IO) Comunicazione di Artin Pascià in W ALLIS, op. cit., pago 94.
II) E. BERTAUX, L'Art dans l' !talie méridionale, pago 506, 603, 622. N on posso assicurare di che tipo tecnico siano; non le ho vedute. Nè conosco i " frammenti di maiolica" che, secondo il TOESCA (Storia dell'arte italiana, Torino, 1927, pago 853), si vedono nei pergami delle cattedrali di Calvi e di Caserta vecchia.
12) C . E. D . FORTNUM, Archaeologia, voI. XLIII, pago 379, 383; Descriptive Catalogue 01 the Maiolica , .. in the S. K. Museum, London, 1873, pago XXXIII; e Catalogue 01 maiolica in the A shmolean Museum, Oxford, 1896, pago 47.
13) H o veduto un piccolo frammento di questo genere nel Museo pomposiano, raccolto in una delle sale della celebre Abbazia.
14) G . BALLARDINI, Ceramiche architettoniche di Roma e del Laz io in Faenza, anno XVI (1928) pago 55 e seguenti; Note sui (I bacini" romanici ... ecc., in Faenza, anno XVII (1929), pago II 3 e seguenti ; Per l'antica origine dei (I bacini" in Faenza, anno XVIII (1930) pago 99 e seguenti.
15) IDEM, Le ceramiche di Sant'Apollinare Nuovo in Felix Ravenna, fase. I e IV; Ancora le ceramiche di Sant' Apollinare Nuovo, ibidem, suppl. II ; e The bacini 01 Sant' Apollinare Nuovo in The Burlington Magazine, aprile 1918.
16) Saranno oggetto di un breve prossimo studio.
LA MOSTRA DI PITTURA CINESE ANTICA E MODERNA A MILANO
PER UNA significativa coincidenza, proprio nei giorni in cui a Roma si fondava l'Istituto
per il Medio ed Estremo Oriente e si teneva il Congresso degli studenti asiatici, a Milano si inaugurava l'attuale Mostra di Pittura cinese.
Si deve l'iniziativa ad un Comitato appositamente costituitosi, la cui Presidenza fu assunta dal Senatore S. Borletti. È questa la prima Esposizione di Pittura cinese che si tenga in Italia; e per la varietà e per la ricchezza del materiale che accoglie, la sua importanza trascende i limiti locali. Circa trecento opere tra antiche e moderne sono collocate negli appartamenti delle feste al Palazzo Reale: le pitture antiche nella sala " delle otto colonne" appositamente adattata con un sistema di tramezzi e di illuminazione artificiale; antiche e moderne insieme sono disposte nella sala "della Lanterna" , mentre quelle dell ' epoca contempo-
ranea hanno trovato collocamento nel fastoso salone "delle Cariatidi", il più grande di Milano.
L'idea di esporre a Milano una scelta di pitture cinesi nacque negli organizzatori quando, nel giugno scorso, si tenne a Parigi, al "J eu de Paume " una manifestazione consimile. Al gruppo delle pitture contemporanee provenienti direttamente dalla Cina, dove erano state scelte dal prof. Ju Péon dell ' Università di Nanchiuo, gli organizzatori francesi avevano aggiunto notevoli esemplari del Louvre, del Museo Guimet e poche collezioni private. Poichè non era da pensare che codeste opere, quivi gelosamente custodite, si potessero ottenere in prestito per Milano, il Comitato volle raccogliere fra le collezioni italiane e straniere un complesso di pitture che potessero offrire tuttavia un ampio panorama degli stadi stilistici attraverso i quali
FIG. I - HOTZIU (CINA), COLLEZ. BAI - EPOCA T'ANG, FIRMATO LIIS CHUEN: LA GIOIA DEI PESCATORI
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FIG. 2 - HOTZIU (CINA), COLLEZ. BAI - EPOCA SONG, FIRMATO TSON TZE: RITRATTI
ebbe ad evolversi la grande Scuola pittorica de11a Cina.
Riconosciuto l'alto interesse culturale de11'iniziativa, S. A. R. il Principe di Piemonte accordava l'Alto Patronato alla Mostra e S. E. l'onorevole prof. Francesco Ercole, Ministro della Educazione Nazionale, ne assumeva la Presidenza onoraria.
