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La Normativa Ambientale di interesse per il settore energetico Corso di Formazione ESTATE Daniele...

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La Normativa Ambientale di interesse per il settore energetico Corso di Formazione ESTATE Daniele Cocco Dipartimento di Ingegneria Meccanica Università degli Studi di Cagliari [email protected] http://dimeca.unica.it/~cocco/ Giugno 2010
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Page 1: La Normativa Ambientale di interesse per il settore energetico Corso di Formazione ESTATE Daniele Cocco Dipartimento di Ingegneria Meccanica Università

La Normativa Ambientale di interesse per il settore

energetico

Corso di Formazione ESTATE

Daniele CoccoDipartimento di Ingegneria Meccanica

Università degli Studi di Cagliari

[email protected]

http://dimeca.unica.it/~cocco/

Giugno 2010

Page 2: La Normativa Ambientale di interesse per il settore energetico Corso di Formazione ESTATE Daniele Cocco Dipartimento di Ingegneria Meccanica Università

L’attuale modello di sviluppo

Consumo di Consumo di Risorse naturaliRisorse naturali

Impatto Impatto ambientaleambientale

Attività antropiche

Ambiente naturale

Page 3: La Normativa Ambientale di interesse per il settore energetico Corso di Formazione ESTATE Daniele Cocco Dipartimento di Ingegneria Meccanica Università

Consumo Mondiale di Energia

Tasso medio annuo Tasso medio annuo di crescita 4-5%di crescita 4-5%

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Durata Riserve di Petrolio

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Durata Riserve di Gas Naturale

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I problemi da risolvere

Abbiamo (e soprattutto avremo) un Abbiamo (e soprattutto avremo) un serio problema di serio problema di scarsità di risorsescarsità di risorse, , che si tradurrà in un problema che si tradurrà in un problema economico (economico (un crescente costo dei un crescente costo dei combustibilicombustibili););

Abbiamo inoltre un problema di Abbiamo inoltre un problema di controllo dell’controllo dell’impatto ambientaleimpatto ambientale, che , che ancora una volta origina un problema ancora una volta origina un problema economico (uneconomico (un costo crescente degli costo crescente degli impiantiimpianti).).

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Bilancio dell’energia elettrica

Il contributo delle Rinnovabili è stato del 22,6% nel 2009 contro il

18,5% del 2008

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I Sistemi Energetici …

Centrali Termoelettriche a VaporeCentrali Termoelettriche a Vapore

Turbine a GasTurbine a Gas

Impianti Combinati Gas/VaporeImpianti Combinati Gas/Vapore

Motori Alternativi Motori Alternativi

Impianti Idroelettrici Impianti Idroelettrici

Impianti EoliciImpianti Eolici

Impianti Solari, ….Impianti Solari, ….

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…e il loro impatto ambientaIe

Emissioni gassose

Effluenti liquidi

Residui solidi

Rumore

Combustibile

Aria

Altri impatti•Impatto visivo•Occupazione del suolo•Emissioni elettromagnetiche•altro …...

Calore

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Effetti a scala locale e globale

L’inquinamento su L’inquinamento su scala localescala locale presenta presenta effetti circoscritti ad aree geografiche di effetti circoscritti ad aree geografiche di limitata estensione. È legato a limitata estensione. È legato a effluenti liquidi, effluenti liquidi, residui solidiresidui solidi, , rumorerumore, , impatto visivoimpatto visivo, , alcuni alcuni effluenti gassosieffluenti gassosi, ecc., ecc.;;

L’inquinamento su L’inquinamento su scala globalescala globale presenta presenta invece effetti diffusi su tutto il pianeta. Sono invece effetti diffusi su tutto il pianeta. Sono fenomeni di inquinamento su scala globale fenomeni di inquinamento su scala globale l’aumento dell’effetto serra, l’aumento dell’effetto serra, le piogge acidele piogge acide, , il il “buco” dell’ozono“buco” dell’ozono..

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La Normativa Ambientale

Normativa sulle emissioni in atmosferaNormativa sulle emissioni in atmosfera;;Normativa sulle acqueNormativa sulle acque;;Normativa sui rifiutiNormativa sui rifiuti;;Normativa sulle emissioni acusticheNormativa sulle emissioni acustiche;;Caratteristiche dei combustibiliCaratteristiche dei combustibili;;Quote di emissione di gas serraQuote di emissione di gas serra;;Valutazione di Impatto AmbientaleValutazione di Impatto AmbientaleAutorizzazione Integrata AmbientaleAutorizzazione Integrata Ambientale

Page 12: La Normativa Ambientale di interesse per il settore energetico Corso di Formazione ESTATE Daniele Cocco Dipartimento di Ingegneria Meccanica Università

Il D.lgs. 3 Aprile 2006 n. 152

Il Il D.lgs. 152/2006D.lgs. 152/2006 “ “Norme in Materia Norme in Materia AmbientaleAmbientale” ha sostituito a partire dal 29 aprile ” ha sostituito a partire dal 29 aprile 2006 la maggior parte delle preesistenti norme 2006 la maggior parte delle preesistenti norme in materia ambientale, mediante la loro in materia ambientale, mediante la loro abrogazione e la sintesi in un abrogazione e la sintesi in un testo unico testo unico ambientaleambientale. Le materie interessate sono la . Le materie interessate sono la Valutazione di Impatto AmbientaleValutazione di Impatto Ambientale e la e la Valutazione Ambientale StrategicaValutazione Ambientale Strategica, la , la difesa difesa del suolodel suolo e la e la tutela delle acquetutela delle acque, la , la gestione dei gestione dei rifiutirifiuti e la e la bonifica dei siti inquinatibonifica dei siti inquinati, la , la tutela tutela dell’ariadell’aria e il e il risarcimento del danno ambientalerisarcimento del danno ambientale. . Di fatto rimangono fuori solo le norme sulle Di fatto rimangono fuori solo le norme sulle emissioni acusticheemissioni acustiche e poco altro. e poco altro.

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Il D.lgs. 3 Aprile 2006 n. 152

Ambito di applicazione del D.Lgs. 152/2006:Ambito di applicazione del D.Lgs. 152/2006:

a) a) nella parte secondanella parte seconda, le procedure per la valutazione , le procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione d'impatto ambientale strategica (VAS), per la valutazione d'impatto ambientale (VIA) e per l'autorizzazione ambientale ambientale (VIA) e per l'autorizzazione ambientale integrata (IPPC); integrata (IPPC); b) b) nella parte terzanella parte terza, la difesa del suolo e la lotta alla , la difesa del suolo e la lotta alla desertificazione, la tutela delle acque dall'inquinamento e desertificazione, la tutela delle acque dall'inquinamento e la gestione delle risorse idriche; la gestione delle risorse idriche; c) c) nella parte quartanella parte quarta, la gestione dei rifiuti e la bonifica , la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati; dei siti contaminati; d) d) nella parte quintanella parte quinta, la tutela dell'aria e la riduzione delle , la tutela dell'aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera; emissioni in atmosfera; e) e) nella parte sestanella parte sesta, le norme per il risarcimento dei danni , le norme per il risarcimento dei danni contro l'ambiente.contro l'ambiente.

