle missioni.

Ricevette gli ordini minori nella città di Fossano da Mons. Manacorda ed il

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 77

Suddiaconato e Diaconato nella cattedrale di Torino nel 1872 da Mons. Lorenzo 35Gastaldi ed agli 8 Giugno del 1873 fu ordinato Sacerdote da Mons. Pietro MariaFerrè, Vescovo di Casal Monferrato.

Appena fatto sacerdote dimostrò molto zelo per la predicazione della parola di­vina. Pur continuando a fare scuola andava a predicare ovunque fosse invitato, edin questo esercizio riportò lode di oratore e quel che è più conversione di molte ani- 40me essendo sempre ed unicamente la sua predicazione rivolta a questo scopo.

Fu allora che D. Bosco soddisfatto del suo zelo lo scelse a Superiore dei primiMissionari che dovevano recarsi all'Uruguay. Aveva appena 26 anni allora, era sof­ferente assai di salute, pure i fatti comprovarono che la grazia di Dio lo premiavadella sua ubbidienza, riuscendo a vincere difficoltà e pericoli grandissimi. I 45

f2r Partito d'Italia in novembre del 1876 dopo di avere avuto la benedizione del SS.Padre Pio IX s'imbarcava a Bordeaux; dopo terribile burrasca sofferta con lO com­pagni al golfo di Guascogna giunse a Montevideo li 26 Dicembre. Per amore e rico­noscenza al Papa battezzò col nome di Pio IX il primo collegio che fondò in VillaColon, come battezzò poi col nome di San Gioacchino la prima casa che aperse 50dopo l'elezione di Vostra Santità alla Cattedra di S. Pietro.

Pieno di coraggio e zelo fondò ospizi e scuole gratuite in varii punti più biso­gnosi di quella Repub[b]lica e specialmente in Paysandù dove accettò la Direzione diquella vastissima Par[r]occhia in momenti in cui poteva questo costar la vita a lui edai Sacerdoti che colà stabilì. 55

Scriveva polemiche nei giornali a difesa della cristiana filosofia e della pedago-gia ed i suoi articoli lodatissimi dalla stampa cattolica di quei paesi furono poi fattiraccogliere in un opuscolo che i suoi discepoli fecero stampare a loro spese.

Fondò la Società degli Oratorii Festivi di cui il Vescovo di Montevideo appro-vò gli Statuti e con apposita pastorale la raccomandò a tutti i sacerdoti e fedeli della 60Repub[b]lica dell'Uruguay.

Coadiuvò alla fondazione del primo giornale cattolico di quei paesi il «Bien Pu­blico», promosse la fondazione delle Società operaie cattoliche, estese dovunque po­té le conferenze di S. Vincenzo de' Paoli.

Veduta l'ottima riuscita delle sue fatiche nell'Uruguay e l'instancabilità del suo 65zelo D. Bosco gli affidò pure la Missione del Brasile. Egli percorse subito quell'im­menso Impero fino al fiume degli Amazzoni.

Fondò l'ospizio di Nictheroy sul porto di Rio-Janeiro, poscia quello del SacroCuore di Gesù nello stato di S. Paolo; indi quello di Lorena, chiamandolo di S. 70

(2v Gioachino, dove aperse pure I il noviziato per la lingua Portoghese. In seguito inmolti punti di quell'immenso Impero stabilì oratorii festivi anche per le fanciulle[,]dirette dalle Suore di Maria SS. Ausiliatrice, destando dappertutto viva simpatia perla sua carità e zelo.

Nell'anno 1886 essendo ritornato in Italia in occasione del Capitolo Generale 75della Pia nostra Società avvenne che trovandosi vacante la Diocesi di Casale Mon­ferrato, il Rev.do Capitolo di quella città mandò una rappresentanza di Canonici al­l'Emin.mo I Cardinale Alimonda pregandolo con vive istanze affinché proponesse ilnostro D. Lasagna come Vescovo di quella diocesi. Sua Eminenza ne informò D.Bosco il quale giudicò più conveniente alla gloria di Dio conservarlo alla testa di 80quelle lontane e difficilissime Missioni.

Invero tornato nel Brasile si pose ad organizzare su vasta scala un gran servizioreligioso ai due milioni e mezzo d'Italiani emigrati colà. Progettò ed iniziò lavori di

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78 Antonio da Si/va Ferreira

missioni speciali per la conversione e civilizzazione delle numerosissime tribù selvag­85 ge del Paraguay, del Matto Grosso e dello Stato di S. Paolo, cose che danno tutta la

speranza di felice successo.Posso aggiungere che oltre l'Italiano, lo Spagnuolo, ed il Portoghese che cono­

sce benissimo, avendo in dette lingue predicato spessissime volte ed anche scrittovari opuscoli, possiede pure abbastanza bene il Francese, l'Inglese che parla con suf­

90 ficiente speditezza.Esposte così in breve le cose che giudicai più importanti riguardo al neo eletto

Vescovo non posso fare a meno che ringraziare ancora con tutta l'anima la S.[t]àV[ostr]a che siasi degnata d'insignirlo del carattere episcopale affinché possa ritorna­re a lavorare colà giù con maggior prestigio ed efficacia. I

95 Il Signore gli dia vita e lo assista colla sua santa grazia, perché possa ottenere 13rcolle sue fatiche apostoliche frutti consolantissimi al cuore di Vostra Santità.

Di Vostra SantitàObb.mo Dev.mo Dm.mo Servo e Figlio

Sac. Michele Rua

2 più add A si 5 confratello corr ex fratello B 12 di corr ex in B Montemagnocorr ex Montemago 13 Marzo emend ex d 15 Calabiana] Cala1bia Al Ca1babia corr A2

Callabiana emend infra lineam A3 Calabiana corr B Fassati corr ex Fossati 18 essendosiportato corr ex essendo passato B 24 nei t corr ex dei A 26 dopo COIT ex d'27 diI emend ex poi A 28 a COIT ex ha B insegnare add B 33 quando venne add siB 34 gli ordini COIT ex l'ordini B 38-39 divina. COIT ex divina, 43 appena COIT expena B 46 in cor ex il A 47 IX COIT ex nono B 48 li add B 49 post collegio deiin Villa A 50 San Gioachino] San Giovachino A Gioachino B 53 Paysandù] PaysandùA omittit B 55 stabilì corr ex stabilivansi A 56 Scriveva corr ex Sosteneva B58 che [...] stampare emend ex dai suoi discepoli ed amici e stampati B 60 con appositacorr ex com.... A 62-63 Publico»] Public» R 65 post ottima dei fatica A delle suefatiche add B 66 la Missione corr ex l'emmissioni B 67 Impero corr ex impiego B72 post stabilì dei B Scuole, collegi, laboratori ed B 73 Ausiliatrice COIT ex Ausig1iatrice B75 in Italia add si A 76 Pia add B 77 mandò add si A 80 alla COIT ex la B82 su vasta scala add si A 85 Matto] Matto BI Mato COIT B2 cose COIT ex pose Adanno add mrg sin A 88 spessissime emend ex ... A scritto COIT ex scritti B 89 pureadd si A 92 a meno add si A che emend si ex di A 95 grazia, COIT ex grazia. B95 perchè] aff Al Sperando che emend A2 Spero che COIT A3 perchè emend B possa emendex potrà B 96 consolantissimi corr ex cons... A 98 Obb.mo COIT ex Osso B 99 postRua dei R.M. della pia S. di S. di Sales. B

12 figlio di Sebastiano Lasagna e Teresa Bianco.14 Luigi Nazari Di Calabiana (1808-1893) n. a Savigliano, Torino; dottore in teologia nel1830; sac. nel '31; vesc. di Casale (1847-1867); arciv. di Milano (1867-1893).25 La scheda anagrafica della segreteria generale dei salesiani indica la data del 28 ottobre.26 Secondo la scheda anagrafica, Lasagna emise i voti triennali nel 1868; la professione per­petua la fece dopo un anno di sacerdozio, nel 1874.32 A quanto sembra, non la laurea, ma l'esame di abilitazione all'insegnamento nel ginnasiosuperiore.34 Emiliano Manacorda (1833-1909) n. a Penango, Casale Monferrato; sac. nel 1859; dottorein teologia e in diritto canonico e civile; vesc. di Fossano (1871-1909).35 Quanto al suddiaconato, ricevuto il 21.12.72, vedi il documento corrispondente in ASC B

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 79

716 Lasagna Luigi. La scheda anagrafica dà come data del diaconato il 29.03.73.Lorenzo Gastaldi (1815-1883) n. a Torino, teologo collegiato, membro dell'Istituto della

Carità (1853-1863), canonico della SS. Trinità, vesc. di Saluzzo (1867-1871), arciv. di Torinodal 1871.36 Più propriamente Lasagna fu ordinato il 7 giugno.36-37 Pietro Maria Ferrè (1815-1886) n. a Verdello, Crema; sac. nel 1838; dottore in Teolo­gia, insegnò nel seminario di Crema e fu curato della cattedrale; vie. capit. dopo la morte dimons. Sanguettola, nel 1857 fu eletto suo successore; passò nel '59 a Pavia e nel '67 a Casale,dove morì.42-43 Lasagna non aveva fatto la domanda per andare nelle missioni. Fu don Bosco perso­nalmente a indicarlo per quella carica (Cf ASC A 002 B 10001 Cronache, Lanzo - 1876 - Con­ferenze - Cronichetta degli esercizi, p. 5).52-55 Cf lettera Lasagna-Bonetti 27.06.81 in BS 5 (1881) 7, luglio, pp. 14-16.56-58 Cf ASC B 718 Lasagna Luigi COLECCION DE LaS ARTICULOS del Dr. D. LuisLasagna (Presbitero) director del Colegio Pio Miembro de la Academia de la Arcadia de Romaen refutacibn a los APUNTES PARA UN CURSO DE PEDAGOGIA del Doctor F.A. Berra­Edicion hecha por los cat6licos de Montevideo. Morella Hnos 1883.59 La società ebbe inizio nel 1880, con dieci oratori nella periferia di Montevideo. Presidentene fu Luis Pedro Lenguas.

Vescovo di Montevideo era Jacinto Vera (1813-1881) n. a S. Caterina del Brasile; sac. nel1842; vie. apost. dell'Uruguay dal '59; vesc. titoI. di Megara (1865-1878); primo vesc. diocesa­no di Montevideo (1878-1881). In corso la causa di beatificazione.60 Cf ACPVC Reglamento generai de la Sociedad de los Oratorios Festivos sancionado por laAsamblea GeneraI Extraordinaria, el 16 de mayo de 1883, Montevideo, Impr. y Enc. de Rius yBecchi 1883.77 Tale rappresentanza era composta dai canonici Luigi Calcagno e teoI. Giuseppe Roma­gno10 (Cf ASC B 716 Lasagna Luigi lettera Romagnolo e Calcagno-Bosco 26.11.86).78 Il card. Gaetano Alimonda (1818-1891) n. a Genova; sac. nel 1843; dottore in teologia al­l'Università di Genova; rettore del seminario; vesc. di Albenga (1877-1879); card. del titolo diS. Maria in Traspontina (1879-1891); arciv. di Torino (1883-1891).81-86 Cf A.S. FERREIRA, Essere ispettore-vescovo f. .. ], in RSS 19 (1891) 213-214, 220-221.

3

A don Giovanni Balzola

ASC A 44706 15 9-131 RUA Abbate-Barattaaut. italiano, 2 ff. carta bianca, rigata, 210 x 134 mm., intestata ORATORIO di SAN FRAN­CESCO DI SALES Via Cottolengo N° 32 TORINO, inchiostro nero.fIr, in alto, inchiostro nero, Racc. Or. XXXIV-l; Arch. 81-//-S2; matita, l Colonia Teresa Cri­stina; completa la data col mese l; f2v, in basso, matita, A 44706 15.

Come ricevere il nuovo ispettore. Smarrite diverse lettere di Rua a Balzola. Domanda di noti­zie sulla Colonia Teresa Cristina. Spedizione, ai missionari, del BS in italiano e in spagnuolo.Parere sull'eredità ricevuta da Balzola. Progetto di trasferire agli indigeni i terreni della missio­ne: ma abituarli prima al lavoro, all'amministrazione della famiglia, all'uso del danaro. Libri diregistro dei sacramenti amministrati. Coltivare le vocazioni.

24-96 fIr

Car.mo D. Balzola

ho ricevuto contemporaneamente le gradite tue del 17/8 e del 25/11 che arriva-

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80 Antonio da Si/va Ferreira

rono qua il 18/1-96. Ci piacciono assai le notizie che ci mandi e possibilmente le in­5 seriremo almeno in parte nel Bollettino.

Il Signore ha chiamato a se il vostro caro Ispettore: speriamo che fra poco se neprovvederà un altro che cammi[ni] sulle orme del compianto Mons. Lasagna e conti­nui a provvedere per lo sviluppo di codesta missione. - Intanto pregate. - Appenasarà' nominato il nuovo Ispettore scrivetegli per fare atto di sudditanza; e per dimo-

lO strargli la vostra fiducia chiedetegli del personale. Se esso potrà, ve ne manderà; incaso contrario si rivolgerà a noi che faremo il possibile per venirvi in ajuto.

Son maravigliato non abbiate ricevuto/ delle mie lettere, avendovi io scritto più f1vvolte. Le lettere si saranno smarrite.

Quando mi scriverai altra volta fammi sapere che distanza vi è tra la colonia15 Teresa Cristina e la casa di D. Malan a Cuyabà, quali mezzi di comunicazione vi

sono tra l'una e l'altra e se vi vedete qualche volta.- Vedo che la Provvidenza anche costì non vi abbandona e ne la ringrazio. Mi

fa molto piacere il sentire che già riuscite a far lavorare gl'Indi: bene: fateli lavorarema senza usare violenza: allettateli al lavoro.

20 Ho dato commissione affinchè vi sia spedito regolarmente il Bollettino italianoe Spagnuolo, due copie per ciascuna lingua, una per voi, l'altra per le Suore. Questadoppia copia servirà a darvi più complete le notizie Salesiane.

Riguardo alla piccola eredità di tuoi padre io sarei d'avviso che la metà la desti- f2rnassi per le missioni salesiane e l'altra metà la lasciassi a qualche opera di beneficen-

25 za nel paese. Però finché vive la madre, se ha bisogno dell'usufrutto, non occorre farniente.

Molto bella l'idea di ripartire, a suo tempo, le 24000 ettare fra gl'Indi. Convieneperò abituarli prima allavoro,all'amministrazione di famiglia, all'uso del danaro. ­Converrà forse che voi v'interessiate pure pei matrimonii.

30 - Non so se già abbiate i registri de' battesimi, de' matrimonii, delle cresimeecc. - Provvedetevi di tutto e fate le cose con regolarità.

Non dimenticate eziandio lo studio del latino. Se avete qualche giovanetto buo­no e di ingegno distinto coltivatelo pellatino. Fra pochi anni tali giovani potrebberoessere chierici e porgervi ajuto. -I

35 Il Signore vi conservi tutti nella sua santa grazia e la Madonna Ausil. vi difenda f2vda ogni pericolo spirito e tempor.

Tanti saluti a tutti anche alle Suore ed ai cari Indi da parte delTuo aff. in G. e M.

Sac. Michele Rua

40 P.S. Favorisci ricapitare la qui unita.

14 tra emend ex d 20 Ho dato] Dato R 1 ho dato corr mrg sin R 2

add si 27 24000] 2401 m. R22 doppia copia

5 Cf BS 20 (1896) 5, pp. 125-126 lettera Ba1zo1a-Rua 25.11.95.14 «Inquanto [sic] a mezzi di comunicazione da questa colonia alla città sono abbastanza pe­nosi. Generalmente il viaggio si fa a cavallo; la distanza è di un 300 a 350 km [...] In quattrogiorni con buoni cavalli si fa il viaggio...» (ASC A 4370209 lettera Balzola-Rua 03.04.96).18-19 «I poveri indii lavorano e vanno accostumandosi molto bene alla fatica, ma ci vorebbesempre qualche regaluccio che consiste poi sempre in vestiti, coltelli, fazzoletti ecc.» (ASC B

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La missione salesiana tra gli indigeni del M ato Grosso 81

199 lettera Balzola-Rua 06.12.96)23 Il missionario era figlio di Francesco e Maria Balzola. Sulla morte di Francesco vedi ASCB 199 Balzola lettera Marcellino Porta-Balzola 25.02.95.23-26 «Per la mia piccola eredità che è meno di 500 L. faccio come lei mi disse. Mi scrisseropure che ricevettero avviso di andar il mio credito di massa militare che è di 38 L. e mi chieserose devono riceverlo loro o i miei superiori. Interpretando la sua intenzione risposi che andasse­ro loro e poi lo facessero entrare nella piccola eredità completando così le 500 lire. Per ora ab­bisogna la madre» (ASC A 4370209 lettera Balzola-Rua 03.04.96).30-31 «Ciò che mi raccomandò riguardo ai registri sarà praticato, anzi il giorno di Pasquadarò principio al registro di confirmazione. Povero Monsignore [Lasagna]! stava riservato perlui l'amministrazione di questo Sacramento ed invece lo deve amministrare per la prima volta ilpovero suo ex-Segretario, ed egli assisterà dal Cielo» (ASC A 4370209 lettera Balzola-Rua03.04.96).

4

A mons. Giovanni Cagliero

ASC A 4499-131 RUA Cagliero-Caysaut. italiano, 2 ff. carta bianca, rigata, 210 x 135 rn.tn., intestata ORATORIO di S. FRANCE­SCO DI SALES TORINO, Via Cottolengo N. 32; i~chiostro nero; il testo lascia libero f2v.

Successione di Lasagna in Uruguay e nel Brasile; il Mato Grosso. Visitatrice delle FMA. Co­stamagna vicario di Rua per il Pacifico. Esercizi spirituali e vestizioni chiericati in Uruguay.Testamento di Lasagna in Brasile. Pro-vicario per la Patagonia. Fondazione della casa salesia­na di Asunci6n del Paraguay. Ritratti di don Bosco. Nuove fondazioni in Africa. Saluti.

f1,. 10-2-96

Monsignore CaLmo e Rev.mo

In vista della graditissima tua del 6 Genn. veniamo nella decisione di lasciar D.Gamba ispettore nell'Uruguay, D. Peretto nel Brasile ed ajutante dell'Ispettore Bra­siliano D. Malan pel Matto Grosso e fra breve spedirò la lettera a quelle varie case 5per darne l'annunzio ufficiale.

Ora manca la Visitatrice del Brasile; spero che fra breve mi farai conoscere iltuo avviso e quello della Madre Generale intorno alla eligenda a quella carica.

Se Mons. Costamagna potrà stabilirsi nel suo Vicariato, chi sa se non ti torneràpiù comodo lasciare a lui la carica di Vicario del Rettor Maggiore per l'Equatore, lOColombia, Venezuela e Messico. Dimmi liberamente il tuo giudizio, che io cercosolo di fare come sembra meglio in Domino ed anche più facile per le distanze.

fIl' Molto mi piacquero le notizie degli esercizi I spirituali nell'Uruguay e special-mente delle 15 vestizioni chericali. Voglia Iddio che altrettante siano quelle dell'Ar-gentina. '15

Riguardo al testamento di Mons.r Lasagna nel Brasile non ti pare che si possafar aprire l'ultimo suo testamento come quello che proprio contiene le sue ultime di­sposizioni? Stante il gran favore che ora godono i Salesiani nel Brasile presso il Go­verno, spero che si potrebbero anche ottenere facilitazioni qualora ne emergesserodei pesi molto gravi. - Spero che tu non vorrai imitare l'esempio di Mons.r Lasagna; 20tuttavia converrà che tu dia tutte le disposizioni per la tua successione in qualunque

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82 Antonio da Silva Ferreira

eventualità, come spero già avrà fatto Mons. Costamaggna prima di partire per laBolivia e farà pure Mons.r Fagnano.

Il Signore provvederà, confido, un buon pro-vicario per la Patagonia: pre­25 ghiamo.1

Sarei contento che si potesse definire la quistione del Paraguay nel senso favo- .121'revole a quella Repubblica. Spero che la difficoltà dell'art. 4 sarà dal Governo eli­minata.

Accogliamo il tuo parere intorno ai due ritratti di D. Bosco adottando di prefe­30 renza quello che ce lo mostra come santo, quale egli era.

Siamo in trattative pel Capo di Buona Speranza e per Alessandria d'Egitto.Prega anche tu che tutto riesca alla maggior gloria di Dio e vantaggio delle anime.

Tanti cordiali saluti a tutti Confratelli, Suore, Ascritti, allievi e tanti rispetti aibravi Cooperatori.

35 Il Signore ti difenda da ogni pericolo e fecondi di ottimi frutti le tue parole esollecitudini. - Tutto il Capit. Sup. ti saluta per mezzo del

Tuo aff. in G. e M.Sac. Michele Rua

P.S. Pare che questa volta si riesca ad avere l'antico collegio di Lanzo.

9 Mons. emend ex D.

3-4 Giuseppe Gamba (1860-1939) n. a Buttigliera d'Asti; sales. nel 1877; sac. nel 1883; direttoe maestro dei novizi; ispett. dell'Uruguay e del Paraguay (1896-1923).- Carlo Peretto (1860-1923) n. a Carignano, Torino; sales. nel 1878, partì per l'Uruguay, sac.nell'83, fu dei primi salesiani ad andare in Brasile in quello stesso anno; primo direttore dellacasa di Lorena; ispett. in Brasile (1896-1908); diretto a Braga nel Portogallo e in diverse case delBrasile; morì a Ouro Preto, Minas Gerais.5 «Non devi troppo impensierirti per le relazioni che devi avere con D. Peretto. Egli è tuoIspettore, è vero, ma lo è piuttosto per sostenerti presso il Governo, che non per regolare l'an­damento delle tue case. Mandag1i spesso tue notizie, mettilo al corrente delle cose delle case,ma per ciò che spetta alle ordinazioni ed ai voti puoi scrivere direttamente al Capitolo Superio­re» (ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persico lettera Rua-Malan 27.06.99)7 Visitatrice (ispettrice) del Brasile fu la madre Anna Masera, vicaria di madre Teresa Rinal­di. Appena ricevuta la notizia della morte della madre Rinaldi nell'incidente ferroviario di Juizde Fora, SI. Masera aveva assunto provvisoriamente le redini dell'ispettoria in attesa di quantoavrebbero deciso poi i superiori.8 La madre Caterina Daghero (1856-1924), per espresso mandato di Rua, faceva la visita allecase delle FMA in America. Del lungo viaggio (1895-1897) si conserva nell'archivio della casageneralizia delle FMA il diario scritto dalla segretaria della madre, suor Felicina Fauda.9 Giacomo Costamagna (1846-1921) n. a Caramagna, Cuneo; sa1es. nel 1867; sac. nel '68;professione perpetua nel 1869; diretto spirituale delle FMA (1875-1877); partì per l'Argentinanel '77. Nel '79 prese parte all'impresa del gen. Roca, raggiungendo la tribù degli Araucani.Nell'80 successe a Bodratto nell'ispettoria americana, che presto diede origine ad altre ispetto­rie. Vicario di don Rua per il Pacifico (1896-1903). Vesc. titolare di Colonia nel 1895; vicoapost. di Mendez y Gua1aquiza, Ecuador (1895-1918). Morì a Bernal, Argentina.16-28 Cf A.S. FERREIRA, 1896: La successione di mons. Lasagna e la seconda visita di mons.Cagliero in Brasile, in RSS 16 (1990) 181-210.

