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LA PIAZZA DI GIOVINAZZO APRILE 2008

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MENSILE DI SATIRA INFORMAZIONE CULTURA CITTADINA
52
1 Aprile 2008
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1 Aprile 2008

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di GiovinazzoQualcuno ha detto che servono più i gior-nali alla democrazia che la democraziaai giornali. Ma sarà davvero così? Il fat-to che quest’anno, come due anni fa,nessun politico abbia pensato di farsipropaganda su questo giornale la dicelunga al riguardo. Per le politiche del 12e 13 aprile sono i partiti, non le persone,a condurre la campagna elettorale per-ché i cittadini potranno scegliere solo unsimbolo, non un nome e cognome. Si èfatto passare il concetto che dietro il votodi scambio non ci sia quel clientelismodopotutto così diffuso nella vita quotidia-na, non la scarsa vena civica di chi ven-de un voto per un buono benzina (suc-cede, succede) ma la preferenza. In-somma, non sono concussione e corru-zione a dover essere snidati e perseguitima un sistema elettorale che potenzial-mente è in grado di generare quei reati.In cambio, il potere di stabilire il volto, anziil sedere e il dito degli inquilini di PalazzoMadama e Montecitorio, viene datoelusivamente ai partiti. Sì, proprio loro,quelli della “casta”, quelli di Tangentopoli,gli Apparati. (Ma d’altronde, cosa c’erada aspettarsi da una riforma elettoraleche per ammissione del suo autore - ilpiù clamoroso autogol della politica ita-liana - è una “porcata”?). Fatto sta che ciritroviamo con liste scritte a tavolino dauna nomenklatura di burocrati e al cuiinterno c’è di tutto: dal neo guelfo al postfascista, dall’ex Br al neo marxista pas-sando per il condannato e una lunghis-sima serie di prescritti. Poi si lamentanose uno mangia mortadella inAula…Qualche riga più su nons’ironizzava quando si parlava di “sede-re e dito” a proposito dei politici italiani.Grazie alla svolta inaugurata dalla na-scita di pochi, grandi partiti e a una nuo-

LA PIAZZA

ASS. AMICI DELLA PIAZZAII TRAV. MARCONI,4270054 GIOVINAZZO (BA) ITALY

Via Cairoli, 95 Giovinazzo 70054 (Ba)Edito da Ass. Amici della PiazzaIscr. Trib. di Bari n. 1301 del 23/12/1996Part. IVA 05141830728 Iscr. al REA n.401122Telefono e Fax 080/394.79.20IND.INTERNET:www.giovinazzo.itE_MAIL:[email protected] Sergio Pisani & Gianni Perillidirettore responsabile Sergio Pisani

redazionePorzia Mezzina - Agostino Picicco - RosaIlluzzi - Damiano de Ceglia - Giusy Pisani -Marianna La Forgia - Daniela Stufano -Giangaetano Tortora - Nico Bavaro - An-gelo Guastadisegni - Rossella Tiribocchi -Mimmo Ungaro - Matilde Restaino -Mariagrazia Cirillo - Diego de Ceglia -Onofrio Altomare - Gabriella Marcandreacorrispondenti dall’esteroVito Bavaro - Nick Palmiotto - Giusep-pe Illuzzi - Rocco Stellaccistampa - Idee Stampe (Molfetta)progetto grafico - Ass. Amici dellaPiazzaWeb master: Antonio e FrancescoCaccavoresponsabile marketing & pubblicità:Roberto Russo tel. 347/574.38.73

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La collaborazione é aperta a tutti. La reda-zione si riserva la facoltà di condensare omodificare secondo le esigenze gli scrittisenza alterarne il pensiero. Gli articoli im-pegnano la responsabilità dei singoli autorie non vincolano in alcun modo la linea edi-toriale di questo periodico.Finito di stampare il 23/03/2008

va riforma elettorale (vedrete, prima o poila faranno) che molto probabilmente sem-plificherà il processo legislativo, il Paese disicuro trarrà benefici in quanto avrà un Par-lamento finalmente in grado di fare le leggi.Ma i politici sono - e lo saranno ancor più -ridotti a “macchine del voto”, pagati per pre-mere un pulsante dopo essersi sorbiti in-terminabili e noiosissime sedute di dibatti-mento. Tornando al punto di partenza: cheinteresse ha un uomo ridotto a spingere unbottone a farsi propaganda fra i cittadini?D’altronde lui rappresenta non gli interessi

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degli elettori ma del partito che gli haconcesso un posto in lista. A catena lastampa cessa di essere la piazza in cuisi chiede il consenso degli elettori “met-tendoci la faccia”. Via dunque dai murie dai giornali quelle foto che rendeva-no grottesca anche l’espressione piùsobria. Via insomma la pubblicità elet-torale e le relative spese per i candida-ti. Al che, per quanto riguarda La Piaz-za, è pure un bene: ne guadagnamo inestetica. Epperò non di sola bellezzavive un giornale. E tirare avanti senza

la boccata di ossigeno che periodica-mente garantivano le inserzioni eletto-rali, diventa sempre più difficile. Nonvogliamo scendere nel patetico macondividere una preoccupazione colnostro unico editore, i lettori. Perché,sia chiaro, qui nessuno ci guadagna.Una redazione affiatata e una rete dicollaboratori, per passione e diverti-mento ma anche a costo di qualchesacrificio, ogni mese confeziona unprodotto che contribuisce a informare- ma anche intrattenere e divertire – isuoi concittadini. Il tutto a 50 centesi-mi, il prezzo di due terzi di caffè, mez-zo Corriere della sera, una colonna alSuperenalotto, due sigarette o duegomme da masticare. Abbiamo la pre-sunzione di credere che, col passaredegli anni e sfruttando al meglio le pos-sibilità offerte dalle nuove tecnologie,siamo riusciti a conquistare un ruolo,seppur piccolo, di “servizio pubblico”per la città. Come altro la consideratela pubblicazione degli atti di alcune(esilarati a dire il vero) sedute del Con-siglio comunale? E le rubriche dedica-te alle tradizioni e agli aneddoti che senon fossero scritti da qualche parte ri-schierebbero di essere dimenticati? Ecome lo giudicate il fatto che cercan-do Giovinazzo su Google il primo sitoche appaia sia quello della Piazza?Come il fatto di poter vivere sul sitointernet, gratuitamente, alcuni eventicittadini in diretta? Chi fa di più per ac-corciare la distanza fra i giovinazzesiall’estero e la loro città, questo giorna-le o “il Palazzo”? Ogni cosa, però, haun prezzo. E per pagarlo, a volte, nonbasta l’entusiasmo e la buona volontàdi un gruppo di redattori.

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TERNI. Gent.mo Direttore,sento di doverLe i miei ringraziamenti per lo spazio chemi riserva ogni mese sul Suo mensile. Lei mi dirà chesono piccole cose, ma Le confesso che nella mia situa-zione sono proprio le piccole cose, anche le più piccole,a dare un senso alle mie giornate, ai miei pensieri, allento trascorrere del tempo. Vuole sapere cosa mi man-ca più di ogni altra cosa? Ho un forte senso di confortoe di tepore quando penso al mio paese con le sua piccolebarche di legno celeste che passano vicino alla riva dellungomare, dopo il tramonto, con una piccola lanternaaccesa ed in sottofondo solo il rumore dell’acqua delmare che segue gli spostamenti della barca per poi in-frangersi dolcemente sugli scogli. E’ un’immagine chevive nella mia mente, mi scalda sempre il cuore e arre-sta le emorragie.Ogni volta che mi sento solo e triste penso al fatto cheho avuto davvero tantissimo da chi mi ha voluto e mivuole bene e perciò non ho il diritto di lasciarmi andare,

non ho il diritto di mollare. C’è chi mi guarda da lassùed è pronto a consigliarmi nei momenti difficili. Ed io miaggrappo alla mia fede.Come tutti sapete sono in carcere da più di tre mesi espesso ho il tempo di pensare al mondo, a quello chesuccede fuori. Visto dalla televisione o dai giornali sem-bra che il mondo stia per crollare su se stesso da unmomento all’altro. Omicidi, stragi, crisi politica, rifiuti,guerre, tradimenti, malasanità, tutto affiancato a gossip,veline, reality show, fiction mischiata alla realtà.In tutto questo panorama confuso, falso, tedioso, ciòche conta non è la realtà ma il mistero, l’ombra, i com-plotti, tutto ciò che fa scena, che non si conosce e quindifa paura, che riesce a fare clamore e ad incollare alloschermo milioni di persone. Poi che importa se i variprotagonisti delle vicende soffrono! L’importante è tro-vare lo scoop e lasciare quante più ombre e sospetti pos-sibili.Vorrei un attimo farvi riflettere attraverso un semplice

HO SOGNATO

UNA

LAMPARA

LA LETTERA

DI RAFFAELE SOLLECITO

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7 Aprile 2008

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ragionamento. Pensate per un solo momento di viverela mia situazione: conoscete una ragazza durante un belconcerto, lei vive con altre amiche e da quel giorno lafrequentate sempre più assiduamente, trascorrete gior-nate tranquille e a volte vi trattenete a pranzo con lei ele sue amiche. Non potreste chiedere di più alla vita! Poiuna mattina tornate nella casa dove viveva e trovate ungran casino. E incominciano i problemi: arriva la Poli-zia, sfondano la porta chiusa a chiave di una camera daletto e scoprono il corpo senza vita di una delle sue ami-che. Di lì sospettano di tutto e di tutti e ovviamente an-che di voi. E voi, pensando di poter collaborare, cadetein trappola con le vostre stesse mani.Da quel giorno i giornali e le televisioni non perdonooccasione per disintegrare voi e le vostre famiglie intutti i modi possibili e immaginabili, senza alcuna pietà,anche a costo di distorcere la realtà sotterrando il ri-spetto per la famiglia della vittima e per la gente coin-volta. Tanto, qual è il problema? Se lo possono fare conil Grande Fratello e Uomini e Donne perché non potreb-bero farlo quando succede qualcosa di veramente se-rio? Tutto fa audience. Benvenuti nel circo mediatico!

Pensate che non sia possibile? Confido nella vostraintelligenza e so che capirete.Mi chiedo poi come è fatta questa giustizia. C’è genteche ha sterminato la famiglia e attraverso le periziepsichiatriche è riuscita a non farsi nemmeno un gior-no di galera, mentre io (e penso di non essere l’unico)che sono innocente, fino a prova contraria, ho un’as-surda limitazione della libertà che nemmeno chi è sta-to già condannato subisce. Ma vi sembra normale?Questo non vale solo per me, ma per tutti quelli chepossono venire a trovarsi nella mia condizione.Ormai mi sono rassegnato a trascorrere le giornatenel migliore dei modi, pensando al futuro e a quelloche faccio qui piuttosto che a quello che avrei fatto eche farei fuori.Il motivo è semplice: è inutile che io mi agiti o checerchi di urlare la mia innocenza, tanto non mi ascol-tano né i giudici, né gli inquirenti, né altri. Sono total-mente impotente da qui.La mia unica possibilità è quella di sperare che si sco-pra la verità.

F.to Raffaele

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INTERVENTO DECISO CONTRO LE IRREGOLARITÀ NELL’OCCUPAZIONE DI SUOLO PUBBLICO

DI GIANGAETANO TORTORA

Il pedone ha sempre ragione… Nell’occhio del ciclone del Coman-do dei Vigili Urbani a Giovinazzo le occupazioni irregolari di suolopubblico. Arriva la primavera, aumenta il flusso di visitatori e vi èquindi più di un motivo per tutelare il decoro della nostra città. Pernon parlare soprattutto dell’esigenza di rispettare le norme in mate-ria. C’è chi non conosce bene il regolamento. E chi invece tenta difare il furbo. La sostanza delle cose però non cambia. Abusivismo?No, grazie. Di qui il giro di vite nei confronti dei trasgressori.

IL REGOLAMENTOMa partiamo da alcuni punti salienti dell’attuale Regolamento Co-munale per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche e per l’appli-cazione della relativa tassa.Chiunque intenda occupare nel territorio comunale, anche solo tem-poraneamente, spazi di suolo pubblico oppure aree private sogget-te a servitù di pubblico passaggio deve farne apposita domanda alComune. Il Comando di Polizia Municipale, accertate le condizionifavorevoli, rilascia l’atto di concessione ad occupare il suolo richie-sto.Le occupazioni possono essere permanenti (ove di carattere stabi-le, effettuate a seguito del rilascio della concessione, aventi comun-que durata non inferiore all’anno e comportanti o meno l’esistenzadi manufatti o impianti) oppure temporanee (ove invece di duratainferiore all’anno). Il concessionario non può protrarre l’occupazio-ne oltre la durata prestabilita, salvo il caso in cui tassativamenteprima della scadenza ottenga il rinnovo. Inoltre, senza il previo con-senso da parte dell’Amministrazione Comunale, non può procede-

re all’occupazione di spazio diverso da quello indicato nel permes-so.Le strutture sul suolo pubblico (sedie, tavolini, fioriere, ecc…) nondevono costituire pericoloso ostacolo per i pedoni o i veicoli edevono essere rimosse negli orari giornalieri non contemplati dal-l’autorizzazione. Le aree di suolo pubblico di cui possa essere au-torizzata l’occupazione devono mantenere una distanza minima di5 metri dai principali siti di interesse storico, architettonico, cultura-le, ambientale e religioso e devono inoltre essere compatibili con lacapacità di soddisfare adeguatamente le esigenze fisiologichedell’utenza.La tassa di occupazione è graduata a seconda dell’importanza del-l’area su cui insiste l’occupazione sia permanente che temporanea.Inoltre, essa si determina in base all’effettiva occupazione espres-sa in metri quadrati o in metro lineari con arrotondamento all’unitàsuperiore della cifra contenente decimali. Per le occupazioni tem-poranee la tassa è commisurata all’effettiva superficie occupata.Inoltre, essa è naturalmente graduata in relazione alla durata delleoccupazioni medesime.La sanzione prevista per i trasgressori è pari a 148,00 Euro, conintimazione allo sgombero.

LA REPRESSIONE DELL’ABUSIVISMODicevamo del lavoro continuo da parte del Comando di Polizia Mu-nicipale di Giovinazzo per reprimere l’abusivismo in materia di oc-cupazione di suolo pubblico. Per saperne di più, abbiamo intervi-

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9 Aprile 2008

stato l’Assessore alla Polizia Municipa-le, Annona e Protezione CivileAgostino Albrizio. «Quanto abbiamofatto – esordisce Albrizio – rientra nelleoperazioni di controllo del territorio. Iltutto per un duplice motivo: tutelare i cit-tadini che devono infatti poter usufruiredei marciapiedi e poi rispettare chi ri-spetta le regole. Ci sono commerciantiche osservano le regole ed altri che in-vece tentano di fare i furbi».Già, ma chi sono i principali trasgressori in proposito? Quanti pen-sano che si tratti soltanto di ristoratori si sbagliano: «I maggiori tra-sgressori – risponde infatti l’Assessore alla Polizia Municipale –sono i pubblici esercenti di varie categorie. E ciò avviene o perignoranza del regolamento oppure per furbizia da parte dell’eser-cente. Chi svolge un’attività commerciale deve risarcire la comunitàgiovinazzese delle opportunità che ha…».Ragionando in termini di percentuali, le trasgressioni si aggiranosul 25%. Come detto in precedenza, la sanzione per gli abusiviammonta a 148 Euro, con intimazione allo sgombero. «Nei confron-ti di chi non ha ottemperato – prosegue l’assessore Albrizio,rimarcando così l’intensa attività svolta dal Comando di Polizia Mu-nicipale – abbiamo già avviato le procedure per lo sgombero forza-to. Abbiamo sanzionato anche esercizi che la scorsa estate hannochiesto l’occupazione temporanea, salvo poi non rimuovere le pianteo le pedane al termine del periodo oggetto di autorizzazione…».L’attuale Regolamento Comunale in materia è stato aprrovato nel2003. Modifiche in vista? «Noi – conclude Agostino Albrizio – pre-vediamo di aggiornarlo secondo la nuova normativa regionale. C’èpertanto un’esigenza amministrativa di mettere a norma il nostroregolamento. Quanto al resto, invece, non mi risulta che ci sianoanche volontà politiche di modificarlo».

GLI ALTRI INTERVENTI DEL COMANDOMa l’operato del Corpo di Polizia Municipale non si fermaall’abusivismo in materia di occupazionedi suolo pubblico. «Abbiamo anche san-zionato – afferma infatti il Comandante,dottoressa Celeste Barile – le affissionial di fuori degli spazi consentiti. Per nonparlare poi degli interventi effettuati con-tro gli abusivismi edilizi, con sequestri, concomunicazioni di notizie di reato e consanzioni di tipo amministrativo».Dal piano repressivo a quello formativo. Ilnuovo Comandante della Polizia Munici-pale coglie l’occasione per evidenziareanche il rapporto proficuo instaurato conil mondo della scuola. «Noi – sostiene infatti la dottoressa CelesteBarile – diamo ausilio a tutte le scuole, di ogni ordine e grado. Coni corsi gratuiti non solo di educazione stradale, ma anche per ilconseguimento dei patentini per la guida di ciclomotori». E non ètutto. «Collaboriamo con le scuole – prosegue il Comandante Bari-le – per qualsiasi manifestazione al di fuori degli spazi scolastici.Inoltre, in estate consentiamo ad alcuni studenti di poter svolgeredegli stage formativi presso il nostro Comando, fornendo così loro lapossibilità di toccare con mano la vita dell’Ufficio. Questo perché noicrediamo molto nel fatto che i problemi si risolvano non solo sanzio-nando, ma anche investendo sulla formazione dei giovani cittadi-ni».La conclusione della dottoressa Barile è tutto un moto d’orgoglio:«Siamo sempre a disposizione dei nostri cittadini. Nei loro confrontisvolgiamo una sorta di front-office, manco fossimo l’Urp… In rela-zione alle forze a nostra disposizione, facciamo davvero tanto…».Gli occupanti di suolo pubblico, ma non solo loro, sono avvisati…

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Nome: - Walter - SilvioCognome: - Veltroni - BerlusconiProfessione:(Veltroni): Già giornalista e direttore de L’Unità. Già sindacode Roma. Segretario del Partito democratico. Futuro Premièrdella Governo.(Berlusconi): Io non mi devo confrontare con gente che nonha fatto mai nulla nella vita!Titolo di studio:(Veltroni): Diplomato all’Istituto di cinematografia di Roma!(Berlusconi): Io non mi devo confrontare con gente che nonha fatto mai nulla nella vita e non ha preso nemmeno unalaurea!