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D.lgs. 152/2006 – Parte IILa La valutazione ambientale strategica (VAS)valutazione ambientale strategica (VAS) riguarda i riguarda i piani piani

e i programmi di intervento sul territorioe i programmi di intervento sul territorio ed è preordinata a ed è preordinata a garantire che gli effetti sull'ambiente derivanti garantire che gli effetti sull'ambiente derivanti dall'attuazione di detti piani e programmi siano presi in dall'attuazione di detti piani e programmi siano presi in considerazione considerazione durante la loro elaborazione e prima della durante la loro elaborazione e prima della loro approvazioneloro approvazione;;

La La valutazione di impatto ambientale (VIA)valutazione di impatto ambientale (VIA) riguarda i riguarda i progetti di opere ed interventiprogetti di opere ed interventi che, per la loro natura o la che, per la loro natura o la loro dimensione, possono avere un significativo impatto loro dimensione, possono avere un significativo impatto sull'ambiente ed è preordinata a garantire che gli effetti sull'ambiente ed è preordinata a garantire che gli effetti derivanti dalla realizzazione e dall’esercizio di dette opere derivanti dalla realizzazione e dall’esercizio di dette opere ed interventi sull'ecosistema siano presi in esame ed interventi sull'ecosistema siano presi in esame durante durante la loro progettazionela loro progettazione e prima dell'approvazione o e prima dell'approvazione o autorizzazione dei relativi progetti, o comunque autorizzazione dei relativi progetti, o comunque prima della prima della loro realizzazioneloro realizzazione..

Page 15: La Normativa Ambientale di interesse per il settore energetico Corso di Formazione ESTATE Daniele Cocco Dipartimento di Ingegneria Meccanica Università

D.lgs. 152/2006 – Parte IILa La Valutazione di Impatto AmbientaleValutazione di Impatto Ambientale in ambito in ambito

energetico si applica alle energetico si applica alle raffinerieraffinerie, agli , agli impianti impianti di combustionedi combustione con oltre 300 MWt, alle con oltre 300 MWt, alle centrali centrali nuclearinucleari, alle , alle dighedighe alte oltre 10 m e con capacità alte oltre 10 m e con capacità superiore a 100000 msuperiore a 100000 m33, agli , agli elettrodottielettrodotti con oltre con oltre 100 kV e lunghi oltre 10 km.100 kV e lunghi oltre 10 km.

Anche gli Anche gli impianti termiciimpianti termici per la produzione di per la produzione di vapore e acqua calda oltre 50 MWt, gli vapore e acqua calda oltre 50 MWt, gli impianti impianti eolicieolici e quelli e quelli industriali non termiciindustriali non termici per la per la produzione di energia, vapore e acqua calda produzione di energia, vapore e acqua calda possono essere sottoposti a possono essere sottoposti a Valutazione di Valutazione di Impatto AmbientaleImpatto Ambientale se realizzati in aree protette o se realizzati in aree protette o su richiesta dell’autorità competente.su richiesta dell’autorità competente.

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D.lgs. 152/2006 – Parte IIISezione 1. Difesa del suolo e lotta alla desertificazione.Sezione 1. Difesa del suolo e lotta alla desertificazione. Tali Tali

disposizioni sono volte ad assicurare la tutela ed il disposizioni sono volte ad assicurare la tutela ed il risanamento del suolo e del sottosuolo, il risanamento risanamento del suolo e del sottosuolo, il risanamento idrogeologico del territorio tramite la prevenzione dei idrogeologico del territorio tramite la prevenzione dei fenomeni di dissesto, la messa in sicurezza delle situazioni fenomeni di dissesto, la messa in sicurezza delle situazioni a rischio e la lotta alla desertificazione;a rischio e la lotta alla desertificazione;

Sezione 2. Tutela delle acque dall’inquinamentoSezione 2. Tutela delle acque dall’inquinamento. . Tali Tali disposizioni definiscono la disciplina generale per la tutela disposizioni definiscono la disciplina generale per la tutela delle acque superficiali, marine e sotterraneedelle acque superficiali, marine e sotterranee;;

Sezione 3. Gestione delle risorse idricheSezione 3. Gestione delle risorse idriche. Tale sezione . Tale sezione disciplina la gestione delle risorse idriche e il servizio disciplina la gestione delle risorse idriche e il servizio idrico integrato per i profili che concernono la tutela idrico integrato per i profili che concernono la tutela dell'ambiente e della concorrenza e la determinazione dei dell'ambiente e della concorrenza e la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni del servizio idrico livelli essenziali delle prestazioni del servizio idrico integrato e delle relative funzioni fondamentali di Comuni, integrato e delle relative funzioni fondamentali di Comuni, Province e città metropolitane.Province e città metropolitane.

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La tutela delle acque

Contrariamente alla situazione attuale, fino agli anni ’80 il Contrariamente alla situazione attuale, fino agli anni ’80 il consumo di acqua e la produzione di effluenti liquidi nel consumo di acqua e la produzione di effluenti liquidi nel settore energetico non ha rappresentato un problema cui settore energetico non ha rappresentato un problema cui

prestare una particolare attenzione.prestare una particolare attenzione.

Consumi di acqua in I talia (42 miliardi di mc/anno)

19%

48%

19%

14%

Usi industriali Usi irrigui Usi civili Produzione elettrica

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La tutela delle acque

Materiali in sospensione (dimensioni inferiori a circa 0,1 micron), costituite da solidi Materiali in sospensione (dimensioni inferiori a circa 0,1 micron), costituite da solidi o da oli;o da oli;

Sostanze in dispersione colloidale (con dimensioni fra quelle delle molecole e quelle Sostanze in dispersione colloidale (con dimensioni fra quelle delle molecole e quelle delle particelle solide);delle particelle solide);

Sostanze disciolte sotto forma molecolare o ionica.Sostanze disciolte sotto forma molecolare o ionica.Acqua depurata ariutilizzo interno

Acqua depurataal corpo idrico

Fanghi e residuia discarica

Acque refluedalla sezione didesolforazione

dei gas

Acque refluedal lavaggio dicaldaia, ESP,serbatoi, ecc.

Acque refluedalla sezione di

trattamentodelle ceneri

UNITÀ DI TRATTAMENTO

DELLE ACQUE REFLUE

Acque refluedall’unità di

addolcimentodell’acqua

Acque refluevarie (piovane,di laboratorio,sanitarie, ecc.)