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La missione salesiana tra gli indigeni del M ato Grosso 8:3

5

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. con firma aut. italiano, 2 ff. carta bianca 210 x 135 mm., con due fori sul mrg. sin.,inchiostro nero; il testo lascia libero quasi tutto f2r e l'intero f2v.fIr, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 159.

Ringrazia per la relazione di Malan sulla missione del Mato Grosso. Problemi di personale.Malan si mostra disposto a collaborare col nuovo ispettore. Buoni rapporti con l'autorità ec­clesiastica. Frutti del lavoro pastorale. Nuovo edificio del collegio S. Gonzalo. Rapporti con leFMA. Incoraggiare i confratelli e tenerli allegri.

flr

Caro D. Ant. Malan,

Torino Luglio 1896

(Cuyabà)

Ho ricevuto la bellissima relazione che mi hai mandato intorno alla missione diMatto Grosso e ti ringrazio.

Sono contento che i confratelli che ti diedero in aiuto dimostrino buona volon- 5tà e facciano sperare bene di sè.

Mi rincresce che D. Solari non vada pienamente d'accordo con D. Balzola: vo-glio sperare che andrà meglio per l'avvenire. Se hai a soffrire qualche cosa nella tuaqualità di Superiore, offrila volentieri al Signore e ne sarai consolato. Godo che siadisposto ad aiutare il nuovo Ispettore e sono persuaso che riuscirai a fare molto be- lOne. Mi consola la notizia che mi dai della buona relazione in che ti sei potuto mette-re colle autorità sì Ecclesiastica che civile. Mi è di grande conforto il sentire che costì

/lI' si frequentano I i Santi Sacramenti e che si poté riuscire a formare ben tre pie compa­gnie per animare i fedeli alla pratica delle virtù ed alla fuga del vizio.

Le mie più sincere congratulazioni per le 45 prime comunioni, c[h]e son persua- 15so si saranno fatte molto bene e con grande solennità.

I miei sinceri complimenti pel nuovo collegio che hai fabbricato e che prestoavrai popolato di cari alunni.

Quanto al personale che domandi non è possibile provvedere subito; si farà ilpossibile di mano in mano che si avranno soggetti capaci e disponibili. Terrò conto 20dell'offerta che ci fai dei relativi passaggi e del personale di cui abbisogni.

Mi piace il provvedimento che hai preso riguardo alle Suore per procurare unpo' di riposo alla Superiora inferma e rimetterla in salute. I

.IlI' Fa coraggio a tutti e tienli allegri. Gradisci i miei saluti, estendili a cotesti caris-simi e raccomandami alle loro preghiere. 25

Tuo aff.mo in G. e M.Sac. Michele Rua

7 Giuseppe Solari (1861-1935) n. a Borgomanero, Novara; sales. nel 1880, partì per l'Uru­guay; sac. nell'86; nel 1894 andò, con Lasagna, nel Mato Grosso; lavorò in diverse case delBrasile; fu un eccellente scenografo; morì a Guaratinguetà, S. Paolo.22-23 Andando alla colonia Teresa Cristina, Malan aveva portato con sé il novizio GiacomoGrosso, per dirigere i lavori della campagna, e cinque FMA: la nuova direttrice Rosa Kiste.Natividade Rodrigues, Maria Heitzman, losefina Bustamante e Elena Michetti. Tornavano a

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84 Antonio da Silva Ferreira

Cuiabà le suore Margherita Micheletto e l'ex-direttrice Frederica Hummel, ammalate. DelleFMA, venute alla colonia con la seconda spedizione nel Mato Grosso, restava solo suor Mad­dalena Tramonti (Cf 1.B. DUROURE, Dom Bosco em Mato Grosso, [Campo Grande], MissàoSalesiana do Mato Grosso 1977, p. 131).

6

A don Giovanni Balzola

ASC A 4470603 9-131 RUA Abbate-Barattaaut. italiano, 2 ff. carta bianca, rigata, 205 x 128 mm., intestata ORATORIO di S. FRANCE­SCO DI SALES TORINO, Via Cottolengo N. 32, inchiostro seppia.fIr, in alto, inchiostro nero, Racc. Or. XXXIV - 2; Arch. 81-lf-S2; matita, 2. Colonia TeresaCristina; f2v, in basso, matita, A 4470603.

Ritardo della posta. Orientamenti per l'azione missionaria. Il problema del sostentamento del­la missione. Vita cristiana e lavoro produttivo. Gradualità nel lavoro missionario. Rapporti colgoverno civile e col presidio militare. Situazione della donna tra i bororo. Casa o gran capan­none? Eredità di Balzola. Preghiere per i missionari. Mantenere gli indi sempre occupati: rela­zione di lavori utili alla loro civilizzazione.

10-7-96 IIr

CaLmo D. Balzola

La gradita tua del 3/4 potei leggere solo il 3 del corrente, cioè tre mesi dopo eciò non solo a motivo della distanza che ci separa, ma anche a motivo di prolungata

5 mia assenza da Torino. Ora sono a te.Molto curiose mi riuscirono le notizie che mi dai, e lodo l'impegno che spieghi

per tenere gl'Indii riuniti: solo con tal mezzo si potranno stabilmente cristianizzare ecivilizzare. Formar dei villaggi cattolici, come fa Mons. Fagnano nella Terra delFuoco, istruire i selvaggi nelle verità di nostra santa fede, abituarli poco alla volta al

IO lavoro, innamorarli della vita stabile in un sito, col battesimo farli cristiani, collacresima e gli altri Sacramenti renderli buoni cristiani, ecco il vostro compito. A pro­posito di battesimo, cresima e matrimonio converrà che abbiate gli opportuni libriper registrare questi atti debitamente per ogni eventualità possa accadere, e che co­minciate subito tale registrazione. I

15 Molto a proposito il provvedere che fai molte bestie bovine per averne da po- (Ivterne ammazzare una o più al giorno secondo il bisogno. - Se poi potrai farti man-dare gl'istrumenti necessari al lavoro da poter occupare un gran numero di uominiandrà a maraviglia. Andrà anche bene avvezzarli dopo alcuni anni a sostenersi da see così formare vere famiglie cristiane. - Penso che le Suore mentre insegnano le ora-

20 zioni e verità di nostra santa religione alle donne ed alle zitelle, già avranno incomin­ciato ad insegnar loro i lavori donneschi, specie i lavori domestici.

Mi consola il vedere come il governo ti sostiene. Fa quanto puoi per fartelabuona col presidio militare cercando di far anche loro un po' di bene spirituale senzamai perdere della tua autorità sopra di loro. - Spero il Signore vi conserverà in buo­

25 na salute; in Caso qualcuno cadesse infermo, i soldati vi saranno pur di grande ajutose vi sono affezionati. I

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 85

f2r Mi fanno rabbrividire le cose che mi racconti delle povere figlie esposte a tantipericoli. Quello fa vedere il bisogno che vi è di promuovere la bella usanza di per­suadere i giovani al matrimonio in età giovanile assai. Spero che questo sarà pur unmezzo efficacissimo per cristianizzarli e civilizzarli. A tal fine sarà d'uopo il fabbri- 30car case a misura che si formeranno nuove famiglie. Spero che il Signore benedirà iltuo zelo e coraggio per impedire i disordini d'immoralità che mi hai accennati. Tuperò non disgiungere mai lo zelo dalla preghiera e dalla prudenza.

Se i tuoi parenti ci porteranno qualche cosa della tua eredità te ne daremoavviso. 35

Qui le cose continuano regolarmente: molto sovente si pensa ai cari Missionaripregando per essi. - Saluta codesti cari Confratelli, Consorelle ed allievi e credimisempre

Tuo aff.o in G. e M.Sac. Michele Rua I 40

f2v P.S. Sarà cosa ottima se potrai trovare occupazione anche leggera per tutti ipoveri indii capaci di lavorare. La pastorizia, l'agricoltura, l'orticultura, mestiere dafalegname, fabbro, carrettaio, muratore, fabbricante di mattoni sono tutte profes­sioni utilissime alla civilizzazione.

6 curiose corr ex curioso Il cresima] Cresima R 13 registrare corr ex registrarvi20 santa] Santa R 21 lavori2 add mrg sin 30 sarà d'uopo emend ex gioverà

3 Cf ASC A 4370209 RUA Accomazzi-Bonaccina lettera Balzola-Rua 03.04.96.7 «Inquanto [sic] agli indii continuiamo andare molto adagio nell'amministrazione dei Sacra­menti. Mi fa troppo pena l'amministrare il Battesimo e poi vederli continuare nel medesimostato, e ritornare per le foreste a passare mesi ed anni. Continuo ad animarli molto al lavoroper poter raccogliere buona quantita di viveri e poterli mantenere qui riuniti» (ASC A 4370209lettera Balzola-Rua 03.04.96).15 «Abbiamo comperato un 700 teste bovine per formare una mandria, ed un 100 buoi perammazzare in questi 4 mesi, ma è poca cosa; e poi se sapesse quanti sacrificii mi costa provve­dere all'assistenza di tanto bestiame dovendo far fare tutto da servitori. Già comprammo pureun 25 cavalli e più della metà mi morirono» (ASC A 4370209 lettera Balzola-Rua 03.04.96).22 «. ..essendo io l'unica autorità ecclesiastica e civile del luogo, che oltre agli indii ci sarannopure una settantina almeno di civilizzati; e poi anche la milizia» (ASC A 4370209 lettera Balzo­la-Rua 03.04.96).23 Il distaccamento di polizia era comandato da un sergente, con le seguenti istruzioni, tra lealtre: «l° È subbordinato al Direttore della Colonia dal quale riceve gli ordini. 2° Eseguiràgli ordini dati dal rispettivo Direttore, con tutta obbedienza» (ASC A 4370210 Istruzioni pelcommandante del distaccamento dei soldati di polizia nella Colonia Teresa Cristina).

7

A don Giovanni Balzola

ASC A 4470604 9-131 RUA Abbate-Barattaaut. italiano, 2 ff. carta bianca, rigata, 209 x 134 mm., intestata ORATORIO di SAN FRAN­CESCO DI SALES Via Cottolengo N° 32 TORINO, inchiostro nero; il testo lascia libero flv.fIr, in alto, inchiostro nero, Racc. Or. XXXIV-3; Arch. 81-11-S2; matita, 3 Colonia Teresa Cri­stina; flv, in basso, matita, A 4470604.

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86 Antonio da Si/va Ferreira

La Madre Generale riporta notizie della missione. Balzola non faccia da sé, ma si faccia aiuta­re dagli altri. Nudità dei selvaggi. Le FMA e l'educazione della donna. Orientamenti per il la­voro missionario. Saluti.

5-VIII-97 j1r

CaLmo D. Balzola

La Madre Generale mi ha portato la pregiata tua del 19/5 che mi riuscì oltre­modo gradita. Ella mi ha pur dato tante notizie che tu non hai potuto mettere in

5 carta per mancanza di tempo. Mi raccontò del lavoro immenso che ti incombe neldirigere codesta Missione. Spero che a quest'ora già avrai con te il caro D. Traversache ti ajuterà efficacemente. Andrà molto bene che tu procuri di farti ajutare quantosi può dai coadjutori e che sii come la ruota maestra della Missione, mettendo inmoto tutti gli altri salesiani, non salesiani civilizzati e selvaggi, rimanendo tu fermo

10 nel centro, o muovendoti solo per vedere se furono eseguiti i tuoi ordini.Mi disse la Madre con mia maraviglia che codesti selvaggi stanno ancora nudi:

speravo che a quest'ora avessero già tutti qualche specie di vestimenta da compariralmeno con qualche decenza. I

Sia questa una delle prime tue cure. A tal fine gioverà il cercar modo di tratte- f1 v15 nere nella Missione quelli che vi sono, istruirli nella nostra santa religione, a tempo e

luogo battezzarli e tu fare proprio da parroco, tenendo i registri de' battesimi, de'matrimonii, dei defunti ed anche delle cresime: cioè tutti i registri parrocchiali. - Ledonne e le figlie falle istruire dalle Suore e quando sono preparate amministra loro ilbattesimo. Falle avvezzare a tener la pulizia delle loro capanne e delle loro persone.

20 Se ci fosse stata maggior regolarità nella pulizia forse non si sarebbe sviluppata co­tanto l'influenza. - Sarà pur necessario far fabbricare molte nuove capanne, per nonlasciarli agglomerati in numero troppo grande in una sola capanna. Insomma devipensare a costituire costì, come fanno i nostri Confratelli nell'isola di Dawson, unvero paese cristiano. Dovendo pensare a tante cose certo non ti resterà tempo ad an-

25 dare sempre a coltivar lei campagne coi selvaggi, ma la farai da vero Parroco e sin- /2rdaco in pari tempo mentre resteranno pur alleggerite le tue enormi fatiche, che di­venteranno forse molto più utili.

Dovrà essere anche vostra cura combinar matrimonii cristiani fra i giovani e lezitelle ed assegnar loro pezzi di terra da coltivare fabbricando loro qualche casa e

30 capanna, quando ve n'è bisogno.Credo che non dovete aver tanta premura di aumentar la popolazione della co­

lonia, quanto di rassodarli nella religione e virtù e formarne dei buoni cristiani.Ora sono ansioso di aver presto di nuovo delle vostre notizie, sapere se i selvag­

gi, che, come mi scrivi, si sono dispersi per l'influenza, siano ritornati e se le cose vo­35 stre prendano avviamento più regolare.

Saluta caramente D. Traversa, tutti i Confratelli ed anche gli altri e credimiTuo aff. in G. e M.

Sac. Michele Rua

14 cercar emend ex nontesimo de'2 corr ex di

15 santa] Santa R 16 de'l COlT ex di17 matrimonii corr ex matrimonio

battesimi COlT ex bat-

17-18 «Già aveva incominciato un poco di scuola ma non mi fu possibile a continuare e do-

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f1r

La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 87

vetti affidare alle Suore anche i ragazzinI. In due mesi impararono le prime pagine del sillaba­rio, l'Ave Maria, e parte del Pater noster. È proprio una pena veder gente tanto intelligenteperduta tra le foreste» (ASC B 199 lettera Balzola-Rua 06.12.96).24-25 «E poi come già le dissi altre volte sono io solo per accompagnare da 25 a 40 di questirobusti giovinastri al lavoro facendomi anche venire calli ben duri nelle mani [...] Almeno sepotessi avere un altro prete con me per attendere alle cose di casa e qualche buon coadiutoreche mi aiutasse a dirigere e sorvegliare questi miei carissimi alunni nei lavori agricoli» (ASC B199 lettera Balzola-Rua 06.12.96).

8

A don Giovanni Balzola

ASC A 44706 05 9-131 RUA Abbate-Barattaaut. italiano, 1 f. carta bianca, quadrotta, 211 x 135 mm., inchiostro nero.retto, in alto, inchiostro nero, Racc. Or. XXXIV-4; Arch. 81-//-52; matita 4 Colonia TeresaCristina; verso, in basso, matita, A 4470605.

Ringrazia per le lettere ricevute. Benedizione ai missionari. Rendere presente lo spirito di Lasa­gna. Gradualità in ciò che si esige dagli indigeni. Fiducia nell'aiuto del Signore.

Torino, Oratorio S. Franc. di Sales 13/10-97

Carissimo D. Balzola,

Rispondo alla graditissima tua del 9 Luglio, ringraziandoti cordialmente.Ti unisco i due piccoli biglietti, per D. Traversa cui ringrazio proprio di cuore il

primo, e l'altro per il Confr. Tabone cui pure ringrazio. 5Il Signore benedica ora le vostre fatiche, e vi conservi nella sua santa grazia ed

in buona salute affinché possiate riuscire nella grande Opera.Ti ringrazio di quanto mi scrivi anche a riguardo di D. Malan. Dopo la gravis­

sima sciagura che colpì il caro Mons. Lasagna, avevamo bisogno che il suo spirito sirinnovasse. Concedaci il Signore grazia sì grande. Lavoriamo nella umiltà e nella fe- lOde, ed il suo soccorso non ci verrà meno.

Procurate di istruire e battezzare molti selvaggi, e di avvezzarli insensibilmentead imitarvi nel vestire e civilizzazione. Salutandovi affettuosamente mi raffermo

Tuo aff.mo in Gesù CristoSac. Michele Rua 15

3 A quanto sembra si tratta di lettera Balzola-Rua non del 9 ma del 31 luglio (Cf ASC A4370211).5 Vittorio Tabone (1871-1938) n. a Chiusa S. Michele, Torino; sales. nel 1897, va alla coloniaTeresa Cristina; la sua esperienza di contadino è stata preziosa nelle missioni tra i bororo, doverimase per trent'anni. Morì a Cuiabà.8-11 «D. Malan pare che abbia acquistato lo spirito del nostro compianto Monsig. Lasagna.Egli è animatissimo, specialmente dopo il suo ritorno dall'Europa [...] Egli è amato e stimatoda tUlti specialmente dalle autorità» (ASC A 4370211 lettera Balzola-Rua 31.07.97).

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88 Antonio da Silva Ferreira

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A don Giovanni Balzola

ASC A 4470606 9-131 RUA Abbate-Barattaaut. italiano, 2 ff. carta bianca, rigata, 209 x 135 mm., timbrata ORATORIO di SAN FRAN­CESCO DI SALES Via Cottolengo N° 32 TORINO, inchiostro china; il testo lascia libero f2v.f1 r, in alto, inchiostro nero, Racc. Or. XXXIV-5; Arch. 81-II-S2; matita, 5; sotto la data, 97;f2v, in basso, matita, 4470606.Data della lettera: Abbiamo messo la data del 12-I1-98. Si potrebbe anche leggere 12.11.98, maquesta data non corrisponde al contenuto della lettera che continua quanto detto in quelle del'97; suppone Balzola in piena attività nella colonia Teresa Cristina. Ora nell'ottobre del '98Rua aveva già ricevuto la notizia che i salesiani erano stati estromessi da quella colonia; e anovembre Balzola era ancora in viaggio dall'Italia per il Mato Grosso, dopo quattro mesi diviaggio in Europa.

Relazione di Balzola per il BS. Gli indigeni ritornano alla colonia Teresa Cristina. Cure igieni­che. Orientamenti per il lavoro missionario. Diminuiscono i sussidi del governo. Lavoro pro­duttivo nella colonia. Figlioccia di Rua. Fratello di Traversa.

12-II-98 j1r

CaLmo D. Balzola

La gradita tua del 4/10 mi arrivò solo di questi giorni ed arrecò al mio cuoregrande consolazione. Spero che la relazione verrà pubblicata per intero nel Bolletti-

5 no essendo assai bella e curiosa. Converrà che tu ci scriva di quando in quando let­tere edificanti e descrittive. - Sono contento che gl'Indii siano ritornati. Accuditelibene e fatene buoni cristiani e poco alla volta anche bravi lavoratori da potersi gua­dagnare il vitto. Va tanto bene che abbiate preso buone precauzioni nelle abitazioniecc. per procurare buona salute e lunga vita agli Indii. Se possono far sapere agli al-

lO tri, che stanno ancora dispersi, che essi godono buona salute, li attireranno a stabi­lirsi coi Missionari. - Va tanto bene che stabiliate le case a piccola distanza le unedalle altre; così se scoppia l'incendio in una, le altre restano facilmente salve. Mette­tele con simmetria e comodità per quanto si può. I

Sarà anche bene cercare se vi è qualche rimedio per far cessare l'epidemia quan- flv15 do viene a manifestarsi. Un mezzo molto utile è l'isolamento. Perciò converrà fare

anche un po' di ospedale. D. Traversa potrà dare savi consigli intorno all'assistenzadegli infermi.

Sento con piacere che cominciate a dare il battesimo. Va benone: istruite gliadulti e quando hanno qualche istruzione religiosa più elementare battezzateli e bat-

20 tezzate anche i loro bambini. Converrà che teniate fin d'ora i registri dei battesimi,dei matrimonii, dei morti in buona regola. - Converrà pure che destiniate una locali­tà ad uso di cimitero pei cristiani. Se potrete cingerlo di mura, piantarvi la Croce inmezzo andrà tanto bene.

Mi rincresce che il governo abbia diminuito la sovvenzione che vi dava. Procura25 per mezzo di D. Malan o di D. Peretto di far parlare a chi di ragione per farla di

nuovo aumentare. Del resto I studiate anche il mezzo di far produrre dalla terra f2rquanto è necessario al vitto e poco alla volta anche il rimanente introducendo i me­stieri compatibili alla condizione attuale della Colonia. - Di qui non sapremmo nep-pure come farvi arrivare soccorsi.

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La missione salesiana tra gli indigeni del M ato Grosso 89

Sono contento che abbiate cura di mia figlioccia, per la quale t'unisco un imagi- 30ne. Volesse il Signore che diventasse Suora di Maria Ausiliatrice.

Saluta caramente D. Traversa (a cui dirai che fu qui poc'anzi suo fratello che glimanda tanti saluti ed aspetta sue lettere), i Confratelli, le Suore, gl'Indii a cui tuttiprego dal Signore ogni benedizione, mentre mi raffermo

Tuo aff.o in G. e M. 35Sac. Michele Rua

lO ancora emend ex dis Il Va corr ex StaCristiani R 28-29 neppure corr ex ne.

19 quando emend ex b 22 cristiani]

11r

4-5 Il BS 22 (1898) 4, pp. 97-98, pubblica una lettera di Balzola, ma con la data del 30 ottobre.24 «Pare che quest'anno il Governo Federale del Brasile tolga il sussidio o la verba [sic] chepassava agli Stati della Repubblica destinata appunto per la catechese dei selvaggi. Se così fos­se, povera mia Missione, poveri miei selvaggi!» (ASC B 199 lettera Balzola-Rua 06.12.96).25 «[...] D. Malan è Vice-Ispettore non per diminuire la sua autorità ispettoriale, ma perchéha troppo poche case nel Matto Grosso da formarne una ispettoria, ed anche affinché in D.Peretto Ispettore abbia un ajutante che faccia i suoi interessi presso il Governo federale» (ASCA 4470609 RUA Abbate-Baratta lettera Rua-Balzola 13.05.99).30 «Spero che tra poco potremo anche noi dar principio all'amministrazione dei Sacramenti,specialmente del battesimo solenne. La prima indietta che si trovava in condizioni di poter es­sere battezzata solennemente la battezzò D. Malan il18 corrente nostra festa di Maria Ausilia­trice; Lei [Rua] ne è il Padrino ed io fui il rappresentante» (ASC 4370211 lettera Balzola-Rua31.07.97).

lO

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoaut. italiano, 1 f. carta bianca, rigata, 204 x 122 mm., inchiostro nero.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 161.