Grazie Veltroni, Grazie Cavaliere di aver accettato il con-fronto in questa incantevole piazza, in questo salottinobuono di Puglia in attesa di affrontarvi de visu in televi-sione al salotto di Vespa.(Veltroni): Ci sarei arrivato comunque col mio pullman demo-cratico per portare comunque l’aria del nuovismo. Il confron-to? In Rai o in piazza che differenza c’è? Con un amico ilconfronto è sempre necessario. E poi chi non si confrontanon è amico di nessuno.(Berlusconi): In Italia non c’é bisogno di giri di valzer e dipullman ma di serietà, di competenza, di coerenza. Io aGiovinazzo ci sarò con i 3x6, ci sono sempre con le mietelevisioni. Sono sempre nei pensieri e nelle antenne deigiovinazzesi come il Telegattone. Se mi consente, direttore,la sua testata la chiamerei la Piazza della Libertà o – comemeglio preferisce – La Piazza di Berlusconi. Un domani forseanche la piazza con i suoi tritoni diventerà Piazza Berlusconi.Il confronto con Walter? L’uomo ha sempre bisogno di unamico perchè gli garantisce il confronto. Rialzati Italia. Rial-zati Giovinazzo.

Complice la vecchia legge elettorale, la pubblicità delcandidato ‘Antonio La Trippa’ serve solo a disorientaregli elettori. Si vota solo il partito e La Piazza piange. Visembra giusto?(Veltroni): Non te preoccupà. Se vincemo farò de La Piazzaun grande giornale democratico di partito. Avrà il suo contri-buto editoriale pubblico. Le bastano 6.817.231,05 euro? Tedarò li stessi sordi che damo all’Unità! Ricorda però, sevincemo. Solo se vincemo.(Berlusconi): Mi consenta, direttore. Lei avrà il suo contributoeditoriale pubblico di 3.718.490,08 euro. Sono gli stessi soldiche Prodi ha dato a Liberazione, giornale comunista. Glielidarò anche se perdiamo. Perché il cammino del Popolo delleLibertà a Giovinazzo deve partire dalla piazza. La piazza

con i giovinazzesi deve scacciare lo spettro dei comunisti. Miconsenta, direttore. Il 90% dei giornali e dei giornalisti italianimilita sotto le bandiere del comunismo. Direttore, anche Lei èsul libro-paga di Vendola e Natalicchio. Mi consenta, direttore.Le darò del lei in questa intervista. Perché ai comunisti hosempre dato del Lei! Il suo giornale è in vendita? Le ribadiscola mia opa (ndr Offerta Pubblica di Acquisto). Anche se non lofosse diventerà la Piazza della Libertà, La Piazza di Berlusconi.

Ma sbaglio o ho capito bene io: Silvio e Walter, due amicinon due duellanti. E’ ancora idillio il vostro?(Veltroni): Ma come non se può enamorarse in questo portic-ciolo, alla luce delle lampare. Sceji tutte le stelle più brillarelleche poi e un friccico de luna tutta pe’ noi…(Berlusconi): Forse ci mettiamo d’accordo sulla legge elettora-le... E poi potremmo anche governare insieme. Ovviamente, lanuova legge elettorale dovrebbe prevedere l’esclusione di tuttiquei deputati e senatori comunisti. Te capì... Rialzati Italia. Rial-

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Qual è il suo slogan in campagna elettorale?(Veltroni): Ne ho molti. Senta questo: «Non rientrate nel caos.Voltate pagina». Ma magari a lei piace qualcosa di più defini-tivo. Che ne pensa «Morire Democristiani? Yes, we can».Oppure: «Ancora 30 anni di governo? Si può fare». E se pun-tassimo invece a scuotere le coscienze? Senta qui: «Nonarrivi a fine mese? Ca..i tuoi». Oppure: «Sono riuscito perfinoa farvi leggere qualcosa di buono sulla Piazza».(Berlusconi): Ecco, mi consenta, è comunista pure lei… Per-ché parla di slogan e non di programmazioni, di libero merca-to. E poi si ricordi che con il Silvio sarà sempre il Popolo delleLibertà a decidere… Cioè io! Rialzati Italia. RialzatiGiovinazzo.

Giovinazzo non è come Molfetta. I casi di morti bianchesul lavoro sono nulli. La verità è che non lavora nessu-

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aggi esistenti è da ritenersi puramententato di sana pianta

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no!(Veltroni): Noi abbiamo pensato anche a loro. Ai giovani, a chinon lavora, a chi si gratta, a chi gioca a flipper dalla mattina allasera. Costruiremo una città nuova. La Giovinazzo che vogliamosarà lavoro e legalità, nuova passione. Passione mediterranea!(Berlusconi): Mi consenta, il tasso di mortalità sul lavoro è nulloperché sono tutti comunisti. Tutta gente che lavurà minga… Iericome oggi. Quell’Antonello lì è come Prodi, è ultracomunista. E’antilavorativo: un professur che invece di lavorare lui fa lavorarei suoi assistenti... Te capì... E i suoi assistenti scaricano il lavo-ro sugli assistenti degli assistenti. E gli assistenti degli assi-stenti sugli assistenti degli assistenti degli assistenti. Tutta gen-te che lavurà minga… tutti comunisti. Te capì... Rialzati Italia.Rialzati Giovinazzo.

A Giovinazzo governa una maggioranza monocolore. E’ unpiccolo cuore verde di Puglia!(Veltroni): Potenza di superAntonello che come Locatelli esuperWalter fa le cose per bene!(Berlusconi): E allora pagatevi Ici prima, seconda e terza casa,Tarsu, Tosap, Irpef, imposta sulle pubblicità, sulle affissioni, suimanifesti da morto. Te capì? Tutta gente che lavurà minga… tutticomunisti. Se ci fosse la sciuerta della Brambilla, li faceva tuttineri! Pardon, blu! Rialzati Italia. Rialzati Giovinazzo!

Maria Pia omissis che sa fare la spesa è meglio dellaSantachè che non sa quanto costa un litro di latte?(Veltroni): Ad esser mejo della Santanchè ce vole poco. Ungrembiulino verde per lavà li piatti e una macchia de pomodorosul balcone che s’affaccia su Piazza de Spagna. Anchel’assessora Serrone è mejo della Santanchè!(Berlusconi): A me, si sa, piacciono le donne in carne. E aqualcuna ho riservato perfino un seggio in Parlamento. E’ giàsuccesso con Mara Carfagna. Potrebbe accadere anche conMaria Pia omissis. Una che sa far bene la spesa non è comuni-sta. Mi consenta, direttore, se mi si ti ci presenta l’occasionenon disdegnerei Maria Pia omissis (le faremo i capelli azzurri).Una donna che ha il proprio fisico prosperoso non può esserecomunista. Sì, con Maria Pia omissis non faccio eccezioni.Sarebbe capolista in Puglia per la Camera. Prima lei e poi laCarlucci. Non quella del calcetto, ma la Gabriella della televisio-ne. So io quello che vogliono i pugliesi. La carne e le giarrettiere.E poi si sa che la Santanchè non è una Santa e nemmeno unadonna! Rialzati Italia. Rialzati Giovinazzo.

A Giovinazzo si dice che prima che Walter copiasse daSilvio, avesse copiato dal prof. Antonello. A cominciareda quel ‘Mi fido di te’. Vero?(Veltroni): Antonello è un precursore. E’ lui che mi ha suggerito‘Mi fido di te’ di Jovanotti. Oggi è l’inno ufficiale del Pd. Un giornofu lui a chiamarmi e a canzonarmi con quel ‘Mi fido di te’ la sete/il miraggio/ la luna nell’altra metà/ lupi in agguato il peggio è

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passato/ mi fido di te….eh mi fido di te. Ed io mi sono fidato di lui. Anche perché ‘Mi fidodi te’ era stata scelta come spot per le elezioni vincenti diAntonello a sindaco. Lui resta un vincente. E con lui, lo saràtutto il PD!(Berlusconi): Antonello, chi è costui? Un comunista pure lui…Walter non è comunista. Ecco perché si è messo d’accordo conme. Ha copiato il mio programma liberale e con lui faremo lalegge elettorale. Costruiremo un Governo vincente come il mioMilan. Antonello è come Casini. Un comunista. E si sa che icomunisti oltre a fare casini non vogliono lavorare, mi odiano.Antonello è anche interista oltre comunista. Lui mi odia. Lui, miconsenta, non si accorderebbe mai con me per fare il PDL sem-pre più grande, sempre più forte. Rialzati Italia. RialzatiGiovinazzo!

Ma se il cavaliere vuole costruire un Governo vincente comeil Milan 2008 non le sembra che il Governo sarà unaCaporetto 2?(Veltroni): Forse Silvio si riferiva alla Roma imperiale di Madrid!(Berlusconi): Milanetto… è un ottimo giocatore di quantità.Centrocampista di ruolo, non è comunista. Adesso telefono aGalliani e me lo regalo.

Briatore ha detto che voterà la Santanchè. A chi voterà inve-ce Corsignano Lapanza?(Veltroni): Briatore ha quasi 60 anni, lui insegue solo la carne. Io,Walter e il PD? We can! Siamo la cosa più nuova che c’è per unCorsignano che insegue i miracoli della Madonna.(Berlusconi): Corsignano Lapanza è un panzaro della vecchiaguardia. Amico di ingegneri, architetti, costruttori. E’ travestitoda sagrestano cattocomunista… Un altro che adora solo il magnamagna. Un altro che lavurà minga… Ma come diceva il Manzoni“Dio perdona tante cose per un’opera di misericordia”. Io,Corsignano l’ho già perdonato, così come perdonerei Tempestase si convertisse, da ex pentito, da ex mastelliano al mio liberomercato. Corsignano, dai un voto a chi vuoi tu. A me. RialzatiCorsignano e cammina. Rialzati Giovinazzo. Rialzati Italia!

Come mai nel PD e PDL non c’è un nostro politico nellistone? E’ vero che noi giovinazzesi siamo amanti dei fo-restieri ma possibile che non riusciamo ad eleggere unonorevole da 40anni?(Veltroni): C’è er mejo della Puglia verde. C’è er mejo de Roma.C’è anche Emiliano. Che sia de Roma o emiliano, differenza nunce sta’! Non pensate a quale paese. Pensate a quale partito.Discorso a parte facemo per Antonius. Il ragazzo se farà. Anchese ha le spalle strette. Per questi altri quattro anni governerà

Juvenatius che non fa rima con Juventus! Poi se vedrà.(Berlusconi): Non capisco perchè a San Siro debbano candidarsitifosi delle altre città togliendo il posto di titolare ai nostri e aGiovinazzo non si possono candidare tifosi rossoneri. San Siro,Giovinazzo, tutta l’Italia deve diventare solo rossonera. Vival’Italia. L’Italia rossonera.

Frasca e Marzella erano la coppia più bella. Adesso aGiovinazzo non è rimasta neanche la gnocca!(Veltroni): Ve lo darò io un pupone come Francesco. E magariuna Sabrina con due pocce. Altro che la rossa del Grande Fra-tello o la Katia Noventa che piace a Silvio. Vedrete cheGiovinazzo ritornerà la Bella Gioventù da confondere le idee,folle ancor più folle delle maree.(Berlusconi): Quando presi il Milan dicevano che avrei fallito:siamo diventati la prima squadra del mondo. Se vinciamo vifarò un regalo. Se farò il Presidente del Consiglio ridurremo lapressione fiscale sotto il 40% e compreremo direttamente dalBarca la Coppa dei Campioni persa dall’AFP nel 1980!

Da decenni si è lasciato inevaso il problema della bonificadell’area del complesso industriale dell’AFP. Cosa fare peril futuro?(Veltroni): Sarà verde, tutto verde. Come i colore del PD. Antoniusha già redatto il Pug in relazione al Drag. E’ il caso di dire:«Sturm und drung». Fra una decina di mesi Antonius mi hagiurato che trasformerà l’area della ex AFP in una nuova Bagnoliverde, con rivoli, laghetti, raganelle verdi e divertimenti per ipiù piccoli. Naturalmente ha bisogno di me per attingere daifondi europei per il ripristino ambientale dei siti dismessi. Sehai votato Antonio, devi votare Walter!(Berlusconi): Trasformerò quell’area dismessa nel più grandepolo mediatico del Mezzogiorno. Giovinazzo sarà il quartier ge-nerale del digitale terrestre che darà lavoro ad almeno 2miladipendenti. Una Cologno monzese 2. Iniziate a mandare già icurricula. La De Filippi, l’unica donna televisiva con le palle,curerà il casting. Il marketing e la crescita industriale sarannoaffidati a Tommaso De Palma, un Confalonieri 2. Uno che isoldi sa come farli uscire. Giovinazzo diventerà presto la culladella cultura dove si formeranno giornalisti, veline e velone.Rialzati Giovinazzo. Rialzati Italia!

Col decreto Mammì a Giovinazzo è rimasta solo una radiolibera a tagliare il silenzio cittadino. Col decreto Gasparrie col ddl Gentiloni è rimasta sempre e solo una radio. Comemai?(Veltroni): Col ddl Gentiloni avrei restituito il pluralismoradiofonico. Avrei riaperto Radio Faro di Arcangelo, Radio SudItalia di Mimmo De Pergola, Radio Azzurra di Vincenzo D’Ama-

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13 Aprile 2008

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to ma soprattutto Radio Giovane l’avreirestituita ai giovani, il cuore pulsantedel PD. Avrei supplicato Peppino de Lu-cia a riproporre il suo programmastrappalacrime ‘Napoli in microsolco’.Perché allora Radio Giovane regalavaemozioni!(Berlusconi): Io sono padrone di tre te-levisioni, solo tre e un centinaio dinetwork che controlla il mioConfalonieri. Il fatto di possedere soloquesto mi ha danneggiato. Mi informisulla frequenza di Radiomia così do-mani i giovinazzesi avranno più liber-tà informativa e Radiomia diventeràsolo mia. Solo mia.

Per concludere il 14 aprile suoneràl’inno di Arcore o il Mi fido di te diJovanotti?(Veltroni): Vinciamo noi. Abbiamo giàla maggioranza dei voti dei giovani. Epoi Corsignano Lapanza sarà il valoreaggiunto! Prenda già la chitarra ed ini-zi a cantare la sete/ il miraggio/ la lunanell’altra metà/ lupi in agguato il peg-gio è passato/ mi fido di te….(Berlusconi): Io ho già vinto cinque Cop-pe di Campioni. Non posso perdere conchi nella vita non ha mai vinto una cop-pa. Il 14 aprile suonerà l’inno dellaChampions League! RialzatiGiovinazzo. Rialzati Italia!

NOMINATO IL DIRETTIVO DI ANDomenica 9 marzo, presso la sezione di Alleanza Nazionale a Giovinazzo si è tenuto ilcongresso cittadino per l’elezione del Presidente di circolo e dei componenti del direttivo.Alla presenza di Domenico Damascelli, delegato della Federazione Provinciale di A.N.di Bari, i numerosi iscritti presenti hanno eletto per acclamazione il nuovo presidente,Marco Bonserio. Unico candidato per queste elezioni, Bonserio, 43 anni, già commissa-rio di circolo, consigliere e capogruppo di A.N. al Comune di Giovinazzo, è stato grandeprotagonista in questo periodo di transito che ha visto la rinascita del partito soprattuttograzie alla sua decisa personalità e all’interesse per le problematiche cittadine. Bonserioha nominato suo vice l’architetto Pasquale Montaruli e con lui 15 componenti del direttivo.Un direttivo giovane, la cui età media è di 38 anni, che alla luce dell’attuale situazionepolitica nazionale, con forte spirito di rinnovamento, sarà in grado di mantenere vivivalori e tradizioni di una destra sempre più proiettata nel panorama europeo. Ormai nelvivo della campagna elettorale, grande obiettivo del Presidente Bonserio è quello ditraghettare la sezione locale di Alleanza Nazionale verso il Popolo delle Libertà, senzamai dimenticare quelli che sono gli ideali e con coraggio di cambiamento, pronti adinaugurare una nuova stagione politica che vedrà coinvolti tutti coloro che si identifica-no nei principi di una destra moderna.Questo il direttivo di Alleanza Nazionale a Giovinazzo

PRESIDENTE Marco BonserioVICEPRESIDENTE Pasquale MontaruliTESORIERE Antonio PadiglioneSTAMPA E PROPAGANDA Angela Piscitelli - Luigi TurturroCULTURA E SPORT Saverio Daconto – Arcangelo MinennaEDILIZIA, LAVORI PUBBLICI Antonio Marzella – Claudio LabiancaURBANISTICA e AMBIENTEATTIVITA’ PRODUTTIVE Annamaria Depalma – Angelo LabellarteRAPPORTI FORZE POLITICHE Paolo Labombarda – Arcangelo TurturroSANITA’, SOLIDARIETA’, dott. Francesco CuratoliSERVIZI SOCIALI dott. Gianfranco Curatoli - dott Vito ZeverinoDIPARTIMENTO LEGALITA’ e FINANZA avv. Gaetano Depalo - avv. Gianfranco Minervini