Sui criteri generali della pittura cinese già mi sono espresso nell'introduzione al catalogo di questa Esposizione. I) Noterò ora, nei limiti di questa necessariamente fugace rassegna, soltanto alcune delle opere più significative.
I1 più antico esemplare qui esposto, dal tradizionale titolo La gioia dei pescatori (fig. r), appartenente alla collezione Bai di Hotziu, è anche una delle gemme de11' esposizione, sia per 1'epoca a cui risale, sia per la bellezza poetica che racchiude. Porta la firma Liis Chiien, pittore che visse nell'ultimo periodo della dina-
stia dei T'ang,2) ed è eseguito, come la quasl totalità delle pitture cinesi anteriori alla dinastia dei Ming, su seta. Esso dà la visione d'un vasto lago tranqui110, racchiuso fra sponde rocciose con boschetti e casette disseminate fra prati ve11utati. Centinaia di barchette, con minuscole figurine intente a pescare, sono sparse intorno al lago dappertutto. L'intonazione della squisita pittura è delicatissima, tutta verde- azzurro chiaro, con passaggi d'una levità e trasparenza di sogno. V'è soltanto, oggi, un lieve squilibrio di rapporto col fondo della seta lasciato privo di colore, poichè questo s'è oscurato su tono giallastro; ma ciò non può menomare il fascino di questo panorama, in cui si esprime la quintessenza del gusto paeSlstico degli antichi pittori della Cina.
Nel gruppo di figure (fig. 2), della stessa collezione, si ha la misura, per un' epoca di poco posteriore alla precedente, della potenza
FIG. 3 - WOUSSI (CINA), COLLEZ. TSIN - DINASTIA MING, FIRMATO TCHIOU YIN: RIUNIONE INTELLETTUALE
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FIG. 4 - SAN REMO, COLLEZ . GENTILI - DINASTIA MING: L'ADDIO
ritrattlstlca di codesti artisti. Soprattutto, pur nella somma delicatezza del delineare quasi in miniatura, è notevole la facoltà del caratterizzare le fisoniomie individuali. Un terzo" specimen ii della pittura cinese in uno stadio più avanzato nel tempo è rappresentato dalla Riunione intellettuale (fig. 3) della Collezione Tsin di Wussi. Qui il paesaggio e le figure sono perfettamente fuse insieme. La scena ha un particolare sapore romantico: nel chiosco costrutto in alto tra le montagne, poeti, filosofi e letterati si adunano in un convegno che nasce dallo stesso spirito del convegno platonico. Montagne rocciose si delineano nello sfondo, sorgendo al disopra d'una cortina di nubi. È sommamente sintomatica, in questa visione paesistica, una figura, appoggiata alla balaustra del terrazzo, la quale sta osservando tutta assorta nello stupore della visione, l'immenso paesaggio montuoso; poichè essa indica, appunto, lo stato d'animo del pittore di fronte alla natura stessa. L'opera porta la firma di Tchion- Yin, uno dei più grandi artisti cinesi, circa il 1500. Di poco posteriore
l'Addio (fig. 4) della Collezione Gentili di S. Remo, il cui soggetto risale ad un tipo iconografico già fissato secoli prima. Come ultimo esemplare delle varietà stilistiche della antica pittura cinese, menzioneremo quella ramaglia di fiori di Mé (fig. 5) (l'albero nazionale della Cina) appartenente all' epoca Yuan, firmata da U an Mié, che per la sua sorprendente modernità di concetto pittorico può considerarsi come una delle cose più attraenti di questa Esposizione.
Abbiamo citato per prime queste opere non soltanto perchè esse sono da annoverarsi tra le più importanti, ma anche perchè, con poche altre, esse sono le uniche in formato orizzontale: destinate cioè, in origine, non già ad essere appese ed esposte alle pareti, ma soltanto alla contemplazione occasionale di chi le srotola per ammirarle e poi riporle di bel nuovo nelle gelose custodie. (Sopravvivenza del "rotolo ii dell' Antichità).