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La tutela delle acque

Parametro Unità di misura

Scarico in acque superficiali

Scarico in rete fognaria

pH 5,5-9,5 5,5-9,5 Temperatura °C Vedi testo Vedi testo Colore Non percettibile con diluizione 1:20 Odore Non molesto Non molesto Materiali grossolani Assenti Assenti Solidi sospesi totali mg/ l 80 200 BOD5 (come O2) “ 40 250 COD (come O2) “ 160 500 Alluminio “ 1 2 Arsenico “ 0,5 0,5 Bario “ 20 - Boro “ 2 4 Cadmio “ 0,02 0,02 Cromo totale “ 2 4 Cromo IV “ 0,2 0,2 Ferro “ 2 4 Manganese “ 2 4 Mercurio “ 0,005 0,005 Nichel “ 2 4 Piombo “ 0,2 0,3 Rame “ 0,1 0,4

Page 20: La Normativa Ambientale di interesse per il settore energetico Corso di Formazione ESTATE Daniele Cocco Dipartimento di Ingegneria Meccanica Università

La tutela delle acqueSelenio “ 0,03 0,03 Stagno “ 10 - Zinco “ 0,5 1 Cianuri totali (come CN) “ 0,5 1 Cloro attivo libero “ 0,2 0,3 Solfuri (come H2S) “ 1 2 Solfiti (come SO3) “ 1 2 Solfati (come SO4) “ 1000 1000 Cloruri “ 1200 1200 Fluoruri “ 6 12 Fosforo totale (come P) “ 10 10 Azoto ammoniacale (come NH4) “ 15 30 Azoto nitroso (come N) “ 0,6 0,6 Azoto nitrico (come N) “ 20 30 Grassi e olii animali e vegetali “ 20 40 Idrocarburi totali “ 5 10 Fenoli “ 0,5 1 Aldeidi “ 1 2 Solventi organici aromatici “ 0,2 0,4 Solventi organici azotati “ 0,1 0,2 Tensioattivi totali “ 2 4 Pesticidi fosforati “ 0,1 0,1 Pesticidi totali, esclusi i fosforati “ 0,05 0,05 Di cui: Aldrin “ 0,01 0,01 “ Dieldrin “ 0,01 0,01 “ Endrin “ 0,002 0,002 “ Isodrin “ 0,002 0,002 Solventi clorurati “ 1 2 Escherichia coli UFC/ 100ml 5000 (consigliato)

Saggio di tossicità acuta Organismi immobili

Meno del 50% di organismi immobili

Meno dell’80% di organismi immobili

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Il trattamento delle acque

Acquereflue

Reagenti Reagenti

Fanghi

Fanghi

Fanghisecchi

Acquadepurata

Reagenti

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L’Inquinamento Termico

Inquinamento termico direttoInquinamento termico diretto: deriva dal : deriva dal rilascio di fluidi caldi nell’ambiente (rilascio di fluidi caldi nell’ambiente (camino, camino, acqua di raffreddamentoacqua di raffreddamento, ecc.) e causa , ecc.) e causa incrementi locali di temperatura;incrementi locali di temperatura;

Inquinamento termico indirettoInquinamento termico indiretto: deriva dalle : deriva dalle sostanze che interferiscono sugli scambi sostanze che interferiscono sugli scambi energetici terrestri (energetici terrestri (effetto serraeffetto serra), prima fra ), prima fra tutte l’anidride carbonica, e causa incrementi tutte l’anidride carbonica, e causa incrementi globali di temperatura.globali di temperatura.

È la modifica dello stato termico naturaleÈ la modifica dello stato termico naturale

Page 23: La Normativa Ambientale di interesse per il settore energetico Corso di Formazione ESTATE Daniele Cocco Dipartimento di Ingegneria Meccanica Università

L’Inquinamento TermicoPer i Per i laghilaghi la temperatura dello scarico non deve la temperatura dello scarico non deve

superare i superare i 30 30 °C°C e l’incremento di temperatura del e l’incremento di temperatura del corpo recipiente non deve in nessun caso superare i corpo recipiente non deve in nessun caso superare i 3 3 °C°C oltre 50 metri di distanza dal punto di oltre 50 metri di distanza dal punto di immissione. immissione.

Per il Per il maremare la temperatura dello scarico non deve la temperatura dello scarico non deve superare i superare i 35 35 °C°C e l’incremento di temperatura del e l’incremento di temperatura del corpo recipiente non deve in nessun caso superare i corpo recipiente non deve in nessun caso superare i 3 3 °C°C oltre i 1000 metri di distanza dal punto di oltre i 1000 metri di distanza dal punto di immissione.immissione.

Lungo i Lungo i corsi d’acquacorsi d’acqua la variazione massima tra le la variazione massima tra le temperature medie di qualsiasi sezione del corso temperature medie di qualsiasi sezione del corso d’acqua a monte e a valle del punto di immissione d’acqua a monte e a valle del punto di immissione non deve superare i non deve superare i 3 3 °C°C e su almeno metà di e su almeno metà di qualsiasi sezione a valle, tale variazione non deve qualsiasi sezione a valle, tale variazione non deve superare superare 1 1 °C°C. .

Page 24: La Normativa Ambientale di interesse per il settore energetico Corso di Formazione ESTATE Daniele Cocco Dipartimento di Ingegneria Meccanica Università

L’Inquinamento Termico

A livello locale, il principale rilascio termico è A livello locale, il principale rilascio termico è dato dal raffreddamento del condensatoredato dal raffreddamento del condensatore

~turbina a vapore

Vaporeenergiaelettrica

generatore di vapore

Vapore

Conden-satore

Acqua di mare

Acqua

Acqua

Pompe

Page 25: La Normativa Ambientale di interesse per il settore energetico Corso di Formazione ESTATE Daniele Cocco Dipartimento di Ingegneria Meccanica Università

L’Inquinamento Termico

0 20 40 60 80 100

Rendim ento netto (% )

0

2

4

6

8

10

Rap

po

rto

po

ten

za t

erm

ica/

po

ten

za n

etta

MCI e MTG

TG

IV e IGCC

IC

FC

Figura 1.9 – Rapporto tra potenza termica e potenza netta in funzione del rendimento

globale dell’impianto.

Centrale a Biomassa:=25%

PE=10 MWPT=30 MW

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L’Inquinamento TermicoV a p o r e

C o n d e n s a

A c q u a d i r a ff r e d d a m e n t o

A r i a

C o n d e n s a

A r i a

V a p o r e

a ) C o n d e n s a t o r e o p e r a n t e i n c i r c u i t o a p e r t o b ) C o n d e n s a t o r e r a ff r e d d a t o a d a r i a

C o n d e n s a

V a p o r e

R e i n t e g r o

A r i a s e c c a

A r i a u m i d a

S p u r g o

c ) C o n d e n s a t o r e o p e r a n t e i n c i r c u i t o c o n t o r r e e v a p o r a t i v a

F i g u r a 4 . 1 – P r i n c i p a l i s c h e m i d e l c i r c u i t o d i r a ff r e d d a m e n t o d e l c o n d e n s a t o r e .