Lettera Malan-Rua. Balzola ritorna in missione con i tre bororo venuti in Italia. Come agirenelle persecuzioni. Villalba esce dalla congregazione. Noviziato per i salesiani e per le FMA.

Torino l4-X-98

CaLmo D. Malan

La gradita tua dell' Il Luglio mi arrivò durante gli esercizi e non mi fu più possibi­le risponderti fino ad oggi, dando la mia letterina a D. Balzola perché te la porti convarie altre che tu distribuirai ad occasione. 5

Ti ringrazio delle notizie che mi dai sebbene non tutte piacevoli. Speriamo chele persecuzioni saranno cessate e che a Cuyabà ed alla Colonia si goda pace. A talfine preghiamo. Voi altri nelle persecuzioni e tribolazioni usate preghiera, prudenza,pazienza e, quando occorre, anche energia per isventare ingiuste vessazioni.

Mi rincresce del povero Villalba: preghiamo per lui. Sono più che persuaso che IOtu hai fatto quanto potevi per lui e forse alle tue sollecitudini si deve se egli durò an­cora qualche tempo in religione.

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90 Antonio da Silva Ferreira

Faremo il possibile per provvedere D. Balzola di buon personale. Speriamo ri­condurrà i tre selvaggi buoni cristiani.

15 Spero che il noviziato di S. Antonio vadai bene e ci auguriamo che produca ab- f1vbondanti frutti. - Non sarà conveniente pensare anche a provvedere un piccolo no­viziato per le Suore? Non so se già abbiano postulanti: qualora si vedesse nelle gio-vani qualche numero di vocazioni converrebbe provvedere quando vi siano parec[-chi]e postulanti.

20 Il Signore benedica i vecchi e nuovi operai evangelici e renda fruttuose le lorofatiche e Maria Ausiliatrice vi difenda da ogni pericolo, specie dal peccato.

Tanti cordiali saluti a tutti dalTuo Aff. in G. e M.

Sac. Michele Rua

17 nelle corr ex nei 18-19 quando [...] postulanti add

14 «[...] em 1898, o R.do Pe. 10ao Balzola levou à «Exposiçao artistica e religiosa» de Turimtres d'esses mesmos indios que, apesar di algumas extravagancias provenientes do caracter ale­gre do selvagem, se mostraram civilizados por toda parte onde os recibiao e admirarao» (ASCF 087 Relatorio da Obra Salesiana de Dom Bosco [. ..], p. 19; Cf BS 22 (1898) 6, p. 161, I nostrimissionari e tre selvaggi del Matto Grosso all'Esposizione delle Missioni; BS 22 (1898) 9, p. 224,D. Balzola e D. Debella coi tre Indii Coroados del Matto Grosso condotti all'Esposizione delleMissioni in Torino).15 Aperto a Coxipò da Ponte.

Il

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. con firma e poscritto aut. italiano, l f. carta bianca, rigata in rosso, 210 x 134 mm, in­chiostro seppia.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 162.

Lettera Malan-Rua. Malattia di Giordani. Rua incoraggia Malan a proseguire nel suo lavoro.Curare la salute dei collaboratori. Recapito della posta.

Torino l Novembre 1898 .111'

Caro D. Malan Cuyabà (Matto Grosso)

La tua car.ma del 14 Settembre giunse che D. Balzola era già partito. Mi rincre­sce assai il sentire che il Ch. Giordani è piuttosto [s]eriamente ammalato. Ho giàscritto a D. Gamba raccomandandoglielo. Godo assai del bene che, coll'aiuto diDio si fa costì, e che il lavoro non vi manchi. Fa coraggio e prosegui alacremente alavorare per la gloria di Dio e la salute di tante povere anime.

Il Signore ti benedica e ti assista colla sua Santa grazia. CredimiAff.mo in G.C.

Sac. Michele Rua

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La missione salesiana tra gli indigeni del M ato Grosso 91

P.S. Abbi molto riguardo alla tua salute ed a quella de' tuoi collaboratori.Quando ti accorgi che soffrono qualche incomodo, abbine cura con farli riposare al­quanto e provveder loro quel che occorre pel loro ristabilimento.

Riceverò con piacere la lettera che mi prometti.

4 Vincenzo Giordani (1875-1898) n. a Fossombrone, Pesaro, entrò nel seminario diocesano;andò all'Oratorio nel 1895 e si fece salesiano nel '97; partì per le missioni del Mato Grosso;morì a Villa Colon, Uruguay.

12

A don Giovanni Balzola

ASC A 44706 07 9-131 RUA Abbate-Barattaapogr. e aut. italiano, l f carta bianca, 210 x 134 mm. intestata Oratorio de DON BOSCO ­Santander, inchiostro nero; il segretario scrisse il testo sul retto; Rua riprende sul fondo del ret­to, da «Saluta caramente [...]», e continua nel verso.retto, in alto, inchiostro nero, Racc. Or. XXXIV-6; Arch. 81-II-S2; matita, Liceo 3. GonzaloCuyabà; verso, in basso, matita, A 4470607.

Ringrazia delle notizie ricevute. Rapporti con Malan e con l'ispettore Peretto. Curare i tre bo­roro che furono in Italia. Impedire le questioni di nazionalità tra i salesiani. Cura degli infermi.

flr A dì 26 Febr. 99

Mio caro D. Balzola

Ti ringrazio delle notizie che mi dài con l'ultima tua. Pare anche a me che nellemani della Divina Provvidenza ciò che fu fatto per impedire il bene diverrà occasio-ne ad allargarlo. Iddio lo faccia. So che D. Malan e l'Ispettore D. Peretto si occupa- 5no assai delle fac[c]ende e tu attendi da soldato valoroso gli ordini. - Per quanto èpossibile procura di tenere qualche relazione coi nostri tre figliuoli, affinché, tornan-do fra la loro tribù, non perdano la fede, ma sieno apostoli fra i loro simili. Il Signo-re sia sempre con te. Saluta caramente tutti codesti cari Confratelli, specie D. Ma-

.flv Ilan e D. Traversa. - Con prudenza osserva se si faccia costì in Cuyabà qualche que- lOstione di nazionalità; in tal caso procura in bel modo di impedire tali quistioni e chevi riguardiate tutti come Salesiani, cioè discepoli, seguaci di S. Francesco di Sales efigli di D. Bosco. Così se ti paresse che non si avesse cura degl'infermi, ajuta ad in­trodurre quelle attenzioni che loro sono dovute. - Sta allegro e credimi sempre

Tuo Aff.mo in G. e M. 15Sac. Michele Rua

4 ciò] cio C 5 Ispettore] Ispetto C Ispettore cm.,. RR 7 tre figliuoli ls

D. Peretto] retto CD. Peretto cm.,.

3-5 «La nostra ritirata dalla Colonia fu proprio Provvidenziale. La nostra Missione così siestende subito in tutto il Matto Grosso perché oltre alla casa di Corumbà che abbiamo po­tuto aprire [-l abbiamo diverse Missio[ni] da attendere [...] Il campo è vastissimo» (ASC F OèS5lettera Balzola-Barberis 08.05.99).

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92 Antonio da Silva Ferreira

6-8 Antonio, Federico e Filippo erano stati battezzati a Torino il 16 ottobre 1898 (Cf BS 22(1898) Il, pp. 279-280, La redenzione degli indii del Matto Grosso nel Brasile); Rua parla diquesto battesimo nel BS 23 (1899) 1, p. 5.

13

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoaut. italiano, 2 ff. carta bianca, 214 x 135 mm., inchiostro china; il testo occupa solo fIr, conposcritto sul mrg. sin.fIr, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 163; matita, R.

I salesiani si ritirano dalla colonia Teresa Cristina. Cercare altro campo di missione. Assumerela parrocchia di Corumbà. Incoraggiamento a mandare notizie. Recapito della posta.

Béjar 3-III-99 fl,.

Car.mo D. Malan

Dopo la notizia che ci avete comunicato della perdita della colonia Teresa Cri­stina stiamo in aspettazione per sapere come e dove potrete avere altro campo evan-

5 gelico da coltivare. Tu ci farai gran piacere tenendoci informati. - Intanto pensa unpo' se non sarà il caso di concertare col Vescovo per avere l'amministrazione dellaparroc[c]hia di Corumbà o per poterci colà stabilire a servizio di quelle anime chetanto ne abbisognano.

Spero che le vostre relazioni col Vescovo siano buone e che si potrà concertarelO qualche cosa. - Sentiremo volontieri da te notizie dei nuovi arrivati, come pure degli

antichi e specialmente del vostro noviziato. - Sono in viaggio: tu potrai scrivere di­rettamente a Torino.

Il Signore vi assista e S. Giuseppe vi difenda da ogni pericolo. Prega pelTuo Aff. in G. e M.

15 Sac. Michele Rua

P.S. Favori[s]ci ricapitare le qui unit[e].

5 Tu emend ex I lOda emend ex in 16 P.S. [...] unite. add m"g sin

6 Il 2 marzo il vescovo donava ai salesiani un terreno sulla piazza Santa Teresa, a Corumbà,per dare inizio all'opera salesiana in quella città.- Carlos Luis D'Amour (1837-1921) n. a S. Luis do Maranhilo; sac. nel 1860, fu canonicodella cattedrale di S. Luis. A Bahia insegnò nel seminario; fu vico capitoi. e governatore delladiocesi. Vesc. di Cuiabà (1877-1910) e suo primo arciv. (1910-1921). Socio dell'Istituto StoricoBrasiliano, fu anche fondatore dell'Istituto Storico di Mato Grosso e suo primo presidenteonorario. Pubblicò diverse lettere pastorali e più di 60 altre opere.7 Parroco di Corumbà era Costantino Tarzio, italiano, ex-cappellano militare, entusiasta diGaribaldi, che aveva preso la cittadinanza brasiliana. Fu sospeso per aver fatto solenni funeraliin suffragio di Umberto L Morì a S. Luis de Caceres.9 Due anni più tardi Malan scrisse: «Il me semble que sous la jurisdiction de cet Eveque toutecharge serait bien épineuse et presque impossible. Son système la moralité de ses 5 pretresséculiers qu'il a encore etc.» (ASC F 085 lettera Malan-Rua 28.07.902).

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Ilr

La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 93

14

A don Giovanni Balzola

ASC A 4470608 9-131 RUA Abbate-Barattaaut. italiano, 1 f. carta bianca, 210 x 132 mm., inchiostro nero; il testo occupa solo il retto delfoglio.retto, in alto, inchiostro nero, Racc. Or. XXXIV-7; Arch. 81-//-82; matita, cuyabà; verso, inbasso, matita, A 4470608.

Lettera Balzola-Rua. Voti per il buon esito di Corumbà. La colonia Teresa Cristina. Morte diGiordani. Il BS non più inviato ai giornali di Cuiabà. Avviare bene il noviziato.

Malaga 12-IV-99

CaLmo D. Balzola

Ho letto con piacere la tua del 9/2. Ti ringrazio delle notizie che mi dai e fo votiche la missione di Corumbà abbia miglior esito che quella della Colonia Teresa Cri-stina dopo la tua partenza. 5

Riguardo alla causa della morte del ch. Giordani sta tranquillo che non tengonessuna sinistra idea: son certo che costì si è fatto quanto si è potuto per salvarlo ese si mandò altrove si fece pure col fine di procurargli almeno miglioramento.

Abbiamo avvisato l'Amministrazione del Bollettino di non più spedirlo a code-sti cattivi giornali. lO

Fa coraggio e d'accordo col Direttore fate quanto potete per avviar bene code-ste case, specie il noviziato.

Tanti saluti a tutti delTuo aff. in G. e M.

Sac. Michele Rua 15

5 tua emend ex vostra 6 alla] alle B

15

A don Antonio Malan

Torino, lO Novem. 1899.

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. con firma aut. italiano, correzioni aut., 1 f. carta bianca, rigata, 210 x 134 mm., inchio­stro nero.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero 167.

Ricuperata salute di Malan. Delega per procedere alla vestizione clericale dei novizi. Permessoper accettare di nuovo la colonia Teresa Cristina. Chiedere personale a Gamba.

Ilr J.M.J.

Carissimo Don Malan:

Con molto piacere ho letto la Carissima tua delli 3 Sett. pp. e le belle notizie chein essa mi dai. Mi rallegro proprio di cuore della ricu[p]erata salute, e ne ringrazio

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94 Antonio da Si/va Ferreira

5 Dio con te, nella speranza che potrai maggiormente lavorare per la gloria di Dio e lasalvezza delle anime.

Mi fanno speciale piacere le buone notizie di tue coteste case, specialmente perle tre vestizioni che pensate di fare e per cui ti mando le delegazioni necessarie, e pergli altri che manderete alla casa del Noviziato. Lo Spirito del nostro caro e venerato

lO Don Bosco aleggi sopra le medesime e penetri i cuori degli abitatori! - Siamo d'ac­cordo che possiate di nuovo incaricarvi della missione Teresa Cristina con tutte lecondizioni che crederai opportune I per la sua sussistenza ed avvenire. f1v

Per il personale poi, è impossibile che possiamo venirvi in aiuto, essendo anchequi circondati dalle maggiori strettezze. Potrai però rivolgerti a D. Gamba, il quale

15 se potrà, ti aiuterà certamente.Ho presentato al Capitolo i tuoi saluti. Essi mentre si rallegrano tutti con te del­

la riacquistata salute, te li ricambiano di tutto cuore.Il Sacro Cuore di Gesù, Maria S[s].ma Ausigliatrice ti benedicano.Prega sempre pel tuo aff. in G. e M.

20

9 casa corr ex cura Rpossiate corr ex Potete R

lO aleggi COIT ex alleggi R15 ti] tia C

Sac. Michele Rua

10-11 -Siamo [...] che add mrg dR

Torino, 31 Luglio 1900 fl,.

4 Le assicuro che P. Malan ha superato una malattia che doveva esser mortale; ora sta me­glio, già celebra la S. Messa ma il dottore gli ha proibito qualunque occupazione anche dipensare solamente a questa o quella cosa» (ASC F 085 lettera Philippe-Barberis 10.07.99).8 «[...] la vestizione pare stabilita pel prossimo Settembre, in occasione della festa di S. Mi­chele Are. onomastico del Sig. D. Rua» (ASC F 085 lettera Philippe-Barberis 10.07.99).13-15 «Son contento che abbi somministrato un po' di personale a D. Malan» (ASC A 451lettera Rua-Gamba 31.12.99).

16

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. con firma e poscritto aut. italiano, 2 ff. carta bianca 210 x 135 mm., con due fori sulmrg. sin., inchiostro nero; il testo occupa soltanto il primo foglio.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 170; R-.

Ritardo nella posta. Casa di Corumbà. Si vorrebbe che i salesiani tornassero alla colonia Tere­sa Cristina; non avere fretta. Visita di Malan ad alcune parrocchie. Incoraggiamento a manda­re notizie. Avere dei riguardi per la salute.

1.M.l.

Caro D. Malan

La gradita tua del 20 aprile l'ho ricevuta il 24 del volgente Luglio e questo tispieghi il mio ritardo a risponderti.

5 Anzitutto mi congratulo con te per le buone notizie che mi hai mandato dellacasa di Corumbà e delle buone disposizioni di codesto governo in nostro favore.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 95

Dalla fotografia ho veduto il sito ove si penserebbe fabbricare il collegio per co­desta località; e per quello che si può rilevare mi pare abbastanza adattato. Vogliosperare che saprai trovare i mezzi all'uopo e temporeggierai quanto basti per procu-rarteli. lO

Ho veduto l'articolo sulla colonia Teresa Cristina e avuto riguardo ai preceden-ti sarà bene fare come tu dici[,] farci cioè sospirare ancora un po' e poi fare dei pattiben chiari per non avere più molestie per l'avvenire. Sono contento che presti l'ope-

flv ral tua per le visite a quattro o cinque parrocchie per aiutare il Vescovo diocesano eson persuaso che gli renderai un buon servizio zelando dappertutto la gloria di Dio e 15la salute delle ani[m]e. Fatti adunque coraggio e la vastità del tuo campo d'azioneserva ad infonderti, se è possibile, maggior ardore per dilatare il regno di G.C. e sal­vare molte e molte anime.

Mandami sovente tue notizie che mi farai sempre un grandissmo piacere. Salutatutti costì, procura di usarti tutti i riguardi necessarii, ricordami nelle tue orazioni e 20credimi con affetto di padre

Tuo aff.mo in G. e M.Sac. Michele Rua

P.S. Procura di aver riguardi per tua salute. Per la Colonia Teresa Cristina 25disponiamoci anche presto se hai il personale e se si possono fare convenzioniacconce.

12 cioè add sI C 18 molte e molte il C

13-18 Nel 1901, dopo la sua visita a Cuiabà, scrisse Albera: «Si lavora molto nelle chiese diquel povero Stato, intieramente privo di sacerdoti. Quel povero Vescovo non solo non è in sta­to di far egli stesso alcun bene, ma non lo riconosce neppure fatto dai Salesiani [...] Non fa nul­la e quasi metterebbe ostacolo al bene che fanno i Salesiani e le Suore. Non mancai di parlargliben chiaramente e credo che mi abbia compreso» (ASC F 083 lettera Albera-Cagliero13.07.901).24-26 Cf BS 24 (1900) Il, p. 312, lettera Balzola-Rua 19.01.900.

17

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoaut. italiano, 1 f. carta bianca, 217 x 135 mm., con due fori sul mrg. sin., inchiostro nero, conposcritto sul retto, mrg. sin. e sul verso, mrg. sin.retto, in alto, mrg. sin, inchiostro nero, 171; R. 5-2-901

Lettera Malan-Rua. Coltivare le vocazioni. Azione di Malan contro lo spiritismo e il prote­stantesimo. Curare il personale salesiano e i giovani. Proposta di scuola di latino a Corumbà.Noviziato dei salesiani e delle FMA. Malan, opportunamente rimasto in sede, si fa sostituireda Balzola e Milanese, che vanno in missione al nord dello Stato. Visita di Albera. Aver curadella salute. Helvecio Gomes de Oliveira è richiamato nell'ispettoria di Peretto.

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96 Antonio da Si/va Ferreira

Torino lO-X-l900 flr

CaLmo D. Malan

A causa degli esercizi solo oggi mi è dato rispondere alla gradita tua dell'8 Giu­gno. Vedo da questa e dalle precedenti tue che anche tu sei carico di lavoro e non

5 puoi darmi quelle notizie particolareggiate che desidereresti: Pazienza! abbi peròcura di tua salute. Quanto vi è bisogno costì di clero! Bisogna proprio che coltiviatele vocazioni e che ogni anno procuriate nuove reclute alla Chiesa ed alla nostra PiaSocietà. - Ringrazio con voi il Signore pei felici risultati che avete già ottenuti. Nonè piccola cosa aver fatto sparire lo spiritismo. Così se potete tener lontano il Prote-

lO stantismo farete opera veramente salutare. Se vi sarà possibile distruggere o farescomparire qualunque altra setta contraria alla Chiesa farete cosa la più utile a co­desti popoli.

Coltiva bene Sacerdoti, chierici, coadjutori e giovani: con questi tu formerai unbell'esercito per combattere il demonio e il mondo. Se qualcheduno de' tuoi preti dà

15 fastidi, accendi la tua carità e zelo di ridurli a buoni sentimenti e poco alla volta riu­scirai.1

Mi fan pena le difficoltà che a Corumbà si accampano contro la scuola di lati- flvno: anche con poco personale si può riuscire a stabilirla quando vi è buona volontà.Spero che insistendo si otterrà. - Quando qualche giovane avesse studiato colà i pri-

20 mi rudimenti di latino si potrebbe chiamare al noviziato, dove potrebbe continuare aperfezionarvisi.

Mi fa piacere che il noviziato continui bene. Se avete dato la sottana ai duenuovi candidati di cui mi scrivi, mandaci tutte le indicazioni. Mi rallegra pure il rile­vare che pensavate inaugurar il noviziato delle Suore in Luglio. Spero avrà avuto

25 luogo tale inaugurazione e ne benedico il Signore. Anche delle vestizioni che in essosi fanno manda le indicazioni alla casa madre delle Suore.

Hai fatto bene non andar tu in quelle lontane Missioni del Nord di cui mi scrivi.Col tanto lavoro che avete in Cuyabà e dintorni conviene che tu poco ti allontaniper poter dirigere bene le mosse di tutto il tuo personale. - Se credi lasciar venire D.

30 Solari alle nozze d'oro di D. Borra, non mi oppongo: vedi tu se ciò non porta trop­po disturbo alla Missione - Saprai che D . Albera si trova ora a B. Ayres: forse ver­rà visitarvi. - Abbi cura di tua salute non istrappazzarti troppo. - Saluta tutti cor­dialm[ente]. Il Signore vi benedica tutti col

Tuo aff. in G. e M.

35 Sac. Michele Rua

P.S. D. Peretto richi[a]ma Oliveira anche per parte di s[u]a madre. Vedi un po' flrse ti è possibile appagarlo. In ogni ipotesi scrivigli facendogli comprendere che fecila commissione e cercando di capacitarlo. I

P.S. Se potrete farci avere notizie di D. Balzola e Milanese, ci farete piacere. .flv40 Quest'ultimo spero sarà d'or innanzi perseverante: conviene però lasciarlo con qual-

che Direttore che lo tratti con molta carità.