Le altre pitture antiche, tutte di formato verticale, vanno dall'epoca dei Song sino all'Ottocento. Un discreto numero di esemplari si
FIG. 5 - HOTZIU (CINA), COLLEZ. BAI - EPOCA YUAN, FIRMATO UAN- MIÉ: FIORI DI MÉ (Fot. Mari)
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FIG. 7 - CAP FERRAT, COLLEZ. ZANON - STILE SONG
ATTRIB. A KO-SHI: CASCATE n'ACQUA (Fot. Mari)
poetico, che trasfigura liricamente gli aspetti della natura, il quale già s'è notato, in questa visione appare indirizzato verso una resa naturalistica alquanto più fedele. I rigagnoli delle acque che si insinuano nelle anfrattuosità delle rocce a picco, che balzano precipitose per raccogliersi in corsi più larghi ed . infine riunirsi gioiosamente nel torrente garrulo, ha formato un motivo dei più attraenti. Certa minuziosità tipica nella pittura cinese, nella rappresentazione delle conformazioni geologiche del paesaggio, richiama l'arte acutamente indagatrice di Leonardo. Ma si noti che codesto assillante sentimento naturistico è frutto, nei pittori cinesi, di una lunga e pertinace tradizione che noi non
FIG. 8 - CAP FERRAT, COLLEZ. ZANON
STILE SONG: SCENA AUTUNNALE
riusciamo a risalire, per mancanza di documenti pittorici, più addietro dell' epoca dei T'ang; laddove è da ritenersi per certo che ben prima avesse i suoi inizi, dappoichè essa si presenta a noi così matura d'esperienze già in epoca tanto remota.
Durante la dinastia dei Song, e più avanti, la pittura di paesaggio continuò il suo sviluppo; ed altri esemplari in questa esposizione lo confermano: particolarmente alcuni fogli della menzionata Collezione Bai e quella scena autunnale (fig. 8) coi due contadini che escono dal bosco dopo aver raccolto le fascine, scena a tinte quasi unicamente grige, e qualche leggera macchia rosata or qua or là, che è una delle più suggestive e
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FIG. 9 - NEW YORK, COLLE2;. G. DEL DRAGO - EPOCA MING: SIGNORA IN ROSSO (PARTICOLARE)
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certamente risale ad un esemplare della dinastia Song, copiato più tardi.
Altrettanto vivo quanto il gusto per gli aspetti della natura, è nei pittori cinesi, sin dall' epoca Song, il senso per la vita degli animali. Nessun artista ha saputo rendere mai, prima del pittore cinese, con tanta perspIcace acutezza i tipici atteggiamenti, i movimenti più fulminei, ed insomma anche l'ambiente degli animali. Nume-. . rOSI esempI an-
corativa, è ispirato all'arte dei Tang. Ma nell'esecuzione sommaria e nelle linee irrequiete si palesano certi caratteri che indicano l'origine più recente. Si tratta, comunque, di
opere di notevole effetto, che il Comitato è stato lieto di
che in questo genere stanno qui a provarlo. Tra i più belli ricorderò i Due piccioni bianchi (fig. IO) firmato Suen Van Y uon della Collezione Loo, nonchè gli Ibis tra gli arbusti della Collezione Zanon. All'epoca dei Song ci riconduce anche
FIG. IO - PARIGI, COLLEZ. LOO
. aver potuto trovare a Milano stessa: appartengono infatti i quattro pezzi,insiemeconaltriinteressanti esemplari, al Maestro Natale Gallini. Milano ha dato del resto diversi cospicui contributiaquestamanifestazione artistica. Una dozzina di opere, fra le quali ricorderò particolarmen te il Villaggio di pescatori dell' epoca Ming, e i deliziosi Fiori di loto con ibis, ha prestato il dotto Veriotis, un interes-sante specchio dipinto del Set
EPOCA SONG (?), FIRMATO SUEN VAN YUON: I DUE PICCIONI
un affresco (fig. I I) con la figura di Boddhisattva, interessante non soltanto dal lato stilistico per la raffinatezza estrema del senso lineare e la delicatissima tonalità verde-azzurra, ma anche per la tecnica, poichè esso è eseguito sopra un intonaco di fanghiglia mescolata a tritume di paglia.