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15 Aprile 2008

La palma della stazione non c’è più, èstata abbattuta martedì 11 marzo. Unpezzo di storia della nostra città è sta-to cancellato in meno di un’ora, il tem-po della durata dei lavori di abbattimen-to. La palma è stata imbragata e suc-cessivamente tagliata dalla base deltronco. Un’operazione che ha compor-tato la limitazione d’accesso in PiazzaRisorgimento. La palma quindi è statacaricata su un apposito camion e por-tata in un centro di stoccaggio per lasua triturazione. Ad uccidere la palma,il terribile predatore Rhynchoforusferrugineus, volgarmente dettopunteruolo rosso che sta depredandole palme di tutto il Belpaese. Ci hannoraccontato che non esiste alcuna curacontro il punteruolo rosso. Ma questo èvero solo per le piante colpite per le qualisi rendono necessari l’eradicazione (enon il semplice taglio come avviene) el’incenerimento della pianta stessa comel’unico rimedio. Ma come si sa la pre-venzione era ed è l’unica soluzione chenessuno in paese e in Puglia adotta. Cihanno raccontato che la profilassi mes-sa in opera con ripetuti trattamenti diinsetticidi e fungicidi avrebbe allontanatoil punteruolo rosso e impedito la suacolonizzazione nella pianta. La profilassiesiste e funziona. La comunica lo stessoComune di Giovinazzo con avviso pub-blico ai proprietari di palme. La profilassifunziona se si osservano le procedure di-ramate dall’Osservatorio Fitopatologicodella Regione Puglia. Ma tant’è: la palmadella stazione non c’è più. Aveva circa 70anni. Più che una palma storica (ce nesono di più adulte nel giardino comunale)era la palma dei ricordi. La sua altezzamisurava i nostri anni. Il tempo scivolava

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via pian piano, come i virgulti della pal-ma della stazione che si facevano robu-sti. Già la stazione. Era uno di quei postiche sognavamo da bambini. Lì c’era lapalma dei ricordi a salutarci con i suoirigogliosi virgulti. Fino a qualche mese faera un albero robusto che però ci guarda-va con indifferenza: la stazione che gliapparteneva se l’era portata via l’auto-mazione. La stazione c’era e c’è ancora,i treni arrivano, ma non è più come pri-ma. Non c’è più il capostazione, l’uomopanciuto con il berretto rosso che si gon-fiava il petto perché smistava il destino

della gente. La palma sorrideva all’ingres-so della stazione alla sua gente, allaLittorina che passava. La palma sorride-va come nei dipinti di Vannuccio. E c’erapoesia. La stazione era uno di quei postiche sognavamo da bambini. Per vedere ipesci rossi nella vasca del giardino e igerani rossi che ingentilivano la stazione.Da anni i pesci rossi sono morti, il giardi-no della stazione non c’è più, la stazioneè diventata il colosseo e la palma che sa-lutava i viaggiatori si sentiva sempre piùimprigionata nella sua nostalgia. Adessola sua agonia è finita. La palma dei ricordilasciata a marcire come la stazione nonc’è più. Tra un po’ dovremmo sforzarci diricordarci di lei. C’era sempre nelle nostrefotografie sbiadite. C’era sempre nei qua-dri di Vannuccio. C’era sempre nei nostriviaggi che finivano sempre con una par-tenza o con un ricordo sullo sfondo di unaddio.

Sergio Pisani

ADDIO PALMA DEI RICORDI

L’HA UCCISA IL PUNTERUOLO ROSSO

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CRONACA

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E’ di questi giorni la pubblicazione del “Bilancio in breve “ ela-borato dalla Ragioneria dello Stato. Un lavoro che consente dipoter analizzare con rapidità e semplicità la portata della leg-ge di bilancio del 2008 sulla spesa pubblica. Ebbene oltre allanuova e un po’ bizzarra suddivisione della spesa in 34 missio-ni e 168 programmi si evincono una serie di notizie chesbugiardano i fiumi di parole sprecati in questi giorni da Prodie dai suoi ministri. La spesa pubblica è aumentata di ben24.7776 milioni di euro circa 48 mila miliardi delle vecchie lire.Fra i settori più penalizzati quello dell’ordine pubblico e sicu-rezza di ben 47 milioni di euro e i cittadini si sentono più sicuri.Dal momento che la situazione dell’ordine pubblico è netta-mente migliorata rispetto all’anno scorso. Che dire del taglio di22 milioni alla macchina giudiziaria nel suo complesso. Man-cano fotocopiatrici e carta e personale e benzina e tanto altroe il governo del presidente del Partito Democratico che fa?Taglia implacabilmente. Tanto i magistrati non alzeranno la voceper protestare contro questa decisa sforbiciata. Ma se a farlafosse stato Berlusconi? E poi, tagli alla difesa del territorio ealle energie alternative. Aumento degli stanziamenti per lepolitiche a favore degli immigrati, per il soccorso civile e per ibeni culturali. Ma - udite, udite ! - sono aumentati glistanziamenti per il funzionamento del Quirinale, del governo edel CSM di ben 81 milioni di euro. Eppure ho ascoltato a piùriprese l’affermazione netta, che oggi appare ridicola, che que-sto governo aveva ridotto le spese per i politici. Del resto nonci poteva attendere nulla dal governo più numeroso della se-conda repubblica e quindi con una spesa enorme per il suofunzionamento. Appare giustificato il goffo tentativo di Veltronidi cancellare questi due anni di governo del centro sinistra, ilgoverno di Prodi che è presidente anche del Partito Democra-tico. E’ nella logica dei veri comunisti quello di cancellare larealtà se non è funzionale al raggiungimento del potere. Ed èevidente che anche a sinistra il governo Prodi è consideratofallimentare altrimenti ne avrebbero tessuto le lodi. Così non èstato. Cancellato. E’ il segnale che i cattolici di sinistra sonoconsiderati come la foglia di fico per i democratici di sinistra.

Tant’è vero che il PD entrerà nella grande famiglia del PartitoSocialista Europeo. E di quel partito, che si candida a gover-nare l’Italia, fanno parte non solo con i cattolici nel ruolo dicomprimari ma anche radicali e giustizialisti dell’Italia dei Va-lori dell’ex magistrato Di Pietro, il moralizzatore della vita po-litica. Ha tuonato che tutti i condannati e magari anche gliinquisiti dovevano rimanere fuori dalle liste ma da ministro haconfermato un altissimimo dirigente del ministero da lui diret-to pur condannato per alcuni gravi reati. Il dirigente avevaraggiunto la pensione e così Di Pietro gli ha concesso un piùche sostanzioso assegno ad personam che cumulerà con lalauta pensione di dirigente dello Stato. Complimenti.

Intanto, saggiamente, l’amministrazione di centro sinistra hadeciso di legare le vacanze di Natale a quelle di Pasqua. Ilconsiglio comunale non si riunisce da molti mesi. Sicuramen-te dovrà essere convocato per l’approvazione del bilancio diprevisione. La legge obbliga il passaggio consiliare. Altrimenti

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Natalicchio ne avrebbe fatto volentieri a meno. Eppure sarebbestato ed è ancora interessante conoscere la reale situazionedello smaltimento rifiuti, della discarica, dell’inceneritore. Insom-ma del problema rifiuti solidi nella sua interezza. E’ sceso ilsilenzio più assoluto, il menefreghismo più totale. Ma, ne sonocerto, la situazione è in costante evoluzione. Sarebbe necessa-rio che il paese conoscesse ufficialmente quali sono gli intendi-menti dell’amministrazione e del bacino sull’organizzazione dellosmaltimento dei rifiuti solidi urbani. Dopo la dichiarazione delsindaco Emiliano sul termovalorizzatore a Giovinazzo e la tie-pida smentita del nostro sindaco è calato il silenzio. Silenziopreoccupante perché il finto stallo non è mai foriero di buonenotizie. Un argomento di vitale importanza come si vede nellavicina Campania. Dove è in crisi profonda il sistema di poteredel centro sinistra di Bassolino e potrebbe succedere anche inPuglia per quello del nostro presidente Vendola. Un argomentocruciale sia per la qualità della vita sia per l’economia in genera-le. Anche in Puglia potremmo arrivare all’emergenza con con-seguenze letali per il tessuto economico che dipende in largaparte dall’agricoltura e dal turismo. Ribadisco quello che ho scrittoun paio di mesi or sono. Si potrebbe dire si al termovalorizzatoreprevia analisi puntuale della condizione dell’area della discaricadi san Pietro Pago e un numero adeguato di carotaggi a diverseprofondità per conoscere la tipologia di rifiuti presenti in quelsito. Senza dimenticare le falde acquifere su cui non risulta sia-no state mai realizzate approfondite analisi. Ed inoltre nessunoha mai affrontato il problema di altre situazioni ambientali a ri-schio come ad esempio l’area dell’ex acciaierie e l’area della exME.CA.. Il tutto senza creare allarmismi, senza voler forzare laspeculazione politica. Ma l’amministrazione Natalicchio che reg-ge questo comune da circa sei anni e che dovrebbeideologicamente essere attenta al problema ambientale, non hadimostrato particolare attenzione. Oggi non si può più attenderee tergiversare. La città deve sapere ed essere attenta ad unproblema che, ripeto, potrebbe incidere sullo sviluppo e la qua-lità della vita. Per il resto tutto fermo se si eccettuano i lavori nel

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porticciolo per allargare labanchina, l’insediamentodel nuovo comandante ela rotatoria di fronte ai vi-gili urbani. Un po’ poco sesi considera che i lavoridel porticciolo rivengonoda un vecchio finanzia-mento. Sul nuovo coman-dante ci sarà consentitodi attendere ancora qual-che tempo prima di giudi-care l’impatto sul corpodella polizia municipale. Cipermettiamo di ricordareal comandante che, adesempio, nel centro stori-co continuano gli acces-si liberi ed il parcheggioselvaggio, i pilomat nonfunzionano da moltissimotempo, l’installazione del-le telecamere sbandiera-to nel programma del cen-tro sinistra è rimasta let-tera morta. Suggeriamo,ancora, una puntuale ve-rifica dell’occupazionedegli spazi pubblici non solo nel centro storico ma anche inaltre parti della città. Sull’applicazione delle varie ordinanze,ad esempio quella sui cani o meglio sull’inciviltà dei padroni,allora avremo visto veramente una svolta e non solo per qual-che sbandierato risultato sul numero delle multe. Le contrav-venzioni non rappresentano, certo, un successo dell’attivitàdella polizia municipale. Permettetemi di ricordarvi di andare avotare!

[email protected]

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ECHI DI MARZO

La 2^ edizione del Premio Nazionale di ideedi architettura «Architettura, Scultura e Sport»ha premiato i progetti rispondenti a problemireali. Tra i dieci selezionati, premiato il pro-getto realizzato dall’architetto Angelo LaNotte. Concorso che non esprimeva progettieclatanti che facessero bella mostra di sènelle vetrine massmediali, ma riempiva vuotie sanava smagliature nello spazio urbano.Ed è proprio il cortile della Chiesa di S.Domenico ad essere stato sottoposto allosguardo attento dei componenti della giuria.Posto a ridosso dell’Istituto Vittorio Emanue-le, entro uno spazio urbano caratteristico,accanto alla chiesa, si è rivelato un box adat-to alla pratica del jorky-ball, una veloce for-ma di calcio a due che combina fitness e di-vertimento. Il jorky-ball trova nel calcio tradi-zionale la sua origine tecnica, ma acquisiscenuovi e differenti significati grazie ad alcunesue caratteristiche fondamentali. Ogni partitasi gioca al meglio dei tre set. Sette goal pervincere il set. Ogni squadra è composta dadue giocatori, più uno o due in panchina, undifensore ed un attaccante sono designatiall’inizio del set. La motivazione della Com-missione Giudicatrice Nazionale è stata laseguente: «la soluzione proposta è originalee interessante, perchè prevede lariqualificazione di un luogo, attualmente instato di degrado, con l’utilizzo di volumi darealizzare con strutture leggere prefabbrica-te, di modeste dimensioni, e copertura dellospazio con velario mobile, dedicati al gioco,allo svago e al tempo libero. L’intervento pro-pone una soluzione ottimale per il recuperodi quella tipologia di “vuoti” urbani degradati.E’ un esempio di intervento minimale di qua-lità, una soluzione originale appropriata allospazio prescelto».Il sito interessato, una struttura oggi grave-mente compromessa dal tempo e dall’usura,mai oggetto di un adeguato intervento di re-stauro, presenta evidenti segni di degradosoprattutto nelle strutture murarie perimetraliche nei due archi a tutto sesto che legano lestesse; a forma rettangolare pavimentata conun getto di calcestruzzo gettato sull’anticapavimentazione di basole in pietra locale,

usurato e fessuratoin più punti. Il proget-to consisteva nel ri-prendere l’interastruttura con un ac-curato progetto dirisanamento sia del-le strutture murarieperimetrali, compre-si gli archi, che dellapav imen taz ione ,a d e g u a n d ofunzionalmente lospazio a quello percui viene tutt’orausato, un centro par-rocchiale di svago etempo libero.L’intero interventocontempla anche laipotesi di sistemaredelle travi in legno lamellare, poste alla stessa quota estradossale dei due archi a tuttosesto, completi di binari su cui far scorrere dei teli in PVC, impermeabili e di colore bianco,di copertura. L’esito della partecipazione al concorso sarà oggetto di pubblicazione sullarivista “Chiesa Oggi, Architettura e Comunicazione” e la successiva premiazione avverrà inVaticano.

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All’architetto Angelo La Notte, il PremioNazionale Architettura, Scultura e SportAll’architetto Angelo La Notte, il PremioNazionale Architettura, Scultura e SportCon il progetto di un box da jorky-ball ovvero il calcio a due

9 MarzoUova di Pasqua per la ricercaL’Associazione Italiana contro le leucemie,i linfomi e il mieloma è scesa anche que-st’anno in Piazza Vittorio Emanuele per lavendita di uova di Pasqua e la distribuzio-ne di lampadine a basso consumo. Ma chebel connubio! Un matrimonio perfetto tral’AIL e l’ENEL per raccogliere fondi persostenere la ricerca scientifica nei centri diematologia universitari ed ospedalieri con-tro le malattie del sangue. I risultati finoraraggiunti sono straordinari ma l’obiettivoche l’A.I.L. si propone è di aumentare ladurata e la percentuale delle guarigioni conterapie sempre più efficaci, oltre al perfe-zionamento del trapianto di cellulestaminali. Inoltre per ciò che concerne ilsettore energetico non si può dimenticareche, sostituire le vecchie lampadine conquelle fluorescenti permette di abbattere icosti fino all’80% e di investire in ricercal’energia risparmiata. Insomma nel week end del 7, 8 e 9 marzo con un contributo di 12euro è stato possibile portare a casa un uovo e due lampadine a basso consumo!

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19 Aprile 2008

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21 Aprile 2008

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DI ANGELO GUASTADISEGNI2 MARZO

LA POLIFONICA CONTRO LE

MAFIEQuest’anno l’Associazione Polifonica ha dedicatola XX Stagione Concertistica alla cultura della le-galità contro la Mafia. Il programma musicale si èsvolto nella Chiesa delle Suore Missionarie del-l’Oratorio con l’esecuzione di brani del Rigoletto,di Verdi e del Mosè di Rossini.Brani musicali in sintonia con il fenomeno mafio-so perché tutta la vicenda del Rigoletto si svolgetra intrighi, tradimenti, così come il Mosè - perso-naggio biblico, ricco di spiritualità che affronta conil suo popolo un lungo faticoso viaggio fra congiu-re e tradimenti. Entrambe le opere liriche lascianointravedere sprazzi di luce, epiloghi delle storie incui si manifesta la fine di ciò che fa male. Un pro-gramma musicale scelto con cura per deliziare ilvasto pubblico presente. Seguivano brani di co-lonne sonore significative. Ottima la Direzione el’esibizione canora degli artisti Lucia De Bari so-prano, Giovanni Mazzone tenore, Raffaele Turturrobaritono, Onofrio Salvemini, basso. PresentatriceMaria Giuseppina Mariano. Voce recitante:Mariangela Di Capua. Il suo è un linguaggio deglicompetenti della recitazione. È un rito magico quel-lo di Mariangela Di Capua che trascina gli ascol-tatori nella poesia, declamata con voce sottile maefficace. A lei si deve infatti anche la recitazione diun brano molto significativo: Che cos’è la mafia?La risposta nelle sue parole: «La mafia è statasempre reazione, conservazione, difesa e quindiaccumulo della ricchezza. Prima era il feudo dadifendere, ora sono i grandi appalti pubblici, imercati più opulenti, i contrabbandi che percorro-no il mondo e amministrano migliaia di miliardi. Lamafia è dunque tragica, forsennata, crudele voca-zione alla ricchezza.La mafia stessa è un modo di fare politica median-te la violenza, è fatale, quindi, che cerchi una com-plicità, un riscontro, un’alleanza con la politicapura, cioè con il potere. Esiste una connessioneprofonda tra mafia e politica.Paura e rassegnazione mai. Questo è un messag-gio onesto e chiaro e cosciente che posso lancia-re alla mafia: noi giudici siciliani non ci arrendere-mo mai. Non avremo mai rassegnazione o paura.Per ognuno che cade ce ne sono altri dieci dispo-sti a proseguire con maggiore impegno, coraggio,determinazione. (Rocco Chinnici – magistrato uc-ciso il 29/07/1983 a Palermo)». L’evento è statopatrocinato da Puglia Arca di Pace, il Comune diGiovinazzo, Avviso Pubblico e Libera.

fiosi del quotidiano costernato da cor-ruzione, ricerca assoluta di denaro.«Per quanto riguarda la Puglia, sia-mo al terzo livello di mafia e la situa-zione non è migliore delle altre re-gioni» - riferiva il Magistrato.Moderatore dell’incontro ilVicequestore aggiunto, componentedella Commissione LegislazioneF.I.D.A.P.A., Luisa Dagostino. Organiz-

zatori degli eventi della giornata, il Co-mune di Giovinazzo, l’Associazione Li-bera, l’Associazione Avviso Pubblico,Puglia Arca di Pace e la F.I.D.A.P.A. diGiovinazzo.

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te premiati.Congratulazioni, dott.Danilo!