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D.lgs. 152/2006 – Parte IVLa parte IV disciplina la La parte IV disciplina la gestione dei rifiuti e la bonifica gestione dei rifiuti e la bonifica

dei siti inquinatidei siti inquinati anche in attuazione delle direttive anche in attuazione delle direttive comunitarie su rifiuti, rifiuti pericolosi, oli usati, batterie comunitarie su rifiuti, rifiuti pericolosi, oli usati, batterie esauste, rifiuti di imballaggio, policlorobifenili (Pcb), esauste, rifiuti di imballaggio, policlorobifenili (Pcb), discarichediscariche, , inceneritoriinceneritori, rifiuti elettrici ed elettronici, rifiuti , rifiuti elettrici ed elettronici, rifiuti portuali, veicoli fuori uso, rifiuti sanitari e rifiuti portuali, veicoli fuori uso, rifiuti sanitari e rifiuti contenenti amianto; contenenti amianto;

La gestione dei rifiuti costituisce La gestione dei rifiuti costituisce attività di pubblico attività di pubblico interesseinteresse ed è disciplinata al fine di assicurare un'elevata ed è disciplinata al fine di assicurare un'elevata protezione dell'ambiente e controlli efficaci, tenendo protezione dell'ambiente e controlli efficaci, tenendo conto della specificità dei rifiuti pericolosi;conto della specificità dei rifiuti pericolosi;

rifiuti devono essere rifiuti devono essere recuperati o smaltitirecuperati o smaltiti senza pericolo senza pericolo per la salute dell'uomo e senza usare procedimenti o per la salute dell'uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente.metodi che potrebbero recare pregiudizio all'ambiente.

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D.lgs. 152/2006 – Art. 179

1. Le P.A. perseguono iniziative per favorire la 1. Le P.A. perseguono iniziative per favorire la prevenzioneprevenzione e la e la riduzione della produzioneriduzione della produzione e della e della nocività dei rifiutinocività dei rifiuti, in particolare mediante , in particolare mediante a)a) lo lo sviluppo di tecnologie pulite e con uso più razionale di sviluppo di tecnologie pulite e con uso più razionale di risorse naturali; risorse naturali; b)b) la messa a punto di prodotti la messa a punto di prodotti concepiti in modo da ridurre la quantità o la nocività concepiti in modo da ridurre la quantità o la nocività dei rifiuti e i rischi di inquinamento; dei rifiuti e i rischi di inquinamento; c)c) lo sviluppo di lo sviluppo di tecniche appropriate per l'eliminazione di sostanze tecniche appropriate per l'eliminazione di sostanze pericolose contenute nei rifiuti al fine di favorirne il pericolose contenute nei rifiuti al fine di favorirne il recupero. recupero. 2. Nel rispetto delle misure prioritarie di cui al comma 2. Nel rispetto delle misure prioritarie di cui al comma 1, le P.A. adottano, inoltre, misure dirette al recupero 1, le P.A. adottano, inoltre, misure dirette al recupero dei rifiuti mediante dei rifiuti mediante ricicloriciclo, , reimpiegoreimpiego, , riutilizzoriutilizzo o ogni o ogni altra azione intesa a ottenere altra azione intesa a ottenere materie prime materie prime secondariesecondarie, nonché , nonché all'uso di rifiuti come fonte per la all'uso di rifiuti come fonte per la produzione di energia elettrica e/o termicaproduzione di energia elettrica e/o termica. .

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D.lgs. 152/2006 – Art. 181

Al fine di favorire e incrementare le attività di riutilizzo, di Al fine di favorire e incrementare le attività di riutilizzo, di reimpiego e di riciclaggio e l'adozione delle altre forme di reimpiego e di riciclaggio e l'adozione delle altre forme di recupero dei rifiuti, le Pubbliche amministrazioni ed i recupero dei rifiuti, le Pubbliche amministrazioni ed i produttori promuovono produttori promuovono analisi dei cicli di vitaanalisi dei cicli di vita dei dei prodotti, prodotti, ecobilanciecobilanci, , campagne di informazionecampagne di informazione e tutte le e tutte le altre iniziative utili. altre iniziative utili.

I metodi di recupero dei rifiuti utilizzati per ottenere I metodi di recupero dei rifiuti utilizzati per ottenere materia prima secondariamateria prima secondaria, , combustibilicombustibili o prodotti devono o prodotti devono garantire l'ottenimento di materiali con garantire l'ottenimento di materiali con caratteristiche caratteristiche fissatefissate con decreto del Ministro dell'ambiente e della con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, di concerto con il Ministro delle tutela del territorio, di concerto con il Ministro delle attività produttive, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, attività produttive, ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400.della legge 23 agosto 1988, n. 400.

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D.lgs. 152/2006 – Art. 182Lo Lo smaltimentosmaltimento dei rifiuti costituisce la dei rifiuti costituisce la fase residualefase residuale

della gestione dei rifiuti, previa verifica della impossibilità della gestione dei rifiuti, previa verifica della impossibilità tecnica ed economica di esperire le operazioni di tecnica ed economica di esperire le operazioni di recupero di cui all'art. 181;recupero di cui all'art. 181;

Lo smaltimento dei rifiuti è attuato con il ricorso ad una Lo smaltimento dei rifiuti è attuato con il ricorso ad una rete integrata di impianti di smaltimentorete integrata di impianti di smaltimento, attraverso le , attraverso le migliori tecniche disponibili al fine di: migliori tecniche disponibili al fine di: a)a) realizzare realizzare l'autosufficienza nello smaltimentol'autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti urbani non dei rifiuti urbani non pericolosi in ambiti territoriali ottimali; pericolosi in ambiti territoriali ottimali; b)b) permettere lo permettere lo smaltimento in uno degli smaltimento in uno degli impianti appropriati più viciniimpianti appropriati più vicini ai ai luoghi di produzione o raccolta; luoghi di produzione o raccolta; c)c) utilizzare utilizzare le tecnologie le tecnologie più idoneepiù idonee a garantire un alto grado di protezione a garantire un alto grado di protezione dell'ambiente e della salute pubblica;dell'ambiente e della salute pubblica;

La realizzazione di nuovi impianti può essere autorizzata La realizzazione di nuovi impianti può essere autorizzata solo se la solo se la combustione combustione è accompagnata da una è accompagnata da una quota quota minima di recupero energeticominima di recupero energetico del potere calorifico dei del potere calorifico dei rifiuti in energia utile.rifiuti in energia utile.