36-38 P.S. [...] capacitarlo add flr mrg. sin 39-41 P.S. [...] carità. add flv mrg sin

9 Cf ASC 087 Relatorio sobre a Obra Salesiana de Dom Bosco f. .. ], pp. 13-14, - missione allaVilla di N.a Sr.a da Chapada, - e p. 46: «Em 1894 aqui reinava, em todo o seu esplendor, a

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 97

seita espirita de que fallamos; debellada com sermoes, rezas, oraçoes etc. mediante o auxilio di­vino, desappareceu quasi totalmente, nào restando hoje d'aquella potencia infernal senào vesti­gios apagados; dois annos mais tarde introduzirào-se, n'esta cidade, dous pastores protestantesque chegarào a adquirir proselytos; mas depois de algumas conferencias, julgou bem despedir­se com fallaces promessas de cedo regressar com auxiliares; o positivismo também fez sua pro­paganda que, para logo emmudeceu. Porem a Maçonaria, com seus artificios e enganos, com­prehendendo em si todas as precedentes, mais forte que o mesmo indifferentismo, nào obstanteextincta ja urna vez, ora recobrou animo com a chegada de elementos extranhos a Matto­Grosso e, desde fins do anno passado, nào cessa di atacar a Religiào de Christo em seus dog­mas e em seu chefe, o legittimo pastor da Igreja Cuyabana».13-14 «Lo spirito dei Salesiani è molto buono, mediante la virtù e prudenza di D. Malan chemerita ogni elogio. Se vedesse come è stimato da tutti. È proprio padrone del campo, e ciò spe­cialmente in grazia dei suoi modi garbati e della sua pazienza in tutto e con tutti» (ASC F 085lettera Albera-Cagliero 13.07.901).14-16 «Non gli mancano in casa le spine specialmente per parte di D. Solari; ma egli tolleraquanto si possa tollerare; si contenta del bene che ciascuno può fare, parla bene di tutti e faveri miracoli di zelo» (ASC F 085 lettera A1bera-Cagliero 13.07.901).23-26 Le FMA «hanno incominciato il noviziato e ora sono 4 le novizie; sono molto buone edi buone famiglie. Però la Suor Rosa Kiste che ora fa da Maestra, non è adattata per quell'uf­ficio. Bisognerà mettere Suor Daria, e quella mandarla a fondar una casa in Corumbà, oppurefra gli indii se, come si spera, si potrà di nuovo avere una missione, ma senza ingerenza del go­verno che muta ad ogni momento» (ASC F 085 lettera Albera-Rua 13.07.901).36 Helvecio Gomes de Oliveira (1876-1960) n. a Anchieta, Espirito Santo, Brasile, fece il no­viziato a Ivrea; sales. nel 1894; sac. nel 1901. Vescovo di Corumbà (1918), fu trasferito a S.Luis do Maranhào (1918-1921), che riuscì a elevare a archidiocesi (1921-1922). Arcivescovo ti­tolare di Verissa, dal 1922 fu a Mariana, coadiutore del grande arcivescovo nero Si1verio Go­mes Pimenta, cui successe nella sede arcivescovile (1922-1960). Socio onorario dell'Istituto Sto­rico e Geografico di Minas Gerais. Organizzò il museo di arte sacra; fondò scuole, orfanotrofi,ricoveri per anziani e ospedali; curò la costruzione di chiese e una degna sistemazione dei par­roci nelle loro parrocchie; creò un fondo per sostenere i seminaristi poveri, eresse un seminariomaggiore regionale. Dalla Santa Sede ottenne i titoli di Conte Romano e di Assistente al So­glio Pontificio; dai governi del Brasile, le più alte onorificenze.39 Silvio Milanese (1861-1932), chiamato anche Giovanni, n. a Torino; chierico sales. nell'81;dall'87 lavorò in Uruguay; per motivi di salute, contro il parere di Lasagna, lasciò gli studi epassò a coadiutore nell'89; nell'90 andò in Patagonia, dove inutilmente chiese di riprendere l'a­bito clericale. Chiamato al Mato Grosso nel 1896, lavorò in diverse case; accompagnò Balzolanella sua missione nel nord dello Stato; morì a Cuiabà. Le sue lettere descrivono in maniera untantino pittoresca la vita sa1esiana nelle missioni.

18

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. italiano, con firma e correzioni aut., 2 ff. carta bianca, 211 x 134 mm., con due fori sulmrg. sin., inchiostro nero; il testo occupa soltanto il primo foglio.fIr, in alto, mrg. sin. 172.

Malan ammalato; essere di buon esempio nel curarsi la salute. Normativa per le richieste diprovviste per le case. Auguri degli alunni di Cuiabà, dei chierici e dei coadiutori per S. Michele.Ideale missionario.

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98 Antonio da Silva Ferreira

Torino, 21 Ottobre 1900 Ilr

Mio caro D. Malan

Dalla gradita tua del 25 U.s. Agosto rilevo che ti sei permesso di ammalarti e distartene tre o quattro settimane incomodato tenendo anche parecchi giorni il letto.

5 Ti raccomando di usarti tutti i dovuti riguardi e di essere ai confratelli di buonesempio anche nel mantenersi in buona salute per poter lavorare alla maggior gloriadi Dio ed alla salute delle anime.

Qualcuno di costÌ ha chiesto libri senza la tua firma perciò non gli furono spedi­ti essendo stabilito che le provviste devono essere ordinate dal Direttore della casa.

lO Avvisa chi di ragione perché occorrendo qualche cosa la si domandi a te e pertuo mezzo qui o dove converrà. Ti ringrazio delle buone notizie e degli augurii chemi furono mandati pel mio onomastico da cotesti cari I alunni interni de' quali ho Ilvletto con piacere l'indirizzo affettuoso che mi han mandato ed i loro cari nomi chesono già 50 - quando si arriverà a cento? Allora ti manderò un'imagine in regalo.

15 Parimenti ho letto con piacere le lettere d'augurio di codesti cari co[n]fratellichierici e coadiutori e non potendo scrivere a ciascuno ti incarico di presentar loro imiei più sinceri ringraziamenti ed assicurarli che li raccomando tutti a Maria Ausi­liatrice perché li faccia Santi e grandi Santi, perché possano convertire tutti i selvag­gi del Matto Grosso ed estendere più oltre le pacifiche tende della nost[r]a Madre

20 Chiesa ed affrettare il giorno in cui tutti gli uomini si riuniscano quali pecorelle doci­li in un solo ovile sotto la guida d'un sol pastore.

Saluta tutti, sta bene, prega per me e credimi di cuoretuo aff.mo in G. e M.

Sac. Michele Rua

14 già add si R 14 Allora [...] regalo add Rmrg d R 21 pastore ls

20-21 Cf Gv 10,16.

16 scrivere] ecrivere C 17 tutti add

19

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. e aut. italiano, l f. carta bianca, 141 x 110 mm., con due fori sul mrg. sin. Sul retto, sitrova una letterina litografata, apogr., di Rua con un pensiero autografo di don Bosco; data edestinatario vengono aggiunti con inchiostro seppia; sul verso un poscritto aut. di Rua, inchio­stro nero tendente al seppia in alcuni punti.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 177.

Pensiero spirituale di don Bosco. Morte di Domenico Belmonte. Pagare i debiti verso l'Orato­rio di Torino. Costruzione della casa di Corumbà. Incoraggiamento a Balzola perché facciauna relazione del suo lungo viaggio.

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flr

La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 99

Torino il 12.3.901

Carissimo D. Antonio Malan Coxipò da Ponte

Ti ringrazio della gradita tua lettera e penso farti una risposta di tuo gusto colmandarti un bel pensiero del nostro amatis.mo D. Bosco scritto di sua mano.

Il più gran nemico di Dio è il peccato.Sac. Gio' Bosco

[G]radisci i miei cordiali saluti e prega il Signore pel tuo affez.mo in G. e M.Sac. Michele Rua

5

P.S.I Il caro D. Belmonte, che andò in Paradiso il 18 del p. Febbraio non potéflv più rispondere alla gradita tua cui rispondo volentieri io stesso. lO

Sono molto contento delle buone notizie che mi hai mandato. Fai b[e]ne a pen­sare a pagare i debiti all'Oratorio. Ve n'è tanto bisogno. È bene che aspettiamo lecostruzioni di Corumbà quando l'atmosfera sia più chiara, l'orizzonte più bello e se­reno.

Abbiamo ricevuto le note del personale ma non le notizie del lungo viaggio di 15D. Balzola che leggeremmo tanto volentieri.

Invitalo a scriverci e ci farai piacere. Saluta tutti, sta bene e porgi per me chetutti vi benedico di grandissimo cuore mettendovi sotto il materno manto di MariaAusiliatrice che vi difenda da ogni male e vi faccia santii[.]

13 chiara ls sereno ls

9 Domenico Belmonte (1843-1901) n. a Genola, Cuneo; sa1es. ne11864; sac. nel '70; direttorea Genova-Sampierdarena; prefetto generale della congregazione salesiana (1886-190 l), periodoin cui ebbe contemporaneamente altre cariche; postulatore della causa di don Bosco dal 1891;nel 1891 curò la decorazione della chiesa di Maria Ausiliatrice.12-13 «Il parroco, poveretto, è uomo di 74 anni, inutile quasi e restringe la sua azione ad ave­re con che vivere lui e una porzione di gente che ha in casa [...] Egli è il peggiore dei nostri ne­mici, perché colla nostra presenza in questa città venne a lui più limitato il numero delle messee vive protestando contro gli atti della nostra capella e contro i parroc[c]hiani che vengono asentire la nostra messa, arrivando al punto di minacciare castighi del cielo per quelli che trascu­rando la messa in par[r]oc[c]hia vengono a sentirla da noi, dove, lui dice, non si compie precet­to» (ASC F 085 lettera Cavatorta-Cagliero 13.06.901).15-17 Cf lettera Balzola-Rua 15.11.1900, in BS 25 (1901), pp. 350-355; 26 (1902), pp. 51-52;76-80; 109-112.

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100 Antonio da Silva Ferreira

20

A don Paolo Albera

ASC A 44702 31 9-131 RUA Abbate-Barattaaut. italiano, 1 f. carta bianca, quadrotta, 210 x 135 mm., inchiostro nero.retto, in alto, inchiostro nero, Racc. Or. XXXIV - 33; inchiostro azzurro, Arch. 81-II-S2; verso,in basso, mrg. sin., matita, A 4470231.

Lettere Albera-Rua e Gusmano-Rua. Capitolo Americano; rapporti tra salesiani e FMA. Mis­sioni nel campo in Uruguay. Rapporti delle case salesiane del Paraguay con l'ispettore dell'U­ruguay. Difesa della donna in Paraguay. Corumbà e Cuiabà. Colonia Teresa Cristina. Trattarecol vescovo di Porto Alegre per il lavoro dei salesiani tra gli immigrati italiani e polacchi. Mes­sa nuova di Gennaro.

Torino 24-III-1901 f1r

Car.mo D. Albera

La gradita tua del lO Febbr. ci ha fatto conoscere solo in parte i disagi dei vo­stri viaggi, disagi che alquanto più ci fa conoscere il caro D. Gusmano colla sua del

5 14. Mi piace la tua osservazione che c'è da persuadersi delle molte sofferenze dei no­stri Missionari che devono frequentemente compiere simili viaggi. Lo farò sapere ainostri Confratelli.

Son contento che nel Capito Nazion. Americano abbi parlato delle Suore e delmodo di comportarsi con esse. Dio voglia che le tue parole abbiano un effetto dura-

lO turo. - Continua osservare e raccomandare dovunque avrai ancora da andare, spe­cie nel Brasile, dove sonvi varie case di Salesiani e di Suore, procura che, oltre lacompleta separazione, siavi anche per le Suore quella libertà nella scelta del Confes­sore straordinario, che viene inculcata nel Decreto della S.S. del 1891 se non erro,giacché si ebbero di là delle lagnanze specie pel tempo degli esercizi spirit. e dell'eser-

15 cizio di buona morte, nei quali pare si abbia alquanto soggezione dell'Ispettore. Nonvoglio però dar nessuna colpa a costui: è cosa da esaminarsi bene sul luogo.

Se nell'Uruguay fosse possibile destinare un po' gli uni, un po' gli altri alle Mis­sioni nel campo, forse sarebbe meglio e si eviterebbe più facilmente il pericolo da teaccennato di perdere l'affezione alla casa salesiana.

20 Mi rincresce che talora trovi difficoltà in chi dovrebbe esserti di appoggio nelletue deliberazioni: speriamo che il Signore toccherà i cuori e qualche I bene si otterrà. f1v- Mons. Cagliero in B. Ayres potrebbe fare gran bene anche per l'entratura che hapresso tutte le autorità ecclesiastiche e governative.

Al Paraguay ci sarà da stabilir bene le relazioni coll'Uruguay: da una parte la25 piena sottomissione e fiducia, dall'altra premura nel rispondere ed imparzialità nel

provvedere ai bisogni come se quelle case si trovassero nell'Uruguay, appartenendoalla stessa ispettoria.

Converrà pur vedere se si potrà iniziare una Congregaz. di figlie dipendenti dal­le nostre Suore che col lavoro delle loro mani potessero mantenersi ed intanto libe­

30 rarsi dai molti pericoli da cui sono circondate.Se in Corumbà si potrà dare a compagno del Direttore un buon Sacerdote sarà

cosa ottima. Al Matto Grosso-Cuyabà sarà da inculcarsi molto a D. Malan di nonlavorare troppo. Tuttavia se si potrà riavere la colonia Theresa Cristina a conve­nienti condizioni penso sarebbe cosa buona.

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La missione salesiana tra gli indigeni del M ato Grosso lO l

Se nessuno è ancor andato a far visita al Vescovo di Rio Grande do Sul, che da 35tanto tempo ci aspetta, sarei contento se potessi andarvi tu e trattare sia per gl'Ita­liani, sia pei Polacchi.

Voglia il Signore continuare ad assistervi e la Madre Ausiliatrice continui co­prirvi del suo manto. - Tanti saluti al caro D. Gusmano e a tutti gli altri Confrat.,Suore, allievi, Cooperatori cui tutti raccomando ogni dì al Signore. 40

Tuo aff. in G. e M.Sac. Michele Rua

P.S. Oggi D. Gennaro celebra Messa nuova.

16 entratura] entrata R j entraturara corr R2 entratura corr R]43 P.S. [...] nuova add mrg sin

31 Corumbà] Corombà R

4 Calogero Gusmano (1872-1935) n. a Cesarò, Messina; sales. nel 1892; sac. nel '95; segreta­rio di Rua e di Albera; dal 1912, segretario del capitolo superiore.8 Cf ASC F 049 s.31 (81) America del Sud in genere Deliberazioni del Capitolo, capo VII,pp. 80-88.Il «Le relazioni fra i Salesiani e le Suore vanno regolarizzandosi. Le raccomandazioni fattein Buenos Aires produssero già buon effetto; i piccoli inconvenienti che incontrassi ancora sileveranno mediante la buona volontà di D. Peretto» (ASC B 051 lettera Albera-Rua04.08.901).13 Cf PISANA, ordinis monialium Visitationis iurium, risposta del 17 marzo 1893 della S.c.dei Vescovi e Regolari alla questione dei diritti delle monache della Visitazione di scegliersi unconfessore ordinario, in «Acta Sanctae Sedis» 26 (1893-1894), pp. 142-148.15-16 Quanto alla situazione, creatasi specialmente in Guaratinguetà-Carmo, si veda ASC F095 31 BRASILE San Paolo lettera Peretto-Cagliero 02.10.99.24 «Al Paraguay le cose andavano assai male. Furono segnalati al Direttore tutte le cose checonveniva correggere. Vedremo se ubbidisce. Bisogna che si sostenga di più D. Gamba, e chequesti vada sovente, altrimenti si farà colà qualche grossa frittata.Le Suore fanno discretamente; ma vogliono dipendere dall'Uruguay solo per aver personale. Èuna anomalia. Dio darà virtù da una parte e dall'altra; senza di questo non si potrà andaravanti» (ASC F 085 lettera Albera-Rua 13.07.901).35 Claudio José Gonçalves Ponce de Leao (1841-1912) n. a Salvador, Bahia; professò nellacongregazione della Missione; vesc. di Goias (1881-1890) e di Porto Alegre (1890-1910); primoarciv. di Porto Alegre (1910-1912), dove morì.36-37 In quello stesso anno si diede inizio all'opera di Rio Grande, in una modesta casa com­perata dal parroco, Octaviano de Albuquerque. Per i polacchi si aspettò fino al 1924, quando isalesiani andarono alla parrocchia di S. Feliciano.43 Andrea Gennaro (1878-1961) n. a Trino Vercellese; sales. nel 1896; sac. nel 1901; laureatoin teologia nella Facoltà Teologica di Torino; nel 1936 fu nominato primo Rettore Magnificodel Pontificio Ateneo Salesiano, oggi Università Pontificia Salesiana; nel 1954 Preside dell'Isti­tuto Superiore di Pedagogia e Scienze Religiose delle FMA, oggi Pontificia Facoltà di Scienzedell'Educazione «Auxilium». Insegnante di morale dal 1912, - salvo qualche breve parentesidurante la prima guerra mondiale, - completò e aggiornò i testi di morale già editi da LuigiPiscetta; collaboratore di diverse riviste e primo direttore della rivista «Salesianum». Morì aTorino.

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102 Antonio da Si/va Ferreira

21

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoaut. italiano, 1 f. carta bianca, quadrotta, 210 x 135 mm., ottenuta strappando a metà un dop­pio foglio, con due fori sul mrg. sin., inchiostro nero.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero 176; R 28-7-902.; sulla data, matita, 2.

Visita di Albera nel Mato Grosso. Problemi nella casa di Corumbà. Peretto disposto a ricevereCavatorta in ispettoria. Spedizione per fondare la nuova missione tra i bororo; mantenere l'in­dipendenza dal governo dello Stato. Non mandare per ora le FMA a Corumbà. Relazione in­viata all'Opera della Propagazione della Fede di Lione e da inviare alla S. Infanzia di Parigi.Ringrazia per gli auguri Onomastici. Raccomanda di aver cura della salute.

Torino 2-XI-1901 f1,.

CaLmo D. Malan

Non puoi imaginarti il piacere che mi hai fatto colla gradita tua del ... (senzadata) Le notizie del gran bene fatto da D. Albera, della sua facilità ad imparare il

5 portoghese, delle liete ed onorevoli accoglienze fattegli, delle nuove vestizioni e pro­fessioni mi hanno grandemente consolato.

Spero che avrai pensato a rimediare agl'inconvenienti di Corumbà e che il Si­gnore l'ajuterà ad eseguire i suoi disegni. D. Peretto è disposto ad accogliere quelDirettore nella sua Ispettoria.

10 Ora sei in giro per fissare la nuova missione fra' Coroados: noi preghiamo chetutto vada bene. Spero che all'arrivo di questa mia già starai scrivendo la relazione.Fate attenzione a fissar la sede quanto più potete vicino ai paesi civilizzati: mi piacel'idea di non costituirvi come stipendiati del Governo, bensì chiedergli ajuti di quan­do in quando.

15 Credo anch'io che non convenga mandar le suore a Corumbà finchè non siatutto aggiustato quanto occorre fare.

Hai fatto bene mandando una relazione all'Opera della Propagazione dellaFede in Lione: faresti anche I bene mandandone un'altra all'Opera della S. Infanzia a flvParigi, narrandovi quanto andate facendo pei bambini e pei fanciulli.

20 Tante grazie degli auguri e preghiere per me pel giorno di S. Michele. Vi ricam-bio di cuore implorando su voi tutti l'abbondanza delle divine grazie e messi copiosedi salute del[le a]nime.

Nel finire ti raccomando di nuovo d'aver cura di tua salute. Il Signore vi facciatutti Santi insieme col

~:' Tuo aff. in G. e M.Sac. Michele Rua

12 fissar la corr ex fissarla 20 pel corr ex nel

7-9 Del proprio atteggiamento nei confronti della popolazione di Corumbà così parla Cava­torta in questo brano di una sua lettera: «Davvero che se il mio nome fosse proprio simbolicoed il simbolo simboliz[z]asse il simboliz[z]ato io sarei felice, perché l'obbedienza mi collocò intal luogo ch'io non vedo che tor[t]i da cavare! ...» (ASC F 086 lettera Cavatorta-Cagliero13.06.901).

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 103

Angelo Cavatorta (1860 - ?) n. a Genola, Cuneo; sales. nel 1880; sac. nell'86, partì per laPatagonia, poi per S. Paolo del Brasile e per altre case dell'Uruguay e del Brasile. Andò nelMato Grosso con la seconda spedizione missionaria. Nel 1903 tornò a Genola, continuando inbuoni rapporti con i salesiani. Nel 1906 si incardinò definitivamente nella diocesi di Fossano.11 Cf lettera Malan-Rua settembre 1901, in BS 26 (1902) pp. 148-150, 167-170,206-208,269­273, 297-300.

22

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoaut. italiano, mezzo f. carta bianca, rigata in rosso, 105 x 135 mm., ottenuta strappando un fo­glio doppio, con segni dello strappo sul mrg. sin. e sul mrg. inferiore; con due fori sul mrg. sin.;inchiostro seppia.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 178; matita, R. 15-4-902; sotto la data, matita, 2; le in­dicazioni del FDB sono sul mrg. sin. del retto e del verso.

Fondazione della colonia del S. Cuore per i bororo. Rivoluzione nel Mato Grosso.

/1r Torino 23 Genn. 1902

Car.mo D. Malan

ho ricevuto la gradita tua dello scorso mese colla relazione della vostra lungaescursione fra i Coroados. Ringrazio il Signore che siate ritornati sani e salvi e loprego a difendere da ogni pericolo la nuova missione colà stabilita. Hai fatto molto 5bene a mandar un numero considerevole di missionari affinché possano difendersi incaso di un assalto: come si farà molto bene a stabilire nuove missioni fra voi e D.

/lv Balzola appena si possa per non lasciare I quei cari Confratelli così separati dalle no­stre case e da Cuyabà che sarà oramai il quartiere generale delle Missioni pel MattoGrosso. lO

Quando sarà ristabilita costì la pace se si potrà avere qualche appoggio dal Go­verno (in modo però che i soldati non siano d'impedimento alla conversione dei sel­vaggi) sarà cosa buona. Ora aspettiamo notizie della nuova Missione. Tanti cordialisaluti a tutti dal

Tuo aff. in G. e M. 15Sac. Michele Rua

3 Cf ASC F 085 lettera Malan-Rua s/d [1901 1902]

23

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoaut. italiano, 1 f. carta bianca, rigata in rosso, 209 x 135 mm., con due fori sul mrg. sin., inchio­stro seppia e nero.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 175; matita, R. 15-4-902; sotto la data, matita, 2.

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104 Antonio da Si/va Ferreira

Invio del BS in portoghese. Rivoluzione nel Mato Grosso. Solenne funzione di addio ai missio­nari destinati ai bororo. Mancanza di personale. Cambi di personale a Corumbà. Mantenersiin costante relazione con la colonia del Sacro Cuore.

Torino 24 Genn. 1902 fir

CaLmo D. Malan

Compisco la risposta alla gradita tua che accompagnava la relazione della vo­stra escursione fra i Coroados.

5 1. Ho dato commissione al Sig. D. Minguzzi di mandarti 200 copie del BolI.Portoghese, come tu mi chiedi. Spero anch'io che sarà di grande utilità questo Bol­lettino.

2. Quanto ci fa pena che codesta vostra missione sia disturbata dalla rivoluzio­ne! Pregheremo per voi.

lO 3. Spero che gl'Indii che vi manifestarono desiderio d'avere fra loro i Missiona-ri saranno i difensori nel caso che altri Indi volessero far loro del male. - Avete fattomolto bene a dar commiato alla schiera dei Missionari con una funzione somigliantea quella che suolsi fare qui a Torino. Voglia l'Arcangelo Raffaele conservarli tuttiincolumi nel campo di loro Apostoliche fatiche.

15 4. Ci rincresce sommamente che per ora non possiamo mandare altro persona-le in ajuto.[ Siamo noi medesimi in gravi strettezze in modo da avere vari posti im- flvportanti scoperti.