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6 MarzoOmaggio aGraziellaCampagna

Giornata dedicata al ricordo della giovane vitti-ma della mafia Graziella Campagna, assassi-nata il 12/12/1985 a Villafranca, una cittadinadel Messinese.In mattinata, nella scuola S. Giovanni Bosco, siè svolta l’esibizione degli alunni di quinta clas-se, con battute, canti e brevi scene sulla lega-lità, nonché cerimonia di inaugurazione edintitolazione del laboratorio multimediale aGraziella Campagna e ad una vita rubata a di-ciassette anni.Erano presenti alla cerimonia il Sindaco Anto-nio Natalicchio, il Vicepresidente nazionale diAvviso Pubblico, Cosmo Damiano Stufano, ilDirigente Scolastico I Ciclo Didattico S. Giovan-ni Bosco, Angelo Panebianco, il referente perla legalità dell’Ufficio Scolastico RegionaleRossella Diana, il Presidente Pro tempore del-la Sezione F.I.D.A.P.A. di Giovinazzo, Pasqua-le, il fratello di Graziella Campagna e l’editoreArmando Siciliano.In serata, nella Sala S. Felice, si è svolto l’in-contro sul tema Morire a diciassette anni. Mori-re di mafia. Quale giustizia?, con la presenta-zione del libro La vita rubata.Relatore il Presidente della Terza Sezione Pe-nale del Tr ibunale di Bari, Dott. AngeloDomenico Depalma che, in relazione alla pre-sentazione del libro, sull’esecuzione di GraziellaCampagna ad opera della mafia, ha manife-stato il suo cruccio per i numerosi episodi ma-

2 MARZO

LA POLIFONICA CONTRO LE

MAFIE

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29FEBBRAIOTavola rotonda nella Sala Marano dell’I.V.E.sulla donazione del sangue.Ha aperto i lavori il Prof. Dott. DonatoAltomare, Prof. Associato di Chirurgia Ge-nerale, Direttore II Scuola di Specializzazio-ne Chirurgia Generale – Università di Bari,Past President della Società Italiana Chi-rurgia Colorettale.«Il sangue – precisava l’illustre relatore –tessuto a sostanza fluida, è strumento di sal-vezza e di morte. È simbolo della vita per-ché è destinato al trasporto nell’organismodei gas respiratori e dei principi nutritivi. At-traverso la storia del genere umano, il san-gue si interfaccia con la vita e con lo spirito,con il bene e con il male». Il sangue, in pas-sato era l’elemento essenziale con cui l’uo-mo sacrificava a Dio in segno di devozione,di onore e di rispetto. Il vecchio testamentoè pieno di episodi di donazioni di sangueanche attraverso sacrifici umani. Martiri esanti, hanno versato il loro sangue ad ono-re e gloria di Dio. Un esempio di grandespessore nel Cristianesimo è San Gennaro– patrono di Napoli, il cui sangue, miracolo-samente, si liquefa nella teca conservatanel Duomo di Napoli. Nel Medioevo eranodi moda le trasfusioni di sangue che, spes-so, si rivelavano dannose per chi le riceve-va. Infatti, le precarie condizioni di salute diPapa Innocenzo VIII, peggiorarono dopo la

LA DONAZIONE DEL SANGUE:RISCHI E VANTAGGI

DI ANGELO GUASTADISEGNI

echi di MARZO

trasfusione di sangue. E fu nell’an-no 1667 che, in Inghilterra avvenivala prima trasfusione, sia pureempirica, fra esseri umani. Oggi ladonazione viene attuata dopo uncertosino accertamento delle con-dizioni morfologiche e cliniche deldonatore. Le analisi, fatte con la do-vuta cautela, possono evitare rischidi trasmissione nel sangue di virus.«Oggi – concludeva ilProf. Donato Altomare –la paura e il fascino delsangue cagionano emo-zioni che hanno unaspiegazione scientifica: ilsangue ha potere divi-

no». Sui rischi e sui vantaggi delladonazione del sangue, sisoffermava anche la D.ssa AnnaTeresa Olivieri – Dirigente medico– U.O. Centro Trasfusionale P.O. diTerlizzi.«Il donatore di sangue – riferiva ilDirigente Sanitario – dev’essere disana e robusta costituzione, immune da ma-lattie e i centri addetti al prelievo sono partico-larmente attenti a praticare analisi accurate alvolontario donatore perché la parte fluida delsuo corpo sia rispondente ai requisiti per ilprelievo». Esiste in effetti un elenco di patologieche non permettono la donazione.«La donazione del sangue – proseguiva laDott. Olivieri – è periodica e responsabile, gra-tuita e controllata. Essa procura serenità e gioiaprofonda».Il Prof. Sac. Don Nino Prisciandaro sisoffermava infine sul carattere religioso delladonazione del sangue. Il sudore e le gocce disangue che Gesù versò durante la sua pas-sione e crocifissione, sono un dono perenneper l’Umanità sofferente, segno di amore, didonazione volontaria. Egli ha sostenuto chela donazione del sangue realizza uno dei pre-cetti cardine del cattolicesimo: Nessuno ha unamore più grande di questo, dare la vita per ipropri amici”.La manifestazione è stata organizzata dallaF.I.D.A.P.A. in persona del Presidente pro-tempore Marina Corazziari. E’ intervenuto an-

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8 Marzo

FINALMENTE

LE PALESTRE

SCOLASTICHE

Si sono svolte due cerimonie di inaugurazio-ne delle palestre attrezzate, rispettivamentepresso la Scuola Elementare San GiovanniBosco e Papa Giovanni XXIII. L’Amministra-zione Comunale ha così accolto le aspettati-ve dei genitori e le esigenze sportive deglialunni per permettere il corretto svolgimentodelle attività psico-fisiche. È stata così risoltala carenza che si trascinava sin dall’epocadella realizzazione dei due istituti scolasticisenza dimenticare la laboriosità dell’iter ditale evento. Infatti, in data 15/06/2006 veni-vano conferiti in appalto i lavori iniziati in data17/07/2006 e che dovevano essere ultimatidopo 180 giorni. Purtroppo, proroghe e so-spensioni hanno determinato svariati ritardi.Solo il 26 ottobre 2007 finalmente è statoraggiunto il traguardo. La realizzazione co-munque non ha tradito l’immaginearchitettonica del contesto nel quale le pale-stre sono state inserite assicurando ancheuna perfetta intonazione dei colori.Presente il sen. Azzollini insieme a tutti icomponenti dell’Amministrazione Comuna-le

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23 Aprile 2008

echi di MARZO

Sabato 8 marzo un caloroso pubblico, for-mato anche da forestieri, ha potuto deliziarsicon il canto a cappella della Polifonica“Pierluigi da Palestrina” di Matera la grazio-sa e ospitale città della Basilicata. La for-mazione ospite è stata accolta con i dovu-ti onori nella nostra Concattedrale dallasquisita gentilezza del Parroco don Bene-detto Fiorentino e dei suoi più stretti colla-boratori. L’evento è stato promosso dallaConfraternita di S. Maria degli Angeli, chedevota della Vergine dei dolori sotto il titolodi Desolata, sta raccogliendo fondi per gliurgenti lavori di restauro di cui ha bisognola propria sede, della chiesetta della Ma-donna degli Angeli.“Le sette parole di Gesù Cristo” a metà stra-da tra la Sacra Rappresentazione e l’Ora-torio sono state un sentito omaggio ai Do-lori di Maria che sotto la doppia splendidaveste di Madre della tenerezza nell’Iconadi Corsignano e di Madre Addolorata nelSimulacro in gramaglie si è messa in ascol-to dei suoi figli.Sono ormai tanti gli anni che in coinciden-za del Settenario di preghiere per i Dolori diMaria, il bel simulacro della Confraternitadella Purificazione viene trasferito dallaChiesetta di S. Andrea in Cattedrale. Datala particolarità del giorno, 8 marzo- festadella donna- nelle intenzioni della Confra-ternita di Maria degli Angeli c’è stata an-che la volontà di omaggiare le donnesofferenti di tutto il mondo. La manifesta-zione si è avvalsa dell’apporto di MimmoTridente, Mariella Marziani e Pina Marranocollaboratori culturali della ParrocchiaConcattedrale S. Maria Assunta in Cielo chehanno letto i testi relativi mentre i coraliabbinati alle parole sono stati tratti da “LaPassione di Cristo” (1955) di DomenicoBartolucci il famoso Maestro Compositoreultranovantenne, per lungo tempo Diretto-re dei Pueri Cantores della Cappella Sistinain Vaticano.

Il Maestronel lontano1978 fuospite con isuoi piccoliCantori nel-l’Istituto Vit-torio Ema-nuele II diGiovinazzoper contodella Pro-vincia diBari, chev o l e n d or e n d e r eo m a g g i oallo Stati-sta AldoMoro ucciso dalle Brigate Rosse nel mesedi Maggio, pensò bene, una volta spento-si il clamore dei discorsi e delle comme-morazioni emerse sull’onda dell’emozio-ne, di far venire a Bari nel mese di set-tembre il Maestro con i collaboratori, al-cuni solisti e i Pueri che il 15 settembrenel Teatro Petruzzelli eseguirono sotto lapersonale direzione di Bartolucci il suoOratori “Ascensione”, opera mirabile con-tenente tra l’altro un Pater Nostergregoriano di rara bellezza per vocebaritonale a cui fa eco il coro.La Materna “Pier Luigi da Palestrina” trale più armoniose formazioni che si sento-no dalle nostre parti, è stata apprezzataper diverse doti tecniche, per i colori cheha saputo dare all’esecuzione, per la te-nuta delle note nei finali lunghi, per l’otti-mo amalgama dei timbri, tutti molto belli,tra cui l’Angelico del soprano solistaMicaela Bianco. Il Direttore Carmine An-tonio Catenazzo sembrava tenere a co-mando con fili invisibili le voci dei vari re-gistri; egli ha saputo imprimere i giusti rit-mi e le giuste atmosfere alle varie esecu-

zioni. La Materna ha alle spalle ormai ses-santa anni di storia. Rifondata dal MaestroCatenazzo nel 1990, ha al suo attivo di-verse significative e belle incisioni, premidi spessore e tournees di una certa impor-tanza. E’ in distribuzione nella LibreriePaoline il suo CD del 2004 “Ecce Lignum.I grandi Polifonismi sotto la Croce”.Il maestro Catenazzo competente in orga-no, clavicembalo, pianoforte e composizio-ne, sta conseguendo il diploma accade-mico di secondo livello in Direzione d’Or-chestra. Ricopre diversi incarichi di spes-sore nella Regione lucana.La manifestazione si è conclusa con laconsegna al Maestro di una targa ricordoda parte dell’Assessore Carolina Serroneche ha partecipato all’evento per una pro-pria sensibilità in rappresentanza del Sin-daco Antonello Natalicchio.Non va dimenticata una lode per i familiaridi Nicola Casacci che, volendo contribuireal restauro della chiesa della Madonna de-gli Angeli e promuovendo questa serata,si sono mostrati ottimi mecenati e sensi-bili cultori degli affetti avendo voluto ono-rare così la memoria del congiunto.

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Page 24: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO APRILE 2008

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In applicazione di quanto disposto dal Concilio di Trento, nel 1628Ascanio Gesualdo arcivescovo metropolita di Bari convocò unSinodo provinciale, al quale per la Diocesi di Giovinazzo, data lavacanza della sede Vescovile, prese parte il Vicario Capitolare donNicola Antonio Taurisano. In quel Sinodo circa le processioni, quellepasquali in particolare e le sacre rappresentazioni veniva determi-nato quanto segue:«Cap. I - È pia consuetudine dei fedeli rappresentare la venerabilePassione di nostro Signore, e le gloriose battaglie dei martiri, a talpunto ridotte a cosa da poco dalla malizia umana, tanto che spessoin questo modo dalle sacre rappresentazioni si è portati al riso, equeste eccitano più allo scandalo che alla pietà e salgono le lacri-me, e sono soliti far commuovere i presenti, per questo motivo, proi-biamo che d’ora innanzi ne in luogo sacro, ne in luogo pubblico,profano che sia, ne in loghi privati si tengano e si rappresentino senon previo espresso permesso degli Ordinari diocesani che circaquesta materia stabiliranno ciò che riterranno congruo alla pietà edalla religione. La rappresentazione in vero della Passione di nostroSignore Gesù Cristo non sia mai permessa. Cap. II – La Passione dinostro Signore Gesù Cristo, che ogni anno solitamente viene predi-cata, per quella pietà e gravità che richiede la grandezza e l’impor-tanza del mistero, si tenga di giorno, giammai di notte, sotto giustapena, i Vescovi ammoniscano quali possono essere gli atti esterniper rappresentarla, che i predicatori possono tollerare; atti che ap-provati dal rito della Chiesa suscitino soprattutto pietà nell’uditorio, efacciano commuovere fin al pianto e non già al riso ed al diletto, finoa provocare scandali» (Archivio Capitolare Bari, Sinodo Provincialedi Ascanio Arcivescovo Gesualdo, 1628, f. 6-8. Traduzione dal lati-no).A Giovinazzo la predica della Passione in epoca pretridentina siteneva durante le ore notturne come si evince dalla seguente anno-tazione del Mortuale di Giovannello Sasso: «Die veneris sancti XXImartii 1516 hora VI noctis, quando praedicabatur de Christi passio-ne, obiit Chiccus Pauli Ghionni, ….» (Archivio di Stato Napoli, fondoVolpicella, vol. 21, f. 13). Non doveva di certo essere quella un’occa-sione di raccoglimento e preghiera se successivamente nel Sinododel 1639, Carlo Maranta illustre giurista napoletano, Vescovo diGiovinazzo (1637-1657) ne vietava la celebrazione notturna. Infattile disposizioni sinodali sono ricche di particolari che ci consentonodi cogliere la forma in cui sino ad allora si era tenuta quella predica.Ne riportiamo il testo liberamente tradotto.«I predicatori siano tenuti ad adempiere al loro ministero e ad aste-nersi da azioni vane ed inutili. Si preoccupino di predicare Cristo, Luicrocifisso (come ci esorta l’Apostolo). … Inoltre li preghiamo di ren-dere noti ai popoli quante sofferenze nostro Signore Gesù Cristo hasopportato per noi nella sua dolorosissima passione. … Proibiamoche nelle chiese l’assemblea della divina parola sia tenuta di notte,in modo che resti lontano dai nostri fedeli ogni genere di scandalo ooccasione di scandalo. Perciò resta del tutto vietato far protrarre finoa notte fondala Predica della Passione del Signore. … E’ proprioall’ora sesta che nostro Signore Gesù Cristo sul Calvario, salì sulpatibolo della croce per essere esposto agli sguardi di tutti. Chiun-que violasse questa norma metterà alla prova la propria pazzia conla nostra severità. … per tale motivo l’assemblea potrà tenersi o ilgiovedì santo durante la Messa in Cœna Domini, una volta espletatol’ufficio del mattutino, (in modo che prima che suoni la mezzanotte, lapredicazione sia terminata), oppure la mattina del venerdì santo (cosache approviamo di più), ed il predicatore dia inizio alla narrazione

della passione. Infatti al vespro del venerdì santo mentre si legge lastessa Passio, nelle chiese si fan gozzoviglie (come apprendiamocon sommo dolore) e le fanno soprattutto le donne, al punto chemoltissimi si ritirano dalla chiesa più brilli che compunti, come dice S.Luca evangelista, e molti di coloro che partecipavano allo spettacolose ne tornavano percuotendosi il petto. In verità è abbastanzaindecoroso (anzi deplorevole) che venga narrata la dolorosissimapassione del Figlio di Dio, fattosi uomo per noi uomini, a dei fedeliubriachi, anzi essa può e deve essere ascoltata solo da chi ha animopurgato da vizi e contrito. Considerando cosa santa e giusta tenerelontano dai fedeli a noi affidati un atto esecrando come questo, quantosopra stabiliamo irreversibilmente». (C. Maranta, DioecesanaeSynodi Iuvenacensis Constitutiuones, Napoli 1639, p. 8-9)Non ci è dato sapere se fossero gli stessi predicatori quaresimalisti,invitati e pagati dall’Universitas, previo nulla osta del vescovo a te-

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nere queste prediche, certo è che ci restano ben tre prediche per laPassione scritte sul finire del secolo XVI da un altro illustre Vescovo diGiovianzzo, il gesuita siciliano Giovanni Antonio Viperano.Il Viperano (1589-1610) nel 1599 dava alle stampe le sue predichetenute «ad populum iuvenatiensem» durante le principali feste del-l’anno affinché potesse conquistarsi la salvezza dell’anima(Conciones aliquot celebrioribus anni festivitatibus habitae, Venezia1599). Delle tre scritte a commento della Passio, una è per la Dome-nica delle palme, e due per il Venerdì Santo Die Passionis, poichéerano momenti dell’anno molto sentiti dal popolo.Sempre al fine di indirizzare il suo gregge alla via della salvezza unpaio di anni prima delle prediche il Viperano aveva dato alle stampela sua spiegazione alle collette domenicali (G. A. Viperano,Dominicalium Ecclesiae orationum expositio, Napoli 1597).Giovanni Antonio Viperano si era distinto per la propria produzione

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storiografica e poetica, e nel commento alla colletta della quinta do-menica di quaresima aveva inserito il seguente dimetro dattilico

catalettico Ad Iesum Christum cruci affixum. Carmen.