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D.lgs. 152/2006 – Art. 184Ai fini dell'attuazione della parte quarta del presente Ai fini dell'attuazione della parte quarta del presente

decreto i rifiuti sono classificati, secondo l'origine, in decreto i rifiuti sono classificati, secondo l'origine, in rifiuti urbanirifiuti urbani e e rifiuti specialirifiuti speciali e, secondo le caratteristiche e, secondo le caratteristiche di pericolosità, in di pericolosità, in rifiuti pericolosirifiuti pericolosi e e rifiuti non pericolosirifiuti non pericolosi..

Sono Sono rifiuti urbanirifiuti urbani i rifiuti domestici o assimilati, i rifiuti i rifiuti domestici o assimilati, i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade, i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade, i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini e parchivegetali provenienti da aree verdi, quali giardini e parchi

Sono Sono rifiuti specialirifiuti speciali i rifiuti da attività agricole e agro- i rifiuti da attività agricole e agro-industriali, da attività di demolizione e costruzione, i industriali, da attività di demolizione e costruzione, i rifiuti da lavorazioni artigianali, da attività commerciali e rifiuti da lavorazioni artigianali, da attività commerciali e di servizio, i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e di servizio, i rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti e da trattamenti delle acque,smaltimento di rifiuti e da trattamenti delle acque,i rifiuti derivanti da attività sanitarie, i macchinari, le i rifiuti derivanti da attività sanitarie, i macchinari, le apparecchiature e i veicoli fuori uso e loro parti, il apparecchiature e i veicoli fuori uso e loro parti, il combustibile derivato da rifiuti, i rifiuti derivati dalle combustibile derivato da rifiuti, i rifiuti derivati dalle attività di selezione meccanica dei rifiuti solidi urbaniattività di selezione meccanica dei rifiuti solidi urbani

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D.lgs. 152/2006 – Art. 229 Il Il combustibile da rifiuti (CDR)combustibile da rifiuti (CDR), come definito dall'articolo , come definito dall'articolo

183, comma 1, lettera r), è classificato come rifiuto 183, comma 1, lettera r), è classificato come rifiuto speciale;speciale;

La produzione del CDR e del CDR di Qualità La produzione del CDR e del CDR di Qualità (CDR-Q)(CDR-Q) deve avvenire nel rispetto della gerarchia del trattamento deve avvenire nel rispetto della gerarchia del trattamento dei rifiuti. Nella produzione del CDR e del CDR-Q è dei rifiuti. Nella produzione del CDR e del CDR-Q è ammessa per una ammessa per una percentuale massima del cinquanta per percentuale massima del cinquanta per centocento in peso l'impiego di rifiuti speciali non pericolosi; in peso l'impiego di rifiuti speciali non pericolosi;

Per la costruzione e per l'esercizio degli impianti di Per la costruzione e per l'esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica e per i cementifici che produzione di energia elettrica e per i cementifici che utilizzano CDR-Q si applica la utilizzano CDR-Q si applica la specifica normativa di specifica normativa di settoresettore, con modalità di utilizzo del CDR-Q definite dal , con modalità di utilizzo del CDR-Q definite dal DPCM 8 marzo 2002;DPCM 8 marzo 2002;

Il Il CDR-Q è fonte rinnovabileCDR-Q è fonte rinnovabile (art. 2, Dlgs 29 dicembre (art. 2, Dlgs 29 dicembre 2003, n. 387), in misura proporzionale alla sua frazione 2003, n. 387), in misura proporzionale alla sua frazione biodegradabile, anche se biodegradabile, anche se non accede ai benefici dei CVnon accede ai benefici dei CV..

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D.lgs. 11.5.2005 n.133

Il decreto si applica agli Il decreto si applica agli impianti di incenerimentoimpianti di incenerimento e di e di coincenerimentocoincenerimento dei rifiuti e stabilisce le misure tese a dei rifiuti e stabilisce le misure tese a prevenire e ridurre gli effetti negativi dell'incenerimento dei prevenire e ridurre gli effetti negativi dell'incenerimento dei rifiuti sull'ambiente, in particolare l'inquinamento rifiuti sull'ambiente, in particolare l'inquinamento atmosferico, del suolo, delle acque superficiali e atmosferico, del suolo, delle acque superficiali e sotterranee, nonché i rischi per la salute umana.sotterranee, nonché i rischi per la salute umana.

Il decreto disciplina pertanto:Il decreto disciplina pertanto:a) i valori limite di emissione degli impiantia) i valori limite di emissione degli impianti;;b) i metodi di campionamento, di analisi e di valutazione b) i metodi di campionamento, di analisi e di valutazione degli inquinanti derivanti dagli impianti di incenerimento;degli inquinanti derivanti dagli impianti di incenerimento;c) le norme tecniche e le condizioni di esercizio degli c) le norme tecniche e le condizioni di esercizio degli impianti di incenerimento dei rifiuti;impianti di incenerimento dei rifiuti;d) i criteri temporali di adeguamento degli impianti di d) i criteri temporali di adeguamento degli impianti di incenerimento esistenti alle disposizioni del decreto.incenerimento esistenti alle disposizioni del decreto.

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D.lgs. 11.5.2005 n.133

Gli impianti di incenerimento dei rifiuti devono prevedere Gli impianti di incenerimento dei rifiuti devono prevedere specifiche misure contro l'inquinamento tali che:specifiche misure contro l'inquinamento tali che:a)a) l'impianto sia progettato e gestito in modo da rispettare i l'impianto sia progettato e gestito in modo da rispettare i limiti di emissionelimiti di emissione allegati al decreto (all.1); allegati al decreto (all.1); b)b) il calore generato durante il processo di incenerimento sia il calore generato durante il processo di incenerimento sia recuperatorecuperato per quanto possibile, attraverso la per quanto possibile, attraverso la produzione di produzione di calore e/o energiacalore e/o energia, con valori minimi di rendimento;, con valori minimi di rendimento;c)c) i i residui prodottiresidui prodotti siano minimizzati in quantità e pericolosità siano minimizzati in quantità e pericolosità e, ove possibile, e, ove possibile, riciclatiriciclati o o recuperatirecuperati;;d)d) lo lo smaltimento dei residuismaltimento dei residui che non possono essere riciclati che non possono essere riciclati o recuperati sia effettuato conformemente alle disposizioni del o recuperati sia effettuato conformemente alle disposizioni del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22;decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22;e)e) le le tecniche di misurazionetecniche di misurazione proposte per le emissioni negli proposte per le emissioni negli effluenti gassosi e nelle acque di scarico siano conformi ai effluenti gassosi e nelle acque di scarico siano conformi ai requisiti del decreto stesso.requisiti del decreto stesso.