5. Ci fa pure gran pena che abbiate a sopportare spese così gravi per la nuovacolonia in momenti così critici. Speriamo il Signore vi farà vedere più chiaramente la

20 sua amabile Provvidenza, come avviene in Co[lo]mbia.6. Per Corumbà abbiam mandato un certo D. Saccani, prete novello ma matu­

ro di età, di senno e di virtù. Così D. Cavatorta può mettersi in libertà per andarecon D. Peretto che è disposto a riceverlo, mentre il suo posto potrà essere occupatoda D. Colli attuale suo compagno. Però se ti pare poter tenere con te D. Cavatorta

25 tienlo pure. Fa come ti par meglio.7. Bisognerà tenervi in relazione colla [C]olonia quanto vi sarà possibile per

ajutarvi reciprocamente.Il Signore vi assista colla sua grazia e S. Francesco di Sales e D. Bosco siano i

nostri Protettori e Modelli. -30 Tuo aff.o in G. e M.

Sac. Michele Rua

16-17 importanti emend ex sctersi

21 Corumbà] Corombà R 24 poter tenere corr ex po-

3-4 Cf F 085 lettera Malan-Rua s/d.5 Giovanni Minguzzi (1868-1944) n. a Bagnacavallo, Ravenna; sales. nel 1889; sac. nel 1892;tenne per parecchi anni l'amministrazione del BS; curò l'organizzazione e l'attività della Fede­razione Ex-allievi; ispett. in Sicilia, nel Piemonte e a Roma. Morì a Castelgandolfo.10-11 Cf ASC F 085 lettera Malan-Rua s/d.11-13 Il 17 novembre 1901 si celebrava, nella chiesa di S. Gonzalo, l'addio ai missionari. Era­no i sacerdoti Giovanni Balzola e Giuseppe Salvetto, i salesiani coadiutori Silvio Milanese,Domenico Minguzzi e Giacomo Grosso, i novizi Pedro da Silva, Quirino da Silva e José Sabi­no, e le Suore FMA Rosa Kiste, Maddalena Tramonti, Lucia Michetti accompagnate da due

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/lr

La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 105

ragazze, Joana Gervasio e Maria Timoteo e ancora cinque impiegati (Cf ASC F 085 letteraMalan-Rua sjd; J.E. DURouRE, Dom Bosco em Mato Grosso, p. 201).21 Gennaro Saccani (1863-1942) n. a Pompanesco, Mantova; sales. nel 1896, parte nel 1901per il Mato Grosso. In viaggio, è ordinato sacerdote a Buenos Aires. Dopo la prima esperienzapoco felice a Corumbà, lavorò sempre nelle missioni tra i bororo. Morì al Barreiro.24 Agostino Colli (1868-1953) n. a Perarolo di Cadore, Belluno; sa1es. nel 1892, partiva perl'Uruguay; andò nel Mato Grosso con Lasagna nel '94; sac. nel 1897, fu diretto in diverse case;morì a Cuiabà.24-25 «Ce que ne convient p1us, il me semb1e, est que D. Cav[atorta] continue ici a Matto G.»(ASC p 085 lettera Malan-Rua sjd).

24

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoaut. italiano, 1 f. carta bianca, rigata, 210 x 135 mm., con due fori sul mrg. sin., inchiostro sep­pia; il testo occupa solo metà del retto del foglio.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 179; R. 28-7-902.

Rua ordina che Colbacchini vada nelle missioni tra i bororo.

Liegi 19 Apr. 1902

Car.mo D. Malan

ho ricevuto il tuo dispaccio in cui chiedevi Colbacchini ed altri in ajuto. Sulpunto di partire ho subito dato ordini per Colbacchini. Non so però se sarà possibilemandarlo ora con qualche compagno. Aspettiamo notizie più particolareggiate. 5Fat[t]i coraggio: preghiamo e confidiamo.

Tuo aff.mo in G. e M.Sac. Michele Rua

3 post in del ch 3 Sul [...] partire add si

25

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoaut. italiano, 1 f. carta bianca, rigata, 210 x 135 mm., con quattro fori sul mrg. sin., manca unpezzo a metà del mrg. d., inchiostro nero.retto, in alto, mrg. sin. inchiostro nero, 180; R. 27.10-902.

Lettera del Papa a Malan. Colbacchini aspetterà ancora qualche mese per partire. Malattia diPappalardo. Pareggiamento del collegio S. Gonzalo. Chiede notizie della colonia del SacroCuore. Malan invia Cavatorta in Italia. Saluti.

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106 Antonio da Si/va Ferretra

CaLmo D. Malan

Da bordo del Piroscafo «India» Il Giugno 1902 .Ilr

(Cuyabù)

Rispondo alla gradita tua del (senza data). Mi rallegro della bella risposta rice­vuta dal S. Padre: fu regalo ben prezioso.

5 Mi fa però pena la vostra condizione di tanta strettezza di personale; mentre sivanno sviluppando malattie che esigerebbero aumento di personale. Nelle prossimevacanze faremo il posibile per mandarvi qualcuno in ajuto: in questi momenti nonsarebbe proprio possibile. Il caro Colbacchini si disponeva a partire: ma i medici loconsigliarono a differire ancora qualche mese per ristabil~rsi meglio. - Fa coraggio

lO al caro D. Pappalardo: digli che il Signore terrà tanto più conto del suo sacrifizio inquanto che riesce di tanto buon esempio a tutti i Confratelli di costÌ. Procura peròfarlo riposare, diminuirgli il lavoro quanto potrassi, anche tralasciando provvisoria­mente qualche lavoro se non hai altri da rimlpiazzarlo. - Mi rallegro che abbiate po- ./1 l'

tuto ottenere il pareggiamento pel vostro collegio di S. Gonzalo. Deo gratias. Servi-15 tevi pure provvisoriamente di qualche professore esterno, purché siano persone dab­

bene.Riceveremo molto volontieri notizie della colonia del Sacro Cuore, di cui siamo

grandemente ansiosi.Hai fatto bene mandando D. Cavatorta a cercar personale ecc. Credo sia già

20 arrivato a Torino, dacché io ne sono assente. Procureremo fare a suo riguardo comeci dici.

Preghiamo di cuore il Signore a benedire le vostre fatiche e restitui[re] a tutti lasanità che vi è necessaria per sostenere le vostre imp[re]se. Spero che il Cuor di Gesùvorrà esaudirci a vostro riguardo.

25 Fa coraggio, saluta tutti e prega pelTuo aff. in G. e M.

Sac. Michele Rua

9 qualche corr ex quale 24 esaudirci corr ex esaudirvi

lO Filippo Pappalardo (1870-1915), da non confondersi con l'omonimo salesiano, n. a Cata­nia; sales. nel 1888; sac. nel 1893. Nel 1898 va nel Mato Grosso, e subito viene fatto maestro dinovizi a Coxipò. Ritornato in Italia nel 1908, morì a Randazzo.17-18 Cf lettera Balzola-Rua 02.02.1902 in BS 26 (1902) 12 pp. 366-368.

26

A don Giovanni Balzola

ASG A 44706 lO 9-131 RUA Abbate-Barattaapogr. italiano, con correzioni e firma aut., 1 f. carta bianca, rigata, 206 x 132 mm., inchiostroseppia.retto, in alto, inchiostro nero, Racc. Or. XXXIV-8; Arch. 81-II-S2; matita, 8 Colonia del SacroCuore; verso, in basso, matita, A 4470610.

Lettera Balzola-Rua. Mese di Maria e del Sacro Cuore fatto alla colonia. Problemi per la salu­te dei missionari. Parole di incoraggiamento e di conforto spirituale.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 107

I1r

Carissimo D. Giov. Balzola

Ivrea, l2-7.bre 1902

(Colonia del S. Cuore)

Ho ricevuto la tua carissima del 5 Giugno p.p. con molto piacere.Ti ringrazio delle belle notizie che mi dai e specia1.te del divoto mese di Maria e

del Sacro Cuore di Gesù che avete fatto con ogni impegno. Bravi, bravi; state certi 5che Gesù e Maria Aus.ce v'aiuteranno a vincere tutte le difficoltà che l'infernale ne­mico invidioso di tanto bene, andrà facendo sorgere...

Sento, però, assai che molti di voi vi troviate un po' indisposti, ma mi giovasperare che coll'aiuto del Signore a quest'ora già tutti starete bene.

Si sa che nell'impianto d'una casa nuova vi toccherà soffrire molte cose ma, lOI1v spero che fra poco tempo godrete il frutti delle vostre fatiche, de' vostri sacrifizi. Co­

raggio, dunque, e avanti, Dio vi consolerà e premiarà le vostre privazioni e pene conun felice esito, con un fiorito avvenire.

Iddio vi benedica tutti, vi conforti, vi consoli; e Maria Ausi1.ce colla sua prote­zione vi guidi, vi diffenda da ogni pericolo e specia1.te dal peccato maledetta sorgen- 15te d'ogni male.

Ricordatevi sempre, e specia1.te tu o carissimo, nelle vostre preghiere del vostroAff.mo in Gesù e Maria

Sac. Michele Rua

3 (Colonia del S. Cuore) add R Il di voi add si R 15 tempo] tempo, C

4 Cf lettera Balzola-Rua 05.06.902 in BS 27 (1903) 4, pp. 109-110.Mentre aspettava l'arrivo dei boraro, Balzola si confortava colla lettura della vita di AndreaBeltrami, scritta da Barberis (cf. ASC B 199 lettera Balzola-Barberis 03.07.902).

27

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoaut. italiano, l f. carta bianca, 210 x 135 mm., con due fori e una macchia rossastra sul mrg.sin., inchiostro seppia e nero.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 181; R. 20-1-903.

Buone notizie della missione. Speranze per la colonia del Sacro Cuore. Noviziato dei salesiani edelle FMA. Inizio della costruzione del collegio S. Teresa di Corumbà. Problemi di personale.I superiori pagano il debito del Mato Grosso. Difficoltà per i salesiani in Paraguay.

j1r Torino 4 Ott. 1902

Car.mo D. Malan

ho ricevuto il 2 corrente la graditissima tua del 28 Luglio che mi porta così buo­ne notizie della vostra missione. Vedo che il Vescovo avrebbe voluto farti PromotoreEcclesiastico. Certo col molto lavoro che già hai non era possibile assumere tale 5carica.

Quanto alla colonia del S. Cuore spero che presto comincerà mettersi in relazio­ne coi poveri selvaggi e a convertirli, come ci riuscì nella Terra del Fuoco e coi livari

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108 Antonio da Si/va Ferreira

dell'Equatore. - Confido che i due noviziati vi daranno un prezioso contingente perlO sostenere quella Colonia ed altre che si fonderanno in seguito.

Sono contento che abbiate cominciato a fabbricare il collegio di Corumbà: pen­so che sarà stata opera intesa con D. Albera; come spero che avrai pensato ai mezziper condurre avanti l'impresa. I

Mi dimandi se D. Arturo Castells potrà continuare a Corumbà: io non lo cono- jir15 sco: ma se tu l'hai giudicato degno, spero continuerà bene. Converrà anche in quel

collegio iniziare lo studio del latino per la coltura delle vocazioni. - Fa coraggio adArdenna: salutalo per parte mia. L'ebbi qualche tempo come cameriere: desidero siasempre il buon Ardenna che era allora. - Spero anch'io che D. Saccani sarà più asuo posto nella Colonia del S.C. e che D. Salvetto potrà far bene nel collegio. Perciò

20 autorizzo il cambio. - Fa coraggio anche a D. Pappalardo ed agli altri che hannosofferto nella salute. Qui preghiamo di cuore per essi. - Faremo pagare ai FratelliBertarelli le L. 2000, che gli dovete. Potrai scriverlo loro. - Abbiam ricevuto la notadel personale che chiedi: purtroppo per ora no[n] potremo soddisfarvi interamente:poco alla volta si potrà arrivarvi. Seppi che nel Paraguay i nostri confratelli sono in

25 pericolo di dover esulare: in tal caso io sarei d'avviso che tutto il personale venisse intuo ajuto, eccetto il Direttore che è già destinato al Chilì; e così scrivo colà. - Il Si­gnore vi benedica tutti come di cuore vi augura

Il tuo aff. in G. e M.Sac. Michele Rua

9 Confido emend ex Spero

3 Cf ASC F 085 lettera Ma1an-Rua 28.07.902.4-6 «L'Evèque est toujours à peu près le meme. Son vicaire général est mort le 9 mai dernieret en consequence l'Evèque voulait me nommer Promoteur Ecc1esiastique du Diocèse. Je lui airépondu que cette charge était d'une grande responsabilité et que le temps pour m'en occupersérieusement me manquait. Que du reste je ne pouvais pas l'accepter sans ordre de mes su­périeures.» (ASC F 085 lettera Malan-Rua 28.07.902).9 «Le deux novitiats continuent bien les vocations apparaissent. Mais l'opposition des pa­rents est vraiment systematique toutefois ils commencent à céder un petit peu» (ASC F 085 let­tera Malan-Rua 28.07.902).14 «l'ai laissé à Corumbà comme directeur interine, le Père Arthur Castells, qui ne fais pasmal - il s'occupe serieusement [sic] de l'interne de la maison et sait prudemment traiter avecles externes». «A Corumbà D. Arthur Castells continue a bien fai re comme Directeur. Mais lasainté ne va pas bien». (ASC F 085 lettera Malan-Rua 28.07.902).

Arturo Castells (1868-1956) n. a Paysandù; dopo il noviziato fu inviato in Brasile; sales. nel1885; sac. nel 1894, andò nel Mato Grosso con Lasagna; dirett. in diverse case e poi confessorea S. Paolo del Brasile e Lorena; morì a S. José dos Campos.17 Giuseppe Ardenna (1876 - ?) n. a Novara, era muratore ed entrò nell'Oratorio di Valdoc­co nel 1894. Sales. nel 1896, fece la professione perpetua nel '97 e partì per Cuiabà. Uscì dicongregazione nel 1905.19 Giuseppe Salvetto (1870-1943) n. a Camerano, Cuneo; sales. nel 1898, partì per il MatoGrosso. Sac. nel 1901, lavorò in diverse case e fu direttore nelle missioni. Per lunghi anni eco­nomo della casa di Corumbà, dovette recarsi per motivi di salute a Buenos Aires, dove morì.21-23 Cf ASC F 085 lettera Malan-Rua 29.10.902.26 «Escribi6 también [Don Rua] al P. Turriccia que para fines del ano corriente se fuera aSantiago de Chile a reemplazar al P. Tomatis, que fué nombrado confesor de las varias casasnuestras de aquella ciudad» (ASC F 147 lettera Gamba-Cagliero 24.07.902).

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[II'

fl,.

La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 109

28

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoaut. italiano, l f. carta bianca, 203 x 140 mm., con due fori sul mrg. sin., inchiostro nero; il te­sto occupa solo il retto del foglio.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 182; R. 20-1-1903.

Visita di lean de Combaud a Valdocco. Chiede notizie delle missioni. Recapito della posta.

Torino 7 Nov . 1902

Car.mo D. Malan

Debbo farti tanti saluti da parte del Sig. Giò. de Combaud che fu qui domenica2 corrente colla sua sposa a visitar Maria Ausiliatrice e la camera di D. Bosco, dovetrovò il suo ritratto sullo scrittoio dove D. Bosco lo conservava. Conserva tanto 5buona memoria di te e s'interessa della tua missione.

lo sto in attesa di notizie vostre, specie della Missione del S. Cuore. Spero chetutto vada bene: tuttavia qualche vostra notizia mi fa sempre piacere.

Favorisci ricapitar ad occasione le qui unite.Il Sacro Cuore di Gesù vi ricolmi di sue grazie e vi sostenga nelle molteplici dif- IO

ficoltà. Tanti saluti a tutti dalTuo aff. in G. e M.

Sac. Michele Rua

4 2 emend ex ...

3 Quindicenne, Malan era entrato al servizio della famiglia de Combaud. Quando dovette ve­nire in Italia per presentarsi al consiglio di leva nel distretto di Cuneo, la signora de Combaudgli diede il suggerimento di passare da Torino e di visitare don Bosco. Dopo quell'incontroMalan decise di farsi salesiano (Cf MB XV, 564-569).

29

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoaut. italiano, mezzo f. carta bianca, 107 x 135 mm., annerito negli angoli, con due fori sul mrg.sup., inchiostro seppia; il testo ne occupa solo il retto.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 183.

Chiede notizie della colonia del Sacro Cuore. Auguri per le feste natalizie.

Torino 7 Dic. 1902

Car.mo D. Malan

Aspetto con ansietà vostre notizie e specialmente della Colonia del S. Cuore.Buone Feste. - Gesù Bambino vi porti la pace ed il trionfo sulla barbarie di co-

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110 Antonio da Silva Ferreira

deste povere tribù selvagge.Tanti saluti a tutti dalTuo aff. in G. e M.

Sac. Michele Rua

4 Per una più completa informazione sull'azione dei partiti politici e delle conseguenze che nederivavano per la vita dello Stato, si veda Virgilio CORREA FILHO, A Republica em Mato Gros­so, in «Revista do Instituto Hist6rico do Mato Grosso», XV.

30

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoaut. italiano, 2 ff. carta bianca, quadrotta, 209 x 135 mm., due fori sul mrg. sin., inchiostro ne­ro, il testo occupa fIr e f2v.fIr, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 184; R. 24-3-03.

Lettere Malan-Rua e Balzola-Rua. Ringrazia per le notizie delle missioni. Difficoltà finanziariedello Stato di Mato Grosso. Mancanza di clero. Rinforzi di personale. Coltivare le vocazioni.

Torino 26 Dic. 1902 flr

CaLmo D. Malan

Abbiam ricevuto appena di questi giorni la gradita tua del 24 Otto e quella delcaro D. Balzola del mese d'Agosto. - Ti ringrazio delle notizie che ci dai: anche le

5 notizie della Colonia ci consolano. Speriamo nella protezione [d]el S. Cuore. Confi­do che fra breve quei cari Confratelli potranno coi raccolti delle loro terre provvede­re in gran parte ai loro bisogni. Ci fa pena che lo Stato del Matto Grosso si trovi co­sì stremato di finanze ed ancora più ci fa pena l'intendere la mancanza assoluta diclero per provvedere le parroc[c]hie. Si vede che opera santa è la vostra di adoprarvi

lO a coltivare molte vocazioni. Continuate indefessi in impresa così salutare. - Appro­viamo l'idea di mandar Sacca[n]i alla Colonia: spero che là farà bene colla buonavolontà che lo anima. - Approviamo pure la scelta di D. Oliveira pel collegio S.Gonzalo, ho fiducia che farà bene. - Penso che all'arrivo di questa mia già ti sarà ar­rivato il rinforzo di personale. Faccia il Signore che tutti vadano avanti bene fisica-

15 mente e spiritualmente. Il povelro Colbacchini non poté ancora aver il permesso dai f2vmedici di ritornare: conserva però sempre il vivo desiderio.

Gesù Bambino vi ricolmi di sue grazie, vi ajuti ad essere tutti zelanti e fervorosinel guadagnargli delle anime e specia[l]mente benedica le vostre sante sollecitudiniper coltivar le vocazioni.

20 Tanti cordiali saluti a tutti da parte dei Superiori e specialmente dalTuo aff.mo in G. e M.

Sac. Michele Rua

3 Cf ASC F 085 lettera Malan-Rua 29.10.902.4 Cf lettera Balzola-Rua 24.08.902 in BS 27 (1903) 4, pp. 110-111.

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La missione salesiana tra gli indigeni del M ato Grosso I I I

7-8 «L'Etat est plein de dettes - il ne peut plus payer ses employés - il a émis trois millecontos en Apolices que personne ne veut» (ASC F 085 lettera Malan-Rua 29.10.902).8-9 «Il ya quelques jours le Curé de Sto Louis de Caceres est mort, de maniere [sic] que voilàla troisième ville de Matto Grosso sans pretre aussi. - Comme ça fait de la peine de voir uneville de 6 a 7 mille [sic] àmes a plus de 300 kilm.s éloignée d'un pretre» (ASC F 085 lettera Rua­Malan 29.10.902).11-12 «D. Saccani, d'après l'ordre des Superieurs [sic], est resté à Corumba - mais il mesemble que ce n'est pas sa pIace. Il n'obtient absolument rien des enfants d'autant plus quelà il nous faut du personnel enseignant. le crois qu'il ferait beaucoup mieux à la Colonie avecD. Balzola à la pIace de D. Salvetto, qui est un bon professeur et qui est beaucoup plus profita­ble ici» (ASC F 085 lettera Malan-Rua 28.07.902).

31

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoaut. italiano, 1 f. carta bianca, quadrotta, 210 x 138 mm., con due fori sul mrg. sin., inchiostronero, con poscritto sul mrg. sin. di f1 vedi f1 r.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 185.

Cura delle vocazioni. Viaggio di Malan ad Asunci6n del Paraguay. I bororo arrivano alla colo­nia del Sacro Cuore. Mantenere le loro usanze in quanto possibile, perché non si ammalino.Albera in California. Giudizio sull'ispettoria del Mato Grosso.

fII' Torino 11 Marzo 1903

CaLmo D. Malan

La gradita tua del 25 Genn. ci ha portato vera consolazione colle buone nuoveche ci recava, specialmente per la cura delle vocazioni. In vista del gran bisogno chevi è costì di sacerdoti, come non accendersi di zelo per prepararne molti e buoni! 5Bravi! continuate con ardore nella santa impresa. Fa attenzione che anche a Corum-bà si cominci coltivarle e così aumentar gradatamente il vostro noviziato e studenta-to. -

Hai fatto molto bene a portarti in Assunzione. Credo la tua visita, oltre la con­solazione arrecata a quei Confratelli, non sarà stata senza frutto. Che bella combi- lOnazione di ricevere in Asuncion i nuovi rinforzi e poterli accompagnar tu stesso alMatto Grosso! Si vede che il Signore ha voluto ricompensarti della carità usata aiConfrat. d'Asuncion.

f1v Mi fanno già piacere le notizie che mi dai della Colonia: ma mi sara ancori piùcaro quando riceverò notizie del battesimo dei selvaggi, del loro avviamento alla vita 15cristiana. Bisognerà colà fare molta attenzione a non trattenere i fan[c]iulli e ragazzein luoghi rinchiusi; ma quanto sarà compatibile, continuar tenerli secondo i loro usi,affinché non avvenga loro di contrarre l'etisia, come avviene ordinariamente ai sel­vaggi se si vogliono fare passare troppo presto agli usi della vita civile. Hanno biso­gno di molta aria e continuar cibarsi degli alimenti loro usuali nella vita selvaggia. 20

Il Signore vi assista nelle vostre sante imprese e difenda da ogni pericolo. - Tan­ti saluti a tutti dal

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112 Antonio da Silva Ferreira

Tuo aff. in G. e M.Sac. Michele Rua

25 P.S. D. Albera ora è in California. Speriamo averlo a Torino a Pasqua!!- Ho visto i rendiconti: van già bene, ma qualche casa lascia ancora a deside- Il r

rare. [S)pero poco alla volta si faranno tut[ti) capaci di coltivare le vocazioni ed in­grossare il vostro noviziato.