Forse alla fine della dinastia Song (fig. I2), o ad epoca di poco successÌva, appartengono quattro lunghi pannelli a tempera su carta, raffiguranti varie scene delle Virtù filiali secondo Confucio. Lo stile di queste pitture, a colori VIvaCI e di fattura festosamente de-
tecento lo stesso Presidente della Mostra Sena-tore Borletti, un fine ritratto il gr. uff. Marinotti, un Budda dell'epoca Ming l'arch. Besana, cinque belle pitture Lamberto Vitali.
A proposito del contributo italiano, esso è stato per altro, all'infuori delle citate collezioni Del Drago, Gentili e Missioni Estere di Parma, piuttosto scarso.
Nè di ciò è da meravigliarsi, quando si pensi che la pittura cinese è quasi del tutto ignorata nei Musei pubblici d'Italia; nè d'una sola opera italiana può vantarsi la letteratura sull'arte della Cina.
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FIG. II - PARIGI, COLLEZ. LOO - EPOCA SONG : BUSTO DI BODDHISATTVA (AFFRESCO)
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FIG. 12 - MILANO, COLLEZ. GALLINI - EPOCA SONG (?) SCENA DELLE VIRTÙ FILIALI (Fot. Mari)
Numerose rappresentanze si riferiscono, nell'attuale Mostra, ai secoli posteriormente al Cinquecento, al quale appartengono per gran parte i già citati ritratti.
Di una preziosità eccezionale, tale da rammentare le più squisite lacche cinesi, è il gruppo delle due Damigelle a cavallo (fig. 13), della Raccolta Trampisch di Parigi. Certo barocchismo lineare a voluti ingorghi denota la sua origine risalente al secolo XVII-XVIII, nella quale epoca, anche in Cina, e in diversi campi, si fa sentire il nuovo gusto stilistico del Barocco.
In quest'epoca v'ha pure una fioritura della così detta pittura" digitale ,,, (detta dai cinesi Il ideo-pittura,,) non più a netti contorni lineari, ma per così dire a "macchie lineari", . che non delimitano nitidamente la forma, ma soltanto la suggeriscono; press'a poco come negli schizzi dei nostri se centisti, ma con la differenza che i nostri pittori barocchi indicavano la forma essenzialmente colle ombre.
Due opere, in questa Mostra, sono specialmente da notarsi di tal genere: la Madre col figlio (fig. 14) dipinta da ChaoTsi- Pei, che fu ministro di Stato e morì nel 1734, della Collezione Del Drago; nonchè i Due Apostoli Buddisti che portano la firma Min Tsen, certo della stessa epoca, appartenente all'Istituto delle Missioni Estere di Parma. La forza espressiva della prima figura che incede grave e pesante volgendo lo sguardo in alto, resa con sorprendente limitazione di mezzi, richiama alla memoria certi fulminei schizzi del Rodin.
Del Settecento ricorderemo ancora i Due daini della Collezione Ou di Tsekian, nei quali è afferrata magistralmente la scattante e trepida vitalità di codesti animali. L'opera porta la firma di Nanpin, pittore cinese del Settecento, trasmigrato poi nel Giappone, dove fece larga scuola.
Il Settecento è anche il secolo in cui 1'influsso europeo, profondamente dete
stato del resto dai migliori pittori del Celeste Impero, si fa sentire nell'arte della Cina. Fu un gesuita italiano, il Padre Castiglione, il quale ebbe in questo senso una parte molto importante. Egli fu accolto alla corte dell'imperatore Cien-Lung divenendo il ritrattista favorito della sua corte.
Nessuna opera del maestro stesso s'è potuta avere per l'Esposizione; e poche, d'altronde di sicure, se ne conservano nelle Collezioni europee all'infuori di quelle del Museo Guimet. Ma una grande scena di Cavalli al pascolo, delle Collezioni Veriotis, ed un'altra pure con
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cavalli della Raccolta Zanon, derivano dagli esempi del Castiglione.
A due elementi della rappresentazione pittorica l'arte cinese si è mostrata costantemente ostile: alla prospettiva, cioè, nel senso inteso dalla pittura europea dopo il Rinascimento, meglio nota come "prospettiva scientifica,,; in secondo luogo al chiaroscuro e in genere al gioco delle ombre. Fraintenderebbe del tutto il senso della pittura cinese chi credesse di considerare siffatta assenza quale una menda di codesta pittura.