Se i primi versi son interrogativi sul perché del tanto male fatto alnostro buon Gesù con spine, lancia, e chiodi, gli ultimi ci ricordanoche il sangue fatto sgorgare dal suo corpo deve sciogliere i vincoli delmale, sanare le ferite, addolcire l’animo nostro e farci rinascere anuova vita.Il vescovo Giovanni Antonio Viperano scriveva di aver composto que-sti versi contemplando il Cristo crocifisso («dum affixum cruci Christumcontemplaremur composuimus … Atque ob corporis optimumcompositionem, quia cactus in eo maxime molli, et lenis fuit, omniumdolorum cruciatu maxime persensit»). Un rimando quindi ai nostricrocifissi è d’obbligo: quello miracoloso della chiesa omonima, e quelloesistente ancor oggi in Cattedrale sul terzo altare a sinistra che moltoprobabilmente è quello dinanzi al quale il nostro Vescovo si era ispi-rato. Non a caso così lo descrive lo storico Luigi Marziani «Cristocrocifisso imponente assai, che t’ispira devozione e compassione; èchiamato il Cristo del Coro dal volgo era detto Cristo daccoro; moltoantico e famoso per i prodigi oprati» (Istorie, p. 177). Quel Crocifissoera già presente in Cattedrale nel 1552 quando il vescovo Brixiano lavisitava e trovava esservi «quoddam altare a parte epistolae altarismaioris, in ala dictae ecclesiae propter ianuam campanilis,nuncupatum altarem Crucifixi et invenit illud esse conprovatum cumimaginibus videlicet gloriosissimae Virginis Mariae et Sanctis JoannisEvangelistae et Sancti Nicolai, et supra dictum altare imagine Crucifixi»(ADG, fondo Curia, s.c., S. Visita 1552, f. 7). La tela che oggi fa dasfondo a quel Crocifisso ligneo non è più quella che vide mons. Brixianoma è un’opera di Saverio de Musso databile anteriormente al 1737inquanto già in quell’anno così la descriveva il vescovo Paolo de Mer-curio negli atti della sua visita Pastorale «in quo altare ultrasacratissimam statuam sue imaginem Sanctissimi Crucifixi adsuntdepicte in lateribus sacre imagines sancti Joannis Apostoli ac sancteMarie Magdalene» (BNBa, fondo De Ninno, vol. 17/1, f. 29). Alcunisostengono addirittura che sia possibile intravedere il volto dellaSindone sull’addome di quel Crocifisso.

Dulcis IesuQuis tua spinisTempora demensCinxit acutis?

Quis sacra ferroFinxit iniquusBrachia ligno?

Quis latus bastaeCuspide foditImpius hostis?

Quis ferus unoPerdidit ambasVulnere plantas?

Cur tibi multoSanguine corpusUndique manat?

Ut tua solvamVincula, sanemVulnera, pectusMolliam et ipsamDem tibi vitam.

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Una piccola bottega artigiana a conduzione familiare trasfor-mata in una fabbrica per la produzione di cisterne per carbu-ranti che serviranno Agip, Italiana Carburanti, Menga Petroli. AGiovinazzo, lontano dai rumori della città, a confine dell’areadismessa dell’imponente complesso industriale dell’AFP, sor-ge l’opificio di Piscitelli Domenico specializzato nella produzio-ne di serbatoi di carburante e di gasolio. Un piccolo miracoloimprenditoriale in una città dove i 300 artigiani regolarmenteiscritti alla Camera di Commercio conducono una battaglia quo-tidiana contro il mondo per sopravvivere alle sfide del mercatoglobale in un quadro poco confortante, complice soprattutto laprogressiva marginalizzazione delle imprese di produzioneverso la periferia priva di servizi, nonché delle infrastrutturenecessarie. Fantasia, differenziazione, grandi abilità costruttive

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sono stati gli ingredienti vincenti della ditta Piscitelli inpiù di 10anni di attività. Paradossalmente a Giovinazzoche non è Molfetta con la sua zona artigianale. Para-dossalmente a Giovinazzo dove non esiste un sistemaintegrato tra i vari artigiani che avrebbe dovuto rappre-sentare un punto di forza e offrire un servizio di qualitàabbattendo i costi. «La vedi quella strada che conduceal capannone? - punta forte con l’indice il titolare dell’im-presa. L’ho asfaltata di tasca mia. Mi costa 10mila europerché agli altri artigiani presenti in loco non interessal’urbanizzazione della rete stradale fino al mio capanno-ne».

Da anni l’iconografia della bottega di Geppetto è un lon-tano ricordo. Mettere su un’impresa comporta un inve-stimento di almeno 200mila euro. Fu la sfida raccolta nel1995 da Domenico allora piccolo carpentiere della dittaMarzano Donato di Bari dove aveva maturato un’espe-rienza ventennale nel settore della carpenteria. Un ca-pannone di 1200 metriquadri nell’ex area dell’AFP, uncarroponte, un impianto robotizzato per le saldaturemetalliche, due carrelli sollevatori ma soprattutto scar-pe grosse e cervello fino per iniziare l’avventura, periniziare a produrre i serbatoi per carburanti di tutte lemisure, fino ad una capacità di 100mila litri. «Le com-messe allora non mancavano – fa sapere Domenico.Soprattutto perché un decreto ministeriale aveva impo-sto alle società di carburanti nuove disposizioni Cee perla prevenzione dell’inquinamento del sottosuolo». In pra-tica si rese necessario sostituire i vecchi serbatoidefinitivamente esclusi dal ciclo produttivo. Si aprironoalle ditte fornitrici fette di un mercato fortementeappetibile. La ditta Piscitelli non si fece cogliereimpreparata. Anzi divenne subito un riferimento per lafornitura per tutto l’hinterland ma non solo (arrivavanocommesse anche dal napoletano) di serbatoi a doppiaparete in acciaio inox per gasolio da interrare provvistidi torretta antispandimento con relativo chiusino. Questigli standard di qualità conformi a quanto previsto dalledisposizioni Cee e certificati dalla ditta Piscitelli, che nonproduceva solo serbatoi per carburanti ma anche silosper accumulo-acqua per uso potabile e per smaltimentodi liquami. Furono gli anni di forte lavoro per la Piscitellisnc e per le maggiori aziende specializzate nei settoridella produzioni di serbatoi. Oggi invece troppi artigianisono costretti a fronteggiare la stretta creditizia degliultimi anni. La ditta Piscitelli ha sempre superato osta-coli e difficoltà insieme, forte della propria coesione fa-miliare. Ed è intenzionata a proseguire nella strada e alanciare nuove sfide al mercato globale.

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CANDIDAMENTE

Ogni riferimento a fatti e\o persone realmente accaduti e\o esistenti èda ritenersi puramente casuale e\o inventato di sana pianta

Egregio Direttore, come è mia consuetudi-ne, l’aggiorno sul mio stato psico-fisico si-curo che Lei ci tenga molto così come citengono i nostri numerosi lettori.Prima di iniziare questo mio Le volevo peròchiedere se si è accorto che le mamme del-le elementari si vestono in modo più sobrio.Sono sparite le scarpe di gomma e non s’intrattengono più vicino ai padiglioni a im-picciarsi dei fatti altrui. Ma Lei voleva saperecome sto? Ha ragione. E’ successo la scor-sa settimana il tracollo. Ero allo specchio evedevo la sua immagine riflessa. Direttoreha capito bene, vedevo il suo viso inveceche il mio. Barba incolta e capelli con la for-ma del cuscino, lo sguardo cadente sotto unsorriso misto di dolcezza e ironia. Era Lei emi sorrideva, mi veniva in mente Uno nes-suno e centomila. Mi toccavo il naso e vede-vo il suo viso incuriosito e attento allo spec-chio, i profili destro o sinistro corrispondeva-no ai suoi. Un’affannosa richiesta di aiuto almio specialista che senza mezzi termini einutili giri di parole mi ha diagnosticatouno sdoppiamento di personalità! Io sareiLei, o forse Lei mi è entrato dentro (psichica-mente parlando...), ed oggi non so se sonoBruno Lando o Sergio Pisani che crede diessere Bruno Lando. Spero che Lei sia or-goglioso di essermi dentro (psichicamenteparlando) tanto quanto me. Dirigo un gior-nale, conosco belle ragazze da mettere incopertina, ho il loro numero del cellulare, sochi è l’Alfiere, ho sempre un contatto privile-giato con il Governatore Vendola che mi ri-sponde ogniqualvolta gli formulo domandee mi trastullo al telefono con Alessia Marcuzzie Federica Fontana che posarono gratuita-mente su questa testata in segno di amici-zia. Ho sempre un codazzo di politichetti chemi inseguono per una intervista doppia chenon farò mai perché chi chiede può soloaspettare. Io certo ho da darLe poco in cam-bio. I miei sogni, l’ultimo intrigante, politica-mente scorretto. Ero in mutande bianche,una striscia come quella che portavo da pic-colo a ricordare che abbiamo il pancreasesocrino. In parole povere quella che chia-mavamo in gioventù la sgommata. Mutandesporche un po’ perchè per andare di corsa agiocare non ci pulivamo bene, un po’ perchèla carta igienica di una volta era rossa e ruvi-da e se facevi molto forte ti si irritava tutto.Ricordo la disperazione di mia nonna chemi gridava sempre “Se ti prende sotto unamacchina, all’ospedale vedranno le mutan-de sporche e diranno ma che bella famigliadi sporcaccioni che hai...”. Mi chiedevo allo-ra come adesso: se mi prende una macchi-na sotto sicuramente dalla paura mi riempi-rò di m...a. A che serve quindi cambiarsi sem-

pre l’intimo? Forse per questo senso di colpa,ho sognato la Brambilla che mi frustava. Leirossa, padrona in boundage rossonero,stivaloni con tacchi a spillo ed io nudo con lesole mutande bianche sporche che venivo fru-stato. Lei che urlava “E votami, votami” mentrela Santanchè e la Prestigiacomo mi sorrideva-no e tentavano di sedurmi. Io non so chi votaree forse questa angoscia la porto anche nei mieisogni. A volte i miei sogni diventano incubi. Unvoto va dato, ma a chi? Hanno lo stesso pro-gramma e allora decido di scegliere in basealle persone candidate. Hanno messo gli omo-sessuali per gli omosessuali, gli ebrei per gliebrei, i fascisti per i fascisti, i neri per i neri, gliimprenditori per gli imprenditori. E poi gli ope-rai per gli operai i giornalisti per i giornalisti, isindacalisti per i sindacalisti, i comunisti per icomunisti, i prelati per i prelati. Hanno messotutte le categorie per soddisfare tutti! Una ca-tegoria manca, la mia. Non l’ho trovato nè nelPd e nè nel Pdl. Nè nella Sinistra Arcobaleno enè nella Rosa Bianca. Mi creda neanche tra lealtre 170 liste presentate. Solo una dovevanofare per avere la maggioranza assoluta, unache mi avrebbe visto convinto assertore e so-stenitore. Io, Lei e tanti altri. La lista ”Amantisolitari”. Avremmo candidato una raffinata boc-ca di rosa. Una bella candidata che nell’agonepolitico avrebbe anteposto le labbra ai fiumiinutili di parole, le tette al voto del partito delcuore, la propria ars amatoria alle scelte dicampo di Berlusconi e Veltroni. Una bocca di

Continuerò a darti sempre del tu, per sanci-re con la parola i nostri rapporti divenutisempre più affettivi e amicali attraverso lacollaborazione a questo giornale. Anche seti fossi professato comunista ti avrei datosempre del tu, contravvenendo alla regoladel ‘cavaliere’. Il tuo sdoppiamento di per-sonalità mi lusinga. Tu non insegui tantabella gente della televisione. Tu non vuoientrare nella casa del grande Fratello o ap-prodare all’Isola dei Famosi. Tu non vuoiavere in pugno un impero di star e starlette,non vuoi sentirti per una notte il Mirigliani diSalsomaggiore o il Vanzina di Vacanze diNatale per capire quanta carne c’è tutto in-torno a te. Tu vuoi sentirti come me. Vuoiessere come me. E qui c’è da capire e dapreocuparsi. Se tu confondi il direttore diuno sfogliaccio di paese con un direttore direte, con un casting director, allora sì che iltuo sdoppiamento della personalità diventaun disturbo dissociativo di seria gravità. Per-ché io sono un poveraccio più di te. Più dite, io faccio sempre pensieri strani, chiusonella solitudine dello stambugio della reda-zione e tutto il mondono fuori. Ilaria D’Ami-co, mia collega, questo lo sa da tempo. Mala domenica non mi regala neanche un salu-to, un palpito di cuore, una speranza. Leistrizza solo l’occhietto a Spalletti. Resto unilluso e poveraccio. Quanto alla lista degliAmanti solitari non vorrei disgregare ulte-riormente la tua identità. La costruzione dicampagne elettorali fondate sul sesso, sul-la dissacrazione e la trasgressione della po-litica è controproducente. La tua idea politi-ca, completamente avulsa dalla sensibilizza-zione dei grandi temi della politica, compor-ta un approccio e una comunicazione poli-tica perdente con il pubblico. Un esempio?La candidatura al Senato in Belgio di TaniaDerveaux una bocca di rosa della rete dellereti. Aveva fatto una promessa particolare aisuoi elettori: 40 mila rapporti virtuali. Non èuno scherzo, è stata una vera provocazio-ne. Ma i belgi non sono italiani, non hannoabboccato come salami. Tania non è riusci-ta a intercettare il malcontento di nessunoed è stata trombata. Sorridi caro Lando.Perchè le elezioni muoiono all’alba.

rosa che riusciva a carpire il malcontentodei tanti disperati d’amore. Di chi l’amore locerca per le strade, sulla 98 o sullacomplanare della 16 bis. Amore, amore esolo amore in cambio del voto. Mi creda,direttore, è l’arma del successo. Noi i solita-ri dell’amore, noi gli spicchiettisti del mon-do siamo in maggioranza. Si sa che i politicidanno buoni consigli sentendosi comeGesù nel tempio e poi danno cattivo esem-pio. Bocca di rosa invece avrebbe messosolo l’amore sopra ogni cosa tirandosi ad-dosso l’ira funesta dei politici a cui avrebbesottratto l’osso. Noi i solitari dell’amore sia-mo in maggioranza. Ma la bocca di rosa nonl’ha candidata nessuno. Che tristezza que-ste elezioni. Un voto senza amore!

Con immensa stima BRUNO LANDO

SOGNI E SPERANZE. CAMPAGNE ELETTORALI E DEVIANZE. IDENTITÀ CONFUSE....

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La riprova di quanto i tempi sti-ano cambiando ci è senz’altrodata osservando il comporta-mento dei nostri ragazzi.Ai miei tempi i ragazzi si cerca-vano per i loro giochi. Ognuno dinoi era fiero quando, con sussie-go, poteva affermare: cudde jèchembagne a maje. Oggi, inve-ce, i gruppi dei ragazzi sono almassimo di due o tre persone equando li incontri può capitartidi chiederti se sono normali vi-sto che gesticolano e parlano dasoli fino a quando non scopri chehanno un filo e un aggeggio den-tro le orecchie e parlano al tele-fonino. I ragazzi sono quasi sem-pre a colloquio con i telefonini ocon gli occhi fissi al loro videointenti a leggere o inviare messaggini. An-che i piccoli li vedi appartati con le loroplaystation o con il loro Nintendo incapacidi praticare giochi collettivi.Come si fa a questo punto a non rimpiange-re i miei tempi? La Piazza mi ha assegnatola rubrica Amarcord, ma come si fa a nonaver nostalgia ripensando ai piacevoli ricor-di dei tempi sempre presenti nelle nostrementi?Noi da piccoli, dopo la mattinata trascorsaa scuola ed il frugale e pacifico pranzo, era-vamo soliti sparire da casa perché ai mieitempi non era pericoloso andare soli perstrada. I nostri genitori, infatti, dopo averalla meglio rassettata la cucina, di solito, siappisolavano sulle sedie, o per chi lo pos-sedeva sul sofà, alquanto stanchi in consi-derazione che la giornata all’epoca iniziavadi solito alle quattro del mattino, se non pri-ma quando c’era da fare il pane. Quello pernoi era il momento per svignarcela alla che-tichella ben sapendo che anche se scoper-ti al momento della fuga, i nostri cari nonavrebbero detto assolutamente nulla, con-tenti di non essere disturbati durante il lorobreve riposino. L’appuntamento per tutti noiera sopa a sandaghesteine. Appena si for-

mava un piccolo gruppo se menaive utucche e si sceglievano i compagni di sfi-da pè sciquè a la palle. La palle era ilmodo eufemistico di chiamare u pipiddepoiché le palle vere le vedevamo soloqualche giorno dopo la Befana e per dipiù scattavene subbite perché erano dipessima qualità. U pipidde era fatto convecchie calze di lana ormai inutilizzabilidentro le quali noi pressavamo stracci chevenivano poi cuciti alla meno peggio. Su-bito dopo la guerra, u pipidde, fece unsalto di qualità perché nella calza pres-savamo anche avanzi di gomma piumache rubavamo dai carri armati e cingolatiin disuso depositati dagli alleati nel vec-chio campo sportivo.U pipidde, per effetto di quella gommapiuma pressata nella calza rimbalzava untantino da terra e per noi era il non plusultra, il massimo che si poteva otteneredal surrogato di una palla.Formate le squadre, al grido di: palle ocendre! si dava inizio alla partita. I ritar-datari, man mano che arrivavano, anda-vano a rinforzare l’una o l’altra squadra.Sopa a sandaghesteine i contendenti era-no sempre quelli: Vinginze Montareule,

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QUANDO GIOCAVAMO COLPALLONE DI PEZZA

Marie Panzini (Cicciarudde), FranghineNatalicchie, Minicuzze, LucianeMitue, Tre Mazze, Lello e SpirucceBottone, Pasquele Mastandrè,Dinucce Giachinidde, Sabine Rucciee non so più quanti altri ancora. Dellesquadre faceva par te ancheMicheline Piscitelle che veniva affi-dato allo zio Sabine Ruccie pè fauesbambè ne picche ossia per toglier-selo dai piedi il primo pomeriggio eche noi, per la sua tenera età, siste-mavamo seduto sopra le eventualigiacche o maglioni che costituivanoanche i precari pali delle due porte,così Micheline aveva il gravoso com-pito di acchiamendè le robbe. Mal-grado la precarietà dei mezzi le par-tite erano accanitissime. Quante di-scussioni su: la palla a scieute fore

o pele oppure: jaive jerte sopa a la traver-se, o per una punizione: mi si sbinduete,naune teue si sbinduete a maje. Liti furi-bonde che facevano infuriare le donnetteche avetevene le settene e soprattutto lamigghiere du veterenarie ca avetaive oprime piene sopa a sandaghesteine. L’an-ziana signora era persona influente e trale poche a possedere, allora, uno dei ra-rissimi telefoni con il quale era solita chia-mare i Vigili Urbani. Di solito la spedizionepunitiva veniva affidata a Colette Scardeche inforcava il suo motorino, un cuccioloa due tempi, per venire a pizzicarci. Persua disgrazia e nostra fortuna lo scoppiet-tio del suo motorino veniva percepito dallenostre esercitatissime orecchie quandoquesti era alla fine di corso Amedeo e siapprestava a fare il giro della Villa Comu-nale.In un battibaleno sparivamo nei portoni cir-costanti e nelle vie laterali pipidde e tutte,dopo il grido d’allarme: “La uardie!” Colette,allenato si guardava intorno nella piazzaormai deserta spiato da tutti noi e prose-guiva il suo inutile giro fino alla stazioneper poi rientrare al comando sotto omunicipie. Dai portoni, dalle stradine late-rali, da drete a la chise de sandaghesteine

U PIPIDDE

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31 Aprile 2008

buon compleanno!