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I Residui Solidi nelle Centrali

Rifiuti non pericolosi 1998 1999 2000 2001 2002 Ceneri pesanti (kt/ a) Quantità prodotta 41,1 50,5 34,7 63,8 58,3 Quantità a recupero 37,7 50,1 34,3 63,7 58,3

Ceneri leggere (kt/ a) Quantità prodotta 842,7 839,4 952,4 1056,6 1146,3 Quantità a recupero 909,6 891,7 958,4 981,5 1078

Gessi da FGD (kt/ a) Quantità prodotta 275,7 509,3 562,2 470,2 579,8 Quantità a recupero 240,8 502,3 574,2 428,7 547,9

Altri rifiuti (kt/ a) Quantità prodotta 164,3 116,5 136 168,9 219,7 Quantità a recupero 50,1 74,7 81,2 116,9 100

Rifiuti pericolosi 1998 1999 2000 2001 2002 Ceneri leggere (kt/ a) Quantità prodotta 55,2 40,5 27,6 14,5 14,9 Quantità a recupero 15,4 16,2 4,4 2,6 0,7

Altri rifiuti (kt/ a) Quantità prodotta 6,2 7 6,9 6,3 10,1 Quantità a recupero 2,5 2,9 1,7 1,4 1,4

Totale prodotto (kt/ a) 1385,2 1563,2 1719,8 1780,3 2029,1 Totale a recupero (kt/ a)

1256,1 1537,9 1654,2 1594,8 1786,3

Tabella 1.4 – Rifiuti solidi prodotti dalle centrali termoelettriche a vapore dell’ENEL nel periodo 1998-2002 (Rapporto Ambientale ENEL, 2002).

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I Residui Solidi nelle Centrali

CENTRALE

TERMOELETTRICA A

VAPORE CONVENZIONALE

(P=320 MW, =40%)Carbone

(750.000 t/ a)

Calcare

(30.000 t/ a)

Ceneri

(75.000 t/ a)

Residui vari

(10.000 t/ a)

Gesso

(45.000 t/ a)

Le Le cenericeneri ( (leggereleggere e e pesantipesanti) derivano dalle sostanze minerali ) derivano dalle sostanze minerali presenti nel combustibile. I presenti nel combustibile. I gessigessi sono il prodotto dei sono il prodotto dei processi di rimozione dei composti dello processi di rimozione dei composti dello zolfozolfo (SO (SO22 e SO e SO33) ) mediante l’iniezione di mediante l’iniezione di calcare calcare (carbonato di calcio, CaCO(carbonato di calcio, CaCO33))..

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D.lgs. 152/2006 – Parte V Il Il Titolo ITitolo I, ai fini della prevenzione e della limitazione , ai fini della prevenzione e della limitazione

dell'inquinamento atmosfericodell'inquinamento atmosferico, si applica agli , si applica agli impianti impianti industrialiindustriali che producono emissioni in atmosfera e che producono emissioni in atmosfera e stabilisce i valori di emissione, le prescrizioni, i metodi di stabilisce i valori di emissione, le prescrizioni, i metodi di campionamento e di analisi ed i criteri per la valutazione campionamento e di analisi ed i criteri per la valutazione della conformità delle misure ai valori limite (sono esclusi della conformità delle misure ai valori limite (sono esclusi dal campo di applicazione gli impianti di incenerimento dal campo di applicazione gli impianti di incenerimento disciplinati dal D.lgs 133/2005);disciplinati dal D.lgs 133/2005);

Il Il Titolo IITitolo II disciplina gli disciplina gli impianti termici civiliimpianti termici civili aventi aventi potenza termica nominale inferiore a prefissate soglie, potenza termica nominale inferiore a prefissate soglie, tranne quelli che utilizzano carbone, coke, antracite e tranne quelli che utilizzano carbone, coke, antracite e prodotti antracitosi con potenza superiore a 3 MW;prodotti antracitosi con potenza superiore a 3 MW;

Il Il Titolo IIITitolo III disciplina le disciplina le caratteristiche merceologichecaratteristiche merceologiche dei dei combustibili che possono essere utilizzati negli impianti combustibili che possono essere utilizzati negli impianti di cui ai titoli I e II.di cui ai titoli I e II.

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D.lgs. 152/2006 – Parte V inquinamento atmosfericoinquinamento atmosferico: ogni modificazione dell'aria : ogni modificazione dell'aria

atmosferica, dovuta all'introduzione nella stessa di una o atmosferica, dovuta all'introduzione nella stessa di una o di più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da di più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da ledere o da costituire un ledere o da costituire un pericolopericolo per la per la salute umanasalute umana o o per la per la qualità dell'ambientequalità dell'ambiente oppure tali da ledere i oppure tali da ledere i beni beni materialimateriali o compromettere gli o compromettere gli usi legittimiusi legittimi dell'ambiente; dell'ambiente;

effluente gassosoeffluente gassoso: lo scarico gassoso, contenente : lo scarico gassoso, contenente emissioni solide, liquide o gassose; la relativa portata emissioni solide, liquide o gassose; la relativa portata volumetrica è espressa in volumetrica è espressa in NmNm33/ora/ora, valutata sul , valutata sul seccosecco e e con un con un prefissato tenore di ossigenoprefissato tenore di ossigeno;;

migliori tecniche disponibilimigliori tecniche disponibili: le più efficienti ed avanzate : le più efficienti ed avanzate modalità di realizzazione, esercizio e chiusura modalità di realizzazione, esercizio e chiusura dell'impianto, disponibili a condizioni dell'impianto, disponibili a condizioni economicamente economicamente e e tecnicamentetecnicamente valide nell'ambito del pertinente comparto valide nell'ambito del pertinente comparto industriale, in grado di garantire un industriale, in grado di garantire un elevato livello di elevato livello di protezione dell'ambienteprotezione dell'ambiente nel suo complesso. nel suo complesso.

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D.lgs. 152/2006 – Parte V

Non sono sottoposti ad autorizzazioneNon sono sottoposti ad autorizzazione: : a) a) impianti di combustione inferiori a 1 MW, alimentati a impianti di combustione inferiori a 1 MW, alimentati a biomassebiomasse, a gasolio o a , a gasolio o a biodieselbiodiesel; ; b)b) impianti di combustione alimentati ad olio impianti di combustione alimentati ad olio combustibile con potenza termica inferiore a 0,3 MW; combustibile con potenza termica inferiore a 0,3 MW; c)c) impianti di combustione e cogenerazione alimentati a impianti di combustione e cogenerazione alimentati a metano o a Gpl, di potenza termica inferiore a 3 MW; metano o a Gpl, di potenza termica inferiore a 3 MW; d)d) impianti di combustione alimentati da impianti di combustione alimentati da gas di discaricagas di discarica, , gas di gas di depurazionedepurazione e e biogasbiogas, di potenza inferiore a 3 MW; , di potenza inferiore a 3 MW;

e)e) gruppi elettrogeni di cogenerazione alimentati a gruppi elettrogeni di cogenerazione alimentati a benzina di potenza termica nominale inferiore a 1 MW; benzina di potenza termica nominale inferiore a 1 MW; f)f) impianti di emergenza e di sicurezza, laboratori di impianti di emergenza e di sicurezza, laboratori di analisi e ricerca, impianti pilota per prove, ricerche, analisi e ricerca, impianti pilota per prove, ricerche, sperimentazioni, individuazione di prototipi. sperimentazioni, individuazione di prototipi.