La prospettiva è intesa non già da un punto di vista oggettivo, ma soggettivo, affinchè ogni cosa possa presentarsi al pittore nel suo aspetto più significativo e suggerirgli nel modo più completo l'idea della cosa stessa. E come la pro- · spettiva ha funzione suggestiva unicamente, così l'ha il chiaroscuro, in quelle minime appena accennate quantità in cui esso si manifesta. La pittura cinese rifugge per sua natura dall'accidentale: nulla v'è di più accidentale dell' ombra continuamente mutevole.
Ma la pittura cinese rifugge anche dalla "plasticità" e un quadro non deve mai dare il senso tattile di una finzione del vero. Esso deve serbare vergini i suoi valori poetici ed evocativi in imagini che cercano di avvicinarsi al massimo possibile al tipico; commento ed evocazione figurativa alla poesia. Perciò il quadro cinese non ha limiti marcati, non ha cor-nice. Perciò la sua funzione non è, come nel quadro europeo, di decorazione architettonica ambientale.
La fedeltà con cui i pittori cinesi hanno conservato la tradizione della loro arte dell' Ottocento, e sin'oggi per grandissima parte la conservano, si deve appunto al permanere di siffatti concetti. Nin Pe Nié, il massin:lO dei pittori dell' Ottocento, pur nel suo variare di stile attinge continuamente alle più antiche tradizioni.
I contemporanei, qui largamente rappresentati, se non possono dirsi privi d'ogni influsso
FIG. 13 - PARIGI, COLLEZ. TRAMPISCH - EPOCA TSING
DAMIGELLA A CAVALLO (Fot. Mari)
europeo, rimangono tuttavia fedeli alla tecnica cinese (son quasi tutte le pitture ad acquarello, con largo uso d'inchiostro di Cina, su carta) ed alle più peculiari caratteristiche dell' arte antica, sebbene spesso vi manchi quell' elemento fiabesco e profondamente poetico che forma il massimo fascino degli antichi maestri. I più interessanti di codesti artisti sono lo Tzibesch (fig. 15) che possiede una indiavolata maestria nella resa degli animali e nella rappresentazione della vita subacquea, dipingendo quasi esclusivamente ad inchiostro in sintesi ed abbreviature sbalorditive;
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FIG. 14 - NEW YORK, COLLEZ. G. DEL DRAGO - EPOCA TSING, ATTRIB. A CHAO-TSI- PEI: MADRE E FIGLIO
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FIG. 15 - TZIBESCH: IL BUFALO (Fot. Mari)
e lo stesso Ju Péon, che si presenta con alcune scene figurali tratte dai miti della sua terra
e con rappresentazioni di animali e paesaggi (fig. I6) molto gustosi. ANTONIO MORASSI
I) Catalogo della M ostra di Pittura Cinese, Milano, Tip. Bodoniana, 1933.
2) È consuetudine indicare i periodi dell'arte cinese secondo la dinastia degli imperatori. Le più recenti, alle quali si riferiscono le opere esposte a questa mostra sono : T'ang, 618-g06;
le cosidette Cinque Dinastie, 906- 690 ; Song, 960- 1280; l'an, 1280-
1368; Ming, 1368-1644;
Ts'ing, 1644- 1912.
3) Non ci si possono nascondere le grandi difficoltà che le pitture cinesi rappresentano nei riguardi della data:done. Opere antichissime sono state ripetute
FIG. 16 - JU PÉON LA MONTAGNA DEI CINQUE VECCHI (Fot . Mari)
per secoli, mantenendo ferme le caratteristiche tradi zionali. È nota, d'altronde, la tendenza dei collezionisti di pittura cinese di attribuire le opere da essi possedute ad epoche molto remote. Questi nostri cenni non hanno pertanto la pretesa di assoluta precisione; e sarebbe pretesa assurda, dappoichè si vedono spostate di secoli, tra gli stessi sinologi, le datazioni di un'opera, a seconda se viene esposta a N ewl'ork,Viennao Parigi ... E infine è bene dichiarare che noi non ci arroghiamo il vanto di conoscere a fondo questo difficile campo.
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