VIA BARI, 18 - GIOVINAZZO - TEL. 080.394.62.72

35 ANNI PASSATICON VOI...

GRAZIE DELLAFIDUCIA CHE CI

AVETE DATO!

SE IL

PANZ

EROTT

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BUONO

VUOI

GUST

ARE..

.

DA L

UIGI

DEV

I AND

ARE!

rispuntavano i contendenti che al solito gridodi: palle o cendre!, riprendevano l’accanita in-terrotta partita. I nostri guai non erano solo quel-li. Il peggio veniva la sera quando vrazze egamme schercete, ma soprattutto con le scar-pe ridotte in pessimo stato, rientravamo a casa.Le nostre mamme, in assenza dei papà anco-ra al lavoro, ci ricoprivano di rimproveri e cispolveravano i sederini a seconda del dannoche le nostre calzature avevano riportato. Lescarpe meritano un pensierino a parte. Alloracostavano tanto, troppo per le nostre famiglie.Appena acquistate, conoscendo le nostre pes-sime abitudini, le scarpe venivano portate daicalzolai per essere rinforzate. I calzolai, sottole suole, applicavano una serie di bullette, os-sia quei chiodi a testa larga di quelli usati intappezzeria, che avevano anche gli scarponidei militari e dei contadini. Purtroppo il rimediosi rivelava qualche volta peggiore del maleperché con le scarpe così conciate noi sce-glievamo na chianghete bella lisce, prendeva-mo la rincorsa e scivolavamo in maniera chel’attrito del metallo dei chiodi contro le chiangheproducesse scintille. Erano sfrescete inebrian-ti, erano consumi di scarpe abnormi, erano altre mazzate assicu-rate.Cari ragazzi che dirvi. Non oso nemmeno azzardare l’invito a tro-varvi una bella palla per disputare ora una bella e combattutapartitina in comitiva. Le palle oggi non mancano, ma mancano icampetti tranquilli di sopa a sandaghesteine, de sopa a lastanzione, du macidde ecc. diventati ormai troppo pericolosi.Questa volta l’età ormai avanzata non ci fa troppo rimpiangerele stupende partite o pipidde addò neue ngi petemme levè lalippe.

CIAO RAGAZZI. SE QUALCUNO SI RICONOSCE INQUESTA FOTO E VIVE A GIOVINAZZO, AVREI IL PIACE-RE DI RITROVARVI. LA CLASSE? PRIMA ELEMENTARE,

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COME ERAVAMO IERI

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La statuaria in cartapesta e iriti della Passione in Puglia

MILANO. Sono stati questi i temi trattati presso il Museo Diocesano milanese inoccasione della mostra sulla cartapesta leccese, il 23 febbraio scorso. Il periodoquaresimale e la compresenza della Borsa internazionale del turismo hanno fattosi che un folto gruppo di cittadini di Ruvo di Puglia, guidato da mons. VincenzoPellegrini, sia giunto a Milano accolto dall’Associazione Regionale Pugliesi. L’or-ganizzazione del convegno ha offerto un mirabile esempio di collaborazione traComune, Pro loco e Associazione nella splendida cornice del museo. L’Associa-zione si è dimostrata autorevole punto di riferimento per la promozione del territo-rio pugliese a Milano e di aggregazione delle diverse realtà di campanile.L’ampia sala di rappresentanza del museo, collocato nella zona dei Navigli diMilano, era gremita di ruvesi in visita ed emigrati, dei membri e direttivo dell’Asso-ciazione Pugliesi, dei componenti la confraternita di San Rocco, proprietaria della“Statua degli otto santi”, esposta eccezionalmente presso il museo milanese dopoesservi giunta appositamente da Ruvo. Il Convegno ha visto autorevoli relatori, trai quali il direttore del Museo Paolo Biscottini, il presidente dell’Associazione PugliesiDino Abbascià, il critico d’arte e giornalista del quotidiano Avvenire DomenicoMontalto, lo scultore di cartapeste Carlo Previtali, lo storico d’arte pugliese Giusep-pe Caldarola, il Direttore del Museo provinciale di Lecce Antonio Cassiano.E’ stato illustrato l’incontro tra due realtà collegate: la statuaria in cartapesta e i ritidella Passione in Puglia che questa statuaria utilizzano. E’ stato mostrato e descrit-to anche qualche manufatto che è stato fatto girare tra il pubblico.A seguire e a dare concretezza a quanto ascoltato, è stato proiettato un toccantefilmato del fotografo Biagio Stragapede sulle processioni e i riti della SettimanaSanta a Ruvo di Puglia.Non si è trattato di mero folclore, ma – in un clima di attenzione al periodo quaresi-male e di riflessione per tutti – si è discusso di arte, pietà popolare, riti che coinvol-gono tutta una comunità locale e ben rappresentano la funzione di amalgama chela dimensione religiosa produce, creando una ricchezza rituale, celebrativa e difermento della socialità cittadina.I riti della Settimana Santa, come fenomeno collettivo, manifestano il vissuto di unacomunità e di un popolo con una sua storia e una sua identità e restano uno deimomenti più significativi della vita di un paese diventando l’occasione del ritorno,dell’incontro, del rituffarsi nel proprio ambiente, per vivere così momenti forti diidentificazione e intensi rapporti umani.Nella devozione si coglie la ricerca del significato della vita, la nostalgia delleradici perdute, una sensibilità estetica vissuta nei riti e nelle manifestazioni. Unmessaggio che l’emigrante ben comprende e vive.

LA PAGINA DELL’EMIGRANTE

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TAVOLA ROTONDA

DI AGOSTINO PICICCO

A Milano si parla diPuglia

La Borsa internazionale del turismo che si è svolta a Milanoa fine febbraio ha fornito l’occasione per parlare di arte, cul-tura e turismo in Puglia. In maniera diffusa se ne è parlato inoccasione di una conferenza stampa che si è svolta all’inter-no dell’Associazione Regionale Pugliesi che da decenni, conmodalità sempre adeguate al cambio di cultura e di costume,si occupa della promozione del territorio pugliese e si ponecome punto di riferimento autorevole anche per enti istituzio-nali e promozionali della Puglia. In particolare sono stateillustrate le zone del Salento, grazie alla presenza di autore-voli testimonial tra i quali il presidente dell’Associazione Re-gionale Pugliesi Dino Abbascià, il direttore della rivista diturismo e cultura Spiagge Carmen Mancarella e alcuni am-ministratori dei Comuni salentini. Attraverso le loro descri-zioni è iniziato un viaggio virtuale nel Salento, alla ricerca diluoghi e sapori ancora del tutto sconosciuti. Mare, barocco,centri storici, cripte bizantine e frantoi ipogei – per mezzo diun dvd - hanno fatto da sfondo agli interventi. Grazie aglioperatori del Victor Village di Ugento, un villaggio costruitosul mare a pochi metri dalla spiaggi e interamente immersonella pineta, sono stati illustrati i risvolti turistici di una vacan-za all’insegna della bellezza, dell’arte, della cultura.Non è solo lo splendido mare ad affascinare i visitatori chescelgono di trascorrere le loro vacanze nel Salento, ma l’of-ferta per chi predilige il turismo culturale è quanto mai varie-gata e spazia dai siti archeologici di età pre-romana ai frantoie alle cripe bizantine dell’anno mille, dal barocco leccese aiborghi medioevali di cui i paesini dell’entroterra sono unarilevante dimostrazione.A Ugento, per esempio, si può ammirare la cripta del Croce-fisso, risalente all’anno Mille dalle pareti interamenteaffrescate. Sotto la piazza e le stradine del centro storico diPresicce si celano i frantoi ipogei: nell’anno Mille i monacibizantini introdussero e rafforzarono nel Salento la coltiva-zione dell’olivo e la produzione di olio d’oliva lampante, con ilquale si illuminavano le vie e le case del tempo. Cavallino,città delle osterie, era invece considerata la Pompei delSalento. Città affascinante e misteriosa è Rufano. Qui si ballaancora la danza delle spade ed è fortissima anche la tradi-zione del tamburello e della pizzica. Immancabile Lecce, lacapitale del Barocco, la città delle cento chiese. Lo sguardosi perde davanti a Santa Croce, divenuta simbolo del turi-smo nel Salento e del barocco leccese. Ma la passeggiatanel centro della città, da Santa Croce fino a piazza Duomo, èricca di particolari architettonici e testimonianze storiche diinestimabile bellezza, dall’anfiteatro romano alla chiesa diSant’Irene, la prima protettrice di Lecce. Non si può nonsostare a Lecce per degustare il caffè in ghiaccio, tipicainvenzione leccese, e il pasticciotto, morbido e fragranteprodotto dell’arte dolciaria leccese e salentina. Melanzaneripiene, a polpetta, a parmigiana e poi ancora gustosepeperonate sono i piatti tipici serviti alla sagra per completa-re con il gusto e l’enogastronomia un viaggio nel Salento,terra di accoglienza e di sapori, favorita dal clima mite, peruna vacanza che può interessare ogni periodo dell’anno,grazie anche al turismo religioso e a quello legato ai con-gressi. Un turismo insomma che si basa su bellezzanaturalistica e paesaggistica, artigianato, sapori, eventi cul-turali e sociali, riti, feste e sagre. E sul calore dei pugliesi.

AGOSTINO PICICCO

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33 Aprile 2008

LAVORAZIONI IN PVC LAVORAZIONI IN PVC

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35 Aprile 2008

Sarà trasmessa in diretta su www.giovinazzo.it

LA FESTA CHE VERRÀLe anticipazioni del presidente del Comitato Depalma prima del viaggio in Argentina

Meno cinque. Tanti i mesi che ci separanodalla prossima festa in onore della Madon-na di Corsignano. Il Comitato organizzatoredell’evento è già all’opera da tempo. Prossi-ma tappa, il viaggio in Argentina del presi-dente Tommaso Depalma dal 2 al 7 aprile.Un modo, questo, per far sentire l’affetto del-la propria terra madre ai nostri concittadinisudamericani. Andiamo allora ad ascoltarecosa ha da dirci, in proposito e poi sulla gran-de festa di Agosto, il presidente Depalma.

“Don’t cry for me, Argentina!”: così potreb-be cantare il presidente TommasoDepalma, in arrivo da Giovinazzo. Quali gliobiettivi del tuo viaggio dal 2 al 7 aprile?«Nessun obiettivo speciale. Per noi non esi-stono emigrati di serie A ed emigrati di serieB. Perciò, in compagnia di ClaudioSpadavecchia e di Savio Stallone che comeme si pagheranno il viaggio, mi recherò inArgentina per testimoniare anche lì il gran-de amore di Giovinazzo e della Madonna diCorsignano per i suoi concittadini».

Ci saranno delle iniziative particolari per igiovinazzesi d’Argentina in occasione del-la festa della Madonna di Corsignano?«A parte la serata dedicata a tutti gli emi-granti, dato il tenore di vita che c’è in Argen-tina troveremo il modo per dare a uno di loro(magari con un’estrazione) la possibilità diricevere un biglietto aereo di andata e ritor-no ad Agosto per far sì che ci possa raggiun-gere a Giovinazzo».

Senz’altro questi nostri concittadini soffro-no tanto la lontananza dalle proprie radicie quindi anche dalla loro amata patrona.Per fortuna che, al giorno d’oggi, almenoc’è Internet…«Lo scorso anno, grazie ad Internet, i nostriemigrati hanno avuto sempre la possibilitàdi collegarsi con la Cattedrale e due ore dopoil rientro della Madonna avevano già le im-magini della processione. Quest’anno, gra-zie all’idea partorita dal vostro sitowww.giovinazzo.it, non dovranno aspettarenemmeno due minuti perché potranno ve-dere tutto in tempo reale. Mi riferisco alle Con-ferenze di presentazione del Comitato (sa-bato 26 aprile alle ore 19/20) e del Program-ma della Festa (a giugno). E poi alla direttadella solenne processione di domenica 17agosto. Insomma, Internet annullerà ogni di-stanza spaziale tra Giovinazzo ed i suoi emi-grati…».

Quando si organizza una manifestazione,l’obiettivo è anche quello di miglioraresempre rispetto al passato. Come il Comi-tato Feste Patronali punta a superarsi, dopoil già soddisfacente bilancio dello scorsoanno?«Nella vita si può sempre migliorare. Il no-stro obiettivo è quello di ottimizzare quantogià fatto lo scorso anno e di creare un pro-gramma attrattivo non solo per i giovinazzesi

ma anche per la gente del circondario».

Come procede il dialogo con l’Amministra-zione e con le varie associazioni locali…?«Con l’Amministrazione siamo partiti davve-ro con il piede giusto. Tutto procede nel mi-gliore dei modi anche con i Carabinieri ed iVigili Urbani. Quanto alle associazioni locali,nella riunione del 14 febbraio abbiamo con-statato un grosso passo in avanti rispetto alloscorso anno. Mi auguro che pure i commer-cianti ci vengano incontro, senza vivere lafesta soltanto come nostro rimorchio…».

Dalla Festa al Festival. Dopo la kermessedi Sanremo, hai ultimato le scelte sul bigcanoro della Madonna?«Premesso che i momenti più importanti del-la festa saranno quelli strettamente religiosi,per il cantante vi stupiremo. Abbiamo infattitante valide alternative a nostradisposizione…Tra l’altro, il concerto sarà unostrumento utile per sposare la causa di LucaMongelli.».

Informaci almeno se il cantante verrà fuorida Sanremo…«Qualcuno dei papabili è stato al Festival.Uno, in particolare, è stato pure super-ospi-te…».

Per la prima volta, quest’anno FestaPatronale farà anche rima con areamercatale…?«Considerato lo spessore dell’artista, stiamopensando per motivi di sicurezza e di logisticadi realizzare il concerto non in piazza ma ap-punto in tale zona della città».

Quanto costerà il biglietto del concerto?«Si tratterà di un costo simbolico, pari massi-mo a 10 Euro. Sia per creare una certa sele-zione di pubblico, data la grande caratura del-l’artista che si esibirà, sia per aiutare LucaMongelli a vincere la sua battaglia…».

Hai parlato di 10 Euro, il costo del bigliettoper vedere in curva una partita del Bari.Bari allenato da un certo Antonio Conte…«Antonio Conte è stato un grande campione

ed è una persona di cuore. Mi auguro di coin-volgere anche lui nel nostro programma, riti-ro estivo del Bari permettendo. Ci stiamo la-vorando…»

Infine, se ti dico spettacolo “piromusicale”,tu cosa mi rispondi?«Che ci stiamo pensando per la domenicadella Madonna. Per regalare a Giovinazzoqualcosa di indimenticabile e diverso dai so-liti fuochi pirotecnici…».

GIANGAETANO TORTORA

Il Comitato Feste Patronali di Giovinazzocomunica che quest’anno incontrerà lacomunità dei giovinazzesi residenti in Ar-gentina. L’iniziativa è la logica conseguen-za di quanto fatto nel 2007, quando ilpresidente Depalma si recò a New Yorkper incontrare la locale comunitàgiovinazzese. Questa volta la scelta ècaduta sull’Argentina, per due motiviprincipali: - Attraverso il sito internet,www.madonnadicorsignano.it, si è nota-ta l’assiduità della frequentazione daparte dei giovinazzesi residenti in Argen-tina, con tanto d’invio di materiale foto-grafico delle loro iniziative a devozionedi Maria SS. di Corsignano. - Si è riscontrata una fortissima devo-zione verso la nostra Patrona. E il no-stro Comitato per dimostrare la loro ri-conoscenza, ha deciso di donare un bi-glietto d’andata e di ritorno ad un nostroconcittadino per permettergli di tornarea Giovinazzo ed incontrare i suoi con-cittadini e la nostra Vergine diCorsignano. Questa nostra iniziativa èstata molto apprezzata ed i concittadinid’Argentina, capeggiati dal presidentedella locale associazione sig. DanielRubino, si stanno già attivando per ren-dere indimenticabili quei giorni. Il Comi-tato Feste Patronali sarà rappresentatodal presidente Tommaso Depalma, daClaudio Spadavecchia e da Savio Stal-lone ed i giorni di permanenza sarannodal 3 al 7 aprile.