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D.lgs. 152/06 limiti di emissione

Il D.lgs. fissa dapprima i Il D.lgs. fissa dapprima i valori limite di valori limite di emissioneemissione validi per le validi per le attività industrialiattività industriali in in generale;generale;

Vengono poi stabiliti i valori limite di Vengono poi stabiliti i valori limite di emissione validi per alcune specifiche emissione validi per alcune specifiche tipologie di impianti, come gli tipologie di impianti, come gli impianti di impianti di combustione fino a 50 MWtcombustione fino a 50 MWt, le , le Turbine a GasTurbine a Gas, , i i Motori a Combustione InternaMotori a Combustione Interna, i , i CementificiCementifici, , FonderieFonderie, Raffinerie, etc., Raffinerie, etc.

Vengono inoltre stabiliti i valori limite per i Vengono inoltre stabiliti i valori limite per i Grandi Impianti di CombustioneGrandi Impianti di Combustione, ovvero quelli , ovvero quelli oltre oltre 50 MWt50 MWt, differenziati in relazione al , differenziati in relazione al combustibile utilizzato.combustibile utilizzato.

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D.lgs. 152/06 limiti di emissione

0,15<P<3 MW 3<P<6 MW 6<P<20 MW >20 MW

Polveri Totali 100 30 30 30

COT - - 30 10

CO 350 300 250 200

NOX (come NO2) 500 500 400 400SOX (come SO2) 200 200 200 200

Limiti di emissione per impianti di Limiti di emissione per impianti di combustione alimentati con combustione alimentati con biomasse solidebiomasse solide

I limiti sono espressi in mg/NmI limiti sono espressi in mg/Nm33, riferiti a fumi secchi e , riferiti a fumi secchi e con un tenore di ossigeno dell’11% in volume.con un tenore di ossigeno dell’11% in volume.

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D.lgs. 152/06 limiti di emissione

Limiti di emissione per impianti di turbina a Limiti di emissione per impianti di turbina a gas alimentati con gas alimentati con biogasbiogas

I limiti sono espressi in mg/NmI limiti sono espressi in mg/Nm33, riferiti a fumi secchi e , riferiti a fumi secchi e con un tenore di ossigeno del 15% in volume.con un tenore di ossigeno del 15% in volume.

P<8 MW 8<P<15 MW 15<P<50 MW >50 MW

COT - - 50 50

CO 100 80 60 50

NOX (come NO2) 150 80 80 60

Cloro (come HCl) 5 5 5 5

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D.lgs. 152/06 limiti di emissione

Il D.lgs. 152/06 stabilisce inoltre i requisiti Il D.lgs. 152/06 stabilisce inoltre i requisiti tecnici e costruttivi validi per gli tecnici e costruttivi validi per gli Impianti Impianti Termici Civili;Termici Civili;

Inoltre vengono stabiliti i limiti di emissione Inoltre vengono stabiliti i limiti di emissione per gli impianti termici civili alimentati con per gli impianti termici civili alimentati con BiomasseBiomasse e con e con Biogas;Biogas;

0,15<P<1 MW

Polveri Totali 100

Carbonio Organico Totale COT -

CO 350

NOX (come NO2) 500

Cloro (come HCl) 200

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D.lgs. 152/06 limiti di emissione

Limiti di emissione per i Limiti di emissione per i Grandi Impianti di Grandi Impianti di CombustioneCombustione (ovvero oltre 50 MWt) (ovvero oltre 50 MWt)

I limiti sono espressi in mg/NmI limiti sono espressi in mg/Nm33, riferiti a fumi secchi e , riferiti a fumi secchi e con un tenore di ossigeno del 6% in volume.con un tenore di ossigeno del 6% in volume.

SOX (come SO2) NOX (come NO2) Polveri

Combustibili solidi

50<P<100 850 400 50

P>100 200 200 30

Biomasse

50<P<100 200 400 50

100<P<300 200 300 30

P>300 200 200 30

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D.lgs. 152/06 - Combustibili

Il D.lgs. 152/06 stabilisce le Il D.lgs. 152/06 stabilisce le caratteristiche caratteristiche merceologichemerceologiche dei combustibili utilizzabili dei combustibili utilizzabili negli impianti industriali e civili;negli impianti industriali e civili;

Il D.lgs. riporta dapprima l’elenco dei Il D.lgs. riporta dapprima l’elenco dei combustibili consentiticombustibili consentiti nei diversi impianti, nei diversi impianti, unitamente alle relative unitamente alle relative condizioni di utilizzocondizioni di utilizzo ed ai ed ai metodi di provametodi di prova;;

Fra le altre, vengono riportate le Fra le altre, vengono riportate le caratteristiche e le condizioni di utilizzo caratteristiche e le condizioni di utilizzo delle delle biomassebiomasse e del e del biogasbiogas..

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D.lgs. 152/06 - Biomasse

a.a. Materiale vegetale da Materiale vegetale da coltivazioni dedicatecoltivazioni dedicate;;b.b. Materiale prodotto da Materiale prodotto da trattamenti esclusivamente trattamenti esclusivamente

meccanicimeccanici di coltivazioni agricole non dedicate; di coltivazioni agricole non dedicate;c.c. Materiale vegetale da selvicoltura, Materiale vegetale da selvicoltura, manutenzione manutenzione

forestaleforestale e e potaturapotatura;;d.d. Materiale da lavorazione meccanica di Materiale da lavorazione meccanica di legno verginelegno vergine, ,

cortecciacorteccia, , segaturasegatura, , truciolitrucioli, , sugherosughero, etc.;, etc.;e.e. Materiale prodotto da trattamenti esclusivamente Materiale prodotto da trattamenti esclusivamente

meccanici di meccanici di prodotti agricoliprodotti agricoli;;f.f. Sansa di olivaSansa di oliva con oltre 15,7 MJ/kg e meno del 4% di con oltre 15,7 MJ/kg e meno del 4% di

ceneri, 15% di umidità, e 30 ppm di N-esano;ceneri, 15% di umidità, e 30 ppm di N-esano;g.g. Liquor neroLiquor nero ottenuto nelle cartiere dalle operazioni di ottenuto nelle cartiere dalle operazioni di

lisciviazione del legno.lisciviazione del legno.