5 prepararne corr ex preparne 7 coltivarle emend ex amrg. sin. 26-28 Ho [...] noviziato. add f1r mrg. sin.

25 P.S. [...] Pasqua!! add f1v

9 «La grande question des Salésiens de l'Assomption avec le Gouvernement du Paraguayétait commentée, au Matto Grosso, de manières bien differentes [sic] [...] je me suis décidé à de­scendre pour voir ce qu'il en était, et leur aider en quelque chose, s'il s'offrait l'occasiono Deplus, comme vous m'avez écrit que si on était arrivé à les expulser de Paraguay, ils seraient pas­sés a Matto Grosso, j'aurais, moi meme, accompagné ce changement» (ASC F 086 lettera Ma­lan-Rua 23.01.903).lO «Ud. sabe que el P. Turriccia cambia de opini6n cada instante y tiene grandes deseos dehumillar al Ministro de modo que puede Ud. juzgar hasta cuando terminara si no hay unamano que lo dirija.El P. Malan le aconseja mucho y hace todo lo que puede para que obre con serenidad. Si él hu­biera estado en lùgar del P. Turriccia, creo haria mas de un mes que estaria arreglado» (ASC F389 lettera Queirolo-Gamba 28.01.903).10-13 «le suis aussi descendu à Assomption avec le but de me rencontrer ou y attendre lesmissionaires que j'attendais d'Europe; la providence a voulu que le jour où j'arrivais ici, noscinq missionaires s'embarcaient de Buenos Aires pour le Matto Grosso et arrivaient ici le 14courrent. Par dépeche j'obtins, heureusement, du Président de Matto G. les passages gratuitspour tous, de l'Assomption à Cuyaba, ce qui nous a fait une énorme économie, d'autant p1usavec ma charge - Deo gratias -» (ASC F 085 lettera Malan-Rua 23.01.903).14 Cf lettera Balzola-Rua 30.01.903 in BS 27 (1903) 8, p. 237.

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A don Giovanni Balzola

ASC A 44706 II 9-131 RUA Abbate-Barattaaut. italiano 1 f. carta bianca, rigata, 208 x 135 mm., inchiostro nero.retto, in alto, inchiostro nero, Racc. Or. XXXIV-9; Arch. 81-II-S2; matita, 10 Colonia del S.Cuore; verso, in basso, matita, A 4470611.

Gradimento per la lettera di Balzola. I bororo incominciano ad avvicinarsi ai missionari. Asse­condarli nelle loro usanze lecite e nel loro modo di vivere. Non lasciarli maneggiare armi dafuoco. Rua riconosce la protezione del cielo nei pericoli corsi dai missionari. 3° Congresso Sa­lesiano a Torino. Incoronazione dell'immagine di Maria Ausiliatrice.

Torino 23-V-1903 /Ir

Car.mo D. Balzola

La gradita tua del 18 Gennaio venne a togliere dal mio cuore la pena che giàprovavo nel vedere così ritardate le notizie di codesta cara Missione.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 113

Vedo che gl'Indii cominciano avvicinarsi. Anzi spero che mentre io ti scrivo giù 5un certo numero si saranno stabiliti presso di voi. Chi sa che la prima tua lettera nonci porti notizia di qualche battesimo? A tal uopo tieni pronti i registri de' battesimi,dei matrimoni ed anche delle cresime se siete autorizzati ad amministrarla. Non esi­gete dai poveri Indii di star lungo tempo rinchiusi: secondateli nelle loro usanze leci-te e nel loro modo di vivere quanto potete. Ma state attenti a non lasciar loro ma- lOneggiare armi da fuoco. Abbiam visto con tal quale spavento i pericoli corsi. IlCuore di Gesù vi ha liberati e ad intercessione di Maria Ausil. vi libererà ancora datanti pericoli. I

f1v Spero che la visita di D. Malan avrà prodotto buoni risultati.Noi abbiamo tenuto qua in Torino il 3° Congresso Salesiano ed Incoronato 15

l'immagine di Maria Ausiliatrice e tutto riuscì stupendamente. In modo particolareabbiam raccomandato a Maria Ausiliatrice i Missionari. Ella sarà sempre la vostraProtettrice.

Saluta caramente Confratelli, Suore, Indii da parte delTuo aff.o in G. e M. 20

Sac. Michele Rua

Il armi corr ex arme

3 Cf. lettera Balzola-Rua 18.02.903 in BS 27 (1903) 8, pp. 235-236.5 Cf. BS 28 (1904) l, pp. 16-18, lettera Balzola-Rua 22.06.903; BS 28 (1904) 2, pp. 45-47, let­tera Balzola-Rua 31.08.1903.Le testimonianze dei missionari e dei bororo sui primi incontri sono raccolte, sotto la veste let­teraria di un racconto storico, da A. COLBACCHINI, UKÉ-WAGUU Torino, S.E.I. 1931. l.B.DUROURE, Dom Bosco em Mato Grosso, pp. 208-210 presenta una versione dei fatti, raccontataal missionario salesiano Cesare Albisetti dal bororo Mano Kuriréu, diversa in alcuni particola­ri da quella presentata da Colbacchini, e confermata dal capo Kiéghe Etore che aveva presoparte personalmente a quegli avvenimenti.7 Il libro dei battesimi si aprì l '8 dicembre 1903 col battesimo di Andrea Avellino dos San­tos, che ebbe Rua per padrino.14 Malan è rimasto nella colonia del Sacro Cuore dal 16 maggio fino alla fine del mese.15 Sul Terzo Congresso Salesiano, cf BS 27 (1903) pp. 67, 70, 98-102, 126-128, 129-130, 132­135, 160-178.15 Per l'incoronazione di Maria Ausiliatrice, cf BS 27 (1903) pp. 66-67, 68-69, 93-97, 127,128,130-131, 159-160, 178-187.

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A don Giovanni Balzola

ASC A 44706 12 9-131 RUA Abbate-Barattaaut. italiano l f. carta bianca, rigata, 209 x 134 mm., inchiostro nero, con poscritto sul mrg. sin.del verso.retto, in alto, inchiostro nero, Racc. Or. XXXIV-IO; Arch. 81-//-82 matita, 9 Colonia del 8.Cuore; verso, in basso, matita, A 4470612.

Tmriccia predica gli esercizi spirituali nel Mato Grosso. Difficoltà tra i salesiani e mons. D'A­mom. Rispetto verso le autorità ecclesiastiche. Il cimitero; come agire nei riguardi del bacuru-

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nì; preservare l'igiene. Rua augura che presto ci siano battesimi e matrimoni tra i bororo. Ini­ziare gli indigeni nelle attività tessili.

Torino 31-XII-1903 Ilr

CaLmo D. Balzola

Ti ringrazio della gradita tua del 17 Otto Mi rallegro anch'io che abbiate avutoil caro D. Turriccia pei vostri esercizi spirituali, che spero avranno prodotto abbon­

5 danti frutti.Quanto alla quistione col Vescovo le ultime righe della tua lettera mi hanno fat­

to piacere avendo tu ricevuto un espresso dall'Ispettore che ti annunziava che pote­vate amministrare i Sacramenti. Confido che presto mi arriverà qualche notizia dal­l'Ispettore stesso che mi spiegherà come si potranno aggiustare le cose col Vescovo.

lO - Dal canto vostro abbiate sempre grande rispetto verso le autorità ecclesiastiche edanche verso le civili, non permettendo che si sparli contro l'Ordinario della diocesi eneppure contro altri Dignitari. Che se qualcuno di questi desse scandalo, si preghiper esso, si cerchi di limitar lo scandalo quanto si può, parlandone anche quantomeno è possibile.

15 Quanto a certi usi che hanno codesti selvaggi specie intorno ai loro morti, pro-Icurate di non disprezzarli, ma (ad esempio di quello che faceva la Chiesa nei tempi Ilvantichi in mezzo ai popoli pagani) cercate di santificarli, se non sono usanze danno-se alle anime od ai corpi. - Così hai fatto bene cominciar ad insegnare la bella usan-za di sep[p]ellire nel cimitero. Converrà fabbricare un qualche recinto intorno al sito

20 destinato a tal uopo, erigervi una bella croce, benedirlo e cominciar a praticare le ce­rimonie della chiesa per le sepolture. - Se vogliono lavare le ossa dopo venti giorniconverrà persuaderli ad aspettare maggior tempo per evitare i pericoli d'infezione.

Spero che presto riceverò da te notizie di battesimi e di altri Sacramenti da voiamministrati, specie di matrimoni per cominciar a santificare le unioni fra i due ses­

25 si. Tenete poi diligentemente i registri dei matrimoni, battesimi, cresime, ecc.Voglia il Signore benedirvi e santificarvi tutti, affinché lavorando per gli altri

non abbiate a soffrire voi danni spirituali.Sempre io prego per voi; pregate anche voi pelTuo aff. mo in G. e M.

30 Sac. Michele Rua

P.S. Chi sa se non potrete anche voi arrivare a fare stoffe di cotone per coprirecodesta popolazione, come nella Terra del Fuoco già si provvedono le stoffe di lana,le coperte, gli abiti pei Fueghini?

lO autorità corr ex autorit... Il permettendo emend ex ... 20 benedirlo corr ex bene in25 Tenete poi diligentemente add mrg d i registri [...] ecc. add si 31-33 P.S. [...] Fueghi­ni add mrg sin

6 «[...] l'Evèque se montre beaucoup plus aimable et délicat qu'auparavant; mais je crois quenous devons pas [sic] nous y fier de tout...» (ASC F 085 lettera Malan-Rua 23.04.904).18-21 Per le usanze dei bororo nel momento della morte e dei funerali, cf A COLBACCHINI, Ibororos orientali «Orarimugudoge» del M atto Grosso (Brasile), Torino, S.E.I., pp. 155-163.

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.Ilr

flr

La missione salesiana tra gli indigeni del M ato Grosso l l 5

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A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoaut. italiano, 1 mezzo foglio carta bianca, 108 x 136 mm, con due fori sul mrg. sin., inchiostronero, il testo occupa solo il retto del foglio.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 186.

Chiede notizie sul conflitto con D'Amour. Lettera Rua-Ardenna. Si aspettano notizie della co­lonia del Sacro Cuore.

Torino 30-1-1904

CaLmo D. Malan

Desidero molto aver notizia sul modo in che finì la vostra sospensione. Favori­sci informarmi.

Leggi la qui unita diretta a Ardenna. Pare che abbia poca confidenza con te; 5vedi un po' se puoi colle tue buone maniere vincere le sue difficoltà, entrar nel suocuore, e capacitarlo, anche cambiandolo di casa se occorre. - La lettera consegna­gliela suggellata. - Coraggio e confidenza in Dio.

Tuo aff. in G. e M.Sac. Michele Rua lO

[P.S.] Aspettiamo notizie della Col[onia] del S. Cuore.

Il P.S. [...] Cuore. add mrg sin

35

A don Giovanni Balzola

ASG A 44706 13 9-131 RUA Abbate-Barattaaut. italiano, 1 f. carta bianca, quadrotta, 209 x 135 mm., inchiostro nero.retto, in alto, inchiostro nero, Racc. Orig. XXXIV-11; Arch, 81-II-S2; matita, 11 Colonia delS. Cuore; verso, in alto, matita, A 4470613.

Primi battesimi tra i bororo. Feste dell'Immacolata e del Natale nella colonia. Il vestiario e leattività tessili. Orientamenti per l'ingrandimento graduale della colonia. Curare la salute. Imi­tare don Bosco.

Torino 16-III-1904

CaLmo D. Balzola

Solo jeri ho ricevuto la gradita tua del 27 Dic. che mi ha recato grande consola­zione: la colonia del S. Cuore comincia divenir cristiana mediante la grazia del S.Battesimo: Dea gratias. Ti ringrazio dei nomi che hai imposti ai primi battezzati: 5Faccia il Signore che portino degnamente tali nomi. - Le vostre feste dell'Immacola-ta e del Natale mi hanno divertito e divertiranno eziandio i nostri Confratelli e Coo­peratori.

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116 Antonio da Si/va Ferreira

Quanto alle difficoltà delle biancherie e dei vestiari spero che venendo qua D.IO Malan si potrà combinare di fare un'abbondante provvista da portare con se al ri­

torno. Intanto pensa un po' se non sia conveniente mettervi anche a coltivar il coto­ne e la canape per poter col tempo provvedere voi medesimi a tali necessità.

Da quanto scrivi si vede che i selvaggi delle più vicine Aldee desiderano velnire flvad ingrossare la tua popolazione. Pensa un po' se non sia il caso di ammetterli poco

15 alla volta fino a formar un paese di 500 o 600 persone. - In questo modo la tua al­dea si ingrandirebbe con poco vostro disturbo. - Converrà anche nel distribuire eformare le capanne aver riguardo alla simmetria, igiene e comodità. Quando ci man­derai un panorama della Colonia del S. Cuore, procureremo farla inserire nel Bollet­tino, come inseriremo questa tua cara lettera.

20 Fa coraggio: in mezzo alle molte occupazioni abbi riguardo alla tua salute e aquella dei Confratelli e Consorelle, e cerca imitar D. Bosco, che in mezzo ai più gra­vi fastidi e difficoltà conservava sempre una grande calma e confidenza in Dio, inM. Aus. e S. Fran.co di Sales.

Tanti saluti a tutti Salesiani, Suore ed anche ai cari Indii dal25 Tuo aff.mo in G. e M.

Sac. Michele Rua

6 vostre add sità add si

17 riguardo] riguarda R 19 inseriremo] insereremo R 22 e difficol-

3 Cf BS 28 (1904) 5, pp. 142-144, lettera Balzola-Rua 27.12.903.5 Erano Andrea, Leone, Giovanni e un figlio del capitano Joaquim, il cui nome non è statotrasmesso.

36

A don Antonio Malan

ASG A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoaut, italiano, mezzo f. carta bianca, 104 x 135 mm., con due fori sul mrg. sin., inchiostro nero, iltesto occupa solo il retto del foglio.retto, in alto, mrg, sin, inchiostro nero, 190; sulla data, matita, 1.

Chiede notizie sulla colonia dell'Immacolata.

Torino 13-1905 fIr

Car.mo D. Malan

Siam ansiosi di avere vostre notizie, specialmente della fondazione della nuovacolonia dell'Immacolata. Tanti saluti a tutti dal

5 Tuo aff. o in G. e M.Sac. Michele Rua

4 Cf in BS 29 (1905) l p. 5 l'annunzio della futura fondazione.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 117

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A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr.francese, ff. lr, Iv e 2r.; aut. italiano, ff. 2r e 2v; 2 ff. carta bianca 218 x 139 mm., condue fori sul mrg. sin., inchiostro nero.fIr, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 191; matita, R 22-8-905.

Ritardo della posta. Rua condona il debito del Mato Grosso. Predicazione di esercizi spiritua­li. Problemi di personale. Ricevere volentieri altri religiosi che vadano nel Mato Grosso. Nuo­va colonia dell'Immacolata Concezione tra i bororo. Pazienza e mortificazione nella vita reli­giosa. Immagine di S. Gerardo Maiella.

f1r J.M.J.

Cher Confrère Don Malan

Turin le 17 Mai 1905

(Cuyabà)

Votre lettre datée du 23 Mars ne m'est parvenue que le lO Mai; aussi la réponseque vous désiriez en toute hàte ne pourra vous arriver assez t6t selon vos désirs.Mais patience! Je vous remercie donc de toutes les bonnes nouvelles que vous m'a- 5vez adressées ainsi que D. Solari dont j'ai lu avec plaisir la consolante relation.

«Cherchez le royaume de Dieu» et le bon Dieu vous remet les 25.000 francs dedroits que l'on aurait été en droit d'exiger. Aussi remercions-le de cette attentionpour nous et pour le bien de la Mission.

Je vous félicite des retraites que vous avez prèchées et esperons qu'elles produi- lOront des fruits nombreux mais surtout stables.

f1v Si, comme vous le dites, Don Arthur Castellsi a besoin de quelque changement,je vous charge de le lui procurer pour l'année prochaine, de manière qu'il puisse seremettre tout à fait.

Nous devons tous nous entr'aider ici-bas et plus le ouvriers seront nombreux, 15plus abondante sera la moisson. Accueillons donc avec empressement les différentsreligieux qui viennent travailler dans la vigne du Seigneur et mème à l'occasion fai­sons leur part de notre expérience, ce dont nous ne nous repentirons jamais.

Quant à la Colonie de l'Immaculée Conception, je désire qu'elle soit ouverte auplus tot et je serais heureux qu'elle l'aurait été, comme vous l'annoncez, le 24 Mai, 20jour de N. Dame Auxiliatrice.

La vie religieuse est une vie de mortification. Aussi il faut s'armer de beaucoupde patience. Veillez sur l'abbé Kammerer; si c'est possible gardez-le le plus près devous, encouragez-le et faites lui charitablement remarquer ses défauts: peu à peu,

f2,. avec la gràce del Dieu, il pourra faire un bon religieux. 25Merci de la bonne nouvelle au sujet de la retraite des confrères, qui s'est ter­

minée par cinq professions religieuses. Que la ferveur avec laquelle ils ont accomplileur sacrifice se continue toujours!

Don José Salvetto peut fort bien ètre Directeur de la nouvelle Colonie et il n'y aaucune objection à opposer. Je désire cependant savoir quelle résolution vous avez 30prise à ce sujet, ce dont j'espère ètre informé dans votre prochaine lettre.

Quanto al Ch. Diac. Dorowski aspetteremo vedere che cosa avrai fatto, cioè sel'hai ammesso alla ordinazione come spero.

Il Signore degnisi prender possesso di codeste regioni ed assistervi nelle vostreapostoliche fatiche. - Tanti saluti a tutti dal 35

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118 Antonio da Si/va Ferreira

Tuo aff. in G. e M.Sac. Michele Rua l

P.S. C'è una persona che ha regalato 100 lire per provvedere una statua di S. f2FGerardo Maiella per una delle nostre Missioni. Questi è un Santo Coadiutore Li­guorino Canoniz[z]ato in principio di quest'anno. Se la gradisci io te la farò spedireda Parigi.

2 Cher emend ex M C 3 le add C 4 arriver corr ex p C 12 Castells] Castello C13 vous emend ex de C charge corr ex le C 17 viennent corI' ex vient 19 de 1'] delC 23 Kammerer] .amerer C Ramerer corr R 30 vous corI' ex vo... R avez corr ex.a.e. R 32-37 aspetteremo [...] Rua add R 38 C'è] Ce C 39-40 Liguorino COIT exLiguorista R 40 anno. Se] anno se C

12 Castells era stato vittima del beriberi.19-21 Solo nel maggio 1905 Malan potè andare alla colonia del Sacro Cuore per trattare conBalzola della fondazione della nuova colonia. Scelto il luogo, sul fiume Garças, essa fu inaugu­rata il 22 giugno, festa del Corpus Domini. A settembre arrivarono i primi 82 indigeni, trasferitidalla colonia del Sacro Cuore. Poco dopo vi arrivavano anche le FMA.23-24 Karl Kammerer era ascritto a Coxipò da Ponte nel 1905; partì alla fine di quell'annoper Montevideo (Cf ASC A 450 lettera Rua-Gamba 21.12.905). Poi non ne abbiamo piùnotizie.32 Forse si tratta di Clemente Doroszewski (1874 -?) n. a Doroszenosrozyzna, Lublin, Polo­nia. Andato a Torino-Valsalice nel 1893 e sales. nel '97, partì per il Mato Grosso dove fu ordi­nato sac. nel 1906. Dal 1913 al 1919 fece una prima esperienza nel clero diocesano; ritornato incongregazione vi rimase fino al 1943, quando si inserì nel clero della diocesi di Mariana.39 Gerardo (Santo) Maiella (1726-1755) n. a Muro Lucano, Potenza, entrò dai Redentoristinel 1849. Morì a Materdomini, Avellino. Beatificato da Leone XIII nel 1893 e canonizzato daPio X nel 1904.

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A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. con firma aut. italiano, 1 f. carta bianca, 212 x 136 mm., con restauro a metà pagina chenon danneggia il testo, il quale occupa solo il retto del foglio, due fori sul mrg. sin., inchiostronero.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 192.

Inaugurazione della colonia dell'Immacolata. Chiede notizie della colonia del Sacro Cuore edel noviziato.

Torino 27 Giugno 1905 flr

Car.mo D. Malan

Mentre sto attendendo notizie particolareggiate sulla nuova colonia fra gli Indi­geni non voglio tralasciare di manifestarti la grande consolazione che provai al rice­

5 vere il tuo Telegramma annunziante l'inaugurazione avvenuta il 22 del corrente.

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La missione salesiana tra gli indigeni del M ato Grosso 119

Mi giunse il 23 - proprio alla Vigilia della festa di S. Giovanni e fu il più belregalo somministratomi dall'Amorevole Divina Provvidenza per quel giorno Ono­mastico di D. Bosco e del suo suc[c]essore. Spero ricevere anche notizia della Colo­nia del Sacro Cuore come pure di tutte le altre tue Case specie del Noviziato e confi-do siano tutte consolanti. 10

Per voi ognora pregaIl Tuo Aff.mo in G. e M.

Sac. Michele Rua

5 inaugurazione] innaugurazione C

5 Cf BS 29 (1905) 7, p. 208.

39

A don Giovanni Balzola

ASC A 44706 14 9-131 RUA Abbate-Barattaaut. italiano, l f. carta bianca, rigata, 210 x 135 mm., inchiostro nero.retto, in alto, inchiostro nero, Racc. Or. XXXIV-12; Arch. 8I-II-S2; matita, 12 Colonia delS. Cuore; verso, in basso, matita, A 4470614.

Ritardo della posta. Morte del salesiano coadiutore Pietro Bertolino. Epidemia tra i bororo ul­timi arrivati alla missione. Curare l'igiene della colonia. La nuova colonia dell'Immacolata. Se­guire gli insegnamenti di don Bosco.

.llr Torino 5-VII-1905

Car.mo D. Balzola

Oggi ho ricevuto la gradita tua del 25 Marzo; così dopo oltre tre mesi di distan­za, il che mi fa comprendere che siete molto lontani. Mi fa molta pena la notizia del-la morte di Bertolino pel vuoto lasciato nella colonia. Spero peraltro che dal Paradi- 5so proteggerà le due colonie e la missione intera. - Ci fa pur pena la notizia dei moltimorti fra coloro che vi giunsero ultimamente; fate attenzion~ che l'epidemia non siestenda anche agli altri. - Chi sa se sia la febbre gialla? - In tal caso converrebbe iso­lare interamente i poveri infermi e destinare alcuni a far da infermieri dando lorotutte le norme per non prendere la malattia. - Ora stiamo aspettando notizie parti- lOcolareggiate sulla nuova colonia, avendo già ricevuto un telegramma che ne annun-

.fIv ziava la fondazione. Vedremo se si è potuto tener conto delle I circostanze di cui miparli in questa tua per cambiare il sito e fondarla dove possa accogliere un maggiornumero di selvaggi.