Nicola MiccioneAddetto Stampa Comitato Feste

Patronali di Giovinazzo

DEPALMA,SPADAVECCHIAE STALLONE

SARANNO IN SUDAMERICA DAL 3 AL

7 APRILE

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I MOTIVI PER VIVERE A

ELEZIONI POLITICHE 20082351 - Chiedersi con circospezione come mai Berlusconi e Veltroninon abbiano fatto per quello che costa la pubblicità elettorale su LaPiazza di Giovinazzo2352 - Chiedersi se il Giuseppe Altieri candidato del Pd in Pugliasia il tubista di casa nostra che tutti conosciamo2353 - Chiedersi perché almeno lui il Giuseppe Altieri candidatodel Pd non abbia fatto per quello che costa la pubblicità elettoralesu La Piazza di Giovinazzo2354 - Rammentare come nell’ampio ventaglio di candidature de-mocratiche di tutte le categorie sostenute da Veltroni non vengacontemplata quella dei tubisti2355 - Afferrare solo allora che il Giuseppe Altieri candidato del Pdin Puglia non è il tubista che noi tutti conosciamo2356 - Rassegnarsi anche per questa tornata elettorale perchè igiovinazzesi non possono fare neanche i mozzi di bordo ai capilistaD’Alema e Berlusconi2357 - Andar in collera perché Giovinazzo non è neanche porto dimare per i panfili dei capilista2358 - Recarsi a votare e optare per l’invalidamento della schedaper non essere riusciti a trovare tra le 40 liste di partiti e partitini ilnome di Tizio o Caio che ti erano simpatici2359 - Maledire il ministro Calderoni che ha partorito questa leggeperché non si può chiedere neanche la ricarica al telefonino ad uncandidato2360 - Rimpiangere le elezioni comunali perché ci sono sempre 10parenti e 50 amici cui hai promesso il voto e rifilato in seguito ilbidone2361- Rimpiangere il candidato sindaco che correva in bicicletta eti canterellava Mi fido di te di Jovanotti perché almeno mostrava lasua faccia e dimostrava che aveva coraggio2362 - Non lasciarsi ingannare per la seconda volta dal Presidente- operaio che sostiene di fare i miracoli italiani2363 - Andare orgogliosi solo del proprio sindaco-operaio perchéanche in missione a New York ha dimostrato persino di saper fare lospalatore2364 - Votare la Santanchè per sentirsi tanti piccoli Briatore2365 - Parlare di II o III Repubblica da dieci anni a questa parte masentirsi cittadini della Prima Repubblica 2366 - Sostenere che quando eravamo nella Prima repubblicacon mamma DC era meglio, perchè “comunque c’erano favori pertutti”2367 - Apostrofare i politici di essere dei voltagabbana per sentirsirispondere con convincimento che loro si definiscono trasformistiper il bene del Paese2368 - Scoprire che anche con la vecchia legge elettorale il saltodella quaglia resta lo sport più praticato da una certa parte di espo-nenti politici2369 - Sentirsi tutti come Forrest Gump con la scatola di cioccolati-ni: scoprire dopo aver votato, per chi abbiamo votato2370 - Spiegare alla massaia che l’Italia è più povera e che se nonsi arriva a fine mese non è colpa sua ma dei comunisti2371 - Raccomandarsi, anche se è impresa ardua per questa tor-nata solo al partito (e non candidato) per il voto2372 - Se non si riesce a farsi un’idea del vero e del giusto ascolta-re il TG42373 - Se non si riesce a farsi un’idea su chi votare leggere ‘la miacittà’ di Nicola Lasorsa2374 - Se non si riesce a farsi un’idea su chi votare leggere ilcontrappunto dell’Alfiere

2375 - Consolarsi al pensie-ro che almeno l’Alfiere non hamai detto di votare Berlusconio Veltroni2376 - Sostenere che Feltri oEmilio Fede non siano dellalevatura morale di BrunoLando che non si è mai per-messo di dire cosa fare aisuoi lettori2377 - Raccomandare l’expresidente del Senato Mariniche la prossima volta nel suomandato esplorativo consultialmeno Bruno Lando perchési evitino le consultazioni an-ticipate

GIOVINAZZESITA’2378 - Inneggiare “Antonello,uno di noi” perché in versio-ne stelle e strisce ha portatoa conclusione l’operazioni dispalatura della neve senzafascia tricolore!(vedi foto afianco)2379 - Provare l’ebbrezza di parlare della Madonna di Corsignanocol freddo e il gelo2380 - Sentirsi almeno per una volta nella vita come Carolina Serrone,accolta in pompa magna al galà dei nostri paisà!2381 - Accorgersi quanto zelo ti riservano gli impiegati del Comunequando devono provvedere alla consultazione degli atti ammini-

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STOP A MANIFESTI A VOLTE ANCHE BIZZARRI, LA LGE ELETTORALE HA TOLTO ANCHE IL FASCINO “VOTA ANTONIO, VOTA ANTONIO”. MA NOI UN ATONIO CE L’ABBIAMO E L’ABBIAMO ANCHE FOTOG

FATO. NON CI SIAMO LASCIATI INGANNARE DAL PSIDENTE - OPERAIO CHE SOSTIENE DI FARE I MI

COLI ITALIANI. NOI ANDIAMO ORGOGLIOSI SOLO NOSTRO SINDACO-OPERAIO PERCHÉ ANCHE IN MSIONE A NEW YORK HA DIMOSTRATO PERSINO

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Page 39: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO APRILE 2008

39 Aprile 2008

strativi2382 - Arrivare a Giovinazzo ed accorgersi che fuori manca qualcosadi grande, la palma!2383 - Chiedersi con circospezione per quale motivo nessuno si siaaccorto del virus palmarium2384 - Chiedersi senza circospezione dov’era l’Amministrazione pri-ma del virus palmarium2385 - Informare l’Amministrazione che il punteruolo rosso è la secon-da punizione per Giovinazzo dopo l’alga killer2386 - Quotare la tesi dei geovisti secondo cui il punteruolo rosso l’ hainviato Geova in barba ai fitopatologi che sostengono che il punteruolorosso sia provenuto dalla Giordania prima, Israele, Egitto dopo secon-

R CUI VAL LA PENAA GIOVINAZZO

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LEG-DEL

AN-GRA-PRE-

IRA-DEL

MIS-O DI

NIOdo i fitopatologi2387 - Biasimare il prof. Antonello per non aver consultatoanticipatamente la sacra Bibbia per far fronte all’emergenza delpunteruolo rosso2388 - Augurarsi che il “Rhynchophorus ferrugines” possa seria-mente pentirsi di quello che ha fatto2389 - Augurarsi che Geova vada per lungo tempo in ferie pertamponare l’emergenza palme

PASQUA E…ACCESSORI2390 - Scoprire per incanto che la festa di S. Giuseppe del 19marzo è stata anticipata al 15 marzo complice l’avvento della Set-timana Santa2391- Adirarsi persino con sorella-luna che non ci ha nutrito deitarallini di San Giuseppe2392 - Tornare a casa e rimpiangere il mese di dicembre quandoalmeno si capiva dal calendario gregoriano quand’era Natale e S.Stefano2393 - Consolarsi all’idea di dover iniziare già a far la spesa per laPasquetta e a programmare dove andare ad arrostire2394 - Tifare per l’alta pressione e per il sole per il 24 Marzo!2395 - Ringraziare San Giuliacci del TG5 per la splendida giornatadi sole che ci ha regalato a Pasquetta

ERANO BEI TEMPI…2396 -… quando si portava la palma alla madrina del battesimoper avere in cambio l’uovo di Pasqua2397 - … quando ci portavamo l’uovo di cioccolato a casa e lomettevamo in bella vista sul mobile tirato a lucido in attesa di rom-perlo nel giorno della festa2398 - … quando esistevano le mezze stagioni e a Pasqua siacquistava il vestito nuovo della festa2399 - … quando si metteva al centro del tavolo l’agnello di man-dorle ricoperto di sclepp con la bandiera del Cristo Risorto2400 - … quando si coprivano gli specchi nelle case il giorno delvenerdì santo in segno di lutto

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Page 40: LA PIAZZA DI GIOVINAZZO APRILE 2008

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DI ONOFRIO ALTOMARE

LA PAGINA DEL PESCATORE

Premessa. Scrivo con gli occhi gonfi di lacri-me. Sono un pescatore, una categoria inestinzione. Scrivo con gli occhi gonfi di lacri-me perchè la rabbia è tanta perchè nulla saràpiù come prima. In questi giorni stiamo assi-stendo all’ampliamento della banchina pres-so le Tre Colonne. Insomma, che dire! Robada fare rivoltare nella tomba alcuni vecchimarinai che hanno lottato parecchio per laparola “porto”. Alcuni addetti al Comune cidicono che stanno costruendo un’immaginemigliore del porticciolo. Qualcuno storce ilnaso e mugugna. Altri inorridiscono all’ideadel nuovo look del sito che assomiglierà piùad una coreografia stile “Giochi senza Fron-tiere” che ad un porto turistico. Appaiono quin-di abbastanza lontani i tempi ai quali si assi-steva alle pesche miracolose e la passeg-giata al porto serviva proprio a godersi quel-lo spettacolo. Mentre i bastimenti incrociava-no i loro saluti davanti alle Tre Colonne e quelsaluto era come un inno di Leopardi all’Italia.Un tempo, in quello stesso posto, in PiazzaVenturieri, nel 1889 si osannava un onorevo-le come allo sbarco di Sant’Antonio da Pado-va e il progetto era quello di costruire un pa-radiso per i reucci di Giovinazzo. Che strano,gli eventi politici travolsero tutto, ogni buonaintenzione, perché anche il Comune avreb-be dovuto sborsare. In quel giorno l’onorevo-le si imbarcò con il sindaco in barchetta, co-steggiò le mura sino al Monsignore, fece rile-vare la profondità (forse perché pensava difar arrivare grandi bastimenti), poi promise,promise e partì insieme a quel progetto e nonse ne parlò più.E noi, popoli di pescatori e naviganti, tutti lìcontenti ad osannare le promesse non rea-lizzate, felici che la nostra isola felice non sa-rebbe più stata toccata.È mia fondata convinzione che la parola por-to a Giovinazzo significhi “eresia”. Vuoi per-ché non si è fatto un porto ad hoc come tutti iporti baresi, vuoi perché le nostre leggendemarinare sono piene di fantasmi di stirpeitalica. Infatti, chissà per quale fatale coinci-denza, nell’arco di centocinquant’anni si ètentato più di otto volte di rifare il porto ma si èsempre verificato un fatto eccezionale che neha impedito la realizzazione. Occorre ricor-

dare infatti che al sesto tentativo si è costruito ilporto di levante. Doveva essere un rilancio allosviluppo della cittadina, in realtà lo scopo nonfu proprio raggiunto. E così i pescatori rimaserofreddi ed ammutoliti come pinguini nell’Atlanti-de, vedendo svanire i loro sogni nel mare intempesta.In buona sostanza, dopo tantissimo tempo sol-tanto oggi probabilmente si comincerà a vede-re qualche risultato. E che dire dei pescatori,che si sono estinti come i pesci dell’AdriaticoItaliano!Il porto è da sempre una fonte di scambi e co-municazioni ed ha storicamente favorito lo svi-luppo delle civiltà e il commercio. Non dimenti-chiamo che lo sviluppo dei porti ha ricevuto unnotevole input dopo le crociate e in Italia con lanascita delle Repubbliche Marinare. Questo èil motivo per il quale Giovinazzo divenne unfiorente centro commerciale nel XIV secolo, in-sieme a Venezia.La parola porto però a Giovinazzo pare signifi-chi “jattura” pura e non regge ad un passatoricco di leg-g e n d ecome la no-stra storia.E p p u r eq u a n d oGiovinazzoaveva ilporto, Barinon eraancora sor-to.Giovinazzo,inoltre èsempre ap-p a r s acome unanave pienadi santi illu-stri, tra i piùimportantidella reli-gione cat-tolica. Oggicontinuia-

PORTO(così disse un vecchio pastore)

Ogni giorno, passavano sotto casa

mia

tanti camion che prendevan pietre

dal Meschino, P.zza S. Salvatore e

da u Teatr. Venivano e le buttavan

a mare

per fare il porto. Poi vi misero

dei grandi blocchi di cemento. E

bei fuochi d’artificio per

festeggiarlo.

Una mattina non potevo aprire la

porta

di casa per il forte vento e il mare…

Il mare voleva entrar dentro…

Guardai… Il porto non c’era più…

E tutti i marinai e i pescatori erano

infreddoliti dal disastro come pin-

guini.

Arrivò l’ingegnere del porto e si

mise

la man mbront e io dissi:

«Se, mo chiang! Si pust l ptrodd

sott,

pfforz ca u purt avaiva schufuje!!!»

ONOFRIO ALTOMARE

L’antico porto di GiovinazzoL’antico porto di Giovinazzo mo a celebrare nel porto le proces-sioni più importanti tra le quali oc-corre ricordare quella di Sant’Anto-nio da Padova e quella della Ma-donna di Corsignano, patrona deimari e dei marinai.Continuiamo dunque a sperare chequesta ristrutturazione possa davve-ro lustrare l’immagine della nostracittadina e creare una maggiore at-trazione per i turisti

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41 Aprile 2008

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«Quando sono atterrato qui a New York e ho ricevutoquesta calda accoglienza, ho pensato subito che casamia non è solo Giovinazzo». Così parlò il Primo cittadi-no Natalicchio visibilmente commosso in occasione del25° anno di vita della Società Maria SS. di Corsignanoin U.S.A. Che orgoglio! Una ventata di giovinazzesità alMaestro’s Catereres nel Bronx. Il primo cittadino, prof.Natalicchio ed una rappresentante dell’amministrazionedella città di Giovinazzo, l’Assessore alla sport ed allacultura, Carolina Serrone. È stata proprio lei ad insigniredei dovuti meriti il sig. Vincenzo D’Albis, con la conse-gna di una targa di riconoscimento per il lavoro svoltoin campo sportivo in terra d’America.Alla cerimonia erano presenti circa 300 persone. A far glionori di casa è stato Rocco Stellacci che ha strizzatol’occhio al presidente del sodalizio, Dino Fiorentino. Èstata così registrata la prima partecipazione del sindacoNatalicchio, il quale ha avuto l’onore di presentare il pros-simo programma della festa patronale che si svolgerà inagosto a Giovinazzo, come di consuetudine ed ha rivol-to un caloroso invito a tutti noi affinché possiamo parte-ciparvi. Il Presidente della Società di Sant’Antonio, JoeDe Palo, durante la serata ha confermato con largo anti-cipo la presenza della stessa società in agosto, aGiovinazzo, in occasione della festa patronale.Tanti buoni propositi dunque cementati sicuramente dallapresenza del primo cittadino che molti giovinazzesi, chepurtroppo non riescono a ritornare al loro paese, hannoavuto occasione di conoscere. Noi stessi abbiamo dovu-

GALÀ EGALÀ E

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43 Aprile 2008

to affrontare un lungo viaggio per partecipare a questacerimonia, ma come dire…l’atto era proprio dovuto!Non è la prima volta che un sindaco viene a renderci visi-ta, occorre infatti ricordare che altri lustri personaggi inpassato si sono recati qui e tra questi Milillo, Andriani eBerardi. Non è una novità tra l’altro che oggi la costitu-zione di una svariata serie di gemellaggi permette scam-bi frequenti tra Paesi e continenti diversi. Gli addobbidella sala sono stati affidati al nostro bravo VincenzoDesantis e indovinate un po’ quali erano i colori predo-minanti. Rosso, bianco e verde ovvio! Un bel mix di sanielementi italici con tanta bella musica eseguita dal com-plesso 747 e una cucina tipica da leccarsi i baffi. Inutiledescrivervi tutte le leccornie presenti che farebbero invi-dia a qualsiasi straniero nel mondo! E poi una bella novi-tà. La stesura di un calendario con meravigliose cartoli-ne di Giovinazzo e relativa etimologia per comprendereal meglio il significato delle nostre radici. Tra i presenti ènecessario menzionare: Frank De Santis e JosephTerricola, rispettivamente vicepresidente e tesoriere del-la Società, Tony De Santis e Frank Caccavo. Infine tra scam-bi di presenti e promesse di ritorno, il Presidente dellaRegione Puglia dello Stato di New York, Sig. GiovanniMustaro ha offerto lo stemma al nostro primo cittadino, ilquale ci ha salutati con una promessa a breve di un ritor-no con tutta la sua famiglia! Il video dei festeggiamentidel 25° anno della società maria SS di Corsignano è sullaweb tv di www.giovinazzo.it

VITO BAVARO

E PAISÀE PAISÀ

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NEW YORK. Sono ormai trascorsi cinque annidal momento in cui le forze armate americaneattuarono l’invasione dell’Iraq e la rimozione di

Saddam Hussein. La campagna militare fu beneseguita, in meno di tre settimane le truppe oc-cuparono Baghdad. Successivamente, però, lanotizia di una rapida vittoria e di una repentinaritirata delle truppe non si è realizzata. Due sonostate le principali ragioni di questi insuccessi. Inprimis la forte spinta di una forza politica ameri-cana che desiderava creare un nuovo governoin Iraq; la seconda invece, è rappresentata dal-l’obiettivo di sciogliere e smobilitare le forze ar-mate irachene. In buona sostanza si era regi-strato un risultato positivo immediato, qual erala caduta del regime e una strategia inadeguataper condurre una prolungata occupazione del-l’intera nazione. Non bisogna neanche dimenti-care che le armi di distruzione di massa, unadelle ragioni principali per le quali era stata or-ganizzata l’invasione, in realtà non sono maistate trovate. E qui purtroppo occorre prendereatto anche della débacle della CIA.Oggi tutti ormai hanno preso coscienza del fattoche, migliaia di soldati americani e decine dimigliaia di iracheni sono morti a causa dellaguerra e tantissimi soldi sono stati sprecati. Eciò deve ora tornarci utile nella mente, poichéstiamo andando incontro ad una nuova elezio-ne presidenziale che determinerà il futuro diquesta nazione. I problemi che oggi la nazionedeve risolvere non sono limitati all’attuale situa-zione della guerra in Iraq. Oggi l’economia èbucherellata sotto tutti i profili, mentre alle pez-ze sono anche il settore sanitario e sociale. Ciòche serve dunque è un forte sostegno finanzia-rio che appare del tutto inesistente. Nonostantela gravità di questi problemi, l’Iraq resta il nodopiù duro da sciogliere in questa campagna elet-torale. Chissà perché qualcosa ci rimanda allevecchie reminiscenze della guerra del Vietname sembra quasi che il copione si ripete.Nell’attuale campagna elettorale, quindi, ci sonodue filoni. La maggioranza dei Repubblicani in-siste affinché la nazione possa continuare il suoimpegno militare per sostenere il nuovo gover-no democratico dell’Iraq ed evitare episodi diinsurrezioni o minacce di organizzazioni terrori-stiche. I democratici, al contrario, insistono affin-

Il mio Presidente!