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Emissioni Acustiche

I principi fondamentali in materia di inquinamento acustico I principi fondamentali in materia di inquinamento acustico sono stabiliti dalla legge 26 ottobre 1995 n. 447 (Legge sono stabiliti dalla legge 26 ottobre 1995 n. 447 (Legge quadro sull’inquinamento acustico);quadro sull’inquinamento acustico);

Fra i decreti di attuazione della 447/95 è di fondamentale Fra i decreti di attuazione della 447/95 è di fondamentale importanza il DPCM 14 novembre 1997 che stabilisce i importanza il DPCM 14 novembre 1997 che stabilisce i valori limite di emissione, di attenzione e di qualità, e il valori limite di emissione, di attenzione e di qualità, e il DPCM 16 marzo 1998 che stabilisce le tecniche di DPCM 16 marzo 1998 che stabilisce le tecniche di rilevamento e di misura dell’inquinamento acustico;rilevamento e di misura dell’inquinamento acustico;

Infine, il D.lgs. N. 194 del 19 agosto 2005 ha recepito la Infine, il D.lgs. N. 194 del 19 agosto 2005 ha recepito la direttiva europea 2002/49/CE relativa alla determinazione ed direttiva europea 2002/49/CE relativa alla determinazione ed alla gestione del rumore ambientale, volta a definire un alla gestione del rumore ambientale, volta a definire un approccio comune nella U.E. per evitare o ridurre gli effetti approccio comune nella U.E. per evitare o ridurre gli effetti nocivi prodotti dall’esposizione al rumore.nocivi prodotti dall’esposizione al rumore.

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L. 447/95- La ZonizzazioneClasse Denominazione e caratteristiche

I Aree particolarmente protette: rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione, come aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.

II Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali.

III Aree di tipo misto: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici.

IV Aree di intensa attività umana: rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie.

V Aree prevalentemente industriali: rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni.

VI Aree esclusivamente industriali: rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi.

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I limiti di Emissione

Classe Denominazione Diurno [dB (A)]

Notturno [dB (A)]

I Zone particolarmente protette 45 35 II Zone prevalentemente residenziali 50 40 III Zone di tipo misto 55 45 IV Aree di intensa attività umana 60 50 V Aree prevalentemente industriali 65 55 VI Aree esclusivamente industriali 65 65

Il Il valore limite di emissionevalore limite di emissione rappresenta il rappresenta il valore massimo di rumore che può essere valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora, misurato emesso da una sorgente sonora, misurato in prossimità della sorgente stessa in in prossimità della sorgente stessa in corrispondenza degli spazi utilizzati da corrispondenza degli spazi utilizzati da persone e comunità;persone e comunità;

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I limiti di Immissione

Il Il valore limite di immissionevalore limite di immissione rappresenta rappresenta invece il valore massimo di rumore che invece il valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti può essere immesso da una o più sorgenti sonore nell’ambiente abitativo o sonore nell’ambiente abitativo o nell’ambiente esterno, misurato in nell’ambiente esterno, misurato in prossimità dei recettori ;prossimità dei recettori ;

Classe Denominazione Diurno [dB (A)]

Notturno [dB (A)]

I Zone particolarmente protette 50 40 II Zone prevalentemente residenziali 55 45 III Zone di tipo misto 60 50 IV Aree di intensa attività umana 65 55 V Aree prevalentemente industriali 70 60 VI Aree esclusivamente industriali 70 70

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I limiti di Immissione

0 5 10 15 20 25

Velocità de l vento (m /s)

0

20

40

60

80

100

120L

ive

llo d

i pre

ssio

ne s

onor

a (d

B)

R um ore d i fondoR um ore turb ina a 100 mPotenza sonora turb ina

0

20

40

60

80

100

120

Live

llo d

i pot

enza

son

ora

(dB

)

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Le Emissioni di Gas Serra

a.a. La La Direttiva 2003/87/ECDirettiva 2003/87/EC ha istituito un sistema per lo ha istituito un sistema per lo scambio delle quote di emissionescambio delle quote di emissione dei gas ad effetto dei gas ad effetto serra, finalizzato a ridurre le emissioni secondo serra, finalizzato a ridurre le emissioni secondo criteri di efficienza ed economicità;criteri di efficienza ed economicità;

b.b. I grandi impianti sono obbligati ad ottenere un I grandi impianti sono obbligati ad ottenere un permesso all’emissionepermesso all’emissione in atmosfera di gas serra e a in atmosfera di gas serra e a rendere alla fine dell’anno un rendere alla fine dell’anno un numero di quotenumero di quote (1 t (1 t ciascuna) pari alle emissioni rilasciate nell’anno;ciascuna) pari alle emissioni rilasciate nell’anno;

c.c. In base al In base al Piano Nazionale di AllocazionePiano Nazionale di Allocazione a ciascun a ciascun impianto viene assegnata una quota di emissione, impianto viene assegnata una quota di emissione, che può essere che può essere venduta o acquistatavenduta o acquistata;;

d.d. La mancata resa di una quota di emissione comporta La mancata resa di una quota di emissione comporta una una sanzione di 40 €/tsanzione di 40 €/t nel periodo 2005-2007 e di nel periodo 2005-2007 e di 100 100 €/t€/t nel periodo successivo; nel periodo successivo;

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Piano Nazionale di AllocazioneL’Italia nel suo PNA ha stabilito le assegnazioni per il L’Italia nel suo PNA ha stabilito le assegnazioni per il

triennio 2005-2007, comprensivi delle quote per i triennio 2005-2007, comprensivi delle quote per i nuovi impianti che entreranno in funzione in tali anni.nuovi impianti che entreranno in funzione in tali anni.

2005 (MtCO2) 2006 (MtCO2) 2007 (MtCO2)

Termoelettrico 130,4 133,8 128,9

Altri impianti di combustione 14,8 14,9 15

Raffinazione 23,8 23,8 23,8

Industria metalli ferrosi 14,9 14,8 14,6Industria del cemento, calce, vetro, ceramici e laterizi

33,4 33,5 33,7

Industria pasta per carta 5 5,1 5,2

Totale 222,3 225,9 221,2

Le quote sono poi ripartite fra i singoli impianti in base Le quote sono poi ripartite fra i singoli impianti in base alle loro caratteristiche specifiche (tipologia, alle loro caratteristiche specifiche (tipologia, combustibile primario, etc.).combustibile primario, etc.).

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Piano Nazionale di Allocazione

Le quote sono poi ripartite fra i singoli impianti in base Le quote sono poi ripartite fra i singoli impianti in base alle loro caratteristiche specifiche (tipologia, alle loro caratteristiche specifiche (tipologia, combustibile primario, etc.).combustibile primario, etc.).

2005 (MtCO2) 2006 (MtCO2) 2007 (MtCO2)

Centrale Fiumesanto 3 813 348 3 615 371 3 615 371

Saras S.p.A. 3 544 794 3 544 794 3 544 794

Centrale Sulcis 1 238 611 1 232 909 1 232 909

Turbogas Assemini 7 630 7 630 7 630

Centrale Portoscuso 338 057 169 029 169 029

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FINE


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