Fatevi coraggio: siete sotto buona protezione: quella del S. Cuore e di Maria 15Immacolata; D. Bosco poi dal Paradiso vi guarda con compiacenza tanto più seprocurate praticare i suoi insegnamenti.

Tanti saluti a tutti i Confratelli, Suore ed anche ai vostri allievi grandi e piccolidal

Tuo aff. in G. e M.Sac. Michele Rua

20

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120 Antonio da Silva Ferreil'a

8 In corr ex Iso

3 Cf BS 29 (1905) 9, pp. 263-265, lettera Balzola-Rua 25.03.905.5 Pietro Bertolino (1878-1905) n. a Rocca de Baldi (Crava), Mondovì; sales. nel 1897, partìper il Mato Grosso; morì nella colonia del Sacro Cuore, al Barreiro.6-7 Si veda la descrizione di questa epidemia in A. COLBACCHINI, UKÉ-WAOUU, pp. 190­196.

40

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzel'o-Persicoapogr. con firma aut. italiano, 1 f. carta bianca, 208 x 135 mm., con due fori sul mrg. sin., in­chiostro nero.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 193.

Distribuzione dei premi al S. Gonçalo di Cuiabà. Notizie sull'inaugurazione della colonia del­l'Immacolata. Virtù da inculcare ai confratelli. Coltivare le vocazioni.

Torino 9 ottobre 1905 fIr

CaLmo D. Malan

Ho ricevuto il fascicolo della Solenne distribuzione dei vostri premii con le belleillustrazioni di cui è fornito. Alcune di queste non riuscirono tanto chiare; speriamo

5 andranno perfezionandosi.Ho pur ricevuto la graditissima tua del 22-Agosto accompagnata dalla relazio­

ne intorno alla fondazione della nuova Colonia. Stava appunto per dimandartenenotizie particolarizzate, giacché dopo il telegramma che ce ne aveva annunziata lafondazione, più non ne avevamo ricevuto notizie. Deo gratiasl L'ho [sic] data subito

lO a tradurre premendomi che venga pubblicata sul Bollettino. - Ora faremo quantopossiamo per mandarvil qualche aiutante; ma purtroppo siamo tanto stremati di f1vforze che non so che cosa si potrà mettere insieme per venirvi in soccorso. Confidia-mo nella Divina Provvidenza.

Andrà molto bene che colle parole e con gli esempi tu inculchi la carità, la pa-15 zienza, l'umiltà, ed insieme il modo di trattare non solo con gli esterni, ma anche coi

Confratelli e coi giovani. Qualcuno mi scrive che costì si coltivano poco le vocazioni:non so che peso possa avere tale asserzione: vedi come stanno le cose ed incoraggiatutti a tale impresa tanto importante.

Cordialissimi saluti a tutti[.] Voglia il Signore ricolmare di sue benedizioni tutti20 voi insieme col

Tuo aff.mo in G. M.Sac. Michele Rua

6 del 22 Agosto add si R 8 ce add Rvi add % C ante qualche add % C

9-10 Cf BS 30 (1906) pp. 17-21,46-50.

IO gratias corI' ex grazias R Il post mandar-

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La missione salesiana tra gli indigeni del M ato Grosso 121

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A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. con correzioni e firma aut. italiano. 1 f. carta bianca, quadrotta, 203 x 132 mm., con duefori sul mrg. sin., inchiostro seppia.retto, in alto, mrg. sin. inchiostro nero, 194.

Inaugurazione della colonia dell'Immacolata. Rua scrive a Gamba perché mandi personale nelMato Grosso. Norme per l'accettazione alle ordinazioni e alla professione religiosa. Esercizispirituali alla colonia del Sacro Cuore. Inviare il rendiconto dell'ispettoria.

fIr Torino, 12-10-1905

CaLmo Don Malan

Ho letto con piacere la relazione da te inviatami della fondazione della nuovacolonia, e mi rallegro di cuore nel vedere sì buoni e consolanti frutti delle vostre fati­che. - Riguardo poi alla scarsezza di personale ti dico con grave pena che sarà diffi- 5cile il poterti accontentare. Tuttavia scriverò a Don Gamba perché se ha qualcunoda mandarti te lo mandi al più presto possibile.

Hai fatto molto bene a non ammettere alle ordinazioni D. Doroszewski senza ilconsenso del Capitolo Superiore. Tu accertati se realmente egli ha studiato bene tut-ta la teologia, manda su i voti, e poi noi ti si manderanno [sic] qui le dimissorie di al- lOmeno due ordini maggiori, se non di tutti e tre. - Mi rallegro con voi tutti degli Eser-cizi fatti alla Colonia del S. Cuore, e molto più mi rallegro perchè sento che hannoapportato molti e buoni frutti. Quanto ai voti perpetui fatti emettere al Ch. Cre­ma, per questa volta passi, ed egli sia tranquillo; però d'ora in poi converrà che ti at­tenga esclusivamente alle istruzioni date agli Ispettori dopo il Capitolo generale del- 15l'anno scorso.

Giacché ti parlo di ciò conviene che ti dica che ogni qualvolta si tratta di am­mettere uno ai voti perpetui, oppure al Suddiaconato o Presbiterato, tu ci faccia per­venire il parere del Capitolo ed il tuo, con i voti riportati, e ciò perché il Capitolo

f1v Superiore si faclcia un concetto esatto dell'individuo. 20Se Tannuber, Sobel e Montanari sono già stati ammessi alla professione da te,

va bene; in caso contrario puoi ammetterli, poiché furono già ammessi dal CapitoloSuperiore.

Riceverò molto volentieri il rendiconto della Ispettoria, anzi procura che ci per­venga quan[to] prima. Pregando per la prosperità di tutte le tue case e specialmente 25delle due colonie mi professo

Tuo aff.mo in G. e M.Sac. Michele Rua

5 con grave pena emend si ex francamente R 7 post possibile. del ma, con grande rincresci-mento temo che non ti possa appagare. R 8 Doroszewski] Dovozezki C 18 post unodel agli C perpetui add si C 20 Superiore add si C

13 Giovanni Battista Crema (1877-1962) n. a Montagnana, Padova, andò a Ivrea nel 1894.Sales. nel 1901, partì per il Mato Grosso. Sac. nel 1915, diretto in diverse case. Morì al Sangra­douro.

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122 Antonio da Si/va Ferreira

21 Joseph Thannhuber (1880-1920) n. a Wurmanusquick, Passau, Germania, andò a Fogliz­zo nel 1901. Sa1es. nel 1901, partì per il Mato Grosso. Sac. nel 1906, fu diretto e consigliereispettor. Morì a Palmeiras, ucciso da chi voleva impedire una chiara delimitazione dei limitidella proprietà di quella colonia.- Jan Sobel (1880-1966) n. a Peisleretsham, Slesia; sales. nel 1901, partì per il Mato Grosso;sac. nel 1912; fu diretto e consigliere ispettoriaIe.- Domenico Montanari (1882-1921) n. a Corpolo, Rimini; sa1es. nel 1901, partì per il MatoGrosso; lavorò sempre nelle missioni.

42

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. con correzioni e firma aut. italiano, 1 f. carta bianca, 210 x 133 mm., con due fori sulmrg. sin., inchiostro nero.retto, in alto. mrg. sin., inchiostro nero, 195.

Progresso delle colonie indigene. Viaggio di Malan a Rio de Janeiro per chiedere sussidi al go­verno centrale. Sviluppare la colonia dell'Immacolata. Sussidio della Société pour la Propaga­tion de la Foi, di Lyon, per il viaggio dei missionari.

Caro Don Malan

Torino 6-1-06 Il r

Cuyabà

Ti ringrazio delle consolanti notizie che mi hai dato del successo dell'apostolatotra gli Indiani. Il progresso delle Colonie è segno che Iddio è con voi. Certo poi che

5 le difficoltà crescono collo sviluppo delle opere medesime, ma la buona Provvidenzache, come mi dici nella tua del 27 Nov. 05, vi ha ajutati fin adesso non può lasciarperdere quello che ha cominciato.

Va pure anche tu sollecitare le autorità di Rio per ottenere qualche sussidio. Epoi mandami notizie su quello che mi dici a proposito di nuove missioni a fondare

lO costì.Spero che potrai dare alla Colonia dell'Immacolata Concezione lo stesso svilup­

po che all'altra cosicché le spese per sostenerla diminuiranno mano a mano.Ti assicuro che prego molto per te, e che gli altri del Capitolo ti raccomandano

anch'essi a Maria SS(.] Ausiliatrice.15 Addio.

Tuo aff.mo in G. e M.Sac. Michele Rua

P.S. La società della Prop. de la Foi a Lyon ci ha dato 1000 lire come rimborsodel viaggio dei 3 Missionarii (l prete 2 coadjutori) al Matto Grosso. Questo èl segno fil'

20 che comincia a tener in considerazione questa missione vostra.

5 collo corr ex col R 9 notizie su add si R quello] quello, C Il dell'] dell' mrg d Cdel- corr mrg dR l' add mrg sin R 12 le] les C la corr R spese COIT ex spesa 13 rac-comandano] raccomandono C 16 aff.mo corr ex aff.mi R 18 società] societa C

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43

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. con correzioni e firma aut. italiano, 2 ff. carta bianca, rigata, 210 x 135 mm., con duefori sul mrg. sin., inchiostro seppia.fIr, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 197.

Rua nel Portogallo. Consolazione provata da Rua nel venir a conoscere il progresso delle mis­sioni. Invio di nuovi confratelli nel Mato Grosso. Lavorare per le vocazioni. Norme per leFMA che sono nelle missioni. Viaggio di Malan a Rio. Sollecitudine di Rua presso i benefatto­ri di Parigi. Rapporti col vescovo di Cuiabà. Pregare per la beatificazione di don Bosco.

.fir V.G.M.G. Vianna do Castello - 11-3-906

Caro D. Malan,

La tua lettera del 23 passato gennaio mi venne a raggiungere in questa Città diVianna, dove mi trovo per la visita alle Case del Portogallo.

Non ti posso dire quanta consolazione mi diano le buone notizie, che tu mi scri- 5vi riguardo al prosperare di cotesta Missione. Ne sia infinitamente ringraziato il Si­gnore! Continuate a lavorare alacremente per la sua gloria ed il Signore non vi ab­bandonerà. Quanto a noi faremo sempre il possibile per aiutarvi. Godo che siano fe­licemente ed opportunamente arrivati i Confratelli mandati in vostro aiuto. Sonotutti giovani ed inesperti; ma confido che sotto le tue cure e quelle degli altri Supe- lOriori si avvieranno bene e faranno buona riuscita. Speriamo di potervi mandare altriaiutanti in seguito; ma credi che i bisogni sono sempre maggiori per l'estendersi della

flv nostral Pia Società ed i mezzi non ci permettono sempre di fare tutto quello che vo­gliamo. Rogate anche voi Dominum messis ut mittat operarios in messem suam; date-vi attorno per vedere se si possano formare costÌ delle Vocazioni e poi non estende- 15tevi troppo ad abbracciare più di quello, che le forze vi permettano. Ti sia semprecara la salute dei confratelli ed in particolare abbi cura della tua, che mi dici esseredi nuovo un po' scossa.

Godo di sentire che le Figlie di M. A. sono di grande aiuto per la Missione; maanche per esse bisogna che tu abbia i dovuti riguardi. Riguardi a non soprac[c]ari- 20carle di lavoro e non lasciar loro mancare il necessario, e riguardi per osservare tuttele cautele nelle loro relazioni coi confratelli e coi selvaggi, che sono richieste dalladecenza e dalla moralità.

Approvo, se le circostanze te lo permettono, il viaggio che stai per intraprende-re a fine di procurar mezzi materiali alla Missione. Il Signore benedica le tue solleci- 25

12r tudini e le renda fruttuose. Anche I qui cercheremo di aiutarti, come abbiamo fattosempre, nel limite del possibile, e non pensare che possiam dimenticarci di voi. Unaprova che io non vi dimentico puoi averla in questo, che, passando, or sono quindicigiorni, a Parigi, mi diedi premura di visitare i tuoi benefattori di quella città, tra glialtri la famiglia Frouchier, per animarli alla santa impresa di aiutare i Missionarii 30del Matto Grosso, e ti posso assicurare che, non ostante che in questi tempi ci siamolto da pensare ai bisogni della Chiesa di Francia, essi non lasciano di adoperarsianche in vostro favore.

Non posso ora esaminare il documento, che dici aver ottenuto dal Vescovo,perché il mio segretario lo trattenne a Torino; ma non dubito che esso sarà compi1a- 35

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124 Antonio da SUva Ferreira

to in forma da servire e da bastare al bisogno.Caro Ispettore, nella dichiarazione, che tu fai in fine de la tua lettera, di pregare

per me e di fare tutto il possibile per conservarti degno figlio di D. Bosco, io ravvisolo spirito e la volontà dii tutti i Salesiani, che lavorano sotto la tua direzione e, men- f2v

40 tre ne ringrazio il Signore, per la consolazione che mi date, io non cesserò di pregar­lo che conservi in tutti questa buona volontà e la perfezioni in guisa che possiate tut­ti arrivare al Paradiso accompagnati da un gran numero di anime salvate colle vo­stre preghiere e coi vostri sudori. - Dal canto mio non dubitate che cercherò di farea vostro riguardo il meno imperfettamente che mi sia possibile le veci di D. Bosco, il

45 quale certamente ci guarda e ci assiste dal cielo. Ma, perché possiamo con maggiorfiducia raccomandarci alla sua intercessione, pregate anche voi che si affretti il gior­no in cui la parola infallibile della Chiesa ce lo presenti nel numero degli eletti e cipermetta di invocarlo pubblicamente.

Con questo pensiero vi saluto tutti e vi benedico come cari figliuoli e mi profes­so so nel Signore

Vostro aff.mo Superiore e PadreSac. Michele Rua

1 V.G.M.G. ls 13 permettono corI' ex permetti R 14 Rogate lsvineam R Dominum [...] suam ls 30 Frouchier corI' ex Frouscier Rgiorno, C

14 Mt 9,38

44

A don Antonio Malan

messem emend ex46-47 giorno]

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. italiano, con firma e poscritto aut., 2 ff. carta bianca, rigata, 210 x 135 mm., intestataORATORIO di S. FRANCESCO DI SALES Via Cottolengo, 32 TORINO, con due fori sulmrg. sin., inchiostro nero, macchia su fIr, mrg. sin., in alto; il testo occupa solo fIr.fIr, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 128; a destra, matita, 18-7-1906.

Notizie consolanti sulle colonie indigene. Piani per una visita di Malan in Italia.

* Torino 18-VII-06 f1,.

Mio Caro D. Mahln,

Ti ringrazio delle consolanti notizie che mi dai delle due Missioni del SacroCuore e dell'Immacolata. La tua carissima sarà pubblicata nel Bollettino. Si vede

5 che il Signore ci benedice per tutti i vostri sudori e sacrifizi. Sia benedetto! - Mi da­rai notizie più precise in quanto al progetto della Cappella di cui mi esponi la neces­sità per la missione.

Con molto piacere vi benedico tutti e tengo presenti nelle mie preghiere.Tuo aff.mo in G. e M.

lO Sac. Michele Rua

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f1r

f1,.

La missione salesiana tra gli indigeni del M ato Grosso 125

P.s. Mi scrivi che conti di venire. Sarò ben contento della tua visita, in cui spe­ro si combinerà qualche cosa di utile per le tue missioni.

4-5 Cf BS 30 (1906) pp. 243, 273-276, lettera Malan-Rua 19.05.906.

45

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. con firma aut. italiano, 1 f. carta bianca, 209 x 136 mm., con due fori sul mrg. sin., in­chiostro nero, il testo occupa solo il retto del foglio.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 199.

Invia relazione dei nomi che i benefattori vogliono si diano ai bororo che saranno battezzati.

Torino 16-II-1907

Carissimo D. Malan

Ti spedisco una lunga lista di nomi da imporre a bambini e adulti che battezze­rete nelle varie vostre missioni. Ad un semplice tuo cenno daremo all'ammontaredella somma ricevuta quella destinazione che tu ci dirai. 5

Sempre in attesa di vostre care notizie ti saluto cordialmente e ti imploro dal Si­gnore lumi, sanità, coraggio e tutte le grazie necessarie a compiere le belle impreseche nella sua Divina bontà vi affidò e vi affida.

Tanti saluti a tutti e prega pelTuo aff.mo in G. e M. lO

Sac. Michele Rua

4 ammontare corr ex amon.

46

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. italiano, con correzioni e firma aut, l f. carta bianca, 207 x 135 mm., con due fori sulmrg. sin., inchiostro nero.retto, in alto, mrg. sin. inchiostro nero, 201.

Notizie dalle colonie indigene. Il bororo Magone Michele. Lettera Rua-Balzola. Don Bosco di­chiarato venerabile. Relazione sugli usi e costumi degli indigeni del Mato Grosso per il BS.

Torino 27 settembre 1907

Carissimo D. Malan

Ho ricevuto il 4 corrente la gradita tua dell'8 maggio. Molto mi consolano lenotizie che in essa mi dai, le quali mi fanno sperare un avvenire sempre più prospero

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126 Antonio da Si/va Ferreira

5 per coteste Missioni. Molto mi piacciono le notizie intorno a Magone Michele: sidovrà però stare attenti che non abbia ad insuperbire per i privilegi di cui fu fattooggetto e per la stima che ora gode nella sua popolazione. Andrà bene che non di­mori in famiglia; tuttavia converrà che usi rispetto e mostri affetto a suo padre ed aisuoi parenti; penso [c]he quello farà buona impressione nei suoi compaesani. Ora sto

lO attendendo notizia del nuovo sviluppo che prenderanno le tre Colonie, specie col­l'impianto del cotonificio.

Ti unisco una lettera che spedisco al carol D. Balzola; tu puoi leggerla ed in .f1vessa vedrai espressi altri miei sentimenti e desiderii.

Intanto il nostro buon Padre venne dichiarato Venerabile; spero farà vedere la15 sua potente intercessione anche col favorire e sviluppare le nostre Missioni - Pre­

ghiamolo di cu[o]re.Tanti saluti a tutti daltuo aff.mo in G. e M.

Sac. Michele Rua

20 P.S. Ho pure ricevuto la continuazione degli usi e costumi di coteste Tribù conle relative pitture - Sta bene. Passerò tutto al Bollettino.

1 27 corI' ex 7 R 3 8 maggio] 8 di maggio Cpressioni R 12 D. Balzola add R

9 buona impressione COIT ex buoni im-

3 Cf BS 31 (1907) lO, pp. 307-309, lettera Malan-Rua 08.05.907.14 Decreto della S. Congregazione dei Riti del 24.06.907. Cf BS 31 (1907) pp. 225, 257-265.20-21 La relazione di Malan fu pubblicata in BS 31 (1907) pp. 43-49, 115-120, 142-144; 32(1908) pp. 272-274; 33 (1909) pp. 82-86, 148-150; 34 (1910) pp. 312-316; 35 (1911) pp. 15-17.

47

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. con correzioni e firma aut. italiano, 1 f. carta bianca, rigata in rosso, 209 x 133 mm., condue fori sul mrg. sin., inchiostro nero; il testo incomincia in alto con Oratorio Salesiano Torino,chiuso in un semicerchio.retto, il alto, inchiostro nero, 202.

Nomi da darsi a quattro bororo che verranno battezzati.

6 Novembre 1907 fIl'

Carissimo Don Malan, Cuyabà

Una certa Sig.a Fanny Dal Ri che sta in Via Florida 164 a Riva sul Garda(Trentino) mi ha fatto avere poco fa un orologio con catenella ed anello che venduti

5 diedero l'importo di L. 135 che si notarono già a tuo conto per le Missioni del Mat­to cui furono destinate dalla suddetta pia e caritatevole Signora per incarico d'altri.

Questa chiede peraltro in compenso che tu alla prima occasione nel battesimodei selvaggi imponga i seguenti nomi a 4 selvaggi: 1) Giovanni Costa. 2) Giuseppe

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 127

Ciolli. 3) Luigi Bellesini. 4) Giovanni Tschiderer.Inoltre chiederebbe di sapere il giorno in cui saranno battezzati, indicando al1- IO

fIli che possibilmente il luogo dove furono I riscattati e dove si troveranno dopo il batte­simo, desiderando essa che i neofiti continuino a vivere sotto l'educazione dei Sale­siani: di più le fedi di battesimo dei singoli od almeno del primo, Giovanni Costa: es­sendoché detta Signora ha fatto l'invio dell'orologio, catenella ed anello e dato le di­sposizioni suddette d'incarico di una certa Sig.a Costa che aveva un fratello di nome 15Giovanni Costa ed essa è l'ultimo rampollo della famiglia.

Procura di compiacere la benevola Signora e gradisci i miei cordiali saluti esten­sibili a tutti i Confratelli, giovani e selvaggi. Prega per me come fa per te il

Tuo aff.mo in Corde lesuSac. Michele Rua 20

2 Cuyabà ls 3 Riva sul Garda ls 4 anello corr ex an.e CR d'altri add mrg sin R 9 Tschiderer emend ex S C17 benevola] benevole C

48

A don Antonio Malan

6 per incarico add mrg cl13 Giovanni Costa ls

fir

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. con correzioni e firma aut. italiano, l f. carta bianca, quadrotta, 210 x 131 mm., a cuimancano dei piccoli pezzi nell'angolo sinistro in alto e nell'angolo destro in basso, con due forisul mrg. sin., inchiostro nero.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 203.

Notizie sulle colonie indigene. Balzola si riposa un poco delle fatiche apostoliche: orientamentidi Rua in proposito. Il maestro dei novizi.

Torino 17-XI-1907

Carissimo D. Malan

Ho ricevuto solo di questi giorni la gradita tua del 17 settembre e mi affretto arisponderti. Mi consolano le notizie che mi dai: pare che sia giunto il tempo della re­denzione di coteste povere tribù: speriamo che presto potranno essere evangelizzate 5e battezzate: faccia il Cuore di Gesù che questi voti siano ben tosto realizzati.

Hai fatto bene col procurare un po' di riposo al caro D. Balzola: spero chedopo un po' di tempo potrà essere pronto a nuove imprese. Intanto durante questoriposo procuragli la comodità di raccogliersi spiritualmente, dopo tanto tempo di fa-

fIli tiche materiali. Rinvigorendo lo spirito resterà anche più rinforzato I il fisico. Ora sto lOaspettando la relazione particolareggiata della vostra escursione in mezzo a quelletribù. - Desidero pure sapere se avete già potuto cominciare a lavorare il cotone e ri­durlo a drappi per uso famigliare.