LITTLE ITALYDI NICK PALMIOTTO

ché il governo possa pianificare un pianoprogrammato di ritiro delle truppe dall’Iraq,senza tener più conto della situazione po-litica che si è instaurata. Essi sostengonoinfatti il principio in base al quale gli aiutiamericani non fanno altro che sostenereuna situazione del tutto priva di fondamen-ta, in quanto l’Iraq non potrà mai costituireun modello per i paesi del Medio Oriente.Insomma, ancora oggi tutti si pongono in-terrogativi riguardanti la necessità di attua-re quell’attacco all’Iraq tanto criticato su varifronti. Nessuno riesce però a dare l’esattagiustificazione di quell’operazione, ormaisi è preso coscienza che solo gli storici po-tranno in futuro esprimersi in materia. Ciòche oggi nessuno vuole ammettere è il de-cretare una sconfitta dell’America.Tutti noi americani quindi vogliamo spera-re che il nuovo Presidente possa evitare dicompiere gli errori del passato. Che possa

chiamarsi Clinton, Obama o che possa es-sere un successore di Bush, dovrà ben com-prendere che l’eredità lasciata dalla vecchiapresidenza è abbastanza pesante. Il secoloscorso, l’America fu retta per 52 anni dai re-pubblicani e per 48 dai democratici, la per-fetta alternanza, un modello di democrazia.Ma l’impronta più profonda sul Paese la la-sciarono i democratici: il mosaico Usa cheBill Clinton consegnò a George Bush, di etniee di culture, di solidarietà e prosperità, di tol-leranza e forza, fu disegnato da presidenticome Franklin D. Roosevelt e Harry Truman,i promotori del «nuovo corso» economico esociale e i vincitori della seconda Guerramondiale, e come John Kennedy e LyndonJohnson, gli architetti delle Nuove frontieree della Grande società, i difensori del movi-mento dei diritti civili.Attendiamo oggi ansiosamente nuovi lumidi speranza dal futuro neoeletto!

PICCOLI ITALIANI CRESCONOCi siamo già occupati inprecedenza di ragazziche si brillano negliStates per doti partico-lari e in questa sede nondobbiamo dimenticareNick Palmiotto III.Lo abbiamo conosciuto,eccome! È capace diappassionarsi ed esse-re brillante in qualsiasicampo. Ma guardiamoun po’ il suo curriculum.Classificatosi primo del-l’istituto al termine dellescuole elementari, ha ri-cevuto un riconosci-mento dal PresidenteBush della Casa Bian-ca e dalla moglie.Nel mese di febbraio èstato introdotto nellaNational Junior HonorSociety. Per poter appartenere a codesta società, occorre aver mantenuto unamedia scolastica sempre alta, essersi distinto nella vita sociale, nello sport,appartenere ad un gruppo musicale e soprattutto essersi dedicato attivamentead attività di volontariato. A seguito di ciò si ricevono chiare agevolazioni neilivelli di insegnamento successivi e un indirizzamento verso il ruolo di ricerca-tore.Ebbene il nostro Nick, che rende orgoglio a tutti gli emigranti, in terra stranieraeccelle in tutti i tipi di sport e nello studio di ogni strumento musicale oltre chenei risultati scolastici. Ma anche nella sensibilità e nella buona educazione.In effetti, in occasione della celebrazione, oltre a ringraziare il pubblico e l’am-ministrazione per avergli permesso l’ingresso in quella società ha colto occa-sione per ringraziare il nonno.Ebbene sì, proprio Nick Palmiotto, colui che ha costituito un egregio modelloper la sua vita e che, giunto in America, senza conoscere una parola di ingleseè riuscito ad ottenere un riconoscimento a livello nazionale nei “Who is Who”,un merito molto apprezzato negli U.S.A.Ci sentiamo quindi molto vicini al nostro corrispondente americano e condivi-diamo con lui la gioia di godere delle emozioni che forse solo un nipote puòregalare ad un nonno attempato!

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45 Aprile 2008

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47 Aprile 2008

DI ANGELO GUASTADISEGNI

echi di MARZO

Tre i relatori della serata, nell’interessan-te convegno sulla Legge 194 del 1978,svoltosi nella Sala S. Felice. Per inqua-drare e meglio evidenziare i risvolti chela legge sull’aborto comporta, la Dott.ssaCinzia Ricco – Responsabile AzzurroDonna di Giovinazzo ha fatto riferimentoalle immagini crude e drammatiche degliinterventi in cliniche specializzate di abor-ti. Una vera e propria carneficina, unastrage sistematica e quotidiana di esseriumani, nei grembi delle loro madri.Feti vivi, vitali, nelle placente, con la pra-tica dell’aborto vengono violentementeespiantati, risucchiati da mezzi tecnolo-gici avanzati. I vincoli che legano piccoliesseri umani non nati, annullati. In realtàanche i feti hanno paura della morte e laloro agonia, inesorabile, non è istantanea.Il filmato evidenziava lo spettacolo or-rendo di piccoli corpi non nati straziatie il sentimento forte, irresistibile dei sa-nitari addetti che si dichiarano obiettoridi coscienza.La Dott.ssa Antonella Cortese – Oste-trica, ha evidenziato che l’organismo vi-vente ha origine sin dal momento in cuiinizia lo sviluppo dell’uovo fecondato. Larelatrice ha anche precisato che risultanegativo adottare tali mezzi per procu-rare l’interruzione della gravidanza, cherisulta dannosa anche per la donna. Lanuova vita che nasce in grembo alla ma-dre proviene da un atto d’amore fra iconiugi e va tutelata, salvaguardata eamata.Infine, Don Luigi Renna – Docente diTeologia Morale dell’Istituto TeologicoPugliese, ha evidenziato che l’aborto,approvato dalla volontà del popolo in undeterminato periodo storico dev’essereguardato nella sua globalità. Tutto peròdipende in definitiva dalla coscienzamorale, dalla sensibilità delle persone

13 Marzo

Aborto, ultima soluzione?

che approfondiscono e comprendono il pro-blema. Solo seguendo questa strada si puòpensare di revisionare una legge che ad oggirisulta deleteria per la società, una sorta dioscuro olocausto per bambini che si ampli-fica giorno dopo giorno. Una soluzione trop-po semplicistica e di stampo consumisticocausata dalla mancanza della prevenzionee del senso della vita che oggi probabilmen-te non trova terreno fertile nelle nuove ge-nerazioni.

2 MarzoAtti vandalici alMonumento delMilite Ignoto

Si ripetono, sistematicamente, gli attivandalici nella Villa Comunale. Da qual-che giorno ormai, il Monumento al MiliteIgnoto presenta segni di danneggiamen-to provocati da pitturazioni che ne dete-riorano l’immagine.L’opera, collocata in perenne ricordo del-l’impegno e del valore dei nostri soldatinel conflitto mondiale, è importante per-ché testimonia la cura, il rispetto di unpopolo verso i suoi figli che con il lorosacrificio, contribuirono a far grande lanazione. È utile anche ricordare che ilreato di danneggiamento è punito ai sen-si dell’art. 635 c.p.

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48

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APRILE, ricordatevi ditrapiantare i pomodori

Questo è il mese caratterizzato da grande va-riabilità climatica, si alternano situazioni digrande caldo con improvvisi abbassamentidi temperatura oltre alle classiche gelate pri-maverili che possono compromettere la riu-scita di un giardino. Andiamo allora a vederele operazioni colturali che bisogna eseguireper ottenere grandi soddisfazioni dalla colti-vazione delle piante in casa, giardino, orto ebalcone.

PIANTE D’APPARTAMENTOLe piante verdi (Ficus, Potos, Tronchetto ecc.).stanno sviluppando il nuovo fogliame e ri-prendono poco per volta la loro naturale im-ponenza. Per favorire un’abbondante forma-zione di nuovi germogli è consigliabile ese-guire concimazioni più marcate, associandoal concime prodotti energetici a base diaminoacidi e vitamine. Anche se si sono spentii termosifoni e l’aria dell’appartamento èmeno secca, si devono continuare lenebulizzazioni per mantenere nell’ambientela giusta dose di umidità. Attenzione a noncreare correnti d’aria fredda in corrisponden-za delle piante mentre si aprono finestre eporte. Sono consigliabili periodiche operazio-ni di pulizia delle foglie, con prodotti lucidan-ti, per togliere la polvere che si deposita e permigliorare le funzioni di crescita e l’aspettoestetico della pianta. Si devono iniziare i trat-tamenti insetticidi per contenere leinfestazioni di afidi e cocciniglie.IN TERRAZZO ED IN BALCONE. In Aprile lamaggior parte dei terrazzi e dei balconi é co-lorata dalla presenza di Gerani, Primule, Vio-le, Lobelie, Margherite ecc. Bisogna conti-nuare le regolari concimazioni e annaffiature,inoltre si devono eseguire i primi trattamentiinsetticidi e fungicidi per controllare le malat-tie. Si continuano anche i rinvasi delle pianteacquistate dai vivai e dai garden center, oltrealla semina di tutte le piante da fiore annualie perenni. Si trapiantano le piante fioriteutilizzabili anche in giardino come i garofani,i gladioli e le piante da giardino roccioso

(Diantus, Alisso, Portulaca, Fucsia, ecc). Sidevono potare gli arbusti rampicanti (ede-ra, glicine) utilizzati per creare grate e an-goli verdi nel terrazzo.LE PIANTE GRASSE. Continuare una pro-gressiva esposizione ai raggi solari dellepiante (evitando scottature del fusto) e ri-prendere ad annaffiare con moderazione.Si creano condizioni di giardino rocciosoall’aperto con Agave, Echeveria, OpunziaCrassula ecc.

NELL’ORTOORTAGGI IN SERRA. In questo periodo letemperature sono sempre più calde, ma c’èsempre il rischio delle basse temperaturenotturne e delle gelate primaverili. Per que-sto motivo bisogna creare maggiorearieggiamento all’interno dei tunnellini fa-cendo fori di aerazione nella plastica,dimensionati in modo da non creare cor-renti fredde notturne. Si continuano a tra-piantare le solanacee (pomodoro, pepero-ne, peperoncino), basilico, anguria, melo-ne, cetriolo, fagiolino precoce, zucchino ezucca. Si continua invece la raccolta di ra-vanelli, rucola e lattughe da taglio. Dato chequeste colture sono in continua crescita di-venta fondamentale eseguire periodicheconcimazioni per fornire la giusta dose dinutrimento.ORTAGGI IN PIENO CAMPO. Si seminanoo si trapiantano asparagi, cipolle, bietola dacosta, cavoli, cetrioli, zucche, zucchine, rape,lattughe, patate pre-germogliate, prezze-molo, sedano e piante officinali. Concimarela fragola, i carciofi e le carote che stannocrescendo. Bisogna utilizzare anche i teli di“tessuto non tessuto” per proteggere le pian-tine germinate dagli abbassamenti di tem-peratura notturni e dalle gelate primaverili.PIANTE DA FRUTTO. Quasi tutte le piantesono fiorite e stanno allegando i primifrutticini. Si devono apportare le sostanzenutritive che servono per far sviluppare e

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I lavori di Aprile

crescere i frutti. Eseguire i trattamenti ra-dicali con il chelato di ferro per prevenirela clorosi ferrica. Per la difesa del Pero edel Melo sono da fare i primi trattamenticontro la ticchiolatura, L’oidio (mal bian-co), gli afidi e la carpocapsa. Per ledrupacee, come pesco e albicocco, sideve intervenire contro la bolla, il corineoe la monilia, oltre alla lotta contro afidi,cidia e cocciniglia. Sugli agrumi si agi-sce per controllare gli afidi, il verme del-le zagare e il ragnetto rosso. Per l’olivosono consigliati interventi rameici per ilcontrollo della rogna.

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Sembrerebbe un tuffo nel passato, una spi-rale che riporta indietro di oltre trent’anni.Accidenti, sono passati trent’anni. Mi im-batto nella radiocronaca AFP indecoGiovinazzo - Follonica, i mostri sacri del-l’hockey. Fa uno strano effetto questa ra-diocronaca. Trent’anni fa i maestri erava-mo noi. Trent’anni fa massacravamo gliavversari annientandoli con palline di su-ghero e catrame. Fa uno strano effetto que-sta radiocronaca. Perdiamo 7-2. Siamo noiadesso a farci prendere a palline in faccia.Forse è meglio neanche raccontarle certeradiocronache. Forse è meglio rimanerenel museo dei ricordi e non uscirne più. Mano, la vita non scorre più sul filo di unaradio, onda su onda. Sono passati trent’an-ni. Te ne accorgi dalla radiocronaca, dallavoce: sembra arrivare da un altro pianeta. Ein effetti la radiocronaca proviene non dallaradio ma da internet, la rete delle reti. Ovvia-mente i cronisti non sono più gli stessi.Trent’anni fa c’era Rino Arduino su Radio City2000, il pioniere della radiocronaca. Poi arri-varono le altre voci dell’hockey, NicolaMarolla, Giuseppe Altieri, Raffaele Turturro,Ubaldo Coppolecchia. Ma arrivò soprattuttola voce di Luciano, la più amata daigiovinazzesi. Forse perché fu lui a raccontar-ci l’aetas aurea dell’AFP, la vittoria dello scu-detto e della Coppa delle Coppe. Trent’annifa mandavi al diavolo il sabato sera di Mam-ma Rai e Fantastico, il programma abbinatoalla lotteria Italia. C’erano l’AFP e la radiocro-naca di Luciano Minervini. «Luciano ci sei» -comunicava Michelangelo dagli studiradiofonici da Giovinazzo a Monza, Novara,Pordenone. «Mi ascoltate, studio?» - era ilsegnale del ritorno-audio. Che per gli ascol-tatori era come la parola delSignore, la salvezza che c’erala radiocronaca. Immagino ipreparativi lunghi edestenuanti per la messa a pun-to dell’evento. Ma ne valeva lapena. Perché la voce dell’hoc-key faceva più audience dimamma Rai. Luciano era l’hoc-key guardato e vissuto attra-verso la radiolina portatile concinghia da polso ed antenninaspiegata. Sono stato un acca-nito tifoso dell’AFP, anche seprima non ci voleva molto asentirsi tifosi di una squadrache ti inorgogliva dinanzi allesquadre lombardo-venete. Ac-cidenti, sono passati trent’an-ni! La radiocronaca di hockeyc’è ma la voce non è più quel-la di Luciano. Il canale non èsui 91.15 mhz. Non è RadioGiovinazzo Centrale né RadioAzzurra (l’emittente che 16anni fa mandò in onda l’ultimaradiocronaca di hockey). E’Giovinazzo.it. La voce è quelladi Giangaetano Tortora, assi-stita dal commento tecnico di

SPORT

Vincenzo Bini, giocatore che con l’hockey nonebbe la stessa fortuna degli altri. Difficile se-guire la partita quando la radio ti ha rinchiusonel museo dei ricordi. E’ difficile seguire la ra-diocronaca e disegnare con la mente le tra-me di gioco se la voce non è quella amica diLuciano. E’ difficile ma non impossibile segui-re la radiocronaca se non riesci ad immagi-nare la persona che parla… Fortuna cheGiangaetano è più di un amico. La sua facciasul web almeno in paese la conoscono più diBeppe Grillo. Provo ad emozionarmi, in fondoil tifo mi ritrovo a farlo ugualmente.Giangaetano è un amico, la diretta è ancheun po’ mia. Ma nulla sarà come prima. Anchequando segna Illuzzi contro i marziani delFollonica e l’urlo di Giangaetano sembra ri-cordare quel «clamoroso al Cibali!». Peggio,l’urlo liberatorio di Minervini al gol di Marzellasegnato a 12’’ dalla fine contro la Spagna. La

«LUCIANO, CI SEI?»16 anni dopo, ritorna la radiocronaca di hockey. Su www.giovinazzo.it

radiocronaca può essere ascoltata inInternet praticamente in tutto il mondo, cosìcome nel nostro territorio è ascoltata tra-dizionalmente in modulazione di frequen-za. Ma non è più come prima. Ascolti laradiocronaca via web e ti accorgi cheinternet non è come la radio quando vo-levi reclamare contro qualcuno e potevifarlo solo se accettavano di mandare inonda la tua telefonata. Internet ti offre purela web chat, uno strumento di interazionediretto con chi ascolta. Da Reggio Emiliae da Vicenza ci sono Michele e Giovanniche ti ascoltano e formulano domande esperanze in tutta libertà. E quell’irriveren-te di Tommaso da Roma che invece nonnasconde il suo cruccio perché c’èCarmen in diretta-radio e non video ai

microfoni e la sua serata romana non puòessere colorata di giallo oro. E’ il caso cheGiangaetano cominci a dire «è il bello delladiretta-internet». Forse, se la Lega-hockeynon fosse proprietaria delle immagini,Giangaetano avrebbe mostrato a Tommasopure le chiome platinate della Martorana.«Stiamo affinando il sistema» – precisa ilwebmaster Antonio Caccavo. Nel frattempoin America qualche giovinazzese si è giàcollegato. Forse internet ci unisce come fa losport, come fanno le partite di hockey. Maforse non riusciremo mai ad uscire da quelmuseo di ricordi. E’ come godersi la domeni-ca pomeriggio lo spettacolo di Ilaria D’Ami-co su Sky calcio show e avvertire quel vuotonell’anima perché l’assenza di vento la vedima non la percepisci in tivù con quella «ven-tilazione inapprezzabile» secondo il vange-lo di Ciotti a Tutto il calcio minuto per minuto.

DI SERGIO PISANI

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