Quanto al prenderti tu per qualche tempo la cura dei novizi io non ho nulla incontrario, anzi ne sono contento, tanto più che il maestro ha già compiuto parecchi 15trienni. Sarà tuttavia conveniente farne eleggere uno secondo le norme dei nostri re­golamenti, il quale sotto la tua assistenza si incammini per poterti supplire nelle tue

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128 Antonio da Silva Ferreira

frequenti obbligatorie assenze. - Il Signore ti benedica con tutti i tuoi e colTuo aff.mo in G. e M.

Sac. Michele Rua

6 siano corr ex sieno R 7 D. Balzola add R

7-8 In cura per la propria salute, Balzola rimase a Caxipò da Ponte; nel 1909 lo troviamo alSangradouro.10-11 Cf BS 31 (1907) 5, pp. 112-115, lettera Malan-Rua 08.01.908.

49

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. con correzioni e firma aut. italiano, l f. carta bianca, 215 x 140 mm., con due fori sulmrg. sin., inchiostro nero, testo solo nel retto del foglio.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 206.

Chiede invio del rendiconto dell'ispettoria. Ricevuta relazione dell'escursione di Malan tra ibororo.

Torino 23-XII-1907 11r

Carissimo D. Malan

Ripassando i rendiconti delle visite ispettoriali eseguitesi nello spirante annonon trovo ancora i tuoi: spero me li farai avere r[e]golarmente, avendoti io condona­

5 to quelli dello scorso anno. Dicendo regolarmente intendo dire fatti sopra gli appo­siti moduli, di cui credo avrai presso di te un numero sufficiente di copie.

Tuo aff.mo in G. e M.Sac. Michele Rua

P.S. 11 Gennaio 1908 Abbiamo pure ricevuto la relazione della vostra escursio­lO ne in mezzo alle tribù dei Bororos: speriamo verrà presto pubblicato. [sic]

2 D. Malan add R 5 fatti add R lO verrà] verra C

50

A don Antonio Colbacchini

ASC A 450 9.131 RUA Cergnazzi-Czartoriskiapogr. con correzioni e firma aut. italiano, l f. carta bianca, quadrotta, 195 x 140 mm., inchio­stro nero.

Ringrazia per la relazione dei primi lavori missionari di Colbacchini tra i bororo. Orientamentisulla catechesi degli adulti.

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flr

La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 129

Torino 2-VI-190S

Carissimo D. Colbacchini

Solo di questi ultimi giorni arrivò sotto i miei occhi la gradita tua del 22 No­vembre ultimo passato con la bella relazione dei primi avvenimenti di cotesta tuamissione. Ho rimesso al Sig. D. Rinaldi la lettera a lui indirizzata. Mi rallegro con te 5della missione stessa e prego il Signore a renderla abbondante di frutti. Non isgo­mentarti delle difficoltà e dei pericoli; ed in pari tempo non pretendere di fare più diquello che le tue forze comportano. Procurate tra tutti di istruire anche gli adulti

f1v nelle verità principali di nostra santal religione procurando che possano imparare al­meno il Pater noster, l'Ave Maria, il Credo, l'Angele Dei, i Comandamenti di Dio e lOdella Chiesa e l'Atto di contrizione. Preparateli bene a ricevere il S. Battesimo facen-do loro conoscere gli effetti mirabili di questo Sacramento nonché della Cresima. Equando già son Battezzati insegnate loro ad accostarsi convenientemente alla Con­fessione ed alla Comunione. -

Puoi star tranquillo che ben volontieri pregherò per te e per cotesta tua missio- 15ne, di cui spero ci manderai altre volte notizie. -

Tanti saluti a tutti dalTuo aff.mo in G. e M.

Sac. Michele Rua

5 Ho rimesso] Rimesso C ho rimesso corI' Rex comandamenti C 16 ci corI' ex si C

D. Rinaldi add R lO Comandamenti corI'17 saluti] satuti C

4 Cf BS 32 (1908) 4 pp. 115-118, lettera Colbacchini-Rua 22.11.907.

51

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoaut. italiano, un pezzo di carta bianca, 67 x 104 mm., con diverse macchie rossastre, inchiostronero, il testo occupa solo il retto del foglio.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 207.

Chiede notizie sul viaggio a Rio de Janeiro colla banda dei bororo.

fl,. Torino 9-VII-190S

Car.mo D. Malan

Aspettiamo notizie della vostra dimora in Rio Janeiro.Il Signore vi assista colTuo aff.mo in G. e M.

Sac. Michele Rua

3 Balzola ne diede la notizia a Rua con lettera del 21.02.908, pubblicata in BS 32 (1908) 6pp. 177-178.

5

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130 Antonio da Si/va Ferreira

52

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. con correzione e firma aut. italiano, 1 f. carta bianca, rigata, 214 x 120 mm., con due forisul mrg. sin., inchiostro nero, il testo occupa soltanto il retto del foglio.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 208.

Invia relazione di nomi da darsi ai bororo nel loro battesimo. Chiede notizie del ritorno allacolonia.

Torino 16-VII-190S fIr

Carissimo D. Malan

Ti mando una lista di nomi da imporsi ai sette primi selvaggi che avrete la for­tuna di battezzare. Come potrai rilevare dalla nota stessa, ci furono date L. 50 a tal

5 fine, noi le abbiamo notate nei nostri registri a tuo credito. Stiamo attendendo noti­zie del vostro ritorno alla colonia.

Il Signore ti benedica con tutti i tuoi aiutanti di campo e colTuo aff.mo in G. e M.

Sac. Michele Rua

2 D. Malan add R 3 sette corr ex si C

5-6 Forse si riferisce al viaggio di ritorno la lettera N.N.-Barberis del 08.12.909, in ASCF085.

53

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. con correzioni e firma aut. italiano, 1 f. carta bianca, rigata, 211 x 135 mm., due fori sulmrg. sin., inchiostro nero.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 209.

Buona impressione prodotta dalla partecipazione dei bororo all'esposizione di Rio. Morte ditre dei giovani. Piani per una nuova colonia indigena. Rendiconti dell'ispettoria. Pappalardotorna in Italia.

Torino, 5 Settembre, 1908 flr

Carissimo D. Malan

Rispondo alla gradita tua dell'undici Agosto e mi rallegro della buona impres­sione prodotta dalla partecipazione dei vostri allievi all'esposizione; mi fa però mol­

5 to pena la prova assai grave a cui il Signore si compiacque assog[g]ettarvi e ve nefaccio le condoglianze. Pazienza! Il Signore così ha disposto, Egli saprà trarne van­taggio per la sua gloria e per le anime. - Quanto alla nuova colonia, di cui mi parli,

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso l3 l

puoi immaginarti con quanto piacere la vedrei effettuarsi; ma c'è sempre la difficoltàdel personale. Malgrado questo si farà il possibile per appagare la tua dimanda.

Ho ricevuto i rendiconti delle tue visite; aspetterò gli amministrativi che spero lOIIv non tarderanno troppo ad arrivare. Il tuoi messaggero è arrivato felicemente; speria-

mo farà bene nella nuova destinazione che gl[i] verrà data, giacché pare non aver in­clinazione al ritorno.

Fa coraggio; pregherò il Signore a compensarti con tante reclute e conversioni,della perdita fatta dei tre individui rapiti dalla morte. Prega anche tu pel 15

Tuo aff.mo in G. e M.Sac. Michele Rua

2 D. Malan add R

3-5 Cf BS 32 (1908) pp. 241-244, 306-307, 339, 369-370; 33 (1909) pp. 86, 150; lettera Montu­schi-Rua 11.09.909, in BS 33 (1909) pp. 370-371.7-9 Tre erano le colonie già esistenti: del Sacro Cuore al Barreiro, dell'Immacolata sulGarças, e quella del Sangradouro, apertasi nel 1906.

54

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. italiano, con correzioni e firma aut, 1 f. carta bianca, quadrotta, 205 x 128 mm., con duefori sul mrg. sin., inchiostro nero.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 210.

Pappalardo ritorna in Italia. Auguri per i frutti dell'escursione a Rio de Janeiro. Relazione sullavoro di Balzola.

IIr Torino 7-X-190S

Carissimo D. Malan

Ho ricevuto a suo tempo la gradita tua dell' Il Maggio in cui ci annunciavi laprossima visita del caro Pappalardo. Egli è arrivato felicemente, ma si scorge che eramolto stanco, quindi come tu stesso ci dici converrà tenerlo in questi paesi almeno 5per qualche tempo. Si farà quanto si può per fornirti altro personale; ma purtropposiamo molto scarsi e bisogna che limitiamo la ripartizione in modo da darne poco aciascuno. Faremo quanto si potrà anche in tuo favore.

Spero che la vostra lunga I escursione abbia avuto termine felice e con buoni ri­sultati sulla impressione sia fra' civilizzati sia fra i selvaggi. Ci ha pur fatto piacere il lOfelice esito della Missione del caro Balzola che già venne pubblicata. Per ora nullami resta a dirti senonché augurarti ogni celeste benedizione per te e per tutti i tuoiraffermandomi

Tuo aff.mo in G. e M.Sac. Michele Rua 15

2 D Malan add R 4 Pappalardo add R lO frfl.' emend ex per R Il Balzola add R

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132 Antonio da Si/va Ferreira

10-11 Cf lettera Balzola-Rua 25.06.908, in BS 32 (1908) pp. 335-339; 33 (1909) p. 16-22,48-50.

55

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. italiano con correzioni, firma e poscritto aut, 1 f. carta bianca, 163 xIII mm., con duefori sul mrg. sin., inchiostro nero, il testo occupa solo il retto del foglio.retto, in alto, mrg. sin" inchiostro nero, 211.

Chiede quale sia la fonte di informazione di Malan per descrivere le usanze dei bororo. Si im­piantarono i telai nelle colonie indigene?

Torino 12-X-OS. f1,.

Caro D. Malan

Vorrei soddisfar una mia curiosità. Trovo nelle tue lettere e sul Bollettino tantenotizie singolari e curiose sugli usi, i costumi, le leggi, le cerimonie religiose dei Bo­

5 raros. Desidererei sapere donde mai ricavi tutte queste notizie. Me lo dirai ad occa­sione, quando avrai da scrivermi per qualche altra cosa.

Il Signore ti benedica colTuo aff.mo amico

Sac. Michele Rua

lO P.S. Fammi anche sapere se avete p[o]tuto impiantare i telai.

2 D. Malan add R lO P.S. [...] telai. add m"g sin R

56

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. con firma aut. italiano, Rua completa le lacune della carta e fa qualche correzione aut. lf. carta bianca, quadrotta, 209 x 133 mm., manca un piccolo pezzo sul mrg. i., due fori sul mrg.sin., inchiostro nero, testo solo nel retto del foglio.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 154.

Debiti delle case di Cuiabà e dell'estinta Colonia Teresa Cristina verso l'Oratorio di Torino.

Torino jl,.

Car.mo Ispettore D. Malan

Conscio pur troppo delle strettezze finanziarie dell'Oratorio S. Francesco di Sa­les ho voluto vedere quale credito ha verso le ispettorie. Trovai che se ciascuna Casa

5 si facesse premura di soddisfare si troverebbe in condizione molto meno disagiata.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 133

Vengo pertanto a metterti sottocchio che le tue Case di Cuyabà e l'estinta Colo­nia Theresa Cristina hanno un debito considerevole. Come Ispettore vedi un po' diindustriarti a soddisfare il proprio debito adesso alla chiusura dell'anno scolasticoed al prinCipio del nuovo e compiere un dovere di giustizia e carità fraterna, renden-do così meno penosa la condizione della Casa Madre. lO

Charitas Christi urgeat nos specialmente verso i fratelli, come ci prescrivono ledeliberazioni Capitolari.

Credimi sempreTuo Aff.mo in G. e M.

Sac. Michele Rua 15

3 Conscio corr ex Consco R 4 le ispettorie add R8 industriarti emend sI ex sollecitare i Direttori R

12 Cf 2 Cor 5,14

6 Cuiabà e [...] Cristina add R

Il,.

57

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. italiano, aut. alcune correzioni, la firma e il secondo e il terzo paragrafo del poscritto; lf. carta bianca, quadrotta, 216 x 138 mm., con due fori sul mrg. sin., inchiostro nero.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 212.

Relazione su viaggio di Malan. Contatto degli indigeni con i civili: possibili problemi. Problemidi personale.

Torino Marzo 1909

Carissimo D. Malan

Ti ringrazio della gradita tua del 25 Gennaio la quale ci fa sperare una partico­lareggiata relazione del [v]ostro lungo viaggio. Intanto cominciamo ringraziare il Si­gnore e Maria Ausiliatrice dell'amabile assistenza che vi hanno prestata finora. Spe- 5riamo anche noi che questo viaggio, come fu alquanto spinoso, così sia per appor­tarvi abbondanti frutti. - Vorremmo anche noi aver molto personale da poter preve­nire l'arrivo dei civilizzati fra coteste tribù e premunirle contro gli esempi deleteriche molto probabilmente ne avranno. Mancandoci il personale preghiamo Iddio adintercessione di Maria Ausiliatrice e del nostro Ven. Padre affinché provveda a cotal lObisogno nel modo più conveniente. I

Il Il Cordiali saluti a tutti i viaggiatori Preti Chierici Coadiutori ed allievi, a cui tuttiimplora dal Signore fervorosa perseveranza

Il tuo aff.mo in G. e M.Sac. Michele Rua 15

P.S. Ti unisco un piccolo biglietto ricevuto ieri riguardante persone a cui tumolto t'interessi

D. Ragogna da parecchie settimane è partito; spero già sarà arrivato.

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134 Antonio da SUva Ferreira

D. D'Aqui!,!o fu alquanto incomodato: partirà, penso, fra non molto.

2 D. Malan add RIO Padre add R19 molto.] molto, R

18-19 D. Ragogna [...] non molto. add R

7-9 Scriveva Malan a Balzola: «Com respeito aos moradores que desejam se estabe1eceremnas immediaçòes dos nossos terrenos: bondade, sim, mas desconfiança e prudencia; ja sabemospor experiencia o que sào aquelles, em geral, quase ciganos...» (ASG F 085 lettera Malan­Balzola 10.07.909).18 Antonio Ragogna (1875-1963) n. a Aviano, Udine; sales. nel 1895, partì per il Portogallonel 1897; sac. nel 1901; cons. ispettor. (1906-1908). Nel1909 va nel Mato Grosso, diretto e mae­stro dei novizi a Palmeiras. Lavora anche in Corumbà. Dal 1920 lo troviamo negli Stati Uniti.Morì a Watsonville.19 Francisco D'Aquino Correa (1885-1956) n. a Cuiabà; fece il noviziato a Foglizzo; sales.nel 1904; laureato in filosofia e teologia a Roma presso l'Università Gregoriana; sac. nel 1909;dirett. a Cuiabà; vesc. ausiliare (1914-1921) e arciv. di Cuiabà (1921-1956); presidente delloStato del Mato Grosso (1917-1921); fece costruire chiese, scuole e collegi; costruì il nuovo se­minario e la residenza episcopale; ottenne la creazione di due prelature nullius nel territorio del­la sua diocesi; membro dell'Accademia Brasiliana di Lettere e di parecchie associazioni scienti­fiche; morì a S. Paolo del Brasile.

58

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. italiano, con firma e correzioni aut. di Rua che completa i nomi mancanti; 1 f. cartabianca, rigata, 209 x 134 mm., con due fori sul mrg. sin., inchiostro nero.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 213.

Missionari tornati in patria. Collegio di Corumbà. Notizie sull'impianto di macchine tessilinelle colonie indigene. Fonte delle informazioni sui bororo. Proposta di nuova missione.

3-7-09 .11,.

Carissimo D. Malan

Ho ricevuto la gradita tua del 19 Maggio portatami dai confratelli che di costìfecero a noi ritorno. Grazie al Signore essi ebbero un ottimo viaggio. Quanto al caro

5 D. Thannhuber esso è già partito per la sua patria con risoluzione di ritornare al piùpresto possibile. Noi non abbiamo difficoltà che tu lo stabilisca direttore a Corum­bà. Quanto agli aiutanti di cui ci fai menzione come necessarii per quella casa non socome potremo provvedere. Sono tanto scarsi i confratelli coadiutori e specialmentecapi d'arte che anche qui abbiamo quasi dapertutto capi esterni.

lO Ti ringrazio delle notizie che mi dai intorno alle macchine per tessere ed intornoalla fonte da cui ricavi le tue informazioni sugli usi e costumi degli Indii.

Quanto alla dimanda del generale Guatemosin ne parlerò in capitolo. Son per­suaso che nessuno dei membri del medesimo mancherà di buona volontà; mal la fIvscarsezza del personale mi fa temere che impedisca l'accettazione. Spero daremo la

15 risposta definitiva e potremo consegnarla a questi confratelli al loro ritorno.

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La missione saiesiana tra gli indigeni dei Mato Grosso 135

Per ora non ho altro a dirti se non salutarti cordialmente ed augurarti dal Si­gnore la grazia di poter convertire tutti codesti poveri Indii, mentre mi professo

Tuo aff.mo in G. e M.Sac. Michele Rua

2 D. Malan add R 5 D. Thannhuber add Rex cod R 12 Guatemosin] Guatamosin CR

6-7 Corumbà add R 7 quella emend15 definitiva e] definitiva, C definitiva e corr

f1r

59

A don Antonio Malan

ASC A 452 9.131 RUA Lazzero-Persicoapogr. italiano, con firma e correzioni aut.; 1 f. carta bianca, rigata in rosso, 208 x 131 mm.,due fori sul mrg. sin., inchiostro nero.retto, in alto, mrg. sin., inchiostro seppia, 214.

Sacerdote spagnuolo fa un'offerta per la missione del Mato Grosso.

Torino 16 Luglio 1909

Carissimo D. Malan

Un Sacerdote spagnuolo, certo D. Giuseppe Clotet, mi ha [ri]messo 25 pesetasper la missione del Matto Grosso. Tu mi dirai se te le devo mandare o tenere in ser-bo a tua disposizione. 5

Colgo l'occasione per rallegrarmi e congratularmi teco pel bene che fai tra co­desti poveri selvaggi, ed inviarti la mia benedizione.

Ti saluta cordialmente il tuoAff.mo in G. e M.

Sac. Michele Rua IO

6-7 codesti emend si ex questi R

60

A don Antonio Malan

ASC A 452 RUA Lazzero-Persicoapogr. italiano, con firma e correzioni aut.; 2 ff. carta bianca, rigata, 211 x 135 mm., manca unpiccolo pezzo su fIr, in alto, mrg. sin., con due fori sul mrg. sin., inchiostro nero.fIr, in alto, mrg. sin., inchiostro nero, 215; R. 3-12-1909; f2r, in alto, a destra, matita, 19­8-1909; pagine numerate in alto, inchiostro nero, da l a 4.

Osservazioni fatte dai direttori delle colonie indigene: permanenza degli indigeni nelle colonie;lavoro produttivo; la nudità; preparazione per il battesimo; Fazione del bari - l'infanticidio,l'uccisione degli infermi; farsi amare dai sudditi. Bisogno di consultazioni reciproche.

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136 Antonio da Silva Ferreira

Torino, 19-8-09 fIr

Carissimo D. Malan

Non ti sarà discaro che io ti metta sott'occhio alcune osservazioni che mi ven­nero fatte dai Direttori delle tue colonie e son persuaso che non te la prenderai con­

5 tro di loro, perché hanno scritto a me, essendo questo loro diritto e conforto. Cosìtu potrai modificare nel tuo governo quello che avesse bisogno di modificazione epotrai anche darmi qualche spiegazione se sarà necessario.

1° Si crede da essi che tu voglia che si lascino liberamente partire i selvaggiadulti e ragazzi ogni qualvolta ne salta loro il ticchio; come vedrai dalla lettera qui

lO unita, io son persuaso che tu intendi solo che [no]n si abbiano da trattenere per for­za; ma che però sii contento che si cerchi di trattenerli con buone maniere e collapersuasione, conoscendo anche tu quanto possa essere pericoloso l'allontanarsi persettimane e mesi dalla colonia.

2° Credo sia anche tuo desiderio che, quando gli Inldii non si presentano pella- fIv15 voro spontaneamente, siano invitati a venire alle occupazioni senza però far loro

nessuna violenza.3° Andrà molto bene che, quando vai a visitare le colonie, tu cerchi sempre di

incoraggiare i direttori ed il personale salesiano, procurando lasciar loro tale impres­sione da far desiderare le tue visite.

20 4° Sarà pur bene cercare di abituare gli Indii a portar sempre qualche abito al-meno quanto basti per la decenza ed ispirar loro orrore per la nudità. A tal fine saràmolto bene se si potrà usufruire dei telai che avete portato con voi e così incomincia­re a farli provvedere da se stessi delle stoffe di cui hanno bisogno. Da principio sten­terete a mettere le cose [in] ordine e a fare le stoffe discretamente bene; ma poi poco

25 alla volta vi andrete perfezionando.5° In quanto alla preparazione degli Indii al battesimo converrà che tu renda

persuasi i tuoi Direttori ed il personale che non si richiede una grande istruzione perpoter conferir loro il battesimo; ma che può bastare che conoscano le principali veri-tà di nostra santa religione, continuando in seguito I ad istruirli anche per prepararli f2r

30 agli altri sacramenti; pei quali specialmente converrà far loro imparare le orazionipiù ordinarie come il Pater, l'Ave, il Credo e l'atto dì contrizione in lingua volgare.

6[°] Converrà pure metterti d'accordo coi direttori affinché prudentemente vigi-lino per impedire il grave disordine che D. Peretto mi ha accennato di far perire ibambini, ed anche infermi più adulti, nell'intento che si verifichino a tempo e luogo

35 le profezie di codesti bari.Discorrendo amabilmente coi Direttori potrai venire a conoscere altri disordini

e concertare con essi il modo di apportarvi rimedio. Al qual fine è proprio necessa­rio che tu li tratti paternamente, od almeno come fratello maggiore fra i diletti fra­telli. - Per quanto è possibile procura che siano sempre in ogni colonia due sacerdoti

40 che possano farsi buona compagnia, aiutandosi a vicenda al progresso della propriamissione. I

lo ti vengo suggerendo tutte queste cose non perché io creda che tu ne abbi f2vgran bisogno, ma piuttosto per trattenermi alquanto con te per rammentarti qualchecosa che potesse sfuggire alla tua memoria e rendere sempre più cordiali ed intime le

45 tue relazioni coi [di]pendenti, giacché specialmente dalla persuasione di essere da teamati e stimati essi attingeranno coraggio ed impegno nella loro grave e difficileimpresa.

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La missione salesiana tra gli indigeni del Mato Grosso 137

Il Signore ti assista, ti illumini e ti ricolmi di sue grazie: al qual fine di cuore loprega

Il tuo aff.mo in G. e M. 50Sac. Michele Rua

4 dai corI' ex dal R tue corI' ex due R 5 loro COIT ex lui R 12 persuasione, cono-scendo corI' ex persuasione. Conoscendo R 23 farli corI' ex farsi R 33 D. Peretto addR mi corI' ex vi 38 li tratti emend ex ... C 40 al corr ex anc